Camera dei deputati - XV Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Finanziaria 2007 - A.C. 1746-bis-A - Lavori preparatori alla Camera - Esame in Assemblea - (sedute dal 17 al 19 novembre) Parte VIII
Riferimenti:
AC n. 1746-bis-A/XV     
Serie: Progetti di legge    Numero: 56    Progressivo: 2
Data: 21/11/2006
Descrittori:
BILANCIO DELLO STATO   LEGGE FINANZIARIA
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione


Camera dei deputati

XV LEGISLATURA

 

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

 

 

Finanziaria 2007

A.C. 1746-bis-A

Lavori preparatori alla Camera

Esame in Assemblea

(sedute dal 17 al 19 novembre)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 56/2

Parte VIII

 

21 novembre 2006


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento Bilancio e politica economica

 

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File: BI0063h.doc

 


 

INDICE

 

 

Volume VIII

Esame in Assemblea (sedute dal 17 al 19 novembre)

§      Seduta del 17 novembre 2006. 3

§      Seduta del 18 novembre 2006. 261

§      Seduta del 19 novembre 2006. 601

 


Esame in Assemblea
(sedute dal 17 al 19 novembre)


 

 

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

 


______________  ______________


 

74.

 

Seduta di venerdì 17 novembre 2006

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI

indi

DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI

E DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI

 


Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (1746-bis) (ore 11,16).

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).

Avverto che prima dell'inizio della seduta il gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) ha ritirato tutte le proposte emendative presentate dai deputati appartenenti al medesimo gruppo ad eccezione delle seguenti: Lucchese 88.39, Romano 101.1, Galletti 189.01 e 191.03, Capitanio Santolini 192.04 e Volontè 0.186.0600.2.

Avverto, inoltre, che il gruppo di Alleanza Nazionale ha ritirato tutte le proposte emendative presentate dai deputati appartenenti al medesimo gruppo ad eccezione delle seguenti: Alberto Giorgetti 37.4, Armani 75-bis.01, Buonfiglio 0.84.500.30, Alberto Giorgetti 0.84.500.2, Alemanno 128.08 e 130.2, Moffa 186.03 e La Russa 199.28 e degli emendamenti a prima firma del deputato Buontempo.

Avverto, altresì, che l'emendamento Alberto Giorgetti 37.4 deve intendersi sottoscritto anche dal deputato Ronchi.

Poiché non è stato ancora completato il vaglio di ammissibilità dell'emendamento 16.500 del Governo da parte della Presidenza, è mia intenzione sospendere la seduta.

 

EMERENZIO BARBIERI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. A che titolo?

 

EMERENZIO BARBIERI. Sull'ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, desidero intervenire per porre in rilevo due questioni.

Prima questione. Chi ha l'esperienza della precedente legislatura sa che l'amico, onorevole Giachetti non perdeva occasione per lamentare il ritardo nell'inizio delle sedute, cosa questa che in cinque anni sarà avvenuta forse sei volte. Con questa Presidenza Bertinotti, il ritardo nell'inizio delle sedute dell'Assemblea sta diventando una costante. Siccome i vicepresidenti della Camera dei deputati sono quattro - non so se ne servano effettivamente quattro, probabilmente ne basterebbero due -, sarebbe bene che le sedute, nel caso in cui l'inizio sia fissato per le 11, cominciassero a quell'ora. Non è assolutamente accettabile questo andazzo che ormai dura da troppo tempo. Signor Presidente, la pregherei, quindi, di farsi interprete di questa richiesta di rigore presso il Presidente Bertinotti in modo tale che, in mezzo alle duemila cose che lo stesso ha da fare o che tenta di fare, abbia anche il tempo di ricordare ai vicepresidenti di essere puntuali.

Seconda questione. Trovo assolutamente originale che alle ore 11,20 ci si trovi in una situazione nella quale si sta ancora valutando quello che lei, Presidente, ha testé comunicato all'Assemblea. Devo dire che, da questo punto di vista, c'è una mancanza di serietà - per la verità, si tratta dell'ennesima conferma - di questo Governo, che tutto fa tranne che essere composto da persone serie (Commenti), e ciò pone la Camera nella condizione di ritardare quello che sappiamo essere uno sbocco inevitabile ma che, applicato nei tempi e nei modi giusti, potrebbe consentirci di partecipare un po' più attivamente ai lavori (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale).

 

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Sullo stesso argomento?

 

GIORGIO LA MALFA. Desidero rivolgere una domanda alla Presidenza della Camera...

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, ieri il ministro Chiti ha annunziato all'Assemblea la presentazione, da parte del Governo, dell'emendamento 16.500, preannunziando, inoltre, l'intenzione di porre su di esso la questione di fiducia. Come ci è stato appena comunicato, il vaglio di ammissibilità su tale proposta emendativa non è stato ancora completato da parte della Presidenza, chiedo quindi formalmente alla Presidenza della Camera se il testo di quell'emendamento, ripeto, presentato ieri dal ministro Chiti, sia rimasto immutato fino a questo momento oppure se ad esso siano state apportate ulteriori modifiche.

Questi sono i rumori - per così dire - che sentiamo intorno al Parlamento: che il Governo abbia continuato a modificare il testo. La domanda è molto delicata, signor Presidente della Camera, ma la risposta che richiediamo è precisa: vogliamo sapere se il vaglio di ammissibilità si è applicato ad un testo consegnato e non più modificato dal momento in cui il ministro Chiti ha detto di averlo consegnato.

 

ROBERTO MENIA. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROBERTO MENIA. Signor Presidente, debbo prima di tutto fare una valutazione ed una riflessione, anche pensando allo svolgimento delle sedute degli ultimi giorni. Ricordo, in particolare, che l'altra sera, quando un'agenzia ben informata ebbe a diffondere la notizia che il Governo era pronto a proporre un megaemendamento di circa mille commi, sul quale sarebbe stata posta la questione di fiducia, da questa parte venne prima di tutto avanzata una richiesta. Fu l'onorevole Gasparri a chiedere di interrompere i lavori della Camera perché ci pareva di recitare una sorta di commedia a soggetto. E quando, per parte mia, ribadii la stessa considerazione, subii una serie di commenti da banchi lontani, e anche da banchi più vicini. Sentii distintamente che mi si dava del pagliaccio, del buffone. Peccato che avevo ragione. Quindi, da una parte mi è facile oggi restituire al mittente le affermazioni che ebbi a ricevere quella sera.

Debbo aggiungere, continuando questo brevissimo intervento, che anche la sospensione che lei, Presidente, ci propone oggi - peraltro doverosa, perché è giusto che il Presidente questo faccia - viene a manifestarsi, comunque, come segno e denuncia di una situazione che sta diventando insostenibile. Noi abbiamo, di fatto, discusso più o meno per finta un disegno di legge finanziaria presentato nei termini ma che veniva emendato e riemendato dal Governo giorno dopo giorno. Ed oggi, come è avvenuto anche ieri, siamo qui a perdere inutilmente tempo, in attesa che arrivi la verifica di ammissibilità su un emendamento che neppure conosciamo, di fronte al preannuncio di una questione di fiducia che non è stata ancora stata posta formalmente.

È il motivo per il quale, signor Presidente, le chiedo di conoscere come si intenda proseguire, vale a dire quando si ritiene che verrà ripresa la seduta e verrà posta formalmente la questione di fiducia, anche perché i deputati sappiano ciò che debbono fare nelle prossime ore e nei prossimi giorni.

Questo le voglio chiedere, Presidente, comunque denunciando ancora una volta con scoramento - sinceramente - il percorso su cui si sta incamminando questo Parlamento. È vero che qui nessuno è più vergine, però una sceneggiata come quella alla quale abbiamo assistito in questi giorni per la finanziaria è veramente inammissibile. Questo Governo ci ha preso in giro giorno dopo giorno, autoemendandosi, come abbiamo ripetuto in più occasioni, presentando oggi, sotto forma di emendamento, un articolo unico, che non conosciamo nemmeno e che contiene oltre mille commi. E a proposito di questo, viene veramente da chiedersi sin dove possa arrivare la legittimità di un'operazione di questo genere. Sono tutte questioni che ritenevo opportuno porre una volta di più, senza enfasi e senza rabbia. Però sono questioni sulle quali sinceramente dobbiamo ridiscutere.

E dobbiamo discutere anche dell'ultima provocazione che in qualche modo lancio; e questo potrebbe essere un tema sul quale riflettere di qua e di là, da parte dell'opposizione e da parte della maggioranza. Io penso che le sessioni di bilancio, che le leggi finanziarie che si svolgono lungo questo percorso non possano più procedere così.

Bisogna sinceramente ragionare riguardo ad una modifica del regolamento, al fine di stabilire come, d'ora in poi, dovrebbe essere seriamente esaminato un disegno di legge finanziaria. Non è possibile, infatti, che si continui questa «commedia degli inganni» in cui, anno dopo anno, si peggiora per davvero in termini di prassi. Si tratta di decisioni che costituiscono, in qualche modo, dei precedenti, ma sono precedenti che continuano a peggiorare ogni anno che passa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!

 

PRESIDENTE. Onorevole Menia, l'ho lasciata concludere il suo intervento; tuttavia, rilevo che le sue sono valutazioni di carattere politico e non di ordine regolamentare.

 

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo anche perché sono stato chiamato in causa dal collega Barbieri, il quale ha ragione. Infatti, spesso ho fatto rilevare, nella scorsa legislatura, i ritardi con i quali cominciavano le sedute dell'Assemblea. Sapevo allora, così come so oggi - affermo ciò perché credo sia giusto specificarlo -, che questo non riguarda e non dipende né dai vicepresidenti o dal Presidente, né dagli uffici, ma spesso e volentieri deriva dal modo in cui evolvono le questioni politico-legislative e l'organizzazione dei nostri lavori; magari, si determinano ritardi nell'attività delle Commissioni (e via dicendo), in funzione dei quali le sedute dell'Assemblea cominciano in ritardo.

Nella fattispecie, vorrei segnalare che sono arrivato cinque minuti prima che cominciasse la seduta odierna ed ho visto che erano già presenti ed aspettavano sia il vicepresidente della Camera dei deputati, sia gli uffici. Evidentemente, altre questioni, che non sono direttamente attinenti ai lavori dell'Assemblea, hanno determinato tale ritardo. Credo, comunque - e do ragione all'onorevole Barbieri - che dovremmo cercare, per quanto possibile, di rimediare a tali inconvenienti.

Per quanto concerne le altre considerazioni che sono state formulate, mi permetto, anche in questo caso, di rispondere pacatamente ad esse; del resto, so che è sempre complicato svolgere ragionamenti pacati quando esistono situazioni di così forte contrapposizione. Mi rivolgo, in particolare, al collega Menia: distinguiamo la polemica politica da esigenze che, a mio avviso, riguardano la tutela di tutti noi.

Il vaglio di ammissibilità effettuato da parte della Presidenza della Camera dei deputati rappresenta, infatti, una garanzia soprattutto per l'opposizione; se la Presidenza necessita di un tempo maggiore per vagliare l'ammissibilità di un maxiemendamento complesso, come lo sono stati quelli presentati dai Governi Berlusconi negli ultimi tempi (vale a dire, emendamenti composti da numerosi commi e che raggruppano moltissimi articoli della manovra finanziaria), ciò costituisce una garanzia per tutti noi. Dobbiamo auspicare che, magari, sia necessario alla Presidenza qualche minuto in più per valutarne l'ammissibilità, piuttosto che far passare alcune misure in maniera frettolosa.

In tal senso, quindi, pur raccogliendo la polemica politica (la quale, ovviamente, non può mancare), suggerirei di essere un po' più cauti rispetto a tali questioni, poiché ritengo importante, a garanzia di tutti noi deputati, che sia utilizzato tutto il tempo necessario.

Vorrei concludere il mio intervento formulando una nota polemica da parte nostra. Le considerazioni svolte dall'onorevole Menia sarebbero convincenti se non fosse che, quando venne avanzata dal collega Franceschini (presidente del gruppo dell'Ulivo) la richiesta di sospensione della seduta, venne data una risposta. Infatti, le condizioni nelle quali stavamo lavorando avrebbero indubbiamente rischiato di condurre alla posizione della questione di fiducia, ma noi credevamo fosse ancora utile lavorare in Assemblea per evitare ciò, a condizione che fossero quantomeno ritirate moltissime proposte emendative (poiché ricordo che erano circa 4.500) presentate al disegno di legge finanziaria.

Senza polemica, ma con grande determinazione, vorrei osservare che udire, nella seduta odierna, che si trattava di una strada effettivamente praticabile, poiché la stragrande maggioranza delle proposte emendative è stata ritirata dai gruppi di Alleanza Nazionale e dell'UDC, e successivamente constatare che, guarda caso...

 

LUCA VOLONTÈ. Noi l'abbiamo fatto ieri!

 

ROBERTO GIACHETTI. ...questo avviene dopo che è stata preannunciata la posizione della questione di fiducia...

 

LUCA VOLONTÈ. No: noi l'abbiamo fatto ieri!

 

ROBERTO GIACHETTI. ...lascia un retrogusto amaro. Infatti, se tutti avessero contribuito ad evitare la richiesta della fiducia, a cominciare dall'opposizione, effettivamente ciò sarebbe stato possibile.

Adesso scopriamo che il ritiro delle proposte emendative è avvenuto, guarda caso, solamente dopo che il Governo ha preannunciato la posizione della questione di fiducia: peccato!

 

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROBERTO COTA. Signor Presidente, siamo stati qui circa quindici giorni a prenderci in giro, perché si è esaminato, sostanzialmente, un disegno di legge finanziaria che non conoscevamo, a causa della continua presentazione di proposte emendative da parte del Governo. Si è discusso di una manovra finanziaria che adesso verrà cambiata con questo maxiemendamento.

Però, come dire, non c'è limite al peggio! Ciò perché alla presa in giro che si è snodata per tutti questi quindici giorni è seguita la presa in giro di ieri sera e di questa mattina. Ciò presenta non soltanto profili di carattere politico, legati alle valutazioni riguardo alla giustezza o meno di una determinata scelta, ma anche pesanti problemi di carattere istituzionale, attinenti alla correttezza dei rapporti sia tra il Governo ed il Parlamento, sia tra la Presidenza e la stessa Camera dei deputati.

Mi spiego: il ministro per i rapporti con il Parlamento ha annunciato ieri sera di aver depositato un maxiemendamento presso gli uffici della Presidenza della Camera che, da subito, avrebbe proceduto - per carità ci sono le ore notturne - al vaglio di ammissibilità. Ad oggi questo maxiemendamento ancora non si è visto, ad oggi la Commissione bilancio non si è ancora riunita per esaminarlo. Perché non si è visto? Si dice che questo maxiemendamento - come ha poc'anzi affermato il collega La Malfa - ancora non c'è perché nella maggioranza ancora non si sono messi d'accordo e, quindi, devono ancora essere fatte delle modifiche. Per questo dico che non c'è limite al peggio e non c'è limite alla presa in giro.

Signor Presidente, chiedo formalmente di avere subito una copia del maxiemendamento che è stato presentato ieri sera perché, indipendentemente dal vaglio di ammissibilità, quello è l'emendamento deciso dal Consiglio dei ministri perché così ha dichiarato il ministro per i rapporti con il Parlamento Chiti, a meno di avere a che fare con dei bugiardi anche a livello istituzionale

Chiedo, quindi, al Presidente della Camera che ci dia notizia sulla presentazione e sul testo esatto dell'emendamento, perché un conto è il vaglio di ammissibilità che ci deve essere e un altro conto è, invece, il testo dell'emendamento, che non può essere cambiato di continuo a proprio piacimento perché, se quello è il testo annunciato dal Consiglio dei ministri e se quel testo è stato ufficialmente depositato presso la Presidenza della Camera, deve essere quello e non può essere modificato. Dire una cosa e poi verificare che ciò non corrisponde al vero sarebbe una assoluta presa in giro e una mancanza di rispetto nei confronti di tutti; infatti, non si tratterebbe di una delle tante bugie, ma sarebbe una bugia davvero preoccupante a fronte di quello che è stato annunciato ieri.

 

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. A che titolo?

 

LUCA VOLONTÈ. Per una precisazione.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, l'onorevole Giachetti è libero di dire quello che ritiene di dire; però, pregherei l'Assemblea e l'onorevole Giachetti di essere, nella contrapposizione politica, quanto meno corretti.

L'UDC, da lui citato tra i gruppi che hanno ritirato le proposte emendative, non ha aspettato a ritirarle dopo che è stato annunciato che il Governo avrebbe posto la fiducia, ma lo ha reso noto attraverso il suo capogruppo - il sottoscritto - ad una certa ora e, dopo cinque minuti, gli uffici del mio gruppo hanno ritirato tutte le proposte emendative tranne cinque; quindi, non si è verificato ciò che ha detto l'onorevole Giachetti e cioè che, dopo l'annuncio che sarebbe stata posta la questione di fiducia, strumentalmente si ritiravano gli emendamenti. Noi li abbiamo ritirati prima e, quindi, ognuno si prenda le proprie responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro).

 

MARCO BOATO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MARCO BOATO. Signor Presidente, per quanto riguarda la questione sollevata questa mattina dal collega Barbieri io mi associo, ma solo come auspicio; infatti, la mia non è certamente una critica nei confronti del Presidente né della Presidenza della Camera né tantomeno nei confronti degli uffici. Mi associo all'auspicio in modo che - visto che siamo all'inizio della legislatura e spero che abbiamo tutti comunque un lungo lavoro davanti a noi - per il futuro si possano effettivamente rispettare gli orari di convocazione; infatti, nulla vieta che, una volta che la seduta è convocata per una certa ora, chi presiede - il presidente di turno o lo stesso Presidente della Camera - annunci all'Assemblea, nell'ora prevista, che la seduta si deve rinviare per ragioni di carattere politico, istituzionale o semplicemente di carattere istruttorio sul piano tecnico.

Credo, quindi, che bisognerebbe evitare una polemica sotto questo profilo e, come ho sempre detto - non lo dico solo in questa circostanza -, ciascuno di noi deve avere il massimo rispetto per chi presiede l'Assemblea e per chi presiede la Camera, perché ciò è a garanzia di tutti.

Se noi delegittimiamo chi svolge questo delicatissimo ruolo, facciamo lo stesso nei confronti del nostro lavoro. Personalmente, come del resto ha fatto opportunamente anche il collega Giachetti poc'anzi, accolgo questo richiamo e lo faccio mio per il futuro, in modo che vi sia una maggiore certezza dei nostri lavori.

Per quanto riguarda l'altro aspetto, io credo, signor Presidente - o signora Presidente, non so come lei preferisca essere chiamata - che, obiettivamente, quando si arriva a porre la questione di fiducia su una materia di così grande complessità e decisività per il futuro del nostro paese, vi sia una difficoltà oggettiva, che riguarda non solo l'opposizione, ma anche la maggioranza e, più in generale, i rapporti tra il Governo e il Parlamento.

Tuttavia, è ormai fuor di polemica il fatto che il Governo Berlusconi ha introdotto la prassi del ricorso alla questione di fiducia sia sui decreti-legge in materia fiscale sia sulla legge finanziaria, in quanto questo è un dato ormai storico, visto che si è verificato negli ultimi tre anni della scorsa legislatura, quindi per oltre la metà della stessa. Credo che possano dar atto di questo anche i colleghi Barbieri e Volontè, nonché il collega Menia, dato che facevano parte di questo Parlamento anche nella scorsa legislatura.

Detto ciò, credo che, benché non possa parlare a nome di tutti i deputati dell'Unione, sicuramente molti di noi avvertono una situazione di obiettivo disagio. Però, ha ragione il collega Giachetti quando rileva che nella seduta di oggi, venerdì 17 novembre, dopo che ieri è stata preannunciata dal Governo l'intenzione di porre la questione di fiducia, è stato letto da lei, Presidente, un lungo elenco di emendamenti che finalmente sono stati ritirati da parte dei gruppi dell'opposizione.

Ho perfetta memoria che l'espressione di questa volontà, la quale sarebbe stata decisiva per poter esaminare la legge finanziaria senza porre la questione di fiducia, era stata avanzata da autorevolissimi esponenti dell'opposizione, e cito forse il più autorevole tra questi, il presidente di Alleanza Nazionale Fini, circa un paio di settimane fa. Io non sindaco quanti dovessero essere gli emendamenti che dovevano rimanere o meno, perché ciò rientra nell'autonomia dei singoli gruppi, ma se un paio di settimane fa ci fossimo trovati di fronte non dico a nove, come disse allora Fini, ma ad alcune decine e, forse, anche ad alcune centinaia - ma non ad alcune migliaia! - di emendamenti, la dialettica ed il confronto parlamentare sulla manovra di bilancio sarebbero stati praticabili, possibili e realisticamente realizzabili. Voglio sottolineare che, ripetutamente, era stata dichiarata la piena disponibilità al riguardo da parte degli esponenti sia del Governo sia dei gruppi della maggioranza.

Se noi oggi siamo arrivati al cosiddetto maxiemendamento del Governo - che io avrei auspicato non ci dovesse essere o potesse non esserci -, il quale sostituisce l'articolo 16 e sopprime tutti gli altri, è perché in due settimane di lavoro, su 217 articoli - e forse più, dati quelli aggiuntivi -, quest'aula è riuscita ad esaminarne solo 16, pur lavorando mattina, pomeriggio e sera, ed anche il sabato e la domenica.

Questa è la situazione in cui obiettivamente ci si è trovati. Insisto: per quanto mi riguarda, non la considero una situazione felice e non esalto il fatto che il Governo, della cui maggioranza faccio parte, sia stato costretto a porre la questione di fiducia ma, obiettivamente e realisticamente, nessuno può immaginare che un Governo del paese, quale che esso sia, si possa assumere la responsabilità di andare incontro all'esercizio provvisorio, che non sarebbe una sconfitta del Governo Prodi, ma del sistema paese nel suo insieme.

Per quanto riguarda i tempi per il vaglio di ammissibilità che la Presidenza della Camera, con la preziosa collaborazione dei loro e nostri uffici, deve effettuare relativamente al maxiemendamento presentato, ritengo che se questi tempi si prolungano ciò è di certo una garanzia - come peraltro è stato già detto -, non solo per la maggioranza, ma anche per l'opposizione, grazie alla terzietà, al rigore e alla correttezza di cui si deve dare atto alla Presidenza come istituzione e agli uffici che collaborano con essa, per il buon funzionamento della nostra istituzione parlamentare, in un momento di particolare delicatezza e difficoltà.

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Satta...

 

ANTONIO SATTA. L'onorevole Reina lo aveva chiesto molto prima di me...

 

PRESIDENTE. Allora ha facoltà di parlare l'onorevole Reina.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, sono tre quarti d'ora che chiedo la parola!

Pongo un problema serio all'Assemblea: chiedo ai funzionari, visto che in sede politica non riesco a trovare risposta, se per caso sia stato abrogato l'articolo 11 del regolamento. Le iscrizioni a parlare sono predisposte dai segretari, che sono invitati - e si tratta di colleghi - a fare questo lavoro. Tutta la struttura che coadiuva il Presidente dev'essere coordinata, in aula, per svolgere tale funzione. È accaduto più volte a colleghi del mio gruppo, ma anche di altri gruppi, durante i lavori assembleari, che quando si interviene non si capisce se lo si fa perché si è parte di una componente o di un gruppo parlamentare importante, di destra o di sinistra, prima o dopo. Rimettiamo un po' d'ordine, e lo chiedo formalmente: porrò la questione in seno all'Ufficio di Presidenza. Una volta per tutte, esiste un articolo: o lo rispettiamo, o lo abroghiamo. Quindi, cerchiamo di lavorare in modo ordinato: questa è la prima questione.

In secondo luogo, non intendo inseguire il Governo, perché assemblare il mosaico di una legge finanziaria come quella che conosciamo e preparare un maxiemendamento come quello che il Governo da ultimo ha predisposto non è una cosa semplice. Tuttavia, altra perla tra le perle, non capisco in base a quale vereconda ragione si debba dare il termine delle 18 di oggi per la presentazione degli ordini del giorno che, sul piano formale e giuridico, sono strumenti diversi dalle mozioni. Debbo presumere che sia tutta una «pastetta» preparata tra una parte dell'opposizione e la maggioranza, per cui tutti sanno qual è il ruolo che devono recitare al momento opportuno, anche con il ritiro o il mantenimento di certi emendamenti? Altrimenti, in un paese civile, gli ordini del giorno si presentano quando vi è un testo sul quale confrontarsi.

Tale testo - questa è l'ultima questione, e mi ricollego alle corrette osservazioni dell'onorevole La Malfa, che non hanno nulla a che vedere con la polemica politica - noi non lo abbiamo: stiamo parlando di una cosa che non c'è. Questa notte ero tra i parlamentari che hanno assistito in quest'aula all'intervento del ministro Chiti. Tra il serio ed il faceto, l'onorevole Leone ha chiesto di quante pagine consistesse il maxiemendamento: sorridendo, il ministro Chiti ha glissato. Per bon ton non abbiamo affrontato l'argomento. Tuttavia, va da sè, a meno che non stiamo veramente scherzando - e il Parlamento non se lo può permettere -, che un documento formale, ancor prima della dichiarazione di inammissibilità, deve essere posto all'attenzione di qualunque parlamentare che chieda di prenderne visione. Poi, chi di dovere può dichiararlo ammissibile o meno.

Questo documento non c'è. Tutti i termini di cui abbiamo parlato devono fare riferimento alla materiale possibilità di esaminare tale documento: se non c'è, organizziamoci. Può darsi che stiamo ragionando per discutere anche lunedì e, forse, martedì. Per essere chiari, si tratta di un problema formale e bisogna prenderne atto. Quando lei sospenderà inevitabilmente la seduta - non so se dopo di me altri colleghi abbiano chiesto di intervenire -, chiederò formalmente copia del documento in questione. Dopo di che, voglio capire in base a quale principio mi si può dire che entro le ore 18 devo presentare gli ordini del giorno. Rispetto a cosa, a quale documento, a quale situazione? Questa notte ci era stato detto che alle 11 di oggi avremmo avuto il documento. Stamattina, scherzando con alcuni colleghi alla Commissione finanze ho chiesto: nessuno sa niente, è un'araba fenice. Di cosa stiamo parlando?

Tutti i lavori sono condizionati formalmente - non c'entra la polemica politica - dal deposito! Ma stiamo scherzando? Portateci il documento e riprenderemo a discutere da quel momento e, se del caso, si riunirà la Conferenza dei presidenti di gruppo!

 

PRESIDENTE. Onorevole Reina...

 

GIUSEPPE MARIA REINA. Non sono venuto in Parlamento per fare il notaio né il cameriere! Di nessuno! Sono venuto per rispettare il mandato degli elettori e devo essere messo nella condizione di poterlo fare. Poi esiste anche la polemica politica, la posizione di parte, tutto quello che volete! Ma rimettiamo in ordine le cose (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!

 

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento, Presidente, e le assicuro che non farò alcun riferimento di carattere politico.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ANTONIO SATTA. Presidente, si ricordi che anch'io avevo chiesto di parlare!

 

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, le questioni che intendo sollevare riguardano l'articolo 86 del regolamento, sul vaglio di ammissibilità, e la presentazione degli ordini del giorno.

La prima questione che, tramite lei, vorrei porre al Presidente Bertinotti attiene alla complessità che sta emergendo nel vaglio di ammissibilità, che riguarda numerosi commi. Mi riferisco, in modo particolare, alla possibilità per la Camera, una volta che sarà reso noto il giudizio di ammissibilità (immagino, alla ripresa dei lavori dopo la sospensione), di disporre di un minimo di tempo per verificare ed eventualmente porre questioni conseguenti al giudizio di ammissibilità. Come sicuramente sa bene il Presidente, siamo in piena sessione di bilancio ed esistono determinate norme riguardanti tale giudizio. Ci sembrerebbe corretto che il tempo che, giustamente, la Presidenza si è preso, potesse essere concesso anche ai deputati, non nella stessa misura, per verificare e porre eventuali questioni non appena il giudizio di ammissibilità verrà reso noto.

La seconda questione - e concludo - riguarda la presentazione degli ordini del giorno. Signor Presidente, il termine fissato per la presentazione avrebbe una sua logica se, in questo momento, disponessimo del testo dell'emendamento, per avere la possibilità, entro il termine che è già stato indicato, di formulare i nostri ordini del giorno.

Naturalmente, il fatto che il giudizio di ammissibilità rimandi la nostra possibilità di conoscere il contenuto dell'emendamento dovrebbe - e, in questo senso, lo chiedo al Presidente Bertinotti - portare ad un aggiornamento del termine per la presentazione degli ordini del giorno, perché, in questo momento, sarebbe impossibile predisporre un ordine del giorno senza conoscere il giudizio di ammissibilità e, quindi, l'effettivo contenuto dell'emendamento su cui probabilmente verrà posta la questione di fiducia.

 

ANTONIO SATTA. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Mi scusi per non averle dato la parola precedentemente.

 

ANTONIO SATTA. Chiedere scusa è troppo, Presidente. La ringrazio.

Signor Presidente, con questa dialettica stimo facendo finta di non conoscere la realtà dei fatti. Fin quando non saranno apportate serie modifiche all'impostazione della legge finanziaria, arriveremo sempre a questo momento, così com'è avvenuto nel passato e così come sta accadendo ora.

Di questo passo, il disegno di legge finanziaria diventa il contenitore di tutte le istanze e smette di essere il vero progetto di programmazione economica del nostro paese. Ma questo vuole il Parlamento, e queste sono le difficoltà alle quali va incontro (è inutile nascondersi).

Abbiamo provato fino in fondo a cercare di esaminare con grande senso di responsabilità tutti gli articoli, con le relative proposte emendative, numerosissime, tutte quante, ovviamente, frutto di una elaborazione attenta da parte dei proponenti e delle singole forze politiche, tutte mirate a migliorare il disegno di legge finanziaria. Tuttavia, i tempi sono quelli che conosciamo, nonostante abbiamo lavorato incessantemente, per giornate intere, anche in sedute notturne.

È evidente - qualche collega lo ha già rilevato - che esiste una grande responsabilità del Governo, che non può permettersi il lusso, soprattutto in questo momento di grande incertezza economica, di grande preoccupazione nei mercati internazionali, di arrivare all'esercizio provvisorio. Il dovere forte del Governo è di terminare l'esame della legge finanziaria nei tempi doverosi e giusti, attraverso la presentazione di un maxiemendamento, che dovrà essere il più possibile interprete delle istanze delle forze politiche che siedono in Parlamento; un maxiemendamento che abbia ottenuto il «lasciapassare» in quanto giudicato ammissibile. Il dibattito potrà, poi, riprendere, nell'intento di dare un contributo affinché la manovra finanziaria possa avere il «via definitivo» e si tratti della migliore legge finanziaria possibile, in una situazione difficilissima.

Certamente, da parte dell'opposizione il contributo, come diceva il collega Giachetti, è arrivato, ma tardivamente. Se questo sforzo si fosse verificato non oggi, ma dieci giorni fa, adesso staremmo esaminando una legge finanziaria frutto di un esame completo da parte del Parlamento. Ognuno di noi si assuma le proprie responsabilità.

Comunque sia, pongo all'attenzione delle forze politiche la necessità di un impegno affinché siano riviste e riformate le norme che disciplinano la sessione di bilancio, in modo da «stralciare» i contenuti di proposte emendative che, a volte, nulla hanno a che fare con la legge finanziaria stessa. In questo modo, il Governo potrebbe avere uno strumento effettivo di programmazione economica, lasciando altre materie a proposte di legge che singoli parlamentari o gruppi parlamentari possono porre all'attenzione del Parlamento.

Ritengo che a questo punto non serva a nulla fare polemiche, perché non ha senso. È giunto il momento di avere quel grande senso di responsabilità che tutti i parlamentari, sia di maggioranza sia di opposizione, debbono mostrare in una situazione così delicata ed importante (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).

 

DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. A che titolo?

 

DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Onorevole Presidente, la ringrazio, ma prima con vivace cortesia, o con cortese vivacità, ho detto che avrei rinunciato ad intervenire. Lo confermo, ma colgo l'occasione, dato che lei me ne offre l'opportunità, per dire che la Presidenza (non parlo direttamente di lei) non può mai, in ogni caso, dare primazie o valutazioni di opportunità nelle antecedenze rispetto alle richieste di parlare sull'ordine dei lavori o a commento di interventi dell'esecutivo.

I miei centomila elettori «valgono» come i centomila di qualunque altro collega, e viceversa. Non vi sono primazie né graduatorie, specialmente in questo momento, in cui è messo fortemente in discussione il carattere parlamentare del nostro ordinamento. Questa è l'emergenza in cui ci troviamo.

Rivolgo un cortese richiamo (mi permetto di farlo) alla Presidenza, in senso impersonale, affinché sia rigorosamente rispettato l'ordine e la correttezza regolamentare e, naturalmente, procedurale delle richieste di intervento. Sono tre giorni che ho dovuto lamentare con vivace cortesia questo fatto. Mi permetto di richiamare ancora una volta la Presidenza al rispetto della procedura. In questo momento, rinuncio a dire quel poco, anzi quel pochissimo che avrei voluto dire.

 

PRESIDENTE. Onorevole Benedetti Valentini, la ringrazio per aver rinunciato all'intervento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

 

IVANO STRIZZOLO. Intervengo per muovere due rapidi rilievi; anzi, uno di essi è un suggerimento.

La Presidenza deve assolutamente fornire un chiarimento in merito alle illazioni che alcuni colleghi hanno avanzato sull'iter che sta seguendo il maxiemendamento. Chi era presente ieri sera in Assemblea ha visto che il ministro Chiti, dopo aver preannunciato la posizione della questione di fiducia, ha consegnato agli uffici della Presidenza una cartellina contenente il testo del maxiemendamento. Qualche collega ha formulato una gravissima ipotesi, cioè che nel corso della notte alcuni punti di quel maxiemendamento siano stati modificati.

Chiedo che si faccia assoluta chiarezza. Mettere in discussione la correttezza, la serietà, il rigore e la professionalità del lavoro dell'Ufficio di Presidenza è un fatto che non può lasciare dubbi di alcun genere (Commenti dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia). Il lavoro che viene svolto in merito al vaglio di ammissibilità è serio, importante e richiede certi tempi.

Inoltre, invito la Presidenza (concordo con la sollecitazione avanzata da alcuni colleghi) ad aggiornare il termine per la presentazione degli ordini del giorno.

 

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Strizzolo.

Relativamente alla questione del ritardo dell'inizio dei lavori dell'Assemblea, la Presidenza si è sentita in dovere di iniziare la seduta per avvertire del ritardo proprio per venire incontro alle esigenze dei colleghi. Del resto, in circostanze analoghe, in relazione all'esame di ammissibilità sul maxiemendamento, è accaduto che vi fossero ritardi.

Con riferimento alla durata del vaglio di ammissibilità e, dunque, dei tempi intercorrenti tra il deposito dell'emendamento del Governo e la sua distribuzione, ricordo che essa è naturalmente correlata con la struttura del testo. Ricordo, tuttavia, che in casi analoghi tale vaglio si è protratto per numerose ore. In particolare, nel 2003, i maxiemendamenti relativi al disegno di legge finanziaria furono presentati alle 20,05 dell'11 dicembre 2003, la seduta fu aggiornata al giorno successivo e il testo fu distribuito effettivamente alle 19,30. Nel 2005, nella seduta del 14 dicembre, in occasione dell'esame del disegno di legge finanziaria per il 2006, fu necessaria, dopo la presentazione del maxiemendamento, una sospensione di oltre 7 ore. Tuttavia, la Presidenza farà il possibile per evitare ulteriori ritardi nell'inizio delle sedute dell'Assemblea.

Circa la richiesta rivolta alla Presidenza di distribuire il testo dell'emendamento del Governo sul quale è stata preannunziata la posizione della questione di fiducia, la Presidenza, analogamente a quanto avvenuto in altre situazioni, anche riguardanti la presentazione di emendamenti del Governo nel corso dell'esame di questo provvedimento, renderà noto il testo non appena effettuato il vaglio di ammissibilità. Il Governo rimane, ovviamente, libero, ove lo ritenga, di rendere noto il testo depositato presso la Presidenza.

Ricordo che questa prassi è del tutto conforme a quella seguita in precedenti occasioni del tutto analoghe, anche con riferimento ai maxiemendamenti riferiti alla legge finanziaria. Ricordo, in particolare, quanto affermato dalla Presidenza in occasione della sessione del 2003, allorché, a fronte di una espressa richiesta dei deputati Violante, Pistone, Lusetti, Boato e Castagnetti, il Presidente ribadì che avrebbe reso disponibili i testi del Governo solamente dopo il vaglio di ammissibilità. Analogo comportamento fu tenuto in occasione della sessione di bilancio del 2005.

Naturalmente, al termine del vaglio di ammissibilità, conformemente ai precedenti, saranno resi disponibili sia i testi dichiarati ammissibili sia quelli originariamente presentati dal Governo.

Con riferimento alle osservazioni relative al termine per la presentazione degli ordini del giorno, desidero fare presente che tale termine è stato fissato nell'ambito della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri. Del resto, è prassi costante che in analoghe circostanze venga fissato un termine per gli ordini del giorno, per garantire un ordinato svolgimento del loro esame. È evidente che, se vi sono da parte dei deputati esigenze di differimento di tale termine, la Presidenza non ha difficoltà a prenderle in considerazione. Al riguardo, comunico fin d'ora che il termine per la presentazione degli ordini del giorno è differito alle ore 20 di oggi.

 

ANDREA RONCHI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. A che titolo?

 

ANDREA RONCHI. Sull'ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ANDREA RONCHI. Vorrei esprimere una piccola considerazione, se me lo consente.

La ringrazio per le sue delucidazioni, ma esse non ci soddisfano, per un motivo. Ciò che sta accadendo è molto grave, perché il testo di questo maxiemendamento non è quello di cui si è ragionato ieri sera. Ci sono seri motivi e voci molto ricorrenti nella stessa maggioranza, secondo cui qualcosa sta cambiando. Certamente, non sono stato io a dire che questa è una legge finanziaria in progress. Noi vorremmo che la Presidenza si facesse carico di domandare al Governo su cosa stiamo discutendo. Probabilmente, siamo in presenza di un esproprio delle funzioni di questo Parlamento. Di che cosa si sta trattando? Di che cosa si sta parlando? Quanti progress dovremo ancora attendere? Io ritengo che in questo momento, più che la politica, sia offeso il Parlamento come istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Onorevole Ronchi, queste valutazioni erano già state espresse in Assemblea. Da parte mia, non posso che riferire le sue osservazioni al Presidente della Camera.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 13.

 

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 13.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI

 

PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che, per completare il vaglio di ammissibilità dell'emendamento 16.500 del Governo, gli uffici hanno bisogno ancora di un'ora.

Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle 14.

 

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 14,10.

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI

 

PRESIDENTE. Comunico che la Presidenza ha esaminato l'emendamento 16.500 del Governo (per l'articolo 16 e le proposte emendative ad esso riferite, vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 1), presentato nella tarda serata di ieri, sul quale il Governo ha preannunciato l'intenzione di porre la questione di fiducia. Faccio anzitutto presente che il testo, di cui è stata valutata l'ammissibilità, è lo stesso presentato ieri dal Governo con le correzioni e le integrazioni che il Governo medesimo, contestualmente alla presentazione dell'emendamento, ha formalmente consegnato alla Presidenza. La Presidenza ha consentito successivamente solo interventi di natura tecnica, volti a correggere errori di ordine materiale o tecnico, ad evitare duplicazioni o rendere il testo conforme alle norme redazionali di tecnica legislativa (in particolare numerazione dei commi e revisione numerica delle tabelle). Ha unicamente consentito una specificazione di ordine normativo, volta ad aggiungere alle previsioni di cui al comma 213 anche il personale dell'Arma dei carabinieri: ciò in quanto tale specificazione è stata comunicata dal Governo subito dopo la consegna del testo dell'emendamento. Non sono state, invece, accolte ulteriori richieste sostanziali formulate nella notte dal Governo. La Presidenza ha in tal modo ritenuto di garantire, in una situazione particolarmente complessa e difficile, la massima trasparenza del procedimento, adottando un criterio di massimo rigore rispetto al testo.

Ricordo, poi, che l'emendamento 16.500, sostituendo l'articolo 16, accorpa in un unico testo tutti i successivi articoli del disegno di legge finanziaria. La Presidenza ha valutato attentamente anche questo profilo strutturale dell'emendamento, che presenta aspetti per alcuni versi peculiari rispetto anche alla prassi. La Presidenza ha, peraltro, considerato l'assoluta particolarità delle circostanze attuali rispetto ai precedenti. Al riguardo, va sottolineato che nel caso di specie la questione di fiducia è stata posta dal Governo dopo un'intensa attività parlamentare, che ha visto l'Assemblea impegnata per otto giorni di seduta e per circa 50 ore di dibattito, svolgendo complessivamente 339 votazioni su 15 articoli.

La decisione del Governo si riferisce, evidentemente, ad un provvedimento la cui approvazione entro i termini previsti appare essenziale per evitare l'esercizio provvisorio, garantendo la gestione ordinata del bilancio e delle risorse finanziarie dello Stato. Tale decisione, nelle circostanze attuali, consente altresì di evitare una compressione dei tempi di esame a disposizione dell'altro ramo del Parlamento. Alla luce di tali elementi, la Presidenza, al fine di bilanciare l'esigenza del Governo sottesa alla presentazione dell'emendamento con quella di assicurare che l'esame in sede parlamentare permanga nell'alveo delle questioni già sottoposte dal Governo all'Assemblea, ha ritenuto di ammettere la presentazione di un unico maxiemendamento soltanto nella misura in cui il testo si muovesse scrupolosamente entro i confini rappresentati dall'articolato originariamente all'esame dell'Assemblea e dagli emendamenti già presentati dal Governo e dalla Commissione e ritenuti ammissibili.

Sulla base di tale criterio, la Presidenza, in sede di vaglio di ammissibilità, ha ritenuto di espungere dal testo le seguenti disposizioni: il comma 101, che corrisponde al comma 2 dell'emendamento 27.16 del Governo, in materia di regime IVA dei metalli, presentato in Commissione ma non ripresentato in Assemblea; il comma 249, che riproduce l'emendamento 59.10 Napoletano, in materia di affidamento di incarichi e consulenze nella pubblica amministrazione, non ripresentato in Assemblea dalla Commissione e dal Governo; il comma 264, che contiene una disposizione di natura contabile che consente di utilizzare nell'anno successivo le disponibilità iscritte nel fondo per l'arricchimento dell'offerta formativa non utilizzate nell'anno di competenza, il cui contenuto non corrisponde agli emendamenti della Commissione e del Governo; i commi 371 e 372, di contenuto analogo agli identici emendamenti Bressa 79.13 e 79.14, in materia di controllo della qualità dell'azione del Governo, ammissibili in Commissione e non ripresentati in Assemblea, e tuttavia privo della disposizione di adeguata copertura; il comma 442, capoverso, articolo 8, lettera m), dello statuto della Sardegna, in materia di regime delle entrate nella regione Sardegna, che riproduce l'emendamento 102.36 del Governo, ammissibile in Commissione e non ripresentato in Assemblea; i commi 497 e 498, di contenuto analogo all'articolo aggiuntivo 80.01 della I Commissione nonché ad altri emendamenti parlamentari valutati ammissibili in Commissione e non ripresentati in Assemblea, volti all'istituzione di un fondo per il sostegno agli investimenti per l'innovazione degli enti locali; il comma 551, che riproduce l'emendamento 134.17 del relatore, presentato in Commissione e ivi dichiarato inammissibile per carenza di compensazione, che prevede una spesa relativa agli anni 2007, 2008 e 2009 a valere sull'autorizzazione di spesa del comma precedente, che si riferisce esclusivamente agli anni 2007 e 2008; il comma 594, che reca un contributo di 3 milioni annui per la strada statale 120 Fiumefreddo, riproducendo parzialmente il contenuto di due analoghe proposte emendative, Raiti 142.06 e 0.142.600.650 della Commissione, entrambe dichiarate inammissibili, per estraneità di materia, in Commissione e in Assemblea; il comma 660 e il comma 666, che recano contenuti nuovi non corrispondenti ad emendamenti presentati dalla Commissione o dal Governo in Assemblea; chiedo scusa: ho erroneamente citato il comma 666 che deve invece intendersi ammissibile; i commi 767, 768 e 769, che recano norme relative alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, il cui contenuto non corrisponde ad emendamenti presentati dalla Commissione o dal Governo in Assemblea.

L'unica eccezione è rappresentata dal comma 667, corrispondente all'emendamento Colasio 163.51, già presentato in Commissione e in Assemblea e ritenuto ammissibile, in ragione del particolare valore sociale della disposizione che riguarda contributi a favore dell'editoria per ipovedenti e non vedenti.

Informo che il ministro per i rapporti con il Parlamento mi ha rimesso, con lettera, la richiesta di apportare al testo dell'emendamento due ulteriori integrazioni, la cui omissione, nel testo di ieri sera, si deve ad un errore materiale. Poiché le integrazioni richieste sono coerenti con i criteri di ammissibilità sopra individuati, la Presidenza ha ritenuto di accedervi, considerando che il Governo ancora non ha posto la questione di fiducia sull'emendamento. Il testo, conformemente al precedente della seduta del 12 dicembre 2003, sarà distribuito, quindi, con questa integrazione.

Ciò posto, sul piano strettamente procedurale desidero svolgere una considerazione conclusiva di carattere generale. La Presidenza constata che quanto accaduto, malgrado tutti i tentativi, operati fin dall'inizio della sessione, di conciliare un sostanziale rispetto del termine per la conclusione della sessione di bilancio con l'esigenza, altrettanto irrinunciabile, di consentire un approfondito dibattito ed un adeguato confronto politico, conferma ancora una volta l'inadeguatezza delle previsioni regolamentari in merito alla disciplina dell'esame dei documenti di bilancio, più volte rilevata già nelle passate legislature. Risulta, infatti, evidente la sproporzione fra la strumentazione legislativa prevista dalla legge di contabilità generale dello Stato, nella concreta applicazione che ne viene fatta dal Governo, da questo come dai precedenti, e le relative procedure parlamentari di esame.

La sessione di bilancio in corso ha portato alle estreme conseguenze questa contraddizione ed ha mostrato come non sia più procrastinabile un intervento volto a rendere coerenti le procedure parlamentari con le esigenze di contenuto della manovra finanziaria ed assicurare, per

converso, che l'impostazione dei documenti di bilancio sia compatibile con un iter parlamentare ordinato ed efficace, tale da garantire il pieno esercizio delle prerogative di tutti i soggetti coinvolti. Ho già preannunciato che, al termine di questa sessione, saranno attivate tutte le sedi competenti, a cominciare dalla Giunta per il regolamento, nella quale svolgere, con la dovuta sollecitudine, una riflessione che porti ad un percorso di riforma condiviso, tale da interessare sia la legge di contabilità generale dello Stato, sia le procedure parlamentari di bilancio.

Avverto che, come da prassi, il testo dell'emendamento del Governo sarà trasmesso alla Commissione bilancio.

Ha chiesto di parlare il deputato Casini. Ne ha facoltà.

 

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, io vorrei parlare a titolo personale, non in rappresentanza del mio gruppo; ritengo, infatti, giusto lasciare la parola, sul rapporto tra opposizione e Governo, ai rappresentanti del mio gruppo. Pertanto, non entro nel merito del rapporto tra opposizione e Governo perché ritengo seguiranno altri interventi di rappresentanti del mio gruppo in questo ambito nel quale non voglio inserirmi.

Naturalmente, questa vicenda dimostra che il monito, più volte lanciato da diversi colleghi nel corso dei nostri lavori, sulla inadeguatezza della legge finanziaria trova una conferma autorevole. Cambiano i ruoli - chi è maggioranza e chi opposizione: è la democrazia - ma, di finanziaria in finanziaria, constatiamo sempre, a malincuore, che il regime stabilito per questa legge, così com'è, non regge. Non regge, ad esempio, nel rapporto con il Documento di programmazione economico-finanziaria, nel quale si riscontrano spesso ottime intenzioni, lodevoli, messe per iscritto ma smentite puntualmente dalla finanziaria. In questo caso, è peraltro avvenuto qualcosa di più; mi riferisco all'esame mancato da parte della Commissione bilancio. Debbo aggiungere che, da tale punto di vista, la Commissione bilancio che ha operato nella scorsa legislatura, nonché quella della legislatura ancora precedente non si sottrassero mai, come purtroppo è capitato questa volta, ad un esame accurato della legge finanziaria.

Ma non voglio smentire la mia premessa; pertanto, sui rilievi mossi al Governo è giusto parlino i colleghi dell'UDC presenti in Assemblea. A tale riguardo, del resto, ho già espresso anche in altra sede la mia opinione.

Poiché in occasione della discussione di questa legge finanziaria si è svolto un dibattito molto aspro che ha coinvolto anche, in alcuni passaggi, la Presidenza della Camera, voglio invece dare atto al Presidente ed agli uffici di avere esercitato in modo severo - e comunque coerente con il passato - l'esame di ammissibilità; debbo compiacermi con lei, Presidente, per l'inammissibilità di una parte delle proposte emendative presentate dal Governo. Si tratta, anche in tal caso, di scelte che si ripetono, ma ritenevo personalmente, come suo predecessore, di doverle dare atto di tale correttezza (Applausi).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cota. Ne ha facoltà.

 

ROBERTO COTA. La ringrazio, signor Presidente.

Quanto lei ha dichiarato merita sicuramente una riflessione; lei, infatti, ha garantito - ed in tal senso non abbiamo ragione di dubitare delle sue affermazioni - che l'emendamento 16.500 del Governo, da quando è stato presentato ieri sera, non è stato modificato, salvo per alcune correzioni di carattere tecnico riguardanti errori materiali. Però, lei ha altresì rivelato una circostanza che ritengo molto grave dal punto di vista politico; ci ha confermato che il Governo, durante la notte, ha cercato di apportare consistenti modifiche al testo dell'emendamento presentato, alcune delle quali sono state da lei ammesse mentre altre, invece, sono state da lei rigettate.

Dunque, Presidente, lei ha dichiarato che occorre compiere una riflessione regolamentare sulle modalità di discussione della manovra economica; vorrei, tuttavia,

osservare che l'irresponsabilità e l'incapacità di un Governo il quale, dopo quindici giorni di discussione in Assemblea, non è in grado di comporre e confezionare un maxiemendamento perché ha problemi gravissimi al suo interno, non si risolvono con una modifica di carattere regolamentare. Si tratta, infatti, di un problema politico: una maggioranza assolutamente «variopinta» e variegata; un Governo che non riesce a gestire la situazione, con una mancanza di leadership evidente; un Presidente del Consiglio e un ministro dell'economia e delle finanze che non riescono a tenere sotto controllo gli appetiti.

Dal punto di vista istituzionale, rilevo come il ministro per i rapporti con il Parlamento ieri abbia depositato un emendamento affermando che costituiva la posizione del Governo, che evidentemente l'ha discussa nel Consiglio dei ministri per poi, successivamente, cercare di modificare quell'emendamento con un vero e proprio assalto alla diligenza.

Noi riteniamo che il paese non meriti un Governo che cerca di assaltare la diligenza, ma un Governo responsabile, che abbia una chiara e precisa linea politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.

 

CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, credo che chi come me ha fatto, per un certo periodo, il mestiere di Vicepresidente della Camera e poi di ministro per i rapporti con il Parlamento, conosce bene le difficoltà della legge finanziaria. Però, credo che ci siano questioni che esorbitano dalla prassi e dalla tradizione di questo strumento, che riguarda la finanza e i saldi.

Il vero problema, Presidente, è che non so a chi dare la responsabilità, se al testo iniziale che è approdato al Parlamento, al Presidente della Camera o al Presidente del Consiglio. In questo momento - sono quasi le 14,30 -, sto parlando di un oggetto a me ancora sconosciuto. Sono qui in Parlamento e parlo di un testo, su cui sta per essere posta la questione di fiducia, che è stato arricchito di tantissimi nuovi commi, che derivano dagli emendamenti presentati anche dal Governo, ma il problema vero è che non so, per esempio, se sia prevista la riforma della scuola.

Stiamo vivendo un gigantesco paradosso. Il rapporto tra formazione professionale e scuola ci ha appassionato per un'intera legislatura con il ministro Berlinguer e costituisce un nodo fondamentale per il futuro del nostro paese. Pensate soltanto, con riferimento all'immigrazione, alla ricchezza della nostra tradizione di formazione professionale (scuole alberghiere, scuole professionali, eccetera) per chi intende fare l'imprenditore.

C'è chi, come me, ha sempre sostenuto il doppio canale e chi, invece, ha sempre sostenuto che si debbano fare due anni obbligatori, uguali per tutti, dopo le scuole medie, non dedicati alla formazione, degradando la formazione professionale a un ghetto per chi proprio non riesce a fare altro.

Questa riforma, ove non sia stata accolta nel maxiemendamento, è comunque stata inserita nel disegno di legge finanziaria. È possibile che un Parlamento non abbia trovato, dopo due legislature in cui ci si è appassionati su questi argomenti, un secondo di tempo per discuterne? Vorrei chiedere al Presidente in che sede ci siamo confrontati sulla riforma scolastica. Quando e dove abbiamo eventualmente deciso che il doppio canale, formativo e scolastico-educativo, ambedue di alto livello, dovesse essere abbandonato, per costringere tutti, per due anni, a seguire un certo percorso, anche coloro che hanno una diversa vocazione? Nel mondo cattolico ciò è stato sempre riconosciuto; mi riferisco ai cosiddetti talenti. C'è chi ha il talento per diventare professore di lettere e chi ha il talento per fare l'imprenditore. Centinaia di migliaia di imprenditori sono usciti dalle scuole professionali e hanno fatto la ricchezza dell'Italia! Non ho mai pensato che il professore di lettere abbia più prestigio sociale di quanto possa averne un imprenditore che esce dalle scuole professionali.

Ma la scelta è stata fatta in questo disegno di legge finanziaria. Allora, mi domando: che cosa c'entra la riforma dell'ordinamento scolastico con la legge finanziaria? Cosa c'entra con i saldi di bilancio? Perché è stata inserita nel testo fin dall'inizio? Perché è stata collocata nel disegno di legge finanziaria - non so se all'articolo 65 o all'80 - in modo tale per cui, presumibilmente, nessuno sarebbe stato in grado di interloquire con il ministro della pubblica istruzione?

Potevo anche pensare di convincere qualche collega con argomentazioni culturali a modificare quella norma. Ne abbiamo cambiate tante, in due anni, con la riforma Berlinguer e con la riforma Moratti e abbiamo trovato tante convergenze e anche tante divergenze! Oggi ci troviamo con questo disegno di legge finanziaria ad approvare riforme strutturali, in un modo che, Presidente, ha totalmente esautorato il Parlamento!

Non vado a cercare le responsabilità precise, non le conosco, ma rilevo che le riforme si fanno in due modi nel nostro paese. Uno è quello che prevede un iter che dura mesi, forse anni. Nella scorsa legislatura, ricordo la riforma delle norme sull'immigrazione e la stessa riforma della normativa sulle sostanze stupefacenti, che è stata esaminata per tre anni dal Senato nella Commissione di merito con numerose audizioni. Quindi, l'iter, sulla base dei regolamenti parlamentari, può durare a lungo, comportando mesi e anni di discussioni tra Camera e Senato.

Ma c'è un'altra forma per legiferare: si inserisce un articolo nel disegno di legge finanziaria e tutto viene cancellato, passando da mesi e anni di dibattito al nulla!

In conclusione, non vorrei essere smentito, ma può anche darsi che il mio intervento non serva a nulla perché il Governo non ha inserito nel maxiemendamento le norme relative alla scuola. Non lo so io e non lo sanno i deputati della maggioranza; anche adesso stiamo parlando di un testo che nessuno di noi ha visto. Siamo davvero arrivati ad un alto livello di avvilimento della funzione parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia)!

 

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'oratore successivo, vorrei comunicare all'Assemblea che è stata accolta la richiesta avanzata ieri dalla quasi totalità dei gruppi di opposizione. Il ministro Livia Turco renderà pertanto un'informativa urgente sul decreto del ministro della salute in materia di sostanze stupefacenti domenica pomeriggio, al termine della sessione di bilancio.

Ha chiesto di parlare il deputato Tassone. Ne ha facoltà.

 

MARIO TASSONE. Signor Presidente, già nel corso della XIII legislatura, in sede di riforma del regolamento, avevamo tentato di dare una sistemazione alla sessione di bilancio attraverso la revisione della legge finanziaria. Non ce l'abbiamo fatta, anche se restano per intero tutti i problemi e le discrasie cui faceva riferimento il presidente Casini durante il suo intervento. Prendiamo atto della sua volontà di voler operare in tale direzione. Tuttavia, alla conclusione di questa vicenda, ritengo che il Parlamento sia soccombente perché è stato soffocato dalle vicende e dai fatti.

Da parte di alcuni colleghi è stato rilevata una maggioranza di Governo non certamente coesa ed in grande difficoltà. Queste difficoltà sono state trasferite per intero all'interno dell'istituzione parlamentare. Non vorrei poi assolutamente fare riferimento a qualche collega che cerca di addossare responsabilità all'opposizione. Non credo che questo sia accaduto, ma vi sono responsabilità incredibili da ricercare altrove. Oltretutto, è stato rilevato che, allo stato, non conosciamo il testo di questo emendamento extra-large. Tuttora non siamo a conoscenza del testo del maxiemendamento nonostante le nostre sollecitazioni fatte per capire di più. Alcuni amministratori di Vibo Valentia, alcuni dei quali appartenenti alla maggioranza di Governo, hanno effettuato una sorta di «picchettaggio» nei nostri confronti per sapere, tramite noi parlamentari, se nel testo del Governo fosse contenuta

qualche norma di ristoro per i danni determinati dalla recente alluvione verificatasi in quel territorio. Non siamo riusciti a dir nulla anche a causa dell'interruzione del lavoro parlamentare. Per la prima volta, la Commissione Bilancio non ha potuto esercitare il proprio ruolo per intero ed anche in Assemblea il confronto è stato limitato e ridotto.

Signor Presidente, non ho alcuna preoccupazione nell'affermare che nei lavori parlamentari si è verificato qualche momento di asfissia. Non voglio attribuire responsabilità a nessuno - per carità - ma forse la maggioranza di Governo avrebbe dovuto essere ricondotta ad un comportamento più rispettoso nei confronti dell'Assemblea. A mio avviso, è questo il modo di concepire i rapporti a livello istituzionale. Tuttavia, ben comprendo le difficoltà del suo lavoro e di quello dei colleghi vicepresidenti dell'Assemblea.

Qualche altro collega ha affermato che si tratta di una legge finanziaria omnibus in cui sono stati inseriti tutti gli argomenti possibili. Durante il dibattito abbiamo cercato di far capire, in particolare sul tema della lotta alla criminalità, che le norme con le quali si prevede l'utilizzo degli immobili sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata dovevano essere inserite in un provvedimento più organico, articolato, funzionale ed incisivo.

Questo modo di legiferare mortifica il Parlamento, mortifica la possibilità di fornire il nostro contributo, un contributo che il Parlamento dovrebbe essere certamente in condizione di dare. Ci apprestiamo ovviamente ad un rituale, ad una liturgia: il ministro per i rapporti con il Parlamento ieri ha dichiarato, a nome del Governo, di voler mettere la fiducia; domani vi saranno le dichiarazioni di voto per la fiducia, poi si passerà agli ordini del giorno e alle dichiarazioni di voto per quanto riguarda il provvedimento. È un'antica e vecchia liturgia, certamente non si può fare diversamente, questo è il regolamento, ma restano le amarezze da parte di chi non comprende per intero qual è il percorso che intendiamo seguire, non soltanto in questi giorni, ma soprattutto nel prossimo futuro. Provo questi sentimenti, signor Presidente, di grande preoccupazione, senza voler fare polemica nei confronti di nessuno. Certamente, si tratta di problemi di un'istituzione che dovrebbe essere garantita nella sua valenza e nel suo significato più alto che ha oggi in democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia - Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Reina. Ne ha facoltà.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, non trovo strano l'approccio culturale che le fa sostenere le considerazioni che lei, alla fine della comunicazione, ha reso a quest'Assemblea in ordine alla complessità di questa finanziaria e alla necessità di adeguare normativamente i lavori procedurali dell'Assemblea e delle Commissioni rispetto a questo portato. Mi suscita qualche perplessità il fatto che questo lo sostenga anche il presidente Casini, perché la sua è una coerente scelta di campo, che si sposa esattamente con l'impostazione di fondo che il Governo e la maggioranza hanno dato a questa finanziaria. Se noi alla legge finanziaria via via, nel corso degli anni, abbiamo dato l'impostazione che oggi è culminata in questa situazione, è evidente che esiste un tema di procedura che va affrontato, ma diventa abnorme per tutti immaginare che la modifica della procedura debba sanare un tema patologico di fondo. C'è un disordine politico e culturale di fondo, per cui invece dovremmo prendere atto che la legge finanziaria dovrebbe essere ricondotta fisiologicamente entro i termini dovuti. Il Governo ha deciso di fare questo, perché ha ritenuto che in questa legislatura non c'era, nell'ambito di questo Parlamento e del Senato, quella serenità necessaria che avrebbe consentito di raggiungere i risultati che si prefiggeva e si prefigge di raggiungere - vivaddio! posso anche comprenderlo -, ma io ho tutto il diritto, come esponente dell'opposizione o comunque

come «non esponente» della maggioranza, di denunciare che questa è una procedura che espropria il Parlamento di funzioni, di capacità, di progettualità di lavoro, come peraltro qualche altro collega ha detto.

Questa è la demarcazione di fondo. Quindi, trovo assai strano che il presidente Casini si sia unito con lei in questo bellettoso scambio di cortesie. Francamente, ne avrei fatto a meno.

Detto questo, carissimo Presidente, prima ancora che si sospendessero i lavori dell'Assemblea, ho sollevato un tema che nessuna modifica regolamentare potrà mai risolvere, perché attiene ai principi fondamentali del diritto: quel famoso documento, che si chiama maxiemendamento del Governo, ha un carattere di riservatezza fino a quando materialmente il ministro per i rapporti con il Parlamento non lo viene a depositare in Assemblea, come invece è avvenuto ieri sera. Da quel momento, è un atto pubblico che, per la sua funzione, appartiene a tutto il Parlamento, a prescindere dalla dichiarazione di ammissibilità.

E tutti i deputati hanno diritto di accedervi, qualunque sia la condizione formale di questa documentazione, ovvero che si tratti di fogli sparsi, uniti, pinzati - o come si voglia -, perché tutti abbiamo il dovere di avere contezza delle reali determinazioni del Governo. Questo è un elemento che nessun regolamento potrà mai cambiare, altrimenti dovremmo cambiare ben altro nel nostro diritto. E si tratta di una strada che francamente mi preoccupa per la salvaguardia della democrazia in questo paese. Questo è un elemento basilare.

Quanto al fatto che ci siano stati riferimenti a precedenti e si invochi la prassi, questo mi preoccupa ancora di più. Vedete, nelle corti di giustizia americane è facile fare riferimento a precedenti pronunciamenti di corte, dicendo: questa è la causa Williams-Stone, e quant'altro. Ma qui siamo nel Parlamento. Vorrei capire qual è il concetto giuridico di prassi, dove lo ascriviamo, in che posizione del diritto lo concepiamo. Che significa «è una prassi»? Qui dentro la prassi è la violazione sistematica delle regole. E il Parlamento la violazione delle regole non se la può permettere, vivaddio! Lo dobbiamo capire, perché così facendo vulneriamo la democrazia fin dalle sue fondamenta. Noi non possiamo fare quello che vogliamo! E mi preoccupa il fatto che i funzionari possano....

 

PRESIDENTE. Il suo tempo è scaduto, per favore.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. No, Presidente! Non è scaduto il mio tempo. Questi sono problemi....

 

PRESIDENTE. È scaduto da 21 secondi.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. No, non è scaduto, Presidente! Lei mi può togliere la parola, ma faremo il dibattito in altra sede! Non è come pensa lei! Questo è il suo modo culturale di procedere! Lei mi deve far completare (Commenti del deputato Lulli)!

 

PRESIDENTE. Il suo tempo è scaduto da 30 secondi!

Ha chiesto di parlare il deputato Boato. Ne ha facoltà.

 

MARCO BOATO. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, qualche collega che mi ha preceduto - e non mi riferisco all'ultimo intervento, ma ad altri - ha ritenuto opportuno intervenire nel merito di alcuni aspetti della manovra economico-finanziaria. Rispetto questa scelta ma non la condivido. Credo che in questo dibattito, più regolamentare e procedurale e di tipo interlocutorio, sia opportuno attenersi alle questioni che lei, Presidente, ha posto all'inizio di questa seduta e rinviare all'esame che fra poco svolgerà la Commissione bilancio e al dibattito di domani e dopodomani le dichiarazioni sul merito, che per quanto riguarda il gruppo dei Verdi saranno svolte dal capogruppo Bonelli.

Io voglio, signor Presidente, darle atto dell'assoluta correttezza delle dichiarazioni

che lei ha svolto in apertura di seduta, del rigore, della terzietà e dell'imparzialità a cui le sue dichiarazioni si sono improntate. E nel dare atto a lei, che è il Presidente della Camera, di tutto questo, do implicitamente, ma ora anche esplicitamente, atto della preziosa collaborazione che in questo lavoro la assiste da parte degli uffici della Camera, che hanno sempre dimostrato, sotto questo profilo, le caratteristiche di rigore, terzietà ed imparzialità senza le quali non esiste un vero Parlamento.

Vorrei anche dare pubblicamente atto, signor Presidente - a differenza, in questo caso, di chi mi ha immediatamente preceduto -, della grande correttezza dimostrata dall'ex Presidente della Camera, il collega Pier Ferdinando Casini, nelle dichiarazioni che a titolo personale poco fa ha svolto. Non debbo puntualmente e nominalmente ricordare il fatto che, qualche giorno fa, in quest'aula abbiamo assistito - da parte mia inopinatamente, perché sinceramente non me lo sarei aspettato - ad un attacco frontale, personale, nominativo nei confronti del Presidente della Camera che non aveva alcun fondamento. E io considero veramente importante che il Presidente Casini oggi abbia in qualche modo sanato il vulnus che si era verificato nella correttezza dei rapporti tra gruppi, anche di opposizione, e Presidente della Camera, correttezza dei rapporti che il mio e gli altri gruppi - quando stavamo all'opposizione - avevamo sempre cercato di mantenere e avevamo mantenuto.

Da ultimo, signor Presidente, credo che dobbiamo assumere in modo, starei per dire, vincolante, politicamente vincolante, ciò che lei - è importantissimo - ha dichiarato nella fase conclusiva delle sue comunicazioni odierne, vale a dire la necessità di un comune, cogente impegno per la riforma delle procedure di esame della manovra economico-finanziaria, perché il disagio è generale. C'è un disagio dell'opposizione, ma c'è un disagio anche della maggioranza, e credo vi sia perfino un disagio da parte del Governo.

Quindi, non mi sento adesso di lanciare attacchi all'opposizione o di chiedere alla maggioranza di fare autocritica, perché tutti noi possiamo sbagliare; tuttavia, quando la difficoltà, come lei ha giustamente ricordato, anno dopo anno, diventa, per così dire, «strutturale», allora deve esservi, nella diversità dei ruoli, una comune assunzione di responsabilità per modificare tale tipo di procedure.

La ringrazio, signor Presidente, per il suo impegno, che noi condividiamo pienamente.

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Leone. Ne ha facoltà.

 

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, non intendo unirmi al coro di alcuni colleghi - sia dell'opposizione, sia della maggioranza - in ordine alla correttezza ed alla trasparenza. Con ciò, non voglio dire che ritengo che non sia stato seguito un percorso corretto e trasparente: me ne guarderei bene!

Io aspetto: mi prenderò un po' di tempo e mi riserverò di esprimermi dopo aver confrontato il testo iniziale del maxiemendamento presentato, questa notte, dal ministro Chiti - che è questo che ho in mano e che possiedo sin da ieri notte, perché l'ho avuto da ambienti vicini alla maggioranza - con quello che è venuto poi fuori (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo) dalla valutazione di ammissibilità (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)...

 

ANTONELLO FALOMI. Non ce lo abbiamo noi!

 

ANTONIO LEONE. No, no, scusatemi! Perché se noi puntiamo tutto su una sorta di responsabilità oggettiva in ordine a quanto è accaduto durante l'esame di questa manovra finanziaria, considerando il fatto che si tratta di un procedimento che, ormai, è diventato ingestibile, voglio ricordare a quest'Assemblea, a lei, Presidente Bertinotti, ed anche a chi l'ha preceduta - vale a dire, il Presidente Casini - che già nella scorsa legislatura è stata

presentata una mia proposta, finalizzata alla riforma regolamentare e normativa di questo iter.

Il problema affrontato da tale proposta venne trattato in sede sia di Giunta per il regolamento, sia di Commissione bilancio: infatti, grazie all'allora presidente Giancarlo Giorgetti, si aprì una sessione sulla riforma delle procedure di bilancio, come il Presidente Casini ricorderà.

Vorrei segnalare che in cinquant'anni, salvo l'interruzione del 1972 o del 1973, a causa della riforma della normativa contabile, non si è mai verificato - nonostante la farraginosità, «l'assalto alla diligenza» e ciò che normalmente accade durante l'esame di tutte le manovre finanziarie - quanto è successo quest'anno: mai! Non è mai capitata una cosa del genere!

Queste cose non dobbiamo dirle qui dentro, perché parecchi di noi, magari, aspettano là fuori, in Transatlantico, il momento in cui Presidente arriva, apre la seduta e legge lo speech! Tali questioni si dovrebbero «vivere» all'interno degli uffici addetti alle valutazioni e incaricati di portare a termine il lavoro: mi riferisco alla Commissione bilancio e a quanto accade nell'esame di ammissibilità delle proposte emendative!

Signor Presidente, nel riservarmi di valutare tutto il resto, domando prima a me stesso e successivamente a lei come faccia a ritenere che l'emendamento presentato dall'onorevole Colasio debba essere ammesso solamente perché assume un particolare valore, il quale, naturalmente, è legato a valutazioni compiute dalla Presidenza. Tali valutazioni possono essere anche da me condivise, tuttavia vorrei rilevare che esse non rientrano nei «paletti» e nei limiti stabiliti dagli uffici della Presidenza ai fini dell'ammissibilità!

Questa è la prima questione. In secondo luogo, non mi può venire a dire, Presidente, che quella dell'ammissibilità della misura concernente i Carabinieri, giusto per intenderci, è una questione formale, poiché si tratta di una questione di merito! Infatti, un errore madornale è stato commesso dal Governo ed è stato successivamente corretto: punto e basta! Diciamoci le cose per come sono, perché è inutile nasconderci dietro un dito!

Ma sto facendo queste affermazioni «presuntivamente»; poi, finiremo per confrontare tutto ciò che c'era con quello che è arrivato; alla fine, evidentemente, giungeremo alle conclusioni e rivolgeremo un plauso a lei, Presidente, all'intera Presidenza, agli uffici ed a tutti coloro che hanno il diritto di riceverlo!

La verità è che noi stiamo andando avanti sin dall'inizio con una discrasia enorme che è legata al testo iniziale presentato in questo Parlamento; infatti, l'errore fatto dal Governo è stato quello di venire in Parlamento con un «vocabolario», con 250 emendamenti (220, 217, ... non ricordo il numero). Dovevate avere almeno un minimo di furbizia, e cioè dovevate partire con 50 emendamenti e poi man mano aumentarli a seconda delle intenzioni del Parlamento; invece, è stato fatto il lavoro inverso e, poi, si è chiesto l'aiuto al Parlamento con balletti, manfrine e ostruzionismo.

Ho visto con piacere che questa mattina qualche collega dell'UDC ha dichiarato che in effetti, nonostante il ritiro degli emendamenti da parte del suo gruppo, il vero disagio è stato dato dagli emendamenti presentati dal Governo ...

 

PRESIDENTE. La prego...

 

ANTONIO LEONE. ... che hanno prodotto questa situazione. Apprezzo la dichiarazione, ma non apprezzo il fatto che necessariamente il Governo doveva correre con questa presentazione...

 

PRESIDENTE. La prego, concluda!

 

ANTONIO LEONE. ... discontinua di emendamenti soltanto perché ...

 

PRESIDENTE. La prego, concluda!.

 

ANTONIO LEONE. ... la Presidenza, per giustificare l'ammissibilità e la pertinenza doveva dire di sì, ma erano tutti, non solo in linea con il testo iniziale, ma

anche con gli emendamenti presentati di notte, di giorno, in qualsiasi momento della giornata e della notte.

Per questo «tutto va bene, madama la marchesa»...

 

PRESIDENTE. Deputato Leone, deve concludere.

 

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, questo lo vedremo dopo che avremo fatto un attento riscontro e diremo anche noi «tutto va bene, madama la marchesa» (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia e Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Vorrei ricordare che anche in precedenti sessioni di bilancio è stato fatta notare la questione riguardante il rispetto dei tempi e il deputato Buontempo ha evidenziato - ed è stato condiviso da tutti - che lo scampanellio del Presidente a pochi momenti dalla conclusione dell'intervento invita l'oratore a concludere lo stesso nei tempi previsti.

Ha chiesto di parlare il deputato Moffa. Ne ha facoltà.

 

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, senza entrare nel merito della procedura che da un punto di vista formale appare sostanzialmente corretta - difatti lei, signor Presidente, non poteva fare altro che darci questa comunicazione sull'ammissibilità e rinviare il tutto alla Commissione bilancio - però, converrà con noi che ci troviamo nel pieno di un paradosso, perché stiamo parlando ancora di un oggetto misterioso.

Io non ho avuto le capacità che ha avuto il collega Leone e, quindi, sono tra quei deputati che ancora non sanno esattamente di cosa stiamo parlando, perché non sono stati messi nella condizione di conoscere, fino in fondo, qual è il deliberato e la volontà del Governo rispetto al complesso della legge finanziaria. Ancora adesso - mi sembra di capire - stiamo navigando in mare aperto, perché siamo al paradosso di una fiducia annunciata che suggellerà sostanzialmente l'esproprio del Parlamento in termini sostanziali.

Ci avviamo stancamente alla conclusione, dopo giorni di dibattito e di confronto e ci sono intere materie che costituiscono il corpo di questo maxiemendamento del Governo che in realtà non riguardano materia specifica di una sessione di bilancio e di una politica finanziaria, ma sulle quali il Parlamento sostanzialmente viene espropriato di ogni confronto.

Ecco perché credo di poter dire, in questo momento, che forse è arrivato il tempo di chiudere i giochi. Non continuiamo a prenderci in giro, anche perché di questa patologia che riguarda la sessione di bilancio in Italia e nel nostro Parlamento siamo coscienti ormai da moltissimo tempo anche se finora il Parlamento non è stato in grado di realizzare alcuna riforma. Tuttavia, questo il Governo lo sapeva ancor prima di presentare il Documento di programmazione economico-finanziaria; quindi, si potevano scegliere altre strade, altri metodi, evitando la rappresentazione di uno stato di impotenza sostanziale del Parlamento, perché di questo bisogna prendere coscienza.

Oggi, i deputati non vengono messi nelle condizioni di dare il loro apporto concreto alla politica finanziaria del nostro paese. Vi è un Governo che si arroga con presunzione il diritto di presentare un maxiemendamento con mille commi, che è qualcosa che non si è mai visto nella storia di questa Repubblica. Ecco perché noi non possiamo assolutamente concordare neanche con le procedure che vengono adottate in questa fase (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Armani. Ne ha facoltà.

 

PIETRO ARMANI. Signor Presidente, siano tutti grandi, grossi e vaccinati, quindi sappiamo perfettamente in che modo si svolge la sessione di bilancio. Io sono stato anche vicepresidente della Commissione bilancio nella XIII legislatura, quindi so perfettamente di cosa si sta parlando.

Ricordo la prima legge finanziaria con le deleghe del 1996, quando noi uscimmo

dall'aula; dunque, di sceneggiate ne abbiamo viste tante. Tuttavia, come ha già detto il collega Moffa, io non avevo mai visto un maxiemendamento composto da circa mille commi che adesso, come giustamente dice il collega Antonio Leone, dovrà essere verificato nelle parti del testo originario rispetto alle modifiche che sono state apportate.

Ciò che ha detto il collega Leone è molto grave, vale a dire che certi testi circolavano già in serata e che qualcuno li ha avuti per vie traverse, mediante qualche manina che si è infilata in qualche tasca o in qualche cappotto. Dunque, il problema è molto serio. Signor Presidente, oltre che tutta la serie di norme inammissibili che ella ha elencato - e vorrei avere il suo speech per poter verificare -, apprezzo anche la conclusione cui lei è pervenuto, vale a dire che occorre affrontare il problema della sessione di bilancio perché, alla luce anche delle mie esperienze personali, questo è veramente diventato un momento ingovernabile.

Vorrei inoltre dire, anche in polemica con il ministro dell'economia, che non si sono modificati soltanto i tramezzi e gli stucchi, ma sono stati spostati altresì dei muri maestri. Non dico che questi ultimi siano stati eliminati, ma un muro maestro che stava un po' da una parte è stato spostato dall'altra. Abbiamo dunque una situazione assolutamente ingovernabile. Io credo che prima di affrontare il problema della modifica del regolamento, dobbiamo decidere che cosa vogliamo che siano la sessione di bilancio e la legge finanziaria. Infatti, lei stesso ha citato alcune esenzioni dall'applicazione dell'inammissibilità: ad esempio, è stato citato l'emendamento Colasio. Io ricordo che la riforma della sessione di bilancio del 1978 e poi quella di dieci anni dopo avevano escluso che potessero essere oggetto della legge finanziaria argomenti di tipo microlocalistico o settoriale. Poi, però, di fatto, con interpretazioni più o meno raffinate, sono stati inseriti anche argomenti di questo tipo. Io capisco che le norme devono essere interpretate e non solo applicate rigidamente, tuttavia credo che il collegamento tra il documento di programmazione economico-finanziaria e la legge finanziaria stessa sia un punto sul quale convergere per fare in modo che le due cose vadano di pari passo, in modo tale che il DPEF non dica una cosa e la legge finanziaria un'altra.

Ricordo anche che le coperture di questa legge finanziaria sono state individuate tutte - o quasi - con il decreto-legge fiscale. Dunque, esiste anche un problema di collegamento tra la legge finanziaria e i relativi collegati. Credo, signor Presidente, che la vicenda vissuta in queste settimane fosse - nonostante il nostro pessimismo della ragione - assolutamente impensabile si verificasse negli anni precedenti. Ritengo che, indipendentemente da chi governa, si debba affrontare questo problema. In Commissione, signor Presidente, noi non abbiamo avuto il tempo nemmeno di affrontare gli emendamenti che via via il Governo andava presentando. Infatti, in aula, i gruppi di opposizione non hanno esaurito tutto il tempo di discussione a loro disposizione. Dunque, ci sono delle situazioni veramente ingovernabili sulle quali bisogna intervenire (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.

 

GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, forse è passato inosservato da parte sua (o almeno non ho colto una reazione adeguata) il precedente intervento del collega Leone. Siamo in aula e stiamo parlando di un maxiemendamento che nessuno dei presenti in aula ha visto...

 

IVANO STRIZZOLO. Leone!

 

ANTONIO LEONE. Io ho quello iniziale.

 

ROBERTO GIACHETTI. Non stai affermando la verità!

 

GUIDO CROSETTO...tranne il collega Leone, che l'ha avuto da persone esterne alla Camera.

 

IVANO STRIZZOLO. Detenzione abusiva!

 

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Ve l'ha dato Igor Marini!

 

GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, poiché il maxiemendamento è stato redatto dal Governo, ritengo che il Governo abbia dato a persone esterne alla Camera (Commenti del deputato Giachetti)...

 

PRESIDENTE. Scusate, colleghi, il deputato svolge delle congetture, ma è suo diritto. Prego, deputato Crosetto.

 

GUIDO CROSETTO. Non sto facendo affermazioni (Commenti del ministro Chiti)...

 

PRESIDENTE. Scusate, evitiamo un dialogo.

Prego, deputato Crosetto.

 

GUIDO CROSETTO. Non sto facendo affermazioni, sto dicendo che noi aspettiamo da ore formalmente in Commissione bilancio il maxiemendamento; lo aspetta il presidente, lo aspettano i parlamentari della maggioranza e dell'opposizione e un deputato si alza dicendo di averlo avuto dall'esterno di questa Camera: trovo la cosa di pessimo gusto nei confronti della Camera da parte del Governo, che era l'unico depositario del maxiemendamento. Lascio da parte la questione, Presidente, ma che il Governo ritenga (Commenti del deputato Leone)...

 

VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Ci dica da chi!

 

LIONELLO COSENTINO. Igor Marini!

 

PRESIDENTE. Scusate, le valutazioni sull'intervento del deputato Crosetto possono essere espresse chiedendo la parola e parlando.

 

ANTONIO LEONE. Ma a Giachetti bisogna spiegarglielo!

 

ROBERTO GIACHETTI. Spiegamelo tu!

 

PRESIDENTE. Prego, deputato Crosetto.

 

GUIDO CROSETTO. In ogni caso, questo non è un punto rilevante. Il punto rilevante, da adesso in poi, è un altro. Signor Presidente, lei ha detto una cosa che mi permetto di contestare, anche se non è mio diritto farlo, in quanto non posso che prendere atto di quello che lei dice. Lei ha detto che in questo maxiemendamento sono state recepite tutte le questioni discusse e votate e tutti gli emendamenti che in questi giorni sono stati presentati da Governo e Commissione (cioè relatore). Come lei sa, non abbiamo potuto discutere né subemendare gli emendamenti del Governo. Gli ultimi emendamenti del relatore sono stati presentati ieri, mezz'ora prima della sospensione della seduta (mi pare fossero una sessantina). Con quale criterio si è deciso di recepire emendamenti che non sono stati sottoposti ad un formale vaglio della Commissione e del Comitato dei nove? Cosa avevano di più rispetto ad altri presentati da colleghi di maggioranza e di opposizione che erano stati depositati e dichiarati ammissibili? Sulla base di quale principio regolamentare, statutario o legislativo è stato accordato questo privilegio ad alcuni emendamenti? Il relatore ha diritti in più, ma non rispetto ad ogni singolo parlamentare. A questo punto, dunque, o tutto era ammissibile, e quindi il Governo poteva fare non uno ma 1.500 cambiamenti recependo gli emendamenti presentati da chiunque, maggioranza ed opposizione, oppure mi deve spiegare, signor Presidente, perché andavano bene quelli del relatore, presentati cinque minuti prima che si chiudesse la seduta, o quelli del Governo, presentati dieci minuti prima. Diamo per scontato che lei mi dia una risposta al rigaurdo.

Adesso, se vogliamo rispettare un minimo le forme, dopo il giudizio di ammissibilità, quando arriverà l'emendamento (mi sembra di essere nel «deserto dei

tartari» ad aspettare che arrivino gli invasori, che non arrivano: no, questa volta ci sono) avremo bisogno di discuterlo in Commissione. Sono arrivato al comma 770, ma saranno 800 o mille, non lo so. Lei vorrà concedere al Comitato dei nove almeno un minuto per comma? Oppure dovremo chiedere, come opposizione, al relatore, come si fa per ogni emendamento presentato, di leggerceli dal primo all'ultimo? Che tempo abbiamo in Commissione? Un minuto a comma mi sembra il minimo per capire cosa c'è scritto, senza discussione. Oppure, chiederò al relatore di darne lettura e, quando avrà finito la lettura, chiederò al Presidente di aprire la discussione, perché qualche forma, anche una sola, in questa finanziaria dobbiamo rispettarla.

Allora, al di là delle due domande precedenti, la questione che pongo a lei, ministro Chiti, e al presidente della Commissione è la seguente: lasciamo perdere ciò che è successo in questi giorni (i commenti politici sono stati di tutti i tipi) e non ci si venga a dire che la posizione della questione di fiducia dipende dall'esercizio provvisorio, perché lei sa, Presidente, che oggi probabilmente avremmo esaurito i tempi.

Da oggi in poi...

 

PRESIDENTE. La prego...

 

GUIDO CROSETTO. ...saremmo stati costretti a votare senza più intervenire e, probabilmente, votando sulle singole proposte emendative, avremmo concluso i nostri lavori in anticipo rispetto ai tempi della posizione della questione di fiducia.

 

PRESIDENTE. La prego di concludere.

 

GUIDO CROSETTO. Sui tempi, chiedo a lei, ministro, e al presidente di avere garanzie, almeno su questo; tempi, dunque, per la Commissione (sei, sette, dieci ore) per esaminare il maxiemendamento. Ce n'è bisogno.

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Ricci. Ne ha facoltà.

 

ANDREA RICCI. Signor Presidente, in primo luogo vorrei ringraziare la Presidenza della Camera per il comportamento assolutamente corretto che ha tenuto in questi giorni di difficile lavoro, tutelando, fino alla fine, le prerogative dell'Assemblea e dei singoli parlamentari. Mi permetto di far rilevare che è stata compiuta un'innovazione di grande valore democratico, vincolando l'ammissibilità del maxiemendamento del Governo agli emendamenti già presentati nelle varie forme in questa Assemblea.

In secondo luogo, vorrei esprimere una piena e totale condivisione rispetto alle valutazioni e alle proposte che il Presidente ha avanzato sull'inadeguatezza delle procedure parlamentari per l'esame dei documenti di bilancio.

L'esigenza di una profonda riforma dei processi di formazione del bilancio dello Stato è improcrastinabile e deve coinvolgere, come lo stesso Presidente ha detto, la stessa strumentazione legislativa e non solo quella relativa ai regolamenti parlamentari, a partire dalla legge finanziaria, che, istituita nel 1978, al fine di dare coerenza generale alla politica economica dello Stato, ha via via assunto, invece, al proprio interno finalità diverse e spurie rispetto all'obiettivo originario, fino a diventare, in un certo senso, un surrogato del normale procedimento legislativo che si dovrebbe sviluppare nel corso dell'anno.

Tutto questo comporta una serie di effetti negativi sia per la democrazia sia per il paese. Comporta la mancanza di trasparenza legislativa, che complica la possibilità per il cittadino di conoscere la legislazione; comporta una riduzione sostanziale, anche se non formale, delle prerogative parlamentari e infine, paradossalmente, oggi, comporta anche una difficoltà di controllare e realizzare gli obiettivi macroeconomici generali fissati nel Documento di programmazione economico-finanziaria. Ritengo importante che la riforma delle procedure di formazione di bilancio prenda avvio sulla base di una specifica iniziativa parlamentare su cui poi si potrà innestare un contributo del Governo.

In merito alle polemiche politiche sollevate dai membri dell'opposizione, vorrei far rilevare che non è assolutamente vero che la responsabilità di questo esito finale sia addebitabile soltanto al Governo, né è vero che non fosse mai accaduto quanto si è verificato quest'anno. Anzi, negli anni precedenti è accaduto anche di peggio, quando, ad esempio, venivano presentati all'ultimo momento maxiemendamenti che il Parlamento non aveva avuto occasione di discutere e di conoscere nei contenuti, non essendovi allora il vincolo all'ammissibilità derivante dalla presentazione in aula degli emendamenti.

La novità di quest'anno è stata il fatto che la Commissione bilancio non ha esaurito l'esame della legge finanziaria e la responsabilità di questo esito è anche dell'opposizione, così come lo è per un esame parlamentare che ha consentito di approvare soltanto 15 articoli.

Senza voler generare grandi polemiche, vorrei far rilevare che in Assemblea sono stati presentati, e non ritirati, se non dopo la posizione della questione di fiducia, circa 4.500 emendamenti dall'opposizione e che, in 40 ore di dibattito, la gran parte delle quali utilizzate da membri dell'opposizione, si è riusciti ad esaminare soltanto 15 articoli.

Vi sarebbe potuto essere un altro esito se l'opposizione avesse adottato un comportamento diverso che, magari, avrebbe messo ancor più in difficoltà il Governo, un comportamento teso a rendere più produttivo il lavoro parlamentare, sottraendo così al Governo, all'Esecutivo, la possibilità di definire, nella sostanza, la gran parte del contenuto finale.

Voglio auspicare, data anche l'unanimità di consensi rispetto all'esigenza di una profonda riforma dei processi di bilancio, che l'anno prossimo la discussione e l'approvazione della legge finanziaria possano già avvenire sulla base di nuove regole (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Popolari-Udeur).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bressa. Ne ha facoltà.

 

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, debbo dire che si tratta di una discussione molto interessante per una serie di motivi, il più importante dei quali fa direttamente riferimento a quanto ha comunicato lei, signor Presidente, all'inizio della seduta, quando ha detto che nel maxiemendamento potevano essere accolte solo parti che erano state discusse o presentate in Assemblea. Vorrei sottolineare come questa sia, di fatto, una riforma regolamentare che abbiamo accettato per garantire il massimo della correttezza rispetto ai lavori, in modo che l'Assemblea potesse affrontarli nel migliore dei modi possibili.

Apro e chiudo rapidamente una breve parentesi, rivolgendomi al collega Crosetto. È inutile che continuiamo a girare intorno al problema. Se l'Assemblea non ha potuto valutare nel merito gli emendamenti presentati, lo si deve solo all'atteggiamento ostruzionistico dell'opposizione. Fino a ieri, vi erano ancora 4.500 emendamenti. Con un ritmo di sola votazione, e non illustrazione, di 700 emendamenti al giorno, avremmo impiegato sei giorni e mezzo per ultimare i lavori. Questa è la pietra tombale rispetto alle vostre argomentazioni.

Passiamo ai due aspetti più interessanti che sono emersi nella discussione. Abbiamo appreso che il collega Leone ha una vocazione di sceriffo e ieri sera è riuscito ad entrare in possesso, in maniera rocambolesca, del testo del maxiemendamento (Commenti del deputato Leone)...

 

PRESIDENTE. Per favore, evitiamo gli assembramenti; almeno nell'emiciclo evitiamo capannelli, discussioni, telefonate.

Prego, deputato Bressa.

 

GIANCLAUDIO BRESSA. ...ed ha ammonito, rivolgendosi con tono minaccioso al Governo ed alla maggioranza: «Verificheremo la congruità di quel testo con quello che ci verrà sottoposto».

Vorrei ricordare al collega Leone che è sufficiente che esamini i precedenti parlamentari per trovare risposte ai suoi interrogativi, mal posti. Ne cito uno per

tutti: la seduta del 12 dicembre 2003 e, non a caso, il Presidente Casini, si è rivolto a lei riconoscendo la correttezza del suo operato, Presidente Bertinotti. Infatti, il 12 dicembre 2003, il Presidente Casini comunicava che, dopo la presentazione del maxiemendamento, il Governo aveva presentato ulteriori tre proposte emendative, giustificando il fatto con la necessità di dare compiutezza alla manovra finanziaria.

In quell'occasione, il collega Vito, riferendosi all'atteggiamento del Governo, che aveva presentato l'emendamento e con una lettera del collega Giovanardi aveva proposto le modifiche, diceva - cito le sue testuali parole -: «Sono state valutazioni istituzionali, che rispettiamo e che mi auguro non siano oggetto di polemica politica da parte vostra, perché a tali valutazioni istituzionali noi tutti dobbiamo rispetto, in quanto sono la garanzia della procedura».

Collega Leone, la procedura è una e sempre la stessa. Non faccia minacce fuori posto e non assuma comportamenti che non competono ad un parlamentare che siede in quest'aula (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi).

 

PRESIDENTE. Grazie.

 

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, mi scusi, ma non ho finito. È stato un dibattito istruttivo e vorrei che fossimo tutti consapevoli di ciò che abbiamo imparato quest'oggi.

Il collega Giovanardi ha detto che sta attendendo il testo del maxiemendamento perché è ancora un oggetto sconosciuto e ha ricordato che forse al suo interno vi sarà la riforma della scuola, portando come esempio la riforma della legge sulla droga, che per anni e anni era stata oggetto di dibattito in Parlamento. Si è dimenticato di dire, però, che la legge sulla droga è stata approvata con un emendamento al decreto-legge concernente le Olimpiadi. Questo dice tutto! La serietà è qualche cosa che si chiede a ciascuno di noi quando è seduto in quest'aula; vorrei che non lo dimenticassimo mai, in nessun momento (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, La Rosa nel Pugno, Verdi e Popolari-Udeur).

 

PRESIDENTE. Vorrei ringraziare i deputati che, intervenendo, hanno espresso degli apprezzamenti nei confronti della Presidenza e degli uffici, in particolare il mio predecessore Casini e altresì, naturalmente, i deputati che hanno svolto, peraltro assai urbanamente, dei rilievi critici. Su uno di questi mi permetto tuttavia di replicare. Ciò che è stato criticato come discrezionale, cioè la richiesta al Governo di formulare il suo emendamento sulla base di emendamenti presentati o ripresentati in Assemblea dal Governo e dal relatore, che aveva guadagnato un consenso unanime nella Conferenza dei presidenti di gruppo, era teso a tutelare e a valorizzare il Parlamento. È un elemento di bilanciamento dell'esigenza del Governo, nel momento in cui si accingeva a presentare un emendamento di grande portata, con l'esigenza del Parlamento, tale da consentire che ciò avvenisse nell'alveo delle questioni già sottoposte all'Assemblea e che, quindi, intervenisse solo su materie presenti al tavolo della medesima.

Ricordo che il testo degli emendamenti è distribuito dalla Presidenza alla Commissione e ai gruppi solo una volta ultimato il vaglio di ammissibilità. Non solo questa non è una novità di oggi, ma in tal senso la prassi è costante e senza eccezioni. È ovvio che il Governo è libero, se lo ritiene, di rendere noto il suo testo anche in momenti precedenti.

Ricordo anche, rispetto al tempo che va dalla presentazione alla conclusione del vaglio di ammissibilità, che il Governo prima della posizione della questione di fiducia non può escludere di presentare eventuali integrazioni o correzioni da apportare al testo, rientrando ciò nella sua facoltà di richiedere formulazioni parziali, che naturalmente sono sottoposte al vaglio di ammissibilità.

Ricordo altresì che il testo dell'emendamento del Governo è già in distribuzione, ma il testo materialmente presentato ieri sera dal Governo è a disposizione

della V Commissione, come ho detto nell'introduzione, con le correzioni e le integrazioni presentate contestualmente dal Governo stesso alla consegna dell'emendamento. Tale documentazione, e solo tale documentazione, fa dunque testo per la Presidenza.

Come preannunciato, procedo ora a sospendere la seduta fino alle 18. Il presidente della Commissione bilancio potrà nel frattempo convocare il Comitato dei nove.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. Ritengo che per correttezza dovrebbe essere differito anche il termine per la presentazione degli ordini del giorno.

 

PRESIDENTE. È già stato differito alle 20.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. È stato fissato quel termine perché si sapeva che alle 13 sarebbe giunto il testo definitivo. Siamo ancora qui a lavorare. Materialmente non è possibile mantenere il termine fissato alle 20.

 

IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, credo che rinviare alle ore 18, sic et simpliciter, pur in accoglimento di una richiesta proveniente dai banchi dell'opposizione, significhi dare per scontato che si possa svolgere un esame serio, da questo momento alle 18, di un maxiemendamento che, quando è stata formulata la richiesta, non era ancora conosciuto. Non lo abbiamo letto, ma lo abbiamo «pesato». Non so quanti chili pesi! Avendolo «pesato», ritengo inutile prevedere, dalle 15,30, o dalle 16 - non so quando si riunirebbe la Commissione -, due ore per poterlo esaminare, perché tanto in due ore non riusciremo comunque ad esaminarlo. La prego quindi, signor Presidente, di valutare la possibilità di sospendere la seduta fino a poco prima del momento della posizione vera e propria della questione di fiducia, perché - e lo preannunzio, a nome del gruppo di Alleanza nazionale - immediatamente dopo l'inizio della riunione del Comitato dei nove noi abbandoneremo, per protesta, la seduta, non essendo possibile che un emendamento di questa fatta, di questo «peso» - lo ripeto, non ne conosco il contenuto, ma ne conosco il «peso» - possa essere presentato in tale contesto. Sarebbe, oltretutto, una presa in giro, sapendo già tutti che, in ogni caso, verrà posta la questione di fiducia alle 18. Di prese in giro ne abbiamo già subite parecchie e non importa cosa sia successo nell'epoca carolingia o post-carolingia! Mi pare, infatti, che le vostre proposte, colleghi della maggioranza, fossero di cambiare, di rimodernare, di fare finalmente funzionare tutto! Invece, l'unico argomento che avete dimostrato è che anche voi qualcosina di cattivo avete fatto; non mi basta, quindi, come argomento ciò che è successo negli scorsi anni.

Pertanto, signor Presidente, mi sembra che sospendere la seduta fino alle 18 sia eccessivo; può darsi che anche gli altri gruppi ritengano inutile tale termine e che già tra mezz'ora sia possibile porre la questione di fiducia da parte del Governo, ove si accedesse alla tesi che in mezz'ora o in due ore sarebbe identico il grado di scarsa conoscenza del maxiemendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

 

GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, in precedenza sono intervenuto chiedendo un termine adeguato per la discussione. Penso che l'intervento del collega La Russa abbia, in qualche modo, rilevato ciò che noi non ci aspettavamo. Se questa Camera è riconvocata alle 18 significa che il tempo

che lei attribuisce al Comitato dei nove per valutare il maxiemendamento è di nemmeno due ore. A questo punto, ha ragione il collega La Russa: in due ore rischieremmo di formalizzare un lavoro che è impossibile realizzare veramente. Pertanto, o vi è un tempo adeguato, o tanto vale non avere nemmeno due ore, che non servono a nulla per valutare un emendamento di questo tipo.

 

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PIER FERDINANDO CASINI. Onorevoli colleghi, scusate, credo si faccia un po' di fatica ad orizzontarsi, perché la Presidenza, ma soprattutto noi, siamo artefici del nostro destino e possiamo decidere tutto ciò che vogliamo. Ma è fin troppo ovvio (e tale argomentazione non ha certo bisogno di difensori d'ufficio) che il tempo di due ore e mezzo, che è stato fissato, all'opposizione certo non basta perché, come giustamente hanno rilevato gli onorevoli La Russa e Crosetto, di fronte ad un «pacco» di questo tipo esso non è sufficiente; ma la Presidenza ha fissato tale termine in risposta ad una richiesta formulata dall'opposizione...

 

IGNAZIO LA RUSSA. Prima di conoscerne il «peso»!

 

PIER FERDINANDO CASINI. Sì, certo, il «peso» poteva variare di qualche milligrammo, ma non credo (Commenti)... Ma no, semplicemente per la serietà, perché in quest'aula o siamo seri...

 

IGNAZIO LA RUSSA. Noi siamo seri!

 

PIER FERDINANDO CASINI. A questo punto, se l'opposizione rinuncia all'esame, è un conto, ma è giusto che siano chiari i termini della questione. Noi, come UDC, vogliamo procedere all'esame del maxiemendamento. Non saranno necessarie due ore e mezzo, posso capire che si può fare un esame più breve, ma per ragioni di serietà, perché non siamo al mercato, questo esame lo svolgiamo, anche sapendo che vi sarà la posizione della questione di fiducia, perché lo sappiamo da due giorni...

 

IGNAZIO LA RUSSA. Allora, è una presa in giro!

 

PRESIDENTE. Per favore, evitiamo le interruzioni.

Prego, deputato Casini.

 

PIER FERDINANDO CASINI. Allora, chi vuole sottrarsi all'esame, si sottragga. Noi lo effettueremo, rapidamente, come è nostro diritto-dovere e come è stato richiesto dall'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Popolari-Udeur).

 

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Tuttavia, vorrei che concludessimo su questo punto. Prego, deputato Cota.

 

ROBERTO COTA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per dire che è inutile riunire il Comitato dei nove. È una presa in giro perché non c'è il tempo neanche di leggere l'emendamento. A franchezza, franchezza!

 

ANDREA LULLI. Sono 20 giorni che se ne discute!

 

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Per cortesia, evitiamo i battibecchi. Prego, deputato Quartiani.

 

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, apprezzando ciò che è stato affermato da altri colleghi, anche a nome di altri gruppi parlamentari, ritengo opportuno che siano garantiti i tempi per prendere visione del testo del maxiemendamento. Vorrei sollecitare in tal senso la

Presidenza, anche perché si tratta non soltanto di prendere visione del testo, ma anche di garantire ai colleghi la possibilità di presentare gli ordini del giorno. Procrastinandosi la nostra discussione, chiedo che si possa prorogare di qualche ora anche il termine per la presentazione degli ordini del giorno.

 

PRESIDENTE. Propongo che il termine per la presentazione degli ordini del giorno sia prorogato sino alle 22 di oggi.

Confermo la decisione di aggiornare la seduta alle ore 18, a seguito di una richiesta che è stata formulata da parte delle opposizioni. Penso che, in ogni caso, sia un diritto del Comitato dei nove prendere in esame il maxiemendamento che è stato presentato.

Sospendo la seduta.

 

La seduta, sospesa alle 15,25, è ripresa alle 18.

 

Si riprende la discussione.

 

 (Posizione della questione di fiducia - A.C. 1746-bis)

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il ministro per i rapporti con il Parlamento, deputato Vannino Chiti. Ne ha facoltà.

 

VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, colleghi, l'annuncio della posizione della questione di fiducia sulla legge finanziaria fatto ieri sera, che confermo, credo che a questo punto, indipendentemente dalle valutazioni che diamo in ordine alle responsabilità - cercherò poi di svolgere qualche considerazione, senza scendere sulla polemica -, si rendesse oggettivamente inevitabile.

Siamo al termine della sessione di bilancio per la quale, nella Camera in cui avviene la prima lettura, è prevista una durata di 45 giorni - ce lo ricordava alcuni giorni fa l'onorevole Gerardo Bianco, con la serietà e l'autorevolezza che gli derivano da una lunga esperienza parlamentare - e oggi è il quarantacinquesimo giorno. In una settimana, lavorando con intensità - della quale dobbiamo essere grati a tutti i parlamentari, indipendentemente dalla collocazione politica - anche il sabato e la domenica, sono stati approvati 15 articoli e due articoli sono stati soppressi. Si tratta di fatti concreti e non di interpretazioni e ognuno può fare il conto - anche solo votando gli emendamenti senza intervenire per illustrarli - di quanti giorni sarebbero stati necessari.

Quindi, in primo luogo, la richiesta di fiducia è lo strumento a nostra disposizione per evitare rischi di esercizio provvisorio, che ad ogni costo abbiamo il dovere e la responsabilità di evitare. Sono convinto che questo obiettivo non è solo del centrosinistra, dunque di uno schieramento, ma è sentito come interesse del paese, indipendentemente dal giudizio che si esprime sulle scelte della finanziaria.

Avevamo creduto che realmente si potesse evitare il ricorso alla fiducia, pur trattandosi di una finanziaria complessa nella sua articolazione; in ciò vi è una responsabilità del Governo attuale, come di quelli precedenti.

Sarebbe stato possibile se, non l'ultimo giorno, praticamente alla scadenza della sessione di bilancio, ma sin dall'inizio, fossero state ritirate le migliaia di proposte emendative presentate o, meglio ancora, se fosse stata mantenuta la sfida che ci era stata lanciata dall'opposizione, da leader autorevoli dell'opposizione che ci

avevano detto che avrebbero scelto sette o otto questioni sulle quali confrontarsi nel merito. Obiettivamente, così non è stato e ciò rappresenta un'occasione perduta per tutti noi, maggioranza e opposizione. Infatti, il confronto in Commissione e in aula ha mostrato - credo che anche questa sia una considerazione oggettiva - una maggioranza unita e, proprio per questo, aperta ad accogliere proposte migliorative da parte dell'opposizione.

Complessivamente, su 15 articoli, sono stati approvati 39 emendamenti presentati dall'opposizione, alcuni dei quali erano convergenti con proposte emendative presentate dalla stessa maggioranza.

Tra di essi vi sono dei temi di assoluto rilievo. Non li ricordo tutti e trentanove, ma solo quelli, lo ripeto, di assoluto rilievo: quando ero all'opposizione, non mi è mai capitato di poterne trovare. Sto parlando della soppressione della tassa di soggiorno per i comuni; del superamento della differenza tra esercizi di diverse dimensioni, al di sotto o al di sopra di 250 metri quadrati rispetto all'obbligo dello scontrino fiscale per chi effettua la trasmissione telematica; del fondo per la pedemontana lombarda, così da concorrere alla sua progettazione e realizzazione; del fondo per superare le barriere architettoniche negli esercizi commerciali; di una rimodulazione che consenta l'autonomia dei comuni per l'aumento dell'ICI - abbiamo detto perché ciò è giusto, ringraziando pubblicamente l'Assemblea -, che introdurremo al Senato anche per le aliquote IRPEF.

L'impegno della maggioranza - che ringrazio per l'intenso lavoro svolto, per una collegialità che ha costruito coesione e per il sostegno che i gruppi di maggioranza hanno dato al Governo e, nello specifico, al mio lavoro - ha determinato altri importanti cambiamenti. Ne citerò solamente alcuni: le risorse a disposizione per la ricerca, gli interventi per i giovani apprendisti, per i precari nella scuola, nel pubblico impiego, nelle forze dell'ordine; lo stanziamento per la cooperazione allo sviluppo...

 

ELIO VITO. Ma dov'è questa cosa? Riapriamo la finanziaria?

 

VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Cito le cose che ci sono, collega Vito: consenta anche a me di parlare, poiché questa è una sua valutazione, non la mia.

 

MARCO BOATO. Il Governo ha diritto di parlare liberamente!

 

VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Grazie; a volte nelle democrazie succede anche che i Governi possano parlare...

Sto citando il fondo per la mobilità, con particolare attenzione alle città metropolitane a forte tensione turistica e le misure ulteriori di rigore e di trasparenza per il funzionamento della politica e delle amministrazioni.

Sono convinto che se si fosse proceduto all'esame degli articoli e se anziché all'articolo 15 ci si fosse magari fermati al 130 o al 150 - e se non fosse passata come strategia prevalente quella delle «spallate» ai Governi sulla finanziaria - vi sarebbero state altre occasioni di confronto e di miglioramento nei riguardi di una legge finanziaria difficile e complessa. Questo, comunque, è l'auspicio che il Governo esprime - io lo esprimo -, in vista del lavoro che, a partire dai prossimi giorni, riguarderà l'esame in seconda lettura della legge finanziaria al Senato.

La finanziaria non vi arriverà blindata - come non lo è stata alla Camera - ma, naturalmente, con alcuni punti cardine non modificabili: il rientro nel patto di stabilità per l'euro, la ricostruzione dell'avanzo primario, l'equità dei sacrifici, l'introduzione delle aliquote fiscali dell'IRPEF e il sostegno necessario allo sviluppo.

A quanti tra gli esponenti della destra (ieri lo diceva il senatore Baldassarri) continuano a dirci che i 15 miliardi di euro erano necessari - si trattava di un impegno, quale che fosse il Governo -, ma ci si doveva fermare a questo punto e si

doveva procedere con tagli alla spesa, voglio ribadire, nel rispetto di un confronto e di una battaglia politica (entrambi possono essere forti e civili) che questa non è la nostra strada.

Potremmo dire, in modo polemico: è difficile che il responsabile di una malattia divenga improvvisamente medico e la guarisca, o ancora che niente di tutto questo è stato fatto nei cinque anni precedenti, se la spesa corrente è aumentata di alcuni punti. In ogni caso, al di là di questo orizzonte polemico, il centrosinistra si propone - nei prossimi mesi e anni parleranno i risultati - di risanare e sostenere lo sviluppo. I sacrifici che l'eredità lasciata impone agli italiani debbono essere ripartiti con equità. Noi, colleghi, vogliamo riformare il pubblico impiego, non licenziare in massa; vogliamo riformare il welfare, non abbatterlo; vogliamo dare una prospettiva a chi vede di fronte a sé un destino da precario che, invece, deve essere allontanato.

Con questa chiarezza vogliamo però confrontarci al Senato, sapendo che una finanziaria difficile, complessa, ha bisogno degli apporti di tutti coloro che sono disposti a darne; anzi, importanti sono quelli che vengono dall'opposizione, non meno di quelli che vengono dalle forze di maggioranza. Del resto, sappiamo bene che in alcuni campi occorre verificare se sia possibile migliorare ancora la proposta che sarà, poi, quella finale. A tal proposito, mi limito a due sottolineature (non certo perché al Senato si possa poi dire che sono solamente questi gli aspetti da considerare): innanzitutto il pacchetto sicurezza, rispetto al quale si è compiuto certamente uno sforzo ma rispetto al quale, se possibile, bisogna cercare di rafforzare l'intervento....

 

ELIO VITO. Signor Presidente, non è possibile! Dobbiamo subire pure il «pistolotto», oltre alla fiducia!

MARCO BOATO. Non può permettersi di dire così!

 

PRESIDENTE. Deputato Vito, la prego, consenta al Governo di illustrare le ragioni della fiducia (Commenti del deputato Elio Vito).... Non sono sindacabili (Commenti del deputato Elio Vito)... La prego, lasciamo concludere il rappresentante del Governo.

 

VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Quando il collega Vito potrà imporre ai regolamenti parlamentari come si pone la fiducia, potrà farlo. Finché è un deputato come tutti noi, può, se vuole, avere lo stesso rispetto che noi abbiamo nei suoi confronti (Commenti del deputato Elio Vito)... che noi abbiamo sempre nei suoi confronti (Commenti del deputato Elio Vito) perché è un capogruppo dell'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Verdi e Comunisti italiani)!

 

PRESIDENTE. Vi prego, evitiamo questo dialogo! Loro lo sanno bene che il Governo ha diritto ad esporre le proprie ragioni. Prego, ministro, prosegua (Commenti del deputato Elio Vito).

 

VANNINO CHITI, Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Lei lo dice ... (Commenti del deputato Elio Vito)... A volte faccio finta anche di non sentire gli epiteti con cui lei mi si rivolge: diciamo che sono sempre di grande complimento e mai di offesa, pur essendo in quest'aula.

Stavo dicendo che sappiamo bene come, oltre al tema della sicurezza - sul quale si è compiuto uno sforzo e rispetto al quale, se possibile, si deve comunque cercare di farne di ulteriori, dato che si tratta di un tema di grande priorità per i cittadini -, ve ne siano altri da considerare, tra i quali il secondo aspetto che volevo evidenziare, cioè il rapporto tra Stato centrale e regione Sicilia (ripeto, non sono solamente questi due i temi) in materia di sanità. Vorrei che su questo aspetto si individuasse, da qui al Senato e poi nel Senato, un'impostazione che fosse concordata tra maggioranza ed opposizione, come è fondamentale, secondo me, che sia così in tutto il campo del federalismo fiscale. Sui rapporti istituzionali e di

attribuzione di risorse tra centro e periferia è infatti indispensabile una convergenza non in una logica di schieramento, chiunque sia al Governo nazionale, chiunque governi le regioni. In questo senso ieri ho inteso ed apprezzato le parole dell'onorevole Casini.

Concludo, signor Presidente, con un'ultima sottolineatura che riguarda la piena condivisione ed il pieno sostegno al suo richiamo alla necessità di una riforma del complesso degli strumenti della legge finanziaria; una sessione di bilancio che dura da giugno a settembre, dal DPEF fino all'approvazione finale della legge finanziaria, non è normale e non esiste negli altri paesi, così come non è normale che ci siano una complessità ed un numero di articoli esorbitante o le procedure che ci siamo dati.

In questi giorni ho riflettuto sul perché - lo dico anche in modo autocritico - negli anni precedenti una maggioranza ben più numerosa e forte dal punto di vista numerico rispetto all'attuale abbia dovuto porre per tre anni consecutivi la fiducia sul disegno di legge finanziaria, sia alla Camera sia al Senato. Devo dire che la ragione l'ho compresa in questi giorni. Perciò penso che si debba essere d'accordo, come ho sentito in molti interventi di questa mattina, nel verificare le regole, nel farle rispettare, nel darsene di nuove circa lo strumento della legge finanziaria. Signor Presidente, il Governo darà - per quello che deve e che può - il proprio contributo a quel progetto di riforme che lei ha annunciato questa mattina: ci tengo ad esprimere un pieno sostegno.

Infine, devo rivolgere un ringraziamento ai dirigenti della Camera dei deputati, dal Segretario generale a tutti i funzionari che hanno lavorato per verificare il materiale, le proposte che abbiamo consegnato. Sempre, ma in questo momento ancora di più, ha trovato in me conforto una convinzione, quella dell'assurdità delle norme di spoils system e simili a livello di organizzazione dello Stato. I funzionari, i dirigenti, il personale della Camera hanno svolto bene il proprio lavoro nei confronti di ogni Governo, dei Governi che hanno preceduto il nostro e del nostro Governo, quali che fossero - io non conosco e non voglio conoscere - le convinzioni personali, politiche di ognuno di loro. Voglio invece dire che questo è ciò di cui l'Italia intera ha bisogno, perché il nostro paese ha bisogno di intelligenti, seri ed impegnati servitori dello Stato.

Io sono grato perché, in questi giorni, ho visto nel notevole impegno che esiste in questo Parlamento un presidio che mette al sicuro il bipolarismo da altre sbandate.

Ringrazio inoltre per il lavoro svolto i membri della Commissione bilancio, il Presidente e il relatore.

Con queste considerazioni, signor Presidente, a nome del Governo, a ciò autorizzato dal Consiglio dei ministri, confermo di porre la questione di fiducia sull'approvazione (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale), senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'emendamento 16.500 del Governo, sostitutivo dell'articolo 16 del testo e soppressivo dei successivi articoli del disegno di legge finanziaria per il 2007 (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Italia dei Valori e Verdi).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Elio Vito. Ne ha facoltà.

 

ELIO VITO. Signor Presidente, io credo che un po' di pudore avrebbe dovuto sconsigliare il ministro Chiti dall'aprire, nel momento in cui la chiude ponendo la questione di fiducia, una discussione ed un confronto di merito sulla legge finanziaria che l'opposizione invano ha cercato con il Governo in questi dieci giorni di confronto in aula e, prima ancora, durante le settimane dell'esame in Commissione bilancio. È questa assenza di pudore che offende la Camera dei deputati e, se permette signor Presidente, anche la mancanza di stile per il ringraziamento ai funzionari - al quale sicuramente ci associamo -, in quanto esso tocca per tradizione al Presidente della Camera e non certo al Governo, anche per l'autonomia di tali funzionari in relazione alla sfera del Governo. Forse dobbiamo pensare che il Governo, con la

sua mania di occupare le sfere istituzionali, ora vuole anche arrivare ad occupare le nomine all'interno della Camera.

Detto questo, signor Presidente, io credo che il ministro Chiti non sia mai intervenuto in dieci giorni sulle questioni di merito della legge finanziaria che abbiamo posto. L'unico intervento sulla legge finanziaria è stato quello del ministro Bersani, poche ore prima che si sospendesse la seduta per la presentazione del maxiemendamento, dopo che per due giorni avevamo continuato a richiederlo (Commenti del sottosegretario D'Andrea). Il ministro dell'economia non ha mai partecipato ai lavori parlamentari - lo sottolineo: mai -, abbiamo avuto la meritoria attenzione da parte di alcuni sottosegretari per i rapporti con il Parlamento e dell'economia, e basta.

Forse questo è il modo con il quale il Governo ha cercato il confronto di merito con le opposizioni? Le questioni oggettive che poc'anzi sono state richiamate dal ministro Chiti per giustificare la posizione della questione di fiducia, a nostro giudizio, sono altre. Le opposizioni non hanno utilizzato tutti i tempi a loro disposizione. Il gruppo di Forza Italia ha ancora altre tre ore di tempo. I tempi che tradizionalmente sono utilizzati per le tecniche e le pratiche ostruzionistiche, quelli a titolo personale, prevedono ancora quasi sette ore e questi sono stati utilizzati anche da parte dei colleghi della maggioranza che, su alcune questioni, hanno inteso intervenire.

Il numero degli emendamenti che è stato presentato dai gruppi dell'opposizione è per circa un decimo corrispondente a quelli per i quali avrebbero avuto diritto, vale a dire che abbiamo presentato il 10 per cento degli emendamenti che ci spettavano in base alle dimensioni del disegno di legge finanziaria, al numero degli articoli e al numero di proposte di modifica che il Governo ha presentato. Inoltre, si arriva ad avere la spudoratezza di mentire alla Camera, signor Presidente, in relazione al fatto che la Commissione bilancio non sia stata impedita dal Governo nella possibilità di esaminare compiutamente la legge finanziaria: poche ore prima del termine previsto per la conclusione dei lavori della stessa, sono stati depositati novanta nuovi emendamenti. Novanta emendamenti, poche ore prima che la Commissione bilancio concludesse i suoi lavori!

Questo significa ricercare il confronto? In aula - signor Presidente, lei lo sa -, ci siamo trovati di fronte ad una richiesta della maggioranza di rinviare l'esame della legge finanziaria di ventiquattro ore. Vi è stata una speranza - nemmeno tanto ben celata - da parte del Governo che noi utilizzassimo un presunto ostruzionismo sul decreto-legge relativo all'IVA per ritardare l'esame della legge finanziaria. Noi, in quella Conferenza dei presidenti di gruppo, dicemmo che non c'era ragione per rinviare l'esame della legge finanziaria e mantenemmo il calendario. Abbiamo fatto convertire nei termini previsti dalla Conferenza dei capigruppo il decreto-legge sull'IVA, facendo iniziare subito dopo le votazioni sul disegno di bilancio. Abbiamo accettato e subìto tutte le decisioni della maggioranza sull'orario, sulle giornate di seduta dei lavori parlamentari, comprese le sedute notturne ed i giorni festivi.

Noi abbiamo cercato il confronto di merito con il Governo e la maggioranza, ma questo confronto è stato reso impossibile da una condizione: dall'assenza di decisioni, di linea politica, di accordo all'interno della maggioranza sulle questioni fondamentali della legge finanziaria. Il fatto che oggi il ministro Chiti ci venga a dire quale è la legge finanziaria e quale potrebbe essere al Senato rappresenta un'ulteriore offesa nei confronti di questo ramo del Parlamento, perché il ministro non ci ha illustrato il maxiemendamento che stravolge la legge finanziaria, ci ha detto che anche questo maxiemendamento è destinato a essere modificato al Senato e ci ha solo annunciato i punti sui quali il Governo non ha ancora trovato un accordo.

Ecco perché, Presidente, io manifesto il mio sconcerto rispetto alle dichiarazioni del ministro Chiti, che avrebbero potuto avere una loro importanza se rese ad

apertura di dibattito sulla legge finanziaria e non a conclusione dello stesso. Mi dispiace che un ministro, che dovrebbe avere come proprio compito istituzionale quello di intrattenere i rapporti tra il Governo ed il Parlamento, si limiti invece a ritenere di dovere intrattenere i propri rapporti fra il Governo e qualche membro del Parlamento, dimostrando di ferire anche l'intelligenza di quei gruppi parlamentari con i quali a lui piace intrattenersi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buontempo. Ne ha facoltà.

 

TEODORO BUONTEMPO. Il gruppo Alleanza Nazionale intanto ringrazia per il proficuo e serio lavoro svolto, nei limiti del possibile, dai colleghi Giorgetti, Armani e Garnero Santanchè. Pensavo che il ministro per i rapporti con il Parlamento iniziasse il suo intervento ringraziando l'opposizione per aver consentito la modifica di alcune parti del testo che avrebbero procurato non poco danno agli italiani, alla nostra economia e al nostro sviluppo, perché senza l'opposizione alcune di quelle parti significative non sarebbero state modificate. Solo un errore di lettura, probabilmente, riguardo alla tassa di soggiorno al posto della tassa di scopo, che grazie all'opposizione è stata cancellata.

La politica consente di dire tutto ciò che si vuole, ma lo spettacolo che ormai tutti gli italiani conoscono non può essere smentito da un intervento del ministro. Questa legge finanziaria è stata ore e ore in Commissione, rendendo improduttivo il lavoro della stessa. Il Governo, in Commissione, ha presentato emendamenti a suoi emendamenti e la ripetitività con la quale il Governo presentava emendamenti in Assemblea non solo al testo presentato in origine, ma anche a suoi precedenti emendamenti, ha moltiplicato l'effetto dei subemendamenti. La maggioranza non ha mai tentato un confronto con l'opposizione. Alleanza Nazionale è stata sempre disponibile a ritirare tutti gli emendamenti, ad eccezione di alcuni, che erano particolarmente significativi per il paese. La maggioranza non ha mai cercato un confronto serio sul testo della legge finanziaria. Noi abbiamo dovuto subire un testo di 826 commi. A chi volete raccontarla se il testo aveva in origine 217 articoli e finisce con 826 commi? Evidentemente, il testo che voi avete presentato era lacunoso, creava ingiustizia; ve lo hanno fatto capire anche larghe parti della maggioranza, che con sofferenza ha dovuto portare avanti il confronto con il Governo.

Onorevole ministro, avrà notato che qui vi erano due parti della maggioranza: il Governo e la maggioranza. La maggioranza, a cominciare dal relatore e dal presidente della Commissione bilancio, era a disagio, poiché li avete ridicolizzati! In questa sede non è mai accaduto che il relatore, che ha presentato, a nome della Commissione, alcune proposte emendative (le quali rappresentavano, quindi, la sintesi dei dibattiti svolti), venisse smentito da emendamenti predisposti dal Governo! Questo è accaduto!

Pertanto, il gruppo di Alleanza Nazionale ritiene, signor ministro, che lei avrebbe dovuto ringraziarci, anche perché, nel corso di questi giorni, voi avete avuto la possibilità di rimediare ad alcuni errori presenti nel testo del disegno di legge finanziaria. Inoltre, avete avuto la possibilità - in questo caso, forse dovremmo recitare un mea culpa - di aggiustare tutte le questioni interne alla maggioranza!

Voi, in realtà, siete partiti sin dall'inizio con l'intenzione di porre la questione di fiducia, ma non avete potuto farlo prima perché non eravate sicuri di ottenere il consenso di tutti i pezzi della maggioranza! Del resto, ricordo che abbiamo ascoltato, in quest'aula, il gruppo La Rosa nel Pugno dichiarare chiaramente che non avrebbe votato a favore del disegno di legge finanziaria: allora, nel «bancomat» del Governo, ognuno ha attinto per quel che poteva!

Vorrei rilevare che anche nel suo intervento, signor ministro, non è potuto emergere il quadro di riferimento della manovra finanziaria. Avete predisposto

una serie di commi, ma non è chiaro come si intervenga per Sviluppo Italia, per l'occupazione...

 

PRESIDENTE. La prego di concludere!

 

TEODORO BUONTEMPO. ... e per risolvere i problemi delle aree svantaggiate!

A nome del gruppo di Alleanza Nazionale, ritengo quindi che non possiamo che invitare gli italiani - e mi avvio alla conclusione, Presidente - alla grande manifestazione popolare del 2 dicembre, perché solo con una grande manifestazione popolare si potrà comprendere quale sia il dissenso degli italiani nei confronti di questo Governo...

 

PRESIDENTE. Deve concludere!

 

TEODORO BUONTEMPO. ...che sta arrecando danni incredibili al paese!

Concludo, Presidente. Non siamo solo noi ad affermarlo, perché, per la prima volta, sono venuti meno anche l'omertà ed il silenzio dei sindacati, i quali, di fronte all'evidenza dei fatti, sono stati costretti a scendere in piazza, pur votando per voi, per esprimervi il loro dissenso (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Violante. Ne ha facoltà.

 

LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, devo riconoscere che l'onorevole Buontempo - che ringrazio per una parte del suo intervento - ha dato atto, con le sue affermazioni, del tipo di lavoro che hanno compiuto, in questa sede, sia la maggioranza, sia il Governo.

Mi sembra poi che, da questo punto di vista, il collega Elio Vito non abbia reso giustizia né al Governo, né a se stesso ed alla sua coalizione. Ciò perché, come ha giustamente affermato il collega Buontempo, molte delle proposte dell'opposizione che erano giuste sono state approvate, e credo che questo sia un modo equilibrato di condurre il dibattito parlamentare.

Onorevole Buontempo, lei ha fatto riferimento alla manifestazione popolare; da quello che mi risulta, sono tre le manifestazioni popolari. Può capitare che una maggioranza sia divisa, ma quando ad essere divisa è l'opposizione, le assicuro che è molto peggio! Infatti, credo che non essere stati in grado di scendere insieme in piazza contro quello che ritenete essere un vostro avversario politico sia un segno della vostra fragilità!

Affermo ciò, tuttavia, per un altro motivo. Signor Presidente, ho apprezzato con molta soddisfazione un passaggio del suo intervento, così come ho colto positivamente una parte dell'intervento del ministro Chiti; anche il collega Elio Vito, insieme a dichiarazioni non accettabili, ha affermato una cosa giusta. Qui c'è un problema di fondo, che riguarda la struttura del procedimento.

Esiste un problema più radicale, se volete, costituito dalla debolezza del sistema politico. Non possiamo infatti ignorare, colleghi, che, se negli ultimi tre anni è stata posta ogni volta la questione di fiducia sul disegno di legge finanziaria, è segno che la richiesta della fiducia non dipende da una maggioranza costituita da 40, 50 o 60 parlamentari in più. Ricordo, infatti, che il centrodestra nella scorsa legislatura aveva una maggioranza di 80 voti alla Camera e di 40 al Senato; eppure, è ricorso lo stesso alla posizione della questione di fiducia nel 2003, nel 2004 e nel 2005.

Oggi siamo nel 2006. Se è così, dobbiamo cercare di andare un po' più alla radice della questione. In primo luogo, dobbiamo riconoscere che vi è una debolezza del sistema politico. Nel centrodestra, nel centrosinistra e nell'estrema sinistra, infatti, si discute della ricomposizione di forze e della ricostituzione di aggregazioni più ampie e maggiormente rappresentative per avere una migliore capacità di governo e per reggere meglio lo scontro con gli interessi coalizzati e con la forza degli interessi che, giustamente, sono presenti nel paese. Tali interessi premono alle porte della politica, ma la politica, a volte, non ha la forza sufficiente per reagire, respingere, mediare e dirigere!

Questa è la situazione nella quale ci troviamo: se la manovra finanziaria è il luogo nel quale si organizza complessivamente la capacità di governo per un anno di lavoro, e si programmano altresì gli anni successivi, è qui che la spinta degli interessi esterni è maggiore ed è proprio qui che dovrebbe rivelarsi la forza maggiore della politica. Vorrei rilevare che si tratta di un problema che riguarda tutti, non soltanto noi oggi: ha interessato voi nella scorsa legislatura ed adesso tocca noi. Vi è un punto sul quale dobbiamo riflettere, vale a dire su come dare forza al sistema di cui facciamo parte e che concorreremo a costruire.

La seconda questione è più specifica e riguarda, in sostanza, lo strumento. Signor Presidente lei poc'anzi ha fatto riferimento giustamente alla correzione delle procedure; lo sappiamo, ma non è solo questo. Infatti, dobbiamo chiederci per quale motivo; ce lo siamo chiesti molte volte di seguito; ma non abbiamo mai chiuso la partita della finanziaria e a gennaio si è parlato d'altro.

Presidente, mi auguro molto che sotto la sua guida si possa, questa volta, chiudere quel libro e andare, invece, ad un reale intervento che deve toccare - io credo - la legge, perché la legge finanziaria non può essere il treno cui si sganciano tutti i vagoni per cui non si sa più se, quando e come arriverà una occasione nella quale aggiungere o sganciarne un altro.

Questo, lo sappiamo, riguarda sia voi sia noi. Riguarda interventi macro e interventi micro, riguarda interventi di necessità sotto la spinta dell'urgenza e perché dobbiamo rispondere al nostro elettorato, volta per volta: perché non è stata messa quella cosa, perché non è stato realizzato quell'ospedale, perché non c'è quella strada e così via. Lo sappiamo che è così, ma non può essere questa una legge finanziaria della quinta o sesta potenza economica mondiale. Non può essere questa!

È necessario inoltre modificare il regolamento, perché c'è qualche punto che non va. Scusate se voi avete presentato 7 mila emendamenti e noi ne abbiamo presentati altrettanti la volta scorsa, quindi il punto non è questo: ma se si può presentare 7 mila emendamenti su un testo è chiaro che non si fa nessuna discussione. Lo dico anche per noi, non solo per voi. Lo dico come una presa di coscienza dei limiti di questo meccanismo.

Dunque occorre un intervento serio, una discussione seria su che cosa vogliamo davvero, parti per parti, comparto per comparto, come si limita e si qualifica la potestà di emendamento su questo meccanismo, come si attribuisce più peso alle decisioni delle Commissioni. Infatti - mi rivolgo ai colleghi anche molto «sperimentati» che sono in quest'aula - i pareri delle Commissioni, le quali impiegano giorni e settimane attorno a questo tema, non contano assolutamente niente, ma non contano perché la procedura è fatta in questo modo; quindi, ritengo che bisogna fare in modo che i pareri espressi dalle Commissioni specializzate contino di più nel procedimento. La Commissione bilancio non può essere affogata, a sua volta, da migliaia e migliaia di richieste, emendamenti e pressioni. Presidente, lei che ha un'esperienza parlamentare quasi come la mia, sa bene (o gliel'avranno detto, se non l'ha appreso direttamente) che in Commissione bilancio quasi mai si è arrivati a concludere l'esame della legge finanziaria. Non ci si è arrivati mai a causa di questo meccanismo infernale.

Terza ed ultima questione ....

 

PRESIDENTE. La prego, concluda.

 

LUCIANO VIOLANTE. Questo problema non si risolve se non risolviamo anche il problema del procedimento legislativo generale; infatti, se dobbiamo ritenere che quello sia l'unico treno che parte e che arriva sicuro, è chiaro che lì si aggancia tutto. Dobbiamo dare al Parlamento, alla maggioranza e all'opposizione la certezza che almeno su un certo tipo di provvedimenti ci siano tempi definiti e non mutevoli per il voto finale, qualunque esso sia.

Noi partiamo dalla crisi del sistema politico, dalla crisi dello strumento e dalla crisi del procedimento legislativo. È attorno a queste tre crisi che si svolge il nostro discorso; quindi spero, Presidente - e la ringrazio anche per il minuto in più che mi ha concesso - che lei possa prendere in mano tale questione, guardandola sotto i profili che sono di competenza della Presidenza - come lei ha già annunciato - in modo che si possa davvero a gennaio affrontarla e risolverla, affinché la prossima volta non ci troveremo più, chiunque sarà al Governo, in una situazione come quella in cui ci siamo trovati adesso ((Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista e La Rosa nel Pugno).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato La Malfa. Ne ha facoltà.

 

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, io penso che la fiducia fosse inevitabile e che si debba chiudere questo dibattito politico (ci sono tante sedi in cui farlo) in cui il Governo dice: «no, noi non volevamo porre la fiducia, è colpa vostra» e noi rispondiamo: «no, ma noi eravamo pronti». È chiaro che esiste un confronto, è chiaro che in Parlamento ci sono le maggioranze e le opposizioni e che le maggioranze esprimono la loro linea essenzialmente sulla politica economica nella legge finanziaria e che le opposizioni fanno la loro parte. Comunque, ad un certo punto sapevamo che sarebbe stata posta la questione di fiducia sia perché i tempi erano esigui, sia soprattutto - signor ministro - perché le divisioni sono nella maggioranza.

Quando il Governo Berlusconi ha posto la questione di fiducia è stato sempre detto che lo faceva perché i partiti di maggioranza erano in lite tra loro; ma la stessa cosa è avvenuta anche in questo caso ed in modo più evidente, in modo molto più evidente.

Onorevole Violante, lei dice che sono tre le manifestazioni dell'opposizione; però non è mai successo, durante il Governo Berlusconi, che i ministri e sottosegretari sfilassero contro il Governo.

Se andiamo su questa strada ci ridicolizziamo a vicenda e penso che l'ultimo a parlare subisca il ridicolo maggiore, perché si peggiora col tempo. Quello che è successo era inevitabile, perché questa legge finanziaria è stata preparata male, nel senso che c'è un lavoro di mediazione, che avviene in seno al Governo nel mese di settembre, che fa sì che la finanziaria sia varata dal Consiglio dei ministri - già con il ministro dell'economia e delle finanze un po' «acciaccato» dalle toppe e dalle difficoltà! - in una condizione accettabile per poter fronteggiare la maggioranza, che ha le sue esigenze, e l'opposizione, che pure ha le sue esigenze.

Quello che è avvenuto, onorevole ministro per i rapporti con il Parlamento - lo posso dire perché questo processo l'ho visto sia da dentro sia da fuori -, è che evidentemente, per carenze di guida politica di questo Governo nei settori determinanti della materia, la legge finanziaria è stata varata dal Consiglio dei ministri senza la mediazione interna al Governo. È evidente che i ministri hanno mandato avanti deputati della maggioranza, e talvolta dell'opposizione, per chiedere che il Parlamento con la sua attività emendativa correggesse gli errori, o pretesi errori, o ritenuti errori, del Governo in seno al Consiglio dei ministri.

Dunque, il tempo che abbiamo perso ad esaminare il provvedimento, ma che è stato necessario, è stato dovuto al fatto che il mese di settembre - che è un mese cruciale per la finanziaria all'interno del Governo - non è stato impiegato nel modo in cui avrebbe dovuto essere. Pertanto, qui è avvenuta quella discussione che deve avvenire in Parlamento con l'opposizione e che avviene necessariamente in Parlamento con la maggioranza, ma che non dovrebbe avvenire con i ministri, perché i ministri dovrebbero essere solidali rispetto al testo che viene licenziato dal Consiglio dei ministri. Così non è stato, voi lo sapete benissimo. Non è questione di fare polemica; ne prendiamo atto e vedremo se questo potrà servire.

Vengo ora alla seconda parte del discorso.

 

PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato La Malfa.

 

GIORGIO LA MALFA. Onorevole Violante, volete fare la riforma? Le ricordo - lei lo conosce benissimo - che il guaio della legge finanziaria è avvenuto nel 1999, perché fino a quella data, in cui fu fatta l'ultima riforma, non erano ammissibili nella legge finanziaria gli interventi per lo sviluppo economico. Si poteva solo modulare...

 

PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato La Malfa.

 

GIORGIO LA MALFA. Mi scusi, Presidente, ma è una spiegazione quasi tecnica. Dal 1999 possono essere inseriti nella legge finanziaria gli interventi per lo sviluppo economico. Per questo motivo la finanziaria è esplosa.

Concludo, Presidente, con una domanda rivolta, però, a lei, e la pregherei di darmi una risposta perché l'ho formulata già questa mattina. Vorrei chiedere, se fosse possibile - e se non lo è vorrei sapere perché -, di prendere visione delle proposte emendative dichiarate inammissibili dalla Presidenza della Camera. Non capisco infatti il motivo per cui la Presidenza della Camera debba dichiarare inammissibile questa o quella proposta emendativa e il corpo dei deputati non ne debba conoscere il motivo.

Inoltre, vorrei sapere se il testo del maxiemendamento, che il ministro Chiti ha depositato ieri presso la Presidenza, è uguale al testo che abbiamo esaminato oggi in Commissione bilancio. La ringrazio delle risposte che vorrà darci.

 

PRESIDENTE. A questo ho già risposto stamattina (Commenti del deputato La Malfa).

Ha chiesto di parlare il deputato Alessandri. Ne ha facoltà.

 

ANGELO ALESSANDRI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il giudizio su questa finanziaria da parte del gruppo Lega Nord Padania, che ho l'onore di rappresentare, è completamente negativo.

Mi rivolgo innanzitutto al Governo, al ministro Chiti qui presente. Credo ci siano due o tre elementi da rimarcare. Intanto mi preme ringraziare tutto il gruppo della Lega Nord, che non ha presentato, credo in maniera coerente e responsabile - questo deve rimanere agli atti, al di là di ciò che poi si vuole andare a raccontare sul territorio, in mezzo alla gente - una valanga di emendamenti. Non abbiamo fatto quindi ostruzionismo, ma in maniera seria e coerente abbiamo invece cercato di entrare nel merito delle questioni, tanto che quelli che io ho definito «i tre moschettieri», neofiti di questo Parlamento, che si sono davvero molto impegnati e, credo, fatti apprezzare dall'intero gruppo che ha partecipato a questa finanziaria (mi riferisco ai colleghi Garavaglia, Filippi e Fugatti), hanno convinto il Governo, il relatore e questa maggioranza ad accettare diverse nostre istanze. Il ministro Chiti ne ha ricordate alcune. Per esempio, l'imposta di scopo, con riferimento alla quale abbiamo portato diversi punti a favore, ma anche in tema di infrastrutture per il nord e soprattutto, su iniziativa dell'onorevole Garavaglia, la questione dello scontrino.

Peccato che abbiamo esaminato solo 15 articoli e che non siamo arrivati a completare l'esame di tutti e 217.

Forse, a questa finanziaria potevano essere apportate diverse modifiche e, forse, poteva esser più «padana» e un po' meno «raffazzonata», così come risulta essere. Ciò mi dispiace, perché, alla fine, 217 articoli si sono trasformati in 830 commi (circa 600 disposizioni in più). Viene stravolto e cambiato tutto! Non siamo riusciti nemmeno a leggerli bene; li abbiamo soltanto intravisti da lontano.

È una legge finanziaria che, purtroppo, sta allarmando il paese. Lo dico perché ho letto una dichiarazione di Prodi poco fa che mi ha anche un po' allarmato. Ha detto che è contento di come ha agito in questi primi sei mesi e ciò sarà lo specchio di quello che accadrà nel prossimo futuro...

Sono terrorizzato: se questo è il metodo con cui avete intenzione di continuare

a governare, c'è davvero da mettersi le mani nei capelli ed i cittadini dovranno mettersi le mani in tasca, perché, altrimenti, qualcosa continua sempre ad uscire!

Una manovra finanziaria così complessa avrebbe richiesto un certo dibattito teso ad apportare cambiamenti seri, ma avevamo bisogno di tempo. Tuttavia, ministro Chiti, ricordiamoci che dieci ore su ventisei le avete impiegate voi per i vostri interventi. Una maggioranza che vuole accelerare non parla dieci ore! Inoltre, le interruzioni durante l'esame del disegno di legge finanziaria, il dibattito sulle intercettazioni, erano un modo per perdere tempo.

Non è bello arrivare a dire in quest'aula, una volta trovata una «quadra» nella confusione che questa legge finanziaria purtroppo vi ha creato, che è colpa della minoranza o dell'opposizione, che ha fatto perdere tempo! Non è così! Voi avete avuto dei problemi interni! Spesso, lo si sentiva e lo si leggeva sui giornali: Senato chiamava e Camera rispondeva!

Lei ha ricordato che la ricerca è uno dei settori in cui sono stati apportati dei cambiamenti. Non ci si può dimenticare che sulla ricerca vi è stato un input ben preciso di un senatore o di una senatrice che ha detto qualcosa di specifico; il senatore Pallaro ha detto qualcos'altro. Diverse altre cose si sono mosse. Conseguentemente, sono giunti emendamenti su emendamenti per perdere tempo.

Capisco che è difficile; anche noi, in passato, abbiamo posto la questione di fiducia quando è stato necessario, ma, ministro Chiti, cerchiamo di mantenere le cose nel loro alveo!

Mi vorrei rivolgere adesso al Presidente della Camera. Ho letto una sua dichiarazione del seguente tenore: speriamo che in futuro cambino le regole sulla legge finanziaria; considerazioni riprese anche dal collega Violante.

Mi sembra che non si sia capito il vulnus iniziale che ha prodotto questo tipo di legge finanziaria: abbiamo perso 15 giorni quasi inutilmente. Il Parlamento è stato inutile ed è stato bypassato, scavalcato, preso quasi in giro. Credo che le regole vadano cambiate, ma la logica non deve essere quella di una frase a lei cara: «dopo un raccolto ne viene un altro», bensì deve essere un' altra.

Questo raccolto è arrivato con una grandinata, ma non si è raccolto nulla. Bisogna pensare che il paese si aspetta dei messaggi e delle regole davvero concrete.

Va rimarcato anche che, nella discussione, che noi abbiamo contribuito a rendere ampia ed interessante, vi sono state, tra i banchi del Governo, alcune assenze importanti, dei fantasmi che sarebbe stato giusto vedere. Mi riferisco, soprattutto, al ministro Padoa Schioppa, colui che ha scritto questo provvedimento, e a Prodi, che non si è fatto vedere.

Ringrazio, invece, perché ha avuto il coraggio, ma, soprattutto, l'attenzione di venire a parlare al Parlamento per fornire delle risposte, il ministro Bersani, credo l'unico meritevole di un ringraziamento da parte nostra.

Tuttavia, l'attuale Governo, ministro Chiti, credo debba davvero ripensare in maniera completa il rapporto con questa istituzione. Un'istituzione che rappresenta un paese, per cui dovete rimodulare l'intero rapporto con il paese che ci si aspettava da voi - avevate detto di essere dei fenomeni - tutt'altro!

Credo che un po' di vergogna ed un po' di orgoglio vadano ricercati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Boato. Ne ha facoltà.

 

MARCO BOATO. Signor Presidente, vorrei esprimere sinceramente gratitudine al ministro Chiti per il modo in cui ha voluto motivare, prima di porla, a nome del Governo, la questione di fiducia. Mi ricordo che, nelle scorse legislature, quando eravamo all'opposizione ed il Governo si recava legittimamente in quest'aula per porre la questione di fiducia quasi come un telegramma burocratico, noi opposizione di allora ci lementavamo perché non veniva comunicato il perché ciò fosse stato necessario.

Non obietto che, a tale riguardo, l'opposizione possa polemizzare, perché ciò fa parte della normale dialettica parlamentare. Trovo, tuttavia, del tutto inaccettabile che da parte del presidente del principale gruppo dell'opposizione si sia tentato di impedire al Governo di motivare adeguatamente la posizione della questione di fiducia e si sia anche insultato il Governo.

Ho sentito parole che anch'io, come il ministro Chiti, non voglio ripetere, ma che saranno riportate nel resoconto stenografico.

Sono anche d'accordo, signor Presidente, con le considerazioni che, poco fa, a nome del gruppo dell'Ulivo, ha svolto il presidente Violante. Noi Verdi le condividiamo pienamente. Ricordo poi che, oggi, in quest'aula, abbiamo ascoltato un importante intervento di un altro ex Presidente della Camera, l'onorevole Casini. Ritengo sia significativo che, su questioni, non di merito politico, su cui tutti abbiamo opinioni diverse, ma di carattere istituzionale, quanto detto dal Presidente Bertinotti e dagli ex Presidenti della Camera, Casini e Violante, i quali rappresentano due schieramenti contrapposti, siano larghissimamente convergenti sotto il profilo delle responsabilità istituzionali.

Trovo legittimo che, dall'opposizione, si possa polemizzare, ma non trovo legittimo e, comunque, non condivido, che si cerchi di insultare. Ho sentito, però, il presidente Vito lamentarsi del fatto che il Governo abbia rivendicato che questa manovra finanziaria, una volta uscita dal Consiglio dei ministri, sia stata aperta al confronto con l'opposizione, sia stata modificabile - e, obiettivamente, è stata modificata in numerosi aspetti, ai quali, come Verdi, siamo contenti di aver contribuito - e soprattutto non sia stata «blindata».

Qualcuno ha detto - mi dispiace che sia stato il collega La Malfa, che ha svolto un intervento molto responsabile - che arriviamo alla fiducia perché la maggioranza non è unita. È una frase che si dice sempre, ma che, in questo caso, non è vera, collega La Malfa, - lei sa che l'ascolto sempre, con rispetto ed attenzione - non perché non ci siano state anche valutazioni diverse all'intero della maggioranza, ma perché la maggioranza, che è una coalizione plurale e ove non c'è un Berlusconi che domina su tutti, si è confrontata, ha discusso, ha elaborato punti di mediazione e di convergenza e li ha tradotti in emendamenti della Commissione o del Governo. Non c'è stata, signor Presidente, una sola votazione, tra le centinaia effettuate in questi giorni, in cui si sia verificata una divisione della maggioranza. Le uniche differenziazioni di posizioni sono avvenute su emendamenti, su cui il relatore si era rimesso all'Assemblea ed era, quindi, giusto che l'Assemblea si manifestasse in modo plurale.

Ho sentito il presidente del gruppo maggiore dell'opposizione lamentarsi del fatto che il Governo abbia detto che l'impegno al confronto, al miglioramento, all'apertura e al dialogo si verificherà anche al Senato. È la prima volta che sento un rappresentante dell'opposizione lamentarsi di questo. Preferirebbe che il rappresentante del Governo dicesse: qui, si vota la fiducia, poi, è tutto blindato e il Senato non può cambiare neanche una virgola? Sarebbe una mancanza di rispetto verso l'altro ramo del Parlamento. Anche noi Verdi, su alcuni punti limitati, avremo modo di contribuire ad un ulteriore miglioramento del testo al Senato.

Credo, comunque, che questo modo di procedere esprima il massimo di correttezza e di rispetto del Parlamento. Di certo, i Verdi, l'Unione ed anche il Governo, di cui non sono membro, ma penso di poterlo dire, tutti noi, avremmo preferito che si potesse evitare la questione di fiducia. È evidente che ciò non è ormai più possibile, perché quando si arriva, alla data di venerdì 17 novembre, ad aver votato solo 15 articoli su oltre 200, anche un bambino, non dico Elio Vito, capirebbe che non sarebbe più stato possibile arrivare ad un esame senza porre la questione di fiducia, che a noi dispiace.

 

UGO LISI. Presidente, penso che abbia offeso il presidente di Forza Italia...

 

MARCO BOATO. Non siamo soddisfatti, anche il ministro Chiti l'ha detto, in

quanto avremmo preferito che si potesse scegliere unicamente il confronto parlamentare. Quando si arriva a questo, è una sconfitta per tutti, e, per tale ragione, diviene un atto obbligato e necessario, che impegnerà tutti, come lei, signor Presidente, ha preannunciato, procedere ad una modifica delle procedure di esame della manovra economico-finanziaria, di cui ci occuperemo da gennaio in poi (Applausi dei deputati del gruppo Verdi).

 

PRESIDENTE. Vorrei che si evitassero riferimenti ai parlamentari e alla loro condizione. Grazie.

Ha chiesto di parlare il deputato Falomi. Ne ha facoltà.

 

ANTONELLO FALOMI. Credo sia difficile contestare il fatto, giustamente alla base della richiesta di fiducia dal ministro Chiti, che, ad un certo punto dei nostri lavori, si è determinata la pratica impossibilità di approvare il disegno di legge finanziaria nei termini stabiliti dal nostro regolamento.

Quindi, si è determinata una condizione in cui si prefigurava seriamente il ricorso all'esercizio provvisorio.

A questo punto, è stata sollevata la polemica sulle responsabilità. Come molti deputati che hanno già svolto la loro esperienza di parlamentari anche nella passata legislatura, avverto un senso di inutilità nelle polemiche che si sviluppano in queste occasioni; polemiche alle quali, facilmente, si possono opporre atti, fatti e comportamenti tenuti dall'attuale opposizione quando era forza di Governo.

Qualche ora fa il collega La Russa ha affermato: la maggioranza dice che, anche noi, in passato, abbiamo fatto la stessa cosa, ma a me questo non basta. Tuttavia, certamente, non basta nemmeno a noi. Ciò, però, non significa che si possa proseguire in un inutile torneo di recriminazioni e polemiche, rispetto alle quali ho l'impressione vi sia una scarsissima attenzione da parte del paese.

Credo che, invece, se vogliamo dare una risposta positiva ai problemi emersi, bisogna prendere molto sul serio le parole pronunciate, qualche ora fa, dal Presidente della Camera, che ci ha proposto di cominciare un serio lavoro di revisione delle procedure e dei regolamenti, e di riflettere sulla normativa legislativa che presiede alla fase di approvazione della legge finanziaria. Ormai, siamo di fronte a una questione che non può non essere presa in considerazione.

Il carattere ipertrofico assunto dalla legge finanziaria - non in questo caso, ma ormai da tempo -, i problemi che ogni maggioranza deve affrontare in occasioni come queste, la tentazione dell'opposizione o di settori dell'opposizione (ciò non è importante) di rallentare i lavori e di giocare tutto soltanto in chiave propagandistica stanno creando un corto circuito che rischia di svuotare il ruolo del Parlamento e dei parlamentari, sia di maggioranza sia di opposizione.

Insieme al ruolo del Parlamento - qualcuno lo ha ricordato in precedenza e mi sembra che il collega La Malfa abbia fatto riferimento a ciò - si rischia di svuotare perfino il ruolo dello stesso Governo e la sua funzione nella fase di predisposizione della legge finanziaria. È chiaro che questo corto circuito si sta determinando da tempo; non è un fatto che si è manifestato in questa occasione. Certamente, il problema di porvi rimedio è ormai evidente ed attuale.

Ritengo che, invece di continuare a sollevare polemiche, francamente di scarso interesse e di tipo propagandistico (anche se, per carità, la propaganda è legittimo farla e nessuno si scandalizza!), il vero problema da affrontare sia quello di rivedere tutta la questione, riaprendo seriamente un discorso. So che il tema è stato posto anche nelle passate legislature. Credo che sia venuto il momento di aprire una riflessione e di avanzare proposte serie, perché si restituisca al Parlamento il proprio ruolo; e quando dico «al Parlamento» intendo riferirmi ai parlamentari, sia di maggioranza sia di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Galletti. Ne ha facoltà.

 

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, penso che sia ingiusto addebitare ai partiti dell'opposizione la condizione in cui ci troviamo oggi. Penso sia ingiusto, soprattutto nei confronti di quei parlamentari di opposizione che, ormai da un mese, svolgono un lavoro ininterrotto in Commissione e in Assemblea per migliorare questo testo; testo che, in parte, nei primi 15 articoli, sono riusciti a migliorare.

Le ultime due ore in cui si è lavorato sul disegno di legge finanziaria in Commissione (dalle 15 alle 17,30 di oggi pomeriggio) sono state importanti perché, oltre ad approfondire alcuni temi contenuti nel nuovo testo della legge finanziaria, ci hanno permesso di capire una cosa. È vero quello che ci diceva il Presidente Bertinotti all'inizio della seduta - e gliene diamo atto -, cioè che nel testo sono cambiati solo gli articoli che erano oggetto di emendamento da parte del Governo e della Commissione; ma è altrettanto vero che in alcuni casi quegli emendamenti hanno subito una variazione che cambia la sostanza del provvedimento.

Dico questo non per polemica nei confronti di qualcuno, ma per far capire che la fragilità di questa maggioranza ha determinato una trattativa fino all'ultimo minuto, provocando ogni volta un cambiamento del testo. Non a caso, noi abbiamo svolto in questa sede una discussione durata 8 giorni, caratterizzata da una continua presentazione da parte del Governo di emendamenti che modificavano radicalmente la legge finanziaria. Penso che la responsabilità del fatto che siamo arrivati a questo punto sia da imputare al metodo con il quale si è condotta la discussione in aula.

Non c'è dubbio che esiste un altro problema. Penso che non sia possibile mantenere un paese a discutere sei mesi sulla legge finanziaria. Vi ricordo che noi abbiamo cominciato a discutere del DPEF all'inizio di giugno e, da allora in poi, abbiamo continuato ininterrottamente a parlare di numeri, a parlare di strategie per lo Stato, sempre però partendo dalla legge finanziaria. Questo non fa il bene del Parlamento e del paese, perché genera confusione a tutti i livelli, crea instabilità. Se voi considerate le cose che il Governo ci ha detto in questi mesi, vi accorgerete che esse sono tutto e il contrario di tutto; è chiaro che, per ogni proposta che viene messa in campo, dobbiamo considerare che vi è una risposta da parte dell'apparato produttivo da una parte, delle famiglie dall'altro; non passano sotto tono le proposte che vengono avanzate, anche se poi non si concretizzano nella legge finanziaria. Non c'è dubbio, quindi, che bisogna arrivare ad una riduzione dei tempi e delle procedure per l'esame del DPEF e della legge finanziaria.

È stata ricordata più volte, anche dall'onorevole Casini, la non corrispondenza tra il DPEF e la legge finanziaria; questo è un punto che va assolutamente evitato, per il bene del Parlamento e del paese. Noi ricorderemo alcune cose di questa legge finanziaria, ricorderemo le cose che siamo riusciti ad ottenere nel dibattito che abbiamo svolto sui primi 15 articoli: ricorderemo la soppressione della tassa di soggiorno, la possibilità di rimodulare sia la tassa di scopo che l'addizionale IRPEF, come da impegno del ministro Chiti, secondo la gradualità dei redditi - quindi un provvedimento che aiuta le famiglie meno abbienti -, ricorderemo l'emendamento che siamo riusciti a far approvare sui beni sequestrati nelle procedure ordinarie. Ricorderemo molte cose a favore: peccato che non siamo riusciti ad andare più avanti, altrimenti ce ne saremmo ricordate molte di più, per il bene nostro e del paese (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Satta. Ne ha facoltà.

 

ANTONIO SATTA. Signor Presidente, intanto esprimo un apprezzamento per come il ministro Chiti ha posto il problema della fiducia, senza nascondere

nulla, con estrema correttezza e serietà, dicendo chiaramente che tutti, il Governo per primo, avrebbero preferito non arrivare al voto di fiducia; ma credo sia importante sottolineare che tutti quanti ormai siamo convinti - stamattina ne abbiamo fatto cenno noi deputati del gruppo dei Popolari-Udeur - che debba essere riformata la struttura di questa legge finanziaria, che è diventata, non solo da oggi, il contenitore di tutto e del contrario di tutto. Le spinte, anche settoriali, campanilistiche, trovano sempre un modo per essere allocate all'interno di questo strumento così importante, che invece dovrebbe essere l'atto principe e fondamentale della programmazione economica per lo sviluppo del nostro paese.

È evidente che alle spinte localistiche si contrappongono altre spinte e chi è più forte spinge. Anche noi avremmo voluto una finanziaria migliore, più compiuta, ma la situazione economica attuale non può essere ignorata. Questo Governo, non va dimenticato, è in carica da alcuni mesi e ha ereditato una pesante situazione economica, che l'opposizione cerca sempre di far passare sotto silenzio. Questa sera, da parte di alcuni autorevoli esponenti dell'opposizione, si è quasi assistito ad un happening di quella che sarà la manifestazione di piazza, che noi rispettiamo, contro la finanziaria.

Certo, è finito il tempo di una legge finanziaria che vuole accontentare tutti e fare tutto e il contrario di tutto. È chiaro: è giunto il momento di una svolta importante; concordo con quanto afferma il Presidente Prodi, e cioè che si tratta di una svolta fondamentale, perché finalmente attraverso scelte coraggiose - a volte anche impopolari - si apre una strada per la ripresa dell'economia, dello sviluppo e si dà fiato alle imprese per consentire a questo paese di rimettersi in marcia ed essere competitivo in Europa.

Signor Presidente, ringrazio il nostro gruppo, gli amici che hanno portato avanti questo lavoro all'interno della Commissione bilancio, il collega Dante D'Elpidio e tutti i deputati che hanno dato il loro contributo affinché questa manovra finanziaria, grazie al nostro apporto, giungesse ad un miglioramento, in particolare per quanto riguarda alcuni settori. Ci spiace, ma questa non vuole essere una critica, che dal maxiemendamento siano scomparse alcune proposte significative, fatte proprie dalla Commissione e dal relatore. Ovviamente ne trasfonderemo i contenuti in ordini del giorno affinché il Governo, al Senato, possa valutarle con più attenzione.

Siamo certi, come ha affermato il ministro Chiti, che quello al Senato non sarà un passaggio qualunque, ma un esame importante e significativo, che servirà a migliorare ulteriormente questo strumento. Ci auguriamo che l'attuale sistema di approntare la finanziaria sia superato. L'opposizione sa che abbiamo un programma sottoscritto da tutti i partiti dell'Unione e che abbiamo cinque anni per rispettarlo e che siamo impegnati con forza a realizzarlo. In certi momenti difficili, è facile far demagogia. Siamo realisti: siamo consapevoli della difficoltà del momento, ma siamo anche animati da una grande voglia di risolvere i problemi strutturali di questo paese. Soprattutto, siamo animati da una grande concordia, che si ritrova intorno ad un progetto comune di sviluppo complessivo del paese, che è patrimonio di tutti quanti noi che abbiamo sottoscritto, prima delle elezioni, il programma che abbiano presentato al popolo italiano e sul quale siamo impegnati a lavorare fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Reina. Ne ha facoltà.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. Grazie, signor Presidente. Trovo davvero singolare il dibattito che questa sera si è sviluppato attorno alla questione di fiducia posta dal Governo sulla manovra finanziaria. Lo considero singolare e, sia pur per brevi istanti, vorrei tornare indietro nel tempo, a quello che invece si è sviluppato nell'intero paese al momento in cui abbiamo discusso sulla riforma della Costituzione e sul referendum che ne è seguito.

Vorrei chiedere a tutti coloro che difendevano la centralità del Parlamento

dove sia finita la foga e l'interesse manifestato verso quel tema nodale per lo sviluppo della nostra democrazia, quando invece da più parti si propone, in questa sede, di modificare le procedure, non nel senso migliorativo di un diverso e più capace approfondimento del Parlamento, ma nel senso di rendere più brevi i tempi per approvare un documento che oggi è composto da 217 articoli e domani potrà essere composto anche da 300 articoli. Ma non ci rendiamo conto che vi è una spinta all'accentramento, volta a far sì che solo una oligarchia di soggetti determini seriamente le scelte all'interno del paese?

Già è avvenuto con la legge elettorale! Vogliamo espropriare il Parlamento di tutto? Il tema non sta nel fatto che c'è voluto così tanto tempo, ma nel fatto che c'è un Governo - non ha importanza che sia il Governo Prodi, perché poteva essere anche il Governo Berlusconi (mi chiamo fuori dal centrodestra e dal centrosinistra) - che ha approvato 217 articoli in cui ha concentrato l'intero universo mondo: questo è il tema! Ma cosa mai volevate che si facesse rispetto all'ampio spettro di materie che sono state sottoposte all'esame di questo Parlamento? Che si stesse buoni e zitti e che si alzasse il dito solo per dire «sì» o «no»?

Francamente, siamo arrivati al limite del sopportabile in questo paese! C'è una cultura che, da una certa parte del centrodestra, e da un'altra parte del centrosinistra, involve - non evolve - verso un sistema di tipo oligarchico, che già esiste nei simulacri dei partiti. È intollerabile! Noi condurremo una battaglia nel paese! Questo è un modo vecchio, dal punto di vista culturale! Voi volete il regresso della democrazia! Non avete idea di come affrontare i temi nodali del nostro sistema politico! Quindi...

 

PRESIDENTE. La invito a concludere.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. ... carissimi colleghi, non vi illudete che il tema di una riforma così grave possa essere lasciato alla nequizia di questo attuale Parlamento, che è incapace...

 

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere...

 

GIUSEPPE MARIA REINA. ...di muovere azioni e passi veri per ristabilire il senso della democrazia nel nostro paese. Ecco perché voteremo contro questa benedetta finanziaria...

 

PRESIDENTE. Grazie...

 

GIUSEPPE MARIA REINA. ...anche per questa non ultima, ma fondamentale ragione!

 

PRESIDENTE. Grazie.

Abbiamo così esaurito gli interventi a nome dei gruppi. In questa occasione, stante l'importanza della discussione, procederei, se non vi sono obiezioni, a dare la parola, a titolo personale, a tre deputati che lo hanno chiesto. Il primo è il deputato Barbieri.

Ha facoltà di parlare per un minuto, deputato Barbieri.

 

EMERENZIO BARBIERI. La ringrazio, signor Presidente; spero di non utilizzare tutto il minuto che mi ha concesso. La ringrazio, signor Presidente, perché ho imparato da lei che parlavo a titolo personale.

Presidente Bertinotti, sarebbe utile che lei, oltre che della revisione (ed io sono d'accordo con lei) del modo di procedere sul disegno di legge finanziaria, si occupasse anche della democrazia interna ai gruppi: poiché i gruppi vivono di finanziamenti che la Camera assegna, sarebbe bene che di questo ci si occupasse. Non è possibile che io venga ad imparare da lei - e di questo la ringrazio - che parlavo a titolo personale.

Ciò acclarato, insieme a tante cose, voglio dire che, soprattutto quando si fa parte di gruppi i cui presidenti non sono mai stati eletti, ma nominati...

 

PRESIDENTE. La invito a concludere.

 

EMERENZIO BARBIERI. Ho finito, grazie.

 

PRESIDENTE. Solo per darle conto che non ho commesso un arbitrio; lei sa che, quando parla un deputato per gruppo, gli altri appartenenti a quel gruppo parlano, per definizione, a titolo personale.

Ha facoltà di parlare il deputato Brusco.

 

FRANCESCO BRUSCO. Signor Presidente, è difficile non ripetersi; tuttavia, ci provo.

Nell'intervento di questo pomeriggio, il ministro ha dribblato la verità, ha cercato di adulterare la realtà con una digressione - come dire? - di natura regolamentare e tecnica, «scomodata» e ribadita, in seguito, dai colleghi della maggioranza, ma che bene confutavano il mio collega Leone ed il presidente del gruppo, Elio Vito.

Né il subdolo e politicamente indiretto soccorso di qualche esponente dell'opposizione vi assolve e vi giustifica. Emerge per la prima volta, credo, in maniera chiara ed inequivocabile, che la ragione vera del ricorso all'istituto della fiducia riposa nella somma difficoltà che esiste all'interno della variopinta maggioranza: i membri del Governo, i ministri, i presidenti dei gruppi della maggioranza hanno giocato al rialzo, a gareggiare tra loro a chi era più bravo ad assaltare con successo la diligenza!

 

PRESIDENTE. La invito a concludere.

 

FRANCESCO BRUSCO. Non più tardi di venerdì sera, il segretario del partito dei Comunisti Italiani sottolineava...

 

PRESIDENTE. Deve concludere, mi scusi.

 

FRANCESCO BRUSCO. ... trionfalisticamente il merito di aver fatto «passare» un suo emendamento volto a stabilizzare i precari (così Mastella ed altri)...

 

PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.

 

FRANCESCO BRUSCO. Presidente, io avevo chiesto...

 

PRESIDENTE. I tempi sono fissati dal regolamento, non da me!

 

FRANCESCO BRUSCO. Avevo chiesto la parola da un'ora, ma la ringrazio lo stesso.

 

PRESIDENTE. Grazie.

Ha facoltà di parlare il deputato Napoletano. Una precisazione: ho dato la parola, in precedenza, a titolo personale, perché non mi era giunta la richiesta a nome del gruppo. Adesso che mi è pervenuta, do la parola al deputato Napoletano a nome del suo gruppo.

Ha facoltà di parlare, deputato Napoletano.

 

FRANCESCO NAPOLETANO. Non sottrarrò molto tempo all'Assemblea, signor Presidente. Vorrei esprimere la valutazione del mio gruppo parlamentare, riunendo le opinioni di molti colleghi.

Ormai si pone una questione ineludibile, signor Presidente, quella di una rivisitazione degli strumenti procedurali relativi all'esame del disegno di legge finanziaria, che non può essere elefantiaca e, ragionevolmente, non può bloccare i lavori dell'Assemblea per moltissimo tempo. Quindi, non c'è alcun dubbio sulla necessità di rivederli. Non possiamo permetterci, infatti, provvedimenti di oltre 200 articoli quando ne basterebbero molti di meno, rimandando ad altri strumenti normativi e legislativi interventi che, pure, rientrano in questa strumentazione. Del resto, il problema è non soltanto procedurale ma anche politico. Innanzitutto, non bisogna gridare contro la posizione della questione di fiducia. Nella precedente legislatura, sul disegno di legge finanziaria è stata posta la questione di fiducia per tre volte consecutivamente. È uno strumento legittimo, che serve a superare un dibattito che rischia di provocare danno. Se ricorressimo all'esercizio provvisorio, otterremmo un risultato, credo, non auspicabile.

Tuttavia, al di là del clima più sereno nel quale si sta svolgendo questo dibattito, è anche vero che, spesso, le pratiche

ostruzionistiche sono non esplicitamente dichiarate ma ugualmente attuate e utilizzate per condurre il Governo a porre la questione di fiducia, salvo poi accusarlo di avere espropriato il Parlamento delle sue prerogative. Le cose non stanno esattamente così: il disegno di legge finanziaria in esame, infatti, è un provvedimento difficile, perché è volto al risanamento ma deve anche coniugare l'equità con lo sviluppo, per rimettere in moto questo paese. Da ciò discendono le gravi difficoltà. Ci possiamo anche dividere sul modo in cui tutto questo deve avvenire, anche in chiave polemica, ma dobbiamo cercare di non smarrire, comunque, l'obiettivo finale che deve contraddistinguere i lavori di questa Assemblea, al di là delle tensioni politiche, cioè il miglioramento dell'assetto sociale ed economico del paese. Avremo modo di discuterne anche in altra sede, dal momento che domani interverremo in questa Assemblea sulla questione di fiducia.

Concludo con una raccomandazione al Governo, al quale debbo dire con molta sincerità, pur ribadendo la massima lealtà, che alcuni errori, dal punto di vista del metodo, probabilmente sono stati commessi. Se si fossero coinvolti prima i partiti e i ministri, ribaltando l'azione praticata, probabilmente avremmo evitato una serie di problemi. Anche la posizione della questione di fiducia in limine litis probabilmente ha costituito un errore che si sarebbe potuto evitare. Gli strumenti legittimi possono anche essere utilizzati senza ulteriore indugio, quando gli interessi del paese lo reclamano. Il disegno di legge finanziaria che è stato presentato a questa Assemblea presentava luci ed ombre. Anche a seguito del dibattito svolto, presenta, in questo momento, più luci rispetto a quando è stato presentato. Ci auguriamo che possa essere ulteriormente migliorato presso il Senato.

 

PRESIDENTE. Prima di avanzare le proposte relative all'ulteriore sviluppo dei nostri lavori, vorrei rispondere ad una richiesta che mi è stata cortesemente rivolta dal deputato La Malfa e alla quale ritengo, o ritenevo, di avere già risposto questa mattina. In ogni caso, poiché la questione sollevata è rilevante e la prassi adottata contiene un elemento di innovazione, preferisco ritornare sull'argomento.

Il testo su cui è stata valutata l'ammissibilità è lo stesso presentato dal Governo ieri, con le correzioni e le integrazioni che il Governo medesimo, contestualmente alla presentazione dell'emendamento, ha formalmente consegnato alla Presidenza.

Su questa base e sulla base di scambi di opinioni, ripetutamente costruiti con i presidenti dei gruppi, tenuto conto del carattere così consistente e così ampio che assumeva la natura del nuovo maxiemendamento, la Presidenza ha ritenuto di porre un perimetro entro cui definire i confini nei quali il Governo sarebbe stato chiamato ad operare per determinarne l'ammissibilità. Pertanto, ha ritenuto di ammettere la presentazione di un unico maxiemendamento, nella misura in cui il testo si muovesse scrupolosamente entro i confini rappresentati da quell'articolato originariamente all'esame dell'Assemblea e dagli emendamenti già presentati dal Governo e dal relatore e ritenuti ammissibili. E, sulla base di tale criterio, è stato effettuato il vaglio di ammissibilità; tuttavia, per ulteriori specificazioni, gli uffici della Camera sono naturalmente a disposizione.

A seguito della posizione della questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'emendamento 16.500 del Governo, interamente sostitutivo dell'articolo 16 e soppressivo dei successivi articoli del disegno di legge al nostro esame, nella parte dichiarata ammissibile dalla Presidenza, la votazione per appello nominale avrà luogo, a norma dell'articolo 116, comma 3, del regolamento, domani, sabato 18 novembre, a partire dalle 18,20. Le dichiarazioni di voto avranno pertanto inizio alle 15,30 di domani.

Dopo la posizione della questione di fiducia, la discussione proseguirà a norma dell'articolo 116 del regolamento - così come interpretato dalla Presidenza, udita

la Giunta per il regolamento, il 28 gennaio 1980, il cosiddetto lodo Iotti - e potranno pertanto intervenire per l'illustrazione degli emendamenti solo i sottoscrittori dei medesimi. Secondo la costante prassi applicativa, l'intervento di ciascun presentatore vale quale illustrazione di tutti gli emendamenti da lui sottoscritti, restando conseguentemente preclusi ulteriori interventi sui medesimi.

Per quanto riguarda il prosieguo dei lavori, secondo quanto preannunciato nella riunione di ieri della Conferenza dei presidenti di gruppo, al termine della votazione sulla questione di fiducia si svolgerà fino alla conclusione, con prosecuzione notturna anche oltre le 24, l'esame degli ordini del giorno, il cui termine di presentazione è stato fissato alle 22 di oggi.

Le dichiarazioni di voto finale sul disegno di legge finanziaria avranno luogo domenica 19 novembre, a partire dalle 10, con ripresa televisiva diretta. Potrà intervenire un rappresentante per ciascun gruppo e per ciascuna componente politica del gruppo Misto in ordine crescente.

Dopo il voto finale sul disegno di legge finanziaria, che avrà luogo alle 13 circa, contestualmente all'esame da parte della Commissione bilancio della nota di variazione si svolgerà il seguito dell'esame e la votazione finale del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di intercettazioni, approvato dal Senato, con scadenza 21 novembre. Seguiranno l'esame e la votazione della nota di variazione e il voto finale sul disegno di legge di bilancio, previe eventuali dichiarazioni di voto, che dovrebbe avere luogo alle 16-16,30 circa.

Come già comunicato, al termine dell'esame dei documenti di bilancio, avrà luogo - presumibilmente alle 16 circa - un'informativa urgente del ministro della salute, Livia Turco, sull'adozione del decreto ministeriale che ha innalzato il quantitativo massimo di cannabis detenibile per uso esclusivamente personale.

La Conferenza dei presidenti di gruppo sarà convocata nei prossimi giorni per definire i lavori della Camera nella settimana dal 27 novembre al 1o dicembre.

Poiché non ho richieste di parola da parte...

 

MAURO PILI. Chiedo di parlare a titolo personale.

 

PRESIDENTE. Sul dibattito precedente?

 

MAURO PILI. Sì, avevo già chiesto di intervenire in precedenza.

 

PRESIDENTE. Non mi è stato segnalato. Ha facoltà di parlare.

 

MAURO PILI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale su un tema che lei ha richiamato poc'anzi. Mi riferisco all'esclusione di alcuni commi dal maxiemendamento.

Vi è un comma che riguarda la Sardegna, e che il Governo stanotte ha cercato di modificare, il quale sottrae a questa regione centinaia e centinaia di milioni di euro.

Invito il Presidente Bertinotti a tentare di rivedere, assieme al Governo, la possibilità di reinserire la lettera m) dell'articolo 102, che è stato cassato, perché costituirebbe un danno non soltanto all'autonomia della Sardegna, ma porterebbe davvero questa regione di fronte ad un grave rischio di dissesto finanziario. È stato escluso, tagliato, cancellato questo comma perché il Governo, durante la notte, ha cercato di sottrarre l'imposta locale sui redditi. Ha fatto cioè intervenire una modifica che tentava, ancora una volta, di mettere in discussione questo provvedimento.

PRESIDENTE. La prego, onorevole Pili.

 

MAURO PILI. È chiaro che ripresenteremo questa stessa disposizione anche al Senato.

 

PRESIDENTE. Poiché non sono pervenute richieste di intervento per l'illustrazione degli emendamenti, rinvio il seguito del dibattito alla seduta di domani.

 

La seduta termina alle 19,25.


 

 


Allegato A

 

DISEGNO DI LEGGE: DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE E PLURIENNALE DELLO STATO (LEGGE FINANZIARIA 2007) (TESTO RISULTANTE DALLO STRALCIO DISPOSTO DAL PRESIDENTE DELLA CAMERA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 120, COMMA 2, DEL REGOLAMENTO, E COMUNICATO ALL'ASSEMBLEA IL 5 OTTOBRE 2006) (A.C. 1746-BIS)

 

 


(A.C. 1746-bis - Sezione 1)

 

ARTICOLO 16 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

 

Art. 16.

(Disposizioni in materia di demanio marittimo e di altri beni pubblici).

 

1. Il comma 1 dell'articolo 03 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, è sostituito dal seguente:

«1. I canoni annui per concessioni rilasciate o rinnovate con finalità turistico-ricreative di aree, pertinenze demaniali marittime e specchi acquei per i quali si applicano le disposizioni relative alle utilizzazioni del demanio marittimo sono determinati nel rispetto dei seguenti criteri:

a) classificazione, a decorrere dal 1o gennaio 2007, delle aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei nelle seguenti categorie:

1) categoria A: aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei, o parti di essi, concessi per utilizzazioni ad uso pubblico ad alta valenza turistica;

2) categoria B: aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei, o parti di essi, concessi per utilizzazione ad uso pubblico a normale valenza turistica. L'accertamento dei requisiti di alta e normale valenza turistica è riservato alle regioni competenti per territorio con proprio provvedimento. Nelle more dell'emanazione di detto provvedimento la categoria di riferimento è da intendersi la B. Una quota pari al 10 per cento delle maggiori entrate annue rispetto alle previsioni di bilancio derivanti dall'utilizzo delle aree, pertinenze e specchi acquei inseriti nella categoria A è devoluta alle regioni competenti per territorio;

b) misura del canone annuo determinata come segue:

1) per le concessioni demaniali marittime aventi ad oggetto aree e specchi acquei, per gli anni 2004, 2005 e 2006 si applicano le misure unitarie vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge e non operano le disposizioni maggiorative di cui ai commi 21, 22 e 23 dell'articolo 32 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni,

dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni; a decorrere dal 1o gennaio 2007, si applicano i seguenti importi aggiornati degli indici ISTAT maturati alla stessa data:

1.1) area scoperta: euro 1,86 al metro quadrato per la categoria A; euro 0,93 al metro quadrato per la categoria B;

1.2) area occupata con impianti di facile rimozione: euro 3,10 al metro quadrato per la categoria A; euro 1,55 al metro quadrato per la categoria B;

1.3) area occupata con impianti di difficile rimozione: euro 4,13 al metro quadrato per la categoria A; euro 2,65 al metro quadrato per la categoria B;

1.4) euro 0,72 per ogni metro quadrato di mare territoriale per specchi acquei o delimitati da opere che riguardano i porti così come definite dall'articolo 5 del testo unico di cui al regio decreto 2 aprile 1885, n. 3095, e comunque entro 100 metri dalla costa;

1.5) euro 0,52 per gli specchi acquei compresi tra 100 e 300 metri dalla costa;

1.6) euro 0,41 per gli specchi acquei oltre 300 metri dalla costa;

1.7) euro 0,21 per gli specchi acquei utilizzati per il posizionamento di campi boa per l'ancoraggio delle navi al di fuori degli specchi acquei di cui al numero 1.3);

2) per le concessioni comprensive di pertinenze demaniali marittime si applicano, a decorrere dal 1o gennaio 2007, i seguenti criteri:

2.1) per le pertinenze destinate ad attività commerciali, terziario-direzionali e di produzione di beni e servizi, il canone è determinato moltiplicando la superficie complessiva del manufatto per la media dei valori mensili unitari minimi e massimi indicati dall'Osservatorio del mercato immobiliare per la zona di riferimento. L'importo ottenuto è moltiplicato per un coefficiente pari a 6,5. Il canone annuo così determinato è ulteriormente ridotto delle seguenti percentuali, da applicare per scaglioni progressivi di superficie del manufatto: fino a 200 metri quadrati, 0 per cento; oltre 200 metri quadrati e fino a 500 metri quadrati, 20 per cento; oltre 500 metri quadrati e fino a 1.000 metri quadrati, 40 per cento; oltre 1.000 metri quadrati, 60 per cento. Qualora i valori dell'Osservatorio del mercato immobiliare non siano disponibili, si fa riferimento a quelli del più vicino comune costiero rispetto al manufatto nell'ambito territoriale della medesima regione;

2.2) per le aree ricomprese nella concessione, per gli anni 2004, 2005 e 2006 si applicano le misure vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge e non operano le disposizioni maggiorative di cui ai commi 21, 22 e 23 dell'articolo 32 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni; a decorrere dal 1o gennaio 2007, si applicano quelle di cui alla lettera b), numero 1);

c) riduzione dei canoni di cui alla lettera b) nella misura del 50 per cento:

1) in presenza di eventi dannosi di eccezionale gravità che comportino una minore utilizzazione dei beni oggetto della concessione, previo accertamento da parte delle competenti autorità marittime di zona;

2) nel caso di concessioni demaniali marittime assentite alle società sportive dilettantistiche senza scopo di lucro affiliate alle Federazioni sportive nazionali con l'esclusione dei manufatti pertinenziali adibiti ad attività commerciali;

d) riduzione dei canoni di cui alla lettera b) nella misura del 90 per cento per le concessioni indicate al secondo comma

dell'articolo 39 del codice della navigazione e all'articolo 37 del regolamento per l'esecuzione del codice della navigazione, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 1952, n. 328;

e) obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il transito gratuito all'arenile;

f) riduzione, per le imprese turistico-ricettive all'aria aperta, dei valori inerenti le superfici del 25 per cento».

2. Il comma 3 dell'articolo 03 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, è sostituito dal seguente:

«3. Le misure dei canoni di cui al comma 1, lettera b), si applicano, a decorrere dal 1o gennaio 2007, anche alle concessioni dei beni del demanio marittimo e di zone del mare territoriale aventi ad oggetto la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto».

3. All'articolo 03 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, è aggiunto, in fine, il seguente comma:

«4-bis. Ferme restando le disposizioni di cui all'articolo 01, comma 2, del presente decreto, le concessioni di cui al presente articolo possono avere durata superiore a sei anni e comunque non superiore a cinquanta anni in ragione dell'entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare».

4. All'articolo 5 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, è aggiunto, in fine, il seguente comma:

«1-bis. Le somme per canoni relative a concessioni demaniali marittime aventi finalità turistico-ricreative versate in eccedenza rispetto a quelle dovute a decorrere dal 1o gennaio 2004 ai sensi dell'articolo 03, comma 1, sono compensate con quelle da versare allo stesso titolo, in base alla medesima disposizione».

5. I commi 21, 22 e 23 dell'articolo 32 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e il comma 4 dell'articolo 10 della legge 17 dicembre 1997, n. 449, sono abrogati.

6. Le disposizioni di cui all'articolo 8 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, e successive modificazioni, si interpretano nel senso che le utilizzazioni ivi contemplate fanno riferimento alla mera occupazione di beni demaniali marittimi e relative pertinenze. Qualora, invece, l'occupazione consista nella realizzazione sui beni demaniali marittimi di opere inamovibili in difetto assoluto di titolo abilitativo o in presenza di titolo abilitativo che per il suo contenuto è incompatibile con la destinazione e disciplina del bene demaniale, l'indennizzo dovuto è commisurato ai valori di mercato, ferma restando l'applicazione delle misure sanzionatorie vigenti, ivi compreso il ripristino dello stato dei luoghi.

7. Dopo l'articolo 693 del codice della navigazione è inserito il seguente:

«Art. 693-bis. - (Destinazione dei beni demaniali non strumentali al servizio della navigazione aerea). - I beni demaniali non strumentalmente destinati al servizio della navigazione aerea sono gestiti dall'Agenzia del demanio in base alla normativa vigente, garantendo un uso compatibile con l'ambito aeroportuale in cui si collocano.

Si considerano non strumentali i beni non connessi in modo diretto, attuale e necessario al servizio di gestione aeroportuale.

Gli introiti derivanti dalla gestione dei beni di cui al primo comma, determinati sulla base dei valori di mercato, affluiscono all'erario».

8. Dopo l'articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con

modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, è inserito il seguente:

«Art. 3-bis. - (Valorizzazione e utilizzazione a fini economici dei beni immobili tramite concessione o locazione). - 1. I beni immobili di proprietà dello Stato individuati ai sensi dell'articolo 1 possono essere concessi o locati a privati, a titolo oneroso, per un periodo non superiore a cinquanta anni, ai fini della riqualificazione e riconversione dei medesimi beni tramite interventi di recupero, restauro, ristrutturazione anche con l'introduzione di nuove destinazioni d'uso finalizzate allo svolgimento di attività economiche o attività di servizio per i cittadini, ferme restando le disposizioni contenute nel codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni.

2. Il Ministero dell'economia e delle finanze può convocare una o più conferenze di servizi o promuovere accordi di programma per sottoporre all'approvazione iniziative per la valorizzazione degli immobili di cui al presente articolo.

3. Agli enti territoriali interessati dal procedimento di cui al comma 2 è riconosciuta una somma non inferiore al 50 per cento e non superiore al 100 per cento del contributo di costruzione dovuto ai sensi dell'articolo 16 del testo unico di cui al decreto Presidente della Repubblica 30 giugno 2001, n. 380, e successive modificazioni, per l'esecuzione delle opere necessarie alla riqualificazione e riconversione. Tale importo è corrisposto dal concessionario all'atto del rilascio o dell'efficacia del titolo abilitativo edilizio.

4. Le concessioni e le locazioni di cui al presente articolo sono assegnate con procedure ad evidenza pubblica, per un periodo di tempo commisurato al raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'iniziativa e comunque non eccedente i cinquanta anni.

5. I criteri di assegnazione e le condizioni delle concessioni o delle locazioni di cui al presente articolo sono contenuti nei bandi predisposti dall'Agenzia del demanio, prevedendo, in particolare, nel caso di revoca della concessione o di recesso dal contratto di locazione il riconoscimento all'affidatario di un indennizzo valutato sulla base del piano economico-finanziario.

6. Per il perseguimento delle finalità di valorizzazione e utilizzazione a fini economici dei beni di cui al presente articolo, i beni medesimi possono essere affidati a terzi ai sensi dell'articolo 143 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, in quanto compatibile».

9. Allo scopo di devolvere allo Stato i beni vacanti o derivanti da eredità giacenti, il Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'interno ed il Ministro dell'economia e delle finanze, determina con decreto da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i criteri per l'acquisizione dei dati e delle informazioni rilevanti per individuare i beni giacenti o vacanti nel territorio dello Stato. Al possesso esercitato sugli immobili vacanti o derivanti da eredità giacenti si applica la disposizione dell'articolo 1163 del codice civile sino a quando il terzo esercente attività corrispondente al diritto di proprietà o ad altro diritto reale non notifichi all'Agenzia del demanio di essere in possesso del bene vacante o derivante da eredità giacenti. Nella comunicazione inoltrata all'Agenzia del demanio gli immobili sui quali è esercitato il possesso corrispondente al diritto di proprietà o ad altro diritto reale deve essere identificato descrivendone la consistenza mediante la indicazione dei dati catastali.

15. All'articolo 14 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 13 settembre 2005, n. 296, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:

«2-bis. Per i soggetti di cui alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 11, qualora ricorrano le condizioni di cui al comma 2, secondo periodo, del presente articolo, la durata delle concessioni o locazioni può essere stabilita in anni cinquanta».

 

 

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 16 DEL DISEGNO DI LEGGE

 

ART. 16.

Sostituirlo con il seguente:

Art. 16.

1. Dopo il comma 2-bis dell'articolo 01 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, è aggiunto il seguente:

«2-ter. Le concessioni di cui al comma 1 sono revocate qualora il concessionario si renda, dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, responsabile di gravi violazioni edilizie, che costituiscono inadempimento agli obblighi derivanti dalla concessione ai sensi dell'articolo 5 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 13 settembre 2005, n. 296».

2. Il comma 1 dell'articolo 03 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, è sostituito dal seguente:

«1. I canoni annui per concessioni rilasciate o rinnovate con finalità turistico-ricreative di aree, pertinenze demaniali marittime e specchi acquei per i quali si applicano le disposizioni relative alle utilizzazioni del demanio marittimo sono determinati nel rispetto dei seguenti criteri:

a) classificazione, a decorrere dal 1o gennaio 2007, delle aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei nelle seguenti categorie:

1) categoria A: aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei, o parti di essi, concessi per utilizzazioni ad uso pubblico ad alta valenza turistica;

2) categoria B: aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei, o parti di essi, concessi per utilizzazione ad uso pubblico a normale valenza turistica. L'accertamento dei requisiti di alta e normale valenza turistica è riservato alle regioni competenti per territorio con proprio provvedimento. Nelle more dell'emanazione di detto provvedimento la categoria di riferimento è da intendersi la B. Una quota pari al 10 per cento delle maggiori entrate annue rispetto alle previsioni di bilancio derivanti dall'utilizzo delle aree, pertinenze e specchi acquei inseriti nella categoria A è devoluta alle regioni competenti per territorio;

b) misura del canone annuo determinata come segue:

1) per le concessioni demaniali marittime aventi ad oggetto aree e specchi acquei, per gli anni 2004, 2005 e 2006 si applicano le misure unitarie vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge e non operano le disposizioni maggiorative di cui ai commi 21, 22 e 23 dell'articolo 32 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni; a decorrere dal 1o gennaio 2007, si applicano i seguenti importi aggiornati degli indici ISTAT maturati alla stessa data:

1.1) area scoperta: euro 1,86 al metro quadrato per la categoria A; euro 0,93 al metro quadrato per la categoria B;

1.2) area occupata con impianti di facile rimozione: euro 3,10 al metro quadrato per la categoria A; euro 1,55 al metro quadrato per la categoria B;

1.3) area occupata con impianti di difficile rimozione: euro 4,13 al metro quadrato per la categoria A; euro 2,65 al metro quadrato per la categoria B;

1.4) euro 0,72 per ogni metro quadrato di mare territoriale per specchi acquei o delimitati da opere che riguardano i porti così come definite dall'articolo 5 del testo unico di cui al regio decreto 2 aprile 1885, n. 3095, e comunque entro 100 metri dalla costa;

1.5) euro 0,52 per gli specchi acquei compresi tra 100 e 300 metri dalla costa;

1.6) euro 0,41 per gli specchi acquei oltre 300 metri dalla costa;

1.7) euro 0,21 per gli specchi acquei utilizzati per il posizionamento di campi boa per l'ancoraggio delle navi al di fuori degli specchi acquei di cui al numero 1.3);

2) per le concessioni comprensive di pertinenze demaniali marittime si applicano, a decorrere dal 1o gennaio 2007, i seguenti criteri:

2.1) per le pertinenze destinate ad attività commerciali, terziario-direzionali e di produzione di beni e servizi, il canone è determinato moltiplicando la superficie complessiva del manufatto per la media dei valori mensili unitari minimi e massimi indicati dall'Osservatorio del mercato immobiliare per la zona di riferimento. L'importo ottenuto è moltiplicato per un coefficiente pari a 6,5. Il canone annuo così determinato è ulteriormente ridotto delle seguenti percentuali, da applicare per scaglioni progressivi di superficie del manufatto: fino a 200 metri quadrati, 0 per cento; oltre 200 metri quadrati e fino a 500 metri quadrati, 20 per cento; oltre 500 metri quadrati e fino a 1.000 metri quadrati, 40 per cento; oltre 1.000 metri quadrati, 60 per cento. Qualora i valori dell'Osservatorio del mercato immobiliare non siano disponibili, si fa riferimento a quelli del più vicino comune costiero rispetto al manufatto nell'ambito territoriale della medesima regione;

2.2) per le aree ricomprese nella concessione, per gli anni 2004, 2005 e 2006 si applicano le misure vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge e non operano le disposizioni maggiorative di cui ai commi 21, 22 e 23 dell'articolo 32 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni; a decorrere dal 1o gennaio 2007, si applicano quelle di cui alla lettera b), numero 1);

c) riduzione dei canoni di cui alla lettera b) nella misura del 50 per cento:

1) in presenza di eventi dannosi di eccezionale gravità che comportino una minore utilizzazione dei beni oggetto della concessione, previo accertamento da parte delle competenti autorità marittime di zona;

2) nel caso di concessioni demaniali marittime assentite alle società sportive dilettantistiche senza scopo di lucro affiliate alle Federazioni sportive nazionali con l'esclusione dei manufatti pertinenziali adibiti ad attività commerciali;

d) riduzione dei canoni di cui alla lettera b) nella misura del 90 per cento per le concessioni indicate al secondo comma dell'articolo 39 del codice della navigazione e all'articolo 37 del regolamento per l'esecuzione del codice della navigazione, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 1952, n. 328;

e) obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione;

f) riduzione, per le imprese turistico-ricettive all'aria aperta, dei valori inerenti le superfici del 25 per cento.».

3. Il comma 3 dell'articolo 03 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, con vertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, è sostituito dal seguente:

«3. Le misure dei canoni di cui al comma 1, lettera b), si applicano, a decorrere dal 1o gennaio 2007, anche alle concessioni

dei beni del demanio marittimo e di zone del mare territoriale aventi ad oggetto la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto».

4. All'articolo 03 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, è aggiunto, in fine, il seguente comma:

«4-bis. Ferme restando le disposizioni di cui all'articolo 01, comma 2, le concessioni di cui al presente articolo possono avere durata superiore a sei anni e comunque non superiore a venti anni in ragione dell'entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare e sulla base dei piani di utilizzazione delle aree del demanio marittimo predisposti dalle regioni».

5. Le regioni, nel predisporre i piani di utilizzazione delle aree del demanio marittimo di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, sentiti i comuni interessati, devono altresì individuare un corretto equilibrio tra le aree concesse a soggetti privati e gli arenili liberamente fruibili; devono inoltre individuare le modalità e la collocazione dei varchi necessari al fine di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione.

6. All'articolo 5 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, è aggiunto, in fine, il seguente comma:

«1-bis. Le somme per canoni relative a concessioni demaniali marittime aventi finalità turistico-ricreative versate in eccedenza rispetto a quelle dovute a decorrere dal 1o gennaio 2004 ai sensi dell'articolo 03, comma 1, sono compensate con quelle da versare allo stesso titolo, in base alla medesima disposizione».

7. I commi 21, 22 e 23 dell'articolo 32 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e il comma 4 dell'articolo 10 della legge 17 dicembre 1997, n. 449, sono abrogati.

8. Le disposizioni di cui all'articolo 8 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, e successive modificazioni, si interpretano nel senso che le utilizzazioni ivi contemplate fanno riferimento alla mera occupazione di beni demaniali marittimi e relative pertinenze. Qualora, invece, l'occupazione consista nella realizzazione sui beni demaniali marittimi di opere inamovibili in difetto assoluto di titolo abilitativo o in presenza di titolo abilitativo che per il suo contenuto è incompatibile con la destinazione e disciplina del bene demaniale, l'indennizzo dovuto è commisurato ai valori di mercato, ferma restando l'applicazione delle misure sanzionatorie vigenti, ivi compreso il ripristino dello stato dei luoghi.

9. Dopo l'articolo 693 del codice della navigazione è inserito il seguente:

«Art. 693-bis. - (Destinazione dei beni demaniali non strumentali al servizio della navigazione aerea). - I beni demaniali non strumentalmente destinati al servizio della navigazione aerea sono gestiti dall'Agenzia del demanio in base alla normativa vigente, garantendo un uso compatibile con l'ambito aeroportuale in cui si collocano.

Si considerano non strumentali i beni non connessi in modo diretto, attuale e necessario al servizio di gestione aeroportuale.

Gli introiti derivanti dalla gestione dei beni di cui al primo comma, determinati sulla base dei valori di mercato, affluiscono all'erario».

10. Dopo l'articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, è inserito il seguente:

«Art. 3-bis. - (Valorizzazione e utilizzazione a fini economici dei beni immobili tramite concessione o locazione). - 1. I beni

immobili di proprietà dello Stato individuati ai sensi dell'articolo 1 possono essere concessi o locati a privati, a titolo oneroso, per un periodo non superiore a cinquanta anni, ai fini della riqualificazione e riconversione dei medesimi beni tramite interventi di recupero, restauro, ristrutturazione anche con l'introduzione di nuove destinazioni d'uso finalizzate allo svolgimento di attività economiche o attività di servizio per i cittadini, ferme restando le disposizioni contenute nel codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni.

2. Il Ministero dell'economia e delle finanze può convocare una o più conferenze di servizi o promuovere accordi di programma per sottoporre all'approvazione iniziative per la valorizzazione degli immobili di cui al presente articolo.

3. Agli enti territoriali interessati dal procedimento di cui al comma 2 è riconosciuta una somma non inferiore al 50 per cento e non superiore al 100 per cento del contributo di costruzione dovuto ai sensi dell'articolo 16 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, e successive modificazioni, per l'esecuzione delle opere necessarie alla riqualificazione e riconversione. Tale importo è corrisposto dal concessionario all'atto del rilascio o dell'efficacia del titolo abilitativo edilizio.

4. Le concessioni e le locazioni di cui al presente articolo sono assegnate con procedure ad evidenza pubblica, per un periodo di tempo commisurato al raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'iniziativa e comunque non eccedente i cinquanta anni.

5. I criteri di assegnazione e le condizioni delle concessioni o delle locazioni di cui al presente articolo sono contenuti nei bandi predisposti dall'Agenzia del demanio, prevedendo, in particolare, nel caso di revoca della concessione o di recesso dal contratto di locazione il riconoscimento all'affidatario di un indennizzo valutato sulla base del piano economico-finanziario.

6. Per il perseguimento delle finalità di valorizzazione e utilizzazione a fini economici dei beni di cui al presente articolo, i beni medesimi possono essere affidati a terzi ai sensi dell'articolo 143 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, in quanto compatibile.».

11. Allo scopo di devolvere allo Stato i beni vacanti o derivanti da eredità giacenti, il Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'interno ed il Ministro dell'economia e delle finanze, determina, con decreto da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i criteri per l'acquisizione dei dati e delle informazioni rilevanti per individuare i beni giacenti o vacanti nel territorio dello Stato. Al possesso esercitato sugli immobili vacanti o derivanti da eredità giacenti si applica la disposizione dell'articolo 1163 del codice civile sino a quando il terzo esercente attività corrispondente al diritto di proprietà o ad altro diritto reale non notifichi all'Agenzia del demanio di essere in possesso del bene vacante o derivante da eredità giacenti. Nella comunicazione inoltrata all'Agenzia del demanio gli immobili sui quali è esercitato il possesso corrispondente al diritto di proprietà o ad altro diritto reale deve essere identificato descrivendone la consistenza mediante la indicazione dei dati catastali.

12. All'articolo 14 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 13 settembre 2005, n. 296, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:

«2-bis. Per i soggetti di cui alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 11, qualora ricorrano le condizioni di cui al comma 2, secondo periodo, del presente articolo, la durata delle concessioni o locazioni può essere stabilita in anni cinquanta».

13. All'articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, e successive modificazioni, dopo il comma 15 sono inseriti i seguenti:

«15-bis. Per la valorizzazione di cui al comma 15, l'Agenzia del demanio può individuare, d'intesa con gli enti territoriali interessati, una pluralità di beni immobili pubblici per i quali è attivato un processo di valorizzazione unico, in coerenza con gli indirizzi di sviluppo territoriale, che possa costituire, nell'ambito del contesto economico e sociale di riferimento, elemento di stimolo ed attrazione di interventi di sviluppo locale. Per il finanziamento degli studi di fattibilità dei programmi facenti capo ai programmi unitari di valorizzazione dei beni demaniali per la promozione e lo sviluppo dei sistemi locali si provvede a valere sul capitolo relativo alle somme da attribuire all'Agenzia del demanio per l'acquisto dei beni immobili, per la manutenzione, la ristrutturazione, il risanamento e la valorizzazione dei beni del demanio e del patrimonio immobiliare statale, nonché per gli interventi sugli immobili confiscati alla criminalità organizzata. È elemento prioritario di individuazione, nell'ambito dei predetti programmi unitari, la suscettività di valorizzazione dei beni immobili pubblici mediante concessione d'uso o locazione, nonché l'allocazione di funzioni di interesse sociale, culturale, sportivo, ricreativo, per l'istruzione, la promozione delle attività di solidarietà e per il sostegno alle politiche per i giovani, nonché per le pari opportunità.

15-ter. Nell'ambito dei processi di razionalizzazione dell'uso degli immobili pubblici ed al fine di adeguare l'assetto infrastrutturale delle Forze armate alle esigenze derivanti dall'adozione dello strumento professionale, il Ministero della difesa può individuare beni immobili di proprietà dello Stato mantenuti in uso al medesimo Dicastero per finalità istituzionali, suscettibili di permuta con gli enti territoriali. Le attività e le procedure di permuta sono effettuate dall'Agenzia del demanio, d'intesa con il Ministero della difesa, nel rispetto dei princìpi generali dell'ordinamento giuridico-contabile.».

14. All'articolo 27 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 13-bis, le parole: «L'Agenzia del demanio, di concerto con la Direzione generale dei lavori e del demanio del Ministero della difesa» sono sostituite dalle seguenti: «Il Ministero della difesa, con decreti da adottare d'intesa con l'Agenzia del demanio» e le parole: «da inserire in programmi di dismissione per le finalità di cui all'articolo 3, comma 112, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni» sono sostituite dalle seguenti: «da consegnare all'Agenzia del demanio per essere inseriti in programmi di dismissione e valorizzazione ai sensi delle norme vigenti in materia»;

b) al comma 13-ter, le parole da: «il Ministero» fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: «con decreti adottati ai sensi del medesimo comma 13-bis sono individuati: a) entro il 28 febbraio 2007, beni immobili, per un valore complessivo pari a 1.000 milioni di euro, da consegnare all'Agenzia del demanio entro il 30 giugno 2007; b) entro il 31 luglio 2007, beni immobili, per un valore complessivo pari a 1.000 milioni di euro, da consegnare all'Agenzia del demanio entro il 31 dicembre 2007. Con le modalità indicate nel primo periodo e per le medesime finalità, nell'anno 2008 sono individuati, entro il 28 febbraio ed entro il 31 luglio, beni immobili per un valore pari a complessivi 2.000 milioni di euro»;

c) i commi 13-quinquies e 13-sexies sono abrogati.

15. Il comma 482 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è abrogato.

16. All'articolo 11 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, la lettera a) è sostituita dalla seguente:

«a) sono ammessi in deduzione:

1) i contributi per le assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro;

2) per i soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, lettere da a) a e), esclusi le banche, gli altri enti finanziari, le imprese di assicurazione e le imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell'energia, dell'acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento rifiuti, un importo pari a 5.000 euro, su base annua, per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo di imposta;

3) per i soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, lettere da a) a e), esclusi le banche, gli altri enti finanziari, le imprese di assicurazione e le imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell'energia, dell'acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento rifiuti, un importo fino a 10.000 euro, su base annua, per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo d'imposta nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia; tale deduzione è alternativa a quella di cui al numero 2), e può essere fruita nel rispetto dei limiti derivanti dall'applicazione della regola de minimis di cui al regolamento (CE) n. 69/2001 della Commissione, del 12 gennaio 2001;

4) per i soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, lettere da a) a e), esclusi le banche, gli altri enti finanziari, le imprese di assicurazione e le imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell'energia, dell'acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento rifiuti, i contributi assistenziali e previdenziali relativi ai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato;

5) le spese relative agli apprendisti, ai disabili e le spese per il personale assunto con contratti di formazione lavoro, nonché, per i soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, lettere da a) a e), i costi sostenuti per il personale addetto alla ricerca e sviluppo, ivi compresi quelli per il predetto personale sostenuti da consorzi tra imprese costituiti per la realizzazione di programmi comuni di ricerca e sviluppo, a condizione che l'attestazione di effettività degli stessi sia rilasciata dal presidente del collegio sindacale ovvero, in mancanza, da un revisore dei conti o da un professionista iscritto negli albi dei revisori dei conti, dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali o dei consulenti del lavoro, nelle forme previste dall'articolo 13, comma 2, del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140, e successive modificazioni, ovvero dal responsabile del centro di assistenza fiscale»;

b) al comma 4-bis.1, dopo le parole: «pari a euro 2.000» sono inserite le seguenti: «, su base annua,» e le parole da: «; la deduzione» fino a: «di cui all'articolo 10, comma 2» sono soppresse;

c) al comma 4-bis.2 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Le deduzioni di cui ai commi 1, lettera a), numeri 2) e 3), e 4-bis.1 sono ragguagliate ai giorni di durata del rapporto di lavoro nel corso del periodo d'imposta nel caso di contratti di lavoro a tempo indeterminato e parziale, nei diversi tipi e modalità di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 61, e successive modificazioni, ivi compreso il lavoro a tempo parziale di tipo verticale e di tipo misto, sono ridotte in misura proporzionale; per i soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, lettera e), le medesime deduzioni spettano solo in relazione ai dipendenti impiegati nell'esercizio di attività commerciali e, in caso di dipendenti impiegati anche nelle attività

istituzionali, l'importo è ridotto in base al rapporto di cui all'articolo 10, comma 2»;

d) al comma 4-ter, le parole: «la deduzione di cui ai commi 4-bis e 4-bis.1» sono sostituite dalle seguenti: «le deduzioni indicate nel presente articolo»;

e) dopo il comma 4-quinquies sono aggiunti i seguenti:

«4-sexies. In caso di lavoratrici donne rientranti nella definizione di lavoratore svantaggiato di cui al regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione, del 5 dicembre 2002, in materia di aiuti di Stato a favore dell'occupazione, in alternativa a quanto previsto dal comma 4-quinquies, l'importo deducibile è, rispettivamente, moltiplicato per sette e per cinque nelle suddette aree, ma in questo caso l'intera maggiorazione spetta nei limiti di intensità nonché alle condizioni previsti dal predetto regolamento sui regimi di aiuto a favore dell'assunzione di lavoratori svantaggiati.

4-septies. Per ciascun dipendente l'importo delle deduzioni ammesse dai precedenti commi 1, 4-bis.1 e 4-quater, non può comunque eccedere il limite massimo rappresentato dalla retribuzione e dagli altri oneri e spese a carico del datore di lavoro e l'applicazione delle disposizioni di cui al comma 1, lettera a), numeri 2), 3) e 4), è alternativa alla fruizione delle disposizioni di cui ai commi 1, lettera a), numero 5), 4-bis.1, 4-quater, 4-quinquies e 4-sexies».

17. Le deduzioni di cui all'articolo 11, comma 1, lettera a), numeri 2) e 4), del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, come da ultimo modificato dal comma 16, spettano, subordinatamente all'autorizzazione delle competenti autorità europee, a decorrere dal mese di febbraio 2007 nella misura del 50 per cento e per il loro intero ammontare a decorrere dal successivo mese di luglio, con conseguente ragguaglio ad anno di quella prevista dal citato numero 2).

18. La deduzione di cui all'articolo 11, comma 1, lettera a), numero 3), del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, come da ultimo modificato dal comma 16, spetta in misura ridotta alla metà a decorrere dal mese di febbraio 2007 e per l'intero ammontare a decorrere dal successivo mese di luglio, con conseguente ragguaglio ad anno.

19. Nella determinazione dell'acconto dell'imposta regionale sulle attività produttive relativa al periodo d'imposta in corso al 1o febbraio 2007, può assumersi, come imposta del periodo precedente, la minore imposta che si sarebbe determinata applicando in tale periodo le disposizioni dei commi 16, 17 e 18; agli stessi effetti, per il periodo d'imposta successivo a quello in corso al 1o febbraio 2007, può assumersi, come imposta del periodo precedente, la minore imposta che si sarebbe determinata applicando in tale periodo le disposizioni dei commi 16, 17 e 18. Agli stessi effetti, per il periodo d'imposta successivo a quello in corso al 1o febbraio 2007, può assumersi, come imposta del periodo precedente, la minore imposta che si sarebbe determinata applicando le disposizioni del comma 16 senza tenere conto delle limitazioni previste dai commi 17 e 18.

20. Al fine di garantire alle regioni che sottoscrivono gli accordi di cui al comma 419, lettera b), un ammontare di risorse equivalente a quello che deriverebbe dall'incremento automatico dell'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive, applicata alla base imponibile che si sarebbe determinata in assenza delle disposizioni introdotte dai commi da 16 a 19, è ad esse riconosciuto, con riferimento alle esigenze finanziarie degli esercizi 2007, 2008 e 2009, un trasferimento pari a 89,81 milioni di euro per l'anno 2007, a 179 milioni di euro per l'anno 2008 e a 191,94 milioni di euro per l'anno 2009. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, le somme di cui al periodo precedente sono ripartite in proporzione al minor gettito dell'imposta regionale sulle attività produttive di ciascuna regione.

21. Alle imprese che effettuano l'acquisizione dei beni strumentali nuovi indicati nel comma 23, destinati a strutture produttiveubicate nelle aree delle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise ammissibili alle deroghe previste dall'articolo 87, paragrafo 3, lettere a) e c), del Trattato istitutivo della Comunità europea, a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2006 e fino alla chiusura del periodo d'imposta in corso alla data del 31 dicembre 2013, è attribuito un credito d'imposta secondo le modalità di cui ai commi da 22 a 29.

22. Il credito d'imposta è riconosciuto nella misura massima consentita in applicazione delle intensità di aiuto previste dalla Carta italiana degli aiuti a finalità regionale per il periodo 2007-2013 e non è cumulabile con il sostegno de minimis né con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto i medesimi costi ammissibili.

23. Ai fini del comma 21, si considerano agevolabili le acquisizioni, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di:

a) macchinari, impianti, diversi da quelli infissi al suolo, ed attrezzature varie, classificabili nell'attivo dello stato patrimoniale di cui al primo comma, voci B.II.2 e B.II.3, dell'articolo 2424 del codice civile, destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nelle aree territoriali di cui al comma 21;

b) programmi informatici commisurati alle esigenze produttive e gestionali dell'impresa, limitatamente alle piccole e medie imprese;

c) brevetti concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi, per la parte in cui sono utilizzati per l'attività svolta nell'unità produttiva; per le grandi imprese, come definite ai sensi della normativa comunitaria, gli investimenti in tali beni sono agevolabili nel limite del 50 per cento del complesso degli investimenti agevolati per il medesimo periodo d'imposta.

24. Il credito d'imposta è commisurato alla quota del costo complessivo dei beni indicati nel comma 23 eccedente gli ammortamenti dedotti nel periodo d'imposta, relativi alle medesime categorie dei beni d'investimento della stessa struttura produttiva, ad esclusione degli ammortamenti dei beni che formano oggetto dell'investimento agevolato effettuati nel periodo d'imposta della loro entrata in funzione. Per gli investimenti effettuati mediante contratti di locazione finanziaria, si assume il costo sostenuto dal locatore per l'acquisto dei beni; detto costo non comprende le spese di manutenzione.

25. L'agevolazione di cui al comma 21 non si applica ai soggetti che operano nei settori dell'industria siderurgica e delle fibre sintetiche, come definiti rispettivamente agli allegati I e II agli Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale 2007-2013, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea C 54 del 4 marzo 2006, nonché ai settori della pesca, dell'industria carbonifera, creditizio, finanziario e assicurativo. Il credito d'imposta a favore di imprese o attività che riguardano prodotti o appartengono ai settori soggetti a discipline comunitarie specifiche, ivi inclusa la disciplina multisettoriale dei grandi progetti, è riconosciuto nel rispetto delle condizioni sostanziali e procedurali definite dalle predette discipline dell'Unione europea e previa autorizzazione, ove prescritta, della Commissione europea.

26. Il credito d'imposta è determinato con riguardo ai nuovi investimenti eseguiti in ciascun periodo d'imposta e deve essere indicato nella relativa dichiarazione dei redditi. Esso non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive, non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 96 e 109, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, ed è utilizzabile ai fini dei versamenti delle imposte sui redditi; l'eventuale eccedenza è utilizzabile in compensazione ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni, a decorrere dal sesto mese successivo al termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta con riferimento al quale il credito è concesso.

27. Se i beni oggetto dell'agevolazione non entrano in funzione entro il secondo periodo d'imposta successivo a quello della loro acquisizione o ultimazione, il credito d'imposta è rideterminato escludendo dagli investimenti agevolati il costo dei beni non entrati in funzione. Se entro il quinto periodo d'imposta successivo a quello nel quale sono entrati in funzione i beni sono dismessi, ceduti a terzi, destinati a finalità estranee all'esercizio dell'impresa ovvero destinati a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all'agevolazione, il credito d'imposta è rideterminato escludendo dagli investimenti agevolati il costo dei beni anzidetti; se nel periodo d'imposta in cui si verifica una delle predette ipotesi vengono acquisiti beni della stessa categoria di quelli agevolati, il credito d'imposta è rideterminato escludendo il costo non ammortizzato degli investimenti agevolati per la parte che eccede i costi delle nuove acquisizioni. Per i beni acquisiti in locazione finanziaria le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche se non viene esercitato il riscatto. Il credito d'imposta indebitamente utilizzato che deriva dall'applicazione del presente comma è versato entro il termine per il versamento a saldo dell'imposta sui redditi dovuta per il periodo d'imposta in cui si verificano le ipotesi ivi indicate.

28. Con uno o più decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sono adottate le disposizioni per l'effettuazione delle verifiche necessarie a garantire la corretta applicazione dei commi da 21 a 27. Tali verifiche, da effettuare dopo almeno dodici mesi dall'attribuzione del credito d'imposta, sono, altresì, finalizzate alla valutazione della qualità degli investimenti effettuati, anche al fine di valutare l'opportunità di effettuare un riequilibrio con altri strumenti aventi analoga finalità.

29. L'efficacia dei commi da 21 a 28 è subordinata, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità europea, all'autorizzazione della Commissione europea.

30. A decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2006 e fino alla chiusura del periodo d'imposta in corso alla data del 31 dicembre 2009, alle imprese è attribuito un credito d'imposta nella misura del 10 per cento dei costi sostenuti per attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo, in conformità alla vigente disciplina comunitaria degli aiuti di Stato in materia, secondo le modalità dei commi da 31 a 61. La misura del 10 per cento è elevata al 15 per cento qualora i costi di ricerca e sviluppo siano riferiti a contratti stipulati con università ed enti pubblici di ricerca.

31. Ai fini della determinazione del credito d'imposta i costi non possono, in ogni caso, superare l'importo di 15 milioni di euro per ciascun periodo d'imposta.

32. Il credito d'imposta deve essere indicato nella relativa dichiarazione dei redditi. Esso non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive, non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 96 e 109, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, ed è utilizzabile ai fini dei versamenti delle imposte sui redditi e dell'imposta regionale sulle attività produttive dovute per il periodo d'imposta in cui le spese di cui al comma 30 sono state sostenute; l'eventuale eccedenza è utilizzabile in compensazione ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni, a decorrere dal mese successivo al termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta con riferimento al quale il credito è concesso.

33. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono individuati gli obblighi di comunicazione a carico delle imprese per quanto attienealla definizione delle attività di ricerca e sviluppo agevolabili e le modalità di verifica ed accertamento della effettività delle spese sostenute e coerenza delle stesse con la disciplina comunitaria di cui al comma 30.

34. L'efficacia dei commi da 30 a 61 è subordinata, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità europea, all'autorizzazione della Commissione europea.

35. Le piccole e medie imprese di produzioni musicali possono beneficiare di un credito d'imposta a titolo di spesa di produzione, di sviluppo, di digitalizzazione e di promozione di registrazioni fonografiche o videografiche musicali per opere prime o seconde di artisti emergenti.

36. Possono accedere al credito d'imposta di cui al comma 35, fermo restando il rispetto dei limiti della regola de minimis di cui al regolamento (CE) n. 69/ 2001 della Commissione, del 12 gennaio 2001, solo le imprese che abbiano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 15 milioni di euro e che non siano possedute, direttamente o indirettamente, da un editore di servizi radiotelevisivi.

37. Per l'anno 2007, ai docenti delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, anche non di ruolo con incarico annuale, nonché al personale docente presso le università statali spetta una detrazione dall'imposta lorda e fino a capienza della stessa nella misura del 19 per cento delle spese documentate sostenute ed effettivamente rimaste a carico, fino ad un importo massimo delle stesse di 1.000 euro, per l'acquisto di un personal computer nuovo di fabbrica.

38. Con decreto di natura non regolamentare, adottato dal Ministro della pubblica istruzione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dell'università e della ricerca, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni di cui al comma 37.

39. All'articolo 19-bis1, comma 1, lettera e), del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, le parole: « , a somministrazioni di alimenti e bevande, con esclusione» sono sostituite dalle seguenti: « e a somministrazioni di alimenti e bevande, con esclusione di quelle inerenti alla partecipazione a convegni, congressi e simili, erogate nei giorni di svolgimento degli stessi,».

40. A decorrere dal 1o gennaio 2009 l'aliquota prevista dall'articolo 1, comma 496, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è elevata al 22 per cento.

41. Per l'anno 2007 le detrazioni di cui al comma 39 spettano nella misura del 50 per cento.

42. Al comma 1-bis dell'articolo 17 del decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507, dopo le parole: «fino a 5 metri quadrati» sono inserite le seguenti: «; l'imposta è dovuta per la sola superficie eccedente i 5 metri quadrati».

43. All'articolo 10, primo comma, numero 27-ter), del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, dopo la parola: «devianza,» sono inserite le seguenti: «di persone migranti, senza fissa dimora, richiedenti asilo, di persone detenute, di donne vittime di tratta a scopo sessuale e lavorativo,».

44. Nell'articolo 10, comma 1, lettera e-bis), primo periodo, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, dopo le parole: «previste dal decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124» sono aggiunte le seguenti: «, nonché quelli versati alle forme pensionistiche complementari istituite negli Stati membri dell'Unione europea e negli Stati aderenti all'Accordo sullo spazio economico europeo che sono inclusi nella lista di cui al decreto del Ministro delle finanze 4 settembre 1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 220 del 19 settembre 1996, e successive modificazioni, emanato in attuazione dell'articolo 11, comma 4, lettera c), del decreto legislativo 1o aprile 1996, n. 239».

45. Il comma 2 dell'articolo 21 del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, è sostituito dal seguente:

«2. La lettera e-bis) del comma 1 dell'articolo 10 del testo unico delle imposte

sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, è sostituita dalla seguente:

«e-bis) i contributi versati alle forme pensionistiche complementari di cui al decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, alle condizioni e nei limiti previsti dall'articolo 8 del medesimo decreto. Alle medesime condizioni ed entro gli stessi limiti sono deducibili i contributi versati alle forme pensionistiche complementari istituite negli Stati membri dell'Unione europea e negli Stati aderenti all'Accordo sullo spazio economico europeo che sono inclusi nella lista di cui al decreto del Ministro delle finanze 4 settembre 1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 220 del 19 settembre 1996, e successive modificazioni, emanato in attuazione dell'articolo 11, comma 4, lettera c), del decreto legislativo 1o aprile 1996, n. 239».

46. All'articolo 10-ter della legge 23 marzo 1983, n. 77, sull'istituzione e disciplina dei fondi comuni d'investimento mobiliare, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) nel primo periodo del comma 1, le parole: «situati negli Stati membri dell'Unione europea, conformi alle direttive comunitarie e le cui quote sono collocate nel territorio dello Stato ai sensi dell'articolo 10-bis,» sono sostituite dalle seguenti: «conformi alle direttive comunitarie situati negli Stati membri dell'Unione europea e negli Stati aderenti all'Accordo sullo spazio economico europeo che sono inclusi nella lista di cui al decreto del Ministro delle finanze 4 settembre 1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 220 del 19 settembre 1996, e successive modificazioni, emanato in attuazione dell'articolo 11, comma 4, lettera c), del decreto legislativo 1o aprile 1996, n. 239, e le cui quote sono collocate nel territorio dello Stato ai sensi dell'articolo 42 del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58,»;

b) al comma 9, le parole: «situati negli Stati membri della Comunità economica europea e conformi alle direttive comunitarie» sono sostituite dalle seguenti: «conformi alle direttive comunitarie situati negli Stati membri dell'Unione europea e negli Stati aderenti all'Accordo sullo spazio economico europeo che sono inclusi nella lista di cui al decreto del Ministro delle finanze 4 settembre 1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 220 del 19 settembre 1996, e successive modificazioni, emanato in attuazione dell'articolo 11, comma 4, lettera c), del decreto legislativo 1o aprile 1996, n. 239».

47. Il terzo periodo del comma 1 dell'articolo 26 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, è sostituito dal seguente: «Tuttavia, se i titoli indicati nel precedente periodo sono emessi da società o enti, diversi dalle banche, il cui capitale è rappresentato da azioni non negoziate in mercati regolamentati degli Stati membri dell'Unione europea e degli Stati aderenti all'Accordo sullo spazio economico europeo che sono inclusi nella lista di cui al decreto del Ministro delle finanze 4 settembre 1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 220 del 19 settembre 1996, e successive modificazioni, emanato in attuazione dell'articolo 11, comma 4, lettera c), del decreto legislativo 1o aprile 1996, n. 239, ovvero da quote, l'aliquota del 12,50 per cento si applica a condizione che, al momento di emissione, il tasso di rendimento effettivo non sia superiore: a) al doppio del tasso ufficiale di riferimento, per le obbligazioni ed i titoli similari negoziati in mercati regolamentati degli Stati membri dell'Unione europea e degli Stati aderenti all'Accordo sullo spazio economico europeo che sono inclusi nella lista di cui al citato decreto del Ministro delle finanze 4 settembre 1996, e successive modificazioni, o collegati mediante offerta al pubblico ai sensi della disciplina vigente al momento di emissione; b) al tasso ufficiale di riferimento aumentato di due terzi, per le obbligazioni e titoli similari diversi dai precedenti».

48. All'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 1o aprile 1996, n. 239, e successive modificazioni, le parole: «in mercati regolamentati italiani» sono sostituite dalle seguenti: «in mercati regolamentati degli Stati membri dell'Unione europea e degli Stati aderenti all'Accordo sullo spazio economico europeo che sono inclusi nella lista di cui al decreto del Ministro delle finanze 4 settembre 1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 220 del 19 settembre 1996, e successive modificazioni».

49. All'articolo 54, comma 8, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, dopo le parole: «ridotto del 25 per cento a titolo di deduzione forfettaria delle spese» sono inserite le seguenti: «, ovvero del 40 per cento se i relativi compensi sono percepiti da soggetti di età inferiore a 35 anni».

50. All'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, dopo la lettera i-quater) sono aggiunte le seguenti:

«i-quinquies) le spese, per un importo non superiore a 210 euro, sostenute per l'iscrizione annuale e l'abbonamento, per i ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni, ad associazioni sportive, palestre, piscine ed altre strutture ed impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica rispondenti alle caratteristiche individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, o Ministro delegato, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, e le attività sportive;

i-sexies) i canoni di locazione derivanti dai contratti di locazione stipulati o rinnovati ai sensi della legge 9 dicembre 1998, n. 431, e successive modificazioni, dagli studenti iscritti ad un corso di laurea presso una università ubicata in un comune diverso da quello di residenza, distante da quest'ultimo almeno 100 chilometri e comunque in una provincia diversa, per unità immobiliari situate nello stesso comune in cui ha sede l'università o in comuni limitrofi, per un importo non superiore a 2.633 euro;

i-septies) le spese, per un importo non superiore a 2.100 euro, sostenute per gli addetti all'assistenza personale nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana, se il reddito complessivo non supera 40.000 euro»;

b) al comma 2, primo periodo le parole: «e) e f)» sono sostituite dalle seguenti: «e), f), i-quinquies) e i-sexies)»; nel secondo periodo del medesimo comma le parole: «dal comma 3» sono sostituite dalle seguenti: «dal comma 2» ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Per le spese di cui alla lettera i-septies) del citato comma 1, la detrazione spetta, alle condizioni ivi stabilite, anche se sono state sostenute per le persone indicate nell'articolo 12 ancorché non si trovino nelle condizioni previste dal comma 2 del medesimo articolo».

51. All'articolo 1-bis, comma 1, della legge 29 ottobre 1961, n. 1216, il secondo periodo è sostituito dal seguente: «Tale misura si applica anche alle assicurazioni di altri rischi inerenti al veicolo o al natante o ai danni causati dalla loro circolazione».

52. A decorrere dai pagamenti successivi al 1o gennaio 2007, la tabella di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto del Ministro delle finanze 27 dicembre 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 31 dicembre 1997, è sostituita dalla Tabella 2 annessa alla presente legge. Gli incrementi percentuali approvati dalle regioni o dalle province autonome di Trento e di Bolzano prima dell'entrata in vigore della presente legge vengono ricalcolati sugli importi della citata Tabella 2. I trasferimenti erariali in favore delle regioni o delle province autonome di cui al periodo precedente sono ridotti in misura pari al maggior gettito derivante ad esse dal presente comma.

53. Con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono effettuate le regolazioni finanziarie delle maggiori entrate nette derivanti dall'attuazione delle norme dei commi da 30 a 61 e sono definiti i criteri e le modalità per la corrispondente riduzione dei trasferimenti dello Stato alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano.

54. All'articolo 37 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 37 è sostituito dal seguente:

«37. L'efficacia delle disposizioni di cui ai commi 33, 34 e 35 decorre dalla data progressivamente individuata, per singole categorie di contribuenti, con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate da adottare entro il 1o giugno 2008»;

b) dopo il comma 37 è inserito il seguente:

«37-bis. Gli apparecchi misuratori di cui all'articolo 1 della legge 26 gennaio 1983, n. 18, immessi sul mercato a decorrere dal 1o gennaio 2008 devono essere idonei alla trasmissione telematica prevista dai commi 33 e seguenti. Per detti apparecchi è consentita la deduzione integrale delle spese di acquisizione nell'esercizio in cui sono state sostenute, anche in deroga a quanto stabilito dall'articolo 102, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni. Gli apparecchi misuratori di cui al presente comma non sono soggetti alla verificazione periodica di cui al provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate del 28 luglio 2003 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 221 del 23 settembre 2003. I soggetti che effettuano la trasmissione telematica emettono scontrino non avente valenza fiscale».

55. L'aliquota di accisa sul metano usato per autotrazione di cui all'allegato I del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, approvato con decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive modificazioni, è ridotta a euro 0,00291 per metro cubo di prodotto.

56. All'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al numero 8) dopo le parole: «escluse le locazioni di» sono inserite le seguenti: «fabbricati abitativi effettuate in attuazione di piani di edilizia abitativa convenzionata dalle imprese che li hanno costruiti o che hanno realizzato sugli stessi interventi di cui all'articolo 31, primo comma, lettere c), d) ed e), della legge 5 agosto 1978, n. 457, entro quattro anni dalla data di ultimazione della costruzione o dell'intervento e a condizione che il contratto abbia durata non inferiore a quattro anni, e le locazioni di»;

b) al numero 8-bis le parole da: «, entro quattro anni» fino alla fine del numero sono sostituite dalle seguenti: «dalle imprese costruttrici degli stessi o dalle imprese che vi hanno eseguito, anche tramite imprese appaltatrici, gli interventi di cui all'articolo 31, primo comma, lettere c), d) ed e), della legge 5 agosto 1978, n. 457, entro quattro anni dalla data di ultimazione della costruzione o dell'intervento o anche successivamente nel caso in cui entro tale termine i fabbricati siano stati locati per un periodo non inferiore a quattro anni in attuazione di programmi di edilizia residenziale convenzionata».

57. Il numero 41-bis) della Tabella A, parte II, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, si interpreta nel senso che sono ricomprese anche le prestazioni di cui ai numeri 18), 19), 20), 21) e 27-ter) dell'articolo 10 del predetto decreto rese in favore dei soggetti indicati nel medesimo numero 41-bis) da cooperative e loro consorzi sia direttamente sia in esecuzione di contratti di appalto e di convenzioni in genere. Resta salva la facoltà per le cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381, di optare per la previsione di cui all'articolo 10, comma 8, del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460. Nella tabella A, parte III, allegata al citato decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, è aggiunto, in fine, il seguente numero:

«127-duodevicies) locazioni di immobili di civile abitazione effettuate in esecuzione di programmi di edilizia abitativa convenzionata dalle imprese che li hanno costruiti o che hanno realizzato sugli stessi interventi di cui all'articolo 31, primo comma, lettere c), d) ed e), della legge 5 agosto 1978, n. 457.».

58. All'articolo 6, comma 3, della legge 13 maggio 1999, n. 133, dopo la lettera c) è aggiunta la seguente:

«c-bis) a società che svolgono operazioni relative alla riscossione dei tributi da altra società controllata, controllante o controllata dalla stessa controllante, ai sensi dell'articolo 2359, commi primo e secondo, del codice civile».

59. All'articolo 38, comma 1, del decreto legislativo 9 settembre 1997, n. 241, dopo le parole: «ai centri» sono inserite le seguenti: «e, a decorrere dall'anno 2006, agli iscritti nell'Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di cui all'articolo 1, comma 4, e all'articolo 78 del decreto legislativo 28 giugno 2005, n. 139, e nell'albo dei consulenti del lavoro di cui alla legge 11 gennaio 1979, n. 12,».

60. All'articolo 54 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 1-bis, alinea, le parole: «e le minusvalenze» e «gli immobili e» sono soppresse e, dopo le parole: «o da collezione», sono inserite le seguenti: «di cui al comma 5»;

b) dopo il comma 1-bis, è inserito il seguente:

«1-bis.1. Le minusvalenze dei beni strumentali di cui al comma 1-bis sono deducibili se sono realizzate ai sensi delle lettere a) e b) del medesimo comma 1-bis»;

c) il comma 2 è sostituito dal seguente:

«2. Per i beni strumentali per l'esercizio dell'arte o della professione, esclusi gli oggetti d'arte, di antiquariato o da collezione di cui al comma 5, sono ammesse in deduzione quote annuali di ammortamento non superiori a quelle risultanti dall'applicazione al costo dei beni dei coefficienti stabiliti, per categorie di beni omogenei, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. È tuttavia consentita la deduzione integrale, nel periodo d'imposta in cui sono state sostenute, delle spese di acquisizione di beni strumentali il cui costo unitario non sia superiore a euro 516,4. La deduzione dei canoni di locazione finanziaria di beni strumentali è ammessa a condizione che la durata del contratto non sia inferiore alla metà del periodo di ammortamento corrispondente al coefficiente stabilito nel predetto decreto e comunque con un minimo di otto anni e un massimo di quindici se lo stesso ha per oggetto beni immobili. Ai fini del calcolo delle quote di ammortamento deducibili dei beni immobili strumentali, si applica l'articolo 36, commi 7 e 7-bis, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248. Per i beni di cui all'articolo 164, comma 1, lettera b), la deducibilità dei canoni di locazione finanziaria è ammessa a condizione che la durata del contratto non sia inferiore al periodo di ammortamento corrispondente al coefficiente stabilito a norma del primo periodo. I canoni di locazione finanziaria dei beni strumentali sono deducibili nel periodo d'imposta in cui maturano. Le spese relative all'ammodernamento, alla ristrutturazione e alla manutenzione di immobili utilizzati nell'esercizio di arti e professioni, che per le loro caratteristiche non sono imputabili ad incremento del costo dei beni ai quali si riferiscono, sono deducibili, nel periodo d'imposta di sostenimento, nel limite del 5 per cento del costo complessivo di tutti i beni materiali ammortizzabili, quale risulta all'inizio del periodo d'imposta dal registro di cui all'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni; l'eccedenza è deducibile in quote costanti nei cinque periodo d'imposta successivi»;

d) al comma 3, i periodi secondo e terzo sono sostituiti dai seguenti: «Per gli immobili utilizzati promiscuamente, a condizione che il contribuente non disponga nel medesimo comune di altro immobile adibito esclusivamente all'esercizio dell'arte o professione, è deducibile una somma pari al 50 per cento della rendita ovvero, in caso di immobili acquisiti mediante locazione, anche finanziaria, un importo pari al 50 per cento del relativo canone. Nella stessa misura sono deducibili le spese per i servizi relativi a tali immobili nonché quelle relative all'ammodernamento, ristrutturazione e manutenzione degli immobili utilizzati, che per le loro caratteristiche non sono imputabili ad incremento del costo dei beni ai quali si riferiscono».

61. Le disposizioni introdotte dal comma 62 in materia di deduzione dell'ammortamento o dei canoni di locazione finanziaria degli immobili strumentali per l'esercizio dell'arte o della professione si applicano agli immobili acquistati nel periodo dal 1o gennaio 2007 al 31 dicembre 2009 e ai contratti di locazione finanziaria stipulati nel medesimo periodo; tuttavia, per i periodi d'imposta 2007, 2008 e 2009, gli importi deducibili sono ridotti a un terzo.

62. Per favorire lo sviluppo economico e sociale, anche tramite interventi di recupero urbano, di aree e quartieri degradati nelle città del Mezzogiorno, identificati quali zone franche urbane, con particolare riguardo al centro storico di Napoli, è istituito nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico un apposito Fondo con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. Il Fondo provvede al cofinanziamento di programmi regionali di intervento nelle predette aree.

63. Le aree di cui al comma 62 devono essere caratterizzate da fenomeni di particolare degrado ed esclusione sociale e le agevolazioni concedibili per effetto dei programmi e delle riduzioni di cui al comma 62 sono disciplinate in conformità e nei limiti previsti dagli Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale 2007-2013, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea C 54 del 4 marzo 2006, per quanto riguarda in particolare quelli riferiti al sostegno delle piccole imprese di nuova costituzione.

64. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), su proposta del Ministro dello sviluppo economico, formulata sentite le regioni interessate, provvede alla definizione dei criteri per l'allocazione delle risorse e l'identificazione, la perimetrazione e la selezione delle zone franche urbane sulla base di parametri socio-economici. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono definite le modalità e le procedure per la concessione del cofinanziamento in favore dei programmi regionali e sono individuate le eventuali riduzioni di cui al comma 62 concedibili, secondo le modalità previste dal medesimo decreto, nei limiti delle risorse del Fondo a tal fine vincolate.

65. Il Nucleo di valutazione e verifica del Ministero dello sviluppo economico, anche in coordinamento con i nuclei di valutazione delle regioni interessate, provvede al monitoraggio ed alla valutazione di efficacia degli interventi e presenta a tal fine al CIPE una relazione annuale sugli esiti delle predette attività.

