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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2200)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Uggè. Ne ha facoltà.
PAOLO UGGÈ. Signor Presidente, indubbiamente siamo in una situazione difficile, di imbarazzo e difficoltà. Il Governo oggi non è più nella condizione di governare il Paese, mentre la sua maggioranza rischia di non trovare un denominatore comune.
In questi pochi mesi il Governo ha dimostrato innanzitutto di non essere serio, come invece il Presidente (o meglio l'ex Presidente) del Consiglio, Romano Prodi, si affannava a spiegare a tutti i cittadini italiani, dando garanzie sulla sua tenuta e spiegando come con il suo Governo si sarebbe creato benessere per gli italiani, felicità per i giovani, più sicurezze sociali per le categorie deboli. Addirittura, era arrivato a garantire una discontinuità sulla politica estera rispetto al precedente Governo Berlusconi, mettendo in discussione le scelte significative che rispondevano ad una logica precisa, ad un determinato quadro, a ciò che il presidente Berlusconi, più volte, aveva sottolineato, ossia il sogno di cambiare l'Italia.
Ebbene, noi, quel sogno, l'avevamo avviato. Avevamo introdotto una serie di cambiamenti che rispondevano a quegli obiettivi. Ma l'unica cosa che questo Governo ha saputo fare è stato quella di mettere in discussione tutti i tentativi realizzati, le 37 riforme (non 36; siamo modesti e, a volte, ci dimentichiamo delle riforme che abbiamo realizzato); la riforma della normativa sul trasporto delle persone, in vigore dal 1929, quindi da quasi 100 anni, e la riforma della normativa sul trasporto merci, che risaliva al 1974. Ebbene, tali normative sono state riformate dal Governo Berlusconi, introducendo principi di liberalizzazione regolata, dimostrando, concretamente, come si possa intervenire in accordo con le categorie al fine di cambiare le leggi e le condizioni in vigore da anni.
Questo Governo, in questi mesi, ha cercato solo di distruggere tutto quello che è stato realizzato, senza porsi un obiettivo positivo, senza cercare di realizzare qualcosa di utile per il paese. E - ahimè - quando è intervenuto, è stato supportato, ovviamente, dagli amici, dagli aedi di regime; durante tutta la sessione di bilancio, in cui la legge finanziaria è stata protagonista delle aule parlamentari, è stato magnificato il grande lavoro che il Governo si apprestava fare, i grandi contenuti della legge finanziaria: un Governo che «farà piangere i ricchi»! Invece, via via che si procede, ci si rende conto che ciò che Forza Italia ed i partiti dalla Casa delle libertà sostenevano era la realtà! Si Pag. 23tratta di un Governo che sta facendo pagare alle classi meno abbienti, una politica sbagliata, una politica antisociale, una politica che non tiene conto delle nuove povertà che, invece, continua a creare!
In questo modo, i diversamente abili si sono trovati con assegni familiari di 17 euro, mentre coloro che non hanno figli diversamente abili si trovano assegni familiari con 42 euro. Così si va incontro alle categorie disagiate?
Secondo questo spirito, questo modo confuso di gestire la cosa pubblica, avete tentato quell'operazione (mi si passi il termine) truffaldina: mi riferisco all'emendamento non presentato da un senatore, ma visto e rivisto a tavolino, un emendamento che aveva uno scopo preciso, ossia quello di identificare un momento diverso, che consentiva, rispetto ai tempi di prescrizione, di non far pagare coloro che avevano agito e creato danni all'amministrazione pubblica, quindi, una impunità ai soggetti che hanno danneggiato lo Stato!
Tutto questo, riassume la vostra politica di questi mesi! Noi ve l'avevamo detto! Oggi, anche i vostri amici, i sindacati dei lavoratori, stanno denunciando che le misure contenute nella legge finanziaria non vanno bene, che quanto loro stessi avevano concordato e convenuto in incontri durante questa bellissima fase di concertazione, quanto prodotto da questo Governo sta penalizzando la gente.
Ebbene, per tutta questa serie di considerazioni, spero che il Governo che verrà (che mi auguro non vedrà più alla sua guida il Presidente uscente Romano Prodi; che sia definitivamente uscente) ci porterà alle elezioni e affronterà la cosa pubblica e le leggi in un modo diverso, in un modo funzionale agli interessi del paese, e non di pochi gruppi amici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, si discute di prassi o non prassi costituzionali a proposito degli eventi avvenuti ieri sera. Da parte mia, non discuto, ma sono ben contento di vedere l'attuale maggioranza, con gli occhi tristi, la testa china, «leccarsi le ferite» per gli eventi successi stanotte. Sicuramente, avranno avuto la compiacenza di autoflagellarsi per quanto avvenuto ieri sera. Del resto, era prevedibile che ciò avvenisse: era già avvenuto al Senato in altri momenti di questa stessa legislatura.
Fortunatamente, hanno preso coscienza e, sempre fortunatamente, il Governo si è dimesso!
Venendo al complesso degli ordini del giorno, approvo senza riserve e dichiaro di sottoscrivere tutti gli ordini del giorno presentati dai parlamentari del gruppo Forza Italia.
Troviamo illogico che una norma del genere di quella recata dal provvedimento in esame si imponga all'attenzione di Camera e Senato quale atto d'urgenza, un decreto come il cosiddetto mille proroghe - che discuteremo tra breve - e come quello sulle liberalizzazioni che si sta discutendo in X Commissione. Come Lega Nord, infatti, non troviamo logico che qualsiasi proposta della maggioranza venga approvata attraverso il ricorso alla decretazione d'urgenza.
Il decreto-legge in esame interviene abrogando la norma della legge finanziaria per il 2007 in materia di decorrenza del termine di prescrizione del diritto, per la pubblica amministrazione, al risarcimento del danno derivante da responsabilità amministrativa.
È necessario ricordare in proposito che la norma fu oggetto di critiche non solo da parte del Presidente della Repubblica ma anche di esponenti del Governo e della maggioranza, ma che non emerse con chiarezza a vantaggio di chi fosse stata approvata la disposizione. È evidente che tale atteggiamento contrasta con il programma di Governo dell'Unione che, quindi, solo a parole ha il culto della legalità.
È altresì necessario ricordare che la statuizione è stata criticata fortemente per il suo contenuto di disposizione ad personam,Pag. 24contravvenendo ai caratteri di generalità ed astrattezza della norma. Inoltre, la previsione recata, per il principio dell'applicazione della legge più favorevole, avrebbe potuto essere applicata anche retroattivamente; l'introduzione della norma, quindi, avrebbe inciso negativamente sull'ordinamento, favorendo la posizione di molti amministratori o dipendenti pubblici coinvolti in giudizi di responsabilità.
La statuizione è stata introdotta nel corso dell'esame al Senato senza un dibattito serio e quindi senza capire le ragioni di tale intervento, che ha destato le critiche dei più alti livelli istituzionali. Lo stesso relatore, che ha introdotto la norma, non ha specificato le ragioni che erano alla base dell'intervento normativo.
Si deve auspicare per il futuro un metodo di legislazione più consono alle esigenze di certezza del diritto e meno confuso, in modo da salvaguardare i principi che sono alla base di una legislazione corretta. Vorrei ricordare un vecchio detto italiota secondo il quale con la fretta si rischia di fare le pentole, ma non i coperchi. È la stessa fretta che state portando avanti con l'azione di questo Governo, attraverso tutti questi decreti, ma anche con la legge finanziaria approvata.
Con questo provvedimento, si correggerà ulteriormente la finanziaria per il 2007. Sicuramente, però, seguiranno altri decreti. Avevamo già precisato la nostra posizione al riguardo in fase di discussione sulle linee generali della finanziaria; ribadiamo perciò il nostro voto contrario sulla conversione di questo decreto e degli altri che verranno all'esame in futuro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Romagnoli, giunto ora in aula. Ne ha facoltà.
MASSIMO ROMAGNOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, vi rendo noto, ancora una volta, che rischiamo di mettere in dubbio la cosiddetta serietà di questo Governo e la serietà di questa Assemblea se il Governo, o chi per lui, non si attiva con serietà per trovare i veri responsabili. Il decreto-legge in esame abroga una norma della legge finanziaria che introduceva una disposizione più favorevole per coloro che fossero sottoposti ad un giudizio di responsabilità. Signor presidente, le disposizioni introdotte rappresentano un vero colpo di spugna nei confronti di molti amministratori sottoposti a giudizio di responsabilità. Signor Presidente, non si possono più coprire illeciti, è ora di finirla! Onorevoli colleghi e colleghe, a questo punto è necessario che il Governo o, ripeto ancora volta, chi per lui, chiarisca in sede parlamentare i motivi che hanno determinato un comportamento di portata tale da indurlo a presentare un decreto-legge, sui cui presupposti di necessità ed urgenza nutro forti dubbi, per riparare all'errore commesso.
Pertanto, oltre ad invitare il Governo a riferire alle Camere le ragioni e le responsabilità dell'errore, dichiaro il mio voto favorevole sull'ordine del giorno Romele n. 9/2200/27, di cui sono cofirmatario, e su quelli presentati dai deputati del gruppo di Forza Italia, che in questo momento rappresentano la prima forza del paese, in Italia e all'estero.
Concludo, signor Presidente, affermando che è ora di smetterla con la politica distruttiva! Basta con la politica volta a coprire, basta con il taglio dei fondi per gli italiani all'estero e per le ambasciate, basta con il taglio dei fondi per i connazionali all'estero, per i consolati e per il Ministero degli affari esteri, che sono la nostra faccia all'estero! Trovate i responsabili e venite a riferire in Parlamento!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, approfitto dei pochi minuti di tempo a disposizione per la dichiarazione di voto sugli ordini del giorno presentati per svolgere una breve riflessione sull'atteggiamento del Governo in ordine ad essi. Infatti, nella maggior parte dei casi, l'Esecutivo ha richiesto ai colleghi presentatori Pag. 25di accettare una riformulazione che prevede la cancellazione della premessa e, generalmente, il mantenimento del dispositivo, quasi invariato. Ho letto tali premesse, considerando l'atteggiamento del Governo di sostanziale chiusura rispetto ad esse e, contemporaneamente, di disponibilità rispetto ai dispositivi. Mi sembra che, nella maggior parte dei casi nei quali sono state proposte le riformulazioni, si trattasse di premesse ispirate al buonsenso.
Ricordo che stiamo convertendo in legge un decreto-legge che abroga un comma inserito nella legge finanziaria, approvato all'interno di un maxiemendamento di oltre 1.400 commi, sul quale è stata posta la questione di fiducia e che è stato redatto con una certa fretta e una certa approssimazione. Si sa, del resto, che la fretta spesso è cattiva consigliera. Su questa vicenda specifica, quella del cosiddetto comma Fuda, tutti ricordano che è emerso un caso politico poiché si trattava di una sanatoria per gli illeciti amministrativi con precisi mandanti e diversi eventuali esecutori. Il caso è stato oggetto di trattativa tra esponenti della maggioranza e del Governo e sostanzialmente è stata una iniziativa fortemente politica e fortemente voluta dalla maggioranza, o ex maggioranza, parlamentare di centrosinistra, al Senato. Non ci si è trovati, quindi, di fronte ad una disattenzione, ma di fronte ad un caso politico.
Le premesse degli ordini del giorno non sono volte, chiaramente, né a una caccia alle streghe né ad una speculazione politica su questa vicenda. Credo non sia giusto farla e, siccome c'è stato un ravvedimento da parte dell'Esecutivo, attraverso l'emanazione di questo decreto-legge che ha posto rimedio al problema, anche in seguito ad una questione sollevata dalle opposizioni, credo si debba affrontarlo nel merito la questione e che si debba farla con la maggiore serenità possibile. È evidente, però, signor Presidente, che le premesse, molto serene e molto sobrie, di questi ordini del giorno, avrebbero potuto essere mantenute.
