XIV Commissione - Resoconto di mercoledì 24 ottobre 2007


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SEDE REFERENTE

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Franca BIMBI.

La seduta comincia alle 9.20.

Legge comunitaria 2007.
C. 3062 Governo, approvato dal Senato.

Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2006.
Doc. LXXXVII, n. 2.
(Seguito esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 23 ottobre 2007.

Sandro GOZI (Ulivo) si richiama alla relazione svolta dal deputato Frigato sulla relazione del Governo concernente la partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2006. Osserva che il relatore ha toccato tutti i temi di maggior rilievo, a partire da quello del rafforzamento del ruolo dell'Italia nella fase ascendente e, in particolare, del ruolo del Parlamento. In tale ambito sono stati fatti dei passi in avanti ma occorre ancora individuare modalità e strumenti che consentano una più efficace incidenza del nostro paese, e in primo luogo del Parlamento, nella fase ascendente di formazione degli atti comunitari e, più in generale, delle politiche europee.
Ritiene che si debba insistere per la previsione di una specifica sessione comunitaria, da svolgersi in Parlamento all'inizio di ogni anno, in cui vengano discussi i programmi della Commissione europea e la connessa programmazione dell'attività del Governo sull'insieme delle questioni di respiro comunitario.
Occorre poi che il Parlamento si impegni maggiormente con riferimento alle questioni comunitarie, basti considerare i molteplici rinvii che, inopportunamente, si sono registrati per la discussione in Assemblea delle mozioni concernenti gli sviluppi del processo di riforma dei trattati, nella scorsa primavera. Occorre invece che il Parlamento proceda con efficacia e fornisca al Governo, tempestivamente, indirizzi netti con riferimento alle politiche europee.
Richiama poi l'attenzione sull'esigenza di delineare meglio i rapporti con le regioni nonché di assicurare un migliore coordinamento tra le disposizioni della legge n. 11 del 2005 e la legge n. 131 del 2003 (cosiddetta «legge La Loggia»).
Con riferimento alla riforma dei trattati, le ultime determinazioni del Consiglio europeo hanno portato a modifiche dei trattati vigenti che costituiscono il livello minimo accettabile. Sottolinea inoltre che non deve essere dato per scontato l'esito dei procedimenti di ratifica nei diversi paesi, in particolare il Regno Unito, l'Irlanda, e forse la Repubblica Ceca. Sono note infatti le posizioni storicamente assunte dal Regno Unito, mentre in Irlanda si registra attualmente un clima simile a quello della Francia prima del voto referendario. Nella Repubblica Ceca, inoltre, la ratifica viene approvata dal Parlamento solo con un quorum particolarmente elevato. È bene quindi che il Parlamento abbia presenti sin d'ora i rischi presenti nel processo di ratifica e eventualmente consideri la possibilità dell'entrata in vigore dei trattati unitamente ad accordi speciali riferiti ai paesi che, in ipotesi, dovessero registrare un esito negativo nei processi di ratifica. Occorre pertanto esplorare sia l'esperibilità tecnica di una soluzione del genere sia considerare positivamente la maggiore flessibilità che tale soluzione potrebbe determinare.
Con riguardo all'allargamento, occorre valutare con attenzione le possibilità di una cooperazione stretta con gli ultimi paesi che sono entrati a far parte dell'Unione europea, in particolare con la Romania, sia a livello bilaterale sia in ambito comunitario. Pur dovendosi evitare facili equazioni con riferimento alla sicurezza nel nostro Paese, occorre tuttavia procedere sulla strada già intrapresa sul piano della cooperazione. Con riferimento


