XI Commissione - Resoconto di marted́ 23 ottobre 2007


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SEDE REFERENTE

Martedì 23 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Gianni PAGLIARINI.

La seduta comincia alle 11.35.

Rapporto di lavoro dei collaboratori parlamentari.
C. 2933, approvata dalla 11a Commissione permanente del Senato, C. 2455 D'Ulizia.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 17 ottobre 2007.

Gianni PAGLIARINI, presidente e relatore, avverte che sono stati presentati emendamenti (vedi allegato). Esprime quindi parere contrario sugli emendamenti presentati.

Luciano D'ULIZIA (IdV), illustrando l'emendamento a sua firma 1.1, dichiara di non comprendere le ragioni del parere contrario espresso dal relatore sull'emendamento in questione, atteso che nella proposta di legge C. 2933, adottata come testo base, non è presente alcuna definizione di collaboratore parlamentare. Ritiene quindi opportuno indicare espressamente le funzioni tipiche di tale figura professionale.

Gianni PAGLIARINI, presidente e relatore, fa presente che l'individuazione tassativa delle mansioni del collaboratore parlamentare andrebbe al di là degli obiettivi della proposta di legge che è finalizzata esclusivamente a regolamentare il rapporto di lavoro tra il parlamentare ed il collaboratore, che è comunque un rapporto di natura fiduciaria.

La Commissione respinge l'emendamento D'Ulizia 1.1.


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Luciano D'ULIZIA (IdV), illustrando l'emendamento a sua firma 1.2, evidenzia come esso sia teso ad introdurre la possibilità di un rapporto di lavoro tra il parlamentare ed il collaboratore tramite un ente terzo. Precisa come il riferimento contenuto nella proposta di legge C. 2933 ad altre «forme di supporto allo svolgimento di mandato parlamentare» afferisca a qualcosa di successivo alla costituzione del rapporto di lavoro. Ritiene pertanto necessario inserire nel testo di tale proposta di legge anche l'ipotesi di costituzione del rapporto di lavoro tra il parlamentare ed il collaboratore tramite un soggetto soggetto terzo. Ritiene infatti che, in assenza di un'espressa previsione legislativa, tale ipotesi non possa realizzarsi. Dichiara poi di non comprendere, sul piano politico, le motivazioni in base alle quali le richieste del gruppo Italia dei Valori non vengano adeguatamente considerate. Conclude rilevando l'opportunità di introdurre modifiche al testo dell'AC 2933 ed esprimendo quindi perplessità circa la necessità di approvare la proposta di legge nella formulazione trasmessa dal Senato.

Augusto ROCCHI (RC-SE), con riferimento alla possibilità di costituzione di una cooperativa tra parlamentari, segnala come non sia necessaria una previsione legislativa espressa in tal senso. Sottolinea come la finalità della proposta di legge C. 2933 sia quella di inquadrare il rapporto di lavoro tra il parlamentare ed il collaboratore all'interno delle diverse tipologie presenti nell'ordinamento.

Luciano D'ULIZIA (IdV) invita quindi la presidenza ad un approfondimento sulla fattibilità della costituzione di una cooperativa tra parlamentari alla luce del quadro normativo vigente.

Gianni PAGLIARINI, presidente, ribadisce come la proposta di legge C. 2933 preveda sia la possibilità di un rapporto di lavoro diretto tra parlamentare e collaboratore sia la possibilità di costituzione di tale rapporto di lavoro con altre modalità, tra le quali è da ritenere ricompresa anche l'ipotesi del rapporto di lavoro tramite un ente terzo. Precisa comunque come la proposta di legge C. 2933 non preveda comunque oneri a carico delle amministrazioni della Camera e del Senato.

La Commissione respinge l'emendamento D'Ulizia 1.2; respinge quindi l'emendamento D'Ulizia 1.3.

Luciano D'ULIZIA (IdV), illustrando l'emendamento a sua firma 1.4, evidenzia come anche attraverso tale emendamento si intenda inserire nel testo della proposta di legge C. 2933 l'ipotesi di costituzione del rapporto di lavoro tra parlamentare e collaboratore tramite un ente terzo, che potrebbe essere sia una cooperativa sia una associazione senza finalità di lucro.

La Commissione respinge l'emendamento D'Ulizia 1.4; respinge quindi l'emendamento D'Ulizia 1.5.

Luciano D'ULIZIA (IdV), illustrando l'emendamento a sua firma 1.6, precisa che la figura del collaboratore parlamentare è una figura atipica. Ritiene pertanto necessario prevedere un contratto nazionale specifico per tale categoria professionale.