66. Per le spese documentate, sostenute entro il 31 dicembre 2007, relative ad interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, che conseguono un valore limite di fabbisogno di energia primaria annuo per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20 per cento rispetto ai valori riportati nell'allegato C, numero 1), tabella 1, annesso al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, spetta una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 55 per cento degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo della detrazione di 100.000 euro, da ripartire in tre quote annuali di pari importo.

67. Per le spese documentate, sostenute entro il 31 dicembre 2007, relative ad interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali, strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti), finestre comprensive di infissi, spetta una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 55 per cento degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo della detrazione di 60.000 euro, da ripartire in tre quote annuali di pari importo, a condizione che siano rispettati i requisiti di trasmittanza termica U, espressa in W/m2K, della Tabella 3 allegata alla presente legge.

68. Per le spese documentate, sostenute entro il 31 dicembre 2007, relative all'installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università, spetta una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 55 per cento degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo della detrazione di 60.000 euro, da ripartire in tre quote annuali di pari importo.

69. Per le spese documentate, sostenute entro il 31 dicembre 2007, per interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione, spetta una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 55 per cento degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro, da ripartire in tre quote annuali di pari importo.

70. La detrazione fiscale di cui ai commi 66, 67, 68 e 69 è concessa con le modalità di cui all'articolo 1 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, e alle relative norme di attuazione previste dal regolamento di cui al decreto del Ministro delle finanze 18 febbraio 1998, n. 41, e successive modificazioni, sempreché siano rispettate le seguenti ulteriori condizioni:

a) la rispondenza dell'intervento ai previsti requisiti è asseverata da un tecnico abilitato, che risponde civilmente e penalmente dell'asseverazione;

b) il contribuente acquisisce la certificazione energetica dell'edificio, di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, qualora introdotta dalla regione o dall'ente locale, ovvero, negli altri casi, un «attestato di qualificazione energetica», predisposto ed asseverato da un professionista abilitato, nel quale sono riportati i fabbisogni di energia primaria di calcolo, o dell'unità immobiliare ed i corrispondenti valori massimi ammissibili fissati dalla normativa in vigore per il caso specifico o, ove non siano fissati tali limiti, per un identico edificio di nuova costruzione. L'attestato di qualificazione energetica comprende anche l'indicazione di possibili interventi migliorativi delle prestazioni energetiche dell'edificio o dell'unità immobiliare, a seguito della loro eventuale realizzazione. Le spese per la certificazione energetica, ovvero per l'attestato di qualificazione energetica, rientrano negli importi detraibili.

71. Ai fini di quanto disposto dai commi da 66 a 72 si applicano le definizioni di cui al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro il 28 febbraio 2007, sono dettate le disposizioni attuative di quanto disposto ai commi 66, 67, 68 e 69.

72. All'articolo 4 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, dopo il comma 1 è inserito il seguente:

«1-bis. Nel regolamento di cui al comma 1, ai fini del rilascio delle concessioni edilizie, è prevista l'installazione dei pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica per gli edifici di nuova costruzione, in modo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 0,2 kW».

73. Gli interventi di realizzazione di nuovi edifici o nuovi complessi di edifici, di volumetria complessiva superiore a 10.000 metri cubi, con data di inizio lavori entro il 31 dicembre 2007 e termine entro i tre anni successivi, che conseguono un valore limite di fabbisogno di energia primaria annuo per metro quadrato di superficie utile dell'edificio inferiore di almeno il 50 per cento rispetto ai valori riportati nell'allegato C, numero 1), tabella 1, annesso al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, nonché del fabbisogno di energia per il condizionamento estivo e l'illuminazione, hanno diritto a un contributo pari al 55 per cento degli extra costi sostenuti per conseguire il predetto valore limite di fabbisogno di energia, incluse le maggiori spese di progettazione.

74. Per l'attuazione del comma 73, è costituito un Fondo di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2007-2009. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sono fissate le condizioni e le modalità per l'accesso e l'erogazione dell'incentivo, nonché i valori limite relativi al fabbisogno di energia per il condizionamento estivo e l'illuminazione.

75. Per le spese documentate, sostenute entro il 31 dicembre 2007, per la sostituzione di frigoriferi, congelatori e loro combinazioni con analoghi apparecchi di classe energetica non inferiore ad A+ spetta una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 20 per cento degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo della detrazione di 200 euro per ciascun apparecchio, in un'unica rata.

76. Ai soggetti esercenti attività d'impresa rientrante nel settore del commercio che effettuano interventi di efficienza energetica per l'illuminazione nei due periodi d'imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2006, spetta una ulteriore deduzione dal reddito d'impresa pari al 36 per cento dei costi sostenuti nei seguenti casi:

a) sostituzione, negli ambienti interni, di apparecchi illuminanti con altri ad alta efficienza energetica, maggiore o uguale al 60 per cento;

b) sostituzione, negli ambienti interni, di lampade ad incandiscenza con lampade fluorescenti di classe A purché alloggiate in apparecchi illuminanti ad alto rendimento ottico, maggiore o uguale al 60 per cento;

c) sostituzione, negli ambienti esterni, di apparecchi illuminanti dotati di lampade a vapori di mercurio con apparecchi illuminanti ad alto rendimento ottico, maggiore o uguale all'80 per cento, dotati di lampade a vapori di sodio ad alta o bassa pressione o di lampade a ioduri metallici;

d) azione o integrazione, in ambienti interni o esterni, di regolatori del flusso luminoso.

77. Nella determinazione dell'acconto dovuto ai fini delle imposte sul reddito per il secondo e il terzo periodo d'imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2006, si assume, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata senza tenere conto delle disposizioni del comma 76.

78. All'onere di cui ai commi 76 e 77, pari a 11 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, si provvede a valere sulle risorse del fondo di cui al comma 84.

79. Allo scopo di favorire il rinnovo del parco apparecchi televisivi in vista della migrazione della televisione analogica alla televisione digitale, agli utenti del servizio di radiodiffusione che dimostrino di essere in regola, per l'anno 2007, con il pagamento del canone di abbonamento di cui al regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880, spetta, ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 20 per cento delle spese sostenute entro il 31 dicembre 2007 ed effettivamente rimaste a carico, fino ad un importo massimo delle stesse di 1.000 euro, per l'acquisto di un apparecchio televisivo dotato anche di sintonizzatore digitale integrato. In deroga all'articolo 3 della legge 27 luglio 2000, n. 212, nella determinazione dell'acconto dovuto ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche per il periodo d'imposta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, si assume, quale imposta del periodo d'imposta precedente, quella che si sarebbe determinata senza tenere conto delle disposizioni del primo periodo del presente comma.

80. Per le spese documentate, sostenute entro il 31 dicembre 2007, per l'acquisto e l'installazione di motori ad elevata efficienza di potenza elettrica, compresa tra 5 e 90 kW, nonché per la sostituzione di motori esistenti con motori ad elevata efficienza di potenza elettrica, compresa tra 5 e 90 kW, spetta una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 20 per cento degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo della detrazione di 1.500 euro per motore, in un'unica rata.

81. Per le spese documentate, sostenute entro il 31 dicembre 2007, per l'acquisto e l'installazione di variatori di velocità (inverter) su impianti con potenza elettrica compresa tra 7,5 e 90 kW spetta una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 20 per cento degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo della detrazione di 1.500 euro per intervento, in un'unica rata.

82. Entro il 28 febbraio 2007, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono definite le caratteristiche cui devono rispondere i motori ad elevata efficienza e i variatori di velocità (inverter) di cui ai commi 80 e 81, i tetti di spesa massima in funzione della potenza dei motori e dei variatori di velocità (inverter) di cui ai medesimi commi, nonché le modalità per l'applicazione di quanto disposto ai commi 79, 80 e 81 e per la verifica del rispetto delle disposizioni in materia di ritiro delle apparecchiature sostituite.

83. Entro il 28 febbraio 2007, con decreto del Ministro delle comunicazioni, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono definite le caratteristiche a cui devono rispondere gli apparecchi televisivi di cui al comma 79 al fine di garantire il rispetto del principio di neutralità tecnologica e la compatibilità con le piattaforme trasmissive esistenti, nonché le modalità per l'applicazione di quanto disposto al medesimo comma 79.

84. Il maggiore gettito fiscale derivante dall'incidenza dell'imposta sul valore aggiunto sui prezzi di carburanti e combustibili di origine petrolifera, in relazione ad aumenti del prezzo internazionale del petrolio greggio, rispetto al valore di riferimento previsto nel Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2007-2011, è destinato, nel limite di 100 milioni di euro annui, alla costituzione di un apposito Fondo da utilizzare a copertura di interventi di efficienza energetica e di riduzione dei costi della fornitura energetica per finalità sociali.

85. Nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico è istituito il Fondo di cui al comma 84 che, per il triennio 2007-2009, ha una dotazione iniziale di 50 milioni di euro annui.

86. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti le condizioni, le modalità e i termini per l'utilizzo della dotazione del Fondo di cui al comma 84, da destinare al finanziamento di interventi di carattere sociale, da parte dei comuni, per la riduzione dei costi delle forniture di energia per usi civili a favore di clienti economicamente disagiati, anziani e disabili e, per una somma di 11 milioni di euro annui per il biennio 2008-2009, agli interventi di efficienza energetica di cui ai commi da 75 a 83.

87. Per dare efficace attuazione a quanto previsto al comma 86, sono stipulati accordi tra il Governo, le regioni e gli enti locali che garantiscano la individuazione o la creazione, ove non siano già esistenti, di strutture amministrative, almeno presso ciascun comune capoluogo di provincia, per la gestione degli interventi di cui al comma 86, i cui costi possono in parte essere coperti dalle risorse del Fondo di cui al comma 84.

88. L'articolo 3 del decreto legislativo 30 maggio 2005, n. 128, recante disposizioni di attuazione della direttiva 2003/30/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 maggio 2003, sulla promozione dell'uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti, è sostituito dal seguente:

«Art. 3. - (Obiettivi indicativi nazionali). - 1. Sono fissati i seguenti obiettivi indicativi nazionali, calcolati sulla base del tenore energetico, di immissione in consumo di biocarburanti e altri carburanti rinnovabili, espressi come percentuale del totale del carburante diesel e di benzina nei trasporti immessi al consumo nel mercato nazionale:

a) entro il 31 dicembre 2005: 1,0 per cento;

b) entro il 31 dicembre 2008: 2,5 per cento;

c) entro il 31 dicembre 2010: 5,75 per cento.

2. Ai fini del rispetto degli obiettivi indicativi di cui al comma 1, concorrono, nell'ambito dei rispettivi programmi di agevolazione di cui ai commi 6.1 e 6-bis dell'articolo 21 del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, le immissioni in consumo di biodiesel e dei prodotti di cui al predetto comma 6-bis».

89. Nel decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, recante disposizioni in materia di interventi nel settore agroenergetico, l'articolo 2-quater è sostituito dal seguente:

«Art. 2-quater - (Interventi nel settore agroenergetico). - 1. A decorrere dal 1o gennaio 2007 i soggetti che immettono in consumo benzina e gasolio, prodotti a partire da fonti primarie non rinnovabili e destinati ad essere impiegati per autotrazione, hanno l'obbligo di immettere in consumo nel territorio nazionale una quota minima di biocarburanti e degli altri carburanti rinnovabili indicati al comma 4, con le modalità di cui al comma 3. I medesimi soggetti possono assolvere al predetto obbligo anche acquistando, in tutto o in parte, l'equivalente quota o i relativi diritti da altri soggetti.

2. Per l'anno 2007 la quota minima di cui al comma 1 è fissata nella misura dell'1,0 per cento di tutto il carburante, benzina e gasolio, immesso in consumo nell'anno solare precedente, calcolata sulla base del tenore energetico; a partire dall'anno 2008, tale quota minima è fissata nella misura del 2,0 per cento. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, vengono fissate le sanzioni amministrative pecuniarie, proporzionali e dissuasive, per il mancato raggiungimento dell'obbligo previsto per i singoli anni di attuazione della presente disposizione successivi al 2007, tenendo conto dei progressi compiuti nello sviluppo delle filiere agroenergetiche di cui al comma 3. Gli importi derivanti dalla comminazione delle eventuali sanzioni sono versati al Fondo di cui all'articolo 1, comma 422, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, per essere riassegnati quale maggiorazione del quantitativo di biodiesel che annualmente può godere della riduzione dell'accisa o quale aumento allo stanziamento previsto per l'incentivazione del bioetanolo e suoi derivati o quale sostegno della defiscalizzazione di programmi sperimentali di nuovi biocarburanti.

3. Con decreto del Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono dettati criteri, condizioni e modalità per l'attuazione dell'obbligo di cui al comma 1, secondo obiettivi di sviluppo di filiere agroenergetiche e in base a criteri che in via prioritaria tengono conto della quantità di prodotto proveniente da intese di filiera, da contratti quadro o contratti ad essi equiparati.

4. I biocarburanti e gli altri carburanti rinnovabili da immettere in consumo ai sensi dei commi 1, 2 e 3 sono il biodiesel, il bioetanolo e suoi derivati, l'ETBE e il bioidrogeno.

5. La sottoscrizione di un contratto di filiera o contratto quadro, o contratti ad essi equiparati, costituisce titolo preferenziale:

a) nei bandi pubblici per i finanziamenti delle iniziative e dei progetti nel settore della promozione delle energie rinnovabili e dell'impiego dei biocarburanti;

b) nei contratti di fornitura dei biocarburanti per il trasporto ed il riscaldamento pubblici.

6. Le pubbliche amministrazioni stipulano contratti o accordi di programma con i soggetti interessati al fine di promuovere la produzione e l'impiego di biomasse e di biocarburanti di origine agricola, la ricerca e lo sviluppo di specie e varietà vegetali da destinare ad utilizzazioni energetiche.

7. Ai fini dell'articolo 21, comma 5, del testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, il biogas è equiparato al gas naturale.

8. Gli operatori della filiera di produzione e distribuzione dei biocarburanti di origine agricola devono garantire la tracciabilità e la rintracciabilità della filiera. A tal fine realizzano un sistema di identificazioni e registrazioni di tutte le informazioni necessarie a ricostruire il percorso del biocarburante attraverso tutte le fasi della produzione, trasformazione e distribuzione, con particolare riferimento alle informazioni relative alla biomassa ed alla materia prima agricola, specificando i fornitori e l'ubicazione dei siti di produzione».

90. Nella legge 23 dicembre 2005, n. 266, all'articolo 1, il comma 423 è sostituito dal seguente:

«423. Ferme restando le disposizioni tributarie in materia di accisa, la produzione e la cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche nonché di carburanti ottenuti da produzioni vegetali e di prodotti chimici derivanti da prodotti agricoli effettuate dagli imprenditori agricoli, costituiscono attività connesse ai sensi dell'articolo 2135, terzo comma, del codice civile e si considerano produttive di reddito agrario».

91. All'onere derivante dall'attuazione del comma 3, pari a un milione di euro a decorrere dall'anno 2007, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 1o ottobre 2005, n. 202, convertito, con modificazioni, nella legge 30 novembre 2005, n. 244.

92. All'articolo 21 del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 6 è sostituito dal seguente:

«6. Le disposizioni del comma 2 si applicano anche al biodiesel (codice NC 3824 90 99) usato come carburante, come combustibile, come additivo ovvero per accrescere il volume finale dei carburanti e dei combustibili. La fabbricazione o la miscelazione con olii minerali del biodiesel è effettuata in regime di deposito fiscale»;

b) il comma 6.1 è sostituito dal seguente:

«6.1. Nell'ambito di un programma pluriennale con decorrenza dal 1o gennaio 2007 al 31 dicembre 2010 e nel limite di un contingente annuo di 250.000 tonnellate, al biodiesel, destinato ad essere impiegato in autotrazione in miscela con il gasolio, è applicata una aliquota di accisa pari al 20 per cento di quella applicata al gasolio usato come carburante di cui all'allegato I. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono determinati i requisiti che gli operatori e i rispettivi impianti di produzione, nazionali e comunitari, devono possedere per partecipare al programma pluriennale nonché le caratteristiche fiscali del prodotto con i relativi metodi di prova, le percentuali di miscelazione consentite, i criteri e le priorità ai fini dell'assegnazione dei quantitativi agevolati agli operatori su base pluriennale, dando priorità al prodotto proveniente da intese di filiera o da contratti quadro. Con lo stesso decreto sono stabilite le forme di garanzia che i soggetti che partecipano al programma pluriennale devono fornire per il versamento della maggiore accisa gravante sui quantitativi assegnati e non immessi in consumo. Per ogni anno di validità del programma i quantitativi del contingente che risultassero, al termine di ciascun anno, non immessi in consumo sono ripartiti tra gli operatori proporzionalmente alle quote loro assegnate dal nuovo programma pluriennale purché vengano immessi in consumo entro il successivo 30 giugno. In caso di rinuncia, totale o parziale, alle quote risultanti dalla predetta ripartizione da parte di un beneficiario, le stesse sono ridistribuite, proporzionalmente alle relative assegnazioni, fra gli altri beneficiari. Nelle more dell'entrata in vigore del predetto decreto trovano applicazione, in quanto compatibili, le disposizioni previste dal regolamento di cui al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 25 luglio 2003, n. 256. L'efficacia della disposizione di cui al presente comma è subordinata, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità europea, alla preventiva approvazione da parte della Commissione europea»;

c) il comma 6.2 è sostituito dal seguente:

«6.2. Nelle more dell'approvazione comunitaria di cui al comma 6.1. e dell'entrata in vigore del decreto di cui al medesimo comma 6.1, per l'anno 2007, una parte del contingente pari a 180.000 tonnellate è assegnata, con i criteri previsti dal citato regolamento di cui al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze n. 256 del 2003, dall'Agenzia delle dogane agli operatori che devono garantire il pagamento della maggiore accisa gravante sui quantitativi di biodiesel rispettivamente assegnati. In caso di mancato rilascio dell'autorizzazione comunitaria di cui al comma 6.1 i soggetti assegnatari del predetto quantitativo di 180.000 tonnellate sono tenuti al versamento dell'accisa gravante sul biodiesel rispettivamente immesso in consumo. La parte restante del contingente è assegnata, dall'Agenzia delle dogane, previa comunicazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali relativa ai produttori di biodiesel che hanno stipulato contratti di coltivazione realizzati nell'ambito di contratti quadro o intese di filiere e delle relative quantità di biodiesel ottenibili dalle materie prime oggetto dei contratti sottoscritti, proporzionalmente a tali quantità. L'eventuale mancata realizzazione delle produzioni previste dai contratti quadro e intese di filiera, nonché dai relativi contratti di coltivazione con gli agricoltori, comporta la decadenza dall'accesso al contingente agevolato per i volumi non realizzati e determina la riduzione di pari volume del programma pluriennale per i due anni successivi»;

d) dopo il comma 6.2 sono inseriti i seguenti:

«6.3. Entro il 1o marzo di ogni anno di validità del programma di cui al comma 6.1, i Ministeri dello sviluppo economico e delle politiche agricole alimentari e forestali comunicano al Ministero dell'economia e delle finanze i costi industriali medi del gasolio, del biodiesel e delle materie prime necessarie alla sua produzione, rilevati nell'anno solare precedente. Sulla base delle suddette rilevazioni, al fine di evitare la sovracompensazione dei costi addizionali legati alla produzione, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con i Ministri dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanare entro il 30 aprile di ogni anno di validità del programma di cui al comma 6.1, è rideterminata la misura dell'agevolazione di cui al medesimo comma 6.1.

6.4. A seguito della eventuale rideterminazione della misura dell'agevolazione di cui al comma 6.3, il contingente di cui al comma 6.1 è conseguentemente aumentato, senza costi aggiuntivi per l'erario, a partire dall'anno successivo a quello della rideterminazione. Qualora la misura dell'aumento del contingente risultante dalle disposizioni di cui al presente comma richieda la preventiva autorizzazione ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità europea, l'efficacia delle disposizioni di cui al presente comma è subordinata all'autorizzazione stessa»;

e) il comma 6-bis è sostituito dal seguente:

«6-bis. Allo scopo di incrementare l'utilizzo di fonti energetiche che determinino un ridotto impatto ambientale è stabilita, nell'ambito di un progetto triennale a decorrere dal 1o gennaio 2008, una accisa ridotta, secondo le aliquote di seguito indicate, applicabile sui seguenti prodotti impiegati come carburanti da soli o in miscela con olii minerali:

     a) bioetanolo derivato da prodotti di origine agricola: euro 289,22 per 1.000 litri;

     b) etere etilterbutilico (ETBE), derivato da alcole di origine agricola: euro 298,92 per 1.000 litri;

     c) additivi e riformulanti prodotti da biomasse:

     1) per benzina senza piombo: euro 289,22 per 1.000 litri;

     2) per gasolio, escluso il biodiesel: euro 245,32 per 1.000 litri»;

f) il comma 6-ter è sostituito dal seguente:

«6-ter. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali, sono fissati, entro il limite complessivo di spesa di 73 milioni di euro annui, comprensivo dell'imposta sul valore aggiunto, i criteri di ripartizione dell'agevolazione prevista dal comma 6-bis, tra le varie tipologie e tra gli operatori, le caratteristiche tecniche dei prodotti singoli e delle relative miscele ai fini dell'impiego nella carburazione, nonché le modalità di verifica della loro idoneità ad abbattere i principali agenti inquinanti, valutata sull'intero ciclo di vita. Con cadenza semestrale dall'inizio del progetto triennale di cui al comma 6-bis, i Ministeri dello sviluppo economico e delle politiche agricole alimentari e forestali comunicano al Ministero dell'economia e delle finanze i costi industriali medi dei prodotti agevolati di cui al comma 6-bis, rilevati nei sei mesi immediatamente precedenti. Sulla base delle suddette rilevazioni, al fine di evitare la sovracompensazione dei costi addizionali legati alla produzione, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali, da emanare entro sessanta giorni dalla fine del semestre, è eventualmente rideterminata la misura dell'agevolazione di cui al medesimo comma 6-bis».

93. Le disposizioni introdotte dal comma 92, lettere e) ed f), hanno effetto a decorrere dal 1o gennaio 2008 e sono subordinate, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità europea, alla preventiva approvazione da parte della Commissione europea.

94. Per l'anno 2007 la quota di contingente di biodiesel di cui all'articolo 21, comma 6.1, del testo unico di cui al decreto legislativo n. 504 del 1995, assegnato secondo le modalità di cui al comma 6.2, primo periodo, è incrementata in misura corrispondente alla somma di euro 16.726.523 e, nei limiti di tali risorse, può essere destinata anche come combustibile per riscaldamento. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente versamento all'entrata del bilancio dello Stato della somma di euro 16.726.523 a valere sulle disponibilità del Fondo per le iniziative a vantaggio dei consumatori di cui all'articolo 148 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, iscritto nello stato di previsione del Ministero per lo sviluppo economico, relativamente alle disponibilità recate ai sensi dell'articolo 4, comma 1, del decreto del Ministro delle attività produttive 28 ottobre 2005. Il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare le occorrenti variazioni di bilancio.

95. Per l'anno 2007 gli importi corrispondenti al quantitativo di biodiesel di cui al comma 6.2 dell'articolo 21 del testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, da assegnare secondo le modalità dettate dall'articolo 1, comma 421, lettera a), della legge 23 dicembre 2005, n. 266, che risultassero non assegnati al termine dell'anno, sono trasferiti al fondo per la promozione e lo sviluppo delle filiere agroenergetiche di cui all'articolo 1, comma 422, della medesima legge n. 266 del 2005.

96. Gli importi annui previsti dall'articolo 21, comma 6-ter, del testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, come modificato dal comma 520 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, eventualmente non utilizzati negli anni 2005 e 2006, sono destinati per il 50 per cento dei medesimi importi, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, all'incremento del contingente di biodiesel di cui all'articolo 21, comma 6.1, del testo unico di cui al decreto legislativo n. 504 del 1995 per gli anni 2007-2010. Il restante 50 per cento è assegnato al Fondo di cui all'articolo 1, comma 422, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, destinando l'importo di 15 milioni di euro a programmi di ricerca e sperimentazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nel campo bioenergetico.

97. In caso di mancato impiego del contingente di biodiesel di cui all'articolo 21, comma 6.1, del testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, le corrispondenti maggiori entrate per lo Stato possono essere destinate, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali, per le finalità di sostegno ai biocarburanti, tra cui il bioetanolo, di cui all'articolo 21, comma 6-ter, del testo unico di cui al medesimo decreto legislativo n. 504 del 1995, come modificato dal comma 520 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311.

98. All'articolo 1, comma 422, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: «, da utilizzare tenuto conto delle linee di indirizzo definite dalla Commissione biocombustibili, di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387» sono soppresse.

99. Ai fini di quanto disposto dai commi da 88 a 98, per «intesa di filiera» e «contratto quadro» si intende quanto stabilito dal decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 102.

100. Il numero 122) della tabella A, parte III, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, è sostituito dal seguente:

«122) prestazioni di servizi e forniture di apparecchiature e materiali relativi alla fornitura di energia termica per uso domestico attraverso reti pubbliche di teleriscaldamento o nell'ambito del contratto servizio energia, come definito nel decreto interministeriale di cui all'articolo 11, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e successive modificazioni; sono incluse le forniture di energia prodotta da fonti rinnovabili o da impianti di cogenerazione ad alto rendimento; alle forniture di energia da altre fonti, sotto qualsiasi forma, si applica l'aliquota ordinaria».

101. All'articolo 74, nono comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, la lettera e) è abrogata.

102. Il secondo periodo del comma 369 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, è soppresso.

103. I commi 370, 371 e 372 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, sono sostituiti dai seguenti:

«370. I documenti, i dati e le informazioni catastali ed ipotecarie sono riutilizzabili commercialmente, nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali, soltanto da parte di soggetti autorizzati dall'Agenzia del territorio mediante stipula di apposita convenzione; per l'acquisizione originaria di documenti, dati ed informazioni catastali, i riutilizzatori commerciali autorizzati devono corrispondere un importo fisso annuale determinato con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze; per l'acquisizione originaria di documenti, dati ed informazioni ipotecarie, i riutilizzatori commerciali autorizzati devono corrispondere i tributi previsti maggiorati nella misura del 20 per cento. La predetta percentuale di aumento non si applica per la fornitura di quei servizi telematici riservati ai riutilizzatori commerciali autorizzati. L'importo fisso annuale e la percentuale di aumento possono comunque essere rideterminati annualmente con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze anche tenendo conto dei costi complessivi di raccolta, produzione e diffusione di dati e documenti sostenuti dall'Agenzia del territorio, maggiorati di un adeguato rendimento degli investimenti e dell'andamento delle relative riscossioni. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze sono individuate le categorie di ulteriori servizi telematici che possono essere forniti dall'Agenzia del territorio esclusivamente ai riutilizzatori commerciali autorizzati a fronte del pagamento di un corrispettivo da determinare con lo stesso decreto.

371. Per ciascun atto di riutilizzazione commerciale non consentito sono dovuti i tributi nella misura prevista per l'acquisizione, anche telematica, dei documenti, dei dati o delle informazioni direttamente dagli uffici dell'Agenzia del territorio.

372. Chi pone in essere atti di riutilizzazione commerciale non consentiti, oltre a dover corrispondere i tributi di cui al comma 371, è soggetto altresì ad una sanzione amministrativa tributaria di ammontare compreso fra il triplo ed il quintuplo dei tributi dovuti ai sensi del comma 370 e, nell'ipotesi di dati la cui acquisizione non è soggetta al pagamento di tributi, una sanzione amministrativa tributaria da euro 10.000 a euro 50.000. Si applicano le disposizioni del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, e successive modificazioni».

104. Sono prorogate per l'anno 2007, per una quota pari al 36 per cento delle spese sostenute, nel limite di 48.000 euro per unità immobiliare, ferme restando le altre condizioni ivi previste, le agevolazioni tributarie in materia di recupero del patrimonio edilizio relative:

a) agli interventi di cui all'articolo 2, comma 5, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, per le spese sostenute dal 1o gennaio 2007 al 31 dicembre 2007;

b) alle prestazioni di cui all'articolo 7, comma 1, lettera b), della legge 23 dicembre 1999, n. 488, fatturate dal 1o gennaio 2007.

105. Le agevolazioni di cui al comma 104 spettano a condizione che il costo della relativa manodopera sia evidenziato in fattura.

106. Al fine di incentivare l'abbattimento delle barriere architettoniche negli esercizi commerciali, presso il Ministero dello sviluppo economico è istituito un fondo con una dotazione di 5 milioni di euro destinato all'erogazione di contributi ai gestori di attività commerciali per le spese documentate e documentabili sostenute entro il 31 dicembre 2007 per l'eliminazione delle barriere architettoniche nei locali aperti al pubblico. Entro settanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro dell'economia e delle finanze, con proprio decreto, adottato d'intesa con i Ministri dello sviluppo economico e della solidarietà sociale, definisce modalità, limiti e criteri per l'attribuzione dei contributi di cui al presente comma.

107. All'articolo 45, comma 1, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, e successive modificazioni, le parole da: «per i sette periodi d'imposta successivi» fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: «per gli otto periodi d'imposta successivi l'aliquota è stabilita nella misura dell'1,9 per cento; per il periodo d'imposta in corso al 1o gennaio 2007 l'aliquota è stabilita nella misura del 3,75 per cento».

108. Per l'anno 2007 sono prorogate le disposizioni di cui all'articolo 11 della legge 23 dicembre 2000, n. 388.

109. Il termine del 31 dicembre 2006, di cui al comma 120 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, concernente le agevolazioni tributarie per la formazione e l'arrotondamento della proprietà contadina, è prorogato al 31 dicembre 2007.

110. Le disposizioni di cui al comma 1 dell'articolo 21 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, in materia di deduzione forfetaria in favore degli esercenti impianti di distribuzione di carburante, si applicano per il periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2007.

111. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino al 31 dicembre 2007 si applicano:

a) le disposizioni in materia di riduzione di aliquote di accisa sulle emulsioni stabilizzate, di cui all'articolo 24, comma 1, lettera d), della legge 23 dicembre 2000, n. 388, nonché la disposizione contenuta nell'articolo 1, comma 1-bis, del decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 452, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n. 16, e, per il medesimo periodo, l'aliquota di cui al numero 1) della predetta lettera d) è stabilita in euro 256,70 per mille litri;

b) le disposizioni in materia di aliquota di accisa sul gas metano per combustione per uso industriale, di cui all'articolo 4 del decreto-legge 1o ottobre 2001, n. 356, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2001, n. 418;

c) le disposizioni in materia di accisa concernenti le agevolazioni sul gasolio e sul GPL impiegati nelle zone montane e in altri specifici territori nazionali, di cui all'articolo 5 del decreto-legge 1o ottobre 2001, n. 356, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2001, n. 418;

d) le disposizioni in materia di agevolazione per le reti di teleriscaldamento alimentate con biomassa ovvero con energia geotermica, di cui all'articolo 6 del decreto-legge 1o ottobre 2001, n. 356, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2001, n. 418;

e) le disposizioni in materia di aliquote di accisa sul gas metano per combustione

per usi civili, di cui all'articolo 27, comma 4, della legge 23 dicembre 2000, n. 388;

f) le disposizioni in materia di accisa concernenti le agevolazioni sul gasolio e sul GPL impiegati nelle frazioni parzialmente non metanizzate di comuni ricadenti nella zona climatica E, di cui all'articolo 13, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448;

g) le disposizioni in materia di accisa concernenti il regime agevolato per il gasolio per autotrazione destinato al fabbisogno della provincia di Trieste e dei comuni della provincia di Udine, di cui all'articolo 21, comma 6, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni;

h) le disposizioni in materia di accisa concernenti le agevolazioni sul gasolio utilizzato nelle coltivazioni sotto serra, di cui all'articolo 2, comma 4, della legge 24 dicembre 2003, n. 350.

112. L'efficacia delle disposizioni di cui al comma 111, lettera a), è subordinata alla preventiva approvazione da parte della Commissione europea ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità europea.

113. Le disposizioni dell'articolo 1, comma 103, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, nei limiti di spesa ivi indicati, si applicano anche alle somme versate nel periodo d'imposta 2006 ai fini della compensazione dei versamenti effettuati dal 1o gennaio 2007 al 31 dicembre 2007.

114. Le disposizioni del comma 106 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, nei limiti di spesa ivi indicati, sono prorogate al periodo d'imposta in corso alla data del 31 dicembre 2006.

115. All'articolo 2, comma 11, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, le parole: «Per gli anni 2003, 2004, 2005 e 2006» sono sostituite dalle seguenti: «Per gli anni 2003, 2004, 2005, 2006 e 2007».

116. Per l'anno 2007, il limite di non concorrenza alla formazione del reddito di lavoro dipendente, relativamente ai contributi di assistenza sanitaria, di cui all'articolo 51, comma 2, lettera a), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, è fissato in euro 3.615,20.

117. Le disposizioni dell'articolo 1, comma 335, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, si applicano anche relativamente al periodo d'imposta 2006.

118. Il comma 9 dell'articolo 102 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, è sostituito dal seguente:

«9. Le quote d'ammortamento, i canoni di locazione anche finanziaria o di noleggio e le spese di impiego e manutenzione relativi ad apparecchiature terminali per servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico di cui alla lettera gg) del comma 1 dell'articolo 1 del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1o agosto 2003, n. 259, sono deducibili nella misura dell'80 per cento. La percentuale di cui al precedente periodo è elevata al 100 per cento per gli oneri relativi ad impianti di telefonia dei veicoli utilizzati per il trasporto di merci da parte di imprese di autotrasporto limitatamente ad un solo impianto per ciascun veicolo».

119. Il comma 3-bis dell'articolo 54 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, è sostituito dal seguente:

«3-bis. Le quote d'ammortamento, i canoni di locazione anche finanziaria o di noleggio e le spese di impiego e manutenzione relativi ad apparecchiature terminali per servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico di cui alla lettera gg) del comma 1 dell'articolo 1 del codice delle comunicazioni elettroniche di cui al decreto legislativo 1o agosto 2003, n. 259, sono deducibili nella misura dell'80 per cento».

120. Le disposizioni introdotte dai commi 118 e 119 si applicano a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2006; per il medesimo periodo d'imposta, nella determinazione dell'acconto dovuto ai fini delle imposte sul reddito e dell'imposta regionale sulle attività produttive, si assume quale imposta del periodo precedente quella che si sarebbe determinata tenendo conto delle disposizioni dei predetti commi 118 e 119.

121. Al fine di razionalizzare e ottimizzare l'organizzazione delle spese e dei costi di funzionamento dei Ministeri, con regolamenti da emanare, entro il 30 aprile 2007, ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400, si provvede:

a) alla riorganizzazione degli uffici di livello dirigenziale generale e non generale, procedendo alla riduzione in misura non inferiore al 10 per cento di quelli di livello dirigenziale generale ed al 5 per cento di quelli di livello dirigenziale non generale nonché alla eliminazione delle duplicazioni organizzative esistenti, garantendo comunque nell'ambito delle procedure sull'autorizzazione alle assunzioni la possibilità della immissione, nel quinquennio 2007-2011, di nuovi dirigenti assunti ai sensi dell'articolo 28, commi 2, 3 e 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, in misura non inferiore al 10 per cento degli uffici dirigenziali;

b) alla gestione unitaria del personale e dei servizi comuni anche mediante strumenti di innovazione amministrativa e tecnologica;

c) alla rideterminazione delle strutture periferiche, prevedendo la loro riduzione e, ove possibile, la costituzione di uffici regionali o la riorganizzazione presso le prefetture-uffici territoriali del Governo, ove risulti sostenibile e maggiormente funzionale sulla base dei princìpi di efficienza ed economicità a seguito di valutazione congiunta tra il Ministro competente ed il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, attraverso la realizzazione dell'esercizio unitario delle funzioni logistiche e strumentali, l'istituzione dei servizi comuni e l'utilizzazione in via prioritaria dei beni immobili di proprietà pubblica;

d) alla riorganizzazione degli uffici con funzioni ispettive e di controllo;

e) alla riduzione degli organismi di analisi, consulenza e studio di elevata specializzazione;

f) alla riduzione delle dotazioni organiche in modo da assicurare che il personale utilizzato per funzioni di supporto (gestione delle risorse umane, sistemi informativi, servizi manutentivi e logistici, affari generali, provveditorati e contabilità) non ecceda comunque il 15 per cento delle risorse umane complessivamente utilizzate da ogni amministrazione, mediante processi di riorganizzazione e di formazione e riconversione del personale addetto alle predette funzioni che consentano di ridurne il numero in misura non inferiore all'8 per cento all'anno fino al raggiungimento del limite predetto;

g) all'avvio della ristrutturazione, da parte del Ministero degli affari esteri, della rete diplomatica, consolare e degli istituti di cultura in considerazione del mutato contesto geopolitico, soprattutto in Europa, ed in particolare all'unificazione dei servizi contabili degli uffici della rete diplomatica aventi sede nella stessa città estera, prevedendo che le funzioni delineate dagli articoli 3, 4 e 6 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 2000, n. 120, siano svolte dal responsabile dell'ufficio unificato per conto di tutte le rappresentanze medesime.

122. I regolamenti di cui al comma 121 prevedono la completa attuazione dei processi di riorganizzazione entro diciotto mesi dalla loro emanazione.

123. Dalla data di emanazione dei regolamenti di cui al comma 121 sono abrogate le previgenti disposizioni regolatrici delle materie ivi disciplinate. Con i medesimi regolamenti si provvede alla loro puntuale ricognizione.

124. Le amministrazioni, entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, trasmettono al Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministero dell'economia e delle finanze gli schemi di regolamento di cui al comma 121, il cui esame deve concludersi entro un mese dalla loro ricezione, corredati:

a) da una dettagliata relazione tecnica asseverata, ai fini di cui all'articolo 9, comma 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 febbraio 1998, n. 38, dai competenti uffici centrali del bilancio, che specifichi, per ciascuna modifica organizzativa, le riduzioni di spesa previste nel triennio;

b) da un analitico piano operativo asseverato, ai fini di cui all'articolo 9, comma 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 febbraio 1998, n. 38, dai competenti uffici centrali del bilancio, con indicazione puntuale degli obiettivi da raggiungere, delle azioni da porre in essere e dei relativi tempi e termini.

125. In coerenza con le disposizioni di cui al comma 121, lettera f), e tenuto conto del regime limitativo delle assunzioni di cui alla normativa vigente, le amministrazioni statali attivano con immediatezza, previa consultazione delle organizzazioni sindacali, piani di riallocazione del personale in servizio, idonei ad assicurare che le risorse umane impegnate in funzioni di supporto siano effettivamente ridotte nella misura indicata al comma 121, lettera f). I predetti piani, da predisporre entro il 31 marzo 2007, sono approvati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Nelle more dell'approvazione dei piani non possono essere disposte nuove assunzioni. La disposizione di cui al presente comma si applica anche alle Forze armate, ai Corpi di polizia e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

126. Il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione verificano semestralmente lo stato di attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 121 a 134 e trasmettono alle Camere una relazione sui risultati di tale verifica.

127. Alle amministrazioni che non abbiano provveduto nei tempi previsti alla predisposizione degli schemi di regolamento di cui al comma 121 è fatto divieto, per gli anni 2007 e 2008, di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsiasi tipo di contratto.

128. I competenti organi di controllo delle amministrazioni, nell'esercizio delle rispettive attribuzioni, effettuano semestralmente il monitoraggio sull'osservanza delle disposizioni di cui ai commi da 121 a 134 e ne trasmettono i risultati ai Ministeri vigilanti e alla Corte dei conti. Successivamente al primo biennio, verificano il rispetto del parametro di cui al comma 121, lettera f), relativamente al personale utilizzato per lo svolgimento delle funzioni di supporto.

129. Il Presidente del Consiglio dei ministri, sentiti il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione e il Ministro dell'economia e delle finanze, emana linee guida per l'attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 121 a 134.

130. Le direttive generali per l'attività amministrativa e per la gestione, emanate annualmente dai Ministri, contengono piani e programmi specifici sui processi di riorganizzazione e di riallocazione delle risorse necessari per il rispetto del parametro di cui al comma 121, lettera f), e di quanto disposto dal comma 125.

131. Il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti nel piano operativo di cui al comma 124, lettera b), e nei piani e programmi di cui al comma 130 sono valutati ai fini della corresponsione ai dirigenti della retribuzione di risultato e della responsabilità dirigenziale.

132. L'attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 121 a 134 è coordinata anche al fine del conseguimento dei risultati finanziari di cui al comma 133 dall'«Unità per la riorganizzazione» composta dai Ministri per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, dell'economia e delle finanze e dell'interno, che opera anche come centro di monitoraggio delle attività conseguenti alla predetta attuazione. Nell'esercizio delle relative funzioni l'Unità per la riorganizzazione si avvale, nell'ambito delle attività istituzionali, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato, delle strutture già esistenti presso le competenti amministrazioni.

133. Dall'attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 121 a 132 e da 135 a 139 devono conseguire risparmi di spesa non inferiori a 7 milioni di euro per l'anno 2007, 14 milioni di euro per l'anno 2008 e 20 milioni di euro per l'anno 2009.

134. Al comma 7 dell'articolo 29 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, dopo le parole: «non si applicano» sono inserite le seguenti: «ai commissari straordinari del Governo di cui all'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e».

135. In coerenza con la revisione dell'ordinamento degli enti locali prevista dal titolo V parte seconda della Costituzione e con il conferimento di nuove funzioni agli stessi ai sensi dell'articolo 118 della Costituzione, con regolamento da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 1, legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministero dell'interno, sono individuati gli ambiti territoriali determinati per l'esercizio delle funzioni di competenza degli uffici periferici dell'Amministrazione dell'interno, di cui all'articolo 15 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, tenendo conto dei seguenti criteri e indirizzi:

a) semplificazione delle procedure amministrative e riduzione dei tempi dei procedimenti e di contenimento dei relativi costi;

b) realizzazione di economie di scala, evitando duplicazioni funzionali;

c) ottimale impiego delle risorse;

d) determinazione della dimensione territoriale, correlata alle attività economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale, alla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, alle realtà etnico-linguistiche;

e) ponderazione dei precedenti criteri, con riguardo alle specificità dell'ambito territoriale di riferimento e alla esigenza di garantire principalmente la prossimità dei servizi resi al cittadino.

136. Ai fini di quanto previsto dai commi da 121 a 133 l'articolazione periferica del Ministero dell'economia e delle finanze è ridefinita su base regionale e, ove se ne ravvisi l'opportunità, interregionale e interprovinciale, in relazione alle esigenze di conseguimento di economie di gestione e del miglioramento dei servizi resi all'utenza.

137. Con le modalità, i tempi e i criteri previsti dai commi da 121 a 133 si provvede:

a) al riordino dell'articolazione periferica del Ministero dell'economia e delle finanze e alla soppressione dei Dipartimenti provinciali del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, nonché delle Ragionerie provinciali dello Stato e delle Direzioni provinciali dei servizi vari;

b) alla ridefinizione delle competenze e delle strutture dei Dipartimenti centrali.

138. A decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 121 gli uffici di cui al comma 137, lettera a), assumono le seguenti denominazioni: «Direzioni territoriali dell'economia e delle finanze» e «Ragionerie territoriali dello Stato».

139. Previa stipula di apposite convenzioni, gli uffici territoriali dell'economia e delle finanze possono delegare alle aziende sanitarie locali lo svolgimento, in tutto o in parte, delle residue funzioni attribuite alle commissioni mediche di verifica.

140. Al fine di conseguire economie, garantendo comunque la piena funzionalità dell'Amministrazione della pubblica sicurezza, le Direzioni interregionali della Polizia di Stato sono soppresse a decorrere dal 1o dicembre 2007 e le relative funzioni sono ripartite tra le strutture centrali e periferiche della stessa Amministrazione, assicurando il decentramento di quelle attinenti al supporto tecnico-logistico.

141. Al medesimo fine di cui al comma 140, l'Amministrazione della pubblica sicurezza provvede alla razionalizzazione del complesso delle strutture preposte alla formazione e all'aggiornamento del proprio personale, nonché dei presìdi esistenti nei settori specialistici della Polizia di Stato.

142. I provvedimenti di organizzazione occorrenti, comprese le modificazioni ai regolamenti previsti dall'articolo 6 della legge 31 marzo 2000, n. 78, e successive modificazioni, e dall'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono adottati entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.

143. Con successivi provvedimenti si provvede alle revisione delle norme concernenti i dirigenti generali di pubblica sicurezza di livello B, garantendo ai funzionari che rivestono tale qualifica alla data di entrata in vigore della presente legge, l'applicazione ad esaurimento dell'articolo 42, comma 3, della legge 1o aprile 1981, n. 121, e successive modificazioni, nonché il loro successivo impiego sino alla cessazione del servizio. Con gli stessi provvedimenti, si provvede altresì ad adeguare l'organico dei dirigenti generali di pubblica sicurezza, nonché la disciplina relativa all'inquadramento nella qualifica di prefetto degli stessi dirigenti, assicurando, comunque, l'invarianza della spesa.

144. Dall'attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 140 a 143 devono derivare risparmi di spesa non inferiori a 3 milioni di euro per l'anno 2007, a 8,1 milioni di euro per l'anno 2008 e a 13 milioni di euro per l'anno 2009.

145. Le disposizioni di cui all'articolo 3 della legge 23 dicembre 1992, n. 498, si applicano agli enti previdenziali fino al 31 dicembre 2009.

146. Al fine di assicurare la migliore utilizzazione delle risorse disponibili, i mezzi, gli immobili e gli altri beni sequestrati o confiscati ed affidati in uso alle Forze di polizia sulla base delle disposizioni di legge o di regolamento in vigore, possono essere utilizzati per tutti i compiti di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria definiti dall'amministrazione assegnataria.

147. Per la realizzazione di programmi straordinari di incremento dei servizi di polizia e per la sicurezza dei cittadini, il Ministro dell'interno e, per sua delega, i prefetti, possono stipulare convenzioni con le regioni e gli enti locali che prevedano la contribuzione logistica o finanziaria delle stesse regioni e degli enti locali, con le modalità stabilite, anche in deroga a disposizioni di legge o di regolamento, con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

148. Il personale utilizzato dalle agenzie e dagli enti pubblici non economici nazionali per lo svolgimento delle funzioni di supporto, ivi incluse quelle relative alla gestione delle risorse umane, dei sistemi informativi, dei servizi manutentivi e logistici, degli affari generali, dei provveditorati e della contabilità, non può eccedere il 15 per cento delle risorse umane complessivamente utilizzate dalle amministrazioni stesse.

149. Le agenzie e gli enti di cui al comma 148 adottano, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i provvedimenti di riorganizzazione e di riallocazione delle risorse necessari per rispettare il parametro di cui al medesimo comma, riducendo contestualmente le dotazioni organiche.

150. I provvedimenti di riorganizzazione e di riallocazione delle risorse di cui al comma 149 sono trasmessi alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica e al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.

151. I processi riorganizzativi di cui ai commi da 148 a 150 devono essere portati a compimento entro il termine massimo di un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge.

152. I competenti organi di controllo delle amministrazioni effettuano il monitoraggio sull'osservanza delle disposizioni di cui ai commi da 148 a 153 e ne trasmettono i risultati, entro il 29 febbraio 2008, ai Ministri vigilanti e alla Corte dei conti. Successivamente verificano ogni anno il rispetto del parametro di cui al comma 148 relativamente al personale utilizzato per lo svolgimento delle funzioni di supporto.

153. In caso di mancata adozione entro il termine previsto dei provvedimenti di cui al comma 149, o di mancato rispetto, a partire dal 1o gennaio 2008, del parametro di cui al comma 148, gli organi di governo dell'ente o dell'agenzia sono revocati o sciolti ed è nominato in loro vece, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri vigilanti, un commissario straordinario, con il compito di assicurare la prosecuzione dell'attività istituzionale e di procedere, entro il termine massimo di un anno, all'attuazione di quanto previsto dai commi da 148 a 153.

154. Allo scopo di razionalizzare, omogeneizzare ed eliminare duplicazioni e sovrapposizioni degli adempimenti e dei servizi della pubblica amministrazione per il personale e per favorire il monitoraggio della spesa del personale, tutte le amministrazioni dello Stato per il pagamento degli stipendi si avvalgono delle procedure informatiche e dei servizi del Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento dell'amministrazione generale, del personale e dei servizi del tesoro.

155. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stipulate apposite convenzioni per stabilire tempi e modalità di erogazione del pagamento degli stipendi e degli altri assegni fissi e continuativi a carico del bilancio dello Stato mediante ordini collettivi di pagamento emessi in forma dematerializzata, come previsto dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 31 ottobre 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 295 del 17 dicembre 2002.

156. I dati aggregati della spesa per gli stipendi sono posti a disposizione del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri ai fini di quanto previsto dall'articolo 58 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

157. Nel rispetto del sistema delle convenzioni di cui agli articoli 26 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, e successive modificazioni, e 58 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze sono individuati, entro il mese di gennaio di ogni anno, tenuto conto delle caratteristiche del mercato e del grado di standardizzazione dei prodotti, le tipologie di beni e servizi per le quali tutte le amministrazioni statali centrali e periferiche, ad esclusione degli istituti e scuole di ogni ordine e grado, delle istituzioni educative e delle istituzioni universitarie, sono tenute ad approvvigionarsi utilizzando le convenzioni-quadro. Le restanti amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, possono ricorrere alle convenzioni di cui al presente comma e al comma 164 del presente articolo, ovvero ne utilizzano i parametri di prezzo-qualità come limiti massimi per la stipulazione dei contratti. Gli enti del Servizio sanitario nazionale sono in ogni caso tenuti ad approvvigionarsi utilizzando le convenzioni stipulate dalle centrali regionali di riferimento.

158. Dal 1o luglio 2007, le amministrazioni statali centrali e periferiche, ad esclusione degli istituti e delle scuole di ogni ordine e grado, delle istituzioni educative e delle istituzioni universitarie, per gli acquisti di beni e servizi al di sotto della soglia di rilievo comunitario, sono tenute a fare ricorso al mercato elettronico della pubblica amministrazione di cui all'articolo 11, comma 5, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 4 aprile 2002, n. 101.

159. Il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato, anche in deroga alla normativa vigente, a sperimentare l'introduzione della carta di acquisto elettronica per i pagamenti di limitato importo relativi agli acquisti di beni e servizi. Successivamente, con regole tecniche da emanare ai sensi degli articoli 38 e 71 del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni, è disciplinata l'introduzione dei predetti sistemi di pagamento per la pubblica amministrazione.

160. Le transazioni compiute dalle amministrazioni statali centrali e periferiche, ad esclusione degli istituti e delle scuole di ogni ordine e grado, delle istituzioni educative e delle istituzioni universitarie, avvengono, per le convenzioni che hanno attivo il negozio elettronico, attraverso la rete telematica, salvo che la stessa rete sia temporaneamente inutilizzabile per cause non imputabili all'amministrazione procedente e sussistano ragioni di imprevedibile necessità e urgenza certificata dal responsabile dell'ufficio.

161. Con successivo decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, possono essere previsti meccanismi di remunerazione sugli acquisti da effettuare a carico dell'aggiudicatario delle convenzioni di cui all'articolo 26, comma 1, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, e successive modificazioni.

162. Il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il supporto della CONSIP Spa, realizza, sentita l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, un programma per l'adozione di sistemi informativi comuni alle amministrazioni dello Stato a supporto della definizione dei fabbisogni di beni e servizi e definisce un insieme di indicatori sui livelli di spesa sostenibili, per le categorie di spesa comune, che vengono utilizzati nel processo di formazione dei relativi capitoli di bilancio. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.

163. Ai fini del contenimento e della razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi, le regioni possono costituire centrali di acquisto anche unitamente ad altre regioni, che operano quali centrali di committenza ai sensi dell'articolo 33 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, in favore delle amministrazioni ed enti regionali, degli enti locali, degli enti del Servizio sanitario nazionale e delle altre pubbliche amministrazioni aventi sede nel medesimo territorio.

164. Le centrali di cui al comma 163 stipulano, per gli ambiti territoriali di competenza, convenzioni di cui all'articolo 26, comma 1, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, e successive modificazioni.

165. Le centrali regionali e la CONSIP Spa costituiscono un sistema a rete, perseguendo l'armonizzazione dei piani di razionalizzazione della spesa e realizzando sinergie nell'utilizzo degli strumenti informatici per l'acquisto di beni e servizi. Nel quadro del patto di stabilità interno, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano approva annualmente i programmi per lo sviluppo della rete delle centrali di acquisto della pubblica amministrazione e per la razionalizzazione delle forniture di beni e servizi, definisce le modalità e monitora il raggiungimento dei risultati rispetto agli obiettivi. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

166. È abrogato l'articolo 59 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni, ad eccezione del comma 3. All'articolo 59, comma 3, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, le parole: «Per le finalità di cui al presente articolo, nonché» e le parole: «, in luogo delle aggregazioni di cui alla lettera c) del comma 2,» sono soppresse.

167. Ai fini del contenimento della spesa pubblica, il numero dei membri dei consigli di amministrazione della società di cui al decreto legislativo 9 gennaio 1999, n. 1, e delle società controllate, nonché della società di cui all'articolo 13, comma 2, lettera e), del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e delle società controllate, è ridotto a tre. I componenti dei suddetti consigli di amministrazione cessano dall'incarico alla data di entrata in vigore della presente legge ed i nuovi componenti sono nominati entro i successivi quarantacinque giorni.

168. Con direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sono definiti indirizzi volti al riassetto organizzativo delle società di cui al comma 167 e alla determinazione delle aree di intervento della stessa.

169. All'articolo 2, comma 6, del decreto legislativo 9 gennaio 1999 n. 1, le parole: «e con il Ministro per le politiche agricole» sono soppresse.

170. Il Ministro dell'economia e delle finanze entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, emana un atto di indirizzo volto, ove necessario, al contenimento del numero dei componenti dei consigli di amministrazione delle società non quotate partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze, al fine di rendere la composizione dei predetti consigli coerente con l'oggetto sociale delle società.

171. Per il conferimento di nuovi incarichi, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero competente, attraverso i propri rappresentanti nei competenti organi statutari, determina la misura dei compensi e gli eventuali trattamenti accessori del legale rappresentante e dei dirigenti di tali società, in misura non superiore a un tetto massimo di euro 500 mila annui, rivalutato annualmente, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, in relazione al tasso di inflazione programmato. Per comprovate ed effettive esigenze il Ministro competente, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, può concedere autorizzazioni in deroga. Le medesime amministrazioni non possono contribuire a deliberare, con il proprio voto favorevole, clausole contrattuali che, al momento della cessazione dell'incarico o del rapporto di lavoro, prevedano per gli stessi soggetti benefìci economici superiori ad una annualità di indennità o stipendio.

172. Dalla data di entrata in vigore della presente legge sono soppressi i comitati centrali regionali e provinciali dell'INPS e i comitati di vigilanza delle gestioni dell'INPDAP. I ricorsi amministrativi pendenti presso tali organi sono conseguentemente devoluti ai dirigenti dei due Istituti, secondo i princìpi generali dell'azione amministrativa e del procedimento amministrativo.

173. Gli uffici centrali del bilancio valutano, in sede di applicazione delle norme di spesa e minore entrata la congruenza delle clausole di copertura.

174. L'ultimo periodo del comma 4 dell'articolo 3 della legge 14 gennaio 1994, n. 20, è sostituito dal seguente: «La Corte definisce annualmente i programmi e i criteri di riferimento del controllo sulla base delle priorità previamente deliberate dalle competenti Commissioni parlamentari a norma dei rispettivi regolamenti».

175. Presso il Ministero dell'economia e delle finanze è istituita la Commissione tecnica per la finanza pubblica, composta di dieci membri, per le seguenti finalità di studio e di analisi:

a) formula proposte finalizzate ad accelerare il processo di armonizzazione e di coordinamento della finanza pubblica e di riforma dei bilanci delle amministrazioni pubbliche che sia diretto a:

1) per quanto concerne specificamente il bilancio dello Stato, disegnare una diversa classificazione della spesa, anche mediante ridefinizione delle unità elementari ai fini dell'approvazione parlamentare, finalizzata al miglioramento della scelta allocativa e ad una efficiente gestione delle risorse, rafforzando i processi di misurazione delle attività pubbliche e la responsabilizzazione delle competenti amministrazioni;

2) migliorare la trasparenza dei dati conoscitivi della finanza pubblica, con evidenziazione nel bilancio dello Stato della quota di stanziamenti afferenti alle autorizzazioni legislative di spesa, nonché con una prospettazione delle decisioni in termini di classificazione funzionale, economica e per macrosettori;

3) armonizzare i criteri di classificazione dei bilanci delle pubbliche amministrazioni, per un più agevole consolidamento dei conti di cassa e di contabilità nazionale;

b) elaborare studi preliminari e proposte tecniche per la definizione dei princìpi generali e degli strumenti di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, con particolare attenzione al coordinamento dei rapporti finanziari tra lo Stato ed il sistema delle autonomie territoriali, nonché all'efficacia dei meccanismi di controllo della finanza territoriale in relazione al rispetto del Patto di stabilità europeo;

c) elaborare studi e analisi concernenti l'attività di monitoraggio sui flussi di spesa del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze;

d) valutare, in collaborazione con l'ISTAT e con gli altri enti del sistema statistico nazionale, l'affidabilità, la trasparenza e la completezza dell'informazione statistica relativa agli andamenti della finanza pubblica;

e) svolgere, su richiesta delle competenti Commissioni parlamentari, ricerche, studi e rilevazioni e cooperare alle attività poste in essere dal Parlamento in attuazione del comma 181.

176. La Commissione di cui al comma 175 opera sulla base dei programmi predisposti dal Ministro dell'economia e delle finanze, sentiti i Ministri competenti in relazione alle diverse finalità e la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Entro il 31 gennaio di ciascun anno il Ministro dell'economia e delle finanze presenta al Parlamento una relazione sull'attività svolta dalla Commissione e sul programma di lavoro per l'anno in corso. Per l'anno 2007 la Commissione avvia la propria attività sulla base delle disposizioni di cui ai commi da 175 a 182, con priorità per le attività di supporto del programma di cui al comma 181.

177. Ai fini del raccordo operativo con la Commissione di cui al comma 175 è istituito un apposito Servizio studi nell'ambito del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze, composto di personale appartenente al Dipartimento stesso.

178. Per l'espletamento della sua attività la Commissione di cui al comma 175 si avvale, altresì, della struttura di supporto dell'Alta Commissione di studio di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b), della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, la quale è contestualmente soppressa. La Commissione può altresì avvalersi degli strumenti di supporto già previsti per la Commissione tecnica per la spesa pubblica, di cui all'articolo 32 della legge 30 marzo 1981, n. 119, e successive modificazioni, ivi incluso l'accesso ai sistemi informativi, di cui al quarto comma del medesimo articolo 32, nonché l'istituzione di una segreteria tecnica e la stipula di contratti di consulenza, ai sensi dei commi 4 e 5 dell'articolo 8 della legge 17 dicembre 1986, n. 878. A tal fine è autorizzata la spesa di 1.200.000 euro annui a decorrere dall'anno 2007.

179. Entro il 31 gennaio 2007, il Ministro dell'economia e delle finanze, con proprio decreto, nomina la Commissione di cui al comma 175 e stabilisce le regole per il suo funzionamento, nonché la data di inizio della sua attività. I membri della Commissione, incluso il presidente, sono scelti tra esperti di alto profilo tecnico-scientifico e di riconosciuta competenza in materia di finanza pubblica; tre dei componenti sono scelti tra una rosa di nomi indicata dalla Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Il decreto di cui al presente comma è comunicato alle competenti Commissioni parlamentari.

180. La Commissione di cui al comma 175 opera per tre anni dalla data di inizio della attività stabilita. I suoi componenti possono, alla scadenza, essere rinnovati.

181. Per l'anno 2007 il Ministro dell'economia e delle finanze, avvalendosi anche della Commissione di cui al comma 175, promuove la realizzazione di un programma straordinario di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali, anche in relazione alla applicazione delle disposizioni del comma 207, individuando le criticità, le opzioni di riallocazione delle risorse, le possibili strategie di miglioramento dei risultati ottenibili con le risorse stanziate, sul piano della qualità e dell'economicità. Ai fini dell'attuazione del programma di cui al presente comma, le amministrazioni dello Stato trasmettono, entro il 31 marzo 2007, al Ministero dell'economia e delle finanze un rapporto sullo stato della spesa nei rispettivi settori di competenza, anche alla luce dell'applicazione delle disposizioni del comma 207 e delle altre disposizioni di cui ai commi da 121 a 211, indicando le difficoltà emerse e formulando proposte di intervento in ordine alla allocazione delle risorse e alle azioni che possono incrementare l'efficacia della spesa. Il Governo riferisce sull'attuazione del programma di cui al presente comma nell'ambito del Documento di programmazione economico-finanziaria presentato nell'anno 2007. Il Ministro dell'economia e delle finanze, entro il 30 settembre 2007, presenta al Parlamento una relazione sui risultati del programma straordinario di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali di cui al presente comma e sulle conseguenti iniziative di intervento. In allegato alla relazione un apposito documento dà conto dei provvedimenti adottati ai sensi del comma 183.

182. Per il potenziamento delle attività e degli strumenti di analisi e monitoraggio degli andamenti di finanza pubblica, a decorrere dall'anno 2007, è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro annui di cui una quota parte non inferiore a 3 milioni di euro da destinare al Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze lo stanziamento è ripartito tra le amministrazioni interessate per gli scopi di cui al presente comma. A decorrere dal medesimo anno 2007 è altresì autorizzata la spesa di 600.000 euro in favore di ciascuna Camera per il potenziamento e il collegamento delle strutture di supporto del Parlamento, anche avvalendosi della cooperazione di altre Istituzioni e con Istituti di ricerca. In relazione alle finalità di cui al presente comma, una quota, stabilita con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, delle risorse attribuite al Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato è destinata ad un programma straordinario di reclutamento di personale con elevata professionalità. Le relative modalità di reclutamento sono definite, anche in deroga alle vigenti disposizioni in materia, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, secondo periodo, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248.

183. All'articolo 28 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente:

«1. Al fine di conseguire gli obiettivi di stabilità e crescita, di ridurre il complesso della spesa di funzionamento delle amministrazioni pubbliche, di incrementare l'efficienza e di migliorare la qualità dei servizi, con uno o più regolamenti, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro il 30 giugno 2007, il Governo, su proposta del Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro interessato,

sentite le organizzazioni sindacali per quanto riguarda i riflessi sulla destinazione del personale, procede al riordino, alla trasformazione o alla soppressione e messa in liquidazione degli enti ed organismi pubblici, nonché di strutture amministrative pubbliche nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:

     a) fusione degli enti, organismi e strutture pubbliche comunque denominate che svolgono attività analoghe o complementari, con conseguente riduzione della spesa complessiva e corrispondente riduzione del contributo statale di funzionamento;

     b) trasformazione degli enti ed organismi pubblici che non svolgono funzioni e servizi di rilevante interesse pubblico in soggetti di diritto privato ovvero soppressione e messa in liquidazione degli stessi secondo le modalità previste dalla legge 4 dicembre 1956, n. 1404, e successive modificazioni, fermo restando quanto previsto dalla lettera d) del presente comma, nonché dall'articolo 9, comma 1-bis, lettera c), del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n. 112;

     c) razionalizzazione e riduzione degli organi di indirizzo amministrativo, gestione e consultivi;

     d) per gli enti soppressi e messi in liquidazione lo Stato risponde delle passività nei limiti dell'attivo della singola liquidazione;

     e) abrogazione delle disposizioni legislative che prescrivono il finanziamento, diretto o indiretto, a carico del bilancio dello Stato o di altre amministrazioni pubbliche, degli enti ed organismi pubblici soppressi e posti in liquidazione o trasformati in soggetti di diritto privato ai sensi della lettera b)»;

b) i commi 2, 2-bis, 5 e 6 sono abrogati.

184. Dall'attuazione del comma 183 deve derivare un miglioramento dell'indebitamento netto non inferiore a 205 milioni di euro per l'anno 2007, 310 milioni di euro per l'anno 2008 e 415 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. A tal fine, entro il 30 settembre 2007, il Governo dà conto dei provvedimenti adottati in apposito documento allegato alla relazione di cui al comma 181.

185. La società di cui all'articolo 9, comma 1-bis, lettera c), del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n. 112, acquista nell'anno 2007 gli immobili delle gestioni liquidatorie di cui alla legge 4 dicembre 1956, n. 1404, e successive modificazioni, per un controvalore non inferiore a 180 milioni di euro.

186. La lettera e) dell'articolo 2 della legge 7 luglio 1901, n. 306, come sostituita dal comma 23 dell'articolo 52 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, è sostituita dalla seguente:

«e) il contributo dei sanitari pubblici dipendenti, nella misura stabilita dal Consiglio di amministrazione della fondazione, che ne fissa misure e modalità di versamento con regolamenti soggetti ad approvazione dei Ministeri vigilanti ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e successive modificazioni».

187. I commi 89, 90 e 91 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, sono sostituiti dai seguenti:

«89. L'Ispettorato generale per la liquidazione degli enti disciolti del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze è soppresso. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze le competenze dell'Ispettorato sono attribuite ad uno o più Ispettorati generali del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.

90. Il personale adibito alla data di entrata in vigore della presente disposizione alle procedure di liquidazione previste dalla legge 4 dicembre 1956, n. 1404, e successive modificazioni, è destinato alle altre attività istituzionali del citato Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.

91. Alla definizione delle pregresse posizioni previdenziali del personale degli enti soppressi, per il quale non sia stata ancora effettuata, ai sensi degli articoli 74, 75 e 76 del decreto del Presidente della Repubblica 20 dicembre 1979, n. 761, e della legge 27 ottobre 1988, n. 482, la ricongiunzione dei servizi ai fini dell'indennità di anzianità e del trattamento integrativo di previdenza, provvede la gestione previdenziale di destinazione di detto personale. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, l'INPS, l'INPDAP e l'INAIL, limitatamente ai trattamenti pensionistici integrativi relativi alla soppressa gestione sanitaria, concordano con il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze, anche in via presuntiva e a completa definizione delle predette posizioni previdenziali, l'ammontare dei capitali di copertura necessari. L'INPS e l'INPDAP subentrano, a decorrere dalla data di perfezionamento dell'accordo con il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, al Ministero dell'economia e delle finanze nelle vertenze innanzi al giudice ordinario e a quello amministrativo, concernenti le pregresse posizioni previdenziali del personale degli enti soppressi».

188. L'ammontare della remunerazione di cui al capitolo 2835 dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2006 e successivi è annualmente determinato con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze con riferimento ai servizi resi nell'anno precedente dalla società di cui all'articolo 9, comma 1-bis, lettera c), del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n. 112, per la gestione della liquidazione e del contenzioso degli enti pubblici, nel limite dello stanziamento di bilancio a legislazione vigente.

189. Sono trasferiti alla società FINTECNA o a società da essa interamente controllata, con ogni loro componente attiva e passiva, ivi compresi i rapporti in corso e le cause pendenti, i patrimoni di EFIM in liquidazione coatta amministrativa e delle società in liquidazione coatta amministrativa interamente controllate da EFIM. Detti patrimoni costituiscono tra loro un unico patrimonio, separato dal residuo patrimonio della società trasferitaria. Alla data del trasferimento sono chiuse le liquidazioni coatte amministrative di EFIM e delle predette società, con conseguente estinzione delle stesse e con contestuale cessazione dalla carica dei loro commissari liquidatori. La società trasferitaria procede alla cancellazione di tali società dal registro delle imprese.

190. Il trasferimento decorre dal quindicesimo giorno successivo alla data di presentazione al Ministero dell'economia e delle finanze del rendiconto finale delle liquidazioni coatte amministrative, che è presentato dal commissario liquidatore di EFIM in liquidazione coatta amministrativa entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Al predetto commissario devono essere comunicati, almeno sessanta giorni prima, i rendiconti finali delle procedure delle società di cui al comma 189.

191. Per il trasferimento dei patrimoni di cui al comma 189, il commissario liquidatore di EFIM predispone una situazione patrimoniale di riferimento tenendo conto del rendiconto finale di cui al comma 190. Un collegio di tre periti verifica, entro novanta giorni dalla nomina, tale situazione patrimoniale e predispone, sulla base della stessa, una valutazione estimativa dell'esito finale della liquidazione dei patrimoni trasferiti. Tale valutazione deve, tra l'altro, tenere conto delle garanzie di cui al comma 192, nonché di tutti i costi e gli oneri necessari per il completamento della liquidazione di detti patrimoni, individuando altresì il fabbisogno finanziario stimato per la chiusura della liquidazione medesima. I componenti del collegio sono designati, uno ciascuno, da EFIM e dalla società trasferitaria e il presidente è scelto dal Ministero dell'economia e delle finanze. L'importo massimo del compenso per i periti è determinato dal Ministero dell'economia e delle finanze con il decreto di cui al comma 198 ed è ad esclusivo carico delle parti. Il valore stimato dell'esito finale della liquidazione costituisce il corrispettivo per il trasferimento stesso, che è corrisposto dalla società trasferitaria al Ministero dell'economia e delle finanze, fermo restando quanto previsto al comma 195.

192. Effettuato il trasferimento, la società trasferitaria procede alla liquidazione dei patrimoni trasferiti, avendo per scopo la finale monetizzazione degli attivi, la più celere definizione dei rapporti creditori e debitori e dei contenziosi in corso e il pagamento dei creditori dei patrimoni trasferiti, assicurando il rigoroso rispetto del principio della separatezza di tali patrimoni dal proprio. La società trasferitaria non risponde con il proprio patrimonio dei debiti e degli oneri dei patrimoni ad essa trasferiti in base alla presente legge, ivi compresi quelli sostenuti per la liquidazione di tali patrimoni. Ai creditori dei patrimoni trasferiti continua ad applicarsi la garanzia dello Stato prevista dall'articolo 5 del decreto-legge 19 dicembre 1992, n. 487, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 febbraio 1993, n. 33, e successive modificazioni. Le disponibilità finanziarie rivenienti e conseguenti ai trasferimenti di cui ai commi da 189 a 198 devono affluire su un apposito conto corrente infruttifero da aprire presso la Tesoreria centrale per conto dello Stato, intestato alla società trasferitaria. Con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze è fissato, tenendo conto del fabbisogno finanziario, come individuato ai sensi del comma 191, l'ammontare delle risorse finanziarie tratte dal predetto conto corrente infruttifero e depositate presso il sistema bancario per le esigenze urgenti ed improcrastinabili relative alla liquidazione dei patrimoni trasferiti.

193. Dalla data del trasferimento, la società trasferitaria subentra automaticamente nei processi attivi e passivi pendenti nei quali sono parti EFIM in liquidazione coatta amministrativa e le società di cui al comma 189, in luogo di essi, senza che si faccia luogo all'interruzione dei processi e senza mutamento del rito applicabile. Le spese legali e di consulenza tecnica relative a tali processi o alle eventuali transazioni non possono comunque superare, per ciascuna vertenza comprensiva di tutti i diversi gradi di giudizio, l'ammontare di 300.000 euro.

194. Al termine della liquidazione dei patrimoni trasferiti, il collegio dei periti di cui al comma 191 determina l'eventuale maggiore importo risultante dalla differenza tra l'esito economico effettivo consuntivato alla chiusura della liquidazione e il corrispettivo versato di cui al comma 191. Di tale eventuale maggiore importo, detratto il costo della valutazione, il 70 per cento è attribuito al Ministero dell'economia e delle finanze e la residua quota del 30 per cento è di competenza della società trasferitaria in ragione del migliore risultato conseguito nella liquidazione.

195. Allo scopo di accelerare e razionalizzare la prosecuzione delle liquidazioni coatte amministrative delle società non interamente controllate, direttamente o indirettamente da EFIM in liquidazione coatta amministrativa, nella stessa data di cui al comma 190 i commissari liquidatori delle stesse decadono dalle loro funzioni e la funzione di commissario liquidatore è assunta dalla società trasferitaria. Il trasferimento delle funzioni è disciplinato dalle vigenti norme in materia di liquidazione coatta amministrativa.

196. Tutti gli atti compiuti in attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 189 a 195 sono esenti da qualunque imposta, diretta o indiretta, tassa, obbligo e onere tributario comunque inteso o denominato.

197. Le disposizioni di cui ai commi da 189 a 196 si applicano, in quanto compatibili, alla società ITALTRADE Spa in liquidazione.

198. Il Ministero dell'economia e delle finanze stabilisce con uno o più decreti i criteri e le modalità di attuazione dei commi da 189 a 197.

199. I commissari liquidatori, nominati a norma dell'articolo 7, comma 3, della legge 12 dicembre 2002, n. 273, nelle procedure di amministrazione straordinaria disciplinate dal decreto-legge 30 gennaio 1979, n. 26, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 aprile 1979, n. 95, e successive modificazioni, e dei Commissari straordinari nominati nelle procedure di amministrazione straordinaria disciplinate dal decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, e successive modificazioni, che si trovano nella fase liquidatoria, decadono se non confermati entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. A tal fine, il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, dispone l'attribuzione al medesimo organo commissariale, se del caso con composizione collegiale, dell'incarico relativo a più procedure, dando mandato ai commissari di realizzare una gestione unificata dei servizi generali e degli affari comuni, al fine di assicurare le massime sinergie organizzative e conseguenti economie gestionali. Con il medesimo provvedimento l'incarico di commissario può essere attribuito a studi professionali associati o società tra professionisti, in conformità a quanto disposto all'articolo 28, primo comma, lettera b), del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni.

200. Il numero dei commissari nominati o confermati ai sensi del comma 199 non può superare la metà del numero dei commissari in carica alla data di entrata in vigore della presente legge. Gli stessi stipulano convenzioni con i professionisti la cui opera si rende necessaria nell'interesse della procedura, al fine di ridurre i costi a carico dei creditori.

201. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare nel termine di centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definiti i criteri per la determinazione e la liquidazione dei compensi dovuti ai commissari liquidatori nominati nelle procedure di amministrazione straordinaria disciplinate dal decreto-legge 30 gennaio 1979, n. 26, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 aprile 1979, n. 95, tenuto conto dei criteri di cui al decreto del Ministro di grazia e giustizia 28 luglio 1992, n. 570, nonché delle modifiche e degli adattamenti suggeriti dalla diversità delle procedure.

202. Il compenso dei commissari di cui al comma 199 è determinato nella misura spettante in relazione al numero delle procedure ad essi assegnate ridotto del 30 per cento.

203. Il Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, è autorizzato a procedere, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, alla trasformazione della SOGESID Spa, al fine di renderla strumentale alle esigenze e finalità del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, anche procedendo a tale scopo, alla fusione per incorporazione con altri soggetti, società e organismi di diritto pubblico che svolgono attività nel medesimo settore della SOGESID Spa.

204. Per la realizzazione delle finalità di cui al comma 203, alla data di entrata in vigore della presente legge, gli organismi di amministrazione SOGESID Spa, sono sciolti e sono nominati un Commissario straordinario e un subcommissario, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare

205. A decorrere dall'anno 2007, le disposizioni di cui all'articolo 1, commi 9, 10, 11, 23, 56, 58 e 61, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e successive modificazioni, si applicano alle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, di cui all'elenco ISTAT pubblicato in attuazione del comma 5 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311. Restano salve le esclusioni previste dai commi 9, 12 e 64 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e successive modificazioni. Per quanto riguarda le spese di personale, le predette amministrazioni adeguano le proprie politiche ai princìpi di contenimento e razionalizzazione di cui alla presente legge. Il presente comma non si applica agli organi costituzionali.

206. All'articolo 22, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, dopo le parole: «degli Istituti zooprofilattici sperimentali,» sono inserite le seguenti: «degli enti pubblici di ricerca, dell'Istituto nazionale di economia agraria, dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici e delle agenzie regionali per l'ambiente».

207. Per gli esercizi 2007, 2008 e 2009, è accantonata e resa indisponibile, in maniera lineare, con esclusione degli effetti finanziari derivanti dalla presente legge, una quota, pari rispettivamente a 4.572 milioni di euro, a 5.031 milioni di euro e a 4.922 milioni di euro, delle dotazioni delle unità previsionali di base iscritte nel bilancio dello Stato, anche con riferimento alle autorizzazioni di spesa predeterminate legislativamente, con esclusione del comparto della radiodiffusione televisiva locale, relative a consumi intermedi (categoria 2), a trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche (categoria 4), con esclusione dei trasferimenti a favore della protezione civile, del Fondo ordinario delle università statali, degli enti territoriali, degli enti previdenziali e degli organi costituzionali, ad altri trasferimenti correnti (categorie 5, 6 e 7), con esclusione dei trasferimenti all'estero aventi natura obbligatoria, delle pensioni di guerra e altri assegni vitalizi, delle erogazioni agli istituti di patronato e di assistenza sociale, nonché alle confessioni religiose di cui alla legge 20 maggio 1985, n. 222, e successive modificazioni, ad altre uscite correnti (categoria 12) e alle spese in conto capitale, con esclusione dei trasferimenti a favore della protezione civile, di una quota pari al 50 per cento dello stanziamento del Fondo per le aree sottoutilizzate, dei limiti di impegno già attivati, delle rate di ammortamento mutui, dei trasferimenti agli enti territoriali e delle acquisizioni di attività finanziarie. Ai fini degli accantonamenti complessivi indicati, le dotazioni iscritte nelle unità previsionali di base dello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione sono accantonate e rese indisponibili, in maniera lineare, per un importo complessivo di 40 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2007-2009. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare, su proposta dei Ministri competenti, entro il 31 marzo di ciascun anno del triennio 2007-2009, possono essere disposte variazioni degli accantonamenti di cui al primo periodo, anche interessando diverse unità previsionali relative alle suddette categorie con invarianza degli effetti sul fabbisogno e sull'indebitamento netto della pubblica amministrazione, restando preclusa la possibilità di utilizzo di risorse di conto capitale per disaccantonare risorse di parte corrente. Lo schema di decreto è trasmesso al Parlamento per l'acquisizione del parere delle Commissioni competenti per le conseguenze di carattere finanziario.

208. Il Ministro competente, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, può comunicare all'Ufficio centrale del bilancio ulteriori accantonamenti aggiuntivi delle dotazioni delle unità previsionali di parte corrente del proprio stato di previsione, fatta eccezione per le spese obbligatorie e per quelle predeterminate legislativamente, da destinare a consuntivo, per una quota non superiore al 30 per cento, ad appositi fondi per l'incentivazione, mediante contrattazione integrativa, del personale dirigente e non dirigente che abbia contribuito direttamente al conseguimento degli obiettivi di efficienza e di razionalizzazione dei processi di spesa.

209. Le dotazioni relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla tabella C allegata alla presente legge sono ridotte, in maniera lineare, per un importo complessivo pari a euro 126,4 milioni per l'anno 2007, a euro 335,4 milioni per l'anno 2008 e a euro 11,4 milioni per l'anno 2009.

210. Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze è istituito, con una dotazione, in termini di sola cassa, di 420 milioni di euro per l'anno 2007, un Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente conseguenti all'attualizzazione di contributi pluriennali, ai sensi del comma 177-bis dell'articolo 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, introdotto dal comma 211 del presente articolo. All'utilizzo del Fondo per le finalità di cui al primo periodo si provvede con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da trasmettere al Parlamento, per il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia, e per i profili finanziari e alla Corte dei conti.

211. Dopo il comma 177 dell'articolo 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, è inserito il seguente:

«177-bis. In sede di attuazione di disposizioni legislative che autorizzano contributi pluriennali, il relativo utilizzo, anche mediante attualizzazione, è disposto con decreto del Ministro competente, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa verifica dell'assenza di effetti peggiorativi sul fabbisogno e sull'indebitamento netto rispetto a quelli previsti dalla legislazione vigente. In caso si riscontrino effetti finanziari non previsti a legislazione vigente gli stessi possono essere compensati a valere sulle disponibilità del Fondo per la compensazione degli effetti conseguenti all'attualizzazione dei contributi pluriennali. Le disposizioni del presente comma si applicano anche alle operazioni finanziarie poste in essere dalle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 5, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, a valere sui predetti contributi pluriennali, il cui onere sia posto a totale carico dello Stato. Le amministrazioni interessate sono, inoltre, tenute a comunicare preventivamente al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e Dipartimento del tesoro, all'ISTAT e alla Banca d'Italia la data di attivazione delle operazioni di cui al presente comma ed il relativo ammontare».

212. Per l'anno 2007, a valere sul fondo di cui al comma 96 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, i Corpi di polizia possono essere autorizzati ad effettuare assunzioni per un contingente complessivo di personale non superiore a 1.000 unità.

213. Per l'anno 2007 una quota pari al 20 per cento del fondo di cui al comma 212 è destinata alla stabilizzazione a domanda del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, o che consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 29 settembre 2006 o che sia stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge, che ne faccia istanza, purché sia stato assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale o previste da norme di legge. Alle iniziative di stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato mediante procedure diverse si provvede previo espletamento di prove selettive. Le amministrazioni continuano ad avvalersi del personale di cui al presente comma e prioritariamente del personale di cui all'articolo 23, comma 1, del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, in servizio al 31 dicembre 2006, nelle more della conclusione delle procedure di stabilizzazione. Le assunzioni di cui al presente comma sono autorizzate secondo le modalità di cui all'articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.

214. Per l'anno 2007, per le specifiche esigenze degli enti di ricerca, è costituito, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un apposito fondo, destinato alla stabilizzazione di ricercatori, tecnologi, tecnici e personale impiegato in attività di ricerca in possesso dei requisiti temporali e di selezione di cui al comma 213, nonché all'assunzione dei vincitori di concorso con uno stanziamento pari a 20 milioni di euro per l'anno 2007 e a 30 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2008. All'utilizzo del predetto fondo si provvede con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentite le amministrazioni vigilanti, su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.

215. Le modalità di assunzione di cui al comma 213 trovano applicazione anche nei confronti del personale di cui all'articolo 1, commi da 237 a 242, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, in possesso dei requisiti previsti dal comma 213, fermo restando il relativo onere a carico del fondo previsto dall'articolo 1, comma 251, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, fatto salvo per il restante personale quanto disposto dall'articolo 1, comma 249, della stessa legge n. 266 del 2005.

216. Al fine di potenziare l'attività di sorveglianza nelle aree naturali protette di rilievo internazionale e nazionale, ai sensi dell'articolo 19 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, il Corpo forestale dello Stato è autorizzato ad assumere, a decorrere dal 1o gennaio 2007, in deroga all'articolo 1, comma 95, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, 166 idonei non vincitori del concorso pubblico per 500 allievi agenti forestali svolto in attuazione dell'articolo 1, comma 2, della legge 27 marzo 2004, n. 77. Al relativo onere, pari a 2,2 milioni di euro per l'anno 2007 ed a 5,24 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 4, comma 7, della legge 6 febbraio 2004, n. 36, relativamente ai fondi di cui al decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

217. Per gli anni 2008 e 2009 le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, ivi compresi i Corpi di polizia ed il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, le agenzie, incluse le agenzie fiscali di cui agli articoli 62, 63 e 64 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni, gli enti pubblici non economici e gli enti pubblici di cui all'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, possono procedere, per ciascun anno, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente. Il limite di cui al presente comma si applica anche alle assunzioni dei segretari comunali e provinciali nonché del personale di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni. Le limitazioni di cui al presente comma non si applicano alle assunzioni di personale appartenente alle categorie protette e a quelle connesse con la professionalizzazione delle Forze armate di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 331, al decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, ed alla legge 23 agosto 2004, n. 226, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 25 della medesima legge n. 226 del 2004.

218. Per l'anno 2007, le vacanze organiche nei ruoli dei sovrintendenti e degli ispettori del Corpo di polizia penitenziaria di cui alla tabella A, allegata al decreto legislativo 30 ottobre 1992, n. 443, come sostituita dalla tabella F allegata al decreto legislativo 21 maggio 2000, n. 146, possono essere utilizzate per le assunzioni di agenti anche in eccedenza alla dotazione organica del ruolo degli agenti ed assistenti della predetta tabella F, mediante assunzione, a domanda, degli agenti ausiliari del Corpo di polizia penitenziaria, reclutati ai sensi dell'articolo 6 della legge 30 novembre 2000, n. 356, e dell'articolo 50 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, anche se cessati dal servizio nel limite di 500 unità e comunque, entro un limite di spesa annua di 15 milioni di euro a decorrere dall'anno 2007. Le conseguenti posizioni di soprannumero nel ruolo degli agenti ed assistenti sono riassorbite per effetto dei passaggi per qualunque causa del personale del predetto ruolo a quelli dei sovrintendenti e degli ispettori. Ferme restando le procedure di autorizzazione di cui al comma 228, con decreto del Ministro della giustizia sono definiti i requisiti e le modalità per le predette assunzioni, nonché i criteri per la formazione della relativa graduatoria e le modalità abbreviate del corso di formazione, anche in deroga agli articoli 6 e 7 del decreto legislativo 30 ottobre 1992, n. 443.

219. Le amministrazioni di cui al comma 217 possono altresì procedere, per gli anni 2008 e 2009, nel limite di un contingente di personale non dirigenziale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 40 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente, alla stabilizzazione del rapporto di lavoro del personale, in possesso dei requisiti di cui al comma 213.

220. Per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza, per ciascuno degli anni 2008 e 2009, le amministrazioni di cui al comma 217 non interessate al processo di stabilizzazione previsto dai commi da 212 a 235, possono procedere ad ulteriori assunzioni, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, nel limite di un contingente complessivo di personale corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 75 milioni di euro a regime. A tale fine è istituito un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze con uno stanziamento pari a 25 milioni di euro per l'anno 2008, a 100 milioni di euro per l'anno 2009 e a 150 milioni di euro a decorrere dall'anno 2010. Per ciascuno degli anni 2008 e 2009, nel limite di una spesa pari a 25 milioni di euro per ciascun anno iniziale e a 75 milioni di euro a regime, le autorizzazioni ad assumere sono concesse secondo le modalità di cui all'articolo 39, comma 3-ter, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.

221. Le procedure di conversione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato dei contratti di formazione e lavoro prorogati ai sensi dell'articolo 1, comma 243, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, ovvero in essere alla data del 30 settembre 2006, possono essere attuate a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, nel limite dei posti disponibili in organico.

222. Per il triennio 2007-2009 le pubbliche amministrazioni indicate al comma 217, che procedono all'assunzione di personale a tempo determinato, nei limiti ed alle condizioni previsti dal comma 1-bis dell'articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nonché dal comma 230 del presente articolo, nel bandire le relative prove selettive riservano una quota del 60 per cento del totale dei posti programmati ai soggetti con i quali hanno stipulato uno o più contratti di collaborazione coordinata e continuativa, per la durata complessiva di almeno un anno raggiunta alla data del 29 settembre 2006, attraverso i quali le medesime abbiano fronteggiato esigenze attinenti alle ordinarie attività di servizio.

223. Al fine di potenziare l'azione di contrasto dell'evasione e dell'elusione fiscale, una quota parte, stabilita con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, delle risorse previste per il finanziamento di specifici programmi di assunzione del personale dell'amministrazione economico-finanziaria, è destinata alle agenzie fiscali. Le modalità di reclutamento sono definite, anche in deroga ai limiti previsti dalle vigenti disposizioni, sentite le organizzazioni sindacali, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, secondo periodo, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 2005, n. 248.

224. All'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 1997, n. 140, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) dopo le parole: «attività di controllo fiscale,» sono inserite le seguenti: «dei risparmi di spesa conseguenti a controlli che abbiano determinato il disconoscimento in via definitiva di richieste di rimborsi o di crediti d'imposta,»;

b) dopo le parole: «di tali risorse» sono inserite le seguenti: «, per l'amministrazione economica e per quella finanziaria in relazione a quelle di rispettiva competenza,»;

c) le parole: «con effetto dall'anno 2004» sono sostituite dalle seguenti: «per gli anni 2004 e 2005»;

d) è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Con effetto dall'anno 2006, le predette percentuali sono determinate ogni anno in misura tale da destinare alle medesime finalità un livello di risorse non superiore a quello assegnato per il 2004, ridotto del 10 per cento».

225. Al comma 213-bis dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e successive modificazioni, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, nonché al personale delle agenzie fiscali».

226. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 2, comma 4, del decreto-legge 17 giugno 2005, n. 106, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 156, è ridotta di 500.000 euro per l'anno 2007.

227. Sono prorogati fino al 31 dicembre 2007 i comandi del personale appartenente a Poste italiane Spa.

228. Le assunzioni di cui ai commi 217, 219, 221 e 223 sono autorizzate secondo le modalità di cui all'articolo 35, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, previa richiesta delle amministrazioni interessate, corredata da analitica dimostrazione delle cessazioni avvenute nell'anno precedente e dei relativi oneri. Il termine di validità di cui all'articolo 1, comma 100, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, è prorogato al 31 dicembre 2008.

229. All'articolo 1, comma 103, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, le parole: «A decorrere dall'anno 2008» sono sostituite dalle seguenti: «A decorrere dall'anno 2010».

230. Con effetto dall'anno 2007, all'articolo 1, comma 187, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: «60 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «40 per cento».

231. I commi 228 e 229 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, sono abrogati.

232. All'articolo 1, comma 97, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, sono aggiunte, in fine, le seguenti lettere:

«h-bis) per la copertura delle posizioni dirigenziali della Presidenza del Consiglio dei ministri;

h-ter) del personale del Ministero degli affari esteri;

h-quater) del personale dell'Ente nazionale per l'aviazione civile».

233. Le assunzioni autorizzate per l'anno 2006 con decreto del Presidente della Repubblica 28 aprile 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 117 del 22 maggio 2006, possono essere effettuate entro il 30 aprile 2007.

234. Al fine di perseguire il migliore espletamento dei propri compiti istituzionali e, in particolare, di quelli di vigilanza e di controllo, il Garante per la protezione dei dati personali è autorizzato ad incrementare la propria dotazione organica in misura non superiore al 25 per cento della consistenza attualmente prevista dall'articolo 156, comma 2, del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, nei limiti della dotazione prevista nella Tabella C allegata alla presente legge.

235. L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, al fine di perseguire il migliore espletamento dei propri compiti istituzionali, può proporre una graduale ridefinizione della propria dotazione organica in misura non superiore al 25 per cento della consistenza attuale, mediante le risorse ad essa assicurate in via continuativa dall'articolo 1, commi 65 e 66, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, senza aumenti del finanziamento a carico del bilancio statale. La delibera dell'Autorità recante la proposta motivata di cui al periodo precedente è sottoposta al Presidente del Consiglio dei ministri per l'approvazione, sentiti il Ministro delle comunicazioni e il Ministro dell'economia e delle finanze, entro il termine di trenta giorni dal ricevimento, trascorso il quale la delibera diventa esecutiva.

236. Al fine di fronteggiare le esigenze scaturenti dai nuovi compiti recati dalla presente legge, con particolare riferimento alle politiche di contrasto del lavoro sommerso, il Ministero del lavoro e della previdenza sociale è autorizzato:

a) all'immissione in servizio di cento unità di personale risultato idoneo in seguito allo svolgimento dei concorsi pubblici, per esami, a complessivi 795 posti di ispettore del lavoro, area funzionale C, posizione economica C2, per gli uffici del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, ubicati nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto;

b) all'immissione nei ruoli di destinazione finale e al conseguente adeguamento delle competenze economiche, del personale in servizio risultato vincitore ovvero idoneo nei relativi percorsi di riqualificazione.

237. Per l'attuazione del comma 236, a decorrere dall'anno 2007, è autorizzata la spesa annua di 5 milioni di euro con riferimento al comma 236, lettera a), e di 5 milioni di euro con riferimento al comma 236, lettera b).

238. Ai fini di quanto disposto dall'articolo 48, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le risorse per la contrattazione collettiva nazionale previste per il biennio 2006-2007 dall'articolo 1, comma 183, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, a carico del bilancio statale sono incrementate per l'anno 2007 di 807 milioni di euro e a decorrere dall'anno 2008 di 2.193 milioni di euro.

239. In sede di definizione delle linee generali di indirizzo per la contrattazione collettiva del biennio 2006-2007, ai sensi dell'articolo 41 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, in applicazione delle disposizioni di cui al comma 238, è reso esigibile interamente, per il medesimo biennio, il complesso delle risorse di cui al comma 238.

240. All'articolo 47 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, il comma 7 è sostituito dal seguente:

«7. La procedura di certificazione dei contratti collettivi deve concludersi entro quaranta giorni dalla sottoscrizione dell'ipotesi di accordo, decorsi i quali i contratti sono efficaci, fermo restando che, ai fini dell'esame dell'ipotesi di accordo da parte del Consiglio dei ministri, il predetto termine può essere sospeso una sola volta e per non più di quindici giorni, per motivate esigenze istruttorie dei comitati di settore o del Presidente del Consiglio dei ministri. L'ARAN provvede a fornire i chiarimenti richiesti entro i successivi sette giorni. La deliberazione del Consiglio dei ministri deve comunque essere adottata entro otto giorni dalla ricezione dei chiarimenti richiesti, o dalla scadenza del termine assegnato all'ARAN, fatta salva l'autonomia negoziale delle parti in ordine ad un'eventuale modifica delle clausole contrattuali. In ogni caso i contratti divengono efficaci trascorso il cinquantacinquesimo giorno dalla sottoscrizione dell'ipotesi di accordo, che è trasmesso dall'ARAN, corredato della prescritta relazione tecnica, al comitato di settore entro tre giorni dalla predetta sottoscrizione. Resta escluso comunque dall'applicazione del presente articolo ogni onere aggiuntivo a carico del bilancio dello Stato anche nell'ipotesi in cui i comitati di settore delle amministrazioni di cui all'articolo 41, comma 3, non si esprimano entro il termine di cui al comma 3 del presente articolo».

241. Le risorse previste dall'articolo 1, comma 184, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, per corrispondere i miglioramenti retributivi al personale statale in regime di diritto pubblico per il biennio 2006-2007 sono incrementate per l'anno 2007 di 374 milioni di euro e a decorrere dall'anno 2008 di 1.032 milioni di euro, con specifica destinazione, rispettivamente, di 304 milioni di euro e di 805 milioni di euro per il personale delle Forze armate e dei Corpi di polizia di cui al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195.

242. Le somme di cui ai commi 238 e 241, comprensive degli oneri contributivi e dell'IRAP di cui al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, concorrono a costituire l'importo complessivo massimo di cui all'articolo 11, comma 3, lettera h), della legge 5 agosto 1978, n. 468.

243. Per il personale dipendente da amministrazioni, istituzioni ed enti pubblici diversi dall'amministrazione statale, gli oneri derivanti dai rinnovi contrattuali per il biennio 2006-2007, nonché quelli derivanti dalla corresponsione dei miglioramenti economici al personale di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono posti a carico dei rispettivi bilanci ai sensi dell'articolo 48, comma 2, del medesimo decreto legislativo n. 165 del 2001. In sede di deliberazione degli atti di indirizzo previsti dall'articolo 47, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i comitati di settore provvedono alla quantificazione delle relative risorse, attenendosi, quale tetto massimo di crescita delle retribuzioni, ai criteri previsti per il personale delle amministrazioni dello Stato di cui al comma 238. A tale fine, i comitati di settore si avvalgono dei dati disponibili presso il Ministero dell'economia e delle finanze comunicati dalle rispettive amministrazioni in sede di rilevazione annuale dei dati concernenti il personale dipendente.

244. Ai fini del concorso delle autonomie regionali e locali al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica di cui ai commi da 310 a 346, gli enti sottoposti al patto di stabilità interno assicurano la riduzione delle spese di personale, garantendo il contenimento della dinamica retributiva e occupazionale, anche attraverso la razionalizzazione delle strutture burocratico-amministrative. A tale fine, nell'ambito della propria autonomia, possono fare riferimento ai princìpi desumibili dalle seguenti disposizioni: a) commi da 212 a 235 del presente articolo, per quanto attiene al riassetto organizzativo; b) articolo 1, commi 189, 191 e 194, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, per la determinazione dei fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa al fine di rendere coerente la consistenza dei fondi stessi con l'obiettivo di riduzione della spesa complessiva di personale. Le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 98, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e all'articolo 1, commi da 198 a 206, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, fermo restando quanto previsto dalle disposizioni medesime per gli anni 2005 e 2006, sono disapplicate per gli enti di cui al presente comma, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge.

245. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, gli enti di cui al comma 244, fermo restando il rispetto delle regole del patto di stabilità interno, possono procedere, nei limiti dei posti disponibili in organico, alla stabilizzazione del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, o che consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 29 settembre 2006 o che sia stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge, purché sia stato assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale o previste da norme di legge. Alle iniziative di stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato mediante procedure diverse si provvede previo espletamento di prove selettive.

246. Per il triennio 2007-2009 le amministrazioni di cui al comma 244, che procedono all'assunzione di personale a tempo determinato, nei limiti e alle condizioni previste dal comma 1-bis dell'articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nel bandire le relative prove selettive riservano una quota non inferiore al 60 per cento del totale dei posti programmati ai soggetti con i quali hanno stipulato uno o più contratti di collaborazione coordinata e continuativa, esclusi gli incarichi di nomina politica, per la durata complessiva di almeno un anno raggiunta alla data del 29 settembre 2006.

247. Gli enti che non abbiano rispettato per l'anno 2006 le regole del patto di stabilità interno non possono procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsiasi tipo di contratto.

248. Per gli enti non sottoposti alle regole del patto di stabilità interno, le spese di personale, al lordo degli oneri riflessi a carico delle amministrazioni e dell'IRAP, con esclusione degli oneri relativi ai rinnovi contrattuali, non devono superare il corrispondente ammontare dell'anno 2004. Gli enti di cui al primo periodo possono procedere all'assunzione di personale nel limite delle cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato complessivamente intervenute nel precedente anno, ivi compreso il personale di cui al comma 245.

249. Al fine di limitare le consulenze e gli incarichi impropri, comunque denominati, e conseguire relativi risparmi di spesa, le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,e successive modificazioni, devono accertare preventivamente il possesso dell'esperienza e di titoli specifici dei soggetti esterni alle amministrazioni stesse.

250. Per garantire il rispetto degli obblighi comunitari e la realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2007-2009, in attuazione del protocollo d'intesa tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, per un patto nazionale per la salute, sul quale la Conferenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, in data 28 settembre 2006, ha espresso la propria condivisione:

a) gli enti del Servizio sanitario nazionale, fermo restando quanto previsto per gli anni 2005 e 2006 dall'articolo 1, commi 98 e 107, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e, per l'anno 2006, dall'articolo 1, comma 198, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica adottando misure necessarie a garantire che le spese del personale, al lordo degli oneri riflessi a carico delle amministrazioni e dell'IRAP, non superino per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 il corrispondente ammontare dell'anno 2004 diminuito dell'1,4 per cento. A tale fine si considerano anche le spese per il personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, o che presta servizio con altre forme di rapporto di lavoro flessibile o con convenzioni;

b) ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui alla lettera a), le spese di personale sono considerate al netto: 1) per l'anno 2004, delle spese per arretrati relativi ad anni precedenti per rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro; 2) per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, delle spese derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro intervenuti successivamente all'anno 2004. Sono comunque fatte salve, e pertanto devono essere escluse sia per l'anno 2004 sia per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, le spese di personale totalmente a carico di finanziamenti comunitari o privati nonché le spese relative alle assunzioni a tempo determinato e ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa per l'attuazione di progetti di ricerca finanziati ai sensi dell'articolo 12-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni;

c) gli enti destinatari delle disposizioni di cui alla lettera a), nell'ambito degli indirizzi fissati dalle regioni nella loro autonomia, per il conseguimento degli obiettivi di contenimento della spesa previsti dalla medesima lettera:

1) individuano la consistenza organica del personale dipendente a tempo indeterminato in servizio alla data del 31 dicembre 2006 e la relativa spesa;

2) individuano la consistenza del personale che alla medesima data del 31 dicembre 2006 presta servizio con rapporto di lavoro a tempo determinato, con contratto di collaborazione coordinata e continuativa o con altre forme di lavoro flessibile o con convenzioni e la relativa spesa;

3) predispongono un programma annuale di revisione delle predette consistenze finalizzato alla riduzione della spesa complessiva di personale. In tale ambito e nel rispetto dell'obiettivo di cui alla lettera a), può essere valutata la possibilità di trasformare le posizioni di lavoro già ricoperte da personale precario in posizioni di lavoro dipendente a tempo indeterminato. A tale fine le regioni nella definizione degli indirizzi di cui alla presente lettera possono nella loro autonomia far riferimento ai princìpi desumibili dalle disposizioni di cui ai commi da 212 a 235;

4) fanno riferimento, per la determinazione dei fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa, alle disposizioni recate dall'articolo 1, commi 189, 191 e 194, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, al fine di rendere coerente la consistenza dei fondi stessi con gli obiettivi di riduzione della spesa complessiva di personale e di rideterminazione della consistenza organica;

d) a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge per gli enti del Servizio sanitario nazionale le misure previste per gli anni 2007 e 2008 dall'articolo 1, comma 98, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e dall'articolo 1, commi da 198 a 206, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, sono sostituite da quelle indicate nel presente comma;

e) alla verifica dell'effettivo conseguimento degli obiettivi previsti dalle disposizioni di cui alla lettera a) per gli anni 2007, 2008 e 2009, nonché di quelli previsti per i medesimi enti del Servizio sanitario nazionale dall'articolo 1, commi 98 e 107, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, per gli anni 2005 e 2006 e dall'articolo 1, comma 198, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, per l'anno 2006, si provvede nell'ambito del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti di cui all'articolo 12 dell'intesa 23 marzo 2005, sancita dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, pubblicata nel supplemento ordinario n. 83 alla Gazzetta Ufficiale n. 105 del 7 maggio 2005. La regione è giudicata adempiente accertato l'effettivo conseguimento degli obiettivi previsti. In caso contrario la regione è considerata adempiente solo ove abbia comunque assicurato l'equilibrio economico.

251. È autorizzata, a decorrere dal 2007, la spesa di euro 6 milioni da destinare, attraverso la contrattazione collettiva nazionale integrativa, all'incentivazione della produttività del personale delle aree funzionali in servizio presso il Ministero degli affari esteri in relazione all'incremento dei compiti ad esso assegnati e connessi al supporto delle missioni umanitarie, di stabilizzazione e di ricostruzione in atto, di cui alla legge 4 agosto 2006, n. 247, e al decreto-legge 28 agosto 2006, n. 253, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 ottobre 2006, n. 270, ivi incluse la gestione e l'amministrazione degli interventi.

252. Una quota delle maggiori entrate di ciascun anno provenienti dalla applicazione della tariffa consolare di cui all'articolo 56 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 200, certificate con decreto del Ministro degli affari esteri, nel limite di 10 milioni di euro annui, è destinata al funzionamento e alla razionalizzazione delle sedi all'estero.

253. L'articolo 80, comma 42, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, è abrogato.

254. Gli oneri previsti dalla tabella A allegata alla legge 14 novembre 2000, n. 331, nonché dalla tabella C allegata alla legge 23 agosto 2004, n. 226, sono ridotti del 15 per cento in ragione d'anno a decorrere dall'anno 2007.

255. Al fine di potenziare l'attività ispettiva, il Comando dei carabinieri per la tutela del lavoro è incrementato di sessanta unità di personale, di cui tre tenenti colonnello/maggiori, un capitano, venticinque ispettori, quattordici sovrintendenti e diciassette appuntati/carabinieri, da considerare in soprannumero rispetto all'organico dell'Arma dei carabinieri previsto dalle norme vigenti.

256. Per le finalità di cui al comma 255, è autorizzato il ricorso ad arruolamenti straordinari, per un numero corrispondente di unità di personale, in deroga a quanto previsto dall'articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni.

257. Nel nuovo contingente di cui al comma 255 deve essere previsto almeno il 50 per cento di unità già in possesso di esperienza e capacità operativa nella materia giuslavoristica.

258. Al fine di potenziare gli strumenti per la lotta all'ecomafia ed alle altre forme di criminalità organizzata in campo ambientale, anche attraverso azioni di ricerca operativa e di intelligence, e per ottimizzare gli interventi di prevenzione e repressione delle violazioni commesse in danno dell'ambiente sul territorio nazionale, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è autorizzato ad avvalersi di strutture specialistiche del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, che è a tale fine autorizzato per l'anno 2007 a ricorrere ad arruolamenti straordinari fino ad un massimo di venti unità di personale, di cui sei tenenti, dodici ispettori e due appuntati/carabinieri, da considerare in soprannumero rispetto all'organico dell'Arma dei carabinieri previsto dalle norme vigenti.

259. Il trattamento economico complessivo dei Ministri e dei Sottosegretari di Stato membri del Parlamento nazionale, previsto dall'articolo 2, primo comma, della legge 8 aprile 1952, n. 212, è ridotto del 30 per cento a decorrere dal 1o gennaio 2007.

260. Per il personale non contrattualizzato di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, l'adeguamento retributivo previsto dall'articolo 24, commi 1 e 4, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, fermo restando il procedimento di determinazione ivi disciplinato, è corrisposto per gli anni 2007 e 2008 nella misura del 70 per cento, con riferimento al personale con retribuzioni complessivamente superiori a 53.000 euro annui, senza dare luogo a successivi recuperi, con applicazione nell'anno 2009 nella misura piena dell'indice di adeguamento e reintegrazione della base retributiva cui applicarlo.

261. Con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all'articolo 24, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come modificato dall'articolo 34, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, sono anche disciplinati i criteri applicativi dell'articolo 22-bis, comma 1, dello stesso decreto-legge, sulla base dei medesimi princìpi e modalità. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al primo periodo del presente comma trova applicazione anche nei confronti del personale di cui all'articolo 5, terzo comma, della legge 1o aprile 1981, n. 121, e successive modificazioni, nonché del personale di cui all'articolo 65, comma 4, del decreto legislativo 30 dicembre 1997, n. 490, e successive modificazioni, in relazione ai trattamenti indennitari comunque denominati in godimento.

262. Sui provvedimenti di attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 121 a 261, aventi riflessi sull'organizzazione e sulla gestione dei rapporti di lavoro o sullo stato giuridico dei pubblici dipendenti, sono sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.

263. A decorrere dall'anno 2007, al fine di aumentare l'efficienza e la celerità dei processi di finanziamento a favore delle scuole statali, sono istituiti nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, in apposita unità previsionale di base, i seguenti fondi: «Fondo per le competenze dovute al personale delle istituzioni scolastiche, con esclusione delle spese per stipendi del personale a tempo indeterminato e determinato» e «Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche». Ai predetti fondi affluiscono gli stanziamenti dei capitoli iscritti nelle unità previsionali di base dello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione «Strutture scolastiche» e «Interventi integrativi disabili», nonché gli stanziamenti iscritti nel centro di responsabilità «Programmazione ministeriale e gestione ministeriale del bilancio» destinati ad integrare i fondi stessi. Con decreto del Ministro della pubblica istruzione sono stabiliti i criteri e i parametri per l'assegnazione diretta alle istituzioni scolastiche delle risorse di cui al presente comma. Al fine di avere la completa conoscenza delle spese effettuate da parte delle istituzioni scolastiche a valere sulle risorse finanziarie derivanti dalla costituzione dei predetti fondi, il Ministero della pubblica istruzione procede a una specifica attività di monitoraggio.

264. Le disponibilità iscritte nel fondo di cui alla legge 18 dicembre 1997, n. 440, non utilizzate nel corso dell'anno di competenza, sono utilizzate nell'esercizio successivo. La quota del predetto fondo non ripartita nell'anno 2006 è assegnata nell'anno 2007, alle istituzioni scolastiche autonome, per il miglioramento dell'offerta formativa e per la formazione del personale, sulla base di quanto previsto dalla direttiva n. 33 del 3 aprile 2006 del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

265. Per meglio qualificare il ruolo e l'attività dell'amministrazione scolastica attraverso misure e investimenti, anche di carattere strutturale, che consentano il razionale utilizzo della spesa e diano maggiore efficacia ed efficienza al sistema dell'istruzione, con uno o più decreti del Ministro della pubblica istruzione sono adottati interventi concernenti:

a) nel rispetto della normativa vigente, la revisione, a decorrere dall'anno scolastico 2007-2008, dei criteri e dei parametri per la formazione delle classi al fine di valorizzare la responsabilità dell'amministrazione e delle istituzioni scolastiche, individuando obiettivi, da attribuire ai dirigenti responsabili, articolati per i diversi ordini e gradi di scuola e le diverse realtà territoriali, in modo da incrementare il valore medio nazionale del rapporto alunni/classe dello 0,4. Si procede, altresì, alla revisione dei criteri e parametri di riferimento ai fini della riduzione della dotazione organica del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA). L'adozione di interventi finalizzati alla prevenzione e al contrasto degli insuccessi scolastici attraverso la flessibilità e l'individualizzazione della didattica, anche al fine di ridurre il fenomeno delle ripetenze;

b) il perseguimento della sostituzione del criterio previsto dall'articolo 40, comma 3, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, con l'individuazione di organici corrispondenti alle effettive esigenze rilevate, tramite una stretta collaborazione tra regioni, uffici scolastici regionali, aziende sanitarie locali e istituzioni scolastiche, attraverso certificazioni idonee a definire appropriati interventi formativi;

c) la definizione di un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente per gli anni 2007-2009, da verificare annualmente, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze e con la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica circa la concreta fattibilità dello stesso, per complessive 150.000 unità, al fine di dare adeguata soluzione al fenomeno del precariato storico e di evitarne la ricostituzione, di stabilizzare e rendere più funzionali gli assetti scolastici, di attivare azioni tese ad abbassare l'età media del personale docente e di definire contestualmente procedure concorsuali più snelle con cadenze programmate e ricorrenti. Analogo piano di assunzioni a tempo indeterminato è predisposto per il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA), per complessive 20.000 unità. A seguito della piena attuazione del piano triennale per le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente, a decorrere dall'anno scolastico 2010/2011, le graduatorie permanenti di cui all'articolo 1 del decreto-legge 7 aprile 2004, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 giugno 2004, n. 143, cessano di avere efficacia ai fini dell'accesso ai ruoli nella misura del 50 per cento dei posti a tal fine annualmente assegnabili ai sensi dell'articolo 399 del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni. Dal medesimo anno scolastico 2010/2011 cessa di avere efficacia la validità delle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami banditi in data antecedente alla data di entrata in vigore della presente legge. Con decreto del Ministro della pubblica istruzione, sentito il Consiglio nazionale della pubblica istruzione (CNPI), è successivamente disciplinata la valutazione dei titoli e dei servizi dei docenti inclusi nelle predette graduatorie ai fini della partecipazione dei futuri concorsi per esami e titoli. In correlazione alla predisposizione del piano per l'assunzione a tempo indeterminato per il personale docente previsto dalla presente lettera, è abrogata con effetto dal 1o settembre 2007 la disposizione di cui al punto B.3), lettera h), della tabella di valutazione dei titoli allegata al decreto-legge 7 aprile 2004, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 giugno 2004, n. 143. È fatta salva la valutazione in misura doppia dei servizi prestati anteriormente alla predetta data. Ai docenti in possesso dell'abilitazione in educazione musicale, conseguita entro la data del 2 maggio 2005, di scadenza dei termini per l'inclusione nelle graduatorie permanenti per il biennio 2005/2006-2006/2007, privi del requisito di servizio di insegnamento che, alla data di entrata in vigore della legge 3 maggio 1999, n. 124, erano inseriti negli elenchi prioritari compilati ai sensi del decreto del Ministro della pubblica istruzione 13 febbraio 1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 102 del 3 maggio 1996, è riconosciuto il diritto all'iscrizione nel secondo scaglione delle graduatorie permanenti di strumento musicale nella scuola media previsto dall'articolo 1, comma 2-bis, del decreto-legge 3 luglio 2001, n. 255, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 agosto 2001, n. 333. In ogni caso, ove a seguito della piena attuazione del piano triennale per le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente, fosse necessario comunque procedere alla copertura di posti disponibili, in deroga al meccanismo di cui alla presente disposizione, e fatto salvo comunque il criterio di cui alla lettera a), previo parere del CNPI, con decreto del Ministro della pubblica istruzione, si può attingere alle graduatorie permanenti nonché alle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami banditi in data antecedente a quella di entrata in vigore della presente legge. Sono comunque fatte salve le assunzioni a tempo indeterminato già effettuate su posti della medesima classe di concorso;

d) l'attivazione, presso gli uffici scolastici provinciali, di attività di monitoraggio a sostegno delle competenze dell'autonomia scolastica relativamente alle supplenze brevi, con l'obiettivo di ricondurre gli scostamenti più significativi delle assenze ai valori medi nazionali;

e) ai fini della compiuta attuazione di quanto previsto dall'articolo 1, comma 128, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, l'adozione di un piano biennale di formazione per i docenti della scuola primaria, da realizzare negli anni scolastici 2007/2008 e 2008/2009, finalizzato al conseguimento delle competenze necessarie per l'insegnamento della lingua inglese. A tale fine, per un rapido conseguimento dell'obiettivo, sono attivati corsi di formazione anche a distanza, integrati da momenti intensivi in presenza;

f) il miglioramento dell'efficienza ed efficacia degli attuali ordinamenti dell'istruzione professionale anche attraverso la riduzione, a decorrere dall'anno scolastico 2007/2008, dei carichi orari settimanali delle lezioni, secondo criteri di maggiore flessibilità, di più elevata professionalizzazione e di funzionale collegamento con il territorio.

266. Il decreto concernente la materia di cui alla lettera a) del comma 265 è adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Il decreto concernente la materia di cui alla lettera b) del comma 265 è adottato d'intesa con il Ministro della salute. Il decreto concernente la materia di cui alla lettera c) del comma 265 è adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione.

267. La tabella di valutazione dei titoli allegata al decreto-legge 7 aprile 2004, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 giugno 2004, n. 143, è ridefinita con decreto del Ministro della pubblica istruzione, sentito il CNPI. Il decreto è adottato, a decorrere dal biennio 2007/2008-2008/2009, in occasione degli aggiornamenti biennali delle graduatorie permanenti di cui all'articolo 401 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni. Sono fatte salve le valutazioni dei titoli conseguiti anteriormente e già riconosciuti nelle graduatorie permanenti relative al biennio 2005/2006-2006/2007. Sono ridefinite, in particolare, le disposizioni riguardanti la valutazione dei titoli previsti dal punto C.11) della predetta tabella. Ai fini di quanto previsto dal precedente periodo, con il decreto di cui al presente comma sono definiti criteri e requisiti per l'accreditamento delle strutture formative e dei corsi.

268. Ai fini di quanto previsto dall'articolo 35, comma 5, terzo periodo, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione predispone, di concerto con il Ministro della pubblica istruzione, un piano organico di mobilità, relativamente al personale docente permanentemente inidoneo ai compiti di insegnamento e collocato fuori ruolo. Tale piano, da definire entro il 30 giugno 2007, tiene conto prioritariamente dei posti vacanti, presso gli uffici dell'amministrazione scolastica, nonché presso le amministrazioni pubbliche in cui possono essere meglio utilizzate le professionalità del predetto personale. In connessione con la realizzazione del piano, il termine fissato dalle disposizioni di cui al citato articolo 35, comma 5, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, è prorogato di un anno, ovvero fino al 31 dicembre 2008.

269. Il Ministro della pubblica istruzione predispone uno specifico piano di riconversione professionale del personale docente in soprannumero sull'organico provinciale, finalizzato all'assorbimento del medesimo personale. La riconversione, obbligatoria per i docenti interessati, è finalizzata alla copertura dei posti di insegnamento per materie affini e dei posti di laboratorio compatibili con l'esperienza professionale maturata, nonché all'acquisizione del titolo di specializzazione per l'insegnamento sui posti di sostegno. L'assorbimento del personale di cui al presente comma trova completa attuazione entro l'anno scolastico 2007/2008.

270. Allo scopo di sostenere l'autonomia delle istituzioni scolastiche nella dimensione dell'Unione europea ed i processi di innovazione e di ricerca educativa delle medesime istituzioni, nonché per favorirne l'interazione con il territorio, è istituita, presso il Ministero della pubblica istruzione, ai sensi degli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, la «Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica», di seguito denominata «Agenzia», avente sede a Firenze, articolata, anche a livello periferico, in nuclei allocati presso gli uffici scolastici regionali ed in raccordo con questi ultimi, con le seguenti funzioni:

a) ricerca educativa e consulenza pedagogico-didattica;

b) formazione e aggiornamento del personale della scuola;

c) attivazione di servizi di documentazione pedagogica, didattica e di ricerca e sperimentazione;

d) partecipazione alle iniziative internazionali nelle materie di competenza;

e) collaborazione alla realizzazione delle misure di sistema nazionali in materia di istruzione per gli adulti e di istruzione e formazione tecnica superiore;

f) collaborazione con le regioni e gli enti locali.

271. L'organizzazione dell'Agenzia, con articolazione centrale e periferica, è definita con regolamento adottato ai sensi dell'articolo 8, comma 4, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300. L'Agenzia subentra nelle funzioni e nei compiti attualmente svolti dagli Istituti regionali di ricerca educativa (IRRE) e dall'Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa (INDIRE), che sono contestualmente soppressi. Al fine di assicurare l'avvio delle attività dell'Agenzia, e in attesa della costituzione degli organi previsti dagli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della pubblica istruzione, nomina uno o più commissari straordinari. Con il regolamento di cui al presente comma è individuata la dotazione organica del personale dell'Agenzia e delle sue articolazioni territoriali nel limite complessivo del 50 per cento dei contingenti di personale già previsti per l'INDIRE e per gli IRRE, che in fase di prima attuazione, per il periodo contrattuale in corso, conserva il trattamento giuridico ed economico in godimento. Il predetto regolamento disciplina, altresì, le modalità di stabilizzazione, attraverso prove selettive, dei rapporti di lavoro esistenti anche a titolo precario, purché costituite mediante procedure selettive di natura concorsuale.

272. Al fine di potenziare la qualificazione scientifica nonché l'autonomia amministrativa dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI), al decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 286, sono apportate le seguenti modificazioni, che non devono comportare oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato:

a) le parole: «Comitato direttivo» sono sostituite, ovunque ricorrano, dalle seguenti: «Comitato di indirizzo»;

b) l'articolo 4 è sostituito dal seguente:

«Art. 4. - (Organi). - 1. Gli organi dell'Istituto sono:

a) il Presidente;

b) il Comitato di indirizzo;

c) il Collegio dei revisori dei conti»;

c) all'articolo 5, il comma 1 è sostituito dal seguente:

«1. Il Presidente è scelto tra persone di alta qualificazione scientifica e con adeguata conoscenza dei sistemi di istruzione e formazione e dei sistemi di valutazione in Italia ed all'estero. È nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su designazione del Ministro, tra una terna di nominativi proposti dal Comitato di indirizzo dell'Istituto fra i propri componenti. L'incarico ha durata triennale ed è rinnovabile, con le medesime modalità, per un ulteriore triennio»;

d) all'articolo 6, il comma 1 è sostituito dal seguente:

«1. Il Comitato di indirizzo è composto dal Presidente e da otto membri, nel rispetto del principio di pari opportunità, dei quali non più di quattro provenienti dal mondo della scuola. I componenti del Comitato sono scelti dal Ministro tra esperti nei settori di competenza dell'Istituto, sulla base di una indicazione di candidati effettuata da un'apposita commissione, previo avviso da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale finalizzato all'acquisizione dei curricula. La commissione esaminatrice, nominata dal Ministro, è composta da tre membri compreso il Presidente, dotati delle necessarie competenze amministrative e scientifiche».

273. L'INVALSI, fermo restando quando previsto dall'articolo 20 del contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dell'area V della dirigenza per il quadriennio normativo 2002-2005 ed il primo biennio economico 2002-2003, pubblicato nel supplemento ordinario n. 113 alla Gazzetta Ufficiale n. 103 del 5 maggio 2006 e nel rispetto delle prerogative del dirigente generale dell'ufficio scolastico regionale, sulla base delle indicazioni del Ministro della pubblica istruzione, assume i seguenti compiti:

a) formula al Ministro della pubblica istruzione proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici;

b) definisce le procedure da seguire per la valutazione dei dirigenti scolastici;

c) formula proposte per la formazione dei componenti del team di valutazione;

d) realizza il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema di valutazione.

274. Le procedure concorsuali di reclutamento del personale, di cui alla dotazione organica definita dalla tabella A allegata al decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 286, devono essere espletate entro sei mesi dalla indizione dei relativi bandi, con conseguente assunzione con contratto a tempo indeterminato dei rispettivi vincitori.

275. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Presidente e i componenti del Comitato direttivo dell'INVALSI cessano dall'incarico. In attesa della costituzione dei nuovi organi, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della pubblica istruzione, nomina uno o più commissari straordinari.

276. Il riscontro di regolarità amministrativa e contabile presso le istituzioni scolastiche statali è effettuato da due revisori dei conti, nominati dal Ministro dell'economia e delle finanze e dal Ministro della pubblica istruzione, con riferimento agli ambiti territoriali scolastici. La minore spesa derivante dall'attuazione del presente comma resta a disposizione delle istituzioni scolastiche interessate.

277. Con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono definite le modalità delle procedure concorsuali per il reclutamento dei dirigenti scolastici secondo i seguenti princìpi: cadenza triennale del concorso su tutti i posti vacanti nel triennio; unificazione dei tre settori di dirigenza scolastica; accesso aperto al personale docente ed educativo delle istituzioni scolastiche ed educative statali, in possesso di laurea, che abbia maturato dopo la nomina in ruolo un servizio effettivamente prestato di almeno cinque anni; previsione di una preselezione mediante prove oggettive di carattere culturale e professionale, in sostituzione dell'attuale preselezione per titoli; svolgimento di una o più prove scritte, cui sono ammessi tutti coloro che superano la preselezione; effettuazione di una prova orale; valutazione dei titoli; formulazione della graduatoria di merito; periodo di formazione e tirocinio, di durata non superiore a quattro mesi, nei limiti dei posti messi a concorso, con conseguente soppressione dell'aliquota aggiuntiva del 10 per cento. Con effetto dalla data di entrata in vigore del regolamento previsto dal presente comma sono abrogate le disposizioni vigenti con esso incompatibili, la cui ricognizione è affidata al regolamento medesimo.

278. In attesa dell'emanazione del regolamento di cui al comma 277 si procede alla nomina sui posti previsti dal bando di concorso ordinario a dirigente scolastico indetto con decreto direttoriale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - 4a serie speciale - n. 94 del 26 novembre 2004, e, ove non sufficienti, sui posti vacanti e disponibili relativi agli anni scolastici 2007/2008 e 2008/2009, dei candidati del citato concorso che abbiano superato le prove di esame propedeutiche alla fase della formazione con la produzione da parte degli stessi di una relazione finale e il rilascio di un attestato positivo da parte del direttore del corso, senza effettuazione dell'esame finale previsto dal bando medesimo. Si procede, altresì, sui posti vacanti e disponibili a livello regionale e interregionale, questi ultimi a domanda, relativi al medesimo periodo, alla nomina degli altri candidati che abbiano superato le prove di esame propedeutiche al corso di formazione del predetto concorso ma non vi abbiano partecipato perché non utilmente collocati nelle relative graduatorie; questi ultimi devono partecipare con esito positivo ad un apposito corso intensivo di formazione, indetto dall'amministrazione con le medesime modalità di cui sopra, che si conclude nell'anno scolastico 2006/2007; le nomine di cui al presente comma, fermo restando il regime autorizzatorio in materia di assunzioni di cui all'articolo 39, comma 3-bis, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, sono conferite secondo l'ordine della graduatoria di merito.

279. Dall'attuazione dei commi da 265 a 278 devono conseguire economie di spesa per un importo complessivo non inferiore a euro 448,20 milioni per l'anno 2007, a euro 1.324,50 milioni per l'anno 2008 e a euro 1.402,20 milioni a decorrere dall'anno 2009.

280. Al fine di garantire l'effettivo conseguimento degli obiettivi di risparmio di cui ai commi 184 e 279, in caso di accertamento di minori economie, si provvede:

a) relativamente al comma 184, alla riduzione delle dotazioni di bilancio, relative ai trasferimenti agli enti pubblici, ivi comprese quelle determinate ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera d), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, in maniera lineare, fino a concorrenza degli importi indicati dal medesimo comma 184;

b) relativamente al comma 279, a ridurre le dotazioni complessive di bilancio del Ministero della pubblica istruzione, ad eccezione di quelle relative alle competenze spettanti al personale della scuola e dell'amministrazione centrale e periferica della pubblica istruzione, in maniera lineare, fino a concorrenza degli importi indicati dal medesimo comma 279.

281. L'istruzione impartita per almeno dieci anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. L'età per l'accesso al lavoro è conseguentemente elevata da quindici a sedici anni. Resta fermo il regime di gratuità ai sensi degli articoli 28, comma 1, e 30, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226. L'adempimento dell'obbligo di istruzione deve consentire, una volta conseguito il titolo di studio conclusivo del primo ciclo, l'acquisizione dei saperi e delle competenze previste dai curricula relativi ai primi due anni degli istituti di istruzione secondaria superiore, sulla base di un apposito regolamento adottato dal Ministro della pubblica istruzione ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400. Nel rispetto degli obiettivi di apprendimento generali e specifici previsti dai predetti curricula, possono essere concordati tra il Ministero della pubblica istruzione e le singole regioni percorsi e progetti che, fatta salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche, siano in grado di prevenire e contrastare la dispersione e di favorire il successo nell'assolvimento dell'obbligo di istruzione. Le strutture formative che concorrono alla realizzazione dei predetti percorsi e progetti devono essere inserite in un apposito elenco predisposto con decreto del Ministro della pubblica istruzione. Il predetto decreto è redatto sulla base di criteri predefiniti con decreto del Ministro della pubblica istruzione, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Sono fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, in conformità ai rispettivi statuti e alle relative norme di attuazione, nonché alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. L'innalzamento dell'obbligo di istruzione decorre dall'anno scolastico 2007/2008.

282. Fino alla messa a regime di quanto previsto dal comma 281, proseguono i percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui all'articolo 28 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226. Restano, pertanto, confermati i finanziamenti destinati dalla normativa vigente alla realizzazione dei predetti percorsi. Dette risorse per una quota non superiore al 3 per cento sono destinate alle misure nazionali di sistema ivi compreso il monitoraggio e la valutazione. Le strutture che realizzano tali percorsi sono accreditate dalle regioni sulla base dei criteri generali definiti con decreto adottato dal Ministro della pubblica istruzione di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, previa intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

283. Per l'attivazione dei piani di edilizia scolastica di cui all'articolo 4 della legge 11 gennaio 1996, n. 23, è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2007 e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. Il 50 per cento delle risorse assegnate annualmente ai sensi del precedente periodo è destinato al completamento delle attività di messa in sicurezza e di adeguamento a norma degli edifici scolastici da parte dei competenti enti locali. Per tali finalità, le regioni e gli enti locali concorrono, rispettivamente, nella misura di un terzo della quota predetta, nella predisposizione dei piani di cui all'articolo 4 della medesima legge n. 23 del 1996. Per il completamento delle opere di messa in sicurezza e di adeguamento a norma, le regioni possono fissare un nuovo termine di scadenza al riguardo, comunque non successivo al 31 dicembre 2009, decorrente dalla data di sottoscrizione dell'accordo denominato «patto per la sicurezza» tra Ministero della pubblica istruzione, regione ed enti locali della medesima regione.

284. Nella logica degli interventi per il miglioramento delle misure di prevenzione di cui al decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, e successive modificazioni, il consiglio di indirizzo e di vigilanza dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) definisce, in via sperimentale per il triennio 2007-2009, d'intesa con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, con il Ministro della pubblica istruzione e con gli enti locali competenti, indirizzi programmatici per la promozione ed il finanziamento di progetti degli istituti di istruzione secondaria di primo grado e superiore per l'abbattimento delle barriere architettoniche o l'adeguamento delle strutture alle vigenti disposizioni in tema di sicurezza e igiene del lavoro. Il consiglio di indirizzo e di vigilanza dell'INAIL determina altresì l'entità delle risorse da destinare annualmente alle finalità di cui al presente comma, utilizzando a tale fine anche le risorse che si rendessero disponibili a conclusione delle iniziative di attuazione dell'articolo 24 del citato decreto legislativo n. 38 del 2000. Sulla base degli indirizzi definiti, il consiglio di amministrazione dell'INAIL definisce i criteri e le modalità per l'approvazione dei singoli progetti e provvede all'approvazione dei finanziamenti dei singoli progetti.

285. Al fine di favorire ampliamenti dell'offerta formativa e una piena fruizione degli ambienti e delle attrezzature scolastiche, anche in orario diverso da quello delle lezioni, in favore degli alunni, dei loro genitori e, più in generale, della popolazione giovanile e degli adulti, il Ministro della pubblica istruzione definisce, secondo quanto previsto dall'articolo 9 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, criteri e parametri sulla base dei quali sono attribuite le relative risorse alle istituzioni scolastiche.

286. La gratuità parziale dei libri di testo di cui all'articolo 27, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è estesa agli studenti del primo e del secondo anno dell'istruzione secondaria superiore. Il disposto del comma 3 del medesimo articolo 27 si applica anche per il primo e per il secondo anno dell'istruzione secondaria superiore e si applica, altresì, limitatamente all'individuazione dei criteri per la determinazione del prezzo massimo complessivo della dotazione libraria, agli anni successivi al secondo. Le istituzioni scolastiche, le reti di scuole e le associazioni dei genitori sono autorizzate al noleggio di libri scolastici agli studenti e ai loro genitori.

287. Per fare fronte alla crescente domanda di servizi educativi per i bambini al di sotto dei tre anni di età, sono attivati, previo accordo in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 progetti tesi all'ampliamento qualificato dell'offerta formativa rivolta a bambini dai 24 ai 36 mesi di età, anche mediante la realizzazione di iniziative sperimentali improntate a criteri di qualità pedagogica, flessibilità, rispondenza alle caratteristiche della specifica fascia di età. I nuovi servizi possono articolarsi secondo diverse tipologie, con priorità per quelle modalità che si qualificano come sezioni sperimentali aggregate alla scuola dell'infanzia, per favorire un'effettiva continuità del percorso formativo lungo l'asse cronologico 0-6 anni di età. Il Ministero della pubblica istruzione concorre alla realizzazione delle sezioni sperimentali attraverso un progetto nazionale di innovazione ordinamentale ai sensi dell'articolo 11 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, e assicura specifici interventi formativi per il personale docente e non docente che chiede di essere utilizzato nei nuovi servizi. A tale fine sono utilizzate annualmente le risorse previste dall'articolo 7, comma 5, della legge 28 marzo 2003, n. 53, destinate al finanziamento dell'articolo 2, comma 1, lettera e), ultimo periodo, della medesima legge. L'articolo 2 del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, è abrogato.

288. A decorrere dall'anno 2007, il sistema dell'istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS), di cui all'articolo 69 della legge 17 maggio 1999, n. 144, è riorganizzato nel quadro del potenziamento dell'alta formazione professionale e delle misure per valorizzare la filiera tecnico-scientifica, secondo le linee guida adottate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della pubblica istruzione formulata di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale e con il Ministro dello sviluppo economico, previa intesa in sede di Conferenza unificata ai sensi del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

289. Ferme restando le competenze delle regioni e degli enti locali in materia, in relazione agli obiettivi fissati dall'Unione europea, allo scopo di far conseguire più elevati livelli di istruzione alla popolazione adulta, anche immigrata con particolare riferimento alla conoscenza della lingua italiana, i centri territoriali permanenti per l'educazione degli adulti e i corsi serali, funzionanti presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, sono riorganizzati su base provinciale e articolati in reti territoriali e ridenominati «Centri provinciali per l'istruzione degli adulti». Ad essi è attribuita autonomia amministrativa, organizzativa e didattica, con il riconoscimento di un proprio organico distinto da quello degli ordinari percorsi scolastici, da determinare in sede di contrattazione collettiva nazionale, nei limiti del numero delle autonomie scolastiche istituite in ciascuna regione e delle attuali disponibilità complessive di organico. Alla riorganizzazione di cui al presente comma, si provvede con decreto del Ministro della pubblica istruzione, sentita la Conferenza unificata a norma del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

290. Per gli anni 2007, 2008 e 2009, è autorizzata la spesa di 30 milioni di euro, da iscrivere nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, con lo scopo di dotare le scuole di ogni ordine e grado delle innovazioni tecnologiche necessarie al migliore supporto delle attività didattiche.

291. Per gli interventi previsti dai commi da 281 a 290, con esclusione del comma 283, è autorizzata la spesa di euro 220 milioni a decorrere dall'anno 2007. Su proposta del Ministro della pubblica istruzione sono disposte, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, le variazioni di bilancio per l'assegnazione delle risorse agli interventi previsti dai commi da 281 a 290.

292. Al fine di dare il necessario sostegno alla funzione pubblica svolta dalle scuole paritarie nell'ambito del sistema nazionale di istruzione, a decorrere dall'anno 2007, gli stanziamenti, iscritti nelle unità previsionali di base «Scuole non statali» dello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, sono incrementati complessivamente di 100 milioni di euro, da destinare prioritariamente alle scuole dell'infanzia.

293. Il Ministro della pubblica istruzione definisce annualmente, con apposito decreto, i criteri e i parametri per l'assegnazione dei contributi alle scuole paritarie e, in via prioritaria, a quelle che svolgono il servizio scolastico senza fini di lucro e che comunque non siano legate con società aventi fini di lucro o da queste controllate. In tale ambito i contributi sono assegnati secondo il seguente ordine di priorità: scuole dell'infanzia, scuole primarie e scuole secondarie di primo e secondo grado.

294. Il sistema universitario concorre alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2007-2009, garantendo che il fabbisogno finanziario, riferito alle università statali, ai dipartimenti e a tutti gli altri centri con autonomia finanziaria e contabile, da esso complessivamente generato in ciascun anno, non sia superiore al fabbisogno determinato a consuntivo nell'esercizio precedente, incrementato del 3 per cento. Il Ministro dell'università e della ricerca procede annualmente alla determinazione del fabbisogno finanziario programmato per ciascun ateneo, sentita la Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI), tenendo conto degli obiettivi di riequilibrio nella distribuzione delle risorse e delle esigenze di razionalizzazione del sistema universitario, garantendo l'equilibrata distribuzione delle opportunità formative.

295. Il Consiglio nazionale delle ricerche, l'Agenzia spaziale italiana, l'Istituto nazionale di fisica nucleare, l'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente, il Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste e l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2007-2009, garantendo che il fabbisogno finanziario complessivamente generato in ciascun anno non sia superiore al fabbisogno determinato a consuntivo nell'esercizio precedente incrementato del 4 per cento annuo.

296. Il fabbisogno di ciascuno degli enti di ricerca di cui al comma 295 è determinato annualmente nella misura inferiore tra il fabbisogno programmato e quello realizzato nell'anno precedente incrementato del tasso di crescita previsto dal comma 295. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, su proposta del Ministro dell'università e della ricerca e del Ministro dello sviluppo economico, possono essere introdotte modifiche al fabbisogno annuale spettante a ciascun ente di ricerca ai sensi del presente comma, previa compensazione con il fabbisogno annuale degli altri enti di ricerca e comunque nei limiti del fabbisogno complessivo programmato e possono essere altresì determinati i pagamenti annuali che non concorrono al consolidamento del fabbisogno programmato per ciascun ente di ricerca, derivanti da accordi di programma e convenzioni per effetto dei quali gli enti medesimi agiscono in veste di attuatori dei programmi ed attività per conto e nell'interesse dei Ministeri che li finanziano.

297. Per il triennio 2007-2009 continua ad applicarsi la disciplina di cui all'articolo 3, comma 5, della legge 24 dicembre 2003, n. 350.

298. Il fabbisogno finanziario annuale determinato per il sistema universitario statale dal comma 294 e per i principali enti pubblici di ricerca dal comma 295 è incrementato degli oneri contrattuali del personale limitatamente a quanto dovuto a titolo di competenze arretrate.

299. Per gli anni 2008 e 2009 gli enti di ricerca pubblici possono procedere ad assunzioni di personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato entro il limite dell'80 per cento delle proprie entrate correnti complessive, come risultanti dal bilancio consuntivo dell'anno precedente, purché entro il limite del 90 per cento delle cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato complessivamente intervenute nel precedente anno. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentite le amministrazioni vigilanti, su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, possono essere autorizzate, per tener conto di specifiche esigenze funzionali di singoli enti, ulteriori assunzioni di personale di ricerca, entro il limite di spesa corrispondente al 10 per cento delle cessazioni complessive dell'anno precedente. A tale scopo gli enti trasmettono al Ministero vigilante, entro il mese di febbraio di ciascuno degli anni 2008 e 2009, un prospetto analitico relativo alle cessazioni ed al relativo costo.

300. Sono fatti salvi i princìpi di cui ai commi 219 e 222.

301. Nell'anno 2007, gli enti di cui al comma 299 possono avviare procedure concorsuali volte alla costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, la cui costituzione effettiva non può comunque intervenire in data antecedente al 1o gennaio 2008, fermi i limiti di cui al comma 299 riferiti all'anno 2006.

302. Ai fini dell'applicazione dei commi 299 e 301, sono fatte salve le assunzioni conseguenti a bandi di concorso già pubblicati ovvero a procedure già avviate alla data del 30 settembre 2006 e i rapporti di lavoro costituiti all'esito dei medesimi sono computati ai fini dell'applicazione dei predetti commi.

303. In attesa della riforma dello stato giuridico dei ricercatori universitari, il Ministro dell'universita e della ricerca, con proprio decreto da emanare entro il 31 marzo 2007, sentiti il Consiglio universitario nazionale (CUN) e la CRUI, disciplina le modalità di svolgimento dei concorsi per ricercatore, banditi dalle università successivamente alla data di entrata in vigore della presente legge, con particolare riguardo alle modalità procedurali ed ai criteri di valutazione dei titoli didattici e dell'attività di ricerca, garantendo celerità, trasparenza e allineamento agli standard internazionali.

304. Al fine di consentire il reclutamento straordinario di ricercatori, il decreto di cui al comma 303 definisce un numero aggiuntivo di posti di ricercatore da assegnare alle università e da coprire con concorsi banditi entro il 30 giugno 2008.

305. Per l'anno 2007, il personale in servizio con contratto a tempo determinato presso gli enti e le istituzioni pubbliche di ricerca, che risulti vincitore di concorso per l'assunzione con contratto a tempo indeterminato, già espletato ovvero con procedure in corso alla data del 30 settembre 2006, la cui assunzione risulti dal 2008 compatibile con i limiti posti dal comma 217, può essere mantenuto in servizio a tempo determinato per l'anno 2007, qualora i relativi oneri non siano posti a carico dei bilanci di funzionamento o del Fondo di finanziamento ordinario degli enti stessi.

306. All'onere derivante dal comma 305 si provvede nel limite di 20 milioni di euro per l'anno 2007, di 40 milioni di euro per l'anno 2008 e di 80 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009.

307. Fermo quanto previsto dai commi 299, 300 e 301, entro il 30 aprile 2007 il Ministro dell'università e della ricerca, sentiti i presidenti degli enti interessati, bandisce un piano straordinario di assunzioni di ricercatori nell'ambito degli enti pubblici di ricerca vigilati dal Ministero dell'università e della ricerca, definendone il numero complessivo e le modalità procedimentali con particolare riferimento ai criteri di valutazione dei pregressi rapporti di lavoro, dei titoli scientifici e dell'attività di ricerca svolta.

308. Per l'attuazione del piano di cui al comma 307, è autorizzata la spesa di 7,5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008.

309. Per gli anni dal 2007 al 2009 incluso, è fatto divieto alle università statali e non statali, autorizzate a rilasciare titoli accademici aventi valore legale, di istituire e attivare facoltà o corsi di studio in comuni diversi da quello ove l'ateneo ha la sede legale e amministrativa, salvo che si tratti di comune confinante.

310. Ai fini della tutela dell'unità economica della Repubblica, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2007-2009 con il rispetto delle disposizioni di cui ai commi da 311 a 327, che costituiscono princìpi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica ai sensi degli articoli 117, terzo comma, e 119, secondo comma, della Costituzione.

311. A decorrere dall'anno 2007, è avviata una sperimentazione, con le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano indicate dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, finalizzata ad assumere, quale base di riferimento per il patto di stabilità interno, il saldo finanziario. I criteri di definizione del saldo e le modalità di sperimentazione sono definiti con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, sentita la predetta Conferenza.

312. In attesa dei risultati della sperimentazione di cui al comma 311, per il triennio 2007-2009, il complesso delle spese finali di ciascuna regione a statuto ordinario, determinato ai sensi del comma 313, non può essere superiore, per l'anno 2007, al corrispondente complesso di spese finali dell'anno 2005 diminuito dell'1,8 per cento e, per gli anni 2008 e 2009, non può essere superiore al complesso delle corrispondenti spese finali dell'anno precedente, calcolato assumendo il pieno rispetto del patto di stabilità interno, aumentato, rispettivamente, del 2,5 per cento e del 2,4 per cento.

313. Il complesso delle spese finali è determinato dalla somma delle spese correnti ed in conto capitale, al netto delle:

a) spese per la sanità, cui si applica la specifica disciplina di settore;

b) spese per la concessione di crediti.

314. Le spese finali sono determinate sia in termini di competenza sia in termini di cassa.

315. Per gli esercizi 2007, 2008 e 2009, le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano concordano, entro il 31 marzo di ciascun anno, con il Ministro dell'economia e delle finanze il livello complessivo delle spese correnti e in conto capitale, nonché dei relativi pagamenti, in coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica per il periodo 2007-2009; a tale fine, entro il 31 gennaio di ciascun anno, il presidente dell'ente trasmette la proposta di accordo al Ministro dell'economia e delle finanze. In caso di mancato accordo si applicano le disposizioni stabilite per le regioni a statuto ordinario. Per gli enti locali dei rispettivi territori provvedono alle finalità di cui ai commi da 328 a 346 le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano, ai sensi delle competenze alle stesse attribuite dai rispettivi statuti di autonomia e dalle relative norme di attuazione. Qualora le predette regioni e province autonome non provvedano, entro il 31 marzo di ciascun anno, si applicano, per gli enti locali dei rispettivi territori, le disposizioni previste per gli altri enti locali dai commi da 328 a 346.

316. Le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano concorrono al riequilibrio della finanza pubblica, oltre che nei modi stabiliti dal comma 315, anche con misure finalizzate a produrre un risparmio per il bilancio dello Stato, in misura proporzionale all'incidenza della finanza di ciascuna regione a statuto speciale o provincia autonoma sulla finanza regionale e locale complessiva, anche mediante l'assunzione dell'esercizio di funzioni statali, attraverso l'emanazione, entro il 31 marzo 2007 e con le modalità stabilite dai rispettivi statuti, di specifiche norme di attuazione statutaria; tali norme di attuazione precisano le modalità e l'entità dei risparmi per il bilancio dello Stato da ottenere in modo permanente o comunque per annualità definite.

317. Sulla base degli esiti della sperimentazione di cui al comma 311, le norme di attuazione devono altresì prevedere le disposizioni per assicurare in via permanente il coordinamento tra le misure di finanza pubblica previste dalle leggi costituenti la manovra finanziaria dello Stato e l'ordinamento della finanza regionale previsto da ciascuno statuto speciale e dalle relative norme di attuazione, nonché le modalità per il versamento dell'imposta regionale sulle attività produttive e dell'addizionale dell'imposta sul reddito delle persone fisiche.

318. Resta ferma la facoltà delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano di estendere le regole del patto di stabilità interno nei confronti dei loro enti ed organismi strumentali, nonché per gli enti ad ordinamento regionale o provinciale.

319. Ai fini del rispetto del principio del coordinamento della finanza pubblica, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano autorizzano le proprie strutture sanitarie alla contrazione di mutui e al ricorso ad altre forme di indebitamento, secondo quanto stabilito dall'articolo 3, commi da 16 a 21, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, fino ad un ammontare complessivo delle relative rate, per capitale ed interessi, non superiore al 15 per cento delle entrate proprie correnti di tali strutture. Le regioni e le province autonome sono tenute ad adeguare i rispettivi ordinamenti; è fatta comunque salva la facoltà di prevedere un limite inferiore all'indebitamento.

320. Sulla base degli esiti della sperimentazione di cui al comma 311, si procede, anche nei confronti di una sola o più regioni o province autonome, a ridefinire legislativamente le regole del patto di stabilità interno e l'anno di prima applicazione delle regole. Le nuove regole devono comunque tenere conto del saldo in termini di competenza e di cassa. Il saldo di competenza è calcolato quale somma algebrica degli importi risultanti dalla differenza tra accertamenti e impegni, per la parte corrente, e dalla differenza tra incassi e pagamenti, per la parte in conto capitale.

321. Per il monitoraggio degli adempimenti relativi al patto di stabilità interno, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano trasmettono trimestralmente al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, entro trenta giorni dalla fine del periodo di riferimento, utilizzando il sistema web appositamente previsto per il patto di stabilità interno nel sito www.pattostabilita.rgs.tesoro.it, le informazioni riguardanti sia la gestione di competenza sia quella di cassa, attraverso un prospetto e con le modalità definiti con decreto del predetto Ministero, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

322. Ai fini della verifica del rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno, ciascuna regione e provincia autonoma è tenuta ad inviare, entro il termine perentorio del 31 marzo dell'anno successivo a quello di riferimento, al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, una certificazione, sottoscritta dal rappresentante legale dell'ente e dal responsabile del servizio finanziario secondo un prospetto e con le modalità definite dal decreto di cui al comma 321.

323. Ai fini della verifica del rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno, ciascuna regione a statuto speciale e provincia autonoma è tenuta ad osservare quanto previsto dalle norme di attuazione statutaria emanate in relazione a quanto stabilito nel comma 317. Fino alla emanazione delle predette norme di attuazione statutaria si provvede secondo quanto disposto dall'accordo concluso ai sensi del comma 315.

324. In caso di mancato rispetto del patto di stabilità interno relativo agli anni 2007-2009, accertato con le procedure di cui ai commi 322 e 323, il Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131, diffida la regione o provincia autonoma ad adottare i necessari provvedimenti entro il 31 maggio dell'anno successivo a quello di riferimento. Detti provvedimenti devono essere comunicati al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, entro la medesima data, con le modalità definite dal decreto di cui al comma 321. Qualora l'ente non adempia, il presidente della regione, in qualità di commissario ad acta, adotta entro il 30 giugno i necessari provvedimenti che devono essere comunicati, entro la medesima data, con le stesse modalità. Allo scopo di assicurare al contribuente l'informazione necessaria per il corretto adempimento degli obblighi tributari, il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, cura la pubblicazione sul sito informatico di cui al comma 321 degli elenchi contenenti le regioni e le province autonome che non hanno rispettato il patto di stabilità interno, di quelle che hanno adottato opportuni provvedimenti e di quelle per le quali i commissari ad acta non hanno inviato la prescritta comunicazione.

325. Decorso inutilmente il termine del 30 giugno previsto dal comma 324, nella regione o nella provincia autonoma interessata, con riferimento all'anno in corso, si applica automaticamente:

a) l'imposta regionale sulla benzina per autotrazione, di cui all'articolo 17 del decreto legislativo 21 dicembre 1990, n. 398, nella misura di euro 0,0258, con efficacia dal 15 luglio;

b) la tassa automobilistica, di cui al titolo III, capo I, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, con l'aumento di 5 punti percentuali delle tariffe vigenti.

326. Nelle regioni e nelle province autonome in cui l'imposta regionale sulla benzina è già in vigore nella misura massima prevista dalla legge si applica l'ulteriore aumento di euro 0,0129.

327. Scaduto il termine del 30 giugno i provvedimenti del commissario ad acta non possono avere ad oggetto i tributi di cui ai commi 325 e 326.

328. Ai fini della tutela dell'unità economica della Repubblica, le province e i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti concorrono alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2007-2009 con il rispetto delle disposizioni di cui ai commi da 329 a 346, che costituiscono princìpi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica ai sensi degli articoli 117, terzo comma, e 119, secondo comma, della Costituzione.

329. La manovra finanziaria è fissata in termini di riduzione del saldo tendenziale di comparto per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

330. Per la determinazione del proprio obiettivo specifico di miglioramento del saldo, gli enti di cui al comma 328 devono seguire la seguente procedura:

a) calcolare la media triennale per il periodo 2003-2005 dei saldi di cassa, come definiti al comma 332 e risultanti dai propri conti consuntivi, ed applicare ad essa, solo se negativa, i seguenti coefficienti:

1) province: 0,400 per l'anno 2007, 0,210 per l'anno 2008 e 0,117 per l'anno 2009;

2) comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti: 0,330 per l'anno 2007, 0,205 per l'anno 2008 e 0,155 per l'anno 2009;

b) calcolare la media triennale della spesa corrente sostenuta in termini di cassa in ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005, come risultante dai propri conti consuntivi, ed applicare ad essa i seguenti coefficienti:

1) province: 0,041 per l'anno 2007, 0,022 per l'anno 2008 e 0,012 per l'anno 2009;

2) comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti: 0,029 per l'anno 2007, 0,017 per l'anno 2008 e 0,013 per l'anno 2009;

c) determinare l'importo annuo della manovra mediante la somma degli importi, considerati in valore assoluto, di cui alle lettere a) e b). Gli enti che presentano una media triennale positiva per il periodo 2003-2005 dei saldi di cassa determinano l'importo del concorso alla manovra applicando solo i coefficienti relativi alla spesa di cui alla lettera b).

331. Nel caso in cui l'incidenza percentuale dell'importo di cui al comma 330, lettera c), sull'importo della media triennale 2003-2005 delle spese finali al netto delle concessioni di crediti risulti, per i comuni di cui al comma 328, superiore all'8 per cento, il comune deve considerare come obiettivo del patto di stabilità interno l'importo corrispondente all'8 per cento della suddetta media triennale.

332. Il saldo finanziario è calcolato in termini di cassa quale differenza tra entrate finali, correnti e in conto capitale, e spese finali, correnti e in conto capitale, quali risultano dai conti consuntivi. Nel saldo finanziario non sono considerate le entrate derivanti dalla riscossione di crediti e le spese derivanti dalla concessione di crediti.

333. Per il rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 gli enti devono conseguire un saldo finanziario, sia in termini di competenza sia in termini di cassa, pari a quello medio del triennio 2003-2005 migliorato della misura annualmente determinata ai sensi del comma 330, lettera c), ovvero del comma 331. Le maggiori entrate derivanti dall'attuazione dell'articolo 7 concorrono al conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità interno.

334. Ai fini dei saldi utili per il rispetto del patto di stabilità interno i trasferimenti statali sono conteggiati, in termini di competenza e di cassa, nella misura a tale titolo comunicata dall'amministrazione statale interessata.

335. Ai fini del comma 337, il saldo finanziario per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 e quello medio del triennio 2003-2005 sono calcolati, sia per la gestione di competenza sia per quella di cassa, quale differenza tra le entrate finali e le spese finali al netto delle entrate derivanti dalla riscossione di crediti e delle spese derivanti dalla concessione di crediti; il saldo finanziario in termini di competenza, da considerare ai fini del presente comma, è costituito dalla somma algebrica degli importi risultanti dalla differenza tra accertamenti e impegni, per la parte corrente, e dalla differenza tra incassi e pagamenti, per la parte in conto capitale. Nel saldo finanziario non sono considerate le entrate in conto capitale riscosse nel triennio 2003-2005, derivanti dalla dismissione del patrimonio immobiliare e mobiliare destinate, nel medesimo triennio, all'estinzione anticipata di prestiti.

336. Per il monitoraggio degli adempimenti relativi al patto di stabilità interno, le province e i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti trasmettono trimestralmente al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, entro trenta giorni dalla fine del periodo di riferimento, utilizzando il sistema web appositamente previsto per il patto di stabilità interno nel sito www.pattostabilita.rgs.tesoro.it, le informazioni riguardanti sia la gestione di competenza, secondo la definizione indicata al comma 335, sia quella di cassa, attraverso un prospetto e con le modalità definiti con decreto del predetto Ministero, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali. Con lo stesso decreto è definito il prospetto dimostrativo dell'obiettivo determinato per ciascun ente ai sensi dei commi 330 e 331.

337. Ai fini della verifica del rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno, ciascuno degli enti di cui al comma 328 è tenuto a inviare, entro il termine perentorio del 31 marzo dell'anno successivo a quello di riferimento, al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato una certificazione, sottoscritta dal rappresentante legale e dal responsabile del servizio finanziario, secondo un prospetto e con le modalità definiti dal decreto di cui al comma 336.

338. Per gli enti istituiti nel periodo 2003-2005, si fa riferimento alla media degli anni, compresi nello stesso periodo, per i quali sono disponibili i bilanci consuntivi; se si dispone del bilancio di un solo anno, quest'ultimo costituisce la base annuale di calcolo su cui applicare le regole del patto di stabilità interno. Gli enti istituiti nel 2006 sono soggetti alle nuove regole del patto di stabilità interno dall'anno 2009 assumendo, quale base di calcolo su cui applicare le regole, le risultanze dell'esercizio 2007.

339. Gli enti locali commissariati ai sensi dell'articolo 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, sono soggetti alle regole del patto di stabilità interno dall'anno successivo a quello della rielezione degli organi istituzionali.

340. Si intendono esclusi per l'anno 2006 dal rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno, di cui all'articolo 1, comma 140, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, gli enti locali per i quali nell'anno 2004, anche per frazione di anno, l'organo consiliare è stato commissariato ai sensi degli articoli 141 e 143 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

341. Le informazioni previste dai commi 336 e 337 sono messe a disposizione dell'UPI e dell'ANCI da parte del Ministero dell'economia e delle finanze secondo modalità e con contenuti individuati tramite apposite convenzioni.

342. In caso di mancato rispetto del patto di stabilità interno, accertato con la procedura di cui al comma 337 del presente articolo, il Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131, diffida gli enti locali ad adottare i necessari provvedimenti entro il 31 maggio dell'anno successivo a quello di riferimento. Detti provvedimenti devono essere comunicati al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, entro la medesima data, con le modalità definite dal decreto di cui al comma 336. Qualora i suddetti enti non adempiano, il sindaco o il presidente della provincia, in qualità di commissari ad acta, adottano entro il 30 giugno i necessari provvedimenti, che devono essere comunicati, entro la medesima data, con le modalità indicate dal decreto di cui al comma 336. Allo scopo di assicurare al contribuente l'informazione necessaria per il corretto adempimento degli obblighi tributari, il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato cura la pubblicazione sul sito informatico di cui al comma 336 degli elenchi contenenti gli enti locali che non hanno rispettato il patto di stabilità interno, di quelli che hanno adottato opportuni provvedimenti nonché di quelli per i quali i commissari ad acta non hanno inviato la prescritta comunicazione.

343. Decorso inutilmente il termine del 30 giugno previsto dal comma 342:

a) nei comuni interessati, con riferimento al periodo di imposta in corso, i contribuenti tenuti al versamento dell'addizionale comunale all'imposta sul reddito delle persone fisiche calcolano l'imposta maggiorando l'aliquota vigente nei comuni stessi dello 0,3 per cento;

b) nelle province interessate, con riferimento al periodo di imposta in corso, l'imposta provinciale di trascrizione, per i pagamenti effettuati a decorrere dal 1o luglio, è calcolata applicando un aumento del 5 per cento sulla tariffa vigente nelle province stesse.

344. Scaduto il termine del 30 giugno i provvedimenti del commissario ad acta non possono avere ad oggetto i tributi di cui al comma 343.

345. I commi 23, 24, 25 e 26 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e successive modificazioni, sono abrogati.

346. All'articolo 1, comma 6, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, dopo le parole: «per il Consiglio superiore della magistratura,» sono inserite le seguenti: «per gli enti gestori delle aree naturali protette,».

347. I trasferimenti erariali per l'anno 2007 in favore di ogni singolo ente locale sono determinati in base alle disposizioni recate dall'articolo 1, commi 153 e 154, della legge 23 dicembre 2005, n. 266.

348. Le disposizioni in materia di compartecipazione provinciale e comunale al gettito dell'imposta sul reddito delle persone fisiche di cui all'articolo 31, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, confermate, da ultimo, per l'anno 2006, dall'articolo 1, comma 152, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, sono prorogate per l'anno 2007.

349. All'articolo 204, comma 1, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, le parole: «non supera il 12 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «non supera il 15 per cento». All'articolo 1, comma 45, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, alla lettera b), le parole: «non superiore al 16 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «non superiore al 15 per cento» e la lettera c) è abrogata.

350. Per il triennio 2007-2009, a valere sul fondo ordinario di cui all'articolo 34, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, sono disposti i seguenti interventi:

a) fino ad un importo complessivo di 44 milioni di euro, il contributo ordinario, al lordo della detrazione derivante dall'attribuzione di una quota di compartecipazione al gettito dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), è incrementato in misura pari al 40 per cento per i comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, nei quali il rapporto tra la popolazione residente ultrasessantacinquenne e la popolazione residente complessiva è superiore al 30 per cento, secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili. Almeno il 50 per cento della maggiore assegnazione è finalizzato ad interventi di natura sociale e socio-assistenziale;

b) fino ad un importo complessivo di 56 milioni di euro, il contributo ordinario, al lordo della detrazione derivante dall'attribuzione di una quota di compartecipazione al gettito dell'IRPEF, è incrementato in misura pari al 30 per cento per i comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, nei quali il rapporto tra la popolazione residente di età inferiore a cinque anni e la popolazione residente complessiva è superiore al 5 per cento, secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili. Almeno il 50 per cento della maggiore assegnazione è finalizzato ad interventi di natura sociale;

c) ai comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, tra loro associati o che hanno delegato funzioni alle comunità montane, è concesso un ulteriore contributo, fino ad un importo complessivo di 42 milioni di euro, per le medesime finalità dei contributi attribuiti a valere sul fondo nazionale ordinario per gli investimenti;

d) ai comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, esclusi quelli già beneficiari degli interventi di cui alle lettere a) e b), è concesso un contributo, in proporzione alla popolazione residente, fino ad un importo complessivo di 45,9 milioni di euro;

e) per un importo complessivo di 37,5 milioni di euro per le finalità di cui al comma 248 della presente legge.

351. A decorrere dall'anno 2007 gli oneri relativi alle commissioni straordinarie di cui all'articolo 144 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, sono posti a carico dello Stato, che provvede al rimborso a favore degli enti locali previa presentazione della relativa richiesta. Gli enti locali destinano gli importi rimborsati a spese di investimento.

352. In deroga alla normativa vigente, a favore degli enti locali i cui organi consiliari sono stati sciolti ai sensi dell'articolo 143 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il Ministero dell'interno provvede, su richiesta della commissione straordinaria, ad erogare in un'unica soluzione i trasferimenti erariali e la quota di compartecipazione al gettito dell'IRPEF spettanti per l'intero esercizio.

353. Per la copertura degli oneri di cui all'articolo 145 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2007.

354. A favore degli enti locali che si trovano, alla data di entrata in vigore della presente legge, nella condizione di cui all'articolo 143 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è corrisposto dal Ministero dell'interno, per l'anno 2007, un contributo destinato alla realizzazione o manutenzione di opere pubbliche nella misura massima complessiva di 50 milioni di euro, ripartiti in base alla popolazione residente come risultante al 31 dicembre 2005. Ai fini del riparto, gli enti con popolazione superiore a 5.000 abitanti sono considerati come enti di 5.000 abitanti.

355. Agli oneri derivanti dall'applicazione dei commi da 351 a 354 si provvede a valere sul fondo ordinario di cui all'articolo 34, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504.

356. Ai fini dell'approvazione del bilancio di previsione degli enti locali e della verifica della salvaguardia degli equilibri di bilancio sono confermate, per l'anno 2007, le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 1-bis, del decreto-legge 30 dicembre 2004, n. 314, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o marzo 2005, n. 26.

357. Per l'anno 2007, i proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni previste dal testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, possono essere, in via d'eccezione, destinati al finanziamento di spese correnti, purché in misura non superiore al 35 per cento.

358. Al comma 3 dell'articolo 6 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, dopo le parole: «servizi non commerciali» sono inserite le seguenti: «, per i quali è previsto il pagamento di una tariffa da parte degli utenti,».

359. A decorrere dall'anno 2007, la dichiarazione di cui all'articolo 2, comma 4, del regolamento recante determinazione delle rendite catastali e conseguenti trasferimenti erariali ai comuni, di cui al decreto del Ministro dell'interno 1o luglio 2002, n. 197, attestante il minor gettito dell'imposta comunale sugli immobili derivante da fabbricati del gruppo catastale D, deve essere inviata al Ministero dell'interno entro il termine perentorio, a pena di decadenza, del 30 giugno dell'anno successivo a quello in cui si è verificata la minore entrata.

360. Le dichiarazioni relative alle minori entrate dell'imposta comunale sugli immobili derivanti da fabbricati del gruppo catastale D registrate per ciascuno degli anni 2005 e precedenti, se non già presentate, devono essere trasmesse al Ministero dell'interno, a pena di decadenza, entro il termine perentorio del 30 giugno 2007 ed essere corredate da un'attestazione, a firma del responsabile del servizio finanziario dell'ente locale, sull'ammontare dei contributi statali ricevuti a tale titolo per ciascuno degli anni in questione.

361. All'articolo 242, comma 2, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, concernente l'individuazione degli enti locali strutturalmente deficitari e relativi controlli, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Fino alla fissazione di nuovi parametri triennali si applicano quelli vigenti per il triennio precedente».

362. Nei casi di scioglimento dei consigli comunali e provinciali ai sensi dell'articolo 143 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, gli incarichi di cui all'articolo 110 del medesimo testo unico nonché l'incarico di revisore dei conti e i rapporti di consulenza e di collaborazione coordinata e continuativa sono risolti di diritto se non rinnovati entro quarantacinque giorni dall'insediamento della commissione straordinaria per la gestione dell'ente.

363. Ai fini dell'invarianza delle disposizioni recate dai commi da 350 a 362 sul fabbisogno e sull'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni, il fondo per le aree sottoutilizzate, di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, è ridotto di 195 milioni di euro per l'anno 2007, 130 milioni di euro per l'anno 2008 e 65 milioni di euro per l'anno 2009.

364. In attesa dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni in materia di organi di governo degli enti locali in attuazione dell'articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione, al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, sono apportate, per esigenze di coordinamento della finanza pubblica, le seguenti modificazioni:

a) il comma 5 dell'articolo 78 è sostituito dal seguente:

«5. Al sindaco ed al presidente della provincia, nonché agli assessori e ai consiglieri comunali e provinciali è vietato ricoprire incarichi e assumere consulenze presso enti ed istituzioni dipendenti o comunque sottoposti al controllo ed alla vigilanza dei relativi comuni e province nonché di altri enti territoriali. I medesimi soggetti non possono ricoprire i suddetti incarichi presso enti ed istituzioni dipendenti o comunque sottoposti al controllo ed alla vigilanza dei relativi comuni e province se non siano decorsi almeno due anni dalla cessazione dall'incarico di sindaco, presidente della provincia, assessore o consigliere comunale o provinciale»;

b) il comma 2 dell'articolo 82 è sostituito dal seguente:

«2. I consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali e delle comunità montane hanno diritto a percepire, nei limiti fissati dal presente capo, un gettone di presenza per la partecipazione a consigli e commissioni. In nessun caso l'ammontare percepito nell'ambito di un anno da un consigliere può superare l'importo pari al 30 per cento dell'indennità massima prevista per il rispettivo sindaco o presidente in base al decreto di cui al comma 8»;

c) il comma 4 dell'articolo 82 è abrogato;

d) la lettera c) del comma 8 dell'articolo 82 è sostituita dalla seguente:

«c) articolazione dell'indennità di funzione dei presidenti del consiglio, dei vicesindaci e dei vicepresidenti delle province e degli assessori in rapporto alla misura della stessa stabilita per il sindaco e per il presidente della provincia. Al presidente e agli assessori delle unioni di comuni, dei consorzi fra enti locali e delle comunità montane sono attribuite le indennità di funzione nella misura non superiore al 70 per cento della misura prevista per il comune avente maggiore popolazione»;

e) al comma 11 dell'articolo 82, le parole: «incrementati o» e il secondo periodo sono soppressi. Entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge, le amministrazioni locali adeguano per il futuro gli importi delle indennità e dei gettoni di presenza di cui all'articolo 82, comma 11, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come modificato dalla presente lettera, se superiori a quelli previsti dal regolamento di cui al decreto del Ministro dell'interno 4 aprile 2000, n. 119, al limite massimo previsto dal medesimo regolamento;

f) l'articolo 84 è sostituito dal seguente:

«Art. 84. - (Rimborsi per spese di viaggio). - 1. Agli amministratori che, in ragione del loro mandato, si rechino fuori dal capoluogo del comune ove ha sede il rispettivo ente, previa autorizzazione del capo dell'amministrazione nel caso di componenti degli organi esecutivi ovvero del presidente del consiglio nel caso di consiglieri, sono dovuti esclusivamente il rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute nonché un rimborso forfetario onnicomprensivo per le altre spese, nella misura fissata con decreto del Ministro dell'interno, d'intesa con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali.

2. La liquidazione dei rimborsi di cui al comma 1 è effettuata dal dirigente competente, su richiesta dell'interessato, corredata della documentazione delle spese di viaggio effettivamente sostenute e di una dichiarazione sulla durata e sulle finalità della missione.

3. Agli amministratori che risiedono fuori dal capoluogo del comune ove ha sede il rispettivo ente, spetta il rimborso per le sole spese di viaggio effettivamente sostenute per la partecipazione a ognuna delle sedute dei rispettivi organi dell'assemblea ed esecutivi, nonchè per la presenza necessaria presso la sede degli uffici per lo svolgimento delle funzioni proprie o delegate».

365. Fermo restando quanto disposto dagli articoli 60 e 63 del testo unico di cui

al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, l'assunzione, da parte dell'amministratore di un ente locale, della carica di componente degli organi di amministrazione di società di capitali partecipate dallo stesso ente non dà titolo alla corresponsione di alcun emolumento a carico della società.

366. L'indennità di fine mandato prevista dall'articolo 10 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'interno 4 aprile 2000, n. 119, spetta nel caso in cui il mandato elettivo abbia avuto una durata superiore a trenta mesi.

367. All'articolo 13 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 3, primo periodo, le parole: «dodici mesi» sono sostituite dalle seguenti: «ventiquattro mesi»;

b) al comma 3, secondo periodo, le parole: «da collocare sul mercato, secondo le procedure del decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474, entro ulteriori diciotto mesi» sono soppresse;

c) al comma 4, secondo periodo, la parola: «perfezionate» è sostituita dalla seguente: «bandite».

368. Ai fini del contenimento della spesa pubblica, le regioni, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, adottano disposizioni, normative o amministrative, finalizzate ad assicurare la riduzione degli oneri degli organismi politici e degli apparati amministrativi, con particolare riferimento alla diminuzione dell'ammontare dei compensi e delle indennità dei componenti degli organi rappresentativi e del numero di questi ultimi, alla soppressione degli enti inutili, alla fusione delle società partecipate e al ridimensionamento delle strutture organizzative.

369. La disposizione di cui al comma 368 costituisce principio fondamentale di coordinamento della finanza pubblica, ai fini del rispetto dei parametri stabiliti dal patto di stabilità e crescita dell'Unione europea.

370. I risparmi di spesa derivanti dall'attuazione del comma 368 devono garantire un miglioramento dei saldi finanziari dei bilanci regionali pari al 10 per cento rispetto ai saldi dell'anno precedente.

371. Al fine di assicurare un controllo indipendente e continuativo della qualità dell'azione di governo degli enti locali nonché di accertare la ricorrenza dei presupposti per il riconoscimento delle misure premiali di cui ai commi 373, 374 e 375, è istituita un'Unità per il monitoraggio, dotata di personalità giuridica di diritto pubblico, incaricata di provvedere alla verifica delle dimensioni organizzative ottimali degli enti locali, alla definizione dei parametri di valutazione della loro attività, alla misurazione dei livelli delle prestazioni e dei servizi resi ai cittadini, all'apprezzamento dei risultati conseguiti, al monitoraggio del rispetto dei vincoli finanziari derivanti dal patto di stabilità e crescita interno, ferme restando le competenze in materia del Ministero dell'economia e delle finanze, ed all'accertamento delle condizioni che legittimano i benefìci previsti dal presente comma. Con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'interno e sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono emanate le disposizioni relative alla composizione dell'Unità, alla sua organizzazione ed al suo funzionamento. Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali sono attribuite le funzioni di vigilanza sull'Unità.

372. Per il funzionamento dell'Unità è istituito un fondo, nell'ambito del bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri, con una dotazione finanziaria pari a 2 milioni di euro per l'anno 2007. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le necessarie variazioni di bilancio. Restano ferme le competenze istituzionali della Ragioneria generale dello Stato e della Corte dei conti.

373. Ai comuni che procedono alla fusione ai sensi dell'articolo 15, comma 2, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, non si applicano, per un triennio, le disposizioni in materia di patto di stabilità.

374. I nuovi comuni istituiti mediante fusione di due o più comuni contigui ai sensi dell'articolo 15, comma 2, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, hanno diritto a ricevere trasferimenti erariali aggiuntivi pari al 50 per cento dei risparmi di spesa derivanti dalla fusione, calcolati sulla base di specifici criteri stabiliti con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze. Una quota non superiore al 5 per cento di tali trasferimenti aggiuntivi è destinata ad incrementare gli stanziamenti diretti alla retribuzione di risultato dei dirigenti del comune.

375. I comuni che conseguono risparmi di spesa attraverso l'esercizio associato di funzioni e servizi di cui all'articolo 33 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ovvero attraverso gli altri strumenti previsti dagli articoli 24 e 30 del medesimo testo unico, hanno diritto a ricevere trasferimenti erariali aggiuntivi pari al 50 per cento dei risparmi di spesa, calcolati sulla base di specifici criteri stabiliti con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze. Una quota non superiore al 5 per cento di tali trasferimenti aggiuntivi è destinata ad incrementare gli stanziamenti diretti alla retribuzione di risultato dei dirigenti del comune.

376. All'articolo 32 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è aggiunto, in fine, il seguente comma:

«5-bis. Non possono dare luogo alla costituzione di unioni di comuni o, comunque, farvi parte quei comuni che facciano parte delle comunità montane previste dall'articolo 27».

377. I comuni che, alla data di entrata di vigore della presente legge, facciano parte sia di un'unione di comuni sia di una comunità montana devono recedere dall'uno o dall'altro ente entro sei mesi dalla medesima data di entrata in vigore.

378. Nelle società a totale partecipazione di comuni o province, il compenso lordo annuale, onnicomprensivo, attribuito al presidente e ai componenti del consiglio di amministrazione, non può essere superiore al 70 per cento delle indennità spettanti, rispettivamente, al sindaco e al presidente della provincia ai sensi dell'articolo 82 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come modificato dal comma 364 della presente legge. Nelle società a partecipazione mista costituite tra comuni, province e società loro partecipate o altri enti pubblici, le amministrazioni comunali o provinciali, in qualità di socio di diritto privato, sono chiamate, attraverso i propri rappresentanti nei competenti organi statutari, a deliberare, per il presidente e i componenti del consiglio di amministrazione, un compenso non superiore al 70 per cento delle indennità spettanti rispettivamente al sindaco e al presidente della provincia dell'ente avente maggiore popolazione ai sensi dell'articolo 82 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

379. Il limite di cui al comma 378 non si applica agli amministratori di cui all'articolo 2381, secondo comma, del codice civile.

380. Nelle società a totale partecipazione pubblica di una pluralità di enti locali, il compenso di cui al comma 378, nella misura ivi prevista, è calcolato in percentuale delle indennità di maggiore importo tra quelle spettanti ai rappresentanti degli enti locali soci.

381. Al presidente e ai componenti del consiglio di amministrazione è dovuto il rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute, nonché l'indennità di missione alle condizioni e nella misura fissate ai sensi dell'articolo 84 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

382. Il numero complessivo di componenti del consiglio di amministrazione delle società partecipate totalmente da enti locali, ovvero delle società miste costituite tra comuni, province e società direttamente o indirettamente loro partecipate o altri enti pubblici, non può essere superiore a tre, ovvero a cinque per le società con capitale, interamente versato, pari o superiore all'importo determinato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'interno e con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge. Nelle società a partecipazione mista con privati il numero massimo dei componenti del consiglio di amministrazione designati dai soci pubblici locali non può essere superiore a cinque e il massimo compenso annuale lordo dei medesimi è stabilito nella misura di cui al comma 378. Le società adeguano i propri statuti e gli eventuali patti parasociali entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al primo periodo.

383. Le regioni adeguano ai princìpi di cui ai commi da 378 a 382 la disciplina dei compensi degli amministratori delle società da esse partecipate e del numero massimo dei componenti del consiglio di amministrazione di dette società.

384. All'articolo 82 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, dopo le parole: «consigli circoscrizionali» sono inserite le seguenti: «dei soli comuni capoluogo di provincia»;

b) al comma 2, dopo la parola: «circoscrizionali» sono inserite le seguenti: «, limitatamente ai comuni capoluogo di provincia,».

385. Al comma 3 dell'articolo 234 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, le parole: «5.000» sono sostituite dalle seguenti: «15.000». Le disposizioni introdotte dai commi da 378 fino al presente comma si applicano a decorrere dalle prime elezioni per il rinnovo dei consigli comunali e provinciali, successivamente alla data di entrata in vigore della presente legge, ai comuni e alle province ad esse interessati e, successivamente, agli enti di volta in volta chiamati a rinnovare i propri organi elettivi.

386. L'adeguamento dei trasferimenti dovuti dallo Stato, ai sensi rispettivamente dell'articolo 37, comma 3, lettera c), della legge 9 marzo 1989, n. 88, e successive modificazioni, e dell'articolo 59, comma 34, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, come da ultimo modificato dal comma 390, è stabilito per l'anno 2007:

a) in 469,16 milioni di euro in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, delle gestioni dei lavoratori autonomi, della gestione speciale minatori, nonché in favore dell'Ente nazionale di previdenza e di assistenza per i lavoratori dello spettacolo (ENPALS);

b) in 115,93 milioni di euro in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, ad integrazione dei trasferimenti di cui alla lettera a), della gestione esercenti attività commerciali e della gestione artigiani.

387. Conseguentemente a quanto previsto dal comma 386, gli importi complessivamente dovuti dallo Stato sono determinati per l'anno 2007 in 16.650,39 milioni di euro per le gestioni di cui al comma 386, lettera a), e in 4.114,39 milioni di euro per le gestioni di cui al comma 386, lettera b).

388. Gli importi complessivi di cui ai commi 386 e 387 sono ripartiti tra le gestioni interessate con il procedimento di cui all'articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, al netto, per quanto attiene al trasferimento di cui al comma 386, lettera a), della somma di 945,10 milioni di euro attribuita alla gestione per i coltivatori diretti, mezzadri e coloni a completamento dell'integrale assunzione a carico dello Stato dell'onere relativo ai trattamenti pensionistici liquidati anteriormente al 1o gennaio 1989, nonché al netto delle somme di 2,50 milioni di euro e di 57,94 milioni di euro di pertinenza, rispettivamente, della gestione speciale minatori e dell'ENPALS.

389. All'articolo 3, comma 2, della legge 8 agosto 1995, n. 335, le parole da: «secondo i seguenti criteri» fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: «secondo il criterio del rapporto tra contribuzione e prestazioni con l'applicazione di aliquote contributive non inferiori alla media, ponderata agli iscritti, delle aliquote vigenti nei regimi interessati».

390. All'articolo 59, comma 34, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, il quinto periodo è sostituito dal seguente: «Sono altresì escluse dal predetto procedimento le quote assegnate alle gestioni di cui agli articoli 21, 28, 31 e 34 della legge 9 marzo 1989, n. 88, per un importo pari al 50 per cento di quello definito con legge 23 dicembre 1996, n. 663, e successive modificazioni, rivalutato, a decorrere dall'anno 1997, in misura proporzionale al complessivo incremento dei trasferimenti stabiliti annualmente con legge finanziaria, ai sensi dell'articolo 37, comma 5, della legge 9 marzo 1989, n. 88, e successive modificazioni, e annualmente adeguato secondo i medesimi criteri».

391. Al fine di pervenire alla sistemazione del debito di Poste italiane Spa verso la tesoreria statale per sovvenzioni ricevute per pagamenti di pensioni effettuati fino alla fine dell'anno 2000, le anticipazioni di tesoreria ricevute da Poste italiane Spa, ai sensi dell'articolo 16 della legge 12 agosto 1974, n. 370, per il pagamento delle pensioni a carico dell'INPS fino alla predetta data si intendono concesse direttamente all'INPS e, conseguentemente, sono apportate le necessarie variazioni nelle scritturazioni del conto del patrimonio dello Stato.

392. Ai fini della copertura dei maggiori oneri a carico della gestione per l'erogazione delle pensioni, assegni e indennità agli invalidi civili, ciechi e sordi di cui all'articolo 130 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, valutati in 534 milioni di euro per l'esercizio 2005 e in 400 milioni di euro per l'anno 2006:

a) per l'anno 2005, sono utilizzate le somme che risultano, sulla base del bilancio consuntivo dell'INPS per l'anno 2005, trasferite alla gestione di cui all'articolo 37 della legge 9 marzo 1989, n. 88, e successive modificazioni, in eccedenza rispetto agli oneri per prestazioni e provvidenze varie, per un ammontare complessivo pari a 534 milioni di euro;

b) per l'anno 2006, sono utilizzate le seguenti risorse:

1) le somme che risultano, sulla base del bilancio consuntivo dell'INPS per l'anno 2005, trasferite alla gestione di cui all'articolo 37 della legge 9 marzo 1989, n. 88, e successive modificazioni, in eccedenza rispetto agli oneri per prestazioni e provvidenze varie, per un ammontare complessivo pari a 87,48 milioni di euro;

2) le risorse trasferite all'INPS ed accantonate presso la medesima gestione, come risultanti dal bilancio consuntivo dell'anno 2005 del medesimo Istituto, per un ammontare complessivo di 312,52 milioni di euro, in quanto non utilizzate per i rispettivi scopi.

393. Il termine previsto per gli adempimenti di cui al comma 3, lettere a) e b), dell'articolo 23 del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, è fissato in trenta giorni dalla data di pubblicazione del decreto di cui al comma 401. Il termine fissato dal comma 4 del medesimo articolo 23 del medesimo decreto legislativo n. 252 del 2005 è rideterminato in trentuno giorni dalla pubblicazione del decreto di cui al comma 401.

394. Con effetto dal 1o gennaio 2007, è istituito il «Fondo per l'erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile», le cui modalità di finanziamento rispondono al principio della ripartizione, ed è gestito, per conto dello Stato, dall'INPS su un apposito conto corrente aperto presso la tesoreria dello Stato. Il predetto Fondo garantisce ai lavoratori dipendenti del settore privato l'erogazione dei trattamenti di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile, per la quota corrispondente ai versamenti di cui al comma 395, secondo quanto previsto dal codice civile medesimo.

395. Con effetto sui periodi di paga decorrenti dal 1o gennaio 2007, al fine del finanziamento del Fondo di cui al comma 394, al medesimo Fondo affluisce un contributo pari alla quota di cui all'articolo 2120 del codice civile, al netto del contributo di cui all'articolo 3, ultimo comma, della legge 29 maggio 1982, n. 297, maturata a decorrere dalla predetta data e non destinata alle forme pensionistiche complementari di cui al decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252. Il predetto contributo è versato mensilmente dai datori di lavoro al Fondo di cui al comma 394, secondo le modalità stabilite con il decreto di cui al comma 396. Non sono tenuti al versamento del predetto contributo i datori di lavoro che abbiano alle proprie dipendenze meno di 50 addetti. La liquidazione del trattamento di fine rapporto e delle relative anticipazioni al lavoratore viene effettuata, sulla base di un'unica domanda, presentata dal lavoratore al proprio datore di lavoro, secondo le modalità stabilite con il decreto di cui al comma 396, dal Fondo di cui al comma 394, limitatamente alla quota corrispondente ai versamenti effettuati al Fondo medesimo, mentre per la parte rimanente resta a carico del datore di lavoro.

396. Le modalità di attuazione delle disposizioni dei commi 394 e 395 sono stabilite con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge.

397. Le risorse del Fondo di cui al comma 394, al netto delle prestazioni erogate, della valutazione dei maggiori oneri derivanti dall'esonero dal versamento del contributo di cui all'articolo 10, comma 2, del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, come modificato dal comma 400, e degli oneri conseguenti alle maggiori adesioni alle forme pensionistiche complementari derivanti dall'applicazione della presente disposizione, nonché dall'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 8 del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, come da ultimo sostituito dal comma 402, nonché degli oneri di cui al comma 401, sono destinate, nei limiti degli importi di cui all'elenco 1, al finanziamento dei relativi interventi, e in ogni caso nei limiti delle risorse accertate con il procedimento di cui al comma 398.

398. Con il procedimento di cui all'articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, sono trimestralmente accertate le risorse del Fondo di cui al comma 394, al netto delle prestazioni e degli oneri di cui al comma 397.

399. Gli stanziamenti relativi agli interventi di cui al comma 397, nei limiti degli importi di cui all'elenco 1, sono accantonati e possono essere utilizzati per gli importi accertati ai sensi del comma 398, con appositi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, subordinatamente alla decisione delle autorità statistiche comunitarie in merito al trattamento contabile del Fondo di cui al comma 394 e alla conseguente compatibilità degli effetti complessivi del medesimo comma 397 con gli impegni comunitari assunti in sede di valutazione del programma di stabilità dell'Italia.

400. All'articolo 10 del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) i commi da 1 a 3 sono sostituiti dai seguenti:

«1. Dal reddito d'impresa è deducibile un importo pari al quattro per cento dell'ammontare del TFR annualmente destinato a forme pensionistiche complementari e al Fondo per l'erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile; per le imprese con meno di 50 addetti tale importo è elevato al sei per cento.

2. Il datore di lavoro è esonerato dal versamento del contributo al Fondo di garanzia previsto dall'articolo 2 della legge 29 maggio 1982, n. 297, e successive modificazioni, nella stessa percentuale di TFR maturando conferito alle forme pensionistiche complementari e al Fondo per l'erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile.

3. Un'ulteriore compensazione dei costi per le imprese, conseguenti al conferimento del TFR alle forme pensionistiche complementari e al Fondo per l'erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile, è assicurata anche mediante una riduzione del costo del lavoro, attraverso una riduzione degli oneri impropri, correlata al flusso di TFR maturando conferito, nei limiti e secondo quanto stabilito dall'articolo 8 del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, e successive modificazioni»;

b) il comma 4 è abrogato.

401. Ai fini della realizzazione di campagne informative a cura della Presidenza del Consiglio dei ministri, d'intesa con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, intese a promuovere adesioni consapevoli alle forme pensionistiche complementari nonché per fare fronte agli oneri derivanti dall'attuazione delle connesse procedure di espressione delle volontà dei lavoratori di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, è autorizzata, per l'anno 2007, la spesa di 17 milioni di euro. Alla ripartizione delle predette somme si provvede con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale e con il Ministro dell'economia e delle finanze. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP), da emanare entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite le modalità di attuazione di quanto previsto dal predetto articolo 8 del decreto legislativo n. 252 del 2005, con particolare riferimento alle procedure di espressione della volontà del lavoratore circa la destinazione del trattamento di fine rapporto maturando, e dall'articolo 9 del medesimo decreto legislativo n. 252 del 2005.

402. Al decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) l'articolo 8 è sostituito dal seguente:

«Art. 8. - (Compensazioni alle imprese che conferiscono il TFR a forme pensionistiche complementari e al Fondo per l'erogazione del TFR). - 1. In relazione ai maggiori oneri finanziari sostenuti dai datori di lavoro per il versamento di quote di trattamento di fine rapporto (TFR) alle forme pensionistiche complementari ovvero al "Fondo per l'erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile" istituito presso la tesoreria dello Stato, a decorrere dal 1o gennaio 2008, è riconosciuto, in funzione compensativa, l'esonero dal versamento dei contributi sociali da parte degli stessi datori di lavoro dovuti alla gestione di cui all'articolo 24 della legge 9 marzo 1989, n. 88, per ciascun lavoratore, nella misura dei punti percentuali indicati nell'allegata tabella A, applicati nella stessa percentuale di TFR maturando conferito alle forme pensionistiche complementari e al predetto Fondo presso la tesoreria dello Stato. L'esonero contributivo di cui al presente comma si applica prioritariamente considerando, nell'ordine, i contributi dovuti per assegni familiari, per maternità e per disoccupazione e in ogni caso escludendo il contributo al Fondo di garanzia di cui all'articolo 2 della legge 29 maggio 1982, n. 297, nonché il contributo di cui all'articolo 25, quarto comma, della legge 21 dicembre 1978, n. 845. Qualora l'esonero di cui al presente comma non trovi capienza, con riferimento ai contributi effettivamente dovuti dal datore di lavoro, per il singolo lavoratore, alla gestione di cui al citato articolo 24 della legge 9 marzo 1989, n. 88, l'importo differenziale è trattenuto, a titolo di esonero contributivo, dal datore di lavoro sull'ammontare complessivo dei contributi dovuti all'INPS medesimo. L'onere derivante dal presente comma è valutato in 414 milioni di euro per l'anno 2008 e in 460 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009»;

b) alla tabella A, le parole: «prevista dall'articolo 8, comma 2» sono sostituite dalle seguenti: «prevista dall'articolo 8, comma 1».

403. Con effetto dal 1o gennaio 2007, le aliquote contributive per il finanziamento delle gestioni pensionistiche dei lavoratori artigiani e commercianti iscritti alle gestioni autonome dell'INPS sono stabilite in misura pari al 19,5 per cento. A decorrere dal 1o gennaio 2008, le predette aliquote sono elevate al 20 per cento.

404. Con effetto dal 1o gennaio 2007, l'aliquota contributiva di finanziamento per gli iscritti all'assicurazione generale obbligatoria ed alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, è elevata dello 0,3 per cento, per la quota a carico del lavoratore. In conseguenza del predetto incremento, le aliquote di cui al presente comma non possono comunque superare, nella somma delle quote dovute dal lavoratore e dal datore di lavoro, il 33 per cento.

405. Con effetto dal 1o gennaio 2007, l'aliquota contributiva pensionistica per gli iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, che non risultino assicurati presso altre forme obbligatorie, e la relativa aliquota contributiva per il computo delle prestazioni pensionistiche sono stabilite in misura pari al 23 per cento. Con effetto dalla medesima data per i rimanenti iscritti alla predetta gestione l'aliquota contributiva pensionistica e la relativa aliquota contributiva per il computo delle prestazioni pensionistiche sono stabilite in misura pari al 16 per cento.

406. Con effetto sui periodi contributivi maturati a decorrere dal 1o gennaio 2007 la contribuzione dovuta dai datori di lavoro per gli apprendisti artigiani e non artigiani è complessivamente rideterminata nel 10 per cento della retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, è stabilita la ripartizione del predetto contributo tra le gestioni previdenziali interessate. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano anche con riferimento agli obblighi contributivi previsti dalla legislazione vigente in misura pari a quella degli apprendisti. Con riferimento ai periodi contributivi di cui al presente comma viene meno per le regioni l'obbligo del pagamento delle somme occorrenti per le assicurazioni in favore degli apprendisti artigiani di cui all'articolo 16 della legge 21 dicembre 1978, n. 845. Per i datori di lavoro che occupano alle dipendenze un numero di addetti pari o inferiore a nove la predetta complessiva aliquota del 10 per cento a carico dei medesimi datori di lavoro è ridotta in ragione dell'anno di vigenza del contratto e limitatamente ai soli contratti di apprendistato di 8,5 punti percentuali per i periodi contributivi maturati nel primo anno di contratto e di 7 punti percentuali per i periodi contributivi maturati nel secondo anno di contratto, restando fermo il livello di aliquota del 10 per cento per i periodi contributivi maturati negli anni di contratto successivi al secondo. A decorrere dal 1o gennaio 2007 ai lavoratori assunti con contratto di apprendistato ai sensi del capo I del titolo VI del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni, sono estese le disposizioni in materia di indennità giornaliera di malattia secondo la disciplina generale prevista per i lavoratori subordinati e la relativa contribuzione è stabilita con il decreto di cui al secondo periodo del presente comma.

407. A decorrere dal 1o gennaio 2007 e per un periodo di tre anni, sui trattamenti pensionistici corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie, i cui importi superino complessivamente un importo pari a 5.000 euro mensili, rivalutato annualmente nella misura stabilita dall'articolo 38, comma 5, lettera d), della legge 28 dicembre 2001, n. 448, è dovuto sull'importo eccedente il predetto limite mensile un contributo di solidarietà nella misura del 3 per cento, destinato al finanziamento della gestione pensionistica di riferimento. Al predetto importo complessivo concorrono anche i trattamenti integrativi percepiti dai soggetti nei cui confronti trovano applicazione le forme pensionistiche che garantiscono prestazioni definite in aggiunta o ad integrazione del trattamento pensionistico obbligatorio, ivi comprese quelle di cui al decreto legislativo 16 settembre 1996, n. 563, al decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, e successive modificazioni, e al decreto legislativo 20 novembre 1990, n. 357, nonché le forme pensionistiche che assicurano comunque prestazioni complementari al trattamento di base ai dipendenti pubblici, inclusi quelli alle dipendenze delle regioni a statuto speciale e degli enti di cui alla legge 20 marzo 1975, n. 70, e successive modificazioni, ivi compresa la gestione speciale ad esaurimento di cui all'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica 20 dicembre 1979, n. 761, nonché le gestioni di previdenza per il personale addetto alle imposte di consumo, per il personale dipendente dalle aziende private del gas e per il personale addetto alle esattorie e alle ricevitorie delle imposte dirette, prestazioni complementari al trattamento di base. Ai fini del prelievo del contributo di solidarietà è preso a riferimento il trattamento pensionistico complessivo lordo per l'anno considerato. L'INPS, sulla base dei dati che risultano dal Casellario centrale dei pensionati, istituito con decreto del Presidente della Repubblica 31 dicembre 1971, n. 1388, e successive modificazioni, è tenuto a fornire a tutti gli enti interessati i necessari elementi per il prelievo del contributo di solidarietà, secondo modalità proporzionali ai trattamenti erogati.

408. L'articolo 5, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1968, n. 488, e successive modificazioni, si interpreta nel senso che, in caso di trasferimento presso l'assicurazione generale obbligatoria italiana dei contributi versati ad enti previdenziali di Paesi esteri in conseguenza di convenzioni ed accordi internazionali di sicurezza sociale, la retribuzione pensionabile relativa ai periodi di lavoro svolto nei Paesi esteri è determinata moltiplicando l'importo dei contributi trasferiti per cento e dividendo il risultato per l'aliquota contributiva per invalidità, vecchiaia e superstiti in vigore nel periodo cui i contributi si riferiscono. Sono fatti salvi i trattamenti pensionistici più favorevoli già liquidati alla data di entrata in vigore della presente legge.

409. Con riferimento alla gestione di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, sono ridotti con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, su delibera del consiglio di amministrazione dell'INAIL, i premi per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, nel limite complessivo di un importo pari a 100 milioni di euro per l'anno 2007.

410. Con effetto dal 1o gennaio 2008, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, su delibera del consiglio di amministrazione dell'INAIL, è stabilita con riferimento alla gestione di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, la riduzione dei premi per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, nel limite complessivo di un importo pari alle risorse originate da un tasso di incremento del gettito contributivo complessivo relativo alla gestione unitaria dell'ente accertato in sede di bilancio consuntivo per l'anno 2007 superiore al tasso di variazione nominale del prodotto interno lordo indicato per il medesimo anno nella Relazione previsionale e programmatica per l'anno 2007 e, comunque, per un importo non superiore a 300 milioni di euro.

411. All'articolo 16 della legge 30 dicembre 1991, n. 412, al comma 6, primo periodo, dopo le parole: «sulla domanda» sono inserite le seguenti: «, laddove quest'ultima risulti completa di tutti gli atti, documenti ed altri elementi necessari per l'avvio del procedimento, salvi i documenti attestanti atti, fatti, qualità e stati soggettivi, già in possesso della pubblica amministrazione procedente o di altre pubbliche amministrazioni acquisibili d'ufficio ai sensi e per gli effetti dell'articolo 18, comma 2, della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni. Nel caso in cui la domanda risulti incompleta, gli interessi legali ed altri oneri accessori decorrono dalla data del suo perfezionamento. Gli enti indicano preventivamente attraverso idonei strumenti di pubblicità l'elenco completo della documentazione necessaria al fine dell'esame della domanda».

412. A decorrere dal 1o gennaio 2007, gli interessi legali di cui all'articolo 16, comma 6, della legge 30 dicembre 1991, n. 412, come modificato dal comma 411 sulle prestazioni di disoccupazione con requisiti normali e con requisiti ridotti in agricoltura, decorrono dal termine per la pubblicazione degli elenchi nominativi annuali degli operai agricoli di cui all'articolo 9-quinquies, comma 3, del decreto-legge 1o ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608, e successive modificazioni.

413. Il comma 4 dell'articolo 01 del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, si interpreta nel senso che per i soggetti di cui all'articolo 8 della legge 12 marzo 1968, n. 334, e per gli iscritti alla gestione dei coltivatori diretti, coloni e mezzadri continuano a trovare applicazione le disposizioni recate dall'articolo 28 del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1968, n. 488, e dall'articolo 7 della legge 2 agosto 1990, n. 233.

414. Al comma 5 dell'articolo 01 del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, le parole: «e assimilati» sono soppresse.

415. A decorrere dal 1o gennaio 2007, ai lavoratori a progetto e categorie assimilate iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, è corrisposta un'indennità giornaliera di malattia a carico dell'INPS entro il limite massimo di venti giorni nell'arco dell'anno solare, con esclusione degli eventi morbosi di durata inferiore a quattro giorni. Per la predetta prestazione si applicano i requisiti contributivi e reddituali previsti per la corresponsione dell'indennità di degenza ospedaliera a favore dei lavoratori iscritti alla gestione separata. La misura della predetta prestazione è pari al 50 per cento dell'importo corrisposto a titolo di indennità per degenza ospedaliera previsto dalla normativa vigente per tale categoria di lavoratori. Resta fermo, in caso di degenza ospedaliera, il limite massimo indennizzabile di centottanta giorni nell'arco dell'anno solare. Per la certificazione e l'attestazione dello stato di malattia che dia diritto alla predetta indennità si applicano le disposizioni di cui all'articolo 2 del decreto-legge 30 dicembre 1979, n. 663, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 febbraio 1980, n. 33, e successive modificazioni. Ai lavoratori di cui al presente comma si applicano le disposizioni in materia di fasce orarie di reperibilità e di controllo dello stato di malattia di cui all'articolo 5, comma 14, del decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 1983, n. 638, e successive modificazioni. Ai lavoratori di cui al presente comma, che abbiano titolo all'indennità di maternità, è corrisposto per gli eventi di parto verificatisi a decorrere dal 1o gennaio 2007 un trattamento economico per congedo parentale, limitatamente ad un periodo di tre mesi entro il primo anno di vita del bambino, la cui misura è pari al 30 per cento del reddito preso a riferimento per la corresponsione dell'indennità di maternità. Le disposizioni di cui al precedente periodo si applicano anche nei casi di adozione o affidamento per ingressi in famiglia con decorrenza dal 1o gennaio 2007. Le prestazioni di cui al presente comma sono finanziate a valere sul contributo previsto dall'articolo 84 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151.

416. La facoltà di riscatto dei periodi di aspettativa per motivi di famiglia di cui all'articolo 4, comma 2, della legge 8 marzo 2000, n. 53, è estesa anche ai periodi antecedenti al 31 dicembre 1996.

417. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità di attuazione della disposizione di cui al comma 415. Con il medesimo decreto sono adeguate le tabelle emanate per l'applicazione dell'articolo 13 della legge 12 agosto 1962, n. 1338.

418. All'articolo 64, comma 2, del testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) le parole da: «con decreto del Ministro del lavoro» fino a: «provvedimento» sono soppresse;

b) dopo il secondo periodo è inserito il seguente: «Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, è disciplinata l'applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 17 e 22 nei limiti delle risorse rinvenienti dallo specifico gettito contributivo, da determinare con il medesimo decreto».

419. Per garantire il rispetto degli obblighi comunitari e la realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2007-2009, in attuazione del protocollo di intesa tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per un patto nazionale per la salute sul quale la Conferenza delle regioni e delle province autonome, nella riunione del 28 settembre 2006, ha espresso la propria condivisione:

a) il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, cui concorre ordinariamente lo Stato, è determinato in 96.000 milioni di euro per l'anno 2007, in 99.042 milioni di euro per l'anno 2008 e in 102.245 milioni di euro per l'anno 2009, comprensivi dell'importo di 50 milioni di euro, per ciascuno degli anni indicati, a titolo di ulteriore finanziamento a carico dello Stato per l'ospedale «Bambino Gesù». All'articolo 1, comma 278, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: «a decorrere dall'anno 2006» sono sostituite dalle seguenti: «limitatamente all'anno 2006»;

b) è istituito per il triennio 2007-2009, un Fondo transitorio di 1.000 milioni di euro per l'anno 2007, di 850 milioni di euro per l'anno 2008 e di 700 milioni di euro per l'anno 2009, la cui ripartizione tra le regioni interessate da elevati disavanzi è disposta con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. L'accesso alle risorse del Fondo di cui alla presente lettera è subordinato alla sottoscrizione di apposito accordo ai sensi dell'articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, comprensivo di un piano di rientro dai disavanzi. Il piano di rientro deve contenere sia le misure di riequilibrio del profilo erogativo dei livelli essenziali di assistenza, per renderlo conforme a quello desumibile dal vigente Piano sanitario nazionale e dal vigente decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di fissazione dei medesimi livelli essenziali di assistenza, sia le misure necessarie all'azzeramento del disavanzo entro il 2010, sia gli obblighi e le procedure previsti dall'articolo 8 dell'intesa 23 marzo 2005 sancita dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, pubblicata nel supplemento ordinario n. 83 alla Gazzetta Ufficiale n. 105 del 7 maggio 2005. Tale accesso presuppone che sia scattata formalmente in modo automatico o che sia stato attivato l'innalzamento ai livelli massimi dell'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche e dell'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive. Qualora nel procedimento di verifica annuale del piano si prefiguri il mancato rispetto di parte degli obiettivi intermedi di riduzione del disavanzo contenuti nel piano di rientro, la regione interessata può proporre misure equivalenti che devono essere approvate dai Ministeri della salute e dell'economia e delle finanze. In ogni caso l'accertato verificarsi del mancato raggiungimento degli obiettivi intermedi comporta che, con riferimento all'anno d'imposta dell'esercizio successivo, l'addizionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche e l'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive si applicano oltre i livelli massimi previsti dalla legislazione vigente fino all'integrale copertura dei mancati obiettivi. Qualora invece sia verificato che il rispetto degli obiettivi intermedi è stato conseguito con risultati ottenuti quantitativamente migliori, la regione interessata può ridurre, con riferimento all'anno d'imposta dell'esercizio successivo, l'addizionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche e l'aliquota dell'imposta regionale sulle attività produttive per la quota corrispondente al miglior risultato ottenuto. Gli interventi individuati dai programmi operativi di riorganizzazione, qualificazione o di potenziamento del servizio sanitario regionale, necessari per il perseguimento dell'equilibrio economico, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza, oggetto degli accordi di cui all'articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, come integrati dagli accordi di cui all'articolo 1, commi 278 e 281, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, sono vincolanti per la regione che ha sottoscritto l'accordo e le determinazioni in esso previste possono comportare effetti di variazione dei provvedimenti normativi ed amministrativi già adottati dalla medesima regione in materia di programmazione sanitaria;

c) all'articolo 1, comma 174, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, le parole: «all'anno d'imposta 2006» sono sostituite dalle seguenti: «agli anni di imposta 2006 e successivi». Il procedimento per l'accertamento delle risultanze contabili regionali, ai fini dell'avvio delle procedure di cui al citato articolo 1, comma 174, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, è svolto dal Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti di cui all'articolo 12 della citata intesa 23 marzo 2005;

d) al fine di consentire in via anticipata l'erogazione del finanziamento a carico dello Stato:

1) in deroga a quanto stabilito dall'articolo 13, comma 6, del decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56, il Ministero dell'economia e delle finanze, per gli anni 2007, 2008 e 2009, è autorizzato a concedere alle regioni a statuto ordinario anticipazioni con riferimento alle somme indicate alla lettera a) del presente comma da accreditare sulle contabilità speciali di cui al comma 6 dell'articolo 66 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, in essere presso le tesorerie provinciali dello Stato, nella misura pari al 97 per cento delle somme dovute alle regioni a statuto ordinario a titolo di finanziamento della quota indistinta del fabbisogno sanitario, quale risulta dall'intesa espressa, ai sensi delle norme vigenti, dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sulla ripartizione delle disponibilità finanziarie complessive destinate al finanziamento del Servizio sanitario nazionale per i medesimi anni;

2) per gli anni 2007, 2008 e 2009, il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato a concedere alla regione Sicilia anticipazioni nella misura pari al 97 per cento delle somme dovute a tale regione a titolo di finanziamento della quota indistinta, quale risulta dall'intesa espressa, ai sensi delle norme vigenti, dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sulla ripartizione delle disponibilità finanziarie complessive destinate al finanziamento del Servizio sanitario nazionale per i medesimi anni, al netto delle entrate proprie e delle partecipazioni della medesima regione;

3) alle regioni che abbiano superato tutti gli adempimenti dell'ultima verifica effettuata dal Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti di cui all'articolo 12 della citata intesa 23 marzo 2005, si riconosce la possibilità di un incremento di detta percentuale compatibilmente con gli obblighi di finanza pubblica;

4) all'erogazione dell'ulteriore 3 per cento nei confronti delle singole regioni si provvede a seguito dell'esito positivo della verifica degli adempimenti previsti dalla vigente normativa e dalla presente legge;

5) nelle more dell'intesa espressa, ai sensi delle norme vigenti, dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sulla ripartizione delle disponibilità finanziarie complessive destinate al finanziamento del Servizio sanitario nazionale, le anticipazioni sono commisurate al livello del finanziamento corrispondente a quello previsto dal riparto per l'anno 2006, quale risulta dall'intesa espressa dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, e incrementato, a decorrere dall'anno 2008, sulla base del tasso di crescita del prodotto interno lordo nominale programmato;

6) sono autorizzati, in sede di conguaglio, eventuali recuperi necessari anche a carico delle somme a qualsiasi titolo spettanti alle regioni per gli esercizi successivi;

7) sono autorizzate, a carico di somme a qualsiasi titolo spettanti, le compensazioni degli importi a credito e a debito di ciascuna regione e provincia autonoma, connessi alla mobilità sanitaria interregionale di cui all'articolo 12, comma 3, lettera b), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, nonché alla mobilità sanitaria internazionale di cui all'articolo 18, comma 7, dello stesso decreto legislativo n. 502 del 1992, e successive modificazioni. I predetti importi sono definiti dal Ministero della salute di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano;

e) ai fini della copertura dei disavanzi pregressi nel settore sanitario, cumulativamente registrati e certificati fino all'anno 2005, al netto per l'anno 2005 della copertura derivante dall'incremento automatico delle aliquote, di cui all'articolo 1, comma 174, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, come da ultimo modificato dalla lettera c) del presente comma, per le regioni che, al fine della riduzione strutturale del disavanzo, sottoscrivono l'accordo richiamato alla lettera b) del presente comma e accedono al Fondo transitorio di cui alla medesima lettera b), risultano idonei criteri di copertura a carattere pluriennale derivanti da specifiche entrate certe e vincolate, in sede di verifica degli adempimenti del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti di cui all'articolo 12 della citata intesa 23 marzo 2005;

f) per gli anni 2007 e seguenti sono confermate le misure di contenimento della spesa farmaceutica assunte dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ai fini del rispetto dei tetti stabiliti dall'articolo 48, comma 1, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, con le deliberazioni del consiglio di amministrazione n. 34 del 22 dicembre 2005, n. 18 dell'8 giugno 2006, n. 21 del 21 giugno 2006, n. 25 del 20 settembre 2006 e n. 26 del 27 settembre 2006, salvo rideterminazioni delle medesime da parte dell'AIFA stessa sulla base del monitoraggio degli andamenti effettivi della spesa;

g) nei confronti delle regioni che abbiano comunque garantito la copertura degli eventuali relativi disavanzi, è consentito l'accesso agli importi di cui all'articolo 1, comma 181, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, con riferimento alla spesa farmaceutica registrata negli esercizi 2005 e 2006 anche alle seguenti condizioni:

1) con riferimento al superamento del tetto del 13 per cento, per la spesa farmaceutica convenzionata, in assenza del rispetto dell'obbligo regionale di contenimento della spesa per la quota a proprio carico, con le misure di cui all'articolo 5 del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, l'avvenuta applicazione, entro la data del 28 febbraio 2007, nell'ambito della procedura di cui all'articolo 1, comma 174, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, come da ultimo modificato dalla lettera c) del presente comma, di una quota fissa per confezione di importo idoneo a garantire l'integrale contenimento del 40 per cento;

2) con riferimento al superamento della soglia del 3 per cento, per la spesa farmaceutica non convenzionata, in assenza del rispetto dell'obbligo regionale di contenimento della spesa per la quota a proprio carico, l'avvenuta presentazione, da parte della regione interessata, entro la data del 28 febbraio 2007, ai Ministeri della salute e dell'economia e delle finanze di un Piano di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera, che contenga interventi diretti al controllo dei farmaci innovativi, al monitoraggio dell'uso appropriato degli stessi e degli appalti per l'acquisto dei farmaci, la cui idoneità deve essere verificata congiuntamente nell'ambito del Comitato paritetico permanente per la verifica dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza e del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti di cui alla citata intesa 23 marzo 2005;

h) all'articolo 1, comma 28, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, sono apportate le seguenti modificazioni:

1) il secondo periodo è sostituito dal seguente: «I percorsi diagnostico-terapeutici sono costituiti dalle linee-guida di cui all'articolo 1, comma 283, terzo periodo, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, nonché da percorsi definiti ed adeguati periodicamente con decreto del Ministro della salute, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, su proposta del Comitato strategico del Sistema nazionale linee-guida, di cui al decreto del Ministro della salute 30 giugno 2004, integrato da un rappresentante della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri»;

2) al terzo periodo, le parole: «Il Ministro della sanità» sono sostituite dalle seguenti: «Il Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,» e dopo le parole: «di Trento e di Bolzano,» sono inserite le seguenti: «entro il 31 marzo 2007,»;

i) ai fini del programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico, l'importo fissato dall'articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, e successive modificazioni, come rideterminato dall'articolo 83, comma 3, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, è elevato a 20 miliardi di euro, fermo restando, per la sottoscrizione di accordi di programma con le regioni e l'assegnazione di risorse agli altri enti del settore sanitario interessati, il limite annualmente definito in base alle effettive disponibilità di bilancio. Il maggior importo di cui al presente comma è vincolato per 500 milioni di euro alla riqualificazione strutturale e tecnologica dei servizi di radiodiagnostica e di radioterapia di interesse oncologico con prioritario riferimento alle regioni meridionali ed insulari, per 100 milioni di euro ad interventi per la realizzazione di strutture residenziali dedicate alle cure palliative con prioritario riferimento alle regioni che abbiano completato il programma realizzativo di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 28 dicembre 1998, n. 450, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1999, n. 39, e che abbiano avviato programmi di assistenza domiciliare nel campo delle cure palliative, per 100 milioni di euro all'implementazione e all'ammodernamento dei sistemi informatici delle aziende sanitarie ed ospedaliere e all'integrazione dei medesimi con i sistemi informativi sanitari delle regioni e per 100 milioni di euro per strutture di assistenza odontoiatrica. Il riparto fra le regioni del maggiore importo di cui alla presente lettera è effettuato con riferimento alla valutazione dei bisogni relativi ai seguenti criteri e linee prioritarie:

1) innovazione tecnologica delle strutture del Servizio sanitario nazionale, con particolare riferimento alla diagnosi e terapia nel campo dell'oncologia e delle malattie rare;

2) superamento del divario Nord-Sud;

3) possibilità per le regioni che abbiano già realizzato la programmazione pluriennale, di attivare una programmazione aggiuntiva;

4) messa a norma delle strutture pubbliche ai sensi dell'atto di indirizzo e coordinamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997, pubblicato nel supplemento ordinario n. 37 alla Gazzetta Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 1997;

5) premialità per le regioni sulla base della tempestività e della qualità di interventi di ristrutturazione edilizia e ammodernamento tecnologico già eseguiti per una quota pari al 10 per cento;

l) fatto salvo quanto previsto in materia di aggiornamento dei tariffari delle prestazioni sanitarie dall'articolo 1, comma 170, quarto periodo, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, come modificato dalla presente lettera, a partire dalla data di entrata in vigore della presente legge le strutture private accreditate, ai fini della remunerazione delle prestazioni rese per conto del Servizio sanitario nazionale, praticano uno sconto pari al 2 per cento degli importi indicati per le prestazioni specialistiche dal decreto del Ministro della sanità 22 luglio 1996, pubblicato nel supplemento ordinario n. 150 alla Gazzetta Ufficiale n. 216 del 14 settembre 1996, e pari al 20 per cento degli importi indicati per le prestazioni di diagnostica di laboratorio dal medesimo decreto. Fermo restando il predetto sconto, le regioni provvedono, entro il 28 febbraio 2007, ad approvare un piano di riorganizzazione della rete delle strutture pubbliche e private accreditate eroganti prestazioni specialistiche e di diagnostica di laboratorio, al fine dell'adeguamento degli standard organizzativi e di personale coerenti con i processi di incremento dell'efficienza resi possibili dal ricorso a metodiche automatizzate. All'articolo 1, comma 170, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, sentite le società scientifiche e le associazioni di categoria interessate»;

m) a decorrere dal 1o gennaio 2007, per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale gli assistiti non esentati dalla quota di partecipazione al costo sono tenuti al pagamento di una quota fissa sulla ricetta pari a 10 euro. Per le prestazioni erogate in regime di pronto soccorso ospedaliero non seguite da ricovero, la cui condizione è stata codificata come codici bianco e verde, ad eccezione di quelli afferenti al pronto soccorso a seguito di traumatismi ed avvelenamenti acuti, gli assistiti non esenti sono tenuti al pagamento di una quota fissa pari a 25 euro. La quota fissa per le prestazioni erogate in regime di pronto soccorso non è, comunque, dovuta dagli assistiti non esenti di età inferiore a 14 anni;

n) all'articolo 1, comma 292, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, la lettera a) è sostituita dalla seguente:

«a) con le procedure di cui all'articolo 54 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, si provvede, entro il 28 febbraio 2007, alla modificazione degli allegati al citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, e successive modificazioni, di definizione dei livelli essenziali di assistenza, finalizzata all'inserimento, nell'elenco delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, di prestazioni già erogate in regime di ricovero ospedaliero, nonché alla integrazione e modificazione delle soglie di appropriatezza per le prestazioni di ricovero ospedaliero in regime di ricovero ordinario diurno»;

o) a decorrere dal 1o gennaio 2007, i cittadini, anche se esenti dalla partecipazione alla spesa sanitaria, che non abbiano ritirato i risultati di visite o esami diagnostici e di laboratorio sono tenuti al pagamento per intero della prestazione usufruita, con le modalità più idonee al recupero delle somme dovute stabilite dai provvedimenti regionali;

p) a decorrere dal 1o gennaio 2008, cessano i transitori accreditamenti delle strutture private già convenzionate, ai sensi dell'articolo 6, comma 6, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, non confermati da accreditamenti provvisori o definitivi disposti ai sensi dell'articolo 8-quater del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni;

q) le regioni provvedono ad adottare provvedimenti finalizzati a garantire che dal 1o gennaio 2010 cessino gli accreditamenti provvisori delle strutture private, di cui all'articolo 8-quater, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, non confermati dagli accreditamenti definitivi di cui all'articolo 8-quater, comma 1, del medesimo decreto legislativo n. 502 del 1992;

r) le regioni provvedono ad adottare provvedimenti finalizzati a garantire che, a decorrere dal 1o gennaio 2008, non possano essere concessi nuovi accreditamenti, ai sensi dell'articolo 8-quater del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, in assenza di un provvedimento regionale di ricognizione e conseguente determinazione, ai sensi del comma 8 del medesimo articolo 8-quater del decreto legislativo n. 502 del 1992. Il provvedimento di ricognizione è trasmesso al Comitato paritetico permanente per la verifica dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza di cui all'articolo 9 della citata intesa 23 marzo 2005. Per le regioni impegnate nei piani di rientro previsti dall'accordo di cui alla lettera b), le date del 1o gennaio 2008 di cui alla presente lettera e alla lettera p) sono anticipate al 1o luglio 2007 limitatamente alle regioni nelle quali entro il 31 maggio 2007 non si sia provveduto ad adottare o ad aggiornare, adeguandoli alle esigenze di riduzione strutturale dei disavanzi, i provvedimenti di cui all'articolo 8-quinquies, commi 1 e 2, del citato decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni;

s) il Ministero della salute, avvalendosi della Commissione unica sui dispositivi medici e della collaborazione istituzionale dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali, individua, entro il 31 gennaio 2007, tipologie di dispositivi per il cui acquisto la corrispondente spesa superi il 50 per cento della spesa complessiva dei dispositivi medici registrata per il Servizio sanitario nazionale. Fermo restando quanto previsto dal comma 5 dell'articolo 57 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e dal numero 2) della lettera a) del comma 409 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, entro il 30 aprile 2007, con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono stabiliti i prezzi dei dispositivi individuati ai sensi della presente lettera, da assumere, con decorrenza dal 1o maggio 2007, come base d'asta per le forniture del Servizio sanitario nazionale. I prezzi sono stabiliti tenendo conto dei più bassi prezzi unitari di acquisto da parte del Servizio sanitario nazionale risultanti dalle informazioni in possesso degli osservatori esistenti e di quelle rese disponibili dall'ottemperanza al disposto del successivo periodo della presente lettera. Entro il 15 marzo 2007 le regioni trasmettono al Ministero della salute - Direzione generale dei farmaci e dei dispositivi medici, anche per il tramite dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali, i prezzi unitari corrisposti dalle aziende sanitarie nel corso del biennio 2005-2006; entro la stessa data le aziende che producono o commercializzano in Italia dispositivi medici trasmettono alla predetta Direzione generale, sulla base di criteri stabiliti con decreto del Ministro della salute, i prezzi unitari relativi alle forniture effettuate alle aziende sanitarie nel corso del medesimo biennio. Nelle gare in cui la fornitura di dispositivi medici è parte di una più ampia fornitura di beni e servizi, l'offerente deve indicare in modo specifico il prezzo unitario di ciascun dispositivo e i dati identificativi dello stesso. Il Ministero della salute, avvalendosi della Commissione unica sui dispositivi medici e della collaborazione istituzionale dell'Istituto superiore di sanità e dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali, promuove la realizzazione, sulla base di una programmazione annuale, di studi sull'appropriatezza dell'impiego di specifiche tipologie di dispositivi medici, anche mediante comparazione dei costi rispetto ad ipotesi alternative. I risultati degli studi sono pubblicati sul sito INTERNET del Ministero della salute;

t) la disposizione di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94, non è applicabile al ricorso a terapie farmacologiche a carico del Servizio sanitario nazionale, che, nell'ambito dei presìdi ospedalieri o di altre strutture e interventi sanitari, assuma carattere diffuso e sistematico e si configuri, al di fuori delle condizioni di autorizzazione all'immissione in commercio, quale alternativa terapeutica rivolta a pazienti portatori di patologie per le quali risultino autorizzati farmaci recanti specifica indicazione al trattamento. Il ricorso a tali terapie è consentito solo nell'ambito delle sperimentazioni cliniche dei medicinali di cui al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 211. In caso di ricorso improprio si applicano le disposizioni di cui all'articolo 3, commi 4 e 5, del citato decreto-legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94. Le regioni provvedono ad adottare entro il 28 febbraio 2007 disposizioni per le aziende sanitarie locali, per le aziende ospedaliere, per le aziende ospedaliere universitarie e per gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico volte alla individuazione dei responsabili dei procedimenti applicativi delle disposizioni di cui alla presente lettera, anche sotto il profilo della responsabilità amministrativa per danno erariale. Fino alla data di entrata in vigore delle disposizioni regionali di cui alla presente lettera, tale responsabilità è attribuita al direttore sanitario delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere, delle aziende ospedaliere universitarie e degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.

420. Il finanziamento del Servizio sanitario nazionale cui concorre lo Stato è incrementato per l'anno 2006 di 2.000 milioni di euro. Tale importo è ripartito fra le regioni con i medesimi criteri adottati per lo stesso anno, salvo diversa proposta di riparto elaborata dalle regioni da trasmettere al Ministero della salute e al Ministero dell'economia e delle finanze entro il 15 gennaio 2007.

421. Al secondo periodo del comma 289 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: «per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008» sono sostituite dalle seguenti: «per l'anno 2006 e di 7 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2007».

422. Con le modalità di cui all'articolo 1, comma 9, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, su proposta del Ministro della salute, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, è modificato il Piano sanitario nazionale 2006-2008, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2006, pubblicato nel supplemento ordinario n. 149 alla Gazzetta Ufficiale n. 139 del 17 giugno 2006, al fine di armonizzarne i contenuti e la tempistica al finanziamento complessivo del Servizio sanitario nazionale per il triennio 2007-2009.

423. Il prezzo al pubblico dei medicinali non soggetti a prescrizione medica disciplinati dall'articolo 96 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, è stabilito da ciascun titolare di farmacia o di esercizio di vendita previsto dall'articolo 5 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248. Il prezzo deve essere chiaramente reso noto al pubblico nel punto di vendita, mediante listini o altre equivalenti modalità. Nei confronti dei medicinali predetti cessano di applicarsi le disposizioni di cui all'articolo 73, comma 1, lettera r), del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, all'articolo 85, comma 25, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e all'articolo 1, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge 27 maggio 2005, n. 87, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 luglio 2005, n. 149.

424. Fino al 31 dicembre 2007, le farmacie e gli altri esercizi al dettaglio non possono vendere i medicinali di cui al comma 423 a un prezzo superiore al prezzo massimo di vendita in vigore al 31 dicembre 2006, pubblicato sul sito INTERNET dell'AIFA. Per lo stesso periodo, fino al 31 dicembre 2007 le aziende farmaceutiche titolari dell'autorizzazione all'immissione in commercio nella cessione dei prodotti al dettagliante devono assicurare un margine non inferiore al 25 per cento calcolato sul prezzo massimo di vendita di cui al periodo precedente.

425. Sul prezzo massimo di vendita di cui al comma 424 è calcolato, fino al 31 dicembre 2007, lo sconto minimo cui hanno diritto, ai sensi della normativa vigente, gli ospedali e le altre strutture del Servizio sanitario nazionale che acquistano i medicinali di cui al comma 423 dai produttori e dai titolari dell'autorizzazione all'immissione in commercio.

426. Il prezzo di vendita al pubblico dei medicinali soggetti a prescrizione medica appartenenti alla classe c) di cui all'articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, stabilito dai titolari dell'autorizzazione all'immissione in commercio ai sensi dell'articolo 1, comma 3, del decreto-legge 27 maggio 2005, n. 87, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 luglio 2005, n. 149, non può essere superiore, per l'anno 2007, al prezzo in vigore nel 2006, aumentato sulla base delle variazioni dell'indice ISTAT sul costo della vita relative al periodo dicembre 2005-dicembre 2006.

427. Al fine di rimuovere gli squilibri sanitari connessi alla disomogenea distribuzione registrabile tra le varie realtà regionali nelle attività realizzative del Piano sanitario nazionale, per il triennio 2007, 2008 e 2009 è istituito un Fondo per il cofinanziamento dei progetti attuativi del Piano sanitario nazionale nonché per il cofinanziamento di analoghi progetti da parte delle regioni Valle d'Aosta e Friuli- Venezia Giulia e delle province autonome di Trento e di Bolzano.

428. L'importo annuale del Fondo di cui al comma 427 è stabilito in 65,5 milioni di euro, di cui 5 milioni per iniziative nazionali realizzate dal Ministero della salute e 60,5 milioni da assegnare alle regioni ed alle province autonome di Trento e di Bolzano, con decreto del Ministro della salute, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, per l'integrazione ed il cofinanziamento dei progetti regionali in materia di:

a) sperimentazione del modello assistenziale case della salute, per 10 milioni di euro;

b) iniziative per la salute della donna ed iniziative a favore delle gestanti, della partoriente e del neonato, per 10 milioni di euro;

c) malattie rare, per 30 milioni di euro;

d) implementazione della rete delle unità spinali unipolari, per 10,5 milioni di euro.

429. L' importo di 60,5 milioni di euro di cui al comma 428 è assegnato con decreto del Ministro della salute, su proposta del Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, di cui all'articolo 9 dell'intesa 23 marzo 2005 sancita dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, pubblicata nel supplemento ordinario n. 83 alla Gazzetta Ufficiale n. 105 del 7 maggio 2005, alle regioni che abbiano presentato i progetti attuativi del Piano sanitario nazionale contenenti linee di intervento relative alle materie di cui al comma 428, coerenti con linee progettuali previamente indicate con decreto del Ministro della salute.

430. Per il proseguimento dell'intervento speciale per la diffusione degli screening oncologici di cui all'articolo 2-bis del decreto-legge 29 marzo 2004, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2004, n. 138, è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro per l'anno 2007 e 18 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, per la concessione da parte del Ministero della salute di finanziamenti finalizzati alle regioni meridionali ed insulari.

431. All'articolo 50 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 3, terzo periodo, dopo le parole: «accertamenti specialistici prescritti» sono aggiunte le seguenti: «ovvero dei dispositivi di assistenza protesica e di assistenza integrativa»;

b) al comma 5, primo periodo, dopo le parole: «presidi di specialistica ambulatoriale» sono inserite le seguenti: «, delle strutture per l'erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza integrativa»;

c) dopo il comma 5 sono inseriti i seguenti:

«5-bis. Per le finalità di cui al comma 1, a partire dal 1o luglio 2007, il Ministero dell'economia e delle finanze rende disponibile il collegamento in rete dei medici del SSN di cui al comma 2, in conformità alle regole tecniche concernenti il Sistema pubblico di connettività ed avvalendosi, ove possibile, delle infrastrutture regionali esistenti, per la trasmissione telematica dei dati delle ricette al Ministero dell'economia e delle finanze e delle certificazioni di malattia all'INPS, secondo quanto previsto all'articolo 1, comma 149, della legge 30 dicembre 2004, n. 311. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro delegato per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, da emanare, entro il 30 aprile 2007, ai sensi del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modificazioni, sulla proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della salute e del lavoro e della previdenza sociale, previo parere del Garante per la protezione dei dati personali, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono definite le regole tecniche concernenti i dati di cui al presente comma e le modalità di trasmissione. Ai fini predetti, il parere del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione è reso entro il 31 marzo 2007, in mancanza, il predetto decreto può essere comunque emanato. Con uno o più decreti del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministro della salute sono emanate le ulteriori disposizioni attuative del presente comma.

5-ter. Per la trasmissione telematica dei dati delle ricette di cui al comma 5-bis, con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero della salute, è definito un contributo da riconoscere ai medici convenzionati con il SSN, per l'anno 2008, nei limiti di 10 milioni di euro. Al relativo onere si provvede utilizzando le risorse di cui al comma 12»;

d) al comma 7, secondo periodo, dopo le parole: «All'atto della utilizzazione di una ricetta medica recante la prescrizione di prestazioni specialistiche» sono inserite le seguenti: «ovvero dei dispositivi di assistenza protesica e di assistenza integrativa» e dopo le parole: «codici del nomenclatore delle prestazioni specialistiche» sono aggiunte le seguenti: «ovvero i codici del nomenclatore delle prestazioni di assistenza protesica ovvero i codici del repertorio dei prodotti erogati nell'ambito dell'assistenza integrativa»;

e) al comma 8, primo periodo, dopo le parole: «pubbliche e private» sono aggiunte le seguenti: «e per le strutture di erogazione dei servizi sanitari non autorizzate al trattamento del codice fiscale dell'assistito»;

f) al comma 9, primo periodo, dopo le parole: «Al momento della ricezione dei dati trasmessi telematicamente ai sensi» sono inserite le seguenti: «del comma 5-bis e»; al medesimo comma, ultimo periodo, dopo le parole: «e al nomenclatore ambulatoriale» sono aggiunte le seguenti: «e al nomenclatore delle prestazioni di assistenza protesica e al repertorio dei prodotti erogati nell'ambito dell'assistenza integrativa»;

g) al comma 10, dopo il secondo periodo è inserito il seguente: «Con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero della salute, da emanare entro il 31 marzo 2007, sono definiti i dati, relativi alla liquidazione periodica dei rimborsi erogati alle strutture di erogazione di servizi sanitari, che le aziende sanitarie locali di ogni regione trasmettono al Ministero dell'economia e delle finanze, nonché le modalità di trasmissione».

432. Qualora il farmacista titolare di farmacia privata o direttore di una farmacia gestita da una società di farmacisti ai sensi dell'articolo 7 della legge 8 novembre 1991, n. 362, e successive modificazioni, sia condannato con sentenza passata in giudicato, per il reato di truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, l'autorità competente può dichiarare la decadenza dall'autorizzazione all'esercizio della farmacia, anche in mancanza delle condizioni previste dall'articolo 113, primo comma, lettera e), del testo unico delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265. La decadenza è comunque dichiarata quando la sentenza abbia accertato un danno superiore a 50.000 euro, anche nell'ipotesi di mancata costituzione in giudizio della parte civile.

433. Quando la truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, accertata con sentenza passata in giudicato, è commessa da altro sanitario che, personalmente o per il tramite di una società di cui è responsabile, eroga prestazioni per conto del Servizio sanitario nazionale, è subito avviata, sulla base delle norme vigenti, la procedura di risoluzione del rapporto instaurato con il Servizio sanitario nazionale; il rapporto è risolto di diritto quando la sentenza abbia accertato un danno superiore a 50.000 euro, anche nell'ipotesi di mancata costituzione in giudizio della parte civile.

434. Per gli anni 2007, 2008 e 2009, nell'utilizzazione delle risorse previste nella Tabella C allegata alla presente legge e destinate al finanziamento di progetti di ricerca sanitaria di cui all'articolo 12-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, un importo pari a 10 milioni di euro è vincolato al finanziamento di progetti proposti dagli Istituti zooprofilattici sperimentali in materia di sicurezza degli alimenti, e tre importi pari a 3 milioni di euro ciascuno sono vincolati al finanziamento di progetti per il miglioramento degli interventi di diagnosi e cura delle malattie rare anche in riferimento alla facilitazione della erogazione ai pazienti dei farmaci orfani, al finanziamento di progetti per l'utilizzazione di cellule staminali e al finanziamento di progetti per la qualificazione ed il potenziamento delle attività di tutela della salute nei luoghi di lavoro.

435. Ai fini del completamento delle attività di cui all'articolo 92, comma 7, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e all'articolo 4, comma 170, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, è autorizzato lo stanziamento di 8 milioni di euro per gli anni 2007, 2008 e 2009 a favore dell'Istituto superiore di sanità.

436. Con accordo tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, concluso ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, su proposta del Ministro della salute, sono definiti gli indirizzi per la realizzazione di un programma di farmacovigilanza attiva, attraverso la stipula di convenzioni tra l'AIFA e le singole regioni per l'utilizzazione delle risorse di cui all'articolo 36, comma 14, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, pari a 25 milioni di euro, confluite nelle fonti di finanziamento del bilancio ordinario dell'AIFA.

437. Al fine di evitare sprechi di confezioni di medicinali correlati alla non chiara leggibilità della data di scadenza posta con modalità «a secco», la data di scadenza e il numero di lotto riportati sulle confezioni dei medicinali per uso umano devono essere stampati, con caratteri non inferiori al corpo 8, a inchiostro o con altra modalità che assicuri il contrasto cromatico fra tali indicazioni e lo sfondo del materiale di confezionamento.

438. Al fine di favorire il mantenimento di un'efficiente rete di assistenza farmaceutica territoriale anche nelle zone disagiate, l'ulteriore riduzione delle percentuali di sconto a carico delle farmacie con un fatturato annuo in regime di Servizio sanitario nazionale al netto dell'IVA non superiore ad euro 258.228,45 rispetto alla riduzione prevista dal quinto periodo del comma 40 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni, disposta, limitatamente all'arco temporale decorrente dal 1o marzo al 31 dicembre 2006, dall'articolo 38 del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, è prorogata per il triennio 2007-2009. La misura dell'ulteriore riduzione è annualmente stabilita con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, per una maggiore spesa complessiva, a carico del Servizio sanitario nazionale, non superiore a 2,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Per la copertura dei relativi oneri è autorizzata la spesa di 2,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

439. È autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2007 e di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 per la promozione da parte del Ministero della salute ed il finanziamento di un progetto di sperimentazione gestionale, ai sensi dell'articolo 9-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, da autorizzare da parte della regione Lazio con la partecipazione della regione Puglia, della Regione siciliana e di altre regioni interessate, finalizzato alla realizzazione, nella città di Roma, di un Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà, con compiti di prevenzione, cura, formazione e ricerca sanitaria, in cui far confluire il Centro di riferimento della regione Lazio per la promozione della salute delle popolazioni migranti, senza fissa dimora, nomadi e a rischio di emarginazione, già operante presso l'Istituto dermosifilopatico Santa Maria e San Gallicano-IFO.

440. Al fine di addivenire al completo trasferimento della spesa sanitaria a carico del bilancio della Regione siciliana, la misura del concorso della Regione a tale spesa è pari al 44,85 per cento per l'anno 2007, al 47,05 per cento per l'anno 2008 e al 49,11 per cento per l'anno 2009.