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alla Turchia sottolinea la necessità di valutare con attenzione gli sviluppi relativi alla tensione legata al Kurdistan iracheno e la possibilità che un paese come la Turchia possa violare le frontiere di un altro paese.
Si sofferma quindi sul tema delle politiche di vicinato, invitando a considerare il recente progetto francese rivolto in particolare allo sviluppo dell'Unione europea nell'area mediterranea. Rispetto a tale progetto l'Italia dovrà far valere le proprie priorità, con specifico riguardo ad alcuni temi tra cui l'università, la cultura, lo sviluppo del settore privato.
Osserva che sul delicato tema dell'immigrazione la Commissione europea sta per presentare un pacchetto di proposte molto rilevanti sul tema.
Per quanto riguarda la strategia di Lisbona rileva che appare quanto mai opportuno insistere sulla sua proiezione esterna, in quanto gli obiettivi dati dalla strategia non possono prescindere dai rapporti con la dimensione mondiale.
Ritiene che l'Italia debba sostenere convintamente le proposte della Commissione europea sulla liberalizzazione del mercato dell'energia e la cooperazione energetica con altri paesi, al fine di promuovere una effettiva liberalizzazione del settore. In particolare ritiene che debbano essere sostenute le proposte in tema di reciprocità con altri paesi e che si debba ragionare in termini di interesse comunitario e non di singole nazioni.
Si richiama poi all'intervento svolto dal Ministro per le politiche europee nel corso dell'audizione svoltasi ieri davanti alla XIV Commissione. Condivide l'obiettivo di rafforzare strutture e risorse a disposizione del CIACE, assicurando una buona selezione dei funzionari che abbiano una formazione specifica e con la valorizzazione degli esperti nazionali già distaccati presso le istituzioni europee. È opportuno seguire l'esempio di altri paesi che hanno maturato una ben diversa specializzazione sui temi comunitari e sono capaci di utilizzare al meglio gli esperti nazionali già distaccati.
Analogamente va rinforzata la presenza dei funzionari delle amministrazioni presso la rappresentanza italiana all'Unione europea, in maniera da consentire un più efficace lavoro ai vari tavoli in cui si svolgono i negoziati sulla fase ascendente.
Al tempo stesso è necessario intervenire tempestivamente nella formazione delle politiche di settore, seguendo il felice esempio del tema delle energie rinnovabili su cui il Governo italiano è intervenuto per tempo, presentando in anticipo un proprio documento.
Considera molto interessante l'organizzazione della omologa Commissione per gli affari europei della Camera dei Lords, illustrata dal suo presidente nel corso dell'audizione della scorsa settimana. Ritiene che anche il lavoro della XIV Commissione possa articolarsi in maniera analoga, con una suddivisione delle materie che, come sta facendo lo stesso CIACE, consenta una migliore interlocuzione ed un più tempestivo intervento nella fase ascendente.
Sottolinea che occorrerà chiarire quale sia l'accesso del Parlamento alla banca dati sulle infrazioni e si dichiara perplesso sull'ipotesi di sdoppiamento della legge comunitaria, prospettata dal Ministro. Lo sdoppiamento potrebbe infatti limitare i margini di manovra del Parlamento.

Franca BIMBI, presidente e relatore sul disegno di legge comunitaria 2007, osserva che i rilievi da ultimo svolti dal deputato Gozi potranno essere utilmente considerati nel seguito dell'audizione del Ministro che avrà luogo oggi, alle 14.30. Ricorda inoltre che, nel corso dell'ultima riunione del COSAC ad Estoril, il deputato Ottone ha svolto un intervento proprio sul tema della dimensione mediterranea nei termini indicati dal deputato Gozi. In vista poi della relazione per l'Assemblea e della presentazione della risoluzione relativa alla relazione del Governo sarà opportuno richiamare anche la vicenda del numero dei seggi spettanti all'Italia al Parlamento europeo.