Quando si dice che bisogna fare maggiore attenzione alla trasparenza, quando si dice che spesso nelle amministrazioni un uso non accorto delle risorse pubbliche comporta maggiori spese a danno delle casse dello Stato che vengono pagate con la fiscalità generale, quando si dice che nella legge finanziaria c'è stata una maggiore attenzione all'innalzamento della pressione fiscale, piuttosto che al contenimento della spesa, credo che ci si trovi di fronte ad affermazioni che hanno molto poco di politico, ma che sono oggettive, sobrie e serene, e, quindi, potevano essere raccolte dal Governo.
Però, prendo atto che, da parte dei membri del Governo presenti in aula, non c'è attenzione. Credo che vi sia una situazione di grave disagio a rappresentare un Governo che, in questo momento, è dimissionario, in quanto la maggioranza ha dimostrato di non esistere in uno dei due rami del Parlamento. Mi rendo conto che ciò comporta un grande imbarazzo, specie perché, in questo momento, abbiamo dato la nostra disponibilità a discutere del provvedimento in esame, facendone proseguire l'iter. Infatti, è chiaro che, anche in sede di ordinaria amministrazione e di disbrigo degli affari correnti, i decreti-legge possono essere affrontati dal Parlamento. Però, ci rendiamo conto che, dal punto di vista politico, la situazione è molto grave.
Addirittura apprendiamo dalle agenzie di stampa che potrebbe essere adottata una strategia per cercare il consenso del singolo parlamentare che possa condividere chissà quale programma dell'Unione che dovesse essere scritto nei prossimi giorni o nelle prossime ore. Ci rendiamo conto che, in questa fase, non potremmo pretendere dal Governo una maggiore presenza ed una maggiore attenzione. Tutto ciò, però, ci dispiace, perché mortifica i lavori di quest'aula e rende questa discussione meno importante di quello che dovrebbe essere.
Prendiamo atto del «ravvedimento» di questo Governo su questo comma della finanziaria e annunciamo, per quel che ci Pag. 26riguarda, il voto favorevole sugli ordini del giorno presentati dai colleghi di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi permetto di portare rapidamente a sintesi le incisive ragioni che sono state illustrate dai deputati di Alleanza nazionale a sostegno degli ordini del giorno. Gli ordini del giorno, come lei mi insegna, finiscono per avere un valore politico relativo rispetto agli atti deliberativi e legislativi veri e propri. Invece, in questo caso, essi assumono un'importanza non trascurabile.
Ammesso e non concesso che in questo momento si debba esprimere un voto favorevole rispetto al provvedimento in esame, ossia la cancellazione della famigerata disposizione della finanziaria, è pur vero che tutto ciò resterebbe indifferenziato nella paternità dell'atto stesso e, forse, anche nelle motivazioni che ciascun gruppo addurrebbe a sostegno, se non ci fossero a «colorarlo» delle volontà politiche e, quindi, gli ordini del giorno stessi.
Il mio gruppo, naturalmente, voterà a favore di questi ordini del giorno e di quelli di cui il Governo, in modo incoerente (in quanto i relativi dispositivi, non sorretti dalla motivazione, non hanno alcun senso), non ha accolto la parte motiva.
Perché, infatti, si sente il bisogno di stabilire questi impegni del Governo, qualunque esso sia ed in qualunque momento esso sia in carica? Perché vi è stata una premessa, ossia un caso emblematico: il tentativo di coprire le responsabilità amministrative degli amministratori scorretti, che ha dato l'occasione e la motivazione politica degli ordini del giorno.
Nel rimandare alla dichiarazione di voto finale per quanto attiene al merito del provvedimento, sul quale ci soffermeremo, vorrei aggiungere un'ultima considerazione di pretto rilievo politico. Il nostro «incrociare di ferri» a livello di schieramenti parlamentari può essere suggestivo ed è sicuramente di grande rilievo politico, ma alla stragrande maggioranza dei cittadini che, forse, ci stanno ascoltando non è detto che ciò debba particolarmente stare a cuore.
Penso che, invece, i cittadini si chiedano se abbia un senso dover leggere, in questi giorni, che l'inflazione ha maggiormente inciso proprio sui redditi dei più poveri e dei pensionati.
