VII Commissione - Resoconto di giovedì 25 ottobre 2007


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SEDE REFERENTE

Giovedì 25 ottobre 2007. - Presidenza della vicepresidente Alba SASSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca Nando Dalla Chiesa.

La seduta comincia alle 9.

Norme in materia di soppressione dell'accesso programmato ai corsi universitari.
C. 1619 Giuditta, C. 1637 Mazzoni, C. 1674 De Simone, C. 1737 Tessitore e C. 3061 Amoruso.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, il 17 ottobre 2007.

Manuela GHIZZONI (Ulivo) sottolinea che alcune delle proposte di legge in esame risalgono all'estate del 2006 e si caratterizzano per considerare l'accesso programmato alle università, attraverso il sistema dei quiz, come una strozzatura delle modalità di ingresso degli studenti ai corsi universitari. Il sistema dell'accesso programmato ha prodotto poi talune storture tra le quali l'iscrizione a corsi collaterali definiti «incubatori» per i candidati che


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non sono riusciti a superare il test per il corso scelto. Ritiene peraltro che fare l'esame in un corso, uguale per denominazione ma non per contenuti a quello del corso di laurea in cui non si è riusciti a superare il test, non consenta di acquisire le medesime competenze. Condivide per questo motivo il fondamento della proposta di legge Tessitore, che ha sottoscritto.
Rileva che occorre considerare in prospettiva di riforma anche l'aspetto relativo all'orientamento degli studenti nella scelta del corso di laurea da preferire in relazione alle proprie attitudini. Ricorda infatti che alcune università risultano in questo campo essere più attive rispetto ad altre, svolgendo già nel periodo conclusivo del ciclo scolastico secondario superiore incontri con gli studenti, proprio allo scopo di dare loro le indicazioni necessarie sui contenuti dei corsi organizzati dagli atenei. Osserva ad ogni modo che si tratta di una attività non organizzata che meriterebbe, al contrario, una disciplina organica coordinata tra i ministeri della pubblica istruzione e dell'università e della ricerca, proprio allo scopo di consentire agli studenti di accedere ai corsi universitari con una adeguata conoscenza delle proprie capacità.
Aggiunge che non sempre il numero programmato dei posti assegnati al primo anno del corso di laurea risponde ad effettive esigenze del mondo del lavoro. È accaduto per esempio che alcune facoltà abbiano fissato un numero di ingressi al primo anno in relazione non tanto alle esigenze indicate, quanto al tipo di strutture esistenti. Il cosiddetto sistema di «canalizzazione» poi - cioè il predeterminare i corsi di laurea cui si può accedere con un determinato titolo di istruzione secondaria superiore - non risulta completamente condivisibile; spesso infatti la scelta di un istituto superiore rispetto ad un altro è legata ad esigenze specifiche e contingenti, che nulla hanno a che fare con le attitudini dell'allievo.
Considera quindi necessario procedere agli approfondimenti relativi alle proposte di legge in esame, anche attraverso lo svolgimento di audizioni informali di rappresentanti del mondo dell'università e di quello del lavoro, in modo tale da verificare, oltre ai profili indicati, anche le problematiche relative all'inserimento dei giovani laureati nel mondo del lavoro. Ritiene infine che bisognerebbe strutturare test di orientamento da parte delle università che non precludano l'accesso ma che indirizzino gli studenti ai corsi di laurea a loro più idonei, individuando le eventuali lacune formative da compensare con uno studio aggiuntivo.

Alba SASSO, presidente, osserva che la proposta di legge Tessitore era già stata presentata nella scorsa legislatura presso l'altro ramo del Parlamento per superare le problematiche relative all'accesso programmato. Rileva che il metodo cosiddetto a quiz è proliferato negli ultimi tempi anche in quelle facoltà in cui non c'era un'effettiva esigenza di selezione in tal senso, creando le disfunzioni a tutti note. Sottolinea che uno dei limiti principali di questo metodo è stato quello di non essere individuato secondo una programmazione complessiva delle iscrizioni tra tutti i corsi di laurea, ma in modo del tutto privo di coordinamento. È risultato così che fossero iscritti alla facoltà di scienze delle comunicazioni 45mila studenti e solo 4mila a quella di matematica. Ritiene che si tratti di una grave lacuna, visto che il settore della ricerca scientifica è stato sempre un fiore all'occhiello dell'Italia, tenendo anche conto che la normativa comunitaria ha richiesto agli Stati membri la definizione di un accesso programmato a non oltre 5 aree di materie.
Aggiunge che la terminologia utilizzata comunemente, «quiz», riflette poi in sostanza la vera natura di tali prove: prove assolutamente casuali, senza alcuna attinenza al percorso universitario a cui si riferiscono. Ritiene quindi opportuno approfondire i temi evidenziati, anche verificando l'esperienza esistente in ordinamenti stranieri; si potrebbe ipotizzare per esempio un sistema di orientamento già a partire dal percorso scolastico, tenendo conto di quanto previsto dalla strategia di Lisbona che richiede di promuovere le


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lauree tecnico-scientifiche. Aggiunge, infine, che sarebbe opportuno considerare la valutazione dei punteggi per l'accesso all'università non in relazione al voto finale conseguito dall'allievo al termine della scuola secondaria superiore, ma in riferimento al percorso complessivo compiuto in tutto l'arco dei cinque anni. È necessario, in ogni caso, giungere ad una approvazione della disciplina in esame in modo tale da evitare, già a partire dall'anno venturo, che si ripeta quel mercato dei quiz a cui si è assistito da ultimo.

