XI Commissione - Marted́ 22 gennaio 2008


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ALLEGATO

Benefici previdenziali per i lavoratori esposti a fattori nocivi nell'area del Sulcis-Iglesiente (C. 321 Mereu).

RELAZIONE SULLA MISSIONE SVOLTA DA UNA DELEGAZIONE DELLA COMMISSIONE A PORTO TORRES E A PORTOVESME

La delegazione della XI Commissione si è recata in missione nelle aree industriali di Porto Torres e del Sulcis-Iglesiente, in Sardegna, nell'ambito dell'esame della proposta di legge n. 321 (Mereu ed altri), recante disposizioni per il riconoscimento di benefici previdenziali ai lavoratori esposti a settori nocivi negli impianti del nucleo industriale di Portovesme nell'area del Sulcis-Iglesiente.
La missione ha avuto inizio, nella giornata del 18 ottobre 2007, con l'incontro della delegazione, alla quale si sono uniti i deputati Porcu e Vacca, con il sindaco e l'assessore alle attività produttive del Comune di Porto Torres, signori Luciano Mura e Argentino Tellini, nella sala della giunta del citato comune. Il sindaco Mura ha evidenziato che le aree industriali di Porto Torres e del Sulcis-Iglesiente sono accomunate da problematiche analoghe, come confermato da un recente studio commissionato dalla regione Sardegna, e che la citata proposta di legge sembra potersi facilmente adattare alle esigenze dell'area rientrante nel comune di Porto Torres. Per quanto concerne i possibili destinatari dei benefici previdenziali in discorso, ritiene che detti benefici potrebbero interessare alcune centinaia di lavoratori, esposti in maniera diretta a fattori dannosi per la salute. L'assessore Tellini ha sottolineato, con particolare riferimento ai danni provocati dall'esposizione al cloruro di vinile, come, in passato, i limiti in materia fossero assai meno stringenti e come i turni di lavoro risultassero assai più pesanti di quelli attuali. Per questa ragione, ritiene che, nel definire benefici previdenziali per i lavoratori esposti a fattori nocivi, sia necessario tener conto delle particolari condizioni di lavoro in cui questi si trovavano ad operare in passato.
Successivamente, la delegazione si è recata presso lo stabilimento della POLIMERI Europa, dove ha incontrato il direttore dell'azienda medesima, ingegner Salvatore Corrias, e il direttore della INEOS, ingegner Franco Appeddu. L'ingegner Corrias ha fornito una dettagliata esposizione dell'attività e della storia della POLIMERI Europa, la quale impiega circa 750 dipendenti, soffermandosi in particolare sui profili relativi alla sicurezza e alla salute dei lavoratori. Ha quindi sottolineato che attualmente le assunzioni interessano, in gran parte dipendenti in possesso di diploma di scuola secondaria superiore, i quali ricevono successivamente una formazione specifica in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, e che il tasso di assenze per malattia si attesta su livelli assolutamente fisiologici. L'ingegner Appeddu ha quindi illustrato l'attività della INEOS, con particolare riferimento agli stabilimenti presenti in Sardegna (lo stabilimento di Porto Torres impiega circa 135 dipendenti), sottolineando in particolare le misure adottate in materia di sicurezza e salute dei lavoratori. Al riguardo, ha evidenziato l'attività formativa svolta, specie per i dipendenti di nuova assunzione, e ha rilevato che, attualmente, l'esposizione a fattori di rischio si attesta nettamente al di sotto dei livelli indicati dalla normativa in materia e che gli infortuni sono assai limitati e dovuti