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Antonello FALOMI (RC-SE), con riferimento ai contenuti al disegno di legge comunitaria 2007, valuta positivamente le soluzioni adottate per accelerare i tempi di recepimento delle direttive comunitarie e per assicurare una più precisa disciplina dei rapporti tra Stato e Regioni.
Condivide l'ipotesi di separare l'esame del disegno di legge comunitaria dall'esame della relazione annuale del Governo, in quanto l'attuale esame congiunto porta ad uno schiacciamento di tempi e contenuti proprio ai danni della relazione. Condivide l'opportunità di rafforzare ruolo e funzione del Parlamento nella fase ascendente. È importante infatti non solo rafforzare il CIACE ma anche il ruolo del Parlamento e, al riguardo, registra che di un accordo interistituzionale concernente la trasmissione dei progetti di atti comunitari al Parlamento già si parlava un anno fa. Le stesse modalità di invio non sembrano ad oggi funzionare al meglio e da ciò consegue una serie di difficoltà conoscitive per i parlamentari.
Considera molto interessante l'esperienza britannica circa le funzioni del Parlamento nella fase ascendente, che registra un ruolo molto forte proprio della Commissione che si occupa degli affari europei.
Si riserva di presentare alcuni emendamenti volti a modificare la legge n. 11 del 2005, in modo da rafforzare il ruolo del Parlamento nella fase ascendente.
Con riguardo alla relazione del Governo sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, osserva che l'esame odierno risente della sfasatura temporale, dovuta al fatto che tale relazione è stata trasmessa all'inizio dell'anno. Registra con rammarico l'inversione di tendenza che si è registrata rispetto all'elaborazione dei trattati di riforma dell'Unione europea. Infatti, se il Trattato costituzionale era stato elaborato dalla Convenzione in cui, sia pure in modo a suo avviso insufficiente, erano rappresentati anche i Parlamenti, adesso per la elaborazione dei Trattati di riforma si è tornati ad una dimensione integralmente intergovernativa. Si tratta di un metodo non positivo in quanto restringe le possibilità di partecipazione democratica su questioni che, sostanzialmente, assumono un rango costituzionale. Ciò è tanto più vero nel momento in cui i trattati di riforma comunitarizzano questioni che attengono ai diritti individuali.
Sulla politica di vicinato osserva che esiste un problema di riequilibrio complessivo, dal momento che tale politica è ad oggi rivolta in modo insufficiente verso il sud. Richiama in particolare l'attenzione sul problema del Medio Oriente che deve diventare una questione nevralgica anche per le politiche europee. Richiama altresì la questione sull'ipotetico intervento militare in Iran, che deve essere evitato; è invece assolutamente preferibile la strada dei negoziati.
In questo contesto deve essere considerata la prospettiva di allargamento alla Turchia e le politiche dell'Unione europea nei Balcani, con particolare attenzione ai rapporti con la Serbia ed alla questione del Kossovo.
Quanto alla politica di partenariato, essa è spesso caratterizzata da un pregiudizio di carattere ideologico ai danni delle prospettive di sviluppo sostenibile. Analogamente, per la politica dell'immigrazione non si dovranno impoverire i paesi di provenienza promuovendo in modo indiscriminato la cosiddetta immigrazione di qualità.
Auspica quindi che nella risoluzione finale che l'Assemblea sarà chiamata a votare sulla relazione del Governo si tenga conto dei rilievi appena svolti, come pure del tema delle risorse proprie e delle prospettive finanziarie, rispetto a cui il Parlamento dovrebbe individuare soluzioni che consentano di superare l'attuale politica, bizantina e non trasparente.

Rosella OTTONE (Ulivo) sottolinea la necessità di rafforzare il ruolo del Parlamento nella fase ascendente con adeguate modificazioni della legge 11, come pure di rafforzare il ruolo del CIACE. Preannunzia che predisporrà una nota relativa alla strategia di Lisbona ed alle politiche per la famiglia, i cui contenuti auspica possano essere recepiti nella relazione per l'Assemblea e nella risoluzione riferita al Governo.


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Arnold CASSOLA (Verdi) condivide il rafforzamento del ruolo del Parlamento nella fase ascendente ed osserva che la collocazione tuttora molto bassa dell'Italia nella graduatoria relativa alle procedure di infrazione è connessa anche alla scarsa incisività nella fase ascendente. Con riferimento al trattato Euratom osserva che è quanto mai necessario vietare espressamente la possibilità di esportazione di scorie nucleari non solo nei paesi dell'Unione europea ma anche verso i paesi terzi.
Aggiunge che il medesimo trattato consente ancora aiuti di Stato in favore dell'industria nucleare, richiamando l'attenzione sull'iniziativa di alcuni paesi europei al riguardo.
Richiama altresì l'attenzione sulla politica euromediterranea, che può costituire un laboratorio per la produzione di energia in base a risorse rinnovabili. In Marocco e in genere nell'area del Sahara potrebbe essere sperimentata con successo l'energia fotovoltaica. È quanto mai opportuno che l'Italia spinga verso questo settore. Invita conclusivamente a prestare una maggiore attenzione alla dimensione mediterranea.

Renzo TONDO (FI) sottolinea che è sotto gli occhi di tutti come l'Europa continui a stentare sui grandi temi, a partire proprio dal Mediterraneo, con la questione di Cipro, come pure nel Kossovo. Ritiene che nel complesso il disegno di legge comunitaria non presenti particolari problemi e che la questione in generale attenga all'esigenza di dare un messaggio più efficace e positivo ai cittadini sull'Europa. Invia a considerare temi più qualificanti per il seguito dell'esame sulla relazione del Governo concernente la partecipazione dell'Italia all'Unione europea. Ribadisce conclusivamente la propria disponibilità ad un positivo svolgimento del dibattito sui provvedimenti all'ordine del giorno.

Franca BIMBI, presidente e relatore sul disegno di legge comunitaria 2007, osserva che i rilievi svolti nel corso del dibattito potranno utilmente orientare le modalità di organizzazione ed il ruolo stesso della XIV Commissione. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.20.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Franca BIMBI.