441. L'applicazione delle disposizioni di cui al comma 440, ferma restando la decorrenza dalla data di entrata in vigore della presente legge, resta sospesa fino al 30 aprile 2007, in attesa del raggiungimento dell'intesa preliminare all'emanazione delle nuove norme di attuazione dello Statuto della Regione siciliana.

442. L'articolo 8 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, e successive modificazioni, è sostituito dal seguente:

«Art. 8. - Le entrate della regione sono costituite:

a) dai sette decimi del gettito delle imposte sul reddito delle persone fisiche e sul reddito delle persone giuridiche riscosse nel territorio della regione;

b) dai nove decimi del gettito delle imposte sul bollo, di registro, ipotecarie, sul consumo dell'energia elettrica e delle tasse sulle concessioni governative percette nel territorio della regione;

c) dai cinque decimi delle imposte sulle successioni e donazioni riscosse nel territorio della regione;

d) dai nove decimi dell'imposta di fabbricazione su tutti i prodotti che ne siano gravati, percetta nel territorio della regione;

e) dai nove decimi della quota fiscale dell'imposta erariale di consumo relativa ai prodotti dei monopoli dei tabacchi consumati nella regione;

f) dai nove decimi del gettito dell'imposta sul valore aggiunto generata sul territorio regionale da determinare sulla base dei consumi regionali delle famiglie rilevati annualmente dall'ISTAT;

g) dai canoni per le concessioni idroelettriche;

h) da imposte e tasse sul turismo e da altri tributi propri che la regione ha facoltà di istituire con legge in armonia con i princìpi del sistema tributario dello Stato;

i) dai redditi derivanti dal proprio patrimonio e dal proprio demanio;

l) da contributi straordinari dello Stato per particolari piani di opere pubbliche e di trasformazione fondiaria;

m) dai sette decimi di tutte le entrate erariali, dirette o indirette, comunque denominate, ad eccezione di quelle di spettanza di altri enti pubblici.

Nelle entrate spettanti alla regione Sardegna sono comprese anche quelle che, sebbene relative a fattispecie tributarie maturate nell'ambito regionale, affluiscono, in attuazione di disposizioni legislative o per esigenze amministrative, ad uffici finanziari situati fuori del territorio della regione».

443. Ad integrazione delle somme stanziate negli anni 2004, 2005 e 2006 è autorizzata la spesa di euro 25 milioni per ciascuno degli anni dal 2007 al 2026 per la devoluzione alla regione Sardegna delle quote di compartecipazione all'IVA riscossa nel territorio regionale, concordate, ai sensi dell'articolo 38 del decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1949, n. 250, per gli anni 2004, 2005 e 2006.

444. Dall'anno 2007 la regione Sardegna provvede al finanziamento del fabbisogno complessivo del Servizio sanitario nazionale sul proprio territorio senza alcun apporto a carico del bilancio dello Stato.

445. Alla regione Sardegna sono trasferite le funzioni relative al trasporto pubblico locale (Ferrovie Sardegna e ferrovie meridionali sarde) e le funzioni relative alla continuità territoriale.

446. L'attuazione delle previsioni relative alla compartecipazione al gettito delle imposte di cui alle lettere a) e m) del primo comma dell'articolo 8 dello Statuto di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, come da ultimo sostituito dal comma 442 del presente articolo, non può determinare oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato superiori rispettivamente a 344 milioni di euro per l'anno 2007, a 371 milioni di euro per l'anno 2008 e a 482 milioni di euro per l'anno 2009. La nuova compartecipazione della regione Sardegna al gettito erariale entra a regime dall'anno 2010.

447. Dall'attuazione del combinato disposto della lettera f) del primo comma dell'articolo 8 del citato Statuto di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, come da ultimo sostituito dal comma 442, e del comma 444, per gli anni 2007, 2008 e 2009 non può derivare alcun onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato. Per gli anni 2007-2009 la quota dei nove decimi dell'IVA sui consumi viene attribuita sino alla concorrenza dell'importo risultante a carico della regione per la spesa sanitaria dalle delibere del CIPE per gli stessi anni 2007-2009 aumentato dell'importo di 300 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

448. Per gli anni 2007, 2008 e 2009 gli oneri relativi alle funzioni trasferite di cui al comma 445 rimangono a carico dello Stato.

449. Al fine di perseguire la maggiore efficacia delle misure di sostegno all'innovazione industriale, presso il Ministero dello sviluppo economico è istituito, ferme restando le vigenti competenze del CIPE, il Fondo per la competitività e lo sviluppo, al quale sono conferite le risorse assegnate ai Fondi di cui all'articolo 60, comma 3, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, ed all'articolo 52 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, che sono contestualmente soppressi. Al Fondo è altresì conferita la somma di euro 300 milioni per il 2007 e di euro 400 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009, assicurando, unitamente al finanziamento dei progetti di cui al comma 450, la continuità degli interventi previsti dalla normativa vigente. Per la programmazione delle risorse nell'ambito del Fondo per la competitività e lo sviluppo si applicano le disposizioni di cui all'articolo 60 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e quelle dettate per il funzionamento del Fondo di cui all'articolo 52 della legge 23 dicembre 1998, n. 448. Il Fondo è altresì alimentato, per quanto riguarda gli interventi da realizzare nelle aree sottoutilizzate, in coerenza con i relativi documenti di programmazione, dalle risorse assegnate dal CIPE al Ministero dello sviluppo economico nell'ambito del riparto del Fondo per le aree sottoutilizzate, di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, e, per gli esercizi successivi al 2009, dalle risorse stanziate ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera f), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni.

450. A valere sulla quota di risorse del Fondo individuata con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze nonché con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, sentito il Ministro per i diritti e le pari opportunità, sono finanziati, nel rispetto degli obiettivi della Strategia di Lisbona stabiliti dal Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo del 16 e 17 giugno 2005, i progetti di innovazione industriale individuati nell'ambito delle aree tecnologiche dell'efficienza energetica, della mobilità sostenibile, delle nuove tecnologie della vita, delle nuove tecnologie per il made in Italy e delle tecnologie innovative per i beni e le attività culturali.

451. Per l'individuazione dei contenuti di ciascuno dei progetti di cui al comma 450, il Ministro dello sviluppo economico, sentiti i Ministri dell'università e della ricerca, per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, per gli affari regionali e le autonomie locali, nonché gli altri Ministri interessati relativamente ai progetti in cui gli stessi concorrono, nomina un responsabile di progetto, scelto, in relazione alla complessità dei compiti, tra i soggetti in possesso di comprovati requisiti di capacità ed esperienza rispetto agli obiettivi tecnologico-produttivi da perseguire. Il responsabile di progetto, nella fase di elaborazione, avvalendosi eventualmente della collaborazione di strutture ed enti specializzati, provvede, con onere a carico delle risorse stanziate per i singoli progetti, alla definizione delle modalità e dei criteri per l'individuazione degli enti e delle imprese da coinvolgere nel progetto ed alla individuazione delle azioni e delle relative responsabilità attuative.

452. Il Ministro dello sviluppo economico, con decreti adottati, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, di concerto con i Ministri dell'università e della ricerca, per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, per gli affari regionali e le autonomie locali, nonché con gli altri Ministri interessati relativamente ai progetti cui gli stessi concorrono, adotta il progetto sulla base delle proposte del responsabile, e ne definisce le modalità attuative, anche prevedendo che dell'esecuzione siano incaricati enti strumentali all'amministrazione, ovvero altri soggetti esterni scelti nel rispetto delle disposizioni nazionali e comunitarie, ove le risorse di personale interno non risultino sufficienti ed adeguate, con onere a carico delle risorse stanziate per i singoli progetti. I progetti finanziati con le risorse per le aree sottoutilizzate sono trasmessi per l'approvazione, previa istruttoria, al CIPE, che si pronuncia in una specifica seduta, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio dei ministri e alla presenza dei Ministri componenti senza possibilità di delega. Ove il CIPE non provveda nel termine di trenta giorni, il Ministro dello sviluppo economico può comunque procedere all'attuazione del progetto. Il CIPE, con propria delibera, adotta, entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le norme procedurali relative al proprio funzionamento per l'attuazione del presente comma.

453. Il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, istituisce appositi regimi di aiuto in conformità alla normativa comunitaria. Lo stesso Ministro riferisce annualmente al Parlamento e alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sui criteri utilizzati per l'individuazione dei progetti e delle azioni, sullo stato degli interventi finanziati e sul grado di raggiungimento degli obiettivi, allegando il prospetto inerente le spese sostenute per la gestione, che sono poste a carico dei singoli progetti nel limite massimo del 5 per cento di ciascuno stanziamento.

454. I progetti di cui al comma 450 possono essere oggetto di cofinanziamento deciso da parte di altre amministrazioni statali e regionali. A tal fine, il Ministero dello sviluppo economico assicura una sede stabile di cooperazione tecnica tra le amministrazioni interessate.

455. In attesa della riforma delle misure a favore dell'innovazione industriale, è istituito il Fondo per la finanza d'impresa, al quale sono conferite le risorse del Fondo di cui all'articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266, del Fondo di cui all'articolo 4, comma 106, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, che vengono soppressi, nonché le risorse destinate all'attuazione dell'articolo 106 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni, e dell'articolo 1, comma 222, della legge 30 dicembre 2004, n. 311. Al Fondo è altresì conferita la somma di euro 50 milioni per il 2007, di euro 100 milioni per il 2008 e di euro 150 milioni per il 2009. Il Fondo opera con interventi mirati a facilitare operazioni di concessione di garanzie su finanziamenti e di partecipazione al capitale di rischio delle imprese anche tramite banche o società finanziarie sottoposte alla vigilanza della Banca d'Italia e la partecipazione a operazioni di finanza strutturata, anche tramite sottoscrizione di fondi di investimento chiusi, privilegiando gli interventi di sistema in grado di attivare ulteriori risorse finanziarie pubbliche e private in coerenza con la normativa nazionale in materia di intermediazione finanziaria.

456. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge vengono stabilite le modalità di funzionamento del Fondo di cui al comma 455, anche attraverso l'affidamento diretto ad enti strumentali all'amministrazione ovvero altri soggetti esterni, con eventuale onere a carico delle risorse stanziate per i singoli progetti, scelti nel rispetto delle disposizioni nazionali e comunitarie, nonché i criteri per la realizzazione degli interventi di cui al medesimo comma 455, le priorità di intervento e le condizioni per la eventuale cessione a terzi degli impegni assunti a carico dei fondi le cui rinvenienze confluiscono al Fondo di cui al comma 455.

457. Fino all'emanazione del decreto di cui al comma 456, l'attuazione dei regimi di aiuto già ritenuti compatibili con il mercato comune dalla Commissione europea prosegue secondo le modalità già comunicate alla Commissione.

458. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sono conferite al Fondo di cui al comma 455 le ulteriori disponibilità degli altri fondi di amministrazioni e soggetti pubblici nazionali per la finanza di imprese individuate dal medesimo decreto.

459. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro un mese dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono istituiti i diritti sui brevetti per invenzione industriale e per i modelli di utilità e sulla registrazione di disegni e modelli nonché i diritti di opposizione alla registrazione dei marchi d'impresa. Sono esonerate dal pagamento dei diritti di deposito e di trascrizione, relativamente ai brevetti per invenzione e ai modelli di utilità, le università, le amministrazioni pubbliche aventi fra i loro scopi istituzionali finalità di ricerca e le amministrazioni della difesa e delle politiche agricole alimentari e forestali. I diritti per il mantenimento in vita dei brevetti per invenzione industriale e per i modelli di utilità e per la registrazione di disegni e modelli, previsti dall'articolo 227 del codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, sono dovuti secondo i seguenti criteri: a) dalla quinta annualità per il brevetto per invenzione industriale; b) dal secondo quinquennio per il brevetto per modello di utilità; c) dal secondo quinquennio per la registrazione di disegni e modelli. Le somme derivanti dal pagamento dei diritti di cui al presente comma sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate allo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, anche al fine di potenziare le attività del medesimo Ministero di promozione, di regolazione e di tutela del sistema produttivo nazionale, di permettere alle piccole e medie imprese la piena partecipazione al sistema di proprietà industriale, di rafforzare il brevetto italiano, anche con l'introduzione della ricerca di anteriorità per le domande di brevetto per invenzione industriale.

460. Il Ministero dello sviluppo economico, al fine di contrastare il declino dell'apparato produttivo anche mediante salvaguardia e consolidamento di attività e livelli occupazionali delle imprese di rilevanti dimensioni di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, e successive modificazioni, che versino in crisi economico-finanziaria, istituisce, d'intesa con il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, un'apposita struttura e prevede forme di cooperazione interorganica fra i due Ministeri, anche modificando il proprio regolamento di organizzazione e avvalendosi, per le attività ricognitive e di monitoraggio, delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura. A tal fine è autorizzata la spesa di euro 300.000 a decorrere dall'anno 2007, cui si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3 della legge 11 maggio 1999, n. 140. Con il medesimo provvedimento si provvede, anche mediante soppressione, al riordino degli organismi esistenti presso il Ministero dello sviluppo economico, finalizzati al monitoraggio delle attività industriali e delle crisi di impresa.

461. Gli interventi del Fondo di cui all'articolo 11, comma 3, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, sono disposti sulla base di criteri e modalità fissati con delibera del CIPE su proposta del Ministro dello sviluppo economico, con la quale si provvede in particolare a determinare, in conformità agli orientamenti comunitari in materia, le tipologie di aiuto concedibile, le priorità di natura produttiva, i requisiti economici e finanziari delle imprese da ammettere ai benefìci e per l'eventuale coordinamento delle altre amministrazioni interessate. Per l'attuazione degli interventi di cui al presente comma il Ministero dello sviluppo economico può avvalersi, senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato, di Sviluppo Italia Spa. I commi 5 e 6 dell'articolo 11 del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, sono abrogati.

462. Entro il 30 giugno di ogni anno il Governo presenta al Parlamento una relazione concernente l'operatività delle misure di sostegno previste dai commi da 449 a 461, con particolare riferimento ai risultati ottenuti e alle somme erogate.

463. Nel rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 354 e commi da 358 a 361, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, l'ambito di operatività del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI) è esteso alle leggi regionali di agevolazione degli investimenti produttivi e della ricerca.

464. Per le finalità di cui al comma 463, la Cassa depositi e prestiti Spa è autorizzata ad apportare alla dotazione iniziale del FRI un incremento nell'importo massimo fino a 2 miliardi di euro, nel rispetto dei limiti annuali di spesa sul bilancio dello Stato fissati ai sensi dell'articolo 1, comma 361, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, che allo scopo possono essere integrati:

a) a valere sul Fondo della competitività, secondo la procedura di cui al comma 452, per il finanziamento di interventi regionali complementari o integrativi dei progetti di innovazione industriale, approvati ai sensi del medesimo comma 452;

b) a valere sulle risorse delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi del comma 466.

465. Ai fini dell'attuazione degli interventi regionali complementari o integrativi dei progetti di innovazione industriale ai sensi del comma 464, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano stipulano apposite convenzioni, in conformità agli indirizzi fissati dai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico, con la Cassa depositi e prestiti Spa, per la regolamentazione delle modalità di intervento, prevedendo anche la misura minima del tasso di interesse da applicare e la durata massima del piano di rientro.

466. Ai fini dell'attuazione del comma 464 relativamente agli interventi agevolativi alle imprese e alla ricerca previsti in atti di legislazione regionale o di programmazione comunitaria diversi da quelli di cui al comma 465, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono stipulare apposite convenzioni, in conformità agli indirizzi fissati dai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico, con la Cassa depositi e prestiti Spa, per il finanziamento degli interventi di interesse, mediante l'impegno dei relativi limiti annuali di spesa, nonché per la regolamentazione delle modalità di intervento, prevedendo anche la misura minima del tasso di interesse da applicare e la durata massima del piano di rientro. I relativi oneri per interessi sono posti a carico delle regioni e delle province autonome.

467. Le risorse non utilizzate dalle regioni e dalle province autonome ai sensi del comma 466 integrano la dotazione del FRI dell'anno successivo.

468. Nell'ambito dei progetti elaborati dai soggetti convenzionati con il Ministero dello sviluppo economico per l'attuazione degli interventi di promozione e assistenza tecnica per l'avvio di imprese innovative operanti in comparti di attività ad elevato impatto tecnologico, di cui agli articoli 103 e 106 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni, possono essere previsti anche programmi di ricerca e sviluppo svolti dalle imprese innovative di nuova costituzione ai sensi dell'articolo 14 della legge 17 febbraio 1982, n. 46, e successive modificazioni, e della direttiva del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato 16 gennaio 2001, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 79 del 4 aprile 2001, recante le direttive per la concessione delle agevolazioni del Fondo speciale rotativo per l'innovazione tecnologica di cui al citato articolo 14 della legge n. 46 del 1982.

469. Ai soggetti convenzionati con il Ministero dello sviluppo economico per le azioni di sostegno alla nascita di imprese innovative può essere affidata l'istruttoria dei programmi di cui al comma 468, secondo modalità anche semplificate, determinate con decreto del Ministro dello sviluppo economico, sentito il Ministro dell'economia e delle finanze.

470. Le iniziative agevolate finanziate a valere sugli strumenti della programmazione negoziata, non ancora completate alla data di scadenza delle proroghe concesse ai sensi della vigente normativa e che, alla medesima data, risultino realizzate in misura non inferiore al 30 per cento degli investimenti ammessi, possono essere completate entro il 31 dicembre 2007. La relativa rendicontazione è completata entro i sei mesi successivi.

471. In attuazione dell'articolo 119, quinto comma, della Costituzione e in coerenza con l'indirizzo assunto nelle Linee guida per l'elaborazione del Quadro strategico nazionale per la politica di coesione 2007-2013, approvate con l'intesa sancita dalla Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, in data 3 febbraio 2005, il Fondo per le aree sottoutilizzate, di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, iscritto nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, è incrementato di 64.217 milioni di euro, di cui 100 milioni per ciascuno degli anni 2007 e 2008, 5.000 milioni per l'anno 2009 e 59.017 milioni entro il 2015, per la realizzazione degli interventi di politica regionale nazionale relativi al periodo di programmazione 2007-2013. Non meno del 30 per cento delle risorse di cui al periodo precedente è destinato al finanziamento di infrastrutture e servizi di trasporto di rilievo strategico nelle regioni meridionali. La dotazione aggiuntiva complessiva ed il periodo finanziario di riferimento, di cui al presente comma, non possono essere variati, salvo approvazione da parte del CIPE, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

472. Il Quadro strategico nazionale, in coerenza con l'indirizzo assunto nelle Linee guida di cui al comma 471, costituisce la sede della programmazione unitaria delle risorse aggiuntive, nazionali e comunitarie, e rappresenta, per le priorità individuate, il quadro di riferimento della programmazione delle risorse ordinarie in conto capitale, fatte salve le competenze regionali in materia. Per garantire l'unitarietà dell'impianto programmatico del Quadro strategico nazionale e per favorire l'ottimale e coordinato utilizzo delle relative risorse finanziarie, tenuto anche conto delle risorse ordinarie disponibili per la copertura degli interventi, presso il Ministero dello sviluppo economico è istituita, avvalendosi delle risorse umane, strumentali e finanziarie già esistenti, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato, una cabina di regia per gli interventi nel settore delle infrastrutture e dei trasporti, composta dai rappresentanti delle regioni del Mezzogiorno e dei Ministeri competenti.

473. Per il periodo di programmazione 2007-2013 e comunque non oltre l'esercizio 2015, ai sensi dell'articolo 11, comma 3, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, la legge finanziaria determina la quota delle risorse di cui al comma 471 da iscrivere nel bilancio di ciascuno degli anni considerati dal bilancio pluriennale.

474. Le somme di cui al comma 471, iscritte nella Tabella F allegata alla presente legge, ai sensi del comma 473, sono interamente impegnabili a decorrere dal primo anno di iscrizione. Le somme non impegnate nell'esercizio di assegnazione possono essere mantenute in bilancio, quali residui, fino alla chiusura dell'esercizio 2013.

475. Le risorse individuate con delibere CIPE n. 19/04, del 29 settembre 2004, n. 34/05, del 27 maggio 2005, e n. 2/06, del 22 marzo 2006, per gli anni 2006 e 2007 e destinate a Sviluppo Italia Spa per contributi a fondo perduto a favore dell'autoimprenditorialità e dell'autoimpiego sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per una quota complessiva di 200 milioni di euro, di cui 125 milioni di euro a valere sulle risorse assegnate per l'anno 2006 e 75 milioni di euro a valere sulle risorse assegnate per l'anno 2007.

476. Al fine di garantire la massima efficacia degli interventi nel settore della ricerca, è istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca, il Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST). Al Fondo confluiscono le risorse annuali per i progetti di ricerca di interesse nazionale del Fondo per le agevolazioni alla ricerca, di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 27 luglio 1999, n. 297, del Fondo per gli investimenti della ricerca di base, di cui all'articolo 104 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e, per quanto di competenza del Ministero dell'università e della ricerca, del Fondo per le aree sottoutilizzate di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni.

477. Il Fondo di cui al comma 476 è alimentato in via ordinaria dai conferimenti, annualmente disposti dalla legge finanziaria, dai rientri dei contributi concessi sotto forma di credito agevolato e, per quanto riguarda le aree sottoutilizzate, delle risorse assegnate dal CIPE, nell'ambito del riparto dell'apposito Fondo.

478. In attuazione delle indicazioni contenute nel Programma nazionale della ricerca di cui al decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204, il Ministro dell'università e della ricerca, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, provvede alla ripartizione delle complessive risorse del Fondo.

479. Il Ministro dell'università e della ricerca, con regolamento adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, definisce i criteri di accesso e le modalità di utilizzo e gestione del Fondo di cui al comma 476 per la concessione delle agevolazioni al fine di garantire la massima efficacia ed omogeneità degli interventi. Fino alla data di entrata in vigore del predetto regolamento trovano applicazione le disposizioni attualmente vigenti per l'utilizzo delle risorse di cui al comma 476.

480. È autorizzata la spesa di 300 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 e di 360 milioni di euro per l'anno 2009 da destinare ad integrazione del Fondo di cui al comma 476.

481. Con lo scopo di assicurare una più efficace utilizzazione delle risorse finanziarie destinate all'attuazione degli interventi di cui al comma 288, è istituito, nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, il Fondo per l'istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS). Al Fondo confluiscono le risorse annualmente stanziate a valere sull'autorizzazione di spesa di cui al comma 291, sul fondo iscritto nella legge 18 dicembre 1997, n. 440, nonché le risorse assegnate dal CIPE, per quanto riguarda le aree sottoutilizzate, per progetti finalizzati alla realizzazione dell'Istruzione e formazione tecnica superiore con l'obiettivo di migliorare l'occupabilità dei giovani che hanno concluso il secondo ciclo di istruzione e formazione.

482. Il Fondo di cui all'articolo 16, comma 1, della legge 7 agosto 1997, n. 266, e successive modificazioni, è integrato di 30 milioni di euro per l'anno 2007 e di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. Il CIPE, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, definisce le modalità per una semplificazione dei criteri di riparto e di gestione del cofinanziamento nazionale dei progetti strategici.

483. All'articolo 24, comma 4, lettera a), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, dopo la parola: «controgaranzie» sono inserite le seguenti: «e cogaranzie».

484. Per le finalità previste dall'articolo 24, comma 4, lettera a), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, come modificato dal comma 483 del presente articolo, è attribuito un contributo di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

485. Le disposizioni di cui all'articolo 13, comma 33, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, si applicano anche alle società finanziarie di cui all'articolo 24 del citato decreto legislativo n. 114 del 1998, come da ultimo modificato dal comma 483.

486. All'articolo 13 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) i commi 25, 26, 27 e 61-ter sono abrogati;

b) al comma 1 è soppresso il secondo periodo;

c) al comma 23, secondo periodo, le parole: «ai Fondi di garanzia indicati dai commi 25 e 28» sono sostituite dalle seguenti: «al Fondo di garanzia di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662»;

d) al comma 24, le parole: «ai Fondi di garanzia previsti dai commi 25 e 28» sono sostituite dalle seguenti: «al Fondo di garanzia di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662».

487. Per le finalità di cui all'articolo 3, primo comma, lettera a), della legge 24 dicembre 1985, n. 808, sono autorizzati contributi quindicennali di euro 40 milioni per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, da erogare alle imprese nazionali del settore aeronautico, ai sensi dell'articolo 5, comma 16-bis, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80.

488. Per le finalità di cui all'articolo 1, comma 1, lettera a), della legge 11 maggio 1999, n. 140, sono autorizzati contributi quindicennali di euro 10 milioni per l'anno 2007 e 30 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009, da erogare alle imprese nazionali ai sensi dell'articolo 5, comma 16-bis, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80.

489. Per le finalità di cui all'articolo 4, comma 3, della legge 7 agosto 1997, n. 266, sono autorizzati contributi quindicennali rispettivamente di euro 50 milioni per l'anno 2007, 40 milioni per l'anno 2008 e 30 milioni per l'anno 2009, da erogare alle imprese nazionali ai sensi dell'articolo 5, comma 16-bis, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80.

490. Gli incentivi alla ricerca applicata e alla innovazione tecnologica, relativi ai Fondi di competenza dei Ministeri dello sviluppo economico e dell'università e della ricerca e del Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie della Presidenza del Consiglio dei ministri sono gestiti dalle medesime amministrazioni in modo coordinato anche in conformità alle direttive adottate congiuntamente dai tre Ministri.

491. Le amministrazioni di cui al comma 490 conformano la propria attività a quanto disposto dal medesimo comma, in modo da assicurare criteri coordinati di selezione e valutazione delle domande, anche tramite l'emanazione di bandi unitari e l'acquisizione delle domande di agevolazione presso un unico ufficio, individuando idonee forme di coordinamento per la valutazione integrata delle domande stesse.

492. Per il finanziamento degli interventi di cui all'articolo 1, comma 92, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è autorizzato un contributo quindicennale di 3 milioni di euro a decorrere dall'anno 2007.

493. All'articolo 1, comma 366, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, la parola: «372» è sostituita dalla seguente: «371».

494. All'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, dopo il comma 371 sono inseriti i seguenti:

«371-bis. In attesa dell'adozione del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di cui al comma 366, può essere riconosciuta una agevolazione statale a progetti in favore dei distretti produttivi adottati dalle regioni, per un ammontare massimo del 50 per cento delle risorse pubbliche complessivamente impiegate in ciascun progetto.

371-ter. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono individuati i progetti regionali ammessi al beneficio di cui al comma 371-bis ed i relativi oneri per il bilancio dello Stato, fermo restando il limite massimo di cui al comma 372».

495. All'articolo 1, comma 372, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, la parola: «371» è sostituita dalla seguente: «371-ter».

496. Al fine di estendere e sostenere in tutto il territorio nazionale la realizzazione di progetti per la società dell'informazione è autorizzata una spesa di euro 10 milioni per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Con decreto di natura non regolamentare, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione individua le azioni da realizzare sul territorio nazionale, le aree destinatarie della sperimentazione e le modalità operative e di gestione di tali progetti.

497. È istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, un apposito fondo, denominato «Fondo per il sostegno agli investimenti per l'innovazione negli enti locali», con una dotazione finanziaria pari a 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Il Fondo finanzia progetti degli enti locali relativi agli interventi di digitalizzazione dell' attività amministrativa, in particolare per quanto riguarda i procedimenti di diretto interesse dei cittadini e delle imprese.

498. Con successivo decreto dei Ministri per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione e per gli affari regionali e le autonomie locali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, previo parere della Commissione permanente per l'innovazione tecnologica nelle regioni e negli enti locali di cui all'articolo 14, comma 3-bis, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, vengono stabiliti i criteri di distribuzione ed erogazione del suddetto Fondo.

499. Per il finanziamento degli interventi a sostegno dell'economia nel settore dell'industria nazionale ad elevato contenuto tecnologico è istituito un apposito fondo iscritto nello stato di previsione del Ministero della difesa, con una dotazione di 1.700 milioni di euro per l'anno 2007, di 1.550 milioni di euro per l'anno 2008 e di 1.200 milioni di euro per l'anno 2009, per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale, derivanti anche da accordi internazionali. Dall'anno 2010, per la dotazione del fondo si provvede ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera f), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni. Con uno o più decreti del Ministro della difesa, da comunicare, anche con evidenze informatiche, al Ministero dell'economia e delle finanze, tramite l'ufficio centrale del bilancio, e alla Corte dei conti, sono individuati, nell'ambito della predetta pianificazione, i programmi in esecuzione o da avviare con le disponibilità del fondo, disponendo delle conseguenti variazioni di bilancio. Con decreti del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono individuate le modalità e le procedure di assunzione di spesa anche a carattere pluriennale per i programmi derivati da accordi internazionali.

500. Per il finanziamento degli interventi consentiti dagli Orientamenti dell'Unione europea sugli aiuti di Stato del Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà di cui all'articolo 11, comma 3, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, è autorizzata la spesa di 15 milioni di euro per l'anno 2007 e di 35 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009.

501. Per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, la dotazione del fondo da ripartire di cui all'articolo 1, comma 15, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, nel quale confluiscono gli importi delle dotazioni di bilancio relative ai trasferimenti correnti alle imprese, è integrata di euro 600 milioni annui, ai fini della corresponsione dei corrispettivi per le imprese pubbliche in relazione agli oneri di servizio pubblico sostenuti in applicazione dei rispettivi contratti di programma.

502. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in attuazione dell' articolo 2 del decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474, e dell'articolo 1, comma 2, della legge 14 novembre 1995, n. 481, sono emanate, tenendo conto dei princìpi del diritto comunitario, disposizioni in merito all'attuazione di quanto previsto dall'articolo 1-ter, comma 4, del decreto-legge 29 agosto 2003, n. 239, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2003, n. 290, come modificato dall'articolo 1, comma 373, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, relativamente alla cessione delle quote superiori al 20 per cento del capitale delle società che sono proprietarie e che gestiscono reti nazionali di trasporto del gas naturale controllate direttamente o indirettamente dallo Stato.

503. Il termine del 31 dicembre 2008 stabilito dall'articolo 1-ter, comma 4, del decreto-legge 29 agosto 2003, n. 239, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2003, n. 290, come modificato dall'articolo 1, comma 373, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, nei soli confronti delle società di cui al comma 502 del presente articolo, è rideterminato in 24 mesi a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al medesimo comma 502.

504. Per la realizzazione, l'acquisizione ed il completamento di opere pubbliche o di pubblica utilità i committenti tenuti all'applicazione del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, possono avvalersi anche del contratto di locazione finanziaria.

505. Nei casi di cui al comma 504, il bando, ferme le altre indicazioni previste dal codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, determina i requisiti soggettivi, funzionali, economici, tecnico-realizzativi ed organizzativi di partecipazione, le caratteristiche tecniche ed estetiche dell'opera, i costi, i tempi e le garanzie dell'operazione, nonché i parametri di valutazione tecnica ed economico-finanziaria dell'offerta economicamente più vantaggiosa.

506. L'offerente può essere anche un'associazione temporanea costituita dal soggetto finanziatore e dal soggetto realizzatore, responsabili, ciascuno, in relazione alla specifica obbligazione assunta, ovvero un contraente generale. In caso di fallimento, inadempimento o sopravvenienza di qualsiasi causa impeditiva all'adempimento dell'obbligazione da parte di uno dei due soggetti costituenti l'associazione temporanea di imprese, l'altro può sostituirlo, con l'assenso del committente, con altro soggetto avente medesimi requisiti e caratteristiche.

507. L'adempimento degli impegni della stazione appaltante resta in ogni caso condizionato al positivo controllo della realizzazione ed eventuale gestione funzionale dell'opera secondo le modalità previste.

508. Al fine di assicurare la massima estensione dei princìpi comunitari e delle regole di concorrenza negli appalti di servizi o di servizi pubblici locali la stazione appaltante considera, in ogni caso, rispettati i requisiti tecnici prescritti anche ove la disponibilità dei mezzi tecnici necessari ed idonei all'espletamento del servizio è assicurata mediante contratti di locazione finanziaria con soggetti terzi.

509. Per il proseguimento degli interventi in favore del settore dell'autotrasporto di merci, al fondo istituito dall'articolo 1, comma 108, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è assegnata la somma di euro 420 milioni per l'anno 2007.

510. A decorrere dal 1o gennaio 2007, con decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro il 31 marzo 2007, è stabilito un incremento delle tariffe applicabili per le operazioni in materia di motorizzazione di cui all'articolo 18 della legge 1o dicembre 1986, n. 870, in modo da assicurare, su base annua, maggiori entrate pari ad almeno 50 milioni di euro. Di conseguenza è autorizzata, a decorrere dal 2007, la spesa di 25 milioni di euro, in aggiunta alle somme già stanziate sul pertinente capitolo di bilancio, per il funzionamento del Centro elaborazione dati del Dipartimento per i trasporti terrestri, personale, affari generali e la pianificazione generale dei trasporti e la spesa di 10 milioni di euro per la predisposizione del piano generale di mobilità, i sistemi informativi di supporto, il monitoraggio e la valutazione di efficacia degli interventi.

512. È autorizzata la spesa di 5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2007 a favore dell'Agenzia nazionale per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione.

513. Al fine di sostenere nuovi processi di realizzazione delle infrastrutture per la larga banda e di completare il «Programma per lo sviluppo della larga banda nel Mezzogiorno», le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, destinate al finanziamento degli interventi attuativi del suddetto Programma da parte del Ministero delle comunicazioni per il tramite della Società infrastrutture e telecomunicazioni per l'Italia Spa (Infratel Italia) di cui all'articolo 7 del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, sono incrementate di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

514. Nell'ambito del riparto del Fondo per le aree sottoutilizzate di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, il CIPE, con propria delibera ai sensi del comma 5 del medesimo articolo 61, assegna ulteriori 50 milioni di euro per l'anno 2009 al Ministero delle comunicazioni per la realizzazione delle finalità di cui al comma 513. Conseguentemente, le risorse del medesimo Fondo destinate al Ministero dello sviluppo economico per l'anno 2009 sono diminuite di 50 milioni di euro.

515. Al fine di diffondere la tecnologia della televisione digitale sul territorio nazionale, è istituito presso il Ministero delle comunicazioni un apposito «Fondo per il passaggio al digitale» per la realizzazione dei seguenti interventi:

a) incentivare la produzione di contenuti di particolare valore in tecnica digitale;

b) incentivare il passaggio al digitale terrestre da parte del titolare dell'obbligo di copertura del servizio universale;

c) favorire la progettazione, realizzazione e messa in onda di servizi interattivi di pubblica utilità diffusi su piattaforma televisiva digitale;

d) favorire la transizione al digitale da parte di famiglie economicamente o socialmente disagiate;

e) incentivare la sensibilizzazione della popolazione alla tecnologia del digitale.

516. Il Ministro delle comunicazioni, con proprio decreto, individua gli interventi di cui al comma 515 e le concrete modalità di realizzazione dei medesimi, i requisiti e le condizioni per accedere agli interventi, le categorie di destinatari, la durata delle sperimentazioni, nonché le modalità di monitoraggio e di verifica degli interventi.

517. Per la realizzazione degli interventi di cui al comma 515 è autorizzata la spesa di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

518. Le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 57, primo e secondo periodo, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, non si applicano alle spese relative a progetti

cofinanziati dall'Unione europea, ivi comprese le corrispondenti quote di parte nazionale.

519. Tutti i fondi rotativi gestiti dalla SIMEST Spa destinati ad operazioni di venture capital in Paesi non aderenti all'Unione europea nonché il fondo di cui all'articolo 5, comma 2, lettera c), della legge 21 marzo 2001, n. 84, sono unificati in un unico fondo.

520. Dopo l'articolo 2 del decreto-legge 28 maggio 1981, n. 251, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 1981, n. 394, e successive modificazioni, è inserito il seguente:

«Art. 2-bis. - 1. Il fondo rotativo di cui all'articolo 2 può essere, a cura dell'ente gestore, garantito contro i rischi di mancato rimborso, presso una compagnia di assicurazione o istituti di credito. I costi della garanzia o assicurazione sono dall'ente gestore addebitati agli operatori beneficiari dei finanziamenti. Le condizioni e le modalità del contratto di assicurazione o garanzia sono sottoposte all'approvazione del comitato di gestione del fondo e non devono comportare oneri a carico del fondo».

521. All'articolo 3, comma 5, della legge 24 aprile 1990, n. 100, le parole: «per le finalità di cui alla presente legge» sono sostituite dalle seguenti: «per interventi volti a sostenere l'internazionalizzazione del sistema produttivo italiano».

522. All'articolo 10 del decreto-legge 28 maggio 1981, n. 251, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 1981, n. 394, e successive modificazioni, è aggiunto, in fine, il seguente comma:

«Per favorire una promozione sinergica del prodotto italiano, ai sensi dell'articolo 22 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 143, e successive modificazioni, possono essere concessi contributi d'intesa con i Ministri competenti a progetti promozionali e di internazionalizzazione realizzati da consorzi misti tra piccole e medie imprese dei settori agro-alimentare e turistico-alberghiero, aventi lo scopo esclusivo dell'attrazione della domanda estera».

523. Per le finalità di cui al comma 61 dell'articolo 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e successive modificazioni, anche al fine di favorire la penetrazione commerciale dei mercati esteri da parte delle imprese attraverso l'adozione di strumenti di marchio consortili, aventi natura privatistica, il fondo istituito per le azioni a sostegno del «made in Italy» è incrementato di ulteriori 20 milioni di euro per l'anno 2007 e 26 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. Quota parte delle risorse di cui al precedente periodo, per un ammontare pari a 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, è destinata all'erogazione di contributi per la realizzazione di studi e ricerche diretti alla certificazione di qualità e di salubrità dei prodotti tessili cardati, realizzati con materie prime secondarie, che valorizzano la tipicità delle lavorazioni e le caratteristiche ecologiche dei relativi manufatti. Con decreto del Ministro per lo sviluppo economico, di concerto con il Ministro del commercio internazionale, sono individuate le modalità per accedere ai contributi di cui al precedente periodo.

524. Il fondo di cui al comma 523 è prioritariamente destinato alle aziende che siano in possesso del documento unico di regolarità contributiva.

525. In relazione a quanto previsto dal comma 61 dell'articolo 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, al comma 49 del medesimo articolo 4, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al secondo periodo, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «ovvero l'uso di marchi di aziende italiane su prodotti o merci non originari dall'Italia ai sensi della normativa europea»;

b) è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Le false e le fallaci indicazioni di provenienza o di origine non possono comunque essere regolarizzate quando i prodotti o le merci siano stati già immessi in libera pratica».

526. Allo scopo di potenziare l'attività di promozione e sviluppo del «made in Italy», anche attraverso l'acquisizione di beni strumentali ad elevato contenuto tecnologico e l'ammodernamento degli impianti già esistenti, è concesso, a favore degli enti fieristici, un contributo nel limite massimo complessivo di 10 milioni di euro per l'anno 2007 a valere sulle disponibilità di cui all'articolo 14-vicies semel del decreto-legge 30 giugno 2005, n. 115, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 agosto 2005, n. 168, che è contestualmente abrogato. Le modalità, i criteri ed i limiti del contributo sono definiti con decreto del Ministro dello sviluppo economico entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.

527. Per le politiche generali concernenti le collettività italiane all'estero, la loro integrazione, l'informazione, l'aggiornamento e la promozione culturale a loro favore, la valorizzazione del ruolo degli imprenditori italiani all'estero nonché il coordinamento delle iniziative relative al rafforzamento e alla razionalizzazione della rete consolare, è autorizzata la spesa di 14 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

528. Per la prosecuzione degli interventi per la salvaguardia di Venezia di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 139, e successive modificazioni, è autorizzata la spesa di 95 milioni di euro per l'anno 2007 e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, da ripartire secondo le modalità di cui al comma 2 dell'articolo 3 della legge 3 agosto 1998, n. 295.

529. In attesa dell'emanazione delle norme di attuazione dello Statuto della regione Friuli-Venezia Giulia, finalizzate a modificare, in esecuzione del protocollo d'intesa tra lo Stato e la regione stessa, i criteri e le modalità dei trasferimenti delle compartecipazioni erariali attraverso la forma del trasferimento diretto, per la prima attuazione del predetto protocollo di intesa, relativamente alle esigenze infrastrutturali della grande viabilità e della rete ferroviaria regionale, è autorizzata la spesa di 40 milioni di euro per l'anno 2007 e di 30 milioni per l'anno 2008.

530. Per la prosecuzione degli interventi per Roma-capitale della Repubblica, di cui alla legge 15 dicembre 1990, n. 396, e successive modificazioni, è autorizzata la spesa di 212,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 e di 170 milioni di euro per l'anno 2009.

531. Per il finanziamento della promozione della candidatura italiana all'Esposizione universale del 2015 da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, d'intesa con il Ministero degli affari esteri, è autorizzata la spesa di 3 milioni di euro per l'anno 2007 e 1 milione di euro per l'anno 2008.

532. Per la partecipazione dell'Italia all'Esposizione internazionale di Saragozza del 2008 è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2007, di 3,8 milioni di euro per l'anno 2008 e 450.000 euro per l'anno 2009.

533. Per la partecipazione dell'Italia all'Esposizione universale di Shanghai 2010 è autorizzata la spesa di 800.000 euro per l'anno 2007, di 1,25 milioni di euro per l'anno 2008 e di 7 milioni di euro per l'anno 2009.

534. Per la partecipazione dell'Italia alle Esposizioni di Saragozza 2008 e Shanghai 2010 sono istituiti, rispettivamente, un Commissariato per l'Esposizione di Saragozza 2008 e un Commissariato generale per l'Esposizione di Shanghai 2010. Essi cessano di operare entro nove mesi dalla chiusura delle relative Esposizioni, dopo la presentazione dei rendiconti finali delle spese di cui, rispettivamente, ai commi 532 e 533.

535. Con decreto del Ministro degli affari esteri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro del commercio internazionale, sono nominati il Commissario del Governo per l'Esposizione di Saragozza 2008 ed il Commissario generale del Governo per l'Esposizione di Shanghai 2010.

536. Con decreto del Ministro degli affari esteri, sono altresì nominati i Segretari generali del Commissariato e del Commissariato generale, scelti tra i funzionari della carriera diplomatica con il grado di ministro plenipotenziario, i quali esercitano le loro funzioni in raccordo con i rispettivi Commissari, sostituendoli in caso di assenza o di impedimento.

537. Il Commissario e il Commissario generale gestiscono i fondi di cui, rispettivamente, ai commi 532 e 533 e ordinano le spese da effettuare in Italia e all'estero per la partecipazione dell'Italia, nonché le spese per le manifestazioni a carattere scientifico, culturale ed artistico collegate alle finalità delle esposizioni. Il Commissario e il Commissario generale, nello svolgimento dei loro compiti, sono autorizzati a derogare alle vigenti disposizioni di contabilità generale dello Stato in materia di contratti. Il Commissario e il Commissario generale presentano al Ministero degli affari esteri il preventivo delle spese e, entro nove mesi dalla data di chiusura delle rispettive esposizioni, i rendiconti finali delle spese sostenute.

538. Nello svolgimento delle proprie funzioni, il Commissario e il Commissario generale si avvalgono ciascuno del supporto di un dirigente di prima fascia ovvero di un dirigente incaricato di funzioni dirigenziali generali ai sensi dell'articolo 19, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, anche in deroga all'articolo 3, comma 147, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, nominato dal Ministero degli affari esteri tra gli appartenenti al proprio ruolo dirigenziale, con funzioni di direttore amministrativo, e di cinque unità di personale dipendente dal medesimo Ministero ovvero dalle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, in posizione di comando o in altre posizioni analoghe, secondo i rispettivi ordinamenti. Le strutture di supporto al Commissario e al Commissario generale comprendono altresì personale assunto con contratto a tempo determinato, che ha diritto a un trattamento onnicomprensivo a carico del Commissariato o del Commissariato generale commisurato a quello stabilito dalle norme dello Stato ospitante nell'ambito delle Esposizioni. Tale personale, ove assunto in Italia, ha diritto altresì al rimborso delle spese di viaggio ed alloggio nelle sedi espositive, esclusa ogni indennità di missione. Il Commissario e il Commissario generale possono avvalersi di consulenti in possesso di specifiche professionalità.

539. Il Commissario e il Commissario generale, se dipendenti dalle pubbliche amministrazioni, i Segretari generali e i direttori amministrativi sono collocati per tutta la durata dell'incarico nella posizione di fuori ruolo o in posizione analoga secondo i rispettivi ordinamenti, in eccedenza alle quote stabilite dal decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1958, n. 571, e successive modificazioni, o da qualsiasi altra disposizione legislativa o regolamentare.

540. Con decreto del Ministro degli affari esteri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, è stabilita l'indennità spettante al Commissario, al Commissario generale, ai Segretari generali, ai direttori amministrativi ed al restante personale di cui al comma 538, per l'intero periodo di svolgimento delle funzioni, dovunque svolte, dalla data di conferimento dell'incarico. Tale indennità non ha natura retributiva e tiene conto della delicatezza dell'incarico, dei relativi oneri e dell'intensità dell'impegno lavorativo. Essa non può essere superiore a quelle spettanti ai corrispondenti gradi del personale appartenente ai ruoli della carriera diplomatica, di quella dirigenziale e delle altre carriere del Ministero degli affari esteri e si aggiunge, per il personale dipendente da pubbliche amministrazioni, alle competenze stipendiali di base metropolitane.

541. Per i periodi di servizio prestati fuori sede è corrisposto ai soggetti di cui ai commi 535, 536 e 538 il rimborso delle sole spese di viaggio, in conformità alle disposizioni vigenti.

542. Con decreto del Ministro degli affari esteri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, è nominato un collegio di tre revisori dei conti, scelti tra i dirigenti dei rispettivi Ministeri, dei quali uno designato dal Ministro dell'economia e delle finanze, con funzioni di presidente, e due designati rispettivamente dal Ministro degli affari esteri e dal Ministro del commercio internazionale.

543. Agli oneri derivanti dai commi da 534 a 542 si provvede nell'ambito delle autorizzazioni di spesa di cui ai commi 532 e 533.

544. A decorrere dall'anno 2007 e fino alla revisione del sistema dei trasferimenti erariali agli enti locali, il contributo previsto dall'articolo 1 della legge 25 novembre 1964, n. 1280, da ultimo rideterminato dall'articolo 9, comma 1, della legge 16 dicembre 1999, n. 494, e confluito nel fondo consolidato di cui all'articolo 39, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, è incrementato di 175 milioni di euro annui.

545. Per la prosecuzione degli interventi relativi al «Sistema alta velocità/alta capacità», è autorizzata la spesa di 900 milioni di euro per l'anno 2008 e di 1.200 milioni di euro per l'anno 2009.

546. Per la prosecuzione degli interventi alle linee trasversali e, in particolar modo, per la progettazione definitiva del raddoppio dell'intero tracciato della linea ferroviaria Parma-La Spezia (Pontremolese), funzionale al rafforzamento del corridorio plurimodale Tirreno-Brennero, è autorizzata la spesa di 24 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008.

547. È autorizzata la spesa di euro 400 milioni per l'anno 2007 a titolo di aumento dell'apporto dello Stato al capitale sociale di Ferrovie dello Stato Spa per l'attuazione di un piano di investimento della controllata Trenitalia Spa.

548. Ai fini del rimborso degli interessi e della restituzione delle quote capitale dei mutui accesi in applicazione del decreto-legge 7 dicembre 1993, n. 505, convertito, dalla legge 29 gennaio 1994, n. 78, per il triennio 2007-2009, è posto a carico dello Stato, per l'importo annuo di 27 milioni di euro, l'onere per il servizio del debito già contratto nei confronti di Infrastrutture Spa, per il periodo dal 1o agosto 2006 al 31 dicembre 2007 in relazione alla realizzazione del «Sistema alta velocità/alta capacità».

549. È autorizzata la spesa complessiva di euro 311 milioni per l'anno 2007, in relazione all'adeguamento dei corrispettivi per gli oneri di servizio pubblico sostenuti in attuazione dei contratti di programma di Rete ferroviaria italiana (RFI) e dei contratti di servizio di Trenitalia Spa, stipulati con le regioni ai sensi dell'articolo 52 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, ivi compreso il recupero del tasso di inflazione programmata degli anni precedenti.

550. A copertura degli investimenti relativi alla rete tradizionale dell'infrastruttura ferroviaria nazionale è autorizzata l'ulteriore spesa di 2 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008.

551. A valere sulle risorse di cui al comma 550, la somma di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 è destinata specificamente all'ammodernamento della tratta ferroviaria Aosta-Chivasso.

552. Per la prosecuzione degli interventi di realizzazione delle opere strategiche di preminente interesse nazionale di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, e successive modificazioni, è autorizzata la concessione di contributi quindicennali di 100 milioni di euro a decorrere da ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, di cui 5 milioni a decorrere dall'anno 2007 per le esigenze infrastrutturali delle capitanerie di porto.

553. Per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 è altresì autorizzato un contributo di 3 milioni di euro per consentire lo sviluppo del programma di potenziamento ed adeguamento delle infrastrutture del Corpo delle capitanerie di porto - guardia costiera.

554. Per assicurare il concorso dello Stato al completamento della realizzazione delle opere infrastrutturali della Pedemontana lombarda, a valere sulle risorse di cui al comma 552, è autorizzato un contributo quindicennale di 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2007, di 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008 e di 40 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. A tal fine, il completamento della progettazione e della relativa attività esecutiva, relativamente alla realizzazione dell'autostrada Brescia-Bergamo-Milano, delle tangenziali esterne di Milano e della Pedemontana lombarda, può avvenire anche attraverso affidamento di ANAS Spa ad un organismo di diritto pubblico, costituito in forma societaria e partecipato dalla stessa società e dalla regione Lombardia. Con atto convenzionale è disciplinato il subentro nei rapporti attivi e passivi inerenti la realizzazione delle predette opere infrastrutturali.

555. Per assicurare l'autonomia finanziaria alle autorità portuali nazionali e promuovere l'autofinanziamento delle attività e la razionalizzazione della spesa, anche al fine di finanziare gli interventi di manutenzioni ordinaria e straordinaria delle parti comuni nell'ambito portuale, con priorità per quelli previsti nei piani triennali già approvati, ivi compresa quella per il mantenimento dei fondali, sono attribuiti a ciascuna autorità portuale, a decorrere dall'anno 2007, per la circoscrizione territoriale di competenza:

a) il gettito della tassa erariale di cui all'articolo 2, primo comma, del decreto-legge 28 febbraio 1974, n. 47, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 aprile 1974, n. 117, e successive modificazioni;

b) il gettito della tassa di ancoraggio di cui al capo I del titolo I della legge 9 febbraio 1963, n. 82, e successive modificazioni.

556. A decorrere dall'anno 2007 è istituito presso il Ministero dei trasporti un fondo perequativo dell'ammontare di 50 milioni di euro, la cui dotazione è ripartita annualmente tra le autorità portuali secondo criteri fissati con decreto del Ministro dei trasporti, al quale compete altresì il potere di indirizzo e verifica dell'attività programmatica delle autorità portuali. A decorrere dall'anno 2007 sono conseguentemente soppressi gli stanziamenti destinati alle autorità portuali per costruzioni e manutenzioni dei porti.

557. Le autorità portuali sono autorizzate all'applicazione di una addizionale su tasse, canoni e diritti per l'espletamento dei compiti di vigilanza e per la fornitura di servizi di sicurezza previsti nei piani di sicurezza portuali.

558. Resta ferma l'attribuzione a ciascuna autorità portuale del gettito della tassa sulle merci sbarcate e imbarcate di cui al capo III del titolo II della legge 9 febbraio 1963, n. 82, e successive modificazioni, e all'articolo 1 della legge 5 maggio 1976, n. 355.

559. Gli uffici doganali provvedono alla riscossione delle tasse di cui ai commi 555, 557 e 558 senza alcun onere per gli enti cui è devoluto il relativo gettito.

560. In conseguenza del regime di autonomia finanziaria delle autorità portuali ad esse non si applica il disposto dell'articolo 1, comma 57, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e si applica il sistema di tesoreria mista di cui all'articolo 7 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279. Le somme giacenti al 31 dicembre 2006 nei sottoconti fruttiferi possono essere prelevate in due annualità nel mese di giugno negli anni 2007 e 2008.

561. Ai fini della definizione del sistema di autonomia finanziaria delle autorità portuali, il Governo è autorizzato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un regolamento, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, volto a rivedere la disciplina delle tasse e dei diritti marittimi di cui alla legge 9 febbraio 1963, n. 82, e successive modificazioni, al decreto-legge 28 febbraio 1974, n. 47, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 aprile 1974, n. 117, ed alla legge 5 maggio 1976, n. 355, nonché i criteri per la istituzione delle autorità portuali e la verifica del possesso dei requisiti previsti per la conferma o la loro eventuale soppressione, tenendo conto della rilevanza nazionale ed internazionale dei porti, del collegamento con le reti strategiche nazionali ed internazionali, del volume dei traffici e della capacità di autofinanziamento.

562. Al fine del completamento del processo di autonomia finanziaria delle autorità portuali, con decreto adottato di concerto tra il Ministero dei trasporti, il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero delle infrastrutture, è determinata, per i porti rientranti nelle circoscrizioni territoriali delle autorità portuali, la quota dei tributi diversi dalle tasse e diritti portuali da devolvere a ciascuna autorità portuale, al fine della realizzazione di opere e servizi previsti nei rispettivi piani regolatori portuali e piani operativi triennali con contestuale soppressione dei trasferimenti dello Stato a tal fine.

563. È autorizzato un contributo di 10 milioni di euro per quindici anni a decorrere dall'anno 2007, a valere sulle risorse per la realizzazione delle opere strategiche di preminente interesse nazionale di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, e successive modificazioni, per la realizzazione di grandi infrastrutture portuali che risultino immediatamente cantierabili. Con il decreto di cui al comma 562, previa acquisizione dei corrispondenti piani finanziari presentati dalle competenti Autorità portuali e garantiti con idonee forme fideiussorie dai soggetti gestori che si impegnano altresì a farsi carico di una congrua parte dell'investimento, sono stabilite le modalità di attribuzione del contributo.

564. Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 3, comma 13, del decreto-legge 27 aprile 1990, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 giugno 1990, n. 165, la realizzazione in porti già esistenti di opere previste nel piano regolatore portuale e nelle relative varianti ovvero qualificate come adeguamenti tecnico-funzionali sono da intendersi quali attività di ampliamento, ammodernamento e riqualificazione degli stessi.

565. Gli atti di concessione demaniale rilasciati dalle autorità portuali, in ragione della natura giuridica di enti pubblici non economici delle autorità medesime, restano assoggettati alla sola imposta proporzionale di registro ed i relativi canoni non costituiscono corrispettivi imponibili ai fini dell'imposta sul valore aggiunto. Gli atti impositivi o sanzionatori fondati sull'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto ai canoni demaniali marittimi introitati dalle autorità portuali perdono efficacia ed i relativi procedimenti tributari si estinguono.

566. È autorizzato un contributo di 15 milioni di euro annui per quindici anni a decorrere dall'anno 2007, a valere sulle risorse per la realizzazione delle opere strategiche di preminente interesse nazionale, di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, e successive modificazioni, quale contributo per i mutui contratti nell'anno 2007 per la realizzazione di grandi infrastrutture portuali che risultino immediatamente cantierabili.

567. Con decreto del Ministro del trasporti, da adottare d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono stabilite le disposizioni attuative del comma 566 al fine di assicurare il rispetto del limite di spesa di cui al medesimo comma 566.

568. Per lo sviluppo delle filiere logistiche dei servizi ed interventi concernenti i porti con connotazioni di hub portuali di interesse nazionale, nonché per il potenziamento dei servizi mediante interventi finalizzati allo sviluppo dell'intermodalità e delle attività di transhipment, è autorizzato un contributo di 100 milioni di euro per l'anno 2008 da iscrivere nello stato di previsione della spesa del Ministero dei trasporti. Il Ministro dei trasporti, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, definisce con proprio decreto, adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, i criteri e le caratteristiche per la individuazione degli hub portuali di interesse nazionale.

569. Le risorse di cui al comma 568 sono finalizzate, fino alla concorrenza del 50 per cento, ad assicurare lo sviluppo del porto di Gioia Tauro, quale piattaforma logistica del Mediterraneo in aggiunta ai porti già individuati, tra i quali quello di Augusta e il porto canale di Cagliari, nonché al fine di incentivare la localizzazione nella relativa area portuale di attività produttive anche in regime di zona franca in conformità con la legislazione comunitaria vigente in materia.

570. Per l'adozione del piano di sviluppo e di potenziamento degli hub portuali di interesse nazionale e per la determinazione dell'importo di spesa destinato a ciascuno di essi, è istituito un apposito Comitato composto dal Ministro dei trasporti, dal Ministro dell'interno, dal Ministro dell'economia e delle finanze, dal Ministro dello sviluppo economico, dal Ministro delle infrastrutture, dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal Ministro dell'università e della ricerca, nonché dai presidenti delle regioni interessate. Il Comitato, presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri o, per sua delega, dal Ministro dei trasporti, approva il piano di sviluppo, su proposta del Ministro dei trasporti.

571. Le somme non utilizzate dai soggetti attuatori al termine della realizzazione delle opere, comprese quelle provenienti dai ribassi d'asta, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, ad apposito capitolo da istituire nello stato di previsione del Ministero dei trasporti per gli interventi di cui ai commi 568, 569 e 570.

572. Agli interventi realizzati ai sensi dei commi 568, 569 e 570 si applicano le disposizioni della parte II, titolo I, capo IV, sezione II, del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.

573. Al fine di garantire la prosecuzione degli interventi e delle opere di ricostruzione nelle zone colpite dagli eventi sismici nel territorio del Molise e nel territorio della provincia di Foggia, e, in particolare, delle esigenze ricostruttive del comune di San Giuliano di Puglia, si provvede alla ripartizione delle risorse finanziarie mediante ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri adottate ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, in modo da garantire ai comuni colpiti dal predetto sisma risorse nel limite di 85 milioni di euro per l'anno 2007 e di 35 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, a valere sull'autorizzazione di spesa di cui al decreto-legge 3 maggio 1991, n. 142, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 1991, n. 195, che è a tal fine integrata di 80 milioni di euro per l'anno 2007 e di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. Gli interventi di ricostruzione finanziati a valere sulle predette risorse finanziarie sono adottati in coerenza con i programmi già previsti da altri interventi infrastrutturali statali.

574. Ai fini della prosecuzione degli interventi previsti dall'articolo 2 della legge 31 dicembre 1991, n. 433, e successive modificazioni, è autorizzata la spesa di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, a favore dei comuni della Val di Noto riconosciuti dall'UNESCO come patrimonio mondiale dell'umanità, titolari di programmi comunitari URBAN, che abbiano una popolazione superiore a 30.000 abitanti e non siano capoluoghi di provincia.

575. Per le finalità di cui all'articolo 17, comma 5, della legge 11 marzo 1998, n. 67, è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro per l'anno 2007, di 30 milioni di euro per l'anno 2008 e di 50 milioni di euro per l'anno 2009. Le risorse di cui al presente comma possono essere utilizzate dai comuni beneficiari anche per le finalità di cui al primo comma dell'articolo 18 della legge 7 marzo 1981, n. 64; in tal caso i rapporti tra il provveditorato per le opere pubbliche ed i comuni interessati saranno disciplinati da apposita convenzione. Dalla data di entrata in vigore della presente legge non sono più ammesse domande di contributo finalizzate alla ricostruzione post terremoto.

576. Ai soggetti destinatari dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 10 giugno 2005, n. 3442, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 139 del 17 giugno 2005, interessati dalla proroga dello stato di emergenza nella provincia di Catania, stabilita per l'anno 2006 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 dicembre 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 304 del 31 dicembre 2005, è consentita la definizione della propria posizione entro il 30 giugno 2007, relativamente ad adempimenti e versamenti, corrispondendo l'ammontare dovuto per ciascun tributo e contributo a titolo di capitale, al netto dei versamenti già eseguiti a titolo di capitale ed interessi, diminuito al 50 per cento, ferme restando le vigenti modalità di rateizzazione. Per il ritardato versamento dei tributi e contributi di cui al presente comma si applica l'istituto del ravvedimento operoso di cui all'articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, e successive modificazioni, ancorché siano state notificate le cartelle esattoriali.

577. Per la prosecuzione dell'opera di ricostruzione nei territori delle regioni Umbria e Marche colpiti dagli eventi sismici del settembre 1997, è autorizzato un contributo annuo di 50 milioni di euro per l'anno 2007 e di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, da erogare alle medesime regioni secondo la ripartizione da effettuare con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

578. Per la prosecuzione degli interventi di ricostruzione nei territori delle regioni Basilicata e Campania colpiti dagli eventi sismici del 1980-81, di cui alla legge 23 gennaio 1992, n. 32, e successive modificazioni, è autorizzato un contributo di 2 milioni di euro per l'anno 2007 e di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, da erogare alle medesime regioni secondo la ripartizione da effettuare con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

579. Per l'attuazione degli interventi a sostegno delle popolazioni dei comuni della regione Marche e delle regioni Liguria e Piemonte colpite da eventi alluvionali nell'anno 2006, è autorizzata la spesa, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, di 5 milioni di euro per la regione Marche e di 5 milioni di euro complessivi per le regioni Liguria e Piemonte.

580. Ai contributi di cui ai commi 577, 578 e 579 si applica il disposto di cui all'articolo 4, comma 91, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, nel rispetto dell'articolo 3, commi da 16 a 21-ter, della medesima legge n. 350 del 2003.

581. I fondi di cui alla legge 26 febbraio 1992, n. 211, e successive modificazioni, destinati al cofinanziamento delle opere di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, e successive modificazioni, possono essere utilizzati per il finanziamento parziale dell'opera intera, con le stesse modalità contabili e di rendicontazione previste per i fondi stanziati ai sensi della citata legge n. 443 del 2001. Per il completamento degli interventi infrastrutturali di cui al presente comma è autorizzato un contributo di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

582. Nelle more dell'organico recepimento nell'ordinamento delle disposizioni di cui alla direttiva 2006/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2006, che modifica la direttiva 1999/62/CE relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l'uso di alcune infrastrutture, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanare su proposta del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono individuate le tratte della rete stradale di rilievo nazionale e autostradale nelle quali sono attuate le disposizioni recate dalla citata direttiva 2006/38/CE.

583. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge ANAS Spa predispone un nuovo piano economico-finanziario, riferito all'intera durata della sua concessione, nonché l'elenco delle opere infrastrutturali di nuova realizzazione ovvero di integrazione e manutenzione di quelle esistenti, che costituisce parte integrante del piano. Il piano è approvato con decreto del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze; con analogo decreto è approvato l'aggiornamento del piano e dell'elenco delle opere che ANAS Spa predispone ogni cinque anni. In occasione di tali approvazioni è altresì sottoscritta una convenzione unica di cui il nuovo piano ed i successivi aggiornamenti costituiscono parte integrante, avente valore ricognitivo per tutto quanto non deriva dal nuovo piano ovvero dai suoi aggiornamenti.

584. Ferma l'attuale durata della concessione di ANAS Spa fino alla data di perfezionamento della convenzione unica ai sensi del comma 583 all'articolo 7, comma 3, lettera d), del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, le parole: «trenta anni» sono sostituite dalle seguenti: «cinquanta anni». In occasione del perfezionamento della convenzione unica, il Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, può adeguare la durata della concessione di ANAS Spa.

585. A decorrere dal 1o gennaio 2007 la misura del canone annuo di cui all'articolo 10, comma 3, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, è fissata nel 2 per cento dei proventi netti dei pedaggi di competenza dei concessionari. Il 50 per cento del predetto canone è corrisposto direttamente ad ANAS Spa che provvede a darne distinta evidenza nel piano economico-finanziario di cui al comma 583 e che lo destina alle sue attività di vigilanza e controllo sui predetti concessionari secondo direttive impartite dal Ministro delle infrastrutture, volte anche al conseguimento della loro maggiore efficienza ed efficacia. Il residuo 50 per cento è corrisposto al Ministero delle infrastrutture ed affluisce direttamente ad un'apposita unità previsionale di base dello stato di previsione di tale Ministero, che lo destina all'incremento dell'efficienza e dell'efficacia delle sue funzioni di indirizzo, controllo e vigilanza tecnica ed operativa nei riguardi di ANAS Spa, nonché dei concessionari autostradali, anche attraverso misure organizzative analoghe a quelle previste dall'articolo 163, comma 3, del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163; all'alinea del medesimo comma 3 dell'articolo 163, le parole: «, ove non vi siano specifiche professionalità interne,» sono soppresse. Le convenzioni accessive alle concessioni in essere tra ANAS Spa ed i suoi concessionari sono corrispondentemente modificate al fine di assicurare l'attuazione delle disposizioni del presente comma.

586. Il sovrapprezzo tariffario autostradale previsto, in particolare, dagli articoli 15 della legge 12 agosto 1982, n. 531, e successive modificazioni, e 11 della legge 29 dicembre 1990, n. 407, e successive modificazioni, è soppresso. A decorrere dal 1o gennaio 2007 è istituito, sulle tariffe di pedaggio di tutte le autostrade, un sovrapprezzo il cui importo è pari: a) per le classi di pedaggio A e B, a 2 millesimi di euro a chilometro dal 1o gennaio 2007, a 2,5 millesimi di euro a chilometro dal 1o gennaio 2008 e a 3 millesimi di euro a chilometro dal 1o gennaio 2009; b) per le classi di pedaggio 3, 4 e 5, a 6 millesimi di euro a chilometro dal 1o gennaio 2007, a 7,5 millesimi di euro a chilometro dal 1o gennaio 2008 e a 9 millesimi di euro a chilometro dal 1o gennaio 2009. I conseguenti introiti sono dovuti ad ANAS Spa, quale corrispettivo forfetario delle sue prestazioni volte ad assicurare l'adduzione del traffico alle tratte autostradali in concessione, attraverso la manutenzione ordinaria e straordinaria, l'adeguamento e il miglioramento delle strade ed autostrade non a pedaggio in gestione alla stessa ANAS Spa. Con decreto del Ministro delle infrastrutture, su proposta di ANAS Spa, sono stabilite le modalità di attuazione del presente comma, ivi incluse quelle relative al versamento del sovrapprezzo, nonché quelle di utilizzazione degli introiti derivanti dal presente comma. Conseguentemente alle maggiori entrate sono ridotti i pagamenti dovuti ad ANAS Spa a titolo di corrispettivo del contratto di servizio.

587. Al fine di assicurare gli obiettivi di cui ai commi 585 e 586, con decreto del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono impartite ad ANAS Spa, anche in deroga all'articolo 7 del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, come da ultimo modificato dai commi 584, 588 e 592 del presente articolo, direttive per realizzare, anche attraverso la costituzione di apposita società, le cui azioni sono assegnate al Ministero dell'economia e delle finanze, che esercita i diritti dell'azionista di intesa con il Ministero delle infrastrutture, l'autonomia e la piena separazione organizzativa, amministrativa, finanziaria e contabile delle sue attività volte alla vigilanza e controllo sui concessionari autostradali, nonché al concorso nella realizzazione dei compiti di cui all'articolo 6-ter, comma 2, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248. Le direttive sono impartite altresì per assicurare le modalità di gestione e dell'eventuale trasferimento delle partecipazioni già possedute da ANAS Spa in società concessionarie autostradali. Presso il Ministero dell'economia e delle finanze è istituito un nuovo capitolo di bilancio nel quale affluiscono, in caso di costituzione della predetta società, quota parte dei contributi statali già attribuiti ad ANAS Spa per essere conseguentemente destinati a remunerare, sulla base di un contratto di servizio con il Ministero delle infrastrutture, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, le attività della medesima società.

588. All'articolo 7, comma 5-bis, del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, e successive modificazioni, al primo periodo le parole da: «, in conformità» fino a: «da essa costituite» sono sostituite dalla seguente: «svolge» ed il secondo periodo è soppresso. Nell'articolo 6-ter del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, i commi 4 e 5 sono abrogati.

589. Il Fondo centrale di garanzia per le autostrade e ferrovie metropolitane, di cui all'articolo 6 della legge 28 marzo 1968, n. 382, e successive modificazioni, è soppresso. ANAS Spa subentra nella mera gestione dell'intero patrimonio del citato Fondo, nei crediti e nei residui impegni nei confronti dei concessionari autostradali, nonché nei rapporti con il personale dipendente. Il subentro non è soggetto ad imposizioni tributarie. Le disponibilità nette presenti nel patrimonio del Fondo alla data della sua soppressione e derivanti altresì dalla riscossione dei crediti nei confronti dei concessionari autostradali sono impiegate da ANAS Spa, secondo le direttive impartite dal Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ad integrazione delle risorse già stanziate a tale scopo, per gli interventi di completamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria attuativi delle deliberazioni adottate dal CIPE, ai sensi della legislazione vigente, compatibilmente con gli obiettivi programmati di finanza pubblica. Le predette disponibilità, alle quali si applicano le disposizioni di cui al comma 590 nonché quelle di cui all'articolo 9 della predetta legge n. 382 del 1968, sono evidenziate in apposita posta di bilancio di ANAS Spa; del loro impiego viene reso altresì conto, in modo analitico, nel piano economico-finanziario di cui al comma 583.

590. A decorrere dal 1o gennaio 2007, ai finanziamenti pubblici erogati ad ANAS Spa a copertura degli investimenti funzionali ai compiti di cui essa è concessionaria ed all'ammortamento del costo complessivo di tali investimenti si applicano le disposizioni valide per il Gestore dell'infrastruttura ferroviaria nazionale di cui all'articolo 1, commi 86 e 87, della legge 23 dicembre 2005, n. 266. A tal fine è autorizzata la spesa di 1.560 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 comprensiva, per gli anni medesimi, dell'importo di 60 milioni di euro, da destinare al rimborso delle rate di ammortamento dei mutui contratti da ANAS Spa di cui al contratto di programma 2003-2005.

591. È autorizzata la spesa complessiva di 23.400.000 euro per l'anno 2008 per il ripristino della quota, relativa allo stesso anno, dei contributi annuali concessi per l'ammortamento dei mutui in essere contratti ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 662, articolo 2, commi 86 e 87, rispettivamente per l'importo di euro 4.000.000 ciascuno, nonché dell'articolo 19-bis del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, per l'importo di euro 15.400.000.

592. All'articolo 7, comma 1-ter, del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Per gli anni successivi si provvede ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera b), della legge 5 agosto 1978, n. 468».

593. Nell'elenco di cui al comma 583, assumono priorità la costruzione di tunnel di sicurezza su galleria monotubo a carattere internazionale e la messa in sicurezza delle vie di accesso, in ottemperanza alla direttiva 2004/54/CE del Parlamento europeo e del consiglio, del 29 aprile 2004, relativa ai requisiti minimi di sicurezza per le gallerie della rete stradale transeuropea.

594. Per il completamento degli interventi infrastrutturali di cui al numero 6 della tabella A allegata alla legge 29 dicembre 2003, n. 376, è autorizzato un contributo di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. Le predette risorse finanziarie, unitamente a quelle già previste ai sensi della citata legge n. 376 del 2003, sono assegnate e gestite dall'ente proprietario dell'opera viaria.

595. Al fine di realizzare una migliore correlazione tra lo sviluppo economico, l'assetto territoriale e l'organizzazione dei trasporti e favorire il riequilibrio modale degli spostamenti quotidiani in favore del trasporto pubblico locale attraverso il miglioramento dei servizi offerti, è istituito presso il Ministero dei trasporti un fondo per gli investimenti destinato all'acquisto di veicoli adibiti a tali servizi. Tale fondo, per il quale è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, è destinato a contributi nella misura massima del 75 per cento:

a) per l'acquisto di veicoli ferroviari da destinare ai servizi di competenza regionale di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422, e successive modificazioni;

b) per l'acquisto di veicoli destinati a servizi su linee metropolitane, tranviarie e filoviarie;

c) per l'acquisto di autobus a minor impatto ambientale o ad alimentazione non convenzionale.

596. Il Ministero dei trasporti, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, approva con proprio decreto un piano di riparto tra le regioni e le province autonome, in conformità ai seguenti criteri:

a) priorità al completamento dei programmi finanziati con la legge 18 giugno 1998, n. 194, e successive modificazioni, e con la legge 26 febbraio 1992, n. 211, e successive modificazioni;

b) condizioni di vetustà degli attuali parchi veicolari;

c) congruenza con le effettive esigenze di domanda di trasporto;

d) priorità alle regioni ed alle province autonome le cui imprese si siano attenute alle disposizioni di cui ai commi da 3-ter a 3-septies dell'articolo 18 del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422, introdotti dall'articolo 1, comma 393, della legge 23 dicembre 2005, n. 266.

597. Al fine di razionalizzare la spesa e conseguire economie di scala, relativamente agli acquisti dei veicoli stradali e ferroviari di cui al comma 595, le regioni, le regioni a statuto speciale e le province autonome si coordinano attraverso centri di acquisto comuni per modalità di trasporto, anche con il supporto del Ministero dei trasporti.

598. Il Ministero dei trasporti provvede, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, all'aggiornamento del Piano nazionale della sicurezza stradale di cui all'articolo 32 della legge 17 maggio 1999, n. 144, e successive modificazioni. Per il finanziamento delle attività connesse all'attuazione, alla valutazione di efficacia ed all'aggiornamento del Piano è autorizzata la spesa di 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

599. Al fine di consolidare ed accrescere l'attività del Ministero dei trasporti per la prevenzione in materia di circolazione ed antinfortunistica stradale, è autorizzata la spesa di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, finalizzata alla realizzazione di azioni volte a diffondere i valori della sicurezza stradale e ad assicurare una adeguata informazione agli utenti, ad aggiornare le conoscenze e le capacità dei conducenti, a rafforzare i controlli su strada anche attraverso l'implementazione di idonee attrezzature tecniche, a migliorare gli standard di sicurezza dei veicoli.

600. Per la realizzazione di interventi volti all'ammodernamento tecnologico dei sistemi di sicurezza, sia dell'infrastruttura ferroviaria sia installati a bordo dei materiali rotabili, finalizzati al conseguimento di un maggior livello della sicurezza della circolazione, nonché, per gli anni 2008 e 2009, per le gestioni commissariali governative e per le ferrovie di proprietà del Ministero dei trasporti, è autorizzata la spesa di 15 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

601. Nei limiti e per le finalità di cui alla sezione 3.3.1, paragrafo 15, della «Disciplina degli aiuti di Stato alla costruzione navale» del 30 dicembre 2003, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea C 317 del 30 dicembre 2003, il Ministero dei trasporti è autorizzato a concedere alle imprese iscritte agli albi speciali delle imprese navalmeccaniche di cui all'articolo 19 della legge 14 giugno 1989, n. 234, un contributo non superiore al 20 per cento delle spese sostenute per la realizzazione dei seguenti progetti innovativi:

a) connessi all'applicazione industriale di prodotti e processi innovativi, prodotti o processi tecnologicamente nuovi o sensibilmente migliorativi rispetto allo stato dell'arte del settore nell'Unione europea, che comportano un rischio di insuccesso tecnologico o industriale;

b) limitati al sostegno delle spese di investimento, concezione, ingegneria industriale e collaudo direttamente ed esclusivamente collegate alla parte innovativa del progetto.

602. Entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro dei trasporti, con proprio decreto, stabilisce le modalità ed i criteri per l'ammissione, la concessione e l'erogazione dei benefìci di cui al comma 601. A tal fine è autorizzato un contributo annuo di 30 milioni di euro per gli anni 2007, 2008 e 2009.

603. L'articolo 4 della legge 9 gennaio 2006, n. 13, è sostituito dal seguente:

«Art. 4. - (Fondo per favorire il potenziamento, la sostituzione e l'ammodernamento delle unità navali destinate al servizio di trasporto pubblico locale effettuato per via marittima, fluviale e lacuale). - 1. Al fine di favorire la demolizione delle unità navali destinate, in via esclusiva, al servizio di trasporto pubblico locale effettuato per via marittima, fluviale e lacuale, non più conformi ai più avanzati standard in materia di sicurezza della navigazione e di tutela dell'ambiente marino e la cui età è di oltre venti anni e che alla data del 1o gennaio 2006, risultino iscritte nei registri tenuti dalle Autorità nazionali, è autorizzata la spesa di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Il Ministro dei trasporti, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, determina con proprio decreto, in conformità con la normativa comunitaria in materia, i criteri e le modalità di attribuzione dei benefìci di cui al presente articolo».

604. Le funzioni statali di vigilanza sull'attività di controllo degli organismi pubblici e privati nell'ambito dei regimi di produzioni agroalimentari di qualità registrata sono demandate all'Ispettorato centrale repressione frodi di cui all'articolo 10, comma 1, del decreto-legge 18 giugno 1986, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1986, n. 462, che assume la denominazione di «Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari» e costituisce struttura dipartimentale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

605. I controlli di cui all'articolo 4, comma 4, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, e i compiti di cui all'articolo 11 del regolamento (CEE) n. 4045/89, a decorrere dal 1o luglio 2007, sono demandati all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

606. All'articolo 14, comma 8, della legge 20 febbraio 2006, n. 82, le parole: «la prova preliminare di fermentazione e» sono soppresse.

607. Per l'effettuazione dei controlli affidati ad Agecontrol Spa, anche ai sensi dell'articolo 18, commi 1-bis e 6, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, come modificato dall'articolo 1, commi 4 e 5, del decreto-legge 28 febbraio 2005, n. 22, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 aprile 2005, n. 71, è autorizzata la spesa di 23 milioni di euro per l'anno 2007.

608. In attuazione dell'articolo 18 del regolamento (CE) n. 510/2006 del Consiglio, del 20 marzo 2006, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli alimentari, è istituito un contributo destinato a coprire le spese, comprese quelle sostenute in occasione dell'esame delle domande di registrazione delle dichiarazioni di opposizione, delle domande di modifica e delle richieste di cancellazione presentate a norma del citato regolamento. L'importo e le modalità di versamento del predetto contributo sono fissati con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. I relativi proventi sono versati all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnati allo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per le finalità di salvaguardia dell'immagine e di tutela in campo internazionale dei prodotti agroalimentari ad indicazione geografica. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

609. All'articolo 3 del decreto-legge 9 settembre 2005, n. 182, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2005, n. 231, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 5-ter è abrogato;

b) il comma 5-quater è sostituito dal seguente:

«5-quater. Gli accrediti disposti ai sensi del comma 5-bis hanno per gli organismi pagatori effetto liberatorio dalla data di messa a disposizione dell'istituto tesoriere delle somme ivi indicate».

610. All'articolo 51, comma 6, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, dopo le parole: «l'ENEA e l'ASI», sono aggiunte le seguenti: «, nonché il Corpo forestale dello Stato».

611. All'articolo 2 del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 4 è abrogato;

b) al comma 4-bis, le parole: «Al Fondo di cui al comma 4 è altresì attribuita» sono sostituite dalle seguenti: «All'AGEA è attribuita».

612. Al fine di razionalizzare il sistema idrico nazionale, tutti i diritti, i poteri e le funzioni spettanti al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sull'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e della trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia, di cui al decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 18 marzo 1947, n. 281, ratificato, con modificazioni, dalla legge 11 luglio 1952, n. 1005, sono trasferiti alle regioni Puglia e Basilicata, che li esercitano tenuto conto anche degli interessi delle regioni limitrofe e delle priorità previste dalla normativa vigente per gli usi delle acque.

613. All'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 22 ottobre 2001, n. 381, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 dicembre 2001, n. 441, e successive modificazioni, le parole: «è prorogato di cinque anni» sono sostituite dalle seguenti: «è prorogato di sei anni». L'onere per l'attuazione del presente comma per l'anno 2007 è pari a euro 271.240.

614. Le disposizioni dell'articolo 22 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, non si applicano alle spese per l'energia utilizzata per il sollevamento dell'acqua ai fini della sua distribuzione.

615. All'articolo 4, comma 8, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) le parole: «lire 80 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «80.000 euro»;

b) le parole: «lire 2 miliardi» sono sostituite dalle seguenti: «2 milioni di euro».

616. Al fine di promuovere lo sviluppo dei mercati degli imprenditori agricoli a vendita diretta, con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali di natura non regolamentare, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti i requisiti uniformi e gli standard per la realizzazione di detti mercati, anche in riferimento alla partecipazione degli imprenditori agricoli, alle modalità di vendita e alla trasparenza dei prezzi, nonché le condizioni per poter beneficiare degli interventi previsti dalla legislazione in materia.

617. All'articolo 15, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) le parole: «50 milioni di lire» sono sostituite dalle seguenti: «50.000 euro»;

b) le parole: «300 milioni di lire» sono sostituite dalle seguenti: «300.000 euro».

618. Al fine di favorire il ricambio generazionale e lo sviluppo delle imprese giovanili nel settore agricolo ed agroalimentare, è istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il Fondo per lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile in agricoltura, avente una disponibilità finanziaria di 10 milioni di euro all'anno per il quinquennio 2007-2011.

619. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali sono disciplinati i criteri, le modalità e le procedure di attuazione del Fondo di cui al comma 618, in coerenza con la normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo.

620. L'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, e successive modificazioni, è abrogato.

621. All'onere di cui al comma 618, pari a 10 milioni di euro annui per il quinquennio 2007-2011, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 36 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, per le finalità di cui all'articolo 1, comma 2, del medesimo decreto legislativo. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

622. Al fine di favorire la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole colpite da gravi crisi di mercato e di limitarne le conseguenze economiche e sociali nei settori e nelle aree geografiche colpiti, è istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il Fondo per le crisi di mercato. Al Fondo confluiscono le risorse di cui all'articolo 1-bis, commi 13 e 14, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, non impegnate alla data del 31 dicembre 2006, che sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per la successiva riassegnazione allo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

623. Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinate le modalità operative di funzionamento del Fondo, nel rispetto degli orientamenti comunitari in materia.

624. All'articolo 1, comma 9-bis, del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, le parole: «commi 2, 3 e 5» sono sostituite dalle seguenti: «commi 2, 3, 5 e 6».

625. Per l'attuazione dell'articolo 21 della legge 23 luglio 1991, n. 223, ai fini del trattamento di integrazione salariale in favore dei lavoratori agricoli nelle aree agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali, compresi nel Piano assicurativo agricolo annuale di cui all'articolo 4 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, alla delimitazione delle aree colpite provvedono le regioni.

626. A decorrere dall'anno 2007, il contributo previsto dall'articolo 1-quinquies, comma 2, del decreto-legge 9 settembre 2005, n. 182, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2005, n. 231, è incrementato di 3 milioni di euro.

627. Al fine di armonizzare l'attuazione delle disposizioni sovranazionali in materia forestale, in aderenza al Piano d'azione per le foreste dell'Unione europea e nel rispetto delle competenze istituzionali, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sulla base degli strumenti di pianificazione regionale esistenti e delle linee guida definite ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227, propongono alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, ai fini di un accordo ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, un programma quadro per il settore forestale finalizzato a favorire la gestione forestale sostenibile e a valorizzare la multifunzionalità degli ecosistemi forestali. Le azioni previste dal programma quadro possono accedere alle risorse di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, nei limiti definiti dal CIPE nella deliberazione di cui allo stesso articolo 61, comma 3, della citata legge n. 289 del 2002.

628. L'intesa di filiera o il contratto quadro di cui agli articoli 9 e 10 del decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 102, hanno per scopo, altresì, l'integrazione della filiera forestale con quella agroenergetica, la valorizzazione, la produzione, la distribuzione e la trasformazione di biomasse derivanti da attività forestali, nonché lo sviluppo della filiera del legno. Gli organismi che operano la gestione forestale in forma associata e le imprese di lavorazione e distribuzione del legno e di utilizzazione della biomassa forestale a fini energetici nonché i soggetti interessati, pubblici o privati, stipulano contratti di coltivazione e fornitura in attuazione degli articoli 11, 12 e 13 del citato decreto legislativo n. 102 del 2005.

629. Per l'attuazione dei piani nazionali di settore, compreso quello forestale, di competenza del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per l'anno 2007 e di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009.

630. All'articolo 4, comma 24, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, le parole: «al 31 marzo 2005» sono sostituite dalle seguenti: «al 31 dicembre 2005». In relazione alle minori entrate che derivano all'INPS, sono trasferiti allo stesso Istituto gli importi di 15,3 milioni di euro per l'anno 2007 e 10,3 milioni di euro per gli anni dal 2008 al 2011.

631. Dalla base imponibile del reddito di impresa è escluso il 25 per cento del valore degli investimenti in attività di promozione pubblicitaria realizzati da imprese agroalimentari in mercati esteri nel periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente legge e nei due periodi di imposta successivi, in eccedenza rispetto alla media degli analoghi investimenti realizzati nei tre periodi di imposta precedenti.

632. La misura dell'esclusione di cui al comma 631 è elevata al 35 per cento del valore degli investimenti di promozione pubblicitaria realizzati sui mercati esteri da consorzi o raggruppamenti di imprese agroalimentari, operanti in uno o più settori merceologici, e al 50 per cento del valore degli investimenti di promozione pubblicitaria all'estero riguardanti prodotti a indicazione geografica, o comunque prodotti agroalimentari oggetto di intese di filiera o contratti quadro in attuazione degli articoli 11, 12 e 13 del decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 102.

633. Il beneficio fiscale di cui ai commi 631 e 632 si applica anche alle imprese in attività alla data di entrata in vigore della presente legge, anche se con un'attività di impresa o di lavoro autonomo inferiore a tre anni. Per tali imprese la media degli investimenti da considerare è quella risultante dagli investimenti effettuati nei periodi di imposta precedenti a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge o a quello successivo.

634. L'attestazione di effettività delle spese sostenute è rilasciata dal presidente del collegio sindacale ovvero, in mancanza, da un revisore dei conti o da un professionista iscritto all'albo dei revisori dei conti, dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali o a quello dei consulenti del lavoro, nelle forme previste dall'articolo 13, comma 2, del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140, e successive modificazioni, ovvero dal responsabile del centro di assistenza fiscale.

635. Le modalità di applicazione dell'incentivo fiscale sono, per quanto non previsto dai commi da 631 a 634 del presente articolo, le stesse disposte dall'articolo 3 del decreto-legge 10 giugno 1994, n. 357, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1994, n. 489.

636. Le società di persone e le società a responsabilità limitata, che rivestono la qualifica di società agricola ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, come da ultimo modificato dal comma 638 del presente articolo, possono optare per l'imposizione dei redditi ai sensi dell'articolo 32 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni.

637. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, sono dettate le modalità applicative del comma 636.

638. All'articolo 2, comma 4-bis, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, il secondo periodo è soppresso.

639. L'efficacia delle disposizioni dei commi da 631 a 635 e dei commi 637 e 638 resta subordinata all'emanazione di un apposito regolamento da adottare con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze diretto a contenere il relativo onere nel limite di 1 milione di euro annui.

640. I fondi provenienti da raccolta effettuata da Poste Italiane Spa per attività di bancoposta presso la clientela privata ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a), del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 marzo 2001, n. 144, sono investiti in titoli governativi dell'area euro a cura di Poste Italiane Spa.

641. È abrogato, limitatamente ai fondi di cui al comma 640 del presente articolo, il vincolo di cui all'articolo 14 del decreto luogotenenziale 6 settembre 1917, n. 1451, e successive modificazioni, ivi comprese le disposizioni in materia contenute nel decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni.

642. L'attuazione progressiva del nuovo assetto di cui al comma 640, da completare entro il 31 dicembre 2007, viene effettuata in coordinamento con il Ministero dell'economia e delle finanze.

643. Per l'attuazione di programmi annuali di interventi per la difesa del mare previsti dalla legge 31 dicembre 1982, n. 979, e successive modificazioni, e dei protocolli attuativi della Convenzione sulla salvaguardia del mar Mediterraneo dall'inquinamento, adottata a Barcellona il 16 febbraio 1976, ratificata ai sensi della legge 25 gennaio 1979, n. 30, è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

644. Per la quantificazione delle spese sostenute per gli interventi a tutela dell'ambiente marino conseguenti a danni provocati dai soggetti di cui al primo comma dell'articolo 12 della legge 31 dicembre 1982, n. 979, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare applica il tariffario internazionalmente riconosciuto dalle compagnie di assicurazioni degli armatori (SCOPIC).

645. Il secondo comma dell'articolo 14 della legge 31 dicembre 1982, n. 979, è sostituito dal seguente:

«Le somme recuperate a carico dei privati per le spese sostenute per gli interventi di cui all'articolo 12 sono versate all'entrata del bilancio dello Stato e sono riassegnate nella misura del 50 per cento con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per le attività di difesa del mare dagli inquinamenti».

646. Per l'attuazione di un programma triennale straordinario di interventi di demolizione delle opere abusive site nelle aree naturali protette nazionali è autorizzata la spesa di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

647. Nelle aree naturali protette l'acquisizione gratuita delle opere abusive di cui all'articolo 7, sesto comma, della legge 28 febbraio 1985, n. 47, e successive modificazioni, si verifica di diritto a favore degli organismi di gestione ovvero, in assenza di questi, a favore dei comuni. Restano confermati gli obblighi di notifica al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare degli accertamenti, delle ingiunzioni alla demolizione e degli eventuali abbattimenti direttamente effettuati, come anche le procedure e le modalità di demolizione vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge.

648. Restano altresì confermate le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano che disciplinano la materia di cui ai commi 646 e 647 secondo i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.

649. Per il finanziamento delle misure finalizzate all'attuazione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l'11 dicembre 1997, reso esecutivo dalla legge 1o giugno 2002, n. 120, previste dalla delibera CIPE n. 123 del 19 dicembre 2002, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 68 del 22 marzo 2003, e successivi aggiornamenti, è istituito un Fondo rotativo.

650. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, individua le modalità per l'erogazione di finanziamenti a tasso agevolato della durata non superiore a settantadue mesi a soggetti pubblici o privati. Nello stesso termine, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, è individuato il tasso di interesse da applicare.

651. Per il triennio 2007-2009 sono finanziate prioritariamente le misure di seguito elencate:

a) installazione di impianti di microcogenerazione diffusa ad alto rendimento elettrico e termico;

b) installazione di impianti di piccola taglia per l'utilizzazione delle fonti rinnovabili per la generazione di elettricità e calore;

c) sostituzione dei motori elettrici industriali con potenza superiore a 45 Kw con motori ad alta efficienza;

d) incremento dell'efficienza negli usi finali dell'energia nei settori civile e terziario;

e) eliminazione delle emissioni di protossido di azoto dai processi industriali;

f) progetti pilota di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie e di nuove fonti di energia a basse emissioni o ad emissioni zero.

652. Nel triennio 2007-2009 le risorse destinate al Fondo di cui al comma 649 ammontano a 200 milioni di euro all'anno. In sede di prima applicazione, al Fondo possono essere riversate, in aggiunta, le risorse di cui all'articolo 2, comma 3, della legge 1o giugno 2002, n. 120.

653. Le rate di rimborso dei finanziamenti concessi sono destinate all'incremento delle risorse a disposizione del Fondo di cui al comma 649.

654. Il Fondo di cui al comma 649 è istituito presso la Cassa depositi e prestiti Spa e con apposita convenzione ne sono definite le modalità di gestione. La Cassa depositi e prestiti Spa può avvalersi per l'istruttoria, l'erogazione e per tutti gli atti connessi alla gestione dei finanziamenti concessi di uno o più istituti di credito scelti sulla base di gare pubbliche in modo da assicurare una omogenea e diffusa copertura territoriale.

655. Allo scopo di finanziare interventi finalizzati al miglioramento della qualità dell'aria nelle aree urbane nonché al potenziamento del trasporto pubblico, e' istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Fondo per la mobilità sostenibile, con uno stanziamento di 90 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

656. Il Fondo di cui al comma 655 destina le proprie risorse, con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dei trasporti, prioritariamente all'adozione delle seguenti misure:

a) potenziamento ed aumento dell'efficienza dei mezzi pubblici, con particolare riguardo a quelli meno inquinanti e a favore dei comuni a maggiore crisi ambientale;

b) incentivazione dell'intermodalità;

c) introduzione di un sistema di incentivi e disincentivi per privilegiare la mobilità sostenibile;

d) valorizzazione degli strumenti del mobility management e del car sharing;

e) realizzazione di percorsi vigilati protetti casa-scuola;

f) riorganizzazione e razionalizzazione del settore di trasporto e consegna delle merci, attraverso la realizzazione di centri direzionali di smistamento che permetta una migliore organizzazione logistica, nonché il progressivo obbligo di utilizzo di veicoli a basso impatto ambientale;

g) realizzazione e potenziamento della rete di distribuzione del gas metano, gpl, elettrica e idrogeno;

h) promozione di reti urbane di percorsi destinati alla mobilità ciclistica.

657. Una quota non inferiore al 5 per cento del Fondo di cui al comma 655, è destinata agli interventi di cui alla legge 19 ottobre 1998, n. 366.

658. È istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Fondo per lo sviluppo sostenibile, allo scopo di finanziare progetti per la sostenibilità ambientale di settori economico-produttivi o aree geografiche, l'educazione e l'informazione ambientale e progetti internazionali per la cooperazione ambientale sostenibile.

659. Per il triennio 2007-2009 sono destinate al finanziamento del Fondo di cui al comma 658 risorse per un importo annuo di 25 milioni di euro. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell'economie e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono individuate annualmente le misure prioritarie da finanziare con il predetto Fondo.

660. L'articolo 23-bis, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, si interpreta nel senso che ai dirigenti delle pubbliche amministrazioni, agli appartenenti alla carriera diplomatica e prefettizia nonché ai magistrati ordinari, amministrativi e contabili, agli avvocati e procuratori dello Stato, collocati in aspettativa senza assegni presso soggetti e organismi pubblici, è riconosciuta l'anzianità di servizio. È fatta salva l'esecuzione dei giudicati formatisi alla data di entrata in vigore della presente legge.

661. I rapporti di lavoro a tempo determinato previsti dall'articolo 1, comma 596, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, sono prorogati fino al 31 dicembre 2007.

662. Per l'anno 2007, continuano ad applicarsi le disposizioni di cui all'articolo 3, commi 1 e 2, del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2005, n. 43, e successive modificazioni.

663. Al fine di sostenere interventi in materia di attività culturali svolte sul territorio italiano, è istituito presso il Ministero per i beni e le attività culturali un Fondo per l'attuazione di accordi di cofinanziamento tra lo Stato e le autonomie.

664. Per le finalità di cui al comma 633, è assegnato al Ministero per i beni e le attività culturali un contributo di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

665. A favore di specifiche finalità relative ad interventi di tutela e valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio nonché di progetti per la loro gestione è assegnato al Ministero per i beni e le attività culturali un contributo di 31,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Gli interventi sono stabiliti annualmente con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentito il Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici.

666. Al Fondo di cui all'articolo 12, comma 2, lettera e), del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28, e successive modificazioni, è assegnato un contributo di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Tale contributo è finalizzato a favore di interventi di sostegno di istituzioni, grandi eventi di carattere culturale, nonché ulteriori esigenze del settore dello spettacolo. In deroga al comma 4 del predetto articolo 12, gli interventi sono stabiliti annualmente con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali.

667. I contributi per il restauro, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali, nonché per l'istituzione del fondo in favore dell'editoria per ipovedenti e non vedenti di cui alla tabella A, n. 86, allegata alla legge 16 ottobre 2003, n. 291, da destinare anche in favore di case editrici o altri soggetti che forniscono servizi volti alla trasformazione dei prodotti esistenti in formati idonei alla fruizione da parte degli ipovedenti e non vedenti, alla creazione di prodotti editoriali nuovi e specifici, nonché alla catalogazione, conservazione e distribuzione dei prodotti trasformati e creati, sono aumentati di un importo pari a 10 milioni di euro per l'anno 2007.

668. Per consentire al Ministero per i beni e le attività culturali di far fronte con interventi urgenti al verificarsi di emergenze che possano pregiudicare la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici e di procedere alla realizzazione di progetti di gestione di modelli museali, archivistici e librari, nonché di progetti di tutela paesaggistica e archeologico-monumentale e di progetti per la manutenzione, il restauro e la valorizzazione di beni culturali e paesaggistici, è autorizzata la spesa di 79 milioni di euro per l'anno 2007 e di 87 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2008. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali sono stabiliti annualmente gli interventi e i progetti cui destinare le somme.

669. Al comma 8 dell'articolo 3 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Le risorse finanziarie giacenti nelle contabilità speciali dei capi degli Istituti centrali e periferici del Ministero per i beni e le attività culturali, ai sensi delle disposizioni di cui al presente comma e all'articolo 7 del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 149, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 237, ove non impegnate con obbligazioni giuridicamente perfezionate entro il termine del 30 novembre 2006, sono riprogrammate con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali nell'ambito dell'aggiornamento del piano e dell'assegnazione dei fondi di cui al penultimo periodo del comma 1 dell'articolo 7 del citato decreto-legge n. 149 del 1993, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 237 del 1999, e, con le modalità di cui alla legge 3 marzo 1960, n. 169, possono essere trasferite da una contabilità speciale ad un'altra ai fini dell'attuazione dei nuovi interventi individuati con la riprogrammazione. Entro e non oltre il 30 gennaio 2007 i capi degli Istituti centrali e periferici del Ministero per i beni e le attività culturali titolari delle predette contabilità speciali sono tenuti a comunicare all'ufficio di gabinetto e all'ufficio centrale di bilancio del medesimo Ministero l'ammontare delle risorse finanziarie non impegnate con obbligazioni giuridicamente perfezionate da riprogrammare.

670. È autorizzata la spesa di 20 milioni di euro per l'anno 2007 a favore delle istituzioni di alta formazione e specializzazione artistica e musicale, di cui alla legge 21 dicembre 1999, n. 508, e successive modificazioni, destinata, quanto a 10 milioni di euro, all'ampliamento, alla ristrutturazione, al restauro e alla manutenzione straordinaria degli immobili utilizzati da tali soggetti per la propria attività e, quanto a 10 milioni di euro, al loro funzionamento amministrativo e didattico.

671. Al fine di razionalizzare gli interventi e conseguire economie di spesa, sono abrogati: gli articoli 37 e 40 della legge 14 agosto 1967, n. 800; l'articolo 8 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 21 aprile 1994, n. 394; i titoli III e IV del decreto del Ministro per i beni e le attività culturali 21 dicembre 2005, pubblicato nel supplemento ordinario n. 28 alla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 4 febbraio 2006, recante criteri e modalità di erogazione di contributi in favore delle attività di spettacolo viaggiante, in corrispondenza agli stanziamenti del Fondo unico dello spettacolo, di cui alla legge 30 aprile 1985, n. 163, ed in materia di autorizzazione all'esercizio dei parchi di divertimento. Sono fatte salve le competenze del Ministero dell'interno in materia di sicurezza.

672. L'articolo 24 del decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, e successive modificazioni, è sostituito dal seguente:

«Art. 24. - (Contributi dello Stato) - 1. I criteri di ripartizione della quota del Fondo unico per lo spettacolo destinata alle fondazioni lirico-sinfoniche sono determinati con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali. Tali criteri sono determinati sulla base degli elementi quantitativi e qualitativi della produzione offerta e tengono conto degli interventi di riduzione delle spese».

673. Al fine di conseguire i massimi risultati in termini di recupero delle somme a suo tempo erogate dallo Stato a sostegno delle attività di produzione nel settore cinematografico, all'articolo 18, comma 2, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 marzo 2006, n. 80, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «In tale convenzione sono stabilite, altresì, per tutte le deliberazioni di risorse statali ad imprese cinematografiche di produzione, distribuzione ed esportazione avvenute entro il 31 dicembre 2006, per le quali non vi sia stata completa restituzione, in base a quanto accertato e comunicato alla Direzione generale per il cinema dall'istituto gestore del Fondo di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28, le modalità per pervenire all'estinzione del debito maturato, per le singole opere finanziate secondo un meccanismo che preveda, tra l'altro, l'attribuzione della totalità dei diritti del film in capo, alternativamente, all'impresa ovvero al Ministero per i beni e le attività culturali, per conto dello Stato».

674. Al fine di razionalizzare e rendere più efficiente l'erogazione e l'utilizzo delle risorse destinate dallo Stato a sostegno delle attività di produzione nel settore cinematografico, al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 12, comma 3, lettera a), la parola: «finanziamento» è sostituita dalla seguente: «sostegno»;

b) all'articolo 12, comma 5, le parole: «erogazione dei finanziamenti e dei contributi» sono sostituite dalle seguenti: «erogazione dei contributi» e le parole: «finanziamenti concessi» sono sostituite dalle seguenti: «contributi concessi»;

c) l'articolo 13 è sostituito dal seguente:

«Art. 13. - (Disposizioni per le attività di produzione). - 1. A valere sul Fondo di cui all'articolo 12, comma 1, sono concessi i contributi indicati nei commi 2, 3 e 6.

2. Per i lungometraggi riconosciuti di interesse culturale, è concesso un contributo, a valere sul Fondo di cui all'articolo 12, comma 1, in misura non superiore al 50 per cento del costo del film, per un costo industriale massimo definito con il decreto ministeriale di cui all'articolo 12, comma 5. Per le opere prime e seconde, la misura di cui al periodo precedente è elevata fino al 90 per cento.

3. Per i cortometraggi riconosciuti di interesse culturale, è concesso un contributo, a valere sul Fondo di cui all'articolo 12, comma 1, fino al 100 per cento del costo del film, per un costo industriale massimo definito con il decreto ministeriale di cui all'articolo 12, comma 5.

4. Nel decreto ministeriale di cui all'articolo 12, comma 5, sono stabilite le modalità con le quali, decorsi cinque anni dall'erogazione del contributo, e nel caso in cui quest'ultimo non sia stato interamente restituito, è attribuita al Ministero per i beni e le attività culturali, per conto dello Stato, o, in alternativa, all'impresa di produzione interessata, la piena titolarità dei diritti di sfruttamento e di utilizzazione economica dell'opera.

5. Variazioni sostanziali nel trattamento e nel cast tecnico-artistico del film realizzato, rispetto al progetto valutato dalla sottocommissione di cui all'articolo 8, comma 1, lettera a), idonee a fare venire meno i requisiti per la concessione dei benefìci di legge, e che non siano state comunicate ed approvate dalla predetta sottocommissione, comportano la revoca del contributo concesso, la sua intera restituzione, nonché la cancellazione per cinque anni dagli elenchi di cui all'articolo 3. Per un analogo periodo di tempo, non possono essere iscritte ai medesimi elenchi imprese di produzione che comprendono soci, amministratori e legali rappresentanti dell'impresa esclusa.

6. Sono corrisposti annualmente contributi alle imprese di produzione, iscritte negli elenchi di cui all'articolo 3, per lo sviluppo di sceneggiature originali, di particolare rilievo culturale o sociale. Il contributo è revocato in caso di mancata presentazione del corrispondente progetto filmico entro due anni dalla data di erogazione. Esso viene restituito in caso di concessione dei contributi previsti ai commi 2 e 3. Una quota percentuale della somma, definita con il decreto ministeriale di cui all'articolo 12, comma 5, è destinata all'autore della sceneggiatura.

7. Un'apposita giuria, composta da cinque eminenti personalità della cultura, designate dal Ministro, provvede all'attribuzione dei premi di qualità di cui all'articolo 17»;

d) all'articolo 8, comma 1, alla lettera a), le parole: «nonché all'ammissione al finanziamento di cui all'articolo 13, comma 6, del presente decreto, ed alla valutazione delle sceneggiature di cui all'articolo 13, comma 8» sono sostituite dalle seguenti: «nonché alla valutazione delle sceneggiature di cui all'articolo 13, comma 6» e, alla lettera d), le parole: «comma 8» sono sostituite dalle seguenti: «comma 6»;

e) all'articolo 17, comma 1, le parole: «comma 9» sono sostituite dalle seguenti: «comma 7»;

f) all'articolo 20, comma 1, secondo periodo, le parole: «comma 8» sono sostituite dalle seguenti: «comma 6».

675. Per interventi di ammodernamento e di potenziamento della viabilità secondaria esistente nella Regione siciliana e nella regione Calabria non compresa nelle strade gestite da ANAS Spa, una quota rispettivamente pari a 350 e 150 milioni di euro per gli anni 2007, 2008 e 2009 è assegnata in sede di riparto delle somme stanziate sul Fondo per le aree sottoutilizzate. Con decreto del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, si provvede alla ripartizione di tali risorse tra le province della Regione siciliana e le province della regione Calabria, in proporzione alla viabilità presente in ciascuna di esse, e sono stabiliti criteri e modalità di gestione per l'utilizzo delle predette risorse.

678. A carico del Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, si provvede ai seguenti interventi, nei limiti degli importi rispettivamente indicati, da stabilire in via definitiva con il decreto di cui al comma 679 del presente articolo:

a) entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, con proprio decreto, sentite la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e le organizzazioni nazionali comparativamente più rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro, adotta un programma speciale di interventi e costituisce una cabina di regia nazionale di coordinamento che concorre allo sviluppo dei piani territoriali di emersione e di promozione di occupazione regolare nonché alla valorizzazione dei comitati per il lavoro e l'emersione del sommerso (CLES). Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, è istituito, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, un apposito Fondo per l'emersione del lavoro irregolare (FELI), destinato al finanziamento, d'intesa con le regioni e gli enti locali interessati, di servizi di supporto allo sviluppo delle imprese che attivino i processi di emersione di cui ai commi da 712 a 721. Ai fini della presente lettera si provvede, per ciascuno degli anni 2007 e 2008, nei limiti di 10 milioni di euro annui;

b) sono destinati 25 milioni di euro per l'anno 2007 alla finalità di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 5 ottobre 2004, n. 249, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 dicembre 2004, n. 291, e successive modificazioni;

c) in attesa della riforma degli ammortizzatori sociali e comunque non oltre il 31 dicembre 2007, possono essere concessi trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria e di mobilità ai dipendenti delle imprese esercenti attività commerciali con più di cinquanta dipendenti, delle agenzie di viaggio e turismo, compresi gli operatori turistici, con più di cinquanta dipendenti e delle imprese di vigilanza con più di quindici dipendenti nel limite massimo di spesa di 45 milioni di euro;

d) in attesa della riforma degli ammortizzatori sociali, al fine di sostenere programmi per la riqualificazione professionale ed il reinserimento occupazionale di collaboratori a progetto, che hanno prestato la propria opera presso aziende interessate da situazioni di crisi, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, da emanare entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono definiti criteri e modalità inerenti alle disposizioni di cui alla presente lettera. Agli oneri di cui alla presente lettera si provvede nel limite di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008;

e) il Ministero del lavoro e della previdenza sociale è autorizzato a stipulare con i comuni, nel limite massimo complessivo di 1 milione di euro per l'anno 2007, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, nuove convenzioni per lo svolgimento di attività socialmente utili e per l'attuazione di misure di politica attiva del lavoro riferite a lavoratori impegnati in attività socialmente utili, nella disponibilità da almeno sette anni di comuni con popolazione inferiore a 50.000 abitanti;

f) in deroga a quanto disposto dall'articolo 12, comma 4, del decreto legislativo 1o dicembre 1997, n. 468, e limitatamente all'anno 2007, i comuni con meno di 5.000 abitanti che hanno vuoti in organico possono, relativamente alle qualifiche di cui all'articolo 16 della legge 28 febbraio 1987, n. 56, e successive modificazioni, procedere ad assunzioni di soggetti collocati in attività socialmente utili nel limite massimo complessivo di 2.450 unità. Alle misure di cui alla presente lettera è esteso l'incentivo di cui all'articolo 7, comma 6, del decreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81. Agli oneri relativi, nel limite di 23 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2007, si provvede a valere sul Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, che a tal fine è integrato del predetto importo;

g) il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, con proprio decreto, dispone annualmente di una quota del Fondo per l'occupazione, nei limiti delle risorse disponibili del Fondo medesimo, per interventi strutturali ed innovativi volti a migliorare e riqualificare la capacità di azione istituzionale e l'informazione dei lavoratori e delle lavoratrici in materia di lotta al lavoro sommerso ed irregolare, promozione di nuova occupazione, tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, iniziative in materia di protezione sociale ed in ogni altro settore di competenza del medesimo Ministero.

679. All'assegnazione delle risorse finanziarie per gli interventi di cui al comma 678 si provvede con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.

680. Al fine di promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro e ridurre le uscite dal sistema produttivo dei lavoratori ultracinquantacinquenni, è istituito l'accordo di solidarietà tra generazioni, con il quale è prevista, su base volontaria, la trasformazione a tempo parziale dei contratti di lavoro dei dipendenti che abbiano compiuto i 55 anni di età e la correlativa assunzione con contratto di lavoro a tempo parziale, per un orario pari a quello ridotto, di giovani inoccupati o disoccupati di età inferiore ai 25 anni, oppure ai 29 anni se in possesso di diploma di laurea.

681. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, adottato entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sentite la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e le organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, sono stabiliti le modalità della stipula e i contenuti degli accordi di solidarietà di cui al comma 680, i requisiti di accesso al finanziamento e le modalità di ripartizione delle risorse per l'attuazione degli accordi nel limite massimo complessivo di spesa di 3 milioni di euro per l'anno 2007 e 82,2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009.

682. All'articolo 13, comma 4, della legge 12 marzo 1999, n. 68, le parole: «e lire 60 miliardi a decorrere dall'anno 2000» sono sostituite dalle seguenti: «, euro 37 milioni per l'anno 2007 e euro 42 milioni a decorrere dall'anno 2008».

683. Per le finalità di cui all'articolo 117, comma 5, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, è autorizzata la spesa nel limite massimo di 15 milioni di euro per l'anno 2007.

684. Per il finanziamento delle attività di formazione professionale di cui all'articolo 12 del decreto-legge 22 dicembre 1981, n. 791, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1982, n. 54, è autorizzata la spesa di 23 milioni di euro per l'anno 2007. Per i periodi successivi si provvede ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera d), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e succesive modificazioni.

685. A decorrere dal 2008, i cittadini italiani rimpatriati dall'Albania possono ottenere a domanda, dall'INPS, la ricostruzione, nell'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, delle posizioni assicurative relative a periodi di lavoro dipendente ed autonomo effettivamente svolti nel predetto Paese dal 1o gennaio 1955 al 31 dicembre 1997. Con decreto, di natura non regolamentare, del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinate le modalità di attuazione. Il Ministro dell'economia e delle finanze provvede al monitoraggio degli oneri derivanti dall'attuazione del presente comma, anche ai fini dell'applicazione dell'articolo 11, comma 3, lettera i-quater), e dell'articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, e trasmette alle Camere, corredati da apposite relazioni, gli eventuali decreti emanati ai sensi dell'articolo 7, secondo comma, numero 2), della citata legge n. 468 del 1978. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

686. Per le finalità di cui all'articolo 117, comma 5, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, è autorizzata la spesa nel limite massimo di euro 27.000.000 per l'anno 2007 e di euro 51.645.690 per l'anno 2008 a valere sul Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, che a tal fine è integrato dei predetti importi, rispettivamente, per l'anno 2007 e per l'anno 2008.

687. Nel limite complessivo di 35 milioni di euro, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale è autorizzato a prorogare, previa intesa con la regione interessata, limitatamente all'esercizio 2007, le convenzioni stipulate, anche in deroga alla normativa vigente relativa ai lavori socialmente utili, direttamente con gli enti locali, per lo svolgimento di attività socialmente utili (ASU) e per l'attuazione, nel limite complessivo di 15 milioni di euro, di misure di politica attiva del lavoro riferite a lavoratori impiegati in ASU nella disponibilità degli stessi enti da almeno un triennio, nonché ai soggetti, provenienti dal medesimo bacino, utilizzati attraverso convenzioni già stipulate in vigenza dell'articolo 10, comma 3, del decreto legislativo 1o dicembre 1997, n. 468, e successive modificazioni, e prorogate nelle more di una definitiva stabilizzazione occupazionale di tali soggetti. In presenza delle suddette convenzioni, il termine di cui all'articolo 78, comma 2, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, è prorogato al 31 dicembre 2007. Ai fini di cui al presente comma, il Fondo per l'occupazione, di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, è rifinanziato di 50 milioni di euro per il 2007.

688. Le disposizioni di cui all'articolo 13, comma 2, lettera a), del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, si applicano anche ai trattamenti di disoccupazione in pagamento dal 1o gennaio 2007.

689. Al fine di coordinare specifici interventi di contrasto al lavoro sommerso ed alla evasione contributiva, l'obbligo di fornitura dei dati gravante sulle società e sugli enti di cui all'articolo 44, comma 5, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, è esteso alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.

690. I dati di cui al comma 689 sono messi a disposizione, con modalità definite da apposite convenzioni, del Ministero del lavoro e della previdenza sociale anche mediante collegamenti telematici.

691. Per l'attuazione di quanto previsto dai commi 689 e 690, nonché per la realizzazione della banca dati telematica di cui all'articolo 10, comma 1, del decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124, e successive modificazioni, il Ministero del lavoro e della previdenza sociale può avvalersi, sulla base di apposite convenzioni, delle risorse umane e strumentali dell'INPS e dell'INAIL.

692. Il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, in possesso dei dati personali e identificativi acquisiti per effetto delle predette convenzioni, è titolare del trattamento ai sensi dell'articolo 28 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.

693. Nel settore agricolo, l'omesso versamento, nelle forme e nei termini di legge, delle ritenute previdenziali e assistenziali operate dal datore di lavoro sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti configura le ipotesi di cui ai commi 1-bis, 1-ter e 1-quater dell'articolo 2 del decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 1983, n. 638. All'articolo 2 del citato decreto-legge n. 463 del 1983, il comma 3 è abrogato.

694. Al fine di promuovere la regolarità contributiva quale requisito per la concessione dei benefìci e degli incentivi previsti dall'ordinamento, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale procede, in via sperimentale, con uno o più decreti, all'individuazione degli indici di congruità di cui al comma 695 e delle relative procedure applicative, articolati per settore, per categorie di imprese e per territorio, sentiti il Ministro dell'economia e delle finanze nonché i Ministri di settore interessati e le organizzazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale dei datori di lavoro e dei lavoratori.

695. Il decreto di cui al comma 694 individua i settori nei quali risultano maggiormente elevati i livelli di violazione delle norme in materia di incentivi ed agevolazioni contributive ed in materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Per tali settori sono definiti gli indici di congruità del rapporto tra la qualità dei beni prodotti e dei servizi offerti e la quantità delle ore di lavoro necessarie nonché lo scostamento percentuale dall'indice da considerare tollerabile, tenuto conto delle specifiche caratteristiche produttive e tecniche nonché dei volumi di affari e dei redditi presunti.

696. A decorrere dal 1o luglio 2007, i benefìci normativi e contributivi previsti dalla normativa in materia di lavoro e legislazione sociale sono subordinati al possesso, da parte dei datori di lavoro, del documento unico di regolarità contributiva, fermi restando gli altri obblighi di legge ed il rispetto degli accordi e contratti collettivi nazionali nonché di quelli regionali, territoriali o aziendali, laddove sottoscritti, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

697. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, sentiti gli istituti previdenziali interessati e le parti sociali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite le modalità di rilascio, i contenuti analitici del documento unico di regolarità contributiva di cui al comma 696, nonché le tipologie di pregresse irregolarità di natura previdenziale ed in materia di tutela delle condizioni di lavoro da non considerare ostative al rilascio del documento medesimo. In attesa dell'entrata in vigore del decreto di cui al presente comma sono fatte salve le vigenti disposizioni speciali in materia di certificazione di regolarità contributiva nei settori dell'edilizia e dell'agricoltura.

698. Gli importi delle sanzioni amministrative previste per la violazione di norme in materia di lavoro, legislazione sociale, previdenza e tutela della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro entrate in vigore prima del 1o gennaio 1999 sono quintuplicati, ad eccezione delle ipotesi di cui al comma 699.

699. L'omessa istituzione e l'omessa esibizione dei libri di matricola e di paga previsti dagli articoli 20 e 21 del testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, e dall'articolo 134 del regolamento di cui al regio decreto 28 agosto 1924, n. 1422, sono punite con la sanzione amministrativa da euro 4.000 ad euro 12.000. Nei confronti delle violazioni di cui al presente comma non è ammessa la procedura di diffida di cui all'articolo 13 del decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124.

700. Le maggiori entrate derivanti dall'applicazione dei commi 698 e 699 integrano, a decorrere dall'anno 2007, la dotazione del Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236.

701. Il comma 2 dell'articolo 9-bis del decreto-legge 1o ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608, e successive modificazioni, è sostituito dai seguenti:

«2. In caso di instaurazione del rapporto di lavoro subordinato e di lavoro autonomo in forma coordinata e continuativa, anche nella modalità a progetto, di socio lavoratore di cooperativa e di associato in partecipazione con apporto lavorativo, i datori di lavoro privati, gli enti pubblici economici e le pubbliche amministrazioni sono tenuti a darne comunicazione al Servizio competente nel cui ambito territoriale è ubicata la sede di lavoro entro il giorno antecedente a quello di instaurazione dei relativi rapporti, mediante documentazione avente data certa di trasmissione. Resta fermo, per i datori di lavoro agricolo, quanto previsto dall'articolo 1, comma 9, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81. La comunicazione deve indicare i dati anagrafici del lavoratore, la data di assunzione, la data di cessazione qualora il rapporto non sia a tempo indeterminato, la tipologia contrattuale, la qualifica professionale e il trattamento economico e normativo applicato. La medesima procedura si applica ai tirocini di formazione e di orientamento e ad ogni altro tipo di esperienza lavorativa ad essi assimilata. Le agenzie di lavoro autorizzate dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale sono tenute a comunicare, entro il giorno venti del mese successivo alla data di assunzione, al Servizio competente nel cui ambito territoriale è ubicata la loro sede operativa, l'assunzione, la proroga e la cessazione dei lavoratori temporanei assunti nel mese precedente.

2-bis. In caso di urgenze connesse ad esigenze produttive, la comunicazione di cui al comma 2 può essere effettuata entro cinque giorni dall'instaurazione del rapporto di lavoro, fermo restando l'obbligo di comunicare entro il giorno antecedente al Servizio competente, mediante comunicazione avente data certa di trasmissione, la data di inizio della prestazione, le generalità del lavoratore e del datore di lavoro».

702. Il comma 2 dell'articolo 7 del decreto legislativo 19 dicembre 2002, n. 297, è abrogato.

703. Sino alla effettiva operatività delle modalità di trasferimento dei dati contenuti nei moduli per le comunicazioni obbligatorie di cui al decreto interministeriale previsto dall'articolo 4-bis, comma 7, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, resta in vigore l'obbligo di comunicazione all'INAIL di cui all'articolo 14, comma 2, del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, da effettuare esclusivamente attraverso strumenti informatici.

704. Al comma 5 dell'articolo 4-bis del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, introdotto dall'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 19 dicembre 2002, n. 297, sono aggiunte, in fine, le seguenti lettere:

«e-bis) trasferimento del lavoratore;

e-ter) distacco del lavoratore;

e-quater) modifica della ragione sociale del datore di lavoro;

e-quinquies) trasferimento d'azienda o di ramo di essa».

705. L'articolo 4-bis, comma 6, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, è sostituito dai seguenti:

« 6. Le comunicazioni di assunzione, cessazione, trasformazione e proroga dei rapporti di lavoro autonomo, subordinato, associato, dei tirocini e di altre esperienze professionali, previste dalla normativa vigente, inviate al Servizio competente nel cui ambito territoriale è ubicata la sede di lavoro con i moduli di cui al comma 7, sono valide ai fini dell'assolvimento degli obblighi di comunicazione nei confronti delle direzioni regionali e provinciali del lavoro, dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) dell'Istituto nazionale per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) o di altre forme previdenziali sostitutive o esclusive, nonché nei confronti della prefettura-ufficio territoriale del Governo.

6-bis. Il comma 5 dell'articolo 19 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni, è abrogato.

6-ter. All'articolo 7, comma 1, del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni, le parole: "o lo assume per qualsiasi causa alle proprie dipendenze" sono soppresse».

706. Per le comunicazioni previste dalle norme introdotte dal comma 701, i datori di lavoro pubblici e privati devono avvalersi dei servizi informatici resi disponibili dai servizi competenti presso i quali è ubicata la sede di lavoro. Il decreto di cui all'articolo 4-bis, comma 7, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, e successive modificazioni, disciplina anche le modalità e i tempi di applicazione di quante previsto dal presente comma.

707. Alla lettera c) del secondo comma dell'articolo 197 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, e successive modificazioni, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e per il finanziamento di attività promozionali ed eventi in materia di salute e sicurezza del lavoro, con particolare riferimento ai settori a più elevato rischio infortunistico, nel rispetto della legge 7 giugno 2000, n. 150, del relativo regolamento di attuazione, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 21 settembre 2001, n. 422, e dei criteri e delle procedure individuati ogni due anni con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale».

708. All'articolo 118, comma 16, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni, le parole: «e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004, 2005 e 2006» sono sostituite dalle seguenti: «e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004, 2005, 2006 e 2007».

709. Ai fini della collocazione in mobilità, entro il 31 dicembre 2007, ai sensi dell'articolo 4 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni, le disposizioni di cui all'articolo 1-bis del decreto-legge 14 febbraio 2003, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 aprile 2003, n. 81, si applicano, avuto anche riguardo ai processi di riorganizzazione, ristrutturazione, conversione, crisi o modifica degli assetti societari aziendali, anche al fine di evitare il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria, nel limite complessivo di 6.000 unità, a favore di imprese o gruppi di imprese i cui piani di gestione delle eccedenze occupazionali siano stati oggetto di esame presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale nel periodo dal 1o gennaio 2007 al 28 febbraio 2007. Alle imprese sottoposte alle procedure di cui al decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, ed al decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 2004, n. 39, sono riservate 1.000 delle unità indicate nel periodo precedente. Gli oneri relativi alla permanenza in mobilità, ivi compresi quelli relativi alla contribuzione figurativa, sono posti a carico delle imprese per i periodi che eccedono la mobilità ordinaria. Ai lavoratori ammessi alla mobilità in base al presente comma si applicano, ai fini del trattamento pensionistico, le disposizioni di cui all'articolo 11 della legge 23 dicembre 1994, n. 724, e della tabella A allegata al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, come sostituita dalla citata legge n. 724 del 1994, nonché le disposizioni di cui all'articolo 59, commi 6, 7, lettere a) e b), e 8, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni. Le imprese o i gruppi di imprese che intendono avvalersi della presente disposizione devono presentare domanda al Ministero del lavoro e della previdenza sociale entro il 31 marzo 2007. Per l'attuazione del presente comma è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2007, di 59 milioni di euro per l'anno 2008 e di 140 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009.

710. In attesa della riforma degli ammortizzatori sociali e nel limite complessivo di spesa di 460 milioni di euro a carico del Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, può disporre, entro il 31 dicembre 2007, in deroga alla vigente normativa, concessioni, anche senza soluzione di continuità, dei trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria, di mobilità e di disoccupazione speciale, nel caso di programmi finalizzati alla gestione di crisi occupazionali, anche con riferimento a settori produttivi e ad aree regionali, ovvero miranti al reimpiego di lavoratori coinvolti in detti programmi definiti in specifici accordi in sede governativa intervenuti entro il 15 giugno 2007 che recepiscono le intese già stipulate in sede istituzionale territoriale ed inviate al Ministero del lavoro e della previdenza sociale entro il 20 maggio 2007. Nell'ambito delle risorse finanziarie di cui al primo periodo, i trattamenti concessi ai sensi dell'articolo 1, comma 410, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e successive modificazioni, possono essere prorogati, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, qualora i piani di gestione delle eccedenze già definiti in specifici accordi in sede governativa abbiano comportato una riduzione nella misura almeno del 10 per cento del numero dei destinatari dei trattamenti scaduti il 31 dicembre 2006. La misura dei trattamenti di cui al secondo periodo è ridotta del 10 per cento nel caso di prima proroga, del 30 per cento nel caso di seconda proroga e del 40 per cento nel caso di proroghe successive. All'articolo 1, comma 155, primo periodo, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, come modificato dall'articolo 13, comma 2, lettera b), del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, le parole: «31 dicembre 2006» sono sostituite dalle seguenti: «31 dicembre 2007».

711. Nell'ambito del limite complessivo di spesa di cui al comma 710, sono destinati 12 milioni di euro, a valere sul Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, alla concessione, per l'anno 2007, di una indennità pari al trattamento massimo di integrazione salariale straordinaria, nonché alla relativa contribuzione figurativa ed agli assegni al nucleo familiare, ai lavoratori portuali che prestano lavoro temporaneo nei porti ai sensi della legge 28 gennaio 1994, n. 84, previa determinazione dei criteri da stabilirsi con decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale.

712. Al fine di procedere alla regolarizzazione e al riallineamento retributivo e contributivo di rapporti di lavoro non risultanti da scritture o da altra documentazione obbligatoria, i datori di lavoro possono presentare, nelle sedi dell'INPS territorialmente competenti, entro il 30 settembre 2007, apposita istanza ai sensi del comma 713.

713. L'istanza di cui al comma 712 può essere presentata esclusivamente dai datori di lavoro che abbiano proceduto alla stipula di un accordo aziendale ovvero territoriale, nei casi in cui nelle aziende non siano presenti le rappresentanze sindacali o unitarie, con le organizzazioni sindacali aderenti alle associazioni nazionali comparativamente più rappresentative finalizzato alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro di cui al comma 712. Nell'istanza il datore di lavoro indica le generalità dei lavoratori che intende regolarizzare ed i rispettivi periodi oggetto di regolarizzazione, comunque non anteriori ai cinque anni precedenti alla data di presentazione dell'istanza medesima.

714. L'accordo sindacale di cui al comma 713, da allegare all'istanza, disciplina la regolarizzazione dei rapporti di lavoro mediante la stipula di contratti di lavoro subordinato e promuove la sottoscrizione di atti di conciliazione individuale che producono, nel rispetto della procedura dettata dalla normativa vigente, l'effetto conciliativo di cui agli articoli 410 e 411 del codice di procedura civile con riferimento ai diritti di natura retributiva, e a quelli ad essi connessi e conseguenti derivanti dai fatti descritti nella istanza di regolarizzazione e per i periodi in essa indicati, nonché ai diritti di natura risarcitoria per i periodi medesimi.

715. Ai fini del comma 712 si applica il termine di prescrizione quinquennale per i periodi di mancata contribuzione precedenti al periodo oggetto di regolarizzazione di cui al comma 713. L'accesso alla procedura di cui ai commi da 712 a 721 è consentito anche ai datori di lavoro che non siano stati destinatari di provvedimenti amministrativi o giurisdizionali definitivi concernenti il pagamento dell'onere contributivo ed assicurativo evaso o le connesse sanzioni amministrative. Gli effetti di tali provvedimenti sono comunque sospesi fino al completo assolvimento degli obblighi di cui al comma 716. In ogni caso l'accordo sindacale di cui al comma 714 comprende la regolarizzazione delle posizioni di tutti i lavoratori per i quali sussistano le stesse condizioni dei lavoratori la cui posizione sia stata oggetto di accertamenti ispettivi.

716. All'adempimento degli obblighi contributivi e assicurativi a carico del datore di lavoro relativi ai rapporti di lavoro oggetto della procedura di regolarizzazione si provvede mediante il versamento di una somma pari a due terzi di quanto dovuto tempo per tempo alle diverse gestioni assicurative relative ai lavoratori dipendenti secondo le seguenti modalità: a) versamento all'atto dell'istanza di una somma pari ad un quinto del totale dovuto; b) per la parte restante, pagamento in sessanta rate mensili di pari importo senza interessi. I lavoratori sono comunque esclusi dal pagamento della parte di contribuzione a proprio carico. La misura del trattamento previdenziale relativa ai periodi oggetto di regolarizzazione è determinata in proporzione alle quote contributive effettivamente versate.

717. Il versamento della somma di cui al comma 716 comporta l'estinzione dei reati previsti da leggi speciali in materia di versamenti di contributi e premi, nonché di obbligazioni per sanzioni amministrative e per ogni altro onere accessorio connesso alla denuncia e il versamento dei contributi e dei premi, ivi compresi quelli di cui all'articolo 51 del testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, nonché all'articolo 18 del decreto-legge 30 agosto 1968, n. 918, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 ottobre 1968, n. 1089, in materia di sgravi degli oneri sociali.

718. Nei confronti dei datori di lavoro che hanno presentato l'istanza di regolarizzazione di cui al comma 712, per la durata di un anno a decorrere dalla data di presentazione, sono sospese le eventuali ispezioni e verifiche da parte degli organi di controllo e vigilanza nella materia oggetto della regolarizzazione anche con riferimento a quelle concernenti la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Resta ferma la facoltà dell'organo ispettivo di verificare la fondatezza di eventuali elementi nuovi che dovessero emergere nella materia oggetto della regolarizzazione, al fine dell'integrazione della regolarizzazione medesima da parte del datore di lavoro. Entro un anno a decorrere dalla data di presentazione dell'istanza di regolarizzazione di cui al comma 712, i datori di lavoro devono completare, ove necessario, gli adeguamenti organizzativi e strutturali previsti dalla vigente legislazione in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. L'efficacia estintiva di cui al comma 717 resta condizionata al completo adempimento degli obblighi in materia di salute e sicurezza dei lavoratori, verificato alla scadenza del predetto anno dai competenti organi ispettivi delle aziende sanitarie locali ovvero dei servizi ispettivi delle direzioni provinciali del lavoro per le attività produttive previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 ottobre 1997, n. 412.

719. Le agevolazioni contributive di cui al comma 716 sono temporaneamente sospese nella misura del 50 per cento e definitivamente concesse al termine di ogni anno di lavoro prestato regolarmente da parte dei lavoratori di cui al comma 714.

720. La concessione delle agevolazioni di cui al comma 716 resta condizionata al mantenimento in servizio del lavoratore per un periodo non inferiore a ventiquattro mesi dalla regolarizzazione del rapporto di lavoro, salve le ipotesi di dimissioni o di licenziamento per giusta causa.

721. Ferma restando l'attività di natura istruttoria di spettanza dell'INPS, il direttore della direzione provinciale del lavoro, congiuntamente ai direttori provinciali dell'INPS dell'INAIL e degli altri enti previdenziali, nell'ambito del coordinamento di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124, adottano i provvedimenti di accoglimento delle istanze di cui al comma 712, previa, ove necessario, richiesta di integrazione della documentazione prodotta.

722. In attesa di una revisione della disciplina della totalizzazione e della ricongiunzione dei periodi contributivi afferenti alle diverse gestioni previdenziali, al fine di promuovere la stabilizzazione dell'occupazione mediante il ricorso a contratti di lavoro subordinato nonché di garantire il corretto utilizzo dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa anche a progetto, i committenti datori di lavoro, entro e non oltre il 30 aprile 2007, possono stipulare accordi aziendali ovvero territoriali, nei casi in cui nelle aziende non siano presenti le rappresentanze sindacali unitarie o aziendali, con le organizzazioni sindacali aderenti alle associazioni nazionali comparativamente più rappresentative conformemente alle previsioni dei commi da 723 a 728.

723. Gli accordi sindacali di cui al comma 722 promuovono la trasformazione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, mediante la stipula di contratti di lavoro subordinato. A seguito dell'accordo i lavoratori interessati alla trasformazione sottoscrivono atti di conciliazione individuale conformi alla disciplina di cui agli articoli 410 e 411 del codice di procedura civile. I contratti di lavoro stipulati a tempo indeterminato godono dei benefìci previsti dalla legislazione vigente.

724. Per i lavoratori che continuano ad essere titolari di rapporti di collaborazione coordinata a progetto, le parti sociali, ai sensi del comma 4 dell'articolo 61 e dell'articolo 63 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, possono stabilire, anche attraverso accordi interconfederali, misure atte a contribuire al corretto utilizzo delle predette tipologie di lavoro nonché stabilire condizioni più favorevoli per i collaboratori. II Ministero del lavoro e della previdenza sociale provvede ad effettuare azioni di monitoraggio relative all'evoluzione della media dei corrispettivi effettivamente versati ai collaboratori coordinati a progetto, al netto delle ritenute previdenziali, al fine di effettuare un raffronto con la media dei corrispettivi versati nei tre anni precedenti a quello di entrata in vigore delle disposizioni di cui alla presente legge.

725. La validità degli atti di conciliazione di cui al comma 723 rimane condizionata all'adempimento dell'obbligo, per il solo datore di lavoro, del versamento alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, a titolo di contributo straordinario integrativo finalizzato al miglioramento del trattamento previdenziale, di una somma pari alla metà della quota di contribuzione a carico dei committenti per i periodi di vigenza dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa anche a progetto, per ciascun lavoratore interessato alla trasformazione del rapporto di lavoro.

726. I datori di lavoro depositano presso le competenti sedi dell'INPS gli atti di conciliazione di cui al comma 723, unitamente ai contratti stipulati con ciascun lavoratore e all'attestazione dell'avvenuto versamento di una somma pari ad un terzo del totale dovuto ai sensi del comma 725. I datori di lavoro sono autorizzati a provvedere per la parte restante del dovuto in trentasei ratei mensili successivi. Il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, approva i relativi accordi con riferimento alla possibilità di integrare presso la gestione separata dell'INPS la posizione contributiva del lavoratore interessato nella misura massima occorrente per il raggiungimento del livello contributivo previsto nel fondo pensioni lavoratori dipendenti nei limiti delle risorse finanziarie di cui al comma 729. Qualora il datore di lavoro non proceda ai versamenti di cui al presente comma, si applicano le sanzioni previste dalla normativa vigente in caso di omissione contributiva.

727. Gli atti di conciliazione di cui al comma 723 producono l'effetto di cui agli articoli 410 e 411 del codice di procedura civile con riferimento ai diritti di natura retributiva, contributiva e risarcitoria per il periodo pregresso. Il versamento della somma di cui al comma 725 comporta l'estinzione dei reati previsti da leggi speciali in materia di versamenti di contributi o premi e di imposte sui redditi, nonché di obbligazioni per sanzioni amministrative e per ogni altro onere accessorio connesso alla denuncia e il versamento dei contributi e dei premi, ivi compresi quelli di cui all'articolo 51 del testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, nonché all'articolo 18 del decreto-legge 30 agosto 1968, n. 918, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 ottobre 1968, n. 1089, in materia di sgravi degli oneri sociali. Per effetto degli atti di conciliazione, è precluso ogni accertamento di natura fiscale e contributiva per i pregressi periodi di lavoro prestato dai lavoratori interessati dalle trasformazioni di cui ai commi da 722 a 728.

728. L'accesso alla procedura di cui al comma 722 è consentito anche ai datori di lavoro che siano stati destinatari di provvedimenti amministrativi o giurisdizionali non definitivi concernenti la qualificazione del rapporto di lavoro. In ogni caso l'accordo sindacale di cui al comma 722 comprende la stabilizzazione delle posizioni di tutti i lavoratori per i quali sussistano le stesse condizioni dei lavoratori la cui posizione sia stata oggetto di accertamenti ispettivi. Gli effetti di tali provvedimenti sono sospesi fino al completo assolvimento degli obblighi di cui ai commi 725 e 726.

729. Per le finalità dei commi da 722 a 728 è autorizzata la spesa di 300 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009.

730. I contratti di lavoro subordinato di cui al comma 723 prevedono una durata del rapporto di lavoro non inferiore a ventiquattro mesi.

731. All'articolo 1, comma 1, primo periodo, del decreto-legge 20 gennaio 1998, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 1998, n. 52, e successive modificazioni, le parole: «31 dicembre 2006» sono sostituite dalle seguenti: «31 dicembre 2007» e dopo le parole: «e di 45 milioni di euro per il 2006» sono inserite le seguenti: «nonché di 37 milioni di euro per il 2007».

732. All'articolo 1, comma 2, primo periodo, del decreto-legge 20 gennaio 1998, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 1998, n. 52, e successive modificazioni, le parole: «31 dicembre 2006» sono sostituite dalle seguenti: «31 dicembre 2007». Ai fini dell'attuazione del presente comma, è autorizzata per l'anno 2007 la spesa di 25 milioni di euro a valere sul Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236.

733. Al fine di prevenire l'instaurazione delle procedure d'infrazione di cui agli articoli 226 e seguenti del Trattato istitutivo della Comunità europea o per porre termine alle stesse, le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano, gli enti territoriali, gli altri enti pubblici e i soggetti equiparati adottano ogni misura necessaria a porre tempestivamente rimedio alle violazioni, loro imputabili, degli obblighi degli Stati nazionali derivanti dalla normativa comunitaria. Essi sono in ogni caso tenuti a dare pronta esecuzione agli obblighi derivanti dalle sentenze rese dalla Corte di giustizia delle Comunità europee, ai sensi dell'articolo 228, paragrafo 1, del citato Trattato.

734. Lo Stato esercita nei confronti dei soggetti di cui al comma 733, che si rendano responsabili della violazione degli obblighi derivanti dalla normativa comunitaria o che non diano tempestiva esecuzione alle sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, i poteri sostitutivi necessari, secondo i princìpi e le procedure stabiliti dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131 e dell'articolo 11, comma 8, della legge 4 febbraio 2005, n. 11.

735. Lo Stato ha diritto di rivalersi nei confronti dei soggetti di cui al comma 733 indicati dalla Commissione europea nelle regolazioni finanziarie operate a carico dell'Italia a valere sulle risorse del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e degli altri Fondi aventi finalità strutturali.

736. Lo Stato ha diritto di rivalersi sui soggetti responsabili delle violazioni degli obblighi di cui al comma 733 degli oneri finanziari derivanti dalle sentenze di condanna rese dalla Corte di giustizia delle Comunità europee ai sensi dell'articolo 228, paragrafo 2, del Trattato istitutivo della Comunità europea.

737. Lo Stato ha altresì diritto di rivalersi sulle regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano, gli enti territoriali, gli altri enti pubblici e i soggetti equiparati, i quali si siano resi responsabili di violazioni delle disposizioni della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950, resa esecutiva dalla legge 4 agosto 1955, n. 848, e dei relativi Protocolli addizionali, degli oneri finanziari sostenuti per dare esecuzione alle sentenze di condanna rese dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti dello Stato in conseguenza delle suddette violazioni.

738. Lo Stato esercita il diritto di rivalsa di cui ai commi 735, 736, 737:

a) nei modi indicati al comma 739, qualora l'obbligato sia un ente territoriale;

b) mediante prelevamento diretto sulle contabilità speciali obbligatorie istituite presso le sezioni di tesoreria provinciale dello Stato, ai sensi della legge 20 ottobre 1984, n. 720, e successive modificazioni, per tutti gli enti e gli organismi pubblici, diversi da quelli indicati nella lettera a), assoggettati al sistema di tesoreria unica;

c) nelle vie ordinarie, qualora l'obbligato sia un soggetto equiparato ed in ogni altro caso non rientrante nelle previsioni di cui alle lettere a) e b).

739. La misura degli importi dovuti allo Stato a titolo di rivalsa, comunque non superiore complessivamente agli oneri finanziari di cui ai commi 735, 736 e 737, è stabilita con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze da adottare entro tre mesi dalla notifica, nei confronti degli obbligati, della sentenza esecutiva di condanna della Repubblica italiana. Il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze costituisce titolo esecutivo nei confronti degli obbligati e reca la determinazione dell'entità del credito dello Stato nonché l'indicazione delle modalità e i termini del pagamento, anche rateizzato. In caso di oneri finanziari a carattere pluriennale o non ancora liquidi, possono essere adottati più decreti del Ministro dell'economia e delle finanze in ragione del progressivo maturare del credito dello Stato.

740. I decreti ministeriali di cui al comma 739, qualora l'obbligato sia un ente territoriale, sono emanati previa intesa sulle modalità di recupero con gli enti obbligati. Il termine per il perfezionamento dell'intesa è di quattro mesi decorrenti dalla data della notifica, nei confronti dell'ente territoriale obbligato, della sentenza esecutiva di condanna della Repubblica italiana. L'intesa ha ad oggetto la determinazione dell'entità del credito dello Stato e l'indicazione delle modalità e dei termini del pagamento, anche rateizzato. Il contenuto dell'intesa è recepito, entro un mese dal perfezionamento, in un provvedimento del Ministero dell'economia e delle finanze che costituisce titolo esecutivo nei confronti degli obbligati. In caso di oneri finanziari a carattere pluriennale o non ancora liquidi, possono essere adottati più provvedimenti del Ministero dell'economia e delle finanze in ragione del progressivo maturare del credito dello Stato, seguendo il procedimento disciplinato nel presente comma.

741. In caso di mancato raggiungimento dell'intesa, all'adozione del provvedimento esecutivo indicato nel comma 740 provvede il Presidente del Consiglio dei ministri, nei successivi quattro mesi, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. In caso di oneri finanziari a carattere pluriennale o non ancora liquidi, possono essere adottati più provvedimenti del Presidente del Consiglio dei ministri in ragione del progressivo maturare del credito dello Stato, seguendo il procedimento disciplinato nel presente comma.

742. Le notifiche indicate nei commi 738 e 739 sono effettuate a cura e spese del Ministero dell'economia e delle finanze.

743. I destinatari degli aiuti di cui all'articolo 87 del Trattato istitutivo della Comunità europea possono avvalersi di tali misure agevolative solo se dichiarano, ai sensi dell'articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, e secondo le modalità stabilite con decreto del Presidente della Repubblica, da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, di non rientrare fra coloro che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti che sono individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea, e specificati nel decreto di cui al presente comma.

744. Per il sostegno del settore turistico è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, si provvede all'attuazione del presente comma.

745. Per le finalità di sviluppo del settore del turismo e per il suo posizionamento competitivo quale fattore produttivo di interesse nazionale, anche in relazione all'esigenza di incentivare l'adeguamento dell'offerta delle imprese turistico-ricettive la cui rilevanza economica nazionale necessita di nuovi livelli di servizi definiti in base a parametri unitari ed omogenei, nonché al fine di favorire l'unicità della titolarità tra la proprietà dei beni ad uso turistico-ricettivo e la relativa attività di gestione, ivi inclusi i processi di crescita dimensionale, è autorizzata la spesa di 48 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Per l'applicazione del presente comma il Presidente del Consiglio dei ministri adotta, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, un decreto recante l'individuazione dei criteri, delle procedure e delle modalità di attuazione.

746. È autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, da assegnare all'Osservatorio nazionale del turismo di cui all'articolo 12 del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, da destinare specificamente per le attività di monitoraggio della domanda e dei flussi turistici ed identificazione di strategie di interesse nazionale per lo sviluppo e la competitività del settore.

747. Al fine di garantire il cofinanziamento dello Stato agli oneri a carico delle regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano per il rinnovo del secondo biennio economico del contratto collettivo 2004-2007 relativo al settore del trasporto pubblico locale, a decorrere dall'anno 2007 è autorizzata la spesa di 60 milioni di euro. Le risorse di cui al presente comma sono assegnate alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano con decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Le risorse sono attribuite con riferimento alla consistenza del personale in servizio alla data del 30 ottobre 2006 presso le aziende di trasporto pubblico locale. Le spese sostenute dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano per la corresponsione alle aziende degli importi assegnati sono escluse dal patto di stabilità interno.

748. Alle lettere a), b) e c) del comma 74 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: «Agenzia delle entrate: 0,71 per cento», «Agenzia del territorio: 0,13 per cento» e «Agenzia delle dogane: 0,15 per cento» sono sostituite, rispettivamente, dalle seguenti: «Agenzia delle entrate: 0,7201 per cento», «Agenzia del territorio: 0,1592 per cento» e «Agenzia delle dogane: 0,1668 per cento».

749. Il fondo per provvedere all'estinzione dei debiti pregressi di cui all'articolo 1, comma 50, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è incrementato di 90 milioni di euro per l'anno 2007.

750. Il comma 69 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, è sostituito dal seguente:

«69. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 47, secondo comma, della legge 20 maggio 1985, n. 222, relativamente alla quota destinata allo Stato dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), è ridotta di 35 milioni di euro per l'anno 2007 e di 80 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009».

751. Per l'anno 2007, con riferimento al periodo d'imposta 2006, fermo quanto già dovuto dai contribuenti a titolo di imposta sul reddito delle persone fisiche, una quota pari al 5 per mille dell'imposta netta, diminuita del credito d'imposta per redditi prodotti all'estero e degli altri crediti d'imposta spettanti, è destinata in base alla scelta dei contribuenti alle seguenti finalità:

a) sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e successive modificazioni, nonché delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e provinciali previsti dall'articolo 7, commi 1, 2, 3 e 4, della legge 7 dicembre 2000, n. 383;

b) sostegno delle associazioni e fondazioni riconosciute che, senza scopo di lucro, operano in via esclusiva o prevalente nei settori di cui all'articolo 10, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, secondo le modalità indicate nel medesimo decreto legislativo;

c) finanziamento della ricerca scientifica e dell'università;

d) finanziamento della ricerca sanitaria;

e) attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente.

752. Resta fermo il meccanismo dell'otto per mille di cui alla legge 20 maggio 1985, n. 222.

753. Le somme corrispondenti alla quota di cui al comma 751 sono determinate sulla base degli incassi in conto competenza relativi all'IRPEF, sulla base delle scelte espresse dai contribuenti, risultanti dal rendiconto generale dello Stato.

754. Con decreto di natura non regolamentare del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della solidarietà sociale, del Ministro della salute, del Ministro della pubblica istruzione, del Ministro dell'università e della ricerca, del Ministro per i beni e le attività culturali, del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono stabilite le modalità di richiesta, le liste dei soggetti ammessi al riparto redatte dai Ministri proponenti sulla base delle competenze di settore e le modalità del riparto delle somme stesse; con il medesimo decreto sono stabilite le modalità di rendicontazione delle somme da parte degli enti beneficiari, nonché di controllo, da parte delle amministrazioni dello Stato interessate, dell'utilizzo delle somme stesse per le finalità elencate nell'articolo 1, comma 337, lettere a), b), c) e d), della legge 23 dicembre 2005, n. 266. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a provvedere, con propri decreti, alla riassegnazione ad apposite unità previsionali di base dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze delle somme affluite all'entrata per essere destinate ad alimentare un apposito fondo.

755. Per le finalità di cui ai commi da 751 a 754 è autorizzata la spesa nel limite massimo di 250 milioni di euro per l'anno 2008.

756. Nello stato di previsione del Ministero della difesa è istituito un fondo, con la dotazione di 350 milioni di euro per l'anno 2007 e di 450 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, in conto spese per il funzionamento, con particolare riguardo alla tenuta in efficienza dello strumento militare, mediante interventi di sostituzione, ripristino e manutenzione ordinaria e straordinaria di mezzi, materiali, sistemi, infrastrutture, equipaggiamenti e scorte, assicurando l'adeguamento delle capacità operative e dei livelli di efficienza ed efficacia delle componenti militari, anche in funzione delle operazioni internazionali di pace. Il fondo è altresì alimentato con i pagamenti a qualunque titolo effettuati da Stati od organizzazioni internazionali, ivi compresi i rimborsi corrisposti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, quale corrispettivo di prestazioni rese dalle Forze armate italiane nell'ambito delle citate missioni di pace. A tale fine non si applica l'articolo 1, comma 46, della legge 23 dicembre 2005, n. 266. Il Ministro della difesa è autorizzato con propri decreti, da comunicare con evidenze informatiche al Ministero dell'economia e delle finanze, a disporre le relative variazioni di bilancio.

757. Per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro da destinare al finanziamento di un programma straordinario di edilizia per la costruzione, acquisizione o manutenzione di alloggi per il personale volontario delle Forze armate.

758. È autorizzata, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, la spesa di euro 1 miliardo per il finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace. A tal fine è istituito un apposito fondo nell'ambito dello stato di previsione della spesa del ministero dell'economia e delle finanze.

759. Il termine per le autorizzazioni di spesa per la continuazione delle missioni internazionali di cui al decreto-legge 5 luglio 2006, n. 224, alla legge del 4 agosto 2006, n. 247, e al decreto-legge 28 agosto 2006, n. 253, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 ottobre 2006, n. 270, in scadenza al 31 dicembre 2006, è prorogato al 31 gennaio 2007. A tale scopo le amministrazioni competenti sono autorizzate a sostenere una spesa mensile nel limite di un dodicesimo degli stanziamenti ripartiti nell'ultimo semestre a valersi sul fondo di cui al comma 758. A tale scopo, su richiesta delle stesse amministrazioni, il Ministero dell'economia e delle finanze dispone il necessario finanziamento. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a disporre con propri decreti, le relative variazioni di bilancio. Alle missioni di cui al presente comma si applica l'articolo 5 del citato decreto-legge n. 253 del 2006.

760. È autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, per la proroga della convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e il Centro di produzione Spa, stipulata ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge 11 luglio 1998, n. 224.

761. L'autorizzazione di spesa correlata alla costituzione della Fondazione per la promozione dello sviluppo della ricerca avanzata nel campo delle biotecnologie, di cui all'articolo 1, comma 341, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è soppressa a decorrere dall'anno 2007.

762. Il finanziamento annuale previsto dall'articolo 52, comma 18, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, come rideterminato dalla legge 27 dicembre 2002, n. 289, dalla legge 24 dicembre 2003, n. 350, dalla legge 30 dicembre 2004, n. 311, e dalla legge 23 dicembre 2005, n. 266, è incrementato di 30 milioni di euro per l'anno 2007, 45 milioni di euro per l'anno 2008 e 35 milioni di euro per l'anno 2009.

763. Il Fondo per le politiche della famiglia di cui all'articolo 19, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, è incrementato di 210 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Il Ministro delle politiche per la famiglia utilizza il fondo: per istituire e finanziare l'Osservatorio nazionale sulla famiglia prevedendo la rappresentanza paritetica delle amministrazioni statali da un lato e delle regioni, delle province autonome di Trento e Bolzano e degli enti locali dall'altro nonché la partecipazione dell'associazionismo e del terzo settore; per finanziare le iniziative di conciliazione del tempo di vita e di lavoro di cui all'articolo 9 della legge 8 marzo 2000, n. 53; per sperimentare iniziative di abbattimento dei costi dei servizi per le famiglie con numero di figli pari o superiore a quattro; per sostenere l'attività dell'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile di cui all'articolo 17 della legge 3 agosto 1998, n. 269, dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e del Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia di cui alla legge 23 dicembre 1997, n. 451; per sviluppare iniziative che diffondano e valorizzino le migliori iniziative in materia di politiche familiari adottate da enti locali e imprese; per sostenere le adozioni internazionali e garantire il pieno funzionamento della Commissione per le adozioni internazionali.

764. Il Ministro delle politiche per la famiglia si avvale altresì del Fondo per le politiche della famiglia al fine di:

a) finanziare la elaborazione, realizzata d'intesa con le altre amministrazioni statali competenti e con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, di un piano nazionale per la famiglia che costituisca il quadro conoscitivo, promozionale e orientativo degli interventi relativi all'attuazione dei diritti della famiglia;

b) realizzare, unitamente al Ministro della salute, una intesa in sede di Conferenza unificata ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, avente ad oggetto criteri e modalità per la riorganizzazione dei consultori familiari, finalizzato a potenziarne gli interventi sociali in favore delle famiglie;

c) promuovere e attuare in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, d'intesa con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale e con il Ministro della pubblica istruzione, un accordo tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari.

765. Il Ministro delle politiche per la famiglia, con proprio decreto, ripartisce gli stanziamenti del Fondo delle politiche per la famiglia tra gli interventi di cui ai commi 763 e 764.

766. Il Ministro delle politiche per la famiglia, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con regolamento adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, disciplina l'organizzazione amministrativa e scientifica dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia.

767. Al fine di promuovere e incentivare azioni volte a conciliare tempi di vita e tempi di lavoro, nell'ambito del Fondo delle politiche per la famiglia è destinata annualmente una quota individuata con decreto del Ministro delle politiche per la famiglia, al fine di erogare contributi, di cui almeno il 50 per cento destinati ad imprese fino a cinquanta dipendenti, in favore di aziende, aziende sanitarie locali e aziende ospedaliere che applicano accordi contrattuali che prevedono azioni positive per le finalità di cui al presente comma, ed in particolare:

a) progetti articolati per consentire alla lavoratrice madre o al lavoratore padre, anche quando uno dei due sia lavoratore autonomo, ovvero quando abbiano in affidamento o in adozione un minore, di usufruire di particolari forme di flessibilità degli orari e dell'organizzazione del lavoro, tra cui part time, telelavoro e lavoro a domicilio, orario flessibile in entrata o in uscita, banca delle ore, flessibilità sui turni, orario concentrato, con priorità per i genitori che abbiano bambini fino a dodici anni di età o fino a quindici anni, in caso di affidamento o di adozione, ovvero figli disabili a carico;

b) programmi di formazione per il reinserimento dei lavoratori dopo il periodo di congedo;

c) progetti che consentano la sostituzione del titolare di impresa o del lavoratore autonomo, che benefìci del periodo di astensione obbligatoria o dei congedi parentali, con altro imprenditore o lavoratore autonomo;

d) interventi ed azioni comunque volti a favorire la sostituzione, il reinserimento, l'articolazione della prestazione lavorativa e la formazione dei lavoratori con figli minori o disabili a carico ovvero con anziani non autosufficienti a carico.

768. Le risorse di cui al comma 767 possono essere in parte destinate alle attività di promozione delle misure in favore della conciliazione, di consulenza alla progettazione, di monitoraggio delle azioni nonché all'attività della commissione tecnica con compiti di selezione e valutazione dei progetti.

769. Con decreto del Ministro delle politiche per la famiglia, di concerto con i Ministri del lavoro e della previdenza sociale e per i diritti e le pari opportunità, sono definiti i criteri per la concessione dei contributi di cui al comma 767. In ogni caso, le richieste dei contributi provenienti dai soggetti pubblici saranno soddisfatte a concorrenza della somma che residua una volta esaurite le richieste di contributi delle imprese private.

770. All'articolo 7, comma 4, primo periodo, della legge 3 dicembre 1999, n. 493, le parole: «33 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «27 per cento».

771. Fatte salve le competenze delle regioni, delle province autonome e degli enti locali, nelle more dell'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, il Ministro delle politiche per la famiglia, di concerto con i Ministri della pubblica istruzione, della solidarietà sociale e per i diritti e le pari opportunità, promuove, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, una intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, avente ad oggetto il riparto di una somma di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Nell'intesa sono stabiliti, sulla base dei princìpi fondamentali contenuti nella legislazione statale, i livelli essenziali delle prestazioni e i criteri e le modalità sulla cui base le regioni attuano un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi, al quale concorrono gli asili nido, i servizi integrativi, diversificati per modalità strutturali, di accesso, di frequenza e di funzionamento, e i servizi innovativi nei luoghi di lavoro, presso le famiglie e presso i caseggiati, al fine di favorire il conseguimento, entro il 2010, dell'obiettivo comune della copertura territoriale del 33 per cento fissato dal Consiglio europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000 e di attenuare gli squilibri esistenti tra le diverse aree del Paese. Per le finalità del piano è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

772. Per le finalità di cui al comma 771 possono essere utilizzate parte delle risorse stanziate per il Fondo per le politiche della famiglia di cui al comma 763.

773. Il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, è incrementato di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

774. Nello stato di previsione del Ministero dell'interno è istituito un Fondo da ripartire per fare fronte alle spese, escluse quelle per il personale, connesse agli interventi in materia di immigrazione ed asilo ed al funzionamento dei servizi connessi alla gestione delle emergenze derivanti dai flussi migratori, con dotazione di 3 milioni di euro a decorrere dall'anno 2007. Con decreti del Ministro dell'interno, da comunicare, anche con evidenze informatiche, al Ministero dell'economia e delle finanze, tramite l'ufficio centrale del bilancio, nonché alle competenti Commissioni parlamentari e alla Corte dei conti, si provvede alla ripartizione del Fondo tra le unità previsionali di base del centro di responsabilità amministrativa «Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione» del medesimo stato di previsione.

775. Per le attività di prevenzione di cui all'articolo 2 della legge 9 gennaio 2006, n. 7, è autorizzata l'ulteriore spesa di 500.000 euro annui.

776. Al fine di garantire l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale con riguardo alle persone non autosufficienti, è istituito presso il Ministero della solidarietà sociale un fondo denominato «Fondo per le non autosufficienze», al quale è assegnata la somma di 100 milioni di euro per l'anno 2007 e di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009.

777. Gli atti e i provvedimenti concernenti l'utilizzazione del Fondo sono adottati dal Ministro della solidarietà sociale, di concerto con il Ministro della salute, il Ministro delle politiche per la famiglia e il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

778. All'articolo 42, comma 5, del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, e successive modificazioni, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «I soggetti che usufruiscono dei permessi di cui al presente comma per un periodo continuativo non superiore a sei mesi hanno diritto ad usufruire di permessi non retribuiti in misura pari al numero dei giorni di congedo ordinario che avrebbero maturato nello stesso arco di tempo lavorativo, senza riconoscimento del diritto a contribuzione figurativa».

779. Il Ministro della solidarietà sociale, con proprio decreto, ripartisce gli stanziamenti del Fondo di cui al comma 776.

780. Al fine di favorire l'inclusione sociale dei migranti e dei loro familiari, è istituito presso il Ministero della solidarietà sociale un fondo denominato «Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati», al quale è assegnata la somma di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

781. Gli atti e i provvedimenti concernenti l'utilizzazione del Fondo di cui al comma 780 sono adottati dal Ministro della solidarietà sociale, di concerto con il Ministro delle politiche per la famiglia e con il Ministro della salute.

782. All'articolo 1, comma 429, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le parole: «3 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008» sono sostituite dalle seguenti: «3 milioni di euro per l'anno 2006 e di 750.000 euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008» e, in fine, è aggiunto il seguente periodo: «Le risorse pari a 2,25 milioni di euro per gli anni 2007 e 2008 confluiscono nel Fondo nazionale per le politiche sociali di cui all'articolo 20, comma 8, della legge 8 novembre 2000, n. 328».

783. Per il finanziamento del Fondo nazionale per la montagna, di cui all'articolo 2 della legge 31 gennaio 1994, n. 97, e successive modificazioni, è autorizzata la spesa di 25 milioni di euro per l'anno 2007.

784. All'articolo 80, comma 1, alinea, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni, le parole: «30 aprile 2006» sono sostituite dalle seguenti: «30 giugno 2007».

785. Le somme non spese da parte dei comuni entro il 30 giugno 2007 devono essere versate dai medesimi all'entrata del bilancio dello Stato per la successiva riassegnazione al Fondo nazionale per le politiche sociali di cui all'articolo 59, comma 44, della legge 27 dicembre 1997, n. 449.

786. Le somme di cui all'articolo 1, comma 333, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, erogate in favore di soggetti sprovvisti del requisito di cittadinanza italiana, ovvero comunitaria, non sono ripetibili.

787. Le ordinanze-ingiunzioni emesse a norma dell'articolo 18 della legge 24 novembre 1981, n. 689, e successive modificazioni, in applicazione dell'articolo 1, comma 333, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, sono inefficaci.

788. I procedimenti di opposizione instaurati dai soggetti di cui al comma 786 sono estinti.

789. L'autorizzazione di spesa di cui al comma 2 dell'articolo 19 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, è integrata di 120 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

790. Al fine del potenziamento degli impianti sportivi e per la promozione e la realizzazione di interventi per gli eventi sportivi di rilevanza internazionale, tra cui la partecipazione dell'Italia ai Giochi Olimpici di Pechino 2008, è istituito un fondo presso la Presidenza del Consiglio denominato «Fondo per gli eventi sportivi di rilevanza internazionale», al quale è assegnata la somma di 33 milioni di euro per l'anno 2007.

791. È autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 ad integrazione della dotazione del Fondo nazionale per le comunità giovanili di cui all'articolo 1, comma 556, della legge 23 dicembre 2005, n. 266.

792. È assegnato all'Istituto per il credito sportivo, per agevolare il credito per la realizzazione di impianti sportivi, un contributo annuo di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

793. Il contributo di cui al comma 792 concorre ad incrementare il fondo speciale di cui all'articolo 5 della legge 24 dicembre 1957, n. 1295, e successive modificazioni.

794. Restano comunque ferme le disposizioni dell'articolo 5 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 19 giugno 2003, n. 179.

795. Per incrementare la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva di base ed agonistica dei soggetti diversamente abili il contributo al Comitato italiano paralimpico di cui all'articolo 1, comma 580, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è incrementato, per ciascuno degli anni 2007 e 2008, di 2,5 milioni di euro. Per i medesimi fini, al Comitato italiano paralimpico è concesso, per l'anno 2009, un contributo di 3 milioni di euro.

796. Per la realizzazione di interventi infrastrutturali di interesse nazionale da realizzare nella regione Liguria sulla base di uno specifico accordo di programma tra il Governo nazionale, il presidente della regione Liguria e i rappresentanti degli enti locali interessati, è autorizzata la spesa di 97 milioni di euro. Al relativo onere si provvede a valere sulle somme resesi disponibili per pagamenti non più dovuti relativi all'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 1, della legge 18 marzo 1991, n. 99, che, per l'importo di 97 milioni di euro, sono mantenute nel conto dei residui per essere versate, nell'anno 2007, all'entrata del bilancio dello Stato ai fini della successiva riassegnazione nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture. Il predetto importo è versato su apposita contabilità speciale, ai fini del riversamento all'entrata del bilancio dello Stato negli anni dal 2007 al 2011 in ragione di 13 milioni di euro nell'anno 2007 e di 21 milioni di euro in ciascuno degli anni dal 2008 al 2011 e successiva riassegnazione, per gli stessi importi e nei medesimi anni, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture.

797. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

798. Nello stato di previsione del Ministero della giustizia è istituito un fondo da ripartire per le esigenze correnti connesse all'acquisizione di beni e servizi dell'amministrazione, con una dotazione, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, di 200 milioni di euro. Con decreti del Ministro della giustizia, da comunicare, anche con evidenze informatiche, al Ministero dell'economia e delle finanze, tramite l'ufficio centrale del bilancio, nonché alle competenti Commissioni parlamentari e alla Corte dei conti, si provvede alla ripartizione del Fondo tra le unità previsionali di base interessate del medesimo stato di previsione.

799. L'articolo 5 della legge 25 luglio 2000, n. 209, è sostituito dal seguente:

«Art. 5. - (Catastrofi internazionali, gravi crisi umanitarie e iniziative della comunità internazionale). - 1. I crediti d'aiuto accordati dall'Italia al Paese o ai Paesi interessati possono essere annullati o convertiti nei casi:

a) di catastrofe naturale e nelle situazioni di gravi crisi umanitarie al fine di alleviare le condizioni delle popolazioni coinvolte;

b) di iniziative promosse dalla comunità internazionale a fini di sviluppo per consentire l'efficace partecipazione italiana a dette iniziative».

800. Il Ministero degli affari esteri si avvale dell'Agenzia del demanio per la elaborazione, entro il 30 luglio 2007, di un piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato ubicato all'estero, procedendo alla relativa ricognizione, stima, nonché, previa analisi comparativa di costi e benefìci, alla individuazione dei cespiti per i quali proporre la dismissione.

801. Con proprio decreto il Ministro degli affari esteri, sulla base del piano di cui al comma 800, individua gli immobili da dismettere, anche per il tramite dell'Agenzia del demanio.

802. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, che ne verifica la compatibilità con gli obiettivi indicati nell'aggiornamento del programma di stabilità e crescita presentato all'Unione europea, una quota non inferiore al 30 per cento dei proventi derivanti dalle operazioni di dismissione di cui al comma 801, può essere destinata al rifinanziamento della legge 31 dicembre 1998, n. 477, per la ristrutturazione, il restauro e la manutenzione straordinaria degli immobili ubicati all'estero.

803. A decorrere dall'applicazione dei nuovi importi dei diritti da riscuotere corrispondenti alle spese amministrative per il trattamento delle domande di visto per l'area Schengen, come modificati dalla decisione n. 2006/440/CE del Consiglio, del 1o giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea L 175 del 29 giugno 2006, e comunque non prima della data di entrata in vigore della presente legge, l'importo della tariffa per i visti nazionali di breve e di lunga durata previsto all'articolo 26 della tabella dei diritti consolari, di cui all'articolo 1 della legge 2 maggio 1983, n. 185, è determinato nell'importo di 75 euro.

804. In caso di aggiornamenti successivi degli importi dei diritti da riscuotere corrispondenti alle spese amministrative per il trattamento delle domande di visto per l'area Schengen, al fine di rendere permanente la differenziazione delle due tariffe, l'importo della tariffa per i visti nazionali di breve e di lunga durata di cui alla tabella citata nel comma 803, è conseguentemente aumentato di 15 euro rispetto alla tariffa prevista per i visti per l'area Schengen.

805. Per assicurare il rispetto degli obblighi derivanti dagli impegni assunti in sede europea finalizzati al contrasto della criminalità organizzata e dell'immigrazione illegale, per le esigenze connesse alla componente nazionale del «Sistema d'informazione visti», nei limiti dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 5, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, il contingente degli impiegati a contratto degli uffici all'estero, di cui all'articolo 152 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, e successive modificazioni, è incrementato di non più di 65 unità.

806. Presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari è costituito un Fondo speciale destinato a finanziare le seguenti tipologie di spesa:

a) manutenzione degli immobili;

b) contratti di servizio di durata limitata con agenzie di lavoro interinale;

c) attività di istituto, su iniziativa della rappresentanza diplomatica o dell'ufficio consolare interessati.

807. Al Fondo speciale di cui al comma 806 affluiscono:

a) le somme rinvenienti da atti di donazione e di liberalità;

b) gli importi derivanti da contratti di sponsorizzazione stipulati con soggetti pubblici e privati. Detti contratti devono escludere forme di conflitto di interesse tra l'attività pubblica e quella privata.

808. Con decreto del Ministro degli affari esteri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono stabilite le modalità per il funzionamento e la rendicontazione del Fondo speciale di cui al comma 806.

809. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 56 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, è ridotta di 60 milioni di euro a decorrere dall'anno 2007.

810. Al fine di ridurre il costo a carico dello Stato del servizio antincendi negli aeroporti, l'addizionale sui diritti d'imbarco sugli aeromobili, di cui all'articolo 2, comma 11, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e successive modificazioni, è incrementata a decorrere dall'anno 2007 di 50 centesimi di euro a passeggero imbarcato. Un apposito fondo, alimentato dalle società aeroportuali in proporzione al traffico generato, concorre al medesimo fine per 30 milioni di euro annui.

811. Per l'anno 2007, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, sono istituiti un fondo di parte corrente con una dotazione di 17 milioni di euro e uno di conto capitale con una dotazione di 12 milioni di euro, da ripartire, rispettivamente, per le esigenze di funzionamento e le esigenze infrastrutturali e di investimento del Corpo della guardia di finanza. Con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, da comunicare alle competenti Commissioni parlamentari e alla Corte dei conti, si provvede alla ripartizione dei predetti Fondi tra le unità previsionali di base del centro di responsabilità «Guardia di finanza» del medesimo stato di previsione.

812. Nello stato di previsione del Ministero della difesa è istituito un fondo da ripartire per le esigenze di funzionamento dell'Arma dei carabinieri, con una dotazione di 29 milioni di euro per l'anno 2007. Con decreti del Ministro della difesa, da comunicare, anche con evidenze informatiche, al Ministero dell'economia e delle finanze, tramite l'ufficio centrale del bilancio, nonché alle competenti Commissioni parlamentari e alla Corte dei conti, si provvede alla ripartizione del fondo tra le unità previsionali di base del centro di responsabilità «Arma dei carabinieri» del medesimo stato di previsione.

813. Per l'anno 2007, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, è istituito un fondo di conto capitale con una dotazione di 100 milioni di euro, da ripartire per le esigenze infrastrutturali e di investimento. Con decreti del Ministro dell'interno, da comunicare, anche con evidenze informatiche, al Ministero dell'economia e delle finanze, tramite l'ufficio centrale del bilancio, nonché alle competenti Commissioni parlamentari e alla Corte dei conti, si provvede alla ripartizione del fondo tra le unità previsionali di base del medesimo stato di previsione.

814. All'articolo 1, comma 27, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, primo periodo, sono aggiunte, in fine, le parole: «, di 30 milioni di euro per l'anno 2007 e di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009».

815. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, relativa al fondo per interventi strutturali di politica economica è integrata di 14 milioni di euro per l'anno 2008».

816. Gli importi da iscrivere nei fondi speciali di cui all'articolo 11-bis della legge 5 agosto 1978, n. 468, introdotto dall'articolo 6 della legge 23 agosto 1988, n. 362, per il finanziamento dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio 2007-2009, restano determinati, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, nelle misure indicate nelle Tabelle A e B, allegate alla presente legge, rispettivamente per il fondo speciale destinato alle spese correnti e per il fondo speciale destinato alle spese in conto capitale.

817. Le dotazioni da iscrivere nei singoli stati di previsione del bilancio 2007 e del triennio 2007-2009, in relazione a leggi di spesa permanente la cui quantificazione è rinviata alla legge finanziaria, sono indicate nella Tabella C allegata alla presente legge.

818. Ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera f), della legge 5 agosto 1978, n. 468, come sostituita dall'articolo 2, comma 16, della legge 25 giugno 1999, n. 208, gli stanziamenti di spesa per il rifinanziamento di norme che prevedono interventi di sostegno dell'economia classificati fra le spese di conto capitale restano determinati, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, nelle misure indicate nella Tabella D allegata alla presente legge.

819. Ai termini dell'articolo 11, comma 3, lettera e), della legge 5 agosto 1978, n. 468, le autorizzazioni di spesa recate dalle leggi indicate nella Tabella E allegata alla presente legge sono ridotte degli importi determinati nella medesima Tabella.

820. Gli importi da iscrivere in bilancio in relazione alle autorizzazioni di spesa recate da leggi a carattere pluriennale restano determinati, per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, nelle misure indicate nella Tabella F allegata alla presente legge.

821. A valere sulle autorizzazioni di spesa in conto capitale recate da leggi a carattere pluriennale, riportate nella Tabella di cui al comma 820, le amministrazioni e gli enti pubblici possono assumere impegni nell'anno 2007, a carico di esercizi futuri nei limiti massimi di impegnabilità indicati per ciascuna disposizione legislativa in apposita colonna della stessa Tabella, ivi compresi gli impegni già assunti nei precedenti esercizi a valere sulle autorizzazioni medesime.

822. In applicazione dell'articolo 11, comma 3, lettera i-quater), della legge 5 agosto 1978, n. 468, le misure correttive degli effetti finanziari di leggi di spesa sono indicate nell'allegato 1 alla presente legge.

823. In applicazione dell'articolo 46, comma 4, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, le autorizzazioni di spesa e i relativi stanziamenti confluiti nei fondi per gli investimenti dello stato di previsione di ciascun Ministero interessato sono indicati nell'allegato 2 alla presente legge.

824. La copertura della presente legge per le nuove o maggiori spese correnti, per le riduzioni di entrata e per le nuove finalizzazioni nette da iscrivere nel fondo speciale di parte corrente è assicurata, ai sensi dell'articolo 11, comma 5, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, secondo il prospetto allegato.

825. Le disposizioni della presente legge costituiscono norme di coordinamento della finanza pubblica per gli enti territoriali.

826. La presente legge entra in vigore il 1o gennaio 2007.


 


 


 



Inserire pagg. 224-251 pdf


 

Conseguentemente sopprimere gli articoli da 17 a 217 con le allegate tabelle.

16. 500. Governo.

 

(I commi 101, 249, 264, 371, 372, 442 - limitatamente al capoverso art. 8, lettera m) 497, 498, 551, 594, 660, 767, 768, 769 sono stati dichiarati inammissibili).

 

ART. 16.

(Disposizioni in materia di demanio marittimo e di altri beni pubblici).

Sopprimerlo.

Conseguentemente, all'articolo 216, comma 2, Tabella C, ridurre tutti gli importi di parte corrente del 5 per cento.

16. 1. (ex 16. 32.) Galletti, Peretti, Zinzi.

 

 

Subemendamenti all'emendamento 16. 600. della Commissione.

All'emendamento 16. 600. della Commissione, comma 01, capoverso comma 2-ter, sostituire le parole: sono revocate con le seguenti: possono essere revocate.

0. 16. 600. 35. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, comma 01, capoverso comma 2-ter, sostituire la parola: revocate con le seguenti: sospese temporaneamente.

0. 16. 600. 1. Crosetto.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, comma 01, capoverso comma 2-ter, dopo la parola: gravi aggiungere le seguenti: e reiterate.

0. 16. 600. 33. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, comma 01, capoverso comma 2-ter, dopo la parola: gravi aggiungere le seguenti: e comprovate.

0. 16. 600. 34. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, comma 01, capoverso comma 2-ter, dopo la parola: edilizie aggiungere le seguenti: non sanabili.

0. 16. 600. 32. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, comma 01, capoverso comma 2-ter, dopo la parola: edilizie aggiungere le seguenti: non sanate.

0. 16. 600. 31. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, comma 01, capoverso comma 2-ter, sopprimere le parole da: con conseguente inadempimento fino alla fine del capoverso.

0. 16. 600. 9. Bonelli, Acerbo, Sereni, Vacca, Raiti, Di Gioia, D'Elpidio.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, comma 01, capoverso comma 2-ter, dopo le parole: con conseguente aggiungere la seguente: grave.

0. 16. 600. 30. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, comma 01, capoverso comma 2-ter, sostituire le parole: derivanti dalla con le seguenti: conseguenti alla.

0. 16. 600. 29. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, sopprimere le lettere a) e b).

0. 16. 600. 2. Crosetto.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera a), sostituire le parole: il libero e gratuito accesso con le seguenti: l'accesso.

0. 16. 600. 36. Garavaglia, Fugatti, Filippi.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera a), dopo le parole: e transito aggiungere le seguenti: senza alcun ostacolo.

0. 16. 600. 28. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera a), sostituire le parole: il raggiungimento con le seguenti: l'agevole raggiungimento.

0. 16. 600. 27. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera a), sopprimere le parole: , anche al fine di balneazione.

0. 16. 600. 3. Crosetto.

 

All'emendamento 16.600 della Commissione, parte consequenziale, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: , qualora non sussistano altre possibilità di libero accesso all'arenile e quando ciò non comporti l'attraversamento di una proprietà privata.

0. 16. 600. 6. Leone, Gianfranco Conte.

 

All'emendamento 16.600 della Commissione, parte consequenziale, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: , escludendo l'attraversamento delle proprietà private confinanti.

0. 16. 600. 8. Crosetto.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: . Sono fatti salvi i diritti connessi alle proprietà private confinanti.

0. 16. 600. 7. Crosetto.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 1), sostituire le parole: venti anni con le seguenti: quaranta anni.

0. 16. 600. 26. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 1), sostituire le parole: venti anni con le seguenti: trentanove anni.

0. 16. 600. 25. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 1), sostituire le parole: venti anni con le seguenti: trentotto anni.

0. 16. 600. 24. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 1), sostituire le parole: venti anni con le seguenti: trentasette anni.

0. 16. 600. 23. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 1), sostituire le parole: venti anni con le seguenti: trentasei anni.

0. 16. 600. 22. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 1), sostituire le parole: venti anni con le seguenti: trentacinque anni.

0. 16. 600. 21. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 1), sostituire le parole: venti anni con le seguenti: trentaquattro anni.

0. 16. 600. 20. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 1), sostituire le parole: venti anni con le seguenti: trentatré anni.

0. 16. 600. 19. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 1), sostituire le parole: venti anni con le seguenti: trentadue anni.

0. 16. 600. 18. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 1), sostituire le parole: venti anni con le seguenti: trentuno anni.

0. 16. 600. 17. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 1), sostituire le parole: venti anni con le seguenti: trenta anni.

0. 16. 600. 10. Gianfranco Conte, Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 2), sostituire le parole: e sulla base con le seguenti: sulla base.

0. 16. 600. 11. Acerbo, Andrea Ricci.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera b), numero 2), aggiungere, in fine, le parole: d'intesa con la Conferenza unificata.

0. 16. 600. 15. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, sopprimere la lettera c).

0. 16. 600. 4. Crosetto.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera c), capoverso comma 3-bis, dopo le parole: sentiti i comuni interessati aggiungere le seguenti: e la Conferenza unificata.

0. 16. 600. 14. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera c), capoverso comma 3-bis, dopo le parole: accesso e transito aggiungere le seguenti: senza alcun ostacolo.

0. 16. 600. 13. Baldelli, Leone.

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera c), capoverso comma 3-bis, sostituire le parole: il raggiungimento con le seguenti: l'agevole raggiungimento.

0. 16. 600. 12. Baldelli, Leone.

 

All'emendamento 16. 600. della Commissione, parte consequenziale, lettera c), capoverso comma 3-bis, sopprimere le parole: , anche al fine di balneazione.

0. 16. 600. 5. Crosetto.

 

Al comma 1 premettere il seguente

01. Dopo il comma 2-bis dell'articolo 01 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n.400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n.494, è aggiunto il seguente:

«2-ter. Le concessioni di cui al comma 1 sono revocate qualora il concessionario si renda, dalla data di entrata in vigore della presente legge, responsabile di gravi violazioni edilizie con conseguente inadempimento agli obblighi derivanti dalla concessione ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 13 settembre 1999, n. 296».

Conseguentemente:

a) al comma 1, capoverso comma 1, lettera e), sostituire le parole: il transito gratuito all'arenile con le seguenti: il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante la concessione, anche al fine di balneazione;

b) al comma 3, capoverso comma 4-bis:

1) sostituire le parole: cinquanta anni con le seguenti: venti anni;

2) dopo le parole: da realizzare aggiungere le seguenti: e sulla base dei piani di utilizzazione delle aree del demanio marittimo predisposti dalle regioni;

c) dopo il comma 3 aggiungere il seguente:

3-bis. Le regioni nel predisporre i piani di utilizzazione delle aree del demanio marittimo di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto-legge 5 ottobre 1993, n.400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, sentiti i comuni interessati, devono altresì individuare un corretto equilibrio tra le aree concesse a soggetti privati e gli arenili liberamente fruibili; devono inoltre individuare le modalità e la collocazione dei varchi necessari al fine di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante la concessione, anche al fine di balneazione.

16. 600. La Commissione.

 

Al comma 1 premettere il seguente:

01. Dopo il comma 2-bis dell'articolo 01 del decreto legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, è aggiunto il seguente:

«2-ter. Le concessioni di cui al comma 1 sono revocate qualora il concessionario si sia reso responsabile delle violazioni edilizie di cui all'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380».

Conseguentemente:

a) al comma 1, capoverso comma 1, lettera a), numero 2), secondo periodo, aggiungere, in fine, le parole: da adottarsi entro il 30 giugno 2007 ;

b) al comma 1, capoverso comma 1, lettera b), sostituire il numero 1) con il seguente:

1) per le concessione demaniali marittime aventi ad oggetto aree e specchi acquei, a decorrere dal 1o gennaio 2007, si applicano i seguenti importi aggiornati degli importi ISTAT maturati nella stessa data;

c) al comma 1, capoverso comma 1, lettera b), numero 1.1), sostituire le parole: euro 1,86 con le seguenti: euro 3,72 e le parole: euro 0,93 con le seguenti: euro 1,96;

d) al comma 1, capoverso comma 1, lettera b), numero 1.2) sostituire le parole: euro 3,10 con le seguenti: euro 6,20 e le parole euro 1,55 con le seguenti: euro 3,10;

e) al comma 1, capoverso comma 1, lettera b), numero 1.3): sostituire le parole euro 4,13 con le seguenti: euro 8,26 e le parole euro 2,65 con le seguenti: euro 5,3;

f) al comma 1, capoverso comma 1, lettera b), sostituire il numero 2.2) con il seguente: 2. 2) per le aree ricomprese nella concessione, per gli anni 2004, 2005 e 2006 si applicano le misure previste dal comma 1, lettera b), numero 1, ridotte del 50 per cento;

g) al comma 1, capoverso comma 1, lettera c), numero 1), dopo la parola comportino aggiungere le seguenti: per un periodo superiore ai sessanta giorni;

h) al comma 1, capoverso comma 1, lettera c), numero 1) aggiungere, in fine, le parole: per il periodo di attività effettivamente svolte;

i) al comma 1, capoverso comma 1, lettera e), aggiungere, in fine, le parole: e la facoltà di libero e gratuito stazionamento nella fascia di battigia antistante la concessione, purché questo non arrechi intralcio all'eventuale transito di mezzi e personale adibito al soccorso o all'autorità marittima;

l) al comma 3, capoverso comma 4-bis, sostituire le parole: cinquanta anni con le seguenti: quindici anni;

m) sostituire il comma 6 con il seguente: le disposizioni di cui all'articolo 8 del decreto legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, e successive modificazioni, si applicano anche in tutti i casi in cui l'occupazione consiste nella realizzazione sui beni demaniali marittimi di opere di difficile rimozione in difformità di titolo abilitativo o del titolo concessorio, ferma restando l'applicazione delle misure sanzionatorie vigenti, ivi compreso il ripristino dello stato dei luoghi;

n) dopo il comma 6, aggiungere i seguenti:

6-bis: Nei tratti di demanio marittimo destinato alla balneazione ricompreso nei perimetri di aree densamente urbanizzate, dovrà essere raggiunto, attraverso appositi strumenti urbanistici, un equilibrio tra le aree destinate alla libera e gratuita fruizione degli arenili e quelle concesse a soggetti privati.

6-ter: Il rilascio o il rinnovo delle concessioni di cui al comma 6-bis e la durata delle stesse è commisurato al raggiungimento dell'equilibrio tra le aree destinate alla libera fruizione e quelle concesse a soggetti privati.

16. 2. (ex 16. 48.) Bonelli, Camillo Piazza.

 

Al comma 1, capoverso comma 1, lettera b), numero 2.1), primo periodo, sostituire le parole: per le pertinenze destinate ad attività commerciali, terziario-direzionali e di produzione di beni e servizi, con le seguenti: per le volumetrie pertinenziali destinate alle attività di cui alle lettere b) ed e) del comma 1 dell'articolo 01, con esclusione di quelle direttamente connesse ai servizi di balneazione a cui si applicano le misure stabilite al comma 1, lettera b), n. 1).

Conseguentemente, all'articolo 216, comma 2, Tabella C ridurre tutte le spese di parte corrente del 3 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

16. 3. (ex 16. 21.) Bernardo.

 

Al comma 1, capoverso comma 1, lettera b), numero 2.1), primo periodo, sostituire le parole: per le pertinenze destinate ad attività commerciali, terziario-direzionali e di produzione di beni e servizi, con le seguenti: per le volumetrie pertinenziali destinate alle attività commerciali di produzione e somministrazione di alimenti e bevande o di altre attività economiche, escluse quelle direttamente connesse ai servizi di balneazione a cui si applicano le misure stabilite al comma 1, lettera b), numero 1.3) del presente articolo.

Conseguentemente, all'articolo 216, comma 2, Tabella C, ridurre le dotazioni di parte corrente in maniera lineare, in modo da assicurare, per l'anno 2007 una minore spesa di 190 milioni di euro, per l'anno 2008 una minore spesa di 320 milioni di euro, e per l'anno 2009 una minore spesa di 450 milioni di euro.

16. 4. (ex 16. 17.) Lisi, Alberto Giorgetti, Antonio Pepe.

 

Al comma 1, capoverso comma 1, lettera b), numero 2.1), secondo periodo, sostituire le parole: per un coefficiente pari a 6,5, con le seguenti:per un coefficiente pari a 4.

Conseguentemente, all'articolo 216, comma 2, Tabella C, ridurre le dotazioni di parte corrente in maniera lineare, in modo da assicurare, per l'anno 2007 una minore spesa di 190 milioni di euro, per l'anno 2008 una minore spesa di 320 milioni di euro, e per l'anno 2009 una minore spesa di 450 milioni di euro:

16. 5. (ex 16. 16.) Lisi, Alberto Giorgetti, Antonio Pepe.

 

Al comma 1, capoverso comma 1, lettera b), numero 2.1), secondo periodo, sostituire le parole: per un coefficiente pari a 6,5, con le seguenti:per un coefficiente pari a 4.

Conseguentemente, all'articolo 216, comma 2, Tabella C, ridurre tutte le spese di parte corrente del 3 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

16. 6. (ex 16. 22.) Bernardo.

 

Al comma 1, capoverso comma 1, lettera b), numero 2.1),aggiungere, in fine, il seguente periodo: I canoni relativi alle pertinenze non possono comunque essere superiori al duecento per cento dei canoni vigenti al momento dell'entrata in vigore dell'articolo 32 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269

Conseguentemente, all'articolo 216, comma 1, Tabella A, voce: Ministero del l'economia e delle finanze, apportare le seguenti variazioni:

2007: - 15.000;

2008: - 15.000;

2009: - 15.000.

16. 8. (ex 16. 36.) Marras.

 

Al comma 1, capoverso comma 1, sopprimere la lettera e).

Conseguentemente, all'articolo 216, comma 2, Tabella C, ridurre le dotazioni di parte corrente in maniera lineare, in modo da assicurare, per l'anno 2007 una minore spesa di 190 milioni di euro, per l'anno 2008 una minore spesa di 320 milioni di euro, e per l'anno 2009 una minore spesa di 450 milioni di euro.

16. 9. (ex 16. 15.) Lisi, Alberto Giorgetti, Antonio Pepe.

 

Al comma 1, capoverso comma 1, sopprimere la lettera e).

16. 10. (ex 16. 10.) Mondello, Uggè, Di Centa, Zanetta.

 

Al comma 1, capoverso comma 1, sostituire la lettera e) con la seguente:

e) al fine di garantire adeguati accessi alle spiagge libere ed alla battigia liberamente transitabile, le regioni e i comuni, per quanto di competenza, individuano l'ubicazione e le modalità d'uso dei singoli accessi e, ove ciò sia impossibile, stabiliscono le regole per il transito gratuito attraverso gli stabilimenti balneari;

16. 11. (ex 16. 1.) Campa.

 

Dopo il comma 6, aggiungere i seguenti:

6-bis. Per le concessioni di aree demaniali marittime, sedi di discariche autorizzate per lo stoccaggio di residui di lavorazioni provenienti da industrie minerarie/estrattive, si applica il canone annuo determinato ai sensi dell'articolo 6 del decreto interministeriale 19 luglio 1989, attuativo dell'articolo 10 del decreto-legge 4 marzo 1989, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 maggio 1989, n. 160. Il canone è aggiornato ai sensi degli articoli 04 e 1 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494.

6-ter. La disposizione di cui al comma 6-bis si applica alle concessioni aventi decorrenza o rilasciate successivamente al 31 dicembre 1997.

Conseguentemente, all'articolo 216, comma 1, Tabella A, voce: Ministero dell'economia e delle finanze, apportare le seguenti variazioni:

2007: - 219.720;

2008: - 226.720;

2009: - 226.720.

voce: Ministero dell'interno, apportare le seguenti variazioni:

2007: - 50.000;

2008: - 50.000;

2009: - 50.000.

16. 14. (vedi 16. 34.) Mereu, Peretti, Zinzi.

 

Dopo il comma 6, aggiungere il seguente:

6-bis. I maggiori proventi derivanti dall'applicazione dei canoni demaniali marittimi secondo le disposizioni del presente articolo, sono devoluti ai comuni competenti per territorio nella misura del 70 per cento e fatto salvo quanto previsto all'articolo 03, comma 1, lettera a), numero 2) del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494.

Conseguentemente, all'articolo 216, comma 1, Tabella A, ridurre le dotazioni dì parte corrente in maniera lineare, in modo da assicurare, a decorrere dall'anno 2007 una minore spesa annua di 120 milioni di euro.

16. 15. (ex 16. 18.) Minasso, Alberto Giorgetti.

 

Sostituire il comma 7 con il seguente:

7. Con decreto del Ministro dei trasporti di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, il canone annuo per l'uso dei beni del demanio dovuto dalle società di gestione che provvedono alla gestione aeroportuale totale o parziale, anche in regime precario, è proporzionalmente incrementato nella misura utile a determinare un introito diretto per l'erario pari a 3 milioni di euro nel 2007, a 9,5 milioni di euro nel 2008 e a 10 milioni di euro nel 2009.

16. 17. (ex 16. 41 e 16. 13.) Attili, Carbonella.

 

Sostituire il comma 7 con il seguente:

7. Dopo l'articolo 693 del codice della navigazione è aggiunto il seguente:

«Art. 693-bis. - (Destinazione dei beni demaniali non strumentali al servizio della navigazione aerea). - La compensazione dei maggiori introiti derivanti dall'utilizzo di beni del demanio aeroportuale, avviene attraverso un complessivo e prestabilito aumento dei canoni di concessione demaniale gravanti sul sistema aeroportuale italiano, come previsto dal decreto legge 28 giugno 1995, n. 251, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 1995, n. 351, per un importo pari a 3 milioni di euro nel 2007, 9,5 milioni di euro per il 2008 e 10 milioni di euro per il 2009. I gestori aeroportuali, per le finalità suesposte, versano gli introiti derivanti all'ENAC che successivamente, secondo modalità fissate con decreto del Ministro dei trasporti, li versa all'erario.

16. 18. (ex 16. 20.) Angelino Alfano, Marinello.

Al comma 8, capoverso comma 3-bis, sostituire il comma 3 con il seguente:

3. L'importo del contributo di costruzione, dovuto ai sensi dell'articolo 16 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2001, n. 380, per l'esecuzione delle opere necessarie alla riqualificazione e riconversione, è corrisposto dal concessionario all'atto del rilascio o dell'efficacia del titolo abilitativi edilizio.

16. 19. (ex 16. 26.) Osvaldo Napoli.

 

Dopo il comma 8, aggiungere il seguente:

8-bis. Il gettito derivante dalle disposizioni di cui al presente articolo è attribuito alle regioni, con contestuale riduzione dei trasferimenti per un importo complessivo non inferiore a 250 milioni di euro. Le singole regioni possono aumentare o diminuire i canoni di cui al presente articolo. II Ministero dell'economia e delle finanze è delegato ad emanare, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente disposizione, i decreti attuativi della presente disposizione.

16. 20. (ex 16. 40.) Garavaglia, Fugatti, Filippi.

 

Dopo l'articolo 16, aggiungere il seguente:

Art. 16-bis. - (Disposizioni in materia di canoni demaniali per la pesca e l'acquacoltura). - 1. Alle concessioni di aree demaniali marittime e loro pertinenze, nonché di zone di mare territoriale richieste da soggetti diversi da quelli di cui all'articolo 2511 del codice civile per iniziative di acquacoltura, pesca, ripopolamento attivo e passivo, protezione della fascia costiera e di zone acquee, nonché di realizzazione di manufatti per il conferimento, il mantenimento, l'eventuale trasformazione e la commercializzazione del prodotto, si applica il canone meramente ricognitorio previsto dall'articolo 48, lettera e), del regio decreto 8 ottobre 1931, n. 1604.

2. Alle minori entrate per gli anni 2004, 2005 e 2006, derivanti dall'applicazione del presente articolo, valutate in 850.000 euro in ragione d'anno, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui al decreto legislativo 27 maggio 1999, n. 165, come determinata dalla tabella C della legge 23 dicembre 2005, n. 266, per l'anno 2006.

Conseguentemente, all'articolo 216, comma 2, tabella C:

ridurre tutti gli stanziamenti di parte corrente del 4 per cento per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.

alla rubrica: Ministero dell'economia e delle finanze, voce: decreto legislativo n. 165 del 1999 e decreto legislativo n. 188 del 2000: Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) (3.1.2.7 - Agenzia per le erogazioni in agricoltura - cap. 1525) apportare le seguenti variazioni:

2007: - 170.000;

2008: - 170.000;

2009: - 170.000.

16. 02. (ex 16. 03.) Misuraca, Marras, Marinello, Giudice, Fallica.


 


 

 

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

 


______________  ______________


 

75.

 

Seduta di sabato 18 novembre 2006

 

PRESIDENZA PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI

 

 


Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (A.C. 1746-bis) (ore 15,36).

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'emendamento 16.500 del Governo, sostitutivo dell'articolo 16 e soppressivo dei successivi articoli del disegno di legge finanziaria, nella parte dichiarata ammissibile.

Avverto che la Presidenza, aderendo ad una richiesta formulata nella seduta di ieri dal deputato Pili di riconsiderazione della dichiarazione di inammissibilità effettuata con riferimento alla lettera m) del capoverso articolo 8 del comma 442 dell'emendamento 16.500 del Governo, ritiene che tale disposizione debba effettivamente considerarsi ammissibile in quanto costituisce una riformulazione di una previsione già compresa nel testo originario del disegno di legge. Deve conseguentemente considerarsi revocata la dichiarazione di inammissibilità limitatamente a tale parte (per l'articolo 16 e le proposte emendative ad esso presentate, vedi l'allegato A della seduta del 17 novembre 2006 - A.C. 1746-bis sezione 1).

 

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Emendamento 16.500 del Governo - A.C. 1746-bis)

 

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.

 

SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, noi siamo chiamati oggi ad esprimere il voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sul nuovo testo del disegno di legge finanziaria. La tentazione di pensare ad un'astensione critica è stata forte: anche alla luce del dibattito sollevato - da ultimo - dalle osservazioni del Presidente della Camera e del Presidente della Repubblica, poi riprese anche dal presidente della Commissione affari costituzionali. Probabilmente la sottoposizione alle Camere di una manovra finanziaria che imputa al Governo l'intera responsabilità di ciò che si intende fare nel paese per l'esercizio finanziario 2007 sarebbe la prospettazione più corretta. Infatti, nel momento in cui non è consentito al Parlamento in alcun modo di intervenire in modifica al testo che gli viene sottoposto, non c'è dubbio che il principio di responsabilità secondo cui il Governo risponde direttamente al paese delle scelte fatte viene compiutamente osservato.

Tuttavia, ancorché questa Camera sia chiamata oggi non a discutere e ad approvare la manovra finanziaria del Governo ma soltanto a ratificarla, l'astensione critica non avrebbe senso, perché di fronte al paese si deve sapere chi è d'accordo con questa manovra finanziaria e chi non lo è. Per quanto riguarda le scelte fondamentali operate in questa manovra finanziaria - il tempo mi è tiranno, quindi una disamina complessiva mi è preclusa -, guardo soprattutto agli interessi del Mezzogiorno e della Sicilia.

A questo proposito, sono state inserite piccole misure che vorrebbero essere vendute ai siciliani e ai meridionali come interventi a favore dello sviluppo di quel territorio. Credo che ciò non possa essere accettato quando si guarda oggettivamente al contenuto degli interventi. Si deve prendere atto che non ci sono investimenti per opere infrastrutturali nuove, di rilancio e rafforzamento delle potenzialità del territorio; ci sono soltanto interventi per la manutenzione ordinaria di quelle esistenti.

Evidentemente, si ritiene che questo intervento sia a favore del Mezzogiorno poiché, forse, non avremmo avuto diritto alla normale asfaltatura delle strade! Dobbiamo salutare con soddisfazione che la manutenzione ordinaria delle nostre strade venga presa in considerazione da questo disegno di legge finanziaria.

Non sono previsti interventi strutturali per l'agricoltura meridionale e per l'agrumicoltura che, per anni, è stata (e lo sarebbe ancora) economia portante per tutta la Sicilia sudorientale. Infatti, un settore che versa in una crisi irreversibile avrebbe bisogno di interventi strutturali che ne rilancino la concorrenzialità o che ne consentano una competitiva conversione verso altre forme di agricoltura che possano, in qualche modo, sostituire quella ormai asfittica ed in crisi irreversibile.

Non sono previsti, infine, interventi strutturali per quanto riguarda l'ordine e la sicurezza del territorio - che sono le precondizioni per un'azione di investimento economico -, né misure infrastrutturali per la lotta alla criminalità organizzata.

Per queste ragioni, non possiamo accettare questo disegno di legge finanziaria come un provvedimento positivo per il paese e per il Mezzogiorno. Saremo costretti, quindi, a votare criticamente contro, esprimendo il nostro voto di sfiducia all'attuale Governo, non senza ringraziarlo, peraltro, per quello che ha realizzato di concerto con la Presidenza della Camera. Con questo disegno di legge finanziaria, di fatto, abbiamo acquisito la connotazione di Parlamento più moderno di tutta l'Europa occidentale, perché questo è diventato a tutti gli effetti un Parlamento virtuale. Per giorni, siamo stati chiamati a discutere e a votare su un disegno di legge finanziaria che non c'era, su un provvedimento virtuale. Oggi, siamo chiamati a ratificare la finanziaria che il Governo ha confezionato nelle segrete stanze; ma il Governo avrebbe potuto risparmiarci questo patetico esercizio di dialettica parlamentare, che è costato parecchi soldi, anche soltanto per la stampa degli atti che abbiamo dovuto esaminare, che non serviva ad alcuno e che, soprattutto, non serve al paese.

Signor Presidente, rappresentanti del Governo, queste sono le ragioni per le quali ci sentiamo risentiti, come parlamentari, mortificati nell'esercizio delle nostre funzioni, ci sentiamo mortificati, come meridionali, per il tentativo di presa in giro che avete voluto elargire attraverso questo testo blindato. Pertanto noi esprimeremo un voto contrario oltre che sulla questione di fiducia anche nella votazione finale.

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Bue. Ne ha facoltà

 

MAURO DEL BUE. Signor Presidente, innanzitutto sento di dover esprimere condivisione ed apprezzamento per l'esigenza manifestata da lei, Presidente Bertinotti, e fatta propria dal Presidente della Repubblica, Napolitano, relativa al cambiamento delle norme che concernono l'approntamento della manovra di bilancio e la sua approvazione.

È già stato più volte rilevato in quest'aula che esistono paesi europei (e si è citato, a tale proposito, l'Inghilterra) in cui la legge finanziaria è un documento assai sintetico e la sua approvazione avviene con procedure assolutamente semplici.

Vede, signor Presidente, oltre alla maratona cui sono sottoposti i parlamentari e alla sequela degli emendamenti governativi, e di quelli presentati dalle minoranze, che rendono la legge sempre più astrusa ed indecifrabile, esistono i legittimi diritti dei deputati a votare dopo aver conosciuto e possibilmente approfondito il testo legislativo. Così non è stato in passato, così non è certamente oggi e così non sarà probabilmente in futuro se tali norme non verranno profondamente mutate.

Non è un caso che, da diversi anni e in presenza di Governi diversi, la manovra di bilancio venga approvata ricorrendo al voto di fiducia. Non siamo qui a demonizzare l'istituto della fiducia, previsto dalla Costituzione e normato dai regolamenti della Camera. Resta il fatto che nel nostro anomalo bipolarismo la coerenza è come un quadrifoglio e le critiche da un polo all'altro ritornano sempre indietro come un boomerang; come fossimo in un teatrino e stessimo recitando una parte in commedia, le accuse sono poi le medesime a seconda del ruolo di opposizione e di maggioranza.

Che l'attuale maggioranza, ad esempio, difenda e giustifichi il ricorso alla fiducia che aveva invece demonizzato quando a tale voto ricorreva il Governo Berlusconi ci appare una di quelle dimostrazioni di scarsa coerenza che caratterizzano, purtroppo, la politica bipolare italiana.

È vero: la critica o l'accusa potrebbero valere anche al contrario, ma non possiamo esimerci dal rilevare che, mai come quest'anno, la legge finanziaria si è presentata come un lungo e misterioso viaggio verso l'ignoto. Non sapevamo a quanto ammontasse (40 miliardi secondo gli Uffici della Camera, 34,7 secondo il Ministero dell'economia), né conoscevamo il suo reale e definitivo contenuto, sempre variato dagli autoemendamenti del Governo, giunti a centinaia quando il dibattito era in corso. Sino alla girandola finale di questi continui fuochi artificiali, costituita dal maxiemendamento sostitutivo degli articoli da 16 a 217, ancora non esaminati e votati dalla Camera dei deputati: un maxiemendamento di oltre 800 commi!

La coerenza è virtù rara nell'attuale teatrino politico bipolare, signor Presidente. Sette partiti politici di maggioranza, in cerca d'autore, hanno recitato in quest'aula una parte senza conoscere né il testo, né il finale, e hanno accusato le minoranze di ostruzionismo, sapendo che, se anche le minoranze avessero rinunciato a tutti gli emendamenti, si sarebbe comunque arrivati al voto di fiducia, perché era il Governo il più interessato agli emendamenti.

Signor Presidente, a proposito di coerenza, mi sia consentito ricordare che si era detto, in campagna elettorale, che l'Unione si impegnava a non aumentare le tasse e, invece, si è costruita la «finanziaria delle tasse»; si era detto questa estate che la finanziaria sarebbe stata di 32 miliardi e l'obiezione della sinistra radicale era volta a porre il limite dei 30, invece si è varata una manovra che, se non li supera, si avvicina certamente ai 40 miliardi, per giustificare la quale si alimenta la continua ossessione del «buco», che si rimprovera al Governo precedente; si era detto e si era ribadito con il DPEF che il Governo non proponeva la politica dei due tempi (prima il risanamento e poi lo sviluppo) e invece, ora, il Presidente del Consiglio, dopo averla negata, parla di una fase 2, dopo i sacrifici e i prelievi imposti agli italiani, che sarà di soddisfazione, se non di felicità, per tutti.

Si era obiettato, rispetto alla finanziaria di Berlusconi, che l'Italia spendeva poco per la ricerca e l'università e voi proponete, nonostante i recenti ritocchi, un ulteriore taglio, costringendo docenti universitari e studenti alla protesta di piazza, condivisa, peraltro, dallo stesso ministro Mussi, che più volte ha minacciato di dimettersi, e, in particolare, dal gruppo della Rosa nel Pugno, che, in quest'aula, ha assunto un atteggiamento critico di astensione su tutti i capitoli e gli emendamenti concernenti la finanziaria se non fossero stati reintegrati i fondi alla ricerca e all'università.

Non siete riusciti a compiere una scelta politica, signor Presidente, ministri del Governo, e questa manovra finanziaria, che non è massimalista né riformista, non è di classe né liberista, manca di un'anima e di un progetto. Essa si presenta semplicemente come il frutto di una maggioranza composita e contraddittoria, forse come il solo frutto possibile di questa maggioranza, che vive di veti contrapposti.

Abbiamo tentato di entrare nel merito del confronto, mettendo in piedi un tavolo, definito dei «volenterosi», composto da esponenti della maggioranza e dell'opposizione. Volevamo verificare se davvero non vi fosse la possibilità di approntare un'altra finanziaria. Siamo stati sciolti d'imperio, su decreto del Governo.

L'attuale maggioranza eterogenea non può dialogare con l'opposizione, altrimenti decade, e l'unico possibile dialogo è quello che si sviluppa nel recinto dei suoi confini: fuori, come dicevano i latini, hic sunt leones.

Signor Presidente, il gruppo della Democrazia Cristiana-Nuovo PSI voterà contro la fiducia richiesta dal Governo. Il Nuovo PSI non parteciperà alla manifestazione del 2 dicembre promossa da una parte delle opposizioni, ma, ugualmente, ritiene tale manovra finanziaria inaccettabile e da contestare: non sarà utile allo sviluppo, non faciliterà la lotta all'evasione fiscale, non renderà più equa la società italiana e, come afferma il Fondo monetario internazionale, essa rinvia il grande tema delle riforme strutturali.

Solo un rinvio per il confronto sulla previdenza, signori ministri del Governo? Un rinvio alle calende greche o alla retromarcia della sinistra radicale!

Vi aspettiamo al varco, perché le vostre divisioni non possono aggravare i problemi del paese. Vi ringrazio (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Misto-Movimento per l'Autonomia).

 

PRESIDENTE. Grazie a lei.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Elpidio. Ne ha facoltà.

 

DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la legge finanziaria è e resta un documento fondamentale per la vita dei cittadini, perché ha il dovere di tracciare, ogni anno, il sentiero virtuoso nel quale incanalare le attività economiche della nazione, cercando di eliminare ostacoli e vincoli esistenti o prevedibili, al fine di consentire ai cittadini di conquistare traguardi di maggiore serenità e benessere. Per questi motivi, essa deve poggiare su solidi pilastri di certezze e realizzarsi in un'articolazione armonica dei diversi fattori fondamentali dell'economia nazionale.

Oggi ci accingiamo ad approvare il disegno di legge finanziaria ponendo la questione di fiducia. Su questo argomento, io che ho partecipato ai lavori della Commissione devo dire che un rallentamento lo abbiamo subito, forse, perché abbiamo seguito le agenzie, i comunicati e gli articoli che i giornali sfornavano di ora in ora piuttosto che gli emendamenti. Anche qui, in Assemblea, non vi è stata, forse, un'opposizione netta ed evidente (ma è legittimo: quando intervengono venti deputati dello stesso gruppo per esprimere il dissenso su un emendamento, si rimarca qualcosa che, forse, avevamo già capito da tempo).

Comunque, questo è un Governo serio, che si pone il problema della crescita economica e sociale dell'intero territorio nazionale ed impone un'azione forte e convinta di riequilibrio economico, adeguando strutturalmente le aree depresse, in generale, ed il Mezzogiorno, in particolare, potenziandone lo sviluppo. Infatti, la nostra è una manovra di sviluppo, che porterà ad una vera ed equa redistribuzione delle risorse.

Ma per capire meglio noi, e per far capire agli italiani gli sforzi che abbiamo dovuto affrontare, occorre ricordare ciò che ci è stato lasciato in eredità dal precedente Governo. L'Esecutivo guidato da Silvio Berlusconi ha attuato, per cinque anni, una politica dei condoni e delle una tantum che ha portato ad una vera e propria rivoluzione dei conti pubblici. Lo stesso Governo Berlusconi, nel suo ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria, riconosce che l'indebitamento viaggia verso il 5 per cento (per la precisione, individua un tendenziale al 4,7), prevede che il debito riprenderà a crescere (dal 106,6 al 108,2 per cento) ed ipotizza un avanzo primario allo 0,6 per cento.

Per quanto attiene all'avanzo primario, l'Italia aveva assunto un impegno informale a mantenerlo al di sopra del 5 per cento. Nel 2000, il centrosinistra aveva lasciato in eredità alla nuova legislatura un avanzo primario al 5,7 per cento. L'andamento degli anni successivi è emblematico: 3,4 per cento nel 2001; 3 per cento nel 2002; 2,1 per cento nel 2003; 1,8 per cento nel 2004 (ed ho già detto che la previsione per il 2005 era dello 0,6 per cento).

La valutazione della competitività del «sistema Italia» tocca, nel 2005, il punto più basso nella storia recente. Difatti, nel periodo 2001-2005, l'Italia precipita al trentunesimo posto nella classifica mondiale, perdendo otto posizioni.

Le infrastrutture erano uno dei punti forti del programma del centrodestra nella manovra dello scorso anno. Ci sono: la riduzione dei trasferimenti in conto capitale alle Ferrovie dello Stato, per un importo di un miliardo 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008, e all'ANAS, per un importo di 300 milioni di euro nel 2006. Le riduzioni apportate ai trasferimenti in conto capitale sono aggravate, inoltre, dal forte taglio ai trasferimenti correnti, che, per le Ferrovie dello Stato, raggiungono la cifra di 555 milioni di euro e, per l'ANAS, di 118 milioni di euro. Per quanto attiene all'ANAS, gli effetti complessivi dei tagli hanno generato gravi ripercussioni non soltanto sulle nuove opere, ma anche sui lavori stradali già appaltati ed in corso di realizzazione e sulla manutenzione straordinaria (come abbiamo potuto verificare nei mesi scorsi, quando siamo dovuti intervenire con risorse aggiuntive). Qui non mi dilungo, perché altrimenti dovremmo aggiungere a questo elenco numerosi altri settori penalizzati da una politica che, negli ultimi cinque anni, non ha prodotto alcun risultato in termini di sviluppo e di crescita economica.

I tagli della precedente legge finanziaria alla spesa sociale dei comuni si traducono in una riduzione di 544 euro l'anno per ogni famiglia povera, pari a 45 euro al mese (fermo restando che il taglio al fondo destinato alla spesa sociale era intervenuto già nel 2005). Si è trattato di una riduzione del 50 per cento, che equivale a 502 milioni di euro. Dunque, il Governo Berlusconi le mani in tasca agli italiani le ha messe, ed anche in maniera pesante!

Ho sentito affermare, nel corso del dibattito, che questa manovra finanziaria è stata un vero e proprio «assalto alla diligenza»! Ebbene, vorrei precisare che, di solito, le diligenze si assaltano per impossessarsi di un eventuale tesoro, ma la diligenza impazzita veniva dal far west del Governo Berlusconi: nessun tesoro veniva rinvenuto a bordo; gli occupanti erano fuggiti, portando via anche le tendine ed i sedili, ed i cavalli erano morti, a causa di una legge elettorale infausta, che aveva avvelenato i pozzi! Allora, qui a noi tocca oggi il difficile e faticoso compito di spingere la diligenza, per farla ripartire in maniera tale da poter continuare ad assicurare un servizio fondamentale ed essenziale per tutto il paese!

La verità - e mi sembra un dato ormai evidente a tutti - è che la pesante eredità lasciata dal precedente Governo non la si può pagare ricorrendo a misure-tampone o provvisorie. La nostra è una manovra finanziaria severa e responsabile, che magari inizialmente incontra la resistenza di diverse categorie interessate. Mi domando, tuttavia: chi, di fronte ad un eventuale sacrificio, è felice di farlo?

Avremmo potuto anche noi continuare con una gestione allegra e «creativa», che non disturbava i cittadini, a patto che i cittadini stessi non disturbassero il manovratore in altre manovre personali impegnato. Abbiamo ritenuto, tuttavia, che ai cittadini è sempre meglio raccontare tutta la verità, e subito, perché a loro qualcuno oggi deve spiegare che, se negli ultimi cinque anni, nessuno ha chiesto un impegno supplementare, il conto è arrivato, inesorabilmente, adesso e tutto d'un colpo, in una sola rata!

Allora, non è forse meglio fare i conti quotidianamente con le proprie disponibilità e non cullarsi nell'illusione creata dal precedente Governo, il quale voleva convincerci che, tanto, gli italiani stavano tutti quanti bene, salvo successivamente accorgersi che il nostro debito personale era notevolmente cresciuto con l'aumentare del debito pubblico?

Ma cosa abbiamo voluto realizzare con il disegno di legge finanziaria in esame, che persegue il risanamento, l'equità e lo sviluppo? Le misure previste sono tante, e mi limiterò ad elencarle per sommi capi.

Siamo intervenuti per stimolare la modernizzazione e l'efficienza delle pubbliche amministrazioni. Nella politica estera e nell'ambito del multilateralismo, l'Italia è tornata protagonista. Stiamo uscendo fuori dalla crisi, sostenendo le imprese e promuovendo il recupero della competitività attraverso la riduzione del cuneo fiscale, il fondo per l'innovazione e l'istituzione di un credito d'imposta per gli investimenti nella ricerca.

Per quanto concerne le politiche per favorire il cittadino-consumatore, abbiamo previsto liberalizzazioni e nuove regolazioni, norme sul risparmio e politiche per lo sviluppo della concorrenza, attraverso il cosiddetto «pacchetto Bersani».

Abbiamo condotto una lotta alla precarietà nel mercato del lavoro e siamo intervenuti in materia previdenziale; abbiamo proposto, altresì, la realizzazione di infrastrutture per favorire lo sviluppo, nonché una nuova alleanza tra la natura, l'ambiente e l'energia.

Abbiamo offerto nuove opportunità per il Mezzogiorno, attraverso una riduzione più ampia del cosiddetto cuneo fiscale e l'introduzione di un credito di imposta per gli investimenti. Abbiamo previsto un'immigrazione governata ed integrata, nonché la predisposizione di un piano per la giustizia e la sicurezza; la scuola, l'università e la ricerca, inoltre, usufruiranno di incentivi, anche economici.

Stiamo tutelando il diritto alla salute, consentendo l'impiego di farmaci per la terapia del dolore anche al di fuori delle patologie oncologiche. Sono previste nuove politiche a favore della famiglia e delle donne, attraverso incentivi all'occupazione femminile e la tutela dei diritti della donna partoriente.

Stiamo guardando al futuro con le politiche per i giovani, grazie agli interventi del fondo nazionale per le politiche giovanili. Vi è, infine, la ripresa della concertazione, la costituzione di un apposito tavolo sul Mezzogiorno e l'istituzione di una cabina di regia nel settore dei trasporti.

È proprio perché sono state avviate tutte queste iniziative che, ieri, il Presidente Prodi ha potuto affermare che abbiamo invertito la rotta, nonostante l'eredità micidiale ricevuta dal Governo Berlusconi!

Abbiamo compiuto un lavoro serio e responsabile. Vorrei ringraziare, anche in questa sede, gli Uffici della Camera dei deputati, la Commissione bilancio ed il relatore. Desidero inoltre ringraziare, anche personalmente, gli uffici del nostro gruppo Popolari-Udeur, il nostro ufficio legislativo e l'avvocato a capo dello stesso per averci posto nelle condizioni di svolgere il nostro lavoro con impegno.

È un impegno che si è constatato nei fatti e che ha prodotto risultati, con l'accoglimento di molti nostri emendamenti, molte nostre richieste e molti nostri suggerimenti. Con questa manovra finanziaria si annunciava una «spallata». Avevo già avuto modo di dire, in un mio precedente intervento, che la «spallata» che si appresta a dare a questo Governo l'ex Presidente del Consiglio assomiglia sempre più alla scena di chi, in certi film comici, parte da una lunga rincorsa per il corridoio, passa direttamente dalla porta, che era aperta, per poi precipitare giù dalla finestra, che era ugualmente aperta...

 

PRESIDENTE. Deputato D'Elpidio...

 

DANTE D'ELPIDIO. Concludo, signor Presidente, dicendo che alla nostra soddisfazione, che si esprimerà anche nel voto di fiducia su questa finanziaria, si può aggiungere quella del Fondo monetario internazionale e della Banca d'Italia, che hanno espresso giudizi positivi sulla manovra. Grazie.

 

PRESIDENTE. Grazie a lei.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

 

LUANA ZANELLA. Signor Presidente, preannunzio che il gruppo dei Verdi voterà a favore della questione di fiducia posta dal Governo sulla manovra finanziaria. Dopo settimane di confronto serrato ed aspro, constatata l'impossibilità oggettiva di procedere, a causa delle centinaia e centinaia di emendamenti presentati, sia pur legittimamente, a causa di un ritmo di lavoro che ci avrebbe portato necessariamente, se non interrotto, all'esercizio provvisorio di bilancio (il che è assolutamente inaccettabile), il maxiemendamento che voteremo sicuramente migliora, nel complesso, il provvedimento iniziale, accogliendo osservazioni e proposte modificative avanzate nel corso del dibattito, da parte non soltanto della maggioranza, ma anche dell'opposizione. Allo stesso modo, sono state tenute in considerazione e conto istanze espresse dalle categorie e dalle forze economiche e sociali del paese. Sono state espunte dalla manovra misure quali la cosiddetta tassa di soggiorno, scelta che noi Verdi non abbiamo pienamente condiviso, e forse dovremmo pretendere da noi stessi un'attenzione ancora più solida e lungimirante circa le profonde trasformazioni che hanno cambiato la nostra società, nelle sue stesse caratteristiche occupazionali, nella composizione delle classi sociali, nelle forme attuali del lavoro e dell'impresa. La politica economica e finanziaria deve misurarsi con tutto ciò.

Questa è la prima manovra finanziaria del Governo dell'Unione ed affronta, anzitutto, una dura eredità lasciata dal Governo precedente. Tralascio le critiche, puntuali ed argomentate, che abbiamo più e più volte avanzato circa, appunto, la politica del Governo Berlusconi, con la disapprovazione netta delle deleterie invenzioni di «finanza creativa» dell'ex ministro Tremonti. Mi limito alla valutazione, sotto il profilo meramente contabile, del risultato finale. Abbiamo ereditato una spesa pubblica in forte espansione e l'incidenza della spesa strutturale è aumentata di 2,6 punti percentuali di PIL nel periodo 2001-2005. L'avanzo primario è prossimo allo zero, lo sfondamento dei parametri di Maastricht si è verificato, il rapporto tra debito e PIL ha ricominciato a galoppare, non abbiamo trovato risorse sufficienti per il finanziamento delle infrastrutture, delle ferrovie, dell'ANAS, per non parlare delle risorse per gli investimenti in ricerca e sviluppo. Vi sono dati incerti, inoltre, in relazione a cartolarizzazioni discutibili ed alle tante una tantum. Si è riscontrata, ancora, la tendenza all'aumento dell'evasione e dell'elusione fiscale come pratiche diffuse, grazie alla politica dei condoni, dei concordati, ed altro.

È evidente che una manovra che deve tenere insieme il risanamento di conti fuori controllo, l'equità nella distribuzione delle risorse e dei sacrifici e misure energiche per stimolare la crescita, non può

che essere poderosa, complessa, non esente da difetti, ma anche di grande respiro e vigore.

Devo dire che concordo con il Presidente della Camera Bertinotti e con il Presidente Napolitano circa la necessità, ormai non prorogabile, di riformare la legge finanziaria. Già nel corso della passata legislatura mi espressi in questo senso e credo che, adesso, si tratti davvero di mettere mano alle norme che regolano le procedure, che si rivelano sempre più inadeguate all'obiettivo della giusta dialettica, nella divisione delle funzioni e dei ruoli tra Parlamento e Governo.

Non mi soffermo sui contenuti della manovra, già illustrati nel corso della discussione sulle linee generali dai colleghi del mio gruppo e che saranno, sicuramente, ripresi domani, nell'ambito della dichiarazione di voto finale.

Voglio, tuttavia, esprimere la nostra soddisfazione per il recepimento, all'interno del maxiemendamento, di alcune rilevanti proposte dei Verdi, di grande importanza, a partire dalla modifica del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001, in materia edilizia, che dispone l'obbligo, da inserire nei regolamenti edilizi comunali, di pannelli fotovoltaici per le nuove costruzioni. È questa una misura di importanza strategica, che inaugura una politica di sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, di riduzione dell'emissione di gas «climalteranti», di impulso all'innovazione tecnologica ed alla ricerca. Così come la costituzione del fondo per la mobilità sostenibile, di ben 270 milioni di euro nei prossimi tre anni, dà una risposta concreta e verificabile alla necessità di intervento nelle aree ad alta intensità di traffico, contribuendo, tra l'altro, al rientro all'interno dei parametri stabiliti dal Protocollo di Kyoto.

Voglio ricordare anche le norme che limitano la durata delle concessioni su aree demaniali marittime ed il libero accesso alla battigia attraverso gli stabilimenti balneari ed altre ancora sulla possibilità di spesa non vincolata ai tetti generalmente stabiliti per gli enti parco e le agenzie regionali e nazionali per l'ambiente.

Dispiace, tuttavia, che non siano stati accolti altri emendamenti. È ingiusto che i «contrattisti» italiani all'estero non abbiano diritto alla detrazione per i figli a carico, come i loro colleghi residenti in Italia, ed il gruppo dei Verdi auspica che al Senato si possa sanare tale ingiustizia.

Ma, signor Presidente, rimane irrisolto un nodo cruciale che, in sede di lettura al Senato, come ci è stato garantito dai rappresentanti del Governo, dovrà trovare soluzione. Si tratta delle somme versate dai soggetti sottoscrittori di transazioni, a seguito del contenzioso giudiziario promosso dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal magistrato alle acque, con l'assistenza dell'avvocatura dello Stato di Venezia, destinate alla bonifica delle aree inquinate di Porto Marghera e, precisamente, al marginamento dei canali industriali ed alla esportazione di 7 milioni di metri cubi di fanghi avvelenati. Oggi, a fronte di un onere di bonifica di oltre un miliardo di euro, sono state sottoscritte transazioni per 540 milioni, di cui 372 già versati su apposito capitolo di entrata.

Lo Stato si è contrattualmente impegnato a realizzare le opere di marginamento, senza tuttavia garantire la riattribuzione degli importi versati nel biennio 2005-2006, che ammontano a 185 milioni di euro, grazie ad un'interpretazione - non solo a mio giudizio - restrittiva dei commi 46 e 47 della legge finanziaria per l'anno 2006: dopo il danno ed il risarcimento, seppur parziale, la grande beffa! Ma, il Governo Prodi deve assolutamente porre rimedio, pena la chiusura dei cantieri, al blocco del processo di rilancio e di riqualificazione dell'area, con il rischio di esporre l'amministrazione a rivalse da parte di soggetti privati ed a denunce con possibili risvolti anche di ordine penale. Noi, con l'espressione di questo voto di fiducia, confidiamo che il Governo possa porre fine a questa situazione paradossale, dovuta - ricordo - a scelte dell'Esecutivo precedente, restituendo la disponibilità dei finanziamenti per le politiche di Porto Marghera (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e La Rosa nel Pugno - Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Napoletano. Ne ha facoltà.

 

FRANCESCO NAPOLETANO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il primo percorso parlamentare del disegno di legge finanziaria è ormai in dirittura d'arrivo. La questione di fiducia, che l'Esecutivo ha dovuto porre, non senza eccessivi indugi, avrà il voto favorevole dei Comunisti Italiani.

Giungere alla questione di fiducia non è mai un fatto piacevole, perché i tempi del dibattito e del confronto parlamentare ne risultano oggettivamente compressi. Infatti, il Governo ha cercato in tutti i modi di evitarla, ma i lavori parlamentari non potevano essere bloccati all'infinito, ed una corretta gestione del bilancio dello Stato non doveva condurre all'esercizio provvisorio.

L'opposizione si accalora contro l'utilizzo di uno strumento legittimo e regolamentare, ma evita accuratamente di ricordare come il precedente Governo di centrodestra abbia posto la questione di fiducia sulla legge finanziaria per ben tre anni consecutivi, sia alla Camera sia al Senato, pur disponendo di un margine maggiore di parlamentari rispetto all'attuale Governo.

Le considerazioni sono duplici, sotto l'aspetto sia procedurale sia politico. È ormai ineludibile - come lei, signor Presidente, ha ben detto - una riflessione più complessiva sul modo di essere della legge finanziaria e sui passaggi istituzionali che la caratterizzano. Non è più accettabile uno strumento che possa contenere centinaia di articoli e disposizioni, con migliaia di emendamenti e subemendamenti che inondano il lavoro delle Commissioni, prima, e dell'Assemblea, dopo, nell'assoluta certezza dell'impossibilità di un esame puntuale ed approfondito. Bisognerà pensare a procedure più snelle che, senza mortificare il ruolo del Parlamento, consentano di licenziare il provvedimento in tempi ragionevoli.

Tuttavia, le lungaggini procedurali non basterebbero, da sole, a spiegare il ricorso necessario al voto di fiducia. Il comportamento dell'opposizione, per quanto differenziato nel centrodestra, non può dirsi estraneo rispetto alla scelta del Governo; altrimenti, non si comprenderebbe il voto dell'Assemblea su appena 15 dei 217 articoli.

La verità è che, ancora una volta, il dibattito ha evidenziato il ricorso a forme ostruzionistiche di gran parte dell'opposizione, con numerosissimi interventi finalizzati, più che al miglioramento del testo, alla perdita di tempo: un ostruzionismo, quando non formale, certamente sostanziale. Il tutto in un clima spesso contrassegnato dall'invettiva, dai toni offensivi ed esasperati, che sono l'esatto contrario, colleghi, di un confronto anche aspro, ma che sappia guardare non agli interessi di parte, bensì a quelli più generali del paese.

È un film a cui assistiamo fin dall'inizio della legislatura: si pratica l'ostruzionismo per costringere il Governo a porre la questione di fiducia, per poi accusarlo di strozzare il dibattito e perfino di coprire, con la questione di fiducia, possibili divisioni all'interno della maggioranza o dello stesso Governo.

Al contrario, le divisioni sono assai marcate, proprio all'interno di quella che, un tempo, fu la Casa delle libertà, diventata ormai un maniero diroccato, in crisi di strategia politica ed in preda a maldestri tentativi di spallate. Nessuno si illuda, con azioni di logoramento e con alchimie referendarie, di eliminare partiti ritenuti scomodi o di tagliare le ali di questa maggioranza. Perché, senza le ali, non si vola, e l'Italia ha bisogno di farlo!

Questo non significa che il Governo non abbia commesso qualche errore nelle modalità di gestione dell'iter del disegno di legge finanziaria, di cui dovrà tener conto, per evitare gli inconvenienti dei progressivi aggiustamenti in corso d'opera. Pur in presenza di una legge complessa e difficile, il Governo farebbe bene a coinvolgere la propria base parlamentare e politica prima, e non dopo, l'adozione dei provvedimenti più significativi.

Gli italiani non devono dimenticare che questa legge finanziaria è la conseguenza della situazione molto difficile del paese, che ci è stata consegnata dal precedente Governo.

Il vero problema è far ripartire questo paese senza scaricarne i costi, com'è avvenuto sempre in passato, sulla parte più debole dello stesso. Lo sforzo è quello di coniugare il necessario risanamento dei conti pubblici con lo sviluppo economico e l'equità sociale.

Abbiamo parlato di luci ed ombre in questa legge finanziaria, che è certamente migliorata rispetto al testo presentato in un primo momento. L'impegno dei Comunisti italiani è sempre stato quello di mettere al centro delle politiche di sviluppo i problemi del lavoro e le esigenze dei ceti più deboli.

Sin dall'inizio la legge finanziaria ha guardato, anche attraverso il cuneo fiscale, al lavoro a tempo indeterminato come al rapporto cui ricorrere di norma, ma di certo questo non poteva bastare. Pertanto, registriamo con soddisfazione, tra le altre modifiche, come il Governo e l'intera maggioranza abbiano valutato con favore e fatto proprio l'emendamento sul lavoro precario, che vedeva come primo firmatario il compagno onorevole Diliberto.

Questo provvedimento darà la possibilità di stabilizzare il lavoro di moltissimi precari. Vogliamo dare solidarietà a coloro che, da parte delle università, ieri hanno manifestamente dimostrato la loro contrarietà a certe norme: hanno ragione! Nel maxiemendamento avremmo voluto trovare anche la stabilizzazione degli LSU e degli LPU anche nei comuni sopra i 5 mila abitanti, perché il discrimine non può essere dato dalla dimensione dell'ente. Qualche dubbio lo abbiamo anche sulle modalità di erogazione del TFR.

Riteniamo che al Senato, dove il provvedimento non arriverà blindato, pur nel rispetto dei saldi e dell'impianto complessivo, vi siano ancora dei margini di miglioramento. Guardiamo con fiducia al futuro che si prepara, consapevoli delle difficoltà, ma anche delle battaglie che dovremo ancora sostenere, nella certezza che questo paese potrà riprendere con forza il cammino che gli spetta facendo leva sui valori del lavoro e per la pace. Ai lavoratori, ai giovani, alle donne e ai ceti produttivi il compito di essere protagonisti dell'Italia che riparte (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.

 

LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Rosa nel Pugno voterà la fiducia al Governo che si è apprestato a varare la sua prima legge finanziaria. Tuttavia, la voterà sapendo che si poteva fare di più.

 

LUCA VOLONTÈ. Vi siete astenuti, finora!

 

LELLO DI GIOIA. Si poteva fare di più su alcuni questioni importanti che la Rosa nel Pugno aveva posto alla vostra attenzione. Abbiamo sempre rivendicato con forza che lo sviluppo passi attraverso due direttrici importanti: la ricerca e la formazione professionale. Abbiamo puntato su questo: una ricerca che ha bisogno di finanziamenti e di espandersi nel nostro paese. Abbiamo verificato con grande malumore che proprio in questo campo erano stati tagliati fondi importanti. È stata necessaria una battaglia forte della Rosa nel Pugno affinché alcune somme rientrassero in quelli che erano i canoni normali della ricerca in questo paese.

Ritenevamo che si potesse fare di più su alcune questioni che abbiamo posto, come il pagamento in relazione alle cosiddette attività commerciali - discusso qualche giorno fa - perché si trovassero in quest'aula una serie di indicatori positivi, il che tuttavia non è avvenuto.

Ciononostante, noi riteniamo che questa legge finanziaria abbia portato in quest'aula alcuni aspetti importanti, perché essa interviene sulle brutture e sulle questioni che hanno portato questo paese ad essere uno degli ultimi all'interno dell'Unione europea.

Le precedenti leggi finanziarie producevano, per la politica dissennata che è stata portata avanti dal Governo Berlusconi e da Tremonti, una dilatazione enorme della spesa corrente. Basta considerare che negli ultimi anni la stessa è aumentata circa del 2 per cento. Vi è stata una politica economica e finanziaria che ha ridotto questo paese in una situazione di grande difficoltà. Come giustamente si è sottolineato, è aumentato il debito, è aumentato il rapporto deficit-PIL, è praticamente scomparso l'avanzo primario del nostro paese.

Noi invece abbiamo determinato, con le scelte operate con questa legge finanziaria e con il Documento di programmazione economico-finanziaria, le direttrici che questo Governo si è posto, per fare in modo che il nostro paese esca dalle sacche in cui il Governo Berlusconi lo ha fatto entrare. Vogliamo rilanciare la competitività delle imprese. In questa legge finanziaria vi sono elementi importanti, come il cuneo fiscale, che incide per il 60 per cento sulle imprese (quindi sulla diminuzione del costo del lavoro) e per il 40 per cento sui lavoratori dipendenti. Abbiamo ritenuto di inserire in questa finanziaria quegli elementi di equità già stabiliti all'interno del Documento di programmazione economico-finanziaria. Ebbene, sono elementi di equità quelli che riguardano la modifica delle aliquote IRPEF; e, colleghi, tali modifiche non sono dettate dalle scelte della cosiddetta ala radicale della sinistra. Sono invece scelte che riequilibrano il sistema e danno ai redditi più bassi la possibilità di costruire una condizione, affinché si possano anche alimentare i consumi all'interno di questo paese. A ciò si devono aggiungere le detrazioni per le famiglie.

