V Commissione - Resoconto di mercoledì 24 ottobre 2007


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DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze, Pier Paolo Cento e Angonangelo Casula.

La seduta comincia alle 9.50.

Schema di regolamento di organizzazione del Ministero dell'economia e delle finanze.
Atto n. 179.
(Rilievi alla I Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Antonio MISIANI (Ulivo), relatore, illustra il contenuto dello schema di regolamento di organizzazione del Ministero dell'economia e delle finanze, emanato in applicazione delle norme della legge finanziaria 2007 che hanno disposto una serie di misure di razionalizzazione dei Ministeri, finalizzate al contenimento dei costi di funzionamento, nonché una riorganizzazione delle articolazioni periferiche del Ministero dell'economia. Soffermandosi sui profili problematici di carattere finanziario, ritiene opportuno acquisire un chiarimento, da parte del Governo, al fine di precisare gli effetti contabili connessi alla qualificazione dei risparmi conseguenti alla riorganizzazione del Ministero. Poiché, infatti, la tabella allegata alla relazione tecnica distingue fra risparmi «effettivi» e «potenziali», andrebbe chiarito se tale distinzione sia da collegare all'inclusione soltanto dei primi - come sembrerebbe presumibile - fra gli effetti scontati nel bilancio a legislazione vigente, trattandosi per la restante parte di risparmi da accertare a consuntivo. Ove tale interpretazione risultasse corretta, circa l'effettiva conseguibilità dei predetti risparmi andrebbe acquisita una conferma in ordine al carattere «effettivo» del risparmio di 8,3 milioni di euro collegato alla riorganizzazione delle articolazioni periferiche del Ministero: infatti la relazione tecnica (diversamente dalla richiamata tabella) qualifica tale risparmio come «potenziale». Con riferimento ad alcune specifiche articolazioni amministrative previste dal testo in esame, chiede di acquisire una conferma circa l'effettiva neutralità finanziaria di alcune disposizioni. Segnala in particolare l'articolo 2, in base al quale i capi dei Dipartimenti promuovono la creazione di strutture temporanee interfunzionali; l'articolo 3, che prevede lo svolgimento di attività di coordinamento da parte di Comitati interdipartimentali; l'articolo 7, che disciplina l'attività del Consiglio tecnico-scientifico degli esperti; l'articolo 20, in base al quale possono essere assegnati al Servizio consultivo ed ispettivo tributario fino a 100 dipendenti dell'Amministrazione economica e finanziaria; l'articolo 24, che prevede la costituzione di presidi territoriali attraverso il temporaneo funzionamento di uffici non dirigenziali.
In ordine, infine, alla riorganizzazione complessiva del Ministero, ritiene necessario che il Governo confermi che la stessa possa essere disposta, sulla base delle norme in esame, senza che si determinino criticità concernenti la funzionalità di singole strutture (per esempio sul versante dell'informatizzazione dei collegamenti), con conseguenti aggravi amministrativi che possano tradursi in un incremento degli oneri.
Segnala poi che l'articolo 19 dispone che il Ministro dell'economia e delle finanze,


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sulla base delle priorità stabilite nel Documento di programmazione economico finanziaria e della sua direttiva annuale emanata a seguito dell'approvazione delle legge di bilancio, può modificare la distribuzione numerica degli esperti che compongono il Consiglio di cui all'articolo 7 ed il Comitato di cui all'articolo 13, fermo restando il numero complessivo di 21 unità e senza aggravi di oneri complessivi a carico dello stato di previsione della spesa del Ministero. Al riguardo, segnala l'opportunità, dal punto di vista formale, di modificare la clausola di invarianza al fine prevedere, come da prassi consolidata in casi analoghi, l'esclusione di nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.
Ricorda infine l'articolo 28, comma 3, dispone che l'attuazione del presente provvedimento non comporta, in ogni caso, nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. In proposito, dal punto di vista formale, segnala l'opportunità di acquisire l'avviso del Governo in ordine alla necessità di riformulare la clausola di invarianza in modo da prevedere, in conformità alla prassi consolidata, che dall'attuazione del presente provvedimento non debbano derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.

Massimo VANNUCCI (Ulivo), nel ricordare che sulla predisposizione dello schema di decreto in esame è già stata discussa dalla Commissione una sua interrogazione, rileva che il contenuto del provvedimento ribadisce le preoccupazioni da lui espresse in quella sede. È stata infatti confermata la soppressione di quaranta ragionerie provinciali e di quaranta direzioni provinciali dei servizi vari, nel momento in cui si prevede la costituzione di sessantatre nuove sedi periferiche del Ministero che accorpino le funzioni delle ragionerie provinciali e delle direzioni provinciali dei servizi vari. Rileva che la soluzione adottata, oltre a creare notevoli disagi sul territorio e per il personale interessato dalla riorganizzazione, non è quella, e si tratta di un aspetto di interesse della Commissione bilancio, in grado di garantire i maggiori risparmi. Osserva infatti che prevedere ovunque l'accorpamento tra le Ragionerie provinciali dello Stato e le Direzioni provinciali dei servizi vari, mantenendo tuttavia un'articolata presenza sul territorio dell'amministrazione del Ministero, potrebbe risultare più efficace e suscettibile di determinare maggiori risparmi rispetto alla soluzione adottata. Invita pertanto il relatore e la Commissione a considerare l'ipotesi di inserire nel parere una considerazione in tal senso, rilevando che ciò risulterebbe anche coerente anche con la disponibilità assunta dal sottosegretario Cento in risposta alla sua interrogazione di valutare soluzioni alternative che consentano di perseguire i medesimi risultati in termini di razionalizzazione.

Maria Teresa ARMOSINO (FI) chiede al rappresentante del Governo di precisare le funzioni attribuite alla nuova Direzione VIII che lo schema di decreto istituisce. Segnala infatti che in base allo schema di decreto la nuova Direzione si dovrebbe occupare di valorizzazione del patrimonio pubblico. Ricorda che si tratta di funzioni già assegnate all'Agenzia del demanio, che proprio la scorsa settimana ha presentato il nuovo portale del patrimonio ed il cui ruolo è stato rafforzato proprio dal Governo Prodi, anche se per certi aspetti potrebbe risultare più idonea a svolgere il ruolo di valorizzazione del patrimonio immobiliare Fintecna, la quale ha dimostrato di sapere ben operare nel collocamento sul mercato del patrimonio immobiliare degli enti dismessi. Rileva quindi l'esigenza di un chiarimento per evitare una sovrapposizione di funzioni e di compiti tra la nuova Direzione VIII e l'Agenzia del demanio.

Maino MARCHI (Ulivo) si associa alle considerazioni del collega Vannucci, che condivide, segnalando che nella giornata di domani la Commissione procederà allo svolgimento di un'altra interrogazione sulla stessa materia. Invita quindi il Governo ad approfondire la praticabilità della soluzione prospettata dal collega Vannucci.


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Il sottosegretario Pier Paolo CENTO ricorda che lo schema di decreto, che ha già ottenuto il vaglio del Consiglio di Stato, è stato oggetto di un confronto non facile anche con i sindacati, nel quale si è perseguito il raggiungimento del miglior punto di equilibrio possibile tra l'attuazione della razionalizzazione richiesta dalla legge finanziaria per il 2007, e finalizzata ad una maggiore efficienza dell'azione dell'amministrazione, e la tutela dei lavoratori interessati. In questa ottica è stata presa la decisione strategica di operare una riduzione delle sedi sul territorio, al fine di riqualificare l'attività del Ministero e favorire una gestione unitaria del personale oggi eccessivamente frammentata. Rispetto alle sedi periferiche destinate alla soppressione, assicura l'impegno del Governo a mantenere il personale di tali sedi nella stessa città, in modo da ridurre il pendolarismo. A tale proposito si sta valutando la possibilità di impiegare, su base volontaria, tale personale nelle sedi periferiche di altre amministrazioni statali impiegate nel medesimo territorio, come quella del Ministero della giustizia e quelle delle agenzie fiscali che, soprattutto nel Nord Italia, registrano una carenza di personale. Si tratta di un impegno importante in quanto anche il recente processo di riassetto della Banca d'Italia non si è posto analogo obiettivo di contemperare la chiusura delle sedi periferiche con l'esigenza di non appesantire la mobilità. In risposta ai rilievi avanzati dal relatore, segnala che la distinzione tra risparmi effettivi e risparmi potenziali corrisponde ad un'esigenza di maggiore correttezza e segnala che i risparmi rilevati come effettivi saranno inseriti nel bilancio preventivo a legislazione vigente, mentre se si verificheranno i risparmi potenziali, gli stessi saranno inseriti nel consuntivo. Fornisce poi garanzie sulla neutralità finanziaria delle disposizioni richiamate dal relatore e si dichiara disponibile a riformulare le clausole di invarianza nel senso prospettato dal relatore. In risposta infine a quanto segnalato dall'onorevole Armosino, rileva che l'istituenda Direzione VIII di svolgere un ruolo di indirizzo e di valutazione dei risultati perseguiti nella gestione delle attività di valorizzazione del patrimonio pubblico dall'Agenzia del demanio.