La seduta comincia alle 10.20.

Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva 2004/25/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, concernente le offerte pubbliche di acquisto.
Atto n. 162.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 18 ottobre 2007.

Rosella OTTONE (Ulivo), relatore, richiama i contenuti della relazione da lei svolta nella seduta del 18 ottobre su un tema che è assai complesso, ma rispetto al quale non risultano elementi di contrasto con la normativa comunitaria. Propone pertanto di esprimere parere favorevole.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

Schema di decreto legislativo concernente ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale.
Atto n. 168.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine


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del giorno,rinviato nella seduta del 18 ottobre 2007.

Arnold CASSOLA (Verdi) relatore, propone di esprimere parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1).

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva 2002/15/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2002, concernente l'organizzazione dell'orario di lavoro delle persone che effettuano operazioni mobili di autotrasporto.
Atto n. 169.
(Esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno.

Giovanni CUPERLO (Ulivo), relatore, osserva che il provvedimento in esame è stato predisposto in attuazione dell'articolo 1 della L. 77 del 2007, che delega il Governo ad adottare, entro il termine del 30 settembre 2007, i decreti legislativi per il recepimento di una serie di direttive, tra cui la direttive 2002/15/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2002, concernente l'organizzazione dell'orario di lavoro delle persone che effettuano operazioni mobili di autotrasporto.
Tuttavia, sulla base di quanto disposto dal comma 2 del citato articolo 1 della legge n. 77 del 2007 - che a sua volta prevede che i decreti legislativi siano adottati con le procedure previste dall'articolo 1 della legge n. 62 del 2005 (legge comunitaria per il 2004) - poiché il termine per l'espressione del parere parlamentare sullo schema di decreto in esame scade successivamente ai trenta giorni che precedono la scadenza del termine per l'esercizio della delega (come detto, 30 settembre 2007), tale ultimo termine risulta prorogato di 90 giorni (quindi sino al 29 dicembre 2007).
Lo schema di decreto delegato, come evidenziato dall'articolo 1, è volto a disciplinare in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale l'organizzazione dell'orario di lavoro delle persone che effettuano operazioni mobili di autotrasporto, al fine di proteggere la salute e garantire la sicurezza di tali lavoratori e di migliorare la sicurezza stradale.
Il successivo articolo 2, in attuazione dell'articolo 2, paragrafo 1, della direttiva 2002/15/CE, dispone l'applicabilità dello schema in esame ai soli lavoratori dipendenti di imprese stabilite in uno Stato membro dell'Unione europea.
Il regolamento comunitario ora richiamato modifica e aggiorna le norme sui tempi di guida e di riposo dei conducenti, innovando la previdente normativa in materia di regole sociali per gli operatori del trasporto su strada.
La nuova normativa, che uniforma le singole legislazioni degli Stati membri e contribuisce al miglioramento della sicurezza stradale e delle condizioni di lavoro, si applica al trasporto su strada sia di merci, effettuato da veicoli di massa massima ammissibile, compresi eventuali rimorchi o semirimorchi, superiore a 3,5 tonnellate, sia di passeggeri.
L'articolo 2 dispone altresì, in linea con le disposizioni di cui all'articolo 2, paragrafo 1, della richiamata direttiva 2002/15/CEE, l'esclusione degli autotrasportatori autonomi dal campo di applicazione della disciplina in esame sino al 23 marzo 2009, salvo diverse disposizioni nazionali o comunitarie.
L'articolo 3 contiene le definizioni utili ai fini dell'articolato, tra cui quelle di orario di lavoro, tempi di disponibilità, posto di lavoro, lavoratore mobile, autotrasportatore autonomo e tempi di inattività.
Con riferimento all'orario di lavoro settimanale, l'articolo 4 prevede che la durata media della settimana lavorativa non deve superare le 48 ore e che la


