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Si riprende la discussione.
(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 1253 e 1254)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, deputato Piro.
FRANCESCO PIRO, Relatore. Signor Presidente, nella relazione introduttiva avevamo detto che, purtroppo, il Rendiconto e l'assestamento - ma soprattutto il Rendiconto - non suscitano molta attenzione.
Quest'anno, poi, la pressoché totale concomitanza con la presentazione dei provvedimenti finanziari per l'esercizio 2007 ha ovviamente finito per distogliere ancor più l'attenzione dal loro esame.
Tuttavia, il dibattito, pur minimo, svoltosi tra la parte antimeridiana e quella pomeridiana della seduta odierna conferma, invece, che l'esame del Rendiconto dovrebbe essere più puntuale in quanto fornisce dati estremamente importanti; importanti soprattutto perché a consuntivo e quindi non suscettibili di interpretazioni.Pag. 12
Da tale punto di vista, sia la strada della due diligence percorsa dal Governo subito dopo il suo insediamento, sia, successivamente, i dati contenuti nel Documento di programmazione economico-finanziaria e, quindi, le indicazioni dello stesso disegno di legge finanziaria non possono che partire dal dato consolidato del 2005, in base al quale tutti gli indicatori di finanza pubblica - sia relativi al conto consolidato delle pubbliche amministrazioni sia relativi, in senso proprio, al bilancio dello Stato - sono in evidente peggioramento; alcuni, in gravissimo peggioramento, come, ad esempio, il rapporto tra debito pubblico e PIL. Tale situazione non è smentita dal fatto che si siano registrate, durante l'esercizio in corso, maggiori entrate (soprattutto maggiori entrate tributarie, peraltro parzialmente compensate dalla diminuzione delle entrate extratributarie); tale circostanza, infatti, come anche stamattina è stato ricordato e ampiamente illustrato attraverso l'esame degli indici, se migliora i saldi del 2006 rispetto alle previsioni iniziali, tuttavia non serve a modificare di segno il dato negativo dei saldi di finanza pubblica e dei saldi di bilancio.
Pertanto, ritengo veramente molto affrettata, e anche errata, la conclusione secondo cui il Governo avrebbe anticipato troppo i tempi ed avrebbe fornito dati sbagliati; d'altro canto, l'argomento era stato ampiamente sviluppato nel corso del dibattito svoltosi in Commissione. Credo che il dato sui saldi e sulla situazione della finanza pubblica sia tuttora allarmante; quindi, la legge finanziaria - il cui relativo disegno di legge, peraltro, è già stato adottato dal Governo - non potrà che tenere conto di ciò e realizzare una manovra che, insieme agli indispensabili elementi di sollecitazione della crescita e dello sviluppo, nonché di modificazione delle diseguaglianze fortemente presenti nel nostro paese, contenga però anche quelle misure indispensabili per il riequilibrio dei conti pubblici. Ciò, non solo per il rispetto dei parametri dell'Unione europea ma anche perché ciò rappresenta una condizione perché effettivamente si realizzino nel nostro paese equità e sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
NICOLA SARTOR, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il relatore, onorevole Piro, ha ben messo in luce, con riferimento al Rendiconto per l'anno 2005, i punti essenziali che identificano la grave situazione dei conti pubblici. La gravità non può essere colta unicamente con l'analisi dei saldi, anche se bisogna ricordare che negli ultimi due anni - quindi nel 2005 e nell'anno in corso - il rapporto tra debito pubblico e PIL riprenderà a crescere dopo un lungo periodo di declino. Ebbene, non è sufficiente analizzare i saldi ma va anche analizzata la situazione con riferimento all'articolazione delle spese al netto del pagamento degli interessi; quindi, bene ha fatto il relatore a sottolineare la situazione di grave disagio che consiste nell'avere una spesa corrente primaria di fatto fuori controllo e nel contempo, una netta ed evidente carenza di spese per investimenti in infrastrutture e in quant'altro.
In un certo senso, si sono concretizzati una parte dei rischi palesati dalla commissione Faini, che, peraltro, aveva anche anticipato un andamento delle entrate più favorevole del previsto; quindi, è opportuno sottolineare come il lavoro della Commissione non sia stato dominato dal catastrofismo, ma abbia invece colto l'evidenza di alcuni elementi positivi. Dicevo, una parte dei rischi si sono concretizzati ed hanno trovato immediata compensazione già nel provvedimento di luglio con cui si sono dovute reperire risorse da destinare prevalentemente ad ANAS e Ferrovie dello Stato, al fine di evitare il totale blocco dei cantieri in essere. Credo che questo sia un indicatore sufficientemente preciso dello stato di disagio in cui versavano i conti pubblici.
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Per quanto riguarda le maggiori entrate, la situazione è molto semplice: l'emendamento presentato al provvedimento di assestamento del bilancio recepisce le maggiori entrate così come sono state accertate nel periodo in cui veniva predisposto il Documento di programmazione economico-finanziaria. È evidente che la distinzione tra un atto contabile giuridico e un documento di programmazione finanziaria è molto netta per quel che riguarda i tempi di preparazione e, quindi ciò che può essere rilevato in un documento di programmazione, quale il Documento presentato a luglio, richiede tempi lunghi ai fini di un formale assestamento di bilancio. Con ciò, intendo anche precisare che il Governo non presenterà ulteriori emendamenti per recepire eventuali maggiori entrate che dovessero essere in corso. Va anche precisato come alcune di queste maggiori entrate abbiano natura di una tantum, e non solo perché esauriscono il loro effetto in tempi molto brevi: cito, per tutti, un effetto positivo sulle ritenute IRPEF derivante dalla circostanza che alcuni rinnovi contrattuali sono stati erogati nel corso dell'anno. Chiaramente tale andamento positivo non può che avere un effetto una tantum, ma lo hanno anche altre fonti cospicue di entrata, quali ad esempio, quelle relative alla valutazione dei cespiti di impresa, a fronte delle quali vi saranno minori entrate future sotto forma di maggiori ammortamenti. Quindi, sia pure con un quadro complessivo di favore, non va dimenticato che una cospicua parte di tali entrate hanno natura straordinaria.
Posso pertanto concludere il mio intervento affermando che non è intenzione del Governo presentare ulteriori emendamenti al provvedimento di assestamento, così come posso precisare che il disegno di legge di bilancio per il 2007, che è già stato depositato, recepirà la nuova struttura che è stata data all'esecutivo attraverso il cosiddetto provvedimento sullo «spacchettamento». Tale nuova struttura è già presente nel disegno di legge di bilancio per il 2007, mentre non sarà oggetto di emendamento per quanto riguarda il provvedimento di assestamento attualmente in discussione.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.