Mi chiedo se si possa ignorare che i cittadini, proprio in questi giorni, si stanno rendendo conto che le loro buste paga hanno subito una pesante perdita in termini di potere d'acquisto, quando il Governo aveva invece promesso che, a gennaio e a febbraio, si sarebbero visti gli effetti benefici delle sue presunte politiche sociali.
Mi domando se i cittadini possano leggere gli annunci degli aggravi sulle tariffe ferroviarie che incideranno sull'utenza di un servizio fondamentale (potrei andare avanti enumerando le conseguenze antisociali della situazione di bilancio) e, intanto, accettare che ci possano essere colpi di spugna di qualunque genere o minacce di colpi di spugna in merito a responsabilità amministrative che comporterebbero una perdita formidabile per le casse pubbliche.
Onorevoli colleghi, vorrei concludere il mio intervento chiarendo, a quanti di voi non avessero avuto il tempo e il modo di soffermarsi sulle cifre, di che cosa stiamo parlando e quanto tale questione incida sui denari dei nostri concittadini. Richiamo l'attenzione dei più distratti ricordando che un rappresentante di questo Governo, il sottosegretario Lettieri, intervenendo al Senato, ha affermato che, sulla base dei dati relativi al periodo 2001-2006, il numero dei giudizi destinati all'estinzione sarebbe di 3.475, con un ammontare complessivo delle condanne (cercate di capirmi: soldi da recuperare!) pari a più di 814 milioni di euro, a cui devono aggiungersi la rivalutazione monetaria, gli interessi legali e le spese di giustizia, per una incidenza di circa il 20 per cento. Si dovrebbero, poi, considerare gli effetti a regime, cioè i giudizi non ancora definiti Pag. 27in primo grado, per circa 90 mila casi. Si tratta di miliardi e miliardi di vecchie lire, di milioni di euro nella moneta attuale, che verrebbero perduti dall'erario e, dunque, depredati dai soldi dei contribuenti.
Non stiamo, dunque, facendo un ostruzionismo fine a se stesso o una polemica di mero sapore politico nei confronti di un Governo che interessa ormai la necrofilia e non la politica; stiamo rivendicando i diritti della corretta amministrazione, perché siano salvaguardati i sacrosanti denari dei nostri concittadini.
Questo è il motivo per cui noi di Alleanza Nazionale, sempre attentissimi alle ragioni della correttezza amministrativa e intransigenti sul punto, esprimeremo un voto favorevole sugli ordini del giorno presentati, sia con riferimento alle parti motive sia ai dispositivi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, nella giornata di ieri avevo chiesto di sottoscrivere tutti i ventotto ordini del giorno presentati dai colleghi di Forza Italia. Pur comprendendo che magari possono contenere affermazioni polemiche nei confronti dell'azione del Governo, tali ordini del giorno vanno comunque in una direzione condivisibile.
Si chiede una gestione oculata ed intelligente delle risorse pubbliche, si chiede di limitare e di ridurre i tempi dei giudizi della magistratura contabile, si chiede al Governo di assumere un impegno affinché questi comportamenti possano verificarsi ed appartenere alla quotidianità dell'azione delle nostre amministrazioni pubbliche: crediamo che non siano richieste così sconvolgenti! Si sta solamente chiedendo un comportamento normale, quella normalità già presente in tanti altri paesi, ma non nel nostro.
Tali ordini del giorno sono espressi anche con toni forti, ma presentano una sostanza ed un'attualità di enorme rilevanza. Da questo punto di vista, vorrei esprimere la mia condivisione sugli ordini del giorno e la speranza che il Governo faccia tesoro di questi consigli, compiendo anche un po' di autocritica.
Non so quale tipo di impegni possa assumere un Governo dimissionario o che tipo di seguito potrà dare all'eventuale accoglimento di questi ordini del giorno. Sarà, infatti, un nuovo Governo a dover eventualmente dar loro attuazione. Tuttavia, non vorrei che il nuovo Governo, quando si tratterà di fornire le risposte rispetto agli impegni contenuti in questi ordini del giorno, ci dirà che tali impegni sono stati assunti dal precedente Governo e non da quello in carica.