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durata massima della settimana lavorativa può essere estesa a 60 ore se la media di 48 ore settimanali non viene superata nell'arco di quattro mesi.
Per quanto riguarda i riposi intermedi, l'articolo 5 dispone il divieto per i soggetti in questione di lavorare oltre 6 ore consecutive senza un riposo intermedio. Inoltre, l'orario di lavoro deve essere interrotto da riposi intermedi di almeno 30 minuti se il totale delle ore di lavoro è compreso fra 6 e 9 ore, di almeno 45 minuti se supera le 9 ore.
L'articolo 6 prevede che gli apprendisti sono soggetti, per quanto riguarda i periodi di riposo, alle stesse disposizioni di cui beneficiano gli altri lavoratori mobili.
L'articolo 7 invece dispone che, nel caso sia svolto il lavoro notturno, la durata quotidiana del lavoro giornaliero non possa essere superiore a 10 ore per ciascun periodo di 24 ore.
L'articolo 8 stabilisce che i lavoratori mobili devono ricevere apposita informazione relativamente alla disciplina normativa e pattizia del proprio orario di lavoro e prevede l'istituzione da parte dei datori di lavoro di appositi registri in cui deve essere riportato l'orario di lavoro delle persone che effettuano operazioni mobili di autotrasporto.
I successivi articoli individuano specifiche sanzioni per la violazione delle prescrizioni del provvedimento (articolo 9) e le disposizioni finali e transitorie (articolo 10).
Poiché non emergono aspetti di criticità del provvedimento in ordine alla compatibilità con l'ordinamento comunitario, preannuncia la presentazione di una proposta di parere favorevole con le osservazioni sviluppate in relazione all'articolo 3, all'articolo 4, comma 2, ed all'articolo 6.

Arnold CASSOLA (Verdi) chiede se 45 minuti di riposo per ogni 9 ore di guida siano sufficienti.

Renzo TONDO (FI) sottolinea che il provvedimento in esame è volto in particolare a tutelare i terzi per quanto riguarda la sicurezza stradale. Non ritiene peraltro che sia condivisibile la disparità di trattamento tra autotrasportatori che svolgano attività di lavoro dipendente ed autotrasportatori che svolgano attività di lavoro autonomo, non interessati dal provvedimento. Occorre inoltre evidenziare che la sicurezza stradale è data anche dalla qualità dei mezzi utilizzati, su cui non sempre sono effettuati adeguati controlli.

Giovanni CUPERLO (Ulivo), relatore, sottolinea che la disposizione sul tempo di riposo costituisce una diretta conseguenza della normativa comunitaria e che non vi è in alcun modo un obbligo di guida per nove ore consecutive. Lo schema di decreto legislativo, in attuazione della normativa comunitaria, prevede che la disciplina per gli autonomi scatterà a decorrere dal marzo 2009, per cui vi è una differenza nei tempi di applicazione ma il problema è comunque affrontato.

Arnold CASSOLA (Verdi) chiede se il provvedimento si applichi anche ai trasportatori provenienti da stati terzi.

Franca BIMBI, presidente, rileva che il provvedimento si applica esclusivamente agli autotrasportatori appartenenti a stati membri dell'Unione europea.

Giovanni CUPERLO (Ulivo), relatore, sottolinea che l'articolo 2 dello schema in esame ne chiarisce l'ambito di applicazione. Alla luce del dibattito svoltosi, propone di esprimere parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 2).

La Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni del relatore.

La seduta termina alle 10.45.

ATTI COMUNITARI

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Franca BIMBI.

La seduta comincia alle 10.45.


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Proposta di regolamento del Consiglio relativo all'organizzazione del mercato vitivinicolo e recante modifica di alcuni regolamenti.
COM(2007)372 def.
(Parere alla XIII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame della proposta di regolamento all'ordine del giorno.

Rosella OTTONE (Ulivo), relatore, illustra i contenuti del provvedimento. Illustra quindi uno schema di parere e propone di esprimere parere favorevole (vedi allegato 3).

Franca BIMBI, presidente, rileva che la proposta di parere è volta a difendere la qualità dei vini europei.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 10.55.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Franca BIMBI.

La seduta comincia alle 14.35.

Indagine conoscitiva su Italia e Unione europea dopo la legge n. 11 del 2005: bilanci e prospettive.

Seguito dell'audizione del Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee, Emma Bonino.
(Seguito dello svolgimento e conclusione).

Franca BIMBI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche con la trasmissione televisiva attraverso il canale satellitare della Camera dei deputati.

Intervengono per porre domande e richieste di chiarimento i deputati Sandro GOZI (Ulivo), Angelo PICANO (Pop-Udeur), Rosella OTTONE (Ulivo) e Franca BIMBI, presidente.

Interviene quindi, fornendo precisazioni, Emma BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee.

Dopo ulteriori richieste di chiarimento dei deputati Angelo PICANO (Pop-Udeur), Antonello FALOMI (RC-SE) e Franca BIMBI, presidente alle quali risponde il ministro Emma BONINO, Franca BIMBI, presidente, ringrazia gli intervenuti e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.15.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 24 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Franca BIMBI.