Fulvio TESSITORE (Ulivo), intervenendo per un chiarimento, invita a collocare la discussione delle proposte di legge in esame nell'ambito del contesto sociale attualmente presente, ricordando ad esempio che rispetto a molti anni fa non esiste più l'impossibilità di accedere ad una determinata facoltà a seconda del liceo frequentato. Ricorda a questo proposito che una volta solo il liceo classico consentiva l'accesso a tutte le facoltà. Auspica peraltro che le proposte di legge vadano effettivamente nella direzione di facilitare un orientamento delle scelte dei giovani, in modo che le stesse siano quanto più aderenti possibili alle loro aspirazioni.
Aggiunge che l'introduzione della normativa in materia di accesso programmata trae origine dalla decisione assunta dalle facoltà di medicina nel corso degli anni Ottanta di restringere il numero dei propri iscritti sulla base di esigenze allora e ancora oggi esistenti. Sottolinea peraltro che tale ultima circostanza non giustifica un'estensione generale del sistema dei test a tutte le facoltà, anche perché l'Unione europea prevede che solamente per alcune professioni occorre definire un percorso di accesso programmato. Solo per completezza, ricorda per esempio che in qualità di rettore si è sempre dichiarato contrario all'introduzione di un sistema ad accesso programmato. Ritiene quindi opportuno scegliere dei modelli che permettono di valutare più nel complesso le potenzialità dei singoli studenti, definendo un sistema di selezione che intervenga dopo che i giovani hanno potuto essere messi alla prova.

Il sottosegretario Nando DALLA CHIESA rileva che le proposte di legge in esame pongono delle questioni di grande interesse, piuttosto complicate; indubbiamente negli ultimi anni vi è stato un eccesso per quel che riguarda il ricorso allo strumento dell'accesso programmato alle università. Al riguardo ricorda che il Ministero dell'università ha già invitato varie università che hanno istituito il test di accesso al di fuori dei vincoli europei, a consentire un accesso libero ai propri corsi. Tale sollecitazione ha portato ad un miglioramento della situazione, con circa settanta università che vi hanno rinunciato, anche se permangono comunque delle difficoltà che devono essere ancora affrontate. Ritiene in particolare che andrebbe sicuramente evitato che tutte le facoltà che non rientrano nei vincoli europei possano prevedere test di accesso, anche se rileva che esiste spesso un problema di carenza delle strutture in relazione al numero degli aspiranti studenti. Tale problema peraltro va risolto innanzitutto attraverso una coerente e completa attività di orientamento svolto da parte del Ministero, attività che dovrebbe avere come obiettivo non solo quello di specificare che lo studio di determinate materie all'università deve essere compatibile con il percorso di studi seguito, ma anche quello di indicare in modo esatto gli sbocchi professionali di ogni singolo corso di laurea.
Sottolinea inoltre che il problema delle poche iscrizioni alle facoltà scientifiche non è un problema solamente italiano poiché appartiene in genere a tutti gli Stati europei. Si tratta di una problematica in ogni caso rilevante che deve essere risolta in quanto è fondamentale al fine del raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona. Non ritiene peraltro che vi sia un problema di costituzionalità discendente dalla previsione di test di accesso alle facoltà, in quanto la Costituzione non esclude che vi possano essere selezioni per


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quel che riguarda i singoli corsi universitari. Il problema è più che altro che tali test spesso non costituiscono un mezzo attraverso il quale è possibile effettivamente verificare l'attitudine dello studente nei confronti di una determinata facoltà, in quanto gli stessi spesso contengono domande che rappresentano una specie di duplicazione dell'esame di maturità già svolto. Considera quindi giusta l'impostazione tendente a valorizzare, al fine dell'accesso alle università, il percorso scolastico seguito, più che il voto finale riportato. Per quanto riguarda poi più specificamente le facoltà di medicina e odontoiatria, segnala che se da una parte corrisponde al vero la circostanza per cui per le facoltà di odontoiatria il numero dei posti è troppo esiguo, dall'altro per quel che riguarda medicina è necessario mantenere il numero chiuso in quanto in tale settore si registrano evidenti difficoltà dal punto di vista della sistemazione lavorativa degli aspiranti medici. Proprio questa professione è connotata infatti da una tale delicatezza di funzioni da richiedere un vaglio molto attento delle capacità dei singoli studenti. Si può naturalmente discutere in merito al metodo di selezione da adottare presso le facoltà di medicina, anche se occorre rilevare che sostituire il test con un esame sul campo potrebbe comportare problemi dal punto di vista della correttezza e della trasparenza, finendo quindi per privilegiare di fatto soggetti che appartengono a famiglie che esercitano la professione da tempo. In conclusione, ritiene che si possa tenere in considerazione la via indicata dalle proposte di legge, anche se occorre fare attenzione ai vincoli posti dall'ordinamento comunitario in materia.