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soprattutto a distrazione dei lavoratori. Osserva infine che l'accelerazione del turnover, che potrebbe derivare dall'approvazione della citata proposta di legge (ove questa fosse estesa ai lavoratori dell'area di Porto Torres), avrebbe il pregio di favorire l'assunzione di giovani.
La delegazione ha quindi incontrato i rappresentanti delle RSU della POLIMERI Europa e della INEOS nonché i rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL. Nel corso dell'incontro, il signor Giampiero Murgia, della FEMCA-CISL, ha evidenziato il rischio che la proposta di legge all'esame della XI Commissione procuri un ingiustificato allarme sui presunti rischi di carattere ambientale, connessi all'attività delle aziende interessate. Ha quindi ricordato che le aree industriali della Sardegna risultano discriminate rispetto ad altre aree produttive del Paese, per quanto concerne l'applicazione della normativa in materia di esposizione dei lavoratori all'amianto. Il signor Francesco Delogu, della CGIL, ha suggerito l'opportunità che, anche per le ragioni indicate dal signor Murgia, la proposta di legge in discorso prenda le mosse, più che dall'esposizione a fattori nocivi, dall'esistenza di aree di interesse nazionale, individuate dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Ha quindi rilevato che la discriminazione nell'applicazione della normativa relativa all'esposizione all'amianto deriva dalla difficoltà di ricostruire l'attività lavorativa risalente ad alcuni decenni fa. Infine, ha sottolineato che il cosiddetto «lavoro usurante» non può riguardare, nel settore petrolchimico, i soli turnisti. I signori Arnaldo Melissa e Giuseppe Canu, della UIL, hanno quindi espresso apprezzamento per l'ipotesi di estensione dell'ambito di applicazione della proposta di legge in discorso all'area industriale di Porto Torres, ritenendo che tale estensione rappresenterebbe un significativo atto di giustizia.
L'ultimo incontro della giornata si è svolto presso la sala consiliare del comune di Porto Torres, dove la delegazione ha incontrato i rappresentanti della ASL n. 1, dell'INPS, dell'INAIL e dell'Ufficio provinciale del lavoro. Il dottor Antonello Angius, direttore provinciale dell'INPS, ha precisato che nella città di Porto Torres l'INPS eroga 5.306 trattamenti pensionistici, di cui 999 consistono in assegni di invalidità e pensioni di invalidità; per questi ultimi, tuttavia, non è sempre chiaro il nesso con l'attività lavorativa svolta. Il dottor Giancarlo Foddai, funzionario dell'INAIL, si è quindi soffermato sul tema del riconoscimento dei danni derivanti dall'esposizione all'amianto, ricordando come l'INAIL, al fine di valutare tale esposizione, abbia l'obbligo di ricostruire il curriculum lavorativo di ciascun dipendente, ciò che risulta particolarmente complesso per gli anni Settanta ed Ottanta del secolo scorso. altresì ricordato che nell'area di Porto Torres e Castelsardo sono state presentate circa 2.000 domande volte a ottenere tale riconoscimento, senza che nessuna di queste, per le ragioni indicate, sia stata accolta. In proposito, ha dichiarato di ritenere che un intervento legislativo potrebbe rivelarsi utile, pur riconoscendo che in altre regioni l'INAIL sembra aver adottato criteri meno rigidi. Ha infine osservato che il periodo di latenza delle patologie conseguenti all'esposizione all'amianto può superare i trenta anni: pertanto, deve ritenersi che le richieste aumenteranno nel corso dei prossimi anni. La dottoressa Annalisa Massidda, direttore dell'Ufficio provinciale del lavoro, ha espresso apprezzamento per la recente evoluzione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro, auspicando che l'attenzione per questa problematica non venga meno in futuro. La dottoressa Teresa Marras, funzionario del Servizio prevenzione e sicurezza ambiente e lavoro (SPRESAL) dell'ASL n. 1, ha sottolineato come l'area di Porto Torres rientri tra quelle ad elevato rischio di crisi ambientale e presenti, secondo recenti studi epidemiologici, un'elevata incidenza di patologie tumorali. Ha peraltro sottolineato la difficoltà di definire l'esposizione dei lavoratori a fattori nocivi per la salute e,