Se le cose dovessero cambiare in modo radicale e se vi fosse nel prossimo futuro un Governo completamente diverso, anche per quanto riguarda la colorazione politica, noi saremo certi che non sottoporremo alla vostra attenzione nemmeno questo tipo di ordini del giorno. Tuttavia, poiché non è ancora definito lo scenario futuro dei prossimi giorni, delle prossime settimane e dei prossimi mesi, vorrei che si procedesse alla votazione degli ordine del giorno e vorrei capire l'orientamento di questo Governo dimissionario in merito. Poi, probabilmente, torneremo alla carica su altre questioni, senza prescindere però da questi fatti e da queste richieste. Si tratta di richieste logiche e legittime che gli amministratori dei comuni, magari quelli più piccoli, sempre attenti alle esigenze di bilancio, conoscono benissimo, ma che, spesso, la grande macchina della burocrazia pubblica tende ad ignorare. Ciò porta sprechi, sperperi di risorse e molte tasse; e quando vengono utilizzati i soldi raccolti con le imposte non si danno quelle risposte che, invece, i cittadini si attendono. Per questo preannunzio l'espressione del voto favorevole su tutti gli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signora Presidente, se ci trovassimo, piuttosto che alla Pag. 28Camera dei deputati, al Congresso americano ed al suo posto, mutata mutandis, vi fosse Nancy Pelosi, dovrei iniziare il mio intervento relativo alla conversione in legge del noto emendamento Fuda, dicendo: «The plot thickens», cioè: «Il complotto prende forma!». Questa ostilità del Governo - non so se vi sia ancora un Governo: forse c'è ancora per quanto riguarda le attività di ordinaria amministrazione! - nell'esprimere parere favorevole sugli ordini del giorni presentati è assai significativa.
Questo è il motivo per cui il complotto prende forma. Infatti, non solo non è stata fatta chiarezza sul perché l'emendamento Fuda sia stato fatto passare come un errore, ma anche, dopo aver «sbagliato» una volta, si continua nell'errore e non si esplicita il vero motivo per cui quell'emendamento sia stato predisposto.
Chiedo a quello che rimane del Governo il motivo dell'ostinazione a non voler esprimere parere favorevole sulle premesse, che riguardano una maggiore celerità dei lavori della Corte dei conti per accertare i gravi danni compiuti. Come ricordava il collega Benedetti Valentini, richiamando i dati del sottosegretario Lettieri, 3.475 giudizi sarebbero stati vanificati con una perdita per l'erario di 814 milioni di euro. Non stiamo parlando di «bazzecole»!
A tutto ciò è stato in parte posto rimedio sotto la pressione dell'opinione pubblica sdegnata, ma chiedetevi le ragioni per le quali prendete meno voti di quella che ancora formalmente è opposizione al Senato! L'opinione pubblica non ne può più di questi trucchi e trucchetti, veramente disdicevoli per una maggioranza degna di questo nome! Allora, voi volete continuare e non volete nemmeno, per quel poco che vi rimane da gestire, impegnarvi affinché casi come quello riguardante l'emendamento Fuda non si ripetano per il futuro!
Questo è il motivo per cui, signora Presidente, tornando a ciò che attiene i lavori della Camera alla quale ho l'onore di appartenere, voteremo con assoluta convinzione gli ordini del giorno presentati che, anche se aveste espresso un parere favorevole, vi avrebbero impegnato molto poco, perché sappiamo tutti quale sia il valore degli ordini del giorno. Tuttavia, per quel minimo di valenza politica che possono avere, voi non vi siete nemmeno voluti impegnare!
Il complotto ha preso forma. Avete sbagliato, volete continuare a sbagliare. Gli italiani comunque vi manderanno a casa! È il caso di dire che assistiamo ad un vero Governo in «fuda» (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Prima di passare ai voti, ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Presidente, ribadendo con forza che Alleanza Nazionale vuole che si approvi questo disegno di legge di conversione per risanare lo scandalo nel combinato disposto Zanda-Fuda in un campo di «margheritine», vorrei intervenire per un richiamo al regolamento, perché noi abbiamo l'ordine del giorno della seduta di ieri, in cui è riportato il seguito della discussione dei disegni di legge 2200 e 2114-B.
