Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - Mercoledì 17 ottobre 2007


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ALLEGATO

Risoluzioni relative al Consiglio d'amministrazione della RAI.

PROPOSTE DI RISOLUZIONE

La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
premesso che:
a) la RAI è un'azienda fondamentale per consentire la crescita del servizio pubblico radio televisivo e garantirne la qualità. Da essa dipende gran parte del pluralismo del sistema dell'informazione e della comunicazione che trova fondamento nell'articolo 21 della Costituzione. La RAI è inoltre la principale industria culturale del Paese. Essa vive oggi una condizione di crescente precarietà che determina, tra l'altro, il progressivo deterioramento delle sue capacità di dare risposte adeguate e tempestive alle nuove domande del pubblico e all'esigenza di innovare i contenuti e le tecnologie del mezzo televisivo;
b) le entrate generate dalla pubblicità e dalla produzione di contenuti sono stazionarie, mentre il mercato ha ripreso a crescere, sia pure a ritmi più contenuti di quelli degli anni novanta. La RAI sta perdendo consistenti fette di mercato a vantaggio della concorrenza; ed è a rischio quindi, in una più generale competizione di mercato, la stessa sua sostenibilità;
c) occorre dunque un cambiamento strategico ed organizzativo profondo, che intervenga sulla cultura aziendale, attraverso un progetto di grande portata, di durata non effimera e che consenta alla RAI di perseguire nuovi e ambiziosi obiettivi, riproponendosi come soggetto propulsivo dell'intero panorama della comunicazione, con un ruolo centrale rispetto all'industria culturale del paese e rispetto allo sviluppo industriale dell'audiovisivo;
d) sembra improbabile che questo possa definitivamente avvenire con l'attuale sistema di governance di cui è stato vittima più che carnefice l'attuale Consiglio di amministrazione, come più volte denunciato dallo stesso Presidente Claudio Petruccioli e dal Ministro dell'economia e finanze Tommaso Padoa Schioppa. Del resto l'evidenza della paralisi che si è determinata in Rai negli ultimi mesi, anche a seguito della rottura dell'accordo consociativo dei partiti, determina inevitabilmente la necessità di un cambiamento radicale di percorso;
e) tale situazione richiede, a livello delle istituzioni competenti, ed in primis del Governo e del Parlamento, di adottare tutte le iniziative - nell'ambito delle loro prerogative, nessuna esclusa, compresi eventuali provvedimenti di urgenza e corsie preferenziali - volte a prefigurare norme che, nell'immediato, definiscano una governance sganciata dalle nomine parlamentari e partitiche;
considerato altresì:
f) la revoca del professor Angelo Maria Petroni dalla carica di amministratore della Rai Radiotelevisione Italiana SpA, esercitata dal Ministro dell'economia e delle finanze lunedì 10 settembre 2007 nella qualità di maggiore azionista della società, revoca preannunciata dal Ministro stesso alla Commissione nel corso dell'audizione del 16 maggio 2007 e dal Presidente del Consiglio dei ministri con nota dell'11 maggio precedente;
g) la disposizione contenuta nell'articolo 49, commi 8 e 10, del Testo unico della radiotelevisione approvato con decreto


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legislativo 31 luglio 2005; contestualmente all'esame dei problemi posti dall'attuale applicabilità di tale disposizione, condotto dall'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, ai sensi dell'articolo 7, comma 1, lettera del Regolamento della Commissione, in svariate riunioni ed in particolare in quelle del 29 maggio, 7 giugno e 1o agosto 2007; udito al riguardo il Presidente della Commissione;
h) i contenuti dell'audizione del Presidente e del Consiglio d'amministrazione della RAI svoltasi il 15 maggio 2007, e di quella del Ministro dell'economia e delle finanze svoltasi il 16 maggio successivo;
i) i contenuti dell'audizione del Presidente della RAI svoltasi il 4 settembre 2007, e considerata l'audizione in data 13 settembre 2007 del Ministro dell'economia e delle finanze. Nella relazione del Ministro del 13 settembre si leggono considerazioni sulla crisi della attuale governance Rai, sia con riferimento alle modalità atttuali di elezione-nomina, sia con riferimento espresso a comportamenti di più membri del CdA, e alla non funzionalità del CdA nella sua colllegialità;
j) vista inoltre la legge 14 aprile 1975, n. 103;
k) che a seguito della revoca del Consigliere della Rai Angelo Maria Petroni e della nomina al suo posto di Fabiano Fabiani, risulta alterata la composizione del Consiglio di amministrazione, rispetto al plenum per il cui Presidente di codesta Commissione ai sensi di legge aveva espresso la maggioranza dei due terzi prevista dalle norme vigenti;
l) considerato che questo CdA è in piena continuità con quello precedente;
m) auspicando che nei due rami del Parlamento si aprano corsie preferenziali che consentano l'approvazione di una nuova disciplina del sistema di governance della concessionaria del servizio pubblico, che in analogia con quanto avviene in altri Paesi (ad esempio la Gran Bretagna) sia sganciata effettivamente da nomine parlamentari e partitiche;
n) auspicando inoltre che, nel caso in cui ciò non avvenisse in tempi immediati, sia il Governo a farsi carico, nell'ambito delle sue prerogative, della problematica, adottando i relativi provvedimenti di urgenza all'uopo necessari,

esprime con forza l'auspicio che i membri del Consiglio d'amministrazione della Rai rassegnino tutti le proprie dimissioni onde consentire, nel più breve tempo possibile, la elezione - nomina di un nuovo Consiglio di amministrazione.
1) (Nuova riformulazione) Beltrandi, Satta.

