XI Commissione - Mercoledì 24 ottobre 2007


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ALLEGATO 1

5-01606 Pagliarini: diritti dei lavoratori nelle società partecipate dallo Stato e nelle aziende che forniscono loro servizi.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione presentata dal Presidente Pagliarini solleva l'attenzione sui lavoratori con contratto di collaborazione a progetto nell'ambito di call-center, prendendo in considerazione, in particolare, la realtà di società affidatarie di servizi da parte della Tele Sistemi Ferroviari-TSF S.p.A, operante nel settore dell'informazione e comunicazione per il trasporto.
Vorrei ricordare, preliminarmente, che il Governo, fin dal suo insediamento, ha operato per la realizzazione di un incremento della «buona occupazione», in coerenza con una delle sue priorità politiche, priorità perseguita, da ultimo, anche con il disegno di legge attuativo del Protocollo del 23 luglio.
Si tratta di un percorso, come noto all'Onorevole Pagliarini, contrassegnato da diverse «tappe», che passo ad illustrare brevemente soffermandomi sulle più significative.
Nella legge finanziaria per il 2007, sono state inserite, per quanto interessa in questa sede, diverse disposizioni normative volte a garantire il corretto utilizzo dei contratti, riconoscendo ai datori, che sottoscrivono accordi sindacali, un notevole sgravio attraverso l'integrazione del versamento contributivo a carico del datore di lavoro con un ulteriore importo a carico del bilancio pubblico, fino al raggiungimento della misura massima della contribuzione prevista dal Fondo pensioni lavoratori dipendenti istituito presso l'INPS.
Dal punto di vista amministrativo, è stata emanata la circolare sui lavoratori con contratto a progetto nei call center (n. 17106), con la quale sono state impartite istruzioni operative agli Uffici territoriali chiamati, in concreto, ad effettuare le verifiche sulla corretta applicazione della vigente disciplina.
Inoltre, per chiarire le corrette modalità procedimentali della stabilizzazione ed eliminarne alcuni profili di criticità evidenziatisi nel corso degli accessi ispettivi disposti nei confronti delle aziende operanti nel settore dei call center, il 24 settembre scorso, la competente Direzione Generale dell'Amministrazione che rappresento, ha inviato un'ulteriore nota esplicativa agli Uffici.
È stata avviata una capillare attività di vigilanza e di monitoraggio presso tutte le aziende che svolgono attività di call center, ed è stata condotta un'azione di verifica di tutti gli accordi sottoscritti dalle parti sociali, per accertare se, in virtù degli stessi, si sia effettivamente realizzata una piena regolarizzazione dei collaboratori interessati dalla procedura di stabilizzazione.
Attraverso un progetto integrato che ha visto la partecipazione di tutte le direzioni generali del Ministero del lavoro con competenze specifiche in materia e la stretta collaborazione delle parti sociali è stato, inoltre, avviato un processo di accompagnamento della stabilizzazione dei lavoratori a progetto delle aziende di questo settore.
Vorrei ricordare da ultimo l'attività dell'Osservatorio paritetico, organismo costituito con compiti di monitoraggio relativamente allo stato di applicazione della normativa in argomento ed anche di avanzamento di proposte in merito. Per quanto concerne la situazione particolare presa in considerazione nell'atto ispettivo, il competente