La Commissione respinge l'emendamento D'Ulizia 1.6; respinge quindi l'articolo aggiuntivo 1.01.

Gianni PAGLIARINI, presidente, avverte che la proposta di legge C. 2933, adottata come testo base e non modificata, e l'abbinata proposta di legge C. 2455 saranno trasmesse alle Commissioni permanenti per il prescritto parere. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.10.


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SEDE CONSULTIVA

Martedì 23 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Gianni PAGLIARINI.

La seduta comincia alle 12.10.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2006.
C. 3169 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci dell'amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2007.
C. 3170 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e della Previdenza sociale per l'anno finanziario 2007.
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti in oggetto.

Gianni PAGLIARINI, presidente, avverte che l'esame preliminare dei provvedimenti in titolo avverrà congiuntamente e che, al termine dell'esame preliminare, l'esame dei due provvedimenti procederà disgiuntamente.

Ivano MIGLIOLI (Ulivo), relatore, rileva che il rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica (cosiddetto anno finanziario) adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria. L'esposizione dettagliata delle risultanze della gestione è fornita, su appositi stampati, dal conto del bilancio, che risulta costituito dal conto consuntivo dell'entrata e, per la parte di spesa, dal conto consuntivo relativo a ciascun Ministero. Pertanto il disegno di legge C. 3169, già approvato dal Senato, relativo al rendiconto generale dello Stato per il 2006 espone i risultati complessivi relativi alle amministrazioni dello Stato per l'esercizio finanziario 2006.
Soffermandosi, in considerazione della competenza della XI Commissione, sulla Tabella n. 4 allegata al Rendiconto generale dello Stato per il 2006, relativa all'attività del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, fa presente che il consuntivo evidenzia, per quanto riguarda la competenza, impegni pari a 70.893.688,6 mila euro per la parte corrente e a 1.209.600,7 mila euro per il conto capitale; tenendo conto delle «previsioni definitive» ne derivano «economie» pari a 759.716,8 mila euro per la parte corrente e a 3.000,7 mila euro per il conto capitale. La cassa evidenzia invece «pagamenti» pari a 70.277.214,8 mila euro per la parte corrente e a 1.179.127,5 mila euro per il conto capitale; considerando le «autorizzazioni definitive» risulta una differenza (tra autorizzazioni definitive e pagamenti) pari a 1.727.115,3 mila euro per la parte corrente e a 794.696,5 mila euro in conto capitale.
Inoltre, i residui accertati al 31 dicembre 2006 si stabiliscono complessivamente in 7.667.137,5 migliaia di euro: le somme rimaste da pagare sulla competenza sono pari a 2.944.013,0 mila euro, mentre le somme rimaste da pagare sui residui sono pari a 4.723.124,5 mila euro.
Osserva che la Corte dei conti, nella Relazione sul Rendiconto generale 2006, evidenzia che nel corso del 2006, si sia assicurata, con molte difficoltà sotto il profilo amministrativo-logistico, l'attività del Ministero della solidarietà sociale attraverso il ricorso all'avvalimento. Sotto questo punto di vista sottolinea come la Corte, mentre giudica in sostanza esaurito il cd. avvalimento delle strutture centrali, rileva delle problematiche inerenti alla gestione separata dell'attuale unico sistema informativo del lavoro, per quanto solo in parte il medesimo si occupi di politiche sociali, e soprattutto non appare destinato ad esaurirsi in breve periodo l'avvalimento delle Direzioni regionali e provinciali del lavoro.