Antonio MISIANI (Ulivo), relatore, ritiene necessario un aggiornamento dei lavori al fine di valutare gli elementi esposti dal rappresentante del Governo ed acquisire più puntuali elementi di risposta alle richieste di chiarimento avanzate.

Maria Teresa ARMOSINO (FI) invita il rappresentante del Governo a fornire alla Commissione una quantificazione degli effetti finanziari dell'attività di valorizzazione del patrimonio pubblico, ricordando che, in base alla legislazione vigente, il 20 per cento delle risorse ottenute da tale attività dovrebbe essere destinata all'edilizia sociale.

Lino DUILIO, presidente, preso atto dell'esigenza segnalata dal relatore, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani.

Sui lavori della Commissione.

Lino DUILIO, presidente, avverte che, essendo il relatore sullo schema di decreto legislativo recante disposizione integrative e correttive del codice ambientale di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006, onorevole Piro, impegnato, alle ore 10, in altra attività istituzionale, la Commissione potrà procedere al seguito dell'esame di tale provvedimento al termine dell'esame in sede referente dei disegni di legge di rendiconto e di assestamento, ovvero nel pomeriggio, al termine dell'audizione dei rappresentanti delle Ferrovie dello Stato.

La Commissione concorda.

La seduta termina alle 10.25.


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SEDE REFERENTE

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Antonangelo Casula.

La seduta comincia alle 10.25.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'anno finanziario 2006.
C. 3169 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2007.
C. 3170 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 23 ottobre 2007.

Alberto GIORGETTI (AN) rileva che l'esame dei disegni di legge di rendiconto per l'anno 2006 e di assestamento per l'esercizio in corso non può prescindere dalla consapevolezza che sussistono ampi margini di ambiguità sulla quantificazione delle entrate e di importanti voci di spesa. Riconosce l'impegno dimostrato dal Governo attraverso la riforma della struttura del bilancio dello Stato, la predisposizione del libro verde sulla spesa pubblica e l'attivazione di procedure ispirate alla spending review. Ritiene tuttavia che, anche rispetto a queste iniziative, rivesta una valenza prioritaria la correttezza e l'affidabilità della quantificazione delle poste di bilancio. Ricorda che il Governo, all'inizio della legislatura, aveva avviato la propria attività affermando che sussisteva un pesante sforamento del deficit della finanza pubblica; a distanza di tempo tale previsione si è dimostrata largamente sovrastimata. I disegni di legge all'esame della Commissione confermano tale giudizio. La ripresa dell'economia, verificatasi nel 2006, rispetto alla quale non può disconoscersi il contributo derivante dalle politiche poste in atto dal precedente Governo, ha provocato un incremento del gettito, con effetti prolungati nel tempo, che avrebbe potuto essere utilizzato per una significativa riduzione del deficit. Al contrario sembra che solo in parte l'extragettito sia stato riportato nei documenti di bilancio; la mancanza di una determinazione affidabile del complesso delle entrate si traduce in un incremento della spesa pubblica di cui non si ha una precisa quantificazione. Ritiene che la situazione sia tale da destare gravi preoccupazioni, anche alla luce del fatto che gli interventi adottati dal Governo in favore delle fasce più deboli hanno un'efficacia assai limitata. Il quadro complessivo è reso ancora più incerto dalla discrezionalità molto ampia con cui viene stabilito quanta parte del gettito aggiuntivo debba ritenersi strutturale. Da tutti gli elementi richiamati deriva una grave incertezza sullo scenario finanziario nel quale si inseriscono i disegni di legge di bilancio e finanziaria. In sostanza l'extragettito derivante dalla ripresa dell'economia viene utilizzato a coperture di spese che soltanto parzialmente vengono dichiarate. Ciò induce inevitabilmente a pensare che, anche in considerazione delle condizioni di grave difficoltà politica in cui versa il Governo, siano già state avviate politiche caratteristiche del ciclo elettorale. Afferma pertanto l'esigenza di una radicale revisione dell'assestamento, con una cospicua rideterminazione dell'entità delle entrate tributarie e una veritiera quantificazione delle voci di spesa. In assenza di tale revisione annuncia il giudizio fortemente negativo del proprio gruppo sui provvedimenti in esame.

Massimo GARAVAGLIA (LNP) ritiene che il Governo debba fornire alcuni chiarimenti su questioni di grande rilevanza rispetto all'esame dei disegni di legge di rendiconto e di assestamento. In primo luogo evidenzia che da notizie di stampa sono emersi forti dubbi in merito all'effettiva attuazione del piano di rientro del comparto sanitario della regione Lazio.


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Chiede pertanto se i dati contenuti nel disegno di legge di assestamento tengano conto di questo elemento. In secondo luogo, richiama le considerazioni svolte dalla Corte dei conti che mettono in dubbio l'affidabilità delle quantificazioni delle entrate, anche in considerazione della notevolissima sottostima che è stata accertata rispetto alle previsioni iniziali. Al riguardo ritiene che non sia possibile deliberare sui provvedimenti in esame se non vi è la certezza dell'affidabilità dei conti pubblici.

Gaspare GIUDICE (FI) esprime il proprio disagio e la propria valutazione negativa sui provvedimenti in oggetto. Rileva che non è stato ancora approvato definitivamente l'assestamento del bilancio per l'esercizio in corso, quando è già stato avviato l'esame parlamentare dei disegni di legge di bilancio e finanziaria per il prossimo anno. Giudica estremamente preoccupante una politica di continuo incremento della spesa pubblica, da ultimo attuata con il decreto-legge n. 159 del 2007, che dispone spese per oltre otto miliardi di euro. Ritiene altresì fortemente discutibili le modalità di copertura adottate per tali spese, che, oltre ad utilizzare l'extragettito, attingono per 1,3 miliardi di euro alle risorse relative all'attuazione delle politiche comunitarie e per 1,1 miliardi di euro alle risorse destinate alle aree sottoutilizzate. Osserva che la situazione è ulteriormente aggravata dalle numerose modifiche approvate nel corso dell'esame in Commissione al Senato, che introducono nel provvedimento ulteriori interventi di spesa. Tutti questi elementi dimostrano che ha già effettivamente avuto inizio un ciclo elettorale, che rischia di pregiudicare la tenuta dei conti pubblici. Esprime quindi, anche a nome del proprio gruppo, una netta contrarietà sui provvedimenti in esame.

Lino DUILIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame dei provvedimenti ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

Luana ZANELLA (Verdi) sollecita la Commissione a procedere al seguito dell'esame dello schema di decreto legislativo n. 168 recante ulteriori disposizioni correttive e integrative al codice ambientale, in considerazione del fatto che la Commissione ambiente è in attesa della formulazione di eventuali rilievi da parte della Commissione bilancio in modo da poter a sua volta procedere all'espressione del parere di competenza.

Lino DUILIO, presidente, avverte che, come concordato, si procederà all'esame dello schema di decreto legislativo n. 168.

La seduta termina alle 10.45.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Antonangelo Casula.

La seduta comincia alle 10.45.

Schema di decreto legislativo concernente ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale.
Atto n. 168.
(Rilievi alla VIII Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e conclusione - Rilievi).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 24 ottobre 2007.

Il sottosegretario Antonangelo CASULA, in risposta alle richieste di chiarimento avanzate nella seduta di ieri, osserva che il livello degli investimenti non


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risulta determinato sulla base della disciplina prevista dal provvedimento, ma risulta determinata da molteplici variabili. Rileva che conseguentemente gli effetti sul gettito non sono determinabili. Osserva inoltre che l'eventuale incremento delle tariffe, allo stato, appare sostenibile dagli enti appaltanti e dagli appaltatori e, conseguentemente, non si dovrebbero generare aggravi di oneri per la finanza pubblica.