Erminia MAZZONI (UDC), intervenendo in qualità di presentatrice di una delle proposte di legge in esame, rileva che l'accesso programmato alle università è stato previsto negli anni scorsi per far fronte al numero eccessivo di studenti che frequentavano determinate facoltà. Si tratta peraltro di un sistema di selezione che - seppure in qualche modo sollecitato anche da direttive europee - ha finito per tradire le finalità di base alle quali si ispirava; non ha permesso infatti di effettuare una valutazione basata su parametri qualitativi degli studenti, ma esclusivamente quantitativi, portando l'Italia fuori del contesto europeo. Ritiene pertanto opportuno modificare profondamente la stortura attualmente esistente nel sistema, anche al fine di evitare disparità di trattamento tra gli studenti italiani. Non si deve trattare infatti di un intervento a carattere emozionale, volto a tamponare un'emergenza esistente, ma di una riforma ponderata che promuova una maggiore funzionalità delle università.

Vito LI CAUSI (Pop-Udeur), relatore, concorda con le osservazioni del sottosegretario Dalla Chiesa sulla possibilità che la sostituzione del test non deve comunque portare a problemi dal punto di vista della trasparenza e della correttezza dello svolgimento della selezione. Ritiene peraltro non più rinviabile un intervento preciso sulla materia, al fine di individuare soluzioni che possano effettivamente definire una selezione basata su criteri qualitativi e che tengono in considerazione complessivamente la preparazione degli studenti. Ritiene che i necessari approfondimenti emersi nel corso dell'esame potrebbero essere realizzati attraverso lo svolgimento di audizioni informali nell'ambito di un Comitato ristretto.

Nicola BONO (AN) non condivide la proposta di istituire un Comitato ristretto, in considerazione del fatto che non sono stati approfonditi alcuni aspetti nel corso dell'esame preliminare relativi per esempio alla disciplina vigente in ordinamenti stranieri in ordine all'accesso programmato all'università. Riterrebbe opportuno in questo senso acquisire dagli uffici una documentazione al riguardo.

Emerenzio BARBIERI (UDC), associandosi alle considerazioni del collega Bono, ritiene opportuno svolgere gli approfondimenti indicati e rinviare la costituzione di


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un Comitato ristretto ad un momento successivo.

Alba SASSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Abrogazione dell'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia.
C. 28-522-1620-B, approvato, in un testo unificato, dalla VII Commissione della Camera e modificato dalla 7a Commissione del Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato da ultimo il 10 ottobre 2007.

Alba SASSO, presidente, avverte che la Commissione affari costituzionali e la Commissione affari sociali hanno espresso parere favorevole sul provvedimento in esame.
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.

ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 25 ottobre 2007. - Presidenza della vicepresidente Alba SASSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'università e la ricerca Nando Dalla Chiesa.

La seduta comincia alle 10.

Schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2007.
Atto n. 176.

(Esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema all'ordine del giorno.

Americo PORFIDIA (IdV), relatore, ricorda che il ministro dell'università e della ricerca, in data 10 ottobre 2007, ha trasmesso alle Camere lo schema di decreto per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e gli istituti di ricerca per l'anno 2007, iscritto sul capitolo 7236, u.p.b. 3.2.3.4 sulla ricerca scientifica, dello stato di previsione del Ministero dell'università e ricerca. Le Commissioni parlamentari competenti per materia sono quindi chiamate ad esprimere il parere previsto dall'articolo 7, comma 2, del decreto legislativo n. 204 del 1998. Evidenzia che il decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204, che ha tra i suoi fini anche il coordinamento dei flussi finanziari destinati alla ricerca, ha raccolto all'articolo 7 in un unico fondo - denominato Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca finanziati dal Ministero dell'università e della ricerca scientifica, ora Ministero dell'università e ricerca - gli stanziamenti a favore di singoli enti - quali il Consiglio nazionale delle ricerche (C.N.R.), l'Agenzia spaziale italiana (A.S.I.), l'Osservatorio geofisico sperimentale di Trieste, l'Istituto nazionale per la fisica della materia (I.N.F.M.) - disposti in tempi diversi da numerose leggi, oltre a quelli (relativi ad enti di ricerca di minori dimensioni) che erano stati già confluiti in unico capitolo ai sensi dell'articolo 1, commi 40-44, della legge n. 549 del 1995. Analogamente a quanto già previsto da questa ultima norma, l'ammontare del Fondo è determinato in tabella C della legge finanziaria e ripartito tra gli enti interessati con uno o più decreti ministeriali, emanati previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, comprensivo di indicazioni per i due anni successivi. Nelle more del perfezionamento dei decreti di riparto, il Ministero è comunque autorizzato ad erogare agli enti degli acconti, calcolati sulla base delle previsioni contenute negli schemi dei medesimi decreti e degli importi assegnati nell'anno precedente.
Sottolinea quindi che il riparto deve essere effettuato sulla base dei programmi pluriennali degli enti di ricerca, a loro volta elaborati in coerenza con il Programma


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nazionale per la ricerca (PNR), introdotto dallo stesso decreto legislativo n. 204 del 1998. Lo stanziamento in oggetto reca per il 2007 una somma complessiva di 1.675,5 milioni di euro. L'importo effettivamente disponibile per i contributi agli enti è di 1.660,4 milioni di euro: ciò in relazione agli accantonamenti disposti a favore della Società Sincrotrone di Trieste e dell'Università degli studi di Firenze in chiusura delle competenze dovute per il 2006 per il funzionamento dell'istituto papirologico «G. Vitelli». Ricorda inoltre che la somma prevista dalla tabella C della legge finanziaria 2007 era di 1.767,6 milioni di euro: su tale importo è stato poi operato l'accantonamento previsto dall'articolo 1, comma 507, della medesima legge (204,8 milioni di euro) ed in seguito il parziale disaccantonamento (112,7 milioni) disposto dall'articolo 7, comma 2, del decreto-legge n. 81 del 2007.
Evidenzia quindi che l'articolo 1 contiene la ripartizione del Fondo ordinario tra i vari enti di ricerca. Rispetto allo scorso anno la dotazione da ripartire tra gli enti (1.660,4 milioni di euro) è aumentata di 42,6 milioni, cioé 2,6 per cento; tuttavia ricorda che alcune somme sono destinate a singoli progetti sulla base di norme di legge o appositi accordi. Secondo quanto specifica la relazione governativa, in applicazione dei criteri enunciati lo scorso anno, ai sensi dell'articolo 8 del decreto ministeriale 28 novembre 2006 la cifra base assegnata ai singoli enti è stata inizialmente rappresentata dal 95 per cento del contributo per il 2006, con l'eccezione Centro per gli studi dell'alto medioevo, al netto dei contributi straordinari specificati nel citato articolo 8 del decreto ministeriale relativo al 2006; tale cifra è stata poi portata al 100 per cento dello stanziamento 2006. Aggiunge che ad integrazione di questa somma sono stati erogati a favore di alcuni enti, contributi straordinari, legati a specifiche iniziative o a previsioni di legge, per un importo di circa 21,7 milioni di euro, questi ultimi, come previsto anche lo scorso anno, non entreranno a far parte della base di calcolo per lo stanziamento minimo per i due anni successivi. La relazione governativa specifica inoltre che per l'attribuzione dell'ulteriore importo da ripartire - computato in 40,7 milioni di euro -, sono stati seguiti i criteri seguenti: 20 milioni di euro sono stati suddivisi in percentuale secondo parametri di valutazione dell'attività di ricerca tenendo conto delle valutazioni espresse dal CIVR - Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca - e di parametri connessi alla partecipazione degli enti stessi al VI Programma quadro della ricerca scientifica; 10 milioni di euro in proporzione a quanto erogato nel 2006; 10,7 milioni di euro tenendo conto delle esigenze di alcuni enti, tra cui l'Istituto nazionale di Astrofisica, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l'Istituto nazionale di ricerca metrologica come specificate dai piani triennali 2007-2009.
Rileva quindi che l'articolo 2 accantona 1,1 milioni di euro per l'Università degli studi di Firenze in chiusura delle competenze dovute per il 2006 per il funzionamento dell'Istituto papirologico «G. Vitelli» trasferito all'ateneo, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 ottobre 2004, ai sensi dell'articolo 23 decreto legislativo n. 127 del 2003, recante riordino del CNR. Sottolinea che tale assegnazione è disposta in esito ad un accordo relativo all'esercizio finanziario 2006, stipulato tra le due direzioni generali - competenti per la ricerca e per l'università - del ministero dell'università e ricerca in data 21 dicembre 2006; 14 milioni di euro per le esigenze della Società Sincrotrone di Trieste ai sensi dell'articolo 2, comma 2, del decreto-legge n. 7 del 2005. Ricorda quindi che l'articolo 3 stabilisce che l'assegnazione a favore del CNR comprende il finanziamento di programmi specializzati già approvati dal C.I.P.E.; lo stanziamento di 2.6 milioni di euro a favore dell'Istituto di biologia cellulare per attività internazionale afferente all'area di Monterotondo, come previsto dalla legge di bilancio per il 2007; le spese per la gestione italiana della presidenza Eureka; un contributo di 5 milioni di euro, per la partecipazione italiana ai programmi internazionali Iter e Broader


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approach, rispettivamente per l'importo di 4 milioni e di 1 milione di euro; 0,3 milioni di euro per l'avvio di uno studio sulle problematiche ambientali dell'isola di Pianosa.
Sottolinea quindi che gli articoli da 4 a 7 del provvedimento in esame specificano che i contributi assegnati ad alcuni istituti includono stanziamenti destinati a progetti specifici. In particolare, l'articolo 4 che prevede l'assegnazione a favore dell'I.N.F.N. comprende 3 milioni di euro per la partecipazione italiana ai programmi internazionali per la produzione di energia da fusione, con la realizzazione della macchina Iter e partecipazione alle Broader approach, rispettivamente per l'importo di un milione e di due milioni; l'articolo 5 stabilisce l'assegnazione favore dell'I.N.G.V (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) di 10 milioni di euro quale contributo straordinario, per il Programma nazionale di ricerca in Antartide, affidato al consorzio; l'articolo 6 prevede invece l'assegnazione all'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (O.G.S.) - come già avvenuto nel 2006 - di 1,7 milioni di euro per la manutenzione della nave oceanografica Explora; il successivo articolo 7 stabilisce invece l'assegnazione alla Stazione zoologica «Anton Dohrn» di 1 milione di euro per la partecipazione al consorzio internazionale Biogem. Ricorda ancora che l'articolo 8, come negli anni precedenti, detta disposizioni relative ai bilanci di previsione dei singoli enti, stabilendo che per il 2008 e 2009 questi ultimi, con l'eccezione del Centro studi sull'alto medioevo di cui all'articolo 9, considerino come riferimento il 95 per cento dello stanziamento per l'anno in corso, con l'esclusione dei contributi per specifici interventi previsti dalle lettere c), d) dell'articolo 3 - e cioè contributi per la partecipazione ai progetti Eureka, Iter e Broader approach - nonché dagli articoli da 4 a 7 recanti contributi a I.N.F.N, I.N.G.V, O.G.S. e Stazione zoologica Anton Dohrn. Fino al 2006 la somma da considerare come riferimento per i due anni successivi era pari al 98 per cento dell'anno in corso; la modifica intervenuta nel 2006 ha aumentato, seppure in maniera contenuta, la discrezionalità del ministero nell'allocazione delle risorse.
Segnala infine che il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 147 del 2007, approvato definitivamente dal Senato il 17 ottobre 2007, reca all'articolo 3, comma 1, una disposizione che interessa il fondo oggetto dello schema di riparto in esame. Si prevede infatti che l'importo di 7,5 milioni di euro, destinato per il 2007 dalla legge n. 296 del 2006, legge finanziaria 2007, al reclutamento di ricercatori degli enti pubblici di ricerca vigilati dal Ministero dell'università e della ricerca sulla base di un piano straordinario da adottare entro il 30 aprile 2007, non essendo stato predisposto il piano in questione, sia assegnato al Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca con la finalità di assicurare comunque l'assunzione di ricercatori. Ritiene infine opportuno che il Governo fornisca chiarimenti relativamente alla mancata assegnazione di fondi all'Istituto nazionale per la montagna.