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La stessa Corte, infine, nell'evidenziare l'esistenza di nuovi compiti o, comunque, di nuovi interventi richiesti nel quadro delle competenze in materia di «politiche sociali» dal Ministero della solidarietà sociale, che comportino oneri per il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, ritiene che sia necessario un arco di tempo superiore all'esercizio 2007, che nella prima parte non ha mostrato consistenti modificazioni sotto il profilo organizzativo, per definire la gestione delle risorse umane e strumentali da parte dei due Ministeri e l'esercizio dell'avvalimento, nel medio periodo, per le strutture territoriali.
La Corte afferma inoltre come nel periodo di riferimento le riforme del mercato del lavoro e della previdenza (quella obbligatoria in particolare) siano in una fase di revisione.
In quest'ottica, la Corte sottolinea l'attività nel campo della previdenza complementare, con l'avvio del sistema avvenuto il 1o gennaio 2007 e con l'inizio della destinazione del TFR a seguito della scadenza del 30 giugno scorso del termine per l'esercizio delle opzioni esplicite od implicite (il «silenzio-assenso») sulla destinazione del TFR da parte dei lavoratori privati, evidenziando che è appena all'avvio, nel settore pubblico, il nuovo Fondo per il personale delle autonomie locali e delle aziende sanitarie.
Per quanto attiene al mercato del lavoro, la Corte segnala inoltre l'esigenza, nel pieno rispetto delle autonomie, di assicurare, a livello nazionale, l'efficienza della «Borsa-Lavoro» in un sistema informativo «completo e circolare» e comunque di valutare le eventuali duplicazioni di costi tra sistemi e strutture gestite dall'Amministrazione e progetti affidati all'esterno. In quest'ambito, secondo la Corte, va sottolineato il ricorso all'esternalizzazione nei confronti di Italia Lavoro S.p.A., che determina l'esigenza di un attento monitoraggio delle attività realizzate e dei loro riflessi sulle strutture amministrative. Inoltre, la Corte rileva nuovamente come il persistere di una consistente massa di residui mostri l'esigenza di riattribuire risorse destinate ad interventi non più attuali. Vanno considerati comunque tendenzialmente in miglioramento gli andamenti finanziari del rendiconto 2006 rispetto al precedente esercizio, sia nel complesso del Ministero, sia con riferimento ai singoli centri di responsabilità.
Da ultimo, nella relazione della Corte dei conti si segnala l'ulteriore evoluzione dell'attività del SECIN che ha operato per entrambi i Ministeri derivanti dal riordino del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Ministero della previdenza sociale e Ministero della solidarietà sociale), garantendo, in tal modo, la continuità del monitoraggio dei risultati conseguiti, resa possibile dal mantenimento degli originari obiettivi con la direttiva congiunta del Ministro del lavoro e previdenza sociale e del Ministro della solidarietà sociale. In un contesto particolarmente difficile, anche il processo programmatorio per il 2007, iniziato con l'atto di indirizzo, proseguito nella nota preliminare e sfociato nella direttiva 2007, è stato caratterizzato dalla coerenza e quindi dalla sinergia di tali strumenti.
Per quanto riguarda l'analisi finanziaria, in primo luogo, emerge un livello di impegni di competenza piuttosto elevato (in media oltre il 90 per cento) che, nel caso della Direzione dell'attività ispettiva, raggiunge il 105,18 per cento, dato di per sé anomalo legato alle note problematiche per le spese di missione degli ispettori del lavoro, ed in quello della «Direzione degli ammortizzatori sociali» che indica consistenti impegni anche sui residui di stanziamento (tenendo conto anche di questi viene raggiunto il 96,64 per cento della massa impegnabile).
Comparando l'andamento 2006 con quello 2005, la capacità d'impegno è sensibilmente aumentata, anche se, perlomeno in parte, ciò è dovuto alla limitazione delle risorse disponibili. I pagamenti appaiono di significativa consistenza in termini assoluti, per la «Direzione degli ammortizzatori sociali» che raggiunge 2,99 miliardi di euro, ma che continua, anche per le endemiche vischiosità del Fondo per l'occupazione, di cui si parla