Abbiamo indicato una strada per recuperare in buona sostanza le grandi storture che il Governo Berlusconi aveva determinato non soltanto sull'equità, ma anche sulla questione sociale. Basti guardare all'aumento della povertà nel nostro paese, e soprattutto nel Mezzogiorno. Noi abbiamo reintrodotto le politiche sociali, per esempio aumentando lo stanziamento per la legge n. 328 già dallo scorso giugno, quando tale legge era di fatto stata soppressa dal Governo Berlusconi, perché erano stati ridotti i relativi fondi per 500 milioni di euro.

Siamo intervenuti sulle fasce più deboli, sugli anziani all'interno della nostra società. In buona sostanza, abbiamo rilanciato le nostre opzioni per dare maggiore certezza e sicurezza alle fasce sociali deboli, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia. Abbiamo rilanciato la politica infrastrutturale, certamente non disegnando quelle che erano definite come le cosiddette linee di sviluppo del Governo Berlusconi, bensì definendo in modo certo opere che saranno finanziate e che quindi saranno iniziate e completate nel Mezzogiorno d'Italia, per ridare competitività al paese attraverso le grandi reti infrastrutturali, di cui questo paese ha una grandissima carenza.

In buona sostanza, signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo imboccato la strada giusta. Certo, c'è ancora molto da fare e noi, come Rosa nel Pugno, saremo qui, vigili, a discutere della crescita di questo paese.

Dovremo affrontare, nei prossimi mesi, i temi delle riforme strutturali, da quella della pubblica amministrazione fino a quella dello stato sociale; dovremo intervenire con equità, ma anche con grande equilibrio, sul problema delle pensioni. Vogliamo che si intervenga in queste direzioni perché siamo convinti, come d'altronde hanno sottolineato l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale, che questo disegno di legge finanziaria determinerà le condizioni utili per ridurre il debito consolidato, per riportare il deficit in linea con i parametri di Maastricht e per far ricominciare a crescere l'avanzo primario. Nello stesso tempo, le stesse organizzazioni internazionali hanno ammonito il nostro paese affinché, al fine di rilanciare l'economia del paese, esso continui nella politica di forte ristrutturazione degli importanti settori a cui mi riferivo, cioè la pubblica amministrazione e le pensioni.

Siamo convinti che questo Governo sarà in grado di affrontare tali problemi. Siamo convinti, altresì, che, a differenza di quanto il Governo Berlusconi ha sempre affermato senza mai dare un seguito con i fatti, noi riusciremo ad affrontare una politica finanziaria, che consentirà al nostro paese di uscire dalle secche in cui per molti anni si è trovato e di rilanciarsi a livello nazionale, europeo ed internazionale.

Per questo motivo, la Rosa nel Pugno voterà a favore sulla questione di fiducia, anche se, certamente, esprimendo alcune considerazioni, che già ho ricordato, per quanto riguarda la ricerca, la scuola e l'università. In questa logica e in questa ottica, siamo fortemente convinti di votare la fiducia al Governo Prodi e, nello stesso tempo, siamo fortemente convinti che nei prossimi anni lo stesso affronterà queste problematiche e darà risposte alla società italiana.

Questo Governo, al di là di quello che si dice, avrà vita lunga...

 

PRESIDENTE. Deputato Di Gioia...

 

LELLO DI GIOIA. ...perché vi è bisogno di una vita lunga per dare risposte al paese e, soprattutto, per creare le condizioni affinché vi possano essere più equità, più competitività e più certezza per il futuro (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e Verdi).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Raiti. Ne ha facoltà.

 

SALVATORE RAITI. Signor Presidente, onorevoli componenti del Governo, onorevoli colleghi, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori esprimo un giudizio positivo sul disegno di legge finanziaria, che ci accingiamo ad approvare.

Come abbiamo detto nei precedenti interventi riguardanti la manovra economica che, come Unione, abbiamo sottoposto all'attenzione del Parlamento ed abbiamo approvato, questo è l'ultimo tassello di un quadro più complesso. Se ben ricordate, ci siamo resi conto subito, all'indomani della vittoria elettorale, che il paese rischiava di deragliare dal binario europeo. Infatti, il disavanzo primario correva verso il 4,6 per cento e il rapporto tra deficit e PIL era in grave situazione di pericolo. In altri termini, i parametri di Maastricht non erano rispettati e tutti eravamo in una condizione di assoluta responsabilità.

Abbiamo già approvato alcuni provvedimenti, cioè il Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2007-2011 e il successivo decreto Bersani-Visco. Oggi, con questo disegno di legge finanziaria, completiamo un percorso aspro, duro e difficile. Tuttavia, siamo certi che, grazie a quest'ultimo provvedimento, il «vagone» Italia si aggancerà nuovamente alla «locomotiva» Europa e, certamente, nei prossimi anni, non soltanto guideremo l'allargamento dell'Unione europea e le riforme democratiche di cui l'Unione avrà bisogno, ma torneremo anche ad essere protagonisti, con una economia salda e con un paese che diventerà più equo, più giusto e più solidale.

Il disegno di legge finanziaria va in questa direzione e per tale motivo lo approviamo. Certamente, il lavoro non è stato facile. In Commissione bilancio abbiamo svolto un lavoro complicatissimo, che, a volte, è stato reso più difficile dal comportamento dei componenti della Casa delle libertà, che in alcuni casi ha sfiorato l'ostruzionismo. Abbiamo discusso molto, molti aspetti sono stati migliorati grazie agli articoli che sono stati approvati in Commissione e in aula, ma non abbiamo potuto completare il percorso e, per tale motivo, esprimiamo un forte rammarico. Pensavamo e pensiamo ancora oggi che discutere, dibattere e confrontarsi su una legge così importante come la finanziaria sia un elemento fondamentale di democrazia e di crescita, ma per fare questo occorre che ci sia un sentimento di unità e la coscienza della forte responsabilità che soprattutto la maggioranza, ma anche la minoranza, debbono avere nei confronti del paese.

Purtroppo, non abbiamo potuto riscontrare questo fino in fondo e ce ne rammarichiamo; nello stesso tempo, non possiamo non prendere atto dell'atteggiamento positivo e, a volte, costruttivo degli amici dell'UDC in relazione ad alcune posizioni espresse e possibilità di miglioramento. Come non dimentichiamo il ragionamento del Presidente Casini, quando l'altro giorno in aula ha sottoposto alcune questioni in maniera assolutamente propositiva, affermando che, in casi di questo genere, occorre assumersi delle responsabilità nei confronti del paese e di parti del paese che, a volte, soffrono maggiormente. Noi riteniamo che questo sia un atteggiamento propositivo e che, se fosse stato messo in atto da tutta l'opposizione, alcune discrasie, tortuosità e inadeguatezze del percorso - che, tra l'altro, sono state sottolineate egregiamente da lei, Presidente Bertinotti - si sarebbero potute evitare. Tuttavia, ritornerò su questo argomento nella fase finale del dibattito.

Il disegno di legge finanziaria, comunque, persegue quel cammino che avevamo tracciato nel DPEF e si muove lungo la via del risanamento, dello sviluppo e dell'equità. Noi di Italia dei Valori apprezziamo quello che è stato fatto con riguardo al risanamento delle finanze del nostro paese. Come ha affermato ultimamente il presidente degli industriali italiani, negli scorsi cinque anni questo paese si era abbandonato a non rispettare più i valori, a non avere più punti di riferimento, a far saltare l'etica della politica e delle istituzioni. Oggi abbiamo compiuto uno sforzo ed abbiamo indicato una via da perseguire per recuperare quelle discrasie, che si erano insinuate nel corpo dell'Italia come un virus che avrebbe potuto anche diventare letale. Per questo, abbiamo dato un'indicazione soprattutto a livello più alto. Abbiamo ridotto le spese ed avremmo potuto ridurle maggiormente, ma è stato fatto sicuramente un passo in avanti (basti pensare che sono state ridotte del 5 per cento le spese degli uffici dirigenziali e del 10 per cento quelle degli uffici generali); sono stati effettuati dei tagli netti alle consulenze (tutte operazioni che entro il 2009 porteranno ad un risparmio di 60 miliardi di euro); abbiamo tagliato gli stipendi d'oro. Grazie anche ad un'azione propositiva di Italia dei Valori, condivisa però dall'Unione, abbiamo stabilito un tetto di 500 mila euro per i manager pubblici e un tetto relativo al trattamento di fine rapporto, che non può superare un'annualità, anche se è stata data al Ministero dell'economia la discrezionalità di provvedere diversamente.

Noi non siamo assolutamente favorevoli ad appiattire il sistema economico, però vogliamo introdurre un sistema di responsabilità soprattutto nei confronti di chi gestisce il denaro pubblico. Non si può gestire il denaro pubblico, portare le aziende allo sfascio e poi, alla fine, chiedere liquidazioni d'oro a danno degli utenti e dei cittadini.

Saremmo disposti anche ad accettare liquidazioni «pesanti», però solo qualora si sia rispettato il piano industriale e l'azienda che si è stati chiamati a dirigere abbia prodotto profitti, efficienza, equità, trasparenza e giustizia. Tali iniziative vanno nella direzione da noi auspicata e sono un grande segnale di moralità: quando si chiedono sacrifici a tutti i cittadini, la classe dirigente di questo paese deve infatti dare l'esempio e noi vogliamo che ciò accada.

Per tale ragione abbiamo sollevato la questione di Sviluppo Italia; abbiamo firmato e presenteremo un ordine del giorno con il quale si chiede la messa in liquidazione di tale agenzia, creata per dare sviluppo ed attenzione al meridione d'Italia e che nel corso degli anni ha invece trasformato il proprio DNA, degenerando e trasformandosi in una fabbrica, sforna consigli di amministrazione e risorse che non vanno certo nella direzione auspicata. Abbiamo chiesto ed ottenuto la riduzione dei compensi dei componenti dei consigli di amministrazione e del numero degli stessi ad un massimo di tre o cinque in relazione all'entità delle società partecipate; abbiamo ottenuto la riduzione - tutti noi dell'Unione - dei compensi ai consiglieri circoscrizionali, abbattendo le doppie o triple cariche che permettevano di raddoppiare o triplicare i gettoni di presenza. Tutto ciò porterà ad un risparmio di 100 milioni di euro. Inoltre, abbiamo razionalizzato e cercato di risanare la spesa sanitaria: molte regioni in questa materia hanno scialacquato ed hanno creato sprechi a danno del cittadino utente e, soprattutto, di un bene fondamentale quale la salute; ebbene, abbiamo cercato di porre regole più rigide per riportare tutto ciò nell'alveo di una maggiore efficienza ed efficacia (ad esempio, abbiamo ridotto i limiti per la sanità convenzionata).

Tutte queste iniziative vanno nella direzione del risanamento. Ripeto, si sarebbe potuto probabilmente fare di più ma, a volte, l'ottimo è nemico del buono, quindi ci accontentiamo di ciò che è stato fatto sapendo che si tratta di un primo passo per rendere ancora più snello ed efficiente il nostro Stato.

Si è intervenuti anche sull'altro fattore di sviluppo, l'equità. Per quanto riguarda tale aspetto, le nuove aliquote IRPEF permettono di far risparmiare tutti i cittadini che hanno un reddito inferiore ai 40 mila euro. Si tratta di una scelta di redistribuzione, che l'Unione aveva presentato durante la campagna elettorale perché ci si era resi conto di come, negli scorsi cinque anni, i ricchi fossero diventati sempre più ricchi ed il ceto medio stesse invece andando sempre più verso una situazione di semipovertà.

 

PRESIDENTE. Deputato Raiti, la prego di concludere.

 

SALVATORE RAITI. Signor Presidente, mi accingo a concludere. Si tratta di un impegno complessivo: non ci si è limitati a quanto ho appena detto, ma sono stati previsti fondi per la tutela della maternità, per le famiglie numerose, per le politiche giovanili, per le pari opportunità. Tutto questo è stato fatto ed ancora meglio si farà prossimamente.

Certamente, signor Presidente, accogliamo il suo appello affinché le procedure regolamentari e la legge finanziaria possano nei prossimi anni tornare in un alveo più snello ed efficiente, perché le distorsioni che abbiamo registrato nel corso di questa sessione di bilancio possano essere evitate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

 

MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, ovviamente la Lega Nord Padania non voterà la fiducia a questo Governo.

Come siamo arrivati a questo ennesimo voto di fiducia, con un unico articolo che ne sostituisce più di duecento? In realtà in Assemblea abbiamo svolto anche un buon lavoro, esaminando però solo quindici articoli. Ebbene, anche basandoci solo su questi, abbiamo visto che sono state apportate grandi modifiche rispetto al testo proposto dal Governo, frutto di proposte dell'opposizione, in particolare della Lega Nord. Ne rammentiamo alcune: la modifica relativa alla grande semplificazione in materia di scontrini fiscali, che non ci saranno più per chi si doterà di un registratore di cassa telematico, oppure, importantissima, l'eliminazione della tassa di soggiorno; inoltre, il grande ridimensionamento della tassa di scopo, cioè della tassa che i comuni possono mettere per realizzare le opere pubbliche aumentando l'ICI: tale tassa è stata notevolmente ridotta grazie ai nostri emendamenti a favore soprattutto delle fasce più deboli.

Ci domandiamo quindi cosa sarebbe successo al testo del disegno di legge finanziaria presentato dal Governo se ci fosse stata la possibilità di proseguire la discussione e di affrontare i temi più scottanti presenti in questa manovra economica. Quale sorte sarebbe spettata, ad esempio, ai ticket sul pronto soccorso? Che fine avrebbero fatto i contributi per gli apprendisti? Purtroppo in aula non abbiamo visto questo, ma nemmeno in Commissione abbiamo avuto la possibilità di esaminare approfonditamente il testo: abbiamo esaminato solo una dozzina di articoli, la parte sugli enti locali, quella meno problematica. La Lega Nord, in Commissione, ha chiesto tante volte (è agli atti, per quello che può servire) di affrontare ed iniziare ad esaminare qualche articolo che non fosse problematico per la maggioranza: il presidente Duilio ne è testimone. Purtroppo non siamo riusciti neanche in questo, perché non vi erano mai articoli sui quali il Governo fosse pronto: ogni giorno giungevano nuove proposte, che il giorno dopo venivano sostituite. Questa è la verità, al di là delle solite dichiarazioni d'ufficio e del solito teatrino: «l'opposizione ha costretto alla fiducia»; «l'opposizione fa ostruzionismo».

Bisogna quindi dare atto al Governo di una certa abilità, un'abilità bizantina. D'altronde non poteva che concludersi così. Con un disegno di legge finanziaria di 217 articoli, dove i temi scottanti sono appositamente inseriti in fondo, non poteva che finire così. I temi scottanti così non vengono discussi e si giunge al voto di fiducia: si vota un solo articolo che contiene tutte le misure: prendere o lasciare!

Attenzione, però, che la vera questione di fiducia per voi si pone nel paese, non tanto in quest'aula, dove per ovvi motivi di compattezza e di contenimento della maggioranza che sfugge la fiducia non può mancare, almeno alla Camera. Anzi, oseremmo dire che voi non avete fiducia nel paese. Siete voi, è la vostra maggioranza di sinistra-centro a non avere fiducia nel paese e soprattutto nel nord. Voi non vi fidate del cittadino contribuente. Addirittura siete giunti all'assurdo di eliminare per legge la carta moneta - questa le batte tutte - prevedendo un tetto di 100 euro al di sopra del quale le transazioni, tra un paio d'anni, dovranno essere realizzate per forza di cose con assegni o carte di credito. Dunque, per legge eliminate la carta moneta.

Anche al riguardo avevamo avanzato una proposta di puro buonsenso: elevare l'importo limite a 500 euro. Oggi come oggi 100 euro sono davvero pochi (penso soprattutto ai pensionati). Non c'è stato niente da fare anche su una proposta di puro buonsenso.

Questo Governo poi non si fida nemmeno dei comuni, ai quali sottrae la riscossione dell'ICI. Tale imposta ora dovrà essere pagata alla Banca d'Italia che poi, bontà sua, restituirà ai comuni quanto è di loro competenza, con modalità e termini tutti ancora da definire. Possiamo sostenere dunque che l'imposta comunale sugli immobili non c'è più. Adesso abbiamo un imposta statale sugli immobili, che lo Stato, bontà sua, deciderà di restituire ai comuni. Questo, ovviamente, è l'esatto opposto del federalismo fiscale.

Per assurdo, questo Governo non si fida neanche dei suoi ministri. E qui siamo davvero al paradosso. Faccio un esempio: al ministro Ferrero vengono concessi circa 200 milioni di euro per interventi a favore dell'immigrazione e altre misure nel campo del sociale. Peccato che con il cosiddetto provvedimento «taglia spese» gli vengono sottratti circa 200 milioni. Quindi, sostanzialmente, non gli si dà un «tubo di ferro»! Lo stesso dicasi per il ministro Amato, che si vede tagliati i fondi per circa 220 milioni di euro. Altro che soldi per l'emergenza Napoli, quando sottraiamo 220 milioni di euro al Ministero dell'interno!

Su questo articolo «taglia spese» bisogna far chiarezza. Delle due l'una: o ogni ministro pensa che i tagli non riguarderanno il suo dicastero ma verranno accollati agli altri (però sembra una ipotesi francamente impossibile); oppure quei quattro-cinque miliardi di euro posti in bilancio come tagli di spesa sono un falso in bilancio, sono scritti nel ghiaccio («marcá in sul gias», come diciamo a Milano).

Staremo a vedere! In ogni caso, voi non vi fidate soprattutto della parte più attiva e produttiva del paese (commercianti, artigiani, piccole e medie imprese), il vero nervo portante di questo malsano paese, concentrato, per la stragrande maggioranza, al nord.

Per loro non c'è niente di buono, ci sono solo notizie negative: aumento dei contributi anche per i parasubordinati, per gli apprendisti, scippo del TFR - almeno quello, fortunatamente, sopra i cinquanta dipendenti - studi di settore inaspriti, schedatura di clienti e fornitori, tracciatura di tutte le transazioni. Si tratta di un vero fuoco di fila, avete considerato le appena citate categorie come vostro nemico sociale, ma questo è un grande errore che pagherete caro. Intanto, dopo Alitalia, anche le Ferrovie iniziano a traballare. Il problema è sempre il solito e riguarda l'esubero del personale che si trascina negli anni, dovuto sostanzialmente ad assunzioni clientelari operate negli anni passati.

In finanziaria cosa fate per il rigore ed il contenimento della spesa pubblica? Se facciamo un veloce conto, in finanziaria sono previsti quasi 200 mila unità di personale in più nella pubblica amministrazione: per la precisione, 180 mila persone. Facendo il conto della serva, ciò vale circa 6 miliardi di euro l'anno e, se andiamo ad aggiungervi anche l'incremento per il finanziamento dei nuovi contratti per il pubblico impiego, arriviamo a 7-8 miliardi di euro in più all'anno. A questo punto non rimane altro da aggiungere, poiché la situazione si spiega da sola: colpite il settore produttivo - piccole e medie imprese, commercianti, artigiani - e favorite la pubblica amministrazione, che non rappresenta - come si sa - il massimo dell'efficienza in questo paese.

Prodi disse che il paese era impazzito, ma il nord ha già deciso chi è andato fuori di testa e non vede l'ora che costui vada anche fuori da Palazzo Chigi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni)!

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volonté. Ne ha facoltà.

 

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole ministro dell'economia - la rivediamo dopo venti giorni da quando sono stati avviati i nostri lavori - non voteremo questa fiducia per molte ragioni.

Noi siamo un partito saldamente ancorato al centrodestra, come abbiamo dimostrato anche in queste giornate, alternativo al centrosinistra, anche se non vi è bisogno di ribadirlo tutti i giorni. Peraltro, questa collocazione non fa venire meno il dovere di lavorare per cambiare questo sistema politico e noi a questo non vogliamo rinunciare...

Signor Presidente, già mi interrompe?

 

PRESIDENTE. Non interrompevo lei, ma coloro che rendono faticoso il suo ascolto.

 

LUCA VOLONTÈ. Grazie, signor Presidente.

Abbiamo proposto misure a favore delle liberalizzazioni, delle piccole e medie imprese, dell'innovazione e della ricerca e, soprattutto, della famiglia, della sussidiarietà, del capitale umano e della scuola, ma esse non trovano riscontro in questa legge finanziaria. Basti pensare che nemmeno la riformulazione dell'articolo 3, operata dal viceministro Visco un paio di volte, contiene misure significative nei confronti delle famiglie con figli e degli incapienti. Addirittura, si è esclusa la possibilità della cosiddetta clausola di salvaguardia, che si è preferito cancellare per non consentire ai singoli cittadini la libertà di scelta.

Sul capitale umano e la ricerca il commento appare quasi superfluo viste la manifestazioni di ieri e l'astensione della Rosa nel Pugno per la gran parte delle votazioni.

Le piccole e medie imprese sono state penalizzate grandemente dalla manovra alla nostra attenzione, diversamente non si spiegherebbero tutte le obiezioni e le contrarietà dell'intera categoria di artigiani e commercianti.

Quanto alle liberalizzazioni, gli effetti effimeri del decreto Bersani già lasciano il passo al dibattito, tutto interno all'Unione, tra le diverse ipotesi di vere liberalizzazioni a partire dal prossimo gennaio.

La scuola, investimento nel capitale umano rappresentato dai giovani, è stata completamente stravolta e dimenticata nei capitoli della finanziaria. Tutto ciò è aggravato dal momento drammatico che vivono i nostri giovani e dall'assoluta assenza di certezze, che vengono a loro date.

Colleghi, sono lontane le parole della campagna elettorale, sia quelle sul merito degli intendimenti, sia quelle sul metodo e sulle accuse reciproche riguardo all'uso dello strumento legittimo della questione di fiducia. Con questa manovra - definita suk dalla maggioranza - e dopo le parole di ieri del Presidente del Consiglio sull'irresponsabilità nell'introduzione dell'euro, grazie all'eurotassa mai più rimborsata dal primo Governo Prodi, rimangono ben poche cose positive.

I miglioramenti che sono stati introdotti sono ben merito dell'UDC e di altre forze dell'opposizione: l'abolizione della tassa di soggiorno, che avrebbe penalizzato il turismo e le famiglie; l'introduzione della soglia di reddito per gli aumenti dell'ICI e dell'IRPEF degli enti locali; gli aiuti all'eliminazione delle barriere architettoniche negli esercizi commerciali; la maggiore attenzione alle casalinghe, solo per citarne alcuni. Ieri il ministro Chiti, con un intervento legittimo ma - mi consenta - irrituale, ha ricordato che su 15 articoli sono stati accolti, in tutto o in parte, 39 emendamenti delle opposizioni. Significa che, se avessimo avuto la possibilità di affrontare tutti i circa 250 articoli iniziali, forse avremmo approvato 650 emendamenti dell'opposizione. Avremmo desiderato ancor più convincervi delle nostre ragioni, correggere i vostri gravi errori, limitare i danni che state facendo al paese. Questa è la cifra che vuole rappresentare l'UDC in questo Parlamento. Non ce lo avete consentito appieno. Sia ben chiaro, c'erano tutti i tempi per discutere la legge finanziaria: il calendario dei lavori dell'Assemblea già prevedeva la possibilità di lavorare fino all'una di notte e c'erano ancora i tempi assegnati ai gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione.

La scelta del Governo ha impedito il miglioramento della finanziaria, quindi oggi ci troviamo davanti una manovra di 15 articoli più uno contenente 800 commi. Lì, in quest'unico articolo, sono rimaste le stangate sui ticket, dopo una girandola di aumenti e diminuzioni; gli aumenti per le auto; quelli sulla casa; i nodi del TFR e del cuneo fiscale; l'inadeguatezza degli investimenti per la ricerca e per la scuola; i fondi tagliati alla sicurezza e alle forze di polizia; la presa in giro di Napoli; il miliardo tagliato alla sanità siciliana, solo per ragioni politiche. Certo è stato ripristinato il 5 per mille, ma ne è stata ridotta la portata. Sono aumentate le detrazioni per le badanti; nel contempo però è stato abolito il bonus bebè. E si è rimasti sordi alle sollecitazioni del 95 per cento del mondo produttivo italiano e delle famiglie italiane. Si è pensato più ai televisori al plasma che ai figli, più alle spiagge libere sul modello cubano che alle famiglie sotto l'ombrellone. Si tassano i risparmi al 20 per cento, ma si aiutano gli amici produttori di frigoriferi. La nuova curva dell'IRPEF non aiuta le famiglie, sulle quali graveranno anche gli aumenti dei tributi locali, visti i tagli.

Allora, perché si è deciso di porre la questione di fiducia? Era dunque possibile non usare tale strumento. Certo, il nostro gruppo parlamentare, anche nella scorsa legislatura, ha contribuito positivamente alle iniziative e alle riflessioni della Commissione bilancio per arrivare presto alla riforma della sessione di bilancio e della stessa legislazione e regolamentazione della finanziaria. Rimane un obiettivo mancato allora, che deve essere colto con il consenso di tutti nei prossimi anni. Ora però ci troviamo di fronte ad un Governo che ha presentato 108 emendamenti in otto giorni, con una media di tredici, quattordici al giorno; ad un totale di dieci ore e mezzo di sospensione, richieste esplicitamente dal relatore e dal presidente Duilio; a molte decine di ore - come già detto - ancora a disposizione dei gruppi parlamentari. Che quindi il Governo, che non si oppone ai tempi previsti dalla Presidenza, corra il rischio dell'esercizio provvisorio appare alquanto improprio, oltre che offensivo nei confronti della Conferenza dei capigruppo e della Presidenza Bertinotti. Quarantotto ore fa il nostro gruppo ha deciso di ritirare tutte le proposte emendative tranne un esiguo numero. Lo abbiamo fatto ben prima della decisione di convocare il Consiglio dei ministri e siamo stati seguiti da altre forze di opposizione. Allora avevamo invitato il Governo a seguire il nostro esempio. Invece, ci siamo ritrovati un maxiemendamento di 800 commi e qualche chilo di peso.

Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, è legittimo scegliere di porre la questione di fiducia. È una scelta che, anche nella scorsa legislatura, è stata frequentemente compiuta. Costituisce però una grave scorrettezza affermare, in questo caso, che tale decisione sia dovuta all'atteggiamento ostruzionistico. Nel vocabolario politico dell'UDC questa parola non esiste.

Signori del Governo, vi assumete una responsabilità doppia: di votare una manovra iniqua e di farlo per evidenti ed esclusivi problemi interni. Nell'interesse del paese è bene che vi assumiate appieno tutte le responsabilità della vostra scelta.

Avete proposto per la legge finanziaria una nuova procedura all'inglese, alla Gordon Brown, però il Gordon Brown italiano avrebbe dovuto fare da spola, da passacarte, invece che depositare un bilancio a scatola chiusa, visto l'andamento dei nostri lavori negli ultimi dieci giorni.

Avete chiesto la fiducia per porre fine al suk della maggioranza. Le vostre contraddizioni ed i vostri scontri sono sotto la luce del sole. Non sono gli italiani ad essere impazziti, purtroppo è la «maionese» della vostra coalizione; diversamente, non si spiegherebbero le continue fiducie alla Camera su ogni argomento del vostro programma, vista l'ampia maggioranza di cui disponete.

Con il nostro voto contrario sappiamo di contribuire ad avvicinare la fine del Governo dell'Unione. Lo facciamo dall'alto della nostra opposizione responsabile e senza darvi alibi. Lo dimostriamo anche oggi con il nostro voto contrario.

Il Governo sta scoppiando. Il paese è tartassato e Prodi sorride. I problemi del paese sono acuiti dalla vostra manovra. Nemmeno uno di essi viene risolto con i circa 35 miliardi della finanziaria: né lo scontro generazionale sulle pensioni, né le liberalizzazioni, né la libertà e la qualità della scuola, né l'equità familiare vengono minimamente scalfite dalla vostra manovra.

Di questo fallimento, signori del Governo, ministro dell'economia, porterete la responsabilità, oggi e anche per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

 

GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, signori del Governo, colleghe e colleghi, vorrei, non formalmente, partire da alcuni ringraziamenti che ritengo indispensabili, innanzitutto alle compagne, ai compagni, ai colleghi del mio gruppo, che hanno consentito di esaminare, dal nostro punto di vista, con la lettura specifica del partito della Rifondazione comunista-Sinistra europea, un documento complesso, quale quello che è stato qui presentato.

Vorrei dire, altresì, che i contributi che sono venuti dal nostro gruppo non hanno mai avuto il carattere della rivendicazione spicciola, della protezione di un interesse, ma si sono sempre configurati, nel quadro di una relazione complessiva, con l'impegno di mantenere unita questa maggioranza, come proposte che tendevano a mettere l'accento sul tratto di equità di questa manovra.

Ringrazio, pertanto, anche il relatore, i presidenti di gruppo di maggioranza, i sottosegretari ed il ministro per i rapporti con il Parlamento che, nel corso di questa vicenda, hanno conseguito una chiara funzione di rafforzamento di quell'unità della maggioranza che, in quest'aula, si era già misurata sul decreto fiscale.

Siamo una maggioranza plurale, che discute, e siamo convinti che sia importante mantenere aperta la dialettica che esiste, che non è, come dice il presidente Volontè, un suk...

 

LUCA VOLONTÈ. D'Alema!

 

GENNARO MIGLIORE. ...ma è la rappresentazione di un'articolazione di questa maggioranza che si ispira e viene proposta da differenti culture politiche.

È per questo che - per parlarci con chiarezza - vi dirò subito quali sono i punti su cui non abbiamo conseguito un accordo, nonostante avessimo sottolineato l'importanza degli argomenti.

Non siamo stati d'accordo (e crediamo che vi sbagliate) sull'introduzione dei ticket, perché pensiamo che si debba privilegiare l'aspetto della riorganizzazione territoriale della sanità, così come non siamo stati d'accordo - ma su questo interverremo con uno specifico ordine del giorno - a non ridurre le spese di investimento per nuovi armamenti. Per noi, questa è una battaglia fondamentale. Vogliamo discutere su quali e quanti investimenti sia necessario il nostro impegno come paese. Non siamo stati d'accordo - lo dico anche al ministro Chiti - sulla proposta che è stata avanzata relativamente alla regione Lombardia, non tanto sulla costruzione di quella infrastruttura, che, peraltro, già ieri è stata contestata al ministro competente, quanto sulla possibilità di devolvere poteri ad una regione nel momento in cui si sta costruendo una difficile partita, come quella del federalismo.

In una dimensione così imponente della legge finanziaria (40 miliardi di euro), ne abbiamo mantenuto i muri maestri. Lo voglio dire al ministro Tommaso Padoa Schioppa, rispetto al quale abbiamo certamente espresso un'opinione diversa quando si è configurata la vastità di questa manovra, ma abbiamo perseguito coerentemente il mantenimento di quell'impegno.

La fiducia è certamente stata determinata dall'atteggiamento dell'opposizione, e ciò è chiaro ed è sotto gli occhi di tutti. Per questo, non spenderò molte parole su tale aspetto, anche perché siete passati dalle «spallate padane» alla rincorsa di qualche voto al Senato. Mi dispiace: questa maggioranza, in quest'aula, ha rappresentato un punto forte e saldo, così come quella al Senato, e questi sotterfugi e queste ricerche non porteranno certo ad un nostro indebolimento.

Ribadire la fiducia a questo Esecutivo è un'occasione importante, e credo che qui si debba dire con chiarezza che, per noi, la centralità del Parlamento è fondamentale. Nella centralità del Parlamento, uno dei muri maestri dell'intera coalizione è costituito dall'intensa condivisione da parte di tutto il Governo, a partire dall'impegno, qui assunto solennemente da tanti esponenti della maggioranza, di ridefinire lo strumento della legge finanziaria.

Come hanno ribadito il Presidente Bertinotti e il Presidente Napolitano oggi, non possiamo avere una finanziaria ipertrofica, che riassuma al suo interno centinaia di provvedimenti che, invece, dovrebbero essere liberamente discussi, uno ad uno, all'interno del dibattito parlamentare.

Per questo motivo, e non solo per ragioni di merito, non siamo stati d'accordo nell'introdurre all'interno della finanziaria la riforma del sistema delle pensioni, perché pensiamo che prima si debbano aumentare le pensioni minime e si debba eliminare rapidamente lo scalone, e, poi, si debba andare nella direzione di costruire una riforma che parta dalle esigenze dei più deboli.

Dobbiamo rispondere a questa vera e propria crisi della politica attraverso una forma - voglio ringraziare, a questo proposito, il Presidente della Camera, che ha garantito l'autonomia e l'indipendenza del Parlamento - che privilegi ed evidenzi la forza della discussione parlamentare. La maggioranza ha dato una prova in questo senso e siamo convinti, così come emerge anche dalle dichiarazioni sui giornali, che tutti gli accordi sottoscritti da questa maggioranza in questo ramo del Parlamento verranno riproposti, scritti e condivisi all'interno della legge finanziaria durante l'esame al Senato.

Dobbiamo essere chiari su tale aspetto. Penso che ci debba essere un rispetto molto forte tra di noi, anche perché, in questa crisi della politica, leggiamo un'opportunità, data dall'aver scoperchiato il vaso di Pandora tenuto chiuso dal lungo quinquennio oscuro del Governo Berlusconi, che comprimeva la domanda sociale.

Quindi, vorrei far notare ai colleghi del Governo che dobbiamo essere soprattutto noi a tenere aperte le orecchie della società italiana e che dobbiamo saper distinguere le richieste che difendono privilegi e che hanno un senso reazionario e regressivo da quelle che, invece, indicano la prospettiva della riforma. Tra queste, noi consideriamo certamente quelle della scuola e dell'università, ed è stato importantissimo aver aggiunto risorse in quel settore. Per questo riteniamo che, tra gli impegni qui assunti, si debba sanare ciò che ha impedito di rimuovere il blocco al 2010 per i precari della scuola.

Pensiamo che nei precari, alla cui manifestazione del 4 novembre abbiano partecipato per affermare che queste domande andavano ascoltate, c'è la possibilità e l'investimento di una futura riforma complessiva del nostro paese, perché da lì dobbiamo ripartire. Il Governo, nei cinque anni precedenti, infatti, ha segnato una definizione delle classi sociali attraverso la chiusura e l'impermeabilità. È di questo che ci parla l'investimento sulla formazione: della promozione e della possibilità di migliorare la propria condizione. È di questo che ci parla la precarietà. È di questo che ci parla la stabilizzazione di tanti precari nel pubblico impiego.

Dobbiamo dire «no» alla politica di destra, che ha chiuso lo spazio della società, e «sì», invece, ad una politica che sappia interrogarsi, proprio per sconfiggere questa crisi della politica. Altro che questioni di difficoltà di rapporto o di comunicazione del Governo con il paese!

Noi dobbiamo essere determinati su quello che è, per noi, il punto di partenza sul quale costruire le basi dell'allargamento del consenso ed un programma condiviso, che rappresenti, in maniera plastica, le altre culture politiche che, all'interno di questo paese, hanno deciso di sconfiggere quelle che si annidavano dentro la coalizione di Berlusconi.

Allora, senza rivendicare tante cose, ma ribadendo che alcuni impegni sono stati mantenuti, noi diciamo che il disegno di legge finanziaria in esame può essere una leva per il cambiamento, una leva per l'apertura di una nuova fase per il nostro paese: non quella breve dei sei mesi (la «seconda fase» di questo Governo, di cui qualcuno ha parlato), ma la fase delle riforme vere, quelle che non costituiscono una minaccia per la povera gente, quelle che possono indicare un sistema più equo all'interno della nostra società. Dobbiamo essere così: convinti che questa possibilità si possa inverare, da quando attuiamo la riforma delle aliquote IRPEF a quando realizziamo una misura per contenere i danni del lavoro nero e per dare più diritti alle madri precarie ed a quanti si trovano a vivere simili condizioni lavorative.

Abbiamo un paese che è partito con lo svantaggio del Governo Berlusconi, ma non possiamo consegnare ad esso l'ipoteca del risanamento senza l'equità. Contro la politica dei due tempi noi ci batteremo sempre, perché questo è il senso della nostra presenza all'interno della coalizione: penso che questa sia la missione che ci hanno affidato gli elettori alle scorse elezioni (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo - Congratulazioni)!

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alemanno. Ne ha facoltà.

 

GIOVANNI ALEMANNO. Signor Presidente, signor ministro, rappresentanti del Governo, colleghi, è la prima volta, forse, che la questione di fiducia viene vissuta dalla Camera dei deputati come una liberazione! Ciò non perché la posizione della questione di fiducia non sia fortemente pretestuosa, un elemento assolutamente negativo, una violenza al Parlamento: il problema è che la violenza fatta a questa Assemblea è stata costruita nei cinquanta giorni precedenti, nelle lunghe giornate in Commissione e in aula, quando tutto il dibattito parlamentare si è risolto in una sconfinata palude.

Signor Presidente, lei sa bene che ciò è avvenuto non a causa degli emendamenti presentati dall'opposizione, ma perché proprio la maggioranza, proprio il Governo, hanno presentato complessivamente, in Commissione ed in Assemblea, ben 224 emendamenti, che hanno appesantito il dibattito parlamentare e che hanno creato una sorta di finanziaria plastica, una finanziaria in progress, continuamente modificata. Ancora oggi sono numerose le promesse di modifiche sostanziali (rinviate al Senato), che ancora non danno un contorno netto e chiaro al disegno di legge finanziaria.

Certo, i gruppi dell'opposizione hanno presentato i loro emendamenti (non potevano fare diversamente), ma noi abbiamo sempre ribadito - per primo, il presidente Fini, in occasione della votazione sulla questione di fiducia posta sul provvedimento in materia fiscale - la nostra disponibilità a ridurre il numero degli emendamenti, a non appesantire il dibattito, qualora vi fosse stato un confronto chiaro tra maggioranza ed opposizione, un tavolo di confronto per cercare di correggere quello che poteva essere corretto per migliorare una manovra sicuramente negativa.

La realtà è che ciò non è accaduto perché non poteva accadere. Non poteva accadere perché il Governo aveva già il problema di mediare al proprio interno. La mediazione avviene non tra maggioranza ed opposizione, ma all'interno delle diverse componenti di questo Governo, che, tra l'altro, presenta una caratteristica molto particolare, forse unica nella storia della Repubblica: molti ministri sono capi di partito, il che comporta che, quando nascono contraddizioni, possono minacciare non soltanto le loro dimissioni, ma anche la crisi di Governo. È evidente che una maggioranza e un Governo così configurati non potevano aprire ad un confronto reale con l'opposizione. Questo è il problema di fondo a causa del quale abbiamo vissuto cinquanta giorni di palude in questa Camera dei deputati: un'offesa al Parlamento!

Venendo al merito, ricordiamo (come è stato già fatto nel corso di altri interventi) che l'ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria indicava quattro voci sulle quali operare riforme strutturali, al fine di ridurre le spese e correggere l'andamento della finanza pubblica. Vorrei tuttavia osservare che un errore era contenuto già nello stesso DPEF, poiché si riteneva che gli interventi in quelle quattro realtà sostanziali potessero essere «calati» all'interno del disegno di legge finanziaria come riforme strutturali.

Pensare di intervenire su settori come la previdenza, gli enti locali, la sanità ed il pubblico impiego attraverso la manovra finanziaria è un'idea vecchia: con la manovra finanziaria, infatti, si possono effettuare tagli alla spesa, ma non si possono realizzare riforme strutturali!

Noi non eravamo e non potevamo essere favorevoli ad affrontare il tema della previdenza nell'ambito del disegno di legge finanziaria in esame, poiché ciò avrebbe significato ridurre un grande tema, concernente i diritti e le risorse dei lavoratori, ad una questione di fiscalità generale di competenza dello Stato.

Dopo l'approvazione di tale DPEF, tuttavia, il disegno di legge finanziaria che ne è scaturito recava un segno completamente diverso, e l'alibi che è stato addotto - vale a dire, i conti pubblici in disequilibrio e le difficoltà in ordine al rispetto del Patto di stabilità dell'Unione europea - è una spiegazione che non regge. È sempre stato evidente, infatti, che, per correggere l'andamento dei conti pubblici, al fine di rispettare i parametri europei, sarebbero stati sufficienti 15, 14 o forse anche solo 13 miliardi di euro.

La realtà è che abbiamo di fronte un disegno di legge finanziaria del valore di quasi 35 miliardi di euro; se aggiungiamo la manovra sull'IVA relativa alle auto aziendali, esso arriva fino a 40 miliardi di euro! Ciò si giustifica non con l'adozione di interventi necessari per correggere l'andamento dei conti pubblici, ma con scelte politiche grazie alle quali la spesa pubblica è stata dilatata ulteriormente. È questo il dato di base che riteniamo inaccettabile!

Tale ulteriore aumento della spesa pubblica si è tradotto, inevitabilmente, in nuove tasse per i cittadini, per le imprese e per la società civile. Oggi constatiamo con chiarezza che due terzi della manovra finanziaria sono rappresentati da nuove forme di imposizione fiscale e di prelievo tributario, mentre i tagli alla spesa pubblica costituiscono solo un terzo di essa.

Il disegno di legge finanziaria in esame rappresenta solamente la premessa di una manovra finanziaria successiva, che verrà posta in essere dagli enti locali: infatti, emergerà la necessità di apportare aggiustamenti ai bilanci che, sostanzialmente, scaricheranno nuovi pesi sui contribuenti, al fine di garantire l'equilibrio nella fornitura dei servizi locali.

Noi contestiamo profondamente, inoltre, anche l'idea che questa manovra finanziaria produca effetti redistributivi. Infatti, nonostante l'operazione finalizzata alla rimodulazione dell'IRPEF - la quale, badate bene, è costata una riduzione da 1,4 miliardi di euro a 930 milioni di euro degli assegni familiari! -, sappiamo che anche i ceti più bassi vedranno compensati i modesti tagli alle imposte con un aumento dei pagamenti relativi a tutte le diverse tasse (ricordo che ne sono state contate addirittura 69) che ogni famiglia, in maniera indifferenziata, dovrà compiere.

Pertanto, le famiglie povere, i poveri di questo paese e coloro che dispongono dei redditi più bassi non otterranno alcun risultato concreto con il disegno di legge finanziaria in esame: questo è un altro elemento che intendevo sottolineare.

A fronte di ciò, ricordo che abbiamo presentato un pacchetto di proposte emendative che è caduto nel vuoto, poiché non ha trovato alcun riscontro nel corso del dibattito svolto con il Governo.

Abbiamo dichiarato che, a fronte delle migliaia di emendamenti presentati, le questioni per noi rilevanti erano solo nove, due delle quali legate al trattamento di fine rapporto (TFR). Proponevamo, infatti, sia l'eliminazione di quella che riteniamo essere la norma più negativa prevista dal disegno di legge finanziaria, sia la trasformazione della soglia dei 50 dipendenti per le imprese in una franchigia, per evitare che si inneschi un meccanismo che impedisca la crescita delle aziende al di sopra di tale limite.

Ricordo, altresì, che abbiamo presentato proposte emendative a favore della sicurezza del paese, la quale rappresenta un problema così urgente che lo stesso Governo ha affermato che dovrà intervenire nuovamente al riguardo nel corso dell'esame del provvedimento che si svolgerà presso il Senato della Repubblica.

Abbiamo presentato, inoltre, proposte emendative a favore delle famiglie e per il sostegno del reddito dei cittadini incapienti, andando anche a «violare» uno dei grandi templi intoccabili di questo paese, vale a dire le fondazioni bancarie, al fine di garantire una copertura finanziaria credibile. Ma anche queste proposte emendative sono cadute nel vuoto!

Rammento che abbiamo avanzato anche proposte a favore dell'introduzione di una fiscalità di vantaggio per il sud, poiché un altro aspetto che intendiamo sottolineare è il grave danno che questa manovra finanziaria arreca al Mezzogiorno. Infatti, al taglio netto di un miliardo di euro per quanto riguarda il fondo per le aree sottoutilizzate si aggiunge una serie di accantonamenti e di blocchi di risorse a valere sullo stesso fondo, al fine di assegnare risorse finanziarie ai singoli ministeri. Oggi, pertanto, il fondo per le aree sottoutilizzate è stato completamente congelato!

Nella realtà vera, il Mezzogiorno d'Italia oggi si trova con minori risorse, con minori possibilità, e siamo in presenza di una situazione in cui sarebbe necessario dare ad esso un segnale.

Questi sono gli elementi che abbiamo di fronte e queste sono state le proposte con cui abbiamo cercato di correggere questa legge finanziaria, con un atteggiamento che abbiamo tentato di mantenere concreto. La realtà è che voi ponete la questione di fiducia non contro l'opposizione, ma contro voi stessi e contro le vostre contraddizioni. Ponete tale questione di fiducia contro la protesta montante che viene dal paese. Lo fate per cercare di sottrarvi ad uno stillicidio che non reggete più!

Ecco perché il gruppo di Alleanza Nazionale voterà contro la fiducia, ma soprattutto voterà, orgogliosamente, contro questa legge finanziaria e porterà nel paese questo voto negativo per dare un punto di riferimento a tutte le categorie ed a tutti i cittadini che oggi si sentono terribilmente contrari a questo Governo ed alla sua politica economica e sociale (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia - Congratulazioni)!

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zorzato. Ne ha facoltà.

 

MARINO ZORZATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, finalmente ci siamo! Il primo atto della «commedia Prodi» domani si chiude. Potrebbe sembrare il solito rituale gioco delle parti, se non fosse che al di fuori di quest'aula i cittadini pensano di vivere una tragedia, non una commedia. Il Governo pone la questione di fiducia pur disponendo, in quest'aula, di un'ampia maggioranza, dopo aver garantito più volte, in Commissione ed in Assemblea, che voleva il confronto parlamentare, dimostrando a tutti noi in quest'aula, ma soprattutto ai cittadini al di fuori di essa, che la fiducia è utile per venire a capo dei vostri dissidi interni, onorevoli colleghi della maggioranza, tra la maggioranza che si dice riformista e la maggioranza radicale e massimalista. È esaurita la fase mediatica, in cui tutto ed il contrario di tutto si poteva dire. Ora valgono solo i documenti al nostro esame!

Sono contento che sia presente il ministro dell'economia e delle finanze, così almeno vi ricordo, e mi ricordo, quanto egli, in Commissione, ci disse circa la bontà - sostenne il medesimo - dell'ultima finanziaria di Tremonti, definendola, in tale occasione, un utile, buon punto di partenza per il nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia). Grazie ministro, tali sue dichiarazioni sono agli atti!

Ricordo, inoltre, che nei documenti di bilancio scritti negli anni del Governo Berlusconi - e tutti ricordiamo quale fosse, allora, la congiuntura economica italiana, europea e mondiale: pessima - risulta evidente come la spesa sociale sia aumentata, al pari della spesa sanitaria - spesa buona - e che la spesa per l'istruzione e l'università sia stata, nei nostri anni di governo, in media con quella europea. Ricordo, ancora, che il tasso di investimento nel comparto sicurezza è il più alto d'Europa, che gli investimenti al sud (quelli veri) sono costantemente aumentati e che, come detto, per la ricerca e l'università siamo in media con i paesi europei. Inoltre, signor ministro, sarebbe bastata una manovra correttiva di 15 miliardi di euro per rispettare i parametri europei. Qualcuno, poi, ci spiegherà gli altri 25 miliardi dove li avete spesi, ma lo spiegherà non a noi, bensì ai cittadini, che non sanno trovare tale risposta.

Ecco, dunque, la vostra proposta. L'avete sintetizzata in tre parole: crescita, risanamento, equità. Non ci vuole un osservatore particolarmente attento per constatare che avete sbagliato le dosi e confuso gli ingredienti, e che il risultato è indigesto per tutti gli italiani. Entro nel merito.

Per quanto riguarda la crescita, nei documenti di bilancio è scritto che la stretta fiscale produrrà una sua contrazione nei prossimi anni. Ed allora, se scrivete che non vi sarà crescita, come fate a porla come obiettivo? D'altra parte, noi vi abbiamo lasciato la crescita ad un tasso del 2,7 per cento. La ritroveremo - lo scrivete voi nel DPEF - tra quattro anni, ancora al 2,7 per cento. Questa non è crescita, questo è «encefalogramma piatto»! L'avete scritto voi. Per cortesia, non cercate giri di parole.

Per quanto riguarda il risanamento, la proposta consisteva nell'intervento in quattro settori - massiccio, diceva il ministro -: pubblica amministrazione, sistema pensionistico, sistema sanitario ed enti locali. Iniziamo con il pubblico impiego. Basta ed avanza la polemica sulla copertura del rinnovo di contratto; non sappiamo se parta dal 2007 o dal 2008: a noi dite dal 2008, poi dite dal 2007. Qualcuno lo capirà, in seguito. Circa il sistema pensionistico, signor ministro, mi pare che dopo le polemiche e le baruffe che avete fatto tra di voi siamo già al rinvio a data da destinarsi. In merito al servizio sanitario, l'unica cosa che troviamo in questa legge finanziaria è il ticket. Mi pare che come riforma e risparmio sia una cosa buona! Quanto agli enti locali, vi sono tagli, solo tagli, e l'obbligo, di fatto, di introdurre addizionali e tasse di scopo. Lascio perdere la tassa di scopo, la cui applicazione sarà quanto meno improbabile.

Poi, avete parlato di equità. Sembra uno slogan, ma è la realtà: più tasse per tutti. Come possiamo sintetizzare la vostra finanziaria? Direi con l'aumento delle tasse, con l'aumento della burocrazia, con l'aumento della centralizzazione e con l'abolizione delle nostre riforme (come la cosiddetta legge Moratti e la legge Biagi), con il ritorno a trattare il sud come area assistita e non come risorsa per il paese e, inoltre, con l'aggravio dell'esproprio delle risorse per il Mezzogiorno e con l'utilizzazione impropria del fondo per le aree sottoutilizzate.

Inoltre, per noi la parte più interessante è come avete classificato gli italiani, in particolare gli autonomi: evasori fiscali da colpire e, come direbbe Totò, «a prescindere». La vostra finanziaria si può sintetizzare con la reintroduzione che avete fatto - direi quasi per legge - della lotta di classe, con l'introduzione del voto, se non di scambio, «in cambio» (ne sappiamo qualcosa per le polemiche in Commissione; non cito il senatore interessato), con il premio per l'area ambientalista, cedendo sulla modernizzazione del paese e rinunciando di fatto alla creazione di impianti che guardino al futuro (gli inceneritori, le centrali, i rigassificatori) e, soprattutto, rendendo incerte le grandi opere come la TAV, con la cancellazione del ruolo del Parlamento, espropriandolo delle sue funzioni.

Le parole di questi giorni del Capo dello Stato e del Presidente Bertinotti, che sono condivisibili, sono tuttavia tardive, soprattutto mancano di un vero destinatario che è la maggioranza ed il Governo che stanno gestendo in questo modo la legge finanziaria. È di oggi il deposito da parte nostra, a prima firma del collega Leone, di una proposta di legge in questo senso, che ricalca quanto da noi già proposto nei passati cinque anni.

Ricordo a me stesso, ma soprattutto perché rimanga agli atti, l'«autostruzionismo» in Commissione ed in Assemblea della maggioranza che, non pronta a votare, ha contribuito alla «melina parlamentare», per arrivare alla presentazione del maxiemendamento, di fatto una nuova finanziaria.

Allora, qualcosa non va. Certo, la traccia della vostra linea politica si legge - è evidente - nella vostra componente estrema e massimalista. Avete aumentato del 2 per cento la pressione fiscale; volevate colpire professionisti, artigiani e commercianti e, in realtà, colpite il 90 per cento degli italiani.

Il balletto delle cifre, l'incertezza del Governo, le liti tra i ministri, i distinguo della maggioranza: tutto ciò ha certamente influito sullo stato d'animo degli italiani. Non c'è rilancio, non c'è crescita, non ci sono tagli, c'è solo centralizzazione. Il federalismo, per voi, è aumento di tasse locali. Dopo anni di ripresa dell'occupazione, non vorremmo assistere ad un'inversione di tendenza: alla faccia della «triplice»!

Non è una percezione per cattiva comunicazione, ma è la realtà. Ciò che traspare sono solo nuove tasse, tasse, tasse.

Ricordate le vostre promesse elettorali? Motivo ricorrente era: non aumenteremo le tasse; non metteremo le mani nelle nostre tasche. Ricordate quando evocavate lo spettro della quarta settimana? L'avete forse cancellata dal calendario perché non fosse più un problema? Avete aumentato le imposte ipotecarie, le imposte di registro, gli estimi catastali, l'ICI, la tassa dei rifiuti, le tariffe autostradali, la tassa di successione e donazione, le tasse sugli immobili, l'imposta di bollo, la tassa di scopo (benzina e gasolio sono più cari), l'IRPEF, l'IRES, le tasse per le piccole imprese.

Le poche cose buone realizzate in questa finanziaria - poche - riguardano i nostri emendamenti approvati. Avete reintrodotto, su nostra spinta, il cinque per mille. Avete eliminato, su nostra spinta, la tassa di soggiorno. Ci rimane un rammarico, di avervi visti ciechi e sordi alla nostra richiesta di eliminazione, almeno per le fasce più deboli, dell'odiosa tassa dell'ICI sulla prima casa. È stata una vergogna!

Che dire, poi, dell'otto per mille? Dopo le polemiche che avete fatto nei nostri confronti, destinate 200 milioni di euro dell'otto per mille a copertura delle vostre spese di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

Cari colleghi, colleghi della maggioranza, vi invito ad una riflessione. Sono scesi in piazza migliaia di professionisti, che mai avevano manifestato in questo modo. Le categorie produttive, operai ed imprenditori, sono in agitazione. Gli enti locali minacciano di portarvi le chiavi dei municipi. Il Governatore della Banca d'Italia dice che non vi è nulla di strutturale in questa manovra.

Le agenzie di rating vi hanno declassato e la stampa estera ci mette agli ultimi posti. I cittadini non sono più con voi. Vi prego: sotterrate l'ascia di guerra! Visto che vi definite pacifisti, cercate la pace sociale. Abbiate l'onestà di ammettere che non siete in grado di governare e traetene le conseguenze.

Questo disegno di legge finanziaria è la dimostrazione sostanziale di quanto il Governo sia dannoso per il paese. Per tali ragioni - non ultima la voglia di dar conto al sentire popolare -, voteremo convintamente contro il disegno di legge in esame e, come l'attuale maggioranza degli italiani, non daremo fiducia a questo Governo, nell'auspicio che il quadro politico cambi quanto prima.

Governare è un dovere per la maggioranza. Governare contro la maggioranza degli italiani è un atto contrario alla democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni)!


PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Castagnetti. Ne ha facoltà.

 

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, cari colleghi, il gruppo dell'Ulivo voterà a favore della questione di fiducia, perché ha fiducia in questo Governo e perché vuole bene a questo paese. Lo sanno tutte le persone responsabili che l'Italia, soprattutto oggi, ha bisogno di un Governo capace di guardare almeno un po' avanti, perché di quotidianismo e di convenientismo elettorale si rischia di soffocare.

Ieri, il Presidente Prodi ha ricordato il nuovo protagonismo dell'Italia sulla scena internazionale. Non si tratta di volontà di esibizionismo, ma di un'esigenza strategica ineludibile; ineludibile persino per gli Stati Uniti - e non solo dopo le elezioni di mid term - per uscire da una fase di «ubriacatura» neoideologica, che ha aggravato l'insicurezza e le condizioni di tensione e di conflitto un po' su tutti i lati dello scacchiere mondiale.

Se ognuno si occupa di tenere ordinato lo spazio davanti al proprio portone di casa, tutta la città sarà ordinata, dice la sapienza popolare. Ebbene, l'iniziativa italiana in Libano, a Gaza, nell'area immediatamente più a oriente, risponde a questa logica: non stare con le mani in mano, in attesa che altri provvedano anche per noi.

Ma ho poco tempo e non voglio dare l'impressione di divagare. Approfittando del fatto che non siamo ripresi dalla televisione, cercherò di evitare comizi e di svolgere, seppur rapidamente, una riflessione, con spirito costruttivo.

L'opposizione ha mosso a questa legge finanziaria sostanzialmente due critiche. La prima: si tratta di una manovra eccessiva; bastavano 15 miliardi, ci è stato detto. La seconda: il Governo ha mortificato il Parlamento, perché ha imposto di approvare la manovra finanziaria con la questione di fiducia.

Quanto alla prima critica, è davvero una manovra smisurata? Sgombriamo il terreno dall'insinuazione che questo paese sia governato da una compagine di uomini sadici, che si compiacciono di far soffrire i propri concittadini, perché sarebbe un'offesa all'intelligenza di tutti. Dunque, la manovra è eccessiva e smisurata? Potremmo discutere a lungo sui numeri, sulla necessità di dover fare rientrare il deficit di quasi due punti, anziché dello 0,8 per cento previsto. Ma non ne vale la pena, onorevole Zorzato: perderemmo tempo in cifre.

Osservo, invece, che questo vostro ragionamento - sarebbero bastati 15 miliardi - è rivelatore di quella filosofia di governo che ha segnato l'intera precedente legislatura e che potremmo definire la filosofia del galleggiamento, del fare il minimo indispensabile, in modo tale da non abbassare l'indice di gradimento nei sondaggi. La filosofia, potremmo dire, del «sei meno meno», del «quanto basta per sfangare la giornata, tanto sulle altre materie non saremo interrogati».

Vedete, cari colleghi, in particolare dell'opposizione, l'eredità ricevuta in dote in questa legislatura, al di là delle polemiche sul «buco» nei conti pubblici che ci scambiamo reciprocamente, con grande fastidio di chi ci ascolta, è proprio la filosofia del «sei meno meno», che è diventata costume, substrato culturale e psicologico collettivo, prima ancora che politico.

Così, in passato, si è fatto strettamente ciò che ci era imposto dall'Europa, lasciando al loro destino il bilancio dello Stato, il bilancio delle ferrovie, quello dell'ANAS, quello dell'Alitalia, quello della spesa sanitaria delle regioni: tanto, per ognuno di questi settori, c'era un responsabile, un altro su cui scaricare le responsabilità. Ciò ben sapendo che un giorno i nodi sarebbero arrivati al pettine, nella speranza che non arrivassero tutti contemporaneamente; e, per riprendere l'atteggiamento dello scolaro del «sei meno meno», nella speranza di riuscire in qualche modo a «sfangarla». I nodi, purtroppo, stanno arrivando al pettine ora, tutti; e, come non era difficile prevedere, contemporaneamente.

Per questo alcuni di voi, più responsabili e corretti, pur tra legittime riserve e critiche, riconoscono - per la verità più in privato che in pubblico -, che in questo disegno di legge finanziaria ci sono i segni del cambiamento, della volontà di fare di più e di non accontentarsi; la volontà di rimediare a tanti, troppi guasti che il paese si trascina da anni: tra tutti l'intollerabile tasso di evasione fiscale. Vi è finalmente la volontà di pensare al domani. Così, ad esempio, si riconosce - più in privato e meno in pubblico - che quell'abbattimento di cinque punti del cuneo fiscale ha in sé il segno di una svolta strutturale; è un embrione robusto di strategie industriali che questo paese non ha più da diversi anni. È una strategia dilatata anche nel Mezzogiorno, su cui si riverseranno anche i benefici del credito d'imposta, del bonus per l'occupazione, degli investimenti delle risorse prima destinate al ponte sullo stretto.

Colleghi dell'opposizione, che state a «quisquiliare» sull'entità di un bollo: sono stati stanziati 7 miliardi di euro per il sistema industriale in un anno, 15 in due anni, quasi 30 mila miliardi di vecchie lire! Da quanti anni non accadeva? Poco importa se una parte più «fragorosa» degli stessi beneficiari incassa e passa ad altro, nella migliore tradizione, non solo in italica. Tuttavia, il Governo ha cercato non la gratitudine di alcuno, ma l'interesse del paese e del suo sistema produttivo, perché sa che se non ci sarà crescita non ci sarà futuro.

È vero, c'è stata la polemica del TFR, onorevole Alemanno, ma se la si guarda dall'altro versante, perché negare che finalmente si apre per milioni di occupati di età inferiore a trent'anni la possibilità, che sinora non avevano, di guardare con minore apprensione al proprio futuro? Infatti, essi sanno di poter contare su una pensione quando saranno anziani. Io preferisco parlare di questo e non di TFR. Certo, si utilizza quest'ultimo strumento, ma si avviano finalmente i fondi integrativi.

Poi, quei 3 miliardi di euro alle famiglie e, in particolare, a quelle con figli a carico. Vi sono tanti modi, cari colleghi dell'opposizione, di aiutare le famiglie: si può «ideologizzarne» il discorso, farne una bandiera ideologica, caro onorevole Volontè, oppure aiutarle concretamente. Il Governo ha scelto la seconda strada e crediamo che le famiglie ne saranno più felici.

Ancora, onorevole Zorzato, il contratto del pubblico impiego, sul quale lei si è soffermato: nella vecchia legge finanziaria - lei questo lo dimentica - non c'era un euro di copertura. Ci avete lasciato anche questa eredità! È inutile che continuiamo a discutere solo di quegli 0,8 punti che, secondo voi, c'erano da recuperare nel rapporto deficit-PIL perché l'Europa ce lo imponeva.

Vi sono queste diverse realtà. Venendo all'altra polemica sollevata dall'opposizione, quella relativa al voto di fiducia, si potrebbero addurre diverse ragioni: la dimensione della manovra o l'oggettiva difficoltà nel reperire risorse dopo che per anni si è raschiato il barile, con le conseguenti polemiche in sede parlamentare. Si deve comunque constatare che, dopo due settimane di lavoro qui dentro, allo scadere del termine che l'articolo 119 del regolamento prevede per l'esame parlamentare, eravamo fermi ancora all'articolo 15 del disegno di legge finanziaria. Oppure si potrebbe dire che, dopo tutto, il Governo, così come ha fatto per tre volte il Governo Berlusconi, si è avvalso di una prerogativa costituzionale, dunque per nulla illegittima, di fronte alla quale è possibile sollevare soltanto un'eccezione di opportunità politica, non quella «caciara» che state montando su questo tema.

Io vado oltre e affermo che tutto si può dire, tranne che il Governo abbia inteso mortificare il Parlamento. È vero che è stato un percorso faticoso.

Mai si era visto peraltro l'assemblaggio - fermi restando i saldi, cioè i muri portanti, per riprendere la metafora del ministro dell'economia e delle finanze - del tessuto della finanziaria direttamente in Parlamento, fin troppo, si potrebbe osservare, alla luce del sole, al punto che in quei soli 15 articoli (giustamente se ne vantavano ieri i colleghi Galletti dell'UDC e Alessandri della Lega, ripresi poi da qualche compagno di partito) ci sono i segni del contributo dell'opposizione, non già per un incidente parlamentare, ma per la convergenza parlamentare. A questo riguardo, mi sia consentito ringraziare - ancora non è stato fatto - il relatore Michele Ventura, per l'intelligenza, la pazienza e lo spirito di apertura (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e di deputati del gruppo Forza Italia) e tutti i colleghi della Commissione Bilancio e il suo presidente, Lino Duilio.

Trovo rispettosa del Parlamento anche l'apertura, che ieri ha fatto il ministro Chiti, sulla possibilità di ulteriori modifiche nel passaggio al Senato. Cari colleghi, il Presidente della Repubblica, ieri, il Presidente della Camera, gli stessi onorevoli Casini e Violante, predecessori di Bertinotti, per la loro esperienza e per il loro senso delle istituzioni hanno convenuto sull'esigenza di procedere ad una revisione ordinamentale e regolamentare. Nessuna democrazia può funzionare bene se la sessione di bilancio, di fatto dal DPEF all'ultima lettura della finanziaria, si prolunga per sei mesi ogni anno.

 

PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato Castagnetti.

 

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Concludo, Presidente, anche perché devo dare l'esempio. Nessuna democrazia può funzionare se la sessione di bilancio resta aperta sei mesi. Quindi, dobbiamo mettere mano ad una riforma ordinamentale e regolamentare...

 

PRESIDENTE. La prego, deputato Castagnetti, deve proprio concludere.

 

PIERLUIGI CASTAGNETTI. ...nella direzione che ha proposto qui il Presidente Bertinotti.

Noi proponiamo di farlo insieme (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur - Congratulazioni)!

 

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto in rappresentanza dei gruppi. Ora avranno luogo le dichiarazioni di voto a titolo personale, per un minuto ciascuna.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Malfa. Ne ha facoltà.

 

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, prenderò pochissimo tempo, perché il regolamento della Camera impedisce di dare un tempo ragionevole ad un esponente di un partito solo in ragione dei numeri che ha, e mi limito quindi a dalle brevissime osservazioni, dato che ho avuto modo di motivare il giudizio negativo su questa manovra finanziaria durante i lavori del Parlamento. Io non polemizzo certo sull'uso della questione di fiducia: è un diritto del Governo porla, l'ha posta, ne prendiamo atto. Naturalmente è una prova di debolezza, perché ogni volta che un Governo pone la questione di fiducia dimostra di avere un po' di paura e un po' di debolezza.

Da cosa viene questa necessità della fiducia? A mio avviso, viene dal fatto che nella finanziaria c'è stata una carenza di guida politica, di cui abbiamo avuto l'evidenza in queste settimane di confusione nella maggioranza, di emendamenti, di risse, di suk. Carenza di guida politica del ministro dell'economia e delle finanze, carenza di guida politica del Presidente del Consiglio? Vedete voi, onorevoli colleghi.

Le conseguenze di tutto questo sono che voi chiedete la fiducia, ma ieri, venerdì...

 

PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato La Malfa.

 

GIORGIO LA MALFA. ...un sondaggio di la Repubblica ha rivelato la fiducia degli italiani: era al 58 per cento nel mese di luglio, è del 46 per cento oggi. Cioè siete sotto il livello della fiducia. L'avrete in Parlamento, ma non l'avete più nel paese (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cannavò. Ne ha facoltà.

 

SALVATORE CANNAVÒ. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, è con rammarico che esprimo il mio dissenso sulla manovra finanziaria, un dissenso che nulla ha a che vedere con quello espresso dalle destre, ancora desiderose di durissime politiche antisociali. Il mio dissenso è del tutto opposto. Oltre ad essere sacrificata alla logica del risanamento e del Patto di stabilità, la finanziaria si distingue per un ingente trasferimento di risorse alle imprese, in ossequio ad una consolidata logica liberista. Il riequilibrio fiscale viene vanificato da misure come l'addizionale IRPEF, l'aumento dei contributi, l'introduzione dei ticket e i tagli ai comuni. Inoltre, registriamo un aumento delle spese militari, che in un contesto di duro risanamento francamente ci sembra scandaloso! Viene riproposta, così, la logica dei due tempi che si voleva debellare.

Non voterò a favore di questo disegno di legge finanziaria e non voterò la fiducia, non partecipando alla votazione. Spero che questo campanello di allarme sia recepito in vista della discussione al Senato. Nel popolo della sinistra c'è un sentimento diffuso di delusione e disincanto, come si è visto ieri o lo scorso 4 novembre. Ritengo un mio dovere rappresentare in quest'Assemblea, per quanto insufficientemente, almeno una parte di queste istanze. Anche questo è un modo per limitare i danni di una politica economica che resta distante dalle attese e dalle speranze di chi ha mandato a casa Berlusconi.

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mario Pepe. Ne ha facoltà.

 

MARIO PEPE. Signor Presidente, negherò la fiducia al Governo su questo disegno di legge finanziaria, il peggiore nella storia del nostro paese.

Nella Roma pagana, nel mese di dicembre, si celebravano feste in onore di Saturno, i cosiddetti saturnali. Caratteristica di quelle feste è che la gente si abbandonava ad ogni genere di sregolatezza. Ebbene, nel corso dell'esame di questo disegno di legge finanziaria, che somiglia molto a quella festa pagana, abbiamo assistito a tutto: abbiamo assistito al cambiamento degli emendamenti, minuto dopo minuto, al fine di spiazzare l'opposizione, e abbiamo visto i ministri che salivano e scendevano le scale del Ministero dell'economia per difendere il loro feudo.

Signor Presidente, l'iter del disegno di legge finanziaria non deve essere cambiato, ma va abolito, per ridare rispettabilità al Parlamento, che non è un suk ma è il simbolo della libertà e della democrazia.

 

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

Ricordo che la votazione sulla questione di fiducia avrà inizio alle 18,20.

 

Preavviso di votazioni elettroniche.

 

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del regolamento.

 

La seduta, sospesa alle 17,40, è ripresa alle 18,20.

 

Si riprende la discussione.

 

 (Votazione della questione di fiducia - Emendamento 16.500 del Governo - A.C. 1746-bis)

 

PRESIDENTE. Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento 16.500 del Governo, nella parte dichiarata ammissibile, sostitutivo dell'articolo 16 e soppressivo dei successivi articoli del disegno di legge finanziaria, sulla cui approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

Prima di procedere alla chiama, avverto che la Presidenza ha autorizzato a votare per primi alcuni rappresentanti del Governo e alcuni deputati, appartenenti a vari gruppi, che ne hanno fatta espressa e motivata richiesta con congruo anticipo.

Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

 

(Segue il sorteggio).

 

La chiama avrà inizio dal deputato Barbieri.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

 

(Segue la chiama - Al momento della chiama del deputato Prodi, commenti di deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Applausi dei deputati dei gruppi della maggioranza - Segue la chiama).

 

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'emendamento 16.500 del Governo, nella parte ammissibile, sostitutivo dell'articolo 16 e soppressivo dei successivi articoli del disegno di legge finanziaria, sulla cui approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:

 

Presenti e votanti 562

Maggioranza 282

Hanno risposto 331

Hanno risposto no 231

(La Camera approva - Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Popolari-Udeur).

 

Si intendono conseguentemente precluse le restanti proposte emendative presentate.

 

Hanno risposto sì:

Acerbo Maurizio

Adenti Francesco

Affronti Paolo

Albonetti Gabriele

Allam Khaled Fouad

Amato Giuliano

Amici Sesa

Antinucci Rapisardo

Astore Giuseppe

Attili Antonio

Aurisicchio Raffaele

Bafile Mariza

Balducci Paola

Bandoli Fulvia

Baratella Fabio

Barbi Mario

Belisario Felice

Bellanova Teresa

Bellillo Katia

Beltrandi Marco

Benvenuto Romolo

Benzoni Rosalba

Bersani Pier Luigi

Betta Mauro

Bezzi Giacomo

Bianchi Dorina

Bianco Gerardo

Bimbi Franca

Bindi Rosy

Boato Marco

Bocci Gianpiero

Boco Stefano

Boffa Costantino

Bonelli Angelo

Bonino Emma

Bordo Michele

Borghesi Antonio

Boselli Enrico

Brandolini Sandro

Bressa Gianclaudio

Brugger Siegfried

Bucchino Gino

Buemi Enrico

Buffo Gloria

Buglio Salvatore

Burchiellaro Gianfranco

Burgio Alberto

Burtone Giovanni Mario Salvino

Cacciari Paolo

Caldarola Giuseppe

Calgaro Marco

Cancrini Luigi

Capezzone Daniele

Capodicasa Angelo

Capotosti Gino

Carbonella Giovanni

Cardano Anna Maria

Cardinale Salvatore

Carra Enzo

Caruso Francesco Saverio

Cassola Arnold

Castagnetti Pierluigi

Ceccuzzi Franco

Cento Pier Paolo

Cesario Bruno

Cesini Rosalba

Chianale Mauro

Chiaromonte Franca

Chicchi Giuseppe

Chiti Vannino

Cialente Massimo

Codurelli Lucia

Cogodi Luigi

Colasio Andrea

Cordoni Elena Emma

Cosentino Lionello

Costantini Carlo

Crapolicchio Silvio

Crema Giovanni

Crisafulli Vladimiro

Crisci Nicola

Cuperlo Giovanni

D'Alema Massimo

D'Ambrosio Giorgio

Damiano Cesare

D'Antona Olga

D'Antoni Sergio Antonio

De Angelis Giacomo

De Biasi Emilia Grazia

De Brasi Raffaello

De Cristofaro Peppe

Delbono Emilio

D'Elia Sergio

Del Mese Paolo

D'Elpidio Dante

De Luca Vincenzo

De Mita Ciriaco

De Piccoli Cesare

De Simone Titti

De Zulueta Tana

Di Gioia Lello

Di Girolamo Leopoldo

Diliberto Oliviero

Dioguardi Daniela

Di Pietro Antonio

Di Salvo Titti

Donadi Massimo

Duilio Lino

D'Ulizia Luciano

Duranti Donatella

Evangelisti Fabio

Fabris Mauro

Fadda Paolo

Falomi Antonello

Farina Daniele

Farinone Enrico

Fasciani Giuseppina

Fassino Piero

Fedi Marco

Ferrara Francesco detto Ciccio

Ferrari Pierangelo

Fiano Emanuele

Filippeschi Marco

Fincato Laura

Fiorio Massimo

Fioroni Giuseppe

Fistarol Maurizio

Fluvi Alberto

Folena Pietro

Fontana Cinzia Maria

Forgione Francesco

Francescato Grazia

Franceschini Dario

Franci Claudio

Frias Mercedes Lourdes

Frigato Gabriele

Froner Laura

Fumagalli Marco

Fundarò Massimo Saverio Ennio

Galante Severino

Galeazzi Renato

Gambescia Paolo

Garofani Francesco Saverio

Gentili Sergio

Gentiloni Silveri Paolo

Ghizzoni Manuela

Giachetti Roberto

Giacomelli Antonello

Giordano Francesco

Giovanelli Oriano

Giuditta Pasqualino

Giulietti Giuseppe

Gozi Sandro

Grassi Gero

Grillini Franco

Guadagno Wladimiro detto Vladimir Luxuria

Iacomino Salvatore

Iannuzzi Tino

Incostante Maria Fortuna

Intrieri Marilina

Khalil D. Alì Raschid

La Forgia Antonio

Laganà Fortugno Maria Grazia

Lanzillotta Linda

Laratta Francesco

Latteri Ferdinando

Leddi Maiola Maria

Lenzi Donata

Leoni Carlo

Letta Enrico

Levi Ricardo Franco

Licandro Orazio Antonio

Li Causi Vito

Lion Marco

Locatelli Ezio

Lomaglio Angelo Maria Rosario

Lombardi Angela

Longhi Aleandro

Lovelli Mario

Lucà Mimmo

Lulli Andrea

Lumia Giuseppe

Luongo Antonio

Lusetti Renzo

Maderloni Claudio

Mancini Giacomo

Mantini Pierluigi

Mantovani Ramon

Maran Alessandro

Marantelli Daniele

Marcenaro Pietro

Marchi Maino

Margiotta Salvatore

Mariani Raffaella

Marino Mauro Maria

Marone Riccardo

Martella Andrea

Mascia Graziella

Mattarella Sergio

Melandri Giovanna

Mellano Bruno

Merlo Giorgio

Merloni Maria Paola

Meta Michele Pompeo

Migliavacca Maurizio

Miglioli Ivano

Migliore Gennaro

Milana Riccardo

Minniti Marco

Misiani Antonio

Misiti Aurelio Salvatore

Morri Fabrizio

Morrone Giuseppe

Mosella Donato Renato

Motta Carmen

Mungo Donatella

Mura Silvana

Musi Adriano

Mussi Fabio

Naccarato Alessandro

Nannicini Rolando

Napoletano Francesco

Narducci Franco Addolorato Giacinto

Nicchi Marisa

Nicco Roberto Rolando

Oliverio Nicodemo Nazzareno

Olivieri Sergio

Orlando Andrea

Orlando Leoluca

Ossorio Giuseppe

Ottone Rosella

Pagliarini Gianni

Palomba Federico

Papini Andrea

Parisi Arturo Mario Luigi

Pedica Stefano

Pedrini Egidio Enrico

Pedulli Giuliano

Pegolo Gian Luigi

Pellegrino Tommaso

Pertoldi Flavio

Perugia Maria Cristina

Pettinari Luciano

Piazza Angelo

Piazza Camillo

Picano Angelo

Pignataro Ferdinando Benito

Pignataro Rocco

Pinotti Roberta

Piro Francesco

Piscitello Rino

Pisicchio Pino

Poletti Roberto

Pollastrini Barbara

Poretti Donatella

Porfidia Americo

Prodi Romano

Provera Marilde

Quartiani Erminio Angelo

Raiti Salvatore

Rampi Elisabetta

Ranieri Umberto

Razzi Antonio

Ricci Andrea

Ricci Mario

Rigoni Andrea

Rocchi Augusto

Rossi Nicola

Rossi Gasparrini Federica

Ruggeri Ruggero

Rugghia Antonio

Rusconi Antonio

Russo Franco

Ruta Roberto

Rutelli Francesco

Samperi Marilena

Sanga Giovanni

Sanna Emanuele

Santagata Giulio

Sasso Alba

Satta Antonio

Schietroma Gian Franco

Schirru Amalia

Scotto Arturo

Sereni Marina

Servodio Giuseppina

Sgobio Cosimo Giuseppe

Siniscalchi Sabina

Sircana Silvio Emilio

Smeriglio Massimiliano

Soffritti Roberto

Soro Antonello

Sperandio Gino

Spini Valdo

Sposetti Ugo

Squeglia Pietro

Stramaccioni Alberto

Strizzolo Ivano

Suppa Rosa

Tanoni Italo

Tenaglia Lanfranco

Tessitore Fulvio

Testa Federico

Tocci Walter

Tolotti Francesco

Tomaselli Salvatore

Tranfaglia Nicola

Trepiccione Giuseppe

Trupia Lalla

Tuccillo Domenico

Turci Lanfranco

Turco Maurizio

Vacca Elias

Vannucci Massimo

Velo Silvia

Ventura Michele

Vichi Ermanno

Villari Riccardo

Villetti Roberto

Viola Rodolfo Giuliano

Violante Luciano

Visco Vincenzo

Volpini Domenico

Widmann Johann Georg

Zaccaria Roberto

Zanella Luana

Zanotti Katia

Zeller Karl

Zipponi Maurizio

Zucchi Angelo Alberto

Zunino Massimo

Hanno risposto no:

Adolfo Vittorio

Alemanno Giovanni

Alessandri Angelo

Alfano Angelino

Alfano Gioacchino

Allasia Stefano

Amoruso Francesco Maria

Aprea Valentina

Aracu Sabatino

Armani Pietro

Armosino Maria Teresa

Azzolini Claudio

Baiamonte Giacomo

Baldelli Simone

Barani Lucio

Barbieri Emerenzio

Benedetti Valentini Domenico

Bernardo Maurizio

Berruti Massimo Maria

Bertolini Isabella

Biancofiore Michaela

Bocchino Italo

Bocciardo Mariella

Bodega Lorenzo

Bonaiuti Paolo

Bondi Sandro

Boniver Margherita

Bono Nicola

Boscetto Gabriele

Brancher Aldo

Bricolo Federico

Briguglio Carmelo

Bruno Donato

Brusco Francesco

Buonfiglio Antonio

Buontempo Teodoro

Caligiuri Battista

Campa Cesare

Caparini Davide

Carfagna Maria Rosaria

Carlucci Gabriella

Casero Luigi

Casini Pier Ferdinando

Castellani Carla

Castiello Giuseppina

Catone Giampiero

Ceccacci Rubino Fiorella

Cesa Lorenzo

Cesaro Luigi

Ciccioli Carlo

Cicu Salvatore

Ciocchetti Luciano

Cirielli Edmondo

Colucci Francesco

Compagnon Angelo

Conte Gianfranco

Contento Manlio

Conti Giulio

Conti Riccardo

Cosentino Nicola

Cosenza Giulia

Cossiga Giuseppe

Costa Enrico

Cota Roberto

Craxi Stefania Gabriella Anastasia

Crimi Rocco

D'Agrò Luigi

D'Alia Gianpiero

De Corato Riccardo

De Laurentiis Rodolfo

Del Bue Mauro

Della Vedova Benedetto

Dell'Elce Giovanni

De Luca Francesco

Di Cagno Abbrescia Simeone

Dionisi Armando

Di Virgilio Domenico

Dozzo Gianpaolo

Drago Giuseppe

Dussin Guido

Fabbri Luigi

Fallica Giuseppe

Fasolino Gaetano

Fava Giovanni

Fedele Luigi

Ferrigno Salvatore

Filippi Alberto

Filipponio Tatarella Angela

Fini Giuseppe

Fitto Raffaele

Floresta Ilario

Fontana Gregorio

Forlani Alessandro

Formisano Anna Teresa

Foti Tommaso

Franzoso Pietro

Frassinetti Paola

Fratta Pasini Pieralfonso

Fugatti Maurizio

Galati Giuseppe

Galletti Gian Luca

Galli Daniele

Gamba Pierfrancesco Emilio Romano

Garagnani Fabio

Garavaglia Massimo

Gardini Elisabetta

Gelmini Mariastella

Germanà Basilio

Germontani Maria Ida

Giacomoni Sestino

Giovanardi Carlo

Giudice Gaspare

Greco Salvatore

Grimaldi Ugo Maria Gianfranco

Grimoldi Paolo

Holzmann Giorgio

Iannarilli Antonello

Jannone Giorgio

Lainati Giorgio

La Loggia Enrico

La Malfa Giorgio

Lamorte Donato

Landolfi Mario

La Russa Ignazio

Laurini Giancarlo

Lazzari Luigi

Lenna Vanni

Leone Antonio

Lisi Ugo

Lo Monte Carmelo

Lucchese Francesco Paolo

Lussana Carolina

Mancuso Gianni

Marcazzan Pietro

Marinello Giuseppe Francesco Maria

Maroni Roberto

Marras Giovanni

Martinelli Marco

Martinello Leonardo

Martino Antonio

Martusciello Antonio

Mazzaracchio Salvatore

Mazzocchi Antonio

Mazzoni Erminia

Mele Cosimo

Meloni Giorgia

Menia Roberto

Mereu Antonio

Milanato Lorena

Minardo Riccardo

Mistrello Destro Giustina

Misuraca Filippo

Moffa Silvano

Mondello Gabriella

Montani Enrico

Mormino Nino

Moroni Chiara

Murgia Bruno

Nan Enrico

Napoli Angela

Napoli Osvaldo

Nardi Massimo

Neri Sebastiano

Nespoli Vincenzo

Nucara Francesco

Oliva Vincenzo

Oppi Giorgio

Palmieri Antonio

Paniz Maurizio

Paoletti Tangheroni Patrizia

Patarino Carmine Santo

Pecorella Gaetano

Pedrizzi Riccardo

Pelino Paola

Pepe Antonio

Pepe Mario

Perina Flavia

Pescante Mario

Picchi Guglielmo

Pili Mauro

Pini Gianluca

Pizzolante Sergio

Ponzo Egidio Luigi

Porcu Carmelo

Pottino Marco

Prestigiacomo Stefania

Proietti Cosimi Francesco

Raisi Enzo

Rampelli Fabio

Rao Pietro

Ravetto Laura

Reina Giuseppe Maria

Ricevuto Giovanni

Rivolta Dario

Romagnoli Massimo

Romano Francesco Saverio

Romele Giuseppe

Ronchi Andrea

Ronconi Maurizio

Rositani Guglielmo

Rossi Luciano

Russo Paolo

Ruvolo Giuseppe

Saglia Stefano

Salerno Roberto

Santelli Jole

Sanza Angelo Maria

Scalia Giuseppe

Simeoni Giorgio

Stucchi Giacomo

Tabacci Bruno

Taglialatela Marcello

Tassone Mario

Testoni Piero

Tortoli Roberto

Tremaglia Mirko

Tucci Michele

Uggè Paolo

Ulivi Roberto

Urso Adolfo

Valentini Valentino

Verro Antonio Giuseppe Maria

Vietti Michele Giuseppe

Vitali Luigi

Vito Alfredo

Vito Elio

Volontè Luca

Zacchera Marco

Zanetta Valter

Zinzi Domenico

Zorzato Marino

Sono in missione:

Bosi Francesco

Cirino Pomicino Paolo

Dato Cinzia

De Castro Paolo

Deiana Elettra

Delfino Teresio

Farina Gianni

Gasparri Maurizio

Migliori Riccardo

Monaco Francesco

Palumbo Giuseppe

Paroli Adriano

Pecoraro Scanio Alfonso

Realacci Ermete

Rosso Roberto

Scajola Claudio

Stradella Franco

Tremonti Giulio

 

Sospendo la seduta, che riprenderà alle 20,30 con l'illustrazione degli ordini del giorno.

 

La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 20,35.

 

Si riprende la discussione.

 

 (Esame degli ordini del giorno - A.C. 1746-bis)

 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (vedi l'allegato A - A.C. 1746-bis sezione 1).

Avverto che è in distribuzione il fascicolo n. 1, relativo agli ordini del giorno presentati.

Comunico che la Presidenza ha consentito la presentazione di alcuni ordini del giorno, il cui testo è in distribuzione, che, per un mero disguido, sono pervenuti fuori termine o non è stato possibile inserire nel fascicolo.

Avverto, inoltre, che gli ordini del giorno Zacchera n. 9/1746-bis/11, Alessandri n. 9/1746-bis/108, Giovanardi n. 9/1746-bis/243, Ruta n. 9/1746-bis/265, Cogodi n. 9/1746-bis/274, Pili n. 9/1746-bis/275 e Di Centa n. 9/1746-bis/313 sono stati riformulati dai rispettivi presentatori. Il nuovo testo è in distribuzione.

Avverto, infine, che l'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1746-bis/61 è stato ritirato dal presentatore.

Comunico, altresì, che non si procederà all'esame dell'ordine del giorno Lucchese n. 9/1746-bis/220, in quanto riproduce il testo di un ordine del giorno accolto dal Governo in Commissione, e che la Presidenza non ritiene ammissibili i seguenti ordini del giorno riferiti al disegno di legge finanziaria: l'ordine del giorno Buffo n. 9/1746-bis/31, in quanto incidente su materia riservata all'autonomia costituzionale della Camera dei deputati; gli ordini del giorno Angeli n. 9/1746-bis/49, Pellegrino n. 9/1746-bis/182 e Floresta n. 9/1746-bis/322, in quanto, ai sensi dell'articolo 89 del regolamento, risultano relativi a materia estranea all'oggetto della discussione. Si tratta, infatti, di ordini del giorno che corrispondono a proposte emendative dichiarate inammissibili in sede di Commissione o ad articoli stralciati.

La Presidenza non ritiene inoltre ammissibili, ai sensi dell'articolo 122 del regolamento, l'ordine del giorno riferito al disegno di legge di bilancio Andrea Ricci n. 9/1747/1, in quanto non precedentemente presentato in Commissione, né attinente agli indirizzi globali di politica economica e finanziaria.

Risulta inoltre assorbito, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 16.500 del Governo, l'ordine del giorno Froner n. 9/1746-bis/268.

Informo, altresì, che nell'ordine del giorno a prima firma Adolfo n. 9/1746-bis/224 è stata indicata, per un refuso, la cifra di 2 milioni di euro anziché 2 miliardi di euro.

Informo, infine, che l'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis/130 deve intendersi recare quale primo firmatario il deputato Murgia.

Passiamo alla fase dell'illustrazione degli ordini del giorno.

Il deputato Duilio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/85.

 

LINO DUILIO. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire brevemente solo perché, avviandoci alla conclusione di questo percorso molto faticoso - direi sempre più faticoso, con il trascorrere degli anni -, interpretando anche il sentire comune dei colleghi della Commissione bilancio, oltre a ricollegarmi a quanto detto, autorevolmente, dal Presidente della Camera, ho presentato assieme al relatore, l'onorevole Ventura, un ordine del giorno in tal senso.

Tale documento di indirizzo impegna il Governo a procedere alla riforma del bilancio dello Stato ed a cooperare con il Parlamento (che farà tutta la propria parte per modificare le procedure) in modo da pervenire alla realizzazione di un risultato auspicato, in verità, da un po' di anni. Si tratta, infatti, di procedere ad una riforma sostanziale della sessione di bilancio che consenta di migliorare il nostro lavoro - che ogni anno, come ho già osservato, stiamo svolgendo con fatica sempre maggiore -, restituendo al Parlamento, alle istituzioni e all'attività dei parlamentari la possibilità di incidere efficacemente proprio sul bilancio dello Stato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Violante. Ne ha facoltà.

 

LUCIANO VIOLANTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/85, presentato dai colleghi Duilio e Ventura, riprende il tema posto dal Presidente della Camera e poi riproposto dal Capo dello Stato e da altri colleghi di maggioranza ed opposizione in ordine alla risistemazione complessiva della materia della sessione di bilancio. Mi rivolgo all'onorevole Duilio per questa ragione: mi pare che forse manchi, presidente, un passaggio all'interno delle premesse del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/85, relativo agli impegni della Camera per la modifica del proprio regolamento. Francamente, non credo che sia sufficiente la riforma legislativa. Ne abbiamo parlato a lungo e credo che siano tutti convinti che occorrono anche riforme del nostro regolamento. In particolare, forse potrebbe essere utile inserire nelle premesse dell'ordine del giorno da lei presentato un'espressione che faccia riferimento - che ho scritto e che, se vuole, posso affidare a lei; valuti lei, presidente Duilio - in primo luogo alla necessità di ampliare il ruolo di tutte le Commissioni permanenti nel procedimento legislativo, per alleggerire il lavoro della Commissione bilancio e dare un peso maggiore al lavoro delle Commissioni competenti per settore e, quindi, dare la possibilità a ciascun parlamentare di manifestare in tale sede la propria posizione. In secondo luogo, occorrerebbe un riferimento alla necessità di definire le regole per la votazione in Assemblea di un numero di emendamenti delimitato e compatibile con la natura stessa del provvedimento. In terzo luogo, andrebbe inserito il riferimento alla necessità di organizzare il contingentamento dei tempi per materia, per settore. Si verifica, infatti, il fenomeno per cui si parla tutti all'inizio, poi, essendo i tempi esauriti, non si svolge una discussione sufficientemente ordinata su tutta la materia. Detta espressione dovrebbe anche prevedere l'obbligo della presenza del ministro competente.

Inoltre, e in merito riprendo un argomento che è stato trattato l'altra sera, credo sia necessario che venga rivisto anche il procedimento legislativo; in particolare - come specifico in queste espressioni che le rassegno, onorevole Duilio - è importante che quando si decide l'urgenza, con garanzie per l'opposizione, si decida anche la data entro la quale va espresso il voto finale. Infatti, una tra le ragioni per le quali tutti i vagoni si agganciano al treno della finanziaria è che quest'ultimo è l'unico provvedimento che abbia una data certa. Non ce ne sono altri. Se, invece, noi decidessimo che quando si decide per l'urgenza, con garanzie per l'opposizione, ossia stabilendo che anche l'opposizione può chiedere ed ottenere che i suoi provvedimenti siano dichiarati urgenti, vi sia una data certa per la votazione finale, credo che ciò alleggerirebbe il carico della legge finanziaria.

Infine, signor Presidente, formulo una richiesta. Vi sono molti modi per affrontare questi temi; uno può essere quello di affidare subito alla Giunta per il regolamento la materia di cui parliamo, e ciò rientra nelle sue responsabilità. Vorrei, tuttavia, evitare un fatto che si è verificato nel passato, ossia che da parte della Giunta per il regolamento si aspettasse che fosse la Commissione competente a fare la riforma della sessione di bilancio e, da parte della Commissione competente si aspettasse che fosse la Giunta per il regolamento, e ci si è pertanto trovati al punto di partenza. Quindi, forse, sarebbe utile, considerato che la Giunta per il regolamento rientra nelle responsabilità specifiche del Presidente, che valuti lo stesso Presidente se non sia il caso di attivare rapidamente la stessa Giunta per il regolamento o di individuare un Comitato di parlamentari, da lei stesso nominato, signor Presidente, che presenti un documento sulle modifiche da introdurre sul piano amministrativo, sul piano legislativo e sul piano della riforma del regolamento, assegnando un termine breve, di modo che il Presidente potrà, a sua volta, assumere le sue decisioni.

Forse è arrivato il momento in cui si può superare l'impasse del passato e metter mano rapidamente a questa riforma. La riforma del regolamento è solo nelle nostre mani. L'importante è che nella prossima sessione di bilancio non si vada più a votare in queste condizioni. La ringrazio.

 

PRESIDENTE. Grazie. Siamo alla valutazione di un'esigenza. Valuterà, poi, l'Ufficio di Presidenza come proseguire questo lavoro. Per il momento, abbiamo semplicemente registrato la sua richiesta. Quando il Governo esprimerà il parere sugli ordini del giorno, il presentatore si pronuncerà su questo punto.

Ha chiesto di parlare il deputato Leone. Ne ha facoltà.

 

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola. Tra l'altro, ho presentato un ordine del giorno che non è né analogo a questo di cui si sta discutendo...

 

PRESIDENTE. Deputato Leone, stiamo sviluppando gli interventi per l'illustrazione di tutti gli ordini del giorno. Quindi, ne ha pienamente facoltà.

 

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, la ringrazio, perché è un argomento che lei stesso ha citato, non più tardi di ieri, ma che era sul tappeto già da alcune legislature. Ricordo che lo era sia durante la Presidenza del Presidente Violante sia durante quella del Presidente Casini. Naturalmente, al termine dell'esame di ogni disegno di legge finanziaria è stato evocato l'argomento correlato alla necessità di una riforma che non ponga nel caos i lavori - questa volta è stato ancora più evidente -, ma ciò è dovuto sia alla farraginosità della normativa, sia alla necessità di una riforma regolamentare.

Ringrazio il presidente Violante, che è riuscito, con il suo intervento, a presentare un percorso, come se avessimo già realizzato una riforma regolamentare, prevedendo termini e possibilità.

Direi di procedere più cautamente, anche perché, non più tardi di oggi, il gruppo di Forza Italia ha presentato una proposta di legge, legata proprio a questo argomento, che recepisce le criticità emerse, non solo oggi ma già in altri tempi: il sovraccarico di argomenti contenuti all'interno di un disegno di legge finanziaria, l'eccessivo numero di emendamenti, la difficoltà di gestione del provvedimento nel momento in cui si giunge alla posizione della questione di fiducia attraverso la presentazione di uno, due o tre maxiemendamenti. Insomma, si tratta di tutto ciò che è emerso in questi ultimi anni durante la sessione di bilancio, di una criticità collegata (scusate il bisticcio di parole) ai «collegati» stessi, che provengono da una riforma che è stata travisata e, con il passare del tempo, la situazione si è persino aggravata.

Non condivido pienamente l'ordine del giorno Duilio n. 9/1746-bis/85, di cui è cofirmatario il collega Ventura, perché demanda sostanzialmente al Governo la necessità di riforma della legge di bilancio e della legge finanziaria, il che non dev'essere. La prerogativa principale di una riforma di questo tipo dovrà essere quella di passare nel Parlamento, ancor prima che normativamente, attraverso l'individuazione di una riforma regolamentare che, poi, possa portare ad una riforma di natura legislativa. Non dimentichiamo che, per operare profondamente in questa materia, si dovrà arrivare (se si riuscirà a sviluppare la proposta di legge da noi presentata in maniera «soft», allargandola, a seconda dei desiderata dei vari gruppi presenti alla Camera) addirittura a porre mano alla Costituzione. Il passaggio è talmente ampio che necessita di un'attenta riflessione che parta dalla Giunta per il regolamento, con un'eventuale riforma regolamentare da trasfondere, poi, in una norma condivisa, se non addirittura in una riforma di natura costituzionale.

Pur non aderendo alla richiesta contenuta all'ordine del giorno Duilio n. 9/1746-bis/85, ritengo che lo stesso ordine del giorno, l'intervento del collega Violante, le riflessioni svolte dal Presidente della Camera e dal Presidente della Repubblica, possano trovare alla Camera una adesione quantomeno finalizzata ad aprire una riflessione in maniera veloce. Non abbandoniamo l'argomento al termine dell'esame della finanziaria, come è accaduto in precedenza, ma portiamolo all'esame, prima, della Giunta per il regolamento e, poi, delle Commissioni competenti. Questa è divenuta ormai una necessità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. Il deputato La Russa ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Murgia n. 9/1746-bis/130, di cui è cofirmatario.

 

IGNAZIO LA RUSSA. L'ordine del giorno Murgia n. 9/1746-bis/130 intende sollecitare il Governo in riferimento alla destinazione di una parte, immagino cospicua (affinché, con ulteriori provvedimenti, possa arrivare al 50 per cento), dei due fondi che questa finanziaria ha destinato al problema dell'immigrazione. Il Governo, infatti, ha destinato 50 milioni di euro, per ciascuno degli anni del prossimo triennio, al Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati. Un altro Fondo per le esigenze connesse agli interventi in materia di immigrazione ed asilo, poi, è stato disposto con uno stanziamento di 3 milioni di euro per ogni anno.

Riteniamo che sia corretta l'individuazione di un'esigenza per l'inclusione sociale degli immigrati regolari (naturalmente mi auguro che si tratti di loro, anche se il termine non è scritto); ma con l'ordine del giorno che illustro, intendiamo impegnare il Governo ad adottare le opportune iniziative, affinché una parte cospicua dei fondi sia indirizzata al rimpatrio degli immigrati clandestini. Uno dei modi migliori per assicurare effettivamente l'inclusione sociale degli immigrati regolari è consentire che il numero degli stessi sia circoscritto, in modo da poter destinare loro fondi per un'accoglienza reale, non fittizia, non a pioggia, non inutile e non ideologica.

Stanziare fondi solo per l'immigrazione regolare sarebbe un errore. Ecco perché riteniamo che l'accettazione di questo ordine del giorno - che dovrebbe comportare la destinazione di una cospicua parte di questi fondi al rimpatrio degli immigrati clandestini - vada nella stessa direzione voluta dal Governo.

Confidiamo, pertanto, nell'accoglimento di questo ordine del giorno da parte del ministro competente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

 

RICCARDO PEDRIZZI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE. Siamo nella fase dell'illustrazione degli ordini del giorno...

 

RICCARDO PEDRIZZI. Proprio per questo, Presidente...

 

PRESIDENTE. Si stanno svolgendo gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno. Coloro che hanno presentato gli ordini del giorno hanno diritto a chiedere la parola per poterli illustrare. Quando si saranno esauriti tutti gli interventi sugli ordini del giorno, chiederemo al rappresentante del Governo di esprimere il parere sugli stessi e passeremo alle votazioni, come già fatto in altre occasioni.

 

RICCARDO PEDRIZZI. Ma l'ordine degli interventi che lei sta seguendo, qual è?

PRESIDENTE. È l'ordine di iscrizione.

 

RICCARDO PEDRIZZI. Non il numero che contrassegna gli ordini del giorno?

 

PRESIDENTE. È l'ordine di iscrizione.

Il deputato Tassone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/231.

 

MARIO TASSONE. Signor Presidente, anche in questa fase di illustrazione degli ordini del giorno si è svolta un'ulteriore valutazione sull'esigenza di modificare il meccanismo di esame della legge finanziaria nel nostro paese. Ritengo che l'ordine del giorno Duilio n. 9/1746-bis/85 debba essere esaminato attentamente da parte del Governo.

Nella XIII legislatura abbiamo svolto differenti valutazioni sull'esigenza di addivenire ad una modifica di tale procedura. Ritengo che la Giunta per il regolamento abbia qualche competenza in materia; ma non soltanto quest'ultima. Ecco perché sarei anche d'accordo a cercare un'occasione per effettuare una valutazione d'insieme, anche in una fase istruttoria, e a dedicare una seduta dell'Assemblea ad una valutazione complessiva della materia, anche alla presenza del Governo.

Certamente, l'ordine del giorno è sempre un atto di indirizzo del Parlamento nei confronti del Governo. Ma qui non basta soltanto il Governo; vi è l'esigenza di modificare anche il regolamento stesso. Pertanto, come diciamo noi, vi è un combinato disposto tra la volontà del Governo e quella della Camera dei deputati, nonché dell'altro ramo del Parlamento, perché siamo di fronte a un bicameralismo perfetto.

Il mio ordine del giorno fa riferimento ai problemi infrastrutturali della Calabria e prevede una serie di finanziamenti. Con questo ordine del giorno si chiede, per quanto riguarda la Salerno-Reggio Calabria, la statale Ionica, il sistema aeroportuale e portuale, un particolare impegno da parte del Governo, perché stiamo registrando ritardi rispetto ai piani e ai programmi che erano stati rispettati fino a qualche mese fa.

Vi è una legittima preoccupazione per quanto riguarda Gioia Tauro, dal momento che non è sufficiente affermare che sono stati trasferiti a tale centro 50 milioni di euro rispetto ai 100 stanziati per la portualità, quando invece vi sono centinaia di milioni ancora non spesi. Bisogna allora che il Governo, insieme all'autorità portuale, s'interroghi circa la ragione per cui questi fondi non vengono allocati e spesi.

Inoltre, vi è il problema delle ferrovie e del trasporto su ferro. In questo caso con riferimento alla regione Calabria, si deve lamentare, qualche ritardo in più anche rispetto alla lunga percorrenza, e mi riferisco alla linea ionica catanzarese e reggina, così come indicato nell'ordine del giorno Tucci n. 9/1746-bis/228, che verrà illustrato successivamente nel corso di questo dibattito.

Ho inoltre sottoscritto un altro ordine del giorno, Delfino n. 9/1746-bis/210, che riguarda il collegamento con la Francia, il quale richiede un adeguato stanziamento finalizzato all'ammodernamento e all'ampliamento del traforo Colle di Tenda.

Signor Presidente, concludo l'illustrazione dei miei ordini del giorno invitando il Governo ad accoglierli. Infatti, non si comprenderebbe il contrario, dal momento che esistono adeguati stanziamenti allocati e lavori già avviati. Dunque, vi è soprattutto bisogno di un impulso molto forte da parte di questo Governo che, per la verità, sta dimostrando - senza con questo voler fare polemica precostituita - molta disattenzione nei confronti del Mezzogiorno, ma in particolar modo nei confronti delle opere infrastrutturali in genere.

 

PRESIDENTE. Il deputato Cassola ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/134.

 

ARNOLD CASSOLA. Signor Presidente, l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/134 riguarda un problema che potremmo dire di carattere bipartisan, o forse sarebbe meglio definirlo multipartisan, perché colpisce un numero di connazionali all'estero, tra i duemila e i duemilacinquecento, impiegati dal Ministero degli affari esteri italiano e reclutati in loco. Si tratta di contrattisti che hanno uno stipendio italiano corrisposto dal medesimo ministero e che pagano le tasse in Italia, non percependo altri redditi all'estero. Tuttavia, per un'anomalia delle norme ad essi riferite, questi lavoratori non hanno il diritto alle detrazioni per i figli a carico.

Penso che il Governo potrà accogliere questo ordine del giorno, come del resto tutta l'Assemblea, in quanto accettarlo non è tanto un atto di favore per gli italiani all'estero...

 

PRESIDENTE. Scusate, inviterei ad evitare assembramenti davanti ai banchi del Governo. Prego, deputato Cassola, prosegua pure.

 

ARNOLD CASSOLA. Come dicevo, riconoscere il diritto alle detrazioni dei figli a carico con riferimento agli italiani all'estero che percepiscono uno stipendio corrisposto dal Ministero degli affari esteri italiano, al pari dei loro colleghi italiani residenti in Italia - come del resto tutti gli altri italiani residenti -, non è tanto un atto di favore nei loro confronti, ma semplice ed ordinaria giustizia verso cittadini che, sia che abitino a Como sia a Chiasso, hanno uguali diritti e doveri di fronte alla legge.

 

PRESIDENTE. La deputata Aprea ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/285.

 

VALENTINA APREA. Grazie, signor Presidente, mi fa molto piacere che vi sia il ministro Fioroni ad ascoltarmi, perché la prima denuncia che voglio fare - e il ministro lo sa bene - è che gli articoli 65, 66, 67 e 68 di questa legge finanziaria riguardanti la scuola non sono stati mai discussi (eccezion fatta per l'esame svolto in Commissione cultura) nella Commissione bilancio o in Assemblea.

Ciò non ha precedenti: io sono parlamentare da 12 anni ed è la prima volta che si verifica un fatto del genere. Questo è ancor più grave in quanto gli articoli citati non si limitano ad allocare e riallocare le risorse per il settore dell'istruzione. Con questi articoli si riforma il settore dell'istruzione e, in più, quasi tutte le disposizioni di riassetto normativo riferite alla scuola dispongono, anziché deleghe legislative con la fissazione di criteri direttivi da attuare mediante decreti legislativi, deleghe in bianco rilasciate al ministro, prive di criteri direttivi, che andrebbero definiti e discussi in sede parlamentare. Ricordo le più gravi: la riforma degli ordinamenti, obbligo, anticipi, riforma dell'istruzione tecnica superiore, la gestione delle graduatorie permanenti degli insegnanti precari. Le norme che si riferiscono a questi aspetti delineano, ministro, un modo di procedere autoritario e svincolato dal Parlamento.

La conosciamo ministro: lei è una persona moderata, un politico sicuramente di lungo corso, però, leggendo questa finanziaria, lei diviene arbitro assoluto ed insindacabile del destino dei docenti e della vita delle scuole. Colleghi, vi chiedo se sia mai possibile che, con questo Governo, sia successo tutto questo nel giro di pochi mesi, quando per tre anni voi avete denunciato che noi facevamo la riforma degli ordinamenti con legge delega, rispettando peraltro tutte le fasi parlamentari! Ma non eravate voi che dai banchi dell'opposizione chiedevate provvedimenti di politica ordinamentale, che scaturissero da un dibattito ampio e franco nel paese, per poi giungere a provvedimenti legislativi dedicati e non emergenziali?

Noi avevamo chiesto lo stralcio di queste deleghe, ma non siamo stati ascoltati. Cosa ancora più grave è che noi abbiamo richiesto addirittura il parere delle Commissioni parlamentari, ma neanche questo ci è stato concesso. Abbiamo richiesto il parere sui suoi decreti, signor ministro, insieme alla Commissione tutta. Si trattava di un emendamento della relatrice onorevole Sasso, ma neppure questa richiesta è stata accettata.

Venendo al merito dei tre ordini del giorno presentati in materia, il primo riguarda gli insegnanti, in particolare l'assunzione di 150 mila docenti e di 20 mila ATA (forse 40 mila, ma in un triennio). Lei ha previsto questa assunzione con la «mela avvelenata» della soppressione delle graduatorie permanenti. Non abbiamo mai condiviso il sistema delle graduatorie permanenti che secondo noi ha introdotto una selezione degli insegnanti non legata ad un'idonea e specifica formazione professionale. Abbiamo sempre preferito la formazione universitaria dei docenti, la chiamata diretta da parte delle scuole, ma non possiamo neanche tollerare che la sinistra calpesti i diritti che essa stessa ha fatto acquisire a migliaia di docenti.

Con queste nuove disposizioni, in particolare, si introduce una grave confusione istituzionale in materia di reclutamento. Mentre continuano a funzionare le scuole di specializzazione all'insegnamento secondario con migliaia di iscritti, che futuro avranno i docenti, i giovani laureati che hanno deciso di prepararsi all'insegnamento andando all'università? Mentre sul piano legislativo risulta ancora in vigore il decreto legislativo n. 227 del 2005, voi rispolverate i vecchi concorsi fallimentari, che dovrebbero ripartire dal 2010-2011. Non si fa invece alcun cenno alla formazione universitaria.

Signor ministro, ci dica, accogliendo questo ordine del giorno, che la formazione universitaria non è stata uno scherzo, un incidente di percorso per i docenti, ma che proseguirà anche in quei suoi famosi decreti, che in solitudine lei scriverà.

Per quanto riguarda gli altri due ordini del giorno...

 

PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato Aprea.

 

VALENTINA APREA. ...essi riguardano l'istruzione e la formazione professionale. Le chiedo, signor ministro, di accettare i nostri ordini del giorno, che intendono inserire a pieno titolo questi percorsi nel nuovo obbligo di istruzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. L'onorevole Misuraca ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/346.

 

FILIPPO MISURACA. L'ordine del giorno a mia firma n. 9/1746-bis/346 si riferisce alla nota vicenda che riguarda l'utilizzo delle somme a favore delle regioni Sicilia e Calabria per la viabilità secondaria, ossia delle strade che non rientrano nella competenza dell'ANAS. Il Governo - lo dico nel mio ordine del giorno - utilizza queste risorse ed io apprezzo questo provvedimento.

Però, signor Presidente, mi dispiace che siano assenti sia il ministro Bersani sia il sottosegretario D'Antoni, che sono i titolari della delega e che hanno consentito il finanziamento del FAS, ossia il fondo per le aree sottoutilizzate. I 500 milioni di euro, 350 milioni per la Sicilia e 150 milioni per la Calabria, sono stati prelevati proprio da tale fondo. Voglio dire all'Assemblea che, in realtà, per queste due regioni non è stato previsto alcun aiuto, perché detti finanziamenti erano già di loro pertinenza ed è stata semplicemente effettuata una partita di giro: sono stati sottratti alle regioni e trasferiti al finanziamento di tali opere. Ritengo, quindi, che non sia stata assegnata alcuna cifra.

Allo stesso modo, nel corso dell'ultimo periodo della campagna elettorale è stato detto che i fondi per il ponte sullo stretto di Messina sarebbero stati utilizzati per la viabilità secondaria. Così non è stato, visto che i fondi necessari saranno prelevati dal FAS. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che la Sicilia e la Calabria abbiano subito un torto anziché ricevere un aiuto. Il mio ordine del giorno riproduce, sostanzialmente, gli emendamenti da noi presentati agli articoli 134 e 134-bis, che non sono stati discussi a causa della posizione della questione di fiducia e che prevedevano una giusta copertura per quelle opere. In effetti, noi chiedevamo che per la viabilità secondaria fossero utilizzate le risorse dell'apposita tabella B del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Anche altri ordini del giorno, signor Presidente, chiedono che sia ripristinata la consistenza del FAS. Mi riferisco, in particolare all'ordine del giorno Fitto n. 9/1746-bis/321. Questo fondo, infatti, è stato depauperato con la legge finanziaria ed è stato destinato ad altre finalità e in altre regioni. Ancora una volta, quindi, il Mezzogiorno e, in particolare, le regioni Sicilia e Calabria, hanno subito un torto. Non so se i colleghi calabresi abbiano ben compreso il comma 675 dell'emendamento 16.500 del Governo, se abbiano capito che i fondi loro destinati sono stati tolti facendo apparire chissà quale riconoscimento alla regione Calabria. Noi deputati del centrodestra e, in particolare, di Forza Italia lo abbiamo capito. I deputati dell'Ulivo stanno enfatizzando questo stanziamento di 350 milioni di euro ma non sono affatto certo che al Senato questa voce potrà essere approvata.

Ecco il motivo per il quale, con il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/346 intendiamo rettificare l'apposita copertura.

Vorrei spendere infine qualche parola anche sull'ordine del giorno Mormino n. 9/1746-bis/348, di cui sono cofirmatario. Esso riguarda i patti territoriali e, in modo particolare, le società che gestiscono e coordinano i patti territoriali e i contratti d'area, le quali, da parecchio tempo, non ricevono più alcun ristorno da parte del Ministero dello sviluppo economico per l'attività svolta. Sono stati presentati alcuni emendamenti al riguardo che, purtroppo, non sono stati discussi. Chiedo al Governo di accettare, quindi, anche quest'ultimo ordine del giorno per consentire a tali società di proseguire la loro attività (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. La deputata Gelmini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/328.

 

MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/328 vuole richiamare il Governo alle proprie responsabilità e ad un impegno forte sul tema delle infrastrutture del nord e, in particolare, della Lombardia. Nel corso del lungo dibattito sul disegno di legge finanziaria, il ministro Bersani ha affrontato, in questa Assemblea, il tema dello sviluppo e della ricerca di una maggiore competitività del sistema paese. Come non essere d'accordo? Ogni giorno si spendono fiumi di parole e si consumano fiumi di inchiostro al riguardo.

Chiedo ai rappresentanti del Governo come ci possa essere sviluppo senza proseguire, se possibile accelerare, il percorso intrapreso dal Governo Berlusconi e dal ministro Lunardi sul piano delle grandi opere e, invece, come sia pensabile rinunciare ad un piano di investimenti adeguati. Anche sul piano delle opere pubbliche, la finanziaria che stiamo esaminando rischia, se non verranno apportate importanti modifiche, di essere un'occasione mancata, un gravissimo passo indietro per il paese intero, laddove su un tema così importante era necessario non marcare pretestuosamente le differenze rispetto al Governo precedente, ma adoperarsi insieme per colmare un fabbisogno reale di infrastrutture.

Invece, constatiamo che vengono apportati tagli significativi al Mezzogiorno e che non ci sono risorse per il nord. Non solo la versione originaria varata dal Governo non stanziava un euro per il sistema infrastrutturale della Lombardia - mi riferisco alla Pedemontana, alla BREBEMI, alla metropolitana milanese e all'aeroporto di Malpensa -, ma anche durante la presentazione degli emendamenti, mentre il Governo, bontà sua, concedeva finanziamenti, confermati nel maxiemendamento, per un terzo del necessario per la Pedemontana (peraltro, presentava un emendamento «pasticciato» in ordine ai poteri concedenti in capo alla regione Lombardia, sul quale occorrerà fare chiarezza), parallelamente esponenti della vostra maggioranza, Verdi e Rifondazione Comunista, intervenivano per limitarne ulteriormente la portata. Constatiamo che nel maxiemendamento non si sono fatti passi in avanti, eccezion fatta per la Pedemontana, e rimangono irrisolti molti nodi infrastrutturali. L'aeroporto di Malpensa, in primo luogo, pensato e costruito per svolgere la funzione di grande hub aeroportuale, la cui crescita è legata al rispetto degli impegni già assunti dal Governo nel 1998 con la regione Lombardia nell'accordo di programma quadro, rischia di vedere disattese le proprie esigenze; peraltro, deve fare i conti con le esternazioni del ministro Rutelli, che propone di puntare sullo sviluppo del solo hub di Fiumicino, innescando un'inutile competizione fra i due scali, laddove le esigenze di mercato spingono alla diversificazione dei traffici (turistici per Fiumicino e business per Malpensa).

Per quanto riguarda la BREBEMI, ci aspettiamo e chiediamo che il Governo risolva, in accordo con l'ANAS, le problematiche relative alla copertura degli extracosti, che confermi il carattere di priorità dell'opera nel Documento di programmazione economico-finanziaria 2007-2011, e che aderisca all'accordo di programma; stessa richiesta per la tangenziale esterna di Milano. Peraltro, dobbiamo constatare che il mancato intervento del Governo non può essere di certo ascritto all'incapacità di programmazione e di accordo da parte degli enti locali - regione, province e comuni - i quali, al contrario, hanno dato prova di grande maturità e senso di responsabilità, raggiungendo un completo accordo sulle priorità.

Pertanto, crediamo che la Lombardia e il nord del paese non si possano accontentare delle poche risorse contenute nella finanziaria e delle solite promesse del ministro delle infrastrutture. Serve uno sforzo maggiore e non la presentazione del solito master plan, con la ricognizione delle infrastrutture ritenute prioritarie da decenni.

 

PRESIDENTE. La prego di concludere...

 

MARIASTELLA GELMINI. Passiamo dalle parole ai fatti, consapevoli che le infrastrutture rappresentano una delle leve più incisive per migliorare non solo la competitività del sistema economico del paese, ma anche la qualità di vita dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. La deputata Santelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/369.

 

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, già nelle parole del ministro Chiti e del sottosegretario Letta il Governo ha riconosciuto che uno dei punti della finanziaria che in assoluto dovrà essere rivalutato al Senato è quello relativo ai fondi per la sicurezza. La sicurezza, soprattutto il Ministero degli interni e i Carabinieri, in questa finanziaria sopporta dei tagli inaccettabili.

Parliamo di circa un terzo di risorse in meno in un momento particolarmente delicato per il nostro paese. Inoltre, la legge finanziaria, purtroppo non corretta da questo ramo del Parlamento, cancella una conquista degli operatori di polizia come il riconoscimento della specificità di settore. Si trattava di una conquista perché ci rendiamo tutti conto che la parificazione dell'attività di un operatore di polizia con quella di un collega del pubblico impiego è inconcepibile. La cancellazione della specificità fa purtroppo tornare indietro di molti anni le politiche sindacali nel settore della sicurezza. Mi sarei augurata che, dopo la discussione in I Commissione, dove maggioranza ed opposizione avevano concordato alcune misure importanti anche se non sufficienti, queste sarebbero state recepite nel maxiemendamento del Governo. Oggi abbiamo ascoltato che vi è in proposito un impegno di massima a ripristinare nel corso dell'esame al Senato alcune di queste misure come l'aumento delle risorse, il riconoscimento della specificità e l'aumento delle assunzioni, oggi limitate a mille unità per tutte le forze dell'ordine. Il mio ordine del giorno chiede al Governo di rispettare tale impegno e mi auguro che per questa ragione venga accettato, anche perché tale impegno è, sì, sollecitato dall'opposizione, ma è richiesto anche in questa fase in primo luogo dal ministro dell'interno. Inoltre, bisogna aggiungere - e non soltanto per vena polemica - che quando il Presidente del Consiglio si reca....

 

PRESIDENTE. Mi scusi. Per favore, almeno all'interno dell'emiciclo, si evitino gruppi impegnati in conversazione perché impediscono l'ascolto degli oratori!

Prego, prosegua pure.

 

JOLE SANTELLI. In un momento così delicato, in cui il Presidente del Consiglio in persona si è recato a Napoli e in Calabria per suggerire e sostenere piani speciali per queste particolari zone del nostro paese, essi possono camminare solo se vi sono risorse adeguate e necessarie. Al contrario, la legge finanziaria mette davvero a terra l'intero settore della sicurezza. Mi auguro che il Governo assuma questo impegno e che soprattutto, durante l'esame presso l'altro ramo del Parlamento, venga corretto questo grave, gravissimo errore politico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. Il deputato Osvaldo Napoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/42.

 

OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, in merito al problema degli enti locali, vorrei denunciare che gli amministratori locali sono arrabbiati. Per cinque anni avete accusato il Governo di centrodestra di tagliare risorse e di mancata concertazione. Con la manifestazione in piazza contro il Governo Berlusconi li avevate illusi che tutto sarebbe andato in maniera diversa. Invece, quella che state approvando è per gli enti locali la peggiore legge finanziaria dal dopoguerra ad oggi. Il decreto fiscale sarà licenziato dal Senato martedì prossimo senza che sia stato approvato neppure un emendamento tra quelli proposti dall'ANCI. Con l'articolo 2, commi 39 e 46, si sottraggono ai comuni circa 610 milioni di euro ed allora intervengo oggi per denunciare l'ennesima beffa. Rimane in vita il taglio di 600 milioni operato con il decreto Visco, mentre, per quanto riguarda la legge finanziaria, si vuol far credere che il rientro dei trasferimenti nel calcolo del saldo sia l'adempimento del famoso accordo del 10 ottobre tra Governo ed enti locali. Con esso si promettevano, appunto, 600 milioni di euro in più per i comuni.

Ribadisco quanto già detto in quest'aula, richiamando tutti i parlamentari della maggioranza ad assumersi le proprie responsabilità. I comuni non sono governati da persone ingenue. L'impostazione di questa legge finanziaria provocherà un sostanziale ridimensionamento dei servizi alla cittadinanza: assistenza sociale, trasporti, strade e scuole, senza risolvere le emergenze delle città, quali lo smog e la casa. Ebbene, date 600 milioni da una parte e li togliete da un'altra, diminuendo i trasferimenti erariali: complimenti, colleghi della maggioranza, è una vera presa in giro!

Ma permettetemi di parlare delle cosiddette migliorie del testo introdotte con gli emendamenti del Governo, poi riportati fedelmente nel maxiemendamento; mi riferisco in particolare all'emendamento all'articolo 59: il primo comma prevede la possibilità di assunzione - quando sento l'onorevole Diliberto parlarne in televisione ritengo si tratti di una grande presa in giro - del personale precario da parte degli enti locali. Bene, anzi benissimo, diremmo tutti: chi, infatti, non vorrebbe assumere tutti i giovani del paese che hanno un contratto precario? Ma con quali soldi vuole farlo questo Governo? Ebbene, colleghi, non è previsto neanche un euro a copertura del comma 1-bis dell'articolo 59! Si tratta, cari colleghi, di demagogia pura, per giunta pericolosissima! Chi dirà a tutti i precari che si presenteranno alle porte dei sindaci che non ci sono i soldi per assumerli? Inoltre, come si fa, in punta di diritto, a trasformare tutti i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, così, tout court? Si tratta di un precedente gravissimo e, soprattutto, irresponsabile: o si trovano i soldi o questa norma va stralciata, perché danneggia i comuni ed inganna i giovani precari.

Parliamo poi dell'articolo 75-bis che prevede un finanziamento per i piccoli comuni, collega Realacci, pari a circa 238 milioni di euro. Bene, direte tutti: peccato, però, che il finanziamento di questo fondo per 195 milioni di euro sia a carico di un altro fondo, quello per le aree svantaggiate. Avete capito, colleghi? Diminuiscono i finanziamenti per le aree svantaggiate del Mezzogiorno per dare, comunque, meno di quello che avevate promesso, ai piccoli comuni!

Ma ciò che è più grave, cari colleghi, è il mancato rispetto di un accordo raggiunto in Conferenza unificata lo scorso 8 novembre: mi riferisco, in particolare, al promesso stralcio dell'articolo 79, al ripristino della riformulazione originaria dell'articolo 76, comma 1, lettera h), alla destinazione - anche all'Unione dei comuni - di parte dei fondi previsti dall'articolo 75-bis per i piccoli comuni. Cari colleghi, siamo in un momento delicatissimo.

Termino riportando soltanto cosa ha detto il presidente dell'UPI...

 

PRESIDENTE. Deputato Osvaldo Napoli, la invito a concludere.

 

OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Il presidente dell'UPI, Melilli, parla di intervento inaccettabile e confuso, che segna una frattura nei rapporti tra Governo ed autonomie. Questa è la dichiarazione rilasciata oggi da un presidente vostro; assumetevene la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!

 

PRESIDENTE. Il deputato Fabbri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/315. Ne ha facoltà.

 

LUIGI FABBRI. Signor Presidente, i commi che vanno dal 722 al 730 del maxiemendamento 16.500 del Governo riproducono fedelmente l'articolo 178 del disegno di legge finanziaria, che si intitolava pomposamente «misure per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro». Ebbene, è una falsità perché, invece, si tratta di un condono, un condono previdenziale e non soltanto previdenziale. In questi commi si prevede che i collaboratori a progetto ed i co.co.co. potranno sottoscrivere atti di conciliazione, con l'assistenza dei sindacati più rappresentativi. Questo è un primo regalo che si fa al sindacato, in quanto esso può assistere i lavoratori che vogliono trasformare il proprio contratto anche se non sono presenti in quella attività produttiva. Ripeto, si tratta di un bel regalo ai sindacati che in tal modo faranno incetta di iscritti. I datori di lavoro, per trasformare questi contratti, pagano una una tantum, pari alla metà di ciò che avrebbero dovuto pagare per i contributi non versati. Versano poi un terzo del totale dovuto ed il resto viene versato in trentasei rate. Il versamento della somma - qui sta la vera vergogna - comporta l'estinzione dei reati in materia di versamenti dei contributi, nonché l'estinzione delle obbligazioni per sanzioni amministrative.

Notate bene: questa procedura è accessibile anche ai datori di lavoro che siano stati destinatari di provvedimenti amministrativi o giurisdizionali non definitivi e che riguardino il rapporto di lavoro, anche se si tratta di posizioni che sono state oggetto di accertamenti ispettivi. Pertanto, tutti questi datori di lavoro che ai sensi della legge Biagi abbiano subito delle ispezioni e siano stati ritenuti colpevoli e quindi multati e denunciati all'autorità giudiziaria, pagando una somma, che peraltro avrebbero già dovuto versare, estingueranno il loro reato. Tutto ciò costerà 300 milioni di euro all'anno per il 2008 e per il 2009.

Questi contratti, però, che si vogliono sottoscrivere con l'assistenza del sindacato non sono a tempo indeterminato. Il Governo ha fatto di questo tema una sua importante battaglia; quindi non vuole che si trasformino in contratti a tempo indeterminato, ma in contratti che non siano di durata inferiore a 24 mesi. Saranno solo ed esclusivamente contratti a termine.

Nella passata legislatura l'attuale maggioranza in ogni occasione si è scagliata molto duramente contro le varie forme di regolarizzazione operate dal Governo di centrodestra. Passi pure il difetto di coerenza, ma non questo disegno che è mirato a sottrarre alla giustizia chi commette un reato. Il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/315 vuole impegnare il Governo a porre rimedio a questa grave lesione della legalità, che non ha niente a che spartire con quel principio di equità di cui è stata ammantata questa disposizione, insieme a tante altre contenute nella manovra finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)

 

PRESIDENTE. Il deputato Berruti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/47.

 

MASSIMO MARIA BERRUTI. Signor Presidente, con il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/47 chiediamo al Governo di adottare, entro i tre mesi successivi all'entrata in vigore della norma sulla riduzione del cuneo fiscale, provvedimenti amministrativi univoci al fine di chiarire che tra i soggetti esclusi da questo beneficio non rientrino le imprese che realizzano, ancorché in regime di concessione con conseguente applicazione di una tariffa, opere pubbliche in regime di finanza di progetto. Chiediamo questo perché, colleghi, membri del Governo...

Signor Presidente, mi sto rivolgendo al Governo, ma vedo che i banchi dell'Esecutivo sono assediati da deputati...

 

PRESIDENTE. Lei ha ragione. Ho ripetutamente fatto notare, tuttavia senza grande successo, che nell'emiciclo non si può sostare. Vorrei che ci si allontanasse dal banco del Governo, come giustamente viene richiesto da chi sta parlando e che ha il diritto ed il dovere di essere ascoltato.

Prosegua pure, deputato Berruti.

 

MASSIMO MARIA BERRUTI. Sto tentando di illustrare ai membri del Governo questo ordine del giorno. Non credo che debba decidere l'Assemblea: magari, prima di arrivare al voto si riesce a comprendere che vi è interesse da parte del Governo ad accettarlo.

Come dicevo, abbiamo presentato questo ordine del giorno perché dalle misure a favore dello sviluppo e dagli interventi per la riduzione del cuneo fiscale sono stati esclusi, come abbiamo visto (il tema è stato affrontato in più di un emendamento), tutti gli enti finanziari e le imprese di assicurazioni che operano in regime di concessione a tariffa nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni e della raccolta dei rifiuti.

In nessuna parte della relazione di accompagnamento a questa norma viene fornita una spiegazione per le esclusioni delle così dette utilities. Quindi, ciò che ci resta da ipotizzare è che questa limitazione sia rivolta alle imprese che gestiscono investimenti realizzati con fondi pubblici e che operino nei settori finanziari e sempre con un sistema di impiego di manodopera di livello più basso.

Non vogliamo assolutamente discutere la volontà del legislatore, ma ci sembra che questa sia esplicita. La norma appare di difficile interpretazione. Il mero riferimento al regime della concessione ci sembra eccessivamente generico.

Quando ci troviamo di fronte a questa genericità, in assenza di norme e indicazioni sulle fonti normative o di riferimento che ne specifichino la reale natura, l'esistenza di una tariffa non è assolutamente elemento sufficiente per poter qualificare i soggetti esclusi da questo beneficio.

Per quanto riguarda il settore delle infrastrutture, la manovra nel suo complesso potrebbe risultare contraddittoria, perché da un lato sussisterebbe l'anzidetta penalizzazione nei confronti dei concessionari e dall'altro si intenderebbero promuovere nuove opere pubbliche, grazie all'istituzione di un'imposta locale di scopo ed alla destinazione a spese di investimento delle risorse giacenti presso l'INPS, che verranno rinnovate per effetto della devoluzione all'istituto delle quote del TFR dei lavoratori dipendenti.

L'eliminazione della genericità della norma ed il superamento della contraddizione devono necessariamente passare attraverso la presa d'atto che il generico riferimento al regime concessorio potrebbe coinvolgere anche la finanza di progetto, lo strumento più moderno per realizzare opere pubbliche con l'intervento del capitale privato.

Le imprese che utilizzano la finanza di progetto nelle opere infrastrutturali non possono essere assolutamente equiparate alle imprese finanziarie, perché svolgono attività autenticamente industriali (produzione di beni e servizi), che danno impulso a ricadute ad alto impiego di manodopera, attraverso questo particolare strumento finanziario.

Quindi, signori del Governo, viceministro Visco, senza un intervento chiarificatore sorgerebbero gravi dubbi interpretativi, che potrebbero trovare soluzione solo in lunghi ed estenuanti contenziosi, con l'effetto di scoraggiare l'impiego di capitali privati nella realizzazione di infrastrutture pubbliche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. La deputata Prestigiacomo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/361.

 

STEFANIA PRESTIGIACOMO. Signor Presidente, vorrei cortesemente, per un momento, attirare l'attenzione del Governo, poiché capisco che un ordine del giorno non si nega a nessuno, però quello che sto per illustrare ha per noi siciliani - compresi, credo, quelli seduti sui banchi della maggioranza - una notevole importanza.

Come è noto, il Governo attraverso l'articolo 101 ha messo in una situazione di gravissima difficoltà la regione siciliana. Con una presa di posizione del tutto unilaterale, che non ha previsto nessun tipo di concertazione, si è deciso di aumentare il livello di compartecipazione della regione siciliana alle spese sanitarie; ciò senza tenere conto che la regione, da tempo, aveva intrapreso un cammino virtuoso di risanamento dei conti della spesa sanitaria, quindi un intervento di questo tipo non può che rappresentare una mazzata.

Il problema è stato affrontato a lungo in Commissione, anche - lo sottolineo - da parte dei parlamentari siciliani di maggioranza; addirittura, vi era stata una proposta del relatore che non ci soddisfaceva ma che, in qualche modo, risolveva il problema. Purtroppo, non è stato possibile arrivare ad una correzione del testo.

Per noi l'ordine del giorno rappresenta ben poco; certo, vi sono state le promesse del ministro Chiti, il quale - debbo dargliene atto -, durante il dibattito di ieri sera, ha detto che il problema sarebbe stato affrontato al Senato. Comunque, è molto importante che questo impegno venga formalizzato. Ecco perché vorrei pregare cortesemente il Governo di leggere questo ordine del giorno, poiché un suo rifiuto ci metterebbe in una condizione di grave difficoltà.

Vorrei ricordare che il presidente della regione, tra l'altro, ha proposto una correzione al testo in Conferenza Stato-regioni, sede in cui si è sviluppato un lungo dibattito attorno a tale tematica. Nel caso in cui il testo dell'articolo 101 mantenesse la sua attuale formulazione, al presidente della regione non resterebbe altro che impugnare le disposizioni della manovra finanziaria innanzi alla Corte costituzionale, perché chiaramente questa formulazione è gravemente lesiva delle garanzie, delle prerogative dello statuto siciliano.

Mi auguro che questo esame verrà compiuto con particolare attenzione, perché non sarà sfuggita al Governo ed ai colleghi la rilevanza politica di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Il deputato Di Virgilio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/314.

 

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, questa finanziaria può essere pesata sulla bilancia per il volume delle disposizioni che ci presentate di giorno in giorno. A prima vista ciò potrebbe essere positivo, perché tutti ci aspettiamo che contenga provvedimenti a favore dei cittadini.

Io mi occupo di sanità; per tale motivo sono andato a leggere con grande attenzione i commi da 419 a 440, ai quali i componenti del gruppo di Forza Italia della Commissione affari sociali hanno presentato 9 emendamenti. Con grande sorpresa, abbiamo trovato soltanto imposizioni, richieste ai cittadini di nuove tasse, tasse e tasse!

Ad esempio, per quanto riguarda i ticket da pronto soccorso, vittoriosamente, con grande gioia, avete accorpato i codici bianchi ed i codici verdi (il ministro Turco brilla per la sua presenza in aula nel campo della sanità, mentre si occupa di altre cose assolutamente impopolari come gli spinelli, su cui domani l'ascolteremo) ed i cittadini vengano penalizzati.

A fronte delle vostre disposizioni, i cittadini cosa dovrebbero fare? Non dovrebbero recarsi al pronto soccorso per non intasarlo, indipendentemente dal fatto che si tratti di codice bianco o verde! Chiediamo ai cittadini di «autodiagnosticarsi», di capire se abbiamo contratto una malattia banale o una cosa seria. I cittadini non trovano, specialmente nel fine settimana, un punto di riferimento per la diagnosi. Avete previsto determinate misure esclusivamente perché avete bisogno di soldi e, allora, non guardate in faccia ai bisogni dei cittadini!

Inoltre, aspetto ancora più clamoroso, cosa dite ai cittadini che non ritirano gli esami diagnostici da loro effettuati? Pagateli interamente! È un'altra penalizzazione a loro carico. Il cittadino non si diverte a fare le analisi, perché è il medico che le prescrive. Ma non è questa la soluzione! Se non volete apparire come coloro che hanno bisogno soltanto di soldi, di imporre nuove fiscalità, nuove tasse, affrontate il problema in maniera diversa, perché vi è un modo per farlo. Chi prescrive questa indagine? Il medico di famiglia; e, nella privacy la controllerà! È più semplice, allora, che il laboratorio che effettua le analisi le comunichi per via telematica al medico di famiglia, senza coinvolgere il cittadino che deve pagare se dimentica, per vari motivi, di ritirarle.

Per quanto riguarda il fondo per i non autosufficienti, è un punto dolente e molti colleghi della maggioranza, anche della precedente legislatura, hanno lavorato egregiamente con noi per risolvere questo problema. Presentammo al riguardo un provvedimento, ma fummo accusati della mancanza di fondi. Adesso stiamo esaminando questo problema, ma è ridicolo che lo vogliate affrontare stanziando 100 milioni di euro. Abbiamo bisogno di 7 miliardi di euro!

L'altro giorno, in Commissione affari sociali, il ministro Ferrero, con molta delicatezza e bontà, ha dovuto prendere atto della situazione e ha rilevato che occorre affrontare la questione con gradualità per capire quali sono i livelli di assistenza nel sociale. È un problema epocale che interessa milioni di famiglie che hanno un carico notevolissimo; mi riferisco alle persone anziane che dipendono totalmente dagli altri e per le quali non avete fatto assolutamente nulla!

Per quanto riguarda le risorse per le famiglie numerose (altri colleghi interverranno in modo più dettagliato al riguardo), si calcola che la stangata per le famiglie, fra quello che date e quello che devono pagare, si attesta attorno a 1.300 euro all'anno. Avevamo detto di abolire, anche in campagna elettorale, l'ICI sulla prima casa. La prima casa non è un lusso; è una necessità essenziale per la vita delle famiglie. Bene, con questi provvedimenti aumentate notevolmente gli estimi catastali e ciò si ripercuoterà inevitabilmente sulle tasse da pagare sulla prima casa.

Per quanto riguarda i provvedimenti a favore dei soggetti danneggiati da sangue infetto, nella precedente legislatura è stata approvata la legge n. 89, con la quale sono stati stanziati fondi per indennizzare gli emofiliaci che hanno subito gravi menomazioni. Sono stati stanziati 98 milioni e 500 mila euro per il 2003 e 198 milioni di euro per il 2004 e per il 2005. Sono rimasti fuori i talassemici: si tratta di 1.900 persone affette da una patologia genetica, congenita, le quali hanno avuto anche la sfortuna di essere danneggiate gravemente da trasfusioni infette. Ebbene, questi soggetti aspettano dallo Stato un giusto riconoscimento, un giusto indennizzo.

Avevamo presentato in tal senso una proposta emendativa che, logicamente, è andata a «farsi friggere» con la presentazione del maxiemendamento del Governo. Con quest'ordine del giorno, vogliamo capire se siate sensibili alle condizioni di questi cittadini.

Per quanto riguarda il laboratorio, penalizzate...

 

PRESIDENTE. La prego...

 

DOMENICO DI VIRGILIO. Presidente, non credo di aver superato il tempo.

 

PRESIDENTE. Sì, in questo momento.

 

DOMENICO DI VIRGILIO. Allora, concludo rapidamente.

Per quanto riguarda i laboratori, volete affossare...

 

PRESIDENTE. La prego, le ripeto che ha superato il tempo di quindici secondi.

 

DOMENICO DI VIRGILIO. Concludo. Per quanto riguarda il fondo, vi vantate di averlo finanziato: 96 miliardi di euro per quest'anno...

 

PRESIDENTE. Ha concluso il suo tempo.

Il deputato Volontè ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/218.

 

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, utilizzerò solo tre minuti per illustrare il mio ordine del giorno e per intervenire su quelli di due miei colleghi.

Il mio ordine del giorno riguarda l'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità ed è molto importante. La legge 28 agosto 1997, n. 284, ha affidato alla sezione italiana dell'Agenzia il compito di contribuire fortemente affinché questa disabilità possa essere affrontata con maggiore serenità da parte dei non vedenti del nostro paese.

Colgo l'occasione per parlare dell'ordine del giorno della collega Capitanio Santolini n. 9/1746-bis/226 che, in poche righe ma molto intense, ribadisce lo sforzo emendativo dell'UDC, interrotto dall'emendamento del ministro Visco interamente sostitutivo dell'articolo 3, per l'equità fiscale e familiare. Si tratta di un ordine del giorno importante su cui aveva più volte manifestato la propria attenzione anche il ministro Chiti; spero che tale attenzione sia confermata anche dal sottosegretario Grandi.

Infine, voglio utilizzare il tempo che mi rimane per illustrare l'ordine del giorno Romano n. 9/1746-bis/387, in cui sono trasfusi i contenuti dell'emendamento presentato dai nostri colleghi sull'assenza di contributo nei confronti del sistema sanitario della regione siciliana. Vi è stato un taglio di questa contribuzione ed un aumento della partecipazione del servizio sanitario siciliano di circa un miliardo: una cifra ritenuta proporzionatissima dall'istituzione regionale siciliana, anche rispetto alle altre regioni.

Con questo ordine del giorno, come già detto dal Governo anche nelle ultime ore, si chiede un'ulteriore conferma dell'impegno a voler risolvere questa drammatica situazione non solo per i cittadini che hanno votato per l'attuale presidente, ma per tutti i cittadini siciliani, entro la conclusione dei lavori del Senato. La ringrazio dell'attenzione.

 

PRESIDENTE. Il deputato Pedrizzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/125.

 

RICCARDO PEDRIZZI. Signor Presidente, vorrei spendere poche parole sul tema affrontato da lei nei giorni scorsi e poi ripreso dal Presidente della Repubblica, dall'onorevole Violante e dal presidente della Commissione bilancio, ossia la necessità di riformare la legge finanziaria ed in particolare la sessione di bilancio.

Ad ogni sessione di bilancio che io ricordi (ed è questa la mia tredicesima legge finanziaria) si riapre il dibattito sulle procedure, sui tempi, sulle modalità e, quindi, sulla necessità di riformare la legge finanziaria.

Com'è stato ricordato da lei stesso, signor Presidente, nei giorni scorsi, essa occupa il Parlamento per circa sei mesi l'anno, a partire dalla presentazione del Documento di programmazione economico-finanziaria. Se poi si aggiungono, come sanno molti colleghi di lungo corso, varie manovrine aggiuntive e correttive che riguardano i conti pubblici, sette o otto mesi all'anno il Parlamento è occupato dalla legge finanziaria o da leggi che attengono alla sessione di bilancio.

Oggi, in questa sessione di bilancio, si è avvertita ancora di più la necessità di una riforma. In effetti, da sempre due correnti di pensiero si fronteggiano nei paesi europei ed extraeuropei, anche in quelli anglosassoni, in particolare più avanzati di noi sul piano del bipolarismo politico. Alcuni di questi paesi mettono al centro della legge finanziaria e, quindi, della sessione di bilancio, l'iniziativa dell'Esecutivo e il Parlamento si limita solamente ad approvarla o a respingerla. In altri paesi, invece, è il Parlamento ad essere protagonista e a definire la legge finanziaria, che è solo presentata da parte del Governo alle Camere, o alla Camera nei sistemi monocamerali.

In altri paesi ancora vi è un'azione sinergica tra Esecutivo e Parlamento e così è stato nel nostro paese fino a qualche anno fa. Solamente negli ultimi tempi la sessione di bilancio si è andata sempre più appesantendo e, quindi, la legge finanziaria, perché - diciamo la verità -, come rilevava il collega Leone, è venuta progressivamente meno l'iniziativa legislativa del Parlamento e dei singoli parlamentari, che sono costretti ad agganciare le proprie proposte, come dei veri e propri vagoni, alla grande locomotiva della legge finanziaria, per avere certezza dei tempi e per sopperire all'inerzia del Parlamento, che è costretto a votare, per l'80-85 per cento, decreti-legge, ossia provvedimenti proposti dal Governo, o leggi delega, approvate dal Parlamento stesso.

Il problema che si pone con maggiore urgenza in questa finanziaria è se sia opportuno ridare centralità all'iniziativa parlamentare, ovvero se sia necessario demandare alla Commissione bilancio tutto il lavoro preparatorio, per poi lasciare all'aula il compito di ratificare quanto emerso nella Commissione competente.

Io penso, per quanto possano valere la mia opinione e il mio orientamento, che occorrerebbe di nuovo dare centralità al Parlamento e, quindi, centralità ed importanza all'iniziativa dei singoli parlamentari che, ormai, vedono ridotta al 10-15 per cento la possibilità di «portare a casa» le proprie proposte.

Sarebbe perciò opportuno, signor Presidente, riprendere questo discorso con calma, «a bocce ferme», una volta finita questa sessione di bilancio, e non sotto la pressione dei tempi per l'approvazione della legge finanziaria.

Vengo molto brevemente all'ordine del giorno n. 9/1746-bis/125 da me presentato.

 

PRESIDENTE. La prego...

 

RICCARDO PEDRIZZI. Tutte le analisi di tutte le associazioni di categoria, sindacati ed istituti di ricerca...

 

PRESIDENTE. Deve concludere.

 

RICCARDO PEDRIZZI. ... - concludo - hanno messo in evidenza che la crisi del territorio pontino deriva dall'insufficienza di intermodalità e di opere infrastrutturali. Pertanto, il mio ordine del giorno propone al Governo di tenere in considerazione un'opera infrastrutturale...

 

PRESIDENTE. Grazie.

Il deputato Cota ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/103.

 

ROBERTO COTA. Signor Presidente, intervengo brevemente con riferimento al mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/103 e all'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis/101.

Il mio ordine del giorno impegna il Governo a prevedere, nell'ambito delle disposizioni attuative della legge finanziaria, interventi a favore dello sviluppo tecnologico e della finanza di impresa nei settori tessile, dell'abbigliamento, calzaturiero, delle rubinetterie e del valvolame.

Non sto a dire quanto siano importanti questi settori e, soprattutto, quanto siano stati colpiti dalla concorrenza sleale della Cina e degli altri paesi con manodopera a basso costo. Il precedente Governo ha più volte portato la questione in sede europea, dove vi sono gli unici organismi che hanno competenza a chiedere il rispetto di un regime di concorrenza leale, soprattutto per poter applicare misure correttive (mi riferisco a dazi contro il dumping ed al ripristino del regime di quote). Qualcosa è stato ottenuto nella passata legislatura. Devo dire che qualche risultato è stato raggiunto anche in questa legislatura, ma occorre insistere e, soprattutto, occorre considerare l'industria manifatturiera come meritevole di aiuto (il disegno di legge finanziaria in esame si è mosso, purtroppo, nella direzione contraria, andando a colpire l'industria e tutto il mondo imprenditoriale, soprattutto del nord).

L'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis/101 si riferisce, invece, alla Val di Susa, che è sicuramente colpita, nel suo territorio, dalla realizzazione della TAV, infrastruttura molto invasiva e dall'impatto negativo. Per quanto ci riguarda, la TAV va fatta, in quanto porta indubbi benefici a tutto il sistema industriale, a tutto il sistema produttivo, del nord e di tutto il paese. Allora, cosa fare? La sinistra dice: non facciamo la TAV, sapendo benissimo che non farla significherebbe andare contro la storia. Noi diciamo: facciamo la TAV, ma facciamo anche qualcosa per la Val di Susa.

Da qui un emendamento che avevamo presentato e l'ordine del giorno che sto illustrando. Ovviamente, non abbiamo potuto esaminare l'emendamento a causa dell'atteggiamento del Governo, che ha blindato il dibattito parlamentare con la posizione della questione di fiducia. Mi piacerebbe sentire il parere del Governo sull'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis/101 che chiede - lo ribadisco - di fare qualcosa di concreto per la Val di Susa, allo scopo di mitigare l'impatto ambientale legato alla realizzazione della TAV.

 

PRESIDENTE. Il deputato Filippi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/110.

 

ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, nell'illustrare il mio ordine del giorno, vorrei chiedere una particolare attenzione da parte dei colleghi della maggioranza. Se essi decideranno di esprimere un voto favorevole, non faranno nulla contro la maggioranza e non faranno cadere il Governo: semplicemente, faranno del bene a tanti giovani, aiuteranno tanti professionisti in erba a crescere professionalmente, daranno un po' di speranza a molti artigiani, ai quali permetteranno di seguire le orme dei familiari e di proseguire l'attività della bottega di famiglia.

Quindi, l'ordine del giorno è di buonsenso. Esso riprende, in qualche modo, il contenuto di un nostro emendamento...

 

PRESIDENTE. Per favore, vorrei invitare i colleghi che si intrattengono davanti ai banchi del Governo di consentirci di ascoltare. Grazie.

Prosegua pure, deputato Filippi.

 

ALBERTO FILIPPI. Grazie, signor Presidente.

Un testo analogo era contenuto in un nostro emendamento all'articolo 5, comma 4. In sostanza, noi chiediamo di adottare provvedimenti incentivanti a favore dei giovani (consideriamo tali i soggetti sotto i trent'anni), imprenditori e professionisti, i quali intraprendono un'attività o una professione, per i primi tre anni di attività.

Per soddisfare, in parte, tale esigenza, l'ordine del giorno vuole impegnare il Governo a prevedere che ai predetti soggetti non si applichino gli studi di settore o gli specifici indicatori di normalità economica.

Guardate che far questo, cari colleghi, non costa nulla, poiché è una misura che non incide sulle casse dello Stato!

Qual è la ratio che ci induce a formulare tale richiesta? Perché, insomma, consideriamo di buonsenso l'ordine del giorno in esame e riproponiamo con forza la nostra richiesta? In primo luogo, rileviamo che oggi il lavoro dipendente, a seguito dei tagli operati nei confronti della pubblica amministrazione, è sempre più improbabile: quindi, se non vogliamo implodere economicamente, occorre dare fiducia a chi decide di investire in un'attività professionale o d'impresa.

È evidente che chi deve intraprendere una nuova attività è un giovane al di sotto dei 30 anni. Ebbene, vorrei sottolineare che i giovani professionisti patiscono la carenza di strutture, dovuta al limitato budget posseduto inizialmente (come è ovvio che sia), la difficoltà nell'ottenere finanziamenti dagli istituti di credito (che, come tutti ben sapete, normalmente concedono prestiti a chi i soldi già li ha), l'inevitabile mancanza di esperienza per motivi di età e l'assenza iniziale di un «pacchetto clienti» consolidato, e si trovano comunque a dover contrastare la concorrenza di chi, invece, è già solidamente inserito nel mercato.

Per sintetizzare, vorrei ricordare che, a causa della mancanza dei benefici dell'avviamento e di altro ancora, nei primi anni di vita questi soggetti vedono una prevalenza dei costi sugli utili. Per tale motivo, essi necessitano di sgravi fiscali e, soprattutto, di agevolazioni sostanziali dal punto di vista burocratico, che allo Stato non costano nulla! Pertanto, sarebbe concettualmente sbagliato, per quanto sopra esposto, prevedere per tali attività la presunzione di produzione di reddito o l'applicazione degli studi di settore.

Ciò che chiedo, quindi, è di non rischiare di perdere o di distruggere sul nascere l'attività di migliaia di futuri imprenditori o professionisti...

 

PRESIDENTE. Mi scusi...

 

ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, suona il campanello per una questione di tempo o perché alcuni colleghi disturbano...?

 

PRESIDENTE. In questo caso, perché ha esaurito il tempo a sua disposizione!

 

ALBERTO FILIPPI. Grazie, Presidente.

Concludo velocemente il mio intervento ricordando che, nel corso della campagna elettorale, entrambi gli schieramenti avevano promesso...

 

PRESIDENTE. La prego, deve concludere!

 

ALBERTO FILIPPI. Stavo per l'appunto cercando di concludere, Presidente. Come dicevo, entrambi gli schieramenti hanno promesso di favorire l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro e di promuovere la nascita di nuove aziende: allora, dimostriamolo con il nostro voto...

 

PRESIDENTE. Grazie!

 

ALBERTO FILIPPI. ...di questa sera, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

 

PRESIDENTE. La deputata Carlucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/301.

 

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei richiamare l'attenzione del Governo sul mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/301, concernente il deficit infrastrutturale. Tale deficit, infatti, rappresenta uno dei problemi più importanti del Mezzogiorno d'Italia ed è un fattore che accentua il carattere periferico delle regioni del sud, condizionandone fortemente lo sviluppo.

Uno degli esempi più lampanti di tale situazione è costituito dal trasporto aereo, il quale riveste un peso fondamentale per la crescita economica locale, soprattutto in relazione al turismo; in questo caso, richiedo l'attenzione del vicepremier Rutelli, che per l'appunto ha la delega in materia di turismo.

Ad esempio, confrontando l'accessibilità aerea del sistema aeroportuale di Milano con quella del sistema aeroportuale pugliese, si scopre che Milano è servita da collegamenti diretti con quattordici delle diciassette città europee e mediterranee considerate, con una tariffa media per un volo di andata e ritorno (comprensiva di tasse) di 407 euro ed un tempo medio di percorrenza pari a 2 ore e 34 minuti. La Puglia, invece, è attualmente collegata alle diciassette città prese in considerazione solo se si effettua uno scalo (quindi, è servita solo da voli che prevedano uno scalo); il costo medio per un volo di andata e ritorno è di 838 euro, mentre il tempo medio di percorrenza è pari a 5 ore e 48 minuti.

Di fatto, i collegamenti aerei da e per le regioni del sud, come ad esempio la Puglia, risultano essere molto più onerosi in termini sia di tempo, sia di denaro rispetto ad altre zone del territorio nazionale. È facile immaginare, quindi, quali siano le conseguenze di tale deficit infrastrutturale sulla crescita economica di quei territori e, soprattutto, nei confronti dello sviluppo del turismo.

Riteniamo importante, pertanto, avviare una politica di sostegno alla mobilità aerea, considerandolo uno strumento determinante per lo sviluppo di queste regioni, a favore delle quali il Governo ha dichiarato di volersi impegnare. Anche se non è ricompreso all'interno del mio ordine del giorno, vorrei comunque sottoporre all'attenzione dell'Esecutivo i gravi problemi finanziari in cui versa il comune di Taranto. Si tratta, infatti, di una città che da tempo ha chiesto al Governo di ottenere delle risposte, ma non ne ha ancora ricevute.

Avevo avanzato una proposta in occasione della discussione di legge finanziaria, presentando un emendamento all'articolo 107, che riguardava il rifinanziamento del fondo nazionale per il cofinanziamento degli interventi regionali nel settore del turismo. Tale fondo dovrebbe essere utilizzato anche per incentivare l'uso del mezzo aereo, attraverso sgravi sugli oneri aeroportuali, riduzione sul prezzo del biglietto, facilitazioni rivolte alle compagnie, anche alle low cost, che decidano di migliorare l'offerta riguardo agli aeroporti meridionali. Questo è uno strumento idoneo per raggiungere gli obiettivi ed ancora più idoneo sarebbe, ad esempio, un bando di gara per un network di rotte relativo alle regioni del sud, da finanziare appunto attraverso l'articolo 107, per individuare vettori aerei ai quali riconoscere aiuti, come parziale contributo alle spese, per l'attivazione di nuove rotte nazionali ed internazionali. Naturalmente, questo strumento permetterebbe di incrementare il numero di destinazioni nazionali ed internazionali rivolte soprattutto agli aeroporti meridionali. È facile immaginare che gli oneri a carico dello Stato per tali interventi verrebbero ben presto compensati dalla crescita economica dei territori interessati. Basti pensare a ciò che è successo, in senso positivo, grazie allo sviluppo degli aeroporti di Orio al Serio, di Pisa e di Ancona Falconara. Infatti, l'arrivo di nuovi vettori, in particolare low cost, ha avuto tre effetti importantissimi: sviluppare il mercato, cioè fare volare chi non aveva mai volato, fare volare di più chi è già abituato a volare, attrarre nuovi voli di tipo tradizionale e consolidare nella mente degli abitanti dell'Unione europea e degli investitori internazionali l'immagine della Lombardia, della Toscana e delle Marche. È, quindi, evidente che il potenziamento dei voli di linea, in particolare a basso costo, sarebbe di grande importanza strategica, non solo per gli aeroporti del Meridione, ma per l'intero Mezzogiorno e, grazie all'offerta di voli diretti a basse tariffe per le principali metropoli europee, sarebbero giornalmente raggiungibili dai cittadini europei tutte queste destinazioni del Mezzogiorno. Ricordiamo che lo sviluppo del volo, in questi ultimi dieci anni, non è passato più attraverso i famosi hub, ossia grandi aeroporti, quali Malpensa, in cui arrivano tutti i voli, ma attraverso i point to point, ossia attraverso il volo diretto anche dal piccolo centro all'aeroporto internazionale. Quindi, il sistema aeroportuale del Mezzogiorno, se adeguatamente sostenuto, potrebbe porsi efficacemente come volano di uno sviluppo economico caratterizzato da un turismo destagionalizzato, di qualità, in grado di valorizzare al meglio l'enorme patrimonio culturale, ambientale e sociale del sud dell'Italia. Quindi, chiediamo al Governo di porre attenzione a questo ordine del giorno, perché i cittadini del Mezzogiorno chiedono....

 

PRESIDENTE. Deputata Carlucci....

 

GABRIELLA CARLUCCI.... di potenziare e di dare...

 

PRESIDENTE. La prego, deve concludere...

 

GABRIELLA CARLUCCI... sviluppo alle loro reali potenzialità. Chiediamo pertanto al Governo di accettare questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Fugatti, che aveva chiesto di parlare, rinuncia ad illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/112.

Il deputato Pini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/119.

 

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, chiederei l'attenzione del ministro Bersani, perché si tratta di un ordine del giorno che si propone lo sviluppo delle aree montane, dove tuttora è difficilissimo, se non impossibile, portare il collegamento internet veloce. Si tratta, quindi, di una sorta di sviluppo economico di capacità e di connessione con il mondo virtuale, ma non solo virtuale, con l'accesso alla banda larga. Noi avevamo presentato un emendamento che cercava, in qualche modo, contrastando le frodi da utilizzo improprio di depositi IVA, quindi di importazione, di creare un fondo per lo sviluppo delle tecnologie a banda larga nelle aree montane. Purtroppo, questo emendamento - non capiamo onestamente perché, in quanto dava luogo a nuovo gettito all'erario e creava un fondo per lo sviluppo - non è stato accettato. Magari, si potrebbe aprire, in qualche modo, in futuro, un confronto sull'atteggiamento che il Governo ha tenuto, perché diceva di voler contrastare l'evasione fiscale - giustamente - ma, poi, con uno strumento molto semplice, non ha voluto applicare... (Commenti).

 

PRESIDENTE. Per favore, nell'emiciclo.... Grazie.

 

GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Questo ordine giorno, chiede sostanzialmente al Governo di tenere conto che esistono 7 milioni di persone, 3 mila comuni e qualche centinaia di migliaia di aziende in Italia che non hanno accesso alla banda larga e, quindi, proprio perché lei, signor ministro Bersani, è deputato allo sviluppo economico del paese, chiediamo un'attenzione particolare su investimenti che non sono molto onerosi.

Le cito l'esempio degli Stati Uniti. La nuova tecnologia, denominata Wimax, negli Stati Uniti, con un investimento di 900 milioni di dollari è riuscita a coprire completamente le aree rurali non servite dalla connessione a fibra ottica.

Allora, chiediamo al Governo l'accoglimento dell'ordine del giorno ed al ministro Bersani di spiegarci il motivo per il quale la sperimentazione su questa nuova tecnologia non sia stata ancora portata a termine, nonostante sia scaduto il periodo della sperimentazione fissato dal Governo Berlusconi. Chiediamo, soprattutto, che sia istituito un fondo per colmare questo gap, questo digital divide, che ancora esiste in più di un terzo dei comuni del nostro paese.

Chiediamo dunque al ministro un impegno affinché di sviluppo economico non si parli soltanto sui giornali, ma si mettano effettivamente in atto operazioni e si introducano norme che permettano di colmare rapidamente questo digital divide (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

 

PRESIDENTE. Il deputato D'Ulizia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/173.

 

LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, colleghi, onorevoli ministri, illustrerò l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/173, a mia firma, che riprende il contenuto di un emendamento che il nostro gruppo parlamentare ha voluto ritirare per facilitare i lavori parlamentari. L'ordine del giorno intende dare un riconoscimento, ministro Bersani e viceministro Visco, alle cooperative sociali, e creare omogeneità tra loro. Ad esempio, le cooperative sociali della Sicilia non pagano l'IRAP, mentre in altre regioni le cooperative sociali pagano l'IRAP dimezzata e in molte altre la pagano interamente. Noi chiediamo di creare le condizioni per lo sviluppo di un modello che aiuti molto l'evoluzione del welfare.

Le cooperative sociali, colleghi del centrosinistra e del centrodestra, sostituiscono lo Stato nelle funzioni riferite alle persone, nella sanità, nelle attività assistenziali, educative e di reinserimento. Il rapporto tra costi cooperativi e costi pubblici è di 50 a 100, cioè se un anziano ricoverato in una struttura pubblica, amici di Forza Italia, costa 100, un anziano ricoverato in una struttura cooperativa sociale costa 50 ed ottiene un servizio migliore ed una prestazione umana, vicina alla persona. Sentiamo non solo la necessità di fornire la prestazione, ma di essere vicini alle persone che soffrono e chiedono una risposta ai loro problemi.

Concludo, signor Presidente, senza utilizzare quindi tutto il tempo che ho a disposizione. Alle volte lo Stato dimentica, addirittura, interi segmenti importanti, come i malati terminali. Cito ciò che avviene nella modernissima, e vicina alle nostre idee politiche, regione Toscana, dove, dopo un certo numero di mesi, si abbandonano i malati terminali. Le cooperative sociali hanno, a proprie spese, organizzato un consorzio per assistere i malati terminali.

Oggi, in quella struttura abbiamo trenta persone che hanno tre mesi di vita e cinque che hanno quattro giorni di vita. Non facciamo pagare l'IRAP a queste cooperative che hanno grandi meriti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

 

PRESIDENTE. Il deputato Stucchi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/114.

 

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, non ruberò più di un paio di minuti.

La prima parte del mio intervento è volta a richiamare l'attenzione del Governo sul fatto che, una volta posta la questione di fiducia, è naturale che vengano presentati numerosi ordini del giorno. Infatti, le questioni che si sarebbero volute trattare nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria non possono che essere affrontate con lo strumento dell'ordine del giorno, che può avere un carattere generalizzato piuttosto che particolare, di interesse locale. Tutti vanno tenuti in adeguata considerazione, perché comunque si tratta di problematiche importanti per il territorio di elezione o per l'intero paese. Pertanto, gli ordini del giorno hanno ancora un valore; e non possiamo disinteressarci di questa fase parlamentare, pensando che sia un atto dovuto, e non prestando l'attenzione necessaria.

Nella seconda parte del mio intervento, vorrei illustrare brevemente il mio ordine del giorno che riguarda la questione del controllo della clandestinità. Con esso si chiedono più fondi e si chiede di svolgere una vera politica di controllo sulla sicurezza del nostro territorio, legata alla presenza di clandestini nelle nostre città e nei nostri paesi.

Nella mia provincia, poche ore fa, è accaduto un ulteriore atto increscioso ad opera di un extracomunitario nei confronti di una cittadina bergamasca. Credo che ciò debba far aprire gli occhi a tutti e far capire che è necessario combattere tali attività illecite, che si ripercuotono su chi le subisce in termini psicologici e non solo in termini economici. Ne abbiamo già troppi di personaggi particolari nostrani, che compiono anche crimini efferati! Forse, sarebbe opportuno effettuare un controllo serio delle frontiere, per evitare che malintenzionati, che vogliono arricchirsi velocemente nella nostra società, naturalmente in modo illegale, possano sentirsi liberi di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

 

PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Mazzocchi, che aveva chiesto di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746/bis/96, non è presente in aula.

Il deputato Martinello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/223.

 

LEONARDO MARTINELLO. Signor Presidente, il mio ordine del giorno riguarda, sostanzialmente, il settore idrico. Ogni anno, nel settore agricolo manca l'acqua per l'irrigazione. I costi dell'agricoltura sono sempre maggiori, perché c'è bisogno di mezzi per irrigare. Vi è una riduzione della produzione nel mondo agricolo, perché la mancanza d'acqua crea una scarsità di produzione; al tempo stesso, vi sono anche altri settori interessati da questa problematica, quali la pesca. I fiumi sono in secca, per non parlare, poi, della crisi idrica degli acquedotti. Paesi interi rimangono senza acqua per molti giorni. Vi è un abbassamento delle falde, in linea generale, per non parlare del cuneo salino che entra attraverso il Po, soprattutto nel Veneto. Nel settore idrico vi è una serie di grossi problemi.

Nel mio ordine del giorno faccio riferimento alla delibera del CIPE del 27 maggio 2005, che ha approvato il Programma nazionale degli interventi. Si tratta di interventi già istruiti dalle regioni, già approvati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, già autorizzati e pronti per essere cantierabili. Non si sa bene perché questi lavori siano ancora fermi e perché le opere non vengano realizzate.

Il mio ordine del giorno impegna il Governo a sollecitare, quanto prima, l'avvio dei lavori per la realizzazione delle opere previste nel Piano irriguo nazionale, garantendo l'immediato impiego delle somme già destinate da precedenti leggi finanziarie.

È una questione molto importante, cui bisogna dare giuste risposte. Invito, quindi, a sollecitare l'avvio di questi lavori in tempi rapidi nell'interesse del paese.

 

PRESIDENTE. Il deputato De Corato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/128.

 

RICCARDO DE CORATO. Signor Presidente, altri colleghi, prima di me, hanno fatto rilevare come, in questo disegno di legge finanziaria, gli enti locali abbiano pagato un prezzo molto alto. Del resto, gli stessi sindaci di centrosinistra del nord, dal sindaco di Bologna al sindaco di Venezia, hanno sottolineato allo stesso presidente dell'ANCI come questo provvedimento sia molto iniquo rispetto ad altre leggi finanziarie.

Il mio ordine del giorno tende ad evitare un altro fenomeno distorsivo derivante dalle disposizioni di questa legge finanziaria con riferimento agli enti locali, vale a dire ad evitare che i comuni considerati virtuosi - che cioè rientrano nel patto di stabilità e che hanno rispettato i parametri di Maastricht - vengano in futuro penalizzati. Questa legge finanziaria, oltre al fatto di aver attribuito ai comuni il compito di fare da gabellieri e chiedere più tasse ai cittadini, ha penalizzato quegli enti locali che erano rientrati nel patto di stabilità. Questo è diventato un handicap, perché ha tolto ai comuni virtuosi la possibilità di grandi recuperi, lavorando sulla macchina comunale. Si tratta di enti locali che hanno da sempre rispettato la regola del contenimento del debito in rapporto al PIL, così come richiesto dai parametri di Maastricht, anche quando - e mi riferisco per esempio al comune di Milano - tale vincolo non era nemmeno obbligatorio.

Dunque, considero scorretto che ai fini del debito a livello nazionale un comune virtuoso debba subire l'aggravio del contenimento del debito di altri enti che non hanno rispettato questo vincolo. Tale obbligo limita in modo consistente la possibilità di investimenti in opere pubbliche necessarie per lo sviluppo degli enti locali e, tra questi, anche il comune di Milano che fa da traino in questo paese. Per tale motivo, ritengo necessario che il Governo accolga questo impegno ed emani disposizioni per il futuro circa la salvaguardia dei comuni virtuosi. In particolare, voglio fare riferimento all'incentivazione degli investimenti per lo sviluppo finanziati da entrate proprie e che non comportano un aumento complessivo del debito, al fine di consentire a questi enti locali di completare le opere infrastrutturali già approvate (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Il deputato Reina ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Lo Monte n. 9/1746-bis/234, di cui è cofirmatario.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, illustrerò strettamente il tema di due ordini del giorno, come d'accordo con la componente politica alla quale appartengo. Mi riferisco in particolare a due materie che spesso, nell'ultimo periodo, sono state trattate dentro e fuori da quest'aula e che per noi costituiscono una parte fondamentale del nostro impegno politico. Si tratta della possibilità per le aree di cui all'obiettivo 1 di avvalersi del cosiddetto sistema della fiscalità di vantaggio, da un lato, e della possibilità, dall'altro, di avere uno sconto sul costo delle benzine e del gasolio per autotrazione nelle regioni che hanno insediamenti di raffinazione petrolifera, quindi non solo nei territori della Sicilia, ma anche nel resto del paese ove insistono stabilimenti di questo tipo.

Per quanto riguarda il primo caso, avevamo presentato un emendamento all'articolo 19 che non è stato esaminato a causa dei fatti che tutti conosciamo. Di conseguenza, abbiamo risolto di presentare questo ordine del giorno che, in realtà, affronta il tema del credito di imposta. Noi non riteniamo che questa sia una soluzione rispetto al portato del tessuto connettivo del sistema di imprese, in particolare meridionale e delle aree di cui all'obiettivo 1. Infatti, il credito d'imposta di fatto realizza un intervento molto limitato e può essere vantaggioso per gruppi molto ristretti di sistemi economico-produttivi omogenei. Tuttavia, in una situazione di crisi generalizzata come quella che esiste nel meridione, esso non si presenta come uno strumento risolutivo. Inoltre, non serve ai fini di quell'elemento fondamentale di cui abbiamo bisogno, ovverossia di nuova linfa, di nuovi investimenti; non può infatti attirare nuovi investimenti. Per questo, siamo convinti che attraverso la fiscalità di vantaggio si possa avere uno strumento più efficace ed efficiente per attirare nuovi investimenti, soprattutto in previsione dell'area di libero scambio del 2010, che riguarderà il Mediterraneo, quando cioè il sistema economico meridionale dovrà confrontarsi con una realtà che rischierà di sommergerlo completamente, con gravi danni per l'intero paese.

Siamo convinti che se oggi, momento in cui esistono le condizioni (con il rapporto Hokmark la Commissione europea ha aperto più di uno spiraglio in questa direzione), il Governo si risolvesse a promuovere iniziative in questa direzione, faremmo un grosso passo avanti in favore delle imprese meridionali. Ecco perché sulla fiscalità di vantaggio ci siamo finora battuti in modo così strenuo.

Altra questione è che, come voi sapete, le nostre coste sono del tutto degradate dagli impianti di raffinazione petrolifera. Abbiamo la certezza, sulla base di studi che sono stati condotti, che, per esempio, la sola Sicilia raffina oltre il 32 per cento del petrolio che viene immesso in circolazione.

 

PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato Reina.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. Siamo convinti che la Sicilia, ma non solo la Sicilia, bensì anche tutte le altre regioni coinvolte, abbiano diritto - a titolo di compensazione - a questo intervento da parte dello Stato, che serve a lenire in parte le gravi situazioni di degrado ambientale, ma anche e soprattutto ai fini della salvaguardia della salute umana (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

 

PRESIDENTE. Il deputato Buontempo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/388.

 

TEODORO BUONTEMPO. Onorevoli colleghi, nel centro Italia, accade anche che per collegare la capitale, Roma, con Pescara, in Abruzzo, occorrano dalle tre ore e mezzo alle quattro ore con il treno rapido; si tratta di una percorrenza di circa 240 chilometri. Per percorrere la tratta Roma-Firenze, pari a circa 280 chilometri, occorre invece un'ora e mezzo con il treno.

Invito anche i colleghi del centrosinistra a votare a favore di questo mio ordine del giorno, a meno che il Governo non decida - eventualmente, anche in seguito ad una riformulazione - di accettarlo. Tenete conto che l'impossibilità di utilizzare la ferrovia tra l'Abruzzo e Roma fa sì che tutto il traffico si riversi sull'autostrada ed è noto a tutti, a cominciare dal sindaco di Roma, che chi viene dall'Abruzzo per entrare nella capitale impiega mediamente circa un'ora e mezzo solo per percorrere il tratto che va dall'uscita dell'autostrada all'accesso nella città di Roma. Questo era un emendamento alla finanziaria.

Già il CIPE, con la delibera n. 121 del 21 dicembre 2001, aveva accolto l'obiettivo del raddoppio della ferrovia Roma-Pescara, mettendo anche a disposizione fondi a parziale copertura. Dunque, con il mio ordine del giorno chiedo che il Governo si impegni a fare tutto il necessario per reperire la restante copertura che occorre al fine di adeguare, ammodernare e mettere in sicurezza questa ferrovia.

Tenete anche conto, signori del Governo, del fatto che la manutenzione di questa vecchia ferrovia, costruita in età borbonica, ha un costo elevatissimo. La regione Abruzzo, il presidente Del Turco, l'ex presidente del centrodestra Pace e tutte le forze politiche - ho partecipato a diversi convegni - rappresentate in Parlamento si sono dichiarati favorevoli a questa opera essenziale e strategica. Si consideri anche che, dovendo assicurare il collegamento con il polo universitario di Roma, la tratta Pescara-Roma dovrebbe essere quasi una metropolitana e che ai pendolari che provengono da Pescara, da Sulmona e da L'Aquila si dovrebbe dare la possibilità di raggiungere la capitale in un'ora e mezzo, come accade a chi parte da Firenze. Neppure l'economia abruzzese potrà mai decollare finché occorreranno tre ore e mezzo per percorrere 200 chilometri e raggiungere la capitale. Non si dimentichi che in Abruzzo vi sono anche grandi ricchezze dal punto di vista dell'ambiente naturale - il Parco nazionale d'Abruzzo, il Parco della Majella e altri - che possono rappresentare una grande risorsa per coloro che risiedono a Roma e una grande possibilità di sviluppo.

L'Abruzzo ha enormi potenzialità di sviluppo, è come un motore in panne. Questa maledetta ferrovia ne impedisce il decollo. Perciò, onorevoli colleghi della sinistra, il mio ordine del giorno non è un emendamento, ma può costituire un inizio per portare all'attenzione del Parlamento e del Governo una grande vergogna che ricade su tutti. Non è possibile percorrere i 200 chilometri che collegano alla capitale in tre ore e mezzo o quattro ore, con un treno rapido.

 

PRESIDENTE. Mi scusi, deve concludere.

 

TEODORO BUONTEMPO. Spero che il Governo presti un minimo di attenzione a questo problema.

 

PRESIDENTE. Il deputato Zacchera ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/11.

 

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, innanzitutto desidero esprimere un ringraziamento a lei perché, nel corso della lunga maratona dell'esame del disegno di legge finanziaria, ho apprezzato la sua direzione di gara, per così dire, contraddistinta da molto equilibrio, attenzione ed equità. Pur essendo un suo avversario politico, le riconosco tale merito.

Ciò premesso, forse un aspetto negativo nell'organizzazione dei lavori della Camera lo registriamo questa sera. Sappiamo benissimo che il Governo ha già deciso quali ordini del giorno accettare e quali non accettare. Forse, conoscendo prima, magari informalmente, il parere del Governo, molti di noi avrebbero evitato di illustrare gli ordini del giorno. Infatti, è inutile illustrare quelli accettati mentre, in caso contrario, si può incentrare l'intervento sulla critica motivata dal fatto che non è stato accettato un ordine del giorno.

Ciò premesso, il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/11 solleva un problema comune a tutte le parti politiche e ricalca in buona parte un ordine del giorno approvato a larghissima maggioranza dal consiglio regionale del Piemonte, relativamente al problema dei rifiuti radioattivi. Come sapete, in Italia ancora non è stata adottata la decisione relativa a dove ubicare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi e ci sono alcuni siti, tre dei quali in Piemonte, dove tuttora sono stoccati materiali radioattivi in maniera inadeguata. La ragione, in buona sostanza, è che non si sa dove altro metterli. Ciò ingenera molte preoccupazioni presso le autorità e le popolazioni di quelle località piemontesi: si tratta di Saluggia, di Trino e della provincia di Alessandria. Vi è l'assoluta necessità di determinare la zona in cui debba essere ubicato il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.

In attesa, già la legge n. 214 del 2003 aveva previsto che in qualche maniera fossero indennizzati i siti in cui questo materiale è attualmente e provvisoriamente stoccato, non sempre con tutti i crismi della sicurezza. In attesa dello stoccaggio definitivo, l'indennizzo previsto avrebbe dovuto essere destinato proprio alla messa in sicurezza di questi siti. Questo non è ancora avvenuto. Perciò, nell'ordine del giorno si richiama il Governo ad intervenire sia sul problema del deposito nazionale, sia riguardo alle misure di compensazione territoriale che già sono state stabilite e ancora non sono state liquidate ai comuni. Sono convinto che il Governo, visto che si tratta di un impegno, possa accettarlo perché non fa che osservare la legge; comunque, mi auguro che l'ordine del giorno possa essere approvato ed essere di sprone al Governo affinchè assuma una decisione su questa materia spinosa e controversa. Al di là delle diverse scelte sul nucleare - personalmente, sono favorevole al nucleare civile -, in questo caso non si tratta di nuove installazioni nucleari, ma di sistemare il materiale, ad alta o bassa radioattività, che è in circolazione.

Mi auguro quindi che il Governo voglia accettare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/11.

 

PRESIDENTE. Il deputato Astore ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/136.

 

GIUSEPPE ASTORE. Il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/136 è diretto a supplire ai due subemendamenti sul terremoto del Molise e della Puglia, che avevo firmato insieme ad altri 50 colleghi. Parecchi di voi sono venuti a visitarci - chi per darci solidarietà, chi per farsi pubblicità -; vi ringraziamo per le visite, ma là ci sono 27 bare di bambini che, come disse il Presidente della Repubblica, forse noi tutti non abbiamo saputo proteggere. Non voglio usare la leva emotiva, ma credo di dover chiedere diritti e solidarietà per una comunità che è stata colpita da una sciagura così grande. A mio parere, l'ordine del giorno diventa un problema etico più che economico, perché si chiedono più fondi ma, signor Presidente, credo che sia un diritto di questa comunità avere la ricostruzione delle proprie case. In questo c'è una forte amarezza, perché spesso ho trovato superficialità e disinteresse nei vari colloqui che ho tentato di avere con alcuni amici per porre all'attenzione questo problema.

Non avrei mai voluto intervenire su questo argomento perché credo che sia dovere di una nazione aiutare i disgraziati del sud, del centro e del nord. Ecco perché, quando viene fuori il terremoto della Puglia e della Sicilia, alcune espressioni ci feriscono. La raccomandazione che rivolgiamo al Governo è relativa all'insufficienza di fondi. Siamo al quinto anno da questa disgrazia e nessuno è rientrato nella propria casa. Qualcuno ha utilizzato anche i fondi per farsi la campagna elettorale, intervenendo non nel centro del terremoto, ma su territori lontani. Signor Presidente, l'VIII Commissione, che l'anno scorso ha visitato questi territori, avrà riferito certamente a questa Assemblea che in Umbria, dopo quattro anni, il 50 per cento dei lavori era iniziato. Noi chiediamo al Governo equità e uguaglianza di trattamento per le piccole comunità, che stanno per sparire, e sulle quali si è abbattuta questa gravissima disgrazia. Se non si interverrà subito, credo che all'emigrazione tradizionale si sommerà quella nuova, quella cioè di gente che, piuttosto che effettuare la ricostruzione sulla propria terra, preferirà andare via.

Noi italiani siamo soliti compartecipare e dare immensa solidarietà a chi è colpito da disgrazie, ma dopo forse dimentichiamo. Ecco perché credo che anche gli indirizzi normativi (nella modifica che spero il Governo proporrà al Senato) al commissario delegato - in cui si obbligherà ad intervenire prima sul cratere e dopo sull'intera provincia - saranno importanti sia per il Molise sia per la Puglia. Ritengo che ciò non significhi limitare l'autorità locale.

Inoltre, non è possibile, amici del Governo, che ci sia disparità di trattamento nella sospensione dei tributi e dei contributi: noi dobbiamo iniziare a restituire, perché in Italia la maggior parte di essi sono stati abbattuti del 50 e del 90 per cento.

Anche in questa legge finanziaria una parte del territorio italiano sembra privilegiato perché la restituzione dei contributi è stata abbattuta al 50 per cento. Chiedo quindi giustizia ed aiuto per queste comunità disgraziate che vogliono tornare alla normalità.

 

PRESIDENTE. Onorevole Astore, la prego di concludere.

 

GIUSEPPE ASTORE. Non si tratta di un problema territoriale, ma di una questione di ordine nazionale. La solidarietà non può appartenere ad un gruppo ristretto, ma deve appartenere all'intera nazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

 

PRESIDENTE. Il deputato Galli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/325.

 

DANIELE GALLI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno prevede che le risorse finora erogate ai produttori di energia di fonti assimilate, le cui convenzioni scadono per la gran parte in questi mesi, siano integralmente destinate alla riduzione delle bollette elettriche dei cittadini. Ricordo infatti che tra gli extracosti delle nostre bollette elettriche vi è una componente tariffaria denominata A3, con cui paghiamo gli oneri di sistema. Uno di essi è costituito dagli oneri connessi ad una delibera del Comitato interministeriale prezzi risalente all'aprile 1992, denominata CIP 6, destinata a riconoscere un sovrapprezzo incentivante ai produttori di energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili. Sempre nel 1992, il Governo Amato estese tale incentivo anche alle fonti energetiche assimilate, che derivano dal recupero di processi produttivi altamente inquinanti e che quindi sono totalmente in antitesi al concetto della delibera CIP 6.

La Casa delle libertà con la legge comunitaria del 2004 ha disposto la soppressione dell'incentivo CIP 6 per le fonti assimilate. Tuttavia, chi ha voluto questo provvedimento interpretandolo così male, ovvero i ministri D'Alema e Bersani, nel 2000 rispettivamente Presidente del Consiglio e ministro delle infrastrutture, sono tuttora al Governo. Quale sarà il loro atteggiamento rispetto a questo problema? Si fa presente che il CIP 6, se mantenuto, sarà sicuramente assimilato in sede comunitaria ad indebito aiuto di Stato, in violazione alle norme comunitarie. Pertanto, mi auguro che il mio ordine del giorno venga accolto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. Il deputato Fedele ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/318.

 

LUIGI FEDELE. Signor Presidente, vorrei sottoporre all'attenzione dell'Assemblea il mio ordine del giorno, che certamente interessa alla minoranza, ma anche ai colleghi del centrosinistra. In particolare, mi riferisco all'istituzione presso il porto di Gioia Tauro di un punto franco. In proposito, era stato presentato un emendamento che purtroppo, a seguito della posizione della questione di fiducia, non ha potuto essere esaminato dall'Assemblea e quindi il suo contenuto è stato trasfuso in un ordine del giorno.

Qualche giorno fa, autorevoli rappresentanti del Governo sono stati a Gioia Tauro ed hanno tenuto conferenze stampa, professando sostegno al suo porto. Pertanto, mi auguro che il Governo accetti questo ordine del giorno tramutandolo concretamente nella realizzazione di questo punto franco. Il centrosinistra ha voluto escludere la realizzazione del ponte sullo stretto ed il ministro Bianchi non parla più di alta velocità diretta al sud. Credo che almeno il porto di Gioia Tauro vada in qualche modo incentivato e pensiamo che l'istituzione del punto franco possa portare davvero sviluppo...

 

PRESIDENTE. Insisto a chiedere che nell'emiciclo si eviti di conversare. Grazie.

Prego, deputato Fedele, prosegua pure.

 

LUIGI FEDELE. Signor Presidente, avviandomi a concludere, siamo convinti che l'istituzione di questo punto franco porterà sviluppo non solo a Gioia Tauro ed al suo hinterland, ma a tutta la Calabria ed anche all'intero sud. Pertanto, chiedo al Governo di valutare con grande attenzione questa problematica, accettando l'ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Il deputato Cicu ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/98.

 

SALVATORE CICU. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'ordine del giorno da me presentato affronta un tema delicato e rilevantissimo per la regione Sardegna, ovvero quello della presenza delle servitù militari. Il Governo Berlusconi aveva proceduto finalmente al riequilibrio della presenza militare, dando dignità ai nostri soldati rispetto al ruolo svolto per la nazione con sacrifici enormi e rispettando un territorio che per troppo tempo ha subìto, ed ancora subisce, un gravissimo peso. Mi riferisco al peso più grave di questo genere sopportato sul territorio nazionale, problema che ancora oggi non è stato risolto.

Certamente, lo ripeto, si tratta di un problema molto delicato e complesso, ma una soluzione può essere trovata accogliendo ordini del giorno come questo, che parlano di bonifiche nei territori dove sono localizzate le aree addestrative ed i poligoni militari, e di bonifiche che attengono ai tratti di mare dove si svolgono le esercitazioni militari. Ritengo che tutto ciò possa essere realizzato con il concorso del Ministero dell'ambiente e con riferimento ai cosiddetti progetti SIC, nonché con una partecipazione importante del Ministero della difesa. Credo sia fondamentale che questa riflessione venga poi inserita nel contesto dell'area cagliaritana, a proposito della quale si parla oggi di accordo tra il governatore Soru ed il Ministero della difesa, accordo che ancora non è stato esplicitato e che, a nostro giudizio - a mio giudizio - è ancora una volta un grande bluff, dato che, pur non essendoci alcunché di effettivamente concluso, tutto viene venduto ai sardi come già realizzato. Ritengo pertanto che l'accettazione di questo ordine del giorno possa essere un segnale di serietà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. Il deputato Picchi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/359.

 

GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, questa legge finanziaria ha letteralmente ucciso gli italiani all'estero. Con questo ordine del giorno chiedo al Governo di rafforzare la rete consolare. È l'ultima occasione che avete per dare un segnale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. Il deputato Romagnoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/365.

 

MASSIMO ROMAGNOLI. Signor Presidente, signori del Governo, colleghe e colleghi, la famiglia costituisce l'elemento fondamentale della nostra società ed il provvedimento in esame, in particolare l'articolo 192, pur prevedendo un fondo - peraltro di consistenza inadeguata - per le politiche della famiglia, non predispone interventi diretti a tutelare, nel particolare, le famiglie numerose, le famiglie con figli affetti da handicap gravi nonché le famiglie bisognose di assistenza, sia che si tratti di famiglie che vivono in Italia sia che si tratti di famiglie italiane residenti all'estero.

Signor Presidente, signori del Governo, non riesco a capire quali siano i pretesti per i quali - nonostante oramai la Costituzione preveda il diritto di voto per gli italiani all'estero (sono state create quattro circoscrizioni che hanno eletto 12 deputati e 6 senatori) - questo Governo continui costantemente a dimenticarsi di quattro milioni di italiani residenti all'estero, considerandoli italiani di serie B. L'Esecutivo infatti prepara e presenta disegni di legge ed emendamenti che non prendono assolutamente in considerazione la loro esistenza.

Mi permetto pertanto di chiedere che il Governo si impegni ad adottare le opportune iniziative normative volte a prevedere sgravi fiscali e a destinare fondi alle famiglie permettendo, ad esempio, la collocazione in quiescenza di genitori con figli affetti da handicap gravi, abbattendo i costi dei servizi per le famiglie con numero di figli pari o superiore a due, concedendo alle donne assegni consistenti per ogni nato e maggiori facilitazioni per l'acquisto di libri di testo scolastici. Si chiede cioè di adeguare le misure di questa finanziaria alle reali esigenze dei nuclei familiari in Italia e dei nuclei familiari italiani residenti all'estero.

Concludo invitando il Governo ad accettare questo ordine del giorno e a riflettere con attenzione sul suo significato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Il deputato Fitto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/321.

 

RAFFAELE FITTO. Signor Presidente, l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/321 ha l'obiettivo di sintetizzare, lo dico anche per la presenza in aula del ministro Bersani, la discussione che abbiamo affrontato l'altro giorno in merito al problema del ripristino del fondo per le aree sottoutilizzate. C'è stata una grande polemica su questo tema, ma non voglio soffermarmi ad illustrare il nostro ordine del giorno: ho avuto infatti il piacere di leggere l'ordine del giorno presentato da un gruppo di deputati del centrosinistra che pone esattamente la stessa questione: parlo dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis/61 presentato dal collega Iannuzzi e da altri. Devo dedurre che le questioni...

 

ANGELO CAPODICASA, Viceministro delle infrastrutture. È stato ritirato.

 

RAFFAELE FITTO. Se è stato ritirato, allora è ancora più grave, perché penso sia più evidente la clamorosa situazione dalla quale emerge in modo molto chiaro come il fondo per le aree sottoutilizzate, che è stato ridotto, con il maxiemendamento viene integrato dal 2010 al 2015. Rimane la carenza di fondo alla quale abbiamo fatto riferimento nei giorni scorsi con le nostre iniziative.

Si chiede un contributo di chiarezza su questo aspetto, soprattutto perché, al momento, a differenza di quanto predisposto non dal precedente Governo, ma dall'attuale Consiglio dei ministri, il fondo risulta essere ridotto di oltre un miliardo di euro. Nel passaggio dal Consiglio dei ministri all'aula della Camera, il fondo risulta essere dotato di un importo di 4 miliardi di euro. Noi ribadiremo questo aspetto, auspicando che il Governo possa non solo accogliere il nostro ordine del giorno, ma soprattutto fornire delle risposte.

Lo verificheremo nei passaggi al Senato e alla Camera, auspicando che quei parlamentari che hanno sottoscritto l'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1746-bis/61, che mi dicono essere ritirato, possano avere un sussulto di convincimento e coraggio rispetto ai temi del Mezzogiorno e insieme si possa affrontare una battaglia seria nell'interesse complessivo di quella importante area del paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. La deputata Paoletti Tangheroni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/95.

 

PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI. Mi dispiace che non sia presente il ministro Bindi, ma mi conforta la presenza del Vicepremier Rutelli. Quest'ordine del giorno non comporta spese, signor Presidente, ma semplicemente limita l'istituzione di «carrozzoni». Questa manovra finanziaria istituisce molti fondi, che dovrebbero essere tesi a migliorare la qualità della vita. Attenzione, però: all'interno di questi fondi vi è un certo proliferare di osservatori, di comitati, di commissioni. Credo, signor Presidente, che si debba limitare questa pessima abitudine di drenare i fondi e, anziché destinarli direttamente ai beneficiari, concederli a queste organizzazioni burocratiche. Con l'ordine del giorno a mia firma si prevede che il 95 per cento delle risorse sia destinato direttamente ai beneficiari. Spero teniate conto di questa proposta anti-carrozzoni, che non prevede per voi una lira di spesa.

 

PRESIDENTE. Il deputato Jannone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/334.

 

GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, tenterò di essere il più breve possibile per rispetto nei confronti dei colleghi che hanno rinunciato ad intervenire e anche nei confronti dell'aula, vista l'ora. Mi preme illustrare sia il mio ordine del giorno sia quello del collega Gregorio Fontana, il n. 9/1746-bis/124, che intendono porre all'attenzione dell'Assemblea due problemi. L'ordine del giorno del collega Fontana fa riferimento ad un problema apparentemente localistico: l'utilizzo di beni immobili destinati ad una caserma degli alpini in provincia di Bergamo. In ogni caso si sarebbe comunque trattato di una riorganizzazione del sistema di difesa nel comparto lombardo. Il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/334 concerne invece il sistema viabilistico di Malpensa 2000, una delle infrastrutture aeroportuali principali del paese. Quest'ordine del giorno mira a stigmatizzare l'assoluta riduzione e il ridimensionamento del piano generale delle opere pubbliche che il Governo Berlusconi aveva varato e che invece l'attuale Esecutivo, con la manovra finanziaria al nostro esame, punta a ridurre in maniera sensibile.

Chiaramente, il fatto che stasera poniamo la nostra attenzione sugli ordini del giorno, ancora una volta attesta quanto i lavori di questa finanziaria siano stati riduttivi. Signor Presidente, lei stesso in questi giorni ha affrontato il problema più in generale della manovra di bilancio e della sua inadeguatezza ai tempi. Il fatto che questa finanziaria sia stata stravolta nel corso del suo esame con emendamenti, ulteriori emendamenti, emendamenti al quadrato, coperture variabili ed una serie di nuovi precedenti nei lavori della Camera, testimonia ancora una volta che dovremmo soffermarci per cambiare dapprima le modalità di predisposizione della legge finanziaria.

In ogni caso, vigente questa legge, ci saremmo attesi una maggior tutela, che non c'è stata. Ci saremmo attesi anche una maggior tutela delle prerogative del Parlamento, quella stessa tutela che, per certi aspetti, è stata la fortuna e anche il destino parlamentare di chi avrebbe dovuto darcela.

 

PRESIDENTE. La deputata Mondello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/347.

 

GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/347 a mia firma, insieme ad altri colleghi.

Si tratta di un argomento che è stato già molte volte dibattuto anche negli anni passati; mi riferisco ai canoni demaniali marittimi.

Bisogna prendere in considerazione, ai fini di una seria politica turistica del nostro paese, l'esosità dei canoni demaniali nei confronti dei quali il Governo, recentemente insediato, aveva tra l'altro stabilito una sospensione. Invece, in base alla legge finanziaria, questi canoni demaniali restano altissimi, con grave pregiudizio per tutte le attività svolte lungo le coste italiane. Vi saranno, quindi, gravi conseguenze come la diminuzione dei dipendenti, con gravi ricadute sull'occupazione.

Richiamo anche l'attenzione del Governo sulla parte finale del mio ordine del giorno perché in base ad un provvedimento veramente populista si è concesso stoltamente - prima era possibile passeggiare sulla battigia a cinque metri di distanza dalla spiaggia -, di entrare gratuitamente in uno stabilimento balneare e di attraversarlo, causando confusione al personale dipendente e a coloro che usufruiscono di questo servizio. Da parte dei comuni sarebbe meglio alternare molto di più le spiagge libere e non provocare questa confusione veramente dannosa.

 

PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/310.

 

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi e del Governo sul mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/310 che riguarda la questione dei bond argentini. Sappiamo che la bancarotta dello Stato argentino è stata la più clamorosa ed ingente degli ultimi anni, forse anche della storia. Essa ha coinvolto 450 mila risparmiatori italiani, per un ammontare di circa 12,7 miliardi di dollari.

Vi sono due profili; il primo è legato al comportamento delle banche che, se del caso, riceveranno le sanzioni necessarie attraverso i tribunali. Vi è però un'altra questione che rimane aperta e questo ordine del giorno invita il Governo a intervenire ed a rafforzare la propria iniziativa. Il Governo argentino, contrariamente agli standard internazionali riconosciuti (che in genere prevedono un rimborso del capitale di almeno il 45 o 50 per cento), ha definito un livello di rimborso sotto il 30 per cento. Ciò comporta ingenti danni per i risparmiatori ed anche per le casse dello Stato; vi sono miliardi di euro in gioco a cui lo Stato rinuncia, dal momento che gli investitori sono giocoforza obbligati a rinunciare agli interessi e al capitale.

L'Argentina cresce a ritmi cinesi - l'8,6 per cento è l'ultimo dato, risalente allo scorso agosto - e vi sono tutti i margini, nell'interesse di questo paese e di tutti gli altri che chiedono finanziamenti all'estero, affinché il debito venga rinegoziato. Vi sono anche i margini per il Governo per intraprendere azioni diplomatiche ad ogni livello al fine di riaprire la questione; anche gli Stati Uniti ed altri paesi europei si stanno impegnando in tal senso.

Chiediamo dunque al Governo di intervenire, anche nell'interesse dell'erario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. Il deputato Germanà ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/329.

 

BASILIO GERMANÀ. Signor Presidente, sono rammaricato poiché ritengo che in questi giorni si sia lavorato male e lo dicono tutte le persone che mi hanno contattato in questo periodo.

È chiaro che un maxiemendamento presentato il 17, di venerdì, ha certamente portato male a tutti gli italiani: a chi ci crede e a chi non ci crede!

Pensi che avevo tentato di presentare un ordine del giorno e gli uffici non sono riusciti a metterlo in calendario; tra l'altro, esso riguardava i giovani vincitori di concorso, cioè coloro i quali - nonostante i sacrifici monetari (propri e della famiglia di appartenenza) e lo studio effettuato - non potranno mai essere assunti perché verrà data la precedenza ad altri.

Questo riguarda, soprattutto, gli enti locali, perché non vi è nemmeno quella riserva che doveva essere prevista.

Nonostante ciò, signor Presidente, ritengo, non me ne voglia, di dover ritirare l'ordine del giorno che ho presentato, perché poco fa un cittadino elettore mi ha telefonato, dicendomi che con questo Governo a termine è meglio non interloquire. Pertanto, intendo ritirare l'ordine del giorno che ho presentato.

 

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il deputato Marras, che aveva chiesto di parlare, non è presente in aula.

Il deputato Brusco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/297.

 

FRANCESCO BRUSCO. Signor Presidente, due sono le ragioni per cui ho presentato questo ordine del giorno. In primo luogo, mi riferisco alla modesta somma o meglio alla modesta previsione riferita alle leggi di settore, penso alla legge n. 179 del 1992, di appena 270 milioni di euro, non spesi, tra l'altro, dal ministro Matteoli o meglio ripartiti dal passato Governo e bloccati dal ministro subentrato. Quindi, si tratta di una previsione pari a zero, sostanzialmente!

Per quanto riguarda poi i criteri di ripartizione dei fondi, vi è una sorta di indirizzo. La ripartizione dei fondi spesso obbedisce alla logica della demografia e non al criterio del grado del dissesto, per cui i fondi sono molto spesso destinati ai comuni più grandi a danno di quelli più piccoli ancorché interessati da gravi movimenti franosi. Faccio appello anche alla maggioranza e soprattutto ai colleghi che, nella passata legislatura, sono stati presentatori insieme al sottoscritto di una proposta di legge a favore dei comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti.

Con questo ordine del giorno chiedo al Governo l'impegno ad incrementare il fondo, finalizzandolo ad interventi urgenti nelle aree classificate zone rosse a maggior rischio idrogeologico ed a erogare le eventuali risorse aggiuntive per il 60 per cento ai comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti e per il 40 per cento agli altri comuni.

 

PRESIDENTE. Il deputato Lamorte ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/129.

 

DONATO LAMORTE. Signor Presidente, il fondo per le aree sottoutilizzate, il cosiddetto FAS, che è stato istituito in maniera meritoria dal Governo Berlusconi e che ogni anno, nella passata legislatura, era stato finanziato per un importo oscillante tra i 7 ed i 9 miliardi di euro, da questa legge finanziaria è stato rifinanziato per soli 5 miliardi e 200 milioni di euro per il triennio 2007-2009.

Nel comma 741 dell'articolo 16 del maxiemendamento, ex articolo 105 nel testo della finanziaria, è previsto un finanziamento virtuale di 64 miliardi di euro che costituisce un vero e proprio specchietto per le allodole, dal momento che, se si eccettua l'esigua somma di 5 miliardi e 200 milioni di euro, trattasi di risorse che non potranno essere assegnate concretamente dal CIPE ed impegnate da parte dell'amministrazione beneficiaria. Ciò perché, alla luce di quanto stabilito dal successivo comma 474 dell'articolo 16 del maxiemendamento, è impegnabile solo ciò che è previsto in tabella F, stanziamento per il FAS, ma, incredibile a dirsi, in tabella F non vi è alcuna traccia dei restanti 59 miliardi di euro. Il che equivale a dire che tale somma non potrà mai essere utilizzata. Occorre, pertanto, che il Governo faccia immediata chiarezza sulla questione che Alleanza Nazionale in quest'aula denuncia, così da arrivare ad un definitivo chiarimento circa le risorse finanziarie immediatamente utilizzabili per gli interventi nelle aree sottoutilizzate già a partire dal prossimo anno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Il deputato Fasolino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/317.

 

GAETANO FASOLINO. Signor Presidente, mi ha spinto a presentare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/317 la lettura dell'articolo 134 della legge finanziaria. In tale articolo, non sono previsti finanziamenti per la tratta verticale Torino-Milano-Napoli né le relative estensioni dell'alta velocità-alta capacità per l'anno 2007, mentre vengono previsti soltanto 900 e 1.200 milioni di euro rispettivamente per il 2008 e per il 2009, a fronte di una richiesta quantificata dalle Ferrovie dello Stato Spa di circa 4 miliardi per il solo 2007.

Con quest'ordine del giorno si chiede che il Governo possa redistribuire le somme destinate alla rete convenzionale o, meglio ancora, che possa prevedere ulteriori risorse aggiuntive nei confronti dell'alta velocità-alta capacità.

 

PRESIDENTE. Il deputato Ruvolo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/222.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, avrei rinunciato molto volentieri ad illustrare il mio ordine del giorno e quello dell'onorevole Martinello n. 9/1746-bis/223, che ho sottoscritto, per una semplicissima ragione: conosco perfettamente il valore e l'utilità dello strumento dell'ordine del giorno. Del resto, non vengono applicate neanche le norme.

Tuttavia, sono voluto intervenire per due questioni che, peraltro, erano state oggetto di alcune proposte emendative che avevo presentato; una riguarda il dissesto idrogeologico e l'altra la copertura per le opere infrastrutturali irrigue. Tale copertura era stata individuata proprio nel fondo per le aree sottoutilizzate.

È questa la grande meraviglia! Ovunque il fondo è stato utilizzato per qualunque altra destinazione, tranne che per quella necessaria ed opportuna, soprattutto per quanto attiene alle opere infrastrutturali irrigue. Infatti, vi è nel paese una necessità: all'ex Agensud, al Ministero delle politiche agricole e forestali, sono bloccati progetti esecutivi cantierabili per oltre 5 mila miliardi delle vecchie lire ed il Governo non ha proposto un solo intervento nel settore idrico ed irriguo.

Questo è ciò che ci spaventa e ci preoccupa; per questo abbiamo voluto fortemente intervenire su questo argomento.

 

PRESIDENTE. La prego...

 

GIUSEPPE RUVOLO. Se i fondi per le aree sottoutilizzate hanno destinazioni diverse, quali sono finalità, quali gli obiettivi? Lo chiediamo con forza, ancora una volta! Ma quale fiscalità di vantaggio! Il ministro D'Antoni ha molta sensibilità su questo argomento. Diciamocela tutta, ancora una volta: su questo argomento la risposta è fortemente negativa e ne prendiamo atto, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!

 

PRESIDENTE. Il deputato Forlani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/216.

 

ALESSANDRO FORLANI. Signor Presidente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno che ho presentato insieme al collega Ronconi, il n. 9/1746-bis/216, che, anche quest'anno, intende sollecitare l'attenzione del Governo sulle conseguenze del sisma che investì le regioni Marche ed Umbria nel 1997, aree montane ed interne, in larga misura, già fortemente penalizzate per la collocazione geografica e la condizione delle infrastrutture, che furono fortemente danneggiate da quell'evento calamitoso che provocò una depressione nell'economia locale oltre che una serie di traumi di carattere sociale.

Vennero disposte, allora, a favore dei cittadini colpiti da queste calamità, esenzioni di carattere fiscale e di contribuzione previdenziale, che sono state poi prorogate negli anni. Tali agevolazioni hanno concorso a favorire, insieme ad altri interventi disposti dal Governo e dal Parlamento, la ripresa economica e il rilancio dello sviluppo in quelle aree. Ma il processo di ricostruzione deve essere ancora completato. Ancora si avvertono gli effetti di quella fase depressiva ingenerata dall'evento calamitoso.

 

PRESIDENTE. La prego...

 

ALESSANDRO FORLANI. Ricordo, peraltro, che alcune aree sono state in larga misura esentate, in via permanente, dal rimborso totale di quei tributi e contributi sospesi, mentre a carico di queste due regioni rimarrebbe ancora l'obbligazione per l'intero.

 

PRESIDENTE. Deve concludere.

 

ALESSANDRO FORLANI. Noi chiediamo che, per non ingenerare nuove fasi depressive e per incentivare ulteriormente il processo di ripresa e di sviluppo, venga differito al 2008 il pagamento di queste somme, per poi trovare, nel frattempo, una soluzione che renda meno gravosa la loro restituzione da parte degli obbligati.

 

PRESIDENTE. Il deputato Adolfo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/224.

 

VITTORIO ADOLFO. Signor Presidente, intervengo in merito al mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/224. Il nodo autostradale genovese rappresenta una priorità assoluta nel sistema infrastrutturale del nord-ovest ed una criticità prioritaria nel sistema stradale italiano.

Nella precedente legislatura regionale e nazionale si era giunti ad una concertazione tra regione, Governo, ANAS e Società autostrade, individuando, nella disponibilità di Società autostrade, 2 miliardi di euro per la realizzazione di questa variante, che va da Voltri sino a Genova est.

Oggi chiediamo al Governo un impegno perché intervenga in tempi rapidi per concludere il progetto definitivo e vigili affinché queste risorse non siano distratte per altri interventi.

 

PRESIDENTE. Il deputato Laurini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/90.

 

GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, nel 1995 il Bureau du patrimoine mondial dell'UNESCO si è pronunciato all'unanimità per l'inserimento del centro storico di Napoli nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità, con questa motivazione: si tratta di una delle più antiche città d'Europa i cui edifici storici, caratterizzanti epoche diverse, conferiscono al sito un valore universale senza eguali.

Purtroppo, in ambiente UNESCO sono ben note oggi le condizioni in cui versa il centro storico di Napoli, a 11 anni da quella dichiarazione, anche a causa dell'assoluta mancanza di interventi di sostegno da parte dello Stato, che pure si era impegnato nel 1972, con la Convenzione di Parigi, a sostenere, al pari degli altri paesi, i patrimoni protetti dall'UNESCO.

Ciò che chiedo al Governo con l'ordine del giorno n. 9/1746-bis/90 è di intervenire in tutte le forme possibili, compatibilmente con il bilancio dello Stato, per salvare quel centro storico...

 

PRESIDENTE. La prego...

 

GIANCARLO LAURINI. ... che la comunità internazionale ha riconosciuto e che, come classe dirigente italiana, abbiamo il dovere di difendere a tutti i costi.

 

PRESIDENTE. Il deputato Ciocchetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/221.

 

LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, intervengo per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/221, che è riferito ad una richiesta già formulata in un emendamento relativo al sostegno dell'attività per ragazzi e ragazze disabili mentali, che svolgono, attraverso un programma internazionale denominato Special Olympics, un'attività di integrazione sociale e di inserimento nella società attraverso lo sport. Credevo che il Governo si mostrasse sensibile nei confronti di un simile intervento, dal momento che qualche mese fa anche il ministro Melandri ha partecipato in prima persona all'organizzazione, qui a Roma, dei giochi eurasiatici di Special Olympics. Nel nostro paese esiste un'attività molto importante in questo campo che io penso debba essere sostenuta, alla stregua di altre già contemplate dal disegno di legge finanziaria.

Spero che il Governo voglia accettare il mio ordine del giorno, come impegno a sostenere quest'attività di integrazione sociale, attraverso lo sport, di ragazze e ragazzi disabili mentali. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

 

PRESIDENTE. Il deputato Rao ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/236.

 

PIETRO RAO. Signor Presidente, intervengo per illustrare un ordine del giorno che si pone l'obiettivo di riaccendere la speranza che anche in Sicilia possa nascere, nel campo della ricerca, un'oasi che, purtroppo, è stata soppressa dall'articolo 190 del disegno di legge finanziaria. Ci duole constatare che l'iniziativa era stata sostenuta anche da autorevoli rappresentanti della maggioranza, come il deputato Lumia, il quale aveva presentato un apposito emendamento, ed il deputato Crisafulli.

Confidiamo nella sensibilità del Governo. È di tutta evidenza, infatti, che sprecare l'occasione della realizzazione di un'opera così importante porterebbe alla fuga di cervelli da un polo di ricerca all'avanguardia. Inoltre, saremmo costretti a vedere i nostri giovani andare all'estero per potere esprimere al meglio la loro professionalità.

Riteniamo che l'intervento sia indispensabile per la Sicilia, considerato che si tratta di un'iniziativa che, oltre a sostenere la ricerca, metterebbe in moto un indotto importante che potrebbe valorizzare una zona della Sicilia che oggi versa in uno stato di grande precarietà.

Oltre al finanziamento, sarebbero cancellati anche i passi in avanti che sono già stati compiuti. C'è un accordo internazionale con partner di chiara fama mondiale...

 

PRESIDENTE. Scusate, ma sono costretto ad insistere: invito i colleghi a non fare capannelli davanti ai banchi del Governo. Vi prego, colleghi: uno sviluppo ordinato della nostra discussione non può consentirlo.

Prosegua pure, deputato Rao.


PIETRO RAO. Grazie, signor Presidente.

Come dicevo, oltre al finanziamento, sarebbero cancellati anche i passi in avanti già compiuti, vale a dire un accordo internazionale con partner di chiara fama mondiale nel settore in argomento e la convenzione per la costituzione della fondazione RI.MED, composta, a sua volta, da istituzioni all'avanguardia nella ricerca e nella sperimentazione biomedica e biotecnologica.

Si tratta di un progetto ambizioso, che è stato realizzato in collaborazione...

 

PRESIDENTE. La invito a concludere.

 

PIETRO RAO. ...con l'università di Pittsburgh, il CNR, l'ISMETT, l'IBIM, la regione siciliana, l'ASL 6 e la città di Carini e che permetterebbe di coprire 600 posti di lavoro. Speriamo...

 

PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Rao.

 

PIETRO RAO. ...che la sensibilità del Governo riaccenda questa speranza, che è non solo nostra, dei siciliani, ma di tutti gli italiani...

 

PRESIDENTE. Grazie...

 

PIETRO RAO. ... di tutti quei giovani che oggi, purtroppo, non trovano - come dire? - una giusta risposta nelle istituzioni (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Democrazia Cristiana-Partito Socialista).

 

PRESIDENTE. Il deputato Ricevuto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/364.

 

GIOVANNI RICEVUTO. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire innanzitutto perché vorrei pregarla di dare mandato agli uffici di correggere nella parte finale il mio ordine del giorno, così com'è stato dato alle stampe: esso non si preoccupa, infatti, di incrementare le risorse da destinare all'edilizia carceraria ma, molto più semplicemente, degli studenti universitari e del diritto allo studio.

In questa tornata dell'esame del disegno di legge finanziaria, da più parti è stato evidenziato come sia diventata un'esigenza ormai non più procrastinabile destinare risorse consistenti alla soluzione dei gravi problemi che affliggono i settori dell'istruzione universitaria e della ricerca. Ciò perché, come sappiamo tutti, solo così è possibile pensare di preparare il paese ad affrontare adeguatamente le sfide del futuro nella società globale.

Mi rendo personalmente conto che bisogna superare numerose difficoltà per affrontare adeguatamente problemi strutturali di tale portata; ritengo, tuttavia, che si possa cominciare almeno a lanciare un segnale in questa direzione.

Propongo, quindi, di partire dalla condizione degli studenti delle università e dell'alta formazione artistica e musicale, poiché si tratta dei soggetti che, un domani, saranno i veri protagonisti della sfida globale, offrendo un sostegno al loro percorso formativo (per lo meno, a quelli che ovviamente ne abbiano diritto).

Con il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/364, pertanto, si propone di incrementare le risorse finanziarie da destinare alla corresponsione di borse di studio. Mi permetto di ricordare che, con il Governo Berlusconi, ciò è stato realizzato gradualmente, anno dopo anno, fino ad arrivare ad una predisposizione di risorse consistenti, pari a circa 200 milioni di euro.

Auspichiamo dunque, in conclusione, che l'Esecutivo in carica segua tale linea di graduale e continuo aumento delle risorse finanziarie da destinare alle borse di studio.

 

PRESIDENTE. Il deputato Patarino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/8.


CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, come da lei precisato, intervengo per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/8, il quale è stato sottoscritto anche dal presidente Fini, dal presidente La Russa e da tutti i deputati del gruppo di Alleanza Nazionale eletti in Puglia.

Il mio atto di indirizzo concerne una questione molto delicata, vale a dire l'attuale condizione della città di Taranto. Ricordo che proprio un mese fa, il 17 ottobre ultimo scorso, il commissario prefettizio della città di Taranto ha dichiarato lo stato di dissesto del comune.

Si è trattato di una decisione molto discutibile per quanto riguarda sia le motivazioni, sia i dati forniti dallo stesso commissario. Essa ha prodotto moltissimi danni nell'immediato, tant'è vero che, ancora oggi, molta gente è senza stipendio: si tratta di circa millecinquecento dipendenti comunali. Mancano, inoltre, i servizi primari come la nettezza urbana, ed addirittura non si seppelliscono i morti!

Si prevedono, inoltre, gravissimi danni in futuro, poiché vi sarà la mancanza di investimenti da parte di imprenditori sia stranieri, sia residenti nel nord Italia: si tratta, quindi, di una città assolutamente distrutta!

È necessario, pertanto, intervenire per evitare che sorgano disagi ancor più gravi (poiché esistono anche problemi di ordine pubblico), nonché per offrire ai giovani la possibilità di credere ancora nelle istituzioni. Prego il Governo, quindi, di accettare il mio ordine del giorno e di realizzare tutto il possibile al fine di venire incontro alle esigenze di questa città molto sfortunata (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Neri, che aveva chiesto di intervenire per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/235, non è presente in aula.

Nessun altro chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Poretti n. 9/1746-bis/1, mentre accetta l'ordine del giorno Maroni n. 9/1746-bis/2 limitatamente al dispositivo.

Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Milana n. 9/1746-bis/3, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ossorio n. 9/1746-bis/4. Il Governo accetta gli ordini del giorno Vannucci n. 9/1746-bis/5 e Cirielli n. 9/1746-bis/6, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Chiaromonte n. 9/1746-bis/7.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Patarino n. 9/1746-bis/8 se riformulato nel senso di espungere dal dispositivo le parole da «provvedendo» fino alla fine del dispositivo stesso.

Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno Margiotta n. 9/1746-bis/9. Il Governo accetta, poi, l'ordine del giorno Borghesi n. 9/1746-bis/10, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zacchera n. 9/1746-bis/11. Il Governo accetta l'ordine del giorno Catanoso n. 9/1746-bis/12, con la seguente riformulazione: dopo le parole «impegna il Governo», nel dispositivo, premettere alle parole «a valorizzare» la seguente «concorrere».

Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno Cacciari n. 9/1746-bis/13, ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Nicchi n. 9/1746-bis/14. Il Governo accetta l'ordine del giorno Longhi n. 9/1746-bis/15, con la seguente riformulazione: nel primo capoverso del dispositivo sostituire le parole «a ripristinare, almeno parzialmente la legalità, attivandosi» con le seguenti «a valutare eventuali iniziative». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Schirru n. 9/1746-bis/16. Il Governo accetta l'ordine del giorno Crisci n. 9/1746-bis/17, se riformulato nel senso di sostituire il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo ad assumere iniziative atte ad evitare il prodursi di ulteriori, dannose controversie».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Burgio n. 9/1746-bis/18, se riformulato sostituendo il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo a fare ogni possibile sforzo per ripristinare adeguate risorse in favore del settore universitario e della ricerca». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno, Attili n. 9/1746-bis/19 ed invita il presentatore dell'ordine del giorno Calgaro n. 9/1746-bis/20 a ritirarlo.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Giordano n. 9/1746-bis/21. Il Governo accetta l'ordine del giorno Martinelli n. 9/1746-bis/22 con riformulazione del dispositivo, nel senso di sostituire la parola «prioritariamente» con le seguenti: «tra le priorità». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ulivi n. 9/1746-bis/23 e accetta l'ordine del giorno Migliori n. 9/1746-bis/24.

Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno Folena n. 9/1746-bis/25, purché riformulato nel senso di sostituire nel dispositivo le parole da «a ripristinare» fino a «riconoscimento» con le seguenti «ad adottare iniziative finalizzate al riconoscimento» ed espungendo le parole «inique e vessatorie». Il Governo accetta l'ordine del giorno Amendola n. 9/1746-bis/26 e non accetta l'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1746-bis/27.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Salvo n. 9/1746-bis/28, purché riformulato nel senso di sostituire il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte ad introdurre una normativa che impedisca, nell'ottica della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, le dimissioni volontarie simulate». Il Governo accetta gli ordini del giorno Mellano n. 9/1746-bis/29 e Scotto n. 9/1746-bis/30. L'ordine del giorno Buffo n. 9/1746-bis/31 è inammissibile.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Cioffi n. 9/1746-bis/32, purché riformulato nel senso di sostituire il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a garantire un rifinanziamento della legge 25 febbraio 1992, n. 215.». Il Governo invita i presentatori dell'ordine del giorno Saglia n. 9/1746-bis/33 al ritiro, in quanto ripetitivo di principi già contenuti nei commi 506 e 507. Il Governo accetta gli ordini del giorno Ottone n. 9/1746-bis/34, Bimbi n. 9/1746-bis/35 e Bellanova n. 9/1746-bis/36.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Lovelli n. 9/1746-bis/37 se riformulato, sostituendo nel dispositivo le parole: «a proporre un disegno di legge» con le seguenti: «ad assumere iniziative anche legislative». Il Governo accetta gli ordini del giorno Crisafulli n. 9/1746-bis/38, Lomaglio n. 9/1746-bis/39, Capotosti n. 9/1746-bis/40, Codurelli n. 9/1746-bis/41, mentre non accetta gli ordini del giorno Osvaldo Napoli n. 9/1746-bis/42, Leone n. 9/1746-bis/43, Grimaldi n. 9/1746-bis/44 e Romani n. 9/1746-bis/45 (Commenti).

Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Cordoni n. 9/1746-bis/46 (Commenti)...

 

PRESIDENTE. Per favore, evitiamo i cori. Non è il caso, grazie.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Berruti n. 9/1746-bis/47, mentre accetta l'ordine del giorno Adenti n. 9/1746-bis/48, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare iniziative finalizzate al prolungamento dell'attuale periodo di congedo parentale» (Commenti).

Il Governo non accetta l'ordine del giorno Angeli n. 9/1746-bis/49...

 

PRESIDENTE. È inammissibile.

Ne approfitto per invitare ad evitare commenti che rendono meno importante il lavoro che stiamo svolgendo.

Prego, sottosegretario.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Delbono n. 9/1746-bis/50, mentre invita i presentatori al ritiro dell'ordine del giorno Colasio n. 9/1746-bis/51 ed accetta l'ordine del giorno Velo n. 9/1746-bis/52 se riformulato, sostituendo nel dispositivo le parole: «in grado di risolvere» con la seguente: «adeguate» (Commenti).

Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Bafile n. 9/1746-bis/53, se riformulato nel senso di eliminare nel dispositivo le parole da «trasformando» fino alla fine. Il Governo accetta il solo dispositivo dell'ordine del giorno Fedi n. 9/1746-bis/54, mentre accetta integralmente gli ordini del giorno Narducci n. 9/1746-bis/55 e Farina n. 9/1746-bis/56.

Il Governo, altresì, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Laratta n. 9/1746-bis/57, mentre accetta l'ordine del giorno Cialente n. 9/1746-bis/58 se riformulato, sostituendo nel dispositivo, le parole: «nella quale l'Abruzzo», con le seguenti: «nella quale anche l'Abruzzo».

Il Governo, poi, non accetta gli ordini del giorno Verro n. 9/1746-bis/59 e Colucci n. 9/1746-bis/60 (Commenti), mentre accetta l'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1746-bis/61...

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1746-bis/61 è stato ritirato.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo accetta l'ordine del giorno Sanga n. 9/1746-bis/62, mentre accetta l'ordine del giorno Bucchino n. 9/1746-bis/63, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nel dispositivo, dopo le parole «impegna il Governo» sostituire le parole: «a predisporre un provvedimento che preveda, in assenza di dolo e per redditi inferiori a determinati limiti individuali e famigliari, l'inesigibilità» con le seguenti: «ad affrontare il problema delle inesigibilità».

Il Governo, invece, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Schietroma n. 9/1746-bis/64, mentre dell'ordine del giorno Vitali n. 9/1746-bis/65 accetta solo il dispositivo. Il Governo accoglie come raccomandazione anche l'ordine del giorno Antinucci n. 9/1746-bis/66, mentre accetta l'ordine del giorno Ruggeri n. 9/1746-bis/67 se riformulato, sostituendo le parole del dispositivo con le seguenti: «a valutare l'esigenza di precisare l'applicazione delle aliquote IVA per il gas ad uso domestico o di riscaldamento, tenendo conto dell'uso promiscuo o dei periodi di mancato uso del riscaldamento».

Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Burchiellaro n. 9/1746-bis/68 se riformulato, sostituendo il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo a porre la costruzione del nuovo tribunale di Mantova, secondo i progetti presentati dal comune di Mantova e già accolti ed approvati dallo stesso Ministro della giustizia, quale priorità».

Il Governo accetta anche l'ordine del giorno Stramaccioni n. 9/1746-bis/69, purché sia riformulato il dispositivo, sostituendo le parole: «a chiarire» con le seguenti: «ad assumere iniziative per chiarire».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Rossi Gasparrini n. 9/1746-bis/70 se riformulato espungendo dal dispositivo, le parole: «e comunque non oltre la prossima finanziaria» (Commenti).

Il Governo accetta anche l'ordine del giorno Cesini n. 9/1746-bis/71 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nel dispositivo, al secondo capoverso, dopo la parola: «introdurre», inserire le parole «in tempi brevi» e conseguentemente eliminare i riferimenti puntuali previsti dalle parole: «entro il 2007» e «entro il 2008».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Aracu n. 9/1746-bis/72, a condizione che nel dispositivo le parole «a reperire» siano sostituite dalle seguenti «a verificare la possibilità di reperire». Il Governo accetta gli ordini del giorno D'Ambrosio n. 9/1746-bis/73, Oliverio n. 9/1746-bis/74, Luongo n. 9/1746-bis/75, ed accetta l'ordine del giorno Carta n. 9/1746-bis/76, a condizione che nel dispositivo vengano soppresse le parole successive a «organi accademici», così eliminando il riferimento temporale.

Il Governo accoglie l'ordine del giorno Musi n. 9/1746-bis/77, sostituendo, nel dispositivo, le parole «a rivedere» con le seguenti: «a riesaminare» ed inserendo dopo le parole «1986» le seguenti «e compatibilmente con i saldi di finanza pubblica». Segue il testo originario, fino al riferimento alla legge 27 dicembre 2002, n. 289, e la parte successiva è soppressa.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Barbi n. 9/1746-bis/78, purché riformulato sostituendo, nel dispositivo, le parole: «non inferiore a 25 milioni di euro» con la seguente «adeguata».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Vichi n. 9/1746-bis/79, ed accetta l'ordine del giorno Zucchi n. 9/1746-bis/80, a condizione che il dispositivo sia riformulato inserendo, dopo le parole «a valutare la possibilità di ripristinare», le seguenti: «in coerenza con la normativa comunitaria».

Il Governo accetta gli ordini del giorno Burtone n. 9/1746-bis/81, Di Girolamo n. 9/1746-bis/82, Zanotti n. 9/1746-bis/83, Morri n. 9/1746-bis/84, ed accetta l'ordine del giorno Duilio n. 9/1746-bis/85, con la riformulazione proposta dal relatore.

Il Governo accetta, altresì, gli ordini del giorno Tenaglia n. 9/1746-bis/86 e Giacomelli n. 9/1746-bis/87. Inoltre, accetta l'ordine del giorno Lulli n. 9/1746-bis/88, con la seguente riformulazione: sostituire, nel dispositivo, il riferimento temporale «entro il primo semestre» con la parola «sollecitamente».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Tomaselli n. 9/1746-bis/89 ed accetta l'ordine del giorno Laurini n. 9/1746-bis/90, purché dal dispositivo siano espunte le seguenti: parole «di immediato, medio e lungo termine».

Il Governo non accetta l'ordine del giorno Bertolini n. 9/1746-bis/91 ed accetta l'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/1746-bis/92, a condizione che nel dispositivo siano soppresse le parole «con la massima urgenza».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Laganà n. 9/1746-bis/93 ed invita a ritirare l'ordine del giorno Amoruso n. 9/1746-bis/94, perché la norma cui si riferisce non è più presente nel disegno di legge finanziaria.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis/95, purché riformulato, sostituendo, nel dispositivo le parole: «il 95 per cento dell'ammontare complessivo di tali fondi» con le seguenti: «in massima parte».

Il Governo non accetta l'ordine del giorno Mazzocchi n. 9/1746-bis/96 (Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale), ed accetta l'ordine del giorno Mancini n. 9/1746-bis/97, purché riformulato, sostituendo le parole: «a predisporre adeguati stanziamenti finalizzati» con le seguenti: «ad adeguate misure volte».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Cicu n. 9/1746-bis/98, a condizione che sia riformulato sostituendo nel dispositivo le parole da «a reperire» fino a «soddisfacimento» con le seguenti: «ad adottare misure adeguate per il soddisfacimento». Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Bocci n. 9/1746-bis/99, purché riformulato, sostituendo le parole: «ad attivarsi per estendere» con le seguenti: «a valutare positivamente la possibilità di estendere ai territori».

Il Governo non accetta l'ordine del giorno Caparini n. 9/1746-bis/100, in quanto il digitale partirà dal 2012. Accoglie invece come raccomandazione l'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis/101, limitatamente al dispositivo, ed accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Gibelli n. 9/1746-bis/102 e Cota n. 9/1746-bis/103.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Bodega n. 9/1746-bis/104, limitatamente al dispositivo, riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a garantire che i soldi sono dei lavoratori e tali resteranno anche se per un certo periodo di tempo il Governo li affiderà allo Stato o all'INPS prima che siano restituiti ai medesimi lavoratori con la rivalutazione prevista dalla norma in materia di TFR».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Garavaglia n. 9/1746-bis/105, limitatamente al dispositivo.

Il Governo invita i presentatori a ritirare gli ordini del giorno Dussin n. 9/1746-bis/106 e Goisis n. 9/1746-bis/107 e accetta l'ordine del giorno Alessandri n. 9/1746-bis/108 purché riformulato, sopprimendo nel dispositivo le parole successive a: «per i danni recati loro» fino alla fine del periodo.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Bricolo n. 9/1746-bis/109 limitatamente al dispositivo, purché riformulato sopprimendo le parole successive a: « al predetto riordino delle carriere» fino alla fine del periodo.

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Filippi n. 9/1746-bis/110 e accetta l'ordine del giorno Lussana n. 9/1746-bis/111, entrambi limitatamente al dispositivo. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fugatti n. 9/1746-bis/112 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis/113, limitatamente al dispositivo.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Stucchi n. 9/1746-bis/114, limitatamente al dispositivo, purché riformulato, sopprimendo le parole successive a: «di contrasto all'immigrazione clandestina», fino alla fine del periodo. Il Governo non accetta gli ordini del giorno Grimoldi n. 9/1746-bis/115 e Montani n. 9/1746-bis/116.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Pottino n. 9/1746-bis/117, limitatamente al solo dispositivo, a condizione che il primo capoverso sia sostituito dal seguente: «a valutare l'opportunità di destinare ulteriori risorse al finanziamento della legge per la montagna affinché, ad essa, sia assicurata una dotazione finanziaria congrua» e che nel secondo ed ultimo capoverso le parole «la soppressione» siano sostituite dalle seguenti: «la eventuale diminuzione ulteriore».

Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fava n. 9/1746-bis/118, mentre accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Pini n. 9/1746-bis/119. Accetta inoltre l'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/1746-bis/120, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Benvenuto n. 9/1746-bis/121 e accetta gli ordini del giorno Pinotti n. 9/1746-bis/122 e Servodio n. 9/1746-bis/123.

Il Governo non accetta l'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1746-bis/124, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pedrizzi n. 9/1746-bis/125.

Il Governo accetta inoltre l'ordine del giorno Frassinetti n. 9/1746-bis/126 limitatamente al dispositivo purché riformulato sopprimendo le parole successive a «ulteriori risorse» fino alla fine del periodo. Il Governo accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Lisi n. 9/1746-bis/127, che peraltro attiene ad una materia già presente nella legge finanziaria.

Il Governo non accetta l'ordine del giorno De Corato n. 9/1746-bis/128 mentre accetta, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Lamorte n. 9/1746-bis/129. Il Governo non accetta l'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis/130. Accetta gli ordini del giorno Ascierto n. 9/1746-bis/131, limitatamente al dispositivo e Mancuso n. 9/1746-bis/132, quest'ultimo limitatamente al primo periodo del dispositivo.

Inoltre, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Germontani n. 9/1746-bis/133, limitatamente al dispositivo e accetta l'ordine del giorno Cassola n. 9/1746-bis/134, purché riformulato nel dispositivo, sostituire le parole: «a non discriminare i» con le seguenti: «a valutare l'esigenza di assicurare ai», inserendo, dopo le parole «in futuro modifiche», le seguenti: «al sistema fiscale» e dopo le parole «non residenti» le seguenti: «nel territorio nazionale», sopprimendo altresì le parole: «mediante apposita attestazione autocertificativa».

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cinzia Fontana n. 9/1746-bis/135 mentre accetta l'ordine del giorno Astore n. 9/1746-bis/136, purchè il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a reperire le risorse», segue il testo originario; dopo le parole «Regione Puglia» inserire le parole «stanziando una cifra adeguata» al posto del riferimento puntuale; sostituire alle parole «opportune ordinanze» le parole «previste ordinanze»; da ultimo, dopo le parole «al successivo abbattimento» introdurre «anche con i necessari provvedimenti di legge o amministrativi». Accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Tolotti n. 9/1746-bis/137.

Il Governo non accetta l'ordine del giorno Casero n. 9/1746-bis/138; accetta gli ordini del giorno Violante n. 9/1746-bis/139, Maderloni n. 9/1746-bis/140, Alfredo Vito n. 9/1746-bis/141, Guadagno n. 9/1746-bis/142, Smeriglio n. 9/1746-bis/143 e Mungo n. 9/1746-bis/144, nonché l'ordine del giorno Mascia n. 9/1746-bis/145, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire alla parola «libero» le parole: «open source»; nell'ultimo capoverso del dispositivo, dopo la parola «software» aggiungere le parole «open source di proprietà pubblica delle amministrazioni» e dopo le parole «a disposizione delle» aggiungere la parola: «altre».

Il Governo invita i presentatori a ritirare l'ordine del giorno De Simone n. 9/1746-bis/146; accetta l'ordine del giorno De Cristofaro n. 9/1746-bis/147; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lombardi n. 9/1746-bis/148; accetta l'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/1746-bis/149, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Caruso n. 9/1746-bis/150; accetta l'ordine del giorno Sperandio n. 9/1746-bis/151, nonché l'ordine del giorno Pegolo n. 9/1746-bis/152, purché riformulato nel dispositivo, sopprimendo le parole successive a: «impegna il Governo» fino a: «medesima» e inserendo le seguenti: «addizionali IRPEF» dopo le parole «modulare le aliquote».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Ferrara n. 9/1746-bis/153, nonchè l'ordine del giorno Deiana n. 9/1746-bis/154, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: sostituire il primo capoverso con le parole: «ad illustrare al Parlamento al più presto il quadro complessivo degli investimenti programmati, gli accordi internazionali ai quali corrispondono le connessioni con le strategie di difesa nazionale, le ricadute in termini di spesa e di occupazione;»; sostituire il secondo capoverso con «a valutare la possibilità di rivedere le scelte fino ad oggi operate anche al fine di ricalibrare gli impegni su programmi di investimenti derivanti da accordi internazionali che risultassero non più prioritari».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Frias n. 9/1746-bis/155, nonchè l'ordine del giorno Locatelli n. 9/1746-bis/156, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: sostituire le parole da «a destinare» fino a «al fine» con le seguenti: «a tenere conto delle esigenze».

Il Governo accetta gli ordini del giorno Acerbo n. 9/1746-bis/157 e Franco Russo n. 9/1746-bis/158; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Dioguardi n. 9/1746-bis/159 ed accetta l'ordine del giorno Perugia n. 9/1746-bis/160, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: eliminare le parole «interrompere la vendita del patrimonio abitativo degli Enti pubblici».

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Sanza n. 9/1746-bis/161, mentre accetta l'ordine del giorno Fincato n. 9/1746-bis/162, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: dopo la parola «consentire» inserire le parole «l'utilizzo di risorse corrispondenti a quelle già riscosse da destinare alla» ed eliminare da «l'immediato reimpiego» fino a «loro realizzazione, la».

Il Governo non accetta gli ordini del giorno Meloni n. 9/1746-bis/163 e Pizzolante n. 9/1746-bis/164; accetta gli ordini del giorno Ventura n. 9/1746-bis/165, Migliavacca n. 9/1746-bis/166 e Gianfranco Conte n. 9/1746-bis/167; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1746-bis/168; accetta l'ordine del giorno Leoluca Orlando n. 9/1746-bis/169; accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Palomba n. 9/1746-bis/170 e Rampelli n. 9/1746-bis/171; accetta gli ordini del giorno Rotondo n. 9/1746-bis/172, D'Ulizia n. 9/1746-bis/173, Realacci n. 9/1746-bis/174, Chianale n. 9/1746-bis/175, Gentili n. 9/1746-bis/176, Fasciani n. 9/1746-bis/177 e Mariani n. 9/1746-bis/178, mentre non accetta gli ordini del giorno Garnero Santanchè n. 9/1746-bis/179 e Alberto Giorgetti n. 9/1746-bis/180.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Bressa n. 9/1746-bis/181. Quanto all'ordine del giorno Pellegrino n. 9/1746-bis/182...

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Pellegrino n. 9/1746-bis/182 è inammissibile.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. La ringrazio, signor Presidente.

