Sviluppo Italia

La società per azioni “Sviluppo Italia”, interamente posseduta dal Ministero dell’economia e delle finanze, è stata istituita il 26 gennaio 1999, ai sensi del D.Lgs. 9 gennaio 1999 n. 1, successivamente integrato dal D.Lgs. 14 gennaio 2000, n. 3, con il compito di svolgere funzioni di coordinamento, riordino, indirizzo e controllo delle attività di promozione dello sviluppo industriale e dell'occupazione nelle aree depresse del Paese, nonché di attrazione degli investimenti.

Con la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 26 gennaio 1999 il capitale sociale iniziale è stato fissato in 35 miliardi di lire.

Tale somma è stata interamente conferita alla società “Sviluppo Italia” quale partecipazione del Ministero dell’economia e finanze[1], che esercita, ai sensi dell’articolo 2, comma 6, del D.Lgs. n. 1/1999, i diritti dell’azionista.

Attualmente il capitale sociale (a seguito dell’incorporazione delle società in essa confluite) ammonta a 1.126,4 milioni di euro.

 

Alla società Sviluppo Italia è stato assegnato il compito di provvedere al riordino e all’accorpamento delle attività e delle strutture delle società SPI, ITAINVEST, IG-Società per l’imprenditoria giovanile, INSUD, RIBS, ENISUD[2], FINAGRA e le quote dell’associazione IPI detenute dallo Stato o da società da questo controllate, ricollocandole in una o più società operative da essa direttamente o indirettamente controllate, ovvero, ai sensi del D.Lgs. n. 3/200, in rami di azienda.

Il D.Lgs. n. 1/1999 disponeva inizialmente che Sviluppo Italia provvedesse al riordino e all’accorpamento delle suddette società partecipate al fine di una loro ricollocazione in due nuove società operative specializzate, rispettivamente, in materia di servizi allo sviluppo e di servizi finanziari. A tal fine, nel giugno 1999 vennero costituite due società operative, una per i servizi allo sviluppo (Progetto Italia) e una per i servizi finanziari (Investire Italia), che operavano in regime di convenzione con le diverse società controllate da Sviluppo Italia.

 

A seguito del D.Lgs. n. 3/2000, che ha previsto la possibilità per Sviluppo Italia di operare tramite propri rami di azienda, il consiglio di amministrazione di Sviluppo Italia Spa, nel gennaio 2000, ha deciso di procedere alla fusione per incorporazione delle società SPI, ITAINVEST, IG, INSUD, RIBS e FINAGRA, nonché di Progetto Italia e Investire Italia.

L’operazione di fusione è stata completata nel giugno 2000[3].

 

A seguito della operazione di fusione, Sviluppo Italia è subentrata nella gestione di tutti gli interventi che precedentemente erano di competenza delle varie società in essa confluite:

§      l’imprenditoria giovanile e il prestito d’onore (ora definiti “autoimpiego e autoimprenditorialità”) della IG;

§      la siderurgia (legge 181/1989) e la promozione e lo sviluppo di attività imprenditoriali della SPI;

§      il settore turistico della INSUD;

§      le attività finanziarie di ITAINVEST;

§      gli interventi nel settore agro-alimentare di RIBS e Finagra.

 

Per quanto concerne gli interventi nel settore agro-alimentare, l’articolo 10-ter del D.L. n. 203 del 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 2005, ha disposto il trasferimento di talune risorse patrimoniali relative agli interventi ex Ribs, nella disponibilità di Sviluppo Italia, alla società Istituto sviluppo agroalimentare (ISA), con contestuale passaggio della quota di partecipazione detenuta da Sviluppo Italia in ISA al Ministero delle politiche agricole. Tali risorse erano state precedentemente trasferite all'ISMEA dall’articolo 4, comma 42, della legge finanziaria per il 2004 (legge n. 350/2003) .

 

I principali compiti assegnali alla società Sviluppo sono i seguenti:

§      promozione di attività produttive e attrazione degli investimenti;

§      promozione di iniziative occupazionali e nuova imprenditorialità;

§      supporto alle amministrazioni pubbliche centrali e locali per la programmazione finanziaria e la progettualità dello sviluppo;

§      consulenza in materia di gestione degli incentivi nazionali e comunitari, con particolare riferimento per il Mezzogiorno e le altre aree depresse.