Fulvio TESSITORE (Ulivo) ritiene opportuno che il Governo fornisca chiarimenti in merito alla somma di 7,5 milioni di euro destinata al reclutamento di ricercatori degli enti pubblici di ricerca vigilati dal Ministero dell'università e della ricerca sulla base di un piano straordinario da adottare entro il 30 aprile 2007.

Alba SASSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.15.

SEDE LEGISLATIVA

Giovedì 25 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA. - Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Andrea Marcucci.

La seduta comincia alle 10.15.


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Disposizioni concernenti la Società italiana degli autori ed editori.
C. 2221 Lusetti.
(Discussione e approvazione).

La Commissione inizia la discussione.

Pietro FOLENA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, ai sensi dell'articolo 65, comma 2 del regolamento. Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito.
Ricorda che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha definito l'organizzazione della discussione del provvedimento, stabilendo altresì il tempo disponibile, ripartito ai sensi dell'articolo 25, comma 3, del Regolamento. La Commissione ha già esaminato in sede referente la proposta di legge in titolo, giungendo all'elaborazione di un nuovo testo, sul quale le Commissioni competenti hanno espresso i prescritti pareri. È stato quindi richiesto il trasferimento alla sede legislativa, deliberato dall'Assemblea nella seduta del 24 ottobre 2007.
Dopo aver dato conto delle sostituzioni comunicate alla Presidenza, propone che, in considerazione dell'urgenza di approvare in tempi brevi il provvedimento in esame, la Commissione, ove nulla osti da parte dei deputati, possa concluderne l'esame nella giornata odierna.

La Commissione concorda.

Pietro FOLENA, presidente, dichiara aperta la discussione sulle linee generali.

Giuseppe GIULIETTI (Ulivo), relatore, evidenzia che il provvedimento in discussione rappresenta lo sforzo congiunto delle varie forze politiche di approvare un testo che possa risolvere questioni importanti dal punto di vista della chiarezza normativa per le funzioni e le attività della SIAE. Ricorda che è stato ampiamente discusso, anche attraverso lo svolgimento di apposite audizioni. Rileva inoltre che è stato inserito nel corso dell'esame un importante articolo 2 relativo alla libera pubblicazione attraverso la rete internet a titolo gratuito di immagini e musiche per uso didattico o scientifico. Ritiene pertanto importante procedere all'approvazione del testo elaborato dalla Commissione in sede referente, che propone di adottare come testo base.

Nicola BONO (AN) esprime, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il giudizio positivo sul provvedimento approvato nel corso dell'esame in sede referente. Rileva in particolare che da una parte si risolvono alcune questioni giuridiche relative all'inquadramento giuridico della SIAE, permettendo l'applicazione alla attività della SIAE delle norme di diritto privato; dall'altra si prevede una norma importante in materia di libera pubblicazione attraverso internet di immagini e musiche a scopo didattico scientifico.

Wladimiro GUADAGNO detto Vladimir Luxuria (RC-SE) esprime un giudizio positivo sulla proposta di legge in esame, come modificata nel corso dell'esame in sede referente, evidenziando in particolare che l'articolo 2 consente la libera circolazione di prodotti editoriali che possono accrescere la possibilità di far circolare la cultura tra gli studenti. Cita quale esempio a tale riguardo la biblioteca di Alessandria d'Egitto che costituisce uno snodo fondamentale di smistamento di cultura nel mondo. Ritiene inoltre che l'articolo 2sia assolutamente in linea con la parte del disegno di legge governativo in materia di editoria che riguarda in particolare la circolazione attraverso appositi blogs di notizie e informazioni di varia natura.

Fabio GARAGNANI (FI) esprime, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il giudizio favorevole sul provvedimento in esame, come modificato in sede referente, segnalando che lo stesso contiene disposizioni importanti al fine di facilitare l'attività della SIAE e di consentire la circolazione di notizie e informazioni


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su internet a scopo scientifico e didattico.

Manuela GHIZZONI (Ulivo) esprime, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, un giudizio favorevole sul lavoro svolto dalla Commissione in sede referente, rilevando in particolare che la proposta di legge contiene due distinti interventi normativi di notevole importanza sia in materia di attività svolta dalla SIAE sia in materia di libera circolazione della cultura.