Gaspare GIUDICE (FI) rileva che si procede all'esame del provvedimento soltanto nel momento in cui i gruppi della maggioranza sono riusciti a raccogliere tutti i propri deputati per far votare il parere, mentre all'avvio dei lavori, quando l'opposizione era presente in numero ben più consistente della maggioranza, l'esame del provvedimento, che era al secondo punto all'ordine del giorno, è stato rinviato. Ritenendo non corretto questo modo di procedere, abbandona, per protesta, i lavori.

Lino DUILIO, presidente, ricorda di aver esposto, al termine dell'esame dello schema di decreto legislativo n. 179, le ragioni per cui, a causa del concomitante impegno istituzionale del relatore del provvedimento onorevole Piro, non si riteneva opportuno procedere all'esame dello schema di decreto legislativo n. 168, proponendo che l'esame stesso avesse luogo al termine della seduta in sede referente concernente i disegni di legge di rendiconto e di assestamento. Respinge pertanto fermamente le accuse di non essersi comportato in modo corretto. Respinge pertanto con fermezza l'accusa di essersi avvalso in modo non corretto dei propri poteri di organizzazione della seduta per assicurare lo svolgimento dell'esame dello schema di decreto legislativo in un momento più favorevole alla maggioranza. Ritiene in proposito non condivisibile l'argomentazione del collega Giudice, dal momento che la maggioranza, se non è divisa nella valutazione di un provvedimento, è in grado, proprio in quanto maggioranza, di assicurarne l'approvazione Segnala altresì che è giunta alla Commissione la sollecitazione a procedere alla conclusione dell'esame da parte della Commissione ambiente, in modo che anche la Commissione ambiente possa esprimere il parere entro la giornata odierna.

Guido CROSETTO (FI), nel richiamare la Commissione al proprio ruolo di verifica delle conseguenze finanziarie dei provvedimenti, ricorda che, proprio per rispetto alla funzione della Commissione, in molte occasioni si è dichiarato contrario a disposizioni proposte dallo stesso governo di centrodestra. Invita i colleghi della maggioranza ad avere analogo coraggio almeno in questa occasione. Ritiene infatti certo che il provvedimento bloccherà la realizzazione delle grandi opere e quindi avrà un'incidenza negativa sul PIL, che la Commissione deve considerare. Ritiene che tale incidenza possa essere quantificata in alcuni miliardi di euro. Il rappresentante del Governo poteva anche fornire una stima notevolmente più bassa ma non sostenere, come invece ha fatto, che, data l'impossibilità di quantificare gli effetti finanziari dato che si tratta di un effetto che non si è in grado di quantificare, non si verificherà nessun effetto. Ragionare in questo modo significa, a suo giudizio, mancare di rispetto alla Commissione.

Luana ZANELLA (Verdi) ricorda che già nella giornata di ieri il rappresentante del Governo ha fornito dettagliate risposte alle richieste di chiarimento avanzate e, nella seduta odierna, ha confermato che non si avranno effetti indiretti negativi sul PIL. Segnala che comunque dovrebbero essere anche quantificati il costo per l'Italia del mancato rispetto della normativa comunitaria in materia ambientale e delle procedure di infrazione alle quali l'Italia rischia di essere sottoposta e, più in generale, il costo economico di un certo modo di costruire e di produrre che non tiene nel necessario conto le esigenze ambientali. Ricorda che molte democrazie sviluppate occidentali, a partire dagli USA, oramai stanno predisponendo strumenti di contabilità ambientale.


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Andrea RICCI (RC-SE) in risposta alle considerazioni stimolanti del collega Crosetto, rileva che risulta impossibile valutare l'incidenza sul PIL di singoli provvedimenti legislativi, mentre per la Commissione bilancio il quadro di riferimento per le previsioni sull'andamento del PIL deve essere quello delineato nel DPEF.

Maino MARCHI (Ulivo) rileva che occorre tenere conto non soltanto degli eventuali effetti finanziari negativi dello schema di decreto legislativo, ma anche di quelli derivanti da politiche che non tengano conto delle esigenze di tutela dell'ambiente. Segnala in particolare i pesanti effetti derivanti dai cambiamenti climatici, come evidenziato in importanti studi di organismi internazionali. Ciò conferma la necessità di adottare un efficace sistema di contabilità ambientale.

Guido CROSETTO (FI) segnala che un articolo apparso negli ultimi giorni quantifica il costo dei ritardi in termini di dotazione infrastrutturale del paese in 250 miliardi di euro nei prossimi dieci anni e in 40 miliardi di euro nei prossimi cinque. Ritiene che la Commissione dovrebbe valutare tali elementi, per svolgere un servizio utile al paese.

Lino DUILIO, presidente, concorda con l'esigenza di aggiornare i criteri di definizione del PIL e di dotarsi di strumenti idonei a valutare in modo attendibile gli effetti di interventi normativi di rilievo rispetto all'andamento delle principali grandezze macroeconomiche. Si tratta di un aspetto con cui si potrebbe valutare l'opportunità di assumere un'iniziativa comune con la Commissione ambiente.

Guido CROSETTO (FI) osserva che lo schema di decreto in materia ambientale fornisce l'occasione per affrontare un tema che ha comunque una valenza generale. Si interroga ad esempio su come possano essere quantificati gli eventuali effetti positivi sul PIL derivanti dai provvedimenti di parziale liberalizzazione varati dal ministro Bersani.

Francesco PIRO (Ulivo), relatore, concorda sull'esigenza di introdurre una sorta di valutazione economico-strategica sul modello della valutazione ambientale strategica prevista dallo schema di decreto. Condivide le considerazioni dei colleghi che hanno invitato a tenere conto dei costi anche economici di una politica di sviluppo che non tenga nella necessaria considerazione il fattore ambientale. Richiama in proposito la recente esperienza cinese, dove si sta tentando di introdurre un diverso indirizzo a una politica economica che ha finora sostanzialmente ignorato il fattore ambientale. Rileva inoltre che lo schema di decreto ha lo scopo di evitare il giudizio di infrazione da parte della Commissione europea e l'irrogazione di pesanti sanzioni per l'Italia. Ricorda che di fronte alla Corte di giustizia delle Comunità europee sono in corso procedure di contenzioso in relazione a singole opere come la strada di scorrimento a quattro corsie via Eritrea - via Bovisasca (Milano) o il collegamento sciistico fra le località di Pinzolo e Madonna di Campiglio ovvero la normativa regionale lombarda in materia di cave. Il provvedimento si pone pertanto anche una finalità, al contrario di ciò che è stato sostenuto, di semplificazione normativa in quanto fornisce un quadro di certezze per le imprese. Alla luce degli elementi forniti, formula quindi la seguente proposta di parere:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di regolamento in oggetto,
preso atto dei chiarimenti del Governo per cui:
dalle disposizioni concernenti l'ambito di applicazione della valutazione ambientale strategica (VAS) e della valutazione di impatto ambientale (VIA), di cui all'articolo 1, comma 2, capoverso articolo 6, non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;


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alle attività in materia di consultazione e informazione e monitoraggio di cui all'articolo 1, comma 2, capoversi articolo 14, 17, 18, 24, 27, e 28, le amministrazioni interessate faranno fronte con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
il meccanismo tariffario di cui all'articolo 1, comma 2, capoverso articolo 34, risulta idoneo a garantire la copertura degli oneri istruttori; in ogni caso, l'eventuale incremento delle tariffe appare sostenibile dagli enti appaltanti e dagli appaltatori;
il Comitato della vigilanza sull'uso delle risorse idriche, di cui all'articolo 2, comma 15, capoverso articolo 161, svolgerà le proprie funzioni nell'ambito delle risorse già previste a legislazione vigente e quindi senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
dall'attuazione dell'articolo 2, comma 21, capoverso 184, relativo ai rifiuti dei cosiddetti «sistemi di arma», non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
dal ripristino delle competenze provinciali in materia di rifiuti e del tributo provinciale per le funzioni di tutela ambientale, di cui all'articolo 2, commi 27, da 32 a 39, e 44, capoversi articolo 197, 214, 215, 216 e 264, non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
la composizione, i compiti e le funzioni dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti di cui all'articolo 2, comma 29-bis, capoverso articolo 206-bis, corrispondono a quelle già svolte dall'organismo soppresso dal decreto legislativo n. 152 del 2006 e le risorse necessarie per il suo funzionamento sono quelle già previste e stanziate in bilancio nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
con riferimento all'articolo 2, commi 30-31, capoverso articolo 212, commi 5 e 13, è confermato l'effetto di contenimento degli oneri degli organi collegiali conseguito con tali disposizioni, in applicazione dell'articolo 29 del decreto-legge n. 223 del 2006;
con riferimento all'articolo 2, comma 43-bis, capoverso articolo 252-bis, gli enti territoriali dispongono, nei propri bilanci, di apposite risorse da destinare ad interventi di bonifica ed attività correlate, fermo restando il diritto di rivalsa nei confronti dei responsabili del danno ambientale;
gli effetti prodotti dalla disciplina recata dallo schema di decreto legislativo non hanno un'incidenza determinabile in modo attendibile rispetto alle previsioni relative all'andamento degli investimenti, per cui non è possibile valutarne in misura significativa l'impatto in termini di finanza pubblica;
rilevata comunque l'esigenza di dotarsi di strumenti idonei a valutare e quantificare gli effetti dei provvedimenti rispetto al sistema economico del Paese, in particolare per quanto concerne gli interventi in materia ambientale;