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Camillo Piazza n. 9/1746-bis/183, mentre non accetta l'ordine del giorno Bonelli n. 9/1746-bis/184, perché non è materia di competenza del Governo, bensì delle authority.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Zanella n. 9/1746-bis/185, a condizione che rechi la stessa riformulazione dell'ordine del giorno Fincato n. 9/1746-bis/162. Il Governo accetta gli ordini del giorno Giovannelli n. 9/1746-bis/186, Chicchi n. 9/1746-bis/187, Motta n. 9/1746-bis/188, Duranti n. 9/1746-bis/189, Ceccuzzi n. 9/1746-bis/190, Tuccillo n. 9/1746-bis/191 e Cesario n. 9/1746-bis/192, mentre dell'ordine del giorno Zipponi n. 9/1746-bis/193 accetta la prima parte del dispositivo, accogliendo invece come raccomandazione la parte compresa dalle parole: «attraverso il mantenimento delle graduatorie permanenti» fino alla fine. Il Governo accetta l'ordine del giorno Widmann n. 9/1746-bis/194 ove il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di considerare la normativa in materia di deducibilità delle spese per le auto aziendali, introducendo un regime che tenga conto del fatto che l'auto aziendale rappresenta un costo forfettario di produzione».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Zeller n. 9/1746-bis/195 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Nicco n. 9/1746-bis/196 e Brugger n. 9/1746-bis/197. Quanto all'ordine del giorno Bezzi n. 9/1746-bis/198...

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Bezzi n. 9/1746-bis/198 è stato ritirato.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. La ringrazio, signor Presidente.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Napoletano n. 9/1746-bis/199 purché, nel dispositivo, le parole «ad obbligare le» siano sostituite dalle seguenti: «al rispetto da parte delle» e le parole «ad accertare preventivamente il» siano sostituite dalle seguenti: «del principio della necessità del previo».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Cancrini n. 9/1746-bis/200, limitatamente al primo periodo del dispositivo. Il Governo accetta l'ordine del giorno Galante n. 9/1746-bis/201, ove il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare le possibilità di ricalibrare le modalità di partecipazione del nostro paese in merito al programma JSF».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Pagliarini n. 9/1746-bis/202, ove il dispositivo sia riformulato nel senso di eliminare le parole: «ovvero preveda la completa copertura dei turn over». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bellillo n. 9/1746-bis/203; accetta l'ordine del giorno Crapolicchio n. 9/1746-bis/204; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ferdinando Benito Pignataro n. 9/1746-bis/205 e accetta l'ordine del giorno Diliberto n. 9/1746-bis/206.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno Licandro n. 9/1746-bis/207, il Governo esprime un invito al ritiro, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Tranfaglia n. 9/1746-bis/208 e l'ordine del giorno D'Agrò n. 9/1746-bis/209, limitatamente ai punti 2 e 3 del dispositivo. Il Governo accetta gli ordini del giorno Delfino n. 9/1746-bis/210, Marcazzan n. 9/1746-bis/211 e Drago n. 9/1746-bis/212 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Compagnon n. 9/1746-bis/213, a condizione che si sopprima il punto 9 del dispositivo.

Il Governo non accetta l'ordine del giorno Bosi n. 9/1746-bis/214, mentre accetta gli ordini del giorno D'Alia n. 9/1746-bis/215, Forlani n. 9/1746-bis/216, Barbieri n. 9/1746-bis/217, Volonté n. 9/1746-bis/218 e Formisano n. 9/1746-bis/219.

Quanto all'ordine del giorno Lucchese n. 9/1746-bis/220...

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Lucchese n. 9/1746-bis/220 è inammissibile.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. La ringrazio, signor Presidente.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Ciocchetti n. 9/1746-bis/221; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ruvolo n. 9/1746-bis/222; accetta l'ordine del giorno Martinello n. 9/1746-bis/223 e l'ordine del giorno Adolfo n. 9/1746-bis/224, purché, nella premessa, si sopprimano le parole: «, superiore anche a quella di Mestre», la parola «accantonate» sia sostituita dalla seguente: «indicate», la parola «milioni» sia sostituita dalla parola «miliardi» e nel dispositivo siano soppresse le parole: «già accantonate».

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mereu n. 9/1746-bis/225, mentre non accetta l'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/1746-bis/226. Il Governo accetta gli ordini del giorno Mazzoni n. 9/1746-bis/227, Tucci n. 9/1746-bis/228, mentre non accetta l'ordine del giorno Galletti n. 9/1746-bis/229. Gli ordini del giorno Peretti n. 9/1746-bis/230, Tassone n. 9/1746-bis/231, Ronconi n. 9/1746-bis/232 sono accolti come raccomandazione, mentre l'ordine del giorno Oliva n. 9/1746-bis/233 è accettato purchè sia espunta l'indicazione delle cifre in esso riportate. L'ordine del giorno Lo Monte n. 9/1746-bis/234 è accolto come raccomandazione, mentre il Governo non accetta l'ordine del giorno Neri n. 9/1746-bis/235.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Rao n. 9/1746-bis/236 e l'ordine del giorno Raiti n. 9/1746-bis/237 con la seguente riformulazione del dispositivo: dopo le parole «procedere, in tempi rapidi» sopprimere le seguenti: «entro un anno» e, dopo le parole «delle sue risorse» inserire le seguenti: «al fine di rilanciarne gli originali obiettivi». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Sgobio n. 9/1746-bis/238, mentre accetta gli ordini del giorno Satta n. 9/1746-bis/239, Pisacane n. 9/1746-bis/240, D'Elpidio n. 9/1746-bis/241, Fabris n. 9/1746-bis/242, Giovanardi n. 9/1746-bis/243, Del Mese n. 9/1746-bis/244, Affronti n. 9/1746-bis/245, Picano n. 9/1746-bis/246, Rocco Pignataro n. 9/1746-bis/247, Morrone n. 9/1746-bis/248, Li Causi n. 9/1746-bis/249 e Quartiani n. 9/1746-bis/250.

L'ordine del giorno Giuditta n. 9/1746-bis/251 è stato ritirato. L'ordine del giorno Turci n. 9/1746-bis/252 è accettato la seguente con riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di giungere ad una riduzione dell'aliquota nella misura del 20 per cento, ove dagli accertamenti effettuati derivi un maggior gettito in favore dello Stato».

L'ordine del giorno Villetti n. 9/1746-bis/253 è accettato con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo ad un'analisi e ad una verifica dell'efficacia di Sviluppo Italia e, dopo questo esame, da compiere in tempi rapidi, dare la soluzione più opportuna al problema della sua liquidazione».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Buemi n. 9/1746-bis/254, limitatamente al dispositivo (Applausi). Il Governo accetta l'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255, sopprimendo le prime parole del dispositivo, da «a impiegare» fino a: «IRPEF». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Crema n. 9/1746-bis/256, mentre accetta l'ordine del giorno Di Gioia n. 9/1746-bis/257, purché riformulato sopprimendo le parole: «nazionale di formazione delle forze».

L'ordine del giorno Misiti n. 9/1746-bis/258 è stato ritirato. Il Governo accetta l'ordine del giorno Mura n. 9/1746-bis/259, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Aurisicchio n. 9/1746-bis/260 e Tessitore n. 9/1746-bis/261. Il Governo accetta l'ordine del giorno Sasso n. 9/1746-bis/262, limitatamente ai punti 1 e 2 del dispositivo, mentre il 3 punto è accolto solo come raccomandazione.

L'ordine del giorno Benzoni n. 9/1746-bis/263 è accolto come raccomandazione, mentre l'ordine del giorno Giachetti n. 9/1746-bis/264 è accettato con la seguente riformulazione: dopo «impegna il Governo», sostituire le parole «a modificare» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di modificare» e sopprimere i riferimenti alle somme «da 250.000 a 300.000 euro».

Il Governo accetta gli ordini del giorno Ruta n. 9/1746-bis/265, Rusconi n. 9/1746-bis/266 e Volpini n. 9/1746-bis/267. L'ordine del giorno Froner n. 9/1746-bis/268 è inammissibile. L'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/1746-bis/269 è accettato purché riformulato sostituendo, nel dispositivo, la parola: «garantire», con la seguente: «prevedere». Il Governo accetta l'ordine del giorno Sereni n. 9/1746-bis/270, mentre per quanto riguarda l'ordine del giorno Bellotti n. 9/1746-bis/271 rinvio al parere espresso sull'ordine del giorno Tessitore n. 9/1746-bis/261.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Porfidia n. 9/1746-bis/272, se riformulato sostituendo, nella parte dispositiva, la parola «diminuire» con la parola «fissare» ed inserendo prima delle parole «al 25 per cento» le seguenti: «non superiore».

Il Governo accetta gli ordini del giorno Lion n. 9/1746-bis/273 e Cogodi n. 9/1746-bis/274. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Pili n. 9/1746-bis/275, in quanto non riferito all'attuale formulazione del testo di riferimento. Il Governo accetta l'ordine del giorno Donadi n. 9/1746-bis/276, mentre non accetta gli ordini del giorno Raisi n. 9/1746-bis/277, Bono n. 9/1746-bis/278, Menia n. 9/1746-bis/279, Proietti n. 9/1746-bis/280, Alemanno n. 9/1746-bis/281, Ronchi n. 9/1746-bis/282 (Commenti di deputati del gruppo Alleanza Nazionale)...

 

PRESIDENTE. Colleghi, se urlate, non riesco a sentire cosa sta dicendo il sottosegretario.

 

ROBERTO SALERNO. Vergogna! Il 281 non l'ha letto!

 

PRESIDENTE. Ora non può commentare, lo farà dopo, quando prenderà la parola. Prego il sottosegretario di continuare ad esprimere il parere (Commenti dai banchi di Alleanza Nazionale).

Mi scusi, sottosegretario, i rumori prodotti non mi hanno consentito di apprezzare il parere espresso sull'ordine del giorno Ronchi n. 9/1746-bis/282.

 

ROBERTO SALERNO. Vergogna!

 

PRESIDENTE. Prego il deputato Salerno di restare seduto e di non interrompere. La prego di sedersi, altrimenti devo richiamarla.

 

ELIO VITO. Non può stare nemmeno seduto!

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta gli ordini del giorno Ronchi n. 9/1746-bis/282, Angelino Alfano n. 9/1746-bis/283, Gioacchino Alfano n. 9/1746-bis/284 ed Aprea n. 9/1746-bis/285, mentre accetta l'ordine del giorno Armosino n. 9/1746-bis/286, relativamente al solo dispositivo.

Il Governo non accetta gli ordini del giorno Azzolini n. 9/1746-bis/287, Baiamonte n. 9/1746-bis/288, Baldelli n. 9/1746-bis/289. Accetta l'ordine del giorno Bernardo n. 9/1746-bis/290, mentre non accetta gli ordini del giorno Biancofiore n. 9/1746-bis/291 e Bocciardo n. 9/1746-bis/292.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Boniver n. 9/1746-bis/293, se riformulato sostituendo con le parole «impegna il Governo ad individuare opportune iniziative dirette alla» la parte iniziale del dispositivo, prima della parola «valorizzazione».

Il Governo non accetta gli ordini del giorno Boscetto n. 9/1746-bis/294 e Brancher n. 9/1746-bis/295, mentre accetta l'ordine del giorno Bruno n. 9/1746-bis/296, limitatamente alla parte dispositiva. Il Governo accetta l'ordine del giorno Brusco n. 9/1746-bis/297, se riformulato eliminando i riferimenti al «60 per cento» ed al «40 per cento», contenuti nel secondo capoverso della parte dispositiva.

Il Governo non accetta gli ordini del giorno Caligiuri n. 9/1746-bis/298 e Campa n. 9/1746-bis/299, mentre accetta l'ordine del giorno Carfagna n. 9/1746-bis/300, limitatamente alla sola parte dispositiva. Accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Carlucci n. 9/1746-bis/301 e non accetta gli ordini del giorno Ceccacci n. 9/1746-bis/302, Ceroni n. 9/1746-bis/303 e Cesaro n. 9/1746-bis/304.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Nicola Cosentino n. 9/1746-bis/305, se riformulato sostituendo la prima parte del dispositivo fino alle parole «della gestione dei rifiuti solidi urbani» con le seguenti «impegna il Governo a superare al termine del mandato del commissario la fase emergenziale» prima delle parole «della gestione dei rifiuti solidi urbani».

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Costa n. 9/1746-bis/306, accetta l'ordine del giorno Craxi n. 9/1746-bis/307, non accetta l'ordine del giorno Crimi n. 9/1746-bis/308, accetta l'ordine del giorno Crosetto n. 9/1746-bis/309.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Della Vedova n. 9/1746-bis/310, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, mentre non accetta il secondo capoverso. Accetta inoltre l'ordine del giorno Dell'Elce n. 9/1746-bis/311.

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Cagno n. 9/1746-bis/312, fino alle parole «della città di Taranto», contenute nella parte dispositiva, mentre non accetta le parole successive. Accetta l'ordine del giorno Di Centa n. 9/1746-bis/313, nel testo così come riformulato dal presentatore. Accetta altresì l'ordine del giorno Di Virgilio n. 9/1746-bis/314.

Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fabbri n. 9/1746-bis/315; accetta invece l'ordine del giorno Fallica n. 9/1746-bis/316, limitatamente alla parte dispositiva. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Fasolino n. 9/1746-bis/317, mentre accetta l'ordine del giorno Fedele n. 9/1746-bis/318, limitatamente alla sola parte dispositiva.

Il Governo non accetta gli ordini del giorno Ferrigno n. 9/1746-bis/319, Giuseppe Fini n. 9/1746-bis/320 e Fitto n. 9/1746-bis/321. Accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Franzoso n. 9/1746-bis/323. Accetta l'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/1746-bis/324 limitatamente alla sola parte dispositiva, se riformulata sostituendo le parole «ad autorizzare l'Agenzia del demanio» con le parole «a dare facoltà all'Agenzia del demanio, di intesa con il Ministero dei beni culturali».

Il Governo accetta l'ordine del giorno Galli n. 9/1746-bis/325, non accetta l'ordine del giorno Garagnani n. 9/1746-bis/326, accetta l'ordine del giorno Gardini n. 9/1746-bis/327 con la seguente riformulazione del dispositivo: rimane invariata la prima parte, fino alle parole «norme in esame», mentre quella successiva viene sostituita come segue: «di modificare la disciplina di cui in premessa».

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gelmini n. 9/1746-bis/328, non accetta l'ordine del giorno Germanà n. 9/1746-bis/329, accetta l'ordine del giorno Giacomoni n. 9/1746-bis/330, non accetta l'ordine del giorno Giro n. 9/1746-bis/331, accetta l'ordine del giorno Giudice n. 9/1746-bis/332 ( in conformità con l'ordine del giorno presentato dagli onorevoli Duilio e Ventura), non accetta gli ordini del giorno Iannarilli n. 9/1746-bis/333, Jannone n. 9/1746-bis/334, La Loggia n. 9/1746-bis/335 e Lainati n. 9/1746-bis/336.

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lazzari n. 9/1746-bis/337, esclusa l'ultima parte del dispositivo, dalle parole «possano accedere all'istituto» fino alla fine.

Il Governo accetta l'ordine del giorno Lenna n. 9/1746-bis/338 e l'ordine del giorno Marinello n. 9/1746-bis/339 limitatamente al solo dispositivo, non accetta l'ordine del giorno Marras n. 9/1746-bis/340, accetta l'ordine del giorno Martusciello n. 9/1746-bis/341, limitatamente al solo dispositivo, accetta l'ordine del giorno Mazzaracchio n. 9/1746-bis/342 e l'ordine del giorno Milanato n. 9/1746-bis/343, limitatamente al solo dispositivo, non accetta l'ordine del giorno Minardo n. 9/1746-bis/344, accetta l'ordine del giorno Mistrello n. 9/1746-bis/345, limitatamente al solo dispositivo, non accetta l'ordine del giorno Misuraca n. 9/1746-bis/346, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mondello n. 9/1746-bis/347 e l'ordine del giorno Mormino n. 9/1746-bis/348.

Il Governo non accetta gli ordini del giorno Moroni n. 9/1746-bis/349, Nan n. 9/1746-bis/350 e Palmieri n. 9/1746-bis/351; accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Palumbo n. 9/1746-bis/352 e Paniz n. 9/1746-bis/353. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Paroli n. 9/1746-bis/354, accetta l'ordine del giorno Pecorella n. 9/1746-bis/355, non accetta l'ordine del giorno Pelino n. 9/1746-bis/356 e formula un invito al ritiro sull'ordine del giorno Mario Pepe n. 9/1746-bis/357, in quanto superfluo.

Il Governo non accetta l'ordine del giorno Pescante n. 9/1746-bis/358, accetta l'ordine del giorno Picchi n. 9/1746-bis/359, limitatamente al solo dispositivo, accetta l'ordine del giorno Ponzo n. 9/1746-bis/360 e Prestigiacomo n. 9/1746-bis/361, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ravetto n. 9/1746-bis/362, non accetta l'ordine del giorno Rivolta n. 9/1746-bis/363, accetta l'ordine del giorno Ricevuto n. 9/1746-bis/364, limitatamente al dispositivo, ed accetta l'ordine del giorno Romagnoli n. 9/1746-bis/365 con la seguente riformulazione: aggiungere alla fine del dispositivo le parole «fatte salve le esigenze di finanza pubblica e le risorse disponibili».

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Romele n. 9/1746-bis/366, non accetta gli ordini del giorno Luciano Rossi n. 9/1746-bis/367 e Paolo Russo n. 9/1746-bis/368, accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis/369, non accetta gli ordini del giorno Simeoni n. 9/1746-bis/370 e Stagno D'Alcontres n. 9/1746-bis/371, accetta l'ordine del giorno Stradella n. 9/1746-bis/372, non accetta gli ordini del giorno Testoni n. 9/1746-bis/373, Tondo n. 9/1746-bis/374 e Tortoli n. 9/1746-bis/375, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis/376, accetta, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Valducci n. 9/1746-bis/377 e Verdini n. 9/1746-bis/378.

Il Governo non accetta gli ordini del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis/379, Zanetta n. 9/1746-bis/380, Zorzato n. 9/1746-bis/381 e Lupi n. 9/1746-bis/382, accetta l'ordine del giorno Buonfiglio n. 9/1746-bis/383, non accetta gli ordini del giorno Grassi n. 9/1746-bis/384, Bianchi n. 9/1746-bis/385 e Greco n. 9/1746-bis/386. Formula un invito al ritiro sull'ordine del giorno Romano n. 9/1746-bis/387, in quanto il Governo si è già impegnato a valutare la questione in Senato. Infine, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Buontempo n. 9/1746-bis/388 (Applausi).

Signor Presidente, vorrei correggere il parere precedentemente espresso su due ordini del giorno. Il Governo accetta gli ordini del giorno Brugger n. 9/1746-bis/197 e Palmieri n. 9/1746-bis/351.

 

PRESIDENTE. Mi pare che vi fossero altri 4 ordini del giorno da esaminare...

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, avevo già espresso il parere sugli ordini del giorno n. 9/1746-bis/384...

 

PRESIDENTE. Effettivamente i pareri sono già stati espressi: chiedo scusa.

 

RUGGERO RUGGERI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. A che titolo?

 

RUGGERO RUGGERI. Sull'ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RUGGERO RUGGERI. Signor Presidente, ritengo vi sia stata una svista. Senza entrare nel merito, faccio osservare che, con riferimento all'ordine del giorno a mia firma n. 9/1746-bis/67, è stata proposta una riformulazione che in realtà era riferita ad un diverso ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Affronteremo la questione quando esamineremo tale ordine del giorno.

Proporrei ai presentatori di dare per acquisito che non saranno posti in votazione gli ordini del giorno accettati dal Governo.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maroni n. 9/1746-bis/2, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ossorio n. 9/1746-bis/4 e Chiaromonte n. 9/1746-bis/7, accolti come raccomandazione dal Governo.

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Patarino n. 9/1746-bis/8 e non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/1746-bis/10, accettato dal Governo limitatamente al primo punto del dispositivo.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zacchera n. 9/1746-bis/11, accolto dal Governo come raccomandazione.

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Catanoso n. 9/1746-bis/12 e non insistono per la votazione.

Prendo atto che la deputata Nicchi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/14, accolto come raccomandazione.

Prendo atto che il deputato Longhi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/15 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che la deputata Schirru non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/16, accolto come raccomandazione.

Prendo atto che il deputato Crisci accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/17 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che il deputato Burgio accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/18 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che il deputato Attili non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/19, accolto come raccomandazione.

Prendo atto che il deputato Calgaro non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/20, per il quale vi era stato un invito al ritiro da parte del Governo.

Prendo atto che il deputato Martinelli accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/22 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che il deputato Ulivi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/23, accolto come raccomandazione.

Prendo atto che il deputato Folena accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/25 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che il deputato Lo Presti insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/27, non accettato dal Governo.

Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1746-bis/27, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 546

Votanti 529

Astenuti 17

Maggioranza 265

Hanno votato sì 217

Hanno votato no 312).

 

Prendo atto che il deputato Germanà non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

Prendo atto che il deputato Di Salvo accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/28 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che la deputata Cioffi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/32 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che il deputato Saglia insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/33, per il quale vi era stato un invito al ritiro da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Saglia. Ne ha facoltà.

 

STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, vorrei richiamare la sua attenzione e quella del Governo. Il sottosegretario mi ha invitato a ritirare il mio ordine del giorno sostenendo che gli impegni chiesti al Governo sono già compresi nei commi 502 e 503. In realtà, non è così perché si tratta di un'integrazione; infatti, stiamo parlando di un tema particolarmente delicato che ha visto impegnato, in queste settimane, anche il Presidente del Consiglio dei ministri. Mi riferisco agli approvvigionamenti del gas e al fatto che i gasdotti italiani sono compresi nell'ambito di una società, Snam Rete Gas, all'interno della quale il capitale di ENI dovrebbe diminuire, secondo un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

L'ordine del giorno impegna il Governo, per quanto attiene alla separazione proprietaria, ad emanare il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non prima dell'approvazione dei criteri di delega per l'attuazione della direttiva 2003/55.

Su questo, credo che non si possa sostenere che il tema sia già ricompreso nei due commi richiamati. Diamo atto al Governo di aver affrontato la questione in questi due commi, ma vi è la necessità di integrarla con questo impegno. Quindi, chiedo al Governo se sia possibile riformulare il mio ordine del giorno.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Saglia n. 9/1746-bis/33, altrimenti il parere è contrario.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Saglia n. 9/1746-bis/33, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 538

Votanti 534

Astenuti 4

Maggioranza 268

Hanno votato sì 227

Hanno votato no 307).

 

Prendo atto che il deputato Lovelli accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/37 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che il deputato Osvaldo Napoli insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/42, non accettato dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Osvaldo Napoli n. 9/1746-bis/42, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 539

Maggioranza 270

Hanno votato sì 230

Hanno votato no 309).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leone n. 9/1746-bis/43, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 542

Votanti 541

Astenuti 1

Maggioranza 271

Hanno votato sì 232

Hanno votato no 309).

 

Prendo atto che il deputato Balducci non è riuscito a votare.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimaldi n. 9/1746-bis/44, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 543

Votanti 542

Astenuti 1

Maggioranza 272

Hanno votato 231

Hanno votato no 311).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Romani n. 9/1746-bis/45, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 540

Maggioranza 271

Hanno votato sì 233

Hanno votato no 307).

 

Prendo atto che il deputato Volontè non è riuscito a votare.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Berruti n. 9/1746-bis/47, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 549

Votanti 548

Astenuti 1

Maggioranza 275

Hanno votato sì 235

Hanno votato no 313).

 

Prendo atto che il deputato Adenti accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/48 e non insiste per la votazione.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, ho letto impropriamente la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno Adenti 9/1746-bis/48. Quella corretta è la seguente: dopo le parole «della presente legge», vengono inserite le seguenti: «anche iniziative finalizzate all'obiettivo di incentivare la permanenza in famiglia dei bambini nel primo anno di vita».

 

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Adenti n. 9/1746-bis/48 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.

Prendo atto che l'ordine del giorno Colasio n. 9/1746-bis/51 è stato ritirato.

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Velo n. 9/1746-bis/52, Bafile n. 9/1746-bis/53 e Fedi n. 9/1746-bis/54 accettano la riformulazione proposta del Governo e non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Laratta n. 9/1746-bis/57, accolto come raccomandazione, non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Cialente n. 9/1746-bis/58 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.

Chiedo al deputato Verro se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/59, non accettato dal Governo.

 

ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, insisto per la votazione. Secondo fonti di agenzia, Prodi esalta le critiche, definendole «meravigliose critiche». Con ciò si mostra più interessato alle critiche che non alle proposte costruttive che, in verità, non siamo riusciti ad avanzare né in Commissione bilancio né alla Camera. Per la verità, il mio ordine del giorno non è né una critica né una proposta. È un atto di rispetto nei confronti del Parlamento, perché si limita ad impegnare il Governo a riferire alla Camera entro dieci mesi sugli esiti determinatesi per l'economia, a seguito dell'introduzione della riforma fiscale.

Mi vuole spiegare il sottosegretario perché ha così poco rispetto del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)?

 

PRESIDENTE. Mi pare che il Governo non abbia nulla da aggiungere.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Verro n. 9/1746-bis/59, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Dai banchi dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia si grida: Vergogna!).

(Presenti e votanti 542

Maggioranza 272

Hanno votato 228

Hanno votato no 314).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colucci n. 9/1746-bis/60, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 535

Maggioranza 268

Hanno votato 225

Hanno votato no 310).

 

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Bucchino n. 9/1746-bis/63 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Schietroma n. 9/1746-bis/64, accolto come raccomandazione, non insistono per la votazione.

Prendo atto che il deputato Vitali accetta la riformulazione del dispositivo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/65 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Antinucci n. 9/1746-bis/66, accolto come raccomandazione, non insistono per la votazione.

Passiamo all'ordine del giorno Ruggeri n. 9/1746-bis/67.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, chiedo di parlare per una precisazione.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, vorrei precisare la proposta di riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno Ruggeri n. 9/1746-bis/67, che risulta del seguente tenore: «impegna il Governo a predisporre le opportune norme affinché sia rivista la normativa fiscale sulle operazioni dei comuni e delle province (...)», fino alle parole: «all'istruzione primaria e secondaria». Vengono espunte le parole successive.

 

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Ruggeri n. 9/1746-bis/67 accolgono la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Burchiellaro n. 9/1746-bis/68, Stramaccioni n. 9/1746-bis/69, Rossi Gasparrini n. 9/1746-bis/70, Cesini n. 9/1746-bis/71 e Aracu n. 9/1746-bis/72 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Carta n. 9/1746-bis/76 accolgono la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.

Prendo atto che il deputato Musi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/77 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Barbi n. 9/1746-bis/78, Zucchi n. 9/1746-bis/80 e Duilio n. 9/1746-bis/85 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Lulli n. 9/1746-bis/88 accolgono la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.

Prendo atto che il deputato Laurini accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/90 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Bertolini n. 9/1746-bis/91 insistono per la votazione.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bertolini n. 9/1746-bis/91, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 542

Votanti 538

Astenuti 4

Maggioranza 270

Hanno votato 226

Hanno votato no 312).

 

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Licastro Scardino n. 9/1746-bis/92 e non insistono per la votazione.

Deputato Amoruso, accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/94?

 

FRANCESCO MARIA AMORUSO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

FRANCESCO MARIA AMORUSO. Signor Presidente, comprendo le ragioni del Governo in quanto la norma non è stata ripresentata, ma essendo, questo, un ordine del giorno di mero indirizzo, senza alcun impegno di spesa, e poiché ricorre, tra qualche giorno, il decennale della nascita degli enti di previdenza privatizzati, penso che - dal momento che il Governo, attraverso incontri presso il Ministero e con la pubblicazione di articoli di stampa, ha dato notizia di voler procedere nel riconoscimento dell'autonomia normativa e gestionale di quegli enti, che viene loro proprio dai decreti n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996 - accogliere anche come raccomandazione questo ordine del giorno rappresenterebbe un atto di disponibilità nei confronti sia degli enti sia di tutte le professioni liberali che vedono nella previdenza privata un punto di riferimento qualificante per la previdenza italiana (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Il Governo?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, confermo il parere espresso precedentemente.


PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. Amoruso n. 9/1746-bis/94, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 548

Votanti 544

Astenuti 4

Maggioranza 273

Hanno votato sì 232

Hanno votato no 312).

 

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Paoletti Tangheroni n. 9/1746-bis/95 e non insistono per la votazione.

Chiedo al deputato Mazzocchi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/96, non accettato dal Governo.

 

ANTONIO MAZZOCCHI. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, in questo momento vorrei rivolgermi al ministro Visco. Lei, signor ministro, nel presentare il disegno di legge finanziaria, ha dichiarato che vuole combattere l'evasione fiscale e far emergere il sommerso e, soprattutto, che non vuole più fare condoni.

Le sembrerà strano, ma su queste sue tre affermazioni mi trovo d'accordo. Tuttavia, non riesco a capire per quale motivo, quando si presenta un ordine del giorno nel quale si fa rilevare che in Italia vi sono oltre 3 milioni di protesti al di sotto dei 20 mila euro, che riguardano 85 mila tra commercianti ed artigiani, che sono costretti a lavorare nel sommerso, quando non si chiede di fare un indulto, ma di assumere un'iniziativa legislativa attraverso la quale questi commercianti possano portare nelle banche il loro debito, essere cancellati dalle centrali di rischio ed essere immessi nuovamente nel mercato, pagando le tasse e non evadendo più, lei non accetti il mio ordine del giorno.

Signor Presidente, anche per dare un segnale a questi commercianti e a questi artigiani che Visco considera continui evasori (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), mentre non lo sono, chiedo di accogliere l'ordine del giorno in oggetto, almeno come raccomandazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non ha nulla da aggiungere.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mazzocchi n. 9/1746-bis/96, non accettato dal Governo (Una voce dai banchi di Alleanza Nazionale: Vergogna!).

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 545

Votanti 538

Astenuti 7

Maggioranza 270

Hanno votato sì 229

Hanno votato no 309).

 

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Mancini n. 9/1746-bis/97, Cicu n. 9/1746-bis/98 e Bocci n. 9/1746-bis/99 accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione.

Prendo atto che l'onorevole Caparini insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746/100, non accettato dal Governo.

Passiamo ai voti.


Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/1746-bis/100, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 544

Votanti 536

Astenuti 8

Maggioranza 269

Hanno votato sì 226

Hanno votato no 310).

 

Prendo atto che il deputato Allasia insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/101, accolto come raccomandazione dal Governo limitatamente al dispositivo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/1746-bis/101, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 543

Votanti 533

Astenuti 10

Maggioranza 267

Hanno votato sì 222

Hanno votato no 311).

 

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Gibelli n. 9/1746-bis/102 e Cota n. 9/1746-bis/103, accolti dal Governo come raccomandazione, Bodega n. 9/1746-bis/104, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, se riformulato, e Garavaglia n. 9/1746-bis/105, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.

Deputato Dussin, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/106, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro?

 

GUIDO DUSSIN. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, mi rivolgo anche a lei, che ha un poster di Bartali e Coppi nel suo studio. Siete tanto appassionati di ciclismo: questo ordine del giorno prevede la costruzione di un velodromo in Italia, perché attualmente gli atleti sono costretti a praticare il loro allenamento - mi riferisco alla nazionale - in Svizzera.

Al Presidente del Consiglio, che usa sempre maglie non italiane, ma giapponesi, della Asics - lo sappiamo bene - piace andare a tutte le inaugurazioni dei mondiali, quando, magari vengono anche sponsorizzate dalla Lega, in modo particolare.

Noi avevamo dato sostegno, con questo ordine del giorno, alla federazione ciclistica, che si è impegnata anch'essa a finanziare il velodromo e non riesco a capire come mai il Governo non possa almeno accogliere come raccomandazione questo ordine del giorno almeno per dare una soddisfazione alla Federazione ciclistica italiana.

So che non abbiamo fatto una proposta per Roma, per Rutelli o per il ministro dello sport, e che questi soldi non sono stati finanziati per questo obiettivo, ma per la provincia maggiormente ciclistica d'Italia. Non so perché non si voglia dare soddisfazione alla federazione. Vi aspettiamo ai mondiali di ciclocross del 2008 e poi vedremo come potremo incidere con le nostre proposte.

Rivolgo infine un appello ai parlamentari della squadra ciclistica italiana a votare a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dussin n. 9/1746-bis/106, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 537

Votanti 521

Astenuti 16

Maggioranza 261

Hanno votato sì 239

Hanno votato no 282).

 

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Goisis n. 9/1746-bis/107 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Goisis n. 9/1746-bis/107, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 542

Votanti 540

Astenuti 2

Maggioranza 271

Hanno votato sì 231

Hanno votato no 309).

 

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Alessandri n. 9/1746-bis/108 e Bricolo n. 9/1746-bis/109, accettati dal Governo limitatamente al dispositivo, se riformulati, Filippi n. 9/1746-bis/110, accolto dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, e Lussana n. 9/1746-bis/111, accettato limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Fugatti n. 9/1746-bis/112 insiste per la votazione.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fugatti n. 9/1746-bis/112, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 541

Votanti 538

Astenuti 3

Maggioranza 270

Hanno votato sì 229

Hanno votato no 309).

 

Deputato Dozzo, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/113, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo?

 

GIANPAOLO DOZZO. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, sono rimasto meravigliato che il Governo abbia accolto come raccomandazione questo ordine del giorno.

Nelle dodici finanziarie che ho vissuto qui dentro, facendo il conto di tutti gli ordini del giorno accolti come raccomandazione dal Governo, penso che ve ne siano circa diecimila e ho visto che fine fanno.

Qui si parla del problema scottante della mancanza di forze di polizia nei territori, specialmente in quelli di alcune province del nord, già menzionati, nei quali le piante organiche sono ferme dal 1983. In cinque anni, sono stati aperti alcuni commissariati...

 

PRESIDENTE. La invito a concludere.

 

GIANPAOLO DOZZO. ... tanto per rispondere.

Quindi, mi aspettavo che il mio ordine del giorno fosse non solo accolto come raccomandazione, ma accettato in toto dal Governo. Vedo che non è così, signor Presidente. Pertanto, insisto per la votazione ed aspetto di vedere come si esprimeranno i colleghi del Veneto e del nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

 

PRESIDENTE. Devo considerare come non accettato dal Governo l'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis/113, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 538

Votanti 531

Astenuti 7

Maggioranza 266

Hanno votato 233

Hanno votato no 298).

 

ELIO VITO. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ELIO VITO. Signor Presidente, non è che questo faccia cambiare l'atteggiamento della maggioranza ma, per la precisione, non può essere considerato da punire l'atteggiamento di chi insiste per la votazione di un ordine del giorno accolto soltanto come raccomandazione dal Governo, trasformandosi automaticamente il parere del Governo in contrario: viene messo ai voti un ordine del giorno accolto dal Governo come raccomandazione; e la maggioranza potrebbe anche adeguarsi al parere favorevole del Governo ed approvarlo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!

 

PRESIDENTE. Tenderei ad accogliere la sua sollecitazione per il futuro. Grazie.

 

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente!

 

PRESIDENTE. Deputato Dozzo, qual è la sua osservazione?

 

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, accade per la prima volta, in quest'aula, che il Governo, su ordini del giorno già accolti come raccomandazione esprima, poi, un parere contrario. Non esiste (Commenti dei deputati Quartiani e Giachetti)! Calma (Commenti dei deputati Quartiani e Giachetti)... Calma, Giachetti...

 

PRESIDENTE. Scusate, colleghi, lasciate parlare!

 

GIANPAOLO DOZZO. Se l'ordine del giorno è stato accolto come raccomandazione, non vedo perché, di punto in bianco, il parere possa cambiare (Commenti del deputato Quartiani)!

 

PRESIDENTE. Scusate, colleghi...

 

GIANPAOLO DOZZO. Sarà compito dell'Assemblea, sarà compito di noi parlamentari...

 

PRESIDENTE. È stato chiarissimo, deputato Dozzo...

 

GIANPAOLO DOZZO. ...esprimere il nostro voto, ma non è possibile che il Governo cambi parere.

 

PRESIDENTE. L'ha già detto.

In precedenza, mi ero espresso, come al solito, «largheggiando». Tuttavia, le faccio notare, e faccio notare anche al deputato Elio Vito, che, nel caso si metta in votazione, quando il Governo si è espresso nel senso dell'accoglimento come raccomandazione, essendo rifiutata dal presentatore la raccomandazione, il Governo ha titolo per pronunciarsi di nuovo e, in questo caso, per manifestare la sua contrarietà.

 

ROBERTO GIACHETTI. È chiaro!

 

PRESIDENTE. L'unico elemento che posso correggere è che ho creduto di interpretare il Governo, riguardo all'espressione del parere negativo...

 

LUCA VOLONTÈ. Addirittura!

 

PRESIDENTE. ... ma è l'unico aspetto da correggere.

In ogni caso, per trasparenza, propongo di ripetere la votazione e chiedo al Governo se abbia ragione di pronunziarsi, essendo l'elemento così costituito: il deputato Dozzo, primo firmatario dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis/113, ne rifiuta l'accoglimento come raccomandazione ed insiste per la votazione.

Il Governo vuole pronunciarsi?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis/113, onorevole Presidente (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord padania).

 

PRESIDENTE. L'ordine è ristabilito.

Dispongo l'annullamento della votazione effettuata sull'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis/113...

 

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. A che titolo, per favore?

 

ROBERTO COTA. Le chiedo di far ripetere anche la votazione...

 

PRESIDENTE. No, non è possibile!

 

ROBERTO COTA. No, no, no...

 

PRESIDENTE. La prego, non è possibile! Non possiamo ritornare...

 

ROBERTO COTA. Mi faccia finire!

 

PRESIDENTE. Assolutamente!

Passiamo ai voti.

 

Indìco nuovamente la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dozzo n. 9/1746-bis/113, non accettato dal Governo, secondo il parere ora acquisito.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 538

Votanti 534

Astenuti 4

Maggioranza 268

Hanno votato sì 233

Hanno votato no 301).

 

Prendo atto che il deputato Stucchi accetta la riformulazione proposta dal Governo della parte dispositiva del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/114 e non insiste per la votazione.

Prendo atto che il deputato Grimoldi insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/115, non accettato dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1746-bis/115, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 535

Votanti 530

Astenuti 5

Maggioranza 266

Hanno votato sì 216

Hanno votato no 314).

 

Prendo atto che il deputato Tassone ha erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Montani n. 9/1746-bis/116, non accettato dal Governo, insiste per la votazione.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montani n. 9/1746-bis/116, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

La Camera respinge... Scusate, dichiaro chiusa la votazione: come si vede, anticipo...!

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 426

Votanti 425

Astenuti 1

Maggioranza 213

Hanno votato sì 183

Hanno votato no 242).

 

Prendo atto che i deputati Compagnon, Piro e Rampelli non sono riusciti a votare.

 

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per dirle che, nel momento in cui lei ha detto che la votazione era chiusa, evidentemente non ho fatto in tempo a votare nuovamente. Pertanto, le segnalo che avrei voluto esprimere un voto contrario.

 

PRESIDENTE. Sta bene, deputato Borghesi: la Presidenza ne prende atto.

Prendo atto che il deputato Pottino accetta la riformulazione del dispositivo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/117 e non insiste per la votazione.

 

GUIDO DUSSIN. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, il collega Borghesi ha formulato la sua osservazione, ma non si capiva da quale postazione votava, e quindi...

 

PRESIDENTE. La prego...!

 

GUIDO DUSSIN. Vorrei capire...

 

PRESIDENTE. Per favore, per favore!

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Fava n. 9/1746-bis/118, non accettato dal Governo, insiste per la votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Filippi. Ne ha facoltà.

 

ALBERTO FILIPPI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno si affronta il contenuto dell'originario articolo 16 del disegno di legge finanziaria; l'argomento trattato è, in buona sostanza, l'accesso libero e gratuito all'interno delle spiagge, comprese quelle private.

Questo comporta una serie di problemi (Commenti)... Presidente, chiedo un po' di silenzio...

 

PRESIDENTE. Colleghi!

 

ALBERTO FILIPPI. ... ed un po' di dignità, grazie!

 

PRESIDENTE. Lei prosegua pure il suo intervento e l'Assemblea, per favore, veda di consentirne l'ascolto, grazie!

 

ALBERTO FILIPPI. Vorrei recuperare questi secondi di tempo, grazie.

Come stavo dicendo, ciò comporta alcuni problemi, come ad esempio un danno al concessionario del bagno o ai clienti che pagano. Per esempio, vi è anche un danno alla sicurezza, in quanto il bagnino stesso non ha ben presente chi possano essere in quel momento i bagnanti.

In più, oggi le spiagge sono diventate, Presidente, una passeggiata di venditori africani (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...

 

ANDREA MARTELLA. Chi è il firmatario?

 

PRESIDENTE. Per favore...!

 

ALBERTO FILIPPI. ... e di pseudomassaggiatrici orientali. Abbiamo le spiagge più belle, abbiamo le spiagge (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo - Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...!

Presidente! Presidente, la prego! Può dirgli di lasciarmi esprimere il mio pensiero (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...!

 

PRESIDENTE. Vi prego! Vi prego (Commenti)! No! Loro sanno...

 

ALBERTO FILIPPI. Non siamo ancora in Unione Sovietica!

 

PRESIDENTE. Per favore! Vi dovrebbe interessare sapere che, per la procedura semplificata, il deputato ha diritto di prendere la parola, questa volta, per un' unica volta e per tutta la seduta! Ora ha diritto di parlare.

Prego, deputato Filippi, riprenda il suo intervento, e loro gli consentano di parlare!

 

ALBERTO FILIPPI. In più, oggi le spiagge sono diventate una passeggiata per venditori africani! Sono diventate luoghi di lavoro per pseudomassaggiatrici orientali, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!

 

LUCA VOLONTÈ. Ma dove andate al mare?

 

PRESIDENTE. Per favore!

 

ALBERTO FILIPPI. Abbiamo le spiagge più belle dell'intero pianeta, ed è giusto che abbiano la dignità che si meritano (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Forza Italia)!

 

PRESIDENTE. Inviterei comunque, anche nelle espressioni, ad essere riguardosi nei confronti delle persone (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi)!

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fava n. 9/1746-bis/118, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Commenti).

(Presenti 532

Votanti 510

Astenuti 22

Maggioranza 256

Hanno votato sì 203

Hanno votato no 307).

 

Prendo atto che il deputato Pini accetta la riformulazione del dispositivo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/119 e non insiste per la votazione.

Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'ordine del giorno Benvenuto n. 9/1746-bis/121, accolto dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1746-bis/124, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1746-bis/124, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione - Commenti).

 

ANDREA MARTELLA. No! No!

 

PRESIDENTE. Per favore (Commenti)!

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 527

Votanti 525

Astenuti 2

Maggioranza 263

Hanno votato sì 222

Hanno votato no 303).

 

Prendo atto che il deputato Pedrizzi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/125, accolto dal Governo come raccomandazione.

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Frassinetti n. 9/1746-bis/126, accettato dal Governo, con la riformulazione del dispositivo.

 

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROBERTO COTA. Signor Presidente, con tutto il rispetto, ma lei ha censurato e richiamato un nostro deputato perché ha utilizzato il termine «africano» (Commenti). Vorrei capire in cosa consiste la censura, perché egli ha utilizzato tale termine per motivare il suo ordine del giorno. Vorrei capire in cosa consista la censura (Commenti dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e Alleanza Nazionale)!

 

PRESIDENTE. Intanto, non ho effettuato alcuna censura. Ho chiesto il rispetto per le persone, punto.

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno De Corato n. 9/1746-bis/128 non accettato dal Governo, insistono per la votazione.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Corato n. 9/1746-bis/128, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 539

Votanti 536

Astenuti 3

Maggioranza 269

Hanno votato sì 227

Hanno votato no 309).

 

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Lamorte n. 9/1746-bis/129, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.

Prendo atto altresì che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis/130, non accettato dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Russa n. 9/1746-bis/130, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 537

Maggioranza 269

Hanno votato sì 225

Hanno votato no 312).

 

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROBERTO COTA. Signor presidente, lei, in precedenza, non mi ha capito. Vorrei comprendere come possiamo definire una persona che proviene dall'Africa...

 

PRESIDENTE. Le ho già risposto. Lei può considerare inadeguata la mia risposta, ma io le ho risposto (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ascierto n. 9/1746-bis/131, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Mancuso n. 9/1746-bis/132, accettato dal Governo limitatamente al primo periodo del dispositivo.

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Cassola n. 9/1746-bis/134 e non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cinzia Fontana n. 9/1746-bis/135, accolto dal Governo come raccomandazione.

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno Astore n. 9/1746-bis/136 e non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tolotti n. 9/1746-bis/137, accolto dal Governo come raccomandazione.

Prendo atto che il deputato Casero insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/138, non accettato dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Casero n. 9/1746-bis/138, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 532

Maggioranza 267

Hanno votato sì 229

Hanno votato no 303).

 

Scusate: poiché mi viene fatta una sollecitazione, riconfermo - e tutti hanno sentito - che non ho svolto una censura. Ho detto: in quest'aula chiedo che ci sia il rispetto per le persone. Non ho più altro da aggiungere. La discussione è finita (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani - Commenti del deputato Giachetti).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Mascia n. 9/1746-bis/145 e non insistono per la votazione.

Prendo atto altresì che l'ordine del giorno De Simone n. 9/1746-bis/146 è stato ritirato dai presentatori.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lombardi n. 9/1746-bis/148, accolto dal Governo come raccomandazione.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caruso n. 9/1746-bis/150, accolto dal Governo come raccomandazione.

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Pegolo n. 9/1746-bis/152 e non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Deiana n. 9/1746-bis/154 e non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Deiana n. 9/1746-bis/154 e Locatelli n. 9/1746-bis/156 accettano la riformulazione proposta e non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno.

Prendo atto, altresì, che non insiste per la votazione la deputata Dioguardi, presentatrice dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis/159, accolto come raccomandazione dal Governo, e che la deputata Perugia, presentatrice dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis/160 accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno.

Prendo atto, inoltre, che non insiste per la votazione il deputato Sanza, presentatore dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis/161, accolto come raccomandazione dal Governo, e che la deputata Fincato, presentatrice dell'ordine del giorno n. 9/1746-bis/162, accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno.

L'ordine del giorno Meloni n. 9/1746-bis/163 non è stato accettato dal Governo. Deputata Meloni, insiste per la votazione?

 

GIORGIA MELONI. Signor Presidente, intervengo brevemente per invitare il Governo a rivedere il parere espresso in merito all'ordine del giorno in esame a mia firma. Mi sarei aspettata, non dico un parere favorevole, ma almeno una proposta di riformulazione dell'ordine del giorno.

Spiego rapidamente ai colleghi di cosa stiamo parlando. Nella passata legge finanziaria, il Governo Berlusconi istituì un fondo per la nascita delle comunità giovanili. Era il tentativo di offrire ai giovani fondi per avviare spazi di aggregazione reali, all'interno dei quali potessero, con ogni libertà, al di là di appartenenze politiche, portare avanti iniziative legate al teatro, alla musica, alla riscoperta di saperi tradizionali ed alla formazione.

Il Governo attuale ha scelto con questa finanziaria di rifinanziare il fondo. L'ordine del giorno in esame chiede un qualcosa che darei quasi per scontato, cioè che nel momento in cui si vareranno i decreti attuativi dell'articolo 16, comma 791, si escludano dall'accesso a questi fondi, tra gli altri, i gruppi che occupano abusivamente immobili di proprietà pubblica o privata (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania), i gruppi nelle cui strutture si fa uso di sostanze stupefacenti, si pratica la violenza o si promuovono attività illegali o antidemocratiche, i gruppi, le associazioni e le organizzazioni che non garantiscono l'assenza di discriminazioni.

Prendo atto che il Governo attuale esprime parere contrario e vuole utilizzare fondi pubblici per finanziare gruppi che occupano abusivamente, gruppi che fanno uso di sostanze stupefacenti, gruppi che praticano la violenza e gruppi che fanno discriminazione (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, Lega Nord Padania e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

Credo che il rifiuto di accettare l'ordine del giorno in esame la dice lunga sulla politica della legalità che il Governo intende portare avanti e mi auguro che l'Assemblea voglia dare all'Italia un segnale diverso votando a favore della sua approvazione (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).

 

LUCA VOLONTÈ. Ministro Melandri! Il ministro Melandri è qui!

 

PRESIDENTE. Mi pare che il Governo non abbia nulla da aggiungere.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Meloni n. 9/1746-bis/163, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 520

Votanti 503

Astenuti 17

Maggioranza 252

Hanno votato sì 232

Hanno votato no 271).

 

Chiedo al deputato Pizzolante se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/164, non accettato dal Governo.

 

SERGIO PIZZOLANTE. Il Governo attuale, che si sente titolato e più adeguato di altri a tenere l'Italia in Europa (ed è tutto da dimostrare), dimostra invece con questo parere di essere del tutto inadeguato a portare l'Europa in Italia. Abbiamo chiesto di allineare l'IVA sulle attività turistiche in Italia, in due anni, a livello dei nostri principali concorrenti, cioè la Francia e la Spagna.

Il Governo dice «no» e nemmeno accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno. Non sono sorpreso. D'altronde, con Rutelli che ripristina il Ministero del turismo per proporre la tassa di soggiorno, non sono sorpreso. Sarei, invece, molto sorpreso se i colleghi delle principali città turistiche italiane ed i colleghi, in particolare, romagnoli e riminesi votassero contro questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pizzolante n. 9/1746-bis/164, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 536

Votanti 534

Astenuti 2

Maggioranza 268

Hanno votato sì 229

Hanno votato no 305).

 

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Evangelisti n. 9/1746-bis/168, Palomba n. 9/1746-bis/170 e Rampelli n. 9/1746-bis/171 non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno, accolti come raccomandazione dal Governo.

Prendo atto che la deputata Garnero Santanchè insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/179, non accettato dal Governo.

 

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garnero Santanchè n. 9/1746-bis/179, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 531

Votanti 525

Astenuti 6

Maggioranza 263

Hanno votato sì 218

Hanno votato no 307).

 

Prendo atto che i deputati Volontè e Forlani avrebbero voluto esprimere un voto contrario.

Prendo atto altresì che il deputato Alberto Giorgetti insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/180, non accettato dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alberto Giorgetti n. 9/1746-bis/180, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 532

Votanti 530

Astenuti 2

Maggioranza 266

Hanno votato sì 227

Hanno votato no 303).

 

Prendo atto che il deputato Camillo Piazza non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/183, accolto come raccomandazione dal Governo.

Prendo atto che il deputato Bonelli insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/184, non accettato dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bonelli n. 9/1746-bis/184, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 530

Votanti 521

Astenuti 9

Maggioranza 261

Hanno votato sì 155

Hanno votato no 366).

 

Prendo atto che il deputato Acerbo avrebbe voluto esprimere un voto favorevole e che il deputato Burgio avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.

Prendo atto che la deputata Zanella accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/185.

Prendo atto che il deputato Zipponi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/193.

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione del dispositivo proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Widmann n. 9/1746-bis/194.

Prendo atto che il deputato Nicco non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/196, accolto come raccomandazione dal Governo.

Prendo atto che il deputato Napoletano accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/199.

Prendo atto che il deputato Cancrini non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/200, accettato limitatamente al primo periodo del dispositivo.

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione degli ordini del giorno Galante n. 9/1746-bis/201 e Pagliarini n. 9/1746-bis/202 e non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Bellillo n. 9/1746-bis/203 e Ferdinando Benito Pignataro n. 9/1746-bis/205, accolti dal Governo come raccomandazione.

Prendo atto che il deputato Licandro accetta l'invito a ritirare il suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/207 formulato dal Governo.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tranfaglia n. 9/1746-bis/208, accolto come raccomandazione dal Governo.

Chiedo al deputato D'Agrò se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis /209, accolto come raccomandazione dal Governo, limitatamente ai punti 2 e 3 del dispositivo.

 

LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, non ho capito quali dei tre paragrafi il Governo ha accolto come raccomandazione.

 

PRESIDENTE. Prego il rappresentante del Governo di rispondere.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo ha accolto come raccomandazione l'ordine del giorno D'Agrò n. 9/1746-bis/209 limitatamente ai punti 2 e 3 del dispositivo. Quindi, vi è la proposta di espungere il primo punto.

 

LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LUIGI D'AGRÒ. So che non posso fare diversamente, ma vorrei ricordare all'onorevole Villetti il contenuto del primo punto. In questo caso, il mio ordine del giorno impegna il Governo a considerare prioritario l'obiettivo di assegnare al Fondo ordinario per gli enti di ricerca, previsto dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 204 del 1998, le risorse accantonate in applicazione delle misure di contenimento della spesa previste dalla legge finanziaria 2007 nella misura in cui si renderanno disponibili. Credo che il Governo avrebbe potuto accogliere come raccomandazione anche questo aspetto.

 

PRESIDENTE. Lei insiste per la votazione del suo ordine del giorno?

 

LUIGI D'AGRÒ. Lei sa perfettamente che, se insisto per la votazione, il mio ordine del giorno non verrà approvato.

 

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il deputato D'Agrò non insiste per la votazione.

Prendo atto altresì che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/1746-bis/213, accettato dal Governo come raccomandazione, escludendo il nono capoverso del dispositivo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bosi n. 9/1746-bis/214, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 528

Votanti 527

Astenuti 1

Maggioranza 264

Hanno votato sì 221

Hanno votato no 306).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ruvolo n. 9/1746-bis/222 e Mereu 9/1746-bis/225, accettati dal Governo come raccomandazione, e dell'ordine del giorno Adolfo n. 9/1746-bis/224, accettato con riformulazione.

 

Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/1746-bis/226.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Volontè. Ne ha facoltà.

 

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, io mi aspettavo che davanti a questo ordine del giorno, anche a seguito del dibattito che abbiamo svolto sui primi 15 articoli, il Governo dimostrasse veramente di voler prestare particolare attenzione agli emendamenti che riguardano la famiglia - infatti, essi sono stati in qualche modo superati dall'articolo 3 nella riformulazione data dall'Esecutivo -, e si potesse arrivare ad un parere favorevole su questo ordine del giorno, visto che in questo caso chiediamo di incentivare la rimodulazione dell'imposta, anche secondo la dimensione del nucleo familiare.

Chiedo al Governo se intenda riconsiderare il parere espresso su questo ordine del giorno; diversamente prenderemo atto di molte cose dette in quest'aula negli ultimi giorni e, evidentemente, ognuno trarrà le conseguenze del caso.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/1746-bis/226, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 527

Votanti 523

Astenuti 4

Maggioranza 262

Hanno votato sì 225

Hanno votato no 298).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Galletti n. 9/1746-bis/229, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 519

Votanti 517

Astenuti 2

Maggioranza 259

Hanno votato sì 214

Hanno votato no 303).

Vorrei invitare i deputati e le deputate a votare soltanto per sé.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Tassone n. 9/1746-bis/231, Ronconi n. 9/1746-bis/232 e Lo Monte n. 9/1746-bis/234, accettati come raccomandazione, e Oliva n. 9/1746-bis/233, accettato con riformulazione.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Neri n. 9/1746-bis/235, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 506

Maggioranza 254

Hanno votato sì 212

Hanno votato no 294).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Raiti n. 9/1746-bis/237, accettato con riformulazione, e Sgobio n. 9/1746-bis/238, accettato come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Satta. A che titolo?

 

ANTONIO SATTA. In qualità di cofirmatario dell'ordine del giorno Sgobio n. 9/1746-bis/2.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ANTONIO SATTA. Vorrei chiedere al Governo di modificare il parere espresso, nel senso di accettare questo ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Il deputato Sgobio, presentatore dell'ordine del giorno, ha già detto che non insiste per la votazione. Mi dica, quindi, se invece lei intenda chiedere, in qualità di cofirmatario, la votazione dell'ordine del giorno Sgobio n. 9/1746-bis/238.


ANTONIO SATTA. No, Presidente, ciò che chiedo al Governo è di riconsiderare il parere precedentemente espresso.

 

PRESIDENTE. Il primo firmatario dell'ordine del giorno, il deputato Sgobio, si è già espresso nel senso di accettare le determinazioni del Governo (Commenti del deputato Satta).

Prendo atto che il deputato Turci accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/252 proposta dal Governo e non insiste per la votazione.

 

CARLO GIOVANARDI. Presidente, chiedo che venga posto in votazione il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione) e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Gli ordini del giorno precedenti, tra i quali quello a sua prima firma, sono stati accettati dal Governo. Comunque, ne ha facoltà.

 

CARLO GIOVANARDI. Questo ordine del giorno riguarda persone che aspettano da sessant'anni di vedere soddisfatti i loro diritti; parlo degli esuli giuliano-dalmati. Dal momento che occorre rifinanziare la legge n. 193 del 2003 per le attività delle associazioni degli esuli e dell'unione degli italiani, si tratta di velocizzare il pagamento di fondi stanziati sei anni fa, che vanno verso settantenni e ottantenni, che se poi decedono si moltiplicano gli eredi (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani)...

 

PRESIDENTE. Per favore, colleghi, un po' di silenzio!

Prego, deputato Giovanardi.

 

CARLO GIOVANARDI. Si sono mossi il Governo e il Parlamento, così come il ministro degli affari esteri e tutti i gruppi politici, ma poiché la finanziaria è un po' complessa non si è riusciti ad inserire questa disposizione nel passaggio qui alla Camera.

Il voto sull'ordine del giorno serve quindi per ricordare al Senato questo impegno preso da tutti i gruppi parlamentari e dal Governo, specialmente nei confronti di coloro che oggi abitano in Croazia e in Slovenia ed hanno bisogno di finanziare le scuole, gli ospedali e le varie iniziative degli italiani. Questo voto dunque serve affinché nel passaggio al Senato vi sia l'impegno a disporre il relativo finanziamento in finanziaria.

 

ALESSANDRO MARAN. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ALESSANDRO MARAN. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione).

 

ALESSANDRO FORLANI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ALESSANDRO FORLANI. Anch'io, signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione).

 

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ANTONIO BORGHESI. Anch'io, signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione).

 

PRESIDENTE. Sta bene.

Prendo inoltre atto che vi sono molti altri colleghi che desiderano sottoscrivere l'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione).

Passiamo dunque ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione), accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania - Vedi votazioni).

(Presenti 511

Votanti 467

Astenuti 44

Maggioranza 234

Hanno votato 428

Hanno votato no 39).

 

Prendo atto che il deputato Mancuso non è riuscito a votare; prendo atto inoltre che il deputato Papini avrebbe voluto esprimere un voto favorevole; prendo atto altresì che il deputato Minardo avrebbe voluto esprimere un voto contrario.

Prendo atto che il deputato Villetti accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/253 proposta dal Governo e non insiste per la votazione.

Prendo atto che il deputato Buemi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/254 proposta dal Governo e non insiste per la votazione.

Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255.

 

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, insisto per la votazione.

 

PRESIDENTE. Insiste per la votazione del testo originario o del testo riformulato?

 

MAURIZIO TURCO. Del testo originario, signor Presidente.

 

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255.

 

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 517

Votanti 508

Astenuti 9

Maggioranza 255

Hanno votato sì 219

Hanno votato no 289).

 

Prendo atto che il deputato Grillini si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.

Prendo atto altresì che i deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell'UDC avrebbero voluto esprimere voto contrario, ritenendo che fosse in votazione altro documento di indirizzo.

Prendo atto, inoltre, che il presentatore dell'ordine del giorno Crema n. 9/1746-bis/256, accolto dal Governo come raccomandazione, non insiste per la votazione e che il presentatore dell'ordine del giorno Di Gioia n. 9/1746-bis/257 accetta la riformulazione e non insiste per la votazione.

Prendo atto, altresì, che i presentatori degli ordini del giorno Aurisicchio n. 9/1746-bis/260 e Tessitore n. 9/1746-bis/261, accolti dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione e che anche i presentatori dell'ordine del giorno Sasso n. 9/1746-bis/262, accettato dal Governo limitatamente ai punti 1 e 2 del dispositivo e accolto come raccomandazione relativamente al punto 3 del medesimo dispositivo, non insistono per la votazione.

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Benzoni n. 9/1746-bis/263, accolto dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione e che i presentatori degli ordini del giorno Giachetti n. 9/1746-bis/264 e Ghizzoni 9/1746-bis/269 accettano le riformulazioni e non insistono per la votazione. Prendo atto altresì che i presentatori dell'ordine del giorno Bellotti 9/1746-bis/271 accettano la riformulazione come nel caso dell'ordine del giorno Tessitore n. 9/1746-bis/261 e non insistono per la votazione.

 

TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al regolamento. Parlo per me stesso, ma potrei dire che quanto sto per dire vale anche per gran parte dei colleghi del gruppo di Alleanza Nazionale. Nella votazione sull'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255 c'è stato un errore tecnico. Desidero precisare che avrei voluto esprimere un voto contrario e vorrei rettificare, quindi, il mio voto, rispetto a quanto risulterà dal resoconto integrale della seduta odierna. Credo, signor Presidente, che questo valga anche per molti colleghi in quanto c'è stato un errore nella comunicazione.

 

MAURIZIO TURCO. No! No!

 

PRESIDENTE. Sarà registrato nel resoconto integrale della seduta.

 

TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, se non si dà a tutti la possibilità di rettificare il proprio voto, ciascuno chiederà di parlare per questa precisazione.

 

PRESIDENTE. Sarà soltanto registrata la dichiarazione. I resocontisti registreranno la vostra dichiarazione ma, naturalmente, il voto non cambia.

 

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per la stessa ragione per la quale è intervenuto il deputato Buontempo. I deputati del mio gruppo parlamentare ed io stesso intendiamo rettificare il nostro voto.

 

PRESIDENTE. Ognuno proceda a far rettificare il proprio voto. Evitiamo di bloccare i nostri lavori per questo.

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bellotti n. 9/1746-bis/271.

 

LUCA BELLOTTI. No, signor Presidente, non insisto.

 

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Porfidia n. 9/1746-bis/272 accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione.

Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'ordine del giorno Pili n. 9/1746-bis/275 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo, insistono per la votazione.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/1746-bis/275 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 523

Votanti 521

Astenuti 2

Maggioranza 261

Hanno votato sì 216

Hanno votato no 305).

 

Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Raisi n. 9/1746-bis/277, non accettato dal Governo, se insistano per la votazione.

 

ENZO RAISI. Signor Presidente, colleghi, siamo abbastanza stupiti della scelta del Governo di non accettare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/277, nel quale, riprendendo il decreto Bersani nella parte che istituisce un fondo alla Presidenza del Consiglio per le politiche giovanili, indicavamo tre priorità per l'utilizzo di tale fondo: un 40 per cento delle risorse da destinare ai mutui per la casa delle giovani coppie; un 20 per cento da destinare ai mutui accesi dai giovani per avviare un'attività imprenditoriale o di lavoro autonomo e un 20 per cento da destinare come garanzia per i cosiddetti prestiti d'onore ai giovani che volevano proseguire la propria attività universitaria. Non riusciamo a comprendere le motivazioni per le quali il Governo ha dato un parere negativo ad un siffatto ordine del giorno, che, peraltro, riprende le motivazioni inserite all'interno del medesimo decreto Bersani, con il quale si istituisce il suddetto. Crediamo che ci sia veramente un atteggiamento pregiudiziale da parte del Governo, anche di fronte ad ordini del giorno, come prima quello della collega Meloni, che sono ovvi da parte di chi propone questo tipo di impegno per i giovani.

Sussiste veramente una pregiudiziale che non ha senso. Penso e spero che questo Parlamento voglia in qualche modo rivedere il giudizio dato dal Governo su questi ordini del giorno, a cominciare proprio da quello che ho presentato insieme alla collega Meloni, che dà un indirizzo preciso di tre impegni: per la casa per le giovani coppie, per chi vuole, tra i giovani, intraprendere un'attività professionale e per i giovani che vogliono continuare a studiare. Si tratta di tre impegni che credo tutto il Parlamento possa e debba condividere.

 

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al regolamento: può dirci qual è la procedura per far rettificare il voto?

 

PRESIDENTE. Lo si dice agli stenografi.

 

MAURIZIO TURCO. Valgono anche le liste dei colleghi per delega?

 

PRESIDENTE. Ognuno è responsabile del proprio atto e, quindi, comunica agli stenografi il proprio atto.

 

MAURIZIO TURCO. Sì, ma se gli stenografi ricevono un biglietto...

 

PRESIDENTE. Ho risolto la contesa: ognuno comunica la propria rettifica agli stenografi, il che naturalmente non modifica il voto.

 

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, le chiedo per piacere di verificare se gli stenografi hanno ricevuto liste di nominativi.

 

PRESIDENTE. Ho già rivolto un invito esplicito: ogni deputato è tenuto a dare la propria interpretazione del proprio comportamento. Non ci possono essere deleghe ed è chiuso l'argomento!

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Raisi n. 9/1746-bis/277, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 519

Votanti 517

Astenuti 2

Maggioranza 259

Hanno votato 226

Hanno votato no 291).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bono n. 9/1746-bis/278, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Il deputato Bono ha chiesto di parlare, ma la votazione è ormai aperta (Commenti del deputato Bono)... Parlerà sul prossimo, non l'ho vista!

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 505

Votanti 486

Astenuti 19

Maggioranza 244

Hanno votato 194

Hanno votato no 292).

 

Chiedo al deputato Menia se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/279 (Commenti).

 

ROBERTO MENIA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROBERTO MENIA. Signor Presidente, prima di illustrare brevemente la mia richiesta al Governo di riconsiderare l'opinione che ha espresso a proposito del mio ordine del giorno, mi consenta di farle una comunicazione in qualità di vicepresidente del gruppo di Alleanza Nazionale.

Vorrei precisare che a proposito dell'ordine del giorno Turco n. 9/1746-bis/255 - su cui si sta aprendo un problema a causa di un misunderstanding dovuto all'ora tarda e al fatto che stiamo votando semplicemente per chiamata di numeri - l'opinione del mio gruppo era quella di esprimere voto contrario. Pertanto, chiedo se è necessario che tutti i nostri deputati si rechino presso il tavolo degli stenografi o se è sufficiente questa mia comunicazione. Comunque, di fronte all'intera aula intendo affermare che il nostro voto è da intendersi contrario.

 

PRESIDENTE. Per favore, mi sembra francamente incomprensibile che durante discussioni di merito così importanti ci si accapigli su questioni procedurali che possono essere semplificate oppure complicate. Francamente, dedicherei le ragioni di scontro ad altri temi.

 

ROBERTO MENIA. Mi consenta un'ulteriore brevissima notazione a titolo personale. Si tratta di una richiesta ormai tardiva, visto che si era alzata una selva di mani, quella di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Giovanardi n. 9/1746-bis/243 (Nuova formulazione). Lo faccio come figlio di esuli italiani dell'Istria, fuggiti per essere liberi dai comunisti e per essere liberi di essere italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

Ciò detto, mi consenta di chiedere al Governo di rivedere il parere espresso sul mio ordine del giorno 9/1746-bis/279. In questo ordine del giorno faccio riferimento alla disposizione della legge finanziaria che prevede un programma di valorizzazione per gli immobili pubblici. Nella predisposizione di tale programma, sulla falsariga di quanto affermato precedentemente dalla collega Meloni, vorrei porre una questione molto seria. Nell'approntare i programmi di valorizzazione degli immobili pubblici riteniamo che sia opportuno che il Governo si attenga ad una linea di estrema rigidità, escludendo da tali progetti tutti i beni pubblici occupati abusivamente o al cui interno si faccia uso di sostanze stupefacenti o in cui si pratichi violenza o in cui si promuovano attività illegali ed antidemocratiche.

Vorrei porgere un'ultima riflessione sulle note della cronaca odierna: chi occupa abusivamente questi edifici sono coloro che davanti all'Altare della Patria, in maniera ignobile e disgustosa, incendiano fantocci rappresentanti nostri soldati in missione di pace ed incendiano la nostra bandiera nazionale. Allora vergogna per chi li sostiene, vergogna per chi, per ipocrisia od ignavia, non ha il coraggio di cacciarli lontano (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e Lega Nord Padania)!

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Menia n. 9/1746-bis/279, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 512

Votanti 510

Astenuti 2

Maggioranza 256

Hanno votato sì 223

Hanno votato no 287).

 

NICOLA BONO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

NICOLA BONO. Signor Presidente, poco fa è accaduto un episodio spiacevole. Lei era passato all'esame dell'ordine del giorno Menia n. 9/1746-bis/279, saltando quello a mia firma, il n. 9/1746-bis/278. L'ho fatto notare gridando e lei è tornato indietro all'esame del mio ordine del giorno. Allora ho chiesto la parola, che lei mi ha inizialmente concesso. Tuttavia, mentre mi accingevo a svolgere il mio intervento, mi ha improvvisamente tolto la parola. Visto che in altre circostanze, compresa questa sera, per molto meno lei ha ripetuto le votazioni, le chiedo che mi si consenta di «avere i termini a difesa» per sostenere la mia buone ragioni, anche in considerazione del fatto che si è proceduto in maniera del tutto anomala ed è stato conculcato il mio diritto ad intervenire per rappresentare la validità del mio ordine del giorno. La ritengo una misura minima per ridare dignità e senso ai nostri lavori nel rispetto di chi svolge correttamente il proprio mandato.

 

PRESIDENTE. Precedentemente le ho lasciato la facoltà di intervenire nel merito, come altre volte è accaduto, con uno slittamento che, ex post, consente di intervenire su una materia trattata. Non le posso consentire questo perché la mia percezione da qui è che lei abbia chiesto la parola quando avevo già posto in votazione l'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Proietti Cosimi n. 9/1746-bis/280, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 518

Maggioranza 260

Hanno votato sì 225

Hanno votato no 293).

 

NICOLA BONO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Non sullo stesso argomento già risolto precedentemente (Commenti del deputato Bono)! Lo ripeto: non sull'argomento risolto precedentemente!

 

NICOLA BONO. Io non so chi l'abbia risolto: per me non lo è!

 

PRESIDENTE. Mi dispiace, è una questione procedurale. È risolta per la Presidenza (Vivi commenti del deputato Bono - Commenti dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania). Scusate: è stato fatto un rilievo. A questo rilievo ho fornito una risposta: ho detto che la Presidenza ha sentito la richiesta di intervento dopo che era stata aperta la votazione (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! La risposta data è chiara: vi prego quindi di non insistere (Vivi commenti del deputato Bono - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania); la prego di non insistere (Vivi commenti del deputato Bono).

 

DAVIDE CAPARINI. Presidente, non sei capace!

 

ROBERTO SALERNO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori?

 

ROBERTO SALERNO. No, signor Presidente, come cofirmatario dell'ordine del giorno ora al nostro esame, l'ordine del giorno Alemanno n. 9/1746-bis/281.

 

PRESIDENTE. Mi scusi, chiederò agli uffici, perché mi risulta come unico firmatario il deputato Alemanno. Adesso verificheremo e, se lei è firmatario, certamente avrà la parola. In ogni caso, per semplificare, dato che appurandolo perdiamo tempo, se lei vuole le propongo di parlare...

 

ROBERTO SALERNO. Lei mi dà un credito...

 

MAURIZIO FUGATTI. Aggiungi la firma!

 

PRESIDENTE. La farei parlare per dichiarazione di voto; poiché lei è comunque firmatario di ordini del giorno e finora non ha parlato, ne ha comunque diritto.

 

ROBERTO SALERNO. Grazie, signor Presidente, comunque ho sottoscritto anche questo ordine del giorno.

Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi dell'aula sull'ordine del giorno Alemanno n. 9/1746-bis/281, non accettato dal Governo. Giudichiamo l'introduzione delle nuove norme sul TFR devastanti sul piano occupazionale, sindacale e delle relazioni sociali (tralascio poi l'inopportunità politica di trattare un argomento simile nell'ambito di una legge finanziaria) e siamo preoccupati dell'effetto soglia che essa può produrre (ricordo che viene fissato in 50 il numero di dipendenti al di sopra o al di sotto del quale il TFR viene trattato diversamente). Ebbene, chiediamo semplicemente un monitoraggio, solo un monitoraggio dell'impatto di questa norma! Al di là del parere del sottosegretario, vorrei chiedere al primo responsabile - che è quel signore, Romano Prodi, che sta al centro del tavolo - se riesce a darmi una risposta intelligente, anziché masticare gomma americana per tutta la sera (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!

 

PRESIDENTE. Per favore, è richiesto il rispetto nei confronti di tutti coloro che sono presenti in quest'aula, compreso il Presidente del Consiglio (I deputati del gruppo Lega Nord Padania espongono cartelli recanti la scritta «Bertinotti l'Africano» - Vivi commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi). I commessi tolgano i cartelli indebitamente provocatori (I deputati del gruppo Verdi espongono cartelli recanti la scritta «Fateve 'na canna» - Vivi Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)... Chiedo ai portatori di cartelli di ritirarli e, in caso contrario, ai commessi di toglierli, in modo che l'Assemblea possa continuare i suoi lavori e possano essere poi esaminati questi comportamenti disdicevoli e contrari alle norme ed ai regolamenti (I commessi ottemperano all'invito del Presidente - Vivi commenti). Ancora una volta, diversamente dagli impegni presi, c'è un comportamento che trovo assolutamente censurabile (Vivi commenti)...

Per favore! Per favore! Vorrei evitare di sospendere la seduta...

 

TOMMASO FOTI. C'era un sottosegretario tra quelli che esponevano il cartello!

 

PRESIDENTE. Solo quando vi sarà di nuovo la possibilità di ascoltarsi, darò la parola, a meno di non sospendere la seduta!

 

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, vorrei semplicemente far notare a lei e all'Assemblea che tra gli espositori dei cartelli c'era un sottosegretario di questo Governo. Quel cartello, recante la scritta «Fateve 'na canna», è esplicito di quello che siete (Commenti)! Siete il Governo che sta portando il paese verso l'aumento dell'uso degli stupefacenti (Commenti)...

PRESIDENTE. Per cortesia (Commenti)! Sospendo la seduta per cinque minuti.

 

La seduta, sospesa all'1,25 del 19 novembre, è ripresa all'1,30.

 

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Purtroppo, abbiamo assistito ad un comportamento disdicevole e censurabile durante lo svolgimento dei lavori dell'Assemblea che ha preceduto la sospensione dei lavori, con l'esibizione di striscioni contrari alla prassi ed al regolamento dell'Assemblea.

Debbo anche far notare che nella recente riunione dell'Ufficio di Presidenza è stato ripetutamente avanzato, e da più parti - da componenti sia della maggioranza sia dell'opposizione -, un intervento severo della Presidenza, che, è stato detto, posso riportarlo testualmente, dopo questa fase di avvio improntata anche ad elementi di comprensione e di tolleranza, avrebbe dovuto e dovrebbe - citazione - garantire ancora la dignità e l'immagine della Camera dei deputati da comportamenti così disdicevoli.

Tuttavia, quando il fenomeno, invece che individuale, o di qualche deputato, si trasforma in collettivo è del tutto evidente che non risulta possibile individuare i singoli deputati (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Una voce dai banchi di Alleanza Nazionale: «Cento!»).

Come sapete, il richiamo all'ordine e la censura sono sempre nominativi; perciò ho richiesto a tutti i deputati che hanno esibito i cartelli di ritirarli immediatamente e ai commessi di farlo in maniera autoritativa.

Siccome il fenomeno è stato osservato, chiedo ai questori di svolgere un'istruttoria (Commenti) ai fini di individuare i responsabili e procedere, da parte della Presidenza, all'adozione delle misure e delle sanzioni necessarie. Queste riguarderanno tutti i parlamentari che si sono resi responsabili. In questa responsabilità ricadono alla stessa stregua, quando vi fossero, esponenti della maggioranza o dell'opposizione...

 

MAURO PILI. E il Governo?

 

PRESIDENTE. ... e di qualunque altra componente, di Governo o no.

Il parlamentare ha una dignità propria e generale che va rispettata; quando non lo è, bisogna intervenire perchè sia ricondotta alla regola ed al comportamento (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

 

CARLO GIOVANARDI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, apprezzo le sue parole che vanno applicate in generale e alla fattispecie a cui abbiamo assistito. In ogni caso, fra pochissime ore in quest'aula vi sarà un dibattito molto sentito sul problema delle tossicodipendenze.

In questo Parlamento possiamo avere idee diverse, ma anche il ministro Turco ha detto che comunque vi è un minimo comun denominatore; mi riferisco ad un fronte comune contro qualsiasi tipo di sostanze indicate come nocive per i giovani e per i meno giovani.

Ora, Presidente Prodi, che un sottosegretario di Stato esponga un cartello con scritto: «Fatevi una canna» non è solo un problema di rapporto fra questo deputato e la Presidenza della Camera, ma anche fra questo membro del Governo e il Governo di cui fa parte (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).

 

CARMEN MOTTA. Non si può!

 

CARLO GIOVANARDI. Questo cartello è stato esposto in sua presenza da un parlamentare che in quel momento era anche membro del Governo, in una situazione che vede il Parlamento ed il Governo dialogare su un problema angoscioso che coinvolge le famiglie.

Quindi, mi scusi, Presidente, pongo il problema alla Presidenza ed anche al Governo, perché vi sono situazioni nelle quali si fa o il parlamentare o il membro del Governo! Non si possono fare ambedue le cose contemporaneamente (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale)!

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bono. Ne ha facoltà.

 

NICOLA BONO. Signor Presidente, per agevolare l'attività di indagine dei questori, vorrei segnalare che certamente un deputato che teneva il cartello era il sottosegretario Cento. Dubbi non ve ne sono (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi)!

 

ELENA EMMA CORDONI. Spione!

 

NICOLA BONO. Inoltre, Presidente, vorrei rilevare che, mentre appaiono corrette le precisazioni che ha espresso e di cui si è fatto carico, ci aspettavamo, da parte del Presidente del Consiglio, casualmente presente in aula questa sera, che, davanti alla manifestazione (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...

 

COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Ma è possibile?

 

PRESIDENTE. Per favore! Prosegua il suo intervento!

 

NICOLA BONO. Se posso (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...

 

PRESIDENTE. Per favore!

 

NICOLA BONO. Ci saremmo aspettati da parte del Presidente del Consiglio, nei confronti di un componente del suo Governo (Commenti del deputato Cordoni), tra l'altro certamente noto ed autorevole quale il sottosegretario Cento, davanti ad una manifestazione di così palese promozione di atti illegali, sostenuta all'interno della Camera dei deputati, dimostrasse immediatamente la sensibilità di dichiararlo decaduto, qualora il sottosegretario Cento non avesse voluto sua sponte presentare le sue dimissioni (Dai banchi del gruppo L'Ulivo: Basta!). Non è solo un problema legato (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...

 

PRESIDENTE. Per favore, regoliamo questa condizione! Siccome siamo di fronte ad un incidente (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)... È inutile che protestiate! Siccome siamo di fronte ad un incidente, darò brevemente la parola ad un deputato per gruppo e chiudiamo la questione (I deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani gridano: No! - Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)! Prego, deputato Bono.

 

NICOLA BONO. Vorrei concludere...

 

PRESIDENTE. Concluda!

 

NICOLA BONO. Ma non riesco a parlare.

 

PRESIDENTE. Per favore!

 

NICOLA BONO. Se vuole mi rivolgo direttamente alla stenografa, così non do fastidio all'aula!

 

PRESIDENTE. Chiedo per favore all'assemblea di poter procedere! Il deputato Bono sta concludendo il suo intervento!

 

NICOLA BONO. Vorrei concludere.

 

PRESIDENTE. Uno per gruppo, non di più.

 

NICOLA BONO. Ritengo, pertanto, Presidente, sia necessario richiamare formalmente il Presidente del Consiglio a pronunciarsi su questa manifestazione di promozione (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...

 

PRESIDENTE. Per favore non si rivolga agli altri, svolga il suo intervento!

 

NICOLA BONO. ...di promozione di reato commesso da un suo sottosegretario.

Chiedo anche a nome del gruppo di Alleanza nazionale le formali dimissioni del sottosegretario Cento dalla carica che riveste (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia)!

 

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROBERTO COTA. Signor Presidente, lei ha parlato di rispetto della dignità del Parlamento e della dignità dei singoli deputati.

Noi ci siamo sentiti offesi dal suo comportamento, perché lei, Presidente, è intervenuto, esprimendo dei commenti, a fronte di un discorso svolto da un deputato (Commenti del deputato Bandoli). Questi suoi commenti sono, per quanto ci riguarda, incomprensibili, anche perché non capiamo come si possa altrimenti definire una persona che proviene dall'Africa se non un africano. Se lei ha qualche altra soluzione?

 

PRESIDENTE. Sì, come tutti!

 

ROBERTO COTA. Seconda considerazione, Presidente, ma la prego di lasciarmi concludere, visto che parla di rispetto, della dignità dei deputati e della loro possibilità di esprimersi.

Poiché siamo maggiorenni e vaccinati e lei ha chiesto ai questori di fare un'istruttoria su chi ha esposto i cartelli, noi ci autodenunciamo: sì, abbiamo esposti i cartelli, ma vogliamo che anche altri si assumano la responsabilità! E vedremo se lo faranno, perché vi sono componenti del Governo che hanno esposto cartelli (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) sui quali era scritto: «Fatevi una canna», ossia un'istigazione alla violazione della legge! Un componente del Governo ha istigato a violare la legge! Per quanto ci riguarda, questo fatto è gravissimo...

 

PRESIDENTE. La prego...

 

ROBERTO COTA. ... e viola la dignità del Parlamento e di tutti noi deputati (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)!

Ma visto che questo Governo consente liberamente di farsi le canne...

 

PRESIDENTE. La prego di concludere.

 

ROBERTO COTA. ... ci possiamo aspettare di tutto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

 

PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Frigato, che aveva chiesto di parlare, vi rinunzia.

Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

 

LUANA ZANELLA. Signor Presidente, noi ci assumiamo la responsabilità, ci autodenunciamo per l'esposizione di un cartello. Si trattava - è evidente - di una dizione per prendere in giro un cartello ben più pesante (Una voce dai banchi di Forza Italia: Vergogna!) ed in continuità con le affermazioni pesantissime pronunciate dai deputati della Lega (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), cari colleghi, e che offendevano profondamente, lo ripeto, profondamente, il Presidente della Camera (Vivi Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

Questo, cari colleghi, non lo potete negare, perché da più di un'ora andavate avanti ed indietro con questi cartelli (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

 

PRESIDENTE. Per favore, vale per tutti! Lasciate parlare la deputata Zanella!

 

LUANA ZANELLA. E noi abbiamo trovato in questa, se vogliamo, goliardica manifestazione (Commenti del deputato Volontè) un modo per smorzare questo tipo di manifestazione assolutamente inaccettabile in quest'aula (Commenti)! Fate pena voi, e tanto!

 

PRESIDENTE. Ognuno stia ai propri posti. Per favore...

Non vi sono altri interventi, quindi possiamo...

 

ELIO VITO. Presidente, chiedo di parlare!

 

PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Vito. Ne ha facoltà.

 

ELIO VITO. Signor Presidente, stiamo discutendo sul disegno di legge finanziaria, sulla legge più importante, e sull'unica cosa su cui il Governo ci ha consentito di discutere, ossia gli ordini del giorno (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).

 

ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Dieci giorni, Presidente!

 

PRESIDENTE. Per favore, eviterei ogni interruzione; in una fase delicata, c'è bisogno di un sovrappiù di attenzione. Prego.

 

ELIO VITO. Forse una di quelle proposte di modifica del regolamento delle quali prima si discettava potrebbe consentire al Governo di mettere la fiducia anche sugli ordini del giorno, così togliamo anche questo piccolo ingombro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!

Tuttavia, Presidente, considerate queste circostanze, ossia che è stata posta la fiducia su un testo di 1.800, 800, 250 pagine, sulla legge più importante su cui il Parlamento non ha avuto modo di discutere, credo che occorra dare atto ai gruppi dell'opposizione, naturalmente, perché la maggioranza ha interesse ad approvare il disegno di legge finanziaria, che stiamo cercando di svolgere il nostro dovere in queste ore notturne con grande senso di responsabilità (Commenti).

 

PRESIDENTE. Per favore...

 

ELIO VITO. Da questo punto di vista, Presidente, mi pare che andare a censurare interventi dei singoli colleghi, dei singoli deputati o di interi gruppi possa creare suscettibilità e il cartello che i colleghi della Lega hanno esposto non mi pare che possa offendere la sua persona, che è dotata di ironia e di intelligenza e che sicuramente avrà colto in quel cartello non un'offesa personale, ma un richiamo ad una censura che i deputati della Lega hanno vissuto, come credo sia stata, immeritata (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).

D'altra parte, Presidente, lei non può mettere sullo stesso piano qualunque tipo di protesta, qualunque tipo di cartello esposto in aula, perché, lo ripeto, considerata la legge finanziaria, considerate le sue tradizioni, non penso che vogliamo fare in modo che in questo Parlamento si debba entrare con la polizia che guarda cosa facciamo, se stiamo in piedi o seduti, se mettiamo i cartelli e cosa scriviamo.

Credo, però, Presidente, che sia ben più censurabile quando manifestazioni di protesta, sia pure goliardiche, provengono dai gruppi di maggioranza, che dovrebbero avere un interesse diverso - mi dispiace perché non voglio criminalizzare nessuno -, e, soprattutto, da un membro del Governo, che, in questo caso specifico, come il collega Cento, è anche sottosegretario all'economia e, forse, dovrebbe stare ai banchi del Governo a seguire gli ordini del giorno e a fare il suo dovere rispetto alla materia che stiamo trattando (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)).

Per questo, Presidente, le chiedo che, nelle misure che i questori e l'Ufficio di Presidenza prenderanno in considerazione, si tenga presente che una manifestazione di protesta nei confronti della Camera fatta da un gruppo di opposizione ha un significato, mentre una manifestazione nei confronti della Camera fatta da un membro del Governo risulta a noi del tutto inaccettabile. Noi riteniamo che questa sua censura sia preliminare alla possibilità di proseguire ordinatamente i lavori, come noi stiamo cercando di fare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. La ringrazio e ringrazio tutti gli intervenuti, però non posso che confermare l'orientamento già espresso. I questori svolgeranno un'istruttoria e l'Ufficio di Presidenza sarà convocato per compiere una valutazione e prendere le misure che l'Ufficio di Presidenza stesso, nel suo complesso, riterrà di adottare.

L'argomento è concluso e possiamo tornare alle votazioni.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alemanno n. 9/1746-bis/281, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 452

Votanti 451

Astenuti 1

Maggioranza 226

Hanno votato sì 187

Hanno votato no 264).

 

Passiamo all'ordine del giorno Ronchi n. 9/1746-bis/282.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nespoli. Ne ha facoltà.

 

VINCENZO NESPOLI. Signor Presidente, noi non riusciamo a capire il parere contrario del Governo su questo ordine del giorno... Vedo che la maggioranza è molto distratta. Evidentemente, in qualche modo, vogliono continuare a interferire, oppure stanno valutando se seguire o meno l'invito fatto dal sottosegretario Cento.

L'ordine del giorno che abbiamo proposto riguarda interventi di sicurezza nelle grandi città e il dispositivo reca un invito al Governo a prevedere che una quota non inferiore al 10 per cento delle somme destinate a questo obiettivo, ossia la sicurezza nelle città, sia destinata, da una parte, ai miglioramenti retributivi delle Forze dell'ordine e, dall'altra, ad individuare e assicurare strumenti tecnologici da porre a disposizione delle Forze dell'ordine per elevarne le possibilità di contrasto della criminalità e garantire più sicurezza alle città.

Fino a che non si sono verificati in quest'aula gli atteggiamenti che abbiamo visto poc'anzi, ci domandavamo perché il Governo non volesse assumere questo impegno. Poi abbiamo capito e abbiamo inteso finalmente qual è la verità: i pareri espressi dal Governo sono stati resi sotto l'effetto di allucinogeni. L'invito di Cento è stato seguito: questo è un Governo che si fa le canne (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ronchi n. 9/1746-bis/282, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 510

Votanti 509

Astenuti 1

Maggioranza 255

Hanno votato 215

Hanno votato no 294).

 

Prendo atto che i deputati Borghesi e Leoluca Orlando non sono riusciti a votare.

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/1746-bis/283.

 

GASPARE GIUDICE. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, velocemente, considerata l'ora tarda, potremmo anche (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...

 

PRESIDENTE. Per favore, colleghi, non mi pare sia utile...!

 

GASPARE GIUDICE. Considerato l'orario, signor Presidente, mi sembra giusto, prima che si voti l'ordine del giorno, ricordare che, con il suo parere contrario, il Governo sta chiudendo la porta alla fiscalità di vantaggio (come dice l'ordine del giorno, compatibilmente con le disposizioni comunitarie) per la Sicilia e per le regioni di cui all'obiettivo 1.

Credo che l'argomento sia importante. Peraltro, esso è stato trattato anche da voi in campagna elettorale. Mi sembrava corretto, prima di procedere alla votazione, portare a conoscenza dei colleghi cosa sta respingendo il Governo.

 

GIOVANNI RICEVUTO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIOVANNI RICEVUTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per dichiarare che aggiungo la mia firma all'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/1746-bis/283.

 

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Angelino Alfano n. 9/1746-bis/283, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 517

Votanti 498

Astenuti 19

Maggioranza 250

Hanno votato sì 205

Hanno votato no 293).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gioacchino Alfano n. 9/1746-bis/284, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 516

Maggioranza 259

Hanno votato sì 219

Hanno votato no 297).

 

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Aprea n. 9 /1746-bis/285, non accettato dal Governo.

 

VALENTINA APREA. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA. Signor Presidente, non accettando il mio ordine del giorno, il Presidente Prodi, il ministro Fioroni ed il Governo dell'Unione confermano un pregiudizio (che è pesante, Presidente Prodi): si studia per non lavorare di mani, e si lavora di mani soltanto se non si riesce a studiare.

Infatti, abbiamo chiesto di riconoscere i percorsi di istruzione e formazione professionale all'interno dell'obbligo di istruzione. Cosa riproponete voi, invece? Schemi gentiliani, schemi di riforma della scuola secondaria che, niente di meno, risalgono al Governo Andreotti del 1978, alla cultura degli anni Settanta, come se da allora non fosse cambiato nulla. Al contrario, il diritto-dovere introdotto dalla nostra riforma, dalla riforma del Governo Berlusconi, tentava di tenere conto delle nuove sfide. Per questo, avevamo assicurato flessibilità, differenziazione e percorsi educativi, avevamo riconosciuto pari dignità ai percorsi liceali di istruzione e formazione professionale, avevamo introdotto l'alternanza scuola-lavoro ed il nuovo apprendistato. Voi, invece, riproponete un mero prolungamento della scuola media nel biennio. Tutto questo non aiuterà quei ragazzi che sono abituati ad individuare in linea pratica una strada per il loro futuro (come quei 140 mila giovani che, attraverso i percorsi triennali regionali, hanno conseguito qualifiche professionali immediatamente spendibili).

In realtà, la definizione per legge - per legge - di un tempo uguale per tutti (16 anni), nel quale i giovani devono scegliere la costruzione del loro futuro, non consentirà di combattere la dispersione scolastica, né di offrire concrete possibilità tra scelte diverse ma di pari dignità, e neppure di collegare l'offerta ai bisogni territoriali ed al mercato del lavoro. Dopo i 16 anni, con la nuova norma di questo Governo, avremo, allora sì, da una parte, i destinati al lavoro (peraltro, senza qualifiche professionali) e, dall'altra, i destinati allo studio, con una forbice che anziché restringersi, come proponeva la riforma del Governo Berlusconi, si allargherà ancora di più. Cosa potranno spendere, Presidente Prodi, i ragazzi che rimarranno a scuola fino a 16 anni senza alcun riconoscimento?

Allora, io oggi vi dico: vi state assumendo queste responsabilità - domani risponderete dei destini di questi giovani - perché l'ideologia prevale sulla realtà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!

 

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.

 

MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per chiedere di apporre la mia firma all'ordine del giorno Aprea n. 9/1746-bis/285.

 

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aprea n. 9/1746-bis/285, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 513

Votanti 506

Astenuti 7

Maggioranza 254

Hanno votato sì 217

Hanno votato no 289).

 

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Armosino n. 9/1746-bis/286, accettato limitatamente al dispositivo, non insistono per la votazione.

Prendo atto, altresì, che presentatori dell'ordine del giorno Azzolini n. 9/1746-bis/287, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Azzolini n. 9/1746-bis/287, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 509

Maggioranza 255

Hanno votato 219

Hanno votato no 290).

 

Prendo atto che presentatori dell'ordine del giorno Baiamonte n. 9/1746-bis/288, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baiamonte. Ne ha facoltà.

 

GIACOMO BAIAMONTE. Signor Presidente, con l'ordine del giorno in esame si chiede al Governo di istituire un osservatorio nazionale per monitorare un problema molto serio.

Signori dell'Esecutivo, vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che si tratta di istituire un osservatorio nazionale sui contenziosi esistenti tra i cittadini, la classe medica e le strutture sanitarie. Siamo giunti, infatti, ad avere circa 45 mila contestazioni, e ciò sta diventando un problema molto serio nel paese.

Vorrei segnalare che l'altra sera, nel corso di una trasmissione televisiva cui era presente anche il ministro della salute, una cittadina ha contestato ai medici del reparto rianimazione dell'ospedale di Foggia (e, quindi, alla struttura stessa) di non averle permesso di stare vicino ad un proprio familiare, ricoverato in coma presso tale reparto.

Lo stesso ministro ha riconosciuto che, in realtà, oggi le strutture ospedaliere ed i reparti di rianimazione non sono concepiti in maniera da consentire tale possibilità: infatti, i parenti possono soltanto vedere i propri ammalati attraverso un vetro interposto tra la struttura e l'ambiente in cui si trovano i familiari stessi.

Signori, pensiamoci bene: si tratta di un problema molto serio che si sta verificando nel paese. Il Governo ha deciso di non accettare il mio ordine del giorno, ma io presterei una certa attenzione a tale questione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baiamonte n. 9/1746-bis/288, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 506

Votanti 503

Astenuti 3

Maggioranza 252

Hanno votato sì 213

Hanno votato no 290).

 

Prendo atto che presentatori dell'ordine del giorno Baldelli n. 9/1746-bis/289, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

 

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, l'ordine del giorno in esame riguarda il tema dell'apprendistato. Sarebbe stato piuttosto interessante riuscire ad affrontare, nel corso l'esame di questo disegno di legge finanziaria, anche il tema del lavoro; purtroppo, per le ragioni che conosciamo (la posizione della questione di fiducia), non siamo riusciti a discutere neanche di questo aspetto.

È evidente che, sul tema del lavoro, esiste una forte spaccatura all'interno della maggioranza parlamentare. Infatti, quando i Cobas scendono in piazza, ed esponenti della maggioranza parlamentare e dello stesso Governo manifestano insieme a loro in un corteo in cui si espongono striscioni piuttosto antipatici contro il ministro del lavoro Damiano, definendolo «servo dei padroni», è ben chiaro che vi è una spaccatura sostanziale all'interno della maggioranza e che vi è un problema da affrontare. Ciò dovrebbe avvenire nell'ambito di un dibattito parlamentare serio e sereno, ma anche molto rigoroso.

È altresì evidente che esiste una parte della maggioranza che, legittimamente, ha condotto una campagna elettorale all'insegna dell'abrogazione della legge Biagi. Vi è un'altra parte della stessa maggioranza che, al contrario, cerca un po' di difendere le posizioni del ministro Damiano, affermando che tale legge deve essere superata.

Vi è, infine, una parte consistente del Parlamento - metà del paese, ma in questo momento è probabilmente di più! - che crede che la legge Biagi vada difesa, che si debba continuare ad applicarla e che debba essere completata.

In questo senso, credo che, da tale punto di vista, il «salto» della discussione del tema del lavoro sia qualcosa che mortifica molto il Parlamento, in tutte le sue componenti. In questo ordine del giorno abbiamo creduto che fosse importante porre l'attenzione sul tema dell'apprendistato. Il Governo ha inizialmente innalzato indiscriminatamente i contributi per l'apprendistato, rendendo meno conveniente questa forma di accesso al lavoro e sappiamo, statisticamente, che questa formula introduce facilmente le nuove generazioni, i giovani, nel mondo del lavoro. Vi è stato un ripensamento, almeno parziale, del Governo da questo punto di vista, perché è stata introdotta una soglia di dieci dipendenti, al di sotto della quale tali aumenti contributivi vengono, in qualche modo, ridotti e rimodulati. Questo ordine del giorno, in maniera molto sensata, chiedeva di continuare a rendere conveniente per i datori di lavoro l'apprendistato, che è utile per la collocazione professionale dei giovani.

Evidentemente, è chiaro che la mancata accettazione del Governo non è rivolta solo a non recepire questo ordine del giorno, ma a non voler discutere del tema del lavoro, e credo che un Parlamento, in un momento del genere, in questo paese, abbia tutto il diritto, invece, di discutere del tema del lavoro. Abbiamo capito che da questo tema rifuggite. Abbiamo capito che il ministro è in una posizione molto scomoda e che vi è una parte della maggioranza che rivendica una posizione diversa da quella che il Governo sta assumendo, pur non volendone assumere una in maniera chiara. Su questo aspetto sarebbe opportuno confrontarsi.

Per questo motivo, credo sarebbe stato più opportuno accettare questo ordine del giorno ed affrontare una discussione seria in un Parlamento che, signor Presidente, ha tutto il diritto di continuare a discutere e non accettare posizioni discriminanti da parte di un Governo che non ha ancora le idee chiare su un tema così importante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/1746-bis/289, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 501

Votanti 498

Astenuti 3

Maggioranza 250

Hanno votato sì 214

Hanno votato no 284).

 

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Biancofiore n. 9/1746-bis/291, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

 

MICHAELA BIANCOFIORE. Signor Presidente, chiedo al Governo di riconsiderare il mio ordine del giorno n. 9/1746-bis/291, per la fin troppo evidente motivazione che o il Governo non lo ha letto bene o è palesemente votato a votare contro se stesso, ad esprimere un parere contro se stesso, in quanto è fin troppo chiaro che le prefetture sono espressioni del Governo, sono rappresentanze del Governo. In questo momento, il commissariato del governo, prefettura di Bolzano, non è altro che la vostra espressione, l'espressione del Governo attuale, nella provincia autonoma di Bolzano. Il commissariato del governo di Bolzano, la prefettura di Bolzano è tanto più importante in quanto è di raccordo tra tutte le comunità locali, che sono comunità - purtroppo - divise etnicamente, e lo Stato centrale si deve rendere tutore di tutte le comunità ivi residenti e fare da collante, anche in base a quell'interesse nazionale che soprattutto chi è al Governo dovrebbe, in ogni modo, garantire. Altrimenti, vi renderete artefici di sposare la soppressione di una prefettura, soppressione voluta da un partito dell'estrema destra tedesca che si rifà ad Jorge Haider e che è votato dalla stragrande maggioranza del consiglio della provincia autonoma di Bolzano, che è a maggioranza assoluta di lingua tedesca.

Non credo che questo Governo non voglia accettare questo ordine giorno, perché veramente sarebbe votare anche contro lo stesso criterio introdotto dall'articolo 33 dell'ex disegno di legge finanziaria, ora rivisto al comma 35, mi sembra, dell'attuale maxiemendamento, che introduce proprio come criterio valutativo per l'eventuale soppressione delle prefetture quello della base territoriale in cui sono presenti aree territoriali etnico-linguistiche. Ed allora, veramente, chiedo al Governo di riconsiderare quest'ordine del giorno, volendolo accettare, in favore del mantenimento della prefettura di Bolzano. Viceversa, vi renderete rei di sbattere la porta in faccia a poco più di centomila abitanti di lingua italiana, che appartengono alla stessa etnia della quale dovreste far parte anche voi, ossia al popolo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, volevo solo precisare il parere del Governo relativamente all'ordine del giorno precedente, Bernardo n. 9/1746-bis/290. Il Governo accetta tale ordine del giorno limitatamente al dispositivo.

 

PRESIDENTE. Chiedo, allora, al deputato Bernardo se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/290.

 

MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, a questo punto insisto per la votazione.

 

PRESIDENTE. Il Governo?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardo n. 9/1746-bis/290, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 497

Votanti 496

Astenuti 1

Maggioranza 249

Hanno votato sì 216

Hanno votato no 280).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Biancofiore n. 9/1746-bis/291, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 513

Votanti 511

Astenuti 2

Maggioranza 256

Hanno votato 204

Hanno votato no 307).

 

Il deputato Bono ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

 

NICOLA BONO. Signor Presidente, noto una certa confusione nella gestione dei lavori. Avevamo ascoltato l'intervento della collega Biancofiore sull'ordine del giorno a sua firma n. 9/1746-bis/291. Poi, ad un tratto, non si è capito perché, si è alzato il sottosegretario Sartor, come fosse stato ispirato da qualche richiamo ancestrale e ci ha detto che il parere...

 

PRESIDENTE. Poteva rifiutare in precedenza questa prassi.

 

NICOLA BONO. Lei, Presidente, ha messo in votazione l'ordine del giorno...

 

PRESIDENTE. Lei muove un rilievo ed io l'ascolto, ma poteva presentarlo in corso d'opera...

 

NICOLA BONO. Lei mi deve fare parlare!

 

PRESIDENTE. ...e non l'ha fatto.

Abbiamo proceduto d'intesa senza alcuna contestazione.

Chiedo alla presentatrice, deputata Bocciardo, se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/292, non accettato dal Governo.

 

MARIELLA BOCCIARDO. Insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MARIELLA BOCCIARDO. Signor Presidente, signori del Governo, chiedo che l'ordine del giorno a mia firma sia riconsiderato, in quanto si pone l'obiettivo di fornire un servizio di qualità al sempre più crescente numero di cittadini non autosufficienti ed alle loro famiglie. Un servizio di qualità presuppone fondi adeguati e non una tantum. La lotta alla disabilità deve essere un problema prioritario.

Per questa ragione, l'ordine del giorno impegna, o meglio avrebbe impegnato, il Governo ad istituire un'assicurazione obbligatoria a carico dei redditi più alti, che finanziasse permanentemente il fondo per la non autosufficienza. Vorrei ricordare che, in Italia, la non autosufficienza coinvolge ormai 2 milioni 600 mila persone e il 5 per cento della popolazione italiana è colpito da almeno una disabilità.

Mi aspetto, quindi, che il mio ordine del giorno risvegli le vostre coscienze e la vostra sensibilità, visto che tanto predicate di volere aiutare i più deboli e poi, alla resa dei conti, vi tirate indietro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bocciardo n. 9/1746-bis/292, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 509

Votanti 502

Astenuti 7

Maggioranza 252

Hanno votato sì 214

Hanno votato no 288).

 

Prendo atto che il deputato Pini non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

Prendo, altresì, atto che la deputata Boniver accetta la riformulazione proposta dal Governo del dispositivo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/293 e non insiste per la votazione.

Chiedo al presentatore, deputato Boscetto, se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9 /1746-bis/294, non accettato dal Governo.

 

GABRIELE BOSCETTO. Insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, chiedo al Governo di riconsiderare il parere espresso, ed eventualmente, all'Assemblea, di votare a favore del mio ordine del giorno.

Questa norma, introdotta nel testo base del provvedimento e, poi, ripresa al comma 364 del maxiemendamento, recita che al sindaco, al presidente della provincia, nonché agli assessori e ai consiglieri comunali e provinciali è vietato ricoprire incarichi di tutti i tipi, anche professionali, ed assumere consulenze di tutti i tipi presso enti e istituzioni dipendenti o, comunque, sottoposti al controllo e alla vigilanza dei relativi comuni e province. Fin qui la norma potrebbe andar bene, perché esiste una logica. Ma, poi, si aggiunge: nonché di altri enti territoriali. Ciò vuol dire che i consiglieri comunali e provinciali, gli assessori, i sindaci e i presidenti di provincia, se vogliono fare i consulenti o assumere incarichi, anche professionali, in enti e istituzioni sottoposti ad altri enti territoriali in tutta Italia non possono farlo!

Con ciò si va a ledere la libertà professionale, nonché la possibilità di candidarsi e, quindi, la libertà di elettorato attivo. Questa norma è irrazionale, è fortemente contraria all'articolo 3 della Costituzione sull'eguaglianza dei cittadini in termini di irrazionalità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo)! Come vi è venuto in mente di creare un divieto di questo genere, che tocca tutti gli amministratori di centrodestra e di centrosinistra? Dovete spiegarci perché avete fatto carne di porco in materia di regolamentazione degli enti locali (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)! Voi avete fatto carne di porco anche in materia di regolamentazione delle istituzioni! Avete ripreso quella norma che in Commissione affari costituzionali all'unanimità avevamo deciso di sopprimere: quella che vuole togliere di mezzo le piccole prefetture.

 

PRESIDENTE. Per favore, non vengano gettati oggetti in aula!

Mi scusi, deputato Boscetto, si fermi un momento.

 

GABRIELE BOSCETTO. ...nelle province sotto i 200 mila abitanti, andando a portare via presidi insostituibili...

 

PRESIDENTE. Mi scusi, la sto fermando!

 

GABRIELE BOSCETTO. Presidente, lei mi deve consentire di terminare il mio ragionamento!

 

PRESIDENTE. Deputato Boscetto, le sto dicendo che sto facendo un rilievo! E, certo, non c'è un grande ascolto!

 

GABRIELE BOSCETTO. Mi faccia il rilievo!

 

PRESIDENTE. Inviterei i deputati a tenere un comportamento corretto e a non costringere la Presidenza a svolgere nuovi interventi autoritativi. Il fatto che siamo riuniti in seduta notturna non deve pregiudicare la correttezza del rapporto in questa Assemblea. Francamente, stiamo un po' esagerando!

Prego, deputato Boscetto, prosegua.

 

GABRIELE BOSCETTO. Mi faccia il suo appunto, la prego.

 

PRESIDENTE. Dovrebbe aver sentito che l'ho fatto.

 

GABRIELE BOSCETTO. Non ho capito che appunto fosse. Lo ripeta, per cortesia.

 

PRESIDENTE. Ho svolto un rilievo ad alcuni deputati che, alle sue spalle, gettavano degli oggetti ed ho chiesto loro di tornare ad assumere un comportamento corretto. Non mi rivolgevo a lei, ma a chi compiva quegli atti.

 

Prego, deputato Boscetto.

 

GABRIELE BOSCETTO. Non ho gli occhi dietro le spalle, Presidente.

 

PRESIDENTE. Ma io li ho davanti!

 

GABRIELE BOSCETTO. Le chiedo scusa, Presidente.

Come dicevo, di fronte a tale norma che, inserendosi in un atteggiamento sbagliato nei confronti degli enti locali e delle istituzioni, è così irrazionale, non comprendo perché il Governo non muti il proprio parere.

Sugli enti locali e sulle istituzioni locali state dando luogo al secondo sciopero dei prefetti nella storia d'Italia! Il primo è stato proclamato sotto il Governo Prodi nel 1996 e il secondo sarà sotto questo Governo Prodi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!

Se i prefetti scioperano, vuol dire che c'è qualcosa che non funziona. Non potete togliere prefetture e questure dal nostro territorio! Saremo fortemente contrari a tutto questo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania e Democrazia Cristiana-Partito Socialista - Applausi ironici dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti Italiani)!

 

PRESIDENTE. Dunque, prendo atto che l'onorevole Boscetto insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/ 1746-bis/294, non accettato dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boscetto n. 9/ 1746-bis/294, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 515

Votanti 511

Astenuti 4

Maggioranza 256

Hanno votato sì 201

Hanno votato no 310).

 

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Brancher n. 9/1746-bis/295, non accettato dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brancher n. 9/1746-bis/295, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 522

Votanti 521

Astenuti 1

Maggioranza 261

Hanno votato sì 224

Hanno votato no 297).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Bruno n. 9/1746-bis/296, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, e Brusco n. 9/1746-bis/297 accettato con riformulazione, mentre i presentatori degli ordini del giorno Caligiuri n. 9/1746-bis/298 e Campa n. 9/1746-bis/299, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caligiuri n. 9/1746-bis/298, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 523

Votanti 506

Astenuti 17

Maggioranza 254

Hanno votato sì 210

Hanno votato no 296).

 

Prendo atto che il deputato Piro non è riuscito a votare.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Campa n. 9/1746-bis/299, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 524

Maggioranza 263

Hanno votato sì 224

Hanno votato no 300).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Carfagna n. 9/1746-bis/300, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, e Carlucci n. 9/1746-bis/301 accettato come raccomandazione. Prendo atto altresì che i presentatori insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Ceccacci Rubino n. 9/1746-bis/302, Ceroni n. 9/1746-bis/303 e Cesaro n. 9/1746-bis/304, non accettati dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ceccacci Rubino n. 9/1746-bis/302, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 523

Votanti 522

Astenuti 1

Maggioranza 262

Hanno votato sì 236

Hanno votato no 286).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ceroni n. 9/1746-bis/303, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 520

Maggioranza 261

Hanno votato sì 219

Hanno votato no 301).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cesaro n. 9/1746-bis/304, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 521

Votanti 518

Astenuti 3

Maggioranza 260

Hanno votato sì 220

Hanno votato no 298).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Nicola Cosentino n. 9/1746-bis/305, accettato dal Governo con riformulazione del dispositivo, e Costa n. 9/1746-bis/306, accettato come raccomandazione, mentre i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Crimi n. 9/1746-bis/308.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crimi n. 9/1746-bis/308, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 513

Maggioranza 257

Hanno votato sì 219

Hanno votato no 294).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Della Vedova n. 9/1746-bis/310, accettato dal Governo per il solo secondo capoverso del dispositivo, Di Cagno n. 9/1746-bis/312, accettato dal Governo come raccomandazione nella prima parte del dispositivo, e Di Centa n. 9/1746-bis/313, accettato dal Governo con nuova riformulazione.

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fabbri n. 9/1746-bis/315.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fabbri n. 9/1746-bis/315, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 518

Maggioranza 260

Hanno votato sì 223

Hanno votato no 295).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fallica n. 9/1746-bis/316, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, mentre i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fasolino n. 9/1746-bis/317.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fasolino n. 9/1746-bis/317, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 520

Votanti 519

Astenuti 1

Maggioranza 260

Hanno votato sì 224

Hanno votato no 295).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fedele n. 9/1746-bis/318 accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, mentre i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ferrigno n. 9/1746-bis/319.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferrigno n. 9/1746-bis/319, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 516

Votanti 515

Astenuti 1

Maggioranza 258

Hanno votato sì 222

Hanno votato no 293).

 

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis/320, non accettato dal Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giuseppe Fini. Ne ha facoltà.

 

GIUSEPPE FINI. Vorrei ricordare ai colleghi che sto parlando della modernizzazione della pesca e di un articolo che è stato abrogato, per cui oggi viene a mancare il canone ricognitorio, che è di grande pregiudizio per tutte le attività della pesca per le aree marine e lacustri, e quindi per i consorzi e per tutte le attività. Con i colleghi della Commissione agricoltura avevamo preparato e votato tutti assieme per questo problema. Vedo che l'ordine del giorno Zucchi n. 9/1746-bis/80 è stato accettato, mentre il mio ordine del gioco non è stato accettato (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani)... La pesca non è né di centrodestra né di centrosinistra! La verità è, che poiché sono di centrodestra, questo Governo non accetta il mio ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!

 

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MARCO ZACCHERA. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis/320.

 

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIANPAOLO DOZZO. Anch'io chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis/320 ed anch'io desidero sottolineare che il Governo ha usato due pesi e due misure, visto che ha accettato un altro ordine del giorno sulla stessa materia.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giuseppe Fini n. 9/1746-bis/320, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 507

Votanti 497

Astenuti 10

Maggioranza 249

Hanno votato sì 218

Hanno votato no 279).

 

Chiedo al deputato Fitto se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/321, non accettato dal Governo.

 

RAFFAELE FITTO. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RAFFAELE FITTO. Il sottosegretario Sartor, nell'esprimere il parere sull'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/1746-bis/61, che poi è stato ritirato e che sostanzialmente poneva il problema del ripristino delle risorse sul fondo per le aree sottoutilizzate, lo aveva accettato. Ora, poiché abbiamo un gruppo di parlamentari che sottoscrivono un ordine del giorno consapevoli della situazione e poiché abbiamo un maxiemendamento che ripristinerebbe queste risorse dopo il 2010, penso che, al di là delle polemiche e delle contrapposizioni, anche un accoglimento come raccomandazione, per trovare serenamente un luogo e un momento nel quale riflettere su un drastico taglio delle risorse nell'ambito del fondo per le aree sottoutilizzate, non sarebbe, alle 2,30 di notte, un fatto molto grave.

Sarebbe piuttosto un fatto di buonsenso, che consentirebbe anche per l'iter futuro della legge finanziaria di poter individuare, mi auguro in termini costruttivi, da parte di questo Governo un luogo e un momento per ricomporre una situazione, che ha visto una legge finanziaria approvata dal Consiglio dei ministri con oltre 5 miliardi di euro assegnati a questo fondo e che al momento vede circa 4 miliardi di euro sullo stesso capitolo.

Evidentemente, qualcosa non ha funzionato e quindi occorre fare qualcosa. Lo dico soprattutto a quei colleghi del Mezzogiorno d'Italia che mi auguro possano comprendere, al di là degli schieramenti, il rilievo della questione e possano spendere una parola inserendosi in questo dibattito, ed augurandomi che il Governo possa recepire questa richiesta. Dire «no» a questa semplice richiesta penso sia un «no» preconcetto, che sinceramente non comprendo e che non ha motivo di esistere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Iannuzzi. Ne ha facoltà.

 

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, vorrei rassicurare il collega Fitto di come sia strumentale e infondata la sua posizione. Noi abbiamo presentato un ordine del giorno prima della formalizzazione del maxiemendamento. La disamina del maxiemendamento evidenzia che il fondo FAS nell'arco temporale di riferimento non soltanto è stato ripristinato nella sua integrità, ma addirittura è stato incrementato (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania), passando, colleghi, da 73 miliardi a 74 miliardi di euro. Un miliardo di euro in più!

Vogliamo anche precisare, signor Presidente, che per la modulazione nel 2007 e negli anni successivi il Governo Prodi, a differenza del Governo Berlusconi, ha assicurato la copertura integrale del cofinanziamento statale dei fondi europei, non per 200 milioni, ma per 4,2 miliardi di euro (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani e Verdi)! Voi avevate messo nel 2007 appena circa 6 miliardi di euro. Noi, tra fondo FAS e cofinanziamento statale dei fondi europei, abbiamo stanziato nel 2007 8 miliardi e mezzo di euro, e in più i 500 milioni di euro fuori fondo FAS per la Salerno-Reggio Calabria!

Rispondiamo, come parlamentari meridionali del centrosinistra, con le cifre, con i fatti e con gli impegni precisi, non con le polemiche vuote e strumentali (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur - Applausi ironici di deputati del gruppo Forza Italia)!

 

CARMINE SANTO PATARINO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, intendo aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Fitto n. 9/1746-bis/321.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fitto n. 9/1746-bis/321, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 486

Votanti 483

Astenuti 3

Maggioranza 242

Hanno votato sì 205

Hanno votato no 278).

 

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Franzoso n. 9/1746-bis/323, accolto dal Governo come raccomandazione, non insiste per la votazione e che i presentatori dell'ordine del giorno Fratta Pasini n. 9/1746-bis/324, accolto come raccomandazione dal Governo nel testo riformulato limitatamente alla parte dispositiva, non insistono per la votazione.

Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'ordine del giorno Galli n. 9/1746-bis/325, accettato dal Governo, non insistono per la votazione.

Prendo atto, inoltre, che i presentatori dell'ordine del giorno Garagnani n. 9/1746-bis/326, non accettato dal Governo, insistono per la votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garagnani n. 9/1746-bis/326, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 502

Votanti 500

Astenuti 2

Maggioranza 251

Hanno votato sì 212

Hanno votato no 288).

 

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'ordine del giorno Gardini n. 9/1746-bis/327 e non insistono per la votazione.

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Gelmini n. 9/1746-bis/328, accolto dal Governo come raccomandazione.

 

MARIASTELLA GELMINI. Sì, signor Presidente, insisto.

 

PRESIDENTE. Il Governo?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Gelmini n. 9/1746-bis/328.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gelmini n. 9/1746-bis/328, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 514

Votanti 508

Astenuti 6

Maggioranza 255

Hanno votato sì 223

Hanno votato no 285).

 

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Germanà n. 9/1746-bis/329, non accettato dal Governo.

 

BASILIO GERMANÀ. Signor Presidente, il mio ordine del giorno riguarda l'occupazione dei giovani. Vorrei far notare al Presidente del Consiglio dei ministri - abbiamo il piacere di constatare la sua presenza in questa Assemblea - che i vincitori di concorso, cioè coloro i quali hanno compiuto sacrifici e le cui famiglie si sono impegnate economicamente, non beneficeranno di una riserva di posti negli enti locali.

Debbo aggiungere, signor Presidente, che poc'anzi ho incontrato, fuori da quest'aula, un elettore di mio padre, con la sua famiglia, il quale mi chiedeva come mai presentassi un ordine del giorno a un Governo che è a termine e che valore avesse un ordine del giorno approvato da un Governo che sta per terminare la sua attività. Perciò, signor Presidente, intendo ritirare il mio ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Sta bene.

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giro n. 9/1746-bis/331, non accettato dal Governo.

Passiamo, dunque, ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giro n. 9/1746-bis/331, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 504

Votanti 503

Astenuti 1

Maggioranza 252

Hanno votato 214

Hanno votato no 289).

 

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Giudice n. 9/1746-bis/332 accettano la riformulazione in conformità dell'ordine del giorno Duilio n. 9/1746-bis/85 e non insistono per la votazione.

Prendo atto, altresì, che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Iannarilli n. 9/1746-bis/333, non accettato dal Governo.

Passiamo, dunque, ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Iannarilli n. 9/1746-bis/333, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 507

Votanti 506

Astenuti 1

Maggioranza 254

Hanno votato sì 215

Hanno votato no 291).

 

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Jannone n. 9/1746-bis/334, non accettato dal Governo.

 

GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, abbiamo ascoltato alcune dichiarazioni del Presidente del Consiglio Prodi e del Vicepresidente del Consiglio Rutelli, e le improvvide dichiarazioni del ministro Bianchi, rese, peraltro, a borsa aperta, facendo crollare il titolo Alitalia. Tali dichiarazioni erano volte alla salvaguardia e al salvataggio di Alitalia. Chiedo come possano conciliarsi tali dichiarazioni con la non accettazione di un ordine del giorno che null'altro si propone se non migliorare il sistema viabilistico e strutturale lombardo e italiano, in generale. Mi permetto, signor Presidente, di farle rilevare come, a più riprese durante il dibattito, le abbiamo chiesto che nei momenti significativi del dibattito sul disegno di legge finanziaria fossero presenti i ministri competenti.

Oggi che si parla solamente di atti di indirizzo - quindi, con un significato politico relativo - abbiamo presenti il Presidente e il Vicepresidente del Consiglio, nonché una schiera di ministri. Tutto questo suona davvero anomalo e costituisce un precedente che quest'aula non ha mai visto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Jannone n. 9/1746-bis/334, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 502

Votanti 501

Astenuti 1

Maggioranza 251

Hanno votato 211

Hanno votato no 290).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Loggia n. 9/1746-bis/335, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 504

Maggioranza 253

Hanno votato 213

Hanno votato no 291).

 

Chiedo al deputato Lainati se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/336.

 

GIORGIO LAINATI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIORGIO LAINATI. Signor Presidente, il signor Vicepresidente del Consiglio ricorderà che, in occasione di una sua recente audizione in Commissione cultura, mi sono permesso di ricordare che un anno fa ci fu una curiosa manifestazione davanti a Palazzo Chigi. Chiamaste moltissimi protagonisti del mondo della cinematografia e della televisione con delle caratteristiche molto curiose. Innanzitutto, nella maggior parte dei casi erano dipendenti di Canale 5, Italia 1 e Retequattro che manifestavano contro il Governo Berlusconi perché ritenevano ingiusti i tagli al fondo dello spettacolo. La seconda caratteristica, ma questo riguarda più il viceministro dell'economia, è che tutti costoro erano, sono e presumo che continueranno ad essere dei multimiliardari, grazie proprio ai contratti pluridecennali che hanno con Canale 5, Italia 1 e Retequattro, oltre che con la RAI.

Avrei quindi preferito che il signor sottosegretario per l'economia avesse accettato questo ordine del giorno, tenendo conto che avreste dimostrato così una certa attenzione ad un mondo che tradizionalmente è dalla vostra parte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lainati n. 9/1746-bis/336, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 501

Votanti 493

Astenuti 8

Maggioranza 247

Hanno votato sì 213

Hanno votato no 280).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Lazzari n. 9/1746-bis/337, accolto come raccomandazione esclusa l'ultima parte, Lenna n. 9/1746-bis/338 e Marinello n. 9/1746-bis/339, accettato nel dispositivo.

Chiedo al deputato Marras se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/340.

 

GIOVANNI MARRAS. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIOVANNI MARRAS. Visto l'articolo 102 della finanziaria, con questo ordine del giorno pensavo, insieme ad altri colleghi, di poter modificare una condizione che sarà molto grave, cioè la Sardegna si troverà a dover pagare il 100 per cento del sistema sanitario. Quindi, credo che dal mese di gennaio dovrà essere interamente pagato ed anticipato dalla regione Sardegna un sistema sanitario che oggi costa oltre il 55 per cento del bilancio regionale. Naturalmente, il Governo in questo caso parla di compensazioni, che per la precisione arriveranno dal 2010, un po' come i soldi per le aree sottoutilizzate. Sempre dal 2010 inizierete quindi a pagare, quando non ci sarete più voi, non ci sarà più il governatore Soru in Sardegna, grazie a Dio, sperando di liberarci di queste due situazioni.

Di conseguenza, credo che sarebbe stato almeno un atto di intelligenza non dico accoglierlo come raccomandazione perché avrei, comunque, chiesto il voto e non mi interessava, ma sono realmente curioso di vedere intanto come voteranno i sardi. Infatti, torneremo sicuramente su questo argomento in quest'aula, discuteremo e affronteremo la questione quando non ci saranno gli stipendi per il personale sanitario e paramedico, cioè nel mese di gennaio che ormai è prossimo. Spero che il Governo possa ravvedersi, ma non credo proprio che lo farà.

Auspico che almeno nell'aula del Senato il Governo manifesterà l'intenzione di cambiare, anche se la speranza è minima. Infatti, in questa serata l'andamento è tale che si accettano gli ordini del giorno per poi non tenerne conto. In ogni caso, si accettano solo quelli che non fanno danni e che non muovono nulla. Avanzo quindi la richiesta che il Governo riveda il suo parere. Signor Presidente, vorrei in proposito una risposta.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marras n. 9/1746-bis/340, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 498

Votanti 481

Astenuti 17

Maggioranza 241

Hanno votato sì 194

Hanno votato no 287).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Martusciello n. 9/1746-bis/341 e Milanato n. 9/1746-bis/343, accettati dal Governo limitatamente alla parte dispositiva.

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Minardo n. 9/1746-bis/344, non accettato dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Minardo n. 9/1746-bis/344, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 499

Votanti 482

Astenuti 17

Maggioranza 242

Hanno votato sì 195

Hanno votato no 287).

 

Prendo atto che presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mistrello Destro n. 9/1746-bis/345, accettato dal Governo limitatamente alla parte dispositiva.

Prendo atto che presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Misuraca n. 9/1746-bis/346, non accettato dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Misuraca n. 9/1746-bis/346, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 499

Votanti 482

Astenuti 17

Maggioranza 242

Hanno votato sì 197

Hanno votato no 285).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Mondello n. 9/1746-bis/347 e Mormino n. 9/1746-bis/348, accolti dal Governo come raccomandazione.

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Moroni n. 9/1746-bis/349 e Nan n. 9/1746-bis/350, non accettati dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Moroni n. 9/1746-bis/349, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 506

Votanti 503

Astenuti 3

Maggioranza 252

Hanno votato 217

Hanno votato no 286).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nan n. 9/1746-bis/350, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 506

Votanti 505

Astenuti 1

Maggioranza 253

Hanno votato sì 218

Hanno votato no 287).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Palumbo n. 9/1746-bis/352 e Paniz n. 9/1746-bis/353, accolti come raccomandazione dal Governo limitatamente alla parte dispositiva.

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Paroli n. 9/1746-bis/354 e Pelino n. 9/1746-bis/356, non accettati dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paroli n. 9/1746-bis/354, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 509

Votanti 508

Astenuti 1

Maggioranza 255

Hanno votato sì 220

Hanno votato no 288).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pelino n. 9/1746-bis/356, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 513

Votanti 512

Astenuti 1

Maggioranza 257

Hanno votato sì 222

Hanno votato no 290).

 

Prendo atto che non sono presenti in aula i presentatori dell'ordine del giorno Mario Pepe n. 9/1746-bis/357, su cui il Governo ha formulato un invito al ritiro.

 

ELIO VITO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ELIO VITO. Signor Presidente, lei può non mettere ai voti l'ordine del giorno in oggetto perché il primo firmatario è assente, ma non certo perché vi è un invito al ritiro da parte del Governo.


PRESIDENTE. Mi scusi, non ho sentito.

 

ELIO VITO. Lei può non mettere ai voti l'ordine del giorno perché il primo firmatario è assente, ma non certo perché vi è un invito al ritiro da parte del Governo. Il Governo può accettare o meno gli ordini del giorno, ma non invitare i deputati ad uscire o a ritirarli. Deve dare il proprio parere, non il nostro.

 

PRESIDENTE. Il Governo aveva invitato a ritirare l'ordine del giorno. Pertanto, mi sono rivolto al primo firmatario.

 

ELIO VITO. Esatto, non è presente il primo firmatario...

 

PRESIDENTE. E quindi si intende che acceda all'invito al ritiro!

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Pescante n. 9/1746-bis/358, non accettato dal Governo.

 

MARIO PESCANTE. Signor Presidente, vorrei invitare il Governo ad un ripensamento sul parere espresso su questo ordine del giorno, che aveva l'unico obiettivo di impegnare il Governo di centrosinistra a proseguire l'azione già intrapresa dal Governo Berlusconi (in ciò non vi è nulla di politicamente scorretto) a sostegno del mondo dell'associazionismo dilettantistico di base no-profit. Nella precedente legislatura abbiamo previsto agevolazioni fiscali, contabili ed incentivi per gli sponsor. Si è trattato di un provvedimento che il mondo dello sport ha definito storico! Ebbene, di fronte ad un ordine del giorno che impegna anche questo Governo a proseguire in quell'azione, c'è stata una risposta negativa incomprensibile. Eppure si tratta di un Governo molto attento, Presidente Prodi, alle problematiche dello sport professionistico, terribilmente attento se è vero che nei giorni a venire ci verrà addirittura proposta una delega al Governo per affrontare problematiche dello sport professionistico, quello miliardario.

Siete anche molto attenti, o forse molto presenti, nei confronti dello sport dilettantistico: lei, Presidente Prodi, e la ministra Melandri eravate presenti giorni fa alla premiazione al CONI di questi atleti: campioni del mondo, campioni olimpici che hanno dato lustro ed onorato il nostro paese. Eravate presenti e quindi, Presidente, lei sa meglio di me che questi atleti sono frutto dell'attività dello sport di base, non certo di quello professionistico. Ma c'è una cosa di più da dire: i meriti dello sport dilettantistico no-profit non sono solo di carattere agonistico! Esso svolge una funzione educativa e formativa per i nostri giovani, promuovendo i valori dello sport e sostituendosi spesso alla scuola o addirittura alla famiglia. Promuovendo lo sport, Presidente, forse si verrebbe incontro a tanti disagi delle fasce giovanili, ed anche in quest'Assemblea parleremmo molto meno di violenza, di droga o di uno spinello in più o in meno.

Bene, queste società dilettantistiche, Presidente, hanno ottenuto il parere contrario del Governo sulla possibilità di proseguire un'azione che avevamo già iniziato e che stava dando i primi frutti. Insisto pertanto per la votazione dell'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pescante n. 9/1746-bis/358, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 489

Votanti 481

Astenuti 8

Maggioranza 241

Hanno votato sì 220

Hanno votato no 261).

 

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Picchi n. 9/1746-bis/359, accettato dal Governo, limitatamente al dispositivo.

 

GUGLIELMO PICCHI. Sì, signor Presidente, insisto.

 

PRESIDENTE. Il Governo?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo non accetta l'ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Picchi n. 9/1746-bis/359, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 494

Maggioranza 248

Hanno votato sì 212

Hanno votato no 282).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ravetto n. 9/1746-bis/362, accolto come raccomandazione.

Prendo invece atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rivolta n. 9/1746-bis/363, non accettato dal Governo.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rivolta n. 9/1746-bis/363, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 502

Votanti 501

Astenuti 1

Maggioranza 251

Hanno votato sì 216

Hanno votato no 285).

 

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ricevuto n. 9/1746-bis/364, nel testo corretto, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, e Romagnoli n. 9/1746-bis/365, così come riformulato.

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Romele n. 9/1746-bis/366, accolto come raccomandazione dal Governo.

 

GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, volevo che fosse ribadito a tutta l'Assemblea che si trattava di un sì del Governo come raccomandazione. Questo ordine del giorno riguarda il sostegno agli imprenditori agricoli che, in grande difficoltà, in questo periodo non riescono ad inserire il prodotto agroalimentare nei mercati esteri.

Immagino, in questo momento, che gli agricoltori italiani non abbiano bisogno di raccomandazioni, bensì di dati concreti, e il Governo lo sa. Il Presidente del Consiglio, onorevole Prodi, che tanto si è vantato di essere assimilato all'Unione europea, in realtà sta dimostrando che non sa fare neanche la politica della più elementare esportazione del mondo agricolo. Gli agricoltori (mi rivolgo anche ai colleghi della maggioranza) in questo momento non hanno bisogno di raccomandazioni, ma di risposte concrete. Non si tratta di grandi cifre, ma di un segnale importante per l'esportazione dei nostri prodotti agroalimentari.

Signor Presidente, insisto dunque per la votazione del mio ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Il Governo?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Romele n. 9/1746-bis/366.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Romele n. 9/1746-bis/366, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 491

Votanti 485

Astenuti 6

Maggioranza 243

Hanno votato sì 197

Hanno votato no 288).

 

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Luciano Rossi n. 9/1746-bis/367 e Paolo Russo n. 9/1746-bis/368, non accettati dal Governo.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luciano Rossi n. 9/1746-bis/367, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 490

Maggioranza 246

Hanno votato sì 208

Hanno votato no 282).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/1746-bis/368, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 486

Votanti 483

Astenuti 3

Maggioranza 242

Hanno votato sì 203

Hanno votato no 280).

 

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis/369, accolto come raccomandazione dal Governo, limitatamente al dispositivo.

 

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, chiedo al rappresentante del Governo di rivedere il proprio parere. Credo vi sia stata una erronea valutazione: l'impegno previsto, infatti, è praticamente simile a quello presente nell'ordine del giorno Bressa n. 9/1746-bis/181, già accolto dal Governo. L'aula si troverebbe a votare contro un medesimo impegno già accettato dal Governo.

 

PRESIDENTE. Il Governo?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accoglie l'ordine del giorno.

 

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Santelli n. 9/1746-bis/369.

 

PRESIDENTE. Sta bene.

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione degli ordini del giorno Simeoni n. 9/1746-bis/370, Stagno D'Alcontres n. 9/1746-bis/371, Testoni n. 9/1746-bis/373, Tondo n. 9/1746-bis/374 e Tortoli n. 9/1746-bis/375, non accettati dal Governo.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simeoni n. 9/1746-bis/370, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 496

Maggioranza 249

Hanno votato sì 209

Hanno votato no 287).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stagno D'Alcontres n. 9/1746-bis/371, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 491

Votanti 489

Astenuti 2

Maggioranza 245

Hanno votato 206

Hanno votato no 283).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Testoni n. 9/1746-bis/373, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 492

Votanti 491

Astenuti 1

Maggioranza 246

Hanno votato sì 205

Hanno votato no 286).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tondo n. 9/1746-bis/374, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 498

Votanti 497

Astenuti 1

Maggioranza 249

Hanno votato sì 210

Hanno votato no 287).

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tortoli n. 9/1746-bis/375, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 448

Maggioranza 225

Hanno votato sì 194

Hanno votato no 254).

 

Prendo atto che il deputato Borghesi non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto contrario.

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis/376, accolto come raccomandazione dal Governo.

 

PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, il Governo è, forse, in difetto d'informazione, perché il mio ordine del giorno non fa altro che riproporre quanto sottoscritto dal ministro Bianchi con le associazioni degli autotrasportatori. Chiedo quindi al Governo di rivedere la sua posizione accettando il mio ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Il Governo?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Ribadisco che il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis/376; qualora si insista per la votazione, il parere è contrario.

 

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/376, accolto come raccomandazione dal Governo.

 

PAOLO UGGÈ. Sì, signor Presidente, insisto.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Uggè n. 9/1746-bis/376, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 486

Votanti 483

Astenuti 3

Maggioranza 242

Hanno votato sì 210

Hanno votato no 273).

 

Prendo atto che il deputato Velo avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.

Prendo atto che i deputati Valducci e Verdini non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno, rispettivamente n. 9/1746-bis/377 e n. 9/1746-bis/378, che il Governo ha accettato limitatamente al dispositivo.

Ho un'incertezza, quindi chiedo al Governo se conferma di non avere accettato l'ordine del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis/379.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Esattamente. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Vito n. 9/1746-bis/379.

 

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis/379, non accettato dal Governo.

 

ELIO VITO. Signor Presidente, sono confortato dalla sua incertezza poiché io, invece, non ne ho. La ragione è molto semplice; infatti l'ordine del giorno, se ella lo ha esaminato, propone al Governo di cambiare radicalmente la sua politica finanziaria.

Ci troviamo di fronte ad una legge finanziaria, quella del Governo Prodi, che prevede controlli opprimenti ed esasperanti nei confronti dei cittadini e delle imprese. Una concezione del fisco che va ben al di là di quella che può essere accettata da una moderna democrazia. Ciò, a fronte di entrate straordinarie, equivalenti a 12 miliardi di euro, raccolti da questo paese grazie all'ultima finanziaria del Governo Berlusconi.

Quindi, il mio ordine del giorno vuole esprimere una preoccupazione. Al Vicepresidente del Consiglio Rutelli, che continua a mandare, forse a Giachetti, degli sms, il discorso non interessa. Vi è un Presidente del Consiglio ridanciano ed un paese preoccupato anche per le manifestazioni che vi sono state (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...

Signor Presidente, forse dovrebbe richiamare anche qualche membro del Governo, oltreché qualche membro del Parlamento, per gli atteggiamenti irriguardosi nei nostri confronti.

 

PRESIDENTE. Lei sa bene che io sono alle spalle della compagine governativa.

 

ELIO VITO. No, signor Presidente, lei è al di sopra della compagine governativa, o dovrebbe esserlo.

In questa distratta ed ilare atmosfera - a mio giudizio ingiustificata, se non addirittura provocatoria - non ci si rende conto che se le politiche fiscali del Governo Berlusconi hanno prodotto entrate così straordinarie (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)... Dodici miliardi di euro di entrate!

 

PRESIDENTE. Vi prego di lasciar proseguire il deputato Elio Vito.

 

ELIO VITO. Come dicevo, voler cambiare tali politiche fiscali in maniera così radicale ed intollerabile per i nostri cittadini e per le nostre imprese, porterà sicuramente dei danni all'economia italiana. Per questo insisto per la votazione del mio ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franzoso. Ne ha facoltà.

 

PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno presentato dall'onorevole Elio Vito.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Elio Vito n. 9/1746-bis/379, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 493

Votanti 489

Astenuti 4

Maggioranza 245

Hanno votato 202

Hanno votato no 287).

 

Chiedo al deputato Zanetta se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/380, non accettato dal Governo.

 

VALTER ZANETTA. Signor Presidente, credo vi sia stata una sottovalutazione del Governo su questo ordine del giorno, quindi chiedo che venga rivisto il parere. Si tratta di considerare un adeguamento del fondo per la montagna, che è passato dai 20 milioni di euro dello scorso anno ai 25 milioni di euro di quest'anno; in ogni caso, si tratta sempre di poca cosa.

Infatti, il mio ordine del giorno prefigura un risultato fino a 65 milioni di euro. Credo che valga la pena dire queste cose, anche perché non so come si presenterà il Governo alla convention sugli stati generali della montagna (convocata a Torino per lunedì), nella quale si dirà che in questa finanziaria c'è veramente poca cosa per la montagna!

Credo allora sia utile ricordare al Presidente Prodi che dieci milioni di montanari hanno ricevuto la sua lettera in campagna elettorale che, nelle conclusioni, recitava quanto segue: questa doverosa restituzione avverrà attraverso un incremento del Fondo nazionale per la montagna per il quale predisporremo meccanismi automatici di alimentazioni che garantiscano continuità di risorse, sottraendo alla contrattazione politica la determinazione dei contributi. Introdurremo, inoltre, sgravi fiscali che compensino i maggiori oneri che devono affrontare gli imprenditori in zone montane e creeremo finalmente uguaglianza nell'erogazione dei servizi rispetto alla pianura. Il 9 e 10 aprile votare l'Ulivo significa

j far cominciare la primavera italiana anche in montagna (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Comunisti Italiani e Verdi). Se è così, credo che in montagna non comincerà mai la primavera!

 

DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, chiedo che venga apposta la firma di tutti i colleghi del gruppo della Lega Nord Padania, oltre che la mia, sull'ordine del giorno Zanetta n. 9/1746-bis/380.

 

PRESIDENTE. Sta bene.

 

GIUSEPPE ROMELE. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno Zanetta n. 9/1746-bis/380.

 

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zanetta n. 9/1746-bis/380, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni)..

(Presenti 485

Votanti 482

Astenuti 3

Maggioranza 242

Hanno votato 202

Hanno votato no 280).

 

Prendo atto che l'onorevole Forlani avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zorzato n. 9/1746-bis/381, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 487

Maggioranza 244

Hanno votato 204

Hanno votato no 283).

 

Chiedo al deputato Lupi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/382, non accettato dal Governo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo).

 

MAURIZIO ENZO LUPI. Signor Presidente, credo, al di là della simpatia ...

 

PRESIDENTE. Eviterei segni scarsamente congrui con l'Assemblea!

 

MAURIZIO ENZO LUPI. Mi sembra che un segnale da parte della Camera dei deputati nella trasmissione del provvedimento al Senato sia importante in ordine ad una questione di cui ci è stato impossibile discutere, considerata la posizione della questione fiducia. Le norme sul TFR hanno previsto l'obbligatorietà del trasferimento per le imprese sopra i 50 dipendenti. Chiediamo un'attenzione particolare al Governo: nelle imprese sopra i 50 dipendenti vi è una tipologia di (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)...

 

PRESIDENTE. Per favore!

 

MAURIZIO ENZO LUPI. Mi dispiace, stiamo parlando di una cosa seria!

 

PRESIDENTE. È scarsamente elegante! Lo eviterei proprio!

 

MAURIZIO ENZO LUPI. Vi è una tipologia di imprese, che credo molti deputati conoscano, il no-profit, le cooperative di promozione sociale, tra i cui dipendenti figurano persone disabili. Per queste tipologie di imprese prevedere il trasferimento di TFR obbligatorio vorrebbe dire la chiusura di queste imprese.

In questo ordine del giorno si chiede un segnale di attenzione nel passaggio del testo al Senato, per verificare la possibilità per questa tipologia di imprese, vale a dire le cooperative di promozione sociale no-profit, che hanno assunto persone disabili, di non rientrare all'interno di questa normativa. Sono certo, Presidente e colleghi, che, se avessimo avuto la possibilità di discuterne, avremmo votato tutti in questa direzione, al di là del fatto che siamo di maggioranza o di opposizione.

Chiedo scusa per l'intervento ad un'ora tarda, ma credo che anche a quest'ora il Parlamento debba dare un segnale di attenzione che vada in una certa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!

 

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la firma mia e dei componenti del mio gruppo all'ordine del giorno in oggetto sia per il merito sia per l'atteggiamento che si è avuto nei confronti delle argomentazioni dell'onorevole Lupi.

 

ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO. Signor Presidente, non ripeto le argomentazioni del collega Lupi. Anch'io vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis/382.

 

LUCIANO D'ULIZIA. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, a titolo personale, non implicando il mio gruppo parlamentare, sottoscrivo quest'ordine del giorno sulle cooperative sociali.

 

RICCARDO PEDRIZZI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

RICCARDO PEDRIZZI. Presidente, vorrei aggiungere anch'io la firma di tutto il gruppo di Alleanza Nazionale.

 

PRESIDENTE. Il Governo?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, propongo la seguente riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis/382: dopo le parole «Impegna il Governo», aggiungere le seguenti: «a valutare l'opportunità» e segue il testo originario.

 

PRESIDENTE. Deputato Lupi, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/382?

 

MAURIZIO ENZO LUPI. Credo che questa riformulazione proposta dal Governo possa essere un utile segnale da parte del Parlamento anche nei confronti del passaggio al Senato.

 

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lupi n. 9/1746-bis/382 (Nuova formulazione), accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 434

Votanti 421

Astenuti 13

Maggioranza 211

Hanno votato sì 397

Hanno votato no 24).

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, sull'ordine del giorno Buonfiglio n. 9/1746-bis/383 vorrei precisare che il Governo lo accetta limitatamente alla parte dispositiva.

 

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione.

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione del loro ordine del giorno Grassi n. 9/1746-bis/384, non accettato dal Governo.

 

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, chiedo al Governo la possibilità di riesaminare, come è accaduto in tanti altri casi, il parere negativo espresso sull'ordine del giorno Grassi n. 9/1746-bis/384 ed insisto per la votazione.

 

PRESIDENTE. Il Governo?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, accetto l'ordine del giorno con la seguente riformulazione: nella premessa, dopo «abbattimento delle tariffe per le prestazioni di laboratorio», cadono le parole successive, perché non sono più concordi con l'attuale dispositivo della legge finanziaria. Inoltre, nel dispositivo, nel secondo punto, dopo l'espressione «definire», cadono le parole «entro febbraio 2007».

Infine, al penultimo punto, dopo la parola «procedere» si sostituisca la parola: «introduzione» con la seguente: «rideterminazione». Con questa riformulazione, il Governo lo accetta.

 

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione.

Passiamo all'ordine del giorno Bianchi n. 9/1746-bis/385.

 

DORINA BIANCHI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

DORINA BIANCHI. Signor Presidente, chiedo al Governo di rivedere il suo parere, in quanto in questa finanziaria è stato introdotto, per i farmaci senza obbligo di ricetta, un nuovo sistema virtuoso di formazione dei prezzi, che serve per aumentare la concorrenza tra gli operatori, al fine di garantire ai cittadini prezzi equi e corretti.

Il periodo transitorio che vogliamo diminuire non deve essere un ostacolo, ma significa venire incontro a un'idea del Governo.

 

PRESIDENTE. Il Governo?

 

NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Propongo la seguente riformulazione del dispositivo: sostituire la parola: «anticipare» con la seguente: «riesaminare».

 

PRESIDENTE. Deputata Bianchi, accetta la riformulazione?

 

DORINA BIANCHI. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.

 

GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

GABRIELE BOSCETTO. Vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Greco n. 9/1746-bis/386.

 

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Greco n. 9/1746-bis/386 insistono per la votazione.

Passiamo ai voti.

 

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Greco n. 9/1746-bis/386, non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 425

Votanti 420

Astenuti 5

Maggioranza 211

Hanno votato sì 150

Hanno votato no 270).

 

Deputato Romano, accede all'invito al ritiro formulato dal Governo sul suo ordine del giorno n. 9/1746-bis/387?

 

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Sì, signor Presidente, e prendo atto dell'impegno del Governo, che va nel senso dell'ordine del giorno, che, tra l'altro, è interamente assorbito dall'ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/1746-bis/361, accettato dal Governo.

 

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Buontempo n. 9/1746-bis/388, accolto dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Il seguito del dibattito, per le dichiarazioni di voto e il voto finale del provvedimento, è rinviato alla seduta di domani.

 

La seduta termina alle 3,10 del 19 novembre 2006.


 

 


Allegato A

 

 

DISEGNO DI LEGGE: DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE E PLURIENNALE DELLO STATO (LEGGE FINANZIARIA 2007) (A.C. 1746-BIS)

 

 

 


(A.C. 1746-bis - Sezione 1)

 

 

ORDINI DEL GIORNO

 

La Camera,

premesso che:

la legge finanziaria all'articolo 198 prevede che per incrementare il sistema di protezione sociale e di cura per le persone non autosufficienti è istituito presso il ministero della solidarietà sociale un fondo denominato «Fondo per le non autosufficienze», al quale è assegnata la somma di 50 milioni di euro per l'anno 2007 e di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009;

la legge 5 febbraio 1992, n.104 (articolo 39/1-ter) come modificata dalla legge 162 del 1998, prevede che «le regioni possono provvedere, sentite le rappresentanze degli enti locali e le principali organizzazioni dei privato sociale presenti sul territorio, nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio (.,.) 1-ter) a disciplinare, allo scopo di garantire il diritto ad una vita indipendente alle persone con disabilità permanente e grave limitazione dell'autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita, non superabili mediante ausili tecnici, le modalità di realizzazione di programmi di aiuto alla persona, gestiti in forma indiretta, anche mediante piani personalizzati per i soggetti che ne facciano richiesta, con verifica delle prestazioni erogate e della loro efficacia»;

esiste una differenza fra l'assistenza personale e la tradizionale «assistenza», fra il modello medico e il modello sociale (appunto quello di Vita Indipendente) della disabilità. È dunque importante che il disabile possa esprimere quello che veramente vuole o di cui necessita. Vivendo una Vita Indipendente è in grado di dare e prendere coscienza delle proprie capacità e potenzialità. Disabili gravissimi mediante l'accesso ad Internet e grazie a programmi vocali riescono a socializzare e ad avere una vita propria ancorché dipendente da macchine e programmi per computer -:

impegna il Governo

affinché il Fondo per le non autosufficienze sia diretto anche a sostegno dei progetti e tecnologie che possano consentire la libertà dì parola, lettura, scrittura e comunicazione, nonché una vita indipendente, per consentire una piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica di persone che vivono con vari tipi di invalidità.

9/1746-bis/1. Poretti.

 

 

La Camera,

premesso che:

il capo IV del disegno di legge finanziaria in esame contiene misure di riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica riferita agli enti territoriali, che incidono in diverse direzioni, sia attraverso la riduzione delle dimensioni territoriali degli enti locali, sia mediante la diminuzione dell'ammontare dei compensi e delle indennità dei componenti degli organi rappresentativi degli enti locali;

l'articolo 76 del disegno di legge finanziaria, nel recare norme sull'assetto organizzativo degli enti locali, rinvia alla riforma del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, con la finalità di una riduzione degli organi rappresentativi e di governo degli stessi;

il Governo presenterà un apposito disegno di legge delega collegato alla legge finanziaria, per la riforma del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali e che dagli orientamenti dell'Esecutivo risulta che si procederà ad una drastica revisione dell'assetto organizzativo degli enti locali, con la soppressione degli organi collegiali e la conseguente concentrazione di funzioni negli organi monocratici e segnatamente nei sindaci;

riforme come quelle ventilate appaiono suscettibili di mettere a rischio sia la democraticità che l'efficienza dell'azione amministrativa degli enti territoriali -:

impegna il Governo

ad assicurare che le politiche di razionalizzazione dell'ordinamento degli enti locali non compromettano la sopravvivenza degli esecutivi collegiali nei piccoli comuni.

9/1746-bis/2. Maroni, Cota.

 

 

La Camera,

premesso che:

i commi 1, 2,3, 4, 5, 6 dell'articolo 16 del disegno di legge finanziaria. 2007 recano alcune disposizioni in materia di canoni demaniali marittimi finalizzate ad una revisione organica ed unitaria della materia;

le citate statuizioni assoggettano le strutture permanenti costituenti pertinenze demaniali marittime destinate ad attività commerciali a canoni annui commisurati ai valori correnti di mercato, secondo i parametri forniti dall'Osservatorio del Mercato immobiliare praticati nella zona debitamente e significativamente abbattuti;

tra le strutture permanenti possono rientrare anche impianti inamovibili nell'ambito delle attività. balneari e sportive dilettantistiche che assolvono a funzioni di pubblico interesse e favoriscono il turismo e la diffusione della pratica dello sport;

vi è la necessità di favorire e promuovere le predette iniziative, stante il rilievo sociale delle stesse;

impegna il Governo

ad assoggettare le concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative aventi ad oggetto strutture e impianti pertinenziali nell'ambito delle attività balneari e sportive dilettantistiche, alla misura del canone annuo tabellare prevista all'articolo 1, lettera b), punto 1.3, dell'articolo 16 del disegno di legge finanziaria 2007,

9/1746-bis/3. Milana.

 

 

La Camera,

premesso che:

nella legge finanziaria all'attenzione dell'Aula sono state previste disposizioni inerenti all'edilizia universitaria;

tali disposizioni vanno nella direzione di facilitare la realizzazione o all'acquisto di immobili destinati alle esigenze di edilizia universitaria, e degli istituti pubblici di ricerca;

questo tipo di intervento non può che essere considerato lodevole e meritorio;

l'università e la ricerca hanno bisogno di essere sostenuti e difesi, è necessario andare incontro alle legittime richieste di una realtà complessa sulla quale comunque poggia il futuro del nostro Paese;

le strutture e gli strumenti di cui l'università necessita vanno continuamente mantenuti su un livello alto di prestazioni sufficientemente competitivo ;ed aggiornato, il nostro sistema Paese ha, infatti, proprio nelle università e nella ricerca uno strumento fondamentale per il suo concreto sviluppo;

è necessario, dunque, mettere in campo una serie di interventi mirati e di politiche attive finalizzati allo sviluppo di un sistema universitario coerente e capace di competere a livello internazionale;

il mondo universitario è, però, come detto, una realtà complessa che va affrontata tendendo presente le sue pèculiarità e le sue diversità legate al territorio su cui opera;

è necessario tenere presente che diverse Università hanno le loro sedi in strutture anche di carattere storico, e dunque, esposte, come altro non potrebbe essere, all'usura dei tempo che ne compromettono l'efficienza e la funzionalità,

in questo contesto non è fuorviante comprendere esplicitamente nelle misure a favore dell'edilizia universitaria anche il sostegno ad interventi di riqualificazione e ristrutturazione degli edifici interessati dalla presenza di sedi universitarie;

come detto molte strutture universitarie italiane hanno le loro sedi in palazzi storici o comunque d'epoca, tra queste sicuramente la Seconda Università degli Studi di Napoli (S.U.N.) di cui nel prossimo futuro una componente della facoltà di medicina sarà trasferita a Caserta, mentre la restante parte verrà trasferita nel complesso «Leonardo Bianchi» sito nella città di Napoli;

a tale scopo è stato necessario predisporre un progetto di ristrutturazione del sito in questione, progetto già approvato dagli organi competenti della Regione Campania,

impegna il Governo

ad esplicitare la necessità che rispetto alle esigenze dell'edilizia universitaria siano ricomprese non solo la facilitazione della realizzazione o dell'acquisto di immobili destinati alle esigenze di edilizia universitaria, ma anche le necessarie opere di riqualificazione e ristrutturazione ed in particolare a prevedere un apposito stanziamento finalizzato alla realizzazione del progetto relativo alla seconda università degli studi di Napoli, con particolare riferimento alle opere di ristrutturazione necessarie a seguito del trasferimento della Facoltà di medicina.

9/1746-bis/4. Ossorio, Raiti, Donadi.

 

La Camera,

premesso che:

anche per il corrente anno si è provveduto attraverso la legge finanziaria ad istituire una franchigia per i cittadini italiani, lavoratori transfrontalieri operanti in zona di frontiera ed in paesi limitrofi, al fine di mitigare la doppia imposizione fiscale.;

la materia è già regolata, oltre che ovviamente per i paesi dell'Unione europea anche per i lavoratori frontalieri verso la Svizzera e la Città del Vaticano esentati attraverso apposita convenzione da imposizione in Italia Non esiste convenzione analoga sulla materia con la Repubblica di San Marino;

oltre la materia relativa ai lavoratori transfrontalieri vi sono altre e più importanti ragioni che suggerirebbero la revisione e/o la stipula di nuove convenzioni con la Repubblica di San Marino per favorire la maggiore collaborazione in campo economico, culturale e sociale;

tale collaborazione potrebbe coinvolgere le confinanti regioni di Marche ed Emilia Romagna con particolare riferimento all'area del Montefeltro storico nella quale la Repubblica di San Marino è integrata.

impegna il Governo

ad esperire nel minor tempo possibile tutte le azioni idonee ad addivenire ad un nuovo accordo bilaterale teso a regolare i rapporti fra l'Italia e la Repubblica di San Marino nello spirito delle premesse.

9/1746-bis/5. Vannucci, Pini.

 

 

La Camera,

premesso che:

lo Stato riconosce l'assistenza legale gratuita, per promuovere un giudizio o per difendersi davanti al giudice, alle persone che non sono in grado di sostenerne le spese. Al pagamento delle spese (avvocati, consulenti ed investigatoti autorizzati) si provvede mediante il patrocinio a spese dello Stato;

l'istituto del gratuito patrocinio trova il suo fondamento nell'articolo 24 della Costituzione, il cui III comma stabilisce: «Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ogni giurisdizione»;

la nostra Costituzione, pertanto, con la predetta norma, nel garantire a tutti la possibilità di «agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi», sancisce l'inviolabilità del diritto di difesa ed introduce un vero e proprio obbligo per lo Stato di garantire realmente ed effettivamente a tutti l'esercizio di tale diritto;

il diritto alla difesa trova, inoltre, un suo importante riconoscimento nell'articolo 6, comma terzo, lettera c), della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (sottoscritta a Roma nel 1950), che riconosce a ciascun accusato che non ha i mezzi per remunerare il proprio difensore «di essere gratuitamente assistito da un difensore d'ufficio», nonché nell'articolo 14 comma terzo, lettera d), del Patto Internazionale sui diritti civili e politici di New York del 1960, ratificato dallo Stato italiano con legge n. 881 del 1977, che riconosce ad ogni perso accusata di un reato, il diritto «ad avere l'assistenza di un difensore di sua fiducia; se essa è priva del difensore, ad essere informata sul diritto di averlo, e ogni volta che l'interesse della giustizia lo esiga a vedersi attribuito di ufficio un difensore senza oneri, se esso non ha i mezzi per pagarlo»;

nella Tabella 5 del disegno di legge 1747, «Stato di previsione del Ministero della Giustizia per l'anno finanziario 2007», sono previsti tagli ingenti per effetto della decurtazione di ben 499, 9 milioni di curo dal settore affari di giustizia, tagli che, in parte, potrebbero anche riguardate l'istituto dei gratuito patrocinio;

impegna il Governo

ad assumere tutte le iniziative necessarie affinché possa essere sostenuto e promosso l'istituto del gratuito patrocinio e affinché sia garantita, ai cittadini non abbienti, la possibilità di poter esercitate il diritto alla difesa, così come previsto dalla Costituzione Italiana.

9/1746-bis/6. Cirielli, Frassinetti.

 

 

La Camera,

premesso che:

il decreto legislativo n. 460 del 1997 all'articolo 10, comma 8 stabilisce che «Sono in ogni caso considerati ONLUS, nel rispetto della loro struttura e delle loro finalità, gli organismi di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266, iscritti nei registri istituiti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano, le organizzazioni non governative riconosciute idonee ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, e le cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381 nonché i consorzi di cui all'articolo 8 della predetta legge n. 381 del 1991 che abbiano la base sociale formata per il cento per cento da cooperative sociali. Sono fatte salve le previsioni di maggior favore relative agli organismi di volontariato, alle organizzazioni non governative e alle cooperative sociali di cui, rispettivamente, alle citate leggi n. 266 del 1991, n. 49 del 1987 e n. 381 del 1991»;

la legge 381 del 1991 all'articolo 8 prevede che: «Le disposizioni di cui alla presente legge si applicano ai consorzi costituiti come società cooperative aventi la base sociale formata in misura non inferiore al settanta per cento da cooperative sociali»

l'articolo 2527 C.C. in materia di requisiti dei soci di cooperative sociali sancisce che «L'atto costitutivo stabilisce i requisiti per l'ammissione dei nuovi soci e la relativa procedura, secondo criteri non discriminatori coerenti con lo scopo mutualistico e l'attività economica svolta. Non possono in ogni caso divenire soci quanti esercitano in proprio imprese identiche o affini con quella della cooperativa.»;

l'intento del legislatore di evitare che operatori economici possano in malafede avvalersi a fini speculativi delle particolari agevolazioni fiscali, tributarie e contributive previste per le cooperative sociali dal decreto legislativo n. 460 del 1997, appare evidente nell'imposizione, per il riconoscimento di Onlus di diritto dei consorzi, di una base, sociale composta al cento per cento da cooperative sociali;

l'intento del Legislatore, superato dal disposto dell'articolo 2527 C.C. in materia di requisiti dei soci di cooperative sociali, genera una disparità di trattamento tra imprese con prevalente finalità mutualistiche: i consorzi di cooperative sociali si trovano di fronte all'obbligo di scegliere se usufruire dei benefici delle Onlus di diritto o di valersi del capitale dei soci di partecipazione, sovventori o finanziatori di cui alla legge 31 gennaio 1992, n.59, ma le cooperative sociali possono usufruire di entrambi i vantaggi contemporaneamente;

sulla base del combinato disposto delle norme su richiamate, le cooperative sociali di primo livello sono comunque Onlus di diritto anche se nella base sociale sono presenti persone giuridiche con status diverso dalle cooperative sociali, mentre si possono trovare casi in cui un consorzio di cooperative sociali composto al 100 per cento da consorzi di cooperative sociali, e quindi Onlus di diritto, abbia fra i suoi soci soggetti che non siano Onlus e perda di conseguenza la qualità di Onlus di diritto. Può anche darsi il caso di consorzi di cooperative sociali, in cui soci, consorzi a loro volta di cooperative sociali, abbiano soci diversi dalle cooperative sociali perché in questo caso, il consorzio di cooperative sociali nel quale confluiscono gli altri consorzi sia Onlus di diritto, nonostante la sua compagine sociale sia formata al 100 per cento da cooperative sociali e per lo 0 per cento da Onlus;

appare evidente che allo stato di fatto, l'incongruenza tra le norme richiamate, determina un sistema di scatole cinesi tra operatori caratterizzati da finalità mutualistiche e senza fine di lucro, generando altresì mancanza di trasparenza nel settore -:

impegna il Governo

ad eliminare la disparità di trattamento tra cooperative e consorzi sociali attivandosi per rimuovere la previsione restrittiva prevista nell'articolo 10, comma 8 del decreto legislativo n. 460 del 1997 concretatasi nell'obbligo per i consorzi di cooperative sociali di essere costituiti da una base sociale composta al 100 per cento da cooperative sociali.

9/1746-bis/7. Chiaromonte, Zanotti.

 

 

La Camera,

premesso che:

in data 17 ottobre 2006 il Commissario Prefettizio del Comune di Taranto, con propria delibera, dichiarava lo stato di dissesto del predetto civico Ente;

tale provvedimento discutibile quanto a motivazioni e a dati e annunciato alla città sin dai primi giorni della gestione commissariale, aveva da tempo determinato una condizione di oggettivo panico nei creditori, fornitori, prestatori di servizi, istituti di Credito, ecc, provocando, così, una disperata «caccia » alla liquidità del tutto inesistente;

la drammaticità della situazione (1. non vengono pagati gli stipendi ai dipendenti comunali e a quelli di alcune aziende municipalizzate rendendo difficilissima la sopravvivenza di tante famiglie, soprattutto quelle monoreddito; 2. non vengono erogati i servizi di assoluta necessità con conseguenti pericoli per la salute pubblica) sta creando gravi disagi all'intera comunità e seri rischi di ordine pubblico;

impegna il Governo

ad adottare, nel più breve tempo possibile, ogni idoneo provvedimento e/o iniziativa al fine di venire incontro, così come è stato fatto per altri comuni in analoga situazione, alle primarie esigenze dei cittadini con assoluta priorità per il pagamento degli stipendi ai lavoratori.

9/1746-bis/8. (Testo modificato nel corso della seduta) Patarino, Gianfranco Fini, La Russa, Filipponio Tatarella, Amoruso, Buonfiglio, Lisi, Antonio Pepe.

 

 

La Camera,

premesso che:

risulta ancora necessario provvedere al completamento degli interventi di ricostruzione nelle zone della Campania e della Basilicata colpite dal terremoto del 23 novembre 1980;

la Basilicata è stata successivamente oggetto di ulteriori gravi eventi sismici, nel 1990 (Bradano, Vulture, Potentino) e nel 1998 (lagonegrese), a fronte dei quali i finanziamenti sono stati insufficienti;

le risorse finanziarie individuate dal Governo con l'emendamento 139.0500 si riferiscono al solo evento del 1980, e, pur denotando un apprezzabile attenzione per le aree coinvolte, risultano esigue, in particolare per quanto riguarda il 2006 -:

impegna il Governo

a porre in essere ogni strumento per stimare, di concerto con la Regione Basilicata, le somme effettivamente necessarie per portare a totale compimento la ricostruzione relativa ai tre suddetti eventi sismici;

ad adottare, nell'ambito delle prossime sessioni di bilancio di questa legislatura e delle compatibilità finanziarie le opportune conseguenti inizative.

9/1746-bis/9. Margiotta, Luongo, Carta.

 

 

La Camera,

premesso che:

anche ai sensi del Documento di programmazione economica e finanziaria è necessario intervenire per ridurre il peso del costo dei dipendenti statali sul Bilancio dello Stato, anche alla luce dei confronti internazionali;

in questi anni il loro peso è invece cresciuto anche perché al trasferimento di deleghe alle Regioni ed agli Enti Locali non ha corrisposto il trasferimento dei dipendenti già destinati alle attività delegate;

in questi anni è cresciuto a dismisura il ricorso da parte delle Regioni e degli Enti locali a supplire alla carenza di personale con contratti di servizio e consulenze; -che la mobilità è uno strumento indispensabile per il riequilibrio territoriale della corrispondenza tra carichi di lavoro e personale, anche nel più ampio quadro dei dipendenti pubblici (e non solo statali) -:

impegna il Governo

ad emanare entro il mese di giugno del prossimo anno uno o più provvedimenti sulla base delle seguenti linee-guida:

imporre all'Amministrazione centrale e le Amministrazioni periferiche dello Stato la predisposizione, a livello regionale, liste di dipendenti in esubero suddivise per competenze (tecniche, amministrative), da definirsi anche in termini di obiettivi quantitativo sulla base di confronti internazionali;

imporre agli enti locali territoriali che intendessero ricorrere all'acquisizione di servizi o consulenze esterne, giustificate dalla mancanza delle specifiche professionalità richieste all'interno dell'Ente, a ricorrere preventivamente alle liste di cui al comma precedente assumendo nel proprio organico per trasferimento i dipendenti ivi iscritti;

prevedere che i dipendenti dello Stato così chiamati non possano rifiutare la mobilità (a livello regionale) pena la perdita del posto di lavoro;

nel caso in cui la procedura di mobilità così instaurata dovesse comportare il trasferimento del dipendente in altra regione, riconoscere al medesimo un contributo a titolo di copertura delle spese di trasloco.

9/1746-bis/10. Borghesi, Astore, Ossorio, Leoluca Orlando, Evangelisti.

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 1 del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314 (Disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi), convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2003, n. 368 («decreto Scanzano») prevede che «la sistemazione in sicurezza dei rifiuti radioattivi [...], degli elementi di combustibile irraggiati e dei materiali nucleari [...] è effettuata presso il deposito nazionale, riservato ai soli rifiuti di III categoria»;

l'articolo 3 dello stesso decreto-legge prevede che «il trattamento e il condizionamento dei rifiuti radioattivi» e la loro «messa in sicurezza» siano finalizzati alla loro trasformazione in «manufatti certificati, pronti per essere trasferiti al deposito nazionale»;

sempre l'articolo 1 dello stesso decreto-legge prevede che il sito «è individuato entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge [...] dal Commissario straordinario», e che trascorso tale termine di un anno «l'individuazione definitiva del sito è adottata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri»;

l'articolo 1 comma 100, della legge 23 agosto 2004, n. 239 (Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia) - legge che integra ma non abroga il decreto-legge n. 314 del 2003 convertito dalla legge n. 368 del 2003 - prevede che anche «il sito per la sistemazione definitiva dei rifiuti di II categoria» deve essere individuato con le medesime procedure;

constatato che nei siti nucleari «provvisori» del Piemonte (Saluggia, Trino e Bosco Marengo) si stanno realizzando, a cura della Sogin Spa, gli interventi di trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi anche ai sensi di specifiche ordinanze di protezione civile poiché l'attuale collocazione di tali rifiuti nei siti di Saluggia, Trino e Bosco Marengo è totalmente inidonea per ragioni di tipo idrogeologico o antropiche e, pur in presenza degli interventi dì protezione fisica realizzati in forza alle ordinanze commissariali, restano comunque esposti a potenziali eventi bellici o terroristici;

rimarcato che gli interventi di trattamento e condizionamento in corso presso gli impianti di Saluggia, Trino e Bosco Marengo devono essere finalizzati - secondo quanto previsto dal decreto-legge n. 314 del 2003 convertito dalla legge n. 368 del 2003 - non allo stoccaggio in loco, bensì al trasferimento dei manufatti al deposito nazionale;

constatato che ad oggi oltre agli interventi di messa in sicurezza sopra indicati, non è stata data alcuna attuazione, da parte del Governo, al decreto-legge n. 314 del 2003 convertito dalla legge n. 368 del 2003 («decreto Scanzano») e alla legge n. 239 del 2004 circa l'individuazione del sito nazionale definitivo per il deposito dei rifiuti di III categoria e di quello per il deposito di quelli di II categoria;

constatato che ad oggi non si è ancora provveduto, da parte del Governo, alla erogazione delle «misure di compensazione territoriale» stabilite, fino al definitivo smantellamento degli impianti, a favore dei siti che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare, ... assegnate annualmente con deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica», in base all'articolo 4 dello stesso decreto legge n. 314 del 2003, convertito dalla legge n. 368 del 2003;

richiamato l'orientamento della regione Piemonte in merito all'energia nucleare, espresso negli «Indirizzi generali» del Piano Energetico Ambientale Regionale, approvato dal consiglio regionale il 3 febbraio 2004;

occorre dare rapida attuazione alle leggi e direttive sopra citate, affinché la messa in sicurezza già avviata e la prevista disattivazione degli impianti piemontesi siano finalizzate all'immediata collocazione dei rifiuti radioattivi nel «deposito» nazionale al fine di diminuire il rischio che la popolazione sarebbe costretta ancora a subire a causa della loro mancata attuazione:

impegna il Governo

a reperire al più presto i fondi per le misure di compensazione territoriale previsti dalla legge anche ai sensi dell'articolo 35-quater della Legge Finanziaria 2004, che sinora, pur essendo previsti da precise disposizioni di legge, non sono ancora stati erogati ai comuni avente diritto;

a garantire annualmente l'erogazione dei fondi per le misure di compensazione territoriale, sino al completo smantellamento dei siti e creazione del Deposito Nazionale Unico, previsti dalla legge attivandosi perché siano evitate riduzioni o abrogazioni ad opera delle Leggi Finanziarie future.

9/1746-bis/11.Nuova formulazione Zacchera.

 

 

La Camera,

premesso che:

gli articoli 157 e 158 del disegno di legge finanziaria 2007 contengono alcune disposizioni in materia di tutela dell'ambiente marino;

in data 14 novembre il Parlamento europeo ha approvato una Risoluzione europeo sulla strategia tematica per la protezione e la conservazione dell'ambiente marino nella quale si incoraggiano gli Stati membri a individuare nuove aree protette;

il tratto marino antistante il comune dì Acireale è una zona ricca di fondali caratterizzati dalla presenza di una grande prateria di posidonia oceanica che offre rifugio a molte specie ittiche, anche rare;

in prossimità di questa zona sorge altresì la riserva naturale orientata «La Timpa» di Acireale, un'area protetta di circa 260 ettari costituita per salvaguardare il patrimonio naturalistico;

si rende necessaria l'istituzione da parte del Ministero dell'ambiente e del mare di un'area protetta marina capace di tutelare, conservare e valorizzare questo importante ecosistema Marino;

in particolare occorrerebbe istituire l'area marina protetta di «Acireale-Latimpa» o, in subordine, ampliare la delimitazione dell'area marina protetta «Isole Ciclopi» sino a ricomprendere il tratto di mare antistante il comune di Acireale e parte del relativo territorio costiero

impegna il Governo

a concorrere a valorizzare le più belle coste della Sicilia, con particolare riferimento al tratto marino antistante il comune di Acireale in parte confinante con la riserva naturale orientata «La Timpa».

9/1746-bis/12. (Testo modificato nel corso della seduta) Catanoso.

 

 

La Camera,

in relazione gli adempimenti attuativi derivanti al Governo dall'articolo 25 della legge finanziaria;

impegna il Governo

a privilegiare al momento dell'individuazione dei criteri di ripartizione del fondo di nuova istituzione per migliorare l'efficienza energetica e ridurre i costi di fornitura agli utenti finali, quei comuni che siano dotati o che intendano dotarsi di piani e programmi di intervento a sostegno dell'uso razionale dell'energia, del risparmio e dello sviluppo delle fonti rinnovabili ai sensi della legge n. 10 del 9 gennaio 1991 e ad organizzare una conferenza nazionale sull'energia e sul clima, in coerenza con gli impegni derivanti dalla undicesima conferenza internazionali delle parti sottoscrittrici del protocollo di Kyoto in corso a Nairobi, e traguardata all'aggiornamento del piano energetico nazionale.

9/1746-bis/13. Cacciari, Provera, Perugia, Realacci, Gentili, Camillo Piazza, De Angelis, Misiti.

 

 


La Camera,

premesso che:

con la riforma Berlinguer sulla scuola, alle insegnanti delle scuole materne veniva richiesta un'abilitazione all'insegnamento attraverso corsi abilitanti; per partecipare a tali corsi le insegnanti dovevano avere almeno 360 giorni di insegnamento e questo ha impedito a molte maestre di poter partecipare ai corsi;

allora i corsi erano stati di breve durata (non più di quattro mesi) e a carico dello Stato;

da allora non si sono effettuati altri corsi e pertanto molte insegnanti a tempo determinato hanno continuato ad insegnare con incarico annuale, pur essendo prive di abilitazione;

la riforma Moratti prevede la possibilità di partecipare a corsi abilitanti indetti dalle università con spese a carico delle maestre (2.500 euro) e della durata di circa due anni (800 ore);

impegna il Governo

ad attivarsi per rivedere la norma, ripristinando quanto prevedeva la riforma Berlinguer.

9/1746-bis/14. Nicchi, Longhi.

 

 

La Camera,

considerato che

le tariffe del gas metano per uso domestico (cottura cibi e acqua calda) e per riscaldamento sono in continuo aumento;

il costo complessivo sostenuto dall'utente corrisponde per circa il 60 per cento al prezzo del gas mentre il rimanente 40 per cento sono imposte (IVA, imposta sul consumo e addizionale regionale);

il decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972 n. 633 - Tabella A stabilisce che gas, gas metano e gas petroliferi liquefatti, sono soggetti all'aliquota Iva del 10 per cento;

il C.I.P.(Comitato interministeriale prezzi) con suo provvedimento n.37 del 26 giugno 1986, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale in data 1o luglio 1986, al penultimo comma del punto 2 letteralmente afferma che "Le tariffe saranno strutturate almeno su due livelli, riferiti uno agli usi domestici T1 (cottura di cibi e produzione di acqua calda) di cui sopra e l'altro, con valore inferiore al primo, all'uso di riscaldamento individuale (T2);

si stabilisce quindi, integrando quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, non solo che per l'uso domestico del gas sarà applicata un'imposta sul valore aggiunto per la cottura del cibo e la produzione di acqua calda al 10 per cento, ma anche che il costo complessivo per il riscaldamento dovrà essere inferiore al primo; in realtà è accaduto l'esatto contrario di quanto stabilito per il riscaldamento: si paga un'Iva del 10 per cento sul gas per uso domestico, mentre per il gas da riscaldamento o per uso promiscuo (domestico e riscaldamento) si paga un'IVA del 20 per cento -:

impegna il Governo

a valutare eventuali iniziative, affinché sia applicata dalle aziende erogatrici di gas l'aliquota Iva del 20 per cento soltanto sul gas ad uso riscaldamento e non su tutta la fornitura comprensiva del gas utilizzato per gli usi domestici di cottura cibi e produzione di acqua calda;

a far sì che l'Iva del 20 per cento non sia applicata nei periodi durante i quali il riscaldamento è spento per legge o per disposizione del Sindaco;

a considerare il consumo medio di gas con riscaldamento spento quale consumo mensile medio nell'anno per uso domestico o ad adottare iniziative affinché siano applicati contatori che differenzino la misurazione del gas per i diversi usi.

9/1746-bis/15. (Testo modificato nel corso della seduta) Longhi, Motta, Lomaglio.

 

 

La Camera,

premesso che:

nel nostro ordinamento la tutela della persona con handicap è disciplinata da una articolata e complessa normativa, che definisce un quadro sufficientemente compiuto dei diritti di cittadinanza;

la legge n. 104 del 1992 non solo recepisce la definizione di disabilità e di handicap proposte dall'OMS ma pone al centro la persona nella sua globalità e nel suo sviluppo unitario, dalla nascita, alla presenza in famiglia, nella scuola, nel lavoro e nel tempo libero;

la legge n. 104 del 1992 dedica una particolare attenzione alle esigenze dei minori con handicap con disposizioni di carattere generale e con norme specifiche. Prevede l'accoglimento da zero a tre anni negli asili nido e dispone una serie d'interventi per garantire l'integrazione nelle scuole di ogni ordine e grado. Oltre alle disposizioni relative alla prevenzione, alla cura alla riabilitazione e alla assistenza, individua servizi che assicurano l'integrazione sociale e lavorativa;

a distanza di anni dalla sua emanazione, gli sforzi compiuti per la sua attuazione sono notevoli e considerevoli, ma la sua completa attuazione specie in alcune realtà regionali e settoriali incontra serie difficoltà;

l'erogazione di diversi servizi rimane ancora una volta a discrezione delle singole amministrazioni, compatibilmente con le risorse disponibili. La legge n. 162 del 1998 e la legge n. 328 del 2000, mai applicata completamente non sono sufficienti comunque a riparare le gravi carenze che ancora il nostro paese registra nel rispondere ai bisogni concreti delle persone disabili;

numerose sono le battaglie che ogni anno i genitori devono intraprendere con la scuola per avere un insegnante di sostegno che garantisca continuità, e per chiedere un lavoro mirato per i propri figli;

non minori disagi e difficoltà si registrano nell'affermazione concreta del diritto all'inserimento nel mercato del lavoro, in relazione alle corrispondenti capacità proprie delle persone con disabilità, compromettendo in tal modo la loro reale integrazione e gratificazione economica e intersoggettiva;

l'articolo 3 comma 2 della Costituzione, secondo cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli all'eguaglianza, non ha ancora avuto piena applicazione -:

impegna il Governo

attivare con gli strumenti più opportuni la verifica dell' attuazione della legge n. 104 del 1992, per la corretta integrazione sociale delle persone con handicap, e l'applicazione della legge n. 68 del 1999 per l'inserimento lavorativo degli disabili;

ad attivarsi per definire i livelli essenziali delle prestazioni, per garantire i servizi su tutto il territorio nazionale e omogeneità nella risposta personalizzata al bisogno per migliorare la vita quotidiana e raggiungere maggiori livelli di libertà e dignità della persona.

9/1746-bis/16. Schirru, Cinzia Fontana, Zanotti, Smeriglio, Viola, Rampi, Sasso, Scotto, Sanna, Ruggeri, Rotondo, Burgio, Delbono, Farinone, Motta, Nicola Rossi, Di Salvo, Di Girolamo, Nicchi, Fadda, Intrieri, Ghizzoni, Lucà, Bellanova, Codurelli, Cuperlo, De Biasi, Fasciani, Dato, Villetti, Cassola, Ottone, Pagliarini.

 

 

La Camera,

premesso che:

con i decreti del 5 agosto 1994 e del 24 dicembre 1997 adottati dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale di concerto con il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica (oggi: «dell'economia e delle finanze») si escludeva l'Abruzzo dal novero delle Regioni beneficiarie degli sgravi contributivi previsti dall'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica n. 218 del 6 marzo 1978 (testo unico delle leggi sugli interventi nel Mezzogiorno);

con sentenza del Tribunale amministrativo regionale per il Lazio - Sez. III bis - n. 8374/2003, in data 14 ottobre 2004 veniva annullato il decreto adottato in data 24 dicembre 1997 dall'allora Ministro del lavoro e della previdenza sociale con cui era stata esclusa la Regione Abruzzo dal beneficio degli sgravi contributivi previsti dal richiamato decreto del Presidente della Repubblica n. 218 del 6 marzo 1978;

avverso tale decisione proponevano rituale appello la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale ed il Ministro dell'economia e delle finanze, censurando la correttezza del giudizio di illegittimità pronunciato in prima istanza e chiedendone l'annullamento;

le originarie società ricorrenti resistevano, ribadendo la sussistenza dei vizi riscontrati a carico del decreto e contestando la fondatezza delle deduzioni assunte a sostegno dell'appello;

il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione IV) in data 13 gennaio 2006 ha deciso la reiezione dell'appello e la conferma della sentenza impugnata;

il TAR Lazio, con sentenza del 5 Ottobre 2006, ha accolto il ricorso per ottemperanza presentato dalle imprese della Provincia di Teramo, ordinando alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero del lavoro e della previdenza sociale ed al Ministero dell'economia e delle finanze di verificare la sussistenza dei presupposti per la concessione alla Regione Abruzzo del beneficio degli sgravi contributivi di cui all'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica 6 Marzo 1978 n. 218;

nel caso in cui le Amministrazioni interessate non dovessero provvedere entro 70 giorni, l'attività sarà svolta in via sostitutiva dal Prefetto di Roma in qualità di Commissario -:

impegna il Governo

ad assumere iniziative atte ad evitare il prodursi di ulteriori, dannose controversie.

9/1746-bis/17. (Testo modificato nel corso della seduta) Crisci, Fasciani, D'Elpidio, Cialente, Tenaglia, Acerbo, Costantini, D'Ambrosio.

La Camera,

premesso che:

da anni i finanziamenti statali all'università italiana, pari allo 0,8 per cento dei Pil a fronte di una media europea dell'1,2 per cento, sono soggetti a continui drastici tagli e che, in conseguenza di una sciagurata politica di lesina, l'Italia è oggi, tra i Paesi Ocse, in coda nella graduatoria della spesa pubblica per l'Università in termini assoluti, figurando addirittura all'ultimo posto, tra i Paesi sviluppati, nella percentuale della spesa per l'Università;

i gravi effetti che tale politica - da ultimo giudicata dal governatore della Banca d'Italia «poco lungimirante in un mondo in cui l'innovazione è la chiave di volta dello sviluppo» - ha prodotto sia per ciò che riguarda la spesa pro capite a beneficio della popolazione studentesca (inferiore di circa un terzo rispetto alla Germania e di oltre un quarto rispetto alla Francia); sia per quanto riguarda le condizioni di lavoro del corpo docente (sempre più esposto alla precarietà, a riduzioni di organico e a decurtazioni retributive); sia, infine e soprattutto, per quanto concerne la spesa per la ricerca (pari a un 1,1 per cento del Pil lontanissimo dal 3 per cento fissato nell'Agenda di Lisbona), pure individuata nel programma dell'Unione quale «settore strategico» ai fini dello sviluppo economico, sociale e civile del Paese;

i provvedimenti assunti dal Governo con la legge finanziaria e già con il cosiddetto decreto Bersani-Visco impongono ulteriori riduzioni ai bilanci degli enti di ricerca delle Università;

i severi vincoli posti dalla politica di risanamento della finanza pubblica nel quadro della quale tali dolorose scelte vengono compiute -:

impegna il Governo

a fare ogni possibile sforzo per ripristinare adeguate risorse in favore del settore universitario e della ricerca.

9/1746-bis/18. (Testo modificato nel corso della seduta) Burgio, Tranfaglia, Balducci, Zaccaria, Tessitore, Testa, Bianco, Tocci, Volpini.


La Camera,

premesso che:

il sistema delle grandi imprese, con particolare riguardo a quelle del settore dei trasporti, nelle quali lo Stato è azionista di maggioranza o di riferimento presenta molteplici disfunzioni, inefficienze e, spesso, bilanci con forti disavanzi;

nonostante tali risultati, i responsabili delle maggiori cariche gestionali godono di trattamenti economici e benefit che risultano totalmente sovradimensionati, se paragonati con quanto corrisposto alle analoghe figure delle imprese operanti negli altri paesi dell'Unione europea, che, al contempo, spesso presentano bilanci e risultati di gestione ben più lusinghieri -:

impegna il Governo

ad intervenire, in qualità di azionista unico, di maggioranza o di riferimento, per arrivare ad una determinazione delle retribuzioni lorde complessive annue, comprensive di eventuali emolumenti o trattamenti accessori, dei membri dei consigli di amministrazione e degli amministratori delegati sulla base della media delle retribuzioni riconosciute alle medesime figure in analoghe aziende dei paesi dell'Unione europea, e comunque attivandosi affinché si preveda che una quota di detta retribuzione, non superiore ad un terzo, sia riconosciuta in aumento o in diminuzione in ragione dei risultati di gestione, nonché che la retribuzione così determinata sia corrisposta esclusivamente in relazione al periodo di effettiva vigenza dell'incarico.

9/1746-bis/19. Attili, Velo, Beltrandi, Locatelli, Mario Ricci, Olivieri, Fiano, Lovelli, Rotondo, Boffa, Barbi, Aurisicchio, Allam, Baratella, Cialente.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'accordo Stato-Regioni del 19 giugno 2003 e i successivi protocolli sottoscritti tra i Ministeri della pubblica istruzione, del lavoro e previdenza sociale e le singole Regioni per l'avvio dei percorsi sperimentali triennali di istruzione e formazione professionale, già definiti negli standard di base e tecnico-professionali; Rilevati gli esiti positivi evidenziati dai monitoraggi ISFOL relativi al successo formativo conseguito da un numero crescente di studenti che, in uscita dalla terza media, si sono orientati al raggiungimento della qualifica e del diploma professionale; Tenuto conto che l'articolo 117 della Costituzione dichiara materia di legislazione concorrente la definizione del sistema dell'istruzione e della formazione professionale; Valutati gli impegni che l'Italia ha assunto nel Consiglio dei Ministri di Lisbona, nel qualificare il proprio sistema educativo e nel contrastare gli elevati tassi di dispersione che ancor oggi caratterizzano il nostro paese;

occorre prevedere una adeguata fase transitoria nell'introduzione dell'obbligo di istruzione per on vanificare i risultati positivi conseguiti dai percorsi triennali avviati nel 2003 -:

impegna il Governo

a consentire, d'intesa con le Regioni, fino alla completa attuazione del riordino del secondo ciclo, la prosecuzione dei suddetti percorsi triennali di istruzione -e formazione professionale per i giovani che, in uscita dalla terza media, intendano conseguire una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente almeno al secondo livello europeo;

ad attivarsi per definire un sistema formativo che, a conclusione dei predetti percorsi triennali, preveda un quarto anno per il conseguimento del diploma professionale.

9/1746-bis/20. Calgaro, Viola, Affronti, Adenti

 

 

La Camera,

premesso che:

il dissesto finanziario del Comune di Taranto ha assunto i contorni di un caso nazionale e richiede da parte del Governo uno sforzo che prescinde dalle misure contenute nel provvedimento in esame in favore dei comuni;

per far fronte all'emergenza legata al pagamento degli stipendi dei dipendenti comunali, dell'Amiu, dell'Infrataras, dell'AMAT, delle aziende di appalto si rende necessaria l'immediata erogazione, da parte del Governo, dei trasferimenti ordinari ancora in sospeso in favore del Comune di Taranto;

con decreto del Presidente della Repubblica è stata nominata la Commissione Straordinaria di liquidazione che gestirà la complessa vicenda del dissesto finanziario di Taranto -:

impegna il Governo

a verificare la possibilità di istituire un apposito fondo da destinare in favore dei comuni dissestati per consentire di dare risposta alla grave situazione sociale ed occupazionale della città di Taranto.

9/1746-bis/21. Giordano, Migliore, Duranti.

 

 

La Camera,

premesso che:

la Regione Toscana soffre di una povertà di infrastrutture che ne rallenta lo sviluppo;

in particolare il completamento del tratto autostradale europeo Londra - Madrid - Palermo è ancora oggi non compiuto nel tratto costiero Rosignano - Civitavecchia per il quale il Ministero dell'ambiente ha già dato il proprio parere positivo al progetto-tracciato proposto dalla Regione Toscana;

inoltre il completamento della strada di grande comunicazione denminata «Due Mari» (Grosseto-Fano) rappresenta una essenziale infrastruttura di comunicazione trasversale nel nostro Paese -:

impegna il Governo

a considerare tra le priorità gli impegni finanziari e progettuali delle due opere in premessa come vera e propria ineludibile esigenza di interesse nazionale.

9/1746-bis/22. (Testo modificato nel corso della seduta) Martinelli.

 

 

La Camera,

premesso che:

nella prima stesura del disegno di legge riguardante la Legge Finanziaria è stata prevista la cancellazione di significative istituzioni dello Stato nelle sue articolazioni periferiche;

in particolare, si prevede la possibilità - non smentita dal Governo - di revisione del numero delle Province (con particolare riferimento a quelle con meno di 200 mila abitanti) mentre nel nuovo Testo unico degli Enti locali si prefigura la istituzione di una nuova provincia metropolitana che - per quanto riguarda la Toscana - potrebbe includere Firenze, Prato e Pistoia -:

impegna il Governo

a considerare la Provincia di Prato e la Provincia di Pistoia insostituibili strumenti di autogoverno, protagonisti di essenziali progettualità di pianificazione territoriale e indirizzo allo sviluppo, nell'ambito di un amio processo di delega dei poteri della Regione Toscana, così come costituzionalmente previsto.

9/1746-bis/23. Ulivi.

 

 

La Camera,

premesso che:

nel 2005 il Ministero dell'ambiente e la Regione Toscana hanno approvato il Piano di Assetto idrogeologico del Fiume Arno che prevede 200 milioni di intervento per la messa in sicurezza della Toscana, a 40 anni dalla catastrofica alluvione del 4 novembre 1966;

tali interventi, diversi dei quali già cantierabili, saranno gestiti dall'Autorità di bacino e richiedono certezze organizzative e tempistiche;

il 4 novembre 2006 il Ministero dell'ambiente e la Regione Toscana hanno siglato un nuovo accordo che prevede lo stanziamento di 7 milioni per l'Arno largamente insufficienti rispetto all'obiettivo del Piano per il fiume -:

impegna il Governo

a individuare, all'interno delle poste complessive inserite in bilancio, ulteriori risorse finalizzate alla messa in sicurezza dell'Arno.

9/1746-bis/24. Migliori.

 

 

La Camera,

premesso che:

prospettando una presunta interpretazione autentica dell'articolo 8, comma 2, della legge 3 maggio 1999 n. 124 (Disposizioni urgenti in materia di personale scolastico), il comma 218 dell'articolo 1 della Legge Finanziaria 2006 (legge 23 dicembre 2005 n. 266) ha avuto l'effetto di ridurre le retribuzioni del personale di ruolo proveniente dagli Enti locali e trasferito nei ruoli statali del personale amministrativo tecnico e ausiliario (Ata) e nei ruoli statali degli insegnanti tecnicopratici Itp ai sensi della sunnominata legge n. 124 del 1999; nonché di disconoscere i diritti acquisiti di questi lavoratori e di cancellare i procedimenti ancora pendenti dinanzi all'autorità giudiziaria intentati da questi lavoratori al fine di ottenere il riconoscimento dei propri diritti;

la Corte di cassazione ha ripetutamente riconosciuto il diritto ad una giusta retribuzione per il servizio prestato e - secondo quanto disposto dall'articolo 2, comma 8, della legge 124 del 1999, che riconosce al personale in questione «ai fini giuridici ed economici l'anzianità maturata presso l'ente locale di provenienza» - ha emesso numerose sentenze in base alle quali centinaia di lavoratori Ata e Itp della scuola hanno ottenuto uno stipendio corrispondente all'attività lavorativa prestata;

altre decine di migliaia di lavoratori nella stessa situazione giuridica, ma ancora in attesa di sentenza definitiva del procedimento da essi intentato, vedono a tutt'oggi negati (per effetto della citata norma inserita nella Finanziaria 2006) propri diritti acquisiti, con una perdita salariale e ripercussioni negative sul calcolo pensionistico stimabili in alcune migliaia di euro -:

impegna il Governo

ad adottare iniziative finalizzate al riconoscimento ai fini giuridici ed economici del servizio prestato dal personale Ata e Itp presso l'Ente Locale di provenienza, e ad adottare immediatamente i provvedimenti necessari ad evitare il protrarsi di situazioni di disparità tra lavoratori.

9/1746-bis/25. (Testo modificato nel corso della seduta) Folena, Burgio, Rocchi, De Simone, De Cristofaro, Guadagno detto Vladmir Luxuria, Di Salvo, Pagliarini, Buffo, Tessitore, Schirru, Sasso, Tranfaglia.

 

 

La Camera,

premesso che,

il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 luglio 2006 ha dichiarato lo stato di emergenza nel territorio della provincia di Vibo Valentia colpito dagli eventi alluvionali del 3 luglio 2006;

con l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3531 del 7 luglio 2006 si prevede l'adozione di tutte le iniziative necessarie al superamento dell'emergenza -:

impegna il Governo

ad adottare tutte le iniziative necessarie affinché vengano destinate le risorse necessarie per il completamento degli interventi a favore del territorio colpito dagli eventi alluvionali del 3 luglio 2006 in Provincia di Vibo Valentia.

9/1746-bis/26. Amendola, Oliverio, Fincato, Bianchi, Strizzolo, Laratta, Ferdinando Benito Pignataro, Bellillo.

 

 

La Camera,

premesso che:

il testo degli articoli 42 e 47 del disegno di legge finanziaria 2007 introduce la trasformazione degli enti pubblici non economici in soggetti di diritto privato nonché azzera i vertici istituzionali di una serie di enti pubblici non economici;

le norme citate non escludono espressamente la possibile applicazione delle stesse nei confronti di tutti gli ordini professionali;

una tale previsione normativa, se confermata, costituirebbe un elemento di destabilizzazione del vigente sistema professionale nonché, di riflesso, dei sistemi previdenziali di categoria e dei loro equilibri finanziari già, peraltro, consolidati in bilanci tecnici a medio e lungo termine;

la scelta operata dal Governo con il disegno di legge finanziaria 2007 potrebbe violare le funzioni e l'autonomia attribuite agli ordini professionali e in tal caso essere conseguentemente viziata di illegittimità costituzionale -:

impegna il Governo

a intraprendere ulteriori iniziative dirette a escludere gli ordini professionali dall'applicazione degli articoli 42 e 47 del disegno di legge finanziaria.

9/1746-bis/27. Lo Presti, Catanoso.

 

 

La Camera,

premesso che:

la richiesta di «dimissioni firmate in bianco» al momento dell'assunzione, ovvero nel momento in cui il rapporto di forza tra i contraenti è a favore del datore di lavoro, è una pratica vessatoria che mette la lavoratrice e il lavoratore nell'impossibilità di far valere i propri diritti e la propria dignità, pena la certezza di un licenziamento in tronco, ammantato dalla finzione della volontarietà;

seppure ne sono vittima anche i lavoratori maschi, nei confronti dei quali opera quale espediente per eludere la normativa fiscale o gli oneri relativi alla malattia o agli infortuni, tale pratica riguarda in particolare le donne, per le quali costituisce una vera e propria inibizione al diritto alla maternità. Dai dati degli uffici vertenza della sola Cgil, ogni anno circa 1.800 donne chiedono assistenza legale per estorsione di finte dimissioni volontarie, mentre si contano in poche decine i casi in cui l'onere probatorio, in capo al lavoratore o alla lavoratrice, si traduce in una prova (scritta o testimoniale) in grado di rendere nullo l'atto di cessazione del rapporto;

tale pratica, oltre a comportare una palese violazione dello spirito della legislazione nazionale e comunitaria in materia di comportamenti discriminatori e di tutela del diritto alla maternità e alla conservazione del posto anche in caso di malattie o infortuni, rappresenta, alla stregua dell'evasione fiscale, un ulteriore elemento distorsivo del mercato, a sfavore di quelle imprese che correttamente si attengono al rispetto delle leggi;

sarebbe necessario vincolare la validità delle dimissioni volontarie all'utilizzo di appositi moduli rinvenibili presso gli uffici provinciali del lavoro o per via telematica, assicurando che gli stessi siano contrassegnati da codici alfanumerici progressivi e da una data di emissione che ne garantiscano la loro non contraffazione, e al tempo stesso la non utilizzabilità, se non in prossimità della effettiva manifestazione della volontà del lavoratore di porre termine al rapporto di lavoro -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte ad introdurre una normativa che disciplini, nell'ottica della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, le dimissioni volontarie simulate.

9/1746-bis/28. (Testo modificato nel corso della seduta) Di Salvo, Nicchi, Gelmini, Bellanova, De Zulueta, Dioguardi, Buffo, Codurelli, Bandoli, Zanotti, Sasso, Samperi, Ravetto, D'Ippolito, Pelino, Prestigiacomo, Milanato, Fasciani, Schirru, Velo, Merloni, Bellillo, Cinzia Fontana, Gardini, Lenzi, Cordoni, Motta, Moroni, Intrieri, Incostante, Ponzo, Santelli, Fedele, Fabbri, Carfagna, Bocciardo, Biancofiore, Ceccacci Rubino, Froner, Bafile, Boniver, Bertolini, Frias, Laganà Fortugno, Leddi Maiola, Zanella, Ghizzoni, De Biasi, Suppa, Fincato, Amici, Sereni, Bimbi, Rampi, Chiaromonte, Lussana, Cioffi, Dato, Poretti, Rossi Gasparrini, Provera.

 

 

La Camera,

premesso che:

la gestione sostenibile dei rifiuti si fonda sul principio delle 4 R (riduzione, riuso, recupero da materia e solo dopo recupero di energia) secondo cui il recupero energetico può essere praticato solo dopo aver attuato politiche di riduzione dei rifiuti e massimizzato il recupero di materia da raccolta differenziata;

il sistema di incentivazione nel ciclo dei rifiuti è oggi enormemente e impropriamente sbilanciato a favore della termovalorizzazione;

sono state le fonti assimilate, e tra queste i rifiuti, a beneficiare della maggior parte dei benefici economici previsti dal fallimentare programma di incentivazione Cip6 per le fonti rinnovabili;

l'istituzione dei Certificati verdi per promuovere le fonti rinnovabili non ha risolto i problemi emersi con il Cip6, visto che favorisce soprattutto le fonti più consolidate, e tra queste i rifiuti, a discapito di quelle meno mature, come ad esempio quella solare;

il decreto italiano di recepimento della direttiva europea sulla promozione delle fonti rinnovabili ha incluso tra le fonti incentivabili economicamente anche la parte non biodegradabile dei rifiuti, nonostante non fosse previsto dalla normativa europea -:

impegna il Governo

ad adoperarsi per sostituire l'attuale sistema di incentivazione per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate fondato sui Certificati verdi con un meccanismo trasparente di sostegno economico riservato solo ed esclusivamente alle fonti pulite rinnovabili.

9/1746-bis/29. Mellano.

La Camera,

premesso che:

si sta approssimando la scadenza della Convenzione tra lo Stato italiano e il Gruppo Tirrenia di Navigazione SPA;

si ritiene necessario promuovere con urgenza un confronto con le Organizzazioni sindacali e gli amministratori Tirrenia in modo da valorizzare e garantire in Italia una robusta presenza della Flotta marittima pubblica, settore strategico per la stessa economia del Paese:

per assicurare i collegamento con e tra le isole per i passeggeri - per incrementare lo sviluppo del cabotaggio marittimo - per garantire la tutela dei livelli occupazionali;

per attrezzare la stessa compagnia pubblica a partecipare nel modo migliore possibile a gare per i servizi che venissero messi in competizione strategica -:

impegna il Governo

a valutare l'introduzione di eventuali proroghe delle convenzioni in atto, limitatamente al periodo previsto per il rilancio del Gruppo Tirrenia Spa, fermo restando il processo di ristrutturazione in corso.

9/1746-bis/30. Scotto, Aurisicchio, Iacomino, Incostante, Cesario, Pellegrino, Tessitore, Caruso, Attili, Boffa, Giuditta, Marone.

 

 

La Camera,

preso atto che:

ogni deputato riceve il vitalizio a partite dal 65o anno di età;

l'importo di tale vitalizio è variabile dal 25 all'80 per cento dell'indennità in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti;

il suo pagamento è sospeso qualora il deputato sia rieletto al Parlamento, o al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale;

il limite di età diminuisce fino al 60o vano di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti;

al fine di contenere i costi della politica,

impegna il Governo

a prendere le opportune iniziative affinché: ai parlamentari cessati dal mandato spetti un assegno vitalizio solo a partire dal sessantacinquesimo anno di età, e che tale erogazione sia finanziata da un apposito Fondo alimento da contributi mensili dei singoli parlamentari;

il pagamento dell'assegno vitalizio sia sospeso qualora il parlamentare sia rieletto al Parlamento o al Parlamento europeo o a un consiglio regionale;

l'importo dell'assegno vitalizio sia commisurato agli anni di mandato parlamentare;

l'ammontare dell'assegno vitalizio non superi annualmente, sommato agli altri redditi di cui è titolare l'ex-parlamentare, il limite massimo di retribuzione imponibile ai fini previdenziali di cui all'articolo 2, comma 18, della legge 8 agosto 1995, n. 335;

l'assegno vitalizio non sia cumulabile con altri assegni vitali i maturati attraverso l'espletamento di altre funzioni pubbliche elettive.

9/1746-bis/31. Buffo.

 

 

La Camera,

premesso che:

le iniziative imprenditoriali femminili rappresentano una risorsa importante per lo sviluppo del Paese in termini sia qualitativi che quantitativi;

l'imprenditoria femminile in Italia, infatti, cresce ma il livello è ancora basso rispetto agli altri Paesi europei;

il tasso di disoccupazione femminile in Italia (9,7 per cento) supera di 3,7 punti percentuali quello maschile;

il tasso di occupazione femminile (45,4 per cento) è il più basso tra i 25 paesi dell'Unione europea e di 11 punti inferiore alla media europea;

la legge 25 febbraio 1992, n. 215 - «Azioni positive per l'imprenditoria femminile» - ha finora conseguito risultati positivi, rappresentando l'unico strumento di pari opportunità per lo sviluppo e l'innovazione delle imprese femminili, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a garantire un rifinanziamento della legge 25 febbraio 1992, n. 215.

9/1746-bis/32. (Testo modificato nel corso della seduta) Cioffi, Ottone, Codurelli, Benzoni, Bimbi, Sereni, Cordoni, Cinzia Fontana, Rampi, Lenzi, Fabris, Adenti, Affronti, Capotosti, Del Mese, D'Elpidio, Giuditta, Li Causi, Morrone, Picano, Rocco Pignataro, Pisacane, Satta, Suppa.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 1-ter, comma 4, del decreto legge 29 agosto 2003, convertito con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2003, n. 290, come modificato dall'articolo 1, comma 373, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, stabilisce che ogni società operante nel settore della produzione, importazione, distribuzione e vendita dell'energia elettrica e del gas naturale, anche attraverso società controllate, controllanti, o controllate da una medesima controllante, e ciascuna società a controllo pubblico, anche indiretto, solo qualora operi direttamente nei medesimi settori non può detenere, direttamente o indirettamente, a decorrere dal 31 dicembre 2008, quote superiori al 20 per cento del capitale delle società che sono proprietarie e che gestiscono reti nazionali di trasporto di energia elettrica e di gas naturale;

è necessaria l'emanazione, da più parti sollecitata, di una norma che differisca il termine di cui sopra al fine di valutare in modo più ponderato e in coerenza con il processo di liberalizzazione in sede di Unione Europea la questione della separazione gestionale e organizzativa della società che gestisce la rete di trasporto nazionale del gas naturale -:

impegna il Governo

ad osservare nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri i principi di diritto comunitario relativi al divieto di golden share e vendita al miglior offerente in materia di modalità di cessione e, soprattutto, a quello vincolante di proporzionalità il quale stabilisce che se esiste un'alternativa tra misure diverse, deve essere adottata quella che impone oneri minori o meno restrittiva;

ad emanare il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non prima dell'approvazione dei criteri di delega per l'attuazione della direttiva 2003/55 del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2003.

9/1746-bis/33. Saglia, Fava, Bernardo, D'Agrò, Zanetta, Rosso.

 

 

La Camera,

premesso che:

le donne sono tra i protagonisti più dinamici delle trasformazioni culturali, sociali ed economiche che stanno alla base dello sviluppo del nostro Paese;

il tasso di disoccupazione femminile si assesta in Italia al 9,7 per cento, ben di 3,7 punti maggiore di quello europeo;

il tasso di occupazione femminile è in Italia del 45,4 per cento, tra i più bassi all'interno dei 25 Paesi della Unione europea e di 11 punti inferiore alla media europea;

il tasso di occupazione femminile italiano appare molto lontano dall'obiettivo di Lisbona, che ha impegnato gli Stati membri a raggiungere, entro il 2010, un tasso di occupazione femminile europeo pari al 60;

il tasso di imprenditorialità femminile rimane, nel nostro Paese, ancora basso essendo di circa il 24 per cento, pur rappresentando una risorsa per lo sviluppo quantitativo e qualitativo del nostro Paese -:

impegna il Governo

ad attivarsi per prevedere forme di rifinanziamento della legge 215 del 1992, nella misura necessaria a soddisfare le domande giacenti, le esigenze di sviluppo economico del nostro Paese e quelle di rispetto delle pari opportunità lavorative per entrambi i sessi.

9/1746-bis/34. Ottone, Bimbi, Gozi, Cassola, Fasciani, Benzoni, Cinzia Fontana, Lenzi, Froner, Motta, Cordoni, Mariani, Bellanova, Codurelli, Rampi, Servodio, Buffo, Zanotti, Velo, De Biasi, Sereni, Trupia, Schirru, De Zulueta, Amici, Di Salvo, Fincato, D'Antona, Merloni, Suppa, Samperi, Ghizzoni, Intrieri, Bandoli, Bellillo, Cesini, Nicchi, Incostante, Zanella, Rossi Gasparrini, Francescato, Bafile, Poretti, Sasso, Mura, Dioguardi, Duranti, Frias, De Simone, Cardano, Provera,.

 

 

La Camera,

premesso che:

un'adeguata presenza femminile nel mondo del lavoro è un importante indicatore dello sviluppo economico e dell'emancipazione cultuale di un Paese e che pertanto deve essere adeguatamente garantito e sostenuto;

il rispetto del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento tra uomini e donne in materia di occupazione e impiego è generalmente riconosciuto in ambito comunitario e nazionale;

la decisione 2001151/CE del Consiglio ha stabilito un programma d'azione comunitario riguardante la strategia europea in materia di parità fra le donne e gli uomini individuando tra le misure da attuare a livello nazionale:

la sensibilizzazione nei confronti della problematica della parità di opportunità, segnatamente diffondendo i risultati del programma attraverso manifestazioni, campagne e pubblicazioni;

l'analisi dei fattori e delle politiche riguardanti la parità fra le donne e gli uomini tramite la raccolta di statistiche, la realizzazione di studi, la valutazione dell'impatto secondo il genere, l'utilizzazione di strumenti e meccanismi idonei, l'elaborazione di indicatori e la diffusione effettiva dei risultati. Tale azione comporta del pari il controllo della produzione e dell'applicazione del diritto comunitario in materia di parità fra le donne e gli uomini, in vista di determinarne l'impatto e l'efficacia;

la direttiva 2006154/CE del Parlamento e del Consiglio impegna gli Stati membri a garantire uguali condizioni, ad uomini e donne, di accesso al lavoro, alla promozione e formazione professionale, nonché uguali condizioni di lavoro e retribuzione -:

impegna il Governo

ad adottare tutti gli strumenti che consentano di misurare nella azione legislativa ed amministrativa l'impatto di genere dei vari provvedimenti assunti e, nel rispetto delle competenze, sostenere la diffusione di tali prassi nelle azioni delle istituzioni ed amministrazioni locali ai vari livelli.

9/1746-bis/35. Bimbi, Ottone,Gozi, Cassola, Fasciani, Benzoni, Cinzia Fontana, Bellanova, Codurelli, Trupia, Lenzi, Froner, Motta, Cordoni, Mariani, Rampi, Servodio, Buffo, Zanotti, Velo, De Biasi, Schirru, De Zulueta, Amici, Di Salvo, Fincato, D'Antona, Merloni, Suppa, Samperi, Bandoli, Ghizzoni, Intrieri, bellillo, Cesini, Nicchi, Incostante, Bafile, Cioffi, Rossi Gasparrini, Zanella, Francescato, Poretti, Sasso, Mura, Dioguardi, Cardano, Provera, Sereni.

 

 

La Camera,

premesso che:

la presenza delle donne nel mondo del lavoro è fondamentale per lo sviluppo socio-economico generale del nostro Paese;

è importante promuovere un equilibrio tra i tempi di lavoro e di cura della famiglia e che pertanto è necessario prevedere congedi parentali a favore di entrambi i coniugi;

tali congedi permettono di ripartire equamente tra uomo e donna gli impegni e le responsabilità derivanti dall'assetto familiare, evitando quindi discriminazioni in ambito lavorativo solo a carico della parte femminile come fino ad oggi è stato -:

impegna il Governo

ad attivarsi per prevedere forme di rifinanziamento alla legge 8 marzo 2000, n.53 nella misura necessaria ad attuare le misure a sostegno della maternità e della paternità.

9/1746-bis/36. Bellanova, Ottone, Cinzia Fontana, Lenzi, Motta, Codurelli, Merloni, Froner, Rossi Gasparrini, Leddi Maiola, Velo, fasciani, Benzoni, Bianchi, Schirru, De Biasi, Cordoni, Trupia, Zanotti, Amici, Zanella, Buffo, Mariani, Rampi, Ghizzoni, Sam,peri, Cardano, Mascia, Duranti, Frias, De Simone, Perugia, Dioguardi, Siniscalchi, Cesini, Bellillo, Servodio, Nicchi, Suppa, D'Antona, De Zulueta, Di Salvo, Intrieri, sasso, Incostante, Mungo, Lobardi, Bandoli, Bimbi, Francescato, Poretti, Bafile, Cioffi, Fincato, Sereni.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge n. 257 del 1992 recante «norme relative alla cessazione dell'impiego di amianto» prevedeva il divieto di estrazione, lavorazione, utilizzo e commercializzazione dell'amianto, la bonifica degli edifici, delle fabbriche e del territorio, misure sulla tutela sanitaria e sulla previdenza sociale dei lavoratori ex-esposti ad amianto, nonché misure per il risarcimento degli stessi, il riconoscimento della qualifica di malattia professionale e del danno biologico;

esistono svariati siti e località nel nostro Paese interessati al problema in quanto sedi di stabilimenti Eternit:Casale Monferrato (AL), Cavagnolo (TO), Bagnoli (NA), Rubiera (RE), e la miniera di Balangero (TO), oltre a Monfalcone (GO) e Porto Marghera (VE);

sono in corso inchieste e procedimenti giudiziari, in particolare quella concernente lo Stabilimento Eternit di Casale Monferrato, per i danni irreversibili che l'amianto ha provocato e continua a provocare, il mesotelioma pleurico, l'asbestosi, il carcinoma polmonare, che colpiscono non solo chi ha lavorato nello stabilimento, ma i loro familiari o chi abita o ha vissuto nelle vicinanze della fabbrica;

i danni alla salute causati dall'amianto hanno la caratteristica di manifestarsi dopo un lunghissimo periodo di latenza (25-30 anni) e, per esempio, nel caso di Casale Monferrato, oltre alle 800 vittime già accertate, si registra un aumento dei casi di mesotelioma diagnosticati (35 all'anno) e si prevede che il picco della malattia si abbia intorno al 2015, con il rischio di rendere problematico l'effettivo accertamento del diritto al risarcimento dei danni da parte dei richiedenti;

sulla decorrenza del termine di prescrizione di cui agli articoli 2935, 2946, 2947 del Codice Civile, la giurisprudenza della Corte di cassazione si è espressa con orientamenti contrastanti -:

impegna il Governo

ad assumere iniziative, anche legislative, che, con riferimento alla decorrenza dei termini della prescrizione del diritto al risarcimento dei danni da parte di soggetti colpiti da malattie causate da esposizione amianto, prevedono il momento della piena conoscenza dell'insorgere della malattia o del nesso di causalità.

9/1746-bis/37. (Testo modificato nel corso della seduta) Lovelli, Marcenaro, Di Salvo, Fiorio, Chianale, Rampi, Leddi Maiola, Giulietti.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'esperienza della sperimentazione del reddito minimo d'inserimento, introdotta nel nostro ordinamento con il decreto legislativo del 18 giugno 1998 n. 237, ha dimostrato che tale misura di contrasto della povertà e dell'esclusione sociale è senz'altro efficace nel perseguire l'integrazione sociale e l'autonomia economica dei soggetti e delle famiglie destinatari;

nelle realtà sociali e territoriali in cui la misura è stata introdotta in via sperimentale sono stati ottenuti consistenti risultati ai fini del superamento del bisogno economico e della marginalità sociale dei soggetti destinatari, con ricadute evidentemente positive, relativamente all'attività di lotta e contrasto alla criminalità comune ed organizzata, che si alimenta del disagio sociale,

impegna il Governo

a promuovere ed attuare, ai sensi dell'articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131, un' intesa in sede di Conferenza Unificata, avente ad oggetto un piano straordinario di intervento per la prosecuzione della sperimentazione dell'istituto del reddito minimo d'inserimento, di cui al Decreto Legislativo n. 237 del 1998.

9/1746-bis/38. Crisafulli, Samperi, Lomaglio, Tuccillo, Marinello, Misuraca.

 

 

La Camera,

premesso che:

è importante conservare e valorizzare, anche per finalità sociali e produttive, il patrimonio culturale, i siti ed i beni con rilevante valore storico, culturale ed ambientale -:

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, con gli strumenti normativi e finanziari di cui dispongono i competenti Ministeri per i beni e le attività culturali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per valorizzare i siti dell'archeologia industriale mineraria, in particolare quelli connessi all'industria solfifera siciliana, con rilevante valore storico, culturale e ambientale.

9/1746-bis/39. Lomaglio, Samperi, Crisafulli, Mariani, Longhi, Lumia, Marinello, Misuraca.

 

 


La Camera,

premesso che:

negli ultimi anni le spese di giustizia hanno subito un considerevole incremento;

l'incremento di cui sopra è in parte dovuto ad un ricorso eccessivo alle forniture di dotazioni per i centri adibiti alle intercettazioni telefoniche:

un contenimento delle spese potrebbe essere assicurato attraverso la razionalizzazione, da parte degli uffici dell'amministrazione giudiziaria centrale e periferica, delle suddette dotazioni presso ciascuna procura;

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a sollecitare gli uffici dell'amministrazione giudiziaria centrale e periferica al rispetto di principi di economicità ed efficienza nelle procedure di licitazione o trattative private, relative alle forniture delle dotazioni per i centri per le intercettazioni telefoniche

9/1746-bis/40. Capotosti, Fabris, Adenti, Affronti, Cioffi, Del Mese, D'Elpidio, Giuditta, Li Causi, Morrone, Picano, Rocco Pignataro, Pisacane, Satta.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'occupazione femminile è uno dei principali indicatori dello sviluppo economico e culturale di un Paese;

il tasso di occupazione femminile è in Italia del 45,4 per cento , di 11 punti inferiore alla media europea, nonché lontano dall'obiettivo di Lisbona, che ha impegnato gli Stati membri a raggiungere, entro il 2010, un tasso di occupazione femminile europeo pari al 60 per cento;

nel nostro Paese non esiste ancora una piena parità di trattamento tra i sessi e che si rendono necessarie azioni «positive» atte a favorire l'occupazione femminile e la realizzazione di un'eguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel lavoro;

impegna il Governo

ad attivarsi per prevedere forme di rifinanziamento della legge n. 125 del 1991, atte a favorire l'inserimento delle donne nei vari settori professionali e un'organizzazione del lavoro che permetta di conciliare responsabilità lavorative e familiari

9/1746-bis/41. Codurelli, Ottone, Fasciani, Benzoni, Cinzia Fontana, Lenzi, Froner, Bellanova, Cordoni, Mariani, Rampi, Servodio, Buffo, Zanotti, Velo, De Biasi, Trupia, Schirru, De Zulueta, Amici, Di Salvo, Fincato, Merloni, Motta, Suppa, Samperi, Ghizzoni, Intrieri, Bandoli, Bellillo, Cesini, Nicchi, Incostante, Bafile, Bimbi, Cioffi, Rossi Gasparrini, Francescato, Poretti, Sasso, Mura, Dioguardi, Frias, De Simone, Cardano, Provera, Sereni, D'Antona, Zanella.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge finanziaria per il 2007, prevede una serie di disposizioni sugli enti locali di inadeguate e insostenibili in termini sia finanziari che di erogazione dei servizi essenziali per i cittadini;

in particolare sono necessarie profonde modifiche per una rimodulazione più equa della distribuzione degli oneri del contenimento della spesa pubblica;

gli effetti a breve termine della stretta per i comuni e le province creeranno forti sperequazioni fra gli enti locali con picchi difficilmente sostenibili per moltissime amministrazioni -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, previo attento monitoraggio dell'applicazione delle norme in esame, di modificare profondamente le disposizioni inserite nel disegno di legge finanziaria per il 2007 per gli enti locali e in particolare la norma sul contenimento del debito, che rischia di produrre una drastica riduzione degli investimenti con gravi conseguenze sullo sviluppo locae, sull'assetto del territorio e sulla crescita del sistema Paese.

9/1746-bis/42. Osvaldo Napoli, Berruti, Crimi, Giro, Moroni, Romele.

 

 

La Camera,

premesso che:

nell'ambito della manovra tesa a contrastare l'evasione fiscale è previsto che nei confronti dei contribuenti ai quali non si applicano gli studi di settore sono individuati specifici indicatori di normalità economica idonei a rilevare la presenza di ricavi o compensi non dichiarati ovvero di rapporti di lavoro irregolari;

a differenza di quanto previsto dall'articolo 10, comma 7, della legge 8 maggio 1998, n. 146, per l'elaborazione e revisione degli studi di settore, per gli indicatori in argomento non è prevista alcuna forma di contraddittorio con le parti interessate;

l'assenza di contraddittorio costituirebbe un grave arbitrio nei confronti dei contribuenti ed un grave pericolo di violazione del principio costituzionale di rispetto della capacità contributiva;

impegna il Governo

ad aprire un tavolo di confronto con le categorie economiche interessate, al fine di definire una procedura trasparente per la definizione degli indicatori.

9/1746-bis/43. Leone, Berruti, Osvaldo Napoli.

 

 

La Camera,

premesso che:

nell'ambito delle norme che inaspriscono la procedura di revisione degli studi di settore, è previsto che fino alla rielaborazione degli studi si tenga conto di specifici indicatori di normalità economica, idonei alla individuazione di ricavi e compensi;

la norma non precisa che questa fase transitoria avvenga con la consultazione della commissione di esperti di cui all'articolo 10, comma 7, della legge 8 maggio 1998, n. 146;

qualora la definizione di nuovi parametri avvenisse senza l'intervento delle categorie interessate, si verificherebbe una dilatazione smisurata della discrezionalità dell'Amministrazione Finanziaria, che potrebbe, al limite, rendere del tutto inutile il lavoro della commissione di esperti che concorre all'elaborazione degli studi di settore e dei loro aggiornamenti;

sarebbe gravemente illegittimo ed inopportuno impedire qualunque forma di contraddittorio in una materia così delicata;

impegna il Governo

a valutare, previo monitoraggio degli effetti applicativi della norma in questione, l'opportunità di modificarla in modo da prevedere una elaborazione fondata su un'istruttoria più approfondita e complessa, dei parametri applicabili nel periodo transitorio fra una revisione e l'altra dei suddetti studi.

9/1746-bis/44. Grimaldi, Berruti, Osvaldo Napoli.

 

 

La Camera,

premesso che:

nell'ambito della manovra tesa a contrastare l'evasione fiscale è prevista la definizione di indicatori di coerenza per la individuazione dei requisiti minimi di continuità dell'attività svolta dalle società di capitali di nuova costituzione;

a differenza di quanto previsto dall'articolo 10, comma 7, della legge 8 maggio 1998, n. 146, per l'elaborazione e revisione degli studi di settore, per gli indicatori in argomento non à prevista alcuna forma di contraddittorio con le parti interessate;

l'assenza di contraddittorio costituirebbe un grave arbitrio nei confronti dei contribuenti ed un grave pericolo di violazione del principio costituzionale di rispetto della capacità contributiva -:

impegna il Governo

ad aprire un tavolo di confronto con le categorie economiche interessate, al fine di definire una procedura trasparente per la individuazione dei suddetti requisiti minimi.

9/1746-bis/45. Romani, Berruti, Osvaldo Napoli.

 

 

La Camera,

premesso che:

con il decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374, sono previsti benefici previdenziali per i lavoratori impegnati in lavori particolarmente usuranti e cioè vi è l'opportunità di anticipare il pensionamento, mediante abbassamento del limite di età pensionabile nella misura di due mesi per ogni anno di attività, riduzione che non può comunque superare un totale di 60 mesi;

con il decreto ministeriale 19 maggio 1999 sono state individuate, nell'ambito delle attività elencate nella tabella A alcune «mansioni particolarmente usuranti in ragione delle caratteristiche di maggiore gravità dell'usura che esse presentano», prevedendo per esse il concorso dello Stato alla copertura degli oneri, in misura non superiore al 20 per cento;

con l'articolo 78 della legge finanziaria per il 2001 (legge 23 dicembre 2000, n. 388) è stata prevista una disciplina che ha trovato applicazione solo per 2 anni coinvolgendo 416 lavoratori (dati INPS) e le risorse successivamente stanziate annualmente - euro 129.114.225 (pari a 250 miliardi di lite) - sulla base dell'autorizzazione di spesa prevista dall'articolo 1, comma 38, della legge di riforma del sistema pensionistico (legge n. 335 del 1995), non sono state attivate e sono andate interamente in economia a fine esercizio;

a partire dal 2004, inoltre, il capitolo di spesa specificamente dedicato ai lavori usuranti è stato soppresso e lo stanziamento è confluito, insieme ad altri, in un nuovo capitolo del Ministero del lavoro, relativo a «Oneri derivanti da pensionamenti anticipati» -:

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte a riattivare, nell'ambito dei futuri provvedimenti in materia pensionistica annunciati per il 2007, la concessione dei benefici previdenziali per i lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti affinché queste norme possano trovare piena attuazione.

9/1746-bis/46. Cordoni, Franci, Mario Ricci, Fluvi, Velo.

 

 

La Camera,

premesso che:

nell'ambito delle misure a favore dello sviluppo, dagli interventi di riduzione del cuneo fiscale sono stati esclusi gli enti finanziari, le imprese di assicurazione e le imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell'energia, dell'acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e smaltimento rifiuti;

nella relazione di accompagnamento non viene fornita alcuna spiegazione per l'esclusione delle cosiddette utilities e, quindi, si può solo ipotizzare che la limitazione sia rivolta a quelle imprese che gestiscono investimenti realizzati con fondi pubblici e che operano nei settori finanziari a sempre più basso impiego di manodopera;

non essendo esplicita la volontà del legislatore, la norma appare di difficile interpretazione, perché il mero riferimento al regime della concessione appare eccessivamente generico, in assenza di indicazioni sulle fonti normative di riferimento che ne specifichino la reale natura, e l'esistenza di una tariffa non è elemento sufficiente per qualificare con precisione i soggetti esclusi;

per quanto riguarda il settore delle infrastrutture, la manovra, nel suo complesso, potrebbe risultare contraddittoria, perché da un lato sussisterebbe l'anzidetta penalizzazione nei confronti dei concessionari e dall'altro si intenderebbero promuovere nuove opere pubbliche, grazie all'istituzione di un'imposta locale di scopo ed alla destinazione a spese di investimento delle risorse giacenti presso l'INPS, per effetto della devoluzione all'Istituto delle quote del TFR dei lavoratori dipendenti;

l'eliminazione della genericità della norma ed il superamento della contraddizione devono necessariamente passare attraverso la presa d'atto che il generico riferimento al regime concessorio potrebbe coinvolgere anche la finanza di progetto, lo strumento più moderno per realizzare opere pubbliche con l'intervento di capitali privati;

le imprese che utilizzano la finanza di progetto nelle opere infrastrutturali non possono essere assolutamente equiparate alle imprese finanziarie, perché svolgono attività autenticamente industriali (produzione di beni e servizi), che danno impulso a ricadute ad alto impiego di manodopera, attraverso tale particolare strumento finanziario;

senza un intervento chiarificatore sorgerebbero gravi dubbi interpretativi, che potrebbero trovare soluzione solo in lunghi ed estenuanti contenziosi, con l'effetto di scoraggiare l'impiego di capitali privati nella realizzazione di infrastrutture pubbliche -:

impegna il Governo

ad adottare, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della riduzione del cuneo fiscale, provvedimenti amministrativi univoci al fine di chiarire che fra i soggetti esclusi dal beneficio non rientrano le imprese che realizzano, ancorché in regime concessione con conseguente applicazione di una tariffa, opere pubbliche in finanza di progetto.

9/1746-bis/47. Berruti, Osvaldo Napoli.

 

 

La Camera,

premesso che:

è ormai noto come nei primi anni di vita dei bambini si sviluppino i più importanti legami affettivi, ovvero quelli con i genitori, indispensabili elementi del processo di crescita e di sviluppo armonico dell'individuo;

si ritiene opportuno attuare politiche per la famiglia che affermino il valore sociale della maternità e della paternità;

in tal senso è opportuno valorizzare il legame affettivo che si crea tra genitori e bambino in particolare nei primi anni di vita attraverso soluzioni che incentivino la permanenza in famiglia dei bambini nel primo anno di vita;

tale scelta contribuirebbe a contenere il problema della disponibilità di posti negli asili nido, che sempre più risultano limitati rispetto alle effettive esigenze e pongono numerosi problemi economici e organizzativi alle madri lavoratrici e ai padri lavoratori;

impegna il Governo

a valutare la possibilità di includere tra le attività per cui il Ministro delle politiche della famiglia può avvalersi del Fondo istituito con il comma 1 dell'articolo 192 della presente Legge anche iniziative finalizzate all'obiettivo di incentivare la permanenza in famiglia dei bambini nel primo anno di vita.

9/1746-bis/48. (Testo modificato nel corso della seduta) Adenti, Picano, Li Causi, Giuditta, Satta, Del Mese, Capotosti, Rocco Pignataro, Affronti, D'Elpidio, Fabris, Pisacane, Cioffi, Morrone.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge n. 1746-bis prevede all'articolo 96 (Interventi per l'alleanza degli ospedali italiani nel mondo), oltre al trasferimento dall'Italia all'estero di attrezzature sanitarie in donazione, nonché alla tenuta dell'inventario aggiornato delle attrezzature disponibili, di cui alla legge 23 dicembre 2005, n. 266, e per consentire la partecipazione alla rete del tele consulto e della formazione a distanza di ospedali appartenenti a Stati nei quali non vi siano ospedali italiani, la concessione di un contributo nella misura di 1 milione di euro per l'anno 2007 e di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 in favore dell'associazione Alleanza degli ospedali italiani del mondo.

impegna il Governo

a stanziare una cifra incrementata di 1 milione di euro per ogni singolo anno indicato, per un totale di 8 milioni di euro anziché 5 milioni.

9/1746-bis/49. Angeli.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'industria manifatturiera è coinvolta da estesi processi ristrutturazione, che derivano dai processi di globalizzazione dell'economia, dalla sfida de le nuove frontiere tecnologiche e scientifiche e da una maggiore consapevolezza degli utilizzatori finali, che sempre più pretendono tracciabilità e trasparenza nei prodotti di consumo;

rilevato che i distretti industriali, i sistemi di piccola impresa industriale e artigiana, sono investiti , e lo saranno per i prossimi anni, da rilevanti problematiche occupazionali; Rilevato che per gli occupati nelle imprese industriali e artigiane al di sotto dei 16 dipendenti sono carenti o assenti misure di sostegno al reddito, e rilevato, altresì, la necessità di politiche attive del lavoro mirate al reinserimento lavorativo e all'avvio di nuove attività lavorative -:

impegna il Governo

a definire misure volte a assicurare alle lavoratrici e ai lavoratori dei Distretti Industriali e ai dipendenti di imprese industriali e artigiane dei settori manifatturieri il necessario sostegno al reddito, finalizzato anche al reinserimento lavorativo ovvero all'avvio di nuove attività lavorative o professionali.

9/1746-bis/50. Delbono, Lulli, Giacomelli, Ghizzoni, Miglioli, Bellanova, Frias, Rocchi.

 

 

La Camera,

premesso che:

considerati gli accordi siglati in sede di Conferenza Stato-Regioni e tra il Ministero della Pubblica Istruzione e le Regioni per l'avvio dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, di cui sono stati definiti, attraverso la concertazione istituzionale, gli standard formativi di base e tecnico-professionali nel gennaio 2004 e nell'ottobre 2006; valutati gli esiti positivi ottenuti nei primi percorsi triennali giunti a termine, come attestato dal censimento ISFOL per il 2006; tenuto conto degli impegni assunti in sede europea dal nostro Paese, che prevedono, in coerenza con gli obiettivi di Lisbona, l'attuazione di strategie volte al contenimento della dispersione scolastica e formativa;

occorrerebbe prevedere una adeguata fase transitoria nell'introduzione dell'obbligo di istruzione per non vanificare i risultati positivi conseguiti dai percorsi triennali avviati nel 2003 -:

impegna il Governo

a consentire, d'intesa con le Regioni, fino alla completa attuazione del riordino del secondo ciclo, la prosecuzione dei suddetti percorsi triennali di istruzione e formazione professionale per i giovani che, in uscita dalla terza media, intendano conseguire una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente almeno al secondo livello europeo;

ad attivarsi per definire un sistema formativo che, a conclusione dei predetti percorsi triennali, preveda un quarto anno per il conseguimento del diploma professionale.

9/1746-bis/51. Colasio, Frigato, Fistarol, Rusconi, Viola, Fincato, Bimbi, Fogliardi, Volpini.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge 24 dicembre 1993, n. 560, recante «Norme in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica» dispone una serie di misure che intendono promuovere, a condizioni di particolare favore, l'alienazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, acquisiti, realizzati o recuperati a totale carico o con concorso o con contributo dello Stato, della regione o di enti pubblici territoriali, nonché con i fondi derivanti dai contributi dei lavoratori ai sensi della legge n. 60 del 1983, da enti pubblici territoriali, nonché dagli Istituti autonomi per le case popolari e dai loro consorzi comunque denominati e disciplinati con legge regionale;

per gli alloggi degli Ater (o Iacp) ai quali sia stato apposto il vincolo previsto dalla legge n. 1089 del 1939, si produce un impedimento per gli inquilini interessati all'acquisto, di beneficiare delle condizioni previste dalla predetta legge 560 del 1993, introducendo un elemento di evidente disparità tra gli inquilini, senza che ciò sia giustificato da esigenze di tutela storico-architettonica;

nel corso della passata legislatura furono presentate specifiche proposte di legge che approdarono ad un testo unificato, approvato dalla Commissione VIII -:

impegna il Governo

per quanto di sua competenza, ad affrontare la questione enunciata individuando meccanismi e procedure adeguate.

9/1746-bis/52. (Testo modificato nel corso della seduta) Velo, Zunino, Cordoni, Mariani, Franci, Froner, Fluvi, Nicchi.

 

 

La Camera,

premesso che:

la comunità degli italiani all'estero in molti paesi ha raggiunto una perfetta integrazione, ha conseguito risultati di eccellenza e di prestigio e rappresenta un grande patrimonio di ricchezza culturale ed economica sia per i paesi di destinazione che per l'Italia;

nei paesi che hanno vissuto o stanno vivendo gravi crisi economiche vi è una questione sociale che coinvolge un rilevante numero di cittadini italiani residenti;

in alcuni paesi con importanti collettività italiane ed oriunde esistono sacche di indigenza, in particolare tra gli emigrati anziani, che spesso vivono in condizioni di estrema povertà, talora al limite della sopravvivenza;

si tratta di italiani che, senza lavoro e privi di altri mezzi di sostentamento, hanno scelto la via dell'emigrazione per necessità e che, da quando hanno avuto un'occupazione stabile all'estero, hanno inviato con regolarità rimesse alle famiglie di origine, contribuendo in modo significativo alla ripresa economica dell'Italia negli anni del dopoguerra;

i paesi con scarse garanzie in materia di tutela e assistenza sociale, le famiglie più giovani, a causa di licenziamenti dal lavoro o degli oneri connessi a problemi di salute, vivono gravi difficoltà economiche, che hanno serie conseguenze sulle condizioni di vita, sull'educazione e sull'istruzione dei minori;

sovente in tali paesi le scuole pubbliche sono sovraffollate, e incapaci di garantire un adeguato livello di istruzione;

le scuole private, che hanno un migliore rapporto alunni/docenti e hanno maggiori dotazioni tecniche e professionali, richiedono il pagamento di una retta mensile, che rappresenta una spesa del tutto insostenibile per famiglie che affrontano serie difficoltà economiche;

in molti paesi dove vivono comunità di italiani la sanità pubblica è gravemente carente, quella privata accessibile a pochi, in considerazione dell'alto costo delle prestazioni sanitarie;

una malattia grave o cronica che richieda ricoveri o una lunga degenza o l'assunzione sistematica di medicine, spesso implica spese insostenibili per la famiglia del malato o del disabile che si trova sovente costretta, anche con un reddito medio, a vendere ogni proprietà fino a trovarsi in una condizione di indigenza;

non di rado i Consolati italiani hanno segnalato «nuove povertà» tra le comunità di italiani per le necessità economiche connesse alla malattia di un familiare;

l'assistenza diretta contribuisce a far fronte a tali necessità, ma appare insufficiente ad affrontare il fenomeno delle nuove povertà conseguenti a problemi di salute -:

impegna il Governo

in materia di solidarietà sociale, a individuare strumenti efficaci per la protezione delle fasce più deboli delle collettività italiane all'estero, come gli anziani, garantendo il diritto alla salute ed all'assistenza sociale anche mediante forme di integrazione al reddito che possano contribuire ad affrontare situazioni di particolare indigenza;

in tema di diritto allo studio, a contribuire - anche con opportuni sussidi - all'educazione e all'istruzione dei bambini e degli adolescenti italiani all'estero, in particolare quando, per le condizioni disagiate dei genitori - anche temporanee, conseguenti a periodi di disoccupazione - o per il sovraffollamento delle strutture scolastiche pubbliche, non sia possibile garantire una frequenza regolare ed un adeguato livello di istruzione;

ad affrontare il fenomeno delle nuove povertà conseguenti a problemi di salute.