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nella parte specifica, a mantenere alto il livello dei residui (che nella loro globalità, passano dai 2,90 miliardi di euro al 1o gennaio ai 2,75 miliardi del 31 dicembre 2006). I pagamenti più alti in termini percentuali, oltre alla «Direzione degli ammortizzatori sociali» e alla Direzione delle «Politiche previdenziali» (che opera trasferimenti alle gestioni previdenziali), si rinvengono nella citata «Direzione per l'attività ispettiva» ed in quella «delle risorse umane ed affari generali». La prima raggiunge il 92,98 per cento sulla massa spendibile e supera il livello delle autorizzazioni di cassa, dato che si lega a quello, precedentemente indicato, del livello esuberante degli impegni, mentre la seconda il 92,48 per cento sulle autorizzazioni di cassa (326,80 milioni di euro su 353,37).
Per quel che concerne i residui totali, questi diminuiscono rispetto al 2005 (passando da 7,46 miliardi di euro a 6,97 miliardi) del 6,57 per cento, un risultato di poco inferiore rispetto a quello conseguito nel 2005 dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali con il 6,9 per cento (rispetto al 2004). La Corte dei conti, comunque, per quanto concerne i residui rileva ancora forti vischiosità nelle procedure di erogazione della spesa che si riflettono in un non elevato livello di pagamenti sui residui.
Per quanto concerne l'analisi di aspetti di particolare rilievo nei settori di intervento del Ministero, la Corte prende in considerazione principalmente l'assetto del personale, le esternalizzazioni, l'innovazione tecnologica, il Fondo per l'occupazione, gli ammortizzatori sociali e la previdenza (obbligatoria e complementare).
Con riferimento all'assetto del personale, per la Corte assume particolare rilievo l'assunzione di 800 Ispettori del lavoro di nuova nomina, che dovrebbe colmare, almeno in parte, le notevoli carenze di personale rispetto alle esigenze ispettive, ma che rischia di impattare con la carenza di risorse per le missioni sul territorio, la formazione e gli strumenti tecnologici necessari. Al riguardo, la Corte evidenzia come si attenda il disaccantonamento di circa 8 milioni di euro per superare l'attuale contingenza, amplificata dalla recrudescenza degli incidenti sul lavoro.
Relativamente alle esternalizzazioni, la Corte rileva, nel campo delle politiche attive e passive del lavoro, il ricorso costante del Ministero del lavoro e della previdenza sociale (ma anche del Ministero della solidarietà sociale ed, in termini più marginali, anche di altre Amministrazioni che vi possono ricorrere) ad Italia Lavoro S.p.A.
Con riferimento al Fondo per l'occupazione, viene rilevato come un problema tipico del Fondo sia quello di avere in carico tra i residui, risorse destinate ad interventi non più attivi. Gli impegni di spesa, a valere sul Fondo, sono legati in parte ad interventi per i quali le relative disposizioni normative quantificano l'onere ed in parte ad interventi per i quali sussiste la cosiddetta «preordinazione della spesa».
Circa gli ammortizzatori sociali, nella Relazione della Corte viene evidenziato che la maggiore consistenza degli interventi «in deroga» riguarda il settore «Aviario», ma di rilievo sono anche quelle dei settori «Tabacchi» e «Saccarifero».
Con riferimento alla previdenza obbligatoria, la Corte, dopo aver ricordato che è in atto una riflessione su alcune importanti problematiche (alcune delle quali, hanno trovato risposta nel Protocollo sul welfare e nel susseguente disegno di legge recentemente approvato dal Governo: si pensi alla sostituzione del cosiddetto «scalone» introdotto dalla legge 243/2003 con un percorso più graduale di crescità dell'età pensionabile e alla previsione di requisiti più favorevoli per l'accesso al pensionamento per i lavoratori che svolgono lavori usuranti), evidenzia l'esigenza di portare a termine il processo di armonizzazione dei trattamenti pensionistici e di operare un riordino degli Enti previdenziali e ritiene necessaria la revisione dei coefficienti di trasformazione a fronte del mutato andamento demografico e del conseguente aumento della speranza di vita della popolazione italiana.


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Quanto poi al disegno di legge di assestamento per il 2006 (C. 3170), ricorda che l'istituto dell'assestamento di bilancio è volto a consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente.
Lo stato di previsione della spesa del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'anno finanziario 2007, recava livelli di spesa pari a 56.015.000 mila euro in conto competenza e 56.272.204 mila euro in termini di cassa. All'atto della presentazione del progetto di bilancio, la consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2006 era valutata in 3.533.950 migliaia di euro per la parte corrente e in 2.859.125 migliaia di euro per il conto capitale, per un totale di 6.393.075 migliaia di euro.
Le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento in termini di competenza consistono in un incremento complessivo di circa 492.926 migliaia di euro, per spese correnti e spese in conto capitale.
Per quanto concerne i residui, si registra un incremento complessivo di 576.142 migliaia di euro, derivanti da un decremento di 160.922 migliaia di euro per le spese correnti e da un aumento di 737.064 migliaia (interamente ascrivibili alle spese per investimenti) per le spese in conto capitale.
Relativamente alla cassa, le variazioni proposte consistono in un incremento di 851.839 migliaia di euro, determinato da un aumento per le spese correnti di 834.456 migliaia di euro e per le spese in conto capitale di 16.933 migliaia di euro (interamente ascrivibili alle spese per investimenti). Conseguentemente, le previsioni per il bilancio 2007 anche tenendo conto delle variazioni introdotte tramite atti amministrativi, si assestano nei livelli di seguito indicati. Per i residui, in 6.969.216 migliaia di euro, di cui 3.373.028 per la parte corrente e 3.596.188 in conto capitale; per la competenza, in 56.855.421 migliaia di euro, di cui 55.437.452 per le spese correnti e 1.417.969 in conto capitale; per la cassa, in 57.492.899 migliaia di euro, di cui 55.853.893 per le spese correnti e 1.639.006 in conto capitale.
Conclude rilevando che la nota preliminare evidenzia come le principali variazioni proposte per l'assestamento riguardano l'integrazione di spese di natura indifferibile e/o inderogabile, sulla base di una rigorosa valutazione delle richieste dell'Amministrazione.

Gianni PAGLIARINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.20.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI