XIV Commissione - Resoconto di giovedì 25 ottobre 2007


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AUDIZIONE

Giovedì 25 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Franca BIMBI. - Interviene il Ministro delle comunicazioni, Paolo Gentiloni Silveri.

La seduta comincia alle 8.40.

Audizione del Ministro delle comunicazioni, Paolo Gentiloni Silveri, nell'ambito dell'esame del nuovo testo del disegno di legge C. 1825 Governo, recante «Disposizioni per la disciplina del settore televisivo nella fase di transizione alla tecnologia digitale».
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione)

Franca BIMBI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche con la trasmissione televisiva attraverso il canale satellitare della Camera dei deputati. Introduce quindi il tema oggetto dell'audizione.

Paolo GENTILONI SILVERI, Ministro delle comunicazioni, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Antonio RAZZI (IdV), Arnold CASSOLA (Verdi), Antonello FALOMI (RC-SE), Emilia Grazia DE BIASI (Ulivo).


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Paolo GENTILONI SILVERI, Ministro delle comunicazioni, fornisce ulteriori precisazioni.

Franca BIMBI, presidente, ringrazia il ministro per l'esauriente relazione svolta e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 9.35.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 25 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Franca BIMBI.

La seduta comincia alle 9.35.

Disposizioni per la disciplina del settore televisivo nella fase di transizione alla tecnologia digitale.
Nuovo testo C. 1825 Governo.
(Parere alle Commissioni VII e IX).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Emilia Grazia DE BIASI (Ulivo), relatore, richiama le questioni principali affrontate dal nuovo testo del disegno di legge all'ordine del giorno. Esso, sulla base di considerazioni che attengono anche ai principi costituzionali, è volto a superare l'attuale oligopolio televisivo, offrendo risposte alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea, che si occupa della occupazione dello spettro frequenziale. Richiama altresì l'attenzione sull'importanza rivestita dal mutamento tecnologico determinato dal passaggio al sistema digitale e sulla possibilità che viene sempre più a delinearsi di una individualizzazione dei contenuti e dei palinsesti, che si riflette sulla maggiore possibilità di scelta per i singoli. Occorre peraltro considerare che la personalizzazione delle offerte si riflette anche sulla crisi della carta stampata.
Un ulteriore elemento di cui sarà necessario tenere conto è dato dal protagonismo dei territori, siano essi regioni o sistemi produttivi, nella articolazione dei programmi. In questa prospettiva occorre assicurare a tutti parità di accesso nell'utilizzazione del mezzo televisivo, in quanto si tratta di una questione che attiene, in fondo, al funzionamento stesso del sistema democratico. La libertà di informazione interessa infatti tutti i cittadini.
Il provvedimento in esame interviene inoltre sulla disciplina relativa alle posizioni dominanti nel mercato radiotelevisivo, ristabilendo correttamente un equilbrio, evitando la concentrazione delle risorse e regolando l'accesso al mercato. Viene così posto un principio di carattere generale che poi dovrà essere rispettato nell'attuazione della normativa. Nel complesso si tratta di una serie di disposizioni che servono al Paese, come pure ai produttori di comunicazione e pone rimedio ad una certa arretratezza dell'Italia nel settore. Mette quindi a disposizione dei componenti della Commissione un documento in cui illustra i contenuti del provvedimento all'ordine del giorno.

Franca BIMBI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta. Sospende quindi la seduta, per procedere nell'esame del disegno di legge comunitaria e della relazione del Governo sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.

La seduta, sospesa alle 9.50, riprende alle 10.45.

Partecipazione italiana alla ricostituzione delle risorse di Fondi e Banche internazionali.
Nuovo testo C. 2936 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.