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Ufficio di Roma, ha reso noto quanto segue. La Tele Sistemi Ferroviari spa è una società del Gruppo Almaviva, che detiene il 61 per cento del pacchetto azionario (del rimanente 39 per cento è titolare Ferrovie dello Stato spa) e, ad oggi, conta un organico di n. 688 dipendenti.
Come dichiarato dalla stessa Società, TSF gestisce con contratti di outsourcing i servizi informatici del Gruppo FS, definendo in modo analitico i servizi informatici che TSF si impegna, anche grazie all'apporto di subfornitori, a fornire alle società del Gruppo FS, tra i quali rientrano i servizi di «Call Center in-bound denominati 892021 ed 800.892021» e di help desk, i quali, al pari degli altri servizi forniti, devono anch'essi possedere i medesimi requisiti di sicurezza ed affidabilità previsti.
Per quanto concerne, in particolare, i lavoratori della Elecom s.c.s.i., di cui si fa cenno nell'interrogazione, la società ha stipulato l'accordo per la stabilizzazione dei propri 64 collaboratori in data 28 marzo 2007 con la Fim Cisl e la Fiom Cgil, prevedendo l'assunzione con contratto di lavoro subordinato (tempo determinato per 24 mesi), attraverso le società paritetiche Ali Services & Services società cooperativa e Loquendi società cooperativa sociale facenti parte del «Gruppo Cooperativo Paritetico Elecom», con diverse tappe temporali.
Si fa presente, infine, che la competente Direzione provinciale sta procedendo ad effettuare ulteriori accertamenti relativamente alle Cooperative Elecom, Ali Services & Services e Loquendi, in seguito anche a segnalazioni di n. 4 lavoratrici non firmatarie dell'assunzione e della relativa conciliazione, in ordine alla posizione delle tre succitate Cooperative.
In chiusura mi preme ancora una volta ribadire l'attenzione del Ministero che rappresento in ordine non solo all'occupazione tout-court ma anche alla qualità dell'occupazione, come testimonia quanto fino ad ora intrapreso dal punto di vista normativo ed amministrativo.


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ALLEGATO 2

5-01407 Schirru: Crisi dell'azienda ittica Palmera S.p.A. nella zona industriale di Olbia.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Onorevole Schirru, con l'atto ispettivo che passo a discutere, chiede notizie circa le problematiche occupazionali inerenti i lavoratori alle dipendenze della Società Palmera S.p.A., importante azienda ittica di medio grande calibro nella filiera del tonno, che opera nella zona industriale di Olbia. L'azienda attualmente versa in stato di crisi aziendale, situazione che ha portato a fare richiesta di concessione di Cassa Integrazione Guadagni.
Con decreto del 26 febbraio 2007, la società in argomento ha ottenuto l'approvazione di un programma di ristrutturazione aziendale di durata biennale, a decorrere dal 19 settembre 2006, in ragione del quale è stato autorizzato il trattamento straordinario di integrazione salariale per il semestre sino al 18 marzo 2007; la concessione del periodo successivo, a completamento del primo anno, è subordinata agli esiti dell'indagine ispettiva ad opera della competente Direzione Provinciale del Lavoro.
L'Amministrazione regionale ed il Comune di Olbia si sono impegnati ad attivare congiuntamente un tavolo tra le parti per cercare soluzioni di rilancio e di sviluppo della società, in considerazione della grave crisi economica e finanziaria nella quale la stessa versa.
A tal fine, il 31 luglio scorso si è tenuto un incontro, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni locali, delle segreterie sindacali regionali e territoriali, e della Direzione della Società Palmera S.p.A., la quale ha manifestato l'intendimento di cessare l'attività produttiva dello stabilimento di Olbia, a decorrere dal mese di settembre, dichiarandosi, nel contempo, comunque disponibile a svolgere ulteriori opportune verifiche al fine, unitamente ai vertici della Società Sfirs-Società Finanziaria Industriale Regionale -di ricercare possibile soluzioni alternative, tese a scongiurare il blocco dell'attività produttiva nel sito di Olbia.
Nonostante le verifiche economico-finanziarie fossero state avviate, ai primi del mese di agosto la società ha attivato le procedure per trasformare, alla scadenza, (primi di settembre) la CIGS per ristrutturazione aziendale in CIGS per cessazione di attività.
Successivamente, il 28 settembre scorso, l'Assessorato del Lavoro della Sardegna ha convocato un ulteriore incontro durante il quale la Palmera ha dichiarato di non aver ceduto ad alcun acquirente la proprietà dei propri marchi, riaprendo, di fatto, i margini per una trattativa con eventuali imprenditori interessati.
Il Ministero dello sviluppo economico, ha reso noto, di avere convocato un incontro, a seguito delle istanze pervenute dalle Organizzazioni sindacali e dalle Amministrazioni territoriali della Sardegna, preoccupate dalla preannunciata operazione di cessione dei marchi alla multinazionale Bolton ed alla conseguente chiusura o comunque rilevante ridimensionamento delle attività produttive del sito di Olbia.
L'impegno del Ministero si è concentrato su un'azione mirata a recuperare piena operatività allo stabilimento. In tal senso si è proceduto a verificare la possibilità di coinvolgimento di altri importanti operatori del settore intorno all'obiettivo


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di assicurare, con il mantenimento dei marchi, anche le condizioni di rilancio delle produzioni.
Si fa presente, infine, che il 16 ottobre scorso si è tenuto un incontro presso il Ministero che rappresento, tra i rappresentanti dell'azienda in argomento e delle organizzazioni sindacali nazionali di categoria e territoriali del settore alimentare, nel corso del quale è emersa la necessità di effettuare ulteriori approfondimenti utili per l'elaborazione di un complessivo piano degli esuberi.
Le parti hanno concordato di aggiornare l'esame congiunto al 25 ottobre prossimo.
Vorrei, comunque, assicurare all'Onorevole interrogante che la situazione aziendale della Palmera sarà seguita con l'attenzione che merita, unitamente alle altre Amministrazioni coinvolte, al fine di ricercare una positiva soluzione della vicenda.

DAL RESOCONTO SOMMARIO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI N. 200 DEL 2 AGOSTO 2007

SCHIRRU, FADDA, SANNA, BELLANOVA e DELBONO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la società Palmera S.p.A., importante azienda ittica che opera nella zona industriale di Olbia, è l'unica vera industria italiana di medio-grande calibro nella filiera del tonno che trasforma interamente il tonno, dal pescato all'inscatolamento, con produzioni di alta qualità e un marchio rinomato. Nasce ad Olbia nel 1963 e nel 2002 è la prima azienda del settore, ottenendo la certificazione SA 8000. Nel periodo di massimo splendore constava alle sue dipendenze di 458 unità di lavoro fisse e di circa 80 dipendenti stagionali ogni anno;
da alcuni anni la Società Palmera S.p.A. attraversa ricorrenti periodi di difficoltà che hanno portato a richiedere e ottenere la cassa integrazione guadagni (CIG) per buona parte dei dipendenti finalizzata allo smaltimento del prodotto invenduto;
a fronte degli impegni finanziari e programmatici, persiste una situazione di scarsa chiarezza in relazione al mantenimento dei livelli occupazionali e sul futuro della forza lavoro che negli ultimi due anni è stata drasticamente ridimensionata, passando da 464 dipendenti del giugno 2003 agli attuali 213, di cui attualmente, 135 in cassa integrazione per ristrutturazione aziendale;
i programmi di rilancio industriale non hanno dato l'esito sperato;
per contrarre il deficit finanziario, la società ha progressivamente ridotto i cicli di produzione e i livelli occupazionali, non rinnovando i contratti di lavoro a tempo determinato e avviando le procedure di cassa integrazione;
da quanto esposto in precedenza, emerge che a sostenere il peso maggiore della crisi è stato il personale dell'azienda;
le Rsu e le segreterie provinciali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, fortemente preoccupate per l'evoluzione della vertenza, hanno indetto uno sciopero di otto ore per ogni turno per mercoledì 1 agosto;
alla vicenda saranno dedicate una seduta straordinaria del Consiglio comunale di Olbia, prevista per lunedì 30 luglio, e una del Consiglio provinciale gallurese, fissata per giovedì 2 agosto;
la società Palmera S.p.A. è una azienda storica che ha contribuito alla crescita del territorio della Gallura favorendo la vivacità economico-imprenditoriale della provincia, grazie alla formazione


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di una forza lavoro altamente specializzata e alla creazione di un indotto di piccole e medie aziende;
la crisi dell'industria conserviera rappresenta quindi un danno di ingenti proporzioni che si abbatte principalmente sulla forza lavoro dipendente -:
quali iniziative intendano adottare per evitare la chiusura dell'azienda e che gli effetti negativi della crisi della società Palmera S.p.A. ricadano esclusivamente sui lavoratori;
se non ritengano opportuno intervenire presso l'azienda per ottenere un chiarimento sulla situazione dei dipendenti e convocare a tal proposito un tavolo tecnico operativo con la partecipazione della Palmera, della Regione Sardegna, della Provincia e del Comune di Olbia. (5-01407)


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ALLEGATO 3

5-01228 Burgio: situazione occupazionale dello zuccherificio Casei Gerola in provincia di Pavia.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'interrogazione oggi all'esame, faccio presente, in via preliminare che il Governo è impegnato nella promozione e nello sviluppo di alternative industriali che possano, almeno parzialmente, compensare la perdita di attività produttive legate alla dismissione di parte del comparto saccarifero italiano.
In proposito il Ministero dello sviluppo economico ha comunicato che tra le iniziative in materia, potenzialmente utili per il settore, vi sono quelle sui biocarburanti e, specificamente, sul bioetanolo.
L'applicazione operativa del programma triennale 2005-2007 per il bioetanolo non si è ancora perfezionata per la mancanza di autorizzazione preventiva della Commissione Europea, che escluda di ricadere nella fattispecie degli aiuti di stato.
La legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per l'anno 2007) è intervenuta, poi, con una serie di disposizioni - contenute nei commi da 367 a 379 dell'articolo 1 - sulla materia dei biocarburanti. Precisamente:
si ridefiniscono gli obiettivi di penetrazione dei biocarburanti, in modo coerente con le disposizioni della direttiva 2003/30/CE;
si riformula in modo realistico l'obbligo di immissione in consumo di biocarburanti di cui alla legge 81 del 2006.

Dall'attuazione di tale obbligo possono, quindi, derivare effetti positivi sulle riconversioni industriali operate nel settore saccarifero, come nel caso dello Stabilimento di Casei Gerola, di cui si fa cenno nell'atto di sindacato ispettivo.
Tutto ciò premesso, si comunica l'esito degli accertamenti esperiti dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Pavia relativamente all'ex Zuccherificio di Casei Gerola, di proprietà della Italia Zuccheri S.p.A.
Lo scorso 8 agosto fra Italia Zuccheri, le Organizzazioni professionali agricole, le rappresentanze sindacali dei lavoratori e le istituzioni interessate, è stato sottoscritto un accordo di riconversione produttiva, che definisce alcuni dei bacini agricoli interessati da tale operazione, i futuri meccanismi di individuazione dei prezzi che permettano una rendita certa e conveniente e le misure sociali di sostegno dei lavoratori in forza.
In particolare l'accordo prevede che lo Zuccherificio sarà sostituito da un impianto di produzione di bioetanolo, situato nel Comune di Zinasco in un'area già opzionata da Italia Zuccheri, in grado di trasformare prodotti agricoli (cereali) provenienti anche da zone limitrofe garantendo, in tal modo, ai coltivatori dell'ex bacino bieticolo pavese, ed in particolare a coloro che hanno coltivato barbabietole da zucchero nel triennio dal 2003 al 2005, una diversa destinazione dei propri prodotti.
Per il sito di Casei Gerola è in corso di valutazione una procedura di riconversione a terziario avanzato.


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Il programma per la realizzazione del nuovo impianto prevede per maggio 2010 l'entrata a regime della nuova attività.
In relazione alle misure a sostegno dei lavoratori, faccio presente che per i lavoratori dell'ex stabilimento di Casei Gerola, attualmente pari a meno di sessanta unità, è stato applicato quanto stabilito nell'accordo quadro nazionale dell'8 febbraio 2006 e successivi accordi integrativi.
Si precisa, infine, che Italia Zuccheri prevede che il residuo personale, ferma restando un'ulteriore diminuizione per i prossimi pensionamenti, potrebbe trovare ricollocazione nella nuova realtà industriale.