La seduta comincia alle 15.15.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2006.
C. 3169 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2007.
C. 3170 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.


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Angelo PICANO (Pop-Udeur), relatore, evidenzia che, per quanto riguarda i profili di interesse della XIV Commissione, nell'allegato n. 3 al conto consuntivo del Ministero dell'economia e delle finanze sono esposti i flussi finanziari tra Italia e Unione europea per il 2006.
Per quanto riguarda invece i dati relativi al Dipartimento per le politiche comunitarie questi non sono contenuti nel Rendiconto dello Stato, bensì nell'autonomo decreto del Presidente del Consiglio che annualmente approva il conto consuntivo ed il rendiconto della Presidenza del Consiglio, in relazione all'autonomia finanziaria riconosciuta a tale organo dal decreto legislativo n. 303 del 1999.
A tale proposito ricorda che il sistema di finanziamento dell'Unione, previsto dall'articolo 269 del Trattato CE, stabilisce che il bilancio generale dell'Unione Europea sia integralmente finanziato dalle cosiddette «risorse proprie», ossia dai mezzi finanziari conferiti da ciascuno Stato membro per garantire il funzionamento dell'amministrazione comunitaria e la realizzazione delle relative politiche.
Tali risorse, attualmente disciplinate dalla decisione del Consiglio 2007/436/CE del 7 giugno 2007, sono costituite da: risorse proprie tradizionali (R.P.T.); dalla risorsa I.V.A., costituita da un contributo a carico di ciascuno stato membro calcolato applicando un'aliquota uniforme all'imponibile nazionale dell'IVA; dalla risorsa R.N.L. (Reddito nazionale lordo), definita «risorsa complementare» in quanto finalizzata a finanziare le spese di bilancio non coperte dalle R.P.T. e dalla Risorsa IVA, che consiste in un contributo degli Stati membri commisurato alle quote parte dei RNL nazionali sul RNL comunitario.
La risorsa I.V.A. e la risorsa R.N.L. rappresentano attualmente la maggior parte delle risorse del bilancio UE. Sono gli Stati membri ad accertare e versare quanto dovuto, mentre il controllo è effettuato principalmente da organismi comunitari (Commissione e Corte dei Conti europea).
Nel nostro Paese alla suddetta decisione n. 2000/597/CE è stata data esecuzione con l'articolo 77 della legge finanziaria per il 2002.
Si ricorda che il sistema di risorse proprie in vigore dal 1o gennaio 2002 è caratterizzato dai seguenti aspetti: mantenimento del massimale delle risorse proprie all'1,27 per cento del prodotto interno lordo (PNL) europeo; spese di riscossione delle risorse proprie tradizionali fissate al 25 per cento; aliquota massima di prelievo IVA fissata allo 0,75 per cento nel periodo 2002-2003 e allo 0,50 per cento a partire dal 2004.
Dall'esposizione dei flussi finanziari con l'Unione europea allegata al Rendiconto risulta che nelle previsioni definitive di bilancio dell'UE per il 2006 la quota di contribuzione italiana all'UE relativa alle risorse proprie è di 13.213 milioni di euro, pari al 13,08 per cento del totale della contribuzione a livello UE.
I versamenti realmente effettuati dal Ministero dell'economia e delle finanze risultano superiori alle previsioni definitive (13.950 milioni di Euro, con un incremento del 5,58 per cento), in ragione principalmente del gettito effettivo delle R.P.T., dei conguagli e rimborsi relativi agli anni precedenti su I.V.A., ed all'adozione di bilanci rettificativi che hanno modificato la quota di Risorsa R.N.L. da corrispondere all'UE.
La contribuzione italiana è costituita ora per la maggior parte (67,8 per cento, pari a 9.457,956 milioni di euro), dalla risorsa complementare (RNL), per il 20,85 per cento dall'IVA (2.909,063 milioni di euro) e per il restante 11,35 per cento (1.583,188 milioni di euro) dalle risorse proprie tradizionali.
I versamenti effettivi al bilancio UE del 2006 (pari a 13.950,208 milioni di euro), a raffronto con quelli del 2005, che erano stati pari a 14.130,220 milioni di euro, evidenziano un decremento dell'1,27 per cento, pari a 180,012 milioni di euro.
Per quanto riguarda invece la contribuzione dell'Unione europea in favore dell'Italia, essa consegue alle politiche comuni di sviluppo poste in essere dall'Unione in