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Angelo PICANO (Pop-Udeur), relatore, osserva che il provvedimento in esame è finalizzato ad autorizzare la partecipazione finanziaria dell'Italia alla ricostituzione di alcuni Fondi e Banche internazionali.
Il disegno di legge, nel testo modificato dal Senato ed ulteriormente emendato dalla III Commissione della Camera, si compone di 15 articoli. I primi 11 sono volti a permettere il rinnovo di crediti d'aiuto, erogati attraverso il canale multilaterale, ai sensi della legge n. 49 del 1987, recante norme in materia di cooperazione dell'Italia con i paesi in via di sviluppo.
L'articolo 1 autorizza la spesa di 142.233.076 euro per il triennio 2006-2008 per la partecipazione dell'Italia alla X ricostituzione delle risorse del Fondo africano di sviluppo istituzione finanziaria appartenente al Gruppo della Banca africana di sviluppo.
L'articolo 2 dispone in ordine alla copertura finanziaria dell'onere derivante dai contributi previsti dall'articolo 1, in relazione alla partecipazione dell'Italia alla X ricostituzione del Fondo Africano di Sviluppo, ovvero 32.729.432 euro per il 2006 e 54.751.822 euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008.
L'articolo 3 autorizza la spesa di 85.684.828 euro per il triennio 2006-2008 per la partecipazione dell'Italia alla VIII ricostituzione delle risorse del Fondo asiatico di sviluppo, istituito nel 1974 allo scopo di finanziare le attività di prestito della Banca asiatica di sviluppo a favore dei Paesi più poveri.
L'articolo 4 reca la norma di copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'articolo 3 del provvedimento in esame, pari a 13.880.016 euro per il 2006, a 35.902.406 euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008.
L'articolo 5 autorizza la spesa di 130.484.314 euro suddivisi in 31.571.438 per il 2006, 56.900.438 per il 2007 e 42.012.438 per il 2008 per la partecipazione dell'Italia alla XIV ricostituzione delle risorse della International Development Association (IDA). Il testo originale del provvedimento prevedeva un contributo di euro 193.198.314 per lo stesso periodo di riferimento. Tale importo, con un emendamento proposto dal Governo e modificato sulla base delle indicazioni della Commissione bilancio, è stato ridotto per aggiornare l'autorizzazione di spesa. infatti, a seguito dell'approvazione della legge finanziaria per il 2007, le disponibilità si sono ridotte rispetto agli stanziamenti originariamente ipotizzati e sono state altresì ulteriormente decurtate a seguito dell'utilizzo del medesimo Fondo speciale di conto capitale per la copertura di altri provvedimenti esaminati dal Parlamento.
L'articolo 6 reca la norma di copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'applicazione dall'articolo.
L'articolo 7 autorizza la partecipazione italiana alla seconda ricostituzione del Chernobyl Shelter Fund (Fondo per il sarcofago di Cernobyl) amministrato dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Il contributo italiano è stabilito in 2.833.334 euro nel triennio 2007-2008.
In base all'articolo 8, reca disposizioni di copertura finanziaria dell'onere derivante dai contributi previsti dall'articolo 7.
L'articolo successivo, introdotto dalla III Commissione con un emendamento presentato dal Governo, riguarda la partecipazione dell'Italia alla Corporación Andina de Fomento (CAF): ad essa viene riconosciuto un contributo massimo valutato in 60 milioni di dollari USA, corrispondenti a circa 44.044.780 euro. Si tratta di un'istituzione finanziaria multilaterale, impegnata per lo sviluppo sostenibile e l'integrazione regionale dell'America Latina, della quale l'Argentina è primo azionista ed il Brasile si accinge a divenire uno dei maggiori contribuenti e che assume una specifica valenza per la proiezione italiana nel sub-continente latino-americano. I relativi oneri sono coperti, secondo quanto disposto dall'articolo 8-ter, anch'esso introdotto durante l'iter alla Camera, mediante utilizzo dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia per l'anno