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soprattutto, di ricostruirla per il passato, mentre uno sforzo in tal senso si sta compiendo per il futuro.
Nella giornata del 19 ottobre 2007, la delegazione, alla quale si sono uniti i deputati Mereu e Vacca, si è recata presso gli stabilimenti della PORTOVESME S.r.l., dove ha incontrato il dottor Carlo Lolliri, amministratore delegato, gli ingegneri Aldo Zucca e Ubaldo Murgia, nonché lo staff medico dell'azienda. Il dottor Lolliri ha illustrato la storia e l'attività dell'azienda (che attualmente conta 671 lavoratori alle dirette dipendenze dell'azienda e circa 500 occupati in forma indiretta), evidenziando che le attività connesse alla metallurgia primaria non ferrosa, svolte nello stabilimento, hanno certamente carattere usurante. Ha espresso pertanto apprezzamento per i contenuti della proposta di legge in discorso, rilevando come essa avrebbe anche il pregio di favorire il turnover: allo stato, ove tale proposta fosse approvata, essa consentirebbe il collocamento anticipato in quiescenza di circa 60 dipendenti. L'ingegner Zucca si è quindi soffermato sui profili ambientali dell'attività industriale della PORTOVESME S.r.l., mentre i dottori Giuseppe Pes, cardiologo, e Stefano Salis, medico del lavoro, hanno illustrato l'attività di vigilanza sanitaria rivolta ai lavoratori e, in particolare, le modalità del monitoraggio costante del rischio cardio-vascolare nello stabilimento.
Successivamente, la delegazione si è recata presso lo stabilimento della società EURALLUMINA, dove ha incontrato l'ingegner Vincenzo Rosino, managing director, il quale si è soffermato sull'attività dell'aziena, che impiega direttamente circa 300 lavoratori, mentre circa 410 lavoratori sono occupati in forma indiretta. Ha quindi ricordato che l'azienda, a partire dall'anno 2001, è stata interessata da un forte «ringiovanimento» dei suoi dipendenti, mediante il ricorso alla mobilità. Pertanto, attualmente sono circa 160 i dipendenti con oltre quindici anni di anzianità e ciò fa ritenere che l'impatto della proposta di legge in discorso, ove fosse approvata, non sarebbe particolarmente rilevante. Ha inoltre evidenziato che le produzioni dello stabilimento non prevedono la lavorazione di metalli pesanti e che il tasso di malattie professionali è particolarmente contenuto (se si eccettua qualche caso di insorgenza di patologie uditive): ritiene dunque che l'applicabilità all'azienda della proposta di legge in esame, più che dalla nocività dei fattori cui sono esposti i lavoratori, possa discendere dalle caratteristiche peculiari dell'area in cui l'azienda è inserita.
Presso la sede del Consorzio industriale del Sulcis-Iglesiente, la delegazione ha quindi incontrato i rappresentanti delle RSU della PORTOVESME S.r.l. e della EURALLUMINA, nonché i rappresentanti di CGIL, CISL e UIL. Nel corso dell'incontro, il signor Antonello Corda, segretario generale della CISL locale, ha espresso apprezzamento per i contenuti della proposta di legge citata, con particolare riferimento alla possibilità di pensionamento anticipato e, dunque, di riduzione del periodo di esposizione al rischio. Ha quindi ricordato come, nell'area ad alto rischio di crisi ambientale del Sulcis-Iglesiente, siano presenti circa 7 mila - 8 mila lavoratori. Mario Cro, segretario generale della UIL locale, si è quindi soffermato sulla necessità di estendere le tipologie di lavoro usurante contemplate nel Protocollo sul welfare, siglato da Governo e parti sociali, in modo da ricomprendervi quelle attività che, pur non essendo necessariamente caratterizzate da ripetitività e turnazioni, comportano l'esposizione a fattori di rischio, ivi compreso il rischio ambientale in una specifica area. Roberto Straullo, segretario regionale della UIL, ha altresì evidenziato l'importanza di una puntuale definizione della specifica attività lavorativa che la proposta di legge intende tutelare. È quindi intervenuto il segretario della Camera del lavoro della CGIL, signor Marco Greco, che ha rilevato come certamente, in anni recenti, le condizioni di lavoro negli stabilimenti della zona siano sensibilmente migliorate. Ha tuttavia sottolineato la necessità di tener presente, specie per i lavoratori più anziani, l'attività pregressa e di