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vari settori e si realizza concretamente con gli Strumenti finanziari costituiti dai Fondi strutturali e dal FEOGA-Garanzia. Attraverso di essi l'Unione destina ingenti risorse a favore degli Stati membri.
I principali strumenti finanziari sono: Fondo europeo di orientamento e garanzia agricolo (FEOGA); Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR); Fondo sociale europeo (FSE); Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP); Fondo di coesione (istituito dall'articolo 161 del Trattato CE).
Per quanto attiene alle altre politiche socio-strutturali, il periodo di programmazione 2000-2006 (in base al Regolamento n. 1260/1999), ha previsto il finanziamento di tre obiettivi prioritari di sviluppo: obiettivo 1, per la promozione, lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo; obiettivo 2, per la riconversione economica e sociale delle zone con problemi strutturali; obiettivo 3: per l'adattamento e l'ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione.
Rileva che l'esercizio finanziario 2006 è stato l'ultimo anno di operatività del FEOGA. Dal 1o gennaio 2007, ai sensi del Regolamento (CE) n. 1290/2005 del Consiglio del 21 giugno 2005, il FEOGA è stato sostituito da due distinti fondi: il Fondo europeo agricolo di garanzia - FEAGA, destinato a finanziare le misure di mercato, ed il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale - FEASR, per il finanziamento dei programmi di sviluppo rurale.
Nell'esercizio 2006 sono stati accreditati all'Italia contributi per 10.047, 584 milioni di euro, con un aumento del 1,50 per cento rispetto al precedente anno 2005, pari a 148,224 milioni di euro.
Per quanto riguarda in particolare i fondi strutturali, i dati del rendiconto evidenziano anche la ripartizione delle somme accreditate dall'UE all'Italia, disaggregate in relazione ai singoli Obiettivi dei Fondi stessi, corrisposte sia in base alla programmazione 1994-1999 sia in base ai finanziamenti previsti nella programmazione 2000-2006.
In particolare, dai dati risulta che nel 2006 l'Unione europea ha accreditato all'Italia per interventi localizzati nelle regioni del Mezzogiorno (Obiettivo 1), complessivamente 3.379,99 milioni di euro.
Di questi, 3.350,20 milioni di euro sono relativi alla programmazione 2000-2006 e sono stati così ripartiti: FESR: 2.346,948 milioni (le principali erogazioni sono state: il 28,18 per cento in favore del Piano operativo trasporti, il 17,54 per cento alla regione Campania, il 10,85 per cento alla regione Calabria ed il 10,21 per cento alla regione Sicilia); FSE: 436,133 milioni (le principali erogazioni sono state: il 26,70 per cento alla regione Campania, il 17,31 per cento alla regione Puglia, il 17,79 per cento al Programma operativo ricerca, sviluppo ed alta formazione ed il 14,91 per cento al Programma operativo scuola per lo sviluppo); FEOGA-Orientamento: 513,515milioni (le maggiori erogazioni sono state alla Sicilia con il 23,36 per cento ed alla Campania, con il 22,17 per cento); SFOP: 53,599 milioni.
Per quanto riguarda l'Obiettivo 2, che favorisce le Regioni colpite da declino industriale, le somme complessivamente erogate dal FESR all'Italia nel 2006 sono state pari a 469,065 milioni di euro, tutti relativi alla programmazione 2000-2006 (di cui il 19,21 per cento alla regione Lazio ed il 17,66 per cento alla regione Piemonte).
Gli Obiettivi 3 e 4, relativi a finanziamenti rivolti al superamento delle problematiche di carattere sociale legate al fenomeno della disoccupazione ed alle difficoltà di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, ha visto accreditate somme nel 2006 pari a 394,534 milioni di euro, di cui la massima parte erogata dal Fondo sociale europeo per la programmazione 2000-2006.
Numerosi elementi circa l'attuazione degli interventi cofinanziati dall'Unione europea si possono ricavare sia dai dati relativi al Fondo di rotazione per le politiche comunitarie, sia dai dati relativi ai