 

Ulteriori competenze sono state attribuite a Sviluppo Italia dalle seguenti disposizioni legislative:

§      l’articolo 73 della legge finanziaria per il 2003 (legge n. 289/2002) ha previsto l’estensione della legge 181/1989, prima applicabile solo alle aree di  crisi siderurgica, anche alle aree interessate da crisi del comparto industriale, attribuendo a Sviluppo Italia la gestione degli incentivi. La misura è stata infatti estesa ai territori delle province di Caserta, L’Aquila, Nuoro, Caltanissetta, Latina, Palermo (Delibera Cipe n. 130/2003), all’area Fiat-Alfa Romeo (comuni di Arese, Rho, Garbagnate Milanese e Lainate), al comune di Marcianise (Caserta) e al distretto di Brindisi (articolo 1, commi 265-268, della legge finanziaria per il 2005), alle aziende operanti in aree di crisi del comparto degli elettrodomestici (articolo 11, comma 8, D.L. n. 35/2005), alle aree ad elevata specializzazione settoriale del settore del «Tessile - Abbigliamento - Calzaturiero» individuate dalla regione Puglia nei comuni ricompresi nelle aree di cui ai progetti integrati territoriali P.I.T. n. 2 Area Nord Barese, P.I.T. n. 4 Area della Murgia e P.I.T. n. 9 Territorio Salentino-Leccese (articolo 37 del D.L. n. 273/2005);

§         l’articolo 4, commi 99-103 della legge finanziaria per il 2004 (legge n. 350/2003) ha previsto l’istituzione di un Fondo, dotato di 10 milioni nel 2004, gestito da Sviluppo Italia Spa, a garanzia dei prestiti fiduciari concessi per il finanziamento degli studi universitari. Tuttavia la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 308 del 2004 ha dichiarato l’illegittimità del citato comma 101, sostenendo che, essendo l’istruzione, materia di competenza concorrente (ai sensi dell’art. 117 Cost.), le scelte discrezionali relative ai criteri di individuazione degli studenti capaci e meritevoli spetterebbero alle Regioni e non ad organismi centrali, come ad esempio Sviluppo Italia;

§         l’articolo 4, commi 106-111 della legge finanziaria per il 2004 (legge n. 350/2003) ha disposto l’istituzione di un Fondo rotativo nazionale per gli interventi sul capitale di rischio, gestito da Sviluppo Italia S.p.A.; tuttavia tale Fondo non è ancora operativo, in attesa della decisione in merito della Commissione Ue;

§         l’articolo 1, commi 215-218 e 221 della legge finanziaria per il 2005 (legge n. 311/2004)  autorizza Sviluppo Italia a concedere agevolazioni alle imprese, al fine di rafforzare l’attrazione degli investimenti nelle aree sottoutilizzate. Tale misura non è ancora operativa, in attesa della decisione in merito della Commissione Ue.

§         l’articolo 11, commi 3-6 del D.L. n. 35/2005 ha istituito il Fondo per il finanziamento degli interventi consentiti dagli orientamenti UE sugli aiuti di stato per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà, assegnando a Sviluppo Italia S.p.A. il compito di curare unicamente la fase della valutazione e l’attuazione dei citati interventi.

§         la legge n. 56 del 2005 prevede, all’articolo 3, la costituzione di strutture - gli sportelli unici all’estero - per il sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo e l’attrazione degli investimenti esteri. Tra gli organismi che partecipano a tali strutture vi è ricompressa anche Sviluppo Italia. Lo strumento non è ancora operativo.

 

Con la delibera 2 agosto 2002, n. 62, il CIPE ha previsto la definizione da parte di Sviluppo Italia di un Programma Quadro, al cui finanziamento è stato destinato un importo pari a 73 milioni di euro.

Attraverso il Programma Quadro 2002-2004, presentato da Sviluppo Italia il 12 dicembre 2002 ed approvato con delibera 19 dicembre 2002, n. 130, il CIPE ha inteso promuovere, sulla base degli indirizzi programmatici contenuti nel DPEF 2003-2006, la realizzazione di tre Programmi Operativi aventi ad oggetto:

§      l’attività di advisoring e supporto tecnico alle Amministrazioni centrali, alle regioni e province autonome nella fase attuativa degli studi di fattibilità;

§      il supporto alle regioni e alle province per il miglioramento della capacità e della qualità della committenza pubblica;

§      la predisposizione e l’avvio di un programma pluriennale di marketing finalizzato alla attrazione degli investimenti nelle aree sottoutilizzate del Paese. Tra gli strumenti per la realizzazione di tale Programma Operativo è previsto il “contratto di localizzazione” rappresenta una nuova tipologia di contrattazione programmata tra MEF, MAP, Regioni, Impresa e Sviluppo Italia, rivolta a garantire alle imprese certezza di tempi e di costi nel processo insediativo.

I tre Programmi Operativi rappresentano un ampliamento effettivo della missione di Sviluppo Italia.

 

Oltre alla sede centrale a Roma, Sviluppo Italia è presente nel territorio nazionale in diverse sedi, assorbendo le già esistenti strutture locali delle società in essa confluite (in particolare della IG e della SPI).

Sviluppo Italia agisce inoltre a livello territoriale attraverso le società regionali: a conclusione del processo di revisione delle sedi territoriali che facevano capo alle società confluite in Sviluppo Italia, si è proceduto ad una rimodulazione in nuove strutture regionali operative.