9/1746-bis/53. (Testo modificato nel corso della seduta) Bafile, Bucchino, Fedi, Gianni Farina, Narducci, Picchi, Romagnoli.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge finanziaria 2007 prevede, all'articolo 3, comma 1, lettera e), la esclusione di lavoratori e lavoratrici residenti all'estero dalla possibilità di accedere alle detrazioni per i carichi di famiglia;

tale esclusione, già prevista dall'articolo 24 del testo unico delle imposte sui redditi, per quanto concerne le deduzioni per famigliari a carico e la determinazione dell'imposta dovuta dai non residenti, è particolarmente discriminatoria nei confronti di chi produce un reddito tassabile in Italia;

questa esclusione ha posto e pone i residenti all'estero, che producono un reddito assoggettabile ad IRPEF in Italia, in una condizione di sostanziale disparità nei confronti dei residenti nel territorio nazionale ed è ingiusta in particolare per coloro i quali non godono, nel paese di residenza, di benefici connessi ai carichi famigliari;

impegna il Governo

a non discriminare i cittadini italiani residenti all'estero per quanto riguarda il carico fiscale, e ad effettuare una attenta verifica ed un monitoraggio degli effetti pratici derivanti dall'applicazione della norma, tenuto conto delle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali stipulate dall'Italia.

9/1746-bis/54. Fedi, Narducci, Gianni Farina, Bucchino, Bafile, Benzoni, Ricardo Merlo, Picchi, Romagnoli.

 

 

La Camera,

premesso che:

la rete diplomatico-consolare è stata sistematicamente sottoposta a drastiche riduzioni dei capitoli di bilancio relativi al suo funzionamento sia nelle ultime finanziarie che nelle manovre aggiuntive e/o di assestamento di bilancio;

la rete diplomatico-consolare è oggi dotata di organici che sono inferiori al minimo previsto e non consentono un'adeguata azione di servizio e tutela; la rete diplomatico-consolare rappresenta il punto di contatto tra i cittadini italiani all'estero e lo Stato italiano, sia per quanto attiene alla rappresentanza che ai servizi ed alla tutela internazionale;

la rete diplomatico-consolare è stata chiamata ad una mole di lavoro straordinaria in occasione delle consultazioni politiche e referendarie e non è stata ancora in grado di realizzare un serio aggiornamento dell'elenco elettorale degli italiani all'estero ed in alcuni Consolati, a causa della carenza di fondi e personale, le operazioni di aggiornamento sono state sospese dopo l'ultimo referendum;

la rete diplomatico-consolare adotta prassi amministrative, con una rigida gestione di competenza e per singoli capitoli di spesa, che limitano una razionale gestione della spesa;

la situazione ha raggiunto i livelli dell'emergenza ed in alcune circoscrizioni i Consolati ed i Consolati Generali non saranno neanche in grado di pagare le bollette dell'energia elettrica;

questa situazione si traduce in lunghe attese per i servizi alle comunità italiane nel mondo, oltre a dare una pessima immagine dell'Italia all'estero; ogni ipotesi di riorganizzazione della rete consolare non deve tradursi in chiusura di Consolati o riduzione di personale o meno diritti per il personale e le soluzioni debbano comunque essere individuate con il metodo della concertazione;

questa generale precarietà e queste carenze strutturali della rete diplomatico-consolare hanno da tempo suscitato le preoccupazioni e le proteste delle comunità italiane emigrate;

impegna il Governo

ad effettuare una attenta verifica dei bisogni relativi alla rete diplomatico-consolare, a presentare alle competenti Commissioni della Camera dei Deputati una relazione dettagliata sui bisogni dei cittadini italiani residenti all'estero prima di procedere alla fase di riorganizzazione delle sedi consolari.

9/1746-bis/55. Narducci, Fedi, Gianni Farina, Bucchino, Bafile, Ricardo Merlo, Picchi, Romagnoli.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 85, comma 6, del disegno di legge finanziaria per il 2007, stabilisce un nuovo meccanismo di liquidazione delle pensioni dei lavoratori i quali hanno già trasferito presso l'assicurazione generale obbligatoria italiana i contributi versati ad enti previdenziali di Paesi esteri in conseguenza di convenzioni ed accordi internazionali di sicurezza sociale (Svizzera in particolare);

la norma in oggetto interpreta con efficacia retroattiva l'articolo 5, primo comma, secondo periodo, del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1968, n.488, e successive modificazioni;

l'Inps liquida le prestazioni pensionistiche di questi lavoratori prendendo a riferimento come base di calcolo la retribuzione percepita in Svizzera, ma riparametrata sulla base dell'aliquota contributiva svizzera notevolmente più bassa rispetto a quella vigente in Italia, con conseguente riduzione della retribuzione pensionabile;

la Corte di Cassazione (sentenze 4623/04, 20731/04, 7455/05) ha riconosciuto invece il diritto del lavoratore alla determinazione del suo trattamento pensionistico sulla base della effettiva retribuzione percepita nell'ultimo periodo lavorativo indipendentemente dall'aliquota contributiva applicata;

i lavoratori possibili beneficiari delle sentenze della Suprema Corte sono circa 167.000 ovvero circa 95.000 nell'ipotesi di una prescrizione decennale;

i lavoratori interessati hanno cominciato a presentare ai Comitati provinciali dell'Inps i ricorsi ed i Comitati di gestione centrali dell'Istituto hanno confermato i provvedimenti dei Comitati provinciali favorevoli ai ricorrenti;

il mantenimento della norma in oggetto avrà invece come conseguenza il disconoscimento delle sentenze della Suprema Corte e l'adozione da parte dell'Inps del meccanismo di calcolo meno favorevole per i lavoratori, adottato prima delle sentenze della Corte;

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, anche concordata con le parti sociali che risponda alle eque aspettative ed esigenze dei lavoratori che hanno trasferito la contribuzione dalla Svizzera in Italia.

9/1746-bis/56. Gianni Farina, Fedi, Narducci, Bucchino, Bafile, Ricardo Merlo, Romagnoli.

 

 

La Camera,

premesso che:

la particolare situazione di emergenza ambientale in cui versano alcuni territorio della Calabria, come ad esempio Vibo Valentia e le zone recentemente colpite dalla recente tragica alluvione

impegna il Governo

a prevedere che il dieci per cento dei fondi ricavati dal recupero di risorse finanziarie inerenti agli impegni assunti da Fintecnaspa nei confronti di Stretto di Messina spa e destinati a specifiche attività di tutela ambientale siano destinati prioritariamente a completare gli interventi di emergenza ambientale attualmente in atto.

9/1746-bis/57. Laratta, Oliverio, Laganà Fortugno.

 

 

La Camera,

premesso che:

la situazione economica e sociale della regione Abruzzo è caratterizzata dalla grave crisi del polo elettronico dell'Aquila e di Chieti, oltre che del settore del tessile nella provincia di Teramo;

in particolare si evidenzia la situazione di grave crisi del «polo elettronico» costituito da aziende del comparto dell'elettronica e delle telecomunicazioni dotate di elevati livelli tecnologici;

il «polo elettronico» ha costituito e costituisce il nucleo dello sviluppo, anche occupazionale, dell'intera zona assumendo un ruolo fondamentale per il futuro dell'intera economia dell'area e insieme dell'intera regione;

il settore tessile e abbigliamento della provincia di Teramo, trainante per l'intera economia locale, versa in una forte crisi dovuta ai processi di delocalizzazione dei sistemi produttivi e alla conseguente difficoltà nel rispondere alle nuove esigenze del mercato sempre più spinto verso l'evoluzione tecnologica e l'internazionalizzazione;

le risposte da dare all'emergenza devono intrecciarsi con l'apertura di nuove prospettive di sviluppo e di nuova industrializzazione, nel settore dell'elettronica e delle telecomunicazioni, oltre che nel settore tessile-abbigliamento;

gli articoli 104, 105 e 106 della Legge Finanziaria contengono un insieme di misure rilevanti ai fini di affrontare le crisi sopra evidenziate, dal Fondo per la competitività e lo sviluppo, a quello sulla finanza d'impresa, al Fondo per gli interventi nel capitale di rischio, alle risorse per contrastare il declino dell'apparato produttivo anche mediante la salvaguardia e il consolidamento di attività e livelli occupazionali, agli interventi per lo sviluppo delle aree sottoutilizzate, al Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica -:

impegna il Governo

a utilizzare le predette risorse per porre in essere, nel breve termine, interventi finalizzati a sostenere e sviluppare questi importanti comparti dando vita a una politica nazionale per le telecomunicazioni e l'elettronica, nella quale anche l'Abruzzo deve giocare un ruolo centrale, e a politiche di innovazione del settore tessile-abbigliamento-calzaturiero, anche al fine di tutelare l'occupazione nella regione.

9/1746-bis/58. (Testo modificato nel corso della seduta) Cialente, Crisci, Costantini, Fasciani.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge finanziaria per il 2007 reca norme che inaspriscono la pressione fiscale sui redditi di cittadini appartenenti al ceto medio -:

impegna il Governo

a riferire alla Camera entro dieci mesi dall'entrata in vigore della legge finanziaria sugli esiti determinatisi per l'economia a seguito dell'introduzione delle nuove disposizioni fiscali.

9/1746-bis/59. Verro.

 

 

La Camera,

premesso che:

sono insufficienti le risorse destinate dalla manovra di finanza pubblica al settore scolastico e la loro inadeguata allocazione, cui conseguirà inevitabilmente una dequalificazione del servizio scolastico reso ai cittadini, con evidenti disagi per le famiglie e gli studenti;

si assiste al deprecabile fenomeno della richiesta, da parte di numerose istituzioni scolastiche, alle famiglie degli studenti, di intervenire direttamente nel sostegno delle attività scolastiche, per una spesa media annua, per ogni genitore, tra i 70 e i 100 euro, il che viola il principio di gratuità dell'istruzione pubblica -:

impegna il Governo

ad assumere iniziative idonee a contrastare tale fenomeno, che comporta un ulteriore aggravio per le famiglie, e ad attivarsi per prevedere la detraibilità di queste spese ai fini IRPEF.

9/1746-bis/60.Colucci.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge finanziaria per l'anno 2007 finalmente riporta la questione del Mezzogiorno al centro dell'agenda degli impegni del Governo e del Parlamento;

nei cinque anni della precedente legislatura, con il Governo Berlusconi vi sono stati continui e pesanti tagli nelle risorse destinate al Mezzogiorno, con il progressivo e grave indebolimento di tutta una serie di istituti e misure per incentivare e promuovere le attività economiche ed i processi di sviluppo nel Mezzogiorno;

nella legge finanziaria per il 2007 sono previsti interventi fondamentali e qualificanti per il Sud, quali il credito di imposta per i nuovi investimenti ed i nuovi assunti a tempo indeterminato, il cuneo fiscale più ampio con una riduzione del costo del lavoro nelle Regioni meridionali raddoppiata rispetto al resto del territorio nazionale, gli incentivi per l'occupazione femminile, le zone franche urbane, l'attribuzione delle risorse del Fondo centrale di garanzia per le autostrade e ferrovie metropolitane al completamento dei lavori di ammodernamento della Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, il definanziamento dei fondi di provenienza Fintecnica destinati fino ad oggi al progetto non prioritario del Ponte sullo Stretto di Messina (circa 1,5 miliardi di euro) con la loro assegnazione per grandi priorità infrastrutturali nel Mezzogiorno, n Calabria e Sicilia, quali la statale Jonica n. 106, la rete autostradale e ferroviaria in quelle zone;

è stato, altresì, incrementato il Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS), garantendo per la prima volta la copertura finanziaria per un arco di sette anni, con il cofinanziamento statale dei fondi europei e con un maggior e ben più adeguato coordinamento nella programmazione nazionale;

tuttavia in alcuni emendamenti presentati dal Governo, nel corso dell'esame parlamentare della legge finanziaria, interventi rilevanti e sicuramente degni di attenzione, sono stati finanziati attingendo proprio alla dotazione finanziaria del Fondo (FAS) benché estranei ai territori meridionali;

il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri onorevole Enrico Letta e il relatore alla finanziaria onorevole Michele Ventura, durante la seduta pomeridiana della Camera del 14 novembre 2006 ed il Ministro allo sviluppo economico onorevole Bersani nella seduta del 16 novembre 2006, hanno chiarito che talune copertura sul Fondo FAS sono meramente provvisorie e transitorie, introdotte per ragioni solo t4ecniche e, quindi, da sostituire integralmente, conservando, così l'integrità del Fondo Fas;

pertanto le medesime coperture vanno modificate, restituendo così al Fondo FAS tutte le risorse ad esso originariamente assegnate dalla legge finanziaria e consentendogli di svolgere il ruolo strategico ad esso spettante -:

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte ad introdurre tutte le modifiche necessarie per garantire la integrità e la totalità delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, restituendo così a questo fondo tutti i finanziamenti ad esso originariamente assegnati dall'articolo 105 del disegno di legge finanziaria presentato dal Governo il 1o ottobre 2006.

9/1746-bis/61. Iannuzzi, Cesario, Margiotta, Tuccillo, Suppa, Squeglia, Oliverio, Bordo, Boffa, Bianchi, Burtone, Pellegrino.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 142 reca disposizioni relative al finanziamento dell'Anas ed all'obbligo di predisposizione del piano economico-finanziario e all'introduzione della convenzione unica;

i piani finanziari all'interno dei rapporti tra Anas e società concessionarie costituiscono parte integrante della convenzione unica;

nella determinazione dei componenti che concorrono all'adeguamento periodico tariffario occorre tener conto anche nella «dinamica dei costi»;

a tutta evidenza nella definizione da ultimo richiamata rientrano certamente sia le spese direttamente sostenute dal concessionario per lo svolgimento del servizio, sia gli oneri oggettivamente comunque gravanti sullo stesso e in questa veste determinanti ai fini della composizione del risultati economico finale, quale il tasso di inflazione - per lo meno nei termini di tasso di inflazione programmato - e che tale componente non è soggetta a valutazione discrezionale ai fini predetti;

la regola secondo la quale i concessionari sono soggetti alla disciplina del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, può ritenersi già assolta allorché il concessionario sia stato comunque scelto all'esito di u a procedura di gara nel cui bando fosse già prevista una quota di attività da destinare a partecipanti al raggruppamento stesso

impegna il Governo

ad assicurare l'interpretazione delle disposizioni in esame nei termini di cui in premessa.

9/1746-bis/62. Sanga, Quartiani, Misiani, Tolotti, Pedica, Ferrari, Delbono, Rusconi, Farinone, Viola, Saglia.

 

 

La Camera,

premesso che,

risulta avviata e quasi conclusa, da parte dell'INPS, nei confronti dei pensionati italiani residenti all'estero, una nuova richiesta di accertamento reddituale relativa agli anni 2004 e 2005 onde aggiornare le prestazioni pensionistiche collegate a limiti di reddito;

non sono stati ancora esperiti gli adempimenti della precedente rilevazione reddituale del 2002 e molte sono le situazioni di pensioni già ridotte o per le quali è stato comunicato un indebito;

gli indebiti sono stati di norma determinati dai ritardi dell'INPS nell'approntare un sistema efficace ed efficiente di verifica reddituale annuale;

l'INPS non ha ancora a regime un sistema di verifica e accertamento dei redditi e le campagne RED per l'estero si sono svolte a molti anni di distanza l'una dall'altra, creando situazioni di gravissimo disagio per pensionati che sono chiamati a restituire quote di pensione all'INPS;

l'inesigibilità di questi indebiti, in assenza di dolo, risponde ad una esigenza di giustizia in termini di puntualità delle verifiche, di trasparenza amministrativa e di rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione;

impegna il Governo

ad affrontare il problema della inesigibilità dell'indebito per i pensionati INPS residenti all'estero.

9/1746-bis/63. (Testo modificato nel corso della seduta) Bucchino, Fedi, Narducci, Gianni Farina, Bafile, Ricardo Merlo, Romagnoli.

 

 

La Camera,

premesso che:

già nel 1996, per iniziativa dei Socialisti Democratici, è stata presentata proposta di legge per l'abolizione dell'imposizione fiscale IRPEF ed ICI sulla prima casa;

nel periodo 1999-2001 i Governi di centro-sinistra hanno provveduto dapprima alla riduzione e, successivamente, alla eliminazione dell'IRPEF sulla prima casa;

a tutt'oggi, non si sono verificate, purtroppo, le condizioni economiche e finanziarie per l'abolizione dell'ICI sulla prima casa; -che, comunque, per ovvie intuibili ragioni, l'ICI sulla prima casa è un'imposta palesemente ingiusta -:

impegna il Governo

ad esperire, nel corso della legislatura, ogni iniziativa tesa a ridurre e, possibilmente, ad eliminare l'ICI sulla prima casa

9/1746-bis/64. Schietroma, Crema.

 

 

La Camera,

premesso che:

considerato che gli stanziamenti per il funzionamento della giustizia sono stati ridotti del 6 per cento;

ritenuto che la situazione venutasi a creare con la riduzione degli stanziamenti sia particolarmente grave, perché non permette un'efficace e razionale amministrazione della giustizia con forti ricadute sui bisogni effettivi dei cittadini che chiedono una giustizia più celere e più organizzata;

ritenuto che sia necessario aumentare lo stanziamento per la giustizia in modo da motivare di più anche il personale amministrativo e giudiziario che la finanziaria per il 2007 penalizza fortemente -:

impegna il Governo

ad attivarsi a destinare maggiori risorse alla giustizia per dare risposte credibili ai cittadini costretti troppe volte a subire ritardi nei processi divenuti ormani intollerabilmente lenti.

9/1746-bis/65. Vitali.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge finanziaria per il 2007 prevede interventi per lo sviluppo delle aree sottoutilizzate, incrementando gli stanziamenti in favore del relativo Fondo;

il Fondo per le aree sottoutilizzate, istituito dall'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, ha come scopo precipuo il conseguimento di finalità di riequilibrio economico e sociale delle aree depresse;

le problematiche di sviluppo economico che affliggono queste aree hanno spesso delle ricadute importanti anche nell'economia delle aree territoriali ad esse limitrofe;

si ritiene quindi necessario prendere in adeguata considerazione le difficoltà di queste ultime, in particolare quando esse presentino un tasso di disoccupazione allargato superiore alla medianazionale e un ritardo di sviluppo economico;

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte ad estendere i benefici previsti dalla legge finanziaria per il 2007 in favore dello sviluppo delle aree sottoutilizzate anche ai comuni appartenenti all'obiettivo 2, confinanti con le aree obiettivo 1, nei quali si registri un tasso di disoccupazione allargato superiore alla media nazionale, nonché un ritardo di sviluppo economico.

9/1746-bis/66. Antinucci, Schietroma, Picano.

 

 

La Camera,

premesso che:

premessa l'impossibilità ormai quasi strutturale, della maggior parte dei comuni e delle province di poter sostenere le spese di acquisto, costruzione, manutenzione, messa a norma di sicurezza, eccetera di edifici adibiti all'istruzione scolastica -:

impegna il Governo

a valutare l'esigenza di precisare l'applicazione delle aliquote IVA per il gas ad uso domestico o di riscaldamento, tenendo conto dell'uso promiscuo e dei periodi di mancato uso del riscaldamento.

9/1746-bis/67. (Testo modificato nel corso della seduta) Ruggeri, Burchiellaro.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'immobile adibito a tribunale di Mantova, come risulta dalla documentazione inviata al ministero della giustizia, da parte del sindaco del comune di Mantova e del presidente dello stesso tribunale, versa in uno stato di grave degrado conpromettendo la stessa attività giudiziaria e ritenendo non più rinviabile la realizzazione di un nuovo palazzo di giustizia

impegna il Governo

a porre la costruzione del nuovo tribunale di Mantova, secondo i progetti presentati dal comune di Mantova e già accolti ed approvati dallo stesso ministero della giustizia, quale priorità.

9/1746-bis/68. (Testo modificato nel corso della seduta) Burchiellaro, Ruggeri.

 

 

La Camera,

premesso che:

la Conferenza ministeriale europea della OMS sulla salute mentale tenutasi ad Helsinki dal 12 al 15 gennaio 2005 impegna gli stati membri della regione europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ad adottare una legislazione relativa ai diritti delle persone con disabilità, affinché anche la salute mentale vi figuri in modo equo e giusto

impegna il Governo

ad assumere iniziative per chiarire che nel novero delle persone destinatarie delle risorse del «Fondo per le non autosufficienze» di cui all'articolo 198 della presente Legge rientrano i soggetti in condizione di disabilità, intendendosi per disabilità ogni limitazione dell'attività o restrizione della partecipazione alla vita sociale, subita nel proprio ambiente da una persona a causa di una alterazione sostanziale, duratura o definitiva di una o più funzioni fisiche, sensoriali, intellettive, cognitive o psichiche.

9/1746-bis/69. (Testo modificato nel corso della seduta) Stramaccioni, Tolotti.

 

 

La Camera,

premesso che:

in questi anni è emersa con evidenza la necessità di sostenere politiche attive a sostegno della famiglia;

i modelli tradizionali di convivenza sociale sono stati messi in discussione e sono soggetti ad una fase di notevole evoluzione;

resta fondamentale nella società italiana il peso specifico, l'importanza e la centralità della famiglia, quale punto di riferimento costante, nucleo vitale, e luogo di crescita e di sviluppo per le nuove generazioni;

siamo tutti consapevoli della necessità di promuovere politiche di concreto sostegno alla famiglia intesa appunto come centro vitale della nostra società,

tali politiche e scelte governative non possono andare nella direzione di nuove forme di discriminazione tra i cittadini;

pur apprezzando lo sforzo del Governo, che ha modificato la prima stesura della finanziaria in senso maggiormente favorevole ai nuclei familiari va purtroppo sottolineata una non sufficiente attenzione verso la famiglia monoreddito che si trova a doversi far carico dei costi della collettività attraverso una maggiore e più incisiva tassazione;

le famiglie monoreddito non possono essere sacrificate o in alcun modo penalizzate, come invece avviene nelle disposizioni previste dalla legge finanziaria attualmente all'attenzione della Camera -:

impegna il Governo

ad assumere in tempi brevi norme che non siano discriminanti, ma eque e coerenti verso i nuclei familiari che vivono con un solo reddito.

9/1746-bis/70. (Testo modificato nel corso della seduta) Rossi Gasparrini.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge n. 257 del 1992 recante «Norme relative alla cessazione dell'impiego di amianto», prevedeva il divieto di estrazione, lavorazione, utilizzo e commercializzazione dell'amianto, la bonifica degli edifici, delle fabbriche e del territorio, misure sulla tutela sanitaria e sulla previdenza sociale dei lavoratori ex esposti ad amianto, nonché misure per il risarcimento degli stessi, il riconoscimento della qualifica di malattia professionale di malattia professionale e del danno biologico;

per quasi un decennio sono rimaste inattuate molte delle misure previste dalla suddetta legge, come la mappatura della presenza dell'amianto nel nostro Paese, la previsione dei piani regionali di bonifica, la creazione del registro degli ex esposti e dei mesoteliomi; almeno di 32 tonnellate di amianto e di prodotti che lo contengono permangono ancora oggi nel nostro Paese e in special modo in Piemonte (le cave di Balangero e l'Eternit di casale Monferrato), Friuli Venezia Giulia (Monfalcone) e in Veneto (Porto Marghera); il registro nazionale dei mesoteliomi, realizzato nel marzo 2004, registrava 3670 casi di decesso, ma si trattava comunque di dati ancora parziali sia perché, a quella data, molte regioni non avevano ancora provveduto alla creazione del registro (ad oggi solo 5 regioni l'hanno redatto) e sia perché trattatasi di decessi avvenuti in strutture ospedaliere rimanendo così sommerso o sconosciuto il numero dei decessi cosiddetti `non ufficiali'; nell'arco di 12 anni (1992-2004) la lotta contro l'amianto è stata incentrata sul tentativo di dare piena applicazione della legge 257 del 1992, istituendo processi civili e penali che hanno portato alla chiusura di fabbriche e miniere, avviando conseguentemente percorsi di bonifica e tutela sanitaria e previdenziale per i lavoratori esposti alla `fibra killer';

tuttavia, stime attendibili prevedono che nei prossimi decenni - essendo il periodo di latenza della malattia anche superiore ai trenta anni - si avrà un incremento molto consistente dei decessi provocati dall'amianto, che toccherà l'apice tra il 2015 e il 2025 e, secondo esperti, anche nel 2040;

Il 12 e 13 novembre 2004 a Monfalcone la Conferenza Nazionale sull'amianto ha fissato gli obiettivi fondamentali nella lotta all'amianto, focalizzando in particolare l'attenzione sulla completa eliminazione della cosiddetta 'fibra-killer' dall'Italia entro il 2015;

la Conferenza Europea sull'amianto, tenutasi a Bruxelles il 22 e il 23 ottobre 2005, ha individuato nell'amianto la causa principale dei tumori determinati dallo svolgimento di attività professionali, evidenziando la diretta proporzionalità tra la presenza di prodotti contenenti amianto in abitazioni, uffici pubblici e privati, infrastrutture e l'insorgenza di malattie ad alto tasso di mortalità;

nel nostro Paese è maturata molto in ritardo la coscienza dell'alta pericolosità derivante dalla produzione di amianto, che solo nel 1992 ha portato al relativo divieto per legge; a livello nazionale sono oltre 600.000 le domande di risarcimento presentate dai lavoratori ex esposti all'amianto in ambiente di lavoro, alle quali per un terzo è stata data risposta negativa e per una metà non è stata ancora data una risposta; vi sono, inoltre, 3600 persone su tutto il territorio nazionale (di cui ben 1700 lavoratori del porto di Genova), che hanno subito i danni derivanti dal continuo contatto con l'amianto e che, essendo andati in pensione prima dell'entrata in vigore delle legge 255 del 1992 non hanno potuto godere delle agevolazioni sanitarie e previdenziali ivi previste -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di predisporre una nuova normativa, che preveda l'applicazione rigorosa della legislazione europea e nazionale in materia di amianto, in particolare finalizzata a:

introdurre in tempi brevi verifiche obbligatorie sugli edifici pubblici, sulle residenze private e sui mezzi di trasporto;

istituire registri nazionali dei lavoratori esposti all'amianto e di lavoratori con malattie causate da esposizione ad amianto;

riconoscere tutte le malattie relative ad attività lavorative collegate all'amianto come malattie professionali, nel quadro di un'armonizzazione degli schemi di indennizzo delle malattie professionali nell'Unione Europea;

istituire un Fondo nazionale per il risarcimento sia dei famigliari ex esposti che dei cittadini esposti in ambienti contaminati;

istituire un Fondo nazionale per il risanamento degli edifici pubblici dall'amianto, per il finanziamento degli interventi finalizzati ad eliminare i rischi per la salute pubblica derivante dalla presenza di amianto negli edifici pubblici;

applicare il coefficiente moltiplicatore, sulla base della scelta del lavoratore, ai fini dell'anticipazione dell'accesso al pensionamento o ai fini della determinazione dell'importo delle prestazioni pensionistiche;

applicare i benefici previdenziali anche ai lavoratori che siano stati esposti. all'amianto per un periodo inferiore a dieci anni, commisurando il coefficiente roltiplicatore proporzionalmente al periodo di esposizione;

9/1746-bis/71. (Testo modificato nel corso della seduta) Cesini, Diliberto, Sgobio, De Angelis, Pagliarini, Cancrini, Ferdinando Benito Pignataro, Tranfaglia, Bellillo, Crapolicchio, Bandoli, Napoletano, Vannucci, Vacca, Venier, Francescato, Di Salvo, Oliverio, Cacciari, Perugia, Lion, Lovelli, Longhi, Galante, Soffritti, Merloni, Giovannelli, Maderloni, Franci, Provera, Fiorio.

 

 

La Camera,

in considerazione della rilevanza dell'evento sportivo dei XVI Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009 e dei conseguenti ritorni economici e di immagine non solo per la regione Abruzzo ma per tutto il paese

impegna il Governo

a verificare la possibilità di reperire ulteriori fondi per la manifestazione almeno nella misura di 10 milioni di euro per le spese organizzative da assegnarsi al Comitato Organizzatore dei XVI Giochi del Mediterraneo Pescara 2009 e di almeno 20 milioni di euro per la realizzazione e l'ammodernamento degli impianti sportivi (10 milioni di euro) e delle infrastrutture (10 milioni di euro) necessari allo svolgimento dell'evento da assegnarsi al Commissario Governativo, che provvederà a ripartirlo fra i soggetti pubblici che hanno la proprietà, la gestione o la competenza sulle suddette strutture.

9/1746-bis/72. (Testo modificato nel corso della seduta) Aracu.

 

 

La Camera,

premesso che:

in base ai dati Istat la povertà nel Mezzogiorno colpisce una famiglia su 4;

in Calabria il 25 per cento delle famiglie vive al di sotto della povertà, in Basilicata il 28, in Puglia il 25, in Sicilia il 30 per cento;

negli anni precedenti si è interrotta l'azione positiva prodotta dal reddito minimo di inserimento varato dal governo di centrosinistra nel 1998;

nei cinque anni del governo della destra è stato soppresso il RMI ed è stato varato, senza mai essere applicato, il reddito di ultima istanza;

negli anni del governo della destra la povertà delle famiglie è cresciuta in particolare nel Mezzogiorno;

le famiglie povere sono quelle con più figli, soprattutto numerose, e con anziani non autosufficienti a carico;

occorre intervenire al più presto per sostenere le famiglie con i redditi bassi e in condizione di indigenza con programmi di reinserimento sociale e professionale;

nella finanziaria 2007 si intravedono le prime azioni di attenzione alle fasce deboli della società.

impegna il Governo

ad istituire un tavolo permanente con le regioni del Sud, gli enti locali, le parti sociali e le associazioni del terzo settore per monitorare attraverso l'Osservatorio per la famiglia la condizione delle famiglie in difficoltà nel Mezzogiorno;

a predisporre piani d'azione per il reinserimento sociale delle famiglie povere in particolare nei piccoli comuni.

9/1746-bis/73. D'Ambrosio, Oliverio, Margiotta, Grassi, Ruta, Fadda, Burtone, Cesario.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 152 del disegno di legge finanziaria reca diversi interventi per l'agricoltura italiana, finalizzati, in particolare, a favorire l'imprenditoria giovanile in agricoltura e a sostenere la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole colpite da grave crisi di mercato;

è opportuno che gli interventi di cui all'articolo 152 siano destinati in misura prevalente ai settori che, nell'ambito della produzione agroalimentare del paese, rivestono un particolare rilievo, tra i quali senza dubbio una posizione molto importante, con particolare riferimento alla produzione delle regioni meridionali, spetta al settore ortofrutticolo;

in generale la produzione agroalimentare nelle regioni meridionali e, in modo specifico, la produzione ortofrutticola necessita di essere valorizzata e sostenuta, al fine di non disperdere un patrimonio di risorse e competenze che assume per numerosi e importanti territori un valore economico strategico;

per la regione Calabria, in particolare, una delle componenti trainanti del settore ortofrutticolo è costituita dalla produzione delle cosiddette «clementine», che caratterizza vaste aree di territorio regionale;

con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del 9 giugno 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 147 del 27 giugno 2006, è stato riconosciuto il Consorzio per la tutela della Indicazione geografica protetta (IGP) «Clementine di Calabria», con l'incarico di svolgere le funzioni di cui all'articolo 14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526 -:

impegna il Governo

a sostenere in via prioritaria, anche nell'ambito di applicazione degli interventi per l'agricoltura italiana di cui all'articolo 152 del disegno di legge in esame, i settori di particolare rilievo e, tra questi, il settore ortofrutticolo, che nelle regioni meridionali assume una valenza economica strategica;

in particolare, a porre in essere tutti gli interventi idonei:

a garantire la presenza e l'attività sul territorio di personale tecnico qualificato in relazione alle specificità del prodotto, nonché la concreta disponibilità di mezzi per lo svolgimento delle attività di controllo sulla produzione;

a definire apposite direttive per assicurare l'individuazione, da parte del Consorzio e degli enti territoriali competenti, di aree vocate alla produzione di «Clementine di Calabria», anche prevedendo forme di incentivazione alla riconversione delle colture, con l'obiettivo di sostenere standard uniformi ed elevati di quantità e qualità del prodotto su tutto il territorio regionale;

a considerare l'opportunità di individuare risorse finanziarie aggiuntive, da destinare al perseguimento delle finalità di cui alle lettere a) e b).

9/1746-bis/74. Oliverio, Servodio, Laratta, Laganà Fortugno.

 

 

La Camera,

premesso che:

per la conservazione ed il recupero dei rioni Sassi di Matera è stata approvata la legge 11 novembre 1986, n. 771;

il sito è stato inserito nel patrimonio UNESCO;

l'interesse di turisti, studiosi e ricercatori per Matera ed i Sassi cresce esponenzialmente;

la legge è allo stato priva di finanziamenti;

impegna il Governo

ad adottare, nell'ambito delle prossime sessioni di bilancio della XV legislatura e delle compatibilità finanziarie, le opportune iniziative per la copertura di un apposito progetto di legge per il rifinanziamento del recupero e della conservazione dei Sassi di Matera.

9/1746-bis/75. Luongo, Margiotta, Carta.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 71 interviene in materia di programmazione universitaria introducendo per il triennio 2007-2009, il divieto per le università di istituire e attivare facoltà e corsi di studio in sedi diverse da quella legale e amministrativa;

le università devono inoltre provvedere, per le facoltà e i corsi di studio decentrati già esistenti, ad integrare le convenzioni con gli enti locali e gli altri enti sottoscrittori, in modo da assicurarne il funzionamento, per almeno venti anni, in termini di risorse finanziarie, strumentali e di strutture edilizie;

le predette convenzioni devono acquisire il parere di congruità del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario. In caso contrario, i corsi di studio sono disattivati, fermo restando il diritto, per gli studenti iscritti, di completare il corso entro la durata legale dello stesso -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a prevedere che per le sedi distaccate, ove già esistano attività didattiche, di poter attivare facoltà o corsi di studio aggiuntivi laddove essi siano già stati autorizzati dai competenti organi accademici.

9/1746-bis/76. (Testo modificato nel corso della seduta) Carta, Margiotta.

 

 

La Camera,

premesso che:

il trattamento di fine rapporto - TFR - è sottoposto ad un regime di tassazione separata, ma agganciata alla progressività dell'Irpef (articolo 19 del Testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica. n. 917 del 1986) articolato nel modo seguente:

fase di accumulazione: la somma corrispondente alla rivalutazione annua dell'importo accantonato dal datore di lavoro è assoggettata ad un'imposta sostitutiva in misura pari all'11 per cento (articolo 11, comma 3 del decreto legislativo n. 47 del 2000);

fase della percezione del TFR da parte del lavoratore: in questa fase l'imposta è determinata in via provvisoria, applicando al reddito di riferimento al netto degli importi già assoggettati ad imposta sostitutiva, l'aliquota individuata con riferimento all'anno in cui è maturato il diritto alla percezione (articolo 19, comma 1, secondo periodo, del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986);

riliquidazione dell'imposta da parte degli Uffici finanziari: l'imposta definitiva dovuta sul TFR viene determinata in sede di riliquidazione da parte degli uffici finanziari, in base all'aliquota media di tassazione dei cinque anni precedenti a quello in cui è maturato il diritto alla percezione, iscrivendo a ruolo o rimborsando le maggiori o minori imposte entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione del sostituto d'imposta (articolo 19, comma 1, ultimo periodo del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986);

il TFR ha subito negli ultimi anni un progressivo aggravio di tassazione iniziato con la riforma prevista dal decreto legislativo n. 47 del 2000 e culminato con la legge n. 289 del 27 dicembre 2002 che a decorrere dall'1 gennaio 2003, ha elevato l'aliquota del primo scaglione Irpef dal 18 al 23 per cento con effetti penalizzanti in modo significativo sui contribuenti con redditi medio - bassi;

il meccanismo previsto con la legge di riforma dell'Irpef (legge 289 del 2000) ha stabilito che la modifica degli scaglioni e l'innalzamento delle aliquote, fino ad una determinata fascia di reddito, sia compensata dal riconoscimento di una deduzione dall'imponibile (c.d. deduzione per assicurare la progressività dell'imposizione) che tuttavia, si applica solo con riferimento ai redditi ordinari mentre, per il trattamento di fine rapporto assoggettato a tassazione separata rileva solo l'effetto dovuto all'innalzamento dell'aliquota sui redditi che fino al 31 dicembre 2002 subivano un tassazione del 18 per cento mentre dal 1 gennaio 2003 sono passati al 23 per cento;

secondo i calcoli del Ministero dell'economia e delle finanze l'aggravio ha riguardato tutte le indennità di fine rapporto il cui reddito annuale di riferimento non sia superiore a 31.855 euro;

il maggior gettito derivante dall'aggravio della tassazione del TFR a seguito della riforma fiscale del 2003 è stato calcolato in 520 milioni di euro nel 2003, in 468 milioni di euro nel 2004, in 312 milioni di euro nel 2005 e in circa 170 milioni di euro nel 2006 per un totale di oltre 1500 milioni di euro in 4 anni;

un'ulteriore penalizzazione che riguarda tutti i rapporti di lavoro cessati entro il 31 dicembre 2005, è intervenuta in conseguenza della fine dell'applicazione, con decorrenza 1 gennaio 2006, della norma transitoria prevista a seguito della riforma della tassazione del trattamento di fine rapporto avvenuta con il decreto legislativo 47 del 2000 che dava diritto ad una detrazione pari a 5,6 euro per ogni mese di maturazione corrispondente ad un importo annuale di 61,97 euro;

con il disegno di legge finanziaria per il 2007 (A. C. n. 1746 bis) nella sua formulazione originale, la tassazione del TFR avrebbe subito un ulteriore aggravio evitato dal Governo con la presentazione di un proprio emendamento all'articolo 3, con il quale è stata introdotta una clausola di salvaguardia destinata a produrre effetti per i soli trattamenti di fine rapporto maturati successivamente al 31 dicembre 2006, per i quali è possibile applicare, se più favorevoli, le aliquote e gli scaglioni di reddito vigenti nel 2006. Questo provvedimento tuttavia, non è intervenuto a risolvere il rilevante aggravio di tassazione che ha inciso i trattamenti di fine rapporto sui redditi bassi maturati antecedentemente e che, come precedentemente evidenziato, è quantificabile in oltre 1.500 milioni di euro -:

impegna il Governo

a riesaminare in modo sistematico le modalità di tassazione del TFR, previste dall'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986 e, compatibilimente con i soldi di finanza pubblica, a realizzare l'obiettivo di un superamento dell'aggravio fiscale sui trattamenti di fine rapporto, come determinato dall'aumento dell'aliquota dal 18 per cento al 23 per cento della riforma Irpef ex-lege 27 dicembre 2002, n. 289.

9/1746-bis/77. (Testo modificato nel corso della seduta) Musi.

 

 

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame stanzia 2 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 a copertura degli investimenti relativi alla rete tradizionale dell'infrastruttura ferroviaria nazionale;

il Ministero delle infrastrutture ha sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni un documento sulle «priorità infrastrutturali» del Paese -:

impegna il Governo

a far sì che una quota non adeguata per ciascuno degli anni 2007 e 2008 sia destinata al finanziamento degli interventi oggetto di protocolli di intesa tra gli enti locali e Rfi relativi alla logistica e alla «permeabilità» della linea Av/Ac Genova-Milano (Terzo valico dei Giovi) il cui progetto definitivo è stato approvato dal CIPE nella seduta del 29 marzo 2006.

9/1746-bis/78. (Testo modificato nel corso della seduta) Barbi, Lovelli.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge 289 del 2002, per ovviare al fenomeno della doppia tassazione dei lavoratori frontalieri con la Francia e la RSM, prevede una quota esente di 8000 euro (mentre appostiti accordi internazionali regolano la stessa materia con gli altri Stati confinanti);

la Commissione Finanze ha approvato all'unanimità un emendamento presentato da quasi tutti i gruppi all'articolo 30 comma 9 della legge finanziaria elevando la quota esente a 12.000 Euro;

il relatore ha proposto con apposito emendamento di elevare la quota esente a 10.000 Euro, dando corpo cosi alle intese intercorse con il Governo e con i gruppi;

per mero errore materiale, il nuovo ammontare delle quota esente non appare nel maxiemendamento presentato dal Governo -:

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte a recuperare la modifica della quota esente a 10.000 euro.

9/1746-bis/79.Vichi, Vannucci, Crosetto, Sposetti, Alessandri, Fincato, Mungo, Barbieri, Germontani, Pagliarini, Villari, Chicchi, Raiti, Camillo Piazza, Pini, Pizzolante.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 23 del decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 154, «Modernizzazione del settore pesca e dell'acquacoltura, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 7 marzo 2003, n. 38» ha abrogato la legge n. 41 del 1982 e le sue successive integrazioni;

con l'approvazione di tale decreto legislativo è venuta meno la norma che applicava il canone meramente ricognitorio per le concessioni demaniali marittime, nonché le zone di mare territoriale, e relative pertinenze richieste da imprenditori ittici o da organizzazioni di produttori o loro Consorzi per iniziative di pesca ed acquacoltura, finalizzate al ripopolamento, protezione della fascia costiera, realizzazione di manufatti per il conferimento, il mantenimento, la depurazione, l'eventuale trasformazione del prodotto;

l'abrogazione di tale norma potrebbe determinare un aggravio di costi per le imprese di produzione ed allevamento ittico; tenuto conto che le attività di acquicoltura e maricoltura rappresentano una risposta qualificata alla riduzione dello sforzo di pesca ed alla riorganizzazione del settore investito da un processo di riorganizzazione che va avanti ormai da anni e che può consentire lo sviluppo delle aree marine interessate;

l'applicazione del canone ricognitorio consentiva di allineare i costi delle nostre imprese con i competitori internazionali sempre più aggressivi;

l'abrogazione di essa rischia di creare serie difficoltà al settore dell'allevamento ittico nel nostro Paese e di rendere più difficile la maggiore competitività acquisita -:

impegna il Governo

a valutare la possibilità di ripristinare, in coerenza con la normativa comunitaria, il canone meramente ricognitorio così come definito dall'articolo 27 ter della legge 41 del 1982 e successive modificazioni od ad introdurre altre forme di sostegno al settore.

9/1746-bis/80.(Testo modificato nel corso della seduta) Zucchi, Franci, Brandolini, Servodio, Baratella, Maderloni, Fiorio, Fogliardi, Pertoldi, Oliverio, Bellanova.

 

 

La Camera,

premesso che:

il telefono cellulare può costituire un utile strumento di comunicazione e di soccorso per le persone con disabilità e che il legislatore, riconoscendo questo ha con il decreto ministeriale del 28 dicembre 1995 all'articolo 21, comma 3, previsto una specifica esenzione da pagamento della relativa tassa di concessione governativa;

la suddetta tassa ammontava a 10.000 delle vecchie lire per le utenze cosiddette residenziali («family») e a 25.000 per i contratti «affari»;

alla fruizione di tale beneficio sono tuttavia ammessi i soli disabili «invalidi in seguito alla perdita anatomica o funzionale di entrambe gli arti inferiori nonché i non vedenti», escludendo così le persone sorde o sordomute;

con i cellulari attuali si ha la possibilità di trasmettere SMS, MMS, e-mail e fax, aprendo così alle persone sorde la possibilità di comunicare a distanza con chiunque, contribuendo in maniera determinante all'abbattimento delle barriere alla comunicazione fino ad oggi esistenti.

quasi la totalità delle persone non udenti oggi possiede un telefono cellulare che gli consente la comunicazione tramite SMS, MMS eccetera -:

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile ad agevolare la comunicazione dei soggetti non udenti.

9/1746-bis/81. Burtone, Trupia, Zanotti.

La Camera:

premesso che:

l'Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani (ONAOSI) a norma delle disposizioni di cui alla legge 7 luglio 1901, n. 306, e del conseguente suo statuto di fondazione, provvede al mantenimento, alla educazione ed alla istruzione così degli orfani che delle orfane bisognosi dei medici, chirurghi veterinari e farmacisti;

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte a chiarire, anche al fine di evitare possibili contenziosi, a quali soggetti si riferisce la categoria dei «sanitari pubblici dipendenti», su cui grava l'obbligo delle contribuzioni alla succitata Onaosi.

9/1746-bis/82. Di Girolamo.

 

 

La Camera,

premesso che:

i disabili in situazione di gravità che vivono in famiglia sono in Italia circa 700 mila e che il 15 per cento delle famiglie italiani sono interessate alla disabilità e che una delle preoccupazioni principali è il futuro di queste persone quando i loro genitori invecchieranno e verranno a mancare;

si tratta di un problema socialmente molto rilevante che richiede una molteplicità di interventi necessariamente integrati tra i diversi soggetti operativi siano essi istituzionali o meno, a fronte della condizione di assenza della famiglia d'origine, in genere primo e insostituibile ambito di accoglienza, cura e assistenza per il disabile, fin dalla nascita;

sulla prospettiva del «dopo di noi» si concorda sul fatto che tale evento debba essere preparato con un programma «del durante noi», avendo così un tempo utile per un distacco graduale tra la famiglia e il figlio disabile«dopo» la morte dei genitori;

tutto questo crea tensione e non produce cambiamenti, ma chiusure, regressioni e una forzata ricerca di soluzioni individuali che spesso si rilevano inadeguate, costose e a volte del tutto negative -:

impegna il Governo

a reperire fondi adeguati affinché, nella more della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale, sia possibile finanziare programmi d'intervento promossi dai comuni, dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni, dalle fondazioni o da altri organismi senza scopo di lucro, a favore di persone con disabilità grave che restino prive di un adeguato sostegno familiare.

9/1746-bis/83. Zanotti, Di Girolamo, Trupia, Burtone.

La Camera:

premesso che:

con l'articolo 1, comma 480, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 si è previsto che - con decreto del Ministro dell'economia, di concerto con il Ministro del lavoro e delle Politiche sociali - siano approvati i progetti di investimento per il rafforzamento delle dotazioni infrastrutturali presentati da Regioni, Province autonome ed Enti locali, da finanziare anche a valere con le risorse iscritte nel bilancio dell'INAIL che risultino disponibili per investimenti;

a seguito di contatti intercorsi tra il Dipartimento della Ragioneria e il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione è stato concordato che all'attuazione di detto comma 480 provvedesse il Servizio Centrale di Segreteria del CIPE; Il vice Direttore dell'Istituto, successivamente ha evidenziato l'opportunità di trattare l'argomento unitamente a quello concernente l'attuazione di altra disposizione, relativa ai programmi di investimento dell'Istituto stesso (articolo 1, comma 380, della medesima legge n. 266 del 2005) e seguita dal Dipartimento della R.G.S., ma dapprima i tempi necessari per una previa disamina delle richieste pervenute e poi il sopravvenire delle disposizioni legislative non hanno consentito di dar seguito all'ipotesi di creare un tavolo tecnico comune per i due argomenti. Con il decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito con legge 233 del 2006, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei ministri e dei Ministri, la segreteria del Comitato per la programmazione economica è stata trasferita alla Presidenza del Consiglio dei ministri;

nei termini previsti sono pervenute n. 440 istanze di richiesta di finanziamento, che sono state catalogate in modo da acquisire gli elementi necessari per la successiva procedura di valutazione.

impegna il Governo

a definire nel più breve tempo possibile la ripresa della istruttoria con l'individuazione dell'ufficio competente dopo la diversa attribuzione del CIPE;

a dar corso al finanziamento delle opere che verranno ammesse a valere del bilancio dell'INAIL.

9/1746-bis/84. Morri, Vannucci.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'eccesso di contenuti della Legge finanziaria, che si ripete e si accentua ogni anno, è dovuto anche all'insufficiente utilizzazione di altri strumenti nell'ambito della manovra (segnatamente il bilancio dello Stato) e nel corso dell'anno;

il Parlamento dovrà adeguare le proprie procedure ampliando il ruolo delle Commissioni, semplificando le votazioni in Assemblea, rafforzando le procedure di urgenza insieme alle garanzie per le opposizioni;

considerato che:

il livello del debito pubblico, della spesa pubblica e della pressione fiscale nel nostro Paese sono assai elevati;

in prospettiva le risorse derivanti dalla riduzione dell'evasione fiscale dovranno essere destinate a ridurre la tassazione in modo da disincentivare ulteriormente l'evasione;

di fronte alle innumerevoli esigenze, la risposta non può essere di elevare le spese, ma di spendere meglio le risorse disponibili con riferimento alle singole amministrazioni, ai grandi settori di spesa e ai diversi livelli territoriali di governo;

rilevato che

i commi 175 e seguenti dell'articolo 16 del disegno di Legge finanziaria, introdotti su impulso della Commissione bilancio, contengono un insieme di strumenti volti a migliorare la trasparenza e la capacità di controllo e gestione dei conti pubblici;

il comma 181 dell'articolo 16 del disegno di Legge finanziaria prevede per il 2007 un piano straordinario di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali sotto il profilo dell'economicità e della qualità; una attenta valutazione della spesa pubblica nei diversi settori di intervento deve associarsi alla definizione di strumenti e procedure per migliorare la sua produttività e la distribuzione ottimale delle risorse all'interno di ciascuna amministrazione e tra le amministrazioni:

impegna il Governo

a) ad avviare fin dall'inizio del 2007 una riforma del bilancio dello Stato basata sulla integrale revisione e riorganizzazione delle poste di spesa e della sottostante base legislativa e diretta a recuperare al bilancio la massima trasparenza e una quota significativa di potere decisionale alleggerendo la Legge finanziaria;

b) a cooperare con il Parlamento per pervenire, anche attraverso modifiche della legislazione vigente in materia di contabilità dello Stato, a una distribuzione tra una pluralità di strumenti decisionali delle funzioni alle quali attualmente fa fronte la Legge finanziaria;

c) a indirizzare, nell'ambito del programma straordinario di cui al comma 181 articolo 16, le singole amministrazioni verso la necessità di individuare strumenti e procedure idonee a utilizzare al meglio le risorse esistenti e a competere per l'assegnazione di limitate risorse aggiuntive sulla base di progetti innovativi, da concentrare sul miglioramento dei risultati a vantaggio dei cittadini;

d) a concentrare la funzione della Legge finanziaria sulla regolazione dei saldi e delle altre grandezze della finanza pubblica nonché sulla allocazione delle risorse aggiuntive per grandi finalità;

e) ad avviare fin dall'inizio del 2007 l'impostazione della manovra di bilancio per il successivo triennio in modo che si distribuisca su tutti i possibili strumenti legislativi, anche nella fase precedente all'avvio della sessione di bilancio, accompagnando la strategia dei contenuti con una adeguata strategia e programmazione degli strumenti decisionali;

f) a predisporre, nel corso dell'anno e, comunque, prima della Legge finanziaria, i provvedimenti volti a riordinare e contenere i flussi di spesa e a predisporre, successivamente alla presentazione del disegno di Legge finanziaria, appositi provvedimenti collegati volti a definire le modalità di utilizzo delle risorse complessivamente stabilite per ciascun settore dal disegno di Legge finanziaria;

g) valorizzare la capacità di gestione, monitoraggio e sintesi della Ragioneria generale dello Stato, avvalendosi degli strumenti e delle risorse di cui ai commi 175 e seguenti dell'articolo 16 del disegno di Legge finanziaria in esame.

9/1746-bis/85. (Testo modificato nel corso della seduta) Duilio, Ventura.

 

 

La Camera,

premesso che,

con la legge finanziaria del 2001 (legge n. 388 del 2000) per ovviare agli effetti distorsivi dei riallineamenti stipendiali venne ridefinito - per fini di perequazione retributiva nei confronti di coloro che non avevano mai usufruito degli indicati riallineamenti - il trattamento economico spettante all'atto del conseguimento della qualifica di magistrato di cassazione e qualifiche equiparate delle altre magistrature (consiglieri di stato, consiglieri del tar, corte dei conti ed avvocatura dello Stato);

successivamente, accogliendo le istanze della magistratura, alla fine della legislatura del 2001, fu approvato alla camera dei Deputati un disegno di legge di iniziativa governativa Governo Amato, proponenti Ministro della Giustizia Fassino e Ministro della Funzione pubblica Bassanini) che attuava un'iniziale perequazione nel trattamento retributivo delle diverse magistrature, attraverso la rideterminazione dei tempi di progressione giuridica ed economica della magistratura ordinaria e la loro parametrazione ai tempi, molto più celeri, delle altre magistrature, cui sono riconosciuti benefici figurativi di anzianità convenzionale all'atto della immissione in ruolo;

in quella occasione, la scadenza della legislatura impedì di approvare definitivamente il provvedimento legislativo che ricollegava gli indicati benefici perequativi a «verifiche» di produttività;

all'inizio della scorsa legislatura il precedente Governo condivise un progetto di « riparametrazione stipendiale», già positivamente valutato anche nelle competenti sedi tecniche, allo scopo di ridurre il rilevante divario creatosi tra le retribuzioni delle magistrature ed i trattamenti retributivi della dirigenza pubblica; il progetto venne, poi, inspiegabilmente abbandonato;

in questo quadro, la volontà del Governo di ridefinire la carriera economica delle magistrature mediante modifiche della disciplina degli automatismi stipendiali deve basarsi sulla riconosciuta delicatezza della problematica della retribuzione delle magistrature, che si presenta come un tema che è strettamente collegato alla garanzia delle prerogative costituzionali ad esse attribuite;

impegna il Governo

a porre le basi di una nuova disciplina del trattamento retributivo sin dall'attuazione della nuova disciplina dell'accesso in magistratura e della progressione economica e di funzioni la predisposizione della quale deve avvenire entro il termine di sospensione dell'efficacia del decreto legislativo n.160 del 2006, la cui efficacia è stata sospesa dalla recente legge n.269 del 2006;

a definire entro il 2009, anche sul piano economico, una completa disciplina delle retribuzioni della magistrature tenendo conto, in particolare, della indicata determinazione, in via di definizione, delle modalità e dei tempi della progressione giuridica ed economica della magistratura ordinaria nonché della tendenziale omnicomprensività della sua retribuzione.

9/1746-bis/86. Tenaglia, Palomba, Capotosti, Maran, Buemi, Forgione, Balducci, Suppa.

La Camera:

premesso che:

la legge n. 62 del 2000 ha riconosciuto la funzione pubblica e sociale delle scuole paritarie come risorsa educativa fondamentale per l'istruzione italiana con il riconoscimento di contributi statali, in particolare per le scuole dell'infanzia;

dette scuole dell'infanzia paritarie sono in tanti piccoli comuni le uniche per poter dare una risposta concreta nella prima fase dell'educazione e dunque una loro eventuale chiusura, per problemi economici, creerebbe disagi notevoli a tante famiglie; nella finanziaria 2006 ammontava a 532.310.844 euro la quota di risorse destinata alla voce «scuole non statali» di cui 356.421.834 per le scuole dell'infanzia; il governo Berlusconi, nell'unità previsionale del 2007, aveva previsto una riduzione del contributo a 378.047.000 (articolo 1 comma 15 - elenco 3, legge finanziaria 2006); nella prima bozza della finanziaria 2007, il fondo, grazie all'intervento del Ministro Fioroni era integrato di 100 milioni di euro destinati prioritariamente per le scuole dell'infanzia; sulla base della situazione in essere, mancherebbero 55 milioni di euro affinché il fondo tonni almeno ai livelli dello scorso anno;

inoltre in questi anni è notevolmente aumentata nelle scuole paritarie la presenza di alunni con handicap, senza un adeguato aumento del sostegno, segno comunque di un'attenzione particolare ai più deboli;

anche nell'ultimo anno è aumentato il numero degli Enti e delle classi accreditate, in modo che la quota per sessione sia comunque più ridotta e gli stessi accreditamenti sono normalmente pagati con notevole ritardo con oneri evidenti di interessi bancari e costi per gli enti;

i rinnovi contrattuali in itinere porteranno un conseguente aumento dei costi del personale, gravato per lo più in molte scuole cattoliche dalla sostituzione di personale religioso con personale laico;

impegna il Governo

a reperire risorse adeguate sul fondo delle scuole non statali prioritariamente per quelle dell'infanzia, in misura non inferiore allo scorso anno.

9/1746-bis/87. Giacomelli, Rusconi, Oliverio, Lusetti.

 

 

La Camera,

premesso che:

considerato che il distretto tessile pratese vive una fase di profonda trasformazione;

un continuo ed imponente flusso migratorio fa di Prato la sede della seconda comunità cinese, per grandezza, d'Europa;

esistono ormai poco meno di duemila imprese gestite da cittadini cinesi;

la realtà economica e sociale, costituita da piccole e piccolissime imprese risulta per questo più esposta a fenomeni di lacerazione della legalità;

un complesso di fattori determina oggettivamente un abbassamento della soglia di sicurezza urbana, chiaramente percepito dalla comunità civile;

esiste un elevato rischio di opacità ed inquinamento dei processi finanziari che sottostanno all'attività produttiva -:

impegna il Governo

a definire sollecitamente un protocollo d'intesa su sicurezza e legalità con la regione Toscana il Comune e la Provincia di Prato con gli obiettivi:

di realizzare un coordinamento pieno ed efficace tra le risorse ed i mezzi dello Stato e degli Enti locali interessati, verificandone l'adeguatezza rispetto ai parametri del contesto in cui operano, al fine, anche attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie, di rafforzare l'efficacia dell'azione di controllo e contrasto all'illegalità;

di intervenire, con i mezzi adeguati ed in concorso con tutte le autorità competenti, nel contrasto dell'usura e delle illegalità finanziarie;

di prevedere un potenziamento dell'attività di controllo, in considerazione del rilevante aumento del numero delle aziende registrato e dell'elevato turn-over delle stesse, tendente ad assicurare il rispetto dei diritti del lavoro, combattere la piaga del lavoro minorile, contrastare l'evasione fiscale e la contraffazione e la concorrenza sleale.

9/1746-bis/88. (Testo modificato nel corso della seduta) Lulli, Giacomelli, Frias.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'Unione europea ha adottato negli anni passati la strategia dei corridoi di trasporto transeuropei per facilitare gli scambi «multimodali» (merci, persone, servizi) tra Stati, quali complesse reti infrastrutturali che rivestono una importanza strategica per i paesi interessati, sia dal punto di vista geopolitico che geoeconomico;

in particolare, il Corridoio di trasporto trans-europeo numero 8 (Trans-European NetworksT.E.N.) si sviluppa lungo una direttrice ovest-est nell'area dell'Europa sud-orientale ponendo in collegamento i flussi di trasporto del Mar Adriatico e del Mar Ionio con quelli che interessano il Mar Nero. Il Corridoio tracciato collega in particolare i porti italiani di Bari e di Brindisi con l'Albania, la Macedonia e la Bulgaria. Dal porto di Durazzo (Albania) l'asse paneuropeo si dirige verso Skopje, passando attraverso Tirana (Albania), per poi proseguire verso Sofia (Bulgaria) e raggiungere, quindi, i porti di Burgas e Varna sul Mar Nero, per un totale di quasi 1.300 km di rete ferroviaria e 960 km di rete stradale;

questo asse di comunicazione ha assunto maggiore importanza nel sistema dei collegamenti paneuropei grazie anche alla definizione di un ulteriore corridoio (10) che crea un nuovo collegamento diretto tra Austria e Grecia. Nel tratto tra Sofija e Plovdiv, altresì, i corridoi 8 e 4 coincidono. Questo ha permesso di coinvolgere sia la Grecia che la Turchia nel progetto;

questa direttrice di traffici non appare semplicemente una importante inftrastruttura stradale e ferroviaria, al pari di altri corridoi, ma rappresenta altresì un decisivo contributo a nuove relazioni tra popoli che in passato hanno vissuto gravi conflitti e, quindi, contribuisce ad una nuova fase di reciproca comprensione e di cooperazione politica, oltre che economica;

l'Italia ha assunto un ruolo guida, trattandosi di un'area geopolitica nevralgica per gli interessi nazionali, in gran parte economicamente depressa ed al cui sviluppo sono interessate importanti imprese pubbliche italiane e, più in generale, l'economia del nostro Mezzogiorno;

l'ormai prossimo ingresso dal 1 gennaio 2007 di Romania e Bulgaria nell'Unione Europea, i cui confini si estenderanno così dall'Atlantico al Mar Nero, nel rendere ancora più strategica tale direttrice, rappresenta per l'Italia la possibilità di svolgere un ruolo centrale nello sviluppo dell'intera area balcanica;

la realizzazione del Corridoio presenta una significativa valenza strategica, sia come asse di trasporto vero e proprio che pone in collegamento con l'area balcanica i porti dell'Adriatico Meridionale (Bari e Brindisi) e quindi le Regioni del Mezzogiorno; sia come strumento di integrazione economica tra queste aree geografiche favorendo lo sviluppo delle attività economicocommerciali e produttive dei paesi interessati;

la recente sottoscrizione del protocollo d'intesa che avvia la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità/capacità Napoli-Bari consentirà di collegare il Tirreno all'Adriatico e di, conseguenza, i due grandi Corridoi n. 1 (Berlino-Napoli-Palermo) e n. 8;

la previsione sostenuta da autorevoli centri studi internazionali che il completamento e la messa in esercizio del Corridoio 8 comporterà un forte incremento dell'export italiano verso i Balcani che passerebbe, così, dagli attuali 850 milioni di euro a circa 2 miliardi di euro;

manca un coordinatore europeo per il Corridoio 8 come invece avviene per altri tracciati paneuropei, ad esempio per il Corridoio 5. A tale figura l'Italia attribuisce particolare rilievo per lo sviluppo dell'intero progetto;

nei mesi scorsi si è tenuta, su richiesta bulgara, a Plovdiv (Bulgaria) una Conferenza dei Ministri dei Trasporti dei Paesi interessati all'iniziativa, conclusasi con una Dichiarazione comune nella quale si ribadisce l'importanza prioritaria della realizzazione dello stesso e l'impegno comune ad agire in tal senso;

il DPEF 2007-2011 definisce come prioritario lo sviluppo delle capacità logistiche che interessano il territorio nazionale, attraverso in particolare il potenziamento delle grandi direttrici strategiche e dei relativi nodi di rango internazionale e dei corridoi di rilevanza nazionale e tranfrontaliera;

impegna il Governo a

sostenere presso l'Unione europea il reinserimento nei progetti di valenza strategica degli interventi previsti dal Corridoio 8;

ad adottare iniziative in sede comunitaria volte all'istituzione del coordinatore europeo, per avviare concretamente la realizzazione di questo vitale corridoio per lo sviluppo dell'economia italiana e meridionale in particolare;

promuovere il rafforzamento dei porti di Bari e Brindisi, che rappresentano i punti di snodo nazionali ed europei del Corridoio, per consentire lo sviluppo di attività intermodali e logistiche, in considerazione della disponibilità di banchine ed aree retroportuali presenti nei porti pugliesi, che rappresentano un sistema portuale integrato in grado di fronteggiare i volumi di traffico attesi dall'attuazione del Corridoio 8.

9/1746-bis/89. Tomaselli, Meta, Carbonella, Attili, Bellanova, Bordo, Caldarola, Nicola Rossi, Sasso, Vico.

 

 

La Camera,

premesso che:

il Centro Storico di Napoli è dal 1995 «Patrimonio dell'umanità» protetto dall'UNESCO in quanto conserva nel suo territorio di circa 700 ettari, edifici di straordinario valore storico, artistico e culturale, espressione di epoche diverse;

il degrado del tessuto urbanistico complessivo della città, ogni anno più accentuato, rischia di deteriorare irrimediabilmente e definitivamente un Patrimonio che non è solo motivo di orgoglio nazionale, ma costituisce la base su cui si fondano l'economia e la sopravvivenza stessa di una delle capitali più famose del mondo, che sta attraversando il più difficile momento della sua storia, stretta com'è tra degrado socioeconomico e criminalità organizzata -:

impegna il Governo

a porre in essere ogni possibile intervento per il recupero sociale, residenziale ed ambientale del !' Centro Storico di Napoli, in una prospettiva di risanamento degli edifici monumentali e di sostegno alle attività artigianali e commerciali tradizionalmente in esso presenti.

9/1746-bis/90. (Testo modificato nel corso della seduta) Laurini.

 

 

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame, in particolare l'articolo 199, prevede un fondo con finalità generiche e confuse, per far fronte a situazioni di degrado sociale relative essenzialmente ai migranti, senza specificare quali misure si prevede di realizzare per facilitare i processi per una loro inclusione sociale e per la loro regolarizzazione;

nessuna misura è invece prevista per i centri, di permanenza temporanea che invece hanno necessità di finanziamenti per essere ampliati e resi più vivbili per consentire migliori condizioni di vita al loro interno -:

impegna il Governo

a destinare le risorse del fondo citato in premessa per migliorare e potenziare i centri dì permanenza temporanea, che risaltano necessari secondo l'accordo Shengen per garantire la sicurezza del nostro Paese e degli altri Paesi aderenti a tale importante trattato.

9/1746-bis/91. Bertolini, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aprea, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Biancofiore, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Carlucci, Casero, Ceccacci Rubino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi, Crimi, Crosetto, Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Garagnani, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giro, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palmieri, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato.

 

 

La Camera,

premesso che:

perdura la pesante crisi del compatto tessile ed abbigliamento pugliese, che comprende 10 mila aziende e più di 51 mila addetti, nonostante l'Accordo del luglio 2004 siglato tra la regione Puglia e le organizzazioni imprenditoriali e sindacali al fine di rilanciare il settore tessile, abbigliamento e calzaturiero, fondamentale per l'assetto economico e sociale dell'area salentina -:

impegna il Governo

ad attivarsi al fine di individuare ulteriori risorse destinate al settore del tessile, abbigliamento e calzaturiero nella regione Puglia e di incrementare gli stanziamenti per l'attuazione dell'accordo di programma quadro del luglio 2004 al fine di consentire il riposizionamento competitivo del settore, la tutela dei livelli occupazionali, nonché il rilancio economico dell'intera area salentina.

9/1746-bis/92. (Testo modificato nel corso della seduta) Licastro Scardino, Carlucci, Aracu, Campa, Craxi, Fabbri, Giudice, Lupi, Osvaldo Napoli, Mario Pepe, Rosso, Valentini.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 152 del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007 reca interventi nel settore agricolo;

il settore della produzione agricola nelle regioni meridionali necessita di interventi di valorizzazione e sostegno, al fine di non disperdere un patrimonio di risorse e competenze che riveste per alcuni territori un valore economico strategico;

in Calabria, quasi tutti i settori agricoli, versano oggi in uno stato di grave difficoltà, e in particolare quello vitivinicolo con denominazione di origine controllata, che rappresenta una tra le componenti primarie dell'intera economia locale;

per la particolarità dei territori e le favorevoli condizioni climatiche, le produzioni vitivinicole calabresi rappresentano, visto anche la qualità del prodotto, una fonte di sviluppo primario per l'intera regione anche dal punto di vista di occupazione giovanile;

le misure finora adottate in materia, di «interventi urgenti in agricoltura e per gli organismi pubblici del settore, nonché per contrastare andamenti anomali dei prezzi nelle filiere agroalimentari», colpiscono però solo gli effetti della crisi, ma poco incidono sulle cause della crisi stessa, visto il perdurare delle difficoltà dei produttori -:

impegna il Governo

nell'esercizio delle sue prerogative e competenze, ad individuare tempestivamente nuove e più efficaci misure strutturali, che affrontino le cause della crisi del settore vitivinicolo, con particolare riferimento alla Calabria e al settore uva da tavola: misure volte a sostenere le attività e le iniziative per la valorizzazione del prodotto vitivinicolo, in armonia con gli obiettivi delle politiche di sviluppo rurale, e allo scopo di incentivare l'associazionismo tra i produttori, coinvolgendo anche gli enti locali, nella costituzione di cantine sociali e consorzi per la produzione di vino, al fine di garantire ottimi standard di qualità e quantità del prodotto, nonché reperire risorse finanziarie aggiuntive da destinare a tali finalità.

9/1746-bis/93.Laganà Fortugno, Pertoldi, Servodio, Fogliardi, Oliverio, Laratta.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 47 del testo del disegno di legge in esame detta norme sui «riordino, trasformazione e soppressione di enti pubblici»;

nonostante la natura privata che deriva loro dai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509, e 10 febbraio 1996, n. 103, le Casse di previdenza dei professionisti -- in .virtù della loro funzione - sono state inserite nell'elenco degli enti pubblici stilato nel 2005 dall'ISTAT;

l'evidente discrepanza tra i fondamenti normativi della natura privatistica delle Casse e l'applicazione concreta che questi hanno (si ricorda anche una sentenza della Cassazione che nel 2005 ha dichiarato nullo l'affidamento di un incarico da parte di una Cassa perché fatto senza, concorso pubblico) è alla base della richiesta dell'Associazione degli enti previdenziali privati al legislatore di riconoscere definitivamente la loro autonomia normativa e gestionale;

alla vigilia della discussione della Legge finanziaria, le Casse sono pubblicamente intervenute, sulla base dei presupposti sopra richiamati, chiedendo al Governo di essere espressamente escluse dalla normativa dell'articolo 47 del testo;

impegna il Governo:

adottare gli opportuni interventi normativi e regolamentari perché la previsione dell'articolo 47 del testo dei disegno di legge in esame non si applichi agli enti previdenziali privati di cui ai decreti legislativi n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996, in quanto non qualificabili quali enti pubblici.

9/1746-bis/94. Amoruso.

 

 

La Camera,

premesso che:

i fondi di cui agli articoli 192 per le politiche per la famiglia, 194 fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, 198 fondo per le non autosufficienze, 204 fondo per le politiche giovanili, 205 fondo nazionale per le comunità giovanili, sono destinati a migliorare direttamente la qualità della vita dei soggetti beneficiari;

spesso si utilizzano gran parte di fondi, con le finalità sopracitate, per finanziare apparati e strutture che drenano buona parte delle risorse, limitando conseguentemente i benefici per le categorie che direttamente dovrebbero essere le destinatarie degli interventi previsti -:

impegna il Governo

a destinare in massima parte tali fondi ad interventi di cui possano usufruire direttamente i beneficiari previsti dai fondi stessi.

9/1746-bis/95. (Testo modificato nel corso della seduta) Paoletti Tangheroni, Bertolini, Licastro Scardino.

 

 

La Camera,

premesso che:

il testo del Disegno di Legge n. 1746-bis Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) si prefigge quale obiettivo la lotta all'evasione fiscale;

oggi in Italia vi sono 13 milioni di cattivi pagatori e/o protestati censiti dalle centrali dei rischi della Banca d'Italia ovvero da centrali dei rischi private;

la segnalazione di un cliente del sistema bancario in uno di questi sistemi informativi se da una parte consente alle banche di avere tutte le informazioni inerenti la propria clientela in modo da ridurre i rischi del sistema bancario, dall'altra può comportare per quest'ultimo significative ricadute economiche, che talvolta possono sfociare nella sua definitiva espulsione dal mondo produttivo, giacché la segnalazione viene interpretata dal sistema creditizio come un «indice pregiudizievole» per cui a tali soggetti viene negata ogni attività creditizia;

molti di questi operatori economici, risultano debitori nei confronti del sistema creditizio per importi minimi, ovvero inferiori a 20.000 curo dovuti peraltro ad una situazione di crisi momentanea della loro impresa;

impegna il Governo

a considerare la necessità di adottare, attraverso un'autonoma iniziativa legislativa, un provvedimento che, senza voler essere un condono, possa facilitare questi cittadini, con debiti inferiori a 20.000 curo, a restituire le somme, da essi dovute, mediante una dilazione temporale; così disponendo, si consentirà loro, di accedere nuovamente alle linee di credito e conseguentemente di essere reinseriti nel sistema produttivo del nostro Paese.

9/1746-bis/96. Mazzocchi.

 

 

La Camera,

premesso che:

la città di Vibo Valentia il 3 luglio 2006 è stata colpita da una devastante alluvione che, ha provocato gravissimi danni agli abitanti delle zone marine limitrofe alla città (Vibo Marina, Bidona, Porto Salvo, Longobardi e San Pietro) alle strutture pubbliche e private, che ha distrutto o danneggiato molte aziende produttive e provocato tre vittime;

lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri on. Romano Prodi, giunto prontamente sul posto, si è reso personalmente conto della gravità e dell'entità dei danni causati;

a fronte dei danni suddetti, vi è stato un primo finanziamento di cinque milioni di euro dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai quali si è aggiunto un altro finanziamento di un milione di euro da parte della Giunta Regionale della Calabria, per opere di primo intervento e di somma urgenza;

si è ancora in attesa degli ultimi finanziamenti per i danni cagionati e la ricostruzione delle strutture e delle infrastrutture distrutte;

nella legge finanziaria varata dal Governo, nessuna previsione vi è stata in merito all'evento calamitoso, nonostante i danni causati costituiscano un ennesimo e serissimo ostacolo al processo di sviluppo territoriale

impegna il Governo:

ad adottare adeguate misure volte alla ricostruzione delle strutture e delle infrastrutture distrutte; alla messa in sicurezza del territorio, alla bonifica della fascia costiera, per la ripresa dell'attività turistica, unico sostentamento per centinaia di cittadini e per la salvaguardia di un migliaio di posti di lavoro.

9/1746-bis/97. (Testo modificato nel corso della seduta) Mancini.

 

 

La Camera,

premesso che:

la necessità inderogabile di garantire azioni concrete per la tutela della salute e dell'integrità dell'ambiente ai cittadini dei territori su cui insistono servitù militari ed impiegati per le attività addestrativa delle forze armate, in tutto il territorio nazionale ma in particolare in Sardegna, terra gravata, in misura proporzionalmente di molto superiore a tutto il resto del Paese, da servitù militare destinate agl impieghi citati

impegna il Governo

ad adottare misure adeguate per il soddisfacimento delle necessità di bonifica di terreni e zone di mare tra i siti di importanza comunitaria (SIC) e soggetti a servitù militare.

9/1746-bis/98. (Testo modificato nel corso della seduta) Cicu, Cossiga, Marras.

 

 

La Camera,

premesso che:

in sede di esame del disegno di legge finanziaria per il 2007, premesso che:

il disegno di legge interviene opportunamente non solamente per fronteggiare gli stati di emergenza conseguenti al verificarsi di calamità naturali, ma anche allo scopo di prevenire tali emergenze;

il completamento delle opere di ricostruzione nelle aree colpite da eventi calamitosi appare un obiettivo di politica generale sul territorio, allo scopo di riportare le economie delle aree colpite a una situazione di normalità;

in tale contesto, appare anche necessario affrontare alcune questioni legate allo stato di emergenza proclamato in occasione del verificarsi di eventi calamitosi, con particolare riferimento all'introduzione di norme specificamente volte a disciplinare le modalità di restituzione, da parte dei cittadini e delle imprese, dei tributi e dei contributi il cui versamento è stato sospeso;

impegna il Governo

a valutare positivamente la possibilità di estendere ai territori delle regioni Umbria e Marche, colpite dal sisma del settembre 1997, la normativa concernente la definizione in maniera automatica della posizione relativa ai tributi e contributi sospesi, attraverso il versamento del 10 per cento delle somme dovute, già prevista in occasione di taluni eventi calamitosi.

9/1746-bis/99. (Testo modificato nel corso della seduta) Bocci, Stramaccioni, Merloni, Lusetti.

 

 

La Camera,

esaminato l'A.C. 1746 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), premesso che:

il pagamento del canone istituito da un regio decreto del 1938 è dovuto per la semplice detenzione di uno o più apparecchi TV indipendentemente dalla quantità e dalla qualità dei programmi ricevuti. L'abbonato che non intenda o non possa, per qualsiasi ragione, ricevere il segnale, ma continui a detenere presso di sé (apparecchio, deve presentare una denuncia all'ufficio del registro, specificando il tipo di apparecchio di cui è in possesso, e lo stesso deve essere sigillato, per non poterlo più utilizzare;

la Corte costituzionale ha riconosciuto al canone la natura sostanziale di imposta, per cui la legittimità dell'imposizione è fondata sul presupposto della capacità contributiva e non sulla possibilità dell'utente di usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo al cui finanziamento il canone è destinato. Quindi il canone di abbonamento è da riconoscere in forza della mera detenzione di un apparecchio televisivo indipendentemente dall'utilizzo che ne venga fatto o delle trasmissioni seguite oche per motivi orografici non sia possibile ricevere uno o più canali della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo;

l'ISTAT stima che in Italia sono 5 milioni le famiglie che non pagano il canone Rai pani al 28 per cento delle famiglie in possesso di apparecchi televisivi;

il canone è un'imposta socialmente iniqua perché colpisce tutti indiscriminatamente, indipendentemente dal reddito, dall'età e dall'utilizzo colpendo in particolar modo le fasce più deboli della popolazione.

la diffusione della tecnologia di ricezione terrestre digitale promossa dal Governo consente di stabilire una correlazione puntuale fra quanti trasmettono e quanti ricevono consentendo, come già avviene per alcuni operatori, la visione dei programmi esclusivamente a coloro che lo richiedono e dietro il pagamento del servizio;

il direttore generale della Rai Claudio Cappon ha annunciato una previsione negativa per il risultato di bilancio 2006 che «sarà il peggiore dalla crisi del '92-'93» e rischia «di rompere quell'equilibrio che va avanti da 15 anni - perdite e utili sono sempre nell'ordine del 2 per cento del fatturato» (il Sole 24ore);

la valutazione relativa alla separazione contabile per il 2005 ha evidenziato uno squilibrio tra costi del servizio pubblico e introiti da canone pari a 221 milioni;

il Ministro delle comunicazioni audito dalla Commissione bicamerale di indirizzo e vigilanza del servizio pubblico radiotelevisivo ha ipotizzato un aumento del canone Rai per il 2007 di 15 euro -:

impegna il Governo

nell'ambito delle politiche per la diffusione della tecnologia di ricezione televisiva digitale terrestre a trasformare il canone Rai in un corrispettivo per l'uso di un apparato ad accesso condizionato al pagamento dei servizi richiesti.

9/1746-bis/100.Caparini.

 

 

La Camera,

esaminato l'A.C. 1746-bis recante «disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)»;

tenuto conto che, la linea ferroviaria Alta Velocità/Alta Capacità Torino-Lione è situata nel cuore del «Corridoio 5» e per la sua posizione strategica rappresenta per l'Italia una grande opportunità di sviluppo, in grado di restituire al nostro Paese un ruolo di primo piano nello scenario economico europeo;

preso atto che, l'inserimento della linea ferroviaria AV/AC Torino-Lione all'interno delle opere prioritarie per la rete europea dei trasporti consente il finanziamento dell'Unione europea di un miliardo di euro circa;

preso altresì atto che, se il Governo non decide in tempi brevi in merito alla realizzazione della suddetta opera ferroviaria, l'Unione europea non potrà iscrivere le somme relative nel bilancio 2007-2013 e senza finanziamento europeo l'opera non verrà realizzata

impegna il Governo

ad individuare gli opportuni finanziamenti diretti alla realizzazione di zone verdi e parchi nel territorio della Val di Susa a titolo di compensazione per la realizzazione dell'opera ferroviaria AV/AC Torino-Lione, che vede nella data del 31 settembre 2007, il termine ultimo di conclusione delle procedure autorizzative dei lavori, evitando la perdita dei fondi stanziati dall'Unione europea.

9/1746-bis/101. Allasia.

 

 

La Camera,

esaminato l'AC 1746 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007);

preso atto che la legge finanziaria, articolo 16 comma 552, prevede ulteriori finanziamenti per la prosecuzione delle opere strategiche della legge obiettivo;

tenuto conto dell'importanza che investe per lo sviluppo economico del Paese la realizzazione dei grandi assi di collegamento dei corridoi paneuropei e delle loro diramazioni e trasversali peninsulari, nonché dei collegamenti transalpini;

visto l'ammontare delle disponibilità economiche che impone una selezione delle opere da finanziare in via prioritaria;

tenuto conto che il finanziamento di alcune opere improcrastinabili per il nord del Paese si ritiene indispensabile al fine di evitare di rendere vulnerabile la competitività economica dell'Italia e prevenire fenomeni di marginalizzazione del Paese nel contesto europeo e mediterraneo;

impegna il Governo

nell'ambito della ripartizione delle risorse destinate agli interventi di realizzazione delle opere strategiche di preminente interesse nazionale della legge obiettivo, a garantire l'attribuzione di risorse alla progettazione definitiva e realizzazione del Corridoio plurimodale Tirreno-Brennero, alla ristrutturazione dell'Autostrada A4 - tratto Novara-Milano e degli interventi connessi e complementari di competenza dell'ANAS S.p,A, al proseguimento della riqualifica dell'ex S.S. 415 - Paullese, alla progettazione e realizzazione delle opere viarie di cui al «sistema accessibilità della Valtellina», al completamento del "sistema accessibilità Valcamonica, strada statale 42, alla realizzazione dell'Asse Autostradale Brescia-Milano, al completamento della progettazione e realizzazione della Valdastico Nord e Sud, alla realizzazione dell'Asse viario Pedemontana Lombarda, al completamento dell'asse stradale del Corridoio 5, alla realizzazione dell'Asse viario Pedemontana Veneta, al potenziamento del Passante di Mestre e dei collegamenti dello stesso con i capoluoghi di provincia interessati, al completamento della A28 e delle relative opere esterne, al completamento dell'Asse autostradale A27 Autostrada Alemagna.

9/1746-bis/102. Gibelli.

 

 

La Camera,

premesso che:

nel settore calzaturiero la produzione nazionale ha evidenziato un calo non trascurabile (-11 per cento in quantità e -4,6 per cento in valore) attestandosi a 250,2 milioni di paia (erano 281 nel 2004) per un valore dì 6.974 milioni di euro. L'export ha subito una ulteriore battuta di arresto (-10,8 per cento in quantità), scendendo a 249 milioni di paia (30,3 milioni in meno rispetto ai livelli già bassi del 2004) per un valore di 6.093 milioni di euro (-1,7 per cento). Sono state particolarmente colpite le fasce di prodotto economico e medio, come testimonia anche il sensibile incremento dei prezzi medi, seppure appare inequivocabile, che il calo è stato generalizzato coinvolgendo tutte le merceologie di prodotto;

sul fronte dei singoli mercati, sono significative le flessioni registrate nei principali paesi importatori di calzature made in Italy: al calo dell'11,2 per cento in quantità per Germania e Francia si è aggiunto il forte ridimensionamento del mercato statunitense (-26,5 per cento), anche a causa dì un sfavorevole andamento del rapporto di cambio. Gli unici segni positivi si registrano per la Spagna (+3,3 per cento) e la Russia (+19,9 per cento) mentre sono risultate pressoché stabili le vendite in Giappone (-0,8 per cento, in quantità e +1,9 per cento in valore);

le importazioni (331, milioni di paia, +6,7 per cento) hanno invece raggiunto l'ennesimo record. I flussi in arrivo dalla Cina, dopo il +81 per cento del biennio 2002-2003 e il +27 per cento del 2004 (pur in presenza di quote), nel 2005 sono saliti a 164,2 milioni di paia: 36,6 milioni in più rispetto all'anno precedente (+29 per cento);

le calzature con tomaia in pelle importate dalla Cina sono cresciute nel complesso del +188 per cento, con incrementi esorbitanti; per alcune tipologie, pur in presenza di una domanda sul mercato interno da tempo stagnante (+0,3 per cento);

i successi ottenuti sul fronte politico, con l'introduzione recente dei dazi, da parte dell'Unione europea, possono solo parzialmente compensare l'amarezza di vedere disperso questo patrimonio industriale che frutta al nostro Paese un saldo attivo non trascurabile. Dopo i 3,6 miliardi di euro del 2004, nel 2005 il saldo in valore (seppure in calo dell'11,1 per cento) ha registrato un attivo di 3,2 miliardi di curo. In un'Italia che nel 2005 ha chiuso con un passivo della bilancia commerciale di oltre 10 miliardi di euro, il calzaturiero rappresenta da sempre una delle poche positive eccezioni;

finalmente la UE rientra nella legalità, il dumping da parte di Cina e Vietnam era infatti già stato accertato, e già esisteva una legge per la protezione dal dumping che sinora non era applicata, ma i danni per il settore sono difficili da restaurare;

nell'economia dei sentori ad alta riconoscibilità del made in Italy un altro settore in forte crisi è quello delle rubinetterie e valvolame;

il problema dei rincari dei prezzi di alcune materie prime riguarda tutte le imprese italiane dei settori produzione metalli e fabbricazione di prodotti in metallo. Non a caso, in soli 150 giorni, vale a dire dal 1o gennaio al 1o giugno 2006, i rialzi hanno fatto segnare un +5,24 per cento per l'alluminio highgrade, fino al +72,7 per cento dello zinco;

l'impatto degli aumenti delle materie prime nei primi 5 mesi dell'anno sulle 83.984 imprese artigiane con 354.865 addetti appartenenti ai settori della produzione e lavorazione metalli e' pani ad un maggior costo di 1,3 miliardi di euro (tra l'altro, se l'impennata delle materie prime proseguisse con questo trend, l'impatto su base annua arriverebbe a 3,14 miliardi, pari ad un maggior costo per impresa di 37.400 euro);

i rincari delle materie prime equivalgono - viene sottolineato - ad un aumento del costo del lavoro per le aziende del settore pari al 26,3 per cento e in una perdita di competitività pari al 7,3 per cento dei prezzi medi di vendita;

è ormai largamente noto che qualità, ricerca, innovazione e, sempre di più, il servizio sono gli ingredienti base della ricetta che ha portato il Made in Italy ad essere riconosciuto nel mondo come uno status symbol.

impegna il Governo

a prevedere che, nelle disposizioni attuative dei commi 468 e 469, il Ministero dello Sviluppo economico, preveda importanti interventi a favore dello sviluppo tecnologico e della finanza d'impresa sia nel settori del tessile abbigliamento calzature sia nel settore delle rubinetterie e del valvolame.

9/1746-bis/103. Cota.

 

 

La Camera,

esaminato il provvedimento in titolo, con particolare riguardo alle disposizioni in materia di TFR di cui all'articolo 16, commi 393 e 394, del provvedimento medesimo;

valutate le modifiche che il Governo ha apportato alla formulazione originaria del citato articolo 84;

preso atto delle ripetute correzioni e dei continui chiarimenti che il Governo ha dovuto fare in merito alla norma sul, TFR da ultimo quello di specificare, dopo l'allarme lanciato dai sindacati, che la domanda per ottenere la propria liquidazione, qualora non si sia optato per la previdenza complementare, dovrà essere rivolta al datore di lavoro e non all'istituendo Fondo presso la Tesoreria centrale dello Stato e gestito dall'Inps, come previsto nella prima stesura dell'emendamento governativo;

osservato che il Governo intende utilizzare il soldi confluiti nel nuovo Fondo Inps per finanziare una serie di interventi concernenti l'Alta velocità, l'Anas, le Ferrovie, eccetera;

considerati ancora poco chiari taluni aspetti dell'operazione «smobilizzo del trattamento di fine rapporto», al punto da ritenere che possa trattarsi di un vero e proprio scippo del TFR a danno dei lavoratori e delle imprese;

ritenuto, altresì, preoccupante il voto contrario del Ministro Ferrero sull'approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto sulla previdenza complementare varato lo scorso 10 novembre, in quanto segnala l'assenza di una posizione comune dell'attuale compagine governativa su un argomento così delicato quale appunto i soldi dei lavoratori;

tenuto conto dell'impegno che il Governo ha assunto con l'accordo stipulato con le parti sociali di riesaminare la disposizione sul TFR nel 2008;

impegna il Governo

a garantire che i soldi sono dei lavoratori e tali resteranno anche se per un certo periodo di tempo il Governo li affiderà allo Stato o all'Inps prima che siano restituiti ai medesimi lavoratori con la rivalutazione prevista dalle norme in materia di TFR.

9/1746-bis/104. (Testo modificato nel corso della seduta) Bodega.

 

 

La Camera,

in occasione dell'approvazione del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007,

il decreto ministeriale 28 dicembre 1995, recante l'approvazione della nuova tariffa delle tasse sulle concessioni governative, al punto 3 della tariffa 21 prevede - giustamente - l'esenzione sulle licenze o i documenti sostitutivi correlati all'uso di telefoni cellulari, se i medesimi sono intestati a non vedenti o invalidi;

il decreto nulla prevede per i soggetti affetti da sordomutismo, pertanto si è creata una disparità dì trattamento fra portatori di handicap;

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile ad agevolare la comunicazione dei soggetti non udenti.

9/1746-bis/105. Garavaglia.

 

 

La Camera,

esaminato l'A.C. 1746 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007);

preso atto che tra gli obiettivi della politica del Governo rientra l'agevolazione della realizzazione degli impianti sportivi e la promozione dello sviluppo della pratica sportiva;

tenuto conto dei disagi cui sono sottoposti gli atleti italiani di ciclismo a causa delle carenze di infrastrutture sportive sul territorio italiano;

preso atto che la mancanza di un velodromo per gli allenamenti sul territorio nazionale, costringe i nostri atleti di allenarsi in Svizzera;

preso atto altresì che la provincia di Treviso rappresenta un importante punto di riferimento per il ciclismo italiano, in quanto dimostra il più alto numero di atleti in proporzione al totale degli iscritti sul territorio italiano;

impegna il Governo

nell'ambito delle proprie politiche generali a favore dello sport, ad individuare gli opportuni finanziamenti per la realizzazione di un velodromo nella provincia di Treviso, diretto a consentire un adeguato allenamento degli atleti italiani sul territorio nazionale.

9/1746-bis/106. Dussin, Dozzo.

 

 

La Camera,

premesso che:

il contenuto nell'articolo 16 comma 309 del disegno di legge 1746-bis è lesivo della raggiunta e irrinunciabile autonomia degli Atenei, molti dei quali vantano potenziale scientifico e primati raggiunti nella didattica, comparabili a quelli delle principali università europee;

il suddetto punto critico riguarda, nella fattispecie, la preclusione di attivare facoltà e corsi di studio in luoghi diversi dalla relativa sede legale e amministrativa:

considerato che:

nell'ambito di tale decisione, sarebbe opportuno consentire agli Atenei di poter cambiare la denominazione dei corpi di laurea già istituiti;

la maggior parte degli Atenei sono sostenute dalle Fondazioni Universitarie, che rappresentano un eccellente veicolo d'integrazione tra ricerca universitaria e sistema delle imprese;

sarebbe devastante per taluni Atenei i cui insediamenti decentrati costituiscono autentici nuclei operativi, dotati di strumenti e laboratori sperimentali per le attività di ricerca, e la cui gestione implica, peraltro, notevoli costi, sottostare all'imposizione di termini di durata delle Convenzioni stipulate con gli enti locali, pubblici o privati sottoscrittori;

gli Atenei saranno penalizzati dal taglio dei consumi intermedi che, inevitabilmente porterà alla riduzione dei servizi al personale e agli studenti;

il vincolo al turn over vanifica la politica di ringiovanimento ed espansione del numero di ricercatori, innestando, in questo modo, la cosiddetta «fuga dei cervelli»;

l'intervento sugli scatti stipendiali è destinato a ridurre in modo consistente e ingiustificato la retribuzione dei docenti che operano nell'ambito della ricerca e dell'alta formazione;

le Università italiane sono ornai diventate meta di «immigrazione culturale» da parte di studenti stranieri che preferiscono completare i propri studi in un Paese considerato da tutti come la «culla della civiltà», tanto da registrare, per l'anno accademico 2006-2007, la presenza di 40.300 studenti stranieri;

impegna il Governo

ad aprire un tavolo di attuative con le Università statali e non statali per discutere sui predetti punti critici, effettuando un monitoraggio dell'attuazione della citata norma anche al fine, eventualmente, di apportarvi dei correttivi onde evitare di precludere il rapporto tra offerta formativa e offerta lavorativa privata e pubblica territoriale, nonché di innestare la regressione dell'Università italiana che, attraverso ogni singolo Ateneo mantiene e tramanda all'estero il proprio prestigio formativo culturale e scientifico.

9/1746-bis/107. Goisis.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'ordinamento comunitario stabilisce in modo inequivocabile che gli Stati membri hanno l'obbligo di risarcire i loro cittadini, qualora questi si trovino a subire i danni determinati da violazioni del diritto comunitario imputabili agli stati medesimi;

per quanto riguarda l'applicazione del regime comunitario delle quote latte, la sesta sezione della Corte di giustizia europea con sentenza del 25 marzo 2004 emessa in relazione ai procedimenti riuniti C-231/00, C-303/00 e C-451/00, ha riconosciuto le inadempienze dello Stato italiano ed ha indicato ai produttori ricorrenti la possibilità di richiedere il risarcimento dei danni che ritengono di avere subito a seguito di tali inadempienze;

da quanto sopra discende il non eludibile obbligo di dare corretta attuazione alla succitata sentenza e, conseguentemente, di estenderne gli effetti a tutti gli altri produttori che si trovano in situazioni analoghe a quella dei ricorrenti nei procedimenti di cui sopra, ossia a tutti coloro che, certi delle inadempienze dello Stato in materia di quote latte, non hanno rinunciato, in nessuna sede o circostanza, alle opposizioni ai provvedimenti di pagamento emessi a loro carico, né hanno aderito alla rateizzazione di quanto imputato a titolo di prelievo supplementare dal 1995-1996, in avanti;

anche a seguito delle suddette inadempienze, il settore lattiero caseario italiano è gravato dall'onere insostenibile di un prelievo supplementare progresso che, inclusi gli oneri derivanti dalla campagna conclusa il 31 marzo dell'anno in corso, ha ormai superato gli 1,6 miliardi di euro, determinando uno stato di cose pericolosamente pregiudizievole per il futuro del settore:

impegna il Governo

ad adottare tutti i provvedimenti necessari per promuovere il settore lattiero-caseario con misure a sostegno degli allevatori, anche adottando tutte le iniziative necessarie affinché agli stessi siano corrisposte le somme loro dovute a titolo di risarcimento del danno da loro subito.

9/1746-bis/108.(Nuova formulazione) Alessandri, Dozzo, Allasia, Bodega, Bricolo, Brigandì, Caparini, Cota, Dussin, Fava, Fugatti, Filippi, Garavaglia, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lussana, Maroni, Montani, Pini, Pottino, Stucchi.

 

 

La Camera,

esprimendo preoccupazione per l'oggettivo deterioramento delle condizioni dell'ordine pubblico, evidenziato dalla recente impennata dei reati e dei crimini registratasi sull'intero territorio nazionale;

ricordando la complessità delle sfide affrontate sul piano interno ed internazionale dalle Forze armate e dell'ordine nel nostro Paese;

osservando come il personale delle Forze armate e dell'ordine reclami da tempo un provvedimento che riordini ed armonizzi le carriere del personale addetto al comparto difesa e sicurezza, ponendo fine una volta per tutte alle disparità di trattamento ereditate dal passato;

sottolineando altresì come nella scorsa Legislatura questo ramo del Parlamento avesse approvato una Proposta di legge organica per soddisfare queste aspettative, mai giunta alla conclusione del proprio iter al Senato a causa dello scioglimento anticipato delle Camere;

impegna il Governo

ad assumere le iniziative legislative opportune per procedere al predetto riordino delle carriere.

9/1746-bis/109. (Testo modificato nel corso della seduta) Bricolo.

 

 

La Camera,

in occasione dell'esame del progetto di legge finanziaria per l'anno 2007, premesso che:

il testo della legge finanziaria in esame contiene una serie di norme più stringenti ai fini del contrasto dell'evasione fiscale;

in particolare, l'articolo 5 propone la revisione degli studi di settore, inasprendone l'applicazione e adottando, nei confronti dei contribuenti, a cui non si applicano gli studi di settore, ossia i titolari di reddito di impresa e o di lavoro autonomo, «specifici indicatori di normalità economica»;

le nuove disposizioni risultano carenti di qualsiasi considerazione delle problematiche correlate alle nuove attività sia individuali che di impresa, che nei primi anni sono caratterizzate dalla prevalenza dei costi sugli utili, nonché necessitano di sgravi sia fiscali che burocratici sostanziali, attualmente non previsti né proposti;

il Governo e la maggioranza che lo sostiene in più occasioni hanno pubblicizzato il proposito di adottare provvedimenti per «favorire l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro», e per consentire la nascita di nuove aziende;

l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro deve essere inteso soprattutto nel senso di favorirne fattività imprenditoriale individuale o l'accesso alle libere professioni, in quanto la garanzia del posto di lavoro a tempo indeterminato nella situazione attuale di crisi delle aziende diventa sempre più improbabile;

è evidente e opportuno per chi deve intraprendere una nuova attività ottenere supporti da parte dell'Amministrazione finanziaria almeno nei primi tre anni di vita dell'attività, nel senso di non essere sottoposto a presunzioni di redditi, che in realtà non si realizzano nel suddetto pe riodo, a causa della mancanza dei benefici dell'avviamento;

impegna il Governo

ad adottare iniziative incentivanti per i giovani, con una età non superiore a trenta anni, che intraprendono una attività in proprio o una libera professione, sia in forma individuale che in forma societaria, almeno per i primi tre anni di attività.

9/1746-bis/110. Filippi.

 

 


La Camera,

considerato che:

il presente disegno di legge non interviene con misure a favore della famiglia finalizzate al sostegno della Maternità e della paternità;

il trend demografico negativo vede il nostro Paese diventare inesorabilmente sempre più vecchio;

nel presente disegno di legge non soltanto non viene nuovamente finanziato il «bonus bebè» ma al contempo vengono sanate le indebite percezioni di tali contributi da parte degli extracomunitari andando così a cancellare definitivamente la ratio del provvedimento che determinava sotto il profilo dell'impatto sociale e comunicativo una risposta alla denatalità;

impegna il Governo

a far sì che vengano adottate in tempi brevi misure dirette al sostegno della natalità e della famiglia al fine di invertire il trend demografico negativo che vede l'Italia tra i Paesi Europei e mondiali con il più basso tasso di natalità.

9/1746-bis/111. Lussana.

 

 

La Camera,

esaminato il provvedimento in titolo;

osservate, in particolare le disposizioni di cui all'articolo 5;

valutata l'intenzione dei Governo di ampliare la gamma dei soggetti sottoposti alla disciplina degli studi di settore;

impegna il Governo

a porre allo studio le misure necessarie a ridurre il carico fiscale sui commercianti e sugli artigiani sottoposti alla disciplina degli studi di settore.go di emettere lo scontrino fiscale.

9/1746-bis/112. Fugatti.

 

 

La Camera,

rilevando la circostanza che è in atto un incremento notevole delle attività criminali in tutto il territorio nazionale;

sottolineando come non esista soltanto l'emergenza napoletana, alla quale l'esecutivo ha deliberato di far fronte inviando nel capoluogo campano mille uomini di rinforzo ai reparti della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri, ma sia invece in atto un processo di degrado dell'ordine pubblico che investe numerose Province del Paese, nelle quali è sempre più evidente l'insufficienza delle risorse organiche disponibili in rapporto alla pressione criminale creste;

osservando che esistono Province, specialmente nel Nord Italia, nelle quali l'organico delle Forze dell'Ordine è fermo ai livelli che vennero stabiliti nei primi anni novanta, in presenza di una situazione del tutto differente rispetto a quella attuale;

impegna il Governo

ad accrescere gli organici delle Forze dell'ordine prioritariamente nelle province, come quelle di Treviso e Bergamo, dove le relative piante organiche risultino non essere mai state significativamente aumentate negli ultimi, dieci anni.

9/1746-bis/113.Dozzo, Stucchi, Dussin.

 

 

La Camera,

esaminato l'Atto Camera 1746-bis, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato-Legge finanziaria 2007;

premesso che fra le numerose nuove disposizioni aggiunte dal Governo alla manovra dì bilancio alcune comportano la previsione di nuovi stanziamenti finanziari destinati ad intervenire in settori diversi dell'ordinamento;

a fronte della annunciata esigenza di dover imporre nuovo rigore e di dover ricorrere ad un improcrastinabile contenimento della spesa pubblica, si assiste invece al conferimento di ingenti benefici mirati, fra gli altri ad esempio quelli per lo sviluppo economico delle zone del Belice o di Roma capitale;

che è stato previsto l'inserimento nella legge di bilancio di un nuovo fondo per riparare alle esigenze connesse agli interventi in materia di immigrazione ed asilo, per il quale è previsto lo stanziamento di tre milioni di curo a decorrere dall'anno 2007, da ripartire con successivi decreti ministeriali fra i diversi centri di responsabilità amministrativa del Ministero dell'Interno;

considerato che stanziamenti simili sono già previsti nel nostro ordinamento e peraltro in diversa misura già contenuti nel presente provvedimento di bilancio e che sembra invece più urgente concentrare l'attenzione e le maggiori risorse possibili, economiche e strumentali, sulla necessità di far fronte e contrastare il fenomeno ormai indefettibile dell'immigrazione clandestina, per le connesse ripercussioni anche quanto a democraticità ed efficienza dell'azione amministrativa degli enti territoriali;

impegna il Governo

ad assicurare che le politiche di immigrazione intraprese siano rivolte ad interventi mirati in materia di contrasto all'immigrazione clandestina.

9/1746-bis/114. (Testo modificato nel corso della seduta) Stucchi.

 

 

La Camera,

esaminato l'A.C. 1746-bis recante «disposizioni per la Formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)»;

tenuto conto che, l'articolo 16 commi 568-572 autorizza un contributo di 100 milioni di euro per l'anno 2008, per lo sviluppo degli hub portuali di interesse nazionale;

tenuto conto altresì che, il comma 569, del citato articolo, destina il cinquanta per cento delle suddette risorse allo sviluppo del porto di Gioia Tauro, quale piattaforma logistica del Mediterraneo ed incentiva 1a localizzazione nella relativa area portuale di attività produttive anche in regime di zona franca in conformità con la legislazione comunitaria vigente in materia;

impegna il Governo

nell'ambito della ripartizione delle risorse che le leggi dello Stato destinano alla realizzazione delle infrastrutture per lo sviluppo degli hub portuali, a tener conto del finanziamento straordinario riservato al Porto di Gioia Tauro, dì cui all'articolo 16 comma 569, ripartendo le risorse disponibili tra gli altri Porti di rilevanza nazionale.

9/1746-bis/115. Grimoldi.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 16, comma 419, lett. b) istituisce per il triennio 2007-2009, un Fondo transitorio di 1.000 milioni di euro per l'anno 2007, di 850 milioni di euro per l'anno 2008 e di 700 milioni di euro per l'anno 2009 destinato alle Regioni interessate da maggiori disavanzi sanitari;

tale intervento straordinario dello Stato rappresenta una palese violazione della regola generale, di recente ribadita anche nel Nuovo Patto per la salute, per cui le regioni sono responsabili delle eventuali eccedenze di spesa rispetto ai trasferimenti di risorse statali concordati in sede di Conferenza Stato-Regioni (il punto 1.1. del Nuovo Patto per la Salute parla al riguardo di «inderogabile responsabilità di bilancio da parte delle Regioni»);

il ripiano statale dei disavanzi regionali rappresenta una misura che, soprattutto nel lungo periodo, non favorisce la responsabilizzazione delle Regioni in merito all'efficienza nell'utilizzo delle risorse destinate al finanziamento del servizio sanitario;

impegna il Governo

a valutare l'impatto della normativa citata anche al fine di evitare per il futuro di ricorrere a nuove operazioni di ripiano statale dei disavanzi sanitari delle Regioni meno virtuose o alla concessione di contribuzioni straordinarie alle Regioni che presentano maggiori criticità nella gestione dei bilanci sanitari.

9/1746-bis/116. Montani.

 

La Camera,

premesso che:

il territorio nazionale italiano è costituito per il 76,8 per cento da zone collinari e montane e per più dell'80 per cento da aree rurali, dove l'agricoltura, anche quando non è in grado di svolgere un ruolo economicamente decisivo, contribuisce, comunque, a determinare le caratteristiche sociali, ambientali e paesaggistiche;

in queste aree, la presenza attiva e vitale dell'agricoltura sul territorio è spesso indispensabile per garantire la tenuta, non solo economica, ma anche sociale, ambientale e culturale dei sistemi locali; per tali motivi, il mantenimento delle attività agricole nelle aree montane finisce, spesso, per coincidere con il mantenimento della presenza umana che, come noto, è la condizione prioritaria per limitare i fenomeni di degrado, i cui costi - espliciti ed impliciti - ricadono inevitabilmente sull'intera collettività.

da quanto sopra, ne discende che la tenuta dei sistemi socio-economici delle aree montane è da considerare a tutti gli effetti un interesse nazionale di prioritaria rilevanza;

la legge finanziaria per il 2007 destina solo 25 milioni di curo per lo stesso anno 2007 al rifinanziamento della legge sulla montagna, mentre prevede che per l'istituzione di un non meglio precisato (nelle funzioni e nelle modalità operative) fondo per l'inclusione sociale degli immigrati siano stanziati ben 50 milioni di euro l'anno per tre anni;

è da ritenere inaccettabile che i problemi inerenti la montagna ed il ruolo che essa riveste per il sistema sociale, economico ed ambientale nazionale, siano ritenuti meritevoli di una considerazione largamente inferiore rispetto a quella che è riservata all'istituzione di un non ben definito fondo per l'inclusione sociale degli immigrati.

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di destinare ulteriori risorse al finanziamento della legge per la montagna, affinché, ad essa, sia assicurata una dotazione finanziaria congrua;

a prevedere specifici interventi volti a favorire la permanenza delle attività agricole nei territori montani, attraverso la eventuale diminuzione ulteriore dell'accisa sul gasolio impiegato, in tali aree, per lo svolgimento dei lavori agricoli.

9/1746-bis/117. (Testo modificato nel corso della seduta) Pottino.

 

 

La Camera,

in occasione dell'esame del disegno di legge finanziaria per l'anno 2007; premesso che:

l'articolo 16 del testo originario detta una nuova disciplina in materia di demanio marittimo;

al comma l, la lettera e), prevede «l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il transito gratuito all'arenile»;

con l'emendamento, n. 16.600 a firma del Governo si propone la modifica in senso estensivo della predetta norma, per consentire addirittura «il libero e gratuito accesso e transito della battigia antistante la concessione, anche al fine di balneazione»;

tale disposizioni si presta alla contrarietà non solo dei gestori di stabilimenti, a causa del rischio di dover sopportare un uso improprio e gratuito delle strutture dei relativi stabilimenti, ma soprattutto della clientela dei medesimi stabilimenti, che, pur pagando a volte esosi abbonamenti, sono soggetti a maggiori rischi di sicurezza, ad un affollamento non previsto , ma gratuito e al rischio di furti da parte di individui non conosciuti e individuabili dal gestore, a cui la norma consente il transito gratuito;

nella realtà succede che il transito gratuito di trasformi in un vero e proprio accampamento sulla battigia, il cui uso diventa grottescamente difficile e godibile proprio per gli abbonati;

altro rischio che deriva dalla suddetta nonna é il transito dei venditori ambulanti clandestini, le cui vendite sono vietate dalla legge, ma di difficile prevenzione e punibilità immediata;

l'accesso a pagamento negli stabilimenti è uno strumento utile per evitare e scoraggiare i suddetti fenomeni;

dal lato della sicure è opinabile una restrizione agli accessi in strutture a pagamento;

impegna il Governo

nell'adozione della nuova normativa sul demanio marittimo a valutare gli impatti negativi delle norme citate al fine di valutare l'opportunità di apportarvi modifiche per assicurare la tutela dei contribuenti utenti a pagamento delle strutture balneari e per proporre norme che consentano eventualmente l'accesso libero all'arenile da parte dei titolari delle concessioni solo nei casi in cui per un lungo tratto non esista un transito libero da strutture balneari.

9/1746-bis/118. Fava.

 

 

La Camera,

premesso che:

settemilioni di persone e tremila comuni e centinaia di migliaia di piccole aziende delle aree montane non hanno oggi a disposizione un canale veloce di trasmissione dati on-line;

il Governo italiano ha più volte ribadito che la banda larga «é una condizione essenziale per lo sviluppo economico del Paese»;

secondo quanto disposto dall'articolo 37, comma 49, del DL Bersani-Visco, i titolari di partita IVA dal 1o ottobre 2006, o per alcuni soggetti, dal 1o gennaio 2007, sono obbligati ad effettuare i versamenti fiscali e previdenziali esclusivamente mediante modalità telematiche, operazione che richiede supporti di trasmissione massimamente efficienti;

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte ad introdurre norme finalizzate al finanziamento della sperimentazione della banda larga wi-fi o wi-mix ed un piano di investimenti specifico per tale sperimentazione nelle aree montane anche attraverso il coinvolgimento di provider locali privati.

9/1746-bis/119. Pini.

 

 

La Camera,

premesso che:

tenendo conto che per quanto riguarda le esigenze della Marina Militare è già stata riconosciuta nelle sedi competenti la necessità di un sostanziale processo di ammodernamento degli Arsenali di Taranto e La Spezia, per realizzare il quale sono necessari investimenti per le infrastrutture e gli impianti, per la formazione e la riqualificazione del personale e l'inserimento di figure professionali qualificate;

considerato che i due Arsenali oltre che essere un polo strategico per la Marina Militare, rappresentano anche un punto di eccellenza industriale competitivo ed anche una realtà insostituibile nel tessuto economico e sociale delle città dove sono collocati;

tenendo conto che le ristrettezze finanziarie degli ultimi anni hanno avuto un impatto negativo in molti settori della Difesa, determinando effetti ancor più negativi proprio in ragione delle particolari esigenze di queste realtà, al punto di metterne a rischio la funzionalità;

preso atto che con le risorse assegnate, anche a questo fine, alla Difesa nella Legge Finanziaria 2006 con l'articolo 16 comma 756 deve essere sostenuta una situazione che, per quanto riguarda l'esercizio, nonostante l'inversione di tendenza, rimane critica e impone quindi la definizione di alcune priorità-:

impegna il Governo

a garantire che la ripartizione delle risorse finanziarie disponibili tenga conto dell'importanza che assume il piano di ammodernamento degli Arsenali, provvedendo quindi a garantire concreti interventi per il rinnovamento delle infrastrutture, degli impianti, per le politiche del personale civile e per i servizi resi mediante appalto esterno, con particolare riguardo alla necessità di salvaguardare i livelli occupazionali sul territorio.

9/1746-bis/120. Andrea Orlando, Pinotti, Vico, Duranti, Olivieri.

 

 

La Camera,

premesso che:

sulla politica nazionale in campo energetico gravano diversi fattori di difficoltà relativi sia all'approvvigionamento delle materie prime sia alle all'andamento dei prezzi;

questi stessi fattori di difficoltà si traducono al momento del consumo in disagi che colpiscono i consumatori e in primo le famiglie rispetto al consumo di gas metano per uso domestico;

preso atto dell'aumento del 4,28 per cento delle tariffe del gas per uso domestico che ripropone con particolare evidenza la questione dell'applicazione dell'IVA al 20 per cento sul consumo di gas metano;

tali tariffe sono aumentate del 17,8 per cento negli ultimi 30 mesi, con un pesante aggravio dei costi per gli utenti;

sul costo complessivo sostenuto dall'utente, il 60 per cento corrisponde al prezzo al contatore mentre il 40 per cento sono imposte varie-:

impegna il Governo

al fine di corrispondere all'esigenza di ridimensionare - per quanto possibile - l'incidenza di questa voce nel bilancio famigliare, tanto più significativo quanto più è modesto il reddito, a mettere in atto iniziative adeguate a contenere e ridurre il costo del gas per uso domestico e riscaldamento.

9/1746-bis/121. Benvenuto, Pinotti.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 16, comma 14, nel modificare la disciplina in materia di dismissioni di immobili del Ministero della difesa non più utili alle finalità istituzionali, ne prevede il trasferimento all'Agenzia del demanio per un valore complessivo pari a 2.000 milioni di euro nell'anno 2007 e a 2000 milioni di euro nell'anno 2008;

dal citato trasferimento potrebbero derivare notevoli introiti ove gli immobili siano adeguatamente valorizzati con il concorso degli enti locali;

per coinvolgere efficacemente gli enti locali nel processo di valorizzazione, è necessario predisporre nei confronti di questi ultimi adeguati incentivi-:

impegna il Governo

ad adottare nel procedimento di dismissione degli immobili della difesa gli accordi di programma di cui all'articolo 34 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.'267. prevedendo il riconoscimento in favore degli enti locali di una quota del maggior valore degli immobili determinato per effetto delle valorizzazioni assentite.

9/1746-bis/122. Pinotti.

 

 

La Camera,

premesso che:

la tabella D, di cui all'articolo 216, comma 3, del disegno di legge finanziaria per il 2007 reca, alla rubrica Ministero della Giustizia, il rifinanziamento per 100 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009, degli investimenti per l'edilizia penitenziaria e giudiziaria;

l'esercizio dei servizi relativi alla giustizia è un compito essenziale dello Stato, previsto dall'articolo 110 della Costituzione, che attribuisce al Ministro della Giustizia l'organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia;

condizione essenziale per garantire una amministrazione della giustizia efficace e adeguata è rappresentata dalla disponibilità di strutture e immobili idonei;

sotto questo profilo è emblematico lo stato di disagio in cui versano gli uffici adibiti alle attività giudiziarie della città di Bari, capoluogo di Regione, a causa delle gravi carenze strutturali ed infrastrutturali, sotto il profilo degli edifici in cui viene amministrata la giustizia, con pesanti conseguenze, in termini di disservizi, per gli operatori e i cittadini;

la grave situazione che si è determinata nella città di Bari deriva da cause risalenti nel tempo; più precisamente, fin dagli anni novanta, a Bari emerge, senza trovare soluzione, la questione dell'ampliamento e adeguamento delle sedi giudiziarie; negli anni novanta si pervenne a prospettare il progetto del polo giudiziario nel quartiere «Libertà», nell'ambito del piano di riqualificazione del suddetto quartiere, con il conferimento dell'incarico per il progetto del secondo palazzo di giustizia, approvato nel marzo 2000 dalla commissione di manutenzione presso la corte di appello; nel giugno 2000 la commissione di manutenzione approvò il progetto «definitivo» del primo stralcio per un importo di 36 miliardi di lire, finanziato dal Ministero; lo stralcio fu quindi approvato dal Provveditorato alle opere pubbliche per la Puglia, competente per i limiti di importo, e successivamente, dalla giunta municipale con delibera n. 763 del 23 giugno 2000; nell'ottobre del 2000 il Ministero ha stanziato ulteriori 50 miliardi di lire, per il finanziamento del secondo stralcio, che sono andati ad aggiungersi ai 36 miliardi destinati al finanziamento del primo stralcio; le opere progettate non sono mai state realizzate, per cui, in conclusione, sono stati perduti sia il finanziamento del primo stralcio per 36 miliardi, che già era stato concesso, sia il finanziamento del secondo stralcio per 50 miliardi, che era stato stanziato;

a partire da ottobre 2001 prende consistenza il progetto alternativo della «cittadella della giustizia», da realizzarsi fuori della città, su suoli con destinazione agricola sulla base del vigente piano regolatore del comune di Bari;

nella città si è sviluppato un ampio dibattito sulla questione, con la costituzione di un comitato formato da numerosi cittadini ed associazioni a sostegno di iniziative finalizzate a garantire l'esercizio della giustizia in strutture adeguate;

il 10 ottobre 2006 si è tenuto a Roma, presso il Ministero della Giustizia, un incontro, promosso dal Ministro, con i rappresentanti del Comune e della Provincia di Bari, nel quale il Ministro stesso, dopo aver preso atto della situazione di gravità dell'edilizia giudiziaria a Bari, ha prospettato la possibilità - già realizzata per l'edilizia giudiziaria a Milano - di pervenire alla stipula di un accordo di programma tra Ministero ed istituzioni locali al quale il Governo partecipa sia mediante finanziamenti, sia mediante gli immobili demaniali rappresentati dal palazzo di giustizia e dalla casa circondariale siti in Bari;

il disegno di legge finanziaria in esame prevede altresì al comma 13 dell'artico o 16 l'inserimento di due commi aggiuntivi all'articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, con i quali si prevede, tra l'altro, la possibilità, da parte del Ministero della Difesa, di individuare beni immobili di proprietà dello Stato, mantenuti in uso al suddetto dicastero per finalità istituzionali, che siano suscettibili di permuta con gli enti territoriali;

nella città di Bari sussiste un numero considerevole di immobili di proprietà dello Stato che potrebbero essere individuati nell'ambito dei processi di razionalizzazione di cui al comma 15-ter del citato decreto-legge n. 351 del 2001, aggiunto dal disegno di legge finanziaria in esame, e che di conseguenza potrebbero essere oggetto di operazioni di permuta con il Comune di Bari; in particolare, alcuni di tali immobili, anche per la loro collocazione, risulterebbero molto utili per potenziare il complesso di strutture che potrebbero essere destinate allo svolgimento dei servizi della giustizia;

impegna il Governo:

a provvedere all'adeguamento e all'ampliamento dell'edilizia giudiziaria di Bari, che versa in condizioni di grave carenza, in modo da adempiere al compito, sancito costituzionalmente, di garantire una adeguato funzionamento dei servizi relativi alla giustizia;

a tal fine, a destinare una quota dei finanziamenti previsti per l'edilizia giudiziaria dal disegno di legge finanziaria per il 2007 all'ampliamento e all'adeguamento delle strutture destinate nella città di Bari allo svolgimento dei servizi relativi alla giustizia;

contestualmente, ad adottare tutte le opportune iniziative, in collaborazione con gli enti territoriali interessati, per pervenire tempestivamente alla definizione e stipula di un accordo di programma tra lo Stato e gli Enti Locali (Comune e Provincia di Bari, Regione Puglia) al quale, analogamente a quanto è accaduto per il potenziamento dell'edilizia giudiziaria a Milano, lo Stato concorra sia mediante finanziamenti, sia mediante immobili demaniali, rappresentati in particolare dal palazzo di giustizia e dalla casa circondariale;

a promuovere opportune forme di concertazione tra il Ministero della Difesa e il Ministero della Giustizia, al fine di individuare, nella città di Bari, immobili di proprietà dello Stato che possano essere oggetto di permuta con gli enti territoriali per essere adibiti all'esercizio dei servizi relativi alla giustizia.

9/1746-bis/123.Servodio, Balducci, Belisario, Duranti, Grassi, Sasso.

 

 

La Camera,

premesso che:

i commi 13 e 14 dell'articolo 16, tra l'altro, modificano la disciplina in materia di dismissioni di immobili del Ministero della difesa non più utili alle finalità istituzionali;

le citate dismissioni si inseriscono nel quadro della riorganizzazione delle Forze Armate che ha comportato, tra l'altro, l'esigenza di una nuova dislocazione delle strutture militari sul territorio nazionale;

in questa prospettiva appare necessaria l'individuazione di nuovi immobili da destinare alla Difesa nazionale;

a tal fine un prezioso contributo può essere offerto dagli enti locali, come ad esempio nel caso del trasferimento in Lombardia del 2o Reggimento Artiglieria Terrestre Vicenza, già deciso nel corso della precedente legislatura, purché l'amministrazione statale appronti le necessarie risorse finanziarie per concorrere con le amministrazioni locali alla individuazione di nuovi immobili,

impegna il Governo

a reperire le necessarie risorse finanziarie per concorrere con le Amministrazioni locali alla ricerca in tempi brevi di nuovi immobili da destinare al Ministero della Difesa e in particolare per provvedere al trasferimento in Lombardia del 2o Reggimento Artiglieria Terrestre Vicenza.

9/1746-bis/124. Gregorio Fontana, Jannone.

 

 

La Camera,

premesso che:

occorre quanto prima individuare nel Lazio una serie di interventi volti a superare il problema dell'inadeguatezza del sistema infrastrutturale viario,

impegna il Governo

nella distribuzione delle risorse che attengono ai settori delle infrastrutture e i trasporti, a destinare parte dei finanziamenti agli interventi atti alla realizzazione del Corridoio Tirrenico e della bretella Cisterna-Valmontone, alla messa in sicurezza della Strada Statale 148 (Pontina), alla prosecuzione di potenziamento della Strada Statale n. 156 dei Monti Lepini e della variante alla Statale n. 7 Appia Pedemontana di Formia.

9/1746-bis/125. Pedrizzi.


La Camera,

premesso che:

la Finanziaria in esame autorizza la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2007 e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, per l'attivazione dei piani di edilizia scolastica, cui le regioni e gli enti locali concorrono rispettivamente nella misura di un terzo;

il 50 per cento delle predette risorse da parte dei competenti enti locali è destinato al completamento delle attività di messa in sicurezza e di adeguamento normativo degli edifici scolastici;

le risorse previste per i piani di edilizia scolastica sono del tutto insufficienti per risolvere le reali esigenze delle scuole, anche e soprattutto in considerazione del fatto che, relativamente alle opere di messa in sicurezza e di adeguamento a norma, è stata rinviata la scadenza del termine per il completamento delle opere al 31 dicembre 2009, previa sottoscrizione di un «patto per la sicurezza» tra il Ministro della Pubblica Istruzione, le regioni e gli enti locali della medesima regione,

impegna il Governo

ad adottare iniziative normative volte a prevedere in un settore così importante per la sicurezza e la qualità dell'educazione dei giovani, ulteriori risorse.

9/1746-bis/126. (Testo modificato nel corso della seduta) Frassinetti.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge finanziaria per il 2007, disciplina, al comma 776, l'istituzione, del «Fondo per le non Autosufficienze», con una dotazione di 50 milioni di Euro per l'anno 2007 e 200 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009;

la fissazione dei criteri per la ripartizione degli stanziamenti del Fondo è affidata al Ministro della Solidarietà Sociale, che vi provvederà con proprio decreto;

interventi in favore di soggetti non autosufficienti sono previsti anche a carico del «Fondo delle Politiche della Famiglia» - istituito dall'articolo 19 del decreto-legge 4 luglio 2006 in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - e del «Fondo Nazionale per le Politiche Sociali», gestito dal Ministero della solidarietà sociale;

la comunanza d'intenti, almeno parziale, di questi Fondi, rischia di determinare dei «doppioni», negli interventi e nelle spese, in materia di sanità e di sociale, ai quali conseguono uno spreco di risorse e una disarticolazione nelle strategie operative;

dette disarticolazioni determinano, inoltre, gravi incertezze e disagi nei soggetti che dovrebbero poter fruire dei benefici e servizi previsti dai Fondi,

impegna il Governo:

ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere che, ai fini dell'emanazione del decreto ministeriale per la ripartizione del Fondo per le non autosufficienze, sia creato un efficace coordinamento con il Ministro per la Famiglia ed il Ministro della salute, nonché con la Conferenza Stato Regioni e con l'ANCI, anche istituendo in seno al Ministero delle Politiche Sociali un organismo di rappresentanza delle associazioni di volontariato più rappresentative delle componenti sociali più fragili (anziani, disabili, eccetera);

ad attivarsi, inoltre, per prevedere forme integrative di finanziamento del Fondo, ponendo, se del caso, contributi a carico di istituti assicurativi sia pubblici, sia privati.

9/1746-bis/127. Lisi.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge finanziaria dispone ogni anno dettagliate norme in favore degli enti locali, finalizzate a consentire il rispetto, da parte degli stessi, del cosiddetto patto di stabilità interno,

impegna il Governo

ad attivarsi per introdurre delle disposizioni per la salvaguardia degli enti che hanno sempre rispettato il patto di stabilità e, in particolare, per la incentivazione degli investimenti per lo sviluppo che sono finanziati da entrate proprie e non comportano un aumento complessivo del debito, al fine di consentire, a questi enti, di completare le opere infrastrutturali già approvate.

9/1746-bis/128. De Corato.

 

 

La Camera,

premesso che:

in ordine agli interventi per lo sviluppo delle aree sottoutilizzate, non si comprende bene quale sia l'ammontare delle risorse effettivamente ripartibili dal CIPE ed impegnabili dalle amministrazioni assegnatarie, con obbligazioni giuridicamente vincolanti già a partire dal 2007,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte a fare chiarezza in merito alla questione di cui in premessa, così da precisare quali siano le risorse immediatamente utilizzabili per gli interventi nelle aree sottoutilizzate già a partire dal prossimo anno.

9/1746-bis/129. Lamorte, Proietti Cosimi.

 

 

La Camera,

premesso che:

il Governo, nel disegno di legge finanziaria 2007 ha destinato 50 milioni di euro per ciascun anno del triennio, al «Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati», al fine di finanziare le spese sostenute per affrontare situazioni di degrado sociale ed abitativo degli extracomunitari;

lo stesso Governo ha ritenuto di finanziare con 3 milioni di euro, a partire dal 2007, il «Fondo per le esigenze connesse agli interventi in materia di immigrazione ed asilo», volto a far fronte alle spese relative alla gestione delle emergenze derivanti dai flussi migratori,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a destinare una parte dei Fondi al finanziamento delle operazioni di rimpatrio dei soggetti entrati clandestinamente nel territorio nazionale.

9/1746-bis/130. Murgia, La Russa.

 

 

La Camera,

premesso che:

il contratto di lavoro per il personale del comparto Difesa-Sicurezza è scaduto il 31 dicembre 2005;

in luogo dei miglioramenti economici auspicati dal citato personale è corrisposta, a decorrere dal 1o gennaio 2006, una inadeguata indennità di vacanza contrattuale;

le risorse economiche attualmente previste nei disegno di legge in esame risultano insufficienti a garantire un equo incremento delle retribuzioni in argomento,

impegna il Governo

a promuovere le opportune iniziative, anche normative, necessarie alla prosecuzione degli obiettivi concernenti il riconoscimento della specificità delle funzioni di sicurezza e di difesa cui è preposto il personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, così come impone l'articolo 7 della legge 29 marzo 2001, n. 86.

9/1746-bis/131. Ascierto, Ronchi.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge finanziaria per il 2005 ha previsto tra gli obiettivi che le regioni devono conseguire, al fine di ottenere il conguaglio del 5 per cento dal Fondo sanitario nazionale, l'attivazione del «Piano Nazionale della Prevenzione», la cui definizione nasce a causa della crescente incidenza delle patologie croniche e delle loro complicanze, in larga misura prevenibili, tenendo conto anche del peso finanziario di queste patologie, a carico del Servizio Sanitario Nazionale;

il piano nazionale è volto alla prevenzione delle patologie cardiovascolari, delle patologie oncologiche e degli incidenti, nonché alla predisposizione di un piano delle vaccinazioni, su base nazionale, al fine di effettuare un coordinamento degli interventi di prevenzione primaria e secondaria, e di educazione e promozione della salute, attualmente effettuati in Italia con modalità diverse da regione a regione;

nei principali Paesi europei la spesa destinata alla prevenzione delle patologie prevede un più diffuso ricorso alle vaccinazioni, sia attraverso interventi di somministrazione diretta a carico delle strutture sanitarie pubbliche, sia attraverso disposizioni per la deducibilità delle spese sostenute dai cittadini che si sottopongono a vaccinazioni volontarie;

nel nostro Paese, ai fini della determinazione dell'imposta sul reddito, è riconosciuta, per le spese relative all'acquisto di farmaci non erogati dal servizio sanitario nazionale, una detrazione dei 19 per cento con una franchigia iniziale di euro 129,11;

le strategie di politica sanitaria hanno indicato come prioritarie le iniziative atte a ridurre o eliminare tutte le forme morbose che possono essere positivamente influenzate da interventi di prevenzione primaria;

il diritto alla tutela della salute pubblica trova la sua piena attuazione attraverso azioni di prevenzione primaria, che possano determinare significativi vantaggi non solo sulla qualità della vita ma anche in termini di contenimento della spesa;

è necessario e strategico, sia dal punto di vista sanitario che nell'ottica del contenimento della spesa, permettere l'accesso alle vaccinazioni al maggior numero di cittadini,

impegna il Governo:

ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere che una quota fissa della spesa sanitaria destinata al capitolo della prevenzione sia utilizzata esclusivamente ai fini della prevenzione primaria, attraverso una maggiore e più incisiva diffusione delle prestazioni di vaccinazione;

nonché a prevedere delle deduzioni dalle imposte sui redditi in favore di persone fisiche e giuridiche per le speserelative all'acquisto e alla somministrazione di vaccini.

9/1746-bis/132. Mancuso.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge finanziaria per il 2007 prevede una riforma del sistema di determinazione dei canoni annui per le concessioni demaniali marittime rilasciati con finalità turistico ricreative;

la Federazione Italiana Vela ha segnalato negli scorsi annui, a più riprese, che sul territorio nazionale non vengono applicate in maniera omogenea le norme sul riconoscimento del canone ricognitorio per le concessioni demaniali marittime assentite a favore delle associazioni sportive in argomento;

il riconoscimento del canone ricognitorio in favore delle associazioni sportive che non svolgano un'attività lucrativa è stato da ultimo ribadito dalla Direzione generale per le infrastrutture della navigazione marittima ed aerea del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con una lettera del 3 aprile 2006,

impegna il Governo

in sede di rideterminazione dei canoni annui per le concessioni demaniali marittime, a prevedere una disciplina omogenea relativamente alle associazioni sportive velistiche.

9/1746-bis/133. Germontani.

 

 

La Camera,

premesso che,

attualmente per i soggetti non residenti che dichiarano i redditi in Italia non è previsto il beneficio delle detrazioni per carichi di famiglia. I non residenti sono infatti esclusi dal beneficio in questione in quanto si presume che gli stessi usufruiscano di una deduzione o detrazione per carichi di famiglia nello Stato in cui sono considerati fiscalmente residenti, ovvero ove producono e dichiarano i loro redditi;

in realtà esiste la particolare situazione lavorativa del personale a contratto del Ministero degli Affari esteri, il cui unico reddito (per legge esso non può svolgere altra attività lavorativa) è quello prodotto dal rapporto di lavoro con il MAE. Visto che il personale a contratto non può di fatto usufruire delle detrazioni presso il Paese estero di residenza e che è soggetto a fiscalizzazione in Italia, ne risulta un palese trattamento discriminatorio dei suddetti lavoratori;

detto personale consta di circa 2.000 lavoratori impiegati presso le rappresentanze diplomatiche, consolari e gli Istituti italiani di Cultura;

l'articolo 3 del disegno di legge finanziaria prevede consistenti modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 917 del 1986 relativo al testo unico delle imposte sui redditi, tra cui la ridefinizione delle detrazioni per carichi di famiglia, senza però dare soluzione all'incongruenza suesposta;

impegna il Governo

a valutare l'esigenza di assicurare pari trattamento ai cittadini residenti all'estero per quanto riguarda il carico fiscale e ad effettuare un monitoraggio degli effetti delle norme introdotte, anche al fine di apportare in futuro modifiche al sistema fiscale volte a prevedere che per i soggetti non residenti nel territorio nazionale spettino le detrazioni per carichi di famiglia allorché gli stessi dimostrino, di non possedere altri redditi oltre a quello prodotto nel territorio dello Stato, ovvero, in ogni caso, di non godere nel Paese di residenza di alcun beneficio fiscale connesso ai carichi di familiari.

9/1746-bis/134. (Testo modificato nel corso della seduta) Cassola, Francescato, Boato, Camillo Piazza, Bonelli, Zanella, Romagnoli.

 

 

La Camera,

premesso che,

ai lavoratori emigrati in Svizzera che trasferivano i contributi previdenziali dell'AVS presso l'assicurazione generale obbligatoria italiana, in coerenza con le convenzioni ed accordi internazionali, l'INPS ha determinato la retribuzione pensionabile relativa ai periodi di lavoro svolto all'estero non sulla base della retribuzione effettiva, bensì applicando massimali di gran lunga inferiori;

tale metodo di calcolo ha prodotto, nel tempo, un notevole differenziale di trattamento, tanto che la suprema Corte di Cassazione è intervenuta riconoscendo il diritto di detti lavoratori ad un trattamento previdenziale determinato sulla retribuzione effettiva e non su quella convenzionale

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziative utile per rispondere alle eque aspettative ed esigenze dei lavoratori emigrati in Svizzera che hanno trasferito i contributi previdenziali in Italia, valutando la possibilità di addivenire, già a partire dal prossimo tavolo di confronto relativo alla rivisitazione del sistema previdenziale, ad una modifica della normativa introdotta.

9/1746-bis/135. Cinzia Fontana, Bellanova.

 

 

La Camera,

premesso che,

il 31 ottobre 2002 il Molise e la Puglia sono stati colpiti da un terremoto che ha devastato il comprensorio interessato provocando ingenti danni, nonché purtroppo diversi morti tra cui 29 bambini deceduti per il crollo della scuola Iovine di San Giuliano di Puglia;

i danni hanno di fatto paralizzato la vita dell'intera area coinvolta dal sisma, e sono stati talmente ingenti che la Regione Molise in accordo con le stime della Protezione civile ha richiesto la cifra di seimila miliardi di vecchie lire per la ricostruzione;

un intera comunità dal 31 ottobre è costretta a vivere in condizioni di continua emergenza, le attività economiche e produttive della zona risultano, ancora oggi a distanza di anni, quando non completamente paralizzate, gravemente compromesse;

la costruzione è iniziata solo nel comune di San Giuliano di Puglia e relativamente all'edilizia privata, mentre nel resto del comprensorio si registra la ricostruzione di sole poche opere pubbliche;

ad oggi ancora nessuna famiglia è rientrata nella propria casa, la casa è il bene primario, insostituibile di ogni nucleo familiare, il riparo, il ricovero, la dimensione più intima di ogni cittadino, deve essere protetta e garantita;

gli interventi previsti nella legge finanziaria, in relazione all'emergenza delle zone interessate dal sisma in Molise e Puglia, si reputano totalmente insufficienti a far fronte alle esigenze legittime della popolazione, insufficienti anche se li si considera in relazione al solo 2007;

in Umbria a 4 anni di distanza dal sisma che ne ha interessato diverse zone, si registra, fortunatamente, il rientro a casa dei 50 per cento della popolazione;

è stato previsto l'abbattimento dei contributi solo per alcune zone del Sud interessate anche esse da fenomeni emergenziali, alcuni contemporanei a quelli verificatesi in Molise; senza un intervento sufficiente il comprensorio della Regione Molise e Puglia interessato dal sisma del 2002 è destinato al definitivo e completo esaurimento di ogni sua risorsa;

impegna il Governo

a reperire le risorse necessarie e non appena saranno disponibili a provvedere di conseguenza dando la giusta priorità all'emergenza della Regione Molise e della Regione Puglia, stanziando una cifra adeguata per far fronte alle necessità di ricostruzione cosiddetta «pesante» cioè al rientro a casa dei senza tetto, e per il rilancio complessivo dell'intera area interessata, e sempre a tal fine ad emanare le previste ordinanze in relazione alla sospensione di tributi e contributi dovuti dalla popolazione del comprensorio ed al successivo abbattimento anche con i necessari provvedimenti di legge amministrativi, della restituzione dovuta in quote non inferiori a quelle previste in altre parti del Paese.

9/1746-bis/136. (Testo modificato nel corso della seduta) Astore, Bordo, Rocco Pignataro, Narducci, Raiti.

 

 

La Camera,

in sede di esame della Legge Finanziaria 2007;

premesso che:

i commi 2 e 4 dell'articolo 38 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n, 248, prevedano l'attivazione di «nuovi punti di vendita» per la distribuzione del gioco su base ippica e su eventi diversi, in numero rispettivamente non inferiore a 10.000 ed a 7.000;

il 28 agosto 2006 sono stati conseguentemente pubblicati nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee i bandi di gara per l'affidamento dei predetti punti di vendita;

considerato che:

le disposizioni sopraccitate impongono giustamente l'adozione di «modalità di salvaguardia» dei preesistenti operatori, consistenti in migliaia di piccole imprese a conduzione prevalentemente familiare, che operano da oltre mezzo secolo sull'intero territorio nazionale come tradizionali punti di accettazione del gioco legale;

in questo senso si eviterebbe il rischio di produrre effetti devastanti e non riassorbibili sulle migliaia tra ricevitori, concessionari e loro dipendenti già in attività;

a garanzia dell'impegno professionale ed economico dei titolari dei vecchi punti di vendita, potrebbe essere loro richiesto il pagamento di un canone forfetario una tantum in misura equivalente alla base d'asta minima stabilita dalla legge per i bandi di gara, vale a dire euro 7500,00, oltre ai canoni annui di concessione ed alla presentazione di idonee fidejussioni, demandando a ciascun operatore la facoltà di individuare il provider di riferimento,

impegna il Governo

a garantire la prosecuzione delle attività da parte degli operatori di gioco in esercizio alla data di entrata in vigore della legge 223 del 2006 e dotati di autorizzazione ex articolo 88 del T.U.I.P.S., subordinando il mantenimento delle attività al pagamento del canone forfettario e dei canoni annui di concessione, nonché alla presentazione delle idonee fidejussioni di cui in premessa.

9/1746-bis/137. Tolotti, Nannicini, Fincato.

 

 

La Camera,

in sede di esame del disegno di legge finanziaria,

premesso che i commi 210 e 211 (ex articoli 54 e 55) recano disposizioni per il contenimento della spesa e per il controllo della finanza pubblica, attraverso un nuovo meccanismo in forza del quale per dare attuazione alle disposizioni che autorizzano contributi pluriennali a carico del bilancio dello Stato è necessario un decreto del Ministro competente, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa verifica dell'assenza, di effetti peggiorativi su fabbisogno ed indebitamento rispetto a quelli previsti a legislazione vigente;

premesso, altresì, che in presenza di effetti peggiorativi non previsti, il comma 210 (ex articolo 54) citato prevede la possibilità di intervento mediante un apposito Fondo di compensazione, al quale attingere con decreto del solo Ministro dell'economia e delle finanze;

preso atto che la dotazione del fondo ammonta a soli 420 milioni di euro, con i quali verosimilmente occorrerà far fronte alle esigenze dl compensazione di tutti i contributi pluriennali previsti da disposizioni di legge anteriori alla presente finanziata, ed in qualunque settore di intervento (con esclusione di quelle del settore della difesa), purché ancora in corso di erogazione;

rilevato che tale meccanismo, in considerazione della palese insufficienza del predetto fondo finisce di fatto per paralizzare l'ulteriore attuazione di tutti gli investimenti finanziati con i predetti contributi pluriennali;

rilevato, altresì, che tale situazione in particolar modo rischia di travolgere la prosecuzione di interventi in settori essenziali per l'economia e la vita del paese, quali - e con elencazione non esaustiva - tra gli altri:

1. interventi a valere sulla quota dei FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate), così finanziata;

2. reindustrializzazione aree depresse (anche nel centro nord);

3. legge obiettivo;

4. ricostruzione zone terremotate (Belice, Irpinia e Basilicata, Marche ed Umbria, Molise e Puglia) e tutti gli altri interventi in materia di protezione civile;

5. edilizia sanitaria;

6. realizzazione di infrastrutture per la banda larga;

7. trasferimenti alla Regione Sicilia;

ritenuto assolutamente inaccettabile, tra l'altro, che attraverso il meccanismo prefigurato si consenta al solo Ministro dell'economia, ripartendo le risorse del fondo predetto, di adottare misure suscettibili di alterare profondamente la scelta di allocazione delle risorse finanziarie stabilita con legge cosa completando il processo di espropriazione del Parlamento dei poteri allo stesso attribuiti a costituzione vigente;

preso atto, altresì, che i meccanismo sopra descritto, come se non bastasse, si fonda su criteri volutamente non espressi nella legge o comunque dalla stessa individuabili, sia pure sulla base di una qualificata lettura tecnica, in quanto fondati sull'imprescrutabile dato del «tendenziale», così da non consentire alcuna possibilità di preventiva comprensione e valutazione dei suoi reali esiti a nessuno dei soggetti istituzionalmente e politicamente responsabili (Capo dello Stato, chiamato a promulgare la legge, Parlamento, chiamato ad approvarla, le diverse amministrazione coinvolte, deputate allo loro attuazione);

considerato che gli investimenti sopra citati costituiscono altresì la parte più significativa di PIL che possa essere direttamente sorretta da risorse pubbliche diversamente rispetto a spese improduttive demagogiche o clientelari,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di modificare immediatamente la disciplina prefigurata, eventualmente previo monitoraggio dell'applicazione, prevedendo adeguate forme di compensazione finanziaria e riportandone le decisioni di utilizzo ai soggetti politicamente ed istituzionalmente responsabili.

9/1746-bis/138. Casero.

 

 

La Camera,

premesso che:

il comma 62 (ex articolo 21 della legge finanziaria recante misure a sostegno delle zone franche urbane istituisce un Fondo per «favorire lo sviluppo economico e sociale, anche tramite interventi di recupero urbano, di aree e quartieri degradati del Mezzogiorno...»;

considerato che la città di Messina è caratterizzata da fenomeni di particolare degrado ed esclusione sociale tali da richiedere un mirato e risolutivo intervento;

considerato altresì che tale grave situazione di degrado urbano, sociale, ambientale e abitativo ha richiesto l'individuazione di sette grandi ambiti di riqualificazione urbana che sono stati oggetto di piani particolareggiati di risanamento già approvati dalla Regione Siciliana. Ciò al fine di disporre un progetto organico ed integrato di rigenerazione urbana capace di contribuire a rimuovere le particolari condizioni di squilibrio territoriale che la città di Messina presenta anche rispetto alle altre grandi città della Sicilia e del Mezzogiorno;

rilevato che tale situazione di degrado è aggravata dalla presenza di tremila baracche e manufatti fatiscenti, in parte ancora eredità del terremoto del 1908 e dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, nei quali vivono almeno 15mila persone in assenza di urbanizzazioni primarie e secondarie;

ritenuto che le risorse a disposizione dell'Amministrazione Comunale di Messina sono insufficienti rispetto alle necessità di un territorio fortemente compromesso, nel quale il protrarsi dell'emarginazione ed esclusione sociale di interi gruppi produce tensione,

impegna il Governo

ad inserire la città di Messina tra le «aree franche urbane» e di destinare una parte significativa delle risorse del Fondo, di cui in premessa, ad interventi da concertare con la stessa Amministrazione Comunale di Messina, finalizzati alla realizzazione delle seguenti opere:

1) costruzione e/o acquisto di alloggi;

2) urbanizzazioni primarie e secondarie;

3) riqualificazione ambientale di aree all'interno dei piani particolareggiati di risanamento.

9/1746-bis/139. Violante, Crisafulli.

 

 

La Camera,

premesso che

sul territorio italiano già incide un numero considerevole di grandi impianti di raffinazione che interessano ben 17 comuni (Augusta, Busalla, Cremona, Falconara Marittima, Gela, La Spezia, Livorno, Mantova, Milazzo, Pantano-Roma, Porto Marghera, Priolo Gargallo, Ravenna, Sannazzaro, Sarroch, Taranto e Tricate), con vistosi effetti urbanistici, viari ed ambientali;

l'articolo 113, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 prevedeva la possibilità di riconoscere un diritto di compartecipazione degli enti locali, sedi di impianti di produzione e di stoccaggio, ai tributi erariali gravanti sui prodotti combustibile di origine fossile per finalità ambientali e commisurata in ragione degli oneri necessari alla gestione del territorio interessato dalla presenza di detti impianti;

tale disposizione non ha trovato applicazione e le amministrazioni interessate si sono trovate a dover far fronte esclusivamente con i propri bilanci agli conseguenti alla presenza di dette strutture industriali -:

impegna il Governo

ad adottare ogni utile iniziative volta a dare attuazione alla citata disposizione o, comunque, a individuare misure alternative che consentano alle amministrazioni locali di rispondere alle esigenze della cittadinanza e alla salvaguardia del territorio.

9/1746-bis/140.Maderloni, Vannucci, Andrea Ricci, Cesini, Galeazzi, Morri, Attili, Lomaglio, Misuraca, Marinello.

 

 

La Camera,

premesso che:

la 1o Facoltà di Medicina (Io Policlinico) dell'Università degli Studi Federico Il di Napoli è ubicata nel cuore del suo Centro Storico, in edifici in gran parte fatiscenti e nella situazione di degrado comune alla maggioranza degli edifici circostanti, dovuto alla vetustà e ai danni causati dal terremoto del 1980, che rese addirittura necessario l'abbattimento di un intero padiglione;

si tratta di una struttura che costituisce il primo nucleo della storica e frequentatissima Facoltà di Medicina di una Università giunta al suo 783o anno dalla sua fondazione; l'attuale Piano regolatore prevede la destinazione di quell'area - sede di antichi insediamenti greci - a Parco Archeologico, con la conseguenza che le strutture del Policlinico ivi esistenti dovranno necessariamente trovare altra collocazione -:

impegna il Governo

a sostenere - nell'ambito dei ripristinandi fondi per l'edilizia universitaria e sanitaria -il reperimento di altri idonei siti e complessi nei quali trasferire la storica Facoltà.

9/1746-bis/141. Alfredo Vito, Laurini.

 

 

La Camera,

premesso che:

dal 2001 ad oggi i settori della musica e dello spettacolo hanno subito una costante e gravissima flessione, rispetto alla quale il progetto di legge finanziaria 2007 (A.C. 1746-bis) purtroppo non prevede i correttivi complessivamente auspicati;

l'articolo 165 del progetto di legge finanziaria per l'anno 2007, concernente le norme di razionalizzazione e risparmio in materia di spettacolo, prevede infatti disposizioni che incidono negativamente sulla promozione e la ricerca nel campo musicale (e, dunque, sul futuro stesso della produzione musicale), nonché sulle agevolazioni tariffarie stabilite per i trasporti di singoli artisti e dei complessi musicali;

in particolare, è prevista l'abrogazione dell'articolo 37 della legge 14 agosto 1967, n. 800, che attiene alla concessione di sovvenzioni a istituzioni ed associazioni senza scopo di lucro che effettuano concorsi di composizione ed esecuzione musicale, corsi di avviamento e perfezionamento professionale, stagioni liriche sperimentali e rassegne musicali, nonché l'abrogazione dell'articolo 40 della medesima legge, che riguarda un fondo speciale destinato a sostenere iniziative intese alla diffusione della cultura musicale, alla concessione di borse di studio, alle facilitazioni tariffarie per trasporti di artisti e di materiali o attrezzature per l'allestimento di spettacoli, e contributi per i complessi bandistici (fondo esiguo che, in ogni caso, una volta soppresso, consentirebbe un risparmio trascurabile, pari a circa 100.000 euro);

inoltre, il medesimo articolo 165 del progetto di legge finanziaria 2007, stabilisce l'abrogazione dell'articolo 8 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 21 aprile 1994, n. 394, nonché dei titoli III e IV del decreto del Ministero per i beni delle attività culturali 21 dicembre 2005 che, rispettivamente, attengono esclusivamente all'autorizzazione per l'esercizio di parchi di divertimento e alla concessione di contributi in favore dello spettacolo viaggiante;

all'articolo 165, comma 3, vengono poi modificati i criteri di ripartizione della quota del Fus (Fondo unico dello spettacolo) destinata alle Fondazioni lirico-sinfoniche che, in particolare, si prevede che siano determinati esclusivamente sulla base degli elementi «quantitativi e qualitativi della produzione offerta» e, fatto ancora più preoccupante, che tengano conto degli «interventi di riduzione delle spese» (dunque, senza alcuna salvaguardia della qualità del lavoro, del risultato culturale e della diffusione della produzione);

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative tese a reintegrare i fondi tagliati ai settori della musica e dello spettacolo;

a procedere ad una iniziativa normativa di revisione della legge istitutiva delle fondazioni lirico-sinfoniche, da concertare con le categorie direttamente interessate, come richiesto unanimemente più volte dagli operatori del settore;

ad introdurre nuovi criteri per l'attribuzione della quota del Fondo unico per lo Spettacolo destinata alle fondazioni lirico-sinfoniche che, in particolare, siano ispirati alla salvaguardia della qualità del lavoro, del risultato culturale e della diffusione della produzione.

9/1746-bis/142. Guadagno detto Vladimir Luxuria, De Simone, Folena.

 

 

La Camera,

premesso che:

al comma 1 dell'articolo 193 del disegno di legge in esame si prevede un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi, al quale concorrono gli asili nido, i servizi integrativi, diversificati per modalità strutturali, di accesso, di frequenza e di funzionamento e i servizi innovativi nei luoghi di lavoro, presso le famiglie e presso i caseggiati, al fine di raggiungere entro il 2010 l'obiettivo comune della copertura territoriale del 33 per cento fissato dal Consiglio europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000;

la realizzazione del piano è affidata ad una specifica intesa in sede di Conferenza unificata, promossa dai ministri interessati, al fine di raggiungere posizioni unitarie e obiettivi comuni in tutte le Regioni;

al comma 2 del medesimo articolo, è prevista la possibilità di utilizzare per le medesime finalità parte delle risorse stanziate per il fondo per le politiche per la famiglia di cui all'articolo 192;

la Strategia di Lisbona, nel 2000, ha identificato lo sviluppo delle strutture per l'infanzia come uno degli snodi principali per l'incremento della partecipazione femminile al mercato del lavoro in modo da raggiungere l'obiettivo del 60 per cento entro il 2010;

nel marzo 2002, il Consiglio europeo di Barcellona ha invitato gli stati membri ad elevare l'offerta di asili nido, in modo di consentire la frequenza al 33 per cento dei bambini sotto i tre anni entro il 2010;

la copertura territoriale di asili nido, al 31 dicembre 2005, era pari al 9,9 per cento;

il Centro nazionale di documentazione per l'infanzia e l'adolescenza stima che per ogni incremento del 5 per cento della copertura nazionale sia necessario uno stanziamento di due miliardi di euro;

il fondo previsto, di conseguenza, rischia, stante l'attuale congiuntura economica, di risultare nettamente inferiore alle risorse che sarebbero necessarie al raggiungimento dell'obiettivo-:

impegna il Governo

a verificare la possibilità, pur nelle ristrettezze imposte dall'attuale stato dei conti pubblici, di reperire ulteriori risorse atte al raggiungimento dell'obettivo dei 100 mila nuovi posti in asili nido;

a stabilire un rapporto di cooperazione tra Stato, Regioni e Autonomie locali, nell'ambitol delle rispettive assunzioni di responsabilità, affinché si possa concretamente raggiungere l'obiettivo previsto dal Consiglio europeo di Barcellona di consentire al 33 per cento dei bambini al di sotto dei tre anni di poter usufruire di asili nido.

9/1746-bis/143. Smeriglio, Dioguardi, Caruso.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'impianto redistributivo previsto dalla manovra finanziaria a favore delle fasce meno abbienti della popolazione, con particolare riguardo alle posizioni reddituali che prevedono carichi di famiglia, appare assolutamente positivo;

nel modificare le disposizioni relative all'IRPEF, tuttavia sono rimaste inalterate norme inerenti la materia che rischiano di vanificare o depotenziare - rispetto ad alcune situazioni specifiche - i benefìci previsti dalla legge finanziaria 2007 attinenti alle detrazioni che sono state introdotte per carichi di famiglia e agli aumentati assegni familiari;

in particolare, si segnala la mancata modifica del comma 2 dell'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986 n. 917, che fissa in euro 2840,52, al lordo degli oneri deducibili, la soglia oltre la quale non è possibile beneficiare delle detrazioni e degli assegni familiari;

tale disposizione, in astratto comprensibile, non prevedendo distinzioni tra le tipologie di reddito, può dar luogo a possibili paradossi applicativi;

tra le tipologie di reddito che meriterebbero una differenziazione o una diversa considerazione, vi è la pensione di reversibilità per la quota parte devoluta ai minori, rispetto alla quale opera il principio della automatica rivalutazione;

impegna il Governo

ad assumere iniziative normative per trovare i necessari correttivi, onde evitare che un intervento positivo, quale quello concernente la nuova disciplina fiscale sul reddito, ponga in condizioni di svantaggio proprio le situazioni che, con tale intervento normativo, si intendono tutelare.

9/1746-bis/144. Mungo, Andrea Ricci.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 112 del provvedimento in esame autorizza uno stanziamento annuale di 10 milioni di euro per il triennio 2007-2009 finalizzato alla realizzazione di progetti per la società dell'informazione, attraverso un decreto del Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione;

la tecnologia rappresenta un supporto fondamentale per favorire l'efficienza, la competitività e facilitare l'accesso alla conoscenza dei cittadini;

l'espressione «software open source» si riferisce alla possibilità per gli utenti di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software, mettendo il prodotto finale a disposizione di tutta la comunità;

l'accesso al codice sorgente del programma è la condizione necessaria per l'utilizzo del software libero;

lo sviluppo e l'applicazione di software open source o codice sorgente all'interno della pubblica amministrazione consentirebbe un notevole risparmio in termini economici e una maggiore efficienza del sistema;

impegna il Governo

ad adottare iniziative tese a sviluppare e applicare software open source nella pubblica amministrazione;

a disporre la creazione di un apposito sito internet dove eventualmente raccogliere i codici sorgenti, gli eseguibili e la documentazione dei software open source di proprietà della pubblica amministrazione al fine di metterli a disposizione delle altre amministrazioni ed enti pubblici.

9/1746-bis/145.(Testo modificato nel corso della seduta) Mascia, Cuperlo, Folena, De Simone, Falomi.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 165, comma 5, del progetto di legge n. 1746-bis «finanziaria 2007» pur introducendo positive modifiche al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28, in tema di Riforma della disciplina in materia di attività cinematografiche, lascia pressoché inalterate talune norme gravi e dannose per la produzione cinematografica;

considerata:

l'inadeguatezza del contributo erogato per lungometraggi di riconosciuto interesse culturale e la mancata erogazione di un anticipo dello stesso (anticipo peraltro spesso indispensabile per consentire l'avvio di una produzione);

la possibilità di revocare il contributo in caso di variazioni al trattamento o al cast tecnico-artistico, fortemente penalizzante per la creatività degli autori, in quanto l'impresa produttrice, in caso di revoca del contributo, non solo dovrebbe restituire l'intero importo del contributo, ma non avrebbe la possibilità di accedervi per 5 anni;

la potenziale congerie tra sostegno alla produzione filmica e alla scrittura di scenografie;

l'insufficiente specificazione dei criteri per l'inserimento di componenti nella giuria per i premi ai film qualitativamente eccellenti.

impegna il Governo

ad adottare iniziative normative volte a modificare in generale la normativa in materia cinematografica - segnatamente l'articolo 13 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28 - di talché essa favorisca effettivamente la produzione e quindi la fruizione di opere di pregnante qualità culturale ed eccellente fattura;

in particolare, a rivedere il quantum del contributo statale da assegnare ai lungometraggi e cortometraggi riconosciuti di interesse culturale, stabilendo che debba essere pari, rispettivamente, al 50 per cento e al 90 per cento del costo del film;

a prevedere che la restituzione del contributo statale eventualmente accordato abbia luogo solo a seguito dell'effettivo rientro economico da parte dei soggetti che hanno contribuito alla copertura del costo del film;

ad incentivare l'avvio della produzione cinematografica, anche stabilendo la possibilità di un acconto sui contributi;

a prevedere che, in caso di modifiche sostanziali alla sceneggiatura o al cast tecnico non approvate dalla sottocommissione di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28/2004, faccia seguito la modifica o la mera revoca del contributo statale accordato;

a fare un distinguo, nell'ambito della disciplina che regola il settore, tra il contributo statale concesso all'autore per lo sviluppo di sceneggiature di particolare rilievo culturale e sociale e il contributo erogato al produttore per lo sviluppo delle sceneggiature;

a rivedere i criteri di composizione della giuria chiamata a ad attribuire i premi di qualità, prevedendo che non debba essere genericamente composta da personalità della cultura, bensì da «personalità della professione e della cultura cinematografica».

9/1746-bis/146. De Simone, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Folena.

 

 

La Camera,

premesso che:

la situazione del Mezzogiorno continua a presentare significativi elementi di criticità in termini di tassi di sviluppo ed indicatori sociali;

desta grande preoccupazione l'estensione delle condizioni di incapienza e, più in generale, la presenza di redditi bassi spesso inferiori alla soglia di povertà;

permangono tassi di disoccupazione e di sottoccupazione elevati che comportano non solo condizioni di emarginazione sociale, ma anche una propensione ai trasferimenti in altre realtà regionali, specialmente in fasce giovanili a più alto livello di scolarità;

risulta particolarmente grave la carenza di servizi sociali sia nel settore sociosanitario sia in quello educativo;

esiste un cronico deficit di infrastrutture a livello territoriale pregiudizievole non solo del godimento di elementari diritti - a partire da quelle alla mobilità - ma anche al rilancio economico;

lo sviluppo locale, disomogeneamente diffuso, è frenato dall'inadeguatezza delle risorse manageriali, dalla carenza finanziaria, dall'insufficiente riqualificazione delle produzioni tradizionali, dalle esiguità della presenza di settori innovativi;

la difficile situazione socio-economica alimenta un disagio sociale diffuso: cui si aggiunge la recrudescenza di fenomeni malavitosi che non consentono di garantire ai cittadini le indispensabili condizioni di sicurezza;

le misure adottate nella finanziaria sono positivamente ispirate all'obbiettivo di alimentare - attraverso gli interventi sul cuneo fiscale, il credito d'imposta e l'utilizzo delle risorse destinate alle opere infrastrutturali - una nuova fase di sviluppo;

lo sviluppo del Mezzogiorno richiederà un impegno e, in particolare, si renderà necessario programmare incisivi interventi in tema di:

1. sostegno all'incapienza (in particolare attraverso l'utilizzo di adeguate risorse da impiegare nel finanziamento del reddito di cittadinanza);

2. adeguamento della rete dei servizi sociali (potenziamento delle strutture, uniformità nella dotazione territoriale delle stesse e loro riqualificazione) riducendo i differenziali esistenti tra Nord e Sud del Paese;

3. sostegno all'occupazione (attraverso la stabilizzazione del precariato, l'attivazione di impegni di utilità sociale e il potenziamento dell'offerta di lavoro nel settore produttivo locale);

4. rilancio e attivazione dello sviluppo (attraverso la riqualificazione dei settori tradizionali, l'adeguamento della rete infrastrutturale, lo sviluppo di attività innovative e il rafforzamento del potenziale tecnologico);

5. potenziamento della funzione «cerniera» del Mezzogiorno fra Europa e Paesi del Mediterraneo (attraverso lo sviluppo di una offerta di buoni servizi e di un sodalizio nei settori della formazione, della ricerca, delle nuove tecnologie e delle produzioni di qualità);

impegna il Governo

a promuovere entro il primo semestre del 2007 una Conferenza nazionale sul Mezzogiorno con la partecipazione delle istituzioni nazionali e locali, le parti sociali nonché l'associazionismo al fine di definire un organico piano di rilancio dello sviluppo socio-economico del Mezzogiorno.

9/1746-bis/147. De Cristofaro, Migliore, Pegolo.

 

 

La Camera,

premesso che:

è necessario dare effettiva attuazione a quanto previsto dalla direttiva UE/98/95 [articolo 7, (37), punti 2, 3], e già recepito dalla normativa nazionale, giacché tra gli elementi irrinunciabili di politica di valorizzazione delle produzioni di qualità dell'agricoltura italiana figurano le azioni in difesa dell'agrobiodiversità;

la Commissione Europea ha formalizzato un Documento di Lavoro (COMMISSION DIRECTIVE../.../EC «setting out implementing measures for the purposes of Council Directives 66/401/EEC, 66/402/EEC 2002/53/EC, 2002/54/EC, 2002/55/EC, 2002/56/EC and 2002/57/EC as regards the certification and marketing of seed and seed mixtures in the interest of conserving plant genetic resources») proponente la stesura di una direttiva specifica sulle cosiddette «varietà da conservazione»;

la suddetta direttiva è ancora sottoposta a negoziato tra i Paesi; sarebbe auspicabile un intervento da parte del Parlamento sulla materia;

il 31 marzo 2004, tra i primi 13 strumenti di ratifica del «Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura» depositati presso la FAO, figura quello della Unione Europea - che anche l'Italia ha ratificato (legge 6 aprile 2004, n. 101, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 73/L del 23 aprile 2004), e che è entrato in vigore in data 29 giugno 2004 - finalizzato proprio alla difesa dell'agrobiodiversità e prescrittivo di obblighi sia per l'Unione Europea, sia per il nostro Paese, a cui occorre ottemperare;

tra tali obblighi, vi è quello concernente l'applicazione integrale dell'articolo 9 sui «Diritti degli Agricoltori» che prevede la messa in atto di misure concrete per la difesa di accesso alle risorse genetiche da parte degli agricoltori stessi;

un impegno in tal senso è anche desumibile a seguito della ratifica ed esecuzione del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura, adottato dalla trentunesima riunione della Conferenza della FAO, svoltasi a Roma il 3 novembre 2001, e attuato con la legge n. 101 del 6 aprile 2004, G.U. n. 95 del 23 aprile 2004 suppl. ord.;

è comunemente noto ed ammesso che il materiale genetico - le sementi e gli animali - a disposizione dell'agricoltura biologica, e da questa acquistate sul libero mercato, per la natura della selezione stessa, non risponde alle esigenze e alle tecniche colturali adoperate da questo comparto che oggi, uscito dall'isolamento, vale almeno 2,5 miliardi di euro per l'economia nazionale,

impegna il Governo

a destinare almeno il 20 per cento della somma annualmente impegnata nell'attività di ricerca agricola, nonché a sostenere programmi e progetti realizzati dalle associazioni degli agricoltori biologici in collaborazione con appropriati istituti di ricerca agricola nazionale o internazionale tesi alla produzione in azienda di sementi e materiali di moltiplicazione, razze o popolazioni di animali specificamente adatte a questo sistema di produzione agricola, anche attraverso il recupero, la valorizzazione e la messa in produzione di razze, varietà e popolazioni dette «di conservazione»;

a sostenere altresì programmi o progetti della natura di cui sopra richiesti da Regioni o istituti di ricerca o associazioni di agricoltori e comunque destinati a sviluppare capacità delle aziende agricole a produrre le sementi necessarie al proprio fabbisogno, impegnando almeno il 5 per cento della somma disponibile per il finanziamento delle attività di ricerca agricola;

a riconoscere come appropriate tutte le attività di risemina di coltivazioni originate da sementi certificate o la selezione animale aziendale su animali iscritti ai libri genealogici condotte nelle aziende biologiche e pertanto valide a tutti gli effetti per mantenere il diritto ad accedere a qualunque sostegno pubblico, comunitario, nazionale e regionale fosse disponibile per tali aziende.

9/1746-bis/148. Lombardi, Sperandio, Lion, Fundarò, Zucchi, Cesini, Franci, Servodio.

 


La Camera,

premesso che:

i commi 1 e 2 dell'articolo 15 del provvedimento in esame ampliano le ipotesi di utilizzo degli immobili confiscati alle persone indagate per il reato di cui all'articolo 416-bis (associazione di tipo mafioso);

la normativa vigente in materia di confisca dei beni si è rivelata inefficace aprendo insanabili contraddizioni rispetto all'utilizzo sociale dei beni confiscati;

pertanto beni dall'alto valore simbolico che potrebbero essere valorizzati e portare benefici alle casse dello Stato sono lasciati nell'abbandono e nel degrado;

l'ultimo periodo del comma 2 dell'articolo 15 del provvedimento in esame prevede la nomina da parte del prefetto di un commissario con poteri sostitutivi se entro un anno dal trasferimento l'ente territoriale non ha provveduto alla destinazione del bene;

impegna il Governo

ad assumere tutte le iniziative necessarie per rendere più trasparenti e snellire le procedure di confisca dei beni di proprietà delle persone indagate per il reato di cui all'articolo 416 bis (associazione di tipo mafioso);

ad adottare opportune iniziative affinché sia nominato un commissario con poteri sostituivi qualora il direttore centrale del demanio non provveda ad adottare il provvedimento di cui al comma 1 dell'articolo 2-nonies della legge 31 maggio 1965, n. 575, o qualora il competente ufficio del territorio non provveda alla formulazione della proposta di cui al comma 1 dell'articolo 2-decies della legge 31 maggio 1965, n. 575;

a censire i beni ad oggi confiscati al fine di quantificare il valore del patrimonio complessivo a disposizione dello Stato e il suo attuale utilizzo.

9/1746-bis/149. Daniele Farina, Dioguardi.

 

 

La Camera,

premesso che:

è sempre più cospicuo il numero di adolescenti e giovani affetti da patologie mentali;

fronte di una simile emergenza, appaiono assolutamente inadeguati gli interventi a tutela della salute mentale degli adolescenti e dei giovani adulti;

impegna il Governo

ad istituire un apposito fondo da assegnare alle Regioni per il tramite del Ministero della Salute, previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, finalizzato all' istituzione presso le ASL di Unità Operative Complesse per gli adolescenti e i giovani adulti, nonché al potenziamento di quelle esistenti, delle residenze temporanee protette, dei gruppi appartamento, dei presidi territoriali e centri diurni.

9/1746-bis/150. Caruso, Smeriglio.

 

 

La Camera,

premesso che:

con l'approvazione dell'articolo 26 della legge finanziaria si è attuata un importante consolidamento delle politiche energetiche da fonti rinnovabili;

in questo contesto lo sviluppo dell'eco-diesel può risultare utile ad una politica di differenziazione delle fonti energetiche e di fuoriuscita dall'utilizzo esclusivo degli idrocarburi di origine fossile;

l'eco-diesel rappresenta una importante opportunità per il settore agricolo nazionale perché asseconda la tendenza alla multisettorialità delle imprese agricole rafforzando il concetto di produzione energetica finalizzata al «ciclo corto»;

tale scelta di sviluppo non appare sufficiente a riconvertire il sistema energetico attuale;

le filiere agro-energetiche ecocompatibili ed ecosostenibili dovrebbero essere rispettose del paesaggio dei territori;

i prodotti con cui si realizza l'eco-diesel non dovrebbero essere raccolti in Paesi con grave ritardo di sviluppo, in quanto impoveriscono di risorse primarie e desertificano la biodiversità negli stessi;

impegna il Governo

ad attuare una politica di sviluppo e sostegno delle filiere agro-energetiche che colleghi (anche integrando i redditi agricoli delle aziende associate e singole) la produzione e la trasformazione agro-energetica al territorio, e che vincoli a valutazione di impatto ambientale e paesaggistico la produzione in questione in accordo e coordinamento con le Regioni, di talché venga contemperato il bilancio energetico del ciclo con l'analisi del «ciclo di vita», al fine della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, in coerenza di quanto stabilito con il protocollo di Kyoto.

9/1746-bis/151. Sperandio, Lombardi, Satta, Cesini, Maderloni, Pertoldi, Lion.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 53 della Costituzione informa il sistema tributario al principio della progressività;

l'imposizione locale deve essere improntata al medesimo;

lo spirito redistributivo, che permea l'intera manovra finanziaria, va salvaguardato ove possibile anche a livello decentrato;

talune importanti Regioni hanno già introdotto, nell'applicazione dell'addizionale IRPEF, elementi significativi di progressività;

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di poter modulare le aliquote addizionali IRPEF secondo criteri di progressività e di poter stabilire soglie di esclusione totale o parziale, fatto salvo il rispetto - per quanto riguarda l'ammontare complessivo del prelievo - del massimale dell'aliquota fissato nello stesso articolo 7.

9/1746-bis/152. (Testo modificato nel corso della seduta) Pegolo, Andrea Ricci, Mungo.

La Camera,

premesso che:

l'articolo 5-bis della legge finanziaria novella il comma 12-bis dell'articolo 35 del decreto-legge 223/2006 (meglio noto come decreto Bersani-Visco) riguardo alla modalità e ai tempi di attuazione dello strumento della tracciabilità sui compensi dovuti per prestazioni professionali;

tale modifica rende più graduale, ma non per questo meno efficace, la misura di contrasto all'evasione fiscale, già disposta con il decreto Bersani-Visco, ma comporta un aumento del complesso delle operazioni bancarie, derivante dall'aumento dei pagamenti con mezzi diversi dal denaro contante;

detta previsione si traduce, da un lato, in maggiori spese per i cittadini che effettuano i pagamenti e per i professionisti che li ricevono e, dall'altro, in maggiori introiti per gli istituti bancari;

impegna il Governo

ad intraprendere una costruttiva relazione con l'Associazione Bancaria Italiana (ABI) per la riduzione dei costi bancari per le operazioni e per l'aumento del numero delle operazioni esenti al fine di accompagnare e rendere effettivo il provvedimento sulla tracciabilità, affinché esso raggiunga gli scopi previsti per la riduzione dell'evasione fiscale senza recare nocumento agli utenti.

9/1746-bis/153. Ferrara, Mungo, Andrea Ricci.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 113 (fondo di investimento per le esigenze di difesa nazionale) prevede l'istituzione di un apposito fondo iscritto nello stato di previsione del Ministero della Difesa, con una dotazione di 1.700 milioni di euro per l'anno 2007, di 1.550 milioni di euro per l'anno 2008 e di 1.200 milioni di euro per l'anno 2009, per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale per esigenze di difesa nazionale, derivanti a accordi internazionali;

si tratta di uno stanziamento molto sostanzioso, soprattutto tenendo conto dei vincoli di bilancio sulla base dei quali è stata costruita la finanziaria 2007;

nella nota aggiuntiva allo stato di previsione per la difesa per l'anno 2007 presentata al Parlamento dal Ministro della Difesa vengono individuati i relativi capitoli di spesa e investimento;

non emerge però con chiarezza quali siano le ragioni di fondo in termini di legittime strategie militari;

impegna il Governo

ad illustrare al Parlamento al più presto il quadro complessivo degli investimenti programmati, gli accordi internazionali ai quali corrispondono, le connessioni con le strategie di difesa nazionale, le ricadute in termini di spesa e di occupazione;

a valutare la possibilità di rivedere le scelte fino ad oggi operate anche al fine di ricalibrare gli impegni su programmi di investimenti derivanti da accordi internazionali che non risultassero non più prioritari;

a comunicare in tempi congrui al Parlamento le iniziative governative in materia di difesa al fine di lasciare alle Camere la possibilità di intervenire nelle decisioni finali.

9/1746-bis/154. (Testo modificato nel corso della seduta) Deiana, Duranti, Migliore.

 

 

La Camera,

premesso che:

la possibilità per le persone immigrate di veder tutelato il diritto alla salute costituisce l'aspetto essenziale di una politica di accoglienza e di inclusione;

l'esercizio di tale diritto implica che le straniere e gli stranieri abbiano accesso e fruiscano dei servizi sanitari al pari degli altri cittadini;

il diritto alla salute, benché principio costituzionalmente garantito, fatica ad affermarsi nei confronti delle cittadine e dei cittadini immigrati in riferimento alle possibilità effettive di accesso ai servizi sanitari di prevenzione e di cura;

le difficoltà di accesso ai servizi socio-sanitari sono ancor più pesanti per gli stranieri presenti in Italia in condizioni di irregolarità, i quali si vedono garantire solo le urgenze e le cure essenziali;

l'articolo 99 del provvedimento in esame finanzia e promuove la creazione di un «Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà», rispondendo in maniera culturalmente sbagliata al problema del diritto alla salute, a partire dalla sua stessa denominazione;

non esistono, infatti, malattie delle popolazioni migranti in quanto tali, ma malattie derivate dall'impoverimento e dalle condizioni di svantaggio sistematico;

un serio progetto di sperimentazione gestionale dovrebbe garantire nuovi modelli di gestione che prevedano una efficace interazione tra strutture del Servizio sanitario nazionale e utenti stranieri secondo un approccio culturale che parta dal riconoscimento del diritto alla salute in condizioni di uguaglianza:

impegna il Governo

a rimuovere i principali ostacoli che impediscono il pieno esercizio del diritto alla salute, alla prevenzione sanitaria e alle cure mediche da parte di tutte le cittadine e di tutti i cittadini immigrati presenti sul territorio nazionale;

a prendere iniziative tese ad inserire nelle strutture sanitarie, con particolare riguardo al servizio di pronto soccorso e ai reparti di maternità e di pediatria, figure di interpreti e di mediatori linguistico- culturali al fine migliorare la comunicazione tra servizi sanitari pubblici e popolazione immigrata.

9/1746-bis/155. Frias.

 

 

La Camera,

premesso che:

nel provvedimento in esame sono stati stanziati fondi al fine di realizzare una migliore correlazione tra lo sviluppo economico, assetto territoriale e organizzazione dei trasporti, anche allo scopo di favorire il riequilibrio modale degli spostamenti quotidiani in direzione del trasporto pubblico locale, attraverso il miglioramento dei servizi offerti e per la finalità di sicurezza ferroviaria;

secondo i dati di Cento Stazioni (società del Gruppo FS) la stazione di Bergamo vanta 10 milioni e 300 mila presenze all'anno, pari a 28 mila viaggiatori in media al giorno;

i pendolari in partenza da Bergamo per Milano sono 7-8 mila in media al giorno;

la domanda di trasporto ferroviario sulla linea Bergamo-Milano è in continuo aumento in relazione alla congestione e pericolosità dell'autostrada A4 tra Brescia e Milano, e al traffico da e per l'aeroporto di Orio al Serio (5 milioni di presenze nel 2005);

è facilmente prevedibile un ulteriore incremento di passeggeri se il servizio offerto vedrà una riduzione significativa dei tempi di percorrenza (attualmente intorno ad un'ora) e una maggiore affidabilità (meno ritardi e soppressioni);

il progetto del raddoppio della tratta ferroviaria Bergamo-Treviglio di fatto non è stato completato in assenze dei lavori di realizzazione di un cavalcavia per l'innesto sulla linea principale in direzione Milano («scavalco») finalizzato ad evitare l'attraversamento a raso dei 4 binari della Milano-Venezia (che non garantirebbe lo stesso livello di sicurezza ai convogli e ai passeggeri in transito),

impegna il Governo

a tener conto delle esigenze del necessario completamento del raddoppio della tratta ferroviaria Bergamo-Treviglio, in particolare ad operare la realizzazione dello «scavalco» (o «salto di montone») al bivio Bergamo-Treviglio.

9/1746-bis/156. (Testo modificato nel corso della seduta) Locatelli, Misani, Sanga, Mario Ricci, Olivieri.

 

 

La Camera,

premesso che:

la possibilità per le persone immigrate di veder tutelato il diritto all'istruzione costituisce un aspetto essenziale di una politica di accoglienza e di inclusione;

l'esercizio di tale diritto implica che le straniere e gli stranieri abbiano accesso e fruiscano dei servizi sociali al pari degli altri cittadini;

la scuola italiana, nonostante la presenza degli alunni figli di genitori immigrati nelle scuole italiane sia in crescente aumento, non garantisce percorsi scolastici che tengono conto di esperienze di apprendimento plurale e di inclusione sociale;

l'insufficienza di risorse finanziarie si riflette in un aumento evidente del disagio sociale degli alunni stranieri, nell'aumento degli abbandoni scolastici, in nuove forme di segregazione culturale e sociale, nell'aggravamento generale delle condizioni di vita della popolazione immigrata;

anche le recenti «Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri», formulate dal Ministero per la Pubblica Istruzione al fine di individuare gli indirizzi essenziali sui quali costruire modelli di accoglienza scolastica, risultano fortemente penalizzate dalla mancanza o insufficienza di risorse finanziarie;

la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo prevede che sia riconosciuto il diritto all'educazione in base all'uguaglianza delle possibilità,

impegna il Governo

a realizzare interventi che, attraverso l'uso di strumenti didattici e organizzativi mirati a colmare il gap fra alunne e alunni di origine immigrate e alunne e alunni nativi, favoriscano il diritto allo studio;

ad adottare un piano di formazione per l'insegnamento dell'italiano come seconda lingua, rivolto ai docenti della scuola primaria;

ad inserire in ambito scolastico mediatori linguistico-culturali che sostengano l'inserimento sociale degli alunni e delle alunne immigrati, e favoriscano il rapporto scuola-famiglia.

9/1746-bis/157. Acerbo, Frias.

 

 

La Camera,

premesso che:

4il provvedimento in esame prevede l'istituzione presso il Ministero della solidarietà sociale del «Fondo per le non autosufficienze» con la finalità di incrementare il sistema di protezione sociale e di cura delle persone non autosufficienti;

la cura delle persone non autosufficienti ricade sostanzialmente sulle famiglie, ed in particolare sulle donne;

l'assistenza domiciliare alle persone non autosufficienti costituisce uno degli sbocchi in cui principalmente trovano collocazione lavorativa le donne immigrate;

appare opportuno che, specie alle famiglie con redditi bassi, possa essere garantito l'accesso all'assistenza domiciliare;

il controllo pubblico di questo aspetto dell'assistenza domiciliare garantirebbe contestualmente la regolarità dei relativi contratti di lavoro,

impegna il Governo

ad adottare ogni utile iniziative volta a:

prevedere forme di sostegno a favore delle famiglie a basso reddito che assumono le lavoratrici della cura;

prevedere, nell'ambito dei piani socio-educativi pubblici, interventi per il riconoscimento della valenza sociale del lavoro di cura e assistenza svolto prevalentemente dalle lavoratrici migranti.

9/1746-bis/158. Franco Russo, Frias.

 

 

La Camera,

premesso che:

nel disegno di legge in esame sono previste misure a sostegno della maternità e paternità;

in particolare all'articolo 86 sono previste, se pur in maniera parziale, l'indennità di malattia e i congedi parentali per i lavoratori a progetto e categorie assimilate;

nel disegno di legge in esame, tuttavia, non si è entrati nel merito di quanto disposto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 «Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e paternità» che all'articolo 34 (trattamento economico e normativo per i periodi di congedo parentale) risulta essere di difficile se non impossibile applicazione, e all'articolo 39 (riposi giornalieri delle madri) è oggettivamente restrittivo;

a conferma di ciò in una ricerca, effettuata dall'Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, sulla fruizione del congedo parentale in Italia, effettuata in Italia nel 2004 su un campione di 242.725 dipendenti di Enti Pubblici, si affermava che solo il 4 per cento avevano usufruito di tale istituto;

tale percentuale, su un campione di 27 aziende private, risultava addirittura inferiore raggiungendo il 2,9 per cento;

quanto disposto dall'articolo 34 decreto legislativo in oggetto, infatti, pur riconoscendo dei diritti non tiene in alcuna considerazione la diversità di condizione economica, con il risultato di non rendere possibile, a chi percepisce un reddito basso, di potere usufruire di quanto previsto per legge e all'articolo 39 concede riposi giornalieri alle lavoratrici madri esclusivamente durante il primo anno di vita del bambino, non tenendo in considerazione una necessità delle madri che va ben al di là del primo anno di vita del bambino;

impegna il Governo

a prevedere la possibilità di modificare, con una percentuale di indennità diversificata a seconda del reddito percepito, il decreto legislativo di cui alle premesse per quanto riguarda il trattamento economico previsto per i lavoratori e le lavoratrici in caso di congedo parentale, al fine di consentire realmente a tutti di usufruire di un diritto previsto per legge;

a considerare la possibilità di consentire alle lavoratrici madri di potere usufruire durante i primi otto anni di vita del bambino dei riposi giornalieri, modificando in tal senso quanto previsto dall'articolo 39 del decreto legislativo di cui alle premesse, al fine di consentire alle stesse di poter vivere la propria maternità in maniera più serena;

ad attivarsi, pur avendo il merito di avere affrontato, nel disegno di legge in esame, per la prima volta i problemi dei lavoratori precari, affinché si arrivi nel nostro Paese ad una legislazione comune e agli stessi diritti per quanto riguarda i lavoratori dipendenti e quelli precari.

9/1746-bis/159. Dioguardi, Smeriglio, Caruso.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'emergenza abitativa, nel nostro Paese, ha subito nell'ultimo decennio una crescita esponenziale, allargando il disagio sociale a fasce di popolazione sempre più ampie, aumentando insicurezza e vulnerabilità sociale;

i dati più recenti riguardo a tale delicata questione testimoniano addirittura che trattasi di un problema che rischia di uscire dall'emergenzialità per assumere carattere strutturale;

600 mila sono, sul territorio nazionale, le richieste di accesso alle case popolari dichiarate idonee e inevase;

dal 1997 ad oggi il 70-80 per cento degli sfratti avvengono per morosità;

nel 2004 il debito contratto dalle famiglie con gli istituti di credito per i mutui accesi per acquisto della casa ammontava a 180 miliardi di euro;

la liberalizzazione dei canoni di affitto e la vendita di gran parte del patrimonio abitativo degli enti pubblici, attraverso il sistema delle cartolarizzazioni, introdotte dalla legge n. 431 del 1998, ha da un lato innalzato - in particolare, nelle realtà metropolitane - l'incidenza dei canoni di affitto sui redditi familiari (superiore al 30 per cento) e, dall'altro, ridotto la disponibilità di edilizia residenziale pubblica, già molto sottodimensionata rispetto alla media europea;

in Italia infatti l'edilizia residenziale pubblica costituisce il 4 per cento del patrimonio abitativo complessivo, mentre la media europea di ERP è pari al 16 per cento dell'intero patrimonio abitativo;

in Europa, al di sotto della media italiana, si trovano soltanto Portogallo e Spagna, ma quest'ultima ha recentemente stanziato un fondo di 8 miliardi di curo da utilizzare nei prossimi quattro anni;

il diritto alla casa è un diritto primario che, in quanto tale, non va regolamentato unicamente dalle leggi del libero mercato;

appare evidente che per risolvere i problemi connessi alla questione abitativa è necessario un intervento legislativo più articolato e un piano nazionale per le politiche abitative;

non solo la legge finanziaria si propone di tenere insieme elementi di risanamento strutturale della finanza pubblica con esigenze di crescita e sviluppo sostenibile e di equità sociale, ma il tema della casa è fondamentale dell'equità sociale,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative, anche normative, volte a:

incrementare il fondo destinato all'Edilizia Residenziale Pubblica e, più in generale, a quella destinata alla locazione a canoni sociali;

adeguare gli stanziamenti per il fondo destinato al sostegno all'accesso alle locazioni quantomeno a quelli già previsti nella finanziaria 2006, pari a 310 milioni di euro.

9/1746-bis/160. (Testo modificato nel corso della seduta) Perugia.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge Finanziaria per il 2007 contiene numerose disposizioni che perseguono l'obiettivo di combattere l'evasione fiscale;

impegna il Governo

ad adottare provvedimenti che, in contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, riaprano i termini della legge n. 449 del 1897, articolo 29, per l'assegnazione agevolata degli immobili delle società «non operative», il cui regime fiscale è stato fortemente inasprito dal decreto-legge n. 223 del 4 luglio 2006, considerato che le modalità e le assegnazioni ai soci, persone fisiche, degli immobili posseduti da dette società «non operative» saranno altresì conformi alla auspicata razionalizzazione e perequazione degli accatastamenti dei fabbricati e che pertanto molte società «non operative» potrebbero fruire dell'agevolazione e liberarsi dell'inutile schermo societario.

9/1746-bis/161. Sanza.

 

 

La Camera,

premesso che:

a Porto Marghera sono in corso importanti interventi interventi pubblici che hanno come obiettivo sia il marginamento di tutti i canali industriali (per un totale di 64 chilometri) in modo da impedire che i veleni contenuti nei suoli industriali circostanti finiscano, attraverso la falda, nelle acque lagunari e nei relativi sedimenti, sia l'asportazione di 7 milioni di metri cubi avvelenati dai canali industriali circostanti le macroisole su cui sono ubicati stabilimenti a rischio di incidente rilevante;

il costo complessivo, per l'esecuzione di tali imponenti opere pubbliche, che sono già state iniziate negli anni precedenti e che debbono essere celermente completate per poter assolvere a fondamentali compiti, di protezione della salute delle popolazioni interessate e del prezioso ambiente lagunare veneziano, ammonta a circa 1022 milioni di euro;

Stato e Regione hanno finora impegnato a tal fine complessivamente 297 milioni di euro;

una parte considerevole dell'importo mancante, per oltre 450 milioni di euro, è stata ricavata dai soggetti proprietari delle aree industriali per effetto del contenzioso giudiziario promosso dal Ministero dell'ambiente e delle tutela del territorio e del mare nonché dal Magistrato alle Acque con l'assistenza dell'Avvocatura distrettuale dello Stato di Venezia, dal momento che tali iniziative giudiziarie hanno portato le società convenute a transigere la lite con la sottoscrizione di specifici contratti in forza dei quali, a fronte degli ingenti impegni finanziari dalle stesse contrattualmente assunti, lo Stato si impegnava ad utilizzare le risorse patrimoniali incassate per il completamento delle opere pubbliche indispensabile, tra l'altro, a garantire la messa in sicurezza dei siti inquinati;

nel corso degli anni 2005 e 2006 sono stati versati dalle imprese, sul relativo capitolo di entrata del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, 185 milioni di euro la cui destinazione era vincolata, sia per specifica disposizione dell'articolo 18 della legge n. 349 del 1986 che per espressi obblighi contrattuali assunti dalle pubbliche Amministrazioni statali, al finanziamento delle opere pubbliche sopra descritte;

tale somma non ha potuto essere utilizzata per l'impiego cui era destinata dal momento che, con circolare n. 7 in data 10 febbraio 2006 del Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della ragioneria generale dello Stato, è stata sposata un'interpretazione restrittiva dei commi 46, 47 e 438 della legge 23 dicembre 2005, n. 266 per effetto della quale è stato impedito al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di riassegnare i predetti importi già incassati dai privati a favore del Magistrato alle Acque per finanziare il completamento dei lavori in corso, in quanto eccedenti il limite generale delle rassegnazioni fissato con la citata circolare;

l'effetto preclusivo della rassegnazione delle somme non sembra affatto essere conseguenza di un divieto contenuto nelle disposizioni della citata legge finanziaria del 2006;

il comma 438 di detta legge, infatti, non prende in considerazione le transazioni stipulate a Porto Marghera che hanno caratteristiche giuridiche tutte particolari;

con le stesse, infatti, i soggetti privati, nel contestare di aver mai arrecato alcun danno ambientale in difetto di qualsiasi accertamento giudiziale di una loro responsabilità in tal senso, si sono obbligati a versare allo Stato ingenti importi patrimoniali espressamente per concorrere alla realizzazione di un'opera pubblica della cui utilità avrebbero potuto finire anche al fine di soddisfare agli obblighi, penalmente sanzionati, della messa in sicurezza dei siti inquinati di cui erano proprietari o custodi. Tale speciale possibilità offerta ai privati, del resto, deriva direttamente dall'Accordo di Programma per la chimica a Porto Marghera, che è stato approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 febbraio 1999, e dagli atti integrativi ed attuativi dello stesso. Per effetto della richiamata normativa speciale, pertanto, lo Stato ha assunto degli obblighi di realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza delle aree inquinate il cui adempimento è stato cofinanziato dai soggetti firmatari o aderenti al citato Accordo di Programma a mezzo delle transazioni sottoscritte per la definizione delle pendenze giudiziarie in atto;

è di tutta evidenza, allora, come non sia stato posto (né avrebbe potuto essere posto) dalla legge finanziaria alcun limite al riutilizzo di risorse economiche messe a disposizione da privati per cofinanziare la realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza ambientale;

persino la invocata circolare n. 7 del 2006 del Ministero dell'economia e delle finanze, interpretando il comma 46 della legge finanziaria, non risulta affatto vietare la rassegnazione dei fondi in questione, dal momento che il loro stanziamento non riguarda alcuna delle categorie economiche assoggettate al monitoraggio (Cat. 1, 2, 5, 6, 7, 21, 23, 24, 25, 26.2);

non ricorre, pertanto, alcun impedimento normativo, primario o secondario, tale da precludere alle Amministrazioni dello Stato che hanno ricevuto le somme corrisposte dai soggetti che hanno transatto le liti giudiziarie proposte dall'Avvocatura dello Stato di Venezia con riferimento agli interventi di messa in sicurezza delle aree industriali di Porto Marghera ad impiegare i predetti importi per gli usi contrattuali stabiliti al fine di accelerare il completamento degli interventi di marginamento dei canali industriali e di scavo e trattamento dei loro sedimenti contaminati,

impegna il Governo

ad adottare ogni provvedimento necessario od utile a consentire l'utilizzo di risorse corrispondenti a quelle già riscosse da destinare alla continuazione degli interventi di messa in sicurezza e di scavo dei canali industriali circostanti Porto Marghera che rischierebbero, altrimenti, di essere ingiustificatamente sospesi, con grave pregiudizio per la collettività, per l'ambiente e persino con rischi di grave responsabilità dei pubblici ufficiali cui il ritardo o il rifiuto fosse imputabile.

9/1746-bis/162. (Testo modificato nel corso della seduta) Fincato, Zanella, Martella, Viola, Cacciari.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge 23 dicembre 2005, n. 266 (articolo 1, comma 556) ha istituito presso il Dipartimento nazionale per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, l'«Osservatorio per il disagio giovanile legato alle tossicodipendenze» nonché il «Fondo nazionale per le politiche giovanili»;

il Fondo, pari a 5 milioni di euro per il 2006, è destinato a favorire le attività dei giovani in materia di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno delle tossicodipendenze;

l'articolo 16, comma 791, dispone un incremento della predetta dotazione di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009,

impegna il Governo

in sede di emanazione del decreto attuativo dell'articolo 16, comma 791, ad adottare le opportune iniziative volte ad escludere dall'accesso al Fondo nazionale per le comunità giovanili e a non considerare tali i seguenti soggetti:

a) le associazioni nei cui statuti non siano esplicitamente previste le finalità di prevenzione del disagio giovanile e di contrasto all'uso di tutte le sostanze stupefacenti secondo le evidenze scientifiche nazionali e internazionali;

b) i partiti politici, le associazioni sindacali, le associazioni professionali e di categoria;

c) i gruppi che occupano abusivamente immobili di proprietà pubblica o privata;

d) i gruppi, le associazioni o le organizzazioni nelle cui strutture si fa uso di sostanze stupefacenti, si pratica la violenza o si promuovono attività illegali o antidemocratiche;

e) i gruppi, le associazioni o le organizzazioni che non garantiscono al proprio interno l'assenza di discriminazioni fondate sul sesso, la razza, l'origine etnica o nazionale, la religione, le convinzioni politiche o la condizione sociale.

9/1746-bis/163. Meloni.

 

 

La Camera,

considerato che il turismo è un settore trainante e con la maggiore capacità di crescita per il nostro paese, ricco del più grande patrimonio naturale, artistico ed architettonico del mondo;

ritenuto che sia necessario adeguare l'Iva sulle strutture alberghiere ai livelli di imposizione previsti in alcuni paesi nostro competitori, come la Spagna e la Francia (che applicano un'imposta rispettivamente del 7 per cento e del 5,5 per cento) per garantire un'efficace azione di politica turistica che possa attrarre nel nostro paese sempre più visitatori al fine di incentivarne lo sviluppo economico;

valutato l'orientamento positivo unanimemente espresso contro la tassa di soggiorno da questa Assemblea che ha fatto proprie le posizioni delle associazioni di categoria;

viste le pressanti richiesti da parte delle associazioni di categoria di intervenire per un allineamento sull'Iva con i paesi sopracitati,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a ridurre, negli anni 2007-2008 l'I.V.A. sulle strutture alberghiere portandola rispettivamente al 7 per cento per il 2007 ed al 5,5 per cento per il 2008 e ad estendere tali livelli di imposizione anche ai servizi turistici.

9/1746-bis/164. Pizzolante, Craxi, Boniver, Mario Pepe, Ricevuto, Tondo, Pini.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge 20 maggio 1985, n. 222, ha stabilito che una quota pari all'otto per mille del gettito IRPEF venga destinata, in parte, a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale e, in parte, a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica;

la quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta allo Stato, in base alla medesima legge, deve essere destinata ad interventi straordinari per la fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione dei beni culturali;

la legge finanziaria per il 2004 ha peraltro disposto, a decorrere dal 2004, la riduzione di 80 milioni di euro dell'autorizzazione di spesa relativa alla quota destinata allo Stato, destinando così tale importo a miglioramento dei saldi di finanza pubblica e distogliendolo dalle citate finalità di carattere sociale;

il decreto-legge n. 249 del 2004 ha inoltre disposto, a decorrere dal 2006, un'ulteriore riduzione, pari a 5 milioni di euro, della quota dell'otto per mille di pertinenza statale a copertura di disposizioni previdenziali concernenti gli iscritti al Fondo speciale di previdenza per il personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea (cosiddetto Fondo volo);

nel corso dell'esame presso lo Commissione Bilancio dello schema di decreto di ripartizione per il 2006 quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta allo Stato, è emersa l'esigenza di provvedere quanto prima al reintegro integrale di detta quota e il Governo si è impegnato in tal senso;

il disegno di legge finanziaria 2007 ha risposto solo parzialmente a tale esigenza, prevedendo il reintegro per il 2007 di 35 milioni di euro della quota statale, anziché di 85 milioni di euro;

nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria è nuovamente emerso l'orientamento, condiviso da tutti i gruppi parlamentari, di procedere al ripristino integrale della quota dell'8 per mille di competenza statale,

impegna il Governo

ad adottare tempestivamente ogni ulteriore iniziativa normativa di sua competenza volta al ripristino integrale della quota dell'otto per mille di diretta pertinenza statale, possibilmente già a partire dall'anno 2007.

9/1746-bis/165. Ventura, Boato, Andrea Ricci, Napoletano, D'Elpidio, Bianco, Raiti, Garavaglia, La Malfa, Reina, Lo Monte, Duilio, Galletti, Alberto Giorgetti, Giudice, Peretti, Piro.

 

 

La Camera,

premesso che:

i lavoratori deportati nei campi di sterminio nazista KZ hanno ottenuto un assegno vitalizio reversibile ai familiari come da articolo 1 della legge 28 gennaio 1994, n. 94,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di concedere l'assegno di reversibilità anche ai familiari di quanti sono stati deportati nelle circostanze di cui all'articolo 1 della legge 18 novembre 1980, n. 791, e non fruivano del beneficio in quanto non avevano prodotto domanda per ottenere il previsto assegno vitalizio.

9/1746-bis/166. Migliavacca, Longhi.

La Camera,

in sede di esame del disegno di legge finanziaria,

premesso che:

la Pedemontana di Formia ha una valenza europea, costituendo parte del Corridoio plurimodale Tirreno-Nord Europa, avente la finalità precipua di far superare gli ostacoli infrastrutturali che rendono svantaggiate le aree del Mezzogiorno d'Italia, avvicinandole ai grandi mercati europei e favorendo ì flussi turistici;

il tracciato, riguardante la Variante alla strada statale n. 7 Appia, a monte dell'abitato del Comune di Formia, rappresenta un passaggio importante per lo sviluppo di tutto il sud Pontino ed in generale del sud d'Italia, in quanto arteria che, nel costituire un'infrastruttura essenziale e determinante per liberare dal traffico di transito, oggi intensissimo, i centri abitati, sarebbe uno strumento per far decollare lo sviluppo turistico, sociale e culturale di tutta l'aria;

attualmente l'assenza della Pedemontana di Formia incide sulla continuità della viabilità extraurbana ed interregionale determinando la riduzione degli spazi di vivibilità e la congestione delle aree urbane dei Comuni interessati e pregiudicando la connessione fra i vari nodi dell'area del Golfo e quindi l'efficacia del sistema infrastrutturale della zona a sostegno dello sviluppo e della funzionalità;

l'opera è inserita nelle previsioni programmatiche di realizzazione delle infrastrutture strategiche come individuate dalla Legge obiettivo e nell'intesa Generale Quadro tra il Governo e la Regione Lazio del 20 marzo 2002, quale completamento del corridoio tirrenico meridionale essendo stata peraltro già approvata al punto 1 della Delibera CIPE n. 98 del 29 marzo 2006,

impegna il Governo

ad attivarsi per prevedere la possibilità di destinare ulteriori finanziamenti per l'opera in premessa descritta, il cui procedimento progettuale per cantierabilità é stato già definito.

9/1746-bis/167. Gianfranco Conte.

 

 

La Camera,

premesso che:

negli ultimi anni i processi di globalizzazione in atto hanno provocato modificazioni profonde nelle strutture portanti del mondo del lavoro e della produzione;

l'esigenze di sviluppo restano prioritarie rispetto alla competitività del Paese, ma devono essere declinate in maniera sostenibile senza incidere sui fondamentali livelli di equità e giustizia sociale;

i sistemi di Welfare state dell'intera comunità europea stanno vivendo proprio sotto l'influsso di una sempre più pressante globalizzazione del lavoro una fase di profonda riflessione;

l'Europa nel suo complesso sembra registrare particolari difficoltà ad assimilare le necessarie esigenze di flessibilità con quelle di equità sociale, tanto che persino i paesi scandinavi avvertono il disagio di ripensare il proprio avanzato sistema di Welfare;

la crescita produttiva che ha contrassegnato i 50 anni successivi alla seconda guerra mondiale caratterizzando molti dei cosiddetti miracoli nazionali nel vecchio continente si è oramai arrestata ed è destinata comunque a procedere su livelli più bassi che nel passato, fronteggiando tra l'altro la concorrenza di nuovi ed aggressivi mercati come quello asiatico;

il nostro Paese, contraddistinto da un debito pubblico troppo avanzato, è inevitabilmente esposto a rischi più alti in questo processo di modernizzazione e di necessario coordinamento tra le nuove esigenze di flessibilità ed il mantenimento di un adeguato livello di Welfare;

la nostra legislazione nazionale sta tentando, non senza contraddizioni e resistenze, di interpretare e governare una situazione profondamente diversa rispetto a quella tradizionale di un mondo del lavoro distinto tra lavoro subordinato e lavoro autonomo;

resta compito primario del legislatore promuovere politiche attive finalizzate allo sviluppo del Paese ed alla promozione dell'equità sociale, utilizzando i mezzi a sua disposizione e favorendo ove possibile soluzioni che vadano verso la stabilizzazione dei lavoratori precari;

nella legge finanziaria, con specifico riferimento principalmente agli emendamenti 57.500 e 59.600 nella loro ultima formulazione, si sono adottate misure consone e coerenti con l'obiettivo di garantire ai lavoratori specie a quelli più giovani, un lavoro più sicuro e dunque un futuro migliore, si è riconosciuta la possibilità a diversi livelli, sia centrale che decentrato, alla pubblica amministrazione di procedere alla stabilizzazione di lavoratori precari,

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte a permettere alle Province in regola con il patto di stabilità e con carenze di organico, di stabilizzare, secondo le proprie disponibilità, i lavoratori ex socialmente utili (LSU) in servizio presso la propria amministrazione con contratti di collaborazione coordinata e continuativa a progetto, assunti comunque con specifica selezione.

9/1746-bis/168. Evangelisti.

 

 

La Camera,

premesso che:

nell'ambito della manovra finanziaria 2007 si è registrato un taglio alla medicina penitenziaria di oltre 13 milioni di euro, compromettendo in tal modo uno dei settore più delicati dell'Amministrazione penitenziaria;

tale provvedimento rischia di suonare offesa e di ledere i diritti delle persone detenute che hanno comunque diritto alla tutela della salute;

con i tagli alla medicina penitenziaria non si colpiscono gli sprechi, né viene tolto il lusso o il superfluo, ma, talvolta, il minimo per sopravvivere;

con i tagli imposti viene penalizzato oltremodo un sevizio cruciale e si rischia il collasso dell'organizzazione e la paralisi dei servizi sanitari penitenziari;

da troppo tempo si ripetono solenni affermazioni di attenzione per migliorare le condizioni carcerarie e, nel contempo, vengono tagliati i farmaci salvavita, le protesi, le apparecchiature mediche e tutti i servizi sanitari;

non basta nemmeno la giustificazione della diminuzione della popolazione detenuta in seguito agli effetti dell'applicazione dell'indulto, in quanto il capitolo di bilancio copre solo le spese vive del personale sanitario il cui contratto, precario, è scaduto da due anni;

il taglio alla medicina penitenziaria provocherà un risparmio virtuale per lo Stato, in quanto questi tagli innesteranno, inevitabilmente una spirale perversa di spese, a causa del vertiginoso aumento delle ospedalizzazioni e dei piantonamenti della Polizia penitenziaria, senza contare i gravi problemi di sicurezza collegati alla gestione dei pentiti e del 41-bis-:

impegna il Governo

a sostenere adeguatamente i servizi di medicina penitenziaria come, del resto, era stato anche indicato nel dibattito preliminare ai lavori della stessa finanziaria..

9/1746-bis/169. Leoluca Orlando, Evangelisti.

 

 

La Camera,

premesso che:

il decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, e successive modificazioni, ha istituito il «Registro internazionale». Tale provvedimento prevedeva per le imprese armatrici di navi iscritte nel Registro e impiegate in traffici internazionali benefici di natura fiscale e sgravi contributivi;

a seguito delle modifiche apportate alla predetta legge n. 30 del 1998 dalla legge 24 dicembre 2003, n. 326 (articolo 39, comma 14-bis), dal 2004 possono essere iscritte nel Registro internazionale anche le navi impiegate in servizi di cabotaggio fra i porti nazionali che effettuano «viaggi, ciascuno con percorrenza superiore alle cento miglia marine». Il regolamento CEE n. 3577/92 concernente l'applicazione del principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi fra Stati membri, in vigore dal 1o gennaio 1993, ha progressivamente realizzato la liberalizzazione del cabotaggio marittimo. Per effetto del provvedimento citato la libertà di operare tra due porti di uno stesso Stato membro, prima riservato ai cittadini dello stesso, è stata riconosciuta a tutti gli armatori comunitari. Ciò ha determinato un innalzamento del livello di concorrenzialità del settore tra gli operatori del settore, anche dovuto alla ormai generale applicazione fra gli Stati membri di misure a sostegno dell'armamento;

appare opportuno estendere anche alle imprese che effettuano cabotaggio marittimo nazionale, indipendentemente dalla lunghezza delle tratte esercitate, la possibilità di iscrivere le proprie navi in detto Registro prevedendosi che all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, e successive modificazioni, dopo le parole: «le navi adibite esclusivamente ai traffici commerciali internazionali» siano inserite le seguenti: «e le navi che effettuano servizi di cabotaggio per i quali è operante la riserva di cui all'articolo 224 del codice della navigazione»;

tale modifica estenderebbe anche alle imprese che effettuano cabotaggio marittimo nazionale, indipendentemente dalla lunghezza delle tratte esercitate, la possibilità di iscrivere le proprie navi in detto Registro;

la misura proposta, che potrebbe considerarsi un intervento di sostegno al settore del trasporto marittimo, é in linea con gli orientamenti comunitari in materia di politica dei trasporti. Com'è noto, infatti, il Regolamento CEE n. 3577/92 concernente l'applicazione del principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi tra Stati membri, in vigore dal 1o gennaio 1993, ha progressivamente realizzato la liberalizzazione del cabotaggio marittimo;

il riconoscimento dello sgravio contributivo, in linea con gli orientamenti comunitari a favore dell'armamento e già dichiarato compatibile con il mercato dalla Commissione europea, è necessario affinché le imprese nazionali possano continuare a competere in condizioni più eque con gli operatori comunitari, che godono di trattamenti più favorevoli sotto il profilo fiscale e del costo del lavoro, anche ai fini della salvaguardia degli attuali livelli occupazionali della gente di mare;

l'articolo 34-sexies del decreto-legge 10.1.2006, n. 4, convertito dalla legge 9.3.2006, n. 80, già prevede che «i benefici di cui all'articolo 6, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, per il biennio 2006-2007 siano estesi nel limite del 50 per cento alle imprese armatoriali per le navi di cui all'articolo 21, comma 10, della legge 27 dicembre 2002, n. 289», autorizzando la spesa di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2006 e 2007. Ciò farebbe sì che l'eventuale estensione degli sgravi, in particolare al gruppo armatoriale Tirrenia, comporterebbe solo un lieve aumento dello stanziamento, che però servirebbe a mettere i vettori nazionali in condizione di competere con gli altri;

impegna il Governo

ad operare nel senso di favorire l'estensione dei benefici di cui all'articolo 6, comma 1, del decreto legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 457, alle imprese armatoriali per le navi non attualmente iscritte nel registro internazionali che esercitano attività di cabotaggio marittimo.

9/1746-bis/170. Palomba.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge finanziaria contiene alcuna disposizioni in materia di tutela dell'ambiente e dei beni culturali;

si rende quanto mai opportuno ampliare gli interventi previsti allo scopo di tutelare il paesaggio e ridare nuova dignità urbanistica alle periferie delle città, rendendole vivibili e a misura d'uomo, e sviluppando nuove idee per riconvertire l'espansione edilizia in riqualificazione urbanistica;

gli interventi auspicati dovrebbero prevedere il risanamento e il recupero del patrimonio edilizio da parte di privati, la realizzazione o la sostituzione di opere pubbliche o di interesse pubblico, compresa la manutenzione straordinaria dei beni pubblici già esistenti da parte dell'ente locale, nonché il miglioramento e l'adeguamento dei servizi urbani e gli interventi finalizzati al consolidamento statico e antisismico degli edifici storici;

impegna il Governo

ad attuare un programma triennale di riqualificazione ambientale ed urbanistica delle aree metropolitane, anche tramite interventi di sostituzione edilizia e recupero delle periferie degradate, tenendo conto dei seguenti criteri elaborati in sede europea:

a) l'alto valore della continuità storica, intesa come rispetto del contesto urbano in cui si inserisce l'opera nonché della cultura e delle tradizioni locali;

b) la combinazione del nuovo e dell'antico, come sintesi efficace tra conoscenza storica e progresso scientifico e tecnologico;

c) la qualità degli spazi edificati, costituiti da paesaggi urbani, architettura, alloggi, servizi e zone commerciali, condizione essenziale per un nuovo rinascimento urbano;

d) la convivenza di vari strati sociali, intesa come lotta all'esclusione e alla ghettizzazione di alcune parti della città;

e) la ricchezza della diversità urbana, nelle sue forme di diversità istituzionale, culturale, della forma urbana, del tipo di abitazione, di attrezzature e di servizi, quale risorsa contro la banalizzazione e per la valorizzazione dei diversi modi di vivere la città;

f) il rispetto dell'identità dei luoghi, costituita da edifici che assumono la forma delle linee morfologiche del territorio, dall'uso dei materiali locali, con conseguente differenziazione dei caratteri architettonici, dagli elementi stilistici e scultorei, dalle tecniche costruttive;

g) la gerarchia delle funzioni, che si concretizza nel riservare importanti localizzazioni ai palazzi rappresentativi, monumentali, pubblici e caratteristici con i quali gli edifici rispettano il loro contesto di appartenenza;

h) la riconfigurazione delle periferie in condizioni di degrado all'interno di una coerente regione urbana, nella quale i quartieri possono essere riorganizzati come città o villaggi con i loro propri confini urbani;

i) il concetto delle città come insieme di quartieri tradizionali, compatti, multifunzionali e organizzati;

l) la necessità dell'esistenza di una relazione tra arte del costruire e fare comunità.

9/1746-bis/171. Rampelli.

 

 

La Camera,

premesso che:

in data 21 dicembre 2005 presso la presidenza del Consiglio dei Ministri fu sottoscritto l'Accordo di Programma per la riqualificazione e la reindustrializzazione del polo petrolchimico di Priolo;

detto accordo prevede investimenti nel settore della petrolchimica da parte di imprese presenti nell'area, investimenti di nuove imprese in grado di favorire il bilanciamento del cracking, attività dirette a promuovere la nascita di nuove piccole e medie imprese, la realizzazione di un parco scientifico e tecnologico finalizzato alla nascita di imprese high-tech dirette a promuovere lo sviluppo competitivo dell'area;

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte a rendere disponibili i fondi previsti dall'Accordo di Programma sottoscritto ed a predisporre tutti gli atti conseguenti all'attuazione dello stesso.

9/1746-bis/172.Rotondo, Piscitello, Piro, Crisafulli.

 

 

La Camera,

con particolare riguardo alle misure contenute nell'articolo 18, e valutate le finalità che il medesimo intende perseguire;

ricordato il ruolo fondamentale che le cooperative svolgono nell'applicazione dei principi di solidarietà sociale, sanciti dalla Costituzione, ed il reale contributo che danno alla realizzazione del sistema sanitario, assistenziale, educativo e di reinserimento lavorativo del Paese, incorporando e garantendo, così, servizi propri del welfare;

preso atto che anche alle cooperative sociali, al pari delle altre imprese, deve essere assicurato il mantenimento dei requisiti riguardanti la competitività in generale;

considerato che la promozione della cooperazione è un obiettivo previsto tra i principi fondamentali della Costituzione, come condizione per l'uguaglianza sostanziale,

ricordato che la promozione della cooperazione, ed in particolare della cooperazione sociale, è un obiettivo che consente di conseguire quella partecipazione dei lavoratori all'organizzazione economica del Paese, prevista dall'articolo 3, comma 2 della Costituzione, come condizione per l'uguaglianza sostanziale;

valutato, altresì, che in concreto il favore legislativo per la cooperazione è collegato alla «mutualità aperta», cioè a quelle caratteristiche delle cooperative che ne indirizzano l'attività a beneficio non solo dei soci, bensì della intera categoria di appartenenza o dell'utilità pubblica in genere;

ricordato che anche nell'articolo 45 della Costituzione, lo Stato riconosce la funzione sociale della cooperazione, e la legge ne deve promuovere e favorire l'incremento;

provato che gli interventi del legislatore in materia di cooperazione non sono frutto di iniziative occasionali o asistematiche, ma s'inquadrano in un disegno generale cui lo stesso legislatore è evidentemente vincolato;

verificato che specifiche norme di favore per la cooperazione si pongono in armonia con i principi fondamentali della Costituzione, cioè con i principi generali dell'ordinamento italiano;

accertato che le cooperative sociali hanno costituito e costituiscono il rimedio alle carenze dello Stato Sociale proprio nel momento in cui ampia è divenuta la crescita di iniziative solidaristiche su base comunitaria;

appurato che per definizione dell'articolo 1 della legge n. 381 del 1991, le cooperative sociali hanno lo scopo di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini;

osservato che talune Regioni, nel corso degli anni, hanno già deliberato in favore delle cooperative sociali, esenzioni e/o riduzioni dell'IRAP;

ritenuto che, pertanto, l'esenzione generalizzata dal pagamento dell'IRAP per tutte le cooperative sociali porterebbe ad una omogeneità fra le regioni e ad una equità fra le cooperative stesse;

tenuto conto che l'abolizione dell'IRAP per le cooperative sociali ne consentirebbe la migliore patrimonializzazione, permettendo di svolgere ancor meglio la propria funzione sociale verso la compagine di riferimento e la collettività in generale;

ricordato, altresì, l'impegno che il Governo si è assunto con l'accoglimento dell'ODG 9/1475/59, in particolare nel riconoscere non solo il determinante ruolo economico e sociale svolto dalla cooperazione ma anche la imprescindibile necessità di dotarla di strumenti diretti e congrui al raggiungimento di obiettivi di eccellenza finalizzati allo sviluppo e al rilancio competitivo dei Paese -:

impegna il Governo

contemplare la possibilità di esentare le cooperative sociali, di cui all'articolo 1, comma 1, lettere a) e b), della legge 8 novembre 1991, n. 381, dai pagamento dell'imposta regionale sulle attività produttive nel prossimo DPEF, prevedendola inoltre nelle corrispondenti disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato.

9/1746-bis/173. D'Ulizia, Raiti.

 

 

La Camera,

in sede di esame del disegno di legge finanziaria per il 2007;

premesso che:

occorre rafforzare le politiche economiche e di sviluppo di carattere generale per incentivare la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, rafforzare la protezione ambientale e, in questi ambiti, sostenere le filiere agroindustriali, con specifica attenzione al settore dei biomateriali;

in questo ambito, occorre porre in essere ogni possibile misura per rispondere agli obiettivi generali fissati dagli accordi europei e internazionali;

tra tali misure, rientra anche quella che tende ad individuare le misure da introdurre progressivamente nell'ordinamento interno al fine di giungere al definitivo divieto, a decorrere dal 1 gennaio 2010, della commercializzazione di sacchi non biodegradabili per l'asporto delle merci che non rispondano, entro tale data, ai criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario -:

impegna il Governo

ad avviare un programma sperimentale a livello nazionale per la progressiva riduzione della commercializzazione di sacchi per l'asporto delle merci che, secondo i criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario, non risultino biodegradabili.

9/1746-bis/174. Realacci, Bandoli, Benvenuto, Bocci, Chianale, Fasciani, Frigato, Galeazzi, Gentili, Iannuzzi, Lomaglio, Longhi, Marantelli, Margiotta, Mariani, Pedulli.

 

 

La Camera,

premesso che:

gli obiettivi di un rafforzamento delle politiche abitative e di una riqualificazione del patrimonio edilizio debbono costituire un impegno essenziale dell'azione di governo sul territorio;

in questi settori, occorre promuovere iniziative finalizzate, per un verso, a dare le necessarie risposte in termini di domanda sociale sulla casa e di ammodernamento delle strutture abitative, anche mediante l'utilizzo di tecniche costruttive di avanguardia, che possano incentivare - tra l'altro - il rispetto delle misure antisismiche;

una politica di forte rilancio delle politiche della casa e delle stesse ristrutturazioni edilizie nel nostro Paese avrebbe, per un verso, il fine di favorire una ricognizione dei profili di sicurezza abitativa sul territorio e, per altro verso, di fungere da elemento di sostegno per le classi sociali più svantaggiate;

in tal senso, appare essenziale operare - in primo luogo - sugli strumenti che la legislazione vigente mette a disposizione, anzitutto incrementando in misura consistente il capitolo 1690, relativo al «Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione»;

occorre, inoltre, contribuire al consolidamento di incentivi e misure che hanno costantemente favorito una politica di miglioramento della situazione abitativa del Paese, dando impulso al settore dell'edilizia ed ai comparti collegati e consentendo l'adeguamento consistente del patrimonio immobiliare;

tra tali misure rientra anche il programma «Contratti di quartiere», che deve essere implementato e sostenuto, come già ribadito nella risoluzione n. 7-00067, approvata dalla VIII Commissione -:

impegna il Governo

a promuovere decise iniziative per la riqualificazione edilizia e urbana (anche attraverso il rifinanziamento del programma «Contratti di quartiere» e lo sblocco delle procedure relative al programma «Contratti di quartiere II»), che possano contribuire all'ammodernamento delle strutture abitative, anche mediante l'utilizzo di tecniche costruttive di avanguardia (incentivando - tra l'altro - il rispetto delle misure antisismiche), e possano dare vita ad una politica di forte rilancio delle ristrutturazioni edilizie nel Paese, tale da favorire, per un verso, una ricognizione dei profili di sicurezza abitativa sul territorio e da fungere, per altro verso, da elemento di sostegno per il miglioramento della qualità delle costruzioni, con indubbi effetti positivi anche in termini occupazionali;

ad affrontare con coraggio ed incisività il tema delle politiche abitative e della casa, anche mediante un rilancio degli strumenti di edilizia residenziale pubblica, l'introduzione di modelli innovativi di collaborazione pubblico-privato, nonché l'estensione della detraibilità delle locazioni a tutte le tipologie contrattuali, e non solo a quelle relative agli affitti per gli studenti, innalzandone il limite massimo.

9/1746-bis/175. Chianale, Bandoli, Benvenuto, Bocci, Fasciani, Frigato, Galeazzi, Gentili, Iannuzzi, Lomaglio, Longhi, Marantelli, Margiotta, Mariani, Pedulli, Realacci.


La Camera,

premesso che:

occorre valutare positivamente le misure in esso contenute per il rilancio delle politiche di sostenibilità ambientale e di incentivazione in favore del rispetto dei parametri previsti dal Protocollo di Kyoto, che segnano una netta inversione di tendenza rispetto al passato;

vanno sottolineate la valenza particolarmente positiva di interventi in materia ambientale e il rilevante effetto che essi possono ottenere nel senso della promozione e del sostegno ai comportamenti ambientalmente sostenibili;

la Conferenza di Nairobi sui cambiamenti climatici obbliga, peraltro, ad implementare gli sforzi per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto -:

impegna il Governo

a rafforzare ulteriormente le iniziative per la promozione degli interventi per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, operando con la necessaria flessibilità su un'impostazione comune delle politiche pubbliche in campo ambientale, che affronti in maniera trasversale la definizione di interventi per lo sviluppo sociale ed economico del Paese;

a garantire, a tal fine, che una apposita sezione del DPEF sia dedicata all'aggiornamento, predisposto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentiti gli altri Ministri interessati, sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, in coerenza con gli obblighi derivanti dall'attuazione del Protocollo di Kyoto, indicando in particolare gli indirizzi e le misure concrete che il Governo intende assumere per il raggiungimento li obiettiv' fissati dal medesimo Protocollo.

9/1746-bis/176.Gentili, Bandoli, Benenuto, Bocci, Chianale, Fasciani, Frigato, Galeazzi, Iannuzzi, Lomaglio, Longhi, Marantelli, Margiotta, Mariani, Pedulli, Realacci.

La Camera,

premesso che:

il sistema dei parchi nazionali rappresenta una risorsa di carattere strategico per l'intero Paese;

occorre liberare tutte le risorse a disposizione degli Enti parco nazionali, evitando di imporre a tali organismi inutili vincoli burocratici e di bilancio, attesa anche la non illimitata disponibilità economica ad essi riconosciuta dallo Stato;

in questo ambito, debbono essere valorizzati, anche sotto un profilo simbolico, i comportamenti virtuosi degli Enti parco, al fine di favorire una tendenza alla riduzione delle giacenze di cassa, che risultano tuttora troppo elevate, anche in ragione dei pesanti vincoli posti dalle regole previste dal «patto di stabilità» interno;

più in generale, occorre svolgere una riflessione complessiva sulle modalità di nomina dei responsabili degli Enti parco nazionali, che, dopo un periodo di difficoltà segnato da una prassi introdotta nella scorsa legislatura, caratterizzata da commissariamenti e da nomine imposte dal vertice amministrativo statale, dovrebbero tornare ad essere basate sulle intese con le realtà regionali e sul coinvolgimento degli enti locali sul territorio -:

impegna il Governo

ad individuare - in primo luogo - ogni possibile meccanismo che consenta di allentare i vincoli, eccessivamente stringenti, che derivano al sistema dei parchi nazionali, dalla rigida applicazione delle regole previste dal «patto di stabilità» interno e che costituiscono una delle principali cause della formazione delle rilevanti giacenze di cassa di tali enti;

a valorizzare il sistema dei parchi nazionali e a promuovere, in questo ambito, l'attivazione delle «politiche di sistema» previste dalla legge quadro sulle aree protette (legge n. 394 del 1991);

a favorire, per i parchi che dispongono di proprio personale addetto alla salvaguardia delle aree protette, la realizzazione di meccanismi che consentano ai parchi stessi di sostenere le spese per detto personale;

anche al fine di conseguire positivi effetti in termini organizzativi ed economici, ad affrontare con decisione e in maniera unitaria la questione del trasferimento agli Enti parco nazionali della responsabilità per la gestione delle riserve naturali statali ricadenti, in tutto o in parte, all'interno dei parchi stessi, secondo le linee di indirizzo già indicate anche nell'ambito della Conferenza Stato-regioni.

9/1746-bis/177. Fasciani, Bandoli, Benvenuto, Bocci, Chianale, Frigato, Galeazzi, Gentili, Iannuzzi, Lomaglio, Longhi, Marantelli, Margiotta, Mariani, Pedulli, Realacci.

 

 

La Camera,

premesso che:

con la legge 11 dicembre 2000, n. 381 è stato istituito il «Parco nazionale della pace» a S. Anna di Stazzema (Lucca), allo scopo di promuovere iniziative culturali e internazionali, ispirate al mantenimento della pace e alla collaborazione dei popoli;

con l'approvazione di questa proposta di legge il Parlamento ha voluto affermare una cultura politica, civile e sociale che, attraverso la memoria di un'immane tragedia sia sempre più in grado di radicare i valori della pace, della solidarietà e del fondamentale rispetto della vita umana;

il mancato rifinanziamento della legge n. 381 del 2001, comporta, per il piccolo comune di Stazzema, l'impossibilità di far fronte all'intensa attività programmata dall'ente -:

impegna il Governo

a dare nuovo impulso alle iniziative volte ad affermare la cultura della pace, della solidarietà e della collaborazione fra i popoli, sostenendo con ogni mezzo, anche finanziario, la meritoria azione del «Parco nazionale della pace» di S. Anna di Stazzema.

9/1746-bis/178. Mariani.

La Camera,

premesso che:

è necessario affrontare il problema dei soggetti cosiddetti «incapienti», cioè le persone fisiche che, per insufficienza del reddito personale, non possono fruire, in tutto o in parte, dei crediti d'imposta risultanti dalle dichiarazioni dei redditi;

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative normative al fine di:

istituire un contributo straordinario di solidarietà a carico delle fondazioni bancarie da destinare al sostegno del reddito dei soggetti incapienti.

9/1746-bis/179.Garnero Santanché, Crosetto.

 

 

La Camera,

premesso che:

vi sono famiglie che affrontano serie difficoltà economiche;

fra le spese che gravano maggiormente sul bilancio delle famiglie vi sono quelle per l'alloggio, per il mantenimento dei figli, per le spese scolastiche e universitarie, e per la formazione di piccole imprese individuali e familiari;

appare necessario che a fronte di tali spese sia concesso un contributo straordinario alle famiglie di basso reddito, caratterizzate da un elevato numero di figli da mantenere, dalla presenza di familiari a carico affetti da handicap, o che sono monoparentali;

tale onere dovrebbe essere posto a carico delle fondazioni che hanno effettuato il conferimento di aziende bancarie ai sensi del decreto legislativo n. 153 del 1999, quale contributo straordinario di solidarietà -:

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative normative affinché sia istituito un contributo straordinario e temporaneo per le famiglie che si trovano nelle condizioni sopra descritte, anche a valere sul patrimonio degli enti conferenti di cui in premessa.

9/1746-bis/180. Alberto Giorgetti.


La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame prevede alcune misure in materia di sicurezza che risultano parziali rispetto alle esigenze complessive delle Amministrazioni e del personale direttamente interessati, anche in relazione agli attuali scenari, sia interni che internazionali, nonché agli impegni già assunti dal Governo, tra cui quello relativo alla stabilizzazione del rapporto di lavoro degli agenti ausiliari trattenuti della Polizia di Stato;

il tema in questione assume un ruolo prioritario, sia per la crescente domanda di sicurezza dei cittadini, sia per lo sviluppo economico e sociale del Paese, che richiedono un deciso impegno anche finanziario al fine di corrispondere con tempestività a tutte le esigenze, con specifico riferimento alla adeguata disponibilità di risorse umane e di mezzi, tenuto anche 'conto delle contingenti situazioni locali;

in assenza di adeguate e mirate integrazioni al provvedimento in esame, oltre a possibili e ingiustificate penalizzazioni per il personale delle Forze di polizia, potrebbero crearsi, a partire dall'inizio del 2007, seri problemi per la funzionalità dell'Amministrazione della pubblica sicurezza;

appare esenziale, pertanto, definire da subito - anche per eliminare ogni possibile equivoco e incertezza sulle strategie poste in essere sul delicato tema in questione - le iniziative da assumere per il settore della sicurezza nel corso dell'esame del provvedimento nell'altro ramo del Parlamento, al fine di assicurare i necessari livelli di sicurezza interna e di tutela dei diritti fondamentali dei cittadini -:

impegna il Governo

a) ad introdurre adeguate misure di sostegno finanziario al sistema della sicurezza, sia escludendo o ridimensionando la portata della riduzione dei precedenti stanziamenti, sia integrando le risorse già previste nel provvedimento in esame, anche con specifico riferimento all'attuazione di appositi piani operativi, anche di carattere strutturale e logistico, predisposti per fronteggiare situazioni contingenti da attuare in determinate aree geografiche;

b) a disporre l'assunzione in servizio degli agenti ausiliari trattenuti della Polizia di Stato del 63o e del 64o corso, a decorrere dal i gennaio 2007, nonché quella del personale dei corpi di Polizia del comparto sicurezzaa competenza generale da impiegare nell'attività di controllo del territorio e di contrasto della criminalità e del terrorismo, al fine di mantenere gli attuali livelli degli organici ed evitare ricadute negative derivanti dal mancato o insufficiente ripianamento del turn over;

c) a ripristinare il rimborso a carico delle Amministrazioni delle spese di cura sostenute dal personale delle Forze di polizia e delle Forze armate per lesioni e ferite riportate nell'espletamento dell'attività di servizio;

d) ad adotta ogni possibile iniziativa volta a prevedere risorse aggiuntive per il trattamento accessorio a favore del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, quale riconoscimento della specificità dei compiti espletati d medesimo personale.

9/1746-bis/181. Bressa.

 

 

La Camera,

premesso che:

gli articoli 69 e 70 del disegno di legge finanziaria, prevedono disposizioni in materia di università;

l'attuale normativa (legge 4 novembre 2005, n. 230) prevede che sulla base delle proprie esigenze didattiche, le università possono conferire incarichi di insegnamento gratuiti o retribuiti, a soggetti in possesso di adeguati requisiti scientifici e professionali e a soggetti che abbiano svolto adeguata attività di ricerca debitamente documentata anche all'interno di strutture universitarie, ad esclusione del personale tecnico amministrativo delle università -:

impegna il Governo

ad estendere anche ai dipendenti delle università in possesso della qualifica di dirigente medico di «elevata professionalità» la possibilità di ricevere, da parte dell'Università, incarichi di insegnamento.

9/1746-bis/182.Pellegrino, Bonelli, Camillo Piazza, Zanella.

 

 

La Camera,

in sede di esame del disegno di legge finanziaria 2007 (C. 1746-bis);

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte a prevedere che il finanziamento delle attività e delle prestazioni sanitarie erogate dagli ospedali classificati, dagli ospedali classificati riconosciuti che svolgono l'attività di emergenza, e dai presidi, ivi compresi gli ospedali classificati riconosciuti a carattere scientifico, che hanno adeguato i regolamenti organici e dei servizi ai sensi dell'articolo 15undicies del decreto legislativo 502 del 1992, introdotto dal decreto legislativo 229 del 1999, venga definito dalle Regioni come per gli ospedali pubblici, garantendo la copertura degli oneri connessi ai rinnovi contrattuali del personale ed alla indennità di esclusività del rapporto, anche attraverso accantonamenti ai sensi dell'articolo 9, del decreto legge 30 settembre 2005, n. 203 convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248.

9/1746-bis/183.Camillo Piazza, Pellegrino.

 

 

La Camera,

premesso che:

a seguito dell'indagine conoscitiva congiunta condotta dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e conclusa il 15 novembre u.s. appare necessario un intervento della stessa Authority in relazione agli elevati contributi di ricarica, per garantire tutte le fasce di clientela, specie quelle economicamente più deboli;

detti costi appaiono decisamente sproporzionati rispetto alle spese realmente sostenute in relazione alle operazioni di ricarica del credito della telefonia mobile;

sempre secondo le due authority appare necessario che gli operatori debbano inoltre fornire informazioni trasparenti in grado di permettere agli utenti scelte di consumo consapevoli;

per le due Autorità, la revisione o il totale abbattimento del contributo fisso di ricarica «renderebbe più trasparente le offerte e ne aumenterebbe la comparabilità e, inoltre, verrebbe eliminato quel carattere di regressività del costo di ricarica, che incide in misura maggiore sui tagli inferiori, creando effetti distorsivi e penalizzanti per i consumatori piu' deboli;

nell'indagine conoscitiva, che verrà ora inviata alla Commissione Europea, si sottolinea come il costo di ricarica rappresenti un'anomalia italiana, non essendo applicato negli altri Paesi europei;

sempre secondo l'indagine appena conclusa, quello dei costi di ricarica è un affare molto sostanzioso per le società telefoniche visto che »si tratta di un contributo che ha permesso ai gestori di conseguire nel 2005 ricavi al lordo dei costi per circa 1,7 miliardi di euro, corrispondenti ad oltre il 15 per cento degli introiti complessivi delle SIM prepagate«, anche in considerazione del peso che hanno le ricaricabili il Italia (90 per cento del mercato contro il 50 per cento in Europa);

dall'indagine citata emerge peraltro che il contributo di ricarica non ha un diretto e trasparente rapporto con i costi sostenuti dagli operatori per la gestione dei servizi di ricarica, ma rappresenta una componente di prezzo inserita dalle imprese nell'ambito delle loro strategie di pricing;

in particolare, è stato stimato che il margine specificamente riferibile ai soli contributi di ricarica è nell'ordine del 50-55 per cento, per un valore di circa 950 milioni di euro nel 2005, costituendo di fatto una maggiorazione »occulta« del costo per minuto di conversazione;

l'effetto prodotto dal contributo di ricarica è infatti quello di elevare il prezzo al minuto di una percentuale costante: in sostanza, a parità di prezzo al minuto, l'acquisto di ricariche di piccolo taglio comporta un incremento del prezzo complessivo anche sensibilmente superiore rispetto a quello applicato per i tagli di importo maggiore rendendo, tra l'altro »più opaca la percezione del prezzo effettivo finale del servizio".

l'incidenza in percentuale del contributo di ricarica sul credito acquistato dagli utenti dei servizi di telefonia mobile assume misure del tutto inaccettabili e che possono variare, a seconda dell'importo ricaricato, dal 6 per cento a quasi il 50 per cento -:

impegna il Governo

ad individuare da subito le misure necessarie per garantire che il mercato della telefonia mobile sia ispirato ai principi di trasparenza e correttezza;

ad individuare una soluzione per garantire che agli utenti della telefonia mobile non siano imposte ingiustificate maggiorazioni di costo del servizio;

a valutare l'opportunità di varare un provvedimento per stabilire i criteri attraverso i quali i gestori di telefonia predispongono i propri piani tariffari nonché dei meccanismi di tutela per garantire che il costo pagato per la ricarica telefonica sia corrispondente al traffico telefonico reso effettivamente utilizzabile.