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finanziario 2006, parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
L'articolo 9 specifica le modalità di erogazione degli importi di cui agli articoli 1, 3, 5 e 7 e 8-bis del provvedimento in esame, i quali saranno versati su un apposito conto corrente infruttifero presso la Tesoreria centrale, intestato al Dipartimento del tesoro con il nome di «Partecipazione italiana a banche, fondi ed organismi internazionali». A valere su tale conto verranno prelevate le somme per l'effettiva erogazione dei contributi.
L'articolo 10, comma 1 prevede, a decorrere dal 2006, l'afflusso all'entrata del bilancio dello Stato di una parte delle disponibilità finanziarie sui conti speciali CEE, e di pertinenza del nostro Paese. Le disponibilità in questione sono il frutto di rimborsi e di utili netti risultanti dalle operazioni di prestito e di investimento che la Banca europea per gli investimenti ha compiuto a favore di Paesi dell'area ACP (Africa, Caraibi e Pacifico) nell'ambito dell'aiuto allo sviluppo dell'Unione europea, che, appunto, si è indirizzato prioritariamente ai Paesi ACP, nel quadro di relazioni instauratosi con le Convenzioni di Yaounde e di Lomè. Lo strumento a valere sul quale la BEI ha operato i prestiti e le partecipazioni a capitale di rischio è il Fondo europeo di sviluppo (FES), alimentato da contributi a fondo perduto degli Stati membri della UE. Il comma 2 stabilisce che l'ammontare delle risorse di cui al comma precedente verrà fissato annualmente dal Ministro dell'economia e delle finanze, comunque entro la quota massima di 15 milioni di euro. Il comma 3 prevede la presentazione di una relazione annuale al Parlamento, nella quale il Ministro dell'economia e delle finanze darà conto delle iniziative finanziate con le risorse di cui al comma 2.
L'articolo 11, aggiunto durante l'esame al Senato, al comma 1 autorizza la concessione di un contributo al Fondo comune per i prodotti di base, istituito con l'Accordo multilaterale firmato a Ginevra il 27 giugno 1980. Tale contributo è previsto nella misura di 70.000 euro per il 2007, 3.461.925 euro per il 2008 e 3.823.287 euro per il 2009.
L'articolo 11-bis, introdotto con un emendamento governativo presentato presso la III Commissione, dispone che, al fine di assicurare, anche in relazione allo svolgimento delle funzioni connesse alla partecipazione italiana a fondi, banche e organismi internazionali, l'integrale attuazione del processo di riordino della carriera diplomatica, di cui al decreto legislativo 24 marzo 2000, n. 85, sia autorizzata la spesa di euro 9 milioni (comma 1): ciò specificamente al fine di completare la negoziazione riguardante il personale della carriera diplomatica in materia di trattamento economico, strutturato sulla base dei criteri indicati, l'orario di lavoro; il congedo ordinario e straordinario; la reperibilità; l'aspettativa per motivi di salute e di famiglia; i permessi brevi per esigenze personali; le aspettative ed i permessi sindacali.
Venendo incontro ad esigenze largamente sentite dalle nostre comunità all'estero, il comma successivo dello stesso articolo incrementa di 150 il contingente degli impiegati a contratto degli uffici all'estero, per le esigenze connesse al supporto alla gestione in loco dei programmi promossi da fondi, banche ed organismi internazionali, nonché all'erogazione di servizi ed atti consolari e alla riduzione dei tempi procedimentali.
L'articolo 12, aggiunto durante l'esame al Senato, prevede che venga inserito, nella Relazione annuale sull'attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale, predisposta dal Ministro dell'economia e delle finanze uno schema programmatico triennale contenente gli indirizzi relativi alla partecipazione italiana a dette istituzioni e un resoconto delle posizioni in esse assunte dai rappresentanti italiani, nonché una valutazione sull'attività di dette Istituzioni, segnatamente in rapporto agli sforzi per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite. Osservo che il decreto-legge n. 315 del 2004 (articolo 8) e il decreto-legge n. 2 del 2005 (articolo 3, comma 8) recano disposizioni