Sono attualmente operative 17 società a responsabilità limitata - una per ciascuna regione del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) e altre nove nel Centro-Nord (Umbria, Toscana, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Emilia Romagna).

Sono inoltre presenti sul territorio i c.d. “incubatori di impresa”, strutture operative finalizzate a favorire il decollo di iniziative imprenditoriali locali, che prevedono spazi fisici e strutture logistiche condivise, nonché servizi di consulenza, formazione e finanza dedicata. Sono attualmente operativi 24 incubatori, 10 sono in fase di realizzazione e 7 sono programmati.

 

Ai sensi dell’articolo 4, comma 1, del decreto legislativo n. 1 del 1999, il Governo presenta al Parlamento annualmente il “Rapporto sull’assetto organizzativo e le attività svolte dalla società Sviluppo Italia Spa” (Doc. CLXII).

Le società controllate e partecipate

Al mese di aprile 2006 Sviluppo Italia Spa detiene un portafoglio di partecipazioni costituito da 177 società, in parte ereditate dalle singole società confluite nella Società, in parte acquisite successivamente alla fusione.

Oltre alle società regionali, sono presenti 12 società strumentali:

§      Italia Turismo Spa, con la missione di promuovere il turismo per lo sviluppo delle aree sottoutilizzate;

§      Investire Partecipazioni Spa, con la finalità di gestire un portafoglio di partecipazioni localizzate prevalentemente in aree obiettivo 2;

§      Sviluppo Italia Aree Produttive Spa, attiva nel mercato nazionale del recupero, della valorizzazione e della successiva riutilizzazione di aree industriali dismesse o in via di dismissione, anche se inquinate;

§      Italia Navigando Spa, finalizzata alla realizzazione di una rete di porti turistici dotati di infrastrutture e servizi specializzati per la nautica da diporto;

§      Rete Autostrade Mediterranee S.p.A.,  società che opera in base a una convenzione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per attuare il programma Autostrade del Mare;

§      Infratel Italia S.p.A. - Infrastrutture e Telecomunicazioni per l'Italia, società di scopo costituita con l'obiettivo di favorire lo sviluppo di infrastrutture a larga banda sul territorio nazionale e di ridurre il digital divide;

§      Innovazione Italia S.p.A., società strumentale costituita in partnership con il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie, per dare attuazione ai programmi del Governo relativi allo sviluppo della Società dell'Informazione e al piano di e-government;

§      Sviluppo Italia Engineering, società di ingegneria impegnata nella realizzazione di infrastrutture e progetti edilizi su scala nazionale, principalmente per Amministrazioni ed Enti pubblici;

§      Garanzia Italia, consorzio di garanzia fidi (Confidi) promosso da Sviluppo Italia per fornire una risposta concreta alle esigenze finanziarie delle piccole e medie imprese attraverso la concessione di garanzie sui finanziamenti erogati dalle Banche a favore delle imprese consorziate;

§      Italiaevolution, società con l'obiettivo di promuovere il Sistema Italia attraverso la valorizzazione – a livello nazionale e internazionale – del comparto economico, produttivo, culturale e sportivo italiano;

§      Sviluppo Italia Factor S.p.A., la società compie attività di factoring;

§      Strategia Italia SGR S.p.A., società di gestione del risparmio, opera in qualità di advisor di fondi di private equity per contribuire allo sviluppo delle piccole e medie imprese.

 



[1]     Ai sensi del D.Lgs. n. 1/1999, alle successive sottoscrizioni di capitale sociale della società possono partecipare anche le regioni, gli enti locali e funzionali, le loro associazioni o enti associativi, per un importo complessivamente non superiore ad 1/4 della sua entità.

[2]     Per quanto riguarda ENISUD, si ricorda che inizialmente, la direttiva del 26 gennaio 1999 prevedeva la eventuale acquisizione della società da parte di Sviluppo Italia, successivamente peraltro alla valutazione della convenienza economica. Non è stato dato, tuttavia, ulteriore seguito all’acquisizione di ENISUD.

[3]     Al fine di accelerare l’operazione di fusione, Sviluppo Italia ha acquisito il controllo totalitario di tutte le Società destinate a fondersi.

      In data 2 marzo 2000, le Assemblee straordinarie delle citate Società hanno deliberato l’approvazione della operazione di fusione per incorporazione nella capogruppo Sviluppo Italia Spa, sulla base delle rispettive situazioni patrimoniali al 30 settembre 1999.

      La stipula dell’atto di fusione è avvenuta in data 30 maggio 2000, con effetti dal successivo 30 giugno.

      La quota associativa in IPI è stata successivamente trasferita al Ministero dell’industria (art. 19, comma 2, legge n. 340/2000), mentre non è stato dato ulteriore seguito all’acquisizione di ENISUD.