9/1746-bis/184.Bonelli, Poletti, Camillo Piazza, Zanella, Balducci, Boato, Cassola, De Zulueta, Francescato, Fundarò, Lion, Pellegrino, Trepiccione.

 

 

La Camera,

premesso che:

a Porto Marghera sono in corso importanti interventi interventi pubblici che hanno come obiettivo sia il marginamento di tutti i canali industriali (per un totale di 64 chilometri) in modo da impedire che i veleni contenuti nei suoli industriali circostanti finiscano, attraverso la falda, nelle acque lagunari e nei relativi sedimenti, sia l'asportazione di 7 milioni di metri cubi avvelenati dai canali industriali circostanti le macroisole su cui sono ubicati stabilimenti a rischio di incidente rilevante;

il costo complessivo per l'esecuzione di tali imponenti opere pubbliche, che sono già state iniziate negli anni precedenti e che debbono essere celermente completate per poter assolvere a fondamentali compiti di protezione della salute delle popolazioni interessate e del prezioso ambiente lagunare veneziano, ammonta a circa 1022 milioni di euro;

Stato e Regione hanno finora impegnato a tal fine complessivamente 297 milioni di euro;

una parte considerevole dell'importo mancante, per oltre 450 milioni di euro, è stata ricavata dai soggetti proprietari delle aree industriali per effetto del contenzioso giudiziario promosso dal Ministero dell'Ambiente e delle tutela del territorio e del mare nonché dal Magistrato alle Acque con l'assistenza dell'Avvocatura distrettuale dello Stato di Venezia, dal momento che tali iniziative giudiziarie hanno portato le società convenute a transigere la lite con la sottoscrizione di specifici contratti in forza dei quali, a fronte degli ingenti impegni finanziari dalle stesse contrattualmente assunti, lo Stato si impegnava ad utilizzare le risorse patrimoniali incassate per il completamento delle opere pubbliche indispensabile, tra l'altro, a garantire la messa in sicurezza dei siti inquinati;

nel corso degli anni 2005 e 2006 sono stati versati dalle imprese, sul relativo capitolo di entrata del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio, 185 milioni di euro la cui destinazione era vincolata, sia per specifica disposizione dell'articolo 18 della legge n. 349 del 1986, che per espressi obblighi contrattuali assunti dalle pubbliche Amministrazioni statali, al finanziamento delle opere pubbliche sopra descritte;

tale somma non ha potuto essere utilizzata per l'impiego cui era destinata dal momento che, con circolare nr. 7 in data 10 febbraio 2006 del Ministero dell'Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, è stata sposata un'interpretazione restrittiva dei commi 46, 47 e 438 della legge 23 dicembre 2005, n. 266 per effetto della quale è stato impedito al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di riassegnare i predetti importi già incassati dai privati a favore del Magistrato alle Acque per finanziare il completamento dei lavori in corso, in quanto eccedenti il limite generale delle rassegnazioni fissato con la citata circolare;

l'effetto preclusivo della rassegnazione delle somme non sembra affatto essere conseguenza di un divieto contenuto nelle disposizioni della citata legge finanziaria del 2006, poiché il comma 438 di detta legge, non prende in considerazione le transazioni stipulate a Porto Marghera che hanno caratteristiche giuridiche tutte particolari;

con le stesse, infatti, i soggetti privati, nel contestare di aver mai arrecato alcun danno ambientale in difetto di qualsiasi accertamento giudiziale di una loro responsabilità in tal senso, si sono obbligati a versare allo Stato ingenti importi patrimoniali espressamente per concorrere alla realizzazione di un'opera pubblica della cui utilità avrebbero potuto fruire anche al fine di soddisfare agli obblighi, penalmente sanzionati, della messa in sicurezza dei siti inquinati di cui erano proprietari o custodi. Tale speciale possibilità offerta ai privati, del resto, deriva direttamente dall'Accordo di Programma per la chimica a Porto Marghera, che è stato approvato con DPCM 12 febbraio 1999, e dagli atti integrativi ed attuativi dello stesso. Per effetto della richiamata normativa speciale, pertanto, lo Stato ha assunto degli obblighi di realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza delle aree inquinate il cui adempimento è stato cofinanziato dai soggetti firmatari o aderenti al citato Accordo di Programma a mezzo delle transazioni sottoscritte per la definizione delle pendenze giudiziarie in atto;

è di tutta evidenza, allora, come non sia stato posto (né avrebbe potuto essere posto) dalla legge finanziaria alcun limite al riutilizzo di risorse economiche messe a disposizione da privati per cofinanziare la realizzazione di urgenti interventi di messa in sicurezza ambientale;

persino la invocata circolare n. 7 del 2006 del Ministero dell'Economia e delle Finanze, interpretando il comma 46 della legge finanziaria, non risulta affatto vietare la riassegnazione dei fondi in questione, dal momento che il loro stanziamento non riguarda alcuna delle categorie economiche assoggettate al monitoraggio (Cat. 1, 2, 5, 6, 7, 21, 23, 24, 25, 26.2);

non ricorre, pertanto, alcun impedimento normativo, primario o secondario, tale da precludere alle Amministrazioni dello Stato che hanno ricevuto le somme corrisposte dai soggetti che hanno transatto le liti giudiziarie proposte dall'Avvocatura dello Stato di Venezia con riferimento agli interventi di messa in sicurezza delle aree industriali di Porto Marghera ad impiegare i predetti importi per gli usi contrattuali stabiliti al fine di accelerare il completamento degli interventi di marginamento dei canali industriali e di scavo e trattamento dei loro sedimenti contaminati -:

impegna il Governo

ad adottare ogni provvedimento necessario od utile a consentire l'utilizzo di risorse corrispondenti a quelle già riscosse da destinare alla continuazione degli interventi di messa in sicurezza e di scavo dei canali industriali circostanti Porto Marghera che rischierebbero, altrimenti, di essere ingiustificatamente sospesi, con grave pregiudizio per la collettività, per l'ambiente e persino con rischi di grave responsabilità dei pubblici ufficiali cui il ritardo o il rifiuto fosse imputabile.

9/1746-bis/185.(Testo modificato nel corso della seduta) Zanella, Fincato, Martella, Cacciari, Viola, Bonelli.

 

 

La Camera,

premesso che:

gli Istituti zooprofilattici sperimentali svolgono un'attività fondamentale di sorveglianza epidemiologica, di prevenzione e sperimentazione nel campo della sanità pubblica veterinaria riferita in particolare alla sicurezza alimentare;

il loro ruolo è stato determinante nelle recenti emergenze sanitarie riferite alla BSE mucca pazza, influenza AVIARIA, SCRAPIE ovina, la BLUE TONGUE ovi-caprina ed altre;

gli Istituti zooprofilattici vengono finanziati dal Ministero dell'Economia attraverso le Regioni di riferimento sulla base delle intese della Conferenza Stato-Regioni;

sulla base delle gravi emergenze richiamate e considerati i vincoli alle assunzioni nonché la carenza di risorse, gli Istituti hanno provveduto a richiedere la collaborazione di personale altamente qualificato a tempo determinato dovendo spesso ricorrere al credito;

considerato lo stato di difficoltà degli Istituti l'attività di sorveglianza prevista dalla legge 19 gennaio 2001 n. 3 risulta essere inficiata con grave rischio per la salute pubblica -:

impegna il Governo

ad affrontare il tema generale della sicurezza alimentare e del ruolo insostituibile degli Istituti zooprofilattici assumendo le azioni necessarie per il loro funzionamento dando così agli Istituti in parola certezza operativa in ordine alle risorse umane ed economiche necessarie per il loro funzionamento.

9/1746-bis/186.Giovannelli, Vannucci, Iacomino, Aurisicchio, Crisafulli, Napoletano, Fadda.

 

 

La Camera,

premesso che:

considerato che L'articolo 16 dell'atto Camera 1747-bis, ora comma 9 del maxiemendamento del Governo, prevede che i beni demaniali non strumentali al servizio della navigazione aerea siano gestiti dall'Agenzia del Demanio al fine di ottenere introiti per l'erario;

che questa norma inciderà su tutte le concessioni in essere creando molteplici contenziosi con le Società di gestione aeroportuali titolari delle medesime, ragion per cui gli introiti stimati rischiano di rimanere solo teorici;

che questa norma scardina il sistema delle concessioni e dei relativi contratti dì programma mettendo a rischio tutti i rapporti in essi previsti, compresi gli impegni relativi agli investimenti privati finalizzati allo sviluppo delle infrastrutture aeroportuali;

che le società di gestione, già colpite dalla legge sui requisiti di sistema, ulteriormente in difficoltà per questa norma, potrebbero ridurre i loro piani di sviluppo con conseguenze gravi sui livelli occupazionali;

che esiste concretamente per l'erario la possibilità di ottenere gli stessi introiti stimati, agendo sul canone dovuto dalle Società di gestione e senza generare alcun contenzioso -:

impegna il Governo

a valutare, previo monitoraggio degli effetti applicativi della suddetta norma l'opportunità di modificarla, utilizzando la leva dell'incremento del canone concessorio che consente di ottenere identici risultati in termini di introito per l'erario.

9/1746-bis/187.Chicchi, Attili, Boffa.

 

 

La Camera,

premesso che:

con il decreto legge 23 dicembre 2003, n. 347, recante misure urgenti per la ristrutturazione industriale di grandi imprese in stato di insolvenza, si è offerto un primo strumento normativo per la gestione delle gravi crisi finanziarie e industriali che hanno interessato i grandi gruppi industriali, nonché migliaia di lavoratori e un numero ancor più consistente di risparmiatori;

un elemento che certamente conferirebbe continuità all'azione dell'assuntore è rappresentato dalla possibilità, ora riconosciuta al solo commissario straordinario, di costituirsi parte civile, ai sensi dell'articolo 240, primo comma, della legge fallimentare, prevedendo al contempo lapossibilità di subentrare, quale parte civile, nel processo penale -:

impegna il Governo

a favorire, per quanto di sua competenza, l'adozione di un intervento legislativo volto a consentire la facoltà di cui in premessa.

9/1746-bis/188.Motta.

 

 

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame non assegna fondi alla prosecuzione degli interventi di ricostruzione nelle zone del Lagonegrese Pollino colpite dal sisma del 9 settembre 1998, pur permanendo in quelle aree problemi di ricostruzione dei paesi colpiti dall'evento sismico;

il medesimo provvedimento interviene a rifinanziare la prosecuzione degli interventi di ricostruzione in tutti i territori colpiti da calamità naturali, fatta eccezione per quelli del Lagonegrese Pollino;

l'area interessata dal sisma del 9 settembre 1998, pur essendo tra quelle più depresse del nostro paese, registra una penalizzazione che non trova alcuna giustificazione politica;

tale esclusione potrebbe essere intesa come una discriminazione ulteriore nei confronti di una parte del paese -:

impegna il Governo

a riconoscere anche ai terremotati del Lagonegrese Pollino la possibilità di proseguire la ricostruzione ancora nella sua fase iniziale al fine di dare risposta a quante e quanti attendono di rientrare nella propria abitazione.

9/1746-bis/189.Duranti, Lombardi, Margiotta, Luongo, Belisario.

 

 

La Camera,

premesso che.

visto i commi 552, 553 (ex articolo 135: finanziamento delle opere di preminente interesse nazionale) il comma 583 (ex articolo 142: finanziamento di Anas Spa) dell'articolo 16, nuova formulazione proposta dal Governo, del disegno di legge 1746-bis, legge Finanziaria per il 2007 vista la delibera CIPE dei 21 dicembre 2001 n. 121, in conformità a quanto previsto dalla Legge Obiettivo, legge n. 433 del 2001, con un investimento previsto relativo all'intera Infrastruttura Strategica è di 1.853.564.000 Euro, oggi aggiornato, con stime Anas, a oltre 3 miliardi di Euro;

considerato:

che con l'Accordo Europeo sulle grandi strade a traffico internazionale, concluso a Ginevra il 15 novembre 1975, e recepito dall'Italia con legge 29 novembre 1980, la SGC Grosseto-Fano è stata inserita tra gli itinerari internazionali con la sigla E78;

che la rilevanza nazionale della SGC Grosseto-Fano (E 78) e la sua validità sono state ripetutamente ribadite dai governi italiani che l'hanno inserita tra le priorità della intera rete italiana, al pari della variante di valico della Autostrada A1 o della A3 Salerno-Reggio Calabria;

che l'esigenza di un collegamento trasversale - tra i due corridoi longitudinali tirrenico ed adriatico è sorta alla fine degli anni '60 perché a tale periodo risalgono, infatti, alcuni dei progetti di massima redatti per la realizzazione dell'intervento

che l'itinerario prevede il collegamento tra la SS1 «Aurelia» presso Grosseto e l'autostrada Al 4 presso il casello di Fano;

che, in tutti gli studi Anas, viene ribadito che la E78 permette la realizzazione di una rete «a maglie» connettendo importanti arterie longitudinali: l'autostrada A1 Milano-Napoli, la SS1 Aurelia, la SGC Firenze Siena, la E45 Ravenna-Orte, l'autostrada A14 Bologna-Taranto e la strada statale n. 16 Adriatica che il tracciato si sviluppa collegando le città di Grosseto, Siena, Arezzo, l'asse longitudinale costituito dalla E45 presso Città di Castello, la valle del Metauro in provincia di Pesaro e Urbino, ed infine le città di Urbino e Fano, per una lunghezza totale di circa 270 Km interessando le regioni Toscana, Umbria, Marche;

che concentrando l'attenzione sulla zona di progetto, si può notare come caratteristica comune di tutta la costa adriatica sia la presenza di un fascio infrastrutturale costituito dalla SS 16 Adriatica, dalla A14 Bologna Canosa e dalla ferrovia Adriatica su cui si attestano le infrastrutture viarie trasversali che scendono dal crinale appenninico;

valutato:

che un tipo di rete infrastrutturale così concepito viene definito «a pettine» e non consente collegamenti rapidi né tra le valli né con il resto dell'Italia dovendo superare la catena degli Appennini i cui valichi sono tutti sui mille metri di quota superati con strade malagevoli e inadatte ai grandi mezzi di trasporto moderni;

aggiunto:

che, attualmente, dalla SGC E45 Ravenna-Orte fino alle autostrade abruzzesi non esistono vie trasversali che superino l'Appennino a quote che consentano un agevole transito soprattutto nei mesi invernali; in particolare nella Regione Marche esistono importanti strade (SGC Grosseto-Fano, strasa statale n. 3 Flaminia, strada statale n. 76 Vallesina, strada statale n. 77 Valdichienti e strada statale n. 4 Salaria) che giungono ai piedi della catena appenninica senza superarla agevolmente;

che un elemento di grande valore strategico per razionalizzare queste diseconomie è certamente rappresentato dalla possibilità di superare agevolmente la catena appenninica e collegarsi così ai grandi assi infrastrutturali italiani (A1 Autostrada del Sole e Grande velocità ferroviaria) passando così da una rete «a pettine» ad una rete «a maglia» il cui asse trasversale fondamentale è rappresentato dalla SGC Grosseto-Fano;

che a questo asse strategico di collegamento trasversale non esistono alternative di tipo ferroviario;

ricordato:

che l'itinerario si estende per complessivi 270 Km ed allo stato attuale più di metà dell'itinerario è già realizzata ed aperta al traffico, una parte è in corso di realizzazione, una parte è in appalto e una parte è in fase di progettazione;

che in particolare più della metà del tracciato, per un totale di 153 Km, è aperta al traffico o in corso di realizzazione ed appalto - 30 per cento, ovvero 82 km in esercizio, 27 per cento, ovvero 64 restante parte 117 km è per il 28 per cento, ovvero 76 km, in fase di progettazione definitiva ed il 15 per cento, ovvero 41 km, in fase di progettazione preliminare;

che ad eccezione del lotto 3 della Grosseto-Siena, finanziato nel piano triennale Anas 2003-2005 ed appaltato nel 2004, i restanti lotti da realizzare dovranno essere finanziati;

sottolineato:

e rimarcato che per quanto riguarda la Regione Toscana i lotti n. 4, n. 5, n. 6, n. 7, n. 8, n. 9 sono tutti in condizione di essere appaltati entro l'anno 2007 e che nessun'altra opera si trovi in analoga situazione determinandosi pertanto per il Governo l'unica possibilità di allocazione di risorse spendibili, in Toscana, per l'intero anno 2007;

che per quanto riguarda la Regione Umbria per la realizzazione dei lotto n. 2, Comune di San Giustino, provincia di Perugia con la previsione del raddoppio della Galleria della Guinza, si prevede l'invio al Ministero delle infrastrutture

dei progetto preliminare, entro il 2006;

infine, che per quanto riguarda la Regione Marche per la realizzazione del lotto n. 4, variante esterna all'abitato di Mercatello sul Metauro, il consiglio di Amministrazione di Anas ha approvato il progetto definitivo ed il Ministero delle infrastrutture ha svolto la conferenza dei servizi l'8 settembre 2004 e che sui lotti dal 5 al 10, per un totale di circa 33 Km, il progetto definitivo è in corso di redazione -:

impegna il Governo

a considerare nelle priorità nazionali la E78, SGC Grosseto-Fano, che dovrà trovare inserimento nel documento dei Ministero delle Infrastrutture, titolato «Priorità infrastrutturali del Paese», che servirà ad individuare l'elenco delle opere prioritarie da realizzare e che sarà portato alla valutazione ed approvazione della Conferenza Stato-Regioni, in modo da poter finanziare, almeno in parte, l'avanzamento dei lavori e della progettazione della stessa E78.

9/1746-bis/190.Ceccuzzi, Vannucci, Franci, Filippeschi, Giacomelli, Mariani, Chicchi, Giovannelli, Morri, Lusetti, Stramaccioni.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge finanziaria per l'anno 2006, prevedeva ai commi 376 - 378 dell'articolo 1 la costituzione della Banca del Mezzogiorno con l'obiettivo di sostenere lo sviluppo economico del Mezzogiorno;

i soci fondatori dovevano essere prevalentemente soggetti pubblici; a questi si sarebbero potuto aggiungere altri enti e organismi anche privati;

il comma 378 autorizzava la spesa di 5 milioni di euro per l'apporto al capitale della banca da parte dello Stato quale socio fondatore;

la legge 23 dicembre 2005, n. 267, recante l'approvazione del bilancio dello Stato per l'anno 2006, iscrive il relativo capitolo 7285 nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, nell'unità previsionale di base 3.2.3.31;

non risulta che tale Banca sia mai stata costituita;

considerato che:

la somma iscritta alla citata UpB non è tale da potere comunque consentire il raggiungimento degli obiettivi descritti nei commi dal 376 al 378 dell'articolo 1 della legge finanziaria per l'anno 2006;

le risorse del Fondo per le vittime dell'usura di cui alla legge 7 marzo 1996, n. 108, sono sottodimensionate rispetto alle esigenze derivanti dalla diffusione di tale fenomeno con particolare riguardo alle aree territoriali del Mezzogiorno -:

impegna il Governo

a prendere le opportune iniziative per destinare queste risorse al Fondo per le vittime dell'usura.

9/1746-bis/191.Tuccillo.

 

 

La Camera,

premesso che:

occorre considerare il positivo e notevole intervento, anche in termini economici, che la manovra di bilancio realizza in materia di opere infrastrutturali strategiche;

risulta in fase di trasmissione alla Conferenza Stato-regioni la ricognizione compiuta dal Governo sulle priorità infrastrutturali del Paese, che costituirà la base per il confronto con le autonomie territoriali e con il Parlamento per il rilancio della politica di infrastrutturazione del Paese -:

impegna il Governo

a compiere ogni possibile sforzo per la definizione di un quadro unitario e realistico delle priorità di ammodernamento infrastrutturale del Paese, che tenga conto delle prioritarie e grandi esigenze dei territori interessati, da individuare con il metodo del dialogo con le regioni e con il Parlamento;

a promuovere, in questo quadro, una rigorosa ricognizione delle risorse disponibili e dello stato di avanzamento delle opere comprese nelle numerose delibere adottate dal CIPE sin dal 2001, mediante la realizzazione di una regia unitaria, che metta insieme le informazioni e i dati esistenti e che possa costituire la base per la successiva indicazione delle priorità di investimento infrastrutturale;

a proseguire nel rafforzamento delle politiche di investimento nel Mezzogiorno, oltre che mediante il completamento del processo di metanizzazione delle regioni meridionali, anche attraverso la realizzazione delle opere infrastrutturali di maggiore rilievo, nel cui ambito si inseriscono, anzitutto, l'autostrada Salerno-Reggio Calabria (al cui completamento sono assegnati il Fondo di garanzia sulle autostrade e ferrovie metropolitane e, anche alla luce della risoluzione approvata dalla Camera dei deputati lo scorso 11 ottobre, le risorse di provenienza FINTECNA, sino ad oggi destinate al progetto del ponte sullo Stretto di Messina), l'ammodernamento della strada statale n. 106 «Jonica» e gli interventi di viabilità ed infrastrutturali in Sicilia, secondo le priorità definte dall'articolo 14 del decreto-legge n. 262 del 2006, collegato alla manovra finanziaria;

al contempo, a prestare la dovuta e massima attenzione agli investimenti pubblici nel Centro e nel Nord del Paese, che scontano un problema infrastrutturale gravissimo a causa della congestione di diversi nodi urbani, anche per la mole del trasporto merci su gomma;

ad identificare, in tal senso, le specifiche priorità nel confronto costruttivo con le regioni e sulla base dell' senza di creare un sistema organico di intermodalità, di mobilità e di trasporto.

9/1746-bis/192.Cesario, Iannuzzi, Bandoli, Benevento, Bocci, Chianale, Fasciani, Frigato, Galeazzi, Gentili, Lomaglio, Longhi, Marantelli, Margiotta, Mariani, Pedulli, Realacci.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge all'esame prevede l'assunzione a tempo indeterminato di 150.000 docenti precari della scuola e di 20.000 precari ATA;

la legge all'esame prevede inoltre il superamento delle graduatorie permanenti secondo modalità che rischiano di penalizzare quanti hanno finora acquisito diritti -:

impegna il Governo

ad adottare, nel prosieguo dell'esame della legge finanziaria, interventi legislativi in grado di garantire il pieno mantenimento dei diritti acquisiti dei precari della scuola che non dovessero rientrare nel piano di assunzione triennale, attraverso il mantenimento delle graduatorie permanenti e la loro utilizzazione per le assunzioni nella misura del 50 per cento dei posti annualmente assegnabili anche oltre l'anno scolastico 2010/2011 e, in ogni caso, a prevedere il meccanismo del «doppio canale» per le assunzioni, attualmente in vigore, nel decreto di cui al penultimo periodo della lettera c) del comma 265 d'articolo 16.

9/1746-bis/193.Zipponi, Folena, De Simone, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Sasso.

 

 

La Camera,

premesso che:

il decreto fiscale n. 262 del 2006, collegato alla legge finanziaria per il 2007, modificando l'articolo 164 del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, ha soppresso le norme sulla deducibilità delle spese per le auto aziendali, con evidenti finalità di compensazione delle spese sostenute dallo Stato, derivanti dalla sentenza della Corte di Giustizia europea, che ha stabilito il rimborso al contribuente delle somme versate in virtù di una norma illegittima;

la norma introdotta dal collegato prevede in materia di deducibilità delle auto aziendali una differenziazione in merito all'attività svolta: in linea generale, per le imprese non è più deducibile alcun costo per l'acquisto o la gestione delle autovetture, salvo casi limitati, solo nel caso di attività di agenzia o di rappresentanza di commercio rimane possibile detrarre fino all'80 per cento delle spese (entro il limite dei 50 milioni di lire), mentre nel caso di esercizio di arti e professioni si prevede la riduzione dal 50 al 25 per cento della parte detraibile (entro un limite di 35 milioni di lire e per un solo veicolo in caso di società semplici o associazioni) -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di considerare la normativa in materia di deducibilità delle spese per le auto aziendali, introducendo un regime forfettario che tenga conto del fatto che l'auto aziendale rappresenta un costo effettivo di produzione per le aziende che, con le disposizioni attuali, sono aggravate di costi che le rendono meno concorrenziali sul mercato europeo e internazionale.

9/1746-bis/194.(Testo modificato nel corso della seduta) Widmann, Brugger, Zeller, Bezzi, Nicco.

 

 

La Camera,

premesso che:

il comma 15 dell'articolo 35 del decreto-legge n. 223 del 2006, convertito nella legge 4 agosto 2006, n. 248, introduce misure volte a ridurre le condizioni rispetto alle quali una società si considera non operativa;

in particolare la predetta nonna aumenta le percentuali dell'1 per cento, da applicare al valore dei titoli di partecipazione, e quella del 4 per cento, da applicare al valore dello immobilizzazioni-costituite da beni immobili, rispettivamente al 2 e al 6 per cento; tali soglie di ricavi nonché le rispettive soglie di reddito (per gli immobili del 4,75 per cento) non sono economicamente realizzabili, come è dimostrato anche dalle rilevazioni dell'agenzia del territorio (osservatorio del mercato immobiliare);

inoltre, la predetta nonna prevede la possibilità di chiedere la disapplicazione delle nonne antielusive solo qualora il contribuente evidenzi situazioni straordinarie, mentre in precedenza le possibilità di disapplicazione erano più ampie, prevedendo anche il caso di soggetti che non si trovano in un periodo di normale svolgimento dell'attività;

considerata l'oggettiva impossibilità, salvo i possibili casi di elusione, di raggiungere in situazioni anche ordinarie i predetti limiti, bisogna rendere possibile la richiesta di disapplicazione della norma qualora il contribuente evidenzi situazioni oggettive, soggette a valutazione e verifica da parte dell'Ufficio -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di monitorare l'applicazione delle disposizioni sopra richiamate ed eventualmente ad adottare gli opportuni provvedimenti per rivedere le soglie minime, relative ai ricavi e al reddito, al di sotto delle quali le società non vengono considerate operative, riportandole a valori più realistici,

ma soprattutto

a prevedere la possibilità di chiedere la disapplicazione della nonna qualora il contribuente tramite interpello evidenzi situazioni oggettive che rendono impossibile il raggiungimento delle soglie minime previste.

9/1746-bis/195.Zeller, Brugger, Widmann, Bezzi, Nicco.

 

 

La Camera,

premesso che:

reti infrastrutturali di trasporto moderne ed efficienti sono condizione indispensabile per ogni politica di sviluppo;

in tale quadro svolge un ruolo di particolare rilievo il sistema ferroviario;

la Regione autonoma Valle d'Aosta è tuttora collegata alla rete ferroviaria nazionale ed internazionale da una linea caratterizzata da croniche carenze strutturali;

per porre rimedio a tale situazione, nel giugno 2004, è stato stipulato un accordo di programma quadro tra la Regione autonoma Valle d'Aosta, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dell'economia e finanze e RFI, a cui è seguita la redazione di uno studio di fattibilità che individua gli interventi necessari -:

impegna il Governo

a reperire una prima significativa parte dei finanziamenti necessari per l'ammodernamento ed il potenziamento della linea ferroviaria Chivasso-Aosta all'interno di quelli conferiti dalla legge finanziaria 2007 a Ferrovie dello Stato.

9/1746-bis/196.Nicco, Brugger, Zeller, Widmann, Bezzi.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 67, comma 1, lettera m), del testo unico delle imposte sui redditi (decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986) dispone che i soli redditi derivanti dai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo-gestionale, di natura non professionale, resi in favore di cori, bande musicali e filodrammatiche da parte del direttore e dei collaboratori tecnici ricadono sotto la disciplina dei redditi diversi;

già durante i lavori preparatori alla legge finanziaria per il 2005, che ha introdotto il periodo in questione, è stata segnalata la contraddittorietà del disposto «di carattere amministrativo-gestionale» rispetto al contenuto delle prestazioni che possono ritenersi caratteristiche del direttore e dei collaboratori tecnici di cori, bande e filodrammatiche nei riguardi delle medesime;

per riconoscere l'importanza socio-culturale dell'attività svolta dai direttori artistici e dai collaboratori tecnici si dovrebbero far ricadere i loro compensi nelle disposizioni di cui al primo periodo della lettera m), il quale prescinde dalla natura delle prestazioni effettuate dagli stessi. In questo modo costituiranno redditi diversi con il regime fiscale agevolato già in vigore per le indennità di trasferta, i rimborsi forfetari di spesa, i premi e i compensi erogati nell'esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di includere nella determinazione dei redditi diversi ai fini dell'imposta sui redditi delle persone fisiche anche i redditi erogati ai direttori artistici ed ai collaboratori tecnici delle bande musicali, dei cori e delle filodrammatiche di carattere dilettantistico, senza prevedere il limite della natura amministrativo-gestionale delle loro prestazioni.

9/1746-bis/197.Brugger, Zeller, Widmann, Bezzi, Nicco.

 

 

La Camera,

premesso che:

il decreto legge n. 223 del 2006 e la legge finanziaria (articolo 5) prevedono sostanziali modifiche alle disposizioni riguardanti gli studi di settore ed il loro utilizzo in sede di controllo e di accertamento. In particolare:

è stata soppressa retroattivamente dal 2005 la disposizione che prevedeva l'applicazione degli studi solo nel caso in cui per due periodi d'imposta su tre consecutivi l'ammontare dei ricavi fosse inferiore ai ricavi considerati congrui;

le numerose modifiche previste nella legge finanziaria sembrano, tra l'altro introdurre disposizioni volte a dare validità ai risultati degli studi di settore per l'applicazione dell'accertamento induttivo;

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative per abrogare i commi 2 e 3 dell'articolo 37 del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 offrendo così maggiori garanzie alle imprese in contabilità ordinaria;

nonché ad introdurre norme appropriate che garantiscano l'utilizzo originario degli studi di settore, cioè quello di essere uno strumento di controllo e non di accertamento induttivo, anche considerato che l'accertamento ordinario deve essere possibile solo previa dimostrazione di una «grave incongruenza» e solo se fondato su altre presunzioni come, peraltro, chiarito dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 2891 del 2002) e da diverse sentenze delle Commissioni tributarie di merito.

9/1746-bis/198.Bezzi, Brugger, Zeller, Nicco, Widmann.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 59, nel porre l'accento sulla importanza strategica del contenimento delle spese per il personale delle regioni e degli enti locali, sensibilizza questi ultimi ad una particolare attenzione nel controllare l'andamento e la dinamica di tale tipologia di spesa -:

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte al rispetto da parte delle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2 del decreto legislativo n. 165 del 2001 che intendono avvalersi di consulenti od incaricati comunque denominati, anche al fine di limitarne il ricorso e conseguire risparmi di spesa, del principio della necessità del previo possesso da parte degli stessi di esperienza e titoli specifici legati all'incarico assegnato.

9/1746-bis/199.(Testo modificato nel corso della seduta) Napoletano.

 

 

La Camera,

premesso che:

riguardo agli interventi di politica sociale ed assistenziale presenti nella manovra, non si registra un adeguato investimento finanziario;

d'altro canto i tagli apportati dalle leggi finanziarie del precedente Governo agli enti locali hanno costretto gli stessi a dover limitare l'impatto di adeguate politiche sociali e a dover sospendere gli interventi di sostegno all'infanzia;

la legge n. 285 del 1997 recante «Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l'infanzia e l'adolescenza» assume fra le proprie finalità la promozione sia di interventi rivolti alle situazioni di difficoltà, marginalità e disagio in cui si trovano molti minori e le loro famiglie (si veda in particolare l'articolo 4), sia di interventi che riconoscano i bambini come soggetti di diritti ed offrano loro opportunità nella vita quotidiana delle proprie comunità (articoli 5, 6 e 7);

l'approvazione della legge n. 285 del 1997 si colloca all'interno di un quadro normativo internazionale che manifesta una crescente attenzione al tema dei minori;

all'articolo 1 la stessa legge istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Fondo Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza;

l'obiettivo della predetta legge è la realizzazione di interventi a livello nazionale, regionale e locale per favorire la promozione dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale e la socializzazione dell'infanzia e dell'adolescenza, privilegiando la famiglia in attuazione dei principi della Convenzione sui diritti del fanciullo;

a norma della legge medesima, alle Regioni e Province autonome spetta il compito di definire, contestualmente agli ambiti territoriali d'intervento, le linee di indirizzo, i criteri di finalizzazione delle risorse e di priorità degli interventi, nonché gli strumenti di verifica cui devono attenersi gli enti locali nella predisposizione e presentazione dei progetti;

l'iter di attuazione della legge vede la partecipazione di diversi organi istituzionali ed enti locali. A livello nazionale, il Dipartimento degli Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri garantisce il coordinamento generale della legge, cura il monitoraggio sulla sua applicazione ed effettua la verifica tecnico-politica della spesa;

le Regioni, dal canto loro, concorrono all'applicazione della legge garantendo la programmazione di settore; armonizzando la distribuzione delle risorse; sviluppando programmi di scambio e formazione interregionale; assicurando il monitoraggio e la verifica della spesa; definendo ogni tre anni gli ambiti territoriali di intervento;

ogni ambito territoriale definisce un Piano di intervento territoriale triennale. Gli Enti Locali (Comuni, Comunità Montane e Province), rappresentano i soggetti titolari di progetti immediatamente esecutivi che compongono il Piano di intervento territoriale triennale di ciascun ambito territoriale;

gli Enti Locali, ai quali è richiesto lo sforzo di avviare una progettazione e una gestione partecipata, sono i beneficiari ultimi delle risorse finanziarie stanziate per l'attuazione della legge;

dalla gestione delle risorse sono emersi dei problemi contabili legati all'esiguo intervallo di tempo riservato agli enti beneficiari e che intercorre tra l'erogazione delle somme e l'utilizzo delle stesse, che genera quasi sempre dei residui perenti -:

impegna il Governo:

ad adottare ulteriori iniziative normative affinché, a decorrere dall'anno 2007, la dotazione del Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, di cui all'articolo 1 della citata legge n. 285 del 1997, venga determinata annualmente dalla legge finanziaria, con le modalità di cui all'articolo 11, comma 3, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modifiche ed integrazioni;

a conservare le somme impegnate ma non liquidate entro la chiusura dell'esercizio finanziario in attuazione dell'articolo 1, comma 2, della legge 28 agosto 1997, n. 285 in favore dei comuni ivi indicati, nella dotazione dello stato di previsione del Ministero della Solidarietà sociale per cinque anni,

9/1746-bis/200.Cancrini, Napoletano, Sgobio, Diliberto, Bellillo, Cesini, Crapolicchio, De Angelis, Galante, Licandro, Pagliarini, Ferndinando Benito Pignataro, Soffritti, Tranfaglia, Vacca, Venier.

La Camera,

premesso che:

la programmazione 2007 degli investimenti nel settore mezzi aerei prevede un finanziamento di 139,2 milioni di curo per lo sviluppo del velivolo di attacco aria-suolo Joint Strike Fighter (JSF), facente capo ad un programma guidato dagli USA e con la partecipazione di altri paesi. Il programma Joint Strike Fighter è relativo allo sviluppo, industrializzazione e supporto alla produzione di un velivolo multiruolo in sostituzione, a partire dal 2015, degli attualmente in servizio Tornado, AM-X e AV8B. Gli oneri globali, relativi alla sola fase di sviluppo, sono pari a circa 1.028, 48 milioni di dollari;

le informazioni che provengono dagli USA e da altri paesi partecipanti al programma JSF, come l'Olanda, denunciano l'innalzamento e l'indeterminatezza dei costi. Secondo fonti del Pentagono, il costo di un singolo caccia è passato dai 4656 milioni di dollari iniziali addirittura ai 150-160 milioni. Secondo la Corte dei Conti olandese, invece, non si sa ancora il costo preciso del JSF, visto che il 65 per cento della fase dei test deve essere ancora completata. La Corte dei Conti USA ha suggerito al Congresso di posporre l'approvazione dello stanziamento dei fondi, finché non si dispongano di maggiori informazioni sul programma JSF;

a queste incertezze si aggiungono le preoccupazioni sul trasferimento di tecnologie avanzate. Il direttore generale di Finmeccanica, Giorgio Zappa, ha dichiarato che gli USA stanno mettendo limitazioni alle tecnologie cui possono accedere gli altri governi partecipanti al progetto. Lo stesso governo britannico, sebbene sia, al contrario dell'Italia, un partner privilegiato dell'industria militare Usa, ha messo in forse, all'inizio dell'anno in corso, la propria partecipazione proprio per la difficoltà di accesso ai «codici sorgente». Tali codici permettono di effettuare modifiche al velivolo e, quindi, di adattarlo alle necessità delle singole aeronautiche;

nella programmazione degli investimenti nel medesimo settore si prevede anche un finanziamento di 450 milioni di curo all'Eurofighter 2000 (EFA 2000), programma in cooperazione con Germania, Regno Unito e Spagna;

il programma Eurofighter rappresenta un importante passaggio nello sviluppo di una industria della difesa europea, che è un elemento centrale nella realizzazione di una maggiore integrazione, non solo economica ma anche politica, della UE, su un versante di grande rilevanza strategica. Inoltre, lo sviluppo di tecnologie di punta risulta fondamentale nella sempre più accesa competizione industriale della nuova realtà del mercato mondiale. Per questa ragione, è necessaria l'attuazione di economie di scala, che possono essere realizzate solamente mettendo insieme le risorse dei vari paesi europei;

esiste la possibilità di migliorare le capacità di attacco aria-suolo dell'EFA 2000, il cui costo, riferendosi ad un aereo già esistente, oltre che di altissimo livello tecnologico, presenta minori margini di incertezza. Nello stesso tempo i pochi velivoli (circa 40) con capacità di decollo ed atterraggio verticale, necessari alla portaerei Cavour, potrebbero esser acquistati direttamente sul mercato. Le risorse così risparmiate, potrebbero essere impiegate nello sviluppo di velivoli più adatti alle tendenze future, come gli aerei senza pilota, ed in particolare al programma europeo Neuron, in cui siamo ai secondo posto come investimento, e che pub essere anche la base per lo sviluppo di aerei con pilota di sesta generazione -:

impegna il Governo

a valutare la possibilità di ricalibrare le modalità di partecipazione del nostro paese in merito al programma JSF.

9/1746-bis/201.(Testo modificato nel corso della seduta) Galante.

 

 

La Camera,

premesso che:

il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha una dotazione organica teorica di 34661 unità, di cui, 29838 nell'area operativa e tecnica, 821 nell'area direttiva e della dirigenza, 4002 nell'area amministrativa ed informatica;

la dotazione organica reale, in particolare dell'area operativa dedicata all'attività ordinaria di soccorso tecnico urgente, di fatto assomma a circa 28 100 unità;

nel corso degli ultimi anni i potenziamenti della dotazione organica non hanno coperto, se non in misura residuale, gli avvenuti pensionamenti, tanto è vero che, allo stato attuale, ovvero, esaurite le disponibilità dei potenziamenti succitati, permane una carenza strutturale di circa 700 unità;

le dimissioni dal Corpo per raggiunti limiti di età o per pensionamento di anzianità per l'anno in corso ammonta a circa 1000 unità e almeno altrettante si prevedono per l'anno 2007;

il Ministero dell'interno, attraverso specifici studi tecnico-scientifici, al fine di garantire un adeguato e celere servizio in tutto il territorio nazionale ha accertato l'inderogabile necessità di incrementare di circa 15000 unità di vigili del fuoco le attuali circa 28000 unità in servizio, peraltro in piena sintonia con gli standard europei che prevedono un vigile del fuoco ogni 1500 abitanti;

l'amministrazione del Corpo utilizza, ormai in maniera stabile, lo strumento dei vigili del fuoco discontinui e precari (circa 15000 unità) per coprire carenze di organico conclamate e strutturali;

l'impiego di vigili del fuoco discontinui, di fatto, sta alimentando una forma inaccettabile di precariato anche in un settore che deve garantire l'incolumità dei cittadini attraverso un soccorso tecnico tempestivo ed efficace, oltre tutto, utilizzando stabilmente risorse che consentirebbero, senza ulteriori costi, l'assunzione di circa 2000 unità a tempo indeterminato;

sussiste una condizione di grave difficoltà operativa, destinata ad aggravarsi ulteriormente in mancanza di un potenziamento degli organici;

per fronteggiare le più urgenti esigenze del servizio in relazioni ai molteplici compiti istituzionali del Corpo in materia di soccorso tecnico urgente alla popolazione e di protezione civile, si rende necessario in via transitoria potenziare gli organici assumendo gli idonei di concorsi pubblici già espletati;

l'articolo 1, comma 96, della legge n. 311 del 2004 (legge finanziaria 2005), prevede che le pubbliche amministrazioni, per fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza ed urgenza, possono procedere ad assunzioni in deroga al blocco del tum over nel limite di un contingente complessivo di personale corrispondente ad una spesa annua lorda pari a 120 milioni di euro a regime;

l'articolo 1, comma 97, della legge n. 311 del 2004, nell'ambito delle risorse stanziate dal comma 96 del medesimo articolo, dispone che si proceda prioritariamente all'immissione in servizio degli addetti a compiti di sicurezza pubblica e di difesa nazionale, di soccorso tecnico urgente, di prevenzione e vigilanza antincendio -:

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte a definire un piano pluriennale di assunzioni di vigili del fuoco operativi che copra innanzitutto le attuali carenze di organico, un graduale incremento di operatori, al fine di rendere omogenee le dotazioni organiche del Corpo quanto meno agli standard europei;

tale piano dovrà prevedere, preliminarmente, il confronto con le organizzazioni sindacali di categoria, avendo come obiettivo prioritario la stabilizzazione degli attuali vigili del fuoco precari con procedure e modalità da definirsi con specifico accordo sindacale, all'interno delle più generali regole del lavoro pubblico;

a valutare l'opportunità, nelle more dell'effettuazione dei concorsi pubblici che saranno previsti nel piano pluriennale succitato, di provvedere, sulla base del succitato comma 97 della legge n. 311 del 2004, per fronteggiare le più urgenti esigenze del servizio in relazione ai molteplici compiti istituzionali del Corpo e in particolare ai compiti di soccorso tecnico urgente e di protezione civile, a potenziare le attuali dotazioni organiche del Corpo, fatte salve le riserve di legge previste, attraverso il completamento dell'assunzione dei candidati risultati idonei nel concorso pubblico indetto con decreto del Ministero dell'interno in data 26 marzo 1998 per 184 posti di vigile del fuoco, nonché l'assunzione dei candidati risultati idonei nel concorso per titoli a 173 posti di vigile del fuoco, riservato ai vigili iscritti negli elenchi del personale volontario, indetto con decreto del Ministero dell'interno il 5 novembre 2001, e a tal fine ad attivarsi perché sia prorogata al 31 dicembre 2008 la validità delle graduatorie dei succitati concorsi, che scadrebbero altrimenti il 31 dicembre 2006.

9/1746-bis/202.(Testo modificato nel corso della seduta) Pagliarini, Diliberto.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge 5 febbraio 1992, n. 104, sancisce che la persona disabile ha il diritto al pieno rispetto della dignità umana, e ne promuove l'integrazione in tutti gli ambiti della società civile a partire dalla famiglia fino alla scuola ed al lavoro;

come risulta dall'indagine curata dall'Istat sulla «integrazione sociale delle persone con disabilità», il 91 per cento di queste ultime vive con la propria famiglia e soltanto il 6,2 per cento vive da solo;

la famiglia, pertanto, costituisce il perno dell'assistenza e della cura della malattia della persona disabile. Infatti laddove è presente una persona affetta da disabilità grave, oltre alla normale attività lavorativa fonte di sostentamento (e per la quale sono richieste presenza e professionalità), per le lavoratrici e di lavoratori si aggiunge anche il carico dell'accudimento quotidiano delle persone disabili, che provoca un logoramento ed uno stress fisico e psicologico di notevole portata, che equipara tale attività alla stregua dei lavori usuranti -:

impegna il Governo

ad estendere il beneficio della riduzione dei requisiti di età anagrafica e contributiva previsti dall'articolo 1 comma 1 del decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374 e successive modificazioni, e dall'articolo 1, commi 36 e 37, della legge 8 agosto 1995, n. 335 agli assicurati che svolgono lavoro di cura ed assistenza continua a parenti in linea retta entro il quarto grado disabili, predisponendo le dovute modifiche alla tabella A allegata al predetto decreto legislativo n. 374 del 1993, al fine di inserire quelle attività tra i lavori usuranti.

9/1746-bis/203.Bellillo.

 

 

La Camera,

premesso che:

la manovra finanziaria nel suo complesso prevede un risparmio di spesa per la Pubblica amministrazione all'interno della quale, anche lo stato di previsione del Ministero della giustizia si colloca in una dimensione non facile. In particolare la riduzione dello stato di previsione per il 2007, in una quota pari al 3,8 per cento, è direttamente collegata all'intervento del Legge 4 agosto 2006, n. 248 «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale», cosiddetto «decreto Bersani», che ha disposto il blocco delle anticipazioni delle spese di giustizia da parte delle Poste Italiane, al fine di meglio individuare gli andamenti delle singole poste di bilancio;

tale riduzione incide in maniera rilevante sulle spese riguardanti il gratuito patrocinio, con il rischio che tale istituto possa subire una notevole flessione in termini di disponibilità e sostenibilità da parte degli avvocati abilitati e iscritti nelle liste con la conseguenza di colpire direttamente le fasce deboli della società che usufruiscono, in termini di diritto alla difesa, di tale istituto -:

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte al reperimento di risorse economiche adeguate al fine di tutelare l'effettivo esercizio del gratuito patrocinio, in maniera tale da consentirne la sostenibilità economica degli avvocati abilitati e garantire il diritto alla difesa previsto dalla Carta costituzionale.

9/1746-bis/204.Crapolicchio.

 

 

La Camera,

premesso che:

la manovra finanziaria nel suo complesso prevede una generale riformulazione delle detrazioni a carico del contribuente con una redistribuzione delle risorse a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione unitamente ad un generale riesame del sistema della tassazione;

quest'ultimo aspetto è oggetto, nell'ambito della manovra di accompagnamento della legge finanziaria, del decreto-legge n. 262 del 2006, attualmente all'esame del Senato della Repubblica, che incide sul sistema delle imposte sui redditi di cui al decreto del presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 prevedendo un aumento dal 30 al 50 per cento della percentuale da applicare per la determinazione del valore del benefit da includere nel reddito del lavoro dipendente;

in deroga a quanto previsto dallo Statuto dei diritti del contribuente, che all'articolo 6 dispone che «L'amministrazione deve informare il contribuente di ogni fatto o circostanza a sua conoscenza dai quali possa derivare il mancato riconoscimento di un credito», la norma fa decorrere gli effetti della disposizione dall'inizio del periodo d'imposta in corso, e non dalla data di entrata in vigore del decreto citato, 3 ottobre 2006, determinando altresì un recupero dei maggiori oneri calcolati sull'incremento della base imponibile per il periodo gennaio-settembre dell'anno in corso;

tale disposizione incide in misura rilevante su quella fascia di lavoratori che usufruisce dell'auto aziendale, quale forma aggiuntiva di reddito non altrimenti disponibile;

la norma, all'esame del Senato della Repubblica, rischia di indurre le imprese a non dotare più i propri dipendenti dell'uso dell'autovettura con un peggioramento complessivo del reddito disponibile per il lavoratore, considerato, inoltre, che mentre in precedenza i costi relativi alle autovetture in uso ai dipendenti erano deducibili dal reddito d'impresa, la normativa attualmente in vigore ne limita la deducibilità solo a ciò che costituisce reddito imponibile per il dipendente, cosa che indurrà le imprese stesse a limitare la concessione delle auto aziendali;

la conseguenza di tali disposizioni rischia di incidere sensibilmente anche sul mercato delle auto a noleggio a lungo termine, utilizzate dalle aziende a beneficio dei dipendenti, con conseguente riduzione occupazionale del settore in cui insistono essenzialmente le auto di fabbricazione italiana;

il prevedibile minor utilizzo dell'auto aziendale avrà effetti negativi anche in termini di impatto ambientale trattandosi, generalmente, di auto nuove, con motori di tipo Euro 4 o Euro 5 con minori effetti inquinanti, rinnovate al termine del periodo di locazione, generalmente dopo tre anni -:

impegna il Governo

ad effettuare in sede di applicazione della norma in oggetto un monitoraggio sulla stessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a correggere la disposizione per rivedere la norma in oggetto al fine di non penalizzare la fascia di lavoratori che usufruiscono dell'auto aziendale quale forma aggiuntiva di reddito, anche al fine di adempiere alle disposizioni contenute all'articolo 6 dello Statuto dei diritti del contribuente.

9/1746-bis/205.Ferdinando Benito Pignataro.

 

 

La Camera,

premesso che:

la nostra Costituzione, all'articolo 1, afferma la centralità dei lavoro come valore fondante della democrazia, essendo l'Italia una repubblica fondata sul lavoro e avendo come priorità quella di garantire ai suoi cittadini un lavoro stabile e sicuro, per un futuro sereno e pianificabile;

per garantire diritti e tutele nel nostro Paese, dove si contano ormai circa 4,5 milioni di persone, prevalentemente giovani e donne, che, a causa di una condizione lavorativa precaria, sono privi di diritti e tutele e vivono costantemente sotto ricatto;

per uscire dalla crisi economica nella quale versa il nostro Paese e favorire il suo sviluppo occorre reintrodurre il lavoro stabile e di qualità;

per garantire pari opportunità e diritti di cittadinanza, occorre potenziare la pubblica amministrazione, la sola capace di assicurare servizi sanitari, scuola, università e ricerca al servizio dei diritti e dei bisogni di tutti i cittadini;

per introdurre nel nostro ordinamento giuridico il principio del lavoro economicamente dipendente, affinché il rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato torni ad essere la modalità di lavoro «normale» e per ridurre drasticamente le forme di precarietà, è necessario riscrivere complessivamente le norme sul lavoro nel nostro Paese;

per dare un segno tangibile ai cittadini, che indichi una netta inversione di tendenza rispetto al passato, attraverso cambiamenti forti e decisi, con l'apertura di una stagione di vera lotta alla precarietà nel mondo del lavoro -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di procedere ad una rivisitazione complessiva delle norme sul lavoro, al fine di concretizzare l'obiettivo di rendere il lavoro a tempo indeterminato quale forma di assunzione «normale» e ordinaria, e alla definizione di un piano pluriennale di stabilizzazione dei personale precario nella pubblica amministrazione prevedendo a tale scopo adeguate risorse e specifiche procedure.

9/1746-bis/206.Diliberto, Pagliarini, Burgio, Rocchi, Zipponi.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge 401 del 2001 ha provveduto alla stabilizzazione del personale contrattualizzato a tempo determinato per la redazione dei vari piani per l'assetto idrogeologico d'Italia. La norma, emanata nel 2001, consentì l'assunzione del personale citato attraverso la trasformazione del rapporto di lavoro da determinato a indeterminato, e venne utilizzata da tutte le regioni d'Italia ad eccezione della regione Sicilia che assunse il personale in questione solo nel 2002. La legge, infatti, faceva riferimento al personale già assunto alla data di entrata in vigore della legge, mentre il personale tecnico della Regione Sicilia, Assessorato ambiente e territorio, - per i colpevoli ritardi amministrativi della Regione stessa - nonostante fosse vincitore di concorso già nel 2001, venne contrattualizzato solo nel 2002 e dunque non potè beneficiare degli effetti della norme in questione;

al momento, solo i 45 tecnici della regione siciliana in materia di prevenzione e difesa del suolo non godono di un rapporto di lavoro stabile ma sono soggetti a contratti a tempo determinato che si protraggono nel tempo,

impegna il Governo

ad estendere i benefici conseguenti all'articolo 5, comma 3, della legge n. 401 del 2001, ai vincitori di concorso della Regione Sicilia già del 2001, ma contrattualizzati solo nel 2002.

9/1746-bis/207.Licandro.

 

 

La Camera,

premesso che:

il comma 281 della legge in questione prevede l'innalzamento dell'obbligo di istruzione per almeno dieci anni ed eleva l'età di ingresso nel mondo del lavoro da 15 a 16 anni di età;

tale obbligo si deve realizzare nel primo biennio della scuola secondaria superiore;

il biennio unitario deve essere interrelato con la scuola media ed avere valenza orientativa rispetto ai percorsi successivi;

detto biennio deve essere strutturato con l'obiettivo di contemperare le esigenze del completamento della formazione culturale di base, potenziare le capacità di scelta e la propedeuticità ai percorsi successivi e a tal fine deve essere impostato su metodologie didattiche rispettose delle diverse forme di intelligenza e dei diversi stili di apprendimento;

di conseguenza l'obbligo formativo dai 16 ai 18 anni, deve essere realizzato nei sistemi dell'istruzione, della formazione professionale e dell'apprendistato con un monte ore incrementato coerentemente con gli standard e gli obbiettivi formativi definiti sulla base di apposito decreto adottato dal Ministero della pubblica istruzione ai sensi dell'articolo 17, comma 4 della legge 23 agosto 1988, n. 400;

la formazione professionale si configura come sistema distinto da quello dell'istruzione con il quale deve creare relazioni e progetti integrati;

le istituzioni scolastiche, inoltre, anche in rete tra loro e d'intesa con le regioni e gli Enti Locali, possono sperimentare forme di arricchimento dei percorsi scolastici avvalendosi delle risorse e delle opportunità formative presenti sul territorio -:

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative normative volte a far sì che l'obbligo di istruzione gratuita fino a sedici anni sia realizzato nel primo biennio della scuola secondaria superiore.

9/1746-bis/208. Tranfaglia, Diliberto, Sgobio, De Simone.

 

 

La Camera,

premesso che:

le risorse assegnate agli enti pubblici nazionali di ricerca sono in termini nominali ferme da circa dieci anni e quindi progressivamente decurtate in termini reali;

la finanziaria per il 2007 prevede misure di contenimento della spesa che comportano, attraverso accantonamenti indisponibili, ulteriori riduzioni;

è da tempo prioritario l'obiettivo, confermato nel documento di programmazione economico finanziaria (DPEF), di aumentare gli investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo, come previsto dalla Strategia di Lisbona;

è altresì considerato prioritario:

sostenere le iniziative di collaborazione tra enti di ricerca nazionali e le autonomie regionali, già avviate da alcuni enti tra cui il CNR, che consentono di promuovere la collaborazione di attività di ricerca per lo sviluppo regionale;

promuovere la partnership pubblico-privato nelle attività di ricerca per la promozione dei processi innovativi;

l'imminente avvio delle azioni nell'ambito del VII Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico dell'Unione europea rende ancor più opportuno ed urgente investire per creare condizioni che possano favorire la competitività degli enti nazionali di ricerca italiani -:

impegna il Governo:

a considerare prioritario l'obiettivo di assegnare al Fondo ordinario per gli enti di ricerca previsto dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 204 del 1998, le risorse accantonate in applicazione delle misure di contenimento della spesa previste dalla legge Finanziaria 2007 nella misura in cui si renderanno disponibili;

a favorire nelle destinazioni settoriali, stabilite in sede CIPE per l'utilizzo delle risorse del Fondo per le aree sotto utilizzate, gli interventi per la ricerca e lo sviluppo tecnologico promossi da enti nazionali di ricerca in collaborazione con il mondo produttivo;

a promuovere una concreta valorizzazione dell'apporto degli enti di ricerca, anche attraverso quote di finanziamento mirate, alle iniziative per la ricerca applicata e lo sviluppo tecnologico delle imprese o comunque ai programmi di investimento a contenuto tecnico-scientifico finanziati dai Ministeri dello sviluppo economico, dell'ambiente e tutela del territorio e del mare, delle politiche agricole, alimentari e forestali.

9/1746-bis/209.D'Agrò.

 

 

La Camera,

premesso che:

il Nord Ovest del Paese necessita di sviluppare una pluralità di collegamenti ferroviari verso la Francia, verso il Mediterraneo e verso il centro Europa;

la realizzazione del tunnel del Tenda, in questo contesto, rappresenta un nodo strategico per le comunicazioni commerciali e turistiche fra il Piemonte e la Liguria e tra l'Italia e la Francia -:

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte a prevedere, nell'ambito delle risorse destinate alle opere infrastrutturali considerate prioritarie e strategiche per il Paese, un adeguato stanziamento finalizzato all'ammodernamento e all'ampliamento del Traforo Colle di Tenda.

9/1746-bis/210.Delfino, Tassone.

 

 

La Camera,

premesso che:

il decreto interministeriale 26 febbraio 2002, in forza della legge n. 266 del 1997, riordina il sistema di «ricerche in Antartide»;

nella note esplicative attinenti al ruolo assegnato al Consorzio per l'Attuazione del Programma Nazionale Ricerche in Antartide, è precisato che il Consorzio provvede anche «alla gestione delle infrastrutture polari in genere ed al coordinamento delle iniziative finalizzate alle ricerche antartiche e polari»;

le proposte legislative, presentate nella XIV e nella XV legislatura, ricordano che la Commissione Scientifica Nazionale per l'Antartide ha costituito il comitato nazionale per l'anno polare internazionale;

i ricercatori italiani hanno contribuito alla formulazione di oltre il 10 per cento dei progetti sottoposti all'International Polar Year (ICSU);

il relativo svolgimento è previsto debba interessare l'Artide e l'Antartide;

la comunità scientifica risulta favorevole alla gestione unitaria dei programmi suddetti, che l'Anno Polare consiste in un programma di ricerca con osservazioni nelle regioni polari del pianeta;

le stazioni polari sono in Antartide «Mario Zucchelli» e «Concordia» ed in Artide «dirigibile Italia» alle Isole Svalbard;

infine è altamente auspicabile uno sforzo di collaborazione a livello internazionale -:

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte a concedere l'approvazione della partecipazione italiana all'anno polare internazionale, cogliendo questa occasione per introdurre tra i programmi di ricerca, in atto nei due poli del nostro Pianeta, il necessario coordinamento, valutando l'estensione delle competenze al Consorzio già operante, ovvero ad un organismo similare, opportunamente ridisegnato;

a considerare l'alto valore della suddetta iniziativa, anche dal punto di vista delle economie finanziarie, riconducendo ad unità competenze attualmente frammentate ed aumentando la qualità complessiva della ricerca;

a sostenere l'impegno della comunità scientifica che ha dotato l'Italia di un organismo capace di intervenire nei due emisferi;

ad individuare le risorse finanziare necessarie alla partecipazione dell'Italia all'Anno Polare.

9/1746-bis/211.Marcazzan.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge Finanziaria 2007 prevede, ai fini dell'Irpef, la trasformazione delle deduzioni in detrazioni ed un nuovo meccanismo di detrazione per carichi fiscali;

sono numerosissimi quei contribuenti che, pur presentando la denuncia dei redditi, dispongono di un reddito non molto alto e non debbono quindi allo Stato un imposta tanto alta da permettere di sfruttare appieno le detrazioni offerte dalla normativa fiscale;

tutti questi contribuenti trarranno un beneficio limitato, o non l'avranno affatto, da questa manovra finanziaria -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare in tempi rapidi gli opportuni provvedimenti normativi atti a consentire la facoltà ai cosiddetti contribuenti incapienti di utilizzare la detrazione per carichi familiari eccedente l'imposta dovuta per la compensazione dei debiti tributari e o di tasse dovute per servizi erogati al nucleo familiare a livello nazionale e o locale, ovvero per l'erogazione, da parte dell'Amministrazione centrale dello Stato, su istanza dell'avente diritto di una somma di pari importo alla detrazione.

9/1746-bis/212.Drago.

 

 

La Camera,

premesso che:

a cura di un gruppo di studio del quale hanno fatto parte le università di Urbino, di Napoli, di Parma, nonché ricercatori degli Enti (European Intermodal Association; Ambrogio Trasporti; FITA-CNA, Rail Traction Company, Trenitalia Logistica, Italmondo Servizi ed Editoria, Lyon Turin Ferroviarie), coordinati dal COPIT, nel quadro del programma editoriale COPIT-MUR ex lege , è stato messo a punto un quaderno di divulgazione intitolato «Trasporto merci sull'Arco Alpino»;

nel detto rapporto si pongono in evidenza gli elementi maggiormente significativi dello scenario attuale, citando i dati Confetra che confermano come la scelta modale sia tuttora fortemente sbilanciata a favore della strada (negli ultimi anni, il trasporto per ferrovia è cresciuto del 9 per cento, duello su strada del 58 per cento); ed altresì che tende a posizionarsi il trasporto «combinato accompagnato» e maggiormente quello non accompagnato; ed infine che in relazione alla introduzione della tassa sul traffico pesante il trasporto delle merci, nella suddetta modalità, in Svizzera si è ridotto del 3 per cento;

gli scenari di sviluppo a breve termine saranno influenzati, nella opzione strada-ferrovia, dalle condizioni economiche, normative, tecnologiche, infrastrutturali e di riequilibrio modale che saranno instaurate e che pertanto lo scenario futuro - premesso che il trasporto delle merci condiziona la politica dei trasporti e si riflette sulla pianificazione del territorio, sulla gestione energetica e sulla sicurezza ambientale - è legato alla realizzazione di specifici investimenti infrastrutturali nonché sulla implementazione della politica comune dei trasporti;

per le ragioni esposte occorre prestare attenzione al sistema delle intese e dei poteri con specifico riferimento alla Commissione Europea e, nel caso dell'arco alpino, alla «convenzione delle Alpi» (trattato internazionale stipulato nel 1991 da otto Paesi alpini) cui sono allegati 10 protocolli dei quali uno dedicato ai Trasporti (sottoscritto nel 2001) nonché, a livello nazionale, al complesso dei provvedimenti che è sfociato nel Patto per la Logistica nel quale sono fissati gli impegni quadro (autotrasporto, ferroviario, combinato marittimo, terrestre, cargo aereo logistica urbana);

il rapporto ha enumerato ed efficacemente riassunto le politiche di intervento distinguendole in:

tipo tecnologico-organizzativo;

iniziativa delle Alpi - la borsa dei transiti;

progetto Bravo;

di tipo in infrastrutturale integrato;

di tipo normativo;

politica di sicurezza nelle gallerie;

e precisando che bisogna porre mano ad una politica di riequilibrio modale complessivo con interventi mirati (sulle prestazioni dei servizi, sulla riorganizzazione delle imprese, sulla incentivazione del trasporto ferroviario intermodale, sull'incremento della efficienza dei processi logistici -:

impegna il Governo

1. a definire le linee di una politica condivisa che, partendo dalla constatazione che il trasporto merci sull'arco alpino è la questione chiave per la politica dei trasporti della UE, assicuri l'armonizzazione delle esigenze, non sempre convergenti, dei soggetti coinvolti;

2. a predisporre una valutazione più realistica dell'onere finanziario connesso all'ipotesi di un sistema di trasporti efficiente dell'arco alpino, ben superiore ai dieci miliardi di euro attualmente considerati, in modo che occorrerà, fin da ora, individuare forme di intervento integrative dell'azione di Governo e dell'UE (Project Financing, tassazione sul traffico pesante, contributi delle Regioni direttamente coinvolte;

3. a procedere, alla integrazione degli attuali progetti ferroviari di attraversamento delle Alpi mediante un sistema ramificato che raggiunga le aree ad alta intensità logistica, specie per il Mezzogiorno;

4. a dare, quindi, maggiore importanza ai collegamenti locali con i corridoi transeuropei (I e V);

5. a concorrere alla maturazione di tutti i Paesi europei interessati di una visione complessiva dello spazio alpino e del suo sviluppo;

6. a riconoscere la priorità del Trasporto ferroviario procedendo, a migliorare le condizioni per favorire l'accesso dei privati alla rete finanziaria;

7. a garantire - allo scopo di agevolare la soluzione del trasporto combinato che richiede la cooperazione degli operatori della catena logistica e la coerenza dei decisori politici - la convenienza tra combinato e tutto strada mediante:

maggior rispetto delle norme di circolazione;

incremento del personale di controllo;

realizzazione di aree attrezzate;

armonizzazione della normativa europea;

costituzione di un registro internazionale delle infrazioni stradali;

8. a concedere l'importanza che merita alla armonizzazione dei dati sui flussi di trasporto tra i Paesi alpini, mettendo ordine nella frammentazione delle fonti informative e introducendo accettabili livelli di cooperazione tra Italia, Francia, Svizzera e Austria (congrui livelli ministeriali e attivazione dei gruppi di lavoro);

9. a considerare con favore la realizzazione di una Agenzia del trasporto merci sull'arco alpino ad essa assegnando i compiti di:

facilitare le scelte di piano e la loro condivisione;

attivare l'osservatorio sulla realtà logistico-trasportistica dei territori alpini;

mettere a sistema gli studi realizzati al riguardo da Ministeri, Università, Enti di Ricerca, società di consulenza, etc.

9/1746-bis/213.Compagnon.

 

 

La Camera,

premesso che:

è necessario disporre di mezzi finanziari adeguati per assicurare l'evoluzione positiva dello strumento militare e la sua efficienza come richiesto dal mutato quadro strategico ed in rapporto ai ruolo dell'Italia nello svolgimento della politica internazionale;

lo sviluppo tecnologico incide in misura decisiva sul successo della pianificazione, specie per quanto riguarda le capacità di mettere in rete le informazioni necessarie, rese possibili solo con l'impiego di strumenti innovativi (satelliti, sensori, radar, velivoli senza pilota, GNSS etc.);

richiamate le disposizioni di legge in vigore che definiscono compiti istituzionali e militari da riassumere essenzialmente in due proposizioni:

operazioni di mantenimento della pace, di soccorso umanitario, di cooperazione post conflitto ed altresì di salvaguardia delle pubbliche Istituzioni e dei concorso in caso di calamità;

operazioni di prevenzione della minaccia, di tutela degli interessi nazionali, di partecipazione collettiva;

richiamate le previsioni di carattere strategico formulate dalla pianificazione militare che sono principalmente tre:

A. sicurezza degli spazi nazionali;

B. partecipazione ad operazioni, in coalizione;

C. operazioni risolutive comprendenti la difesa della integrità nazionale, della integrità collettiva, la gestione della crisi;

sottolineato che essendo ammessi solo gli interventi nei suddetti scenari è decisiva l'apprestamento delle relative forze e con esse, sia dai supporti tecnologici, sia dalla base produttiva degli stessi;

ribadito che ponendo la dovuta attenzione al rapporto tra la domanda di sicurezza e il dinamismo dell'offerta scientifica e produttiva si pub constatare la eccellenza tecnologica posseduta dall'Italia, insediata in Regioni territoriali di grande valore per la tipologia industriale (velivoli, elicotteri, spazio, elettronica), con i seguenti totali (unità: Nord: 14920; Centro: 10223; Sud: 7236) -:

impegna il Governo:

1. adottare misure per definire strategiche talune aree territoriali ove sono presenti industrie e centri di ricerca, da salvaguardare e sostenere in quanto componenti essenziali del sistema di sicurezza e di difesa nazionale;

2. ad includere nelle misure suddette l'adeguamento strutturale, dei distretti tecnologici, con riferimento particolare a:

Distretto Aerospaziale del Lazio, (da integrare con l'obiettivo del coordinamento della industria a tecnologia avanzata della difesa), insediata nell'area della Tiburtina;

Distretto Tecnologico di Torino, di valore strategico per la Difesa;

3. ad identificare una politica capace di sostenere le filiere produttive per la difesa e per la sicurezza, da considerare incluse nei distretti tecnologici, assistiti da una «governante» tale da consentire la piena partecipazione delle forze produttive, scientifiche e sociali nella gestione del distretto;

4. a studiare rapporto di attori significativi dei sistemi finanziario a livello regionale, con iniziative riguardanti: fondazioni bancarie, fondazioni private, strutture di ventural capital, pianificando - in particolare con le Università di Roma e di Torino - l'utilizzazione degli Spin-Off.

9/1746-bis/214.Bosi, Tassone.

 

 

La Camera,

premesso che:

il comma 217 dell'articolo 16, consente, per gli anni 2008 e 2009, alle Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, ivi compresi i Corpi di polizia ed il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, le agenzie, incluse quelle fiscali, agli enti pubblici non economici e gli enti pubblici di cui all'articolo 70, comma 4 del decreto legislativo 165 del 2001, di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell'anno precedente;

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, prima dell'espletamento di nuove procedure concorsuali, di procedere all'assunzioni degli idonei nelle graduatorie dei concorsi precedentemente banditi e ancora validi dalle Amministrazioni e dagli enti interessati.

9/1746-bis/215.D'Alia.

 

 

La Camera,

premesso che:

considerate le difficoltà incontrate nella ricostruzione delle aree delle regioni Umbria e Marche colpite dal terremoto del 1997;

constata la necessità di sostenere le famiglie impegnate a far fronte alle necessità post-terremoto;

viste le ordinanze del Commissario straordinario adottate negli anni scorsi;

impegna il Governo

a sollecitare il Commissario straordinario a farsi carico dei bisogni delle popolazioni delle regioni Umbria e Marche, e più in particolare che i soggetti colpiti dal sisma dei 26 settembre 1997, individuati dall'ordinanza del Ministro per il coordinamento della protezione civile del 22 dicembre 1997, n. 2728, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 27 dicembre 1997, destinatari dei provvedimenti agevolativi in materia di versamento delle somme dovute a titolo di tributi e contributi, regolarizzino la propria posizione relativa agli anni 1997, 1998, 1999, a partire dal 1o gennaio 2008.

9/1746-bis/216.Forlani, Ronconi.

 

 

La Camera,

premesso che:

con la legge 21 dicembre 1999, n. 508, i Conservatori di Musica, insieme alle Accademie, sono stati riformati ed elevati (anche se in maniera ambigua e parziale e ancora incompleta) al livello universitario e denominati Istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale;

i diplomi conseguiti con il previdente ordinamento sono stati equiparati alle lauree di primo livello dalla legge n. 268 del 2002 -:

impegna il Governo

a prevedere in tempi rapidi il completamento della riforma dell'Alta Formazione Musicale ed Artistica in maniera tale da agganciare in maniera chiara e definitiva il sistema delle Accademie e dei Conservatori di Musica al sistema universitario, sia per quanto riguarda i titoli rilasciati, sia per quanto riguarda lo stato economico e giuridico dei personale, equiparandolo definitivamente a quello universitario.

9/1746-bis/217.Barbieri.

 

 

La Camera,

premesso che:

la minorazione della vista è in allarmante aumento in tutto il mondo e dall'altro, la cultura della prevenzione in ambito visivo è quasi del tutto assente;

la legge n. 284 del 28 agosto 1997 ha affidato alla Sezione Italiana dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB Italia), fondata nel 1977 per iniziativa dell'Unione Italiana Ciechi e della Società Oftalmologica Italiana, la promozione e la prevenzione della cecità, delle malattie oculari nonché la riabilitazione visiva degli ipovedenti;

tali finalità sono state ulteriormente riconosciute utili per l'interesse di tutta la collettività e confermate con la successiva legge n. 350 del 2003, che ha previsto anche interventi per la prevenzione della cecità nelle aree povere del mondo, nonché per lo sviluppo della ricerca e dei servizi per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva di oltre un milione e mezzo di cittadini ipovedenti;

tutta l'attività del citato ente è riconducibile alla creazione di una cultura della prevenzione in ambito visivo e all'effettivo riconoscimento e integrazione dell'ipovedente all'interno della società, attraverso una serie di interventi che si ripetano nel tempo, affinché ciascun individuo di qualsiasi età ed appartenenza sociale possa concepire la prevenzione come dovere ed interesse;

ai fini del contenimento della spesa pubblica, l'articolo 53 della Legge Finanziaria, ha accantonato e resa indisponibile anche la quota delle dotazioni riguardanti il funzionamento della sezione italiana dell'Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità;

la riduzione dell'importo operata dalla norma non consentirà di sostenere la ricerca e l'assistenza nel campo della prevenzione e cura della cecità e la riabilitazione visiva degli ipovedenti -:

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative affinché nel corso dell'iter della legge finanziaria al Senato siano apportate le necessarie modifiche atte a ripristinare la quota della dotazione accantonata per il perseguimento delle finalità cui l'Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità è stata deputata.

9/1746-bis/218.Volontè.

 

 

La Camera,

premesso che:

è stato recentemente illustrato dal Ministro delle infrastrutture, il piano «priorità infrastrutturali»;

il corridoio tirrenico meridionale ed in particolare la pedemontana di Formia non risulterebbe inserito tra queste opere prioritarie nonostante sia considerata una emergenza del Lazio e della Campania;

l'opera risulta in attesa di completamento nonostante il via libero del ministero dell'Ambiente, lo stato avanzato dei lavori dei rimanenti tratti in territorio campano e le intese con gli enti locali coinvolti -:

impegna il Governo

a prevedere che nell'ambito delle opere considerate strategicamente prioritarie sia inserito anche il completamento della variante SS Appia-Formia, lungamente atteso dall'intera economia del Centro, che faciliterà i collegamenti di merci e persone con il resto d'Italia e soprattutto con l'Europa, dando oltretutto una risposta anche alle sollecitazioni che vengono dall'Unione Europea per superare gli ostacoli infrastrutturali che rendono svantaggiate le aree del Mezzogiorno d'Italia, avvicinandolo ai grandi mercati europei e favorendone i flussi turistici.

9/1746-bis/219.Formisano, Ciocchetti, Dionisi.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'uso di alcune medicine determina una diminuzione di attenzione nella guida degli autoveicoli -:

impegna il Governo

perché l'AIFA studi l'opportunità che le confezioni di medicinali a rischio e che possono determinare un calo di attenzione alla guida portino nelle stesse confezioni l'indicazione di un'auto stilizzata all'interno di un triangolo rosso e recante la dicitura «attenti alla guida» al fine di segnalare la situazione di pericolo. Tale indicazione deve essere altresì riportata sul foglietto illustrativo dei medicinale. Le disposizioni di cui sopra devono applicarsi in particolare ai farmaci sedativi, ipnotici, tranquillanti, antidepressivi, antistaminici, cardiovascolari, agli ormoni nonché ai farmaci per la vista, antinfiammatori, alle anfetamine e ai diuretici.

9/1746-bis/220.Lucchese.

 

 

La Camera,

premesso che:

Special Olympics è un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per più di un milione di ragazzi ed adulti con ritardo mentale;

in Italia Special Olympics è stato inserito nell'ambito dell'attività della Federazione italiana Sport Disabili (FISD) per circa 15 anni;

ogni anno una rappresentativa italiana viene chiamata a partecipare alternativamente ai Giochi Mondiali (Invernali o Estivi) o a quelli Europei;

in continuità con quanto già assegnato con la Legge 189 del 2003 alla Federazione italiana sport disabili e con quanto stanziato dalla legge Finanziaria 2006, è stato incrementato il contributo al Comitato italiano paralimpico;

Special Olympics Inc è riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, così come il Comitato Paralimpico -:

impegna il Governo

a prevedere che nell'ambito delle risorse assegnate al Comitato Italiano paralimpico venga destinata una quota delle stesse in favore della Special Olympics Italia.

9/1746-bis/221.Ciocchetti.

 

 

La Camera,

premesso che:

a distanza di quasi due anni dal verificarsi della frana del 4 febbraio 2005 nella città di Nero, alla luce delle indagini di monitoraggio effettuate dall'amministrazione comunale di concerto con gli altri enti preposti, è possibile fare una valutazione degli interventi effettuati e dell'evoluzione della fenomelogia, dai quali si evince la dimensione gravissima del dissesto idrogeologico e dei danni correlati che investono le imprese e i beni paesistici, storici e archeologici della zona;

rispetto alla dichiarazione dello stato di calamità, gli interventi necessari trovano una troppo lenta attuazione a causa della mancanza di risorse e questo ingenera nella cittadinanza un grave senso di disagio e di incertezza legato alla impossibilità di definire con chiarezza l'eventuale ritorno degli abitanti nelle loro case;

tutta la zona è stata sottoposta dall'assessorato regionale per il territorio e l'ambiente a vincolo idrogeologico, il cui dispositivo di attuazione prevede la demolizione degli edifici pericolanti senza la ricostruzione. La sorte dell'intera zona interessata è incerta;

è urgente un programma di misure e di controllo per progettare gli interventi correttivi e adottare i provvedimenti necessari a salvaguardia della città e dei cittadini di Naro -:

impegna il Governo

a predisporre un progetto di continuità sistematica alle misure atte ad affrontare, con la massima urgenza e in modo organico, i problemi del dissesto idrogeologico, dell'accessibilità al centro e della riqualificazione delle emergenze architettoniche e archeologiche, oltre alla messa a punto di progetti generali di intervento e alla realizzazione di interventi di bonifica e consolidamento.

9/1746-bis/222.Ruvolo, Lucchese, Mazzoni.

 

 

La Camera,

premesso che:

la delibera CIPE n. 74 del 27 maggio 2005 ha approvato il Programma nazionale degli interventi nel settore idrico;

si tratta di opere per le quali sono già stati istruiti dalle Regioni di intesa con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, i relativi progetti che hanno ormai conseguito tutte le autorizzazioni ed i pareri previsti dalla legge e che sono quindi esecutivi e cantierabili -:

impegna il Governo

a sollecitare l'avvio in tempi rapidi della realizzazione delle opere previste dal Piano irriguo Nazionale garantendo l'immediato impiego delle somme già destinate da precedenti finanziarie.

9/1746-bis/223.Martinello, Ruvolo, Delfino.

 

 

La Camera,

premesso che:

il nodo autostradale genovese Voltri-Genova est (Gronda di Ponente), rappresenta una priorità infrastrutturale per tutta l'area nord-occidentale del Paese;

la variante al nodo autostradale genovese registra la prima criticità trasportistica stradale in Italia;

nella precedente legislatura regionale e nazionale per la realizzazione della citata variante, le risorse finanziarie erano già state indicate con l'intesa Governo-Anas-Società Autostrade per un totale di due miliardi di euro nella disponibilità della Società Autostrade,

impegna il Governo

ad intervenire in tempi rapidi affinché siano mantenuti gli impegni già assunti, accelerando la stesura finale del progetto ed a vigilare affinché le risorse non siano stornate per altre opere.

9/1746-bis/224. (Testo modificato nel corso della seduta) Adolfo.

 

 

La Camera,

premesso che:

il decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, e successive modificazioni ed integrazioni, prevede trattamenti particolarmente agevolati per alcune tipologie di utilizzazione del demanio marittimo per la cantieristica navale e la pesca ed altre misure più contenute per l'utilizzazione turistico ricreativa e per la portualità turistica;

risultano esclusi dalla disciplina agevolata dei canoni demaniali l'utilizzazione di aree e/o specchi acquei da parte di impianti industriali ai fini dello stoccaggio e la decantazione di fanghi e residui delle lavorazioni industriali ed estrattive;

generalmente queste aree sono zone acquitrinose e malsane o comunque di valore pressoché nullo, sia sotto il profilo marittimo che sotto il profilo agrario;

le imprese che impegnano questi spazi, non destinati alla produzione industriale, devono rendere compatibili sotto il profilo ambientale i residui delle lavorazioni prima che siano avviati allo smaltimento oppure a mettere a successiva disposizione dello Stato aree utilizzabili sotto il profilo commerciale;

le modifiche ai criteri di determinazione dei canoni apportate dalla legge n. 494 del 1993 ha generato incrementi di costi insostenibili per le aziende che utilizzano questo tipo di aree;

in particolare, per la Società Euroalluminia di Portovesme, che dal 1977 conferisce i propri residui di lavorazione in una discarica denominata «Sa Foxi» sita in territorio di Portoscuso e di cui una parte è di proprietà del Demanio Marittimo, l'applicazione della legge n. 494 del 1993 ha comportato un aumento del canone da 84 a 605 milioni di vecchie lire, a cui deve aggiungersi l'ulteriore aumento previsto dal presente disegno di legge;

nel pagamento dei canoni demaniali esiste una discrepanza tra coloro che traggono direttamente beneficio dall'area utilizzata e coloro, come nel caso di tali aziende, che pur essendo assoggettati a tale pagamento non traggono vantaggio dall'uso dell'area e per i quali un aumento del canone influisce sull'incremento dei costi di produzione,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di estendere il trattamento agevolato, previsto per la pesca e la cantieristica, nel senso di applicare un canone minimo per le concessioni demaniali dovute da industrie minerarie o estrattive, prevedendo altresì una dilazione dei pagamenti per quelle aziende che registrino un pregresso non ancora versato.

9/1746-bis/225.Mereu, Oppi.

 

 

La Camera,

premesso che:

sebbene la famiglia svolga un'importantissima funzione sociale, peraltro confermata dal rilievo che ad essa viene attribuito dalla stessa Costituzione, nel nostro Paese la funzione storica e sociale della famiglia non ha mai ottenuto la necessaria attenzione da parte del legislatore, stante la perdurante incapacità nel trasformare in norme questi principi, nonostante le affermazioni pressoché unanimi, circa il riconoscimento che le spetta, non soltanto sul piano astratto delle affermazioni programmatiche, ma soprattutto in termini concreti, in primo luogo per quanto concerne l'assetto dell'ordinamento giuridico;

sotto questo profilo, risulta chiaramente come l'attuale ordinamento tributario, strutturato assumendo come elemento di riferimento il contribuente comè singolo, viola il principio costituzionale della capacità contributiva prescindendo da un'attenta considerazione delle condizioni effettive nelle quali si trova il contribuente: trattare in maniera eguale situazioni che sono profondamente differenti sul piano sostanziale oltre a porsi in contrasto con il principio della capacità contributiva di cui all'articolo 53 della Costituzione, costituisce altresì violazione del principio di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Carta costituzionale. È infatti evidente come la capacità economica di un soggetto che non ha figli o comunque familiari da mantenere sia di fatto diversa da quella del soggetto che, pur percependo lo stesso reddito, è l'unico a lavorare nell'ambito di una famiglia numerosa -:

nonostante le numerose sentenze della Corte Costituzionale (n. 179 del 1976, n. 358 del 1995 e n. 12 del 1998) in cui si è affermato che l'attuale trattamento fiscale della famiglia penalizza i nuclei monoreddito e le famiglie numerose con componenti che non producono (i figli) o che svolgono lavoro casalingo, nulla è cambiato nel regime fiscale delle famiglie e a poco valgono le detrazioni per i carichi familiari che, al di là della loro esiguità, cercano solo di correggere questa impostazione;

a ciò non sopperiscono altre politiche familiari per le quali l'Italia si colloca al penultimo posto in Europa;

si continuano a perpetrare ingiustizie a danno della famiglia la cui formazione e mantenimento sono diventati un lusso e non un diritto costituzionalmente tutelato con il risultato di un netto peggioramento del tenore di vita delle famiglie ed un preoccupante decremento del tasso di natalità;

è necessario operare una svolta in termini di reale considerazione della funzione sociale della famiglia facendo un passo deciso verso un nuovo regime fiscale della famiglia e per la famiglia;

l'esigenza di introdurre finalmente nel nostro Paese il cosiddetto «quoziente familiare» che è un meccanismo, già applicato in diversi Paesi europei, tra i quali la Francia, dove ha determinato una crescita dei consumi interni e un aumento consistente della crescita demografica, il cui andamento tendenziale in Italia determinerebbe invece una riduzione di 6 milioni di persone entro i prossimi 50 anni -:

impegna il Governo

ad incentivare il ristabilimento dell'equità orizzontale intesa come la rimodulazione dell'imposta anche secondo la dimensione del nucleo familiare ed a introdurre, pertanto, il sistema del «quoziente familiare».

9/1746-bis/226.Capitanio Santolini, Volontè.

 

 

La Camera,

premesso che:

con l'articolo 3, comma 15, della legge 28 ottobre 1986, n. 730 è stata stanziata, a favore dei comune di Ariano Irpino, la somma di 40 miliardi delle vecchie lire, da destinare all'opera di ricostruzione del centro urbano colpito dai terremoti del 1962 e del 1980;

con l'articolo 13-ter della legge 27 marzo 1967, n. 120, tale somma è stata aumentata di 10 miliardi, delle vecchie lire;

l'opera di ricostruzione non è ancora stata completata;

delle somme stanziate residuano attualmente 10 miliardi delle vecchie lire,

impegna il Governo

ad adottare le misure necessarie affinché sia garantito con puntualità e celerità il pagamento delle somme residue.

9/1746-bis/227.Mazzoni.

 

 

La Camera,

premesso che:

in Calabria, e soprattutto sulla linea ionica, in questi ultimi anni si è purtroppo rilevato, nel corso dei periodi estivi, la soppressione di fermate e di treni, sia a lunga percorrenza che di quelli locali, senza tenere conto dei bisogni e delle esigenze delle popolazioni;

oltre a causare gravi disagi alle popolazioni residenti tale politica adottata da Trenitalia arreca un significativo danno economico agli operatori turistici calabresi in generale e ionici in particolare,

impegna il Governo

a sollecitare la società Trenitalia affinché ripristini i treni e le fermate soppressi nei periodi estivi in maniera tale da garantire un servizio adeguato alle esigenze dell'utenza, anche stagionale, calabrese.

9/1746-bis/228.Tucci, Tassone.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge Finanziaria 2007 prevede il trasferimento della metà del trattamento di fine rapporto inoptato ad un apposito Fondo gestito dall'INPS;

tale misura non renderebbe disponibile in maniera rapida ai lavoratori le risorse per esigenze improvvise o particolari come nel caso di lavoratori con a carico figli affetti da gravi handicap che necessitano di cure e assistenza particolari,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità che, con apposito provvedimento, vengano esclusi dall'applicazione della disposizione citata quei lavoratori con a carico figli affetti da gravi handicap.

9/1746-bis/229.Galletti, Compagnon.

 

 

La Camera,

premesso che:

la lotta all'evasione costituisce uno degli obiettivi prioritari e più volte ribaditi dal Governo Prodi in fase di campagna elettorale e confermati da alcune disposizioni contenute nella manovra economica;

tali misure debbono ritenersi inefficaci fintanto che non si riesce a realizzare un vero e proprio contrasto di interessi tra i fruitori di beni e servizi e i fornitori degli stessi ai fini dell'emersione di gran parte dell'imponibile attualmente non dichiarato,

impegna il Governo

a valutare in tempi rapidi l'opportunità di prevedere, senza oneri aggiuntivi per lo Stato, un idoneo sistema di deduzioni dall'imponibile delle persone fisiche relative ad operazioni di compravendita di beni e servizi di quei settori maggiormente sensibili all'evasione, stabilendone le quote, le modalità di certificazione con particolare riferimento alla tracciabilità dei mezzi di pagamento, le modalità di controllo e di fruizione.

9/1746-bis/230.Peretti, Galletti.

 

 

La Camera,

premesso che:

le difficoltà delle comunicazioni e la carenza di infrastrutture sono state la causa dei problemi incontrati nello sviluppo economico della Calabria;

pur rappresentando l'unico valido collegamento delle regioni meridionali al resto del Paese, la riqualificazione della Salerno-Reggio Calabria, al fine di adeguarla al ruolo di saldatura con gli itinerari europei per il tramite di quelli nazionali, registra notevoli ritardi, così come l'adeguamento della statale ionica;

è necessaria una riflessione urgente sull'emergenza che vive da anni il sistema aeroportuale calabrese;

si continua a registrare, nei periodi estivi soprattutto, la soppressione di fermate e di treni, sia a lunga percorrenza che di quelli locali, senza tenere conto dei bisogni e delle esigenze delle popolazioni;

è auspicabile un rafforzamento del sistema di trasporto combinato ferro-gomma-mare anche al fine di decongestionare le arterie di collegamento stradale calabresi -:

impegna il Governo

a predisporre in tempi rapidi una piattaforma logistica, da presentare alle Commissioni parlamentari competenti per materia, che ridisegni complessivamente il sistema infrastrutturale della regione Calabria prevedendo in particolare:

1) completamento del raddoppio della Salerno-Reggio Calabria in tempi rapidi e potenziamento e ammodernamento della statale 106 Ionica Reggio Calabria-Taranto e avvio delle iniziative progettuali per la costruzione di una nuova autostrada Ionica Reggio-Taranto;

2) elettrificazione della tratta ferroviaria ionica, prolungamento del progetto di alta velocità ferroviaria fino a Reggio Calabria, nuova trasversale Catanzaro Lido-Lamezia Terme con collegamento sino all'aeoroporto;

3) potenziamento del porto di Gioia Tauro attraverso raccordi e collegamenti ferroviari e stradali e costruzione della piastra logistica, interventi per realizzare il sistema portuale calabrese (Reggio-Gioia Tauro-Vibo-Crotone-Corigliano);

4) potenziamento con risorse e investimenti del sistema aeroportuale (Reggio-Lamezia-Crotone).

9/1746-bis/231. Tassone.

 

 

La Camera,

premesso che:

a Spoleto opera dal 1947 il teatro lirico sperimentale «A. Belli»;

il suddetto Teatro lirico svolge una importante e meritoria attività di formazione in favore di cantanti lirici;

numerosi fra i più noti cantanti lirici italiani e stranieri hanno seguito corsi di formazione presso il Teatro «A. Belli»,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, volta ad individuare risorse sufficienti per garantire una continuità formativa al teatro lirico sperimentale «A. Belli».

9/1746-bis/232.Ronconi.

 

 

La Camera,

premesso che:

la drammatica situazione in cui versano l'ordine e la sicurezza pubblici, particolarmente nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia e, ancora più particolarmente, in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia;

la prima e più efficace forma di contrasto al diffondersi della delinquenza comune ed all'espandersi del controllo del territorio da parte della criminalità organizzata è rappresentato da una efficace e visibile presenza dello Stato;

il progressivo depauperamento degli organici delle strutture periferiche delle forze dell'ordine è stato interpretato come volontà di arretramento dello Stato rispetto alla sua istituzionale funzione di contrasto ad ogni forma di illegalità e di garanzia della sicurezza di ogni cittadino ed i coinciso, non casualmente, con un incremento delle attività criminose comuni e di tipo mafioso;

appare quindi necessario invertire una tendenza Che precipiterebbe il Mezzogiorno d'Italia in una situazione che farebbe impallidire anche il peggiore «Far West» più volte e, più a meno a proposito, richiamato per descrivere la quotidiana realtà.di molte città italiane -:

impegna il Governo

a garantire, attraverso una adeguata politica di mobilità del personale e attraverso una destinazione di personale la totale copertura dei posti in pianta organica delle strutture territoriali delle forze dell'ordine nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia ed a mantenere in funzione tutte le strutture territoriali in questione in atto operanti.

9/1746-bis/233.(Testo modificato nel corso della seduta) Oliva, Lo Monte, Neri, Rao, Reina.

 

 

La Camera,

premesso che:

i territori delle regioni in cui insistono impianti di raffinazione petrolifera, che si trovano dislocati in località costiere, sono stati nel corso degli anni fortemente condizionati da elementi negativi sotto il profilo del degrado ambientale, che ha influenzato anche quello storico-architettonico e della condizioni di salubrità dei cittadini; come confermato' da studi, 'indagini scientifiche, rapporti e pronunciamenti- della magistratura civile (fino ad arrivare addirittura a forme di risarcimento volontarie operate da imprese private prima di arrivare alla conclusione del procedimenti giudiziari), senza che siano mai stati intrapresi idonei seri e concreti accerti menti e condotte appropriate inchieste per apportare i dovuti correttivi migliorativi che la situazione impone e, comunque, senza che lo Stato abbia mai preso in considerazione 'la possibilità di adottare provvedimenti di natura risarcitoria par i danni conclamati subiti dalla popolazione interessata;

oltre il 30 per cento della raffinazione di prodotti petroliferi viene attualmente operata nei tre centri del territorio della Regione Siciliana (Milazzo, Gela o Nolo Gargallo) e la restante parte progressivamente ripartita la altri ambiti dei territorio nazionale -:

impegna il Governo

ad assumere conducenti iniziative allo scopo di ridurre i prezzi dei carburanti venduti sul territorio ove insistono impianti di raffinazione dislocati in località costiere delle regioni, assegnando una quota delle accise sulle benzine pari a 0,413 euro e dell'accisa sul gasolio per autotrazione pari a 0,26 euro per ogni litro venduto dalla rete di impianti di distribuzione nel territorio della regione e a dettare le disposizioni attuative nel merito della presente iniziativa con apposito decreto del Ministro del l'economia e finanze, d'intesa con le regioni interessate.

9/1746-bis/234.Lo Monte, Oliva, Neri, Rao, Reina, Marinello, Crisafulli.

 

 

La Camera,

premesso che:

la Commissione Europea, nel mese di Aprile del corrente anno, ha accolto favorevolmente il portato della relazione Hockmark in ordine ah possibilità per le aree di cui all'Obiettivo 1 di essere destinatarie di forme di fiscalità diverse e più vantaggiose per le attività d'impresa produttiva, alle fondamentali condizioni che detta fiscalità diversa fosse, in via esclusiva, riferita a soggetti d'impresa che promuovono nuovi insediamenti produttivi e che, pasimbnd, tale «vantaggio» venisse limitato nell'arco di un preciso ed individuato termine temporale, fauna restando, comunque, la necesàaria autorizzazione, caso per caso, da effettuarsi da parte della Commissione medesima;

il tessuto connettivo del sistema di imprese operante nei territori del nostro Paese rientràntl nelle area di cui all'Obiettivo 1 è caratterizzato, tra l'alttro, da un saldo fortemente negativo per quanto attiene la mortalità di nuove imprese, in ragione della conoomitante incidenza di molteplici ed eccessivi elementi di contrasto ad uno sviluppo equilibrato dei sistema economico locale e tra questi, inevitabilmente il livello di pressione fiscale;

anche in previsione dell'apertura dell'area di libero scambio nel Mediterraneo nel 2013 che acuirebbe in modo drammatlcsumente irreversibile la crisi dell'intero sistema economico meridionale, e dunque dell'intero Paese, senza che, per tempo, si sia provveduto a idonei correttivi finalizzati a corroborare - e rendere competitiva sul mercato la nostra impresa, appare opportuno ridare slancio allo capacità di nuove attività imprenditoriali a mezzo di un significativo alleggerimento della pressione fiscale;

sarebbe necessario apportare le seguenti modifiche all'articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917:

al comma 1, dopo le parole « reddito delle società» sono aggiunte le seguenti, «salvo quanto disposto nei comuni 1 bis e 1 ter»;

dopo il comma 1 sono inseriti f seguenti:

«1-bis. Non sono soggetti all'imposta sul reddito delle società le nuove imprese di cui alle lettera a), b), a e) del comma 1 che aprano nuovi impianti produttivi nel territori delle regioni Mousse, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

»1-ter. L'applicazione delle disposizioni di cui al comma 1 bis è subordinata all'autorizzazione della Commissione delle Comunità europee ai sensi della normativa in materia di aiuti di Stato di cui agli articoli 87 e 88 del Trattato istitutivo delle Comunità europee.";

l'esenzione di cui all'articolo 73, comma 1 bis del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 11986, n. 917, si applica per cinque periodi di imposta, prorogabili per altri 3 in presenza di nuovi investimenti, a decrorrere da quello riferito all'anno 2007 -:

impegna il Governo

ad assumere le più conducenti iniziative al fine di promuovere forme di fiscalità di vantaggio nei territori del nostro Paese rientranti nelle aree di cui all'Obiettivo 1 alla luce di quanto esposto in premessa.

9/1746-bis/235.Neri, Lo Monte, Oliva, Rao, Reina.

 

 

La Camera,

premesso che:

con l'articolo 1 comma 341 della legge n. 266 del 23 dicembre 2005 si prevedeva l'autorizzazione di spesa correlata .alla costituzione della 'Fondazione per la promozione dello sviluppo della Ricerca avanzata nel campo delle Biotecnologie;

il taglio del finanziamento, stabilito dalla predetta norma nella misura di 60 milioni di euro per ognuno degli anni 2007 e 2008 e di 180 milioni per l'anno 2009, impedisce la reali one di un importante Centro di ricerca Biomedico e Biotecnologico (RI.MED) che sarebbe dovuto sorgere a Carini;

il progetto, nato dalla collaborazione con l'Università di Pittaburg, il Centro Nazionale delle Ricerche, l'ISMETT, la Regione Siciliana, l'ASL 6 e la città di Carini, avrebbe portato a coprire 600 posti di lavoro, con la partecipazione di figure professionali altamente specializzate ed impegnate sulle frontiere della ricerca medica;

bloccare la realizzazione del RI.MED recherebbe un danno al Paese perché lo priverebbe di un Polo di ricerca di avanguardia e al territorio di Carini poiché verrebbe meno un indotto economico in grado di consolidare nel tempo uno scenario fortemente vitale e dinamico -:

impegna il Governo

ad assumere tutte le iniziative e misure idonee per la realizzazione del Centro di ricerca Biomedico e Biotecnologico (RI.MED) dotando le Regioni dei Mezzogiorno di un fondamentale polo ricerca e di innovazione tecnologica indispensabili per lo sviluppo del territorio.

9/1746-bis/236. Rao, Neri, Lo Monte, Oliva, Reina.

 

 

La Camera,

premesso che:Ministero dell'Economia e delle Finanze, istituita dal decreto legislativo del 9 gennaio 1999 n. 1 (Riordino degli enti e della società di promozione e istituzione della società «Sviluppo Italia», a norma degli articoli 11 e 14 della legge 15 marzo 1997, n. 59), nell'ambito del più complesso riordino degli enti e delle società di promozione (vedi anche decreto legislativo 14 gennaio 2000, n. 3, Disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 9 gennaio 1999, n. 1, concernenti la società «Sviluppo Italia»);

Sviluppo Italia, in particolare, nasce come Agenzia nazionale per lo sviluppo di impresa e l'attrazione degli investimenti, con la missione di accelerare e diffondere lo sviluppo produttivo ed imprenditoriale del Paese, per contribuire a sostenerne e migliorarne la competitività;

l'articolo 4 dello Statuto di Sviluppo Italia, nel definirne l'oggetto, prevede espressamente l'obiettivo di sostenere lo sviluppo del sistema produttivo italiano e della progettualità anche territoriale, favorendone l'accesso al mercato dei capitali nazionale e internazionale;

in tale contesto, la principale missione che la legge attribuisce a Sviluppo Italia è rappresentata dalle attività di attivazione degli investimenti tali attività si inserivano nel quadro degli indirizzi programmatici del precedente Governo fissati, inizialmente, nel Patto per l'Italia e nel DPEF 2003-2006. Essi individuavano in Sviluppo Italia il soggetto incaricato di promuovere l'attrazione di nuovi investimenti nel Paese attraverso la realizzazione del «Programma Operativo per l'Attrazione degli Investimenti» quale strumento di promozione, sul mercato degli Investimenti Diretti Esteri, del «Sistema Italia» e confermati dai successivi riconoscimenti normativi;

in realtà, a dispetto degli ohiettivi primari assegnati, le attività svolte fino ad oggi da Sviluppo Italia si sono focalizzatesu varie forme di contribuzione e finanziamenti alle imprese nazionali, trasformando di fatto il ruolo originariamente attribuito all'Agenzia;

in particolare, Sviluppo Italia opera prevalentemente mediante forme contributive diverse, tra cui interventi finanziari in aree industriali di crisi ovvero assunzioni di partecipazioni in capitale di imprese attive in vari settori economici e dislocate nel territorio nazionale;

nell'ambito dello svolgimento di tali attività, il Gruppo Sviluppo Italia b cresciuto notevolmente fuori da ogni controllo. Oggi, l'Agenzia controlla 17 società regionali, 11 società focalizzate su business specifici (banda larga, porti turistici, poli turistici integrati, infrastrutture e ingegneria, riqualificazione di aree industriali), ed è presente nel capitale di 177 società, in 61 delle quali detiene una partecipazione di controllo;

attraverso le società regionali., controlla una vasta rete centralizzata di incubatori, la più grande presente oggi in Europa, di cui 24 sono operativi, 10 in fase di realizzazione e 7 programmati. In merito, vale la pena ricordaree clic gb incubatori già: in funzione denunciano un un forte contrasto con la sperata vocazione di sviluppo del meridione che avrebbe dovuto essere proprio dell'Agenzia, dal momento che sono prevalentemente localizzati nel nord e nel centro del paese;

le sue attività sono diventate negli anni, particolarmente variegate: si pensi, ad esempio, che le partecipazioni acquisite in una miriade di società, peraltro nei più diversi settori economici, hanno in molti casi attribuito all'Agenzia un ruolo di controllo sulle stesse, trasfigurando l'obiettivo iniziarle del proprio intervento in capitale;

in altri termini, l'Agenzia, a fonte di un'ipotesi di intervento meramente finanziario, ha di fatto acquisito un ruolo di controllo industriale sulle stesse società che certamente esula dalla mission sociale attribuitale dalla legge: si pensi, ad esempio, alle vicende di Napoli Sociale S.p.A., Frame S.p.A., Piaggio AeroIndustries S.p.A.; la catena alberghiera Raphael presente in Sicilia; Italia Navigando che avrebbe dovuto valorizzare il patrimonio delle coste italiane; Italia Turismo S.p.A.; Rete Autostrada Mediterranee S.p.A., e tante altre se ne potrebbero ricordare;

in tale contesto, appare difficile comprendere quale sia la logica progranunatica e strategica di una tale miriade di interventi e, soprattutto, in che modo essi possano effettivamente favorire l'attrazione degli investimenti e dei capitali esteri;

l'Agenzia, peraltro, presenta oggi costi di funzionamento elevati e, per certi aspetti, ingiustificati, a partire da quelli sostenuti per il personale (centinaia di dipendenti) ovvero sostenuti per il funzionamento del proprio Consiglio di Amministrazione, composto da ben 9 Consiglieri e che negli anni ha visto numerosi ricambi di vertice con evidenti interessenze politiche;

l'Agenzia, peraltro, nomina numerosi suoi rappresentati nei Consigli di Amministrazione delle varie società partecipate, con ulteriore aggravio dei costi sostenuti per pagare i cospicui emolumenti da essi percepiti.

l'ipotesi di riportare l'Agenzia e le suo finzioni entro gli originari confini ipotizzati dalla legge e di snellirne le strutture appare, oggi, praticamente inattuabile; e ciò con il rischio evidente di perdere tempo assistendo ad un nuovo, quanto inutile, giro e ricambio di nomine;

appare, invece, necessario porre fine a quello che può essere definito un gigantesco equivoco, riportando Sviluppo Italia nell'ambito della sua missione originale, nel rispetto di canoni di efftcienza ed efficacia, con l'obiettivo principale di realizzare e attrarre investimenti mirati soprattutto nelle aree aeree sotto utilizzate del Paese;

impegna il Governo

a procedere, in tempi rapidi, al fine di rilanciarne gli originari obiettivi, alla soppressione e alla relativa liquidazione dell'Agenzia Sviluppo Italia, nonché alla riconversione delle sue risorse creando, presso il Ministero dello Sviluppo economico, un apposito dipartimento che si occupi di rilanciarne gli originali obiettivi.

9/1746-bis/237.(Testo modificato nel corso della seduta) Raiti, Donadi.


La Camera,

premesso che:

la categoria dei docenti civili di materie non militari delle Scuole Sottoufficiali della Marina Militare di Taranto e di La Maddalena è legata all'Amministrazione della Difesa, senza soluzione di continuità, da tantissimi anni, per mezzo di convenzioni, previste dai Decreti Ministeriali 20 dicembre 1971 e 3 gennaio 1995 n. 165 emanati dal Ministero della Difesa;

nonostante i tantissimi anni di servizio alle dipendenze della suddetta Amministrazione (per alcuni anche più di 30 anni), gli insegnanti in questione hanno sempre vissuto in uno stato di precarietà storica che non trova eguali in nessun'altra categoria di dipendenti dello Stato;

ad una condizione di incertezza del lavoro si è aggiunto il disagio economico, derivante dal fatto che gli stessi non hanno maturato alcuna anzianità di servizio, per cui sono sempre stati retribuiti con quanto previsto per gli insegnanti della Pubblica Istruzione di prima nomina -:

impegna il Governo

a risolvere definitivamente il problema della precarietà che colpisce i docenti civili di materie non militari delle Scuole Sottoufficiali della Marina Militare di Taranto e di La Maddalena.

9/1746-bis/238.Sgobio, Satta, Duranti, Del Mese, Giuditta, Picano.

 

 

La Camera,

premesso che:

il problema dell'usura sta diventando ogni giorno sempre più drammatico, soprattutto nei centri grandi e piccoli del Mezzogiorno e che, pertanto, si rende necessario potenziare con risorse adeguate tutte strutture e strumenti, al fine di arginare questa autentica piaga;

ricordato, infine, l'impegno forte assunto recentemente al riguardo dal Ministero dell'Interno;

considerato che l'emendamento era stato fatto proprio dal relatore e dalla Commissione;

considerato che l'emendamento era stato fatto proprio dal relatore e dalla Commissione -:

impegna il Governo

a disporre, in relazione al rifinanziamento dell'articolo 15 della legge 108 del 1996, un importo congruo per l'anno 2007, destinato al risarcimento delle vittime dell'usura.

9/1746-bis/239.Satta, Del Mese, Giuditta, Picano, Fabris, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, D'Elpidio, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.

 

 

La Camera,

premesso che:

i comuni assumono tutti gli anni per lunghi periodi vigili urbani stagionali che svolgono un lavoro indispensabile per l'ordine e la sicurezza delle comunità locali;

dopo un lungo periodo di esperienza maturata, questo personale debba essere sistemato in via definitiva con l'assunzione a tempo indeterminato -:

impegna il Governo

ad adottare gli opportuni provvedimenti affinché il personale in servizio presso gli enti locali con mansioni di vigile urbano, per un periodo di almeno 36 mesi, anche se non consecutivi, sia assunto a tempo indeterminato, a condizione che vi siano le necessarie disponibilità finanziarie nei relativi bilanci, e che sia rispettato il patto di stabilità interno, qualora obbligatorio.

9/1746-bis/240.Pisacane, Satta, Attili, Giacomelli, Del Mese, Fabris, Giuditta, Picano, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, D'Elpidio, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 8, comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 (Istituzione e disciplina dell'imposta sul valore aggiunto), non contempla espressamente tra le cessioni all'esportazione le cessioni di beni effettuate negli speciali negozi cosiddetti «duty-free»;

l'articolo 16, paragrafo 1, punto B, lettera e), della sesta direttiva CEE in materia di Iva (direttiva 77/388/CEE del 17 maggio 1977), come modificata dalla direttiva 95/7/CE del Consiglio del 10 aprile 1995, ammette il regime di esenzione dall'imposta sul valore aggiunto anche per le cessioni di beni per viaggiatori che si recano in un Paese terzo con un volo o una traversata marittima;

l'ipotesi contemplata dalla predetta direttiva deve ritenersi inclusa tra le previsioni dell'articolo 8, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972;

la prassi amministrativa in materia di regime Iva già considera le cessioni di beni effettuate nei negozi «duty-free» come cessioni all'esportazione;

ciò nondimeno sul punto sono comunque insorti contenziosi ed è dunque necessario fornire un'interpretazione amministrativa univoca e risolutiva in materia;

impegna il Governo

ad adottare iniziative, anche normative, volte a chiarire la corretta interpretazione dell'articolo 8, comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, ovverosia nel senso che rientrano tra le cessioni all'esportazione le vendite effettuate dagli speciali negozi di cui all'articolo 128 del T.U.L.D. in regime di esenzione di cui all'articolo 16, punto B, lettera e) della direttiva 77/388/CEE del 17 maggio 1977.

9/1746-bis/241.D'Elpidio, Satta, Del Mese, Giuditta, Picano, Fabris, Cioffi, Adenti, Afffronti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.

 

 

 

 

La Camera,

premesso che:

il problema dei figli maggiorenni con handicap grave richiede interventi mirati al sostegno della maternità e della paternità -:

impegna il Governo

a considerare la possibilità al fine di consentire ai genitori che assistono un figlio maggiorenne portatore di handicap in condizioni di gravità certificata, con invalidità del 100 per cento e non in grado di espletare autonomamente le attività fondamentali della vita quotidiana, che abbiano raggiunto il requisito minimo di ventiquattro annualità di contribuzioni versate, a prescindere dall'età anagrafica, di usufruire in qualsiasi momento del collocamento anticipato in quiescenza, con rendita incrementata di 1 anno per ogni 4 anni di contribuzione effettiva, versata in costanza di assistenza ai figli riconosciuti disabili gravi ai sensi dell'articolo 3 della legge 5 febbraio n. 104 del 1992.

9/1746-bis/242.Fabris, Satta, D'Elpidio, Del Mese, Giuditta, Picano, Fabris, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.

 

 

La Camera,

premessa l'importanza di continuare ad avere una particolare attenzione per gli esuli giuliano-dalmati e per i connazionali rimasti nei territori ex italiani attualmente facenti parte di Slovenia, Croazia e Montenegro -:

impegna il Governo

ad attivarsi per rifinanziare la legge 193 del 2003 che consente di svolgere le attività istituzionali delle associazioni degli esuli e dell'unione degli italiani e di assumere le iniziative necessarie per velocizzare la liquidazione dei fondi già stanziati per il risarcimento dei beni abbandonati in quelle terre.

9/1746-bis/243. (Nuova formulazione) Giovanardi, Maran, Forlani, Borghesi, Menia.


La Camera,

premesso che:

la famiglia rappresenta, in qualunque società, il luogo primario e fondamentale ove si esplica la personalità di ciascuno individuo;

gli articoli 29 e 30 della nostra Costituzione sanciscono il riconoscimento, da parte della Repubblica, dei diritti della famiglia e, in particolare, del diritto/dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli;

l'articolo 31 della Costituzione stabilisce, altresì, che sia un dovere della Repubblica «agevolare, con misure economiche e altre provvidenze, la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose»;

si ritiene quindi doveroso un intervento dello Stato affinché le famiglie ricevano un adeguato sostegno economico, indispensabile perché esse possano espletare al meglio la propria funzione educativa;

tale esigenza è ancor più sentita per le famiglie numerose, che spesso devono far fronte a notevoli esborsi al fine di garantire ai propri figli una vita e un'istruzione dignitose, che possano aiutarli nel loro futuro inserimento nel mondo del lavoro;

tutto ciò acquista una particolare rilevanza quando vi siano figli conviventi non percettori di reddito, o comunque percettori di redditi minimi, come spesso avviene nei casi di famiglie con figli che non abbiano ancora concluso il proprio corso di studi, o che comunque abbiano da poco fatto il loro primo ingresso nel mondo del lavoro;

l'articolo 3 della legge finanziaria per il 2007, pur prevedendo opportune risorse per l'incremento degli assegni familiari non affronta in maniera specifica il problema delle famiglie numerose con figli conviventi non percettori di redditi o percettori di redditi esenti dalle imposte sui redditi -:

impegna il Governo

ad adottare iniziative, anche normative, volte a reperire risorse aggiuntive al fine di incrementare l'entità degli assegni per il nucleo familiare e di prolungarne la corresponsione, relativamente alle famiglie con almeno quattro figli, anche ai figli conviventi non percettori di redditi o percettori di redditi esenti dalle imposte sui redditi, fino al compimento del 25o anno di età.

9/1746-bis/244.Del Mese, Fabris, Satta, D'Elpidio, Giuditta, Picano, Fabris, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'esigenza di mantenere e rafforzare il servizio di vigilanza e sorveglianza degli uffici giudiziari e dei tribunali appare sempre più evidente e necessaria;

per far fronte a questa esigenza in numerosi casi è stato, ed è, utilizzato personale dipendente di istituti di vigilanza privati;

tale soluzione non ha sempre garantito risultati efficaci e pienamente soddisfacenti, pur trovando la sua giustificazione nella oggettiva difficoltà a poter utilizzare il personale delle forze di polizia dedicate alle funzioni di contrasto alla criminalità;

queste ultime, infatti, sono sempre più impegnate e utilizzate nei servizi di presidio del territorio, soprattutto nelle zone del Paese in cui maggiore appare la pericolosità delle attività criminali e dove l'allarme sociale per la presenza di tali fenomeni e attività risulta più alto e giustificato -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a rafforzare, per il possibile, la tendenza a dispiegare sul territorio tutte le forze dedicate alla tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico, onde rendere più efficace e penetrante l'attività di contrasto nei confronti delle attività criminali; nonché a prevedere, a tal fine, la possibilità di utilizzare, per le funzioni di sorveglianza e vigilanza degli uffici giudiziari e dei tribunali, gli agenti del corpo di polizia penitenziaria, permettendo in tal modo un più razionale ed efficiente impiego del personale delle forze di polizia dedicate alle funzioni di contrasto alla criminalità.

9/1746-bis/245.Affronti, Del Mese, Fabris, Satta, D'Elpidio, Giuditta, Picano, Cioffi, Adenti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.

 

 

La Camera,

premesso che:

il 15 marzo 1944 la città di Cassino fu rasa al suolo da un violento bombardamento;

Cassino fu l'epicentro della linea Gustav, dove i tedeschi resistettero agli alleati per circa nove mesi;

il PRG della nuova Cassino previde lo sviluppo in pianura, per cui la Cassino medievale, posizionata a ridosso di Montecassino, fu lasciata sepolta sotto le macerie;

buona parte di quella zona non è stata più toccata, per cui sotto le macerie giacciono ancora morti e molte bombe e proiettili inesplosi;

durante vari incendi estivi nelle montagne di Montecassino sono intervenute varie esplosioni, il che significa che il sito ha bisogno di bonifica;

sarebbe opportuno accorpare la vecchia Cassino alla nuova città per utilizzarla come parco della memoria e museo della Guerra che potrebbe diventare di interesse turistico internazionale, avendo combattuto in quei mesi dei 43-44 i giovani di decine di nazioni -:

impegna il Governo

ad adottare iniziative, anche normative, volte a reperire le risorse necessarie per bonificare il sito di Cassino per completare l'opera di ricostruzione post-bellica.

9/1746-bis/246.Picano, Affronti, Del Mese, Fabris, D'Elpidio, Satta, Giuditta, Cioffi, Adenti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Pisacane.

 

 

La Camera,

premesso che:

il terremoto del 31 ottobre del 2002 ha interessato una vasta area a cavallo tra le regioni Molise e Puglia;

tale evento sismico ha causato numerose vittime ed ingenti danni alle strutture pubbliche e private lasciando, al contempo, numerosi cittadini senzatetto;

è necessario assicurare continuità all'opera di ricostruzione in corso -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere un aumento degli stanziamenti previsti per l'opera di ricostruzione nella regione Molise e nella regione Puglia, nonché di prevedere la sospensione degli oneri tributari e previdenziali per le aziende ed i lavoratori residenti in tali regioni in modo da garantire le stesse agevolazioni già concesse ad altre regioni italiane (Sicilia, Marche, ecc.) colpite da eventi calamitosi.

9/1746-bis/247.Rocco Pignataro, Picano, Affronti, Del Mese, Fabris, D'Elpidio, Satta, Giuditta, Fabris, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, Li Causi, Morrone, Pisacane.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge 23 febbraio 2001, n. 29 recante «Nuove disposizioni in materia di interventi per i beni e le attività culturali» ha erogato al Centro Nazionale di Studi Leopardiani un contributo di lire 500.000.000 per gli anni 2001-2002 e 2003;

la legge 24 dicembre 2003 n. 350 ha prorogato il contributo anche per gli anni 2004-2005-2006;

i contributi fino ad oggi erogati al Centro, sono stati utilizzati non soltanto per diffondere nel mondo l'opera di Leopardi, uno dei più grandi poeti e pensatori dell'epoca moderna, ma anche per perseguire altre finalità quali:

il recupero e la ristrutturazione dell'ex Monastero di S. Stefano assegnato come sede al Centro Mondiale dal comune di Recanati; e ancora, il restauro dei luoghi leopardiani, come la Villa delle Ginestre a Torre del Greco, il Teatro di Recanati e la Torre del Passero solitario; e ancora, l'acquisto del complesso di S. Stefano e la realizzazione dell'Auditorium e parte della biblioteca; e infine, importanti progetti, quali la realizzazione del Centro mondiale della Poesia sul Colle dell'Infinito, che purtuttavia ancora devono essere portati a termine;

si considera quantomai necessario prorogare l'erogazione del contributo previsto per gli anni 2004-2005-2005 al fine di completare la realizzazione dei suesposti progett --:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a rinnovare anche per il triennio 2007-2009 il contributo già previsto nello scorso triennio al Centro Nazionale Studi Leopardiani di Recanati, proprio al fine garantire il proseguimento di lavori relativi alla realizzazione delle finalità già perseguite dal citato Centro Studi.

9/1746-bis/248.Morrone, Rocco Pignataro, Picano, Affronti, Del Mese, Fabris, D'Elpidio, Satta, Giuditta, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, Li Causi, Pisacane.

 

 

La Camera,

premesso che:

il decreto legislativo n. 146 del 2000 relativo all'adeguamento delle strutture e degli organici dell'Amministrazione penitenziaria e dell'Ufficio centrale per la giustizia minorile, nonché relativo all'istituzione dei ruoli direttivi ordinario e speciale del Corpo di polizia penitenziaria, disciplina le modalità di costituzione dei predetti ruoli, con la previsione di soli 12 posizioni dirigenziali;

si ritiene che la dotazione organica stabilita dal decreto legislativo n. 146 del 2000 non sia sufficiente rispetto alle attuali esigenze del Corpo di polizia penitenziaria, né equiparata a quella prevista per altri Corpi;

il decreto legislativo n. 334 del 2000 relativo al riordino dei ruoli del personale direttivo e dirigente della Polizia di Stato, prevede che i funzionari del ruolo direttivo ordinario della Polizia di Stato sono inquadrati nella qualifica superiore di commissario capo;

con l'emanazione del decreto legislativo n. 155 del 2001 relativo al riordino dei ruoli del personale direttivo e dirigente del Corpo forestale dello Stato, il Corpo ha potuto adeguare il proprio ordinamento a quello della Polizia di Stato;

si ritiene opportuno provvedere ad una seppur limitata razionalizzazione anche dell'inquadramento del personale direttivo del Corpo di polizia penitenziaria, al fine di renderne più efficiente l'operato -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte a correggere la palese asistematicità normativa causata dalle citate sperequazioni di trattamento previste per il personale dei ruoli direttivi del Corpo di polizia penitenziaria rispetto alle progressioni in carriera stabilite per i funzionari delle altre Forze di Polizia ad ordinamento civile, in particolare prevedendo che il personale già in servizio appartenente ai ruoli direttivi ordinari e speciali con qualifica di vice commissario in prova, vice commissario e commissario penitenziario sia inquadrato, anche in soprannumero riassorbibile, nella qualifica di commissario capo penitenziario dei medesimi ruoli, facendo peraltro salve le procedure e gli effetti relativi ai concorsi interni ed esterni già espletati e assicurando che il nuovo inquadramento avvenga secondo l'ordine delle qualifiche di provenienza e, nell'ambito di queste, secondo l'ordine di ruolo; nonché a stabilire una riduzione del cinquanta per cento dell'anzianità richiesta al personale appartenente al ruolo direttivo speciale ai fini della promozione alla qualifica di commissario coordinatore, nonché il criterio dello scrutinio per merito assoluto, anche in soprannumero rispetto alle dotazioni organiche, per l'accesso alle qualifiche superiori.

9/1746-bis/249.Li Causi, Morrone, Rocco Pignataro, Picano, Affronti, Del Mese, Fabris, D'Elpidio, Satta, Giuditta, Cioffi, Adenti, Affronti, Capotosti, Pisacane.

 

 

La Camera,

premesso che:

il territorio italiano è diffusamente interessato da percorsi utilizzati da coloro che sempre più numerosi praticano attività e discipline di tipo escursionistico;

tali percorsi escursionistici si collocano entro una dimensione nazionale ed europea ed abbisognano di una razionale ed univoca classificazione, trattandosi di itinerari turistici segnalati a livello europeo e mondiale;

i medesimi itinerari constano materialmente di sentieri, mulattiere, tratturi, carrarecce e tracciati che vanno costantemente mantenuti e dotati di adeguata segnaletica, di posti tappa fruibili anche in caso di emergenza(rifugi, bivacchi,capanne e posti di chiamata per interventi di pronta emergenza,posti di soccorso alpino, ecc.);

nel territorio montano nazionale (Parchi compresi) non è data sufficiente uniformità alle modalità con le quali i soggetti istituzionali a ciò preposti provvedono a dotare di tali infrastrutture di servizio, di informazione e segnaletiche, gli itinerari sopra descritti (trattasi di Vie Storiche quali la Via Francigena o la Via Micaelica, di grandi percorsi escursionistici quali la GEA-Grande Escursione Appenninica, la Via delle Alpi o il Sentiero Italia, di vie alpinistico-escursionistiche quali le Alte vie che interessano intere regioni alpine o gruppi montuosi);

la gran parte delle attività che alimentano la realizzazione e il mantenimento in buono stato di questi itinerari montani è svolta da associazioni senza scopo di lucro e da volontari ai quali va garantito un adeguato coordinamento operativo e supporto tecnico;

poiché alcune Associazioni come già avviene per il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, che per norma svolge un ruolo di coordinamento di tutte le attività di soccorso in montagna, in grotta e in ambiente impervio, sono assegnatarie di ruolo di coordinamento di attività secondo principi di adeguatezza e sussidiarietà, disponendo di capacità e professionalità adeguate allo svolgimento dei compiti loro assegnati;

mancando nel nostro paese un catasto nazionale dei sentieri e degli itinerari escursionistici nei territori montani, premessa di un razionale intervento e di una conseguente programmazione delle necessarie misure atte a garantire il buono stato e la fruibilità dei medesimi sentieri e itinerari -:

impegna il Governo

a sostenere con le opportune iniziative il turismo e l'escursionismo montano, in particolare a dare vita al catasto dei sentieri italiani nonché, di concerto con le Regioni, al coordinamento nazionale delle grandi vie escursionistiche, attraverso le opportune deliberazioni e conseguenti disposizioni dei competenti ministeri e della Presidenza del Consiglio che, nell'ambito delle disponibilità finanziarie loro assegnate, per l'espletamento delle suddette funzioni e attività, si avvalgono di soggetti istituzionali la cui natura non privatistica contempli tra gli indirizzi statutari quello di favorire il turismo e l'escursionismo montano, dando tra essi priorità al Club Alpino Italiano.

9/1746-bis/250.Quartiani, Motta.

 

 


La Camera,

premesso che:

sono note le difficoltà che le persone disabili e i loro familiari si trovano a dover affrontare nella vita di tutti i giorni;

tali difficoltà investono ogni momento della loro vita, ivi compresi quelli dedicati al tempo libero;

si ritiene necessario assicurare ai portatori di handicap una dignitosa mobilità, tanto in ambito cittadino quanto al suo esterno;

uno dei mezzi considerati più comodi e funzionali onde consentire agevoli spostamenti alle persone disabili è rappresentato dall'autocaravan;

questo mezzo di trasporto consente ai portatori di handicap di beneficiare di momenti di svago, da poter condividere anche con i familiari, che la condizione di menomazione rende meno accessibili -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, volte ad estendere le agevolazioni in materia di Iva previste dalla Tabella A, parte II, punto 31 («Beni e servizi soggetti all'aliquota del 4 per cento») del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 633, e successive modificazioni ed integrazioni, per l'acquisto di autovetture a soggetti disabili, anche all'acquisto di autocaravan; nonché ad estendere anche agli autocaravan l'agevolazione prevista per il pagamento della tassa automobilistica erariale e regionale di cui all'articolo 8, comma 7, della legge della legge 27 dicembre 1997, n. 449.

9/1746-bis/251.Giuditta, Morrone, Rocco Pignataro, Picano, Affronti, Del Mese, Fabris, D'Elpidio, Satta, Giuditta, Cioffi, Adenti, Capotosti, Li Causi, Pisacane.

 

 

La Camera,

premesso che:

il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria e la Legge Finanziaria prevedono misure volte a restringere l'area dell'evasione fiscale, che ha raggiunto in Italia livelli inaccettabili, specie in relazione ad alcune tipologie di reddito tra cui le locazioni immobiliari;

principi di equità fiscale ed efficienza economica suggeriscono di procedere verso l'uniformità dell'imposizione sulle rendite di capitale;

incrementare la mobilità delle persone e nell'utilizzo degli immobili esistenti è obiettivo fondamentale della politica economica e sociale -:

impegna il Governo

a valutare la possibilità di giungere ad una riduzione dell'aliquota nella misura del 20 per cento, ove dagli accertamenti effettuati derivi un maggior gettito in favore dello Stato.

9/1746-bis/252.(Testo modificato nel corso della seduta) Turci.

 

 

La Camera,

premesso che:

la società Sviluppo Italia S.p.A. non ha svolto con adeguata efficacia gli obiettivi per i quali era stata istituita;

la stessa società appare caratterizzata da inefficienza in misura irrecuperabile, come stanno a dimostrare gli scarsi risultati ottenuti, a fronte di una cospicua liquidità che invece di essere destinata agli scopi statutari della società giace inutilizzata in forma di crediti verso enti creditizi o finanziari e titoli obbligazionari o del debito pubblico;

il necessario rigore nei conti pubblici, perseguito nella Legge Finanziaria, implica sacrificio per tante amministrazioni pubbliche e ha imposto a Governo e maggioranza di investire in obiettivi fondamentali come la ricerca scientifica palesemente meno di quanto è necessario e indispensabile per la competitività e lo sviluppo del Paese, e impone dunque di razionalizzare l'uso di risorse pubbliche e perseguire la massima efficienza in ogni amministrazione;

uno Stato moderno e democratico non può tollerare la permanenza di isole di privilegio e sperpero, particolarmente nell'ambito del Settore Pubblico -:

impegna il Governo

ad un'analisi e ad una verifica dell'efficacia di Sviluppo Italia e, dopo questo esame da compiere in tempi rapidi, dare la soluzione più opportuna al problema della sua liquidazione.

9/1746-bis/253.(Testo modificato nel corso della seduta) Villetti.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'evasione fiscale e contributiva in Italia assurge a dimensioni di vera emergenza nazionale, e che la Legge Finanziaria e il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria fanno della riduzione dell'evasione priorità di Governo;

il Decreto Fiscale e la Legge Finanziaria contengono molte rilevanti misure di contrasto del fenomeno, alcune delle quali, se non pienamente efficaci, si risolverebbero solo in un vessatorio aggravio di adempimenti per i cittadini e di costi per le imprese;

la lotta all'evasione fiscale dovrebbe orientarsi e congiungersi alla semplificazione amministrativa e alla riduzione degli oneri per cittadini e imprese, con controlli rivolti ad affermare il principio della trasparenza -:

impegna il Governo

a esentare nel mese di Settembre 2007, in occasione della presentazione al Parlamento della Relazione Previsionale e Programmatica per l'anno 2008, una valutazione dell'efficacia e per cittadini e imprese delle disposizioni di contrasto dell'evasione fiscale e contributiva e di emersione della base imponibile contenute nella Legge Finanziaria e nel Decreto Fiscale.

9/1746-bis/254.Buemi.

 

 

La Camera,

premesso che

seguito di una serie interventi legislativi adottati a decorrere dalla legge finanziaria per il 2004 le risorse dell'otto per mille dell'IRPEF destinato allo Stato sono state sensibilmente ridotte, e per l'anno 2006 ammontano - a fronte di un gettito complessivo di oltre 89 milioni di euro - ad appena 4,7 milioni di euro;

l'articolo 16, comma 750, del disegno di legge finanziaria, opportunamente interviene ad invertire tale tendenza, disponendo il ripristino, per un importo di 45 milioni di euro dal 2007 e integralmente a decorrere dal 2010, delle risorse dell'otto per mille dell'IRPEF destinato allo Stato;

negli ultimi anni la Chiesa cattolica ha investito risorse crescenti della quota dell'otto per mille dell'IRPEF ad essa destinata per la realizzazione di massicce campagne pubblicitarie, volte a sollecitare i contribuenti a scegliere la Chiesa cattolica in sede di dichiarazione dei redditi ai fini della destinazione dell'otto per mille;

le campagne pubblicitarie messe in atto dalla Chiesa cattolica, unitamente alla totale mancanza di informazione in ordine al funzionamento del meccanismo dell'otto per mille (con particolare riguardo alla destinazione delle quote dei contribuenti che non esprimono alcuna scelta) e sulle iniziative che lo Stato finanzia o intende finanziare con la quota ad esso spettante, hanno portato negli ultimi anni a un notevole aumento delle risorse assegnate alla Chiesa cattolica (rectius: alla Conferenza episcopale italiana), che nel 2006 ammontano a oltre 900 milioni di euro -:

impegna il Governo

a impiegare una somma comunque non inferiore al 10 per cento della disponibilità complessiva della quota annuale a diretta gestione statale dell'otto per mille dell'IRPEF, alla realizzazione di messaggi pubblicitari e al conseguente acquisto di spazi televisivi, radiofonici, della stampa periodica, nonché di altri mezzi di informazione, allo scopo di assicurare adeguata informazione ai contribuenti sul funzionamento del meccanismo dell'otto per mille, con particolare riguardo alla destinazione delle quote dei contribuenti che non esprimono alcuna scelta, sulla possibilità di scegliere di destinare la quota pari all'otto per mille a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione dello Stato, nonché sulle iniziative sociali e umanitarie che lo Stato finanzia o intende finanziare con le risorse ad esso assegnate.

9/1746-bis/255.Turco.

 

 

La Camera,

premesso che

l'assistenza farmaceutica a carico del SSN e dei pazienti, erogata tramite farmacie aperte al pubblico, escludendo gli acquisti diretti da parte delle aziende sanitarie, ha registrato uno sfondamento lordo di spesa di 380 milioni di euro nel 2005;

l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha più volte riportato la notizia di un esperimento effettuato in Galizia (Spagna) con la somministrazione di dosi individuali di antibiotici, con il medico che prescrive e il farmacista che consegna la dose idonea al paziente e non la confezione intera, che ha portato a risparmiare il 35 per cento della spesa per questo tipo di medicinali. In Italia tale modalità di somministrazione dei soli antibiotici consentirebbe di risparmiare circa 400 milioni di euro, superiore allo sfondamento di spesa registrato nel 2005 -:

impegna il Governo

per ridurre i costi e al contempo fornire la medesima assistenza farmaceutica, si avvii una sperimentazione che renda possibile, a fronte della prescrizione del medico, la somministrazione di dosi individuali sfuse di medicinali, in particolare di farmaci di fascia A, da parte del farmacista.

9/1746-bis/256.Crema.

 

 

La Camera,

premesso che:

la città di Foggia è afflitta da un elevato tasso di criminalità;

La scuola di Polizia di Foggia, struttura esistente da moltissimi anni, dovrebbe cessare la propria attività -:

impegna il Governo

a mantenere tale importante struttura nel territorio foggiano o in subordine riqualificarla come struttura di polizia.

9/1746-bis/257.(Testo modificato nel corso della seduta) Di Gioia, Antonio Pepe, Bordo.

 

 

La Camera,

premesso che

l'articolo 1, comma 555 (ex articolo 136, comma 2) reca disposizioni inerenti l'istituzione di un fondo perequativo per il finanziamento delle autorità portuali dell'importo complessivo di 50 milioni di euro, in particolare per rispondere all'esigenza di adeguamento infrastrutturale, la cui dotazione va annualmente ripartita, con decreto di altro Ministro, diverso da quello delle infrastrutture, e che a detto altro Ministro compete, altresì, il potere di indirizzo e verifica dell'attività programmatica delle autorità portuali;

premesso, altresì, che l'articolo 1, comma 566 destina 15 milioni di euro risorse per la realizzazione delle Opere strategiche di preminente interesse nazionale, di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, quale contributo per i mutui contratti nell'anno 2007 per la realizzazione di grandi infrastrutture portuali che risultino immediatamente cantierabili;

premesso, infine, che l'articolo 1, comma 568 (ex articolo 137) reca disposizioni relative all'istituzione di un muovo organismo interministeriale con competenze relative all'adozione del piano di sviluppo ed infrastrutturazione degli hub portuali di interesse nazionale, subordinando detta adozione alla proposta di altro Ministro diverso di quello delle infrastrutture;

rilevato che le norme del disegno di logge finanziaria vanno coordinato con le previgenti norme dettate dal decreto-legge del 18 maggio 2046, n. 181, convertito in legge 17 luglio 2406, n. 233 - recante norme in tema di riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri;

tenuto conto della ripartizione di competenze delineata dal decreto-legge n. 181 del 2006, nonché dai successivi provvedimenti applicativi, in particolare tra il Ministero delle infrastrutture ed il Ministero dei trasporti, che affida al primo ogni attribuzione in tema di programmazione, progettazione, finanziamento, realizzazione e gestione dalle reti infrastrutturali di interesse nazionale, con esclusione di quelle in materia di difesa e di telecomunicazioni previste per legge, nonché delle infrastrutture necessarie per il funzionamento e la gestione delle opere marittime e portuali;

rilevato che è di tutta evidenza la necessità di collocare le norme del disegno di legge finanziaria nell'equilibrio istituzionale delineato per i vari dicasteri dalla normativa sopra richiamata e che, conseguentemente, al Ministero delle infrastrutture venga riconosciuto il ruolo primario assegnato per legge in relazione alle infrastrutture del Paese -:

impegna il Governo

a assicurare l'interpretazione delle disposizioni in esame nei termini di cui in premessa.

9/1746-bis/258.Misiti.

 

 

La Camera,

viste le disposizioni volte ad assicurare il rifinanziamento degli interventi infrastrutturali destinati alla realizzazione di opere di preminente interesse nazionale, e, in seno a queste, di quelle specificamente destinate a risolvere le problematiche connesse con le principali problematiche viarie in Lombardia;

considerato che appare quanto mai opportuna la previsione riferita alla possibilità di subentro ad ANAS di un organismo di diritto pubblico, appositamente costituito, tra ANAS e regione Lombardia per la prosecuzione delle medesime attività già svolte dalla stessa ANAS, e cioè completamente dalla progettazione e relativa attività esecutiva;

ritenuto che tale facoltà di subentro non possa, a tutta evidenza, riguardare soggetti diversi del conducente sopra citato;

rilevato che può apparire opportuno, altresì, consentire la partecipazione al capitale sociale della società organismo di diritto pubblico appositamente costituita per la gestione delle residue attività proprie del concedente anche ad altri enti pubblici comunque istituzionalmente portatori di interesse pubblico in materia, previa comunque l'autorizzazione del Ministro delle infrastrutture -:

impegna il Governo

a adottare ogni misura interpretativa ed attuativa conforme a quanto specificato in premessa, nonché ad assicurare le dovute modificazioni volte a consentire la partecipazione al capitale sociale della società anche ad altri enti pubblici, nei termini di cui in premessa.

9/1746-bis/259.Mura, Saglia.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'opera di ricostruzione delle zone della Campania e della Basilicata disastrate per effetto degli eventi sismici del 1980 e 1981 è stata dichiarata di preminente interesse nazionale dalle leggi della Repubblica;

a oggi, a seguito dei finanziamenti dello Stato, l'opera di ricostruzione degli edifici privati distrutti o gravemente danneggiati, pur in fase di notevole avanzamento, non è ancora completata;

come risulta dal monitoraggio costantemente aggiornato da parte del Ministero delle infrastrutture e delle Regioni interessate, il relativo fabbisogno ammonta per la Basilicata a circa 650 milioni di euro e per la Campania a circa 1.400 milioni di euro;

il richiamato fabbisogno si riferisce alla necessità di soddisfare le documentate e giacenti richieste avanzate dagli aventi titolo che, come riconosciuto dai giudici di merito e della Corte di Cassazione, si configurano come diritti soggettivi consolidati;

impegna il Governo

a garantire la prosecuzione ai sensi della legge n. 32 del 1992 del finanziamento pubblico necessario a completare l'opera di ricostruzione privata nelle regioni Basilicata e Campania anche a mezzo di specifici contributi quindicennali a favore delle Regioni interessate;

disporre proroga del termine di validità delle agevolazioni IVA connesse all'espletamento delle attività di ricostruzione privata in scadenza al 31 dicembre 2006.

9/1746-bis/260.Aurisicchio.

 

 

La Camera,

premesso che

il comma 309 del testo della legge finanziaria interviene in materia di programmazione universitaria introducendo per il triennio 2007-2009, il divieto per le università di istituire e attivare facoltà e corsi di studio in sedi diverse da quella legale e amministrativa;

il comma 1, articolo 36 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 206, istituisce l'Agenzia di Valutazione;

lcune grandi sedi universitarie hanno provveduto a realizzare il processo di decongestione attraverso l'articolazione in poli decentrati, ormai funzionanti da qualche decennio;

si condivide l'intento di evitare proliferazioni prive dei requisiti essenziali per un coordinato funzionamento -:

impegna il Governo

a assumere iniziative normative affinché l'eventuale divieto sia conseguente alla valutazione autonoma delle sedi distaccate da parte della costituente Agenzia di valutazione e affinché nelle more della piena funzionalità dell'Agenzia, la valutazione sia espressa in sede congiunta dal CNUSU e dal CIVR, secondo criteri stabiliti dal decreto ministeriale da adottare entro il 31 gennaio 2007.

9/1746-bis/261.Tessitore, Tocci, Ghizzoni, Froner, Sasso, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Volpini, Villari, Giulietti, Benzoni, Intrieri, Lulli, Albonetti, Brandolini, Chicchi, Pedulli, Vichi.

 

 

La Camera,

premesso che:

il comma 265 della legge finanziaria prevede, per evitare la formazione di nuovo precariato, un blocco delle graduatorie permanenti dal 1 gennaio 2010 e l'attivazione di nuove regole di reclutamento del personale docente;

il comma 265 prevede, inoltre, un piano triennale di immissione di ruolo di 150.000 docenti;

la formulazione del testo così presentata non specifica che nel computare i posti per l'immissione in ruolo vanno conteggiati solo i posti assegnati a docenti con rapporti di lavoro precari e non quelli assegnati ai docenti già assunti a tempo indeterminato e la mancanza della suddetta specifica rischia di alterare il numero reale delle immissioni in ruolo;

il testo così formulato riduce la pianta organica dei docenti di sostegno -:

impegna il Governo

considerare la necessità:

1. che il ministero effettui un monitoraggio dell'applicazione del piano triennale e preveda una relazione, entro diciotto mesi dall'entrata in vigore della legge, sull'andamento dello stesso alle commissioni parlamentari, anche al fine di individuare nuove modalità di formazione e abilitazione e di innovare e aggiornare gli attuali sistemi di reclutamento del personale docente.

2. di conteggiare, nell'attuazione del piano di immissione in ruolo esclusivamente i posti assegnati a docenti con rapporti di lavoro precari.

3. di aumentare l'organico di diritto dei docenti di sostegno almeno in misura corrispondente all'80 per cento del numero complessivo dei docenti di sostegno già in servizio nell'anno scolastico 2005-2006.

9/1746-bis/262.Sasso, Ghizzoni, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Froner, Giulietti, Tessitore, Benzoni, Folena, De Simone.

 

 

La Camera,

vista la legge n. 59 del 1997 e in particolare l'articolo 21 relativo al conferimento dell'autonomia alle istituzioni scolastiche;

visto il Decreto legislativo n. 59 del 1998 recepito nell'articolo 25 del decreto legislativo n. 165 del 2001 con cui è stata conferita la Dirigenza Scolastica al personale direttivo della scuola;

vista l'istituzione dell'autonoma area contrattuale della Dirigenza Scolastica ricompresa nell'Area V ai sensi del Contratto Collettivo nazionale Quadro (CCNQ del 9 agosto 2000 modificativo del CCNQ 25 novembre 1998), come rinnovata nell'Accordo Quadro per la definizione delle autonome aree di contrattazione della Dirigenza sottoscritto il 23 settembre 2004;

considerato che già nell'emanare il primo Atto di indirizzo del 22 dicembre del 2000 all'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale (Arar) per il finanziamento del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) d'ingresso, 2000-2001, veniva utilizzato un primo non sufficiente stanziamento finalizzato al riallineamento retributivo della Dirigenza scolastica alle altre Dirigenze;

considerato, inoltre, che allo stesso fine, con apposita integrazione emanata il 30 aprile 2001 del predetto Atto di indirizzo all'Aran, il Governo allora in carica affermava «l'Aran dovrà tener conto che tali risorse, comportanti il riconoscimento di un consistente avvicinamento all'equiparazione della retribuzione dei Dirigenti dello stato, non consentono di realizzare l'obiettivo finale del completo riallineamento retributivo alla dirigenza pubblica di seconda fascia, obiettivo che sarà perseguibile nel prossimo contratto collettivo in relazione alle risorse che saranno rese disponibili dalla manovra finanziaria»;

considerato ancora che con un terzo atto di indirizzo all'Aran, emanato l'8 gennaio 2002, sempre riguardante il primo Contratto Collettivo della Dirigenza Scolastica 2000-2001, il nuovo Governo in carica, stanziando ulteriori insufficienti risorse riconosceva comunque che tale stanziamento faceva parte di un processo di «armonizzazione» della struttura retributiva di tali dirigenti con quella dei dirigenti delle amministrazioni dello stato", con ciò attestando che l'equiparazione non veniva comunque raggiunta;

visto infine l'atto di indirizzo all'Aran relativo al secondo Contratto Collettivo dell'Area V della Dirigenza Scolastica per il quadriennio 2002-2005 del 6 maggio 2005, con cui non sono state stanziate risorse al fine di perseguire l'equiparazione retributiva costringendo le organizzazioni sindacali a firmare l'11 aprile 2006 un Contratto privo di questo importante obiettivo;

considerato che la valorizzazione del personale dirigente della scuola ha valore strategico nell'ambito del più generale processo di sviluppo e rafforzamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche -:

impegna il Governo

a dare seguito alle intenzioni istituzionalmente espresse, nei sei anni trascorsi dall'acquisizione della dirigenza, in particolare nell'emanazione degli atti di indirizzo citati, al fine di realizzare, con appositi stanziamenti, il completo riallineamento retributivo dei Dirigenti Scolastici ai Dirigenti pubblici di seconda fascia, obiettivo da rendere perseguibile nel prossimo Contratto Collettivo Nazionale di lavoro 2006-2009 dell'Area V della Dirigenza Scolastica in relazione alle risorse che saranno rese disponibili dall manovra finanziaria.

9/1746-bis/263.Benzoni, Sasso, Ghizzoni, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Froner, Giulietti.

 

 

La Camera,

premesso che:

le associazioni sportive dilettantistiche rappresentano un elemento fondamentale per la formazione e l'educazione giovanile attraverso la pratica sportiva;

i servizi offerti dalle suddette associazioni sono da considerarsi un patrimonio prezioso per le famiglie e l'intera comunità sociale;

la prima applicazione del regime forfettario a queste società e il suo ampliamento con l'articolo 90 della legge finanziaria del 2003 ha determinato maggiori entrate per lo stato e nuovi problemi fiscali alle società, alle federazioni e agli enti di promozione sportiva -:

 

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di modificare l'imponibile su cui applicare il regime forfettario per le società dilettantistiche onlus, al fine di agevolarne l'attività e la diffusione sul territorio nazionale.

9/1746-bis/264.(Testo modificato nel corso della seduta) Giachetti, Rusconi, Ghizzoni, Sasso, De Biasi, Colasio, Tocci, Volpini, Villari, Froner, Giulietti, Tessitore, Benzoni.

 

 

La Camera,

premesso che:

la Fondazione per l'istruzione agraria di Perugia, istituita al fine di amministrare, conservare e incrementare lo sviluppo del patrimonio monumentale e fondiario appartenente alla Comunità Benedettina Cassinese di Perugia, è stata ritenuta dal Ministero dell'Università e della ricerca scientifica come un Ente morale;

la suddetta Fondazione soddisfancendo esigenze di interesse generale, perché dotata di personalità giuridica, con il Consiglio d'amministrazione costituito da membri dei quali più della metà è designato dallo Stato e dagli Enti pubblici territoriali, è in realtà a tutti gli effetti un organismo di diritto pubblico e non un Ente morale:

impegna il Governo

a promuovere ogni iniziativa utile a sostenere la formazione in materia agraria, anche verificando, in tale ambito, la possibilità di convertire la Fondazione per l'istruzione agraria in Perugia in Ente pubblico confluendo nell'università di Perugia.

9/1746-bis/265.(Nuova formulazione) Ruta, Rusconi.

 

 

La Camera,

premesso che:

il Ministero della pubblica istruzione, con decreti 17 dicembre 2002 e 3 ottobre 2006, ha proceduto alla indizione delle procedure concorsuali riservate a posti di dirigente scolastico;

i relativi corsi di formazione, a seguito dell'esame e colloquio, è prevista l'ammissione solo del numero di candidati pari a quello dei posti indicati dai bandi, maggiorati dell'aliquota del 10 per cento;

la nomina in ruolo è conseguita solo da un numero di candidati pari a quello dei posti messi a concorso;

il comma 278 in via transitoria prevede, per il concorso ordinario in atto, un sistema di accesso agevolato nonché un ampliamento dei posti rispetto a quelli previsti nel citato bando di concorso;

tale sistema agevolato e l'ampliamento dei posti non è previsto per il concorso per dirigenti scolastici riservato e che pertanto tale mancata previsione comporta una evidente disparità di trattamento;

il comma 278, che disciplina le nuove procedure per il concorso ordinario dei dirigenti scolastici, esclude ingiustificatamente coloro che hanno superato le prove iniziali e che sono stati ammessi al corso di formazione in virtù di un provvedimento di ammissione con riserva e che pertanto potrebbero risultare esclusi dalla nomina con provvedimento definitivo del giudice amministrativo, ovvero in sede di provvedimento decisorio in sede di ricorso straordinario -:

impegna il Governo

a adottare ogni utile iniziativa al fine di consentire, nel triennio 2007/2008-2008/2009 e 2009/2010, una volta completate le nomine di cui al concorso ordinario a posti di dirigente scolastico:

1. la nomina degli ammessi con riserva del concorso ordinario di cui al comma 278 secondo l'ordine della graduatoria di merito.

2. la nomina in ruolo anche dei candidati del concorso riservato ammessi per effetto dell'aliquota aggiuntiva del 10 per cento;

3. la partecipazione a domanda per i candidati del concorso riservato ad un apposito periodo di formazione e a completare l'iter concorsuale sostenendo l'esame finale previsto dai bandi, ai candidati che hanno superato il colloquio, ma non si siano utilmente collocati nelle graduatorie per partecipare al corso di formazione;

4) la nomina di coloro che hanno superato il concorso riservato indetto con il decreto dirigenziale 17 dicembre 2002, ma che risultavano privi del requisito di almeno un anno di incarico di presidenza.

9/1746-bis/266. Rusconi, Ghizzoni, Sasso, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Froner, Giulietti, Benzoni, Tessitore, Cesario, Iannuzzi.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 2-octies del decreto legge 26 aprile 2005, n. 63, convertito con modificazioni, dalla legge 25 giugno 2005, n. 109, ha stanziato, a decorrere dall'anno 2007 7 milioni di euro annui finalizzati a incrementare la produttività del personale del ministero della pubblica istruzione;

causa di una discutibili interpretazione della disposizione contenuta nel comma 189 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, tale finanziamento non è stato confermato per l'anno 2006;

il suddetto articolo 2-octies riveste per un verso, carattere di norma speciale pertanto non deve rientrare nel campo di applicazione del citato comma 189 della legge n. 266 del 2005 e che, proprio per questo motivo, risulta tuttora vigente se pur non operante;

il comma 189 citato fa riferimento ai trattamenti accessori derivanti da norme contrattuali e pertanto non abolisce l'indennità del personale del ministero della pubblica istruzione in quanto, come detto, è prevista da una norma di rango primaria -:

impegna il Governo

a trovare una idonea soluzione che garantisca, in via permanente, al personale del ministero della pubblica istruzione, l'indennità accessoria peraltro già percepita nell'anno 2005.

9/1746-bis/267.Volpini, Ghizzoni, Rusconi, Colasio, De Biasi, Sasso, Giachetti, Tocci, Villari, Froner, Giulietti, Benzoni.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge 23 dicembre 2005, n.266 ha previsto nella Tabella C il finanziamento del Fondo di cui alla legge 18 dicembre 1997, n.440 pari a 181 milioni di Euro;

la ripartizione del Fondo si è provveduto secondo quanto stabilito dalla direttiva n. 33 del 3 aprile 2006 del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca;

l'effettiva ripartizione non è stata totalmente effettuata dal precedente Governo e, pertanto l'autonomia scolastica rischia di perdere parte dello stanziamento previsto -:

impegna il Governo

far sì che le disponibilità iscritte nel Fondo di cui alla legge 18 dicembre 1997, n. 440, non utilizzate nel corso del corrente anno, siano utilizzate nell'anno successivo e che la quota del predetto Fondo non ripartita nell'anno 2006 è assegnata nell'anno 2007 alle istituzioni scolastiche autonome, per il miglioramento dell'offerta formativa e per la formazione del personale.

9/1746-bis/268.Froner, Sasso, Ghizzoni, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Giulietti, Benzoni.

 

 

La Camera,

premesso che:

metà delle scuole non è ancora in possesso delle certificazioni di sicurezza e di idoneità scolastica;

la messa in sicurezza degli edifici scolastici pubblici rappresenta un obiettivo determinante e una priorità necessaria ad assicurare l'incolumità di utenti e operatori nonché a consentire ai responsabili delle istituzioni scolastiche di assolvere gli obblighi previsti dalle normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro;

i 250 milioni di euro previsti dal comma 283 dell'articolo 16, pur rappresentando l'impegno del governo, non corrispondono completamente alle esigenze di adeguamento dell'edilizia scolastica -:

impegna il Governo

a prevedere nel triennio 2007-2009 maggiori risorse, destinandone il 50 percento al completamento delle attività di messa in sicurezza e di adeguamento a norma degli edifici scolastici, e a considerare la possibilità di utilizzarne una quota per l'accensione di mutui da parte dei competenti enti locali per la messa in sicurezza degli edifici.

9/1746-bis/269.(Testo modificato nel corso della seduta) Ghizzoni, Froner, Sasso, Rusconi, De Biasi, Colasio, Giachetti, Tocci, Volpini, Villari, Giulietti, Benzoni, Mariani.

 

La Camera,

preso atto dell'avanzato stato della ricostruzione nei territori delle Regioni Umbria e Marche colpiti dal sisma del settembre 1997;

pprezzati gli stanziamenti previsti per gli anni 2007, 2008 e il 2009 previsti al comma 577 della legge Finanziaria 2007;

impegna il Governo

a riconvocare al più presto il Tavolo con le Regioni, gli Enti Locali e le forze sociali delle al fine di affrontare e risolvere positivamente le principali questioni legate sia alla programmazione delle ulteriori risorse finanziarie necessarie al completamento della ricostruzione, sia alla uscita dallo stato di emergenza;

disporre che i soggetti colpiti dal sisma del 26 settembre 1997, individuati dall'ordinanza del Ministro per il coordinamento della protezione civile del 22 dicembre 1997, n. 2728, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 27 dicembre 1997, destinatari dei provvedimenti agevolativi in materia di versamento delle somme dovute a titolo di tributi e contributi regolarizzino la propria posizione - nelle forme e nella misura concordateattraverso il Tavolo di cui al punto precedente - a partire dal 1o gennaio 2008.

9/1746-bis/270.Sereni, Vannucci, Merloni, Bocci.

 

 

La Camera,

premesso che,

come ha spiegato il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi «Il deficit d'istruzione nel nostro Paese resta preoccupante per il ritardo con cui si è dato avvio alla scolarizzazione di massa»;

si sottolinea in particolare la carenza dimostrata nel proseguimento degli studi dal calo delle iscrizioni ai corsi di laurea di natura scientifica, fondamentali per lo sviluppo di adeguate conoscenze nell'ambito delle energie rinnovabili;

si impone come necessità, inoltre, l'incremento dei fondi destinati alla ricerca, al fine di arginare il fenomeno della «fuga dei cervelli»: il nostro Paese deve essere il luogo della sperimentazione e dell'innovazione scientifica;

la previsione di adeguate strutture e di strumentazioni è necessario supporto per garantire una migliore qualità d'insegnamento e un più proficuo apprendimento da parte degli studenti;

la delocalizzazione degli atenei a livello locale può contribuire a raggiungere in modo più capillare la totalità degli studenti sul territorio italiano, al fine di garantire in aggiunta una rimodulazione degli insegnamenti per venite incontro alle specificità produttive del territorio;

l'università di Rovigo, nel sud del Veneto, provincia agraria per eccellenza, potrebbe divenire un esempio per la realizzazione di questi obbiettivi, un laboratorio importante per lo sviluppo di studi di processi legati al mondo del primario e, più specificamente, delle bioenergie, settore in cui, in modo del tutto trasversale, la politica italiana ha identificato un campo strategico per l'incremento di fonti energetiche pulite e rinnovabili -:

impegna il Governo

a adottare tutte le misure di propria competenza affinché sia potenziato il numero e la qualità degli insegnamenti dell'università di Rovigo, soprattutto nella creazione di facoltà di agraria e di chimica, prevedendo, inoltre, l'istituzione di corsi di ingegneria ambientale ed ingegneria meccanica che più dì tutti, formando dei professionisti di settore, possono dare un notevole contributo per la risoluzione del deficit energetico del nostro Paese.

9/1746-bis/271.Bellotti, Baratella, Frigato, Giuseppe Fini.

 

 

La Camera,

premesso che,

il nostro Paese continua ad essere caratterizzato da un debito pubblico troppo marcato, che ne pregiudica la reale competitività a livello internazionale;

il Governo ha assunto come impegno quello di procedere ad una diminuzione del debito pubblico, operando scelte coraggiose sul versante della riduzione della spesa pubblica e dei costi della politica;

la manovra finanziaria nel suo complesso e la legge finanziaria si muovono in questa direzione, assumendo decisioni importanti per la razionalizzazione della spesa pubblica e la diminuzione dei costi della politica a diversi livelli;

tale sforzo non appare però esaustivo e sufficiente;

nell'ottica di una maggiore diminuzione dei costi della politica all'articolo 76 si sarebbe potuto intervenire in maniera più coerente diminuendo il gettone di presenza dei consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali e delle comunità montane al di sotto della soglia stabilita;

la politica deve continuare ad essere intesa come forma di servizio, di impegno sociale e civile, senza dovere essere resa attraente da remunerazioni che ne giustifichino o motivino la scelta -:

impegna il Governo

a attivarsi per fissare per i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali e delle comunità montane un'ammontare massimo percepito nel corso di un anno di attività, non superiore al 25 per cento dell'indennità percepita per il rispettivo sindaco o presidente di consiglio.

9/1746-bis/272.(Testo modificato nel corso della seduta) Porfidia.

 

 

La Camera,

premesso che,

gran parte degli operatori del sistema produttivo, insieme a numerosi esponenti della cultura, del sistema scientifico e della sperimentazione, sono concordi nel sostenere che il riassetto idrogeologico e la manutenzione del territorio e del bosco costituiscono la più grande infrastruttura del Paese;

la gestione integrata del territorio e dell'ambiente, finalizzata alla difesa del suolo, alla regimazione idraulica ed al miglioramento delle foreste, per prevenire le calamità naturali, eliminare i rischi ambientali, conseguire gli obiettivi del Protocollo di Kjoto, valorizzare il paesaggio anche come condizione necessaria per rilanciare il turismo e lo stesso made in Italy, costituiscono la più cospicua ed organica infrastruttura strategica che oggi sia conveniente realizzare;

la foresta è un bene da gestire in maniera sostenibile per i benefici che apporta alla collettività e all'ambiente: il legno, la stabilità dei versanti, la regimazione delle acque, la salubrità, il contenimento dell'effetto serra, la disponibilità di spazi naturali e di un paesaggio per le attività turistico-ricreative, sono beni collettivi che necessitano di essere gestiti con lungimiranza ed efficacia, secondo piani di gestione che configurino ricchezza, nel senso più ampio del termine, alle collettività che le curano e ne usufruiscono;

in caso si desse inizio alla realizzazione di un piano di interventi strutturali in favore delle foreste e conseguentemente si puntasse concretamente su una politica per le montagne italiane, si potrebbero conseguire tangibili ritorni in favore del riassetto idrogeologico, del rilancio dell'occupazione e del lavoro, delle attività tradizionali e di quelle nuove come il turismo, dell'enogastronomia e della valorizzazione dei prodotti del territorio, tutte condizioni indispensabili per la permanenza delle popolazioni locali;

in Italia vi è un sistema della cooperazione ad indirizzo agro-forestale ed ambientale, presente capillarmente nelle aree montane di tutte le regioni, la cui incidenza consiste in circa 400 imprese, tra cooperative, consorzi regionali ed il consorzio nazionale Appennino Vivo Europa, 7.000 soci ed un volume di attività stimato in 300 milioni di euro. Tale realtà cooperativistica ha come principale finalità imprenditoriale la creazione del lavoro. Queste cooperative si occupano di interventi nel settore della silvicoltura, delle sistemazioni agricolo-forestali, idraulico-agrarie, del ripristino ambientale tramite gli strumenti delle bioingegnerie, della prevenzione degli incendi boschivi, della manutenzione ordinaria e straordinaria dei bacini idrografici;

per consentire il rafforzamento e lo sviluppo di questo importante settore della cooperazione, ma anche per favorire l'uso delle biomasse vegetali per produrre energia pulita e promuovere la certificazione forestale, è necessario destinare nuove e confacenti risorse in favore degli interventi forestali;

la legge finanziaria per il 2007, nel testo predisposto dalla Camera dei deputati, in particolare il relativo comma 627, dell'articolo 16, prevede di armonizzare l'attuazione delle disposizioni sopranazionali in materia forestale, in aderenza al Piano d'azione per le foreste dell'Unione Europea attraverso la realizzazione di un programma quadro per il settore forestale finalizzato a favorire la gestione forestale sostenibile ed a valorizzare la multifunzionalità degli ecosistemi forestali. Per l'attuazione ditale programma, limitatamente alle misure di carattere nazionale, potranno essere utilizzate quote specifiche di una spesa triennale corrispondente a 10 milioni di euro per il 2007 e 50 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009;

tali risorse non sono sufficienti a garantire l'attivazione ed il completamento del totale degli interventi che il nostro settore forestale richiede ai sensi delle necessità e delle opportunità sopra richiamate. Tuttavia vi è la possibilità di attivare ulteriori risorse già accantonate, ma non utilizzate, per finalità analoghe da strumenti differenti normativi facenti capo ad ambiti ministeriali diversificati;

il principale istituto giuridico attualmente esistente in grado di assolvere i compiti di un programma quadro per il settore forestale quale quello indicato dal provvedimento in discussione e di conseguire efficacemente i corrispondenti obiettivi strategici, è il decreto del ministero dell'ambiente 16 giugno 2005, recante «Linee guida di programmazione forestale», di applicazione del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227 , articolo 3, comma 1, e successive modificazioni, aventi lo scopo di valutare lo stato di conservazione del settore in relazione alla tutela della biodiversità e di individuare elementi di indirizzo per la programmazione che le regioni devono attuare nel rispetto degli impegni internazionali e della normativa comunitaria e nazionale in materia ed in considerazione delle strategie, dei criteri e degli indicatori da essi individuati. Per la realizzazione dei piani previsti da tali linee guida è stimato un fabbisogno in termini programmatici di 250 milioni di euro in un biennio -:

impegna il Governo

a valutare la necessità di dare attuazione alle disposizioni di cui all'articolo 16, comma 627 di cui al testo della finanziaria 2007 approvato dalla Camera dei deputati, secondo il criterio che preveda l'adozione, quale programma quadro per il settore forestale in tal senso previsto, delle linee guida di programmazione forestale di cui al decreto 16 giugno 2005, relative all' applicazione dell' articolo 3, comma 1 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227, e successive modificazioni e corrispondentemente rendere disponibili per i relativi fabbisogni, oltre le pertinenti risorse indicate in tale direzione dalla stessa finanziaria, anche gli ulteriori e confacenti finanziamenti che la finanziaria 2007 dispone in tabella D per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in favore del riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo di cui all'articolo 12 del decreto legge n. 398/1993 convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 493/1993 e alla legge n. 183/1989.

9/1746-bis/273.Lion, Bonelli, Pellegrino, Piazza, Fundarò, Francescato, Balducci.

 

 

La Camera,

premesso che:

il comma 442 dell'articolo 16 (ex articolo 102 del testo originario) relativo alla modifica del regime delle entrate della regione autonoma della Sardegna, costituisce nel complesso un indubbio passo in avanti rispetto alla rivendicazione storica di maggiore autonomia e adeguatezza finanziaria della regione, in funzione dello sviluppo e del riequilibrio territoriale e sociale da riconoscere alla comunità sarda;

le modifiche introdotte, peraltro definite in accordo con le primarie espressioni istituzionali della regione autonoma, abbisognano sicuramente di opportuna verifica in fase attuativa circa la congruità e la efficacia rispetto ai fini enunciati; conseguentemente l'intero regime delle entrate regionali dovrà essere, nel corretto rapporto Regione-Stato, migliorato, completato e coordinato specialmente in ragione del precetto costituzionale di solidarietà nazionale (articolo 13 dello Statuto di Autonomia) e delle speciali connotazioni della insularità:

impegna il Governo

alla più ampia e convinta esplicazione degli interventi statali in materia di solidarietà e di riequilibrio territoriale e sociale così come considerati nei punti a) e b) della parte espositiva del presente «Ordine del giorno».

9/1746-bis/274.(Nuova formulazione) Cogodi, Soro, Vacca, Sanna, Satta, Fadda, Schirru, Palumbo, Carta.

 

 

La Camera,

premesso che:

il Consiglio regionale della Sardegna ha sollevato un contenzioso relativamente al mancato gettito IVA e IRPEF per gli anni 1993-2006 stimati dalla regione Sarda in oltre 5 miliardi di euro;

tale mancata definizione del contenzioso potrebbe costituire un grave potenziale danno erariale per la regione sarda;

vige l'impegno dello Stato a definire tale contenzioso nell'ambito di una commissione paritetica Stato-Regione;

la Sardegna uscirà per mere ragioni statistiche dall'obiettivo 1 e che il memorandum italiano prevedeva una compensazione equa con risorse interne del mancato introito:

impegna il Governo

a considerare le risorse iscritte al comma 442 come anticipazione relativa al contenzioso sollevato dalla regione Sardegna per un errato calcolo sia dell'IVA che dell'IRPEF relativo agli anni 1993-2006;

a definire il saldo relativo all'eventuale mancato trasferimento delle quote di compartecipazione IRPEF e IVA degli anni 1993-2006 entro e non oltre il 30 giugno 2007 da una commissione paritetica Stato- Regione;

a disporre anche per la Sardegna la stessa procedura di formale intesa per quanto riguarda la compartecipazione alla spesa sanitaria prevista nel comma 441;

a rivalutare per gli anni 2007-2009 la compartecipazione della regione Sardegna al finanziamento del Servizio sanitario nazionale pari alla percentuale media definita tra gli stanziamenti dell'ultimo triennio approvati dal CIPE per il riparto della spesa sanitaria nazionale;

a considerare il trasferimento delle funzioni di cui al comma 445 condizionato alla definizione degli oneri che lo Stato dovrà trasferire alla regione Sardegna relativamente ai servizi già svolti e quelli che riguardano la continuità territoriale, merci e passeggeri, da definire attraverso una verifica dei costi aggiuntivi conseguenti alla condizione insulare della regione Sardegna.

9/1746-bis/275.(Nuova formulazione) Pili, Murgia, Oppi, Porcu, Cossiga, Testoni, Mereu.

 

 

La Camera,

considerato che la dotazione finanziaria aggiuntiva prevista per la realizzazione di infrastrutture di interesse strategico è inferiore rispetto a quanto già disposto in passato e risulta assolutamente insufficiente a garantire il completamento del processo di infrastrutturazione del Paese pur previsto dal Programma di governo per la presente legislatura;

rilevato che, in relazione a questo, occorre prioritariamente non disperdere nulla delle risorse finanziarie comunque destinate alla predetta finalità e che, pertanto, bisogna preservare eventuali finanziamenti già previsti per legge, ma per i quali l'iter necessario alla utilizzazione effettiva non si sia definitivamente completato a causa della complessità burocratica delle procedure previste in materia;

considerato che, in alternativa, occorrerebbe prevedere ulteriori risorse finanziarie per il completamento di infrastrutture che, a tutta evidenza, non possono rimanere in uno stadio di incompleta attuazione, e che, peraltro, proprio questo evento si tradurrebbe in un ulteriore aggravio della procedura con conseguente lievitazione dei costi diretti (costi effettivi delle opere da completare in tempi successivi) ed indiretti, (costi sociali derivanti dalla prolungata assenza di fondamentali infrastrutture strategiche), e che, pertanto, la situazione paradossalmente rischia di provocare ulteriori e non altrimenti, sopportabili aggravi per le finanze pubbliche:

impegna il Governo

a adottare ogni misura necessaria per assicurare la conservazione, anche per il prossimo esercizio finanziario, delle somme corrispondenti a contributi pluriennali, già previsti a legislazione vigente, riferiti a infrastrutture di interesse strategico non ancora impegnate.

9/1746-bis/276.Donadi.

 

 

La Camera,

premesso che:

il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223 (c.d. decreto «Bersani»), all'articolo 19, comma 2, ha istituito presso la Presidenza del Consiglio il Fondo per le politiche giovanili, finalizzato a «promuovere il diritto dei giovani alla formazione culturale e professionale e all'inserimento nella vita sociale, anche attraverso interventi volti ad agevolare la realizzazione del diritto dei giovani all'abitazione nonché a facilitare l'accesso al credito per l'acquisto e l'utilizzo di beni e servizi»;

lo stanziamento previsto dalla normativa citata è pari a 3 milioni di curo per il 2006 e a 10 milioni di curo annui dal 2007;

il comma 789 dell'articolo 16 dispone un incremento del predetto stanziamento di 120 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 -:

impegna il Governo

in sede di emanazione del decreto attuativo delle citate disposizioni - a ripartire gli stanziamenti nel nodo seguente:

1) il 40 per cento delle risorse annualmente assegnate è destinato a rilasciare garanzie sussidiane e/o incentivi alle banche e agli intermediari finanziari che concedono mutui per l'acquisto in proprietà di unità immobiliari da adibire ad, abitazione principale da paste di soggetti in possesso dei seguenti requisiti:

a) essere cittadini italiani o di un Paese appartenente all'Unione europea;

b) non avere superato il trentacinquesimo anno di età;

c) avere uno o più minori a carico;

d) non essere proprietari di altro immobile sull'intero territorio nazionale il cui valore catastale superi i. 50.000 euro;

e) non fruire di medesime agevolazioni previste da leggi regionali o da provvedimenti di enti locali;

f) non avere percepito, come nucleo familiare, nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di concessione del beneficio, un reddito complessivo annuo lordo, imponibile ai fini IRPEF, superiore a 25.000 euro.

2) il 20 per cento delle risorse annualmente assegnate è destinato a rilasciare garanzie e/o incentivi alle banche e agli intermediari finanziari che concedono finanziamenti ai giovani di età compresa tra 18 e 35 anni per operazioni di credito finalizzato all'avvio di nuove attività imprenditoriali o di lavoro autonomo e, in particolare:

a) per la realizzazione o la ristrutturazione di lini-nobili destinati allo svolgimento dell'attività lavorativa;

b) per l'acquisto o la locazione finanziaria di attrezzature, strumentazioni, materiali, pacchetti di programmi informatici;

c) per l'acquisto di servizi, abbonamenti, a riviste specializzate e l'accesso a banche dati e siti web;

d) per l'orientamento, la formazione e l'aggiornamento professionale, anche attraverso sistemi di informazione a distanza, e forme di assistenza e consulenza tecnico-progettuale.

3) il 20 per cento delle risorse annualmente assegnate è destinato a rilasciare garanzie e/o incentivi alle banche e agli intermediari finanziari che concedono prestiti d'onore ai giovani neodiplomati di età non superiore ai 21 anni:

a) per il conseguimento di un attestato professionale legalmente riconosciuto per un importo non inferiore a 10.000 euro;

b) per il conseguimento di un diploma di laurea presso un'università statale per un importo non inferiore a 30.000 euro.

9/1946-bis/277.Raisi, Meloni.

 

 

La Camera,

premesso che:

lo sviluppo del Mezzogiorno è fondamentale per la competitività del Sistema- Paese;

le misure previste in Finanziaria non sono cumulabili con le altre agevolazioni fiscali, come il credito d'imposta, o comunque si infrangono con l'obbligo del rispetto del limite stabilito dagli aiuti europei de minimis;

il «Fondo per le aree sottosviluppate» (FAS) noti risulta adeguatamente finanziato, in particolare per gli anni 2007-2008 e, tra l'altro, con le modifiche apportate dal Governo -:

impegna il Governo

a adottare le opportune iniziative normative volte ad eliminare tutte le incompatibilità derivanti da precedenti norme agevolative rispetto all'utilizzo del provvedimento relativo al cuneo fiscale;

valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative al fine di rifinanziare il FAS per gli anni 2007-2008 in misura almeno pari al Fondo 2006;

l aprire una seria trattativa in sede europea per l'ottenimento di misure di fiscalità compensative per il Mezzogiorno.

9/1946-bis/278.Bono, Alemanno.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in corso di approvazione contiene alcune disposizioni in materia di giovani;

il comma 13 dell'articolo 16 prevede che l'Agenzia del demanio possa individuare, d'intesa con gli enti territoriali interessati, una pluralità di beni immobili pubblici per i quali è attivato un processo di valorizzazione unico;

nella predisposizione dei relativi programmi dovrà essere valutata con priorità la possibilità di valorizzare gli immobili pubblici mediante concessione d'uso o locazione e l'allocazione di funzioni di interesse sociale, culturale, sportivo, ricreativo, per l'istruzione, la promozione delle attività di solidarietà e per il sostegno alle politiche per i giovani, nonché per le pari opportunità -:

impegna il Governo

a escludere dai progetti di valorizzazione del patrimonio pubblico di cui al comma 13 citato del disegno di legge finanziaria i beni immobili pubblici che siano occupati abusivamente o al cui interno si faccia uso di sostanze stupefacenti, si pratichi la violenza o si promuovano attività illegali e antidemocratiche.

9/1746-bis/279.Menia, Meloni.

 

 

La Camera,

premesso che:

i risparmi di spesa, nell'ambito della pubblica amministrazione di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, devono essere perseguiti attraverso la riduzione delle consulenze e degli incarichi conferiti a soggetti estranei alle amministrazioni stesse:

impegna il Governo

a valutare, in sede di attuazione delle disposizioni della legge finanziaria relativa alla riduzione delle spese per consulenze, con particolare attenzione la posiizione dei magistrati amministrativi e contabili) ed avvocati dello Stato che, a vario titolo, ricoprono incarichi di consulenza presso le amministrazioni di cui in premessa, senza essere stati posti in posizione di collocamento fuori ruolo dalle rispettive amministrazioni di provenienza.

9/1746-bis/280.Proietti Cosimi.

 

 

La Camera,

premesso che:

il trasferimento del trattamento di fine rapporto (TFR) è considerato da tutte le parti sociali la misura prevista dalla Legge finanziaria 2007 piu negativa per lo sviluppo del paese;

tale provvedimento crea una carenza di liquidita particolarniente negativa per tutte le imprese, in particolare quelle del Mezzogiorno, che hanno difficoltà di accesso al credito;

tale provvedimento rappresenta un disincentivo all'utilizzo del TFR nella previdenza complementare dei lavoratori;

le modifiche apportate a tale provvedimento, con l'introduzione dell'esenzione del trasferimento per tutte le imprese fino a 50 dipendenti e il trasferimento, totale per quelle superiori a tale limite, creano un pericoloso «effetto soglia» che impedirà la crescita dimensionale delle imprese e provocherà ridimensionamenti occupazionali in tutte le imprese che hanno un numero di dipendenti di poco superiore a questa soglia;

impegna il Governo

a monitorare l'attuazione delle disposizioni citate al fine di valutare l'opportunità di sopprimerle o ridimensionarne la portata;

a adottare le opportune iniziative volte, in via subordinata, a ridurre l'impatto negativo di tale norma sulle imprese e sui lavoratori dipendenti;

trasformare, in particolare, la soglia di 50 dipendenti in una franchigia che esenti tutte le imprese dal trasferimento forzoso del TFR dei primi 50 dipendenti.

9/1746-bis/281.Alemanno, Salerno.

 

 

La Camera,

premesso che:

per elevare il livello di sicurezza nelle città, si rende necessario attuare specifici programmi di valorizzazione e recupero dei territori maggiormente colpiti dalla criminalità;

la peculianta delle aree metropolitane, sia sotto il profilo dell'estensione territoriale, sia sotto quello della densità abitativa, richiede una elevata professionalità delle Forze dell'Ordine;

per la realizzazione dei suddetti obiettivi occorre, in particolare, reperire un maggior numero di risorse finanziarie per incrementare gli organici della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri e per corrispondere miglioramenti retributivi al medesimo personale;

ppare indispensabile assicurare il potenziamento degli strumenti tecnologici a disposizione delle Forze dell'Ordine, così da renderne ancora più incisivo l'operato -:

impegna il Governo

a prevedere che, nell'ambito delle risorse complessivamente stanziate per gli interventi in materia di sicurezza, una quota non inferiore al dieci per cento sia destinata agli obiettivi di cui in premessa.

9/1746-bis/282.Ronchi, Lamorte, Contento, Nespoli.

 

 

La Camera,

considerato che:

permane il ritardo strutturale ed economico della Sicilia nonostante i positivi risultati raggiunti nel quinquennio 2001-2006 nel settore lavoro, con l'aumento degli occupati nell'isola da 1.360.000 a 1.461.000. Allo stesso modo i disoccupati che erano 421 mila, oggi sono 288 mila. Il tasso di disoccupazione si è ridotto del 7,1 per cento ma resta circa il doppio (15,2 per cento), rispetto a quello nazionale;

desta preoccupazione la diminuzione delle persone in cerca di occupazione (-4,7 per cento pari a -13 mila unità), in gran parte donne, la riduzione degli occupati nell'industria (-10 mila nel 2004) che peraltro contribuisce al Pil regionale con appena l'11 per cento, mentre quota consistente del Pil (33 per cento), è riconducilile alla pubblica amministrazione;

con la risoluzione in Assemblea n. 6-00004, approvata il 26 luglio 2006, sono state determinate le direttive per l'azione di Governo pei il trierinio 2007-2009. Tra le previsioni approvate si è ritenuto prioritario «verificare la praticabilità del ripristino - nelle aree svantaggiate - di crediti d'imposta automatici per le assunzioni aggiuntive a tempo indeterminato e per gli investimenti e della fiscalità di vantaggio»;

impegna il Governo

a adottare le opportune iniziative volte ad individuare le risorse necessarie per il rilancio economico-produttivo della Regione Sicilia in particolare prevedendo, compatibilmente con le disposizioni comunitarie, azioni volte a consentire:

l'esenzione parziale IRES nei confronti delle imprese che si costituiscono in forma societaria;

l'esenzione parziale IRAP per gli stabilimenti industriali insediati in Sicilia sui relativi redditi industriali;

l'esenzione sugli utili reinvestiti in iniziative industriali;

la rideterminazione degli studi di settore per le imprese siciliane nel senso di escludere tassativamente qualsiasi generico ed acritico aggiornamento ISTAT e tenendo conto delle difficili condizioni economiche in cui si opera, a causa delle notevoli deficienze strutturali, ambientali e finanziarie.

9/1746-bis/283.Angelino Alfano, Marinello, Prestigiacomo, Baiamonte, Fallica, Germanà, Giudice, Grimaldi, Martino, Minardo, Misuraca, Mormino, Nicotra, Palumbo, D'Alcontres, Ricevuto.

 

 

La Camera,

considerata:

la consolidata e positiva collaborazione fra intermediari e amministrazione finanziaria finalizzata a migliorare e semplificare il rapporto dei contribuenti con la stessa amministrazione, in coerenza con i principi dello statuto del contribuente;

la prevista istituzione della consulta degli intermediari finalizzata a migliorare e qualificare il rapporto di reciproca proficua collaborazione con l'Amministrazione finanziaria -:

impegna il Governo:

a adottare le opportune iniziative normative volte ad una razionalizzazione del sistema delle sanzioni amministrative previste a carico degli intermediari in materia di visto di conformità e di trasmissione telematica delle dichiarazioni reddituali, estendendo alle violazioni imputabili ai responsabili dell'assistenza fiscale e ai centri di assistenza fiscale le disposizioni generali sulle sanzioni amministrative tributarie;

ripristinare la facoltativìtà da parte del contribuente di eleggere domiciliazione fiscale presso gli intermediari.

9/1746-bis/284.Gioacchino Alfano, Boscetto, Costa, Palmieri, Picchi, Floreseta, Milanato, Vitali.

 

 

La Camera,

premesso che:

sussistono gli accordi stipulati in sede di Conferenza Stato-Regioni e tra il Ministero della pubblica istruzione e le Regioni per l'avvio dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, di cui sono stati definiti, attraverso la concertazione istituzionale, gli standard formativi di base e tecnico-professionali nel gennaio 2004 e nell'ottobre 2006;

sono stati rilevati gli esiti positivi ottenuti nei primi percorsi triennali giunti a termine, tosi come attestato dal censimento ISFOL per il 2006;

vi sono impegni assunti in sede europea dal nostro Paese, legati agli obiettivi di Lisbona, che prevedono l'attuazione di strategie volte al contenimento della dispersione scolastica e formativa -:

impegna il Governo:

a consentire, d'intesa con le Regioni, la prosecuzione dei percorsi triennali di istruzione e formazione professionale per il conseguimento di una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente almeno al secondo livello europeo, fino alla completa attuazione del secondo ciclo di istruzione secondaria, assicurando a tal fine le necessarie risorse;

a agevolare e finanziare adeguatamente la prosecuzione dell'istruzione e della formazione professionale attraverso corsi per il conseguimento di diplomi di istruzione e formazione professionale di durata almeno quadriennale e la successiva frequenza dei percorsi di Alta Istruzione Tecnico-Professionale.

9/1746-bis/285.Aprea, Garagnani, Palmieri, Carlucci, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Bertolini, Biancofiore, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Casero, Ceccacci Rubino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi, Crimi, Crosetto, Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Centa, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giro, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato, Garavaglia.

 

 

La Camera,

premesso che:

la manovra di finanza pubblica per il 2007 è completamente sbagliata sotto il profilo macroeconomico e non tiene affatto conto dello straordinario aumento delle entrate fiscali che si sta verificando, rispetto alle previsioni iniziali, nel corso del 2006, grazie agli effetti della politica economica e finanziaria del governo Berlusconi che ha avviato una ripresa significativa della crescita del P.I.L.;

sottolineato che tale incremento delle entrate, stimato in 12-15 miliardi di curo, avrà effetti di trascinamento anche nel 2007 il che riduce notevolmente la necessità di interventi correttivi sull'andamento della finanza pubblica;

rilevato che malgrado questi eventi favorevoli propiziati dall'azione del precedente governo di centro destra, l'ammontare della stretta fiscale prevista della legge finanziaria e dai provvedimenti collegati è pesantissimo e tale da mettere in pericolo la ripresa economica in quanto l'aggravio fiscale deprimerà inevitabilmente la domanda interna;

impegna il Governo

a monitorare le applicazioni delle disposizioni di cui alla Finanziaria 2007, in considerazione delle maggiori entrate di cui in premessa al fine di valutare l'opportunità di destinare ulteriori risorse al sostegno dello sviluppo.

9/1746-bis/286.Armosino, Gioacchino Alfano, Brusco, Fabbri, Giro, Lenna, Sanza, Uggè, Vitali, Zorzato.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge finanziaria per il 2007 contiene, al comma 758 dell'articolo 16 il rifinanziamento delle missioni internazionali di pace per il triennio 2007-2009; considerato che le missioni internazionali di pace, prima del disegno di legge Finanziaria per il 2007, venivano previste con decreto-legge ogni sei mesi e valutate e approvate dal Parlamento;

ritenuto che la predisposizione in finanziaria 2007 di una norma come l'articolo 188 espropria il Parlamento della sua funzione fondamentale e che tale scelta sia dettata da ragioni prettamente politiche dì concessione all'ala più radicale e massimalista della disomogenea e variegata coalizione che sostiene il Governo Prodi;

impegna il Governo

a monitorare l'attuazione della citata disposizione al fine di valutare opportuni correttivi, eventualmente anche prevedendo il ritorno alla presentazione di appositi provvedimenti in modo che il Parlamento non sia espropriato ((ella sua funzione fondamentale di decisione e riassuma, in pieno, il suo ruolo centrale nelle problematiche di politica estera.

9/1746-bis/287.Azzolini, Brusco, Fallica, Lenna, Moroni, Mario Pepe, Tondo.

 

 

La Camera,

premesso che,

spesso vengono diffusi dati allarmanti su presunti casi di malpractise, o di «errori medici» che suscitano comprensibili reazioni di tutto il mondo medico e non solo, provocando lo stupore e la preoccupazione in tutti i cittadini, e minando in modo irreversibile il rapporto di fiducia tra medico e paziente;

certamente non si può negare la possibilità di errori medici, imprevedibili e comunque sempre involontari, non valutabili secondo le dimensioni allarmistiche diffuse dai dati riportati, ma è necessario ricordare anche le condizioni non ottimali in cui a volte il medico è costretto a lavorare: organici insufficienti, basse risorse economiche, mancanza di posti letto, eccetera;

impegna il Governo

a attivarsi per istituire un osservatorio nazionale sui problemi inerenti questo argomento coinvolgendo i rappresentanti dei sindacati medici, i direttori sanitari, i direttori generali, le società scientifiche e i rappresentanti delle regioni per evitare che questa problematica provochi un accanimento ed una strumentalizzazione sul personale assistenziale e sulle strutture sanitarie in genere.

9/1746-bis/288.Baiamonte, Di Virgilio, Palumbo, Mazzaracchio, Moroni.

 

 

La Camera,

premesso che,

la Legge Finanziaria per il 2007 (A.C. 1746-bis) prevede, fra l'altro, un aumento generalizzato della contribuzione dovuta dai datori di lavoro per gli apprendisti;

lo stesso articolo, come successivamente emendato dal Governo, introduce una serie di riduzioni agli aumenti per i datori di lavoro che occupano alle dipendenze un numero di addetti pari o inferiore a nove, ponendo di fatto un limite oltre il quale il datore di lavoro è costretto a pagare la nuova aliquota con il conseguente impatto negativo sull'occupazione giovanile;

secondo alcuni studi, tra cui quello della Cgia di Mestre, nonostante il suddetto sconto sui contributi previdenziali, gli aumenti per i datori di lavoro, in seguito all'approvazione delle norme contenute nel testo della Finanziaria, saranno consistenti, in particolare per i metalmeccanici e per i commercianti, per i quali si prevede un aggravio di spesa pari quasi a 2000 euro -:

impegna il Governo

a mettere in campo iniziative e provvedimenti al fine di tornare a rendere lo strumento dell'apprendistato conveniente ai datori di lavoro e sempre più funzionale all'inserimento occupazionale, in particolare dei giovani.

9/1746-bis/289.Baldelli, Boscetto, Giro, Lazzari, Pescante, Romagnoli, Luciano Rossi.

 

 

La Camera,

considerato che la manovra finanziaria per il 2007 non contiene adeguate risorse economiche per la realizzazione delle opere viarie e ferroviarie di accessibilità a Malpensa 2000;

considerato che l'aeroporto di Malpensa costituisce un importante e fondamentale nodo aeroportuale necessario per lo sviluppo economico della Regione Lombardia e dell' intero Nord Italia;

ritenuto che è necessario, per permettere l'accessibilità all'aeroporto di Malpensa, la costruzione di una rete viaria adeguata ed idonea che consenta una facile fruibilità agli autoveicoli che si recano all'aeroporto in modo da consentire un efficace collegamento;

ritenuto che sia indispensabile garantire risorse per la progettazione e la realizzazione delle opere ferroviarie necessarie a collegare l'aeroporto intercontinentale di Malpensa alla rete ferroviaria nazionale;

in particolare, per quanto detto al punto precedente, è indispensabile la realizzazione delle opere già inserite nell'Accordo di Programma Quadro per l'accessibilità ferroviaria e stradale all'aeroporto di Malpensa del 1o settembre 1999 tra Governo e Regione Lombardia e nell'Intesa Generale Quadro di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, ovvero il collegamento ferroviario transfrontaliero, la connessione Nord Malpensa ferrovia Sempione ed il triplicamento della tratta ferroviaria Rho-Gallarate;

considerato che l'aeroporto di Malpensa è di fondamentale importanza per la crescita economica non solo della Regione Lombardia, ma dell'intero nostro Paese, e che risulta deprecabile l'atteggiamento del Governo che non prevede risorse adeguate per la realizzazione di opere viarie e ferroviarie necessarie per rendere più accessibile lo stesso aeroporto ai cittadini che per lavoro o per turismo si recano presso l'importante nodo aeroportuale;

ritenuto che il Governo dovrebbe intensificare gli interventi diretti alla realizzazione o all'ammodernamento della rete viaria e ferroviaria in modo tale che il nostro Paese possa competere con i più avanzati Paesi europei;

ritenuto che la crescita economica di un Paese è anche proporzionale al livello di infrastrutture che si realizzano -:

impegna il Governo

ad attuare una seria politica di investimento, con adeguate risorse, in infrastrutture viarie e ferroviarie che permetta una maggiore accessibilità dei collegamenti della città di Milano e dell'intera Regione Lombardia con l'aeroporto di Malpensa per garantire al nostro Paese di competere con i maggiori Paesi europei e per assicurare una costante crescita sociale ed economica.

9/1746-bis/290.Bernardo, Azzolini, Caligiuri, Cicu, Crosetto, Fratta Pasini, Lazzari, Marras, Pecorella, Romagnoli, Romele, Valducci.

 

 

La Camera,

premesso che,

la Provincia Autonoma di Bolzano - a differenza delle altre autonomie speciali, si caratterizza per un'autonomia di tipo etnico e non territoriale;

il gruppo linguistico maggioritario è quello di lingua tedesca il quale attraverso il partito di maggioranza assoluta, Südtiroler-Volkspartei, come riconosciuto recentemente dal Ministro degli Interni Giuliano Amato, determina ogni ambito politico, sociale ed economico della Provincia Autonoma di Bolzano impedendo di fatto al gruppo italiano di partecipare al governo dell'Autonomia;

recentemente, secondo i firmatari del presente atto, vi sono stati numerosi atti di provocazione nei confronti della comunità italiana e dello Stato italiano in generale, sollecitati direttamente o indirettamente dal partito di maggioranza etnico, tra i quali la petizione dei 116 sindaci di lingua tedesca sull'autodeterminazione e i manifesti degli Schützen (gruppo folcloristico paramilitare) che inneggiavano alle stragi degli anni '60 e dei tralicci fatti saltare dai dinamitardi con un ringraziamento per gli stessi. E ancora la ricerca di una tutela dello Stato austriaco sull'Alto Adige. Tutti atti sui quali ha vigilato ed è prontamente intervenuta la Prefettura di Bolzano - Commissariato del Governo;

il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano ha più volte manifestato la volontà di auto attribuirsi le competenze del Commissariato del governo (specie quelle sull'ordine pubblico) - Prefettura di Bolzano e di trasferirsi non senza valenza simbolica, nella sede del «Palazzo Ducale» - Villa reale Roma che lo Stato italiano fece costruire per i duchi di Pistoia nel 1932;

secondo i firmatari del presente atto, l'ultima provocazione concerne la stessa Prefettura di Bolzano che, considerata dagli italiani quale unico ed ultimo collegamento con lo Stato a fronte di una progressiva tedeschizzazione del territorio altoatesino, è stata oggetto di una mozione si soppressione predisposta dall'estrema destra tedesca (il partito dei Freiheitlichen che si rifà a Jorg Haider in Austria) ed approvata dal consiglio provinciale, la maggioranza assoluta del quale è formata da componenti di lingua tedesca che inneggiano all'autodeterminazione;

il commissariato del governo prefettura di Bolzano è in questo territorio tanto più importante in quanto mantiene appunto funzioni di collegamento Stato-realtà locale, sovrintende al rispetto della bilinguità e alla tutela dei tre gruppi linguistici ivi residenti, segnala al governo le eventuali illegittimità costituzionali delle leggi provinciali che in questi anni sono state una moltitudine;

il modello di Commissariato di Governo, a differenza del modello «Prefettura classico» si giustifica oggi, sia pure soltanto per la Provincia di Bolzano, con il fatto che la stessa gode di un'autonomia «reale» (ampliatasi nel corso degli anni) incomparabilmente maggiore di tutte le altre autonomie regionali e provinciali speciali e con la conseguente necessità che a poteri autonomi di un organismo che considera la base etnico linguistica come uno dei criteri fondativi, corrisponda una attenzione permanente dello Stato centrale che non può abdicare al proprio ruolo di garante egualitario di tutte le comunità ivi residenti, nello spirito di un interesse nazionale interpretato in chiave europea -:

impegna il Governo

a non sostenere le proposte da parte della Provincia autonoma di Bolzano di soppressione della Prefettura di Bolzano-Commissariato del Governo ed anzi a potenziarne i suoi organici e la sua funzionalità di raccordo tra lo Stato e la peculiare autonomia della Provincia Autonoma di Bolzano.

9/1746-bis/291.Biancofiore, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aprea, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Bertolini, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Carlucci, Casero, Ceccacci Rubino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi, Crimi, Crosetto, Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Centa, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Garagnani, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giro, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palmieri, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato.

 

 

La Camera,

premesso che,

i fondi stanziati per la non autosufficienza sono minimi e assolutamente insufficienti a coprire il bisogno economico e quindi la fornitura di servizi per una migliore qualità della vita al sempre crescente numero di cittadini non-autosufficienti -:

impegna il Governo

a attivarsi per istituire una assicurazione obbligatoria, a carico dei redditi più alti, che finanzi permanentemente il Fondo per la non-autosufficienza.

9/1746-bis/292.Bocciardo, Di Virgilio, Moroni, Gardini, Mazzaracchio, Palumbo, Baiamonte, Ceccacci Rubino, Crimi.

 

 

La Camera,

considerato che la Finanziaria per il 2007 ha ridotto lo stanziamento per le scuole italiane all'estero creando disagi e gravi problemi a tutta la comunità italiana residente all'estero;

ritenuto che sia fondamentale, per il nostro Paese, che ha un numero elevato di emigrati, mantenere e diffondere la cultura italiana presso le comunità dei residenti all'estero anche come forma di partecipazione alla cultura e alla vita sociale del nostro Paese;

considerato che la cultura è un modo di avvicinare popoli diversi per tradizioni e per storia e che può fungere da forte elemento di aggregazione e di conoscenza;

è, quindi, grave che la finanziaria per il 2007 non pensi alle scuole delle nostre comunità all'estero creando gravi problemi ai nostri connazionali che ritengono la tradizione italiana importante per mantenere la propria identità -:

impegna il Governo

ad individuare opportune iniziative dirette alla valorizzazione delle scuole italiane all'estero considerate elemento fondamentale per la diffusione della cultura italiana nel mondo, destinando alle stesse adeguate risorse.

9/1746-bis/293.(Testo modificato nel corso della seduta) Boniver, Aprea, Brusco, Cossiga, Lazzari, Mistrello Destro, Nan, Lazzari, Pelino, Rosso.

 

 

La Camera,

premesso che,

il provvedimento in esame prevede che coloro i quali rivestano incarichi istituzionali in enti locali non possano nello stesso tempo ricoprire incarichi e assumere consulenze professionali non solo presso gli enti in cui esercitano la loro carica, ma anche presso altri enti territoriali;

ciò comporta una perdita economica e un impedimento ingiusto per gli amministratori degli enti locali in quanto esercitare attività professionale o di consulenza per un ente diverso da quello in cui si ricopre un incarico istituzionale, non crea alcun conflitto di interessi con la propria carica -:

impegna il Governo

a valutare, previo monitoraggio sugli effetti applicativi della normativa in esame, la possibilità di modificarla, in modo da escludere dalla previsione di incompatibilità istituzionale l'esercizio della professione per conto di enti diversi da quelli amministrati dal momento che altrimenti si verrebbe a creare una notevole ed ingiusta perdita economica pur in mancanza di un qualsivoglia conflitto di interessi.

9/1746-bis/294. Boscetto,Bocciardo,Cri mi, Giro, Nan.

 

 

La Camera,

premesso che,

il disegno di legge in esame, nell'ambito degli interventi in materia sanitaria, prevede stanziamenti di risorse finalizzate rispettivamente al cofinanziamento dei progetti volti a superare le disomogeneità tra le diverse aree territoriali nell'attuazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale, e alla ricerca sanitaria;

in particolare, si destinano risorse all'integrazione e cofinanziamento dei progetti regionali in materia di malattie rare e modesti finanziamenti dei progetti di ricerca sanitaria di cui alla Tabella C allegata al disegno di legge in esame a favore, tra gli altri, per 3 milioni di euro di progetti concernenti il miglioramento degli interventi di diagnosi e cura delle malattie rare anche in riferimento alla facilitazione della erogazione ai pazienti dei farmaci orfani;

tali risorse sono chiaramente insufficienti dal momento che per ovviare ai particolari disagi a cui vanno incontro i pazienti affetti da tali patologie sarebbe opportuno, nonché necessario, prevedere l'inserimento in forma stabile e chiara delle prestazioni relative alla diagnosi e alla cura delle malattie rare nei livelli essenziali di assistenza e studiare nuovi strumenti per rendere più accessibili i farmaci ai pazienti affetti da malattie rare;

è inoltre necessario introdurre incentivi specifici per lo sviluppo dei farmaci orfani -:

impegna il Governo

a stanziare le risorse necessarie a tali scopi.

9/1746-bis/295.Brancher, Aracu, Costa, Giro, Osvaldo Napoli, Valentini.

 

 

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame prevede un taglio alle spese del Ministero della giustizia che comporta tra l'altro una riduzione delle risorse finanziarie per il gratuito patrocinio e per le indagini antimafia, in tal modo riducendo la tutela per le fasce deboli della società, che la manovra finanziaria pretenderebbe di tutelare e indebolendo il contrasto della criminalità organizzata;

tali tagli non si sono trasformati in investimenti nell'edilizia penitenziaria, né nella medicina penitenziaria, né nel lavoro nelle carceri, nonostante che, in occasione del dibattito parlamentare sulla legge sull'indulto, il Governo abbia accolto un ordine del giorno dell'opposizione relativo all'incremento degli investimenti in tali settori, dal cui accoglimento tra l'altro è largamente dipeso il voto favorevole alla proposta di legge sull'indulto di molti deputati dell'opposizione;

sono previste risorse scarse a favore della giustizia minorile malgrado sia cresciuta l'incidenza dei reati minorili;

la scarsità delle risorse rende problematico lo svolgimento di una delle funzioni fondamentali dello Stato quale è l'amministrazione della giustizia -:

impegna il Governo

a adottare iniziative volte a stanziare ulteriori e adeguate risorse per un settore fondamentale del nostro sistema istituzionale quale è l'amministrazione della giustizia.

9/1746-bis/296.Bruno, Aprea, Baiamonte, Bernardo, Campa, Cicu, Colucci, Costa, Giuseppe Fini, Fitto, Galli, Jannone, Leone, Mondello, Nan, Osvaldo Napoli, Luciano Rossi, Santelli, Sanza, Gregorio Fontana, Milanato, Rivolta.

 

 

La Camera,

premesso che,

nello dello stato di previsione del Ministero dell'ambiente, del territorio e del mare all'Unità previsionale di base 1.2.3.6 è allocato il Fondo unico per la difesa del suolo;

il Ministro dell'ambiente ha più volte dichiarato che la difesa del suolo deve ritenersi centrale nell'ambito del suo mandato -:

impegna il Governo:

a incrementare il fondo finalizzandolo parzialmente ad interventi urgenti nelle aree classificate come «zone rosse» a maggior rischio idrogeologico, ivi compresi gli interventi di demolizione di manufatti realizzati in aree a rischio;

a erogare le risorse aggiuntive a comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti e agli altri comuni.

9/1746-bis/297.(Testo modificato nel corso della seduta) Brusco, Ferrigno, Ponzo, D'Ippolito, La Loggia, Nan.

 

 

La Camera,

premesso che,

il disegno di legge in esame contiene una serie di inasprimenti fiscali e parafiscali tali da comportare un aumento insostenibile della pressione fiscale e comunque di entità superiore a quanto ci richiede l'unione europea;

fare le spese di questa politica di prelievo sono soprattutto le aree più deboli del Paese, le quali vengono gravemente colpite;

in particolare, sono state ridotte le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate recando grave pregiudizio allo sviluppo del mezzogiorno -:

impegna il Governo

a porre in essere misure concrete per lo sviluppo del Paese, in particolare di quella parte di esso più debole dal punto di vista economico e sociale ripristinando e incrementando il fondo per le aree sottoutilizzate e ridimensionando l'eccessivo e controproducente aumento della pressione fiscale.

9/1746-bis/298.Caligiuri, Brusco, Crimi, Lenna, Mario Pepe, Rivolta, Paolo Russo, Valentini.

 

 

La Camera,

premesso che,

il disegno di legge in esame all'articolo 84 contiene, tra l'altro, la previsione relativa al trasferimento al fondo statale gestito dall' Inps dei flussi di trattamento di fine rapporto di quei lavoratori che sono occupati in imprese con almeno 50 dipendenti e che decidono in modo esplicito di non aderire ad alcuna forma pensionistica complementare;

l'istituzione del suddetto Fondo per l'erogazione del trattamento di fine rapporto secondo il Governo dovrebbe avere l'effetto di incrementare ulteriormente le adesioni alla previdenza complementare;

secondo le valutazioni degli esperti che hanno definito il Fondo «pilastrino» tale previsione va esattamente nel senso contrario a quello che il Governo dichiara di voler attuare ovvero il rilancio delle previdenza complementare, anzi essa costituisce una sorta di scommessa contro l'interesse dei lavoratori, in particolare di quelli più giovani -:

impegna il Governo

porre in essere misure concrete che favoriscano realmente il decollo delle previdenza complementare, dal momento l'assenza del secondo pilastro rende qualsiasi intervento in materia previdenziale assolutamente penalizzante nei confronti delle giovani generazioni.

9/1746-bis/299.Campa, Berruti, Di Centa, Gelmini, Palmieri, Verro.

 

 

La Camera,

premesso che,

le condizioni dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria sono ancora inadeguate e rendono molto difficile la circolazione soprattutto nei periodi di punta;

le gravi carenze di questa importante autostrada creano forte disagio per gli automobilisti e gli autotrasportatori;

i collegamenti tra la regione Campania e le regioni Calabria e Sicilia sono tutt'ora difficili anche per la presenza di numerosi cantieri di lavoro;

il precedente Governo, con la legge obiettivo, aveva dato un forte impulso all'ammodernamento di questa autostrada, mentre in questa finanziaria non sono presenti risorse adeguate per un rapido completamento dell'opera;

impegna il Governo

a continuare e a portare a termine rapidamente la modernizzazione della Salerno-Reggio Calabria, portata avanti con risolutezza dal Governo Berlusconi, destinando somme adeguate per accelerare i lavori e rendere più efficiente tale via di comunicazione fondamentale per il nostro Paese e per lo sviluppo e la rinascita del Mezzogiorno.

9/1746-bis/300.Carfagna, Aprea, Aracu, Baldelli, Cicu, Costa, Crimi, Giuseppe Fini, Lainati, Leone, Lupi, Paroli, Mario Pepe, Pili, Romele, Rosso, Paolo Russo, Uggè.

 

 

La Camera,

premesso che,

con l'articolo 107 della Manovra in esame si procede al rifinanziamento del Fondo nazionale per il cofinanziamento degli interventi regionali nel settore del turismo;

in tale ambito la creazione di una rete aeroportuale minore che consenta di creare rotte aeree turistiche che direttamente connettono la aree ricche nordeuropee con le zone turistiche, sulla falsariga di quanto già sperimentato con successo in Spagna, costituisce un volano di sviluppo per il Mezzogiorno d'Italia ed un moltiplicatore delle risorse impiegate -:

impegna il Governo

a attivarsi per introdurre incentivazioni sui costi aeroportuali, riduzioni sul prezzo dei biglietti e facilitazioni alle linee aeree a basso costo, in favore delle regioni ricadenti nell'Obiettivo 1 comunitario.

9/1746-bis/301.Carlucci, Aracu, Bruno, Di Centa, Gregorio Fontana, Iannarilli, Palumbo, Picchi, Tondo, Zanetta.

 

 

La Camera,

premesso che,

la legge Finanziaria 2007 prevede un drastico taglio degli importi delle tariffe massime praticabili per le prestazioni di diagnostica di laboratorio rese dalle strutture private accreditate;

tale abbattimento conseguiranno, quasi certamente, uno scadimento a livello qualitativo delle prestazioni e servizi erogati dalle strutture suddette e, cosa assai grave, una riduzione sul territorio della presenza delle stesse;

ltra grave conseguenza è il danno arrecato ai pazienti che possono incorrere in servizi scadenti a livello qualitativo e di sicurezza;

il provvedimento in esame stabilisce un drastico taglio degli importi;

tale provvedimento provocherà la dispersione del patrimonio professionale, tecnico e scientifico di primissimo ordine, che pone allo stato attuale il nostro Paese in una posizione leader in Europa -:

impegna il Governo:

a attivarsi per rivedere il nomenclatore tariffario di tutte le prestazioni specialistiche ambulatoriali;

a istituire, con assoluta urgenza, il tavolo tecnico di confronto tra Governo, Regioni e associazioni di categorie pubbliche e private al fine di risolvere i problemi normativi ed economici che riguardano la specialistica ambulatoriale.

9/1746-bis/302.Ceccacci Rubino, Di Virgilio, Moroni, Bruno, Costa, Giro, Nan, Valducci.

 

 

La Camera,

premesso che,

l'articolo 6 del decreto legge n. 262 del 2006 prevede la reintroduzione della tassa di successione, peraltro mascherata da incremento delle imposte catastali e di registro;

l'intervento dei parlamentari della Casa delle Libertà ha consentito l'elevazione della soglia di applicazione della tassa fino ad un milione di euro;

il balzello si configura come odioso e peraltro si scarica per la totalità sulla classe media, poiché i grandi patrimoni si trasformano in patrimoni societari sfuggendo all'imposizione successoria;

il gettito così ottenuto è relativamente modesto, non superando i 300 milioni di euro per anno, pertanto la norma si configura più che altro come ideologica -:

impegna il Governo

a assumere iniziative normative volte a sopprimere la tassa di successione.

9/1746-bis/303.Ceroni, Aracu, Ceccacci Rubino, Cossiga, Fallica, Lupi, Paniz, Tortoli, Zanetta.

 

 

La Camera,

premesso che,

il disegno di legge Finanziaria per il 2007, prevede una serie di misure il cui effetto sarà quello di comprimere la crescita del prodotto interno lordo del Paese;

in particolare per il settore dei trasporti, non sono previste disposizioni che possano stimolare la domanda dei servizi di trasporto pubblico dei passeggeri come l'abbattimento dell'aliquota IVA dal 10 per cento al 5 per cento del prezzo finale di titoli di viaggio;

impegna il Governo

a assumere iniziative normative onde prevedere la disposizione indicata nella premessa.

9/1746-bis/304.Cesaro, Biancofiore, Crimi, Giro, Misuraca, Testoni.

 

 

La Camera,

premesso che,

l'emergenza rifiuti a Napoli ha assunto un livello di gravità tale da nuocere non solo all'ambiente e alla salute dei cittadini di Napoli e provincia, ma anche da recare grave nocumento alla prospettive di sviluppo dell'area napoletana -:

impegna il Governo

a superare al termine del mandato del commissario la fase emergenziale della gestione dei rifiuti solidi urbani a Napoli e in tutta la Regione Campania con il passaggio ad una gestione di tipo ordinario con una programmazione seria e realistica diretta a riportare alla normalità questa importante funzione pubblica.

9/1746-bis/305.(Testo modificato nel corso della seduta) Nicola Cosentino, Aprea, Ceroni, Cossiga, Giro, Nan.

La Camera,

considerato che la politica dell'attuale Governo in ordine alla questione della revisione della geografia giudiziaria sia ambigua in quanto da un lato si nega l'intenzione di procedere a tale revisione, mentre dall'altro non si assegnano risorse adeguate agli uffici giudiziari distribuiti sul territorio nazionale determinando una paralisi del funzionamento degli stessi;

ritenuto che il Governo deve chiarire, in ordine al punto precedente, quale sia l'azione che intende intraprendere -:

impegna il Governo

in primo luogo a indicare quale sia la politica che intenda intraprendere in ordine alla revisione della geografia giudiziaria ed in secondo luogo a dotare gli uffici giudiziari di risorse adeguate scongiurando la paralisi del funzionamento degli uffici giudiziari.

9/1746-bis/306.Costa, Angelino Alfano, Baldelli, Campa, Di Virgilio, Lainati, Romagnoli.

 

 

La Camera,

considerato che la manovra di finanza pubblica per il 2007 riduce la dotazione finanziaria per il gratuito patrocinio e per le indagini antimafla;

ritenuto che in tale modo si colpiscono le fasce deboli della società e non si contrasta adeguatamente la criminalità organizzata che in questo momento è particolarmente pericolosa come dimostrano i fatti accaduti a Napoli nei giorni scorsi;

ritenuto che sia grave l'atteggiamento del Governo di centro-sinistra che da un lato si fa paladino della legalità e dall'altro riduce gli stanziamenti per contrastare la criminalità organizzata -:

impegna il Governo

a adottare iniziative normative volte ad assicurare risorse adeguate per il gratuito patrocinio e per le indagini antimafia in modo tale da non pregiudicare il diritto alla difesa delle fasce più deboli della nostra società e per non ridurre il contrasto alla criminalità visto che il fenomeno desta particolare allarme sociale e i cittadini sentono oggi in modo rilevante il bisogno di sicurezza.

9/1746-bis/307.Craxi, Caligiuri, Costa, Giro, Misuraca, Picchi.

 

 

La Camera,

premesso che,

la legge 8 gennaio 2002, n. 1, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402, recante disposizioni urgenti in materia di personale sanitario, ha valorizzato, sia da un punto di vista professionale che manageriale, il ruolo dell' infermiere professionale;

l'articolo 4 della legge 1o febbraio 2006, n. 43, recante istituzione degli Ordini delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione, è finalizzato ad assicurare una maggiore qualificazione professionale degli operatori sanitari, non medici, attraverso un riordino dei percorsi accademici;

in Italia, secondo il rapporto OCSE, mancano oltre 40.000 infermieri, ed i giovani non si avvicinano a questa nobile professione anche per la remunerazione, troppo bassa rispetto alla qualità e alla quantità del servizio da loro prestato -:

impegna il Governo

a assicurare la presenza dei rappresentanti dei professionisti sanitari, non medici, al tavolo di lavoro ARAN, nei periodici rinnovi contrattuali.

9/1746-bis/308.Crimi, Di Virgilio.

 

 

La Camera,

premesso che

l'articolo 1, comma 452, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria 2005) ha destinato risorse finanziarie per il completamento degli interventi infrastrutturali necessari a garantire l'integrale attuazione della Convenzione tra l'Italia e la Francia, conclusa a Roma il 24 giugno 1970;

la stessa disposizione ha previsto che al fine di garantire effettività alla realizzazione delle iniziative in grado di potenziare e rendere più efficiente la grande viabilità lungo il percorso tra Italia e Francia, viene assicurata priorità al completamento degli interventi infrastrutturali stradali e di grande attraversamento viario nelle aree di confine, ed in particolare nella zona del Colte di Tenda, a tal fine prevedendo uno specifico contributo di 5 milioni di euro per dodici anni per la realizzazione delle relative opere di viabilità stradale ed autostradale;

alla data del 1o gennaio 2005 (e cioè data di entrata in vigore della legge finanziaria citata) non esisteva alcun intervento infrastrutturale viario tra quelli indicati che fosse pervenuto al livello della progettazione preliminare;

non può dubitarsi del fatto che l'ulteriore requisito indicato (e cioè la presenza di una specifica programmazione preliminare ad una data certa) costituisce un dato aggiuntivo rispetto a quanto già la stessa disposizione normativa inequivocabilmente circoscrive con certezza. E cioè, la limitazione del predetto finanziamento esclusivamente alla realizzazione degli «interventi infrastrutturali necessari a garantire l'integrale attuazione della Convenzione tra l'Italia e la Francia, conclusa a Roma il 24 giugno 1970 (...) per la realizzazione delle opere di viabilità stradale e autostradale speciale e di grande comunicazione connesse al percorso di cui alla stessa Convenzione»;

mancanza della progettazione preliminare alla data di entrata in vigore della legge (1o gennaio 2005), requisito, peraltro, i cui concreti margini di effettività certamente non potevano non essere noti al legislatore, attesa la data di promulgazione della citata legge (30 dicembre 2004) non può tradursi certo nella vanificazione (in sede applicativa) della volontà dello Stesso legislatore (come detto, direttamente connessa alla necessità di attuazione di precisi accordi internazionali sul punto), bensì nella impossibilità di operare per quel requisito -:

impegna il Governo

a attribuire le risorse di cui in premessa per la realizzazione ed il completamento degli interventi infrastrutturali stradali e di grande attraversamento viario nelle aree di confine, ed in particolare nella zona del Colle di Tenda.

9/1746-bis/309.Crosetto, Bruno, Lainati, Paroli, Ravetto, Alfredo Vito.

 

 

La Camera,

premesso che:

la bancarotta della Repubblica Argentina dei dicembre 2001 ha rappresentato uno dei più gravi casi di default finanziario di un Paese sovrano nel corso della storia contemporanea;

l'evento non solo ha causato enormi danni al mercato finanziario globale, ma ne ha violato le stesse regole di fondo;

le conseguenze sul nostro Paese hanno riguardato non solo i detentori di titoli pubblici dei Governo di Buenos Aires, ma ha avuto ricadute negative sull'intera economia italiana e sul bilancio pubblico;

circa 450.000 italiani hanno nel decennio scorso acquistato titoli di stato argentini per un valore pari al 15 per cento del valore totale dell'offerta pubblica, per un ammontare di circa 12.7 miliardi di dollari USA;

molti tango bond sono stati venduti dagli istituti bancari italiani, come giudicato da molti tribunali italiani, spesso in assenza della doverosa informazione pur prevista dalla normativa Consob;

molte altre condanne al risarcimento danni sono state emesse perché quei titoli sarebbero stati venduti ai risparmiatori dalle banche (che le avevano nel loro portafogli titoli) anche nell'imminenza del default, arrivato il 23 dicembre 2001, ma già previsto dai report di banche e istituzioni internazionali;

al gennaio 2005, la bancarotta argentina è costata agli investitori italiani - secondo stime accreditate - circa 11.3 miliardi di dollari USA (7.4 miliardi di perdita di capitale e 3.9 miliardi di mancati interessi) e ha provocato un minor gettito per l'Erario, conseguente al mancato rimborso dei bond, tra i 4.2 e i 4.3 miliardi di dollari USA;

le condizioni poste dal Governo Argentino per la ristrutturazione - uno swap del debito che comporta una perdita del capitale pari a circa il 70 per cento - sono state comprensibilmente ritenute da gran parte dei risparmiatori italiani troppo onerose e non accettabili;

l'intero piano di ristrutturazione del debito argentino ha rappresentato un esempio lampante di violazione degli accordi e degli standard internazionali (che in genere prevedono un rimborso del capitale di almeno il 45 o 50 per cento), creando un pericoloso precedente e rendendo il prestito internazionale più rischioso e oneroso, disincentivando trasferimenti finanziari e tecnologici, in particolar modo verso i paesi in via di sviluppo;

centinaia di migliaia di risparmiatori italiani hanno intrapreso un'azione legale nella forma dell'arbitrato internazionale sulla base della «Icsid Convention» che ha scarse possibilità di successo, perché - sebbene i 143 Stati firmatari della Convenzione (fra i quali Italia e Argentina) siano tenuti a riconoscere ed osservare le sentenze dell'Icsid - l'Articolo 55 della stessa Convenzione concede l'immunità dal pignoramento ai beni pubblici degli Stati sovrani presso le altre nazioni aderenti, rendendo praticamente inefficace l'azione legale intrapresa nei confronti della Repubblica Argentina;

i sensi degli articoli 2947 e 2948 del Codice Civile, siamo ormai prossimi ai tempi per la prescrizione - cinque anni dal crack argentino - e che, pertanto, le vie legali rischiano di non essere più sufficienti per ottenere risarcimenti del danno da parte degli operatori finanziari coinvolti;

è interesse del nostro Paese e dell'intera economia europea - oltre che dell'Argentina - mantenere un elevato ed attivo livello di investimenti in uno dei mercati potenzialmente più dinamici del mondo;

fronte dell'incremento della pressione fiscale determinata dalla legge Finanziaria, dai provvedimenti ad essa collegati e dai disegni di legge presentati dal Governo, il recupero degli investimenti in bond argentini permetterebbe un salutare flusso di risorse verso i risparmiatori italiani e conseguentemente a favore del bilancio pubblico;

una presa di posizione più decisa e strategicamente elaborata da parte di questo Governo negli incontri ufficiali avuti di recente con il Governo argentino avrebbe potuto ovviare a molte delle conseguenze della bancarotta argentina che hanno colpito i piccoli risparmiatori - lasciandone molti in gravi difficoltà;

in una prospettiva internazionale vi è il rischio che altri Paesi possano adottare la «strategia» usata dal Governo argentino, violando le regole e gli standard internazionali e mettendo a repentaglio l'integrità del settore degli investimenti stranieri diretti ai Paesi emergenti;

la sostenuta crescita economica - pari all'8,6 per cento del PIL ad agosto 2006 rispetto allo stesso mese dell'anno precedente - sta permettendo all'Argentina un consistente aumento delle sueriserve valutarie e, quindi, delle sue possibilità riparatorie -:

impegna il Governo

a attivare tutti i canali diplomatici e politici necessari per rivedere al più presto le condizioni dell'accordo di riconciliazione del debito con la Repubblica Argentina;

a affermare nei confronti del governo argentino la ferma volontà politica dell'Italia ad una soluzione che rispetti in pieno gli standard e gli accordi internazionali in materia di default e ristrutturazione del debito.

9/1746-bis/310.Della Vedova, Aprea, Costa, Galli, Rosso, Cesaro, Fasolino, Lenna, Mario Pepe, Uggè.

 

 

La Camera,

premesso che

la sicurezza interna è essenziale per il nostro Paese vista la recrudescenza dei fenomeni criminali che si sono diffusi in gran parte del Paese e soprattutto nelle regioni del mezzogiorno destando particolare allarme sociale soprattutto nella città di Napoli;

l'assunzione del personale delle Forze di Polizia sia inadeguata per fronteggiare i fenomeni criminosi che sono presenti nel nostro Paese;

le stragi accadute a Madrid e a Londra hanno destato particolare allarme anche nel nostro Paese e che è, quindi, necessario un maggiore impiego di uomini e mezzi per contrastare il terrorismo internazionale -:

impegna il Governo

a elevare il numero di assunzioni per le forze di polizia in modo da garantire una maggiore sicurezza interna per i nostri cittadini.

9/1746-bis/311.Dell'Elce, Brusco, Cesaro, Crosetto, Giro, Moroni, Rivolta, Rosso.

 

 

La Camera,

premesso che:

il comune di Taranto ha dichiarato dissesto con delibera n. 234 del 17 ottobre 2006, per una passività, accertata dal Commissario prefettizio, pari a 357,4 milioni di euro, di cui 64,8 milioni di euro di debiti fuori bilancio in corso di riconoscimento, seconda solo a quella verificatasi nel comune di Napoli nel 1993;

è tutt'ora in corso l'inchiesta della Procura di Taranto che vede diversi indagati dell'apparato del Comune di Taranto per accuse di vario titolo, dal falso ideologico al falso per induzione;

tutti i dipendenti comunali sono in sciopero per la mancata corresponsione dello stipendio relativo al mese di ottobre 2006;

i dipendenti delle varie società di servizi che avevano in corso contratti con il Comune di Taranto sono da mesi senza stipendio per il mancato pagamento di quanto spettante alle società stesse;

la dichiarazione di dissesto ha gettato nel caos tutta la struttura comunale: non viene raccolta la spazzatura, molte strade sono al buio, non funziona il cimitero ed in generale il pagamento degli stipendi avviene con grave ritardo;

questa situazione produrrà forti disagi ai cittadini, che saranno obbligati a pagare il massimo possibile delle tasse locali, per avere il minimo dei servizi, a fronte di una situazione sociale ed economica già prossima al collasso;

sono urgenti e necessari almeno 82 milioni di euro da qui a fine anno per garantire gli stipendi ed il funzionamento minimo della macchina amministrativa;

impegna il Governo

a adottare emanare con estrema sollecitudine un'iniziative urgente per il sostegno della città di Taranto eventualmente proponendo una legge speciale, come peraltro richiesto dal Presidente della Provincia di Taranto e dallo stesso Governatore della Puglia.

9/1746-bis/312.Di Cagno Abbrescia, Franzoso, Biancofiore, Cicu, Floresta, Giro, Moroni, Prestigiacomo, Romele.

 

 

La Camera,

premesso che:

con l'articolo 22, comma 2 della legge 1o agosto 2002, n. 266, provvedimento collegato alla Manovra economica per il 2002 è stato finanziato un progetto pilota di istruzione riservato a giovani atleti italiani praticanti gli sport invernali;

tale progetto, sulla base di esperienze straniere, ha riguardato 11 scuole dislocate sull'arco alpino, ma anche sull'Appennino, ed ha consentito di provvedere ad un'adeguata preparazione scolastica agli atleti come nel prossimo futuro rappresenteranno l'Italia in tutti gli sport invernali:

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte a stanziare ulteriori risorse per il Fondo della montagna, anche al fine di promuovere il turismo montano e gli sport invernali, individuando in tale ultimo ambito risorse per sostenere il progetto pilota denominato «Sky college».

9/1746-bis/313.(Nuova formulazione) Di Centa, Caligiuri, Crimi, Giro, Lenna, Picchi, Rosso, Tondo.

 

 

La Camera,

premesso che:

vi sono oltre 1900 cittadini affetti da talassemia che hanno contratto infezioni e hanno subito danni severi attraverso trasfusioni di sangue infetto e sono in attesa di essere indennizzati e risarciti,

il disegno di legge in esame ignora completamente i diritti dei soggetti talassemici che in seguito ad emotrasfusione con sangue o emoderivati infetti abbiano subito un aggravamento della loro condizione di salute;

in particolare il disegno di legge in esame dovrebbe prevedere l'esplicito riconoscimento a questi soggetti del diritto ad essere risarciti per il danno subito, come previsto dall'articolo 3 del decreto-legge 23 aprile 2003, n. 89, convertito in legge, con modificazioni dalla legge 20 giugno 2003, n. 141;

tutte le vicende legislative inerenti la problematica del risarcimento da parte dello Stato ai soggetti danneggiati attraverso il contagio con il sangue o i derivati infetti ammettono una responsabilità pubblica con successivo provvedimento normativo di supporto verso quei cittadini che sono stati fisicamente e/o psichicamente menomati, o resi addirittura perennemente infermi;

la legge n. 210 del 1992 e il decreto legge 23 aprile 2003, n. 89 convertito, con modificazioni, dalla legge 20 giugno 2003, n. 141 riconosce un indennizzo, non solo ai pazienti emofilici, ma anche ai talassemici che hanno subito un danno a seguito di trasfusione di sangue infetto;

nella passata legislatura, molto è stato fatto al fine di portare a rapido compimento tali contenziosi giudiziari, ed in particolare, si ricorda che con il decreto legge 23 aprile 2003, n. 89, è stata autorizzata la spesa di novantotto milioni e cinquecentomila euro per il 2003 e di centonovantotto milioni sia per il 2004 che per il 2005 per il risarcimento dei soggetti emotrasfusi danneggiati da emoderivati infetti -:

impegna il Governo

al fine di una corretta equiparazione dei diritti dei pazienti, a prevedere tempestive ed idonee iniziative al fine di porre fine all'iniqua discriminazione perpetrata nei confronti dei cittadini talassemici.

9/1746-bis/314.Di Virgilio, Moroni, Palumbo, Mazzaracchio, Gardini, Baiamonte, Ceccacci Rubino, Bocciardo, Crimi.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 178 del disegno di legge in esame reca disposizioni finalizzate a favorire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro;

in particolare, l'articolo citato prevede la possibilità per i datori di lavoro che intendono procedere alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro di collaborazione coordinata e continuativa di aderire ad un condono previdenziale dei contributi INPS e comporta - cosa ben più grave - addirittura l'estinzione di reati penali;

nella passata legislatura l'attuale maggioranza si è scagliata in ogni occasione e molto duramente contro le varie forme di regolarizzazione operate dal governo di centrodestra;

passi, secondo i firmatari del seguente atto, il difetto di coerenza ma non il disegno che di fatto sottrae chi commette un reato alla giustizia;

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, previo monitoraggio degli effetti applicativi delle norme in esame, di porre rimedio a questa che i sottoscrittori giudicano una grave lesione della legalità che di sicuro non ha niente a che fare con quel principio di equità di cui è stata ammantata questa disposizione insieme a molte altre contenute nel disegno di legge in esame.

9/1746-bis/315.Fabbri, Bernardo, Dell'Elce, Grimaldi, Pili, Tortoli.

 

 

La Camera,

considerato che la manovra di finanza pubblica per l'anno 2007 non prevede risorse economiche adeguate per lo sviluppo dei servizi pubblici essenziali per la vivibilità nelle isole minori;

ritenuto che sia necessario contribuire a creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile delle isole minori che hanno un ruolo importante per il comparto turistico e attraggono, con le loro bellezze naturali, numerosi visitatori italiani e stranieri;

considerato che è essenziale garantire i collegamenti marittimi ed aerei da e per le isole minori a costi contenuti al fine di limitare i disagi della popolazione residente e per favorire le attività economiche ed in particolare il turismo -:

impegna il Governo

a potenziare sostanzialmente la politica a sostegno dei servizi pubblici per le isole minori al fine di promuoverne lo sviluppo economico e sociale.

9/1746-bis/316. Fallica, Aprea, Casero, Costa, Crosetto, Giuseppe Fini, Lenna, Paroli, Pescante, Scajola, Zanetta.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 134 del disegno di legge Finanziaria per il 2007, recante disposizioni per il sistema alta velocità, alta capacità dal 2008 e apporto al capitale sociale di Ferrovie dello Stato spa, non prevede alcun stanziamento per l'anno 2007 in riferimento all'infrastruttura ferroviaria dell'alta velocità;

il comma 5 del medesimo articolo indica invece, lo stanziamento di 2 miliardi di euro, sia per l'anno 2007 che per l'anno 2008;

il sistema dell'alta velocità sostenuto e sviluppato sotto il profilo sia finanziario che infrastrutturale dal precedente Governo Berlusconi, riguarda è invece un aspetto strategico e innovativo per il sistema-Paese rendendolo più moderno -:

impegna il Governo

a prevedere la prosecuzione degli investimenti riguardanti il progetto alta velocità, alta capacità, assicurando continuità attraverso lo stanziamento di fondi per gli anni 2007 e 2008 e conseguentemente riducendo l'autorizzazione di spesa per gli investimenti relativi alla rete convenzionale per gli anni 2007 e 2008.

9/1746-bis/317. Fasolino, Brusco, Fabbri, Giro, Pili, Rivolta, Tondo.

 

 

La Camera,

premesso che:

per contribuire ad alleviare la profonda crisi economica e sociale che da troppo tempo caratterizza la Regione Calabria, sarebbe oltremodo utile istituire presso il porto di Gioia Tauro un porto franco a norma del testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43, e successive modificazioni;

un porto franco presso una struttura portuale così importante come quella di Gioia Tauro potrebbe conferire un impulso estremamente utile alla ripresa dell'economia dell'intera Calabria, che da troppo tempo soffre dell'inadeguatezza degli interventi in suo favore ed in particolare di scarsi investimenti relativi alle infrastrutture -:

impegna il Governo

a istituire presso il porto di Gioia Tauro il punto franco a sostegno dello sviluppo del porto stesso e dell'intero territorio della Regione Calabria;

a reperire le risorse necessarie per l'istituzione dello stesso.

9/1746-bis/318. Fedele, Bertolini, Giro, Paniz, Testoni.

 

 

La Camera,

premesso che:

i riservisti facenti parte delle forze di complemento dell'esercito italiano sono in servizio per un massimo di 180 giorni, volontariamente e senza alcun tipo di concorso, in una posizione di assoluta mancanza di chiarezza sia giuridica che economica;

in particolare essi sono richiamati senza che sia loro sottoposto un contratto lavorativo, non godono del TRF, i versamenti contributivi INPS ed INAIL sono problematici, non possono partecipare a concorsi interni;

tale ultima previsione condanna i riservisti ad una sorta di precariato a vita -:

impegna il Governo

ad istituire bandi di concorso straordinari, senza limiti di età, ai riservisti dell'esercito italiano.

9/1746-bis/319.Ferrigno, Brusco, Ponzo.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 23 del decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 154, recante: «Modernizzazione del settore pesca e dell'acquacoltura, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 7 marzo 2003, n. 38» ha abrogato la legge n.41 del 1982, e successive modificazioni;

con l'approvazione del predetto decreto legislativo è venuta meno la norma che applicava il canone meramente ricognitorio per le concessioni demaniali marittime, nonché le zone - di mare territoriale e relative pertinenze richieste da imprenditori ittici o da organizzazioni di produttori o loro Consorzi per iniziative di pesca ed acquicoltura, finalizzate al ripopolamento, protezione della fascia costiera, realizzazione di manufatti per il conferimento, il mantenimento, la depurazione, l'eventuale trasformazione del prodotto;

tenuto conto che l'abrogazione di tale norma potrebbe determinare un aggravio dei costi per le imprese di produzione e di allevamento ittico;

considerando che le attività di acquicoltura e maricoltura rappresentano una risposta qualificata alla riduzione dello sforzo della pesca ed alla riorganizzazione del settore investito da un processo di riorganizzazione che va avanti ormai da anni e che può consentire lo sviluppo delle aree marine interessate;

l'applicazione del canone ricognitorio consentiva di allineare i costi delle nostre imprese con i competitori internazionali sempre più aggressivi;

l'abrogazione di essa rischia di creare serie difficoltà al settore dell'allevamento ittico nel nostro Paese e di rendere più difficile la maggiore competitività acquisita;

che il disegno di legge finanziaria per il 2007, prevede per il comparto agricolo incluso quello della pesca, disposizioni volte ad inasprire la pressione fiscale per gli imprenditori del settore;

il comma 1-sexies, dell'articolo 5 del decreto legge 10 gennaio 2006, n. 2, così come modificato dalla legge di conversione, 11 marzo 2006, n. 81, ha previsto che in via sperimentale per l'anno 2006 agli imprenditori ittici esercenti attività di pesca marittima di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 226, si applichi il regime previsto dall'articolo 34, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 e successive modificazioni (Iva settore agricolo) -:

impegna il Governo

a valutare la possibilità di ripristinare il canone meramente ricognitorio cosi come stabilito dall'articolo 27-ter della legge n. 41 del 1992, e successive modificazioni, od ad introdurre altre forme di sostegno del settore;

ad attivarsi per:

a) prevedere inoltre a favore degli imprenditori ittici esercenti attività di pesca marittima, l'attuazione di opportuni provvedimenti necessari per dare attuazione alla misura di agevolazione dell'IVA citata in premessa anche per gli anni 2007, 2008 e 2009;

b) prevedere un intervento affinché a decorrere dal 1 gennaio 2007, l'aliquota IRAP «imposta regionale sulle attività produttive», per tutte le imprese che esercitano in qualsiasi forma costituite, attività di pesca marittima o di allevamento di pesci, molluschi e crostacei marini e lagunari, sia fissata nella misura dell'1,9 per cento da calcolarsi sul valore della produzione netta;

c) prevedere infine misure per i lavoratori del settore della pesca e dell'acquacoltura, che incentivino la stabilizzazione delle loro posizioni di professionali individuate ai sensi della legge 30 del 2003.

9/1746-bis/320. Giuseppe Fini, Marinello, Misuraca, Zacchera, Dozzo.

 

 

La Camera,

premesso che:

il Fondo per le aree sottoutilizzate, già originariamente insufficiente, è stato largamente ridotto nel corso del dibattito sulla Finanziaria utilizzandolo per le spese più disparate al di fuori del Mezzogiorno;

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte a ripristinare la consistenza del Fondo, rimediando a queste gravi ingiustizia ed inadempienza nei confronti delle regioni meridionali ed insulari.

9/1746-bis/321. Fitto, Lazzari, Patarino.

 

 

La Camera,

premesso che:

la manovra finanziaria per il 2007, prevede misure volte a rendere ancora più farraginosa l'attività burocratica e amministrativa del sistema-Paese;

in particolare in tema di trasporto e di circolazione dei veicoli, il disegno di legge non prevede alcun tipo di disposizione che semplifichi le procedure e gli adempimenti per i veicoli dimessi -:

impegna il Governo

ad attivarsi per introdurre la possibilità per i veicoli dismessi dalla circolazione e comunque inidonei alla circolazione sulla base delle vigenti norme in materia, di essere destinati alla circolazione interna ad aree private ed industriali;

ad adottare iniziative volte a prevedere altresì che gli stessi veicoli siano esenti dal pagamento della tassa di circolazione e si muniscano di polizza assicurativa singola o cumulativa, ai fini della responsabilità civile e siano annotati su appositi registri del PRA come non più circolanti su aree pubbliche.

9/1746-bis/322. Floresta, Boniver, Fallica, Lupi, Paroli, Rosso, Zorzato.