VALUTA FAVOREVOLMENTE
lo schema di decreto legislativo e formula i seguenti rilievi in ordine alle conseguenze di carattere finanziario:
all'articolo 1, comma 1, capoverso articolo 35, comma 4, sostituire le parole: «senza oneri aggiuntivi a carico dei bilanci regionali» con le seguenti: «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica»;
all'articolo 1, comma 1, capoverso articolo 35, comma 6, sostituire le parole: «senza aggravio per la finanza pubblica» con le seguenti: «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

Lino DUILIO, presidente, rileva l'opportunità di precisare, nelle premesse del parere che il Governo ha sostanzialmente escluso, allo stato, effetti negativi sul PIL derivanti dalle disposizioni dello schema di decreto.


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Francesco PIRO (Ulivo), relatore, riformula comunque la proposta di parere nel senso indicato dal presidente (vedi allegato).

La Commissione approva la proposta come da ultimo formulata dal relatore (vedi allegato).

La seduta termina alle 11.25.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Antonangelo Casula.

La seduta comincia alle 11.25.

Norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili.
Nuovo testo unificato C. 71 e abb.
(Parere alla XI Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Lino DUILIO, presidente e relatore, avverte che il testo unificato in esame, di origine parlamentare, reca norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili. Su un precedente testo unificato, la Commissione bilancio non aveva espresso il parere, avendo richiesto al Governo la relazione tecnica, in data 20 settembre 2007, che non risulta pervenuta. Gli articoli 1-6 dispongono, a decorrere dal 2008, l'istituzione nello stato di previsione del Ministero del lavoro, di un fondo, con una dotazione pari a 80 milioni di euro per il 2008 e 70 milioni di euro annui a decorrere dal 2009, destinato al finanziamento di misure in favore dei lavoratori con familiari gravemente disabili (articolo 1). In particolare, in favore del coniuge o del convivente more uxorio, ai genitori o, dopo la loro scomparsa, ai fratelli e alle sorelle che assistono un familiare convivente invalido al cento per cento (articolo 2), sono riconosciuti, a decorrere dal 1o gennaio 2008 e nei limiti delle risorse del fondo, i seguenti benefici:
a) il diritto all'anticipazione, di non più di cinque anni, della pensione di vecchiaia, in presenza di almeno quindici anni di anzianità contributiva, versata o accreditata, dei quali almeno cinque relativi al periodo di assistenza prestata al familiare convivente. A tali soggetti, se lavoratori dipendenti, nel caso di applicazione, anche pro quota, del sistema di calcolo retributivo, può essere riconosciuto per ogni anno di servizio nel periodo di assistenza al familiare un periodo di contribuzione figurativa pari al massimo a tre mesi, utili ai fini del diritto alla pensione e dell'anzianità contributiva; nel caso di applicazione, anche pro quota, del sistema di calcolo contributivo, può essere concessa una maggiorazione della contribuzione non superiore ad un quarto della contribuzione utile alla determinazione della misura del trattamento pensionistico finale (articolo 3);
b) il diritto, in alternativa al beneficio pensionistico, ad un periodo di congedo non superiore a sei anni, con diritto alla conservazione del posto e senza retribuzione. Tale periodo è computato ai fini dell'anzianità di servizio ed è coperto da contribuzione figurativa (articolo 4).

Con un successivo decreto ministeriale, da emanarsi entro il 31 maggio 2008, sono determinati i criteri e le modalità di riconoscimento dei benefici, nei limiti della dotazione del Fondo e tenendo conto della consistenza numerica dei soggetti che potrebbero maturare i requisiti per la fruizione dei benefici di al provvedimento in esame (articolo 5). Al riguardo, ritiene opportuno che il Governo fornisca gli elementi quantitativi tesi ad accertare che le risorse stanziate siano adeguate alla corresponsione dei benefici previsti dalle norme in esame a tutti gli aventi diritto, in modo da garantire l'effettività della previsione di un tetto di spesa.


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L'articolo 6 dispone che agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge determinati in 80 milioni di euro per l'anno 2008 e in 70 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009, si provveda mediante utilizzo dell'accantonamento del Fondo speciale di parte corrente del ministero dell'economia e delle finanze relativo al triennio 2007-2009. Al riguardo, rileva che l'autorizzazione di spesa è formulata in termini di limite massimo di spesa dato che i benefici previsti dagli articolo 3 e 4 saranno erogati, come indicato esplicitamente dalle suddette norme, nei limiti delle risorse del fondo per i lavoratori con familiari gravemente disabili istituito ai sensi dell'articolo 1. Al riguardo, ritiene, in ogni caso, opportuno acquisire l'avviso del Governo circa la possibilità di contenere entro un limite di spesa gli oneri che potranno derivare dall'attuazione del provvedimento, tanto più in relazione al fatto che il testo non prevede una clausola di salvaguardia qualora i medesimi dovessero risultare eccedenti rispetto alle previsioni. Con riferimento all'utilizzo del Fondo speciale di parte corrente osserva che, anche alla luce delle disponibilità previste dalla tabella A allegata al disegno di legge finanziaria (Atto Senato n. 1817) per quanto concerne gli anni 2008 e 2009, l'accantonamento del ministero dell'economia e delle finanze reca le necessarie disponibilità.

Il sottosegretario Antonangelo CASULA rileva che, in considerazione della complessità degli interventi contenuti nel provvedimento in esame, sussiste l'esigenza di un approfondimento, in modo da poterne verificare gli effetti di ordine finanziario.

Francesco NAPOLETANO (Com.It) riconosce che il testo in esame ha un carattere innovativo, in particolare per quanto concerne la definizione dei profili finanziari. Evidenzia, d'altra parte, che sussiste un consenso unanime delle forze politiche in ordine all'adozione di misure a favore dei lavoratori con familiari gravemente disabili. Nel rilevare che l'esigenza di un approfondimento si connette alla preoccupazione, sempre apprezzabile, di evitare che si determinino eccedenze di spesa rispetto alle risorse stanziate, osserva che, nel caso specifico, le previsioni contenute nell'articolo 5 implicano una verifica del numero dei beneficiari, rispetto al quale potrà essere commisurata la disciplina dei benefici.

Andrea RICCI (RC-SE), pur ritenendo senza dubbio positivo un approfondimento sugli effetti finanziari del testo in esame, rileva che il diritto soggettivo attiene all'accesso alle misure, mentre la determinazione dell'entità delle misure agevolative è rimessa a un decreto ministeriale e avrà luogo in proporzione alle risorse disponibili. Tale disciplina permette di controllare la dimensione quantitativa degli effetti onerosi derivanti dal provvedimento. Auspica pertanto che il Governo possa svolgere in modo rapido l'approfondimento annunciato e la Commissione possa quindi tempestivamente procedere all'espressione del parere.

Nicola CRISCI (Ulivo) evidenzia le ampie aspettative che il provvedimento in esame ha generato. Al tempo stesso ritiene che il rinvio ad un decreto ministeriale dell'entità dei benefici in rapporto ad un ammontare predefinito di risorse, costituito dalle disponibilità del fondo, costituisca un presidio adeguato per quanto concerne gli effetti finanziari. Auspica pertanto che la Commissione possa rapidamente pervenire all'approvazione del parere.