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quasi identiche a quelle contenute nell'articolo 12 del provvedimento in esame.
Rilevato che il provvedimento non presenta disposizioni incompatibili con il diritto comunitario, propone di esprimere un parere favorevole con l'osservazione che, per un migliore coordinamento normativo, sarebbe opportuno riformularne il contenuto dell'articolo 12 come novella dell'articolo 4 della legge n. 49 del 1987 e abrogare contestualmente l'articolo 8 del decreto-legge n. 315 del 2004 e il comma 8 dell'articolo 3 del decreto- legge n. 2 del 2005.

Franca BIMBI, presidente, richiama l'attenzione sul rilievo del provvedimento in esame.

Arnold CASSOLA (Verdi) ritiene utile che sia chiarito quale siano i soggetti e le funzioni svolte dagli impiegati a contratto previsti dall'articolo 11-bis. Occorrerebbe inoltre uniformare il trattamento dei diversi contrattisti e assicurare parità di diritti a tutti.

Franca BIMBI, presidente, ritiene che la questione appena richiamata dal deputato Cassola non sia di diretta competenza della XIV Commissione, come non lo è l'altra questione, affrontata dall'articolo 11-bis, di cui peraltro non è chiaro il rapporto diretto con l'oggetto trattato dal provvedimento, soprattutto in una situazione generalizzata di riduzione della spesa pubblica. Occorre inoltre assicurare una adeguata specializzazione al personale impiegato nella cooperazione allo sviluppo. Ricorda che il Governo aveva da tempo ipotizzato l'istituzione di un dipartimento per la cooperazione allo sviluppo. Considerato il rilievo degli interventi previsti e la ratio complessiva del provvedimento, occorrerebbe richiamare la necessità di procedere all'istituzione del Dipartimento. Andrebbe inoltre assicurata una adeguata cooperazione decentrata allo sviluppo umano, in una prospettiva di intervento organico.

Angelo PICANO (Pop-Udeur), relatore, osserva che i rilievi svolti, pur fondati, non sembrano attenere alla competenza della XIV Commissione. Propone quindi di esprimere parere favorevole con osservazione (vedi allegato).

Arnold CASSOLA (Verdi) dichiara voto di astensione sulla proposta di parere del relatore.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Sui lavori della Commissione.

Anna Maria CARDANO (RC-SE) chiede di potere acquisire la documentazione relativa alla procedura di infrazione n. 2001/5129, concernente la valutazione di impatto ambientale e l'allargamento dell'aeroporto di Malpensa, ed alla successiva archiviazione della medesima, da parte della Commissione europea.

Franca BIMBI, presidente, assicura che solleciterà il Governo a fornire la documentazione richiesta.

La seduta termina alle 11.10.

SEDE REFERENTE

Giovedì 25 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Franca BIMBI. - Interviene il Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee, Emma Bonino.

La seduta comincia alle 9.50.

Legge comunitaria 2007.
C. 3062 Governo, approvato dal Senato.

Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2006.
Doc. LXXXVII, n. 2.
(Seguito esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 24 ottobre 2007.


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Franca BIMBI, presidente e relatore sul disegno di legge comunitaria 2007, ricorda che sulla base di quanto stabilito dall'Ufficio di Presidenza integrato dai gruppi, la Commissione concluderà oggi l'esame preliminare dei due provvedimenti. Ricorda quindi che nella seduta del 23 ottobre i deputati Bimbi e Frigato hanno svolto la relazione, rispettivamente, sul disegno di legge comunitaria per il 2007 e sulla relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2006.