La Commissione parlamentare per l'Indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
considerato che:
la RAI è un'azienda fondamentale per consentire la crescita del servizio pubblico radio televisivo e garantirne la qualità. Da essa dipende gran parte del pluralismo del sistema dell'informazione e della comunicazione che trova fondamento nell'articolo 21 della Costituzione. La RAI è inoltre la principale industria culturale del Paese. Essa vive oggi una condizione di crescente precarietà che determina, tra l'altro, il progressivo deterioramento delle sue capacità di dare risposte adeguate e tempestive alle nuove domande del pubblico e all'esigenza di innovare i contenuti e le tecnologie del mezzo televisivo;
le entrate generate dalla pubblicità e dalla produzione di contenuti sono stazionarie, mentre il mercato ha ripreso a crescere, sia pure a ritmi più contenuti di quelli degli anni novanta. La RAI sta perdendo consistenti fette di mercato a vantaggio della concorrenza; ed è a rischio quindi, in una più generale competizione di mercato, la stessa sua sostenibilità;
occorre dunque un cambiamento strategico ed organizzativo profondo, che


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intervenga sulla cultura aziendale, attraverso un progetto di grande portata, di durata non effimera e che consenta alla RAI di perseguire nuovi e ambiziosi obiettivi, riproponendosi come soggetto propulsivo dell'intero panorama della comunicazione, con un ruolo centrale rispetto all'industria culturale del paese e rispetto allo sviluppo industriale dell'audiovisivo;
sembra impossibile che questo possa avvenire con l'attuale sistema di governance di cui è stato vittima più che carnefice l'attuale Consiglio di amministrazione, come più volte denunciato dallo stesso Presidente Claudio Petruccioli e dal Ministro dell'economia e finanze Tommaso Padoa Schioppa. Del resto l'evidenza della paralisi che si è determinata in Rai negli ultimi mesi, anche a seguito della rottura dell'accordo consociativo dei partiti, determina inevitabilmente la necessità di un cambiamento radicale di percorso;
considerando altresì che tale situazione richiede, a livello delle istituzioni competenti, ed in primis del Governo e del Parlamento, di adottare tutte le iniziative - nell'ambito delle loro prerogative, nessuna esclusa, compresi eventuali provvedimenti di urgenza e corsie preferenziali - volte a prefigurare norme stralcio che, nell'immediato, definiscano una governance sganciata dalle nomine parlamentari e partitiche, ed affidata - sul modello di quanto avviene in altri paesi (quale la Gran Bretagna) - ad esempio ad una fondazione, con organi costituiti da persone la cui fonte di nomina sia diversificata e plurale, ed i cui tempi di mantenimento dell' incarico siano previsti in modo tale da evitare la simultaneità dei rinnovi, e superando, ove possibile, la corrispondenza con la durata delle legislature parlamentari;
auspicando che nei due rami del Parlamento si aprano corsie preferenziali che consentano l'approvazione di una norma stralcio per un sistema di governance della RAI, che in analogia con quanto avviene in altri Paesi (ad esempio la Gran Bretagna) sia sganciata da nomine parlamentari e partitiche;
auspicando, inoltre che, nel caso in cui ciò non avvenisse in tempi immediati, sia il Governo a farsi carico, nell'ambito delle sue prerogative, della problematica, adottando i relativi provvedimenti di urgenza all'uopo necessari,
tutto ciò premesso
formula l'auspicio che i membri del Consiglio di amministrazione RAI simultaneamente a quanto sopra auspicato rassegnino le proprie dimissioni.
4) (Nuova riformulazione) Bordon.

La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
premesso che con voto unitario la Commissione di vigilanza ha adito la Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni tra Parlamento e Governo, in ordine alle diverse interpretazioni circa l'ipotesi di revoca del Cons. Petroni, disposta dall'Azionista Ministero dell'economia, affidando così alla sede propria il contenzioso interpretativo che ha diviso le forze politiche;
considerando che il Senato della Repubblica ha ritenuto di svolgere un lungo dibattito sulla Rai, proprio a seguito della revoca del consigliere Petroni e della nomina a Consigliere del dottor Fabiani;
preso atto che il Senato ha trovato una larghissima convergenza nel respingere ordini del giorno e mozioni tese a chiedere le dimissioni del CdA in carica e nell'invitare invece il CdA medesimo a varare un nuovo piano industriale per il rilancio della Rai e ad agire comunque con equilibrio e moderazione nell'esclusivo interesse dell'Azienda di servizio pubblico;
considerato che il vertice Rai ha reso noto di essere al lavoro proprio per predisporre a breve un nuovo piano industriale e preso atto che in queste settimane non sono state operate «forzature» di nessun tipo sul piano gestionale e amministrativo;


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ricordato che la naturale scadenza dell'attuale CdA è la prossima primavera;
considerato che le aporie ed i vuoti legislativi esistenti richiedono una profonda riforma del sistema di governance della Rai proprio al fine di consentire l'espletamento pieno del ruolo di servizio pubblico che la legge affida alla Rai;
auspicando pertanto un pronto e rapido iter parlamentare del Disegno di legge di riforma della Rai privilegiando una tempestiva riforma della governance,
invita il Cda della Rai:
ad operare sollecitamente nell'applicazione degli indirizzi generali indicati da codesta Commissione, dal Contratto di servizio stipulato tra Ministero delle Comunicazioni e Rai così come dalle risoluzioni tematiche sulle quali la Commissione parlamentare di vigilanza ha recentemente ritenuto di impegnare la Rai;
a far conoscere alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi i contenuti del nuovo piano industriale con l'auspicio che esso corrisponda alle nuove sfide tecnologiche, di qualità, di mercato e possa collocare il servizio pubblico radiotelevisivo in un ruolo centrale anche nello scenario dei prossimi anni.
6) Morri, Merlo, De Biasi, Micheloni, Lusetti, Montino, Tonini.