Luana ZANELLA (Verdi), nel sottolineare che sussiste una forte differenziazione nel livello dei servizi sociali assicurati nelle diverse realtà regionali del paese, evidenzia l'esigenza di garantire una effettiva erogazione delle prestazioni.

Lino DUILIO, presidente e relatore, ritiene che, in assenza di relazione tecnica, sia opportuna da parte del Governo un approfondimento sugli effetti finanziari del provvedimento. Una valutazione dei potenziali beneficiari, che nel caso in


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esame è possibile effettuare con precisione, potrà permettere infatti di verificare l'effettiva praticabilità degli interventi prospettati nel testo in esame, in rapporto alle risorse finanziarie disponibili. Occorre in ogni caso evitare che si determinino condizioni nelle quali, all'atto della adozione del decreto ministeriale, volto a determinare la durata e la dimensione dei benefici, risulti inevitabile ridurre notevolmente, o addirittura rendere pressoché privi di rilevanza, gli interventi che sono stati approvati con disposizioni di legge, vanificando nella sostanza l'intenzione del legislatore.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 11.45.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Antonangelo Casula.

La seduta comincia alle 11.45.

Schema di decreto legislativo concernente recepimento della direttiva 2005/62/CE della Commissione, del 30 settembre 2005, recante applicazione della direttiva 2002/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme specifiche comunitarie relative ad un sistema di qualità per i servizi trasfusionali.
Atto n. 143.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 23 ottobre 2007.

Il sottosegretario Antonangelo CASULA conferma le indicazioni fornite nella seduta del 23 ottobre. Osserva che le cifre indicate dal Ministero della salute corrispondono a quelle contenute nella relazione tecnica. Si deve pertanto ritenere che gli oneri per il responsabile della qualità siano coperti a valere sui risparmi di spesa derivanti dalle operazioni di razionalizzazione.

Salvatore IACOMINO (RC-SE), relatore, osserva che, a fronte della notevole importanza rivestita dal provvedimento, che incide su profili attinenti alla salute dei cittadini, le indicazioni fornite dal Governo non risultano idonee a chiarire le problematiche finanziarie evidenziate nel corso del dibattito. Ritiene peraltro che, anche in considerazione del fatto che i termini per l'espressione del parere sono da tempo scaduti, sia compito dalla Commissione pervenire all'approvazione di un parere che imponga alcune cautele in merito alla copertura finanziaria. Formula quindi la seguente proposta di parere:
«La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato lo schema di decreto legislativo concernente recepimento della direttiva 2005/62/CE della Commissione, del 30 settembre 2005, recante applicazione della direttiva 2002/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme specifiche comunitarie relative ad un sistema di qualità per i servizi trasfusionali (atto n. 143),
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo per cui:
i risparmi di spesa che, come indicato nella relazione tecnica, dovranno essere utilizzati per la copertura di una quota parte dell'onere complessivo di 15 milioni di euro, saranno ottenuti attraverso percorsi e processi di razionalizzazione delle reti ospedaliere volte alla loro esclusiva destinazione alle patologie per acuti;
la quantificazione dell'onere prevista dall'articolo 5 appare corretta in quanto il numero dei centri trasfusionali civili, sulla base della quale la stessa è stata formulata,


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è pari a 300, e non ai 326 complessivi indicati nella relazione tecnica, in quanto questi ultimi 26 centri non necessitano di modifiche per gli adeguamenti previsti dall'attuazione della normativa comunitaria;
la durata temporale dell'onere non è limitata al triennio 2007-2009, come risulta dall'articolo 5, ma ha carattere permanente, come indicato nella relazione tecnica;
l'utilizzo del Fondo di rotazione per le politiche comunitarie non pregiudica l'attuazione di interventi già previsti dalla normativa vigente;
nel presupposto che all'attuazione del decreto, anche per quel che concerne la previsione della figura del responsabile della qualità dei servizi trasfusionali, si faccia comunque fronte, al netto dei risparmi derivanti dalla razionalizzazione e dal consolidamento di attività già svolte dalle amministrazione interessate, nei limiti dello stanziamento indicato all'articolo 5, comma 1;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
all'articolo 5, sostituire il comma 1, con il seguente: «1. Agli oneri di cui al presente decreto, al netto dei risparmi derivanti dalla razionalizzazione e dal consolidamento di attività già svolte dalle amministrazioni interessate, pari a 7 milioni di euro per l'anno 2007, 6 milioni di euro per l'anno 2008, e 2 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009, si provvede a valere sulle disponibilità del Fondo di rotazione di cui all'articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183 che, a tal fine, vengono versate allo stato di previsione dell'entrata per la successiva riassegnazione, in deroga, a decorrere dall'anno 2008, all'articolo 1, comma 46, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, quanto ad euro 80.000 annui, ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del ministero della difesa e per i restanti importi ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del ministero della salute».

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Schema di decreto legislativo recante modifica al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in relazione al tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo, nonché di altri combustibili liquidi.
Atto n. 145.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 23 ottobre 2007.

Lino DUILIO, presidente, avverte che è stato trasmesso il parere della Conferenza unificata.

Salvatore RAITI (Ulivo), relatore, tenuto conto dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo nella precedente seduta, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato lo schema di decreto legislativo recante modifica al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in relazione al tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo, nonché di altri combustibili liquidi (atto n. 145),
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo per cui:
risulta opportuno riformulare le disposizioni di cui al comma 2 dell'articolo 3 al fine di stabilire che le competenti autorità provvederanno alle istruttorie ivi previste nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente;
il decreto interministeriale da emanarsi ai sensi del comma 3 dell'articolo 3


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fisserà le tariffe in termini strettamente corrispondenti al costo effettivo del servizio;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
all'articolo 3, comma 2, sostituire le parole da: «entro i limiti» fino alla fine del comma con le seguenti: «nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.»;
al medesimo articolo, comma 3, aggiungere in fine le seguenti parole: «da emanarsi entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto».

La Commissione approva la proposta di parere.

La seduta termina alle 12.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Lino DUILIO.

La seduta comincia alle 14.20.

Indagine conoscitiva sul patrimonio pubblico.

Audizione dei rappresentanti delle Ferrovie dello Stato S.p.A.
(Svolgimento e conclusione).

Lino DUILIO, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Ne dispone pertanto l'attivazione.
Introduce, quindi, l'audizione.

Innocenzo CIPOLLETTA, presidente delle Ferrovie dello Stato S.p.a, e Mauro MORETTI, Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato S.p.a, svolgono una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono quindi, per porre domande e richieste di chiarimento, i deputati Paolo CIRINO POMICINO (DCA-NPSI), Andrea RICCI (RC-SE) e Salvatore RAITI (Ulivo) ai quali replica il Innocenzo CIPOLLETTA, presidente delle Ferrovie dello Stato S.p.a.

Dopo gli ulteriori interventi dei deputati Lello DI GIOIA (RosanelPugno) e Francesco PIRO (Ulivo) replica Mauro MORETTI, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato S.p.a.

Intervengono successivamente per porre ulteriori quesiti e formulare osservazioni i deputati Dante D'ELPIDIO (Pop-Udeur), Guido CROSETTO (FI), Massimo VANNUCCI (Ulivo), Daniela GARNERO SANTANCHÈ (AN) e Lino DUILIO, presidente. Replicando, fornisce ulteriori indicazioni Mauro MORETTI, Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato S.p.a.

Lino DUILIO, presidente, ringrazia gli intervenuti e dichiara quindi conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 17.20.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

COMITATO PERMANENTE PER LE AREE SOTTOUTILIZZATE

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Andrea RICCI.

La seduta comincia alle 17.20.

Comunicazioni del Presidente.