Ieri abbiamo appreso delle dimissioni del Governo, quando...
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, mi perdoni, ma mi risulta che lei abbia già posto il problema al Presidente Castagnetti questa mattina e che le sia già stata data una risposta.
TEODORO BUONTEMPO. Presidente, intervengo per un richiamo al regolamento e più precisamente in base agli articoli 41, 13, 26 e 24. Si tratta di un intervento diverso rispetto a quello di prima (Commenti di deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Facciamo terminare l'onorevole Buontempo!
Pag. 29TEODORO BUONTEMPO. So che a voi non piace e vi disturba, perché non avete il senso dell'Assemblea!
EMANUELE FIANO. Basta!
TEODORO BUONTEMPO. Nel momento in cui cade il Governo, si sospendono i lavori dell'Assemblea insieme a quelli delle Commissioni. L'Assemblea non c'è più! Per Costituzione, in qualunque momento...
MARCO BOATO. L'Assemblea c'è! Tanto è vero che stai parlando!
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO. Castagnetti ti ha già risposto!
TEODORO BUONTEMPO. Se ai colleghi dà fastidio che abbiamo denunciato che l'emendamento Fuda è nato da un campo di «margherite», non ci posso fare nulla!
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, per favore, torniamo al motivo del suo intervento.
TEODORO BUONTEMPO. Le chiedo scusa, ma se mi fa continuare, lo faccio. Oggi abbiamo lo stesso ordine del giorno di ieri, con una continuità indifferente, come se il Governo non fosse caduto. Sostengo, perché può costituire precedente, che le maggioranze possano cambiare, onorevoli colleghi, ma che i regolamenti debbano essere puntuali...
MARCO BOATO. Lo hai già detto questa mattina!
TEODORO BUONTEMPO. L'onorevole Boato comincia ad abbaiare alla luna...
PRESIDENTE. La invito a porre una questione che non sia già stata posta.
TEODORO BUONTEMPO. Non è così! Leggetevi i verbali prima di sostenere qualcosa! Quando cade un Governo, l'Assemblea cessa i suoi lavori e può essere convocata in qualunque momento per convertire i decreti-legge in scadenza. Quindi, affinché non costituisca precedente, invito la Presidenza della Camera ad inviare alla Giunta per il regolamento il quesito da me posto. Inoltre vorrei conoscere, entro la giornata di oggi, i precedenti nei quali, a fronte delle dimissioni di un Governo, l'Assemblea abbia continuato i propri lavori come se non fosse accaduto nulla.
Noi vogliamo che questo decreto-legge venga convertito, ma sosteniamo che fosse necessaria una convocazione a parte. La Camera avrebbe dovuto essere convocata secondo quanto previsto dalla Costituzione per la conversione dei decreti-legge e questo può avvenire anche in presenza di uno scioglimento delle Camere. Invito il Presidente, che tra Vicenza e altri viaggi è sempre assente dalla Camera, come se noi dovessimo pagare i suoi spostamenti di propaganda politica, ad essere più presente in Aula. In sedute come queste avrebbe dovuto essere presente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale - Commenti di deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!
PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, la invito ad osservare un maggiore rispetto per le istituzioni della Repubblica.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, le chiedo perdono. Il rispetto delle istituzioni è quello di invitare chi...
PRESIDENTE. Lei ha terminato il tempo a sua disposizione, onorevole Buontempo.
MAURO FABRIS. Tempo!
GINO CAPOTOSTI. Tempo!
TEODORO BUONTEMPO. Ho concluso, signor Presidente. Mi faccia finire il concetto. Il rispetto delle istituzioni è quello di invitare - come dicevo - chi riveste cariche istituzionali a fare il proprio dovere.
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PRESIDENTE. Onorevole Buontempo, lei è già stato richiamato ad un rispetto delle cariche della Repubblica e, in particolare, del Presidente della Camera. Lei solleva nuovamente un'obiezione che ha già manifestato: non stiamo proseguendo nei lavori dell'Assemblea come se nulla fosse. Vi sono state due Conferenze dei presidenti di gruppo e quanto stiamo oggi esaminando è il risultato delle decisioni assunte in quella sede. L'ordine del giorno contempla esclusivamente l'esame di atti dovuti, quali i disegni di legge di conversione di decreti-legge.