Americo PORFIDIA (IdV) esprime il proprio voto favorevole in quanto la proposta di legge definisce la natura giuridica della SIAE e contiene importanti disposizioni in materia di usi scientifici ed didattici di immagini e musiche su internet.

Paola GOISIS (LNP) esprime l'adesione del gruppo della Lega Nord alla proposta di legge in esame, come modificata nel corso dell'esame in sede referente.

Alba SASSO (SDpSE) concorda con la proposta di legge in esame, come modificata nel corso dell'esame in sede referente. L'articolo 2, in particolare, può dare un contributo fondamentale alla regolamentazione delle attività editoriali su internet, integrando e specificando le disposizioni in merito contenute nel disegno di legge del Governo in materia di editoria.

Vito LI CAUSI (Pop-Udeur) esprime il proprio voto favorevole sulla proposta di legge in esame, come modificata nel corso dell'esame in sede referente.

Il sottosegretario Andrea MARCUCCI esprime apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione che ha portato all'approvazione di un progetto di legge in sede referente, che condivide.

Pietro FOLENA, presidente, nessuno altro chiedendo di intervenire, dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
Sulla base di quanto indicato dal relatore, propone quindi di adottare come testo base per il seguito della discussione il nuovo testo della proposta di legge C. 2221, approvato nel corso dell'esame in sede referente.

La Commissione delibera quindi di adottare come testo base per il seguito della discussione il nuovo testo della proposta di legge C. 2221, come risultante dagli emendamenti approvati nel corso dell'esame in sede referente (vedi allegato 1).

Pietro FOLENA, presidente, propone quindi di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 10.45 della giornata odierna.

La Commissione concorda.

Pietro FOLENA, presidente, sospende quindi la seduta.

La seduta, sospesa alle 10.30, è ripresa alle 10.45.

Pietro FOLENA, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti al testo base in esame.

La Commissione, con distinte votazioni, approva quindi gli articoli 1 e 2.

Pietro FOLENA, presidente, avverte che sono stati presentati gli ordini del giorno 0/2221/VII/1 Folena e 0/2221/VII/2 Ghizzoni (vedi allegato 2).

La Commissione passa all'esame degli ordini del giorno.

Il sottosegretario Andrea MARCUCCI accoglie gli ordini del giorno presentati.

Giuseppe GIULIETTI (Ulivo), relatore, segnala che gli ordini del giorno presentati propongono delle questioni che erano state oggetto di emendamenti presentati in sede referente dal presidente Folena che ringrazia per la sensibilità dimostrata nel ritirare gli emendamenti indicati, sostituendoli con l'ordine del giorno in esame.


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Pietro FOLENA, presidente, non insiste per la votazione del suo ordine del giorno 0/2221/VII/1.

Manuela GHIZZONI (Ulivo) non insiste per la votazione del suo ordine del giorno 0/2221/VII/2.

Nicola BONO (AN) condivide l'ordine del giorno 0/2221/VII/2, ma non quello 0/2221/VII/1.

Paola GOISIS (LNP) concorda con il collega Bono.

Pietro FOLENA, presidente, avverte che gli ordini del giorno 0/2221/VII/1 e 0/2221/VII/2, in quanto accolti dal rappresentante del Governo non saranno posti in votazione.

Si passa alle dichiarazioni di voto finale.

Emerenzio BARBIERI (UDC) preannuncia il voto favorevole sul testo base in esame.

Giuseppe GIULIETTI (Ulivo), relatore, raccomanda l'approvazione del provvedimento in esame. Propone infine le seguenti correzioni di forma ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento: «All'articolo 1, al comma 1, sostituire la parola: concerto, con la seguente: intesa»; «all'articolo 2 sostituire la parola: enciclopedico con la seguente: scientifico. Conseguentemente nella rubrica sostituire la parola: enciclopedici con la seguente: scientifici».

La Commissione concorda.

Pietro FOLENA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo, ai sensi dell'articolo 90, comma 2, del Regolamento.
Pone quindi in votazione finale, per appello nominale, il nuovo testo della proposta di legge C. 2221, adottato come testo base.

La Commissione approva quindi, con votazione nominale finale, il nuovo testo della proposta di legge C. 2221, adottato come testo base.

La seduta termina alle 10.55.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

RISOLUZIONI

Giovedì 25 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA. - Intervengono il sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione Letizia De Torre e il sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive Giovanni Lolli.

La seduta comincia alle 10.30.

7-00251 Sasso: Promozione nelle scuole di progetti culturali e formativi volti a contrastare fenomeni di omofobia e bullismo.
(Seguito della discussione e rinvio).

La Commissione prosegue la discussione della risoluzione, rinviata il 17 ottobre 2007.