Anna Maria CARDANO (RC-SE) chiede che venga chiarito per quale motivo non risultino negli allegati al disegno di legge comunitaria le direttive n. 2006/125 e 2006/141 sugli alimenti per bambini, nonostante sia stato approvato un atto di indirizzo che richiamava espressamente tali direttive.
Con riferimento alla relazione del Governo sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2006, sottolinea l'importanza di evidenziare per il futuro l'importanza della conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, quale strumento volto anche a superare la povertà. Sottolinea che, laddove vi è maggiore occupazione femminile vi è maggiore crescita democratica. La percentuale in Italia sui bambini presenti negli asili nido è tuttora molto lontana dagli obiettivi da raggiungere. Eppure anche i documenti approvati dal Consiglio dell'Unione europea del 23 maggio 2007 hanno sottolineato l'importanza di questi aspetti, che dovrebbero essere recuperati nella relazione per l'Assemblea.
Sottolinea poi il tema delle pari opportunità e, in particolare, la necessità di dare piena attuazione alla direttiva 2000/43 sull'uguaglianza razziale, recepita nel nostro ordinamento con decreto legislazione n. 215 del 2003. Occorre sottolineare l'importanza del dialogo interculturale. Analogamente è importante sottolineare il ruolo della politica culturale nel Mediterraneo, come pure delle politiche di inclusione con particolare riguardo all'immigrazione. La relazione del Governo risente, per alcuni aspetti in particolare, del fatto che risale al 2006, ma nel proseguimento dell'esame dovrebbe essere possibile dare conto delle novità intercorse.
Per quanto riguarda la cooperazione internazionale, l'Unione europea ha perseguito una politica di un certo rilievo mentre l'Italia non sembra avere progredito. Ritiene utile che, in vista della relazione per l'Assemblea e della risoluzione che dovrebbe essere votata, siano richiamati gli obiettivi del millennio, in cui vi sono importanti passaggi proprio sul tema della cooperazione allo sviluppo. Ritiene inoltre che su questa materia sia necessario adeguare il linguaggio, in particolare non parlando di «fornitori» di assistenza.
Con riferimento all'istruzione invita a raccogliere le indicazioni più importanti contenute nei più recenti atti comunitari, quali quelle riguardanti l'apprendimento permanente, per cui mancano adeguati stanziamenti in Italia, e le conclusioni del Consiglio dell'Unione europea del 14 novembre 2006 sulla efficienza ed equità dei sistemi educativi e formativi, con cui venivano recepiti i contenuti del precedente documento della Commissione europea.

Emma BONINO Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee, intervenendo in replica, ricorda che le due direttive da ultimo richiamate dal deputato Cardano sugli alimenti per bambini non compaiono negli allegati al disegno di legge comunitaria ma fanno parte delle direttive da attuare in via amministrativa.
Circa la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, la relazione del Governo risale al 2006 e, tenuto conto del momento in cui si è insediato il nuovo Governo, non era possibile fare di più. Il dibattito riguardante il 2007 potrà senz'altro dare un contributo maggiore. Ricorda che il Governo ha di recente approvato una nota aggiuntiva alla relazione sull'attuazione della Strategia di Lisbona, sull'accesso al mercato del lavoro da parte delle donne, che costituisce una fotografia impietosa che vorrebbe costituire anche uno stimolo per il cambiamento, rispetto ad un trend troppo lento. Proprio la percentuale troppo bassa di accesso agli asili nido (il 10 per cento dei