Come è noto, e com'è stato ricordato anche dal Presidente della Camera nella riunione dei presidenti di gruppo, a seguito delle dimissioni del Governo si interrompe l'ordinaria attività legislativa, nonché quella di indirizzo e di controllo, salvo eccezioni connesse alla particolare natura e urgenza di taluni adempimenti, come accade nello specifico dei disegni di legge di conversione dei decreti-legge. La seduta odierna, quindi, deve ritenersi pienamente legittima nella sua convocazione sia sotto il profilo formale sia sotto il profilo sostanziale.
Riferirò comunque la questione da lei sollevata al Presidente della Camera.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno non accettati dal Governo insistono per la votazione.
Ricordo che il Governo non accetta l'ordine del giorno Bertolini n. 9/2200/1.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bertolini ed altri n. 9/2200/1, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 271).
Prendo atto che i deputati Balducci e Volontè non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leone n. 9/2200/2, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 271).
Prendo atto che i deputati Balducci e Volontè non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Armosino ed altri n. 9/2200/3, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 273).
Prendo atto che il deputato Volontè non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luciano Rossi ed altri n. 9/2200/4, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 272).Pag. 31
Ricordo che l'ordine del giorno Galli ed altri n. 9/2200/5 è stato accolto dal Governo nel testo riformulato. Secondo la prassi, gli ordini del giorno accettati dal Governo non sono posti in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mistrello Destro ed altri n. 9/2200/6, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 273).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Franzoso ed altri n. 9/2200/7, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 276).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ravetto ed altri n. 9/2200/8, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 274).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giudice ed altri n. 9/2200/9, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 274).
Prendo atto che il deputato Belisario non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldelli ed altri n. 9/2200/10, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 278).
Prendo atto che il deputato Belisario non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carfagna ed altri n. 9/2200/11, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 274).Pag. 32
Ricordo che gli ordini del giorno Santelli ed altri n. 9/2200/12 e Boscetto ed altri n. 9/2200/13 sono stati accolti dal Governo nella nuova formulazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nan ed altri n. 9/2200/14, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lenna ed altri n. 9/2200/15, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 277).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Floresta ed altri n. 9/2200/16, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato sì 210
Hanno votato no 278).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palmieri ed altri n. 9/2200/17, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 278).
Prendo atto che il deputato Pedica non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Germanà ed altri n. 9/2200/18, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 485
Votanti 481
Astenuti 4
Maggioranza 241
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 274).
Prendo atto che il deputato Pedica non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedele ed altri n. 9/2200/19, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245Pag. 33
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 275).
Prendo atto che il deputato Pedica non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno La Loggia ed altri n. 9/2200/20, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 489
Votanti 487
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 275).
Prendo atto che il deputato Simeoni non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zorzato ed altri n. 9/2200/21, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 280).
Prendo atto che il deputato Simeoni non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Campa ed altri n. 9/2200/22, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato sì 214
Hanno votato no 270).
Prendo atto che il deputato Simeoni non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marinello n. 9/2200/23, nella nuova formulazione, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 284).
Prendo atto che il deputato Simeoni non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Costa ed altri n. 9/2200/24, nella nuova formulazione, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 492
Votanti 490
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato sì 213
Hanno votato no 277).
Prendo atto che il deputato Simeoni non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianfranco Conte n. 9/2200/25, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 284).
Prendo atto che il deputato Simeoni non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fabbri ed altri n. 9/2200/26, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 491
Votanti 484
Astenuti 7
Maggioranza 243
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 281).
Prendo atto che i deputati Simeoni e Belisario non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Romele ed altri 9/2200/27, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 493
Votanti 486
Astenuti 7
Maggioranza 244
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 280).
Prendo atto che il deputato Simeoni non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimaldi ed altri n. 9/2200/28, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 490
Votanti 488
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 277).
Prendo atto che il deputato Simeoni non è riuscito a votare.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.