Il sottosegretario Letizia DE TORRE ricorda che la delicata tematica oggetto della risoluzione si inserisce nel quadro delle tematiche sul rispetto delle differenze, che sono al centro dell'attenzione del Ministero per la loro rilevanza nell'ambito scolastico, anche in considerazione della significativa presenza nelle classi di diversità di etnie, di sesso, di orientamento sessuale, di lingua e di religione. Precisa che su tali tematiche il Ministro Fioroni ha avuto occasione di riferire nel corso della seduta dell'Assemblea della Camera del 6 giugno scorso, in risposta all'interrogazione n. 3-00947 dell'onorevole Bellillo sulle iniziative per diffondere la cultura del rispetto nelle nuove generazioni. Come già fatto presente in quella sede, il termine «rispetto», in tutte le sue


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accezioni, è una delle parole chiave su cui si misura la funzionalità delle scuole e deve ispirare i progetti educativi e le offerte formative: rispetto di sé, rispetto degli altri e della dignità della persona umana, ma anche rispetto della legalità e delle regole, rispetto del disagio e della risposta da dare al disagio delle giovani generazioni e, quindi, capacità della scuola e degli adulti di trasmettere valori, anche attraverso la coerente testimonianza dei «maestri di vita» - nei fatti e nell'esistenza, oltre che con le parole - di ciò che può creare identità, appartenenza e condivisione di un progetto. Aggiunge che il termine «rispetto» deve riguardare anche il rapporto tra la famiglia e la scuola, che deve perseguire costantemente l'obiettivo di costruire un'alleanza educativa con i genitori. In tal senso il Ministero si è orientato sin dal momento della presentazione dei documenti di avvio del processo di revisione delle «Indicazioni nazionali» per la scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione, emanate con decreto legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004, ed inoltre nelle linee guida contro il bullismo e la violenza nelle scuole, nel documento su scuola e legalità e, infine, nelle linee guida contro il bullismo e la violenza nelle scuole.
Indica quindi le azioni concretamente adottate. Precisa infatti che il 5 febbraio 2007 il Ministero ha emanato una serie di linee di indirizzo generali che, prevedono azioni nazionali per il contrasto e la prevenzione del bullismo e dei fenomeni di bullismo e violenza all'interno delle scuole. Nell'ambito delle azioni previste dalle suddette linee di indirizzo è stato attivato, presso il Ministero, un numero verde nazionale, per segnalare casi, rispondere alle richieste di informazione sul bullismo, avere consigli su come comportarsi e ricevere sostegno. Sono stati inoltre istituiti degli Osservatori regionali permanenti che, oltre a monitorare il fenomeno del bullismo e a verificare le attività di contrasto svolte dalle scuole, avranno il compito di promuovere percorsi di educazione alla legalità, all'interno delle stesse istituzioni scolastiche nell'ambito delle attività curricolari ed extracurricolari. Per favorire inoltre la diffusione di una cultura della legalità e del rispetto delle diversità, con decreto ministeriale del 5 febbraio 2007, è stato istituito un Comitato Nazionale «Scuola e Legalità», che vede la partecipazione di otto Ministeri, dei vertici delle forze dell'ordine, rappresentanti della magistratura e degli enti locali con il compito di trasformare gli obiettivi strategici enunciati nelle «Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità», di cui alla direttiva 16 ottobre 2006, in un piano operativo capace di attivare la collaborazione interistituzionale e l'interazione con tutte le associazioni e le agenzie formative impegnate nella lotta all'illegalità.
Aggiunge che il 9 maggio 2007 il Ministero ha sottoscritto con altri otto dicasteri interessati un protocollo d'intesa con il quale le stesse Amministrazioni s'impegnano a collaborare, ciascuna nell'ambito delle proprie competenze istituzionali, alla realizzazione delle iniziative volte a dare efficacia agli esiti dei lavori del suddetto Comitato nonché a porre le condizioni, anche di carattere economico-finanziario, per la piena attuazione delle iniziative previste. Le indicazioni fornite dalle commissioni in cui si è articolato il Comitato hanno permesso di predisporre le linee guida emanate dal Ministero il 23 maggio 2007, inerenti al «Piano nazionale» sull'educazione alla legalità con il quale si intende coinvolgere tutte le scuole, tramite azioni didattiche, testimonianze, sinergie sul territorio e tra istituzioni diverse. Evidenzia inoltre che il rispetto della diversità, quale quella di genere, è inoltre uno dei punti fondamentali del «Piano Nazionale per il Benessere dello Studente», presentato lo scorso 18 aprile 2007 dal Ministro Fioroni, per promuovere azioni preventive del disagio fisico, psichico e sociale a scuola, tramite la collaborazione di questo Ministero con gli altri dicasteri competenti e con i diversi soggetti presenti sul territorio. Le azioni previste dal Piano citato sono caratterizzate dalla consapevolezza che il benessere fisico è determinato non solo dall'assenza di patologie o di comportamenti a rischio, ma anche dall'autostima, dalla visione che l'individuo ha di sé e dalle relazioni sociali,