 

 

La Camera,

premesso che:

sono in fase di avvio i lavori, per l'importo totale di 156,149 milioni di euro, relativi alla realizzazione della piastra logistica dell'hub portuale di Taranto, giusta delibera CIPE del 29 settembre 2003, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 16 dicembre 2003;

a seguito della costituzione di un'apposita Società tra gli enti territoriali di Taranto (Comune, Provincia, Camera di Commercio e Autorità Portuale), sono state avviate le procedure per la realizzazione di un Distriprak, tra cui l'esproprio dell'area necessaria, nonché le prime opere di infrastrutturazione, finanziati con delibera CIPE 155/2000;

le Ferrovie dello Stato hanno appaltato i lavori della bretella ferroviaria di collegamento con l'Area portuale di Taranto e la stazione «Bellavista» all'uopo dedicata al trasposto merci da e per il Porto di Taranto -:

impegna il Governo

ad adottare un'iniziativa finalizzata alla costituzione della zona franca del Porto di Taranto, estesa a tutta la fascia portuale da Taranto a Massacra inclusa e comprendente il molo polisettoriale, le aree retroportuali interessate dal realizzando Distripark e la stazione ferroviaria «Bellavista» ai sensi dell'articolo 166 e seguenti del Testo Unico delle disposizioni legislative in materia doganale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, m. 43, e successive modificazioni.

9/1746-bis/323. Franzoso.

 

 

La Camera,

considerata l'esigenza di migliorare la tutela e la conservazione dei beni artistici ed architettonici tuttora fortemente carente -:

impegna il Governo

a dare facoltà all'Agenzia del demanio, d'intesa con il Ministro dei beni culturali, a concedere in uso gratuito agli enti territoriali, per una durata massima di 99 anni e previa loro richiesta, beni per i quali sia stata accertata la sussistenza dell'interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico ai sensi del comma 2, ai fini del recupero, della conservazione, della manutenzione e della valorizzazione. La concessione fissa le modalità e le condizioni d'uso del bene. Gli immobili concessi in uso ritornano alla disponibilità dell'Agenzia nel caso di uso difforme accertato dalla soprintendenza.

9/1746-bis/324. (Testo modificato nel corso della seduta) Fratta Pasini, Boscetto, Cossiga, Giudice, Lupi, Moroni, Ricevuto, Uggè.

 

 

La Camera,

premesso che:

nella Manovra in corso di esame rilevante attenzione è stata posta alle fonti rinnovabili, al risparmio energetico, alla fiscalità energetica, allo sviluppo sostenibile; in quest'ambito crescente è la preoccupazione e la protesta delle associazioni ambientaliste, delle associazioni di consumatori ed anche di quella parte del mondo imprenditoriale legata allo sviluppo delle energie rinnovabili, in relazione al silenzio del Governo rispetto alla destinazione degli oneri CIP 6 destinati alle fonti energetiche «assimilate», ricadenti nella componente tariffaria A3 della bolletta elettrica, sulla quale gravano (secondo il Sole 24 Ore) per il 5 per cento;

com'è ormai noto all'opinione pubblica e non solo alla ristrettissima cerchia degli addetti ai lavori, le fonti energetiche «assimilate» sono quelle provenienti essenzialmente dagli scarti di petrolio e dai rifiuti, cioè l'esatto opposto delle fonti energetiche rinnovabili con cui improvvidamente il Governo Amato del 1992 intese associarle; negli anni 1992-2006 le «fonti assimilate» hanno divorato più del 70 per cento del sostegno alle fonti alternative, per un totale di oltre 30 miliardi di euro, come denunziato dal Presidente della Commissione attività produttive della Camera onorevole Tabacci a novembre 2003, nel corso dell'esame dello schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2001/77/CE;

nonostante siano in scadenza a fine 2006 la gran parte delle convenzioni relative alle fonti «assimilate» (tranne quella siglata dal Governo D'Alema e dall'allora Ministro delle attività produttive Bersani nel 2000 con la Sarlux, per un importo di 400 milioni di euro l'anno sino al 2020), non è chiaro il destino delle risorse cosi liberatesi, pari a circa 2 miliardi di euro annui;

il Governo Berlusconi, nell'articolo 15 comma 1, lettera f) della legge 18 aprile 2005, n.62, aveva posto il divieto di rinnovo delle convenzioni per le «assimilate», lasciando intravedere un utilizzo più aderente al dettato normativo delle risorse cosi liberate; viceversa il Governo Prodi, nel disegno di legge sull'energia, in corso di esame al Senato, sopprime questa previsione, lasciando intendere che intende rinnovare le convenzioni CIP 6 in scadenza; peraltro la Mozione 1-00039 approvata il 7 novembre 2006 al Senato, sottoscritta da tutti i Gruppi ed analoga ad altra approvata dalla Commissione Ambiente del

 

La Camera, prevede espressamente di superare «l'incentivazione delle fonti non rinnovabili assimilate» le associazioni ambientaliste non direttamente coinvolte nel partito dei Verdi e quindi prive di interessi di Governo, sono pronte a portare l'Italia dinanzi alla Corte di giustizia comunitaria, per l'indebito aiuto che il CIP 6 ha fornito all'industria petrolifera e carbonifera e per violazione delle norme comunitarie -:

impegna il Governo

a chiarire che il sostegno CIP 6 alle fonti energetiche assimilate deve considerarsi finito, per le convenzioni in scadenza, dichiarando quindi che esse non potranno essere rinnovate ai sensi della normativa vigente;

ad utilizzare le risorse così disponibili per ridurre le bollette elettriche o per finanziare le azioni in tema di fonti rinnovabili, risparmio energetico, sviluppo sostenibile.

9/1746-bis/325. Galli, Baiamonte, Casero, Fabbri, Garagnani, Marinello, Palmieri, Mario Pepe, Rivolta, Rosso.

 

 

La Camera,

premesso che:

in Italia sussiste, in ambito scolastico, un monopolio statale del tutto anacronistico;

il cammino legislativo per il pieno riconoscimento della parità scolastica appare incerto e la predisposizione di risorse insufficienti rischia non solo di annullare l'obiettivo della totale equiparazione tra scuola pubblica e privata presente in quasi tutti gli stati della Comunità europea, bensì di privare la realtà scolastica italiana dell'arricchimento culturale che le deriva dalla presenza delle suddette scuole;

le norme oggi vigenti nel nostro Paese non garantiscono ancora un effettivo pluralismo educativo, relegando l'Italia agli ultimi posti nel contesto europeo;

le famiglie che scelgono di iscrivere i figli in scuole non statali o non comunali devono sostenere in proprio i costi.

molti paesi europei hanno ormai da tempo affrontato e risolto sempre attraverso una legislazione paritaria la questione del rapporto tra scuola privata e servizio scolastico pubblico, offrendo riconoscimento e sovvenzioni a fronte dell'assunzione di obblighi e responsabilità;

l'articolo 68, comma 12, della Finanziaria per il 2007 prevede uno stanziamento insufficiente da destinare alle «Scuole non statali» e prioritariamente alle scuole dell'infanzia;

tali risorse risultano del tutto inadeguate in un ottica di allineamento tra scuole statali e scuole paritarie -:

impegna il Governo

a valutare la possibilità di istituire, presso il Ministero della pubblica istruzione, un Fondo speciale di adeguata consistenza per assicurare il diritto allo studio nelle scuole paritarie, la cui gestione sia affidata alle Regioni.

9/1746-bis/326. Garagnani, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aprea, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Bertolini, Biancofiore, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Carlucci, Casero, Ceccacci Rubino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi, Crimi, Crosetto, Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Centa, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giro, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palmieri, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame è senza alcun dubbio sbilanciato verso il lato delle entrate piuttosto che verso quello delle spese;

ciò significa che, nell'ottica di fare cassa a tutti costi, vengono imposti ai cittadini balzelli incomprensibili;

non vengono risparmiati neppure i settori più deboli della popolazione ovvero i disabili le cui esigenze vengono freddamente ignorate non avendo essi un potere contrattuale da esercitare;

sarebbe necessario, pertanto, almeno un gesto di speranza per questi soggetti che, non dobbiamo dimenticarlo, sono cittadini a tutti gli effetti;

un segnale in tal senso potrebbe essere quello di estendere anche ai non udenti quanto previsto dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 28 dicembre 1995 relativamente all'esenzione dal pagamento della tassa di concessione governativa sui telefoni cellulari, i quali costituiscono ormai un irrinunciabile strumento di comunicazione ed - ancor più - di soccorso -:

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, previo monitoraggio degli effetti applicativi delle norme in esame, di modificare la disciplina di cui in premessa.

9/1746-bis/327. (Testo modificato nel corso della seduta) Gardini, Caligirui, Ferrigno, Martino, Pelino, Simeoni.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge finanziaria per il 2007 non prevede finanziamenti significativi per le opere infrastrutturali della Regione Lombardia e questo rischia di perpetuare l'attuale situazione di grave disagio per l'insufficienza delle principali infrastrutture di trasporto in rapporto al volume del traffico attuale e prevedibile per il futuro;

particolarmente problematica è la situazione dell'HUB di Malpensa per il cui potenziamento e miglior allacciamento con la rete stradale e ferroviaria mancano adeguati finanziamenti;

considerazioni analoghe possono essere fatte per l'autostrada Bergamo-Brescia-Milano e perla linea 5 della metropolitana Milanese -:

impegna il Governo

a destinare risorse adeguate al miglioramento delle infrastrutture di trasporto nella Regione Lombardia al fine di non creare strozzature nello sviluppo di questa regione e per migliorare l'interconnessione con la rete stradale, autostradale e ferroviaria con tutto il nord Italia e con le reti europee.

9/1746-bis/328. Gelmini, Berruti, Carfagna, Giro, Lainati, Minardo, Nan, Valducci.

 

 

La Camera,

premesso che:

si sta procedendo da alcune settimane a risolvere il problema del precariato in particolare nel settore pubblico senza curarsi dei riflessi finanziari di questa operazione e soprattutto degli effetti che questa stabilizzazione ex lege avrà sul buon funzionamento degli uffici pubblici;

si dimentica inoltre con questa operazione meramente politica e di pessima amministrazione le migliaia di giovani vincitori di concorso o idonei che attendono da anni di essere assunti e che non troveranno più posto negli organici degli enti a causa degli ingressi in massa del personale precario a qualsiasi titolo -:

impegna il Governo

ad effettuare un monitoraggio sulle graduatorie di concorso valide al fine di garantire un reclutamento rispettoso del dettato costituzionale e l'ingresso dei giovani che hanno i titoli di studio previsti dalla legge e hanno superato un pubblico concorso;

a dare direttive alle pubbliche amministrazioni affinché nei piani di reclutamento diano priorità ai vincitori e agli idonei nei concorsi pubblici e riservino i posti ai giovani meritevoli;

a consentire l'assunzione dei giovani vincitori di concorso e a dare priorità a queste assunzioni rispetto alla sanatoria dei rapporti precari riservando i posti di organico prioritariamente a coloro che hanno partecipato ad un concorso pubblico per l'assunzione a tempo indeterminato.

9/1746-bis/329. Germanà, Costa, Giudice, Palmieri, Campa, Fratta Pasini, Pili, Vitali.

 

 

La Camera,

premesso che:

il tasso disoccupazione nel nostro Paese è diminuito dal 9,1 per cento del 2001 al 7,7 per cento del 2005, valore quest'ultimo al di sotto della media europea a 15 (7,9 per cento) e ben al di sotto della media europea a 25 (8,7 per cento);

la valenza di questi risultati è ancor più apprezzabile se si pensa che sono stati ottenuti in periodo di recessione economica mondiale per cui il relativo merito può essere senz'altro ascritto alla politica di riforme attuate dal Governo Berlusconi;

è necessario, pertanto, proseguire in materia di occupazione sulla strada intrapresa, con un particolare riguardo per le categorie più deboli ovvero i giovani e gli ultracinquantenni: gli uni per quanto riguarda l'ingresso nel mondo del lavoro e gli altri in relazione all'uscita prematura dal circuito lavorativo -:

impegna il Governo

ad attivarsi per prevedere un meccanismo agevolativo di natura fiscale al fine di favorire lo sviluppo di microiniziative intraprese da giovani ed ultracinquatenni.

9/1746-bis/330. Giacomoni, Brusco, Fasolino, Lenna, Mario Pepe, Santelli.

 

 

La Camera,

premesso che:

a seguito degli accordi intervenuti tra il MPI e le Regioni in materia di percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, è progressivamente aumentata nel tempo la richiesta dei relativi corsi;

rilevato che gli esiti dei percorsi triennali, ad oggi conclusi, sono risultati altamente positivi, così come certificato dal rilevamento ISFOL 2006, con conseguente abbattimento sostanziale della dispersione scolastica e formativa;

tenuto conto dell'obbligo costituzionale derivante dall'articolo 117 della Costituzione, in materia di legislazione concorrente per la definizione dei percorsi di istruzione e formazione professionale -:

impegna il Governo

ad attivarsi per prevedere che i percorsi di istruzione e formazione professionale di cui in premessa, realizzati nel rispetto degli accordi in sede di Conferenza Stato-Regioni, siano riconosciuti a tutti gli effetti di legge come percorsi attraverso i quali è assolto l'obbligo di istruzione;

a concordare tra il Ministero della pubblica istruzione e Regioni percorsi e progetti che, fatta salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e delle istituzioni formative, siano in grado di prevenire e contrastare la dispersione e di favorire il successo formativo nell'assolvimento dell'obbligo di istruzione, reperendo a tal fine le risorse necessarie.

9/1746-bis/331. Giro, Aprea, Garagnani, Palmieri, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Bertolini, Biancofiore, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Carlucci, Casero, Ceccacci RUbino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi, Crimi, Crosetto, Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Centa, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato.

 

 

La Camera,

esaminato il disegno di legge finanziaria per il 2007;

considerato che:

che il disegno di legge finanziaria per il 2007, nel testo presentato dal Governo, si componeva di 217 articoli per 293 pagine, pari, nelle dimensioni, al triplo del disegno di legge presentato al Senato nel 2005, e di proporzioni ancora di molto superiori a quelle degli anni precedenti;

che il contenuto del medesimo disegno di legge risulta ulteriormente ampliato ed assolutamente stravolto a seguito delle modifiche introdotte con l'approvazione di un maxiemendamento, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia, ove si condensa in un unico articolo il testo del disegno di legge contenuto dall'articolo 16 e dai successivi per oltre 800 commi;

che tale procedura riproduce in termini ancora più negativi quanto già verificatosi negli ultimi anni in sede di esame degli strumenti di bilancio, rendendo ormai evidente l'inadeguatezza delle regole procedurali di esame parlamentare a fronte della concreta applicazione che viene fatta dal Governo degli strumenti previsti dalla legge di contabilità generale dello Stato;

che le dimensioni ed i contenuti complessi assunti in concreto dal disegno di legge finanziaria, a fronte dell'esigenza di scongiurare il ricorso all'esercizio provvisorio, impediscono di fatto l'esercizio delle prerogative tipiche dei Parlamento, sia per quanto concerne l'esame di merito del provvedimento, sia per quanto riguarda la verifica del rispetto di parametri di qualità ed efficacia della legislazione che, ai sensi dell'articolo 79, comma 4, ciascuna Commissione è tenuta ad effettuare e che, in termini generali, costituisce lo specifico compito affidato al Comitato per la legislazione;

che le concrete modalità di formulazione del testo trasmesso al Senato finiscono con il pregiudicare le possibilità di tale organo di svolgere un proficuo esame dell'articolato nelle sue singole parti;

che, sul punto, appare disatteso anche l'autorevole monito della Presidenza della Repubblica del 16 dicembre 2004, la quale, nel rinviare alle Camere la legge di riforma dell'ordinamento giudiziario, riteneva quella «essere la sede propria per richiamare l'attenzione del Parlamento su un modo di legiferare - invalso da tempo - che non appare coerente con la ratio delle norme costituzionali che disciplinano il procedimento legislativo e, segnatamente, con l'articolo 72 della Costituzione, secondo cui ogni legge deve essere approvata »articolo per articolo e con votazione finale«»;

che il medesimo Comitato per la legislazione ha, in simili occasioni, evidenziato come tali modalità di produzione legislativa si pongono assolutamente in contrasto con le esigenze di fruibilità e conoscibilità della normativa vigente, nonché tali da privare l'interprete e l'utilizzatore finale di una importante fonte ermeneutica, costituita dai lavori preparatori sulle singole disposizioni;

che rientra nella responsabilità dei Governo il rispetto dei parametri fondamentali di corretto esercizio dei suoi poteri normativi, soprattutto ove essi si intersecano con le prerogative costituzionali dell'Esecutivo,

impegna il Governo

ove il testo non sia modificato nella sua struttura nel prosieguo dell'iter parlamentare, a corredarne la pubblicazione con sintetiche note a margine di ciascun comma o gruppo di disposizioni, secondo quanto previsto dall'articolo 10, comma 3-bis, del testo unico sulla pubblicazione degli atti normativi statali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1985, n. 1092;

ad attivarsi per una radicale riforma degli strumenti in cui si concretizza la manovra finanziaria di bilancio al fine di renderli massimamente coerenti con le esigenze di riordino e di semplificazione della legislazione vigente, operando affinché le modalità di esame siano tali da consentire un adeguato e razionale esercizio delle prerogative parlamentari anche in relazione alla funzione di verifica dei parametri di qualità legislativa come definiti, in particolare, dall'articolo 79 e dall'articolo 16-bis del Regolamento della Camera.

9/1746-bis/332.Giudice, Costa, Minardo, Pelino.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge Finanziaria per il 2007, contiene numerose disposizioni penalizzanti per il rilancio della scuola pubblica e per le tematiche collegate all'istruzione;

in particolare le modalità delle procedure concorsuali per il reclutamento dei dirigenti scolastici sono dettate da principi di indubbia criticità -:

impegna il Governo

a attivarsi per prevedere che al fine del reclutamento dei dirigenti scolastici sia previsto lo svolgimento di preliminari prove oggettive di carattere culturale e professionale, in sostituzione dell'attuale selezione per titoli, nonché di uno svolgimento di una o più prove scritte, cui sono ammessi tutti coloro che superano le preliminari prove oggettive;

a attivarsi per prevedere infine che in attesa dell'emanazione del regolamento che definisce le modalità delle procedure concorsuali per il predetto reclutamento, ove si proceda alla nomina sui posti previsti dal bando del concorso ordinario a dirigente scolastico indetto con decreto direttoriale del 22 novembre 2004 e ove non sufficienti, sui posti vacanti e disponibili relativi agli anni 2007/08 e 2008/09 si proceda alla nomina dei candidati del citato concorso compresi quelli ammessi con riserva alla procedura concorsuale sulla base di provvedimenti cautelari adottati sia in sede giurisdizionale che su parere del Consiglio di Stato, con conseguente cessazione della materia del contendere.

9/1746-bis/333. Iannarilli, Marinello, Misuraca, Pili.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge in esame contiene notevoli tagli per la realizzazione delle opere strategiche e infrastrutturali sia per quanto riguardo la viabilità, che la difesa del suolo;

il piano generale delle opere pubbliche promosso e sostenuto nell'arco della passata legislatura, dal Governo Berlusconi, è stato dal punto di vista del rifinanziamento largamente ridimensionato;

il sistema-paese si trova in notevole ritardo rispetto agli altri Paesi europei in materia di infrastrutture e opere di viabilità -:

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte a proseguire nell'anno 2007 nel rifinanziamento della legge n. 345 del 1997 per la realizzazione delle opere viarie di accessibilità per Malpensa 2000 di cui all'articolo 1, comma 3, della legge predetta recante: «Finanziamenti per opere e interventi in materia di viabilità, di infrastrutture, di difesa del suolo, nonché per la salvaguardia di Venezia».

9/1746-bis/334. Jannone, Gregorio Fontana, Azzolini, D'Ippolito, Fedele, Martusciello, Moroni, Sanza, Elio Vito, Zorzato.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'insieme della manovra di finanza pubblica per il 2007 è tecnicamente sbagliata in quanto l'eccessiva stretta fiscale in essa contenuta è tale da mettere fortemente a rischio la ripresa dell'economia avviatasi grazie alla politica economica del governo Berlusconi, che ha evitato accuratamente di gravare i cittadini di nuovi carichi fiscali ed è riuscito a varare consistenti riduzioni fiscali, anche in presenza di un contesto economico internazionale non favorevole;

rilevato che la scelta di vessare i cittadini con misure fiscali pesantissime e di sapore persecutorio specie per i lavoratori autonomi deriva con ogni evidenza dal grande peso che la sinistra estrema ha nell'ambito dell'attuale maggioranza di governo il che conferisce un carattere ideologico a decisioni che dovrebbero essere invece assunte nell'interesse generale dei cittadini-.

impegna il Governo

a rivedere a fondo l'impostazione della manovra di politica economia per il 2007 per non mettere in pericolo la ripresa economica e per non vessare inutilmente e ingiustamente i cittadini;

ad adottare iniziative volte a diminuire la pressione fiscale eliminando le imposte più inique e odiose e prima fra tutte l'ICI sulla prima casa.

9/1746-bis/335. La Loggia, Brancher, Cicu, Giro, Palmieri, Tondo, Verdini.

 

 

La Camera,

premesso che:

la politica assistenzialista dei governi di sinistra, improntata su una generica definizione di interesse culturale, dal 1996 al 2004 ha portato allo sperpero di circa 500 milioni di euro, erogati sotto forma di finanziamento alla produzione e distribuzione cinematografica;

che tale rilevante somma non è servita ad elevare il livello qualitativo e commerciale della produzione nazionale, ma al contrario ha provocato una degenerazione della professionalità ed uno svilimento delle capacità imprenditoriali;

nella finanziaria per il 2007 (articolo 165), a proposito di razionalizzazione e risparmio in materia di spettacolo, l'attuale governo intende introdurre una ulteriore norma che consentirebbe ai produttori di estinguere tutti i debiti contratti con lo Stato versando una minima percentuale di quanto non versato precedentemente secondo legge;

che non solo questa norma configura una intollerabile forma di condono nei confronti di chi ha sbagliato ma è propedeutica alla circostanza che lo Stato rimanga titolare esclusivamente di pellicole inutilizzabili e di nessun valore né storico né commerciale, come peraltro già avvenuto per i finanziamenti ex articolo 28;

in questo modo lo Stato si arrende a seguito della incapacità, anche burocratica, di gestire finanziamenti e opere;

la Direzione per il Cinema del MIBAC, le Commissioni di esperti, l'Istituto di credito specialistico hanno in definitiva fallito nella loro missione;

Cinecittà ha addirittura incorporato Cinecittà Diritti società che il ministro Urbani aveva creato proprio per affrontare il delicato compito della gestione delle partecipazioni filmiche statali -:

impegna il Governo

a rivedere tutta la politica delle agevolazioni cinematografiche e a valutare, previo monitoraggio del relativo impatto, l'opportunità di sopprimere una «sanatoria» che, ad avviso dei firmatari del presente atto, rappresenta solo l'ultimo esempio di una gestione malata dei soldi pubblici.

9/1746-bis/336. Lainati, Carlucci, Fallica, Adornato, Aracu, Bernardo, Biancofiore, Caligiuri, Campa, Carfagna, Ceroni, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Cossiga, Di Virgilio, Fabbri, Fitto, Gardini, Gelmini, Giro, Laurini, Marras, Nan, Paniz, Pili, Rivolta, Romele, Rosso, Scajola, Testoni, Uggè, Verro, Vitali, Zanetta.

 

 

La Camera,

premesso che:

la norma in materia di mobilità lunga prevede il ricorso a tale possibilità per un massimo di sette anni nel limite complessivo di 6000 unità, anche con riferimento ai processi di riorganizzazione, ristrutturazione, conversione, crisi o modifica degli assetti societari aziendali, a favore di imprese o gruppi di imprese i cui piani di gestione delle eccedenze occupazionali siano oggetto di esame presso il Ministero del lavoro nel periodo che va dal 1o gennaio al 28 febbraio 2007 relativamente ai lavoratori collocati in mobilità entro il 31 dicembre 2007;

viene previsto che gli oneri connessi alla permanenza dei lavoratori nella mobilità lunga, ivi compresi quelli relativi alla contribuzione figurativa INPS ai fini pensionistici, siano posti interamente a carico delle imprese per i periodi che eccedono la mobilità ordinaria (quattro anni nel Mezzogiorno);

la norma, così come impostata, rende praticamente inapplicabile l'istituto della mobilità lunga per le imprese del TAC salentino che non potrebbero assolutamente sostenere il relativo onere -:

impegna il Governo

a disporre per le imprese del TAC salentino, interessate da una profonda crisi nell'ultimo quinquennio e in fase di riposizionamento competitivo sul mercato che comunque comporta eccedenze occupazionali.

9/1746-bis/337.(Testo modificato nel corso della seduta) Lazzari, Crimi, Giro, Nan, Cesearo, Minardo, Verro.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'Opera Nazionale per l'Assistenza agli Orfani dei Sanitari Italiani - ONAOSI - è un Ente senza scopo di lucro, le cui risorse e finanziamenti per sostenere l'iniziativa provengono esclusivamente e per intero dalle categorie sanitarie, non facendo ricorso ad alcun finanziamento pubblico diretto o indiretto;

si tratta di una benemerita fondazione che si occupa dell'assistenza ad oltre 54.700 e questo numero è in forte ascesa considerato che ultimamente vi sono state ulteriori 600 richieste di assistenza, tra orfani e vedove di operatori sanitari italiani;

nel 1999 la Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi su alcuni ricorsi, conferma la legittimità dell'obbligo della contribuzione all'Onaosi in quanto fondata essenzialmente sul principio di solidarietà, e nel 2002 si arriva all'approvazione dell'articolo 52, comma 23 della Finanziaria per il 2003, che estende a tutti i Sanitari iscritti agli ordini la contribuzione obbligatoria all'Onaosi,

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte a chiarire, anche al fine di evitare possibili contenziosi, a quali soggetti si riferisce la categoria dei «sanitari pubblici dipendenti», su cui grava l'obbligo delle contribuzioni alla succitata Onaosi.

9/1746-bis/338. Lenna, Di Virgilio, Bernardo, Fabbri, Grimaldi, Paroli, Santelli, Verro.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 8, comma 2 del decreto-legge, 3 ottobre 2006, 262 recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria prevede disposizioni sospensive inerenti i contratti di programma per gli incentivi alle imprese già in essere, i cui effetti produrranno confusione e sfiducia per il sistema imprenditoriale nazionale;

la medesima norma non chiarisce i meccanismi di assegnazione delle risorse previste dai contratti di programma approvate dal CIPE, lasciando il dubbio della discrezionalità e delle modalità di come tali risorse saranno gestite; l'assegnazione delle risorse previste dai predetti contratti di programma, costituisce in relazione al tema degli investimenti in conto interessi, un vero e proprio volano per il mondo dell'impresa;

nel disegno di legge Finanziaria per il 2007, sono previste scarse misure a favore degli strumenti della programmazione negoziata, nell'ambito delle politiche di sviluppo territoriale, come appunto i contratti di programma;

l'utilizzo di tale strumento di finanza pubblica è risultato nel corso degli ultimi anni un positivo incentivo nel Mezzogiorno e in particolare nella regione Sicilia, in quanto ha favorito accordi, in territori delimitati, fra soggetti privati e pubblici per la realizzazione d'interventi coordinati e integrati, investimenti infrastrutturali pubblici, investimenti produttivi privati,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere in sede di applicazione del provvedimento in esame una «corsia preferenziale», affinché per le proposte dei contratti di programma discussi e approvati nel corso delle delibere del CIPE del 22 e del 29 marzo 2006 e precedentemente proposti al 30 settembre 2005, per le regioni obiettivo 1, siano assegnate le risorse previste per tale incentivo;

a prendere iniziative in generale affinché siano stanziati ulteriori fondi a favore dei contratti di programma e consentendo quindi per le aree depresse del Mezzogiorno individuate in particolare nell'obiettivo 1 una migliore competitività a favore degli interventi di politica economica e sociale.

9/1746-bis/339. Marinello, Angelino Alfano, Misuraca, La Loggia.

 

 

La Camera,

premesso che:

con l'articolo 102 del disegno di legge in esame si tenta di chiudere l'annosa vertenza entrate in corso tra Governo e Regione Sardegna;

in materia sanitaria le previsione è quella di attribuire l'intera spesa alla Regione, a decorrere dal 2007; il trasferimento per il fondo sanitario 2006 alla Sardegna è stato di 2,452 miliardi di euro + 49 milioni per i disavanzi pregressi;

nel 1995 la legge n. 549 (articolo 2, comma 3) elevava il concorso delle regioni Sicilia e Sardegna al finanziamento del Servizio sanitario nazionale rispettivamente al 35 per cento e al 25 per cento; la Finanziaria in esame prevede che nel 2007 il 100 per cento di detta spesa sia a carico della Sardegna, mentre la percentuale prevista per la Sicilia è del 45 per cento;

l'entità della spesa sanitaria che la regione Sardegna dovrà accollarsi a decorrere dal 2007 fa giustizia di tutte le poste compensative esposte nell'articolo 102, rendendole con evidenza assolutamente insufficienti;

l'articolo 102 delle Finanziaria rappresenta la traduzione in termini legislativi dell'accordo economico intercorso negli scorsi mesi tra il Governatore Soru ed il Governo; il medesimo Governatore chiedeva nel dicembre 2004 al Governo Berlusconi 650 milioni di euro l'anno per quanto riguarda il solo rimborso dell'Iva e degli altri tributi, nonché la parificazione con la Sicilia per le altre questioni -:

impegna il Governo

ad individuare le risorse volte a consentire la parità di trattamento in ambito di copertura della spesa sanitaria, tra la Regione Sardegna e la Regione Sicilia.

9/1746-bis/340. Marras, Bertolini, Casero, Fasolino, Galli, Jannone, Minardo, Romani, Valducci, Cicu.

 

 

La Camera,

premesso che:

in questo ultimo periodo si è assistito ad una gravissima recrudescenza di episodi di violenza nella città e nella provincia di Napoli, che hanno spesso ragazzi minorenni come protagonisti;

tali episodi hanno contribuito ad aumentare un clima di paura e di grande insicurezza nella popolazione;

il disagio giovanile, tra le cui cause vi sono un alto tasso di dispersione scolastica e la carenza di mezzi e strutture idonei alla formazione e socializzazione dei giovani, spesso facile preda di organizzazioni criminali, contribuisce a creare a Napoli e nel suo hinterland una situazione di emergenza che, nonostante il loro impegno, le forze dell'ordine non sono riuscite a fronteggiare sufficientemente,

impegna il Governo

a fornire risorse adeguate per la creazione di strutture e centri di aggregazione per i giovani, nonché per l'aumento di forze dell'ordine da impegnare sul territorio di Napoli e provincia per il ripristino della legalità.

9/1746-bis/341. Martusciello, Adornato, Boscetto, Gianfranco Conte, Cossiga, Fabbri, Gelmini, Iannarilli, Lupi, Nan, Sanza, Tondo, Alfredo Vito, Elio Vito.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge finanziaria nella parte dedicata alla sanità prevede che il procedimento per l'accertamento delle risultanze contabili regionali, ai fini dell'avvio delle procedure di cui all'articolo 1 comma 174 della legge 30 dicembre 2004 n. 311, sia svolto dal Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti di cui all'articolo 12 dell'intesa del 23 marzo 2005;

l'efficacia del suddetto Tavolo non impedisce tuttavia che si verifichino errori nel calcolo della spesa sanitaria che inevitabilmente si ripercuotono sui contribuenti,

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte a disporre, facendo salve le prerogative conferite dalla legge al Tavolo tecnico presso il Ministero dell'economia, l'istituzione di un Comitato, con la partecipazione del Ministero della salute e delle Regioni, allo scopo di verificare, periodicamente, l'andamento della spesa sanitaria di ogni singola Regione ed in caso di tendenziale splafonamento della spesa sanitaria, disporre apposite direttive per le opportune correzioni. L'intervento del Comitato ed i conseguenti atti correttivi delle Regioni interessate, eviterebbe di aggravare i cittadini di tassazioni aggiuntive, obbligatorie al fine del rientro, a fine anno, dallo splafonamento finanziario.

9/1746-bis/342. Mazzaracchio, Di Virgilio, Brancher, Carta, Picchi, Sanza, Vitali.

 

 

La Camera,

premesso che:

il provvedimento in esame aumenta i contributi previdenziali per le imprese artigiane dal 17,6 per cento a circa il 20 per cento, con un maggiore introito di oltre 740 milioni di curo annui; provvede altresì alla «manutenzione» degli studi di settore per l'artigianato ed il commercio con un incremento delle relative entrate pari a 3 miliardi di euro;

le organizzazioni dell'artigianato hanno stigmatizzato come il Governo adottato tali decisioni superando l'accordo del '96 e cioè al di fuori della concertazione; hanno inoltre fatto presente come il 25 per cento della manovra sul cuneo fiscale è rivolta soltanto a 500-600 imprese e quindi la Finanziaria sembra voglia far pagare molto ai piccoli per risanare le inefficienze delle imprese più grandi, penalizzando l'asse produttivo delle imprese, dell'artigianato e del commercio;

né la nuova rimodulazione delle aliquote Irpef, né il contributo per gli apprendisti, introdotto dopo le forti rimostranze della categoria, sembrano sufficienti a recuperare adeguate risorse per il settore -:

impegna il Governo

ad individuare maggiori risorse per il sostegno all'artigianato e per gli investimenti delle imprese di settore;

ad introdurre disposizioni che consentano la riduzione degli oneri del settore, in particolare di quelli energetici.

9/1746-bis/343. Milanato, Crimi, Giro, Lenna, Pecorella, Minardo, Vitali.

 

 

La Camera,

premesso che:

la Manovra economica posta in essere dal Governo a partire dal mese di luglio 2006, è impostata, tra l'altro sull'incremento dei controlli sulla finanza e l'imprenditoria;

per quest'ultima in particolare la Manovra ha prodotto un enorme appesantimento degli adempimenti, dei controlli e delle sanzioni; viceversa nessuna misura è stata adottata per quel che riguarda inadempienze e malfunzionamenti della P.A. e dei suoi aventi causa;

da alcune settimane la Montepaschi Serit ha emesso cartelle esattoriali, per conto dell'Inps, dagli importi così tanto esosi da indurre le varie categorie produttive della Sicilia, imprese agricole, artigiani, commercianti ed imprenditori, a prendere decisioni drastiche relative anche alla cessazione delle proprie attività;

anche l'Agenzia delle entrate ha inviato un numero cospicuo di avvisi, a seguito di iscrizione a ruolo relativi a imposte sospese per il sisma del 1990 senza verificare chi dei contribuenti abbia effettuato i versamenti;

l'Inps non applica una circolare interna che ha attribuito agli enti impositori la competenza a concedere autonomamente la rateizzazione del pagamento dei debiti per contributi fino al limite di 60 mesi -:

impegna il Governo

a chiarire che gli imprenditori titolari di debiti contributivi possono usufruire della rateizzazione, in particolare per quel che riguarda le posizioni maggiormente gravose, in grado di produrre l'interruzione dell'attività economica;

a valutare la possibilità di ridurre o eliminare gli interessi di mora e delle sanzioni al pagamento dei contributi Inps rateizzato almeno in 10 anni.

9/1746-bis/344. Minardo, Misuraca, Marinello, Iannarilli, Romele, Giudice, Prestigiacomo, La Loggia.

 

 

La Camera,

premesso che:

tra gli obiettivi macroeconomici indicati nel documento di programmazione economico-finanziaria 2007-2011, troviamo nell'ambito delle politiche per la crescita l'aumento congiunto della produttività del lavoro e del tasso di occupazione - in particolare quello delle donne e dei giovani - tra le politiche per la stabilità e per il risanamento dei conti pubblici la riforma del sistema pensionistico ed in particolare il rilancio della previdenza complementare nel settore pubblico e privato ed infine, tra le politiche per l'equità, il sostegno al reddito per i soggetti più deboli;

nel disegno di legge in esame, in cui dovrebbero essere indicate le misure concrete e credibili per il raggiungimento di tali obiettivi, troviamo esattamente il contrario di quanto preannunciato;

risultano a questo proposito risibili ed assolutamente insufficienti le risorse messe in campo dall'articolo 192 in favore della famiglia - le quali sono già impegnate per il finanziamento dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia - come inadeguate risultano le risorse stanziate dall'articolo 193 per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socioeducativi (asili nido, compresi quelli aziendali e quelli presso le famiglie) e quelle previste dall'articolo 194 relative al finanziamento del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità ed infine appare assolutamente mortificante l'incremento del Fondo per le politiche giovanili di cui all'articolo 204;

l'articolo 84 rischia, altresì, di diventare la pietra tombale sulla speranza di creare fondi pensione in Italia;

impegna il Governo

a dare maggiore consistenza alle politiche sociali ed in particolare agli interventi per la famiglia e per i giovani.

9/1746-bis/345.Mistrello Destro, Azzolini, Crimi, Giro, Moroni, Simeoni, Casero, Gregorio Fontana, Lupi, Zorzato.

 

 

La Camera,

premesso che:

il comma 675 del maxiemendamento presentato dal Governo prevede interventi di ammodernamento e di potenziamento della viabilità secondaria esistente in Sicilia ed in Calabria, con un finanziamento rispettivamente di 350 milioni di euro e di 150 milioni di euro per gli anni 2007, 2008 e 2009;

per gli interventi di cui al comma precedente le somme sono state prelevate dal Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) che, peraltro, sono di già di pertinenza delle regioni rientranti nell'obiettivo 1 per finalità diverse dalle infrastrutture viarie ed anche diversamente resocontabili dinanzi all'Unione Europea;

le Regioni sono state escluse dal comma 675, motivo per il quale non possono partecipare al cofinanziamento, rendendo vano il provvedimento;

impegna il Governo

a voler coprire l'apprezzabile provvedimento prelevando le risorse dall'apposita tabella B del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, adottando ogni iniziativa utile per restituire al FAS (Fondo per le aree sottoutilizzzate) le risorse impropriamente utilizzate.

9/1746-bis/346. Misuraca, Boscetto, Crimi, Giro, Nan, Uggè.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 16 della Manovra in esame prevede la revisione dei canoni demaniali marittimi; in particolare si osserva che il gettito previsto supera (153 milioni di euro, invece che 140) quello previsto dalla Finanziaria del 2006, nonostante le proteste del centro sinistra per gli aumenti a suo tempo stabiliti dal Governo Berlusconi;

in particolare si prevede per le pertinenze destinate ad attività commerciali, terziario-direzionali e di produzione di beni e servizi un canone valutato in base ai valori indicati dall'Osservatorio immobiliare, moltiplicato per 6,5 e ridotto in proporzione inversa all'estensione del manufatto;

impegna il Governo

a valutare previo monitoraggio degli effetti applicatori delle suddette norme, la possibilità di ridurre il coefficiente moltiplicatore da 6,5 a 3, per le pertinenze destinate ad attività terziarie, quali il commercio, i servizi ed i centri direzionali di eliminare il carattere di pertinenzialità del manufatto, facendo riferimento alle volumetrie commerciali e chiarendo che si tratta di canone diverso rispetto a quello relativo alle volumetrie direttamente connesse ai servizi di balneazione e di individuare norme applicative che introducano una regolamentazione dei passaggi gratuiti di coloro che non usufruiscono dei servizi balneari, tale da non costituire danno economico ai concessionari.

9/1746-bis/347. Mondello, Cicu, Giro, Nan, Luciano Rossi, Brancher, Gregorio Fontana, Picchi, Zorzato.

 

 

La Camera,

premesso che:

ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 662, articolo 2, comma 203, lettere d), e) ed f) sono stati individuati i soggetti responsabili al coordinamento dei contratti d'area e dei patti territoriali come interlocutori con il Ministero dello Sviluppo Economico per l'istruttoria dei progetti;

non tutti i programmi sono stati realizzati a seguito di ritardi da parte della struttura ministeriale ed in particolare per i collaudi delle opere realizzate con arretrato di diversi anni;

sino al collaudo e alla relativa erogazione da parte del Ministero delle somme definitive che devono transitare attraverso i soggetti responsabili è necessario tenere in vita le società di coordinamento sino al completamento della loro missione;

impegna il Governo

ad attivarsi per assegnare al responsabile unico del contratto d'area ed al soggetto responsabile del patto territoriale, le risorse rivenienti dalle revoche, dalle rinunce, nonché quelle comunque non utilizzate o utilizzate in difformità dai progetti ammessi alle agevolazioni di cui alla legge 23 dicembre 1996, n. 662, articolo 2, comma 203, lettere d), e) ed f) prevedendo, altresì, che il contributo globale a favore dei soggetti sopra citati venga definito, senza oneri aggiuntivi per l'erario, nel limite del 3 per cento degli importi rivenienti dalle medesime risorse e comunque in misura non superiore, nel complesso, ad euro 2.066.115. Tale contributo viene riconosciuto per gli anni pregressi e per il differimento dei termini concesso per il completamento dei programmi e per l'effettuazione dei collaudi, così come previsto dal decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 27 aprile 2006, n. 215, fermi restando i criteri e le modalità di rendicontazione.

9/1746-bis/348. Mormino, Misuraca, Marinello, Angelino Alfano, Prestigiacomo, Giudice, Fallica, La Loggia.

 

 

La Camera,

premesso:

che la Legge Finanziaria rende strutturali per via legislativa misure di carattere temporaneo e congiunturale, attraverso la conferma per il 2007 e gli anni successivi dei provvedimenti di taglio dei prezzi adottati dall'Agenzia Italiana del farmaco (AIFA) dal dicembre 2005 al settembre 2006;

che tali misure, adottate peraltro senza la necessaria verifica della spesa farmaceutica da parte dell'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (OSMeD), incidono per il solo 2007 per oltre 2 miliardi di euro sul settore, mettendo a rischio due miliardi di euro di investimenti programmati dalle imprese farmaceutiche nei prossimi tre anni e migliaia di posti di lavoro - altamente qualificati - nelle aree della Ricerca, Produzione e Informazione Scientifica;

che i prezzi dei farmaci soggetti a prescrizione in Italia, già inferiori mediamente del 20 per cento rispetto all'Europa, con gli ultimi tagli toccano punte fino al 40 per cento al di sotto della media europea e che la spesa farmaceutica pubblica pro capite è inferiore à quella di Paesi quali Germania, Francia, Regno Unito e Spagna;

impegna il Governo

ad adottare iniziative ai fini del ripiano dello sfondamento del tetto di spesa farmaceutica da parte delle imprese, volte ad escludere la componente non convenzionata, non determinata dall'industria in quanto frutto di scelte operate esclusivamente dalle ASL e dalle Aziende Ospedaliere, che peraltro pagano in ritardo con tempi medi di 360 giorni;

a limitare di conseguenza alla sola spesa farmaceutica convenzionata il rispetto del tetto di spesa, in misura del 13 per cento del Finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale;

a sostituire la riduzione dei prezzi con una partecipazione finanziaria di pari importo da parte delle imprese sulla base dell'effettivo rilevamento dello sfondamento della spesa farmaceutica da parte dell'OSMeD.

9/1746-bis/349. Moroni, Di Virgilio, Baiamonte, Bocciardo, Ceccacci Rubino, Crimi, Gardini, Mazzaracchio, Palumbo, Boscetto, Fasolino, Lenna, Pelino, Tondo.

 

 

La Camera,

premesso che:

la Strategia di Lisbona, definita dal Consiglio europeo del marzo 2000 e recentemente precisata nella revisione intermedia dell'aprile 2005, è rivolta a porre in essere una serie di azioni da realizzare entro il 2010 in favore della crescita e dell'occupazione;

in questo quadro sono state identificate dalla Commissione quattro azioni prioritarie per conseguire tali obiettivi;

tra le azioni prioritarie, che gli Stati membri si sono impegnati ad attuare entro il 2007, particolare rilievo assumono quelle finalizzate all'aumento degli investimenti nell'istruzione e nella ricerca nonché per promuovere la concorrenza e la competitività delle imprese;

per quanto riguarda l'aumento della competitività delle imprese, il disegno di legge in esame è assolutamente carente nel momento in cui le priva di una fondamentale risorsa come quella del trattamento di fine rapporto;

ancor più preoccupante è la situazione relativa agli investimenti nell'istruzione e nella ricerca ovverosia alla mancanza di tali risorse;

impegna il Governo

a mettere in campo strumenti e risorse per onorare nei tempi previsti gli impegni presi dal Paese in sede europea e scongiurare così il pericolo di pregiudicare il miglioramento del ciclo economico reso possibile dalle manovre finanziarie del precedente Governo di centrodestra.

9/1746-bis/350. Nan, Bocciardo, Dell'Elce, Giudice, Zanetta.

 

 

La Camera,

considerato che:

lo stato attuale del reclutamento degli insegnanti, basato su procedure concorsuali al di fuori di una determinazione vincolante della disponibilità effettiva di posti, ha alimentato, in tutti questi anni, lo stabilizzarsi del fenomeno del precariato e una selezione degli insegnanti non legata ad un'idonea e specifica formazione professionale;

la legge 341 del 1990 istituisce la formazione iniziale universitaria degli insegnanti;

l'età media dei docenti in servizio nel 2003 nelle scuole italiane corrispondeva a 49 anni (rilevazione MIUR);

le modalità di reclutamento degli insegnanti nella UE prevedono, nella generalità, una specifica formazione iniziale universitaria;

le indicazioni dei Consigli europei dell'istruzione e di Organismi internazionali, come l'Unesco vanno nel senso di una riduzione degli ostacoli normativi alla professionalizzazione degli insegnanti;

il decreto legislativo n. 227 del 2005 aveva tenuto conto delle sopra citate valutazioni ed indicazioni;

impegna il Governo

a non svincolare il reclutamento degli insegnanti dalla formazione iniziale e continua universitaria di tipo professionalizzante, peraltro già avviata nelle SSIS, che garantisca una selezione di insegnanti giovani e qualificati;

a prevedere un aumento delle risorse dedicate alla formazione permanente di tutti i docenti.

9/1746-bis/351. Palmieri, Aprea, Garagnani, Carlucci, Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Bernardo, Berruti, Bertolini, Biancofiore, Bocciardo, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Casero, Ceccacci Rubino, Ceroni, Cesaro, Cicu, Colucci, Gianfranco Conte, Nicola Cosentino, Cossiga, Costa, Craxi, Crimi, Crosetto, Dell'Elce, Della Vedova, D'Ippolito, Di Cagno Abbrescia, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Giuseppe Fini, Fitto, Floresta, Gregorio Fontana, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Gardini, Gelmini, Germanà, Giacomoni, Giro, Giudice, Grimaldi, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martino, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Osvaldo Napoli, Palumbo, Paniz, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Mario Pepe, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Ricevuto, Rivolta, Romagnoli, Romani, Romele, Luciano Rossi, Rosso, Paolo Russo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno d'Alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Tremonti, Uggè, Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Alfredo Vito, Elio Vito, Zanetta, Zorzato

 

 

La Camera,

premesso che:

far pagare un ticket ad un cittadino perché non è in grado di diagnosticare se il sintomo che lo colpisce sia grave o lieve, non sapendo a quale ausilio medico riferirsi, si rivolge al Pronto Soccorso più vicino, risulta gravemente ingiusto;

il fatto di unificare i due tickets che la finanziaria originale prevedeva per il Pronto Soccorso in codice bianco e in codice verde del Pronto Soccorso in uno unico alimenta ancora di più la assurdità e la ingiustizia perché tratta alla stessa maniera sintomatologie differenti tra di loro;

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte a concordare con i medici di medicina generale una attiva e costante presenza sul territorio H24, specie nei periodi festivi e prefestivi, per permettere ai cittadini con patologie lievi di trovare un primo riferimento medico a cui rivolgersi onde evitare il ricorso al Pronto Soccorso.

9/1746-bis/352. Palumbo, Di Virgilio, Moroni.

 

 

La Camera,

considerato che la manovra finanziaria per il 2007 non contiene adeguati stanziamenti per la giustizia minorile necessari per raggiungere l'obiettivo di una effettiva rieducazione dei minorenni che commettono reati;

ritenuto che quanto detto al punto precedente sia grave sotto il profilo del fine rieducativo della pena e del reinserimento del minore nella società una volta scontata la pena inflitta;

ritenuto che sia, inoltre, grave e contraddittorio l'atteggiamento del Governo che da una parte si propone come portatore di una politica sociale e dall'altro penalizza fortemente la giustizia minorile contravvenendo alle elementari regole di etica sociale;

impegna il Governo

a incrementare gli stanziamenti a favore della giustizia minorile in misura idonea a consentire un reinserimento del minore nella società.

9/1746-bis/353.Paniz, Adornato, Caligiuri, Di Centa, Floresta, Grimaldi, Osvaldo Napoli, Valducci.

 

 

La Camera,

considerato che:

la legge Finanziaria per il 2007 prevede, in materia di istruzione, modifiche per i percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale;

sussistono gli accordi stipulati in sede di Conferenza Stato-Regioni e tra il Ministero della Pubblica Istruzione e le Regioni per l'avvio dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale, di cui sono stati definiti, attraverso la concertazione istituzionale, gli standard formativi di base e tecnico-professionali nel gennaio 2004 e nell'ottobre 2006;

sono stati rilevati gli esiti positivi ottenuti nei primi percorsi triennali giunti a termine, così come attestato dal censimento ISFOL per il 2006;

gli impegni assunti in sede europea dall'Italia, legati agli obiettivi di Lisbona, che prevedono l'attuazione di strategie mirate a combattere il grave fenomeno della dispersione scolastica e formativa;

impegna il Governo

a consentire, d'intesa con le Regioni, la prosecuzione dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui all'articolo 28 del decreto legislativo 17 ottobre 2005 n. 226, per il conseguimento di una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale e corrispondente almeno al secondo livello europeo, fino alla completa attuazione del secondo ciclo di istruzione secondaria, assicurando a tal fine le necessarie risorse.

9/1746-bis/354. Paroli, Gelmini, Moroni, Romele, Aprea, Aracu, Boscetto, Carlucci, Di Virgilio, Gregorio Fontana, Giro, Lupi, Mario Pepe, Rosso, Uggè, Zorzato.

 

 

La Camera,

considerato che:

la manovra economica per il 2007 non prevede risorse adeguate per l'edilizia carceraria e per l'ammodernamento delle strutture esistenti, mentre sarebbero necessari interventi consistenti per creare delle condizioni di vivibilità migliori all'interno dei nostri istituti di pena per permettere al detenuto avere condizioni di vita dignitose e maggiori possibilità di reinserimento sociale;

quanto indicato al punto precedente è fondamentale per garantire una condizione di vita accettabile ai carcerati anche e soprattutto ispirata ai valori sanciti dal nostro Costituente che ha stabilito che la pena non debba mai consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e debba tendere alla rieducazione del condannato;

è essenziale quindi migliorare il sistema carcerario che, non dimentichiamolo, rappresenta un indicatore importante del grado di civiltà di ogni Paese.

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte a incrementare i fondi per l'edilizia carceraria in modo da migliorare sostanzialmente la condizione carceraria.

9/1746-bis/355. Pecorella, Campa, Cicu, Galli, Mario Pepe, Paolo Russo.

 

 

La Camera,

premesso che:

nel disegno di legge in esame appare chiara la volontà di imporre misure che vanno nella direzione di di ridurre lo spazio di manovra per l'impresa, attraverso l'aumento del costo del lavoro e l'aggravio in genere della pressione fiscale e contributiva;

impegna il Governo

a non perpetuare questo atteggiamento di natura pregiudiziale ed ideologica, che finisce per danneggiare il tessuto produttivo del Paese.

9/1746-bis/356. Pelino, Carfagna, Dell'Elce, Ferrigno, Galli, Lupi, Mormino, Tremonti.

 

La Camera,

considerato che la situazione delle Università del nostro Paese, come anche detto dal Governatore della Banca d' Italia, è carente perché non fa uscire, al termine degli anni di studio, laureati qualificati che possano, poi, entrare nel mondo del lavoro con la giusta professionalità e contribuire alla crescita sociale ed economica del nostro Paese;

considerato che i fondi messi a disposizione dalla manovra economica per il 2007 non sono adeguati per garantire lo sviluppo della ricerca, infatti, in Italia si assiste ormai da molto tempo ad una funga di ricercatori verso i Paesi più avanzati e più dotati di strutture e che al contempo, possano assicurare condizioni economiche più vantaggiose per i nostri scienziati;

ritenuto che lo sviluppo della ricerca è fondamentale per un Paese che vuole crescere economicamente e socialmente e che è necessario, quindi, intervenire in questo settore per creare le condizioni per permettere una maggiore attenzione verso i nostri ricercatori;

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte:

a bandire un concorso per assumere un numero adeguato di ricercatori universitari al fine di potenziare la ricerca di base e quella applicata;

a garantire la dotazione finanziaria necessaria per assumere i ricercatori che dovrà essere finanziato per metà, con fondi del Ministero dell'università e della ricerca e per metà con fondi delle singole Università e con fondi degli istituti di ricerca;

a costituire un'apposita Autorità indipendente che valuti la qualità della ricerca sia universitaria sia degli istituti di ricerca.

9/1746-bis/357. Mario Pepe, Galli, Boscetto, Giuseppe Fini, Lenna, Pili, Simeone.

 

 

La Camera,

premesso che:

lo sport costituisce un'attività di fondamentale importanza per lo sviluppo fisico e morale dei giovani e una pratica indispensabile per contribuire a formare una personalità sana e armoniosa;

tenuto conto che lo sport italiano per radicate tradizioni storiche basa la sua struttura operativa sulle società sportive dilettantistiche che ne costituiscono l'asse portante;

preso atto che l'articolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, ha dato una prima risposta alle esigenze di sopravvivenza e di sviluppo delle società di base, riconoscendone il ruolo primario, definendone le formazione sociale ed assicurando un regime di agevolazioni fiscali, semplificazione di obblighi contabili, detrazioni di imposta per le imprese che sottoscrivono contratti di sponsorizzazioni sportive e la costituzione di un fondo di garanzia presso l'Istituto per il Credito Sportivo per mutui stipulati dall'associazionismo no-profit;

impegna il Governo

nel proseguire l'azione già iniziata nella scorsa legislatura a sostegno dell'associazionismo dilettantistico attivandosi per estendere il regime delle agevolazioni fiscali, le detrazioni di imposta per gli sponsor e per ricostituire il fondo di garanzia presso l'Istituto per il Credito Sportivo, al fine di favorire la costruzione di impianti sportivi di base.

9/1746-bis/358. Pescante, Garagnani, Aracu, Luciano Rossi, Di Centa, Carlucci, Ricevuto, Osvaldo Napoli, Berruti, Palmieri, Martusciello,

 

 

La Camera,

considerata l'insufficiente dotazione delle risorse destinate al Ministero degli affari esteri e i tagli apportati alla rete diplomatico-consolare;

considerato che, sulla base di quanto detto al punto precedente, gli italiani residenti all'estero e quelli che si recano all'estero per motivi di lavoro o di turismo si trovano in particolare difficoltà;

ritenuto che sia fondamentale per il nostro Paese avere una rete consolare più efficiente e più ampia possibile per permettere una migliore fruizione dei diversi servizi offerti dai consolati;

considerato, quindi, che sia grave la riduzione degli stanziamenti perché non permette al nostro Paese di sviluppare adeguatamente ed efficientemente le potenzialità anche imprenditoriali dei nostri connazionali;

impegna il Governo

ad adottre le opportune iniziative volte ad incrementare lo stanziamento dei fondi per la rete consolare in modo da rendere più efficiente il nostro servizio consolare.

9/1746-bis/359. Picchi, Berruti, Dell'Elce, Fabbri, Laurini, Misuraca, Mario Pepe, Romele, Romagnoli.

 

 

La Camera,

considerato che:

in numerose zone delle Regioni Campania, Basilicata e Calabria lo stato della ricostruzione a seguito degli eventi sismici degli anni '80 non supera il 50 per cento del complesso degli interventi;

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte ad incrementare i fondi per la ricostruzione delle aree della Campania e della Basilicata colpite dagli eventi sismici degli anni 1980-1986 di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 aprile 1982 ed alla legge 23 gennaio 1992, n. 32, nonché per gli interventi di adeguamento antisismico di cui alla Ordinanza della protezione civile n. 933 del 1986, ricomprendendovi anche i comuni danneggiati.

9/1746-bis/360. Ponzo, Brusco, Ferrigno, Crimi, Palumbo.

 

 

La Camera,

premesso che:

l'articolo 101 parla di completo trasferimento della spesa sanitaria alla Regione siciliana - con l'elevazione, nel triennio 2007-2008-2009, dell'attuale aliquota regionale di compartecipazione dal 42,5 per cento al 45 per cento, 47,5 per cento e 50 per cento - ignorando per un verso che, in realtà, la partecipazione alla spesa da parte della Regione è di molto superiore a tali aliquote (precisato che la Sicilia destina infatti al servizio sanitario il 90 per cento del gettito IRAP, l'intero gettito dell'addizionale IRPEF e i ricavi propri delle aziende sanitarie, può dirsi che nel 20051a spesa sanitaria di questa Regione rimasta a carico dello Stato è stata pari, al 28 per cento) e che non sono state ancora formalmente emanate le norme di attuazione, di aggiornamento e adeguamento di quelle adottate con decreto del Presidente della Repubblica 9 agosto 1956 n. 1111 modificato con decreto del Presidente della Repubblica 13 maggio 1985 n. 256.

Va ricordato, al riguardo, che anche nella disposizione con la quale lo Stato stabili che, a partire dal 1994, le regioni speciali, tra cui la Sicilia, concorrevano al finanziamento del servizio sanitario - comma 9 dell'articolo12 della legge 24 dicembre 1993, n. 537 - fu previsto che tale concorso avveniva «in attesa delle nonne di attuazione» con le quali si sarebbe dovuto procedere, ai sensi del comma 7 dello stesso articolo 12 appena citato, al completamento del trasferimento delle competenze previste dagli statuti di autonomia delle medesime regioni;

il Governo, con suo emendamento, ha ridotto al 44,85 per cento per l'anno 2007, al 47,05 per cento per l'anno 2008 e al 49,11 per cento per l'anno 2009 rinviando l'applicazione della disposizione, ferma restando la decorrenza dalla data di entrata in vigore della legge finanziaria 2007, resta sospesa sino al 30 aprile 2007, in attesa del raggiungimento dell'intesa preliminare all'emanazione delle nuove norme di attuazione dello Statuto della regione Sicilia;

il relatore aveva, con sua proposta emendativi, rinviato l'applicazione dell'articolo 101 alla reale attuazione delle norme relative allo Statuto della Regione siciliana;

il Ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Chiti, in sede di richiesta di fiducia, ha annunciato che la problematica sarà risolata nell'altro ramo del Parlamento

impegna il Governo

ad affrontare la delicata problematica dell'articolo 101 (spesa sanitaria regione siciliana) di cui al comma 440 del maxiemendamento presentato dal Governo.

9/1746-bis/361. Prestigiacomo, Aracu, Crimi, Gardini, Moroni, Luciano Rossi, Campa, D'Ippolito, Marras, Ponzo, Zanetta.

 

 

La Camera,

premesso che:

la manovra economica per il 2007, pur predisponendo misure per la promozione dell' industria ad alta tecnologia e per la tutela del made in italy, non impegna adeguate risorse in questi settori, per cui gli interventi appaiono sostanzialmente di tipo nominalistico;

il tema della competitività del nostro sistema industriale è assolutamente cruciale per promuovere lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese;

la difesa del made in italy è estremamente importante per salvaguardare i nostri prodotti dalle dilaganti contraffazioni;

sul tema suddetto ci sono stati interventi significativi del Governo Berlusconi nella passata legislatura;

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di incrementare gli interventi finanziari sia per il miglioramento della competitività delle imprese italiane, sia per migliorare le forme di tutela del made in italy.

9/1746-bis/362. Ravetto, Aracu, D'Ippolito, Grimaldi, Tondo.

La Camera;

considerato che gli istituti italiani di cultura all'estero ricevono finanziamenti «a pioggia» gravando sul bilancio del Ministero degli affari esteri;

ritenuto che sia indispensabile una ristrutturazione dei suddetti istituti di cultura magari, con la previsione della loro autonomia funzionale ed operativa;

impegna il Governo

a valutare l'oportunità di intervenire per evitare un dispendio inutile e dannoso di risorse pubbliche che potrebbero essere indirizzate per obiettivi più importanti.

9/1746-bis/363. Rivolta, Baiamonte, Carfagna, Della Vedova, Gregorio Fontana, Pescante, Paolo Russo, Valducci.

 

 

La Camera,

considerato:

che l'articolo 34, terzo e quarto comma della Costituzione, stabilisce: «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso»;

che nel nostro ordinamento il contenuto del diritto allo studio è stato inteso, in una prima fase, in un'accezione «minimale», come coincidente con la nozione di assistenza scolastica e che, per tale motivo, la competenza alla erogazione delle prestazioni è stata trasferita alle Regioni con decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977;

che le rilevanti criticità successivamente emerse non hanno consentito di garantire i livelli essenziali del diritto allo studio;

che negli ultimi anni accademici la percentuale delle borse di studio erogate è stata sempre inferiore all'80 per cento degli aventi diritto;

che per ovviare a tale situazione, con l'articolo 16, comma 4, della legge 2 dicembre 1991, n. 390, è stato istituito, ad integrazione delle disponibilità finanziarie destinate dalle Regioni e dalle Province autonome alla assistenza agli studi universitari, il «Fondo statale per la concessione dei prestiti d'onore» che a seguito dell'approvazione della legge 23 dicembre 1996, n.662 è stato possibile destinare anche alla concessione di borse di studio;

che anche tale soluzione si è rivelata non adeguata;

che la necessità di risolvere urgentemente il problema dell'assoluta inadeguatezza delle risorse destinate alle borse di studio, al fine di assicurarne l'erogazione a tutti gli aventi diritto, è stata in questi giorni auspicata e ribadita con fermezza dal Presidente CRUI;

che, d'altra parte, alla luce della fondamentale funzione che l'istruzione universitaria, nella società della conoscenza deve, svolgere perché il Paese affronti adeguatamente le sfide del futuro, occorre dare un sostegno sempre più cospicuo al percorso formativo degli studenti iscritti ai corsi di studio delle università e delle istituzioni dell'Alta Formazione Artistica e Musicale;

che la riforma del Titolo V della II Parte della Costituzione, operata con la legge costituzionale n. 3 del 2001 sulla materia del diritto allo studio universitario, ha attribuito allo Stato in via esclusiva la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni a beneficio degli studenti «capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi»;

impegna il Governo

a dare piena attuazione agli articoli 33 e 34 della Costituzione istituendo il Fondo Nazionale per il diritto allo studio nel quale far confluire le risorse assegnate al Fondo di intervento integrativo per la concessione dei prestiti d'onore e destinando allo scopo risorse finanziarie per euro 300.000.000 (trecentomilioni) complessivi.

9/1746-bis/364. Ricevuto, Campa, Crimi, Giro, Lainati, Mondello, Ponzo, Vitali.

 

 

La Camera,

premesso che:

la famiglia costituisce l'elemento fondamentale della nostra società;

il provvedimento in esame, in particolare l'articolo 192, pur prevedendo un fondo, peraltro di consistenza inadeguata, per le politiche della famiglia, non predispone interventi diretti a tutelare nel particolare famiglie numerose o con figli affetti da handicap gravi o comunque bisognose di maggior assistenza

impegna il Governo

ad adottre le opportune iniziative normative volte a prevedere sgravi fiscali o a destinare fondi alle famiglie permettendo ad esempio la collocazione in quiescenza di genitori con figli affetti da handicap gravi, abbattendo i costi dei servizi per le famiglie con numero di figli pari o superiori a due, concedendo alle donne assegni consistenti per ogni nuovo nato e maggiori facilitazioni per l'acquisto di libri di testo scolastici, cercando quindi di adeguare le misure di questa finanziaria alle reali esigenze dei nuclei familiari, fatte salve le esigenze di finanza pubblica e le risorse disponibili.

9/1746-bis/365. (Testo modificato nel corso della seduta) Romagnoli, Licastro Scardino, Gioacchino Alfano, Bernardo, Bruno, Craxi, Fallica, Fedele, Jannone, Leone, Lupi, Palumbo, Paroli, Mario Pepe, Pili, Simeone, Tortoli, Verro.

 

 

La Camera,

considerato che:

il Grana Padano rappresenta uno dei pilastri del settore agroalimentare italiano, trasformando ogni anno circa 24.175.000 quintali di latte, pari a circa il 24 per cento dell'intera produzione nazionale di latte, proveniente da 6.750 aziende zootecniche conferenti latte e coinvolgendo 51.500 addetti nell'intero comparto;

sussiste una ben nota e ormai da tempo perdurante situazione di crisi di mercato, riconosciuta anche quale presupposto necessario in occasione della predisposizione del Piano produttivo della DOP GRANA PADANO, approvato con Decreto MIPAAF 27 luglio 2006 (Gazzetta Ufficiale n. 181 del 5 agosto 2006);

detto Piano produttivo, che peraltro è articolato su base quinquennale, non ha tuttavia ancora potuto esplicare i suoi effetti, essendo stato approvato solo di recente e, come noto, essendo stato ridimensionato nell'impatto, in misura di circa il 35 per cento, rispetto a1 progetto originario, a seguito del recepimento delle indicazioni e dei correttivi dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato;

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare e mettere a disposizione risorse adeguate ed idonee a sostenere nell'immediato il mercato interno del Grana Padano e a supportare e sviluppare il più possibile le attività promozionali e divulgative sui mercati esteri, al fine di agevolare e massimizzare i consumi, sia interni che a livello mondiale, del formaggio Grana Padano DOP, in modo tale da garantire al sistema di superare la attuale situazione di grave crisi di mercato.

9/1746-bis/366. Romele, Misuraca, Marinello, Giuseppe Fini, Grimaldi, Iannarilli, Licastro Scardino, Minardo, Paolo Russo , Casero, Fabbri, Giudice, Picchi, Sanza, Saglia.

 

 

La Camera,

considerato che:

con l'articolo 1, comma 333 della legge n.266 del 2005 è stato previsto un assegno di mille euro per i nati negli anni 2005 e 2006, purché di origine comunitaria;

diversi extracomunitari hanno richiesto ed ottenuto l'assegno certificando falso, cioè dichiarando di essere cittadini italiani o comunitari; correttamente le amministrazioni hanno richiesto la restituzione delle somme, senza procedere peraltro alle denunzie per falso in atto pubblico, come sarebbe stato doveroso;

l'articolo 203 del provvedimenti in esame stabilisce che le somme versate non saranno più richieste agli indebiti percettori, con ciò premiando il colpevole, cioè gli extracomunitari che si sono comportati, per dolo o per colpa, scorrettamente;

nulla è invece previsto per i cittadini stranieri che si sono comportati correttamente; è opportuno domandarsi quale segnale stia mandando il Governo di centro sinistra ai «migranti», quello di un Paese dove si è tenuti a seguire le regole o quello di un territorio senza regole dove il più furbo ed il più lesto si prendono ciò che vogliono, tanto poi c'è la sanatoria;

nel 2005 sono nati circa 55.000 minori da genitori extracomunitari e presumibilmente nel 2006 altrettanti ne nasceranno;

impegna il Governo

ad effettuare un monitoraggio della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare eventuali iniziative normative volte a riconsiderare la norma citata in premessa, secondo i firmatari del presente atto assurda, al fine di dare un segnale forte e chiaro in termini di rispetto della legalità e dei principi di equità.

9/1746-bis/367. Luciano Rossi, Bruno, Cicu, Ferrigno, Giro, Leone, Nan, Rosso, Vitali.

 

 

La Camera,

premesso che:

da indagini conoscitive sulla «Istituzione di nuove Province» già condotte è emersa, netta e chiara, l'esigenza di attribuire autonoma dignità ad alcune realtà territoriali che, si contraddistinguono per diverse ragioni rispetto al territorio di cui fanno attualmente parte;

debbono essere promosse e viste con favore quelle proposte dirette a dare adeguato riconoscimento ad aree di particolare interesse sotto il profilo economico, sociale e culturale dotate di specifica individualità;

elementi sintomatici riferibili all'esigenza di creare nuovi organismi provinciali possono richiamarsi:

a) l'unitarietà e l'omogeneità storica, sociale, culturale ed economica dei territori interessati;

b) l'importanza economica e la solidità della relativa struttura produttiva;

c) la tendenza a creare vere e proprie reti industriali;

d) la significatività dei dati statistici e demografici;

e) la localizzazione nel territorio interessato di importanti uffici e strutture statali, giudiziarie, scolastiche, universitarie e sanitarie nonché di importanti associazioni industriali;

f) la presenza di notevoli ed attrezzati servizi pubblici;

g) la densità abitativa, edilizia ed industriale;

h) la presenza sul territorio di rilevanti iniziative promozionali ed anche sportive;

i) la presenza di beni culturali ed ambientali e paesaggistici di notevole interesse;

j) l'esigenza di risolvere problematiche connesse alla viabilità stradale;

l'istituzione di nuove province deve sottintendere la presenza di condizioni indispensabili per accrescere l'efficienza di aree che devono migliorare ed aumentare i propri livelli di competitività capaci di razionalizzare l'organizzazione interna del distretto e favorire armonicamente lo sviluppo economico sociale e culturale del territorio,

impegna il Governo

ad accogliere nel proprio indirizzo e promuovere, consentendo l'opportunità di un percorso normativo, quelle iniziative legislative aventi ad oggetto l'istituzione di nuove province che hanno già ottenuto in un ramo del Parlamento una valutazione positiva anche dalla Commissione competente di merito, nel rispetto delle previsioni normative laddove siano soddisfatti i parametri sopra indicati e sussistano le compatibilità finanziarie del sistema.

9/1746-bis/368. Paolo Russo, Aracu, Fedele, Ponzo, Rosso.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge Finanziaria per il 2007 è estremamente carente per quanto riguarda il cruciale tema della sicurezza; in particolare sono previsti:

notevoli tagli alle risorse per la sicurezza in genere e per le Forze dell'Ordine in particolare;

sono previste solo mille nuove assunzioni che rappresentano un numero assolutamente inadeguato alle esigenze funzionali del settore;

è cancellata l'indennità di specificità,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative volte a destinare maggiori risorse alla Pubblica Sicurezza, ad aumentare sostanzialmente le assunzioni in tale settore ed a reintrodurre l'indennità di specificità.

9/1746-bis/369. Santelli, Costa, Giuseppe Fini, Giro, Misuraca, Vitali, Fallica, Marinello.

 

 

La Camera,

premesso che:

il comma 3 dell'articolo 142, nell'ambito della revisione del modello di finanziamento dell'ANAS, prevede che il canone annuo relativo ai pedaggi autostradali, dovuto allo Stato dalle società titolari di concessionari autostradali, venga elevato al due per cento e sia corrisposto nella misura dei cinquanta per cento direttamente all'ANAS al fine di consentire alla stessa società di coprire i costi derivanti dall'attività di vigilanza sulle società concessionarie autostradali;

il residuo cinquanta per cento viene corrisposto al Ministero delle infrastrutture per permettere al dicastero di incrementare l'efficienza delle funzioni di vigilanza e controllo dell'ANAS e delle concessionarie autostradali;

la norma prevista consente al Ministero la destinazione della quota di canone al potenziamento dell'organico, anche in deroga alla vigente normativa che prescrive il previo accertamento dell'esistenza di professionalità interne nel conferimento di incarichi a consulenti esterni,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, in sede applicativa, di adottare ulteriori iniziative normative volte ad indirizzare direttamente all'ANAS l'intero canone annuo, in considerazione della necessità di assicurare alla società maggiori risorse proprie anche nell'ottica di facilitare il percorso di uscita dell'ANAS dal perimetro della Pubblica Amministrazione, con effetti benefici sul debito del settore pubblico.

9/1746-bis/370. Simeoni, Aracu, Cossiga, Gardini, Cesaro, Franzoso, Romagnoli, Alfredo Vito.

 

 

La Camera,

premesso che:

la Manovra in esame adotta numerose disposizioni per contrastare lo sforamento della spesa sanitaria, prevedendo numerosi oneri a carico delle strutture sanitarie e delle regioni;

va peraltro considerato che tre fattori di crescita della spesa sanitaria sfuggono al controllo governativo: si tratta dell'invecchiamento della popolazione, del crescente costo di cure sempre più avanzate e mirate e dell'aumento dei costi connessi alla «medicina difensiva», definibile come scelta terapeutica dettata più da cautela giudiziaria che da convincimento scientifico;

in merito a quest'ultimo fattore va osservato che a seguito delle polemiche insorte dopo la presentazione di uno studio dell'AIOM, che indicava in un numero elevatissimo le morti dovute in Italia ad errori medici, il Ministro della salute ha chiarito che è al lavoro la Commissione ministeriale per il rischio clinico e la sicurezza dei pazienti, che intende istituire un Osservatorio nazionale sugli errori e la pratica medica e che intende promuovere un disegno di legge sulla responsabilità professionale sanitaria in maniera da assicurare, tra l'altro, forme di gestione del contenzioso più agili,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte ad estendere le attività del citato Osservatorio anche all'analisi dei costi assicurativi e degli oneri dei risarcimenti nel Servizio sanitario, imponendo alle compagnie assicurative l'invio dei dati in loro possesso ripartiti per anno e per procedimento, con particolare riguardo ai dati sui premi incassati, i sinistri denunciati, gli importi riservati ed i risarcimenti pagati;

ad avviare in ciascuna Regione organismi di conciliazione in ambito sanitario nei modi previsti dall'articolo 38 del decreto legislativo 17 gennaio 2003, n. 5 cui sono obbligatoriamente sottoposti i procedimenti aventi a oggetto la responsabilità sanitaria, quando il valore non supera 200.000 euro;

ad invitare le Regioni a stipulare idonee convenzioni con le compagnie assicurative, al fine di calmierare ed uniformare i premi assicurativi e di garantire la copertura di tutti i rischi derivanti all'utenza dalle attività del proprio personale sanitario.

9/1746-bis/371. Stagno D'Alcontres, Aprea, Caligiuri, Crosetto, Iannarilli, Mistrello Destro, Mario Pepe, Paolo Russo, Zanetta.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge Finanziaria per il 2007, prevede: politiche di sviluppo dal punto di vista delle opere infrastrutturali modeste e insufficienti ai fini di un rafforzamento della competitività economica del Paese;

nell'ambito di tale scenario, il miglioramento e potenziamento della dotazione infrastrutturale del nostro territorio, con particolare riferimento ai collegamenti transalpini, ai grandi assi di collegamento dei corridoi paneuropei e nazionali, alle loro diramazioni e alle trasversali peninsulari, costituiscono necessità improcrastinabili per accrescere la competitività dei fattori di produzione e abbattere i costi commerciali;

l'attuale Governo è composto da una vasta componente politica formata da una estrema sinistra e dai Verdi nettamente contrari e avversi con qualsiasi tentativo di modernizzazione del territorio italiano per quanto riguarda il rilancio delle opere pubbliche particolarmente promosse invece dal precedente Governo come ad esempio le grandi direttrici strategiche europee che interessano il territorio italiano e che si identificano nel corridoio 5, est-ovest, che collega Lisbona a Kiev, passando per Barcellona-Torino-Venezia-Trieste/Koper-Postojina-LubianaBudapest, nel corridoio 1, nord-sud, ulteriormente potenziato dall'asse Tirreno-Brennero e dall'asse «dei due mari» (Genova-Rotterdam), nel corridoio 8, che, per il tramite dell'asse adriatico, delle trasversali peninsulari italiane e degli hub portuali italiani, che rappresentano il sistema di connessione delle regioni balcaniche con i Paesi dell'Europa centro-occidentale;

in conformità a tali grandi direttrici strategiche, la legge n. 443 del 2001 - la «legge obiettivo» approvata dal Governo Berlusconi ha messo in atto un ambizioso progetto di infrastrutture del Paese, che aveva come scopo la modernizzazione dell'Italia e l'apertura del territorio italiano al crescente traffico europeo, per assicurare all'Italia un ruolo di ponte tra Unione europea e Paesi del bacino del Mediterraneo e di cerniera tra est e ovest dell'Europa;

dalla manovra finanziaria proposta dal Governo emergono dati poco rassicuranti sulla realizzazione tempestiva delle grandi opere strategiche,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative per la realizzazione delle opere strategiche inserite nella legge obiettivo con particolare riferimento ai trafori transalpini e ai grandi assi di collegamento dei corridoi paneuropei, con i relativi collegamenti trasversali, nonché alle opere previste per il Mezzogiorno.

9/1746-bis/372. Stradella, Casero, Di Centa, Laurini, Palmieri, Luciano Rossi.

 

 

La Camera,

premesso che,

il comma 7 dell'articolo 16 del disegno di legge Finanziaria per il 2007, contiene una disposizione che integra l'articolo 693 del codice della navigazione;

in particolare la norma stabilita del predetto disegno di legge, prevede la destinazione dei beni demaniali non strumentali al servizio della navigazione aerea;

la suddetta norma produrrà effetti distorsivi sotto il profilo tributario penalizzando il settore aeroportuale italiano;

impegna il Governo

a monitorare l'attuazione della citata disposizione al fine di introdurre opportuni correttivi, in particolare prevedendo che la compensazione dei maggiori introiti derivanti dall'utilizzo di beni del demanio aeroportuale, avvenga attraverso un complessivo e prestabilito aumento dei canoni di concessione demaniale gravanti sul sistema aeroportuale, come previsto dal decreto legge 28 giugno 1995, n. 251, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 1995, n. 351 e ad attivarsi per disporre affinché, i gestori aeroportuali versino per gli introiti derivanti per le finalità suesposte, all'ENAC che successivamente provvederà ad affluire all'erario.

9/1746-bis/373. Testoni, Boscetto, Crimi, Giro, Paniz, Simeone.

 

 

La Camera,

premesso che,

il disegno di legge in esame trascura colpevolmente il problema delle infrastrutture, tagliando drasticamente le relative risorse;

questo significa porre in grave difficoltà alcune zone del Paese, che devono la loro debolezza economica e sociale proprio alla mancanza di collegamenti con le grandi reti nazionali ed europee;

a ciò si aggiunga che le aree insulari scontano la fuoriuscita dagli obiettivi dei fondi strutturali e fino ad ora non hanno ottenuto alcuna compensazione in sede europea a questa situazione;

impegna il Governo

a riconsiderare la sua politica in materia di infrastrutture e ad informare quanto prima il Parlamento sull'evoluzione e gli esiti della trattativa in corso in sede europea sui Fondi strutturali relativi al periodo 2007-2013 nonché sui fondi destinati alle aree sottoutilizzate.

9/1746-bis/374. Tondo, Bruno, Crosetto, Fallica, Marinello, Paniz, Sanza.

 

 

La Camera,

premesso che,

la manovra finanziaria all'esame contiene numerose disposizioni negative in materia di ammodermento del sistema infrastrutturale del Paese, in particolare per la manutenzione stradale e dell'ANAS;

la rivisitazione del sistema del governo degli affidamenti dei lavori espletati fino ad oggi autonomamente da parte delle concessionarie autostradali, mettono a ri schio l'occupazione nelle imprese edili che operano nel settore;

impegna il Governo

a monitorare le norme citate in premessa, al fine di introdurre gli opportuni correttivi evitando di peggiorare il settore delle infrastrutture viarie.

9/1746-bis/375. Tortoli, Bernardo, Crosetto, Grimaldi, Mormino, Luciano Rossi.

 

 

La Camera,

premesso che,

la legge finanziaria stanzia risorse per il «proseguimento degli interventi in favore del settore dell'autotrasporto di merci, anche in relazione al fondo istituito,con legge 23 dicembre 2005», presenti nel piano della logistica approvati dal Cipe e contenuti anche nella legge di riforma n. 32 e successive disposizioni;

impegna il Governo

ad assicurare, secondo le intese raggiunte con le associazioni di categoria, la totale messa a disposizione delle necessarie risorse convenute per favorire, nel rispetto dei tempi e modalità definite, la indispensabile crescita delle imprese del settore, al fine di consentire di raggiungere i livelli di competitività necessari per competere sui mercati europei.

9/1746-bis/376. Uggè, Di Centa, Pizzolante, Affronti.

 

 

La Camera,

premesso che,

la legge finanziaria per il 2007 non dedica adeguate misure di sostegno ed adeguate risorse al turismo che rappresenta un punto di forza del nostro sistema economico, ma che deve fronteggiare la sempre più serrata concorrenza internazionale ed in particolare degli altri paesi del bacino del Mediterraneo -:

impegna il Governo

a dedicare maggiore sostegno e risorse alle imprese operanti nel settore del turismo al fine di poter sfruttare a fondo tutte le opportunità di sviluppo e di crescita economica e dell'occupazione che l'industria turistica può dare al nostro Paese.

9/1746-bis/377. Valducci, Azzolini, Boniver, Fitto, Gelmini, Lainati, Mario Pepe, Ponzo, Testoni, Tremonti.

 

 

La Camera,

premesso che,

la finanziaria per il 2007 prevede, fra l'altro, l'obbligo per i titolari delle concessioni del demanio marittimo di consentire il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia antistante la concessione, anche al fine di balneazione;

è previsto, inoltre, che le Regioni debbano predisporre i piani di utilizzazione delle aeree del demanio marittimo, sentiti i Comuni interessati e devono, altresì, individuare le modalità e l'allocazione dei varchi necessari per consentire l'accesso per il raggiungimento della battigia;

impegna il Governo

ad adoprarsi, per quanto di propria competenza, affinché le Regioni ed i Comuni interessati predispongano i piani di utilizzazione delle aree del demanio marittimo e individuino la collocazione dei varchi citati in premessa, prima dell'inizio della prossima stagione balneare e, comunque, entro il mese di maggio 2007.

9/1746-bis/378. Verdini, Bertolini, Carlucci, Cicu, Crosetto, Giuseppe Fini, Galli, Giro, Palmieri, Mario Pepe, Verro.

 

 

La Camera,

considerato che la manovra di finanza pubblica per il 2007 nel suo complesso va ben oltre quanto necessario per rispettare le indicazioni della U.E. e per proseguire nel percorso di risanamento della finanza pubblica, concretamente avviato dal governo Berlusconi nella passata legislatura;

rilevato che gli eccessivi inasprimenti fiscali produrrarmo effetti negativi sull'andamento dell'economia ormai in piena ripresa grazie alle politiche del precedente governo di centro destra;

visto che nel corso del secondo semestre del 2006 il governo ha dissipato in mille rivoli di spesa l'aumento delle entrate tributarie, superiore di oltre 12 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali, che si sta verificando nel corrente anno,

impegna il Governo

a cambiare radicalmente la politica finanziaria evitando di sottoporre il Paese a torchiature fiscali non necessarie e tali da produrre danni gravi sia ai singoli cittadini sia alle prospettive di crescita economica del nostro Paese.

9/1746-bis/379. Elio Vito, Aracu, Baiamonte, Brancher, Ceroni, Fabbri, Galli, Pili, Scajola, Franzoso.

 

 

La Camera,

premesso che,

la montagna italiana ha visto ridursi i propri stanziamenti nel corso degli ultimi anni, nonostante che la Costituzione preveda la tutela dei cittadini nelle zone montane;

per oltre 10 milioni di italiani residenti nei quasi 4.000 comuni montani italiani permangono gravi problemi di collegamento, sanitari, scolastici, di servizi pubblici, oltre che di reddito;

impegna il Governo

ad adottare le ulteriori iniziative volte a ripristinare il Fondo nazionale per la montagna, almeno nella misura pari a quella dell'anno 2003 (61 milioni di euro) a incrementare i trasferimenti di parte ordinaria prevedendo la compartecipazione delle aree montane ad una quota del gettito Irpef oppure ad altre imposte o tariffe legate al territorio.

9/1746-bis/380. Zanetta, Berruti, Gianfranco Conte, Gregorio Fontana, Giro, Palmieri, Picchi, Simeone, Romele, Caparini.

 

 

La Camera,

premesso che,

la soppressione dell'imposta comunale immobili (ICI) relativamente alla prima casa è una proposta che non riguarda un solo schieramento politico, ma è richiesta da forze politiche di diversa ispirazione;

sul totale dell'introito ICI, pari a circa 20 miliardi di euro annui, la soppressione dell'ICI per la prima casa è valutata di poco superiore a 3 miliardi di euro, un intervento alla portata della finanza pubblica, che eliminerebbe un balzello malvisto dai cittadini che lo considerano una tassa su un bene primario e necessario come la casa;

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a sopprimere l'imposta comunale immobili per la prima casa di abitazione.

9/1746-bis/381. Zorzato, Aracu, Caligiuri, Crosetto, Galli, Palmieri, Minardo, Mario Pepe, Paolo Russo, Tortoli.

 

 

La Camera,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative legislative volte ad esonerare dall'obbligo di versamento del contributo al Fondo per l'Erogazione del Trattamento di Fine rapporto (articolo 84, comma 2, A.C. 1746) le società di volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e successive modificazioni, nonché dalle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionali, regionali e provinciali previsti dall'articolo 7, comma 1, 2, 3 e 4, della legge 7 dicembre 2000, n. 383, e delle associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all'articolo 10, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460.

9/1746-bis/382. (Testo modificato nel corso della seduta) Lupi, Volontè, Verro, D'Ulizia, Pedrizi.

 

 

La Camera,

premesso che:

il Comune di Roma, come tutti gli altri enti locali, a causa dei provvedimenti della legge finanziaria 2007 ha subito un forte ridimensionamento dei trasferimenti ordinari non compensati dai trasferimenti ordinari;

il ruolo di Capitale della Repubblica previsto dalla Costituzione sottopone il Comune di Roma ad un impiego straordinario dal punto di vista economico e finanziario;

i due rami del Parlamento hanno approvato una mozione che sostiene la candidatura di Roma a sede delle Olimpiadi del 2016;

recenti incidenti, anche mortali, hanno dimostrato l'arretratezza e l'insufficienza del trasporto pubblico urbano del Comune di Roma, anche a fronte della crescita delle presenze turistiche -:

impegna il Governo

ad adottare iniziative volte ad una rapida approvazione della legge che deve tradurre le disposizioni costituzionali su Roma Capitale, novellando anche la legge 15 dicembre 1990, n. 396 attualmente in vigore;

ad attivarsi per dotare questa legge ed altri provvedimenti legislativi di tutte le risorse che sono necessarie a realizzare nel Comune di Roma le opere pubbliche per il risanamento dei quartieri degradati, per il potenziamento e la messa in sicurezza del trasporto pubblico urbano, per il restauro del patrimonio storico ed artistico, per le funzioni di Capitale della Repubblica;

a reperire tutte le risorse necessarie a sostenere la candidatura di Roma come sede delle Olimpiadi del 2016.

9/1746-bis/383. Buonfiglio, Rampelli, Alemanno.

 

 

La Camera,

premesso che:

il disegno di legge finanziaria 2007 contiene la norma sull'abbattimento delle tariffe per le prestazioni di laboratorio;

in linea con l'esigenza di garantire un miglioramento del complesso dei servizi a beneficio dei pazienti, la norma, oltre al contenimento della spesa, dovrebbe farsi carico anche dell'appropriatezza delle prestazioni e dell'efficienza del sistema di erogazione a mezzo di soluzioni elaborate e condivise tra tutti i soggetti - istituzionali e privati - operanti nel settore;

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative al fine di:

definire il nuovo nomenclatore tariffario delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, garantendo la concertazione con le organizzazioni professionali e scientifiche;

definire percorsi diagnostici e linee guida volti ad innalzare il livello di qualità ed appropriatezza delle prestazioni e di efficienza del sistema di erogazione;

procedere alla rideterminazione dei LEA delle prestazioni di diagnostica di laboratorio, garantendo una più stretta correlazione tra prescrizioni diagnostiche ed effettive finalità di prevenzione, di diagnosi e di cura;

garantire, comunque, che a regime il nuovo nomenclatore tariffario abbia efficacia sia per il settore pubblico che per il settore privato accreditato.

9/1746-bis/384. (Testo modificato nel corso della seduta) Grassi, Bianchi, Cancrini.

 

 

La Camera,

premesso che:

la legge n. 248 del 2006 ha introdotto misure intese a promuovere e stimolare la concorrenza nel settore dei medicinali esenti dall'obbligo della ricetta medica, anche in una logica di contenimento dei costi a carico dei cittadini per l'acquisto di questi farmaci,

la legge Finanziaria per il 2007 si propone di introdurre un nuovo sistema di formazione dei prezzi dei farmaci senza obbligo di ricetta, che ulteriormente stimola la concorrenza tra gli operatori, comportando ulteriori e aggiuntivi effetti positivi e di calmierazione dei prezzi di questi medicinali; e che, parimenti, viene previsto un periodo transitorio nella fase d'avvio che prolunga al 31 dicembre 2007 il blocco dei prezzi massimi di vendita di questi medicinali in vigore al 31 dicembre 2006,

la libera concorrenza del mercato rappresenta, il miglior sistema per garantire al cittadino stabilmente prezzi al pubblico concorrenziali e competitivi, e che il termine del blocco, fissato al 31 dicembre 2007, di fatto rimanderebbe di un anno l'entrata in vigore di un sistema di vera concorrenza,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di riesaminare la scadenza del periodo di blocco dei prezzi massimi di vendita di questi medicinali in vigore al 31 dicembre 2006.

9/1746-bis/385. (Testo modificato nel corso della seduta) Bianchi, Grassi.

 

 

La Camera,

premesso che:

con l'articolo 5, comma 17, del disegno di legge per la finanziaria 2007 si propone l'abrogazione dei commi 7 e 8 dell'articolo 11-quinquiesdecies del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203 convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248 con i quali si è riconosciuta il diritto alla detrazione dell'IVA sugli acquisti e sulle importazioni di beni e servizi necessari per realizzare le operazioni inerenti e connesse all'organizzazione e all'esercizio dei giochi e delle scommesse, tra le quali sono da ricomprendere le operazioni relative all'esercizio del gioco nelle case da gioco;

il venir meno di tale regime di detraibilità dell'IVA introdotto con le norme in discorso costituisce indubbiamente, un ulteriore motivo di preoccupazione per le gestioni delle case da gioco, già sottoposte ad un prelievo fiscale eccessivamente gravoso ed investite da una crisi derivante dal notevole sviluppo che stanno assumendo il gioco on line e tutti gli altri giochi con vincite in denaro (oltre 200.000 new slot con vincita elevata a 100 euro, nonché i due bandi dei Monopoli di Stato con i quali si attribuiscono nuove concessioni di gioco), nonché dallo sviamento della clientela verso i locali dei paesi confinanti, che non hanno i vincoli delle imprese italiane anche sotto il profilo del divieto di fumare;

in aggiunta all'eccessivamente gravoso prelievo tributario i tassi di premio INAIL sono stati recentemente elevati dall'originario 5 per mille a percentuali superiori al 30 per mille, per altro diversificate per ciascuna azienda;

le case da gioco ed i giocatori sono altresì, danneggiati dalla presenza di cosiddetti «prestasoldi» che operano al di fuori della legge praticando, nei pressi dei casinò l'usura nei confronti dei giocatori;

il Governo deve adottare entro il mese di agosto 2007, ai sensi della legge 25 gennaio 2006, n. 29, i decreti legislativi occorrenti a dare attuazione alla direttiva CE 2005/60/CE, in ordine alla normativa antiriciclaggio applicabile alle case da gioco;

impegna il Governo

ad individuare, di concerto con le gestioni delle case da gioco autorizzate, le soluzioni da adottare per rimuovere gli inconvenienti evidenziati in premessa, promuovendo, quindi, anche in via legislativa, le iniziative più idonee.

9/1746-bis/386. Greco, Volontè, Adolfo, Boscetto.

 

 

La Camera,

premesso che:

il comma 440 aumenta progressivamente la misura della partecipazione della regione Sicilia al finanziamento del servizio sanitario nel suo territorio;

tale aumento produrrà degli effetti devastanti sull'architrave amministrativa della Sicilia:

impegna il Governo

a valutare, previo monitoraggio degli effetti applicativi della norma in questione, l'opportunità di modificarla, anche a seguito dell'esame della problematica da parte della commissione paritetica Stato- regione.

9/1746-bis/387.Romano, Drago, Lucchese, D'Alia.

 


La Camera,

premesso che:

la linea ferroviaria Roma-Pescara necessita di essere ammodernata e su questo si sono dichiarate tutte le forze politiche;

il mancato adeguamento della linea su ferro porta enormi sprechi in termini di tempo e di inquinamento;

le percorrenze su ferrovia Pescara- Chieti-Sulmona-Avezzano-L'Aquila-Roma sono d'altri tempi, non paragonabili a quelli delle linee ferroviarie sull'asse Nord-Sud e viaggiatori tra Lazio e Abruzzo trovano più pratico, in molte situazioni, prendere l'automobile o il torpedone;

l'autostrada A24 sopperisce alle carenze della linea su ferro con altri costi ambientali e il traffico automobilistico proveniente dall'Abruzzo si scarica sulla viabilità della capitale, mentre i veicoli dei passeggeri provenienti dal Lazio fanno lo stesso nelle città abruzzesi;

non si possono vedere che effetti positivi dell'adeguamento e miglioramento della linea ferroviaria Roma-Pescara;

negli ultimi cinque anni si è dato un vero impulso al programma di ammodernamento della linea ferroviaria in parola: sono stati completati sia gli studi di prefattibilità e fattibilità e, alla progettazione preliminare, il costo dell'opera ammonta a circa 1.100 milioni di euro;

l'opera è stata inserita nella delibera del CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001;

per sciogliere questo pesante nodo nel trasporto nell'Italia centrale, che non ha alternative se non il protrarsi di una situazione che viene pagata a livello sociale dai cittadini di Abruzzo e Lazio, non si può che portare avanti l'opera con il finanziamento e la messa in atto dei progetti:

impegna il Governo

ad attivarsi per stanziare i fondi per l'ammodernamento della ferrovia Roma- L'Aquila-Pescara e a dare massima priorità al completamento dell'opera.

9/1746-bis/388. Buontempo.


 

 


 

 

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

 


______________  ______________


 

76.

 

Seduta di DOMENICA 19 novembre 2006

 

PRESIDENZA PRESIDENTE FAUSTO BERTINOTTI

indi

DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI

 

 


Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (A.C. 1746-bis) (ore 10,07).

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).

Ricordo che nella seduta di ieri sono stati esaminati e votati gli ordini del giorno.

 

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1746-bis)

 

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale, per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Reina. Ne ha facoltà.

 

GIUSEPPE MARIA REINA. Onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, se pure constatiamo, non senza un certo compiacimento, che il testo di questa legge finanziaria reca taluni elementi positivi, a fronte dei gravi bisogni della nostra Sicilia e del Meridione più in generale, anche - dovete ammetterlo - per l'influsso delle posizioni e delle iniziative che in questi ultimi mesi noi del Movimento per l'autonomia abbiamo assunto dentro e fuori da quest'aula per porre sotto i riflettori l'esigenza di fare ripartire lo sviluppo di tutto il Sud del paese e - non intendiamo sottacerlo - anche grazie all'intervento di parlamentari siciliani della maggioranza che, in tale direzione, si sono battuti e, sotto tale profilo, hanno ben meritato il nostro pieno rispetto, siamo comunque costretti a registrare in questa manovra una sostanziale insufficienza ed un superficiale apprezzamento - direi una disattenzione - rispetto alle misure strutturali che, in realtà, dovrebbero essere adottate per avviare in modo concreto la stagione del riequilibrio fra le parti deboli del paese ed il resto dello stesso, al fine di assicurare la sua vera, mai compiutamente realizzata, unità.

Non contestiamo, come tanti altri si sono affannati a fare in questo lungo dibattito, il fatto che il testo sottoposto dal Governo al nostro esame sia stato implementato come mai prima d'ora era avvenuto (con ben 217 articoli in partenza ed una pletora incredibile di successivi emendamenti), e neppure che la maggioranza abbia trovato il modo - per la verità, assai poco decoroso - di dividersi dentro e fuori il Governo. In realtà, malgrado tutto questo, contestiamo piuttosto il fatto che non si sia riusciti a traguardare in modo compiuto i reali obiettivi di crescita del paese, in un quadro armonico di composizione unitaria delle diversità, nel vero rispetto delle insufficienze e debolezze di chi, in questo paese, ha sempre pagato il prezzo più alto: il sud.

Riteniamo che questa legge finanziaria, come del resto quelle precedenti in questi anni, abbia un difetto all'origine: non è con la riforma delle sue procedure che noi porremo mano alla vera questione che si pone dentro il Parlamento, cioè, quella di ridare senso alla sua centralità rispetto alle tematiche del paese.

Per questo motivo, abbiamo presentato emendamenti importanti, poi trasformati in ordini del giorno, come quello sulla fiscalità di vantaggio, che riteniamo sia, attraverso le modalità che si possono più appropriatamente studiare, l'unico elemento strutturale che può assicurare realmente la ripresa di nuovi investimenti nel sud.

Lo stesso discorso vale per la questione del ponte, sulla cui realizzazione abbiamo dovuto constatare - purtroppo - protervia da parte del Governo nel volere inserire, già nel decreto fiscale collegato, un articolo con il quale venivano sottratte le risorse ad esso devolute per rimetterle in discussione. In altre parole, per affrontare i temi del Sud, si utilizzano soldi e risorse che al sud erano già stati assegnati e attribuiti. Ci saremmo sicuramente aspettati che qualcosa di più - molto di più - ci venisse offerto come compensazione.

Anche su questo aspetto ci attendiamo che, in occasione della seconda lettura al Senato, si dia almeno la possibilità alla regione siciliana - e, se lo vuole, anche alla regione Calabria - di acquisire il pacchetto di maggioranza della società Stretto di Messina. Vedremo se questa tematica potrà essere affrontata in un modo diverso, ma anche più concreto ed incisivo, rispetto alle attese delle nostre popolazioni.

Prendiamo atto con particolare soddisfazione del fatto che è stato accettato, sia pure come raccomandazione in un ordine del giorno, il nostro emendamento che prevede la possibilità di utilizzare aliquote nell'accisa sulle benzine e sui carburanti per autotrazione. Sappiamo che un ordine del giorno siffatto può significare nulla o molto. Ci attendiamo quindi che, al Senato, si trovi il modo di articolare meglio la possibilità di far diventare concreta questa misura tanto attesa dalle popolazioni meridionali, una misura strutturale che ci permette di fare evolvere positivamente lo sviluppo delle nostre popolazioni.

Signor Presidente, concludo il mio intervento con una sentita raccomandazione. Siamo convinti che occorra più Mezzogiorno in Italia. L'Italia ha bisogno del Mezzogiorno. Se vi sarà più Mezzogiorno in Italia, ci sarà più Italia nel Mezzogiorno! Questa aspirazione ci guida e speriamo che il paese ritrovi la via di una possibile soluzione di sviluppo nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brugger. Ne ha facoltà.

 

SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, nonostante indubbie lacune iniziali contenute nel testo arrivato i primi di ottobre presso questo ramo del Parlamento, ed anche errori di comunicazione sulle scelte operate (fattori che - non nascondo - ci hanno messo in difficoltà con il nostro elettorato), abbiamo condiviso fin da subito le priorità e gli obiettivi generali di questa legge finanziaria. Penso, innanzitutto, al rientro dal debito pubblico, con scelte di carattere strutturale che l'Europa ci ha imposto a seguito della procedura di disavanzo eccessivo avviata nel luglio 2005 dall'Ecofin.

Siamo consapevoli, giacché è su tali temi che è apparso decisivo il consenso avuto nelle elezioni politiche, dei tempi urgenti indicati dal Governo per le politiche di risanamento. Non comprendere la dimensione e l'urgenza delle misure da adottare per l'aggiustamento strutturale dei conti pubblici avrebbe significato solo protrarre l'ipoteca negativa a cui la precedente maggioranza di Governo ha assoggettato il paese per anni.

Le scelte per stimolare lo sviluppo e la competitività del paese - altro punto qualificante di questa manovra -, grazie ad una serie di disposizioni volte al sostegno del mondo imprenditoriale, in particolare delle piccole e medie imprese italiane, ci hanno trovato d'accordo fin da subito sul cuneo fiscale e, in corso d'opera, sul TFR, con la correzione operata a favore delle imprese con meno di 50 dipendenti e con la riduzione dei maggiori costi sostenuti per l'apprendistato.

In tal senso, vanno inoltre giudicati con favore il ripensamento sulla tassa di soggiorno, che ha fatto tirare un sospiro di sollievo al settore turistico-alberghiero, e la deducibilità, per i professionisti, dei costi di ammortamento degli immobili strumentali.

Su questi temi, noi parlamentari delle Minoranze linguistiche ci siamo impegnati a fondo. Riteniamo, però, necessario monitorare l'andamento di alcune disposizioni contenute nel disegno di legge finanziaria che altrimenti rischieranno, a nostro avviso, di penalizzare la competitività delle imprese italiane con un eccessivo aggravio di costi. Penso, ad esempio, alla limitata deducibilità delle spese per auto aziendali, alle norme sugli studi di settore e all'innalzamento delle soglie minime al di sotto delle quali alcune società sono considerate non operative.

La maggioranza si è assunta la responsabilità di avviare il risanamento del paese con misure di equità e di sviluppo. Una valutazione condivisa anche dal presidente di Confindustria Montezemolo, che ha riconosciuto la necessità che la manovra di bilancio fosse molto dura; il suo appello ad un patto per la produttività e ad un'opportuna concertazione a tale fine non può che essere accolto positivamente.

Per quanto riguarda l'equità sociale, possiamo dire che la maggioranza ed il Governo sono stati di parola. Questa finanziaria è davvero impostata su solidarietà ed equità sociale, in modo particolare sulla famiglia. Faccio due esempi. La nuova curva IRPEF ha operato una redistribuzione dei redditi con misure effettive di sostegno alle famiglie e ai lavoratori autonomi entro i 30 mila euro e ai dipendenti entro i 40 mila euro, nonché il raddoppio delle risorse destinate al fondo per i non autosufficienti.

Le norme contenute nel maxiemendamento hanno tuttavia riproposto problemi, per i quali era stata concordata una soluzione in sede di confronto con i gruppi parlamentari di maggioranza, che il Governo si era impegnato a correggere. Occorre, dunque, che gli impegni presi vengano rispettati in sede di esame del disegno di legge finanziaria al Senato. Mi riferisco, in modo particolare, al mondo del volontariato e alle associazioni con scopi dilettantistici, come bande musicali, cori e filodrammatiche, e all'opportunità per questi soggetti di godere di un regime fiscale agevolato. Ricordo, inoltre, la clausola di salvaguardia finale per proteggere le specificità delle regioni a statuto speciale e delle province autonome.

Il nostro è invece un giudizio molto positivo sull'importante risultato raggiunto con il nuovo patto di stabilità in cui il vincolo sui saldi e non più sulle spese riconosce il ruolo essenziale delle regioni e delle province autonome.

È, quindi, con fiducia, per quanto potrà essere fatto in Senato, che annuncio il voto favorevole della componente politica delle Minoranze linguistiche (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catone. Ne ha facoltà.

 

GIAMPIERO CATONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, a nome del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista voglio ringraziare il Governo per aver posto la questione di fiducia sul disegno di legge finanziaria per il 2007. Attraverso la richiesta di questo voto, infatti, il Governo è stato finalmente costretto a consegnare alla Camera dei deputati un testo, per noi deprecabile, ma che ha almeno il merito, giunti a questo punto, di poter essere letto e finalmente conosciuto nella sua interezza da questa Assemblea e da tutto il paese.

Quello che è stato taciuto dolosamente agli italiani è che, a causa dei continui mutamenti imposti dal Governo e dalla maggioranza, nessuno, nemmeno questa Assemblea parlamentare, è stato in condizione di conoscere compiutamente, e quindi responsabilmente discutere, il complesso dell'intera manovra. Una grande confusione, insomma, ha regnato in questa prima finanziaria scritta dal Governo Prodi; confusione che ha raggiunto un livello intollerabile - aggiungiamo - per un paese civile membro dell'Unione europea. Ci siamo trovati di fronte ad un maxiemendamento presentato dal Governo che si compone di oltre 800 commi (sottolineo, 800 commi). Siamo stati quasi costretti, come semplici comparse di una sceneggiata di cattivo gusto scritta da altri, a votare sì o no alla richiesta di fiducia posta dal Governo, e ciò senza essere entrati nel merito del testo definitivo di questa legge economica. Qualcuno ha detto: se non puoi convincerli, confondili. E questo è un caso da manuale. Il Governo e la maggioranza hanno giocato e continuano a farlo utilizzando la confusione da loro stessi ingenerata per far sì che il Parlamento e gli italiani, stanchissimi dopo questa maratona, capendo sempre meno, alla fine, accettassero supinamente questa manovra finanziaria iniqua ed inutile. Ebbene, noi vogliamo dire forte e chiaro che non ci prestiamo a questo giochetto. La nostra opposizione a questa disastrosa manovra finanziaria e al Governo Prodi, che ne è l'autore, non verrà meno.

Non siamo e non saremo confusi nemmeno nell'esporre a tutti gli italiani le ragioni del nostro dissenso e della nostra indignazione per questa finanziaria e per l'iter fin qui seguito, che ha rappresentato una presa in giro per l'intero Parlamento e per tutto il popolo italiano. Il ministro Chiti ha giustificato l'altra sera in quest'aula la richiesta di voto di fiducia con la solita scusa dell'ostruzionismo dell'opposizione. È questo un argomento talmente trito e falso che forse non merita neppure una risposta. Noi sosteniamo, caro ministro Chiti, che avete dovuto perdere tempo soprattutto per trovare un accordo all'interno della vostra maggioranza, dove abbiamo assistito ad una sorta di negoziazione permanente; solo adesso, forse, ma non ci crediamo del tutto, siete riusciti a concordare un testo.

Durante le fasi convulse e farsesche che hanno contraddistinto l'iter del provvedimento, si è svolto un vero e proprio mercato all'interno della coalizione che appoggia il Governo Prodi, addirittura, nell'ultima fase, con i deputati della maggioranza che stazionavano davanti a palazzo Chigi per chiedere questo o quel cambiamento. È a causa di questo mercato permanente che il testo del disegno di legge finanziaria è stato cambiato dal Governo di ora in ora, per poi arrivare a porre la questione di fiducia, chiesta non per far fronte al presunto ostruzionismo dell'opposizione, ma per chiudere, appunto, la vostra trattativa interna e giungere ad un testo definitivo, finalmente pubblico. Il ministro Chiti ha poi sostenuto che quello finalmente scaturito dal maxiemendamento rappresenta un ottimo testo, una sorta di pietra miliare per le sorti del paese. Ebbene, si è smentito immediatamente quando ha detto che comunque questo testo sarà certamente emendato al Senato. Si tratta di una situazione nuova ed intollerabile. Assistiamo, infatti, alla situazione tragicomica nella quale il Governo ci confessa di non avere ancora chiuso i mercatini al suo interno e si riserva, pertanto, un'appendice di negoziati al Senato.

Signor Presidente, a questo punto, dobbiamo sottolineare gli aspetti più negativi di questa manovra finanziaria, quelli cioè che danneggeranno di più il paese e che maggiormente causano la nostra indignazione e il nostro dissenso. Signori del Governo, avete proceduto ad introdurre decine e decine di nuove tasse, ad inasprire le aliquote fiscali e a mettere pesantemente le mani nelle tasche degli italiani. Avete poi cercato di ridurre alcune voci di spesa, in parte con artifizi contabili e in parte togliendo soldi a quelle categorie e a quei gruppi sociali che avevano meno potere contrattuale nei confronti di questo Governo. Pensiamo, ad esempio, allo scandalo delle riduzioni di bilancio per le Forze armate; siete giunti al punto di spingere persino i carabinieri a mettere in cantiere una manifestazione di protesta contro i tagli, protesta poi rientrata solo per il senso di responsabilità dell'Arma. Insomma, vi siete comportati in maniera debole con gli interessi forti e forte con gli interessi che non hanno sufficienti mezzi per farsi ascoltare, ma che non per questo sono meno importanti.

In conclusione, in queste settimane abbiamo assistito ad un marasma incredibile; il modo con cui il Governo ha tentato di scrivere la finanziaria, ma anche la sua azione politica, sono stati di grave danno per tutta l'Italia. La sintesi è comunque semplice e comprensibile: dal lato delle spese avete salvaguardato tutti i cosiddetti santuari della sinistra, mentre avete attuato tagli brutali, spesso insensati e in molti casi ingiustificati e sempre rozzi e meditati, verso quelle branche della pubblica amministrazione prive di strumenti di pressione sul Governo. Vogliamo citare, ad esempio, l'abolizione delle questure in alcune province della Sicilia e della Calabria, notoriamente a rischio criminalità: roba da non crederci! Ma è sul versante delle entrate che avete compiuto degli autentici scempi. Avete previsto decine e decine di nuove tasse mettendo le mani nelle tasche degli italiani con uno spirito che sa tanto di rivalsa e di odio sociale.

La vostra manovra di finanza pubblica è composta per oltre due terzi di nuove tasse, di nuovi prelievi a quella parte di italiani già noti al fisco, mentre la vostra presunta e sbandierata lotta all'evasione fiscale produrrà effetti - se mai li produrrà - solo nel lunghissimo periodo.

A pagare il conto delle vostre nuove tasse saranno solo quegli italiani che oggi già pagano le imposte.

Ma contro quali soggetti sociali avete specificamente indirizzato la vostra furia e la vostra persecuzione fiscale? Non contro gli evasori, e nemmeno contro i veri ricchi - con i quali, tra l'altro, intrattenete cordiali rapporti, sia in sede bancaria sia in ambito confindustriale -, ma verso le persone che appartengono alla piccola e media borghesia, vale a dire le classi appartenenti al ceto medio e medio-basso. Avete dato un ristoro fiscale alle classi meno abbienti - il ceto medio-basso - di circa 20 euro mensili: 20 euro mensili! Una presa in giro, una cifra irrisoria, quindi, a fronte della quale avete, invece, tassato e colpito per una cifra ben maggiore la piccola e media borghesia.

Oltre a tali ceti, vi sono, tuttavia, altre due importanti vittime di questa legge finanziaria; esse sono lo sviluppo economico del nostro paese e le riforme strutturali, ivi comprese le vere liberalizzazioni e la riforma della spesa pubblica. Presidente Prodi, ministro Padoa Schioppa, che ne è stato di questi due temi, che pure erano il vostro cavallo di battaglia? Come potete spiegare al paese che state aiutando la ripresa economica quando, nel contempo, caricate il sistema di settanta nuove tasse?

Per quanto riguarda le riforme strutturali sul lato della spesa pubblica, valgono le considerazioni già svolte. Il semplice fatto che non ne abbiate fatto menzione in questa finanziaria - dove pure potevano trovare spazio, essendo il testo una sorta di enciclopedia, il cui volume cartaceo pesa diversi chilogrammi - significa che non sarete nelle condizioni politiche di poter affrontare, né ora né mai, l'argomento. Queste riforme strutturali, delle quali il paese ha assolutamente bisogno, non potranno essere affrontate dal Governo Prodi, né ora né l'anno prossimo, né mai, finché egli rimarrà in carica. Solo a titolo di esempio, ricordo che il Presidente Prodi ha provato timidamente a dichiarare che l'anno prossimo si sarebbe aperto un confronto sulle pensioni ed è stato zittito, in tempo reale, da un comunicato di Rifondazione Comunista.

Nel paese, è montata e sta montando la protesta contro le scelte del Governo Prodi: cosa si risponde? Ebbene, Prodi ha dichiarato che manifestare contro il Governo può essere pericoloso.

Siamo giunti al punto che il Presidente del Consiglio, sicuramente a causa di un lapsus, ha però mutuato una frase desumibile da ben altri ambienti che non quelli della Presidenza del Consiglio, per minacciare sostanzialmente gli italiani. Prodi ha poi proseguito definendo pazzi, egoisti e addormentati quanti non la pensano come lui. Che giudizio dare? Come replicare a Prodi?

 

PRESIDENTE. Deve concludere...

 

GIAMPIERO CATONE. Di fronte ad affermazioni come queste, ci domandiamo se non siamo di fronte ad un caso clinico più che ad un caso politico; in ogni caso, la risposta non può non consistere nella nostra opposizione e nel nostro appoggio, convinto e deciso, alla manifestazione contro questo Governo e la sua legge finanziaria il prossimo 2 dicembre, a Roma.

 

PRESIDENTE. Deve concludere...

 

GIAMPIERO CATONE. Nel ribadire, quindi, il voto contrario del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista, annunciamo che proseguiremo la nostra durissima opposizione in tutte le sedi contro questa legge finanziaria ed il Governo Prodi che ne rivendica la paternità (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabris. Ne ha facoltà.

 

MAURO FABRIS. Signor Presidente, onorevoli colleghi, italiane e italiani che ci ascoltate, voglio iniziare questo mio intervento - ne sento proprio il bisogno - esprimendo la più netta condanna dei deputati del gruppo dei Popolari-Udeur per gli orribili fatti avvenuti ieri a Roma, quando sono stati offesi la memoria e l'onore dei nostri soldati caduti a Nassiriya (Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur, Forza Italia e Democrazia Cristiana-Partito Socialista). Esprimiamo ai loro familiari ed all'Esercito italiano la nostra totale solidarietà ed il sostegno contro tali gesti ignobili, che tutti devono decisamente condannare.

Noi oggi siamo in Assemblea per esprimere di nuovo, con il voto sulla legge finanziaria, il nostro sostegno al Governo. Ma siamo qui anche perché così ha voluto l'opposizione: mai come quest'anno, infatti, la legge finanziaria avrebbe potuto essere per intero discussa ed approvata senza bisogno della questione di fiducia. Avremmo così restituito al Parlamento quel ruolo di luogo privilegiato del confronto politico che il Governo precedente gli ha negato negli ultimi tre anni. Trovo sia dunque ridicolo quanto sostiene oggi l'opposizione, ovvero che la questione di fiducia espropri il Parlamento, quando la Casa delle libertà, negli ultimi tre anni, sulle ultime tre leggi finanziarie, l'ha sempre posta. E ciò accadeva nonostante la Casa delle libertà avesse, con la vecchia legge elettorale, 100 deputati e 40 senatori in più. Altro che i numeri stretti spettati a noi con la nuova e vergognosa legge elettorale!

Considerando i nostri lavori, senza polemica alcuna, ritengo, colleghi dell'opposizione, che voi dovreste addirittura ringraziarci perché abbiamo ridato dignità al confronto tra Parlamento e Governo. I parlamentari della maggioranza - e a maggior ragione quelli dell'opposizione -, nei tre anni precedenti, per così dire, non hanno toccato palla. Un anno fa, quando eravate voi al Governo, al Senato la legge finanziaria giunse all'esame dell'Assemblea il 7 novembre e la questione di fiducia fu posta due giorni dopo; e così accadde anche al

La Camera, dove la legge finanziaria giunse all'esame dell'Assemblea il 12 dicembre e la fiducia fu posta il 14 dicembre: due giorni, e via con la fiducia! Quest'anno, almeno, si è avuto il tempo - cinquantuno giorni, tra Commissione e Assemblea - per discuterla e approvare anche 15 importanti articoli, con aperture reali verso l'opposizione, come dimostra l'approvazione di ben 39 delle vostre proposte emendative: evenienze mai verificatesi negli ultimi cinque anni.

Siamo stati costretti a porre la questione di fiducia perché, dopo dieci giorni di esame, chiusi in questa Assemblea, restavano ancora da discutere altre 4 mila 500 delle vostre proposte emendative. E pensare che voi dell'opposizione avevate promesso, a settembre, poche e qualificate proposte emendative per sfidare il Governo. Ma chi le ha viste, proposte emendative siffatte? Divisi come siete al vostro interno, non avete trovato l'unità sui temi sui quali sfidarci, come dimostra il fatto che non riuscirete neppure a stare insieme in occasione della manifestazione del 2 dicembre.

Peccato: avremmo potuto svolgere un confronto ancora più costruttivo. Confronto che in futuro dovrà essere garantito cambiando le regole per approvare la legge finanziaria che ci evitino le sceneggiate di questi giorni. In fondo, lo ammetto, con il vostro ostruzionismo, questa volta, ci avete persino fatto una cortesia. Abbiamo, infatti, avuto il tempo, noi parlamentari della maggioranza, di cambiare, nel confronto con il Governo, quelle parti della legge finanziaria che non andavano bene. Il provvedimento che verrà licenziato da questa Camera - lo voglio dire in particolare a chi ci ascolta - non è più, dunque, la legge finanziaria che tante proteste aveva sollevato quando fu presentata. Lo vogliamo dire alle categorie, ai cittadini ed a quanti l'hanno contestata, in queste settimane. Vogliamo dire loro che il Parlamento, la maggioranza, noi dei Popolari-Udeur non ci siamo mostrati sordi alle critiche. Certo, quelle critiche si potevano evitare; vi doveva essere sicuramente più concertazione con le categorie, con gli artigiani, con i commercianti, con i professionisti, che rappresentano centinaia di migliaia di microaziende, milioni di lavoratori, che producono una ricchezza pari al 18 per cento del prodotto interno nazionale. Vi doveva essere con loro quella concertazione che è intervenuta invece con la Confindustria e con i sindacati.

Di tali proteste, noi dei Popolari-Udeur ci siamo fatti subito portavoce, ottenendo ad esempio che venisse eliminato il 10 per cento di contributo sull'apprendistato per i giovani. Abbiamo, tuttavia, tenuto fermi i muri maestri della legge finanziaria, per compiere quell'opera di risanamento dei conti pubblici cui ci ha obbligato il Governo precedente tagliando 7 miliardi di euro di spesa dello Stato. Ma, all'interno di quei muri maestri, sono stati apportati evidenti cambiamenti e ristrutturazioni, ed altri ancora ne faremo al Senato; in tal senso, il Governo si è impegnato per quanto riguarda la sicurezza, i Carabinieri ed i Vigili del fuoco.

D'altra parte, noi dobbiamo ora rimediare ai guasti di cinque anni del Governo precedente, che ha lasciato il paese in piena crisi economica e sociale, con un rapporto deficit-PIL salito al 4,2 per cento, segno di un collasso della finanza pubblica di cui hanno fatto le spese le famiglie e le imprese. Negli anni scorsi, l'Italia è rimasta ferma, mentre i nostri principali competitori hanno fatto registrare una crescita superiore al 2 per cento; i consumi delle famiglie si sono ripresi solo da qualche mese, mentre dal 2003 al 2005 la loro spesa media è aumentata appena di 98 euro, con una punta negativa nel Mezzogiorno, dove l'aumento è stato di soli 22 euro. Ciò ha costretto gli italiani a concentrare la loro spesa unicamente sui generi di prima necessità. Se in Italia le famiglie povere sono ancora l'11 per cento del totale, per le imprese non è certo andata meglio. Recatevi in un'azienda italiana piccola o grande che lavora sui mercati esteri e chiedetegli quale sia il suo principale problema. Vi risponderà: essere stata lasciata sola dalle nostre istituzioni. La crisi si è fatta sentire anche sui negozianti, sui piccoli negozi di cui l'Italia è ancora piena.

Questa legge finanziaria, grazie anche all'approvazione di proposte emendative dei Popolari-Udeur, mira ora a redistribuire quel reddito che prima era cresciuto solo per quanti già guadagnavano tanto. Prima, chi era ricco diventava sempre più ricco ed i poveri diventavano sempre più poveri; prima, alcune imprese facevano sempre più utili mentre altre, soprattutto le piccole e medie imprese, venivano lasciate sole. Prima, alle aree deboli del paese, il Mezzogiorno e tante altre zone sparse per l'Italia, venivano tolti gli incentivi per la nuova imprenditoria e per quella giovanile e femminile, nonché le leggi di sostegno e gli accordi di programma; ora, invece, quegli aiuti torneranno con risorse certe e programmate. Ciò sarà possibile grazie anche al recupero di risorse che questa legge finanziaria farà tagliando strutturalmente le spese e recuperando l'evasione e l'elusione fiscale.

Noi non vogliamo certo punire chi guadagna di più; noi dei Popolari-Udeur assolutamente non riteniamo che la ricchezza sia un reato. Si tratta, invece, di dare finalmente di più a chi ha avuto meno. Ora, con questa legge finanziaria, l'IRPEF sarà più leggera per tutti i redditi sotto i 40 mila euro. La famiglia composta da un lavoratore dipendente con coniuge e due figli non pagherà l'IRPEF fino ad una soglia di reddito di 4 mila 800 euro, e nemmeno il dipendente singolo fino ad 8 mila euro.

Abbiamo posticipato al 2009 la tracciabilità dei pagamenti attraverso l'uso della moneta elettronica, che tanto aveva spaventato. Insomma, le risorse sono aumentate, quelle per le non autosufficienze sono state raddoppiate.

Abbiamo introdotto la tassa di scopo, avviando così, noi del centrosinistra, il federalismo fiscale, per cui ogni comune potrà realizzare subito i progetti che i cittadini vogliono pagarsi sul loro territorio. Abbiamo recuperato più soldi e più uomini per far funzionare finalmente la giustizia, sostenendo le richieste del ministro Mastella. Il taglio del cuneo fiscale, inoltre, permetterà alle imprese di disporre di maggiori fondi da investire. Insomma, quando a gennaio questi benefici diventeranno concreti nelle tasche di circa il 90 per cento degli italiani, con più soldi nelle buste paga e con più soldi che rimarranno nelle casse delle aziende, siamo convinti che le polemiche di questi giorni scompariranno.

Questa è dunque una legge finanziaria che, per la prima volta, cerca di coniugare tre elementi: rigore, equità e sviluppo. Una finanziaria che ci è stata richiesta dall'Europa e che anche il Fondo monetario internazionale ha giudicato all'altezza degli obiettivi da raggiungere. Una finanziaria che non è proprio quella che volevamo noi dell'Udeur, ma che consideriamo solo il primo passo di una strategia di rilancio del paese che il centrosinistra dovrà compiere nei prossimi quattro anni.

Signor Presidente, è con questa convinzione che, a nome del gruppo parlamentare dell'Udeur, rinnovo la fiducia al Governo che ci onoriamo di sostenere, annunciando il nostro voto favorevole sulla legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Popolari-Udeur, La Rosa nel Pugno e Verdi).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

 

ANGELO BONELLI. Signor Presidente, colleghe, colleghi - e un buongiorno alle italiane e agli italiani -, prima di questo intervento, noi Verdi vogliamo assolutamente condannare i fatti e gli slogan squallidi pronunciati ieri nella città di Roma in occasione di uno pseudo corteo pacifista. Si tratta di slogan contro la pace, e noi Verdi vogliamo condannare questi ignobili slogan (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e La Rosa nel Pugno)!

Stiamo per votare la prima legge finanziaria del Governo dell'Unione e noi Verdi, nel rivolgerci al Parlamento e agli italiani e alle italiane che stanno ascoltando i nostri interventi, vogliamo spiegare le ragioni di una manovra così rigorosa e difficile. Per fare ciò, è necessario dire da dove siamo partiti, quale era la situazione economica e finanziaria del nostro paese prima del Governo dell'Unione. A tal fine, fornirò alcuni dati macroeconomici provenienti da organismi ufficiali, tra i quali il Fondo monetario internazionale.

Prima del Governo dell'Unione, il tasso di crescita dell'Italia, tra il 2002 e il 2005, è stato solo dello 0,1 per cento, dunque meno 1,3 per cento rispetto alla media europea. Il tasso di diseguaglianza nei redditi è aumentato dell'1,2 per cento, il tasso di povertà è cresciuto dell'1 per cento, la spesa, tra il 2001 e il 2005, è cresciuta di 90 miliardi di euro.

Gli economisti del Fondo hanno ricordato che il livello del debito pubblico dell'Italia è tra i più alti del mondo; quindi, il precedente Governo ha perso le elezioni, ma ha lasciato l'Italia fortemente indebitata ed impoverita. Si è trattato di una politica irresponsabile, che non ha pensato di curare e tutelare il futuro degli italiani; si registrano conti fuori controllo, grazie ad una politica di condoni e di evasione fiscale. Quando si indebita un paese, lo si consegna in mano alle banche, alle finanziarie, si compromette il futuro degli italiani, che non diventano più padroni della loro vita.

Era doveroso avviare una radicale azione di cambiamento per rispetto degli italiani, pertanto abbiamo chiesto che questa legge finanziaria fosse rigorosa anche nel garantire le tutele sociali, ambientali e le drammatiche questioni poste dal lavoro precario.

Abbiamo cominciato ad assumere iniziative in senso contrario a quanto fatto dai nostri predecessori. Ad esempio, chi guadagnava dai 3.500 euro ai 5 mila euro al mese ricevette, a seguito del taglio delle tasse operato dal Governo Berlusconi, un aumento oscillante tra gli 800 e i 1.500 euro all'anno. A questa fascia di popolazione fu regalato l'85 per cento dei vantaggi fiscali, a chi invece guadagnava 1.200 euro al mese furono dati solo 26 euro all'anno, circa 2 euro al mese. Ebbene, noi abbiamo fatto l'esatto contrario. Abbiamo consentito che il 90 per cento della popolazione potesse ricevere vantaggi fiscali.

Inoltre, questa finanziaria prevede importanti interventi, in particolar modo nel campo delle politiche sociali. È previsto un fondo di 500 milioni di euro in tre anni per le persone non autosufficienti, un fondo di 630 milioni di euro per le politiche della famiglia, un fondo di 300 milioni di euro per i servizi socio-educativi, per asili nido e servizi integrativi, un fondo di 360 milioni di euro per le politiche giovanili finalizzato alla formazione culturale e professionale, fondi pari a 45 milioni di euro per la sicurezza stradale. Inoltre, 150 mila precari della scuola, nei prossimi tre anni, saranno assunti e quasi 200 milioni di euro sono previsti per le assunzioni nelle università e negli enti di ricerca, nei quali tra l'altro è prevista la stabilizzazione dei ricercatori, tecnologici e tecnici, attraverso l'istituzione di un fondo di 50 milioni di euro.

È stata rafforzata la banca dati tributaria per la lotta all'evasione fiscale. La destra, quando ha governato, ha detto agli italiani e ha teorizzato che i cittadini erano costretti ad evadere le tasse, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono milioni e milioni di italiani - che in questo momento ci stanno guardando - che le tasse le pagano, le pagano sempre perché ricevono la busta paga! Infatti, il nostro modello non è quello di Flavio Briatore che osanna alla ricchezza e, di fatto, anche all'evasione!

Tuttavia, si tratta di una legge finanziaria che, nonostante il rigore con il quale è stata scritta, ha subito, grazie anche al lavoro dei Verdi e di tutta la coalizione, importanti modifiche, che segnano una svolta ecologista. I comuni, nel rilascio delle concessioni edilizie per le nuove costruzioni, saranno obbligati a prevedere l'installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Un fatto importante che consentirà di risparmiare sulla bolletta elettrica e, nello stesso tempo, di sviluppare le imprese e l'occupazione nel campo dei rinnovabili, colmando in tal modo un ritardo storico.

Sempre grazie all'iniziativa parlamentare dei Verdi, 400 milioni di euro per i prossimi quattro anni, inizialmente destinati all'Enel per realizzare opere di compensazione per i nuovi impianti energetici, saranno utilizzati per ridurre la bolletta elettrica a vantaggio delle famiglie disagiate. Sarà adottato anche un programma di efficienza energetica.

Sono inoltre previste agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici finalizzati al risparmio di calore, con detrazioni pari al 55 per cento fino ad un massimo di 100 mila euro. Avremo più biocarburanti, per ridurre progressivamente la dipendenza dal petrolio e dare un contributo alla lotta all'inquinamento delle città.

Tra l'altro, sempre su nostra proposta, è stato istituito un fondo per la mobilità sostenibile, pari a 270 milioni di euro in tre anni. Tale fondo avrà la funzione di finanziare, nelle città italiane a maggior crisi ambientale, l'acquisto di mezzi pubblici non inquinanti, di realizzare una rete di distribuzione per l'alimentazione a GPL o elettrica e di studiare l'innovazione attraverso l'idrogeno. Occorre inoltre potenziare le reti ciclabili. L'inquinamento nelle nostre città fa ammalare, uccide e produce tanti danni; ora cominciamo a cambiare!

Inoltre, è stato istituito un fondo, pari a 600 milioni di euro in tre anni, per la lotta ai cambiamenti climatici, al fine di realizzare ad esempio l'installazione di microimpianti di energia elettrica da rinnovabile, che potranno essere acquistati dalle famiglie italiane grazie ad un fondo di rotazione. In sintesi, le famiglie italiane potranno, nei prossimi mesi, acquistare piccoli impianti per soddisfare il proprio fabbisogno e diventare esse stesse produttrici di reddito.

Dunque, dalla lotta ai cambiamenti climatici dimostreremo che i cittadini possono anche guadagnarci. È questa la vera liberalizzazione che vogliamo, non quella dei monopoli, che hanno aumentato la bolletta elettrica d'Italia, facendola diventare tra le più care d'Europa.

È stato previsto anche un sostegno alla politica dei parchi e alla lotta all'abusivismo nelle aree protette. Un altro punto importante è costituito dal fatto che alle spiagge italiane, che negli ultimi anni hanno subito un forte processo di privatizzazione, grazie ai Verdi si potrà accedere entrando negli stabilimenti senza pagare alcun biglietto per raggiungere la battigia e fare il bagno, che in molte realtà d'Italia è diventato un lusso. Le spiagge libere non ci sono più e per entrare si paga un biglietto che, per una famiglia, si aggira tra i 10 e i 20 euro. Dunque, abbiamo eliminato una vera e propria ingiustizia; infatti, chi commetterà abusi edilizi sul demanio marittimo subirà la revoca della concessione.

Inoltre, i fondi per il ponte sullo stretto di Messina verranno utilizzati per la Calabria e la Sicilia, per realizzare le infrastrutture utili per portare l'acqua potabile là dove non c'è, per realizzare le ferrovie, per finanziare la difesa del suolo. Sono queste le opere importanti che i cittadini, in particolar modo quelli della Sicilia e della Calabria, ci chiedono.

Tuttavia, vi sono alcuni aspetti sui quali chiediamo un impegno del Governo, affinché possano trovare soluzione nella discussione al Senato. Mi riferisco, in primo luogo, alla gravissima questione riguardante l'inquinamento di Porto Marghera e la sua bonifica. Grazie ad una norma dell'ex ministro Tremonti, le risorse provenienti dal danno ambientale sono state trattenute dal Ministero dell'economia e delle finanze e non trasferite a quello dell'ambiente.

Quella norma - e lo chiediamo al Governo - va rimossa e le risorse (250 milioni di euro) vanno immediatamente trasferite, perché non solo Venezia ma tutta Italia vuole continuare i lavori di bonifica.

Vi sono, poi, la questione dei contrattisti italiani all'estero, per consentire loro le detrazioni dei figli a carico, e quella della stabilizzazione dei vigili del fuoco. Sulla pedemontana lombarda vogliamo avvertire: attenzione, non si possono creare società che in via esclusiva gestiscano la realizzazione di infrastrutture. Dobbiamo fare attenzione alle norme europee.

La sicurezza dei cittadini per noi è una priorità. Per questo riteniamo non demagogico fare qui in Parlamento - e rivolgendoci al Governo - la proposta concreta di ridurre le spese per armamenti: meno aerei militari e più volanti e mezzi alla polizia per difendere le città ed i cittadini dalla criminalità e dalla mafia (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e La Rosa nel Pugno). È una proposta di buon senso che al Senato chiederemo di attuare.

Riteniamo di aver fatto un lavoro buono e difficile per iniziare a riportare equità, tutele sociali ed ambientali. Il futuro degli italiani era stato ipotecato: noi abbiamo lavorato e stiamo lavorando per riconsegnarlo a loro. In nome del popolo inquinato - mi sia consentito di usare tale espressione tanto cara al movimento ecologista - una nuova pagina della lotta allo smog ed ai cambiamenti climatici si apre e potrà avere una sua forza solo attraverso un'alleanza tra economia ed ecologia. Noi stiamo lavorando per questo.

Signor Presidente, le annuncio, quindi, che il gruppo dei Verdi voterà a favore della legge finanziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi, L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea - Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Diliberto. Ne ha facoltà.


OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, colleghi, i Comunisti Italiani voteranno a favore della legge finanziaria e questa occasione è utile per svolgere alcune considerazioni politiche all'interno della nostra maggioranza e rispetto al rapporto con l'opposizione. La legge finanziaria che stiamo approvando presenta luci ed ombre: indubitabili pregi ma anche, a nostro parere, evidenti difetti. Siamo di fronte ad una strategia di rapporto con il paese che onestamente e lealmente si stenta a comprendere.

Il risanamento era ed è giusto farlo, ma spiegare semplicemente le macerie prodotte dal Governo precedente non può bastare. Chiedo quale sia la missione, l'idea di fondo, il messaggio che il Governo vuole dare al paese con questa legge finanziaria, la prima del Governo di centrosinistra, tanto più dopo una così difficile vittoria elettorale. Credo che avrebbe dovuto avere connotati certi, chiari, diretti: avremmo dovuto offrire un messaggio di redistribuzione di risorse e di opportunità, dopo cinque anni a senso unico a favore di ricchi e di potenti.

Bisogna risanare, certo, ma risanare significa anche dare speranze. Noi voteremo questa legge finanziaria, ma l'avremmo voluta diversa. Comprendiamo le difficoltà e sappiamo che nessuno ha la bacchetta magica e quindi occorre evitare ogni forma di sciocca propaganda o di facile demagogia. Tuttavia, tra annunci allarmanti, poi spesso rientrati, e misure via via modificate in modo incerto e non di rado contraddittorio, alla fine manca un connotato chiaro in questa legge finanziaria. Da parte nostra, avremmo voluto una finanziaria molto più orientata verso i ceti deboli, la grande maggioranza del nostro paese - pensionati, lavoro salariato al minor reddito -, e più orientata in maniera chiara, netta, inequivoca su scuola, università, ricerca scientifica, cultura.

Sia chiaro, sono molte le misure positive di questa legge finanziaria e voglio sottolinearne alcune. Innanzitutto, il sud, finalmente non dimenticato, con un massiccio investimento di risorse, ed una lotta vera all'evasione fiscale, piaga storica del nostro paese, sciacallaggio verso chi le tasse le paga tutte fino all'ultimo euro. Finalmente, troviamo misure vere sull'evasione e sull'elusione fiscale. Apprezziamo anche le misure contro la precarietà nel lavoro, piaga sociale vera del terzo millennio, privazione di certezze, come sanno tutti coloro che hanno in famiglia un giovane precario, privazione di futuro, di una vita normale. Uno su due dei nuovi assunti è precario e chi è precario è privato di ogni certezza della propria vita. Bene, nella legge finanziaria vi sono misure, in larga parte ottenute - lo dico con pacatezza ma con orgoglio - grazie al lavoro di questo gruppo parlamentare, dei Comunisti Italiani, che consentiranno di stabilizzare e regolarizzare centinaia di migliaia di precari della pubblica amministrazione rendendoli stabili, garantiti, non ricattabili dalla precarietà (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani).

Tuttavia, vi sono anche ombre: i ticket sulla sanità, che non condividiamo; pochissime risorse sul sociale; misure sulla scuola che non innalzano, come invece previsto nel programma dell'Unione, l'obbligo scolastico a 16 anni; tagli francamente inaccettabile all'università, cioè al futuro di questo paese.

La battaglia si sposta al Senato: continueremo così, leali ed unitari come sempre siamo stati, ma senza abbassare lo spirito critico e la battaglia sui contenuti.

Come sapete, noi Comunisti Italiani non abbiano chiesto posti, non abbiamo partecipato alla corsa alle poltrone di nessun tipo (Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), ma chiediamo rispetto del programma, questo sì: ad esempio - lo diciamo per tempo - sul tema delicatissimo delle pensioni. Abbiamo svolto, con parziale ma significativo successo, la battaglia a favore dei giovani, contro la precarietà, e la condurremo con altrettanta chiarezza sulle pensioni. Nel programma dell'Unione di centrosinistra non vi è nulla sull'innalzamento dell'età pensionabile, anzi, c'è la promessa dell'azzeramento dello scalone di Maroni. Allora - lo dico con la necessaria fermezza - se dentro la nostra maggioranza di centrosinistra qualcuno voleva innalzare l'età pensionabile doveva dirlo agli elettori prima delle elezioni - è un fatto di elementare democrazia - non dopo. Noi ci atterremo a questo criterio.

In conclusione, si parla di conti (stiamo esaminando la legge finanziaria), di numeri, di cifre, ma dietro ad ognuno di quei conti, di quei numeri, di quelle cifre ci sono persone in carne ed ossa con i loro problemi, le loro emozioni, le aspirazioni, i bisogni, le speranze. Ad esse dobbiamo rispondere, signori del Governo, perché chi ha scelto noi contro la destra voleva e vuole un'Italia più pulita, più equilibrata, un'Italia più giusta.

Noi, Presidente Prodi, la sosteniamo e la sosterremo, ma invitiamo chi vuole bene a questo Governo a guardarsi da quanti, nascondendosi dietro i conti, spesso in assoluta malafede (penso ai molti poteri forti che stanno lavorando contro il Governo), colpiscono le persone. La politica non è soltanto tecnica o buona amministrazione e la legge finanziaria non è questione meramente economica. Viceversa, la legge finanziaria è un provvedimento squisitamente politico, tanto più quando è il biglietto da visita di un Governo: è la prima legge finanziaria di centrosinistra. Si tratta di un provvedimento politico, dunque (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo Forza Italia: Tempo!)...

 

PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Diliberto. Sento dire ripetutamente «tempo». L'oratore ha ancora due minuti e quarantatré secondi a disposizione. Invito, quindi, a non interrompere.

Prego, deputato Diliberto.

 

OLIVIERO DILIBERTO. In ogni caso, non li userò nemmeno tutti, signor Presidente.

La politica è anche - e per noi soprattutto - fatta di passioni e di ideali, parole spesso dimenticate nelle aule della politica. La nostra diversità, cari colleghi della maggioranza, si giudicherà su queste cose, sul sistema dei valori, sulla capacità di rispondere a chi, dopo cinque anni di Governo Berlusconi, si attendeva elementi di discontinuità rispetto al passato.

Cercheremo di interpretare questa diversità che ci viene chiesta da chi ha dato consenso alla nostra maggioranza, nei prossimi mesi, non già per il bene di una singola forza politica, cari colleghi, ma per il bene di tutta la nostra coalizione e per il bene del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Comunisti Italiani - Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villetti. Ne ha facoltà.

 

ROBERTO VILLETTI. Signor Presidente, questa manovra finanziaria è pesante perché pesante e salata è l'eredità che ci ha lasciato il Governo Berlusconi (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale). Si tratta di 15 miliardi di euro, cioè di 3 miliardi di euro per ogni anno che è stato al Governo il centrodestra. Questa finanziaria ci riporta in Europa, ma di fronte a questa manovra del Governo si sono sollevati malumori e proteste e si è gridato: troppe tasse! Tuttavia, alla fine, tutti si rendono conto che se non avessimo affrontato con decisione il problema dei conti pubblici fuori linea ci saremmo trovati presto in una condizione assai peggiore.

È davvero strana la situazione italiana: quando va al Governo, il centrodestra sperpera e spreca, tocca poi al centrosinistra ripianare i conti con una politica di rigore. Certo, se tutti pagassimo le tasse dovute e non ci fosse una evasione record nel nostro paese, i sacrifici sarebbero decisamente inferiori; ecco perché la lotta all'evasione fiscale rappresenta una vera e propria emergenza nazionale.

La finanziaria dà anche un impulso alla crescita attraverso sgravi fiscali alle imprese italiane che si trovano in evidenti difficoltà; tuttavia, è necessario ricordare che la concorrenza sul piano dell'innovazione è più efficace di quella che avviene sui prezzi, come ammoniva un autorevolissimo economista, Joseph Schumpeter.

Il tema della ricerca, della formazione e dell'innovazione è veramente fondamentale, ma questo disegno di legge finanziaria non è riuscito, finora, a produrre su questa frontiera del futuro lo sforzo che sarebbe stato necessario. Ci viene detto, a parziale giustificazione, che mancano le risorse, ma è su questo aspetto che la Rosa nel Pugno ha combattuto e continuerà a combattere una battaglia fondamentale per il paese e per le nuove generazioni. Perché mancano le risorse? In questo disegno di legge finanziaria sono presenti troppe elargizioni, troppi benefici, troppi sconti fiscali dati alle più diverse categorie, nonostante ciò, ci si trova comunque di fronte ad una consistente insoddisfazione. Tutti o quasi tutti dicono: basta con le corporazioni, con i localismi, con gli aiuti dello Stato alle imprese, puntiamo sull'innovazione, sulla formazione e sulla ricerca; però, quando si passa dalle parole ai fatti, la musica cambia completamente. Tutti chiedono qualcosa per la propria categoria, per la propria impresa o per il proprio campanile e accade persino che chi fa della riforma delle pensioni, cioè dell'innalzamento dell'età pensionabile, una bandiera, poi chieda per la propria impresa di riaprire il capitolo dei prepensionamenti, cioè di mandare in pensione i lavoratori ad un'età inferiore a quella attualmente stabilita dalla legge.

Esiste una società come Sviluppo Italia che palesemente non ha funzionato e, quindi, potrebbe essere liquidata, mettendo a frutto le risorse che ha in cassa (oltre 800 milioni di euro) per la ricerca e per il sud, ma non si riesce a liquidarla (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).

Questo è un paese impazzito come una maionese? È un paese in preda a particolarismi? È un paese ingovernabile? Tutte queste domande sono state sollevate a cominciare dal Presidente del Consiglio. C'è chi addebita i guasti dell'Italia alla classe politica, chi alla scarsa capacità di innovazione della classe imprenditoriale, chi al nanismo della nostra industria, chi alle chiusure corporative, chi agli arroccamenti municipalisti; c'è, infine, chi pensa che dipenda da una inevitabile e inesorabile mancanza di virtù civiche del popolo italiano. Del resto, quando fu fatta l'unità d'Italia, andava molto di moda il motto: «fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani». Non sono pochi gli intellettuali del nostro paese che fanno coincidere la soluzione dei problemi con un cambiamento del carattere disordinato degli italiani.

Alla fine si determina un gioco allo scaricabarile, per cui non si riesce mai a capire chi abbia la responsabilità delle cose che non funzionano. I problemi ci sono e restano tutti sul tappeto: nelle nuove generazioni c'è incertezza sul futuro, manca quello slancio che sarebbe necessario per dare una spinta al paese; tutto ciò è dovuto al fatto che ai giovani sono offerte davvero poche opportunità. La famiglia è diventata per i giovani, non solo una comunità di affetti, ma anche un rifugio per sbarcare il lunario. Dobbiamo chiederci perché siamo arrivati a questo punto, perché l'Italia sembra avviata ad un inesorabile declino, perché non si riescono a risolvere neppure i problemi che appaiono risolvibili con la pura e semplice applicazione del buonsenso. A tal proposito faccio un solo esempio: noi abbiamo un grande problema che si chiama sicurezza e di fronte a questa situazione puntiamo ancora ad accrescere numericamente gli addetti alle forze dell'ordine, come se questa fosse la via per affrontare e risolvere il problema. Non ci viene neppure in mente che avere due, tre, quattro, cinque polizie differenti, dai Carabinieri alla Polizia di Stato, dalla Guardia di finanza fino alla Polizia municipale, crea duplicazioni e sprechi. Chiediamo più guardie, ma non si riesce neppure a fare un efficace coordinamento...

 

PRESIDENTE. Per favore, invito i deputati ad un maggiore silenzio nell'aula di modo che si possa ascoltare chi interviene. La prego, continui deputato Villetti.

 

ROBERTO VILLETTI. Nel nostro paese esistono una grande creatività, una straordinaria fantasia, una ricchezza di talenti dimostrate dal fatto che in tutti i settori nei quali valgono soprattutto le idee, più che sofisticate attrezzature tecnologiche, siamo all'avanguardia. Parlo dell'architettura, della moda, della musica e dell'arredamento, dove il prodotto del nostro paese si fa valere con grande forza. Tanti sono i ricercatori italiani che approdano all'altra sponda dell'Oceano Atlantico, trovando in quel paese apprezzamento per la propria opera scientifica; in Italia, invece, non è così perché si centellinano le risorse per la ricerca e per l'università, mentre si aprono i cordoni della borsa alle pressioni di qualsiasi categoria considerata più importante solo perché più numerosa e, quindi, più influente nei risultati elettorali.

Non si capisce che nell'epoca della globalizzazione la nuova classe creativa rappresentata dai ricercatori è la sola in grado di dare una spinta eccezionale allo sviluppo del paese. Non si capisce che oggi non solo bisognerebbe valorizzare i cervelli che abbiamo, ma anche attrarre quelli di altre nazioni. Ricerca e laicità sono strettamente connesse e questo paese ha bisogno di una maggiore tolleranza, di una maggiore laicità, di un maggior rispetto reciproco. Noi, ultimi in Europa occidentale, ancora facciamo i conti con la questione vaticana, siamo gli ultimi a concedere ancora privilegi medievali alla chiesa come se il cattolicesimo fosse religione di Stato (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno). Siamo ancora il paese che pensa che sia impossibile difendere la famiglia e, nel contempo, riconoscere le unioni di fatto come se una cosa escludesse l'altra. Come si esce da questa situazione? Io penso che tutti gli italiani, dalla classe dirigente fino al semplice cittadino, debbano togliersi il paraocchi che costringe a guardare solo la propria strada, senza tenere conto degli altri compagni di viaggio. Occorre recuperare il senso e il significato della nostra unità nazionale, isolare chi vuole spaccare il paese e offendere nuovamente persino la memoria dei nostri caduti, come è accaduto ieri a Roma.

Il bipolarismo - mi rivolgo anche ai colleghi dell'opposizione - non deve creare due paesi che si combattono come due nazioni in guerra, ma un sistema per assicurare il ricambio di politiche pubbliche e di classi dirigenti; infatti, se ci togliamo tutti il paraocchi, forse capiremo che anche un sano interesse egoistico può essere difeso meglio nel futuro attraverso una competizione fatta nell'ambito di regole imparziali e capaci di premiare i migliori talenti, le migliori energie, le migliori capacità, assieme ad una cooperazione che sappia aiutare coloro che sono in ritardo, che hanno problemi, che sono deboli, malati, non autosufficienti.

Io penso, signor Presidente, che con questa legge finanziaria, a cui La Rosa nel Pugno si accinge a dare il proprio voto favorevole, sia possibile fare un passo in avanti, ma solo se tutti, ma proprio tutti, riusciremo ad avere una visione di insieme nell'interesse del paese (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno e L'Ulivo).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ossorio. Ne ha facoltà.


GIUSEPPE OSSORIO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, voglio innanzitutto ringraziare il presidente Duilio e il relatore di maggioranza, onorevole Ventura, per la qualità del lavoro svolto in Commissione, ed i colleghi tutti, di maggioranza e di opposizione, così come i dirigenti e i funzionari impegnati in questa fase.

La legge finanziaria, e più in generale l'intera manovra finanziaria, risente, signor Presidente, di un mancato carattere di necessità. Non dico nulla di nuovo: il nostro paese attraversa un periodo di stagnazione produttiva, in parte inevitabilmente collegato ad una recessione economica più generale. Il sistema produttivo e sociale dell'Europa nel suo complesso appare in evidente difficoltà. La crescita, che ne ha segnato ben cinquant'anni di storia economica e sociale, si è arrestata di fronte al processo di globalizzazione dei mercati.

Il sistema di welfare nazionale, il nostro, quello italiano, per tanti aspetti superiore a quello di altri paesi, mostra un'evidente crisi, sia per la concorrenza degli altri sistemi economici, sia per la sua intrinseca debolezza dovuta alla mancanza di risorse e ai troppi sprechi. La sfida del futuro sarà proprio quella di conciliare lo sviluppo, l'equità sociale e le libertà economiche, in una difficile ma non impossibile convergenza in un nuovo Stato di diritto, in grado di confrontarsi con l'impetuoso sviluppo economico dei nuovi concorrenti, la Cina e l'India. Qui voglio sottolineare positivamente il recente viaggio in Cina del ministro D'Alema per inserire ancora di più la nostra economia in quel grande mercato di quel grande paese e l'accordo della Gazprom con l'Algeria per la fornitura di gas. Ciò ad evidente dimostrazione che in politica estera non bastano solo i buoni rapporti personali fra i rappresentanti degli Stati nazionali.

Di fronte a questo scenario, continuare a rimandare la responsabilità del risanamento della finanza pubblica da un Governo ad un altro, da una maggioranza ad un'altra, appare sinceramente riduttivo. Vi è un enorme debito pubblico, che soffoca l'economia nazionale e che noi dobbiamo al più presto affrontare in modo risoluto e convincente. Bisogna quindi dirlo con chiarezza agli italiani. È venuto il momento di assumersi le proprie responsabilità, ciascuno per suo conto, ma questo bisogna dirlo con chiarezza al paese. Il sistema produttivo del nostro paese necessita di riforme strutturali - lo diciamo da sempre - che incidano sul nostro tessuto economico. Tuttavia, cambiare richiede pazienza e responsabilità e comporta inevitabilmente sacrifici. Le riforme e il risanamento hanno un prezzo spesso elevato e bisogna avere il coraggio di affrontarli entrambe.

Per quanto riguarda le liberalizzazioni, colleghi del Parlamento, bisogna dire che oggettivamente esse sono in ritardo. Manteniamo aree produttive e di privilegio troppo estese. L'evasione fiscale continua ad essere una peculiarità troppo diffusa e pesante nel paese. Bene ha fatto Visco a tentare di affrontarle. Il nostro sistema politico è confuso, poco razionale, macchinoso, frammentato e caratterizzato da una litigiosità permanente, e ciò incide fortemente sul sistema economico del paese. Però, onorevoli colleghi, bisogna dire che l'Italia non è in una crisi irreversibile. È di fronte a noi il momento della responsabilità, la necessità di mettere in campo un forte piano di liberalizzazione, che non significa necessariamente privatizzazioni. Bisogna coniugare i meriti e i bisogni di antica convinzione. Bisogna mettere insieme l'equità e lo sviluppo.

Alcuni aspetti di questo disegno di legge finanziaria hanno visto il gruppo Italia dei Valori impegnato sensibilmente: innanzitutto la riduzione del costo della politica. Questo è un punto sul quale gli italiani sono attenti! Noi sappiamo che questa è un'esigenza avvertita e reclamata dai cittadini. Il paese chiede un forte rigore nella quotidiana vita del pubblico amministratore e nella qualità della spesa della politica. Gli italiani vogliono un abbassamento del costo della politica e Italia dei Valori si è resa interprete in tal senso in questa finanziaria. Molte proposte emendative sono state presentate dal mio gruppo qui alla Camera e sono state accolte dalla maggioranza, ed oggi fanno parte del testo, che stamani approveremo. In esso è stato operato un consistente taglio dei costi della politica, una sorta di piano di risparmi del costo in tal senso.

Noi lo riassumiamo in tre punti. Primo punto: un tetto massimo per la retribuzione dei manager pubblici o di aziende a maggioranza pubblica. Sappiamo che gli stipendi e le liquidazioni di questi manager pubblici a volte sono altissimi, e di questo gli italiani si dolgono e rispetto a ciò sono attenti. Secondo punto: un limite del numero dei consiglieri di amministrazione negli enti ed un tetto ai loro compensi. Vi sono consigli con una pletora di amministratori locali: occorre ridurne il numero. Terzo punto: il divieto del cumulo di indennità tra più cariche elettive o di Governo o in amministrazioni pubbliche. Questi sono solo tre punti proposti dal nostro gruppo in tal senso. Si poteva fare di più, amici e colleghi della maggioranza e dell'opposizione. Gli italiani vogliono che la classe dirigente dimostri maggiore rigore nei comportamenti pubblici e nella spesa delle risorse, per lo svolgimento di un mandato che deve essere avvertito come dovere.

In questo disegno di legge finanziaria noi riteniamo che siano bene coniugati i problemi delle aree economicamente forti del paese - il nord, per intenderci - e quelli delle aree del Mezzogiorno. Il ministro Bersani ha ricordato l'altro ieri, e bene ha fatto, l'impegno per il sud. Si deve quindi dare certezza agli investimenti privati nel sud, rendendoli più convenienti e sicuri nel tempo. Da questo punto di vista, appare coerente la decisione di destinare il 30 per cento delle risorse per le aree sottoutilizzate al finanziamento di infrastrutture e servizi di trasporto, di rilievo strategico nelle regioni meridionali; tra queste merita attenzione e menzione l'autostrada Salerno-Reggio Calabria.

È giusto sostenere la decisione di reintrodurre la disciplina del credito di imposta e quella della riduzione differenziata del cuneo fiscale. Riteniamo poi particolarmente utile ed innovativa l'istituzione delle zone franche urbane. Devo dire con molta sincerità che probabilmente, quando nel maxiemendamento è stata accolta l'indicazione del centro storico di Napoli come zona franca urbana, ciò è stato fatto in modo un po' burocratico. Ben altra forza espressiva merita la questione del capoluogo della Campania, che è un dato nazionale, e ben altra attenzione il Governo dovrà dedicare alla città di Napoli, anche oltre questa legge finanziaria, così come è stato richiesto più volte e con forza dai vertici delle istituzioni locali di Napoli e della Campania.

Per il meridione serve un radicale e definitivo cambio di rotta, anche culturale. Signori del Governo, non si può continuare a considerare il Mezzogiorno d'Italia come un problema residuale; esso va considerato, al contrario, come una risorsa su cui investire.

Vi è nella finanziaria, infine, una ripresa di attenzione - per la verità, ancora tutta da esplorare - al sistema formativo scolastico ed universitario. Il Governo dimostra al riguardo una certa considerazione. Italia dei Valori ritiene che deve essere ulteriormente interesse comune dare maggiore forza e vigore alla scuola pubblica, cioè alla scuola di tutti.

 

PRESIDENTE. La invito a concludere, deputato Ossorio.

 

GIUSEPPE OSSORIO. Sulla ricerca scientifica, e concludo, signor Presidente, andava fatto di più. Proprio in questo settore l'Italia paga un gap storico e strutturale, rispetto a tutte le altre realtà internazionali.

Concludo, onorevoli colleghi, dicendo che per tutti questi motivi, nella convinzione che si possa considerare questa finanziaria come un punto di partenza condiviso e condivisibile, annuncio il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e L'Ulivo - Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maroni. Ne ha facoltà.

 

ROBERTO MARONI. Siamo davvero lieti di averla finalmente tra noi, signor Presidente del Consiglio. Avrei voluto iniziare così il mio intervento, ma l'onorevole Prodi non c'è, così come è stato assente per tutta la discussione della legge finanziaria. Allora, mi rivolgerò alla sua poltrona vuota. Del resto, vista la scarsa considerazione che ha per il Parlamento, questo non fa molta differenza.

Sono tanti i motivi che inducono la Lega Nord a dire «no» alla sua legge finanziaria, signor Presidente del Consiglio. Le ragioni del nostro dissenso, forte e radicale, sono state ampiamente illustrate nei numerosi interventi che i deputati della Lega hanno svolto in quest'aula e sono contenute nei tanti emendamenti da noi presentati a questa pessima manovra.

Sopra ogni altra cosa, le tasse. Tasse, signor Presidente del Consiglio, tante tasse in questa legge finanziaria: tasse di scopo per i comuni, tasse di soggiorno per i turisti, imposta di successione che colpisce il ceto medio, stretta sugli studi di settore, aumento dei contributi per i lavoratori autonomi e per i giovani assunti con il contratto di apprendistato, ticket sul pronto soccorso.

 

LALLA TRUPIA. Aggiornati, Maroni!

 

ROBERTO MARONI. Tagli ai comuni - tranne Roma, naturalmente! - che costringeranno i sindaci ad aumentare tariffe ed addizionali locali, oneri ingenti per le piccole e medie imprese, soprattutto padane, per la sottrazione del TFR.

Insomma, si tratta di una mazzata senza precedenti al mondo delle imprese, quello che lavora e che lei ha imbrogliato in campagna elettorale con la falsa promessa di non aumentare le tasse. Un mondo che ora si sta rivoltando contro il suo Governo, una protesta generalizzata che cresce di giorno in giorno e che non risparmia gli ambienti e le associazioni vicine alla sinistra.

Una protesta che lei non sa neppure comprendere, onorevole Prodi, ma che anzi alimenta con dichiarazioni irresponsabili e offensive. Per lei, chi protesta è solo un pazzo o, tutt'al più, un evasore. Evidentemente, è pazzo il filosofo Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, che dichiara che questa è una legge finanziaria penalizzante per gli enti locali, non indirizzata allo sviluppo e che colpisce in modo dissennato il piccolo ceto produttivo. Pazzi devono essere i membri del suo Governo che sono scesi in piazza contro di lei e la sua legge finanziaria. Pazzi gli esperti di Standard&Poor's, che hanno declassato l'Italia riscontrando che il trasferimento del TFR all'INPS è un trucco contabile che non ridurrà né il deficit, né il debito. Pazzi i giornalisti del Financial Time che bocciano il ministro Tommaso Padoa Schioppa, accusandolo addirittura di aver usato trucchi di bilancio. Non pazzi, forse, ma certamente evasori tutti gli artigiani, i commercianti, gli imprenditori padani, che lei è riuscito nell'impresa di far scendere in piazza tutti insieme a manifestare contro di lei, al grido di «ci hanno preso per il mulo!», un modo ironico per dire «ci hanno imbrogliato».

Non siamo noi i pazzi, onorevole Prodi, è lei ad essere totalmente inadatto a guidare l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale). Con il concorso della Lega Nord e dell'opposizione, il Parlamento ha cercato di limitare i danni di una legge finanziaria sconclusionata, contraddittoria e recessiva. Non è stato facile. Ogni giorno, Governo e maggioranza cambiavano idea sulle proposte approvate solo poche ore prima. Tuttavia, siamo riusciti a far recepire qualche piccolo miglioramento: è stata ridotta la tassa di scopo per i comuni, è stata abolita la tassa di soggiorno ed è stata modificata l'iniqua norma sugli scontrini fiscali, che trattava tutti i commercianti, di fatto, come evasori.

È stata accolta la richiesta della Lega Nord di stanziare risorse per importanti infrastrutture come la Pedemontana, nonostante il «no» dei Verdi. In questa nostra azione di riduzione del danno, abbiamo apprezzato lo sforzo al dialogo e al confronto da parte del ministro Bersani e del ministro Chiti. Il rispetto da loro mostrato nei confronti della Lega Nord e l'attenzione verso le proposte da noi avanzate in favore della Padania sono segnali positivi e incoraggianti, che non abbiamo mancato di sottolineare.

In questi giorni di passione, le è scappata più di una sciocchezza, signor Presidente, ma tutte degne più di un attore di avanspettacolo che di un uomo di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Tuttavia, una cosa giusta lei l'ha detta: il paese si sta finalmente svegliando. È vero, dopo questa tremenda legge finanziaria, gli italiani si stanno svegliando dall'incubo di averla mandata a Palazzo Chigi. Possiamo sperare che questo brutto sogno abbia presto il lieto fine che tutti coloro che lei ha imbrogliato si augurano, onorevole Prodi, il suo licenziamento immediato da Palazzo Chigi (Deputati del gruppo Lega Nord Padania espongono cartelli recanti la scritta: «Prodi vattene!»).

 

PRESIDENTE. Vi prego di rimuovere i cartelli che di nuovo esibite ed invito i commessi a ritirarli. L'esibizione di cartelli, come loro sanno, è una violazione del regolamento. Chiedo che vengano tolti, per favore, altrimenti non posso dare la parola al deputato che ha chiesto di intervenire, come è suo diritto. Grazie (I commessi ottemperano all'invito del Presidente - Una voce dai banchi del gruppo L'Ulivo: Complimenti!).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Casini. Ne ha facoltà.

 

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, all'inizio di questo mio intervento vorrei rivolgere - poiché siamo in diretta televisiva - un saluto affettuoso ai familiari dei nostri ragazzi caduti a Nassiriya, che ieri, ancora una volta, sono stati insultati (Il Presidente, i membri del Governo e quasi tutta l'Assemblea si levano in piedi - Applausi - Una voce dai banchi del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro): «Alzati!»). Grazie, onorevole Presidente.

La sessione di bilancio è da riformare: lo ha detto lei, lo ha detto il Presidente della Repubblica. Anno dopo anno, il degrado aumenta. In questo caso, vi è stato un esproprio non solo dell'Assemblea, ma anche della Commissione bilancio, fatto mai avvenuto in passato. Nessuno, ministro Chiti, può seriamente accusare l'opposizione per un ostruzionismo che non c'è stato. Ma andiamo per ordine.

Il Documento di programmazione economico-finanziaria conteneva quattro cardini: sanità, pubblico impiego, enti locali, pensioni. Noi abbiamo dato su quel documento un giudizio negativo, ma avevamo qualche speranza che la prima legge finanziaria della legislatura avesse il coraggio di affrontare i nodi di questo paese. Non ci saremmo sottratti ad affrontarli. Mi riferisco, in particolare, al conflitto generazionale che esiste in relazione al sistema previdenziale, che è esplosivo. Noi siamo al sicuro, i nostri figli sono allo sbando e, potenzialmente, saranno nell'impossibilità di ricevere eguali prestazioni pensionistiche da parte dello Stato. Nella legge finanziaria, il DPEF scompare perché prevale l'impostazione ideologica e classista imposta dagli azionisti di riferimento di questo Governo, vale a dire dalla sinistra.

La realtà che abbiamo davanti è solo questa: gli italiani non hanno votato noi e non hanno votato il centrodestra, ma pensavano di votare un Governo di centrosinistra europeo. Oggi si stanno accorgendo di aver votato un Governo di estrema sinistra, in cui gli azionisti di riferimento sono coloro che ancora detengono una visione classista e ideologica della società italiana, come non esiste in nessun'altra parte d'Europa.

L'81 per cento di questa legge finanziaria è costruito su nuove entrate, il 19 per cento sul taglio dei costi. E si tratta di tagli figurati. Voglio essere chiaro. Io sono di Bologna: e un cittadino bolognese, per i tagli alla sanità che voi avete operato - senza incidere sugli sprechi sanitari, ma soltanto tagliando virtualmente e consentendo agli enti locali di sbloccare le proprie addizionali IRPEF -, oggi paga lo 0,4 per cento in più di IRPEF alla regione. E parlo dei redditi medi. Se il cittadino abita nel comune di Bologna - ma è solo un esempio -, paga lo 0,4 per cento in più al comune. Questa addizionale annullerà tutti i vantaggi fiscali derivati dalla rimodulazione delle aliquote operata a livello centrale; ciò vuol dire che ci saranno più tasse anche sui redditi bassi, e soprattutto sui redditi medi.

Ma il Parlamento, cari amici, non è mai inutile. Guai a pensare che questa impostazione classista ed ideologica possa rendere inutile il nostro lavoro! Infatti - come ha detto il deputato Maroni - noi abbiamo ottenuto alcuni risultati: l'abrogazione della tassa di soggiorno che gravava sulle famiglie italiane e deprimeva il turismo; il 5 per mille, che è una ventata di ossigeno, seppure in veste ridotta per il volontariato; la possibilità per i comuni di applicare tasse di scopo ed addizionali IRPEF in modo progressivo, salvaguardando i redditi bassi; un credito di imposta per l'abbattimento delle barriere architettoniche nei servizi pubblici, ed anche - lo voglio vantare, perché il monopolio della lotta alla corruzione e della questione morale in Italia non ce l'ha la sinistra - il sequestro preventivo e la confisca dei beni dei corrotti.

Non ci sono stati, dunque, da parte dell'opposizione e dell'UDC, che in questo momento ho l'onore di rappresentare, inattivismo, noncuranza o ostruzionismo. C'è stato un lavoro serio, ma molto lavoro ancora ci attende al Senato. Le Forze di polizia sono allo stremo. E se non avessimo sindacati della categoria responsabili, che non portano i poliziotti in piazza a manifestare contro di noi, avremmo le forze dell'ordine in ginocchio, in Italia [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]! Milletrecento ausiliari devono ancora essere stabilizzati da questa legge finanziaria!

La politica familiare è assente! Abbiamo detto al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: fate qualcosa per moralizzare l'editoria, settore in cui falsi giornali prendono contributi destinati ad ingrossare qualche clientela.

Infine, si è colpito in modo mirato: in materia di sanità, la compartecipazione allo sforzo nazionale che si chiede alla Sicilia è il triplo di quanto si chiede alle altre regioni italiane. Non c'è traccia del conflitto di interesse tra prestatore di beni e servizi e contribuente. Non c'è traccia della tassazione separata degli affitti da abitazione principale all'aliquota unica del 20 per cento. Non ci sono meccanismi virtuosi di trasferimento agli enti locali che, soli, possono determinare la liberalizzazione. Lo Stato deve trasferire meno all'ente locale, a quell'ente locale che si comporta in modo virtuoso, accettando di alienare i propri monopoli pubblici e creando una situazione in cui le tariffe per il contribuente si abbassano.

Onorevoli colleghi, continueremo al Senato il nostro impegno. Dopo sei mesi, il Governo è al capolinea, paralizzato dalle divisioni e soprattutto condizionato dall'estrema sinistra. E credo che ciascuno di noi debba assumersi la responsabilità di dar vita e di concorrere a dar vita ad un quadro politico nuovo, di svolta, che possa rappresentare pienamente un paese che oggi è, per la politica del suo Governo, il più a sinistra in Europa, essendosi diviso come un melone alle ultime elezioni.

Ministro Chiti, sperando che fosse presente anche Prodi, mi ero segnato un appunto da rivolgere a lei, in collegamento con il nostro Presidente del Consiglio. Il ministro Chiti, ieri, ha fatto una denuncia, una denuncia forte, che non può essere fatta da una persona seria come il ministro Chiti. Si tratta di un'accusa grave, perché immotivata e costruita su voci raccolte nella spazzatura della politica: quella della compravendita dei senatori. Ebbene, qui, caro ministro, l'unica compravendita degna di questo nome è quella cui ha tentato di partecipare ieri, sfidando il senso del ridicolo, il Presidente del Consiglio: la compravendita di un simbolo e di una storia (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e Democrazia Cristiana-Partito Socialista), quella democratica cristiana, su cui nessuno può scherzare, nemmeno l'onorevole Prodi!

Onorevole Prodi, glielo dico anche a nome di tanti popolari della Margherita che sono nella sua maggioranza e che hanno condiviso questa storia: un Presidente del Consiglio si deve informare, deve sapere dove va! Non può esporsi a frequentazioni imbarazzanti. Deve decidere, con serietà, di rimanere al livello qualitativo e di frequentazioni che compete ad un Capo del Governo. La scena di ieri, quella del Presidente del Consiglio ad un congresso fantasma di un partito fantasma, è stata una delle più imbarazzanti e ridicole e ha tolto decoro all'istituzione del Governo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e Democrazia Cristiana-Partito Socialista)!

 

PRESIDENTE. La prego di concludere.

 

PIER FERDINANDO CASINI. Ho terminato, signor Presidente, perché le regole - giustamente - devono valere per tutti, anche se all'inizio credo ci sia stata una piccola...

Faremo la nostra parte, colleghi! Ci possono essere visioni diverse nell'opposizione, caro Bondi. Ci sono fra noi visioni diverse. Ma voglio dire una cosa: finché il Governo di questo paese sarà così chiuso, così settario nella sua esposizione sinistra, così unito solo sull'occupazione dei posti di potere - che infatti vengono azzerati in questa legge finanziaria -, nessun eletto dell'opposizione sarà disponibile a fare sconti (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e Democrazia Cristiana-Partito Socialista - Congratulazioni)!

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giordano. Ne ha facoltà.

 

FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, in queste settimane abbiamo ascoltato una critica ripetuta ed ossessiva delle destre all'impianto della legge finanziaria. Ma, a guardare bene, ad aprire le ostilità e a fare da megafono a queste critiche è stata in particolar modo la Confindustria. Ancora l'altro ieri, il suo presidente, da Varese, chiedeva misure più dure e strutturali - cito testualmente - nei confronti degli stipendi della pubblica amministrazione e degli enti locali e delle pensioni.

Mi chiedo e chiedo ai colleghi delle destre: è questo il senso della vostra finanziaria alternativa? Sono queste le vostre proposte? Fateci capire. Quando ci accusate di non aver fatto le riforme strutturali - come ha fatto or ora il Presidente Casini -, ci state chiedendo - per l'appunto, Presidente Casini - di tagliare le pensioni, la sanità, il pubblico impiego, come voi avete fatto per cinque anni (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)? No! Caro Presidente Casini, le pensioni le abbiamo tenute fuori dalla legge finanziaria, perché non è materia da cui far cassa. Ciò vale per l'oggi e vale per il domani. Sia chiaro: la partita si riapre, su questa materia, dall'aumento delle pensioni minime, che non garantiscono neanche la sopravvivenza della stragrande maggioranza dei nostri pensionati, e dall'abbattimento di quel famoso scalone che voi avete introdotto, creando una disparità inaccettabile tra lavoratori.

Abbiamo ereditato da voi una situazione difficile dei conti pubblici. Eppure, in una dimensione grande dell'entità della manovra - come si sa, avremmo preferito una riduzione del suo peso -, siamo riusciti a costruire un sistema fiscale che permette a ciascun lavoratore con reddito inferiore a 40 mila euro lordi, sia esso single o - con maggiore vantaggio - abbia coniuge e figli a carico, di avere una busta paga, al netto delle addizionali IRPEF e dei contributi previdenziali - Presidente Casini, quello che lei ha detto non è vero! -, superiore a quella attuale (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!

Questo vale in Italia, quindi vale anche per i cittadini bolognesi (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Siamo di fronte all'avvio di un processo redistributivo delle risorse. Volevate mantenere le aliquote che hanno permesso di avere lauti vantaggi solo alle classi più abbienti? Noi abbiamo cominciato a fare la lotta all'evasione. Voi avete fatto i condoni fiscali. Noi abbiamo portato la tassazione della rendita finanziaria quasi verso la media europea e abbiamo finalmente tassato le plusvalenze legate al settore speculativo immobiliare, portando le aliquote al 22 per cento. Voi vi siete distinti - questa è la storia di questo paese - per i condoni edilizi e per i condoni ambientali (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Tra scuola ed enti locali, proviamo a stabilizzare circa 250 mila lavoratori. Abbiamo garantito risorse per il contratto del pubblico impiego, sapendo bene che sono indispensabili, anche perché parlano dei prossimi contratti nei settori privati. Dovevamo essere più duri? Concentrarci sulla crescita, come ci chiede, ad ogni piè sospinto, la Confindustria e anche voi, dopo che la Confindustria, ha introitato 2 miliardi e mezzo per l'anno prossimo e, a regime, 5 miliardi di cuneo fiscale? E questi soldi, allora, a cosa servono? Mi rivolgo al Governo e a noi tutti; dobbiamo concentrare la nostra attenzione sulle sofferenze della società italiana. Dico a noi tutti e al Governo che stiamo facendo cose importanti e indubbiamente positive, ma dobbiamo sapere che le attese e i bisogni del nostro popolo sono molto grandi.

I cinque anni del Governo precedente hanno acuito le disparità sociali, hanno condannato il Mezzogiorno del paese in una situazione di marginalità e di rinnovata aggressività e presenza delle mafie, hanno costretto 70-80 mila ragazzi, diplomati e laureati, a conoscere, ogni anno, una nuova migrazione nei tanti nord del mondo. Molta parte dei lavoratori dipendenti sta conoscendo l'insicurezza diffusa e la difficoltà ad arrivare alla fine del mese, perché nel nostro paese si registrano le retribuzioni e le pensioni tra le più basse d'Europa.

Non possiamo farci distogliere, allora, da chi tenta di condizionare e modificare il programma che, insieme, abbiamo deciso e che ci ha permesso di vincere le elezioni e mantenere aperta la speranza nel paese. I ticket sulla sanità, signori del Governo, non vanno bene. È inutile che usi altri giri di parole. Non abbiamo compreso e non condividiamo in Lombardia, la definizione «opere infrastrutturali», in diretta relazione con Formigoni, sapendo che quell'accordo umilia gli enti locali di quella regione e crea attenzione nell'Unione.

Allora proprio questo è il punto. Lo sguardo di tutti noi deve essere rivolto fiducioso alle aspettative e alle esigenze della nostra terra. Quando un corteo come quello del 4 novembre, con centinaia di migliaia di partecipanti, contro la precarietà, chiede un impegno più forte su questo tema ed una determinazione che va oltre le cose, pur positive, che abbiamo cominciato a produrre, dobbiamo sentire, tutti insieme, che saremo più forti se costruiremo le condizioni di un ascolto e di una sintonia con quei soggetti.

Noi abbiamo battuto il Governo delle destre, dopo una stagione straordinaria di movimenti, che sono la nostra forza. Quando pensionati, lavoratori dell'università e della ricerca, studenti ci chiedono un'attenzione ed un impegno del tutto condivisibile, dobbiamo sapere che il nostro obiettivo è quello di raccogliere le loro richieste, perché sono la nostra politica.

Ministro Tommaso Padoa Schioppa, nel passaggio del disegno di legge finanziaria, al Senato, vi chiediamo, come da accordi presi con tutta la maggioranza parlamentare, di mantenere aperte le graduatorie dei precari della scuola anche dopo il 2010 (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Ne va della vita e del futuro di gente che ha lavorato per dieci o vent'anni nella scuola e che si ritrova a 40-45 anni senza alcuna prospettiva.

Possiamo provare a contrastare, sin d'ora, la campagna strumentale delle destre e a fare della partecipazione popolare la nostra risorsa aggiuntiva. Una classe dirigente si misura anche per la capacità di prospettare una chiara alternativa per la politica economica e sociale del paese. Le destre hanno investito, in questi cinque anni, su bassi salari, sulla precarietà, sulla dequalificazione formativa, per competere solo sul terreno dei prezzi e della riduzione del costo del lavoro. Il bilancio è stato il declino produttivo e un vero e proprio disastro sociale. La Confindustria si prepara a chiedere maggiore flessibilità degli orari di lavoro, una riduzione degli oneri fiscali e contributivi per straordinari e premi risultato, un sovvertimento dell'attuale struttura contrattuale. Ripetono, stancamente, la stessa politica, che porta il paese in un vicolo cieco.

Dobbiamo cambiare politica, investendo sulla qualità, sulle nuove produzioni meno energivore, su una politica energetica alternativa, sulle valorizzazioni delle nostre straordinarie risorse di memoria e di natura. Dobbiamo far sentire e vivere la forza di un progetto alternativo, capace di mobilitare energie intellettuali nella parte migliore del paese. Per questo, sono strategicamente decisive l'università, la ricerca, la formazione pubblica, per far compiere al paese il salto di qualità di cui ha giustamente parlato il Presidente Prodi.

Come ci hanno proposto il Presidente Bertinotti e il Presidente Napolitano, la legge di bilancio andrà modificata, ma dobbiamo sapere che è forte il desiderio di mantenere aperta la centralità del Parlamento. Chiediamo però che si dia ascolto anche alla bella manifestazione svoltasi ieri a Milano. Tutt'altra cosa dagli episodi intollerabili che si sono verificati a Roma (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo). Quella manifestazione ci dice tante cose; ci chiede di tagliare le spese militari.

 

PRESIDENTE. La invito a concludere.

 

FRANCESCO GIORDANO. Dobbiamo essere famosi nel nostro paese, anche per questa ragione. Fatelo, perché è la volontà del pacifismo del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fini. Ne ha facoltà.

 

GIANFRANCO FINI. Grazie, signor Presidente. Nemmeno io, al pari dell'onorevole Maroni e dell'onorevole Casini, so cosa abbia il Presidente del Consiglio di più importante, rispetto al doveroso - per me e credo per tutti quanti noi - impegno di ascoltare le dichiarazioni di voto, in occasione dell'approvazione del disegno di legge finanziaria. La sua assenza è, comunque, anch'essa una dimostrazione dell'arroganza con cui guida l'Italia. Mi auguro che impieghi queste ore per rendersi conto di ciò che effettivamente la gente pensa di lui e che - questo è il mio auspicio - stia trascorrendo queste ore, magari in incognito, in un bar o in un autobus, o, forse, tra qualche ora, se ne vada allo stadio, per sentire che gli italiani hanno ben chiaro che non siamo in presenza, come incautamente ha detto il Presidente del Consiglio qualche giorno fa, di un impazzimento. Gli italiani sono profondamente delusi dalla finanziaria del Governo e, in molti casi, spaventati. Essi sono in una condizione, onorevole Giordano, in cui è abbastanza inutile fare appello a presunte, quanto inesistenti, campagne denigratorie delle destre. È che gli italiani leggono i giornali e sanno perfettamente che una legge finanziaria quale quella che è stata presentata da questo Governo rappresenta e, ancor di più, rappresenterà, un ulteriore ed inutile sacrificio per chi lavora. Gli italiani sono spaventati ed hanno ragione di esserlo, perché sono in presenza di una legge finanziaria che definire pessima equivale ad usare un'espressione perlomeno diplomatica, ed è pessima non soltanto per le modalità con cui è stata scritta, presentata e gestita dal Parlamento. Credo che chi è in quest'aula ormai da qualche tempo, non abbia, nella sua memoria, il ricordo di un disegno di legge finanziaria così pasticciato, con un Governo che è apparso, in molte occasioni, in stato confusionale; si è trattato di un disegno di legge finanziaria che presentava provvedimenti prima preannunciati, poi smentiti, poi corretti e poi, in alcuni casi, ritirati.

Un disegno di legge finanziaria scritto certamente a più mani. Uso un'espressione felice coniata dal ministro degli affari esteri, l'onorevole D'Alema, che in più di una occasione ha detto: sembra un suk arabo, in cui ognuno chiede e magari ottiene qualcosa, senza però che vi sia alcun tipo di regia e alcun tipo di coordinamento.

Ecco perché, onorevole Presidente del Consiglio - finalmente giunto tra noi - gli italiani sono spaventati, perché si tratta di una legge finanziaria che, anche nei provvedimenti che sono stati migliorati dopo le pressioni dell'opposizione e dopo una serie infinita di proteste, di agitazioni, di comunicati, è stata modificata secondo una logica che è più quella della riduzione del danno che quella dell'effettivo miglioramento delle condizioni di vita dell'Italia. A seguito di tante proteste, provvedimenti che magari recavano un inasprimento fiscale di 100 sono stati cambiati con altri che lo riducono ad 80, ma non vi siete mossi per cambiare in meglio la realtà. Vi siete mossi dopo le proteste del paese e dopo l'azione svolta dall'opposizione per ridurre il danno che avete arrecato all'Italia. Credo che mai come in questo lasso di tempo si sia visto quanto sono forti nel paese reale la protesta, l'indignazione, la polemica.

Certamente, si tratta, dunque, di una pessima legge finanziaria nel metodo con cui è stata gestita ed anche nei contenuti, e cercherò di dimostrarlo rapidamente.

Non abbiamo compreso, innanzitutto, la ragione per la quale avete smentito voi stessi. Per carità, è abbastanza usuale che il Governo smentisca se stesso, a tal punto che ogni giorno un ministro polemizza con un altro e a tal punto che in piazza sono andati anche coloro che manifestavano contro il Governo di cui facevano parte. Non abbiamo compreso, ad esempio, perché abbiate smentito voi stessi dopo aver predisposto un DPEF che prevedeva un'entità della manovra finanziaria assai inferiore a quella complessiva di 35 miliardi che è stata in realtà raggiunta.

È notorio, e non lo dice l'opposizione ma lo dicono tanti economisti, che bastava una manovra di 15-17 miliardi per rispettare gli impegni europei; e questo era scritto nel DPEF che, lo ricorderanno i parlamentari e gli italiani più attenti, fu guardato dal centrodestra con attenzione perché si trattava di un documento intellettualmente onesto. Sapevamo che avremmo dovuto dar battaglia sui contenuti del DPEF, ma la cornice era chiara. Dopodiché, quella cornice è stata archiviata e la legge finanziaria è diventata di 35 miliardi. Si tratta di una finanziaria che, come è stato detto in tutte le sedi internazionali, è costituita per due terzi di nuove entrate, cioè di più tasse, e soltanto per un terzo di riduzioni della spesa. È semplicemente patetico - chiedo scusa per l'aggettivo, ma non me ne viene alla mente un altro - dire, come si continua a dire anche qui, che questo impressionante sforzo che viene chiesto agli italiani sarebbe la conseguenza del lascito del Governo Berlusconi. Non è così, e ancora una volta basta leggere il DPEF per rendersi conto che le bugie - lo dico soprattutto a qualche ministro che, giustamente, tiene oggi la testa china e non guarda in faccia chi dice la verità - hanno le gambe corte e hanno il suo volto, onorevole Prodi, perché nel DPEF è scritto che i conti pubblici erano sostanzialmente sotto controllo, che il gettito che entrava nella casse dello Stato tendeva ad aumentare e, soprattutto, che vi era un indice di ripresa economica evidente e certificato da tutte le statistiche e da tutti i dati internazionali (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).

La responsabilità di una manovra da 35 miliardi di euro, impressionante nella quantità - perché così è stata giudicata anche in sede europea - ma estremamente povera e pericolosa nella qualità, è tutta e solo sulle spalle del Governo. Si tratta di una manovra che, come è ampiamente previsto, finirà per rallentare la crescita. La Banca d'Italia, l'altro giorno, nello stesso momento in cui ha esaminato analiticamente la legge finanziaria, ha colto uno dei punti: quando si chiede al paese quello che ingiustamente viene chiesto, si condanna il paese a crescere meno rispetto a quello che potrebbe. Anche da questo punto di vista, non soltanto vanificate gli sforzi che chiedete, ma vi assumete la responsabilità di condurre in modo pasticciato un paese verso una crescita inferiore rispetto a quella che è nella potenzialità della nostra imprenditoria.

È una legge finanziaria che non soltanto fa crescere meno l'Italia, ma che non ridistribuisce in alcun modo la ricchezza prodotta. Era questa la carta vincente, almeno in termini propagandistici, che soprattutto la sinistra presentava agli italiani: toglieremo a chi ha per dare a chi ha di meno. Purtroppo, non si è trattato di una finanziaria di questo genere, perché l'unica redistribuzione della ricchezza che avete congegnato consiste nel togliere i denari dalle tasche dei cittadini e dalle imprese per trasferirli nelle casse dello Stato. Da questo punto di vista avete ridistribuito la ricchezza, l'avete tolta a chi la produce e l'avete incamerata nelle casse dello Stato, per avere in qualche modo la riserva finanziaria per delle politiche che in molti casi sono tutt'altro che sociali [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].

Coloro che dai banchi di sinistra si affannano - e in alcuni casi l'affanno è evidente, perché, dopo aver detto tante cose quando erano all'opposizione, oggi la realtà è molto diversa rispetto agli impegni presi - per dimostrare che chi ha un reddito medio o medio-basso starà meglio dopo la legge finanziaria dovrebbero soltanto riflettere sul fatto che, al di là di qualche decina di euro di minori tasse per i redditi che vanno dai 15 mila ai 38 mila euro, accanto a questo piccolo vantaggio che il Governo concede con una mano, il lavoratore dipendente, l'operaio e l'impiegato, tra qualche mese, faranno i conti con quello che lo stesso Governo con l'altra mano gli toglie.

Onorevole Giordano, lo dico a lei che sostiene di difendere i lavoratori: un lavoratore non ha l'anello al naso! Infatti, se un lavoratore trova 30 euro in meno di tasse da pagare, ma deve pagare di più i bolli dell'automobile, deve pagare un'ICI maggiorata, deve sostenere l'aumento dei biglietti dell'autobus e della retta dell'asilo in cui manda il bambino, o deve pagare di più il ticket sulla sanità [Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)] - che lei dice di contestare ma approva qui in Parlamento (la richiamo ad un elementare dovere di coerenza: se è contrario a quel ticket abbia il coraggio, almeno al Senato, di non votarlo, evitando di subordinare il suo ruolo di maggioranza alla giustizia sociale) -, se appena lei, onorevole Giordano, sa far di conto, capisce che egli non trae alcun vantaggio.

Ecco perché siamo motivatamente contrari a questa legge finanziaria. Ecco perché siamo sicuri che la manifestazione del 2 dicembre a Roma sarà qualcosa di importante in termini politici, in quanto chiamerà a raccolta non soltanto gli elettori del centrodestra, ma anche tanti elettori del centrosinistra delusi. Ecco perché anche noi chiediamo al Governo di ascoltare non soltanto quel che si dice qui, ma anche quel che si dice nelle piazze, in quelle civili e democratiche. Chiediamo al Governo di ascoltare anche quel che di infame viene detto in altre occasioni; ed io ringrazio, anche se non ho titolo alcuno per farlo, tutti i colleghi che hanno iniziato il loro intervento manifestando solidarietà ai familiari dei nostri caduti e condanna per quel che è stato detto ieri. Non ringrazio chi, onorevole Diliberto, avendo la possibilità di farlo, non ha speso una parola nella sua dichiarazione di voto per vergognarsi della sua presenza, ieri, in quel corteo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale, Forza Italia, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania, Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Misto-Movimento per l'Autonomia)!

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tremonti. Ne ha facoltà.

 

GIULIO TREMONTI. Dopo i fatti ignobili di ieri, il gruppo di Forza Italia esprime solidarietà alle nostre Forze armate e alle famiglie dei caduti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania, Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Misto-Movimento per l'Autonomia), e propone di dedicare una sala della Camera ai caduti di Nassiriya (I deputati dei gruppi di opposizione si levano in piedi - Applausi).

Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa legge finanziaria è composta da 813 sub-articoli, da 855 pagine, è lunga 238 metri e larga 50 metri quadrati.

Questa non è una legge, anche perché chi la legge non la capisce, e questo non è diritto, ma è il rovescio del diritto! Per autogiustificare il vostro malgoverno avete detto: non ci siamo spiegati...

 

PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi!

 

GIULIO TREMONTI. Spero che conteggi i tempi, signor Presidente!

 

PRESIDENTE. Sta bene, però lei prosegua, per favore! Invito tutti i colleghi in aula ad ascoltare come per tutti gli altri interventi; quindi, prego il deputato Tremonti di proseguire, e di non conversare, in modo da consentirgli di sviluppare il suo intervento.

 

GIULIO TREMONTI. Signor Presidente, le assicuro che io sono interessato a svolgere il mio intervento e non a conversare! Per autogiustificare il malgoverno avete detto: non ci siamo spiegati e dunque i cittadini non hanno capito. È vero l'opposto: nonostante tutto, l'essenziale i cittadini lo hanno capito benissimo e siete voi che non lo spiegate!

Per voi la legge finanziaria 2007 avrebbe tre obiettivi: risanamento del bilancio, sviluppo economico, equità sociale. Possiamo dire che non li centra.

Per quanto riguarda i conti pubblici, come ha rilevato con onestà il vostro ministro, la tossina della spesa pubblica è entrata in azione nel 2000 con il centrosinistra. Come ha conseguentemente scritto la commissione Prodi, l'Italia è stato il primo grande paese europeo con un deficit eccessivo certificato al 3,2 per cento nel 2001: questa è la vostra eredità! Poi dal 2002 è venuta la grande crisi europea dell'economia e, di riflesso, quella dei bilanci pubblici; e il rapporto spesa pubblica-PIL non è salito tanto perché aumentava la spesa pubblica quanto perché scendeva il PIL.

In ogni caso il 2006 chiuderà più che in linea con i nostri impegni europei, intorno al 3,5 per cento, dopo un vostro minimo intervento operato in luglio, pari solo allo 0,1 per cento, e per l'effetto positivo essenziale di maggiori entrate fiscali per circa 30 miliardi di euro.

Come ha detto in questa sede il vostro ministro, la nostra finanziaria 2006 contiene validi elementi strutturali: questa è la nostra eredità!

Il Presidente Prodi ha detto: ho trovato un cocktail micidiale. Qui di micidiale c'è solo l'intruglio di tasse, bolli, ticket, addizionali, ICI, IVA sul riscaldamento che tentate di far bere agli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!

Nel 2008, dopo la vostra cura, il deficit pubblico non scenderà comunque verso il 2, l'1 per cento, ma - come scrive la Commissione europea - salirà ancora sopra il 3 per cento. La vostra finanziaria, infatti, è entrata in Parlamento con tre grossi punti di rischio, sulle sorti del TFR, sui presunti risparmi della spesa pubblica, sui presunti effetti dell'antievasione; e ne esce ancora più a rischio, con i saldi reali non invariati, ma sfondati perché quasi tutti i punti di rigore sono stati tolti e una grande quantità di maggiore spesa pubblica è coperta solo per finta. Mancano riforme strutturali, e quelle fatte da noi, lavoro e pensioni, saranno smontate da voi!

In questi termini, risalire nel 2008 ancora sopra il 3 per cento, come prevede la Commissione europea, chiamatelo come volete, ma per favore non chiamatelo risanamento strutturale dei conti pubblici!

Per quanto riguarda lo sviluppo economico, il 2006 chiuderà piuttosto bene, intorno all'1,7 o 1,8 per cento; il 2007 non chiuderà invece più in alto, ma significativamente più in basso del 2006. Dunque, dopo la vostra cura l'economia non accelera, ma rallenta, e soprattutto resta stabilmente molto al di sotto della media europea. E non diteci adesso che lo sviluppo economico non dipende dal Governo, perché ci avete sempre detto l'esatto opposto; anzi, ci avete detto che il 2006 andava bene per effetto delle aspettative in virtù dell'attesa messianica del vostro arrivo al Governo.

In realtà, se i Governi non possono più fare molto bene sull'economia, possono però fare ancora molto male; e voi con questa finanziaria ci riuscite benissimo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!

Per quanto riguarda l'equità sociale, questa legge finanziaria è sostanzialmente irrilevante sugli alti redditi, molto pesante sui medi e massacrante sui bassi redditi, perché è regressiva come una moderna plurima imposta sul macinato.

Mentre la tasca del cittadino resta una sola, le mani del fisco si allungano 67 volte e pesano relativamente di più proprio sulle tasche di chi ha di meno. Lo dicono i consumatori, lo capiranno i cittadini: più bollo auto sulle utilitarie, più IVA sul riscaldamento, più ticket sulle ricette e così via. E poi verrà la seconda ondata: addizionali, rendite catastali, ICI casa, BOT e così via. In ogni caso dovete spiegare, almeno ai vostri elettori, perché non mettete un euro per gli ammortizzatori sociali e perché, in compenso, fate sconti fiscali sulle palestre, sui frigoriferi, sui televisori. Perché la vostra finanziaria dà molto di più agli alti papaveri e molto di meno ai veri poveri (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!

Questa finanziaria in realtà serve solo per un terzo per i conti pubblici e per due terzi per aumentare il vostro potere politico di intermediazione. I soldi li togliete ai cittadini per usarli voi, pensando di farlo meglio di loro. Avete una visione vecchia della società italiana e distorta della funzione del Governo.

L'Italia è cambiata, ma voi ancora la dividete tra lavoro dipendente e lavoro autonomo: ancora non avete capito che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, sul lavoro e basta, non soltanto sul lavoro dipendente; per noi, dipendente o autonomo, se il lavoro è lavoro, ha e deve sempre avere una sua pari dignità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania - Commenti)! Ancora non avete capito che la ricchezza non la produce il Governo, ma la producono gli italiani; ancora non avete capito che la materia prima della vita non è la politica ma il lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!

La legge finanziaria non è ragioneria, non è economia, è politica; e non per caso, proprio per questo, quella che si sta consumando è la crisi politica irreversibile del vostro Governo.

Per illudervi voi dite: per il momento non si vota. Non illudetevi: tanto gli italiani non dimenticano. Avete formato una coalizione politica buona per voi, per farvi arrivare al Governo, ma non buona per il paese, una coalizione che è stata ed è solo elettorale e che sopravvive esclusivamente in base alla minaccia fratricida di nuove elezioni!

Concludendo, non avete una vera coalizione, non avete un vero programma, non avete una vera missione. Vedo che il Presidente Prodi sorride, e lo fa perché non ha capito quello che ha fatto: gli italiani fuori lo hanno capito benissimo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Lega Nord Padania, Democrazia Cristiana-Partito Socialista e Misto-Movimento per l'Autonomia - Congratulazioni).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

 

PIERO FASSINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho ascoltato, naturalmente, come è giusto e doveroso, gli interventi dei rappresentanti dell'opposizione, e mentre li ascoltavo, mentre ascoltavo gli onorevoli Casini, Fini, Tremonti, mi ponevo una domanda: dov'erano questi signori negli anni scorsi (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo e di deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)? Motiverò questa mia domanda, perché quando l'onorevole Casini invoca le risorse per rinnovare il contratto degli addetti alla polizia, alle forze dell'ordine, alla sicurezza, egli (Commenti di deputati dei gruppi di opposizione)...

 

IGNAZIO LA RUSSA. Cento euro...!

 

PRESIDENTE. Per favore! Vale per tutti! Vi prego! Così come tutti coloro che sono intervenuti fino ad ora hanno potuto farlo, bisognerà continuare a farlo! Il deputato Fassino prosegua, grazie!

 

PIERO FASSINO. Sto interloquendo con un argomento di un leader dell'opposizione! L'onorevole Casini deve sapere che nella legge finanziaria del 2005, votata dalla maggioranza di centrodestra, di cui egli era rappresentante, e che avrebbe dovuto prevedere allora le risorse per il rinnovo contrattuale 2006-2007, non c'era una lira: ce l'abbiamo messa noi adesso (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo e di deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)! L'onorevole Fini ha detto che sarebbe bastata una manovra di 15 miliardi, ma egli sa che una manovra di soli 15 miliardi di euro avrebbe affrontato uno solo dei problemi che stiamo affrontando, e cioè la riduzione del deficit e del debito, ma che non vi sarebbe stata una lira - facendo una manovra di soli 15 miliardi - per fare investimenti neanche in un settore.

Faccio un esempio, ancora una volta tratto dalle scelte che avete fatto voi. Poiché quando si presenta la finanziaria si presentano anche le prospettive finanziarie e tendenziali di un triennio, nell'ultima finanziaria presentata da voi l'anno scorso in quest'aula, per le Ferrovie dello Stato avete previsto, come tendenziale nel 2007, 700 milioni di euro: le ferrovie italiane, per funzionare, hanno bisogno almeno di tre miliardi di euro all'anno (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!

Se noi avessimo fatto una manovra di 15 miliardi, le Ferrovie le avremmo chiuse adesso [Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Verdi - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. Settecento milioni li avete messi voi: noi abbiamo messo i tre miliardi che sono necessari [Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!

 

MAURIZIO FUGATTI. Hai sbagliato i conti!

PRESIDENTE. Per favore!

 

PIERO FASSINO. Ci siamo capiti (e potremmo continuare)? L'onorevole Tremonti afferma che gli italiani non dimenticano: gli italiani non dimenticano, prima di tutto, come avete governato voi, e vi hanno mandato a casa sei mesi fa (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).

L'eredità che ci avete lasciato è presto detta. Le cifre che adesso indicherò non sono propaganda del centrosinistra, sono quelle attestate dalla Commissione europea, dal Fondo monetario internazionale, dalla Banca mondiale, dall'OSCE, dalle società di rating e ci dicono che, negli ultimi anni, l'Italia ha avuto il più basso tasso di crescita tra i grandi paesi industriali europei (pressoché crescita zero); che, negli anni in cui avete governato voi, ha conosciuto una crescita dell'indebitamento costante e continua; che avete portato il deficit abbondantemente oltre il 4 per cento; che, in questi anni, c'è stato un affanno competitivo delle imprese dato dall'assenza di una politica industriale che sostenesse il sistema produttivo nella competizione globale; che è aumentato enormemente...

Dai banchi dei deputati dei gruppi dell'opposizione si grida: Non è vero!

 

PRESIDENTE. Per favore, onorevoli colleghi, consentiamo uno sviluppo ordinato di un dibattito, come è stato finora. Prego l'onorevole Fassino di proseguire.

 

PIERO FASSINO. Ritengo che coloro che sono all'ascolto possano registrare la differenza di attenzione e rispetto con cui noi abbiamo ascoltato Tremonti, Casini e Fini e la rozzezza di questa opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche - Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!

La verità è che voi ci avete lasciato un paese fermo, a rischio. Ci avete lasciato un paese che, con debito in crescita, deficit in crescita, riduzione della stessa e riduzione della competitività del sistema produttivo rischiava e rischia di più: questo è il tema! Il tema vero - probabilmente avete perso un'occasione - consiste nel discutere su come rimettere in moto la crescita di questo paese, e la legge finanziaria si propone questo obiettivo.

Si è discusso molto, in queste settimane, di quale sia la missione della legge finanziaria. Noi lo diciamo semplicemente: l'obiettivo che ci proponiamo è di rimettere in moto un paese stagnante e fermo; di rimettere in moto un'economia che ha bisogno di ritrovare capacità competitiva e aggressività sui mercati; di restituire fiducia a tanti che possono riprendere ad investire, a credere nel proprio lavoro, nel proprio talento e nelle proprie capacità; di sollecitare ciascuno a sperare e credere davvero che possiamo tornare a crescere, creando le condizioni perché si abbia effettivamente quella crescita in grado di restituire alle imprese, alle famiglie, ai giovani, a ciascuno di noi le certezze che, invece, in questi anni, sono diventate meno sicure e garantite.

Se guardaste alla finanziaria, scorgereste la coerenza della medesima perché non è vero ciò che hanno affermato in questa sede l'onorevole Tremonti o Casini, cioè, che questa sarebbe una finanziaria classista, dettata da non si sa quale radicalismo estremo, che ignora le esigenze delle imprese.

Questa è una finanziaria che, con la riduzione del cuneo fiscale di tre punti per le imprese, con la reintroduzione dei crediti d'imposta per chi investe, con la rimodulazione del sistema degli incentivi, con la costituzione dei fondi per l'innovazione, l'energia e la ricerca, dà alle imprese una quantità di risorse finanziarie che nessuna delle vostre leggi finanziarie precedentemente ha dato (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!

Questa è una legge finanziaria che torna ad occuparsi del Mezzogiorno, che vede una devoluzione di risorse superiore a quella che (Proteste dei deputati dei gruppi dell'opposizione)...

 

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, scusatemi ma devo cortesemente insistere. Bisogna consentire al deputato Fassino di svolgere il suo intervento.

 

PIERO FASSINO. Evidentemente la verità fa male, signor Presidente (Vivi commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania)!

Questa è una finanziaria che ritorna ad occuparsi del Mezzogiorno, perché la riduzione del cuneo fiscale è modulata in ragione tale da avvantaggiare ancora di più le imprese del sud, perché una quota significativa degli investimenti pubblici va nel Mezzogiorno, perché una serie di altre scelte privilegiano un'area del paese, strategica e decisiva, che voi, in questi anni, avete fortemente marginalizzato. Questa è una finanziaria con cui si garantirà che quei cantieri, di cui l'onorevole Berlusconi si è vantato molte volte, possano effettivamente aprirsi, posto che avete inaugurato cantieri senza prevedere i soldi per effettuare i lavori che dovevano essere fatti (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, Verdi e Comunisti italiani)!

Questa è una finanziaria che restituisce certezza al lavoro, che innalza a 16 anni l'obbligo scolastico, che voi avevate abbassato (unico paese al mondo che in questi anni ha abbassato tale livello). Questa è una finanziaria che dà alla famiglia strumenti per vivere più serenamente la propria vita (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale.) Questa è una finanziaria che dà alla famiglia strumenti per vivere più serenamente la propria vita, con gli investimenti che istituiscono per la prima volta il fondo nazionale per le persone non autosufficienti, con un piano straordinario di investimenti per scuola dell'infanzia e asili nido, con provvedimenti che tendono a lasciare le famiglie meno sole nella vita di tutti i giorni.

Questa è una finanziaria che introduce equità sociale. C'è un limite a qualsiasi affermazione: che l'onorevole Tremonti venga a spiegarci qui che avremmo fatto una finanziaria a vantaggio dei ricchi, che danneggia i poveri, quando - guardando le tabelle ed esaminando la finanziaria - dalla rimodulazione di aliquote, detrazioni, deduzioni e dalla riforma degli assegni familiari risulta in modo chiarissimo...

Dai banchi dei deputati del gruppo Forza Italia si grida: Tempo!

 

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, è inutile rivolgere alla Presidenza questa sollecitazione, perché al deputato Fassino mancano ancora 40 secondi per concludere il suo intervento.

Prego il deputato Fassino di proseguire.

 

PIERO FASSINO. Risulta evidente che tutti coloro che hanno un reddito annuo fino a 40 mila euro pagheranno meno tasse di quelle pagate fin qui con le politiche che avete fatto voi. Risulta inoltre chiarissimo che la pressione fiscale globale - visto che parlate di una finanziaria fatta tutta di tasse - è maggiore dello 0,2 per cento rispetto a quella attuale, quindi, c'è un'invarianza della pressione fiscale globale a fronte di una politica che fa pagare di meno a chi ha di meno e un po' di più a chi ha di più (Vivi applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo)!

 

PRESIDENTE. Onorevole Fassino, la invito a concludere il suo intervento (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Lega Nord Padania).

È inutile gridare, la Presidenza è imparziale nel rispetto dei tempi (Commenti)...

Onorevole Fassino, la invito a concludere il suo intervento.

 

PIERO FASSINO. Signor Presidente, se lei me lo dice tre volte di seguito non riesco a prendere la parola per concludere.

Concludo, dicendo che questa è una finanziaria che, in realtà, restituirà al paese forza e dignità e lo farà tornare grande, forte e, al tempo stesso, giusto (Vivi applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur e Misto-Minoranze linguistiche - Congratulazioni - Prolungati applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).

 

PRESIDENTE. Vi prego!

Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale svolte a nome dei gruppi. Ha pertanto termine la ripresa televisiva diretta (Deputati del gruppo Lega Nord Padania esibiscono statuette in legno raffiguranti il personaggio di Pinocchio - Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).

Invito i deputati della Lega Nord a rimuovere gli oggetti estranei a questo luogo (Commenti).

Invito nuovamente i deputati della Lega ad ottemperare alla richiesta della Presidenza (Commenti).

Chiedo ai commessi di rimuovere gli oggetti esibiti provocatoriamente dai deputati del gruppo della Lega (I commessi ottemperano all'invito del Presidente).

Invito i commessi a concludere l'operazione, così da poter proseguire nei nostri lavori evitando di dover procedere ad un'ulteriore sospensione della seduta.

Avranno luogo ora alcune dichiarazioni di voto a titolo personale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Malfa. Ne ha facoltà. Invito l'Assemblea a consentire al deputato La Malfa di svolgere il suo intervento.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, c'è un vantaggio a prendere la parola dopo che la ripresa televisiva della seduta odierna è terminata perché, forse, si può parlare di questo importante provvedimento senza l'accentuazione dei toni che lo strumento televisivo determina.

Ho pochissimo tempo a disposizione e, conseguentemente, desidero sottoporre all'attenzione del Governo e della maggioranza una sola riflessione pacata - che forse non si concilia con il clima che c'è in questo momento in aula - che riguarda i problemi del paese.

Esiste, io credo, un consenso largo, fra tutti noi, sul fatto che il risanamento finanziario fosse e sia necessario per il nostro paese, non solo perché ce lo impone l'Unione europea ma anche per la necessità di creare le basi per una crescita più solida. Ma il problema che esisteva e che esiste è quello di conciliare il risanamento con la crescita e di evitare che il risanamento di per sé possa determinare...

 

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Il deputato la Malfa sta parlando a titolo personale, ma ciò non rende meno interessante il suo intervento. Consentiamogli, quindi, di svolgerlo. Prego, deputato La Malfa, prosegua pure.

 

GIORGIO LA MALFA. Il problema, ripeto, è di riuscire a coniugare il risanamento con la crescita del paese. Se noi arrivassimo ad attuare il risanamento ma, per farlo, uccidessimo le basi della crescita, allora quel risanamento avrebbe vita breve e, nel giro di un anno o due, ci troveremmo ad avere, oltre al problema della mancata crescita, anche quello del risanamento.

Onorevoli colleghi, la maggioranza che ha governato il paese in questi anni si è posta questo problema. E la cautela nell'uso degli strumenti fiscali era dovuta, in una condizione di economia internazionale in flessione, al timore che un uso troppo forte di tali strumenti fiscali avrebbe potuto determinare una crisi ancora più grande.

 

PRESIDENTE. Deputato La Malfa, concluda.

 

GIORGIO LA MALFA. Concludo, Presidente.

Signor Presidente del Consiglio dei ministri, il problema di questa legge finanziaria è che essa è basata tutta su strumenti fiscali. E perché essa è basata tutta su strumenti fiscali? Perché all'interno della vostra coalizione non esiste un accordo pieno su questa impostazione, dato che vi è una parte della vostra compagine che pensa alla spesa pubblica. Conseguentemente, il risanamento viene realizzato con l'utilizzo di strumenti fiscali, che sono abbondantissimi, come ha sostenuto anche la Banca d'Italia, insieme alla crescita enorme della spesa corrente. In tal modo, però, non si esce dalla crisi.

 

PRESIDENTE. Deputato La Malfa, deve concludere!

 

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente del Consiglio dei ministri, l'appuntamento è tra qualche mese, quando questo Governo dovrà essere sostituito da un altro che adotti una politica più seria, tale da affrontare davvero i problemi del risanamento e della crescita del paese (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tremaglia. Ne ha facoltà.

 

MIRKO TREMAGLIA. Signor Presidente, cari colleghi, è la prima volta in assoluto che si discute la legge finanziaria con la presenza ed il contributo degli italiani all'estero, eletti nel Parlamento italiano grazie alla nuova norma costituzionale che io ho avuto l'onore di far approvare alla Camera e al Senato. Si tratta di dodici deputati, ai quali si aggiungono sei senatori. È un evento eccezionale, di valore storico. L'onorevole Fassino di questo si è completamente dimenticato! E se ne sono dimenticati tutti quanti: nemmeno un saluto a questi italiani, che sono benemeriti della nostra nazione! Questa è una vergogna che io sottolineo.

Il mio è soltanto un saluto ai nostri cari amici che sono qui con noi e che io intendo salutare anche per nome. Si tratta degli onorevoli Angeli, Bafile, Bucchino, Cassola, Gianni Farina, Fedi, Ferrigno, Ricardo Antonio Merlo, Narducci, Picchi, Razzi e Romagnoli. Al di là di ogni loro posizione di parte e di partito, auguro loro un successo anche di carattere personale.

Inoltre, voglio dire: attenzione, Fassino, perché purtroppo in questa legge finanziaria ci sono delle situazioni che sono veramente terribili per gli italiani all'estero. Questa finanziaria e la vostra politica hanno immediatamente usato la mannaia nei confronti degli italiani all'estero, ai quali non è stato dato neanche un ministero: avete nominato ministri da tutte le parti, ma vi siete dimenticati di loro! Inoltre, avete sottratto milioni di euro alle loro necessità. Dall'esame dei capitoli di spesa della legge finanziaria si evince, infatti, che per nessuno è previsto un aumento; anzi, avete tolto loro dei contributi indispensabili.

In conclusione, rivolgo agli italiani all'estero un augurio e al Governo dico: attenzione, con i tentativi già in atto in questo momento, a non compiere mali passi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale)!

Signor Presidente, chiedo, infine, che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Tremaglia, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lussana. Ne ha facoltà.

 

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo per ribadire sia il secco «no» del gruppo della Lega Nord Padania al disegno di legge finanziaria, sia anche per denunciare all'Assemblea un fatto molto grave.

Presidente, nei giorni 21 e 22 novembre, qui a Roma, si terrà il convegno «Donne e politica: alle radici della diseguaglianza di genere», patrocinato dal Ministero per le pari opportunità e dalla Camera dei deputati. Ebbene, Presidente, dato che lei è un uomo così attento e sensibile alle disuguaglianze, vorrei capire come abbia consentito di dare il patrocinio ad un convegno, nato per contrastare una discriminazione, cioè la scarsa presenza delle donne in politica, che discrimina però una forza politica. Faccio osservare, infatti, che a questo convegno partecipano le colleghe della Casa delle libertà e dell'Unione, mentre quelle della Lega Nord Padania non sono state invitate [Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Forza Italia e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]. Non è questo il modo di affrontare una questione così importante e così seria! E ciò lo dico, in particolare, alla ministra Pollastrini. Ministra, non rida, non sorrida!

Vorrei che su questo tema si aprisse un dibattito serio che rendesse partecipi tutte le forze politiche. Questa è la democrazia! Io denuncio, quindi, a nome di tutte le nostre elettrici ed i nostri elettori, come fatto grave questa forma di ostracismo operato nei confronti di una forza politica, la Lega Nord Padania.

Forse, siamo scomodi, diamo fastidio per le nostre idee: ma questo è un modo di operare assolutamente scorretto ed inaccettabile.

Perseguiamo una politica seria a favore delle donne; questa legge finanziaria non l'ha perseguita, signor ministro: sono pochissimi gli interventi a favore delle donne. Aspettiamo adesso, dai fondi istituiti, azioni concrete; manca ancora la legge sulla violenza sessuale! L'ha annunciata, ministro, ma in Commissione giustizia non abbiamo visto ancora niente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Forza Italia)! Presidente, mi affido a lei perché tali discriminazioni non avvengano più.

 

PRESIDENTE. La Presidenza verificherà quanto la deputata Lussana ha testé affermato e, nel caso in cui riscontrasse un'esclusione, si attiverebbe per porvi rimedio.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

 

LUCA VOLONTÈ. Ex Cirielli!

 

EDMONDO CIRIELLI. Veramente, non sono «ex»: sono ancora deputato!

Vorrei svolgere due brevissime considerazioni, signor Presidente.

Anzitutto, segnalo con simpatia un fatto che dovrebbe far riflettere il Presidente del Consiglio e soprattutto l'onorevole Fassino; infatti, onorevole Fassino, a dimostrazione di quanto questa legge finanziaria sia stata condivisa dalla sua maggioranza, tutta la sinistra e metà partito dei Democratici di sinistra non l'hanno applaudita al termine del suo intervento (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!

 

LANFRANCO TURCI. Ma Presidente...!

 

EDMONDO CIRIELLI. Poi riguardatevi il filmato!

Voglio segnalare sempre all'onorevole Fassino - il quale ci accusa di essere stati distratti sulle forze dell'ordine, ma i fatti parlano chiaro -, che è successo un fatto inaudito, un fatto che la dice «lunga» sulla situazione e su quanto gli appartenenti a quella categoria si sentano considerati da questo Governo e dalle istituzioni. Al Senato...

 

PRESIDENTE. La prego, deve concludere...

 

EDMONDO CIRIELLI. Ebbene, dinanzi al Senato si è svolta una manifestazione di protesta; ciò non si era mai visto: rifletta, onorevole Fassino!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

 

(Correzioni di forma - A.C. 1746-bis)

 

LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del regolamento.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, ai fini del coordinamento formale delle disposizioni contenute nel disegno di legge n. 1746-bis, propongo le seguenti correzioni di forma: all'articolo 3, comma 2, dopo la lettera a), deve intendersi inserita la lettera seguente: «a)-bis al comma 2, lettera c), le parole: «al netto delle deduzioni di cui gli articoli 11 e 12, commi 1 e 2» sono sostituite dalle seguenti: «effettuando le detrazioni previste negli articoli 12 e 13». Inoltre, all'articolo 15-bis, introdotto dall'articolo aggiuntivo Mazzoni ed altri 15.01, al comma 2, capoverso 5, le parole: «comma 2» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «comma 1».

Si tratta, Presidente, di due modifiche di coordinamento formale che si riferiscono, peraltro, a parti del testo sulle quali non è intervenuto il maxiemendamento del Governo. Su queste modifiche meramente formali ho sentito, peraltro, i colleghi del Comitato dei nove.

Se mi consente, Presidente, con l'occasione concluderei ringraziando, visto che siamo giunti alla fine di un lavoro così faticoso, tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione, in particolare i colleghi della Commissione bilancio e del Comitato dei nove, ed in primis, il relatore, collega Ventura, nonché, last but not least, gli uffici sia della Commissione sia dell'Assemblea, per la loro professionalità e per il senso delle istituzioni che hanno dimostrato (Applausi) .

 

ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

ANTONIO LEONE. La ringrazio, Presidente. Non si tratta peraltro di un rilievo formale. Sulla seconda proposta di modifica, nulla quaestio; mi sembra infatti che corregga un errore consistente nello scambio di un articolo con un altro.

Invece, manifesto in maniera molto trasparente qualche dubbio sulla prima correzione formale proposta, perché si comprende benissimo come vi sia una differenza nel momento in cui si incide sulle detrazioni o sulle deduzioni. Le deduzioni incidono sull'imponibile, il che è ben altro effetto rispetto alle detrazioni, che prevedono invece uno sgravio solo del 19 per cento. Ritengo che forse, approfondendo, si dovrebbe risalire alla volontà posta alla base di questa norma così com'è stata scritta. Però, torno a ribadire che non ne faccio una questione formale, anche perché, pur volendo intervenire, evidentemente, considerate le preannunziate correzioni o modifiche che si farebbero al Senato, si potrebbe esaminare la questione in quella sede. Intervengo soltanto per una linearità di interpretazione e di comportamento, voi dalla maggioranza e noi dall'opposizione. La ringrazio, Presidente.

 

LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Non si tratta di replicare, Presidente. Come detto dianzi, avevo infatti già discusso in sede di Comitato dei nove con i colleghi, compreso il collega Leone. Voglio soltanto precisare, ad abundantiam, per così dire, che tale modifica si rende necessaria per uniformare il testo dell'articolo 23 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 1973, sostituendo il riferimento alle deduzioni per oneri di famiglia di cui agli articoli 11 e 12 del Testo unico delle imposte sui redditi con quello alle detrazioni, sempre per carichi di famiglia, di cui agli articoli 12 e 13, anche nella lettera c) del comma 2 di questo articolo, come già disposto dalla lettera a) dello stesso comma e per il comma 3. Quindi, non vi è alcuna implicazione di carattere sostanziale che innova rispetto al contenuto del testo, ed è questo il motivo per il quale mi sono permesso di evidenziare l'opportunità di tale correzione formale sulla quale, peraltro, mi era parso di capire che vi fosse l'assenso di tutti i colleghi componenti il Comitato dei nove.

 

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PIER FERDINANDO CASINI. Presidente, nulla quaestio sulla seconda correzione proposta dall'onorevole Duilio; però, poiché, diversamente dalla seconda correzione, la prima, come sostenuto dal collega Leone, si potrebbe prestare a qualche dubbio, ritengo sia meglio che l'Assemblea si esprima, a garanzia di tutti ma soprattutto della Presidenza.

 

PRESIDENTE. Sta bene.

Pongo in votazione la complessiva proposta formulata dal presidente Duilio relativamente alle correzioni di forma da apportare al testo del provvedimento a norma dell'articolo 90, comma 1, del regolamento.

(È approvata).

 

(Coordinamento formale - A.C. 1746-bis)

 

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

 

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1746-bis)

 

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

 

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1746-bis, di cui si è testé concluso l'esame.

(Segue la votazione).

 

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:

«Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)» (1746-bis):

Presenti 563

Votanti 562

Astenuti 1

Maggioranza 282

Hanno votato 311

Hanno votato no 251.

(La Camera approva - Vedi votazioni - Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi, Popolari-Udeur, Misto-Minoranze linguistiche e Misto-Movimento per l'Autonomia).

 

Prendo atto che i deputati Pedica e Lumia non sono riusciti a votare ed avrebbero voluto esprimere voto favorevole. Prendo, altresì, atto che i deputati Ossorio, Schirru, Parisi e Martusciello non sono riusciti a votare. Prendo, infine, atto che il collega Mazzoni non è riuscito ad esprimere il proprio voto e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.

Dopo l'approvazione del disegno di legge finanziaria, com'è noto, il Governo deve presentare una o più note di variazioni al disegno di legge di bilancio, che sono successivamente votate dalla Camera, previo esame da parte della Commissione bilancio. Per consentire la formale trasmissione di tale nota da parte del Governo, sospenderemo ora la seduta per pochi minuti.

Come preannunciato nella seduta del 17 novembre, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, dopo la presentazione della nota di variazioni da parte del Governo e la relativa trasmissione alla Commissione bilancio, passeremo all'esame del decreto-legge in materia di intercettazioni telefoniche. Quindi, terminato il lavoro della Commissione bilancio - se necessario, vi sarà una breve sospensione della seduta -, procederemo alla votazione finale della nota di variazioni e del disegno di legge di bilancio.

Chiedo al Governo di quanto tempo abbia bisogno per tali adempimenti.

 

ENRICO LETTA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Di pochi minuti, Presidente.

 

PRESIDENTE. Sta bene.

 

SANDRO GOZI. Chiedo di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

SANDRO GOZI. Signor Presidente, vorrei che nel resoconto stenografico risultasse che il mio dispositivo di voto non ha funzionato e che avrei voluto esprimere un voto favorevole.

 

PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.

 


TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO MIRKO TREMAGLIA SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1746-BIS

 

MIRKO TREMAGLIA. Signor Presidente, è la prima volta in assoluto che si discute la legge finanziaria con la presenza ed il contributo degli italiani all'estero, eletti nel Parlamento italiano grazie alla nuova Costituzione, che ho avuto l'onore di fare approvare alla Camera ed al Senato, il 17 gennaio 2000 e il 23 gennaio 2001, con le modifiche agli articoli 48, 56 e 57 della Carta costituzionale: 12 Deputati (Angeli, Bafile, Buchino, Cassola, Farina, Fedi, Ferrigno, Merlo, Narducci, Picchi, Razzi, Romagnoli) ai quali si aggiungono 6 Senatori (Micheloni, Pallaro, Pollastri, Randazzo, Rebuzzi, Turano), che rappresentano sul piano elettorale oltre 3 milioni di cittadini italiani residenti all'estero. È un evento eccezionale, di valore storico. Al di là di ogni loro posizione di collocazione politica e parlamentare, invio un saluto augurale ai singoli deputati e senatori.

Di fronte a questa verità, che costituisce la conclusione della grande battaglia di civiltà della quale io sono stato artefice, vi è il comportamento politicamente offensivo di questo Governo, che ha cancellato il ministro per gli Italiani nel mondo privando milioni di italiani, che per la prima volta erano diventati soggetti politici di grande importanza nazionale, dell'autentica forza rappresentativa sul piano legislativo e politico. Niente ministro, niente deleghe di rilievo, niente Dipartimento.

Quindi, voto contrario da parte nostra.

Questa purtroppo è la realtà: è una pesante discriminazione e diminuzione di valori per la rappresentanza parlamentare degli italiani all'estero.

Ritengo questa deliberazione una vergogna per gli italiani all'estero; è la dimostrazione di quanto siano poco considerati gli italiani residenti oltreconfine dalla politica nazionale e internazionale di questo Governo.

L'Altra Italia per loro è sparita.

Non solo è stato «tolto» il ministro per gli italiani nel mondo con pesanti conseguenze istituzionali ed operative, ma oggi il Governo italiano presenta a loro una finanziaria che costituisce un autentico «disastro» istituzionale con ripercussioni estremamente negative.

Per questo potrei già dire: «Si vota contro questa finanziaria».

In questa sede non intendo fare ulteriori polemiche, ma devo porre in evidenza differenze di contributi di spese che incidono in termini negativi sull'attività dei nostri rappresentanti, chiamati in modo particolare a fare «politica all'estero» da quando si è costituita la circoscrizione Estero.

Il Parlamento li deve «aiutare» a fare una politica attiva partendo da quello che è stato già fatto, in particolare valorizzando i compiti dei COMITES che effettivamente rappresentano il «popolo italiano nel mondo»; insieme al CGIE, ai Patronati, agli Istituti di cultura, a una grande associazione come la Dante Alighieri, alle nostre scuole, alle Camere di commercio, ai nostri giornali (sei quotidiani), a RAI International, alle radio e televisioni private, alle Associazioni dell'emigrazione, a quello che noi chiamiamo il sistema Italia anche sul piano del turismo, della cultura, di grande collaborazione con la rete consolare, che va potenziata.

Ed è proprio in questa sede che dobbiamo riconoscere una funzione politica attiva ai deputati e senatori eletti per la prima volta dai nostri connazionali, ricordando i convegni che sono stati fatti da noi in Italia per far capire che oggi la nostra gente all'estero non è più quella della valigia di cartone, ma costituisce una grande risorsa, una grande ricchezza.

Vi ricordo il convegno degli scienziati italiani nel mondo, quelli dei ristoratori, degli imprenditori, degli artisti, delle donne eccellenti, degli esuli di Fiume, Istria e Dalmazia, dei missionari, alfieri di umanità, di civiltà e di cultura.

Sottolineo il valore della Confederazione degli imprenditori italiani nel mondo, di grande rilievo internazionale. Basti pensare che oggi vi è una banca dati di 15.000 imprese e che la fatturazione che riguarda i 32 membri che dirigono la Confederazione è di 8 miliardi di euro, che corrisponde ad un vero «impero economico». Da qui deve nascere una forza nuova delle nostre imprese nel collegamento con l'industria italiana in Italia.

Abbiamo registrato nel tempo una importante alleanza fra i 48 ospedali italiani che operano all'estero e quelli in Italia.

Queste rappresentanze straordinarie di tutto il nostro mondo all'estero sono sempre state ricevute al Quirinale dal Capo dello Stato italiano. Sono momenti di una fortissima presenza che dà il senso della nostra «potenza» in ogni continente.

Non dimentichiamoci che oltreconfine vivono più di 3 milioni di italiani e oltre 60 milioni di cittadini di origine italiana che sono nostri naturali interlocutori.

L'incidenza politica, culturale, economica può essere eccezionale e diviene uno degli obiettivi dei deputati e dei senatori degli italiani all'estero, tenuto conto che abbiamo 395 parlamentari di origine italiana.

Ma davanti a noi vi è anche la nostra gente che va aiutata ed è per questo che abbiamo voluto ed ottenuto di intervenire a favore dei meno abbienti. Gli italiani all'estero, da quando hanno avuto il voto, devono avere gli stessi diritti degli italiani in Italia. In Italia le pensioni minime raggiungono il milione di Lire al mese per intervento dello Stato, così avviene dal 2003 anche all'estero per opera nostra. Questa è stata una grande vittoria «sociale».

Vi sono anche quelli che stanno male, che non hanno pensione ed è per questo che è nato il tentativo nella finanziaria di estendere la pensione sociale che vi è in Italia a quanti vivono all'estero e si trovano nelle stesse condizioni economiche di quelli che in Italia la percepiscono.

Purtroppo questa finanziaria toglie contributi indispensabili. Andiamo dunque ad esaminare i capitoli relativi. Per nessuno è previsto un aumento. Alcuni (pochi) rimangono invariati. E, come si può vedere nella tabella, gli altri subiscono una decurtazione di ben 17.137.390 Euro. Quasi un milione e mezzo in meno per l'assistenza ai connazionali indigenti. Tre milioni e quattrocentomila in meno per l'assistenza educativa, culturale e scolastica. Spariscono i fondi per la gestione dei dati per l'anagrafe e il censimento. E così via. Pertanto, se le chiacchiere stanno a zero, i tagli per gli Italiani all'estero ammontano ad oltre diciassette milioni di euro.

Qui occorre l'intesa, la grande intesa, con i deputati e i senatori eletti nella circoscrizione Estero che debbono assumersi chiare responsabilità e agire possibilmente uniti.

In questa vicenda certamente complessa dove tutte le forze dell'emigrazione debbono allearsi in un grande sforzo, noi riteniamo di grande importanza la istituzione di una Commissione parlamentare bicamerale per gli italiani nel mondo, nella quale devono essere presenti i senatori eletti nella circoscrizione Estero con compiti di indirizzo, di coordinamento e di controllo su tutte le politiche concernenti i cittadini italiani residenti all'estero e un'attività politica culturale ed economica dell'Italia nel mondo.

Obiettivi della Commissione sono i seguenti:

verificare lo stato della legislazione concernente il diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero: a tal fine proporre, sulla base dei vigenti principi costituzionali, iniziative legislative concernenti modalità del voto all'estero volte a migliorarne l'effettività e a garantirne la segretezza; verificare lo stato di attuazione della legislazione nazionale nelle materie concernenti gli Italiani all'estero, assicurando un intervento coordinato tra Parlamento, regioni, pubbliche amministrazioni e associazioni dell'emigrazione; verificare il livello di informazione e di aggiornamento conseguito dal servizio pubblico televisivo (Rai International) nei confronti delle collettività italiane all'estero affinché queste mantengano i legami culturali con il paese di origine, nonché il livello di informazione e di aggiornamento conseguito dal servizio pubblico televisivo (Rai) per far conoscere in Italia le attività delle comunità italiane residenti oltre confine; vigilare, in particolare, sulla valorizzazione del ruolo dell'imprenditoria italiana all'estero, al fine di promuoverne lo spirito associativo e l'interscambio informativo; mantenere i contatti con i parlamentari di origine italiana eletti negli Stati esteri, al fine di sviluppare l'impostazione dei problemi di comune interesse di politica estera, culturali, sociali ed economici tra l'Italia e quei paesi dove vi è una significativa presenza di nostri connazionali, realizzando sinergie con le istituzioni che promuovono all'estero l'italianità e il «made in Italy»; proporre iniziative volte al rafforzamento e alla razionalizzazione della rete consolare; vigilare sulla concreta attuazione degli accordi e delle convenzioni internazionali relative agli italiani nel mondo, in particolare nelle materie del diritto del lavoro, della legislazione sociale e previdenziale; valutare le politiche generali concernenti le collettività italiane all'estero.

Concludiamo con forte determinazione una grande alleanza: io sono pronto, per l'interesse vero e generale dell'Italia, a patrocinare l'iniziativa per la politica sociale, culturale, economica ed estera con tutti i parlamentari all'estero in collaborazione con i nostri eletti.

Se riusciremo a far nascere la «Commissione bicamerale per gli italiani all'estero», faremo subito venire in Italia i 395 parlamentari di origine italiana. Sarà una forte manifestazione di unità per lanciare l'Italia nel mondo al di sopra dei partiti. Sarà possibile guardare ad una politica estera diversa, di ampi spazi, anche con il Mercosur, ricordandoci, come diceva un grande parlamentare argentino, l'onorevole Cafiero, che «l'Italia non appartiene solo agli italiani, ma a tutta l'umanità».

Ma non dobbiamo dimenticare; vi è stato anche il dolore e la persecuzione alla nostra gente.

Debbo ricordare che, su mia proposta come ministro per gli italiani nel mondo, il Presidente del Consiglio Berlusconi ha emanato la direttiva con la quale 1'8 di agosto, giornata del massacro di Marcinelle del 1956 dove morirono 136 minatori italiani, è stato designato come «Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo».

Nessuno, e parlo di tutti i Governi che ci hanno preceduto, aveva proposto e ottenuto questo esemplare riconoscimento per la riscoperta di valori sociali, storici e culturali che hanno accompagnato il processo di emigrazione di massa dall'Italia.

Vorrei concludere questo mio intervento con un alto riconoscimento di Franco Cardini, storico e insigne uomo di cultura e delle professioni, che risponde a critiche ottuse dopo il risultato elettorale che certamente colpiva soprattutto Tremaglia. Lo dico oggi perché io rinnovo il mio atto di fede nei confronti degli Italiani nel mondo perché si ricomincia; la mia disponibilità è assoluta. Cancelliamo le amarezze. È finito il linciaggio.

Dice Franco Cardini: «Onore quindi a Mirko Tremaglia per aver portato all'estero il voto e per aver determinato l'ingresso di una pattuglia di loro nelle due Camere. Era il sogno della sua vita. La cosa importante era non già aver indotto gli italiani all'estero a scegliere la destra o la sinistra, bensì averli portati a votare e a mandare i loro rappresentanti nel nostro Parlamento. Questo è il risultato che conta ed è un risultato che per sempre porterà il nome di Mirko Tremaglia. Ecco perché fa piacere poter scrivere un lucente e rotondo elogio di un vecchio signore schietto e onesto. Onore a te, Mirko. È un privilegio potersi dire tuoi amici».

Ribadisco con forza, e ne sono convinto, di aver decisamente voluto ed avuto questo eccezionale riconoscimento da parte di milioni di italiani che vivono all'estero. Proprio in quel momento, il 20 dicembre 2001, con l'approvazione della mia legge, dopo aver cambiato due volte la Costituzione della Repubblica, quell'evento straordinario ha completato la democrazia in Italia.

Alleanza Nazionale, con il suo presidente Gianfranco Fini, è una forza fondamentale non solo della politica italiana ma della democrazia italiana. Una forza non marginale né emarginabile. È stata infatti determinante per la realizzazione della democrazia compiuta. E io sono stato il distributore di democrazia, avendo vinto la battaglia di civiltà del voto.

Rinnovo l'appello a tutte le formazioni politiche perché si accorgano che esistono gli italiani nel mondo. È una grande realtà che i politici italiani continuano ad ignorare, ma non si possono emarginare 3 milioni di italiani. Solo nel messaggio del 15 maggio il Presidente della Repubblica ha ricordato solennemente la presenza e la partecipazione degli italiani all'estero.

A volte ho l'impressione che qualche forza politica voglia cancellare il voto agli italiani all'estero con il pretesto di cambiare la legge che è deficitaria su un punto: la segretezza. Prendo questa occasione così importante per chiedere formalmente ai segretari dei partiti che rappresentano la forze politiche nazionali se intendono difendere i diritti costituzionali, ottenuti nella scorsa legislatura, e quali modifiche intendono proporre per rendere più giuste e democratiche le elezioni all'estero. A nessuno è concesso di fare il doppio gioco.

Non bisogna mai dimenticare, per quanto mi riguarda, che la politica nei confronti degli italiani all'estero, che tutto mi hanno dato, deve avere come fondamento la lealtà e la riconoscenza per quanto loro hanno fatto per l'Italia.

Questa non è retorica. Questa è la politica dell'italianità e dell'amore per la patria. Questa è la democrazia.

Non dimentichiamolo: è una vera conquista ideale e politica.