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bimbi) è uno degli aspetti maggiormente da sviluppare, se solo si tiene conto che, ad esempio, in Danimarca è il 64 per cento.
L'attuale dibattito in Europa mostra che maggiori servizi sociali e salari producono maggiore sicurezza.
Qualche riflesso si è già avuto tra l'altro nel disegno di legge finanziaria, con riguardo al trattamento fiscale. I ministri per la famiglia e per i diritti e le pari opportunità si sono dichiarati disponibili a discutere dell'argomento in Commissione. La stessa relazione sulla Strategia di Lisbona evidenzia poi che ancora non sono stati compiuti passi sufficienti per quanto riguarda la ricerca e sottolinea il rallentamento nel risanamento dei conti pubblici.
Emerge inoltre la drammaticità del contrasto tra Nord e Sud del Paese, ma che anche nelle regioni in cui è maggiore l'occupazione femminile sussiste un problema qualitativo, dato dai salari più bassi per le donne e dal mancato accesso delle stesse ai ruoli apicali, tanto che nei consigli di amministrazione solo il 5 per cento dei componenti è di sesso femminile.
Certo, altrettanto importante è lo stereotipo nella comunicazione sul ruolo della donna.
Osserva poi che, sulla questione del razzismo e del Mediterraneo, dal dibattito potranno emergere impulsi importanti per il futuro.
Sottolinea che, sulla cooperazione internazionale, si registra un miglioramento della situazione anche per i maggiori contributi dati ad organismi internazionali, condizione questa per poter avere poi maggior voce in capitolo nelle sedi multilaterali, oltre che su quelle bilaterali.
Ribadisce di condividere i rilevi sulla opportunità di tenere distinto l'esame del disegno di legge comunitaria da quello della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea. Quest'ultimo dovrebbe comunque avere luogo all'inizio di ogni anno. Ribadisce altresì l'opportunità di prevedere una vera e propria sessione comunitaria in Parlamento ovvero di sdoppiare l'esame delle norme di delega per il recepimento del diritto comunitario da quello delle norme modificative di leggi previgenti.
Nel mettere a disposizione dei deputati un documento in cui viene data risposta analitica ai diversi rilievi emersi nel corso del dibattito, ricorda che molto è stato fatto sul fronte del recepimento della normativa comunitaria, tanto che l'Italia, nella prossima graduatoria, dovrebbe recuperare alcune posizioni proprio rispetto alla precedente situazione di mancato recepimento.
Quanto alla distinzione tra recepimento per decreto ministeriale e per decreto legislativo osserva che, diversamente da quanto potrebbe pensarsi, il primo risulta più complicato del secondo, a causa delle diverse fasi procedurali che comunque sono necessarie. Non solo, ma il ministro per le politiche europee non dispone di strumenti coercitivi che garantiscano l'osservanza dei tempi di recepimento, diversamente da quanto succede invece con gli schemi di decreto legislativo.
Sottolinea che alcune direttive da recepire con decreto legislativo non risultano ricomprese nel disegno di legge comunitaria in esame, in quanto sono state pubblicate dopo l'approvazione del medesimo disegno di legge; il Governo sta valutando l'opportunità di proporne l'inserimento nel disegno di legge in esame.
Osserva poi che l'ipotesi di inserimento nella legge n. 11 delle disposizioni di delega che si ripetono nella stessa formulazione nei diversi disegni di legge comunitaria non è risulta possibile, in quanto al Senato è stata mossa l'obiezione che, in tal modo, si sarebbe prodotta una sorta di delega legislativa permanente, in contrasto quindi con l'articolo 76 della Costituzione.
Constata con piacere la sintonia emersa nel corso del dibattito sul rafforzamento del CIACE e sull'utilizzazione degli esperti in distacco, come pure sul ruolo delle regioni, sulla clausola di cedevolezza e sulla rivalsa dello Stato nei confronti delle regioni per inottemperanza alle norme comunitarie.
Per quanto riguarda i rilievi svolti in relazione alle singole direttive, informa di