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soprattutto con i coetanei con i quali gli studenti condividono la maggior parte delle esperienze.
Sottolinea, quindi, che in questa ottica assumono fondamentale importanza la qualità dei rapporti interpersonali, il clima scolastico e le diverse modalità con cui si vive la scuola. Nella suddetta direzione si muovono le «Indicazioni per il curricolo per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo d'istruzione», definite in via sperimentale, contenute nel documento allegato al decreto ministeriale 31 luglio 2007. Le indicazioni citate, a partire dall'anno scolastico 2007-2008, in prima attuazione e con gradualità, costituiscono per le scuole dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione il riferimento per l'elaborazione dell'offerta formativa; in particolare, con riguardo al «rispetto» e alla condivisione del progetto educativo da parte della famiglia; nelle medesime indicazioni è tra l'altro ribadito che la scuola deve perseguire costantemente l'obiettivo di costruire un'alleanza educativa con i genitori. Aggiunge inoltre che proprio nella direzione indicata dalla risoluzione in discussione va il protocollo d'intesa sottoscritto il 10 ottobre 2007 tra il Ministero della pubblica istruzione e le associazioni nazionali dei genitori. Con l'anzidetto protocollo del 10 ottobre 2007 il Ministero e le Associazioni nazionali dei Genitori - ivi compresa l'AGEDO (Associazione genitori di omosessuali) - nel rispetto dei propri ruoli e competenze istituzionali, si sono impegnati a porre in essere congiuntamente iniziative volte a prevenire e contrastare ogni fenomeno di violenza, di intolleranza tra i giovani all'interno dell'istituzione scolastica.
Precisa che in particolare, il Ministero si è impegnato a favorire la diffusione negli orari scolastici ed extrascolastici, nel rispetto dell'autonomia delle singole istituzioni scolastiche e nell'ambito della quota di flessibilità dei piani di studio inseriti nel Piano dell'offerta formativa (POF) ed approvati dagli organi collegiali di competenza, di percorsi pilota per la valorizzazione delle diversità nell'ottica di una considerazione della specifica identità unica e irripetibile di ogni studente; promuovere e sostenere progetti culturali e formativi che contribuiscano alla prevenzione e comprensione del fenomeno del bullismo, compresi atti di intolleranza razziale o religiosa, di violenza omofobica e di violenza giovanile in ogni sua forma fisica e psicologica; favorire la diffusione nel mondo della scuola dei progetti educativi, preventivi e di ricerca realizzati e co-realizzati con le associazioni nazionali dei genitori; favorire la partecipazione di insegnanti, studenti e genitori a convegni, progetti ed eventi organizzati dalle associazioni dei genitori e degli studenti, in collaborazione con le scuole; sostenere a livello nazionale, regionale e locale le attività promosse in attuazione del protocollo. Ricorda inoltre che, dal canto loro, le Associazioni nazionali dei genitori si sono impegnate a promuovere iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte agli studenti, ai genitori e ai docenti su temi che riguardano la prevenzione di tutte le forme di bullismo, compresi atti di intolleranza razziale o religiosa, di violenza omofobica e di violenza giovanile in ogni sua forma fisica e psicologica; mettere al servizio dell'istituzione scolastica le metodologie e le competenze proprie dell'associazionismo dei genitori ; studiare e ricercare metodologie e pratiche per ridurre e prevenire i fenomeni del bullismo, della violenza e del disagio giovanile; collaborare nell'elaborazione di progetti di formazione dei docenti sulle tematiche relative al bullismo e alla prevenzione di ogni forma disagio giovanile; offrire ai giovani e alle loro famiglie assistenza e informazioni relative ai fenomeni di bullismo e di violenza nelle scuole.
Ritiene utile segnalare anche che, il 12 ottobre 2007, il Consiglio dei Ministri ha approvato il regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 24 giugno 1998, concernente lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria, nel quale sono contenute norme che inaspriscono le sanzioni per chi commette atti di bullismo o di violenza a scuola. È stata svolta poi, il 24 ottobre 2007, la riunione della Commissione nazionale per la prevenzione


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e la lotta al bullismo a scuola, parte integrante del Comitato Nazionale «Scuola e Legalità» istituito con decreto ministeriale del 5 febbraio 2007. Precisa che la riunione è stata convocata per delineare e sviluppare nuove iniziative volte a diffondere una cultura della legalità e di prevenzione del bullismo e per esaminare la documentazione relativa alle iniziative di contrasto di fenomeni di bullismo omofobico promosse da alcune istituzioni scolastiche ed in particolare dal Liceo scientifico «N. Tommaseo» di Venezia e l'Istituto «G.B. Benedetti», anch'esso di Venezia. Quanto, infine, alla richiesta di iniziative di formazione sui temi in argomento, evidenzia che nelle direttive ministeriali n. 46 e n. 47, entrambe del 23 maggio 2007, relative ai programmi di formazione e aggiornamento per l'anno scolastico 2007-2008, rispettivamente, dei dirigenti scolastici e del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario, sono previsti interventi finalizzati a sostenere il personale medesimo con riferimento a iniziative per l'educazione alla legalità ed il contrasto al bullismo, nonché per l'educazione alla cittadinanza per il superamento di nuove forme di razzismo.

Alba SASSO (SDpSE), alla luce delle indicazioni fornite dal rappresentante del Governo, si riserva di presentare una nuova formulazione della risoluzione in oggetto nel prosieguo della discussione.

Pietro FOLENA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

7-00289 Folena: Adeguamento dello Statuto della Federazione sportiva automobilistica ACI al decreto legislativo n. 242 del 1999 e successive modificazioni.
(Discussione e rinvio).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Pietro FOLENA, presidente, illustra il contenuto della risoluzione da lui presentata, ricordando che l'ACI è ente di diritto pubblico che deve garantire la presenza di rappresentanti di piloti nei propri organismi, presenza prevista da apposita disposizione di legge. Ricorda che l'ACI, in ciò supportata dal CONI non ha inteso ad oggi adempiere a tali disposizioni di legge, giustificando ciò con la considerazione che l'ente non rientra nell'ambito della definizione di Federazione sportiva. Sottolinea inoltre che l'ACI organizza gare automobilistiche e che la presenza di rappresentanti di piloti nei propri organismi è fondamentale al fine di garantire che le gare stesse possano svolgersi in assoluta sicurezza.
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.55 alle 11.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO RISTRETTO

Norme generali sul sistema educativo di istruzione statale nella scuola di base e nella scuola superiore.
C. 1278 Garagnani, C. 1299 Diliberto e C. 1600 di iniziativa popolare.