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trasferimenti effettuati dalle Amministrazioni statali, riportati entrambi nella Tabella dei flussi finanziari Italia-UE, allegata al Rendiconto generale dello Stato.
Nell'ambito del Conto consuntivo del Ministero del Tesoro per l'anno finanziario 2006, sono infatti riportate le erogazioni effettuate dal Fondo di rotazione per le politiche comunitarie, istituito dall'articolo 5 della legge n. 183/1987. Si tratta di un Fondo che dà un quadro complessivo degli interventi cofinanziati dall'UE: ad esso infatti affluiscono disponibilità provenienti sia dal bilancio comunitario che quelle provenienti dal bilancio nazionale, è dotato di amministrazione autonoma e di gestione fuori bilancio e si avvale di due conti correnti infruttiferi presso la Tesoreria centrale dello Stato.
Nell'anno 2006 ai conti correnti indicati sono affluite le seguenti risorse: conto corrente n. 23211 (finanziamenti UE): 4.586,63 milioni di euro; conto corrente n. 23209 (finanziamenti nazionali): 4.051,14 milioni di euro.
Le somme affluite nell'anno al Conto dei finanziamenti nazionali sono quasi interamente costituiti da accrediti da parte del bilancio dello Stato, ed al Conto finanziamenti UE.
A fronte di queste risorse, peraltro integrate dalle giacenze risultanti all'inizio dell'esercizio, sono state effettuate nel 2006 erogazioni da parte del Fondo di rotazione per finanziare interventi, sia a valere sulla quota nazionale (per 4.855,28 milioni di euro), che su quella comunitaria.
Per quanto riguarda le erogazioni effettuate dalle singole Amministrazioni statali, a carico degli stanziamenti dei propri stati di previsione, anche questi dati vengono riportati nella tabella allegata al Rendiconto.
Con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 maggio 2007 è stato approvato il Conto finanziario della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l'anno 2006. Le previsioni finali di spesa relative all'anno 2006 relativamente al Dipartimento per le politiche comunitarie ammontano a 4,919 milioni di euro, di cui 4,917 milioni riguardano le spese correnti.
Dalla Relazione al conto finanziario 2006 risulta che i complessivi 2,993 milioni di euro relativi ad impegni assunti nel medesimo anno dal Dipartimento per le politiche comunitarie sono comprensivi dell'importo di 268,4 milioni di euro per progetti cofinanziati dall'Unione Europea.
Una quota di risorse finanziarie - pari a 0,373 milioni di euro - è stata poi impegnata nel programma di comunicazione istituzionale sui temi europei, con particolare riguardo per la progettazione della campagna sul 50o anniversario dei Trattati di Roma e sul 20o anniversario dell'istituzione del Dipartimento per le politiche comunitarie.
Ulteriori impegni contabili per circa 0,776 milioni di euro sono poi riferibili alla Struttura di missione che opera a supporto delle attività proprie delle rappresentanze italiane negli organismi istituzionali dell'UE.
Il disegno di legge di assestamento 2007, che non apporta alcuna modifica allo stanziamento complessivo a carico del Fondo di rotazione per le politiche comunitarie, inizialmente previsto per il medesimo anno. Pertanto le previsioni assestate, pari a 4.254 milioni di euro di spesa, risultano essere invariate rispetto alle previsioni iniziali di bilancio 2007.
A fini di completezza, richiama brevemente l'assetto organizzativo che ha assunto la struttura operativa del Ministro per le politiche europee, il Dipartimento per le politiche comunitarie che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In seguito all'approvazione del decreto legislativo30 luglio 1999, n. 303 è stata attribuita un'ampia autonomia finanziaria ed organizzativa alla Presidenza del Consiglio. La struttura dei bilanci e la disciplina della gestione delle spese, in coerenza con i principi generali della contabilità pubblica e tenendo conto delle specifiche esigenze della Presidenza, sono demandati all'emanazione di appositi decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 dicembre 2002 è stata


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definita la disciplina dell'autonomia finanziaria e contabile della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Per quanto riguarda l'anno 2006, il bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio è stato approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 dicembre 2006. La nota preliminare al bilancio di previsione 2007 evidenzia che al Centro di responsabilità del Dipartimento per le politiche comunitarie (CR 4) sono destinati fondi per 3,448 milioni di euro.
Formula quindi una proposta di relazioni favorevoli (vedi allegato 4).

Nessuno chiedendo d'intervenire, la Commissione approva la proposta del relatore.

La seduta termina alle 15.35.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante modifica al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, al fine di recepire la direttiva 2005/33/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 luglio 2005, che modifica la direttiva 99/32/CE in relazione al tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo, nonché di altri combustibili liquidi.
Atto n. 145.

SEDE CONSULTIVA

Disposizioni per la disciplina del settore televisivo nella fase di transizione alla tecnologia digitale.
Nuovo testo C. 1825 Governo.

Partecipazione italiana alla ricostituzione delle risorse di Fondi e Banche internazionali.
Nuovo testo C. 2936 Governo, approvato dal Senato.

INTERROGAZIONI

5-01565 Pini: Procedure di infrazione nei confronti dell'Italia.