Andrea RICCI, presidente, nel ringraziare per la fiducia dimostrata nei suoi confronti, e nell'augurare buon lavoro a tutti i componenti della Comitato, segnala che l'odierna seduta ha la finalità di


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impostare il lavoro del Comitato. Ricorda che i dati a disposizione evidenziano il perdurare e, per taluni versi, l'aggravarsi del divario nel livello di sviluppo tra Centro nord e Mezzogiorno. Nel periodo 2000-2006, l'economia meridionale ha registrato un tasso di crescita media pari all'1,4 per cento annuo, largamente inferiore a quelli registrati dalla Spagna (4,4 per cento) e dall'Irlanda (5,2 per cento) e addirittura dalla Grecia. Il livello del prodotto per abitante del Mezzogiorno, tuttora inferiore a quello previsto ai fini dell'accesso alle politiche di coesione (75 per cento della media UE) è stato nel frattempo raggiunto da Slovenia, Ungheria e Repubblica ceca. Il Mezzogiorno costituisce la più vasta area che non ha tratto vantaggi significativi dall'accelerazione del processo di convergenza che in Europa ha interessato le altre regioni già obiettivo 1 e soprattutto quasi tutti i paesi recentemente divenuti membri dell'Unione europea. A distanza di oltre un decennio dal superamento dell'esperienza dell'intervento straordinario, non sembrano prefigurarsi segnali incoraggianti di una inversione di tendenza, nonostante le ingenti risorse pubbliche, nazionali ed europee, stanziate. Sulla base dei risultati complessivamente insoddisfacenti sino ad ora registrati si è avviata una approfondita discussione sulla idoneità delle politiche e delle forme di intervento individuate ad assicurare un effettivo decollo dell'economia meridionale. In particolare, è stato da alcuni prospettata l'esigenza di ridimensionare, se non addirittura di eliminare, gli incentivi esistenti, in modo da liberare risorse da destinare prioritariamente al potenziamento delle infrastrutture del Mezzogiorno. A fronte di tale tesi, è stato rilevato che, nonostante la indiscutibile consistenza delle risorse stanziate, la spesa in conto capitale complessiva (spesa ordinaria e spesa aggiuntiva) destinata al Mezzogiorno non ha in realtà mai conseguito i livelli previsti dagli gli obiettivi programmatici. Inoltre, anche alla luce delle esperienze nazionali ed europee, nel dibattito sullo sviluppo territoriale ha acquistato sempre maggior fondamento la tesi che le politiche di contesto, pur necessarie, non sono di per sé sufficienti a ridurre i divari regionali se non affiancate da politiche settoriali di carattere orizzontale e verticale direttamente finalizzate allo sviluppo produttivo e industriale. In questa ottica l'eventuale ridimensionamento delle misure di incentivazione, oggetto di successivi aggiustamenti nel corso degli anni tradottisi, da ultimo, nella sostituzione dei finanziamenti a fondo perduto con l'erogazione di prestiti agevolati, non farebbe venire meno l'esigenza di strumenti specificamente destinati al Mezzogiorno, differenziati da quelli a valenza generale, in quanto applicabili al Paese nel suo complesso. È stato inoltre rilevato, per quanto riguarda l'utilizzo delle risorse stanziate nell'ambito del Quadro comunitario di sostegno, che l'incremento della quota di spesa effettivamente realizzata è stata conseguita anche a scapito della coerenza e della concertazione delle disponibilità. In questo modo si sarebbe determinata una notevole polverizzazione degli interventi, condizionandone negativamente l'efficacia, In tal senso, anche il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sull'utilizzo delle risorse dei fondi strutturali comunitari relative al periodo 1994-1999, approvato dalla Commissione bilancio nella XIV legislatura, aveva chiaramente evidenziato alcuni profili di criticità. Alla luce di tali elementi, segnala l'esigenza di effettuare una ricognizione in termini comparativi dei risultati conseguiti dalle diverse forme di sostegno ed incentivazione, con riguardo tanto a quelle di carattere automatico (credito d'imposta per nuovi investimenti o per nuove assunzioni) che a quelle a carattere discrezionale, con specifico riferimento alla legge n. 488 del 1992. Nell'ambito di tale verifica, ritiene anche opportuno valutare l'efficacia dell'assetto istituzionale recentemente delineato sia con riferimento al riparto di competenze a livello ministeriale, sia con riferimento al ruolo determinante affidato al CIPE, le cui procedure decisionali non appaiono pienamente rispondenti a criteri di trasparenza. L'analisi comparata deve fare riferimento anche agli strumenti ed


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alle forme di incentivazione utilizzati in altri paesi europei, per quanto riguarda tanto le forme di incentivazione settoriale, che le misure volte all'attrazione di nuovi investimenti, così come la creazione di zone franche, materia su cui è recentemente intervenuta la legge finanziaria per il 2007. Ritiene che una ricognizione di questo tipo può svolgersi mediante il ricorso allo strumento dell'indagine conoscitiva che andrebbe effettuata nell'ambito del Comitato, una volta conclusa l'indagine, in corso di svolgimento presso le Commissioni riunite V e XIV, sull'attuazione a livello nazionale della politica di coesione regionale. Ricorda che il termine di questa indagine, inizialmente fissato al 30 giugno 2007, è stato successivamente prorogato alla fine del corrente mese di ottobre. Rileva che l'indagine potrebbe articolarsi nello svolgimento delle audizioni di rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico; di alcune regioni del Mezzogiorno; delle associazioni imprenditoriali e del sistema creditizio; delle organizzazioni sindacali; della Corte dei conti; dell'ISTAT; dello SVIMEZ e di altri istituti specializzati e studiosi della materia; delle competenti istituzioni europee. Rileva inoltre che potrebbe risultare utile attivare il coinvolgimento di alcune istituzioni universitarie che abbiano svolto ricerche avanzate sulla materia.

Lello DI GIOIA (Rosanelpugno), nel ritenere condivisibile il contenuto delle comunicazioni del presidente, sottolinea l'esigenza che il Comitato si occupi anche di verificare gli esiti concreti delle iniziative in corso. Invita pertanto a compiere un monitoraggio attento e dettagliato degli investimenti realizzati con i contratti d'area ed i patti territoriali, osservando che in alcuni casi le risorse destinate a tali iniziative sono servite unicamente alla gestione delle società costituite ad hoc per la loro realizzazione, senza ottenere i risultati sperati in termini di sviluppo economico sul territorio. Ritiene poi che un'iniziativa dovrebbe essere assunta anche per monitorare le attività di investimento per quel che concerne la dotazione infrastrutturale. Si tratta di un settore nel quale, infatti, come ha ricordato l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato nell'audizione svolta nella giornata odierna, gli investimenti privati si indirizzano dove risultano maggiormente convenienti e dove c'è maggiore domanda e maggiore mercato. Con riferimento a tutti questi requisiti il Mezzogiorno si trova svantaggiato ed assumono maggiore importanza gli investimenti pubblici.

Gaspare GIUDICE (FI) saluta con soddisfazione l'insediamento del Comitato anche perché deve constatare la totale assenza di iniziativa del Governo sul Mezzogiorno, nonostante l'autorevole sollecitazione giunta da ultimo dal Governatore della Banca d'Italia, il quale ha ricordato come lo sviluppo del Paese parte dallo sviluppo delle regioni meridionali. Condivide l'impostazione di lungo periodo data ai lavori del Comitato dal presidente, ritiene però che vi siano alcune emergenze che devono essere affrontate. Segnala in primo luogo l'esigenza di analizzare i contenuti della legge finanziaria destinati al Mezzogiorno. In secondo luogo, il Comitato dovrebbe assumere un'iniziativa per quel che concerne l'esigenza di una maggiore trasparenza nelle procedure di accesso ai finanziamenti del Fondo per le aree sottoutilizzate e nelle decisioni del CIPE.

Francesco PIRO (Ulivo), nell'apprezzare il contenuto della relazione del presidente Ricci, rileva la necessità di evitare sovrapposizioni con le altre iniziative assunte dalla Commissione. Ritiene comunque utile avviare iniziative sugli esiti delle politiche di incentivi usate negli ultimi anni, soprattutto in considerazione dell'attenzione che è stata posta sugli incentivi all'occupazione. Giudica poi inammissibile che il Parlamento non conosca i criteri con i quali il CIPE procede al riparto del Fondo per le aree sottoutilizzate; in quest'ambito una particolare attenzione dovrebbe essere prestata alla quota regionalizzata del Fondo. Rileva poi l'esigenza di procedere ad un attento monitoraggio anche


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per quel che concerne il comparto sicurezza e l'emergenza della criminalità organizzata, che ha anch'esso un notevole impatto sull'economia delle regioni meridionali.