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considerare la specificità di un'area ad alto rischio di crisi ambientale; quest'ultimo aspetto, a suo avviso, non potrebbe essere agevolmente affrontato nel contesto generale del Protocollo sul welfare.
Successivamente, la delegazione ha incontrato il Presidente regionale di Confindustria, dottor Alberto Scanu, il quale ha dichiarato di condividere le finalità della citata proposta di legge, pur ritenendo opportuno che tale intervento sia inserito nel contesto più generale delle misure a tutela dei lavori usuranti. Ha inoltre evidenziato l'importanza di sottoscrivere con esattezza l'ambito di applicazione della proposta di legge, giudicando eccessivamente ampio il riferimento ai lavoratori impiegati nell'area ad alto rischio di crisi ambientale. Il dottor Scanu ha infine auspicato che questa iniziativa legislativa non dia adito a richieste pretestuose di dismissione degli impianti interessati.
La delegazione ha quindi incontrato i rappresentanti della ASL n. 7, della Direzione regionale del lavoro, dell'INPS e dell'INAIL. Il dottor Benedetto Barranu, direttore generale della ASL n. 7, ha dato conto di un'indagine epidemiologica, da cui risulta una prevalenza di patologie bronco-polmonari, collegate a caratteristiche ambientali, nell'area di sua competenza. Ha altresì rilevato un'incidenza superiore alla media di patologie (per esempio, tumore alla mammella) di cui, tuttavia, non è chiaro il nesso con fattori ambientali. Si è infine soffermato sull'attività del Servizio prevenzione e sicurezza ambiente e lavoro (SPRESAL) dell'ASL n. 7, il quale svolge un'attività di costante monitoraggio delle condizioni di lavoro e sicurezza nelle aziende. Il dottor Michele Pintus, vicedirettore regionale dell'INAIL, e l'ingegner Pietro Mura, funzionario dell'INAIL, si sono quindi soffermati brevemente sui problemi relativi al riconoscimento delle patologie derivanti dall'esposizione all'amianto, sottolineando l'estrema difficoltà di ricostruire l'intero curriculum lavorativo del dipendente interessato. Passando ad affrontare il tema più generale dei fattori di rischio cui possono essere esposti i lavoratori cui fa riferimento la proposta di legge in discorso, hanno evidenziato che il numero delle denunce di patologie connesse all'attività lavorativa è di gran lunga inferiore a quanto sarebbe ragionevole attendersi sulla base delle oggettive condizioni di lavoro e dei dati epidemiologici: esiste, evidentemente, un problema legato al riconoscimento delle patologie ovvero del loro nesso con l'attività lavorativa. Dopo che la dottoressa Virginia Muracherchi, direttrice della Direzione regionale del lavoro, ha sottolineato la complessità dei problemi relativi al riconoscimento delle patologie derivanti dall'esposizione all'amianto, il dottor Enrico Marcia, vicedirettore regionale dell'INPS, ha fatto presente che, nell'area del Sulcis-Iglesiente risultano 219 pratiche volte a ottenere il pensionamento anticipato per esposizione all'amianto, su un totale di 289 pratiche avviate a livello regionale. Ha altresì sottolineato che il dato relativo ad assegni di invalidità e pensioni di invalidità nell'area di Portoscuso-Portovesme risulta, a differenza del dato relativo alle malattie professionali, inferiore a quello riscontrato a livello provinciale.
La delegazione ha infine incontrato i rappresentanti dell'amministrazione provinciale di Carbonia-Iglesias e delle amministrazioni comunali di Carbonia, Portoscuso, Sant'Antioco e San Giovanni Suergiu. Il dottor Adriano Puddu e il signor Angelo Cremone, sindaco e consigliere comunale di Portoscuso, hanno espresso apprezzamento per i contenuti della proposta di legge in discorso, sottolineando la specificità di un'area ad alto rischio di crisi ambientale, all'interno della quale qualsiasi attività lavorativa risulta usurante. Sono quindi intervenuti la signora Maria Marongiu e il signor Vittorio Macrì, assessori comunali alle politiche sociali e al lavoro e attività produttive di Carbonia, ricordando come alcuni rappresentanti del comitato sui lavori usuranti costituito dai lavoratori di Portovesme abbiano già incontrato, insieme all'assessore alle attività produttive del comune di Porto Torres signor Argentino Tellini, il presidente della XI Commissione della


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Camera dei deputati Gianni Pagliarini. Hanno quindi espresso apprezzamento per la citata proposta di legge, sottolineando che - attesa l'impossibilità, per evidenti ragioni di carattere finanziario, di estendere i relativi benefici a tutti i lavoratori presenti nell'area interessata - sarebbe opportuno individuare i segmenti del ciclo produttivo più esposti a fattori di rischio. Hanno infine formulato alcuni rilievi critici in riferimento al Protocollo sul welfare, che, a quanto è dato sapere, prevederebbe alcuni requisiti per l'anticipazione del collocamento in quiescenza dei turnisti, che finirebbero per escludere i lavoratori dell'area. I signori Carmine Poddu e Gianni Giancamilleri, vicesindaco e consigliere comunale di Sant'Antioco, hanno quindi dichiarato di apprezzare le finalità della proposta di legge citata, sottolineando al contempo l'esigenza di distinguere tra lavoratori usuranti e lavoratori altamente usuranti, mentre il signor Franco Matteu, vicesindaco di San Giovanni Suergiu, nell'associarsi all'apprezzamento per la proposta di legge, ha espresso preoccupazione per i relativi costi. Infine, il signor Mauro Esu, assessore provinciale alle attività produttive della provincia di Carbonia-Iglesias, ha sottolineato l'importanza del polo industriale di Porto Vesme per l'economia sarda e ha ricordato come la dichiarazione di area ad alto rischio di crisi ambientale abbia comportato, accanto a indubbi benefici, anche aspetti negativi non trascurabili. Ha altresì sottolineato le difficoltà registrate nei rapporti con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, auspicando che il Governo si attivi al fine di sbloccare le procedure relative a bonifiche, risanamento ambientale e simili.