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avere interpellato i ministri competenti e che trasmetterà le risposte non appena possibile.
Avverte inoltre che saranno recepite le indicazioni emerse nel corso del dibattito con riferimento agli articoli 21 e 22 del disegno di legge comunitaria.
Per quanto riguarda l'inserimento delle norme di recepimento delle decisioni quadro, ricorda che al Senato si è svolto un intenso dibattito nel corso del quale i gruppi di opposizione si sono dichiarati contrari. Tuttavia occorre ricordare che la questione non è nella disponibilità del Governo, in quanto l'inserimento di tali norme nella legge comunitaria è prescritto dalla legge n. 11 del 2005. Per questo motivo non può condividere i rilievi contenuti nella relazione della Commissione giustizia della Camera dei deputati. Il Governo non ha infatti alcuna possibilità di scelta circa l'inserimento o meno nel disegno di legge comunitaria di norme concernenti il terzo pilastro.
Concorda con il relatore circa il problema dei tempi di esame della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea ed è convinta che, anche nel corso dell'esame in Assemblea, potranno essere affrontati i vari temi attinenti alla riforma dei Trattati, ai processi di ratifica, all'impatto delle nuove norme dei Trattati sull'ordinamento italiano. Per parte sua, il Governo farà di tutto per consentire ai diversi iter di ratifica di giungere a conclusione prima delle elezioni del 2009.
Auspica conclusivamente che nel corso dell'esame in Assemblea possa esservi spazio ed attenzione adeguati per l'insieme di questi temi.

Franca BIMBI, presidente e relatore sul disegno di legge comunitaria 2007, intervenendo in replica, osserva che dal dibattito emerge un accordo sull'opportunità di rivolgere l'attenzione verso il futuro dell'Unione europea. Occorre in linea generale assicurare una maggiore incisività degli strumenti di raccordo con il diritto comunitario. Circa la nota aggiuntiva richiamata dal ministro, ritiene che i ministri competenti potranno essere sentiti nell'ambito dell'indagine conoscitiva, appena deliberata dalle Commissioni riunite VII e XIV, concernente l'attuazione della Strategia di Lisbona sotto il profilo della cultura. Peraltro esprime il rammarico per l'attuale situazione, richiamata dal ministro, in quanto gli indicatori erano ben noti agli studiosi da almeno venti anni. Nell'assicurare che, per parte sua, terrà conto dei diversi rilievi svolti nel corso del dibattito, sottolinea che i problemi di carattere procedurale relativi alla attuazione della normativa comunitaria, richiamano l'esigenza di snellire la pubblica amministrazione, perché altrimenti l'ultima salvaguardia è costituita proprio dalle norme costituzionali. Nel complesso ritiene che dal dibattito emerga l'opportunità di individuare strumenti legislativi a tutela dei diritti e che, con particolare riguardo al prosieguo dell'esame della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, occorra richiamare proprio il rilievo della Carta dei diritti.

Gabriele FRIGATO (Ulivo), relatore per la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2006, intervenendo in replica, considera positiva l'attenzione emersa nel corso del dibattito per il progetto europeo nel suo complesso, con una volontà di miglioramento. L'intervento del deputato Cardano traduce in pratica i valori di solidarietà e coesione che costituiscono i pilastri dell'Europa. Auspica pertanto che, anche in Assemblea, possa trovarsi piena condivisione su temi e soluzioni. La proposta di relazione per l'Assemblea che predisporrà, cercherà di tenere conto delle diverse indicazioni emerse nel corso del dibattito.

Franca BIMBI, presidente e relatore sul disegno di legge comunitaria 2007, annuncia che il testo del disegno di legge comunitaria sarà trasmesso al Comitato per la legislazione per l'espressione del parere prescritto dall'articolo 16-bis del regolamento.
Ricorda inoltre che il termine per la presentazione di emendamenti e di articoli aggiuntivi in XIV Commissione al disegno di legge comunitaria 2007, è fissato per lunedì 29 ottobre 2007, alle ore 13.


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Nessun altro chiedendo di intervenire, ricorda che si conclude l'esame preliminare congiunto dei due provvedimenti, che proseguiranno quindi con un iter autonomo.
Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.10 alle 11.15.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante modifica al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, al fine di recepire la direttiva 2005/33/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 luglio 2005, che modifica la direttiva 99/32/CE in relazione al tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo, nonché di altri combustibili liquidi.
Atto n. 145.