Andrea RICCI, presidente, ringrazia i componenti del Comitato per gli utili contributi alla discussione che costituiranno oggetto di un'integrazione delle sue comunicazioni al fine della predisposizione dell'attività conoscitiva che il Comitato intende svolgere. Condivide in particolare i suggerimenti dell'onorevole Di Gioia in ordine alla necessità di un approfondimento sull'attuazione degli strumenti di programmazione negoziata: ricorda, in proposito che lo SVIMEZ ha compiuto un'analisi dettagliata, ma inevitabilmente di carattere generale, dell'impatto di queste politiche. Condivide anche l'attenzione riposta sulla dotazione infrastrutturale, rilevando però che un miglioramento nella dotazione infrastrutturale risulta condizione necessaria ma non sufficiente per un recupero di competitività della economia meridionale, risultando necessario a tale proposito quanto meno avviare anche una riflessione sulla politica industriale, ad esempio approfondendo i contenuti del piano Industria 2015 recentemente presentato dal Ministero dello sviluppo economico. Ricorda poi i compiti essenzialmente istruttori del Comitato e che l'organo chiamato ad assumere iniziative normative non può che essere la Commissione nel suo complesso. Osserva anche che attualmente il disegno di legge finanziaria è attualmente all'esame del Senato e pertanto risulta difficile ipotizzare lo svolgimento di un'attività conoscitiva da parte del Comitato su un provvedimento che si trova in corso di esame da parte del Senato. Ritiene tuttavia che, nell'ambito dell'attività conoscitiva che il Comitato deve avviare in tempi brevi, si possa procedere subito all'audizione del Ministro dell'economia ed in quella sede approfondire anche le problematiche connesse al disegno di legge finanziaria per il 2008. Condivide ancora l'esigenza di approfondire le modalità decisionali del CIPE in ordine al riparto del Fondo per le aree sottoutilizzate, nonché la richiesta dell'onorevole Piro di procedere all'audizione anche del Ministro dell'interno. Facendosi quindi carico di far pervenire a tutti i componenti del Comitato il contenuto delle proprie comunicazioni, si riserva di convocare una nuova seduta del Comitato la prossima settimana, al fine di procedere alla definizione del programma dell'indagine conoscitiva da avviare.

La seduta termina alle 17.50.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Antonangelo Casula.

La seduta comincia alle 17.50.

Schema di decreto del presidente del Consiglio dei ministri di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF per il 2007.
Atto n. 175.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 17 ottobre 2007.

Il sottosegretario Antonangelo CASULA sottolinea, in via preliminare, come, sebbene la legge finanziaria per il 2007 abbia autorizzato (articolo 1, comma 1233) il reintegro, per 45 milioni, della somma da finanziare ai sensi dell'articolo 47 della legge n. 222 del 1985, i relativi importi sono risu1tati non ancora sufficienti a soddisfare le richieste di finanziamento per i numerosi progetti pervenuti alla Presidenza del Consiglio e valutati favorevolmente nelle competenti sedi tecniche. Si è determinato, in buona sostanza, come del resto già avvenuto in misura maggiore o minore nei precedenti esercizi, il mancato o ridotto soddisfacimento di larga


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parte delle proposte avanzate da parte delle amministrazioni e degli enti interessati, il cui ammontare di richieste supera di gran lunga la quota disponibile per il 2007, pari a 46.503.979. Ricorda comunque come il disegno di legge finanziaria per il 2008, preveda l'ulteriore riduzione dei tagli a suo tempo apportati alla autorizzazione di spesa di cui all'articolo 47 della legge citata, così da consentire il quasi totale ripristino del relativo meccanismo di finanziamento. In questa prospettiva, si renderà più agevole l'operato dell'amministrazione chiamata a finanziare gli interventi considerati dalla legge n. 222 del 1985 e relativo regolamento di attuazione (decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 1998), afferenti ai settori della fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione dei beni culturali.
Una particolare attenzione è dedicata all'attività di monitoraggio - specificamente considerata, del resto, dall' articolo 8 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 1998 - degli interventi finanziati nel tempo attraverso le risorse «dell'otto per mille». È da dire che questa attività è stata implementata, attraverso il rafforzamento dell'azione di cooperazione tra la Presidenza del Consiglio e le amministrazioni competenti per materia (Ministero per i beni e le attività culturali, Ministero per gli affari esteri, Ministero dell'Interno, Dipartimento per la protezione civile), con l'interazione diretta e costante degli stessi enti destinatari del beneficio; tutto ciò al fine di verificare la correttezza e l'efficacia degli interventi realizzati, nonché l'effettiva destinazione delle somme erogate alla realizzazione delle opere previste. In particolare, gli enti beneficiari sono tenuti, periodicamente, a fornire informazioni, con la compilazione e l'invio di un'apposita scheda di monitoraggio concernente l'avvio dei lavori, lo stato di avanzamento, il quadro economico dettagliato, la realizzazione di, economie di spesa, ed i ribassi di asta. La conclusione dei lavori deve essere comunicata alla Presidenza del Consiglio, con la trasmissione della relazione finale, del certificato di collaudo, ovvero, nei casi previsti dalla normativa vigente, del certificato di regolare esecuzione.
I risultati di questa complessa attività sono riassunti nella relazione annuale al Parlamento del Presidente del Consiglio dei Ministri, che dà conto della ripartizione della quota dell'anno precedente ed aggiorna sui risultati conseguiti con i finanziamenti delle altre annualità, a partire daI 1998. Dalla più recente relazione annuale (relativa ai finanziamenti «otto per mille» per l'anno 2005 e che, ad ogni buon conto, si allega) risulta, al 31 dicembre 2006, completata la quasi totalità degli interventi relativi al periodo 1998-2002. Percentuali proporzionalmente inferiori si registrano negli esercizi successivi, anche se deve essere considerato che non pochi interventi, pur conclusi con riguardo alla originaria progettazione, risultano ancora in via di definizione in quanto autorizzate opere di completamento attraverso l'utilizzo dei ribassi d'asta. Sottolinea che è in atto di avanzata definizione l'attività di verifica preordinata alla relazione per l'anno 2006.
Quanto ai criteri che sono alla base dello schema di decreto di ripartizione, sottolinea come si sia tenuto conto delle valutazioni tecniche espresse dalle Commissioni insediate presso la Presidenza del Consiglio (composte dai rappresentanti di tutte le amministrazioni interessate) e chiamate ad esprimersi sui singoli interventi, con riguardo sia alla rilevanza dell'intervento proposto, sia sotto il profilo della scelta progettuale presentata ed in ragione della necessità, in taluni casi, di non tralasciare il completamento di alcune iniziative già parzialmente finanziate, negli anni precedenti. Tutto ciò in linea, anche, con le indicazioni espresse, in passato, dalle Commissioni Parlamentari.
Con riguardo alla distribuzione geografica delle scelte proposte, evidenzia che, in ossequio alla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 2000, è stato utilizzato il criterio di una ripartizione delle risorse, in modo da attuare una distribuzione - il più possibile uniforme - della quota disponibile per regioni o aree


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territoriali (nord, centro, sud e isole) anche in relazione al volume delle domande pervenute. Rispetto a tale criterio, i correttivi introdotti rispondono proprio all'esigenza di evitare il concentramento dei volumi dei finanziamenti in aree geografiche dal1e quali proviene il maggior numero di richieste e, nel passato, «privi1egiate» anche con riguardo ai finanziamenti dell'otto per mille (in tal senso, basti considerare come dalla regione Lazio siano pervenute domande per un importo finaziabile pari, quasi, al 20 per cento del totale richiesto sul territorio nazionale). Più in dettaglio, sottolinea come, riguardo ai beni culturali, siano state oggetto di finanziamento tutte le domande dove l'intervento proposto presentava, a giudizio delle Commissioni tecniche, particolare caratteristiche finalizzate al recupero, alla conservazione, alla valorizzazione e fruibilità del bene, rivestendo carattere d'urgenza in considerazione della sua valenza ed importanza, al fine di evitarne la perdita. Quanto alle restanti tipologie sono state oggetto di finanziamento quelle domande dove le iniziative e i programmi proposti per le calamità naturali, per l'assistenza ai rifugiati e per il sostegno alimentare presentavano, rispettivamente, particolari caratteristiche di urgenza al fine di assicurare la pubblica incolumità, la salvaguardia del territorio e il ripristino dei beni danneggiati o distrutti, ovvero un significativo rilievo sociale teso ad assicurare agli aventi diritto e privi di mezzi di sussistenza ospitalità ed assistenza sul territorio italiano. In tale contesto e, va ribadito, pur nella limitatezza delle risorse disponibili, le esigenze degli enti locali sono state tenute in debita considerazione. Nel settore dell'assistenza ai rifugiati è stato, infatti, ammesso a contributo l'iniziativa, proposta dall'A.N.C.I., di «rafforzamento degli interventi di accoglienza, integrazione e presa in carico di richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione umana». È un importante progetto che si sviluppa attraverso interventi rivolti alle comunità locali per la costruzione e il rafforzamento di una cultura dell'asilo, in supporto aI lavoro degli interventi locali di accoglienza.
Per quanto poi attiene alla tipologia relativa alla conservazione dei beni culturali, nel provvedimento in esame su un totale di n. 90 interventi (per un finanziamento complessivo di 32,8 milioni), risultano destinatari di finanziamento 49 enti pubblici, 11 enti privati non ecclesiastici e 30 enti ecclesiastici. In questo ambito gli enti locali sono destinatari di finanziamenti per 11,3 milioni, relativi a 35 interventi.
Con riguardo, poi, alle osservazioni circa l'ammissione a finanziamento degli interventi diretti alla conservazione di beni ecclesiastici, è da considerare come 1a relativa proposta appaia del tutto coerente con la lettera e la ratio delle disposizioni normative che regolano la materia, intese a destinare i fondi dell'otto per mille al bene culturale nella sua oggettività, escludendo soltanto quelle tipologie in cui il bene medesimo sia nella proprietà o disponibilità di un soggetto aventi finalità di lucro. In tal senso, è ben noto come importante quota del patrimonio culturale del nostro Paese sia di proprietà di enti ecclesiastici e come, quindi, una ta1e realtà non possa non essere considerata, a legislazione vigente, nel procedimento in parola.
Considerazioni di contenuto analogo possono a suo giudizio essere riferite agli interventi proposti dal Ministero per i beni e le attività culturali, sotto la cui responsabilità ricade la conservazione dell'intero patrimonio culturale sia pubblico che privato deI nostro Paese e le cui istanze non possono essere trascurate, considerata, anche, la ben nota esiguità delle risorse finanziarie ordinariamente iscritte nel bilancio di quel Dicastero per l'assolvimento dei compiti istituzionali.
Auspica che, sulla base degli ulteriori elementi di valutazione e dati contenuti nella presente nota, la Commissione parlamentare possa rendere il proprio favorevole avviso. Aggiunge come il Governo stia valutando l'opportunità di procedere ad una revisione della disciplina regolamentare


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di attuazione della legge n. 222 del 1985, con riguardo principalmente a due profili. Il primo attiene alla opportunità di delineare un procedimento più snello, quanto meno nella fase iniziale delle domande, sulla falsariga della istruttoria che disciplina la ripartizione dei finanziamenti destinati al cosiddetto «cinque per mille» da destinare al settore della ricerca, con l'utilizzo, ad esempio, di procedure informatiche. Il secondo profilo ha riguardo all'esigenza di individuare nuovi criteri per la valutazione, anche tecnica, delle domande di finanziamento, secondo un percorso volto a privilegiare di anno in anno - ed in relazione all'entità delle risorse disponibili - singole categorie di intervento ovvero, alloro interno, particolari tipologie. In questo senso è al lavoro un gruppo di studio di recente istituito presso la Presidenza deI Consiglio dei Ministri.
Aggiunge, infine, come l'entità del patrimonio culturale del Paese, che non ha forse pari nel resto del mondo, unito alla ben nota esiguità delle risorse finalizzate alla sua conservazione, rendono e renderanno sempre assai complessa l'attività dell'amministrazione sugli interventi da finanziare attraverso la quota dell'otto per mille a destinazione statale, salvo a non adottare automatismi (ad esempio, priorità nella presentazione delle domande) non suscettibili, però, di rispondere in modo soddisfacente alle esigenze della tutela e della valorizzazione. Per contro, il percorso seguito in questi ultimi anni da tutti i Governi è stato quello, cui sopra è stato detto con maggiori dettagli, di sottoporre ogni singolo intervento ad una puntuale analisi tecnica circa la sua fattibilità, in relazione alle risorse disponibili. I risultati dei monitoraggi effettuati danno, del resto ragione, della razionalità delle scelte sinora compiute, senza per ciò nulla togliere alla necessità di individuare criteri ulteriori che rendano ancor più efficace l'azione dell'amministrazione.

Gaspare GIUDICE (FI) osserva che, a fronte di un grande numero di domande ammesse, vale a dire considerate in astratto degne di finanziamento, soltanto poche sono state scelte. Rileva, in particolare, che le risorse destinate al settore dell'assistenza ai rifugiati sono quasi interamente destinate alla richiesta dell'ANCI. Di fronte all'assenza di criteri obiettivi di scelta, ritiene che occorra introdurre un cambiamento nel metodo generale di ripartizione dei fondi. Richiamando la proposta già da lui avanza nel corso dell'esame del precedente schema di ripartizione, invita a considerare l'opportunità di attribuire l'otto per mille alle regioni, che provvederanno ad individuare le più opportune destinazioni, anziché scegliere arbitrariamente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri alcuni interveneti piuttosto che altri. Ribadisce infine l'esigenza di ripristinare integralmente le risorse destinate dai contribuente all'otto per mille e auspica un intervento in questo senso mediante il disegno di legge finanziaria.

Mario RICCI (RC-SE) ritiene che i chiarimenti forniti dal Governo non siano idonei a superare le perplessità manifestate nella precedente seduta. Ritiene pertanto di dover richiamare le considerazioni già svolte. In primo luogo ritiene che debbano essere definiti criteri oggettivi di scelta nell'ambito dei progetti ammissibili. In particolare dovrebbe essere considerata la data di presentazione delle domande, per evitare che alcuni soggetti presentino per anni la medesima richiesta, la quale viene sempre considerata ammissibile, senza ottenere alcun finanziamento, mentre altri enti ottengono il finanziamento fin dal primo anno in cui presentano la domanda. In secondo luogo ritiene assai discutibile che una parte consistente dell'otto per mille di pertinenza dello Stato sia destinata al finanziamento di enti ecclesiastici. Pur riconoscendo senza difficoltà che una parte consistente del patrimonio culturale del paese è di proprietà di enti religiosi e che sia opportuno destinare finanziamenti alla conservazione di tali beni, ritiene tuttavia che non sia corretto utilizzare lo strumento dell'otto per mille per tale scopo. Osserva infatti che i contribuenti hanno la possibilità di scegliere


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se destinare l'otto per mille allo Stato, alla Chiesa cattolica o ad altre confessioni religiose, per cui la quota di risorse di pertinenza dello Stato non dovrebbe essere, in via generale, attribuita a enti religiosi. Eccezioni a questo criterio di carattere generale potrebbero essere prese in considerazione solo nel caso che fosse stata predisposta una graduatoria di merito delle richieste, in base alla quale emergesse il particolare valore di alcuni beni e interventi.

Antonio MISIANI (Ulivo) osserva che gli elementi forniti dal Governo non rispondono in modo soddisfacente alle richieste formulate nella precedente seduta e non risultano idonei a superare i numerosi e rilevanti profili critici in tale seduta evidenziati.

Lello DI GIOIA (RosanelPugno) esprime la propria insoddisfazione rispetto ai chiarimenti forniti dal Governo. Osserva che è facile individuare nello schema di decreto progetti di particolare valore che sono esclusi dal finanziamenti o sono finanziati in misura limitata rispetto alla richiesta, mentre altri progetti, anche relativi al medesimo ambito territoriale, pur non dimostrandosi di pari valore, sono interamente finanziati. Tutto ciò accade senza che la scelta sia in alcun modo motivata. Una simile situazione impone pertanto l'esigenza di definire criteri oggettivi. Ribadisce infine la propria contrarietà all'attribuzione di una parte delle risorse dell'otto per mille di competenza statale a enti religiosi, quando la Chiesa cattolica può essere direttamente destinataria, sulla base della scelta dei contribuenti, dell'otto per mille.

Lino DUILIO, presidente e relatore, sentita in via infornale la Commissione Bilancio del Senato che non procederà all'espressione del parere sullo schema di decreto in esame, propone di chiedere al Presidente della Camera la proroga all'espressione del parere, a norma del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento.

La Commissione delibera la richiesta di proroga all'espressione del parere, a norma del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento.

Lino DUILIO, presidente e relatore, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 18.20.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE CONSULTIVA

Disposizioni per la disciplina del settore televisivo nella fase di transizione alla tecnologia digitale.
Nuovo testo C. 1825 e abb.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI