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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 2900)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.43.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maran. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO MARAN. Signor Presidente, colleghi, la cosiddetta riforma Mastella (che è l'epilogo di una lunga vicenda e di una discussione durata il tempo di una legislatura) evita l'entrata in vigore dell'ordinamento Castelli, che ha dato - a nostro giudizio - risposte inappropriate ad esigenze di riforma largamente avvertite, e affronta in maniera, a nostro avviso, soddisfacente alcuni aspetti della carriera dei magistrati.
Tale riforma ci consente di affermare il nostro punto di vista. Noi abbiamo voluto assicurare la salvaguardia della piena indipendenza dell'ordine giudiziario e dei suoi membri dal potere politico nei processi di selezione, nomina e avanzamento di carriera. Abbiamo voluto assicurare la fondamentale unità del corpo giudiziario, pur attenendoci - anche a ciò andrebbe dato il giusto rilievo - al criterio di una più rigida distinzione tra funzione inquirente e funzione giudicante.
Rimarrebbe da affrontare il problema del rapporto - ci siamo soffermati su questo aspetto anche nel corso della discussione sulle linee generali e nel dibattito in Commissione - tra il potere giurisdizionale e lo Stato. Rimarrebbe da affrontare, altresì, il problema di assicurare l'efficienza della macchina giudiziaria, con l'obiettivo di rimediare al vizio di fondo del nostro sistema, che consiste nell'eccessiva durata dei processi.
Il rischio che corriamo - anche in relazione alla discussione che si è svolta questa mattina - è quello di parlare d'altro: tanto più se si parla di ordinamento giudiziario, si finisce per rimanere intrappolati in un dibattito ideologico sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Il tema è importantissimo - badate - ma non può essere ridotto a un totem né a un tabù, e non è cruciale per le sorti della giustizia. Discuterne, presupporrebbe un respiro culturale e un clima politico che in Italia oggi non esistono e agitarlo serve solo a soffiare sul fuoco dello scontro tra i poteri politico e giudiziario, che infuria dagli anni di Tangentopoli, e non ad affrontare il problema scomodo dell'efficienza.
Parlare di efficienza, infatti, significa parlare di produttività, di managerialità e di garanzie sostanziali e non formali; significa parlare di lealtà processuale, di privilegi da cancellare, di riforme scomode perché poco visibili mediaticamente. Significa, altresì, prendere atto di quel che il Governatore della Banca d'Italia ha ricordato anche di recente, cioè che l'efficienza della giustizia - con riferimento particolare alla ragionevole durata dei processi - è essenziale per la crescita economica del Paese e che il confronto fra l'Italia e il resto del mondo è impietoso.
Parlare di efficienza significa, inoltre, assumersi la responsabilità politica di compiere scelte riformatrici il più possibile condivise, senza rimanere ostaggio - come abbiamo cercato di fare e di dimostrare - di questa o di quella categoria. Significa, cioè, colleghi dell'opposizione, dimostrare che siamo credibili.
Per tale motivo, ci sarebbe da augurarsi che, chiuso lo scontro, ci si metta al lavoro per attuare quelle misure concrete (faccio un cenno all'ufficio del giudice, alla riforma del codice di procedura penale, ma anche a una buona organizzazione degli uffici e a buone scelte da parte di coloro che sono chiamati a dirigerli) che servono ad avere, non in senso retorico, una giustizia finalmente migliore.
Inoltre, ci sarebbe da augurarsi che, se si consoliderà l'attuale assetto bipolare, prima o poi si faccia strada la consapevolezza della necessità di procedere a tali riforme di fondo nell'interesse del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea,Pag. 55Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Popolari-Udeur - Congratulazioni).
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARILENA SAMPERI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il sistema di valutazione si conferma come il cuore di tutto il provvedimento che oggi è all'esame dell'Assemblea.
È stato detto, da parte dell'opposizione, che tale sistema di valutazione non garantirebbe un giudizio reale sulla professionalità dei magistrati; è stato detto che le correnti interne al Consiglio superiore della magistratura potrebbero inquinare un giudizio che dovrebbe essere basato soltanto sul merito e che potrebbe essere garantito solamente da un concorso che si basi su sistemi meritocratici e non correntizi.
Credo che questa sia la grande scommessa oggi: è una scommessa che pone sia il Consiglio superiore della magistratura, sia i consigli dell'ordine, sia tutti i cittadini che possono intervenire in questo procedimento, di fronte alle proprie responsabilità e ai propri ruoli. Credo che una valutazione costante nel tempo e un sistema di formazione permanente garantiscano la professionalità dei magistrati molto più che uno sporadico concorso.
Abbiamo, quindi, tutti interesse che il sistema di valutazione rifletta un procedimento serio, compiuto e puntiglioso e che, effettivamente, sia la garanzia, per tutti cittadini, di avere magistrati competenti e professionalmente validi. A ciò mira la puntigliosa descrizione, prevista nel disegno di legge Mastella, dei criteri che debbono ispirare e guidare il Consiglio superiore della magistratura e i consigli giudiziari nella valutazione di professionalità.
Ritengo che su tale questione si giocherà una grande partita e che ciò risolva anche il problema del conflitto tra magistratura e avvocatura (altro tema scottante, adombrato in moltissimi degli interventi svolti in Assemblea), perché vi è uno strumento, in mano all'avvocatura, che può essere usato e che può incidere pesantemente nella valutazione finale. Avere previsto la procedimentalizzazione della valutazione del consiglio dell'ordine è molto di più che avere dato al presidente del consiglio dell'ordine quella formale presenza nei consigli giudiziari, dal momento che comunque, in quei consigli giudiziari, il presidente del consiglio dell'ordine, così come tutti i membri non togati, non avrebbe potuto esprimersi sulle valutazioni professionali.
Pertanto, bisogna utilizzare gli strumenti che il disegno di legge in discussione offre a tutti i soggetti. Inoltre, occorre che ciascuno sappia assumere responsabilmente il proprio ruolo, cercando di porre al centro un'effettiva accelerazione e una effettiva qualità della giustizia, unica e sola che garantirebbe i cittadini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 288
Maggioranza 145
Hanno votato sì 9
Hanno votato no 279
Sono in missione 52 deputati).
Prendo atto che la deputata Dato ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.44, Consolo 2.45 e Mazzoni 2.101, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 306
Votanti 305
Astenuti 1
Maggioranza 153
Hanno votato sì 18
Hanno votato no 287
Sono in missione 51 deputati).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.46, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 320
Votanti 319
Astenuti 1
Maggioranza 160
Hanno votato sì 34
Hanno votato no 285).
Prendo atto che la deputata Incostante ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 2.48 e Consolo 2.49.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori e Comunisti Italiani).
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, vorrei cortesemente chiederle, visto che i colleghi stanno ancora rientrando in aula ed io ero presente...
PRESIDENTE. La prego, prosegua il suo intervento.
ERMINIA MAZZONI. Proseguo, Presidente, tuttavia lo stesso garbo riservato alla maggioranza, lo riservi anche all'opposizione. Stiamo rientrando in aula e credo sia un modo per partecipare.
PRESIDENTE. Il rientro in aula è fuori discussione. Lei ha diritto a intervenire con l'ascolto. Prosegua il suo intervento.
ERMINIA MAZZONI. Tuttavia, mi ascolti, signor Presidente, ci troviamo in un regime libero...
PRESIDENTE. No, la prego...
ERMINIA MAZZONI. ... pertanto, mi permetto di annotare questo comportamento diverso, signor Presidente, sebbene con rispetto per la sua Presidenza. Tanto è vero che nella confusione del rientro, non ho neanche sentito il numero dell'emendamento posto in votazione (Proteste dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo, Italia dei Valori e Comunisti Italiani), sul quale mi permetto di fare un'osservazione. Tale emendamento tendeva a cancellare dal disegno di legge un'iniziativa che non può essere condivisa, ossia la previsione di una quota che viene accordata a un numero di magistrati...
PRESIDENTE. Vi prego. Scusate, dai banchi del Governo, vi prego di consentire di ascoltare gli interventi. Grazie.
ITALO BOCCHINO. Sedetevi. Che cos'è quel suk!
PRESIDENTE. Lei eviti i commenti, per favore.
Deputata Mazzoni, prosegua nel suo intervento.
ITALO BOCCHINO. Che cos'è quel suk!
PRESIDENTE. La prego di proseguire.
Pag. 57
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, come stavo dicendo, abbiamo appena votato contro un emendamento con il quale si intendeva sottrarre alla disponibilità del CSM l'ipotesi di costituire una quota per consentire a magistrati non valutati con il livello di professionalità richiesto dalla stessa legge di accedere ad incarichi direttivi superiori.
Non c'è motivazione; non c'è nessuna indicazione che ci aiuti a comprendere perché ci dovrebbe essere una quota del 10 per cento di magistrati che, a prescindere dalle valutazioni di professionalità - che pure critichiamo, perché non le riteniamo adeguate ad un sistema meritocratico - ossia anche in assenza di queste minime valutazioni meritocratiche, accederà per scelta suprema ad incarichi direttivi superiori, amministrando la giustizia da ruoli apicali.
Ecco ciò contro cui ha votato questa maggioranza durante la confusione provocata dal ritorno in aula dei colleghi [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)].
PRESIDENTE. Poiché la deputata Mazzoni ha mosso un rilievo alla Presidenza, vorrei soltanto rispondere che i deputati e le deputate sono liberi di essere in aula o fuori e di rientrare a loro piacimento, ma ciò è a loro totale carico.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, con il dovuto rispetto per la sua persona e la carica che lei ricopre, mi permetto di far presente ai colleghi che bivaccano intorno ai banchi del Governo, disturbando chi si trova al banco del Governo e chi vuole intervenire, che il Presidente di questa Assemblea li ha richiamati e li ha pregati di tornare ai loro posti! Scusi, Presidente...
PRESIDENTE. Prego, prosegua il suo intervento.
GIUSEPPE CONSOLO. Non le vorrei rubare il mestiere...
PRESIDENTE. Concluda il suo intervento, la prego.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, ciò che ha detto la collega Mazzoni è ancora più grave; ovviamente lei denunciava - non è complice dei misfatti posti in essere - che, oltre alle quote del 10 per cento, in caso di esito negativo di due procedure concorsuali, il Consiglio superiore della magistratura, qualora ritenga che ci siano...
PRESIDENTE. Chiedo, per favore, che il banco del Governo non venga invaso da interventi che disturbano l'Assemblea (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
Prego, deputato Consolo, prosegua pure il suo intervento.
GIUSEPPE CONSOLO. Grazie, signor Presidente. Quando il Consiglio superiore della magistratura ritenga che ci sia una situazione di urgenza, il conferimento di funzioni avviene anche d'ufficio.
Quindi, volete abolire - come in concreto avete fatto - la previsione dell'articolo 105 per le promozioni; volete dare la possibilità di accesso a chi ha la laurea triennale, ma vietarla a chi la consegue come seconda laurea; volete riservare una quota del 10 per cento a insindacabile giudizio del CSM; volete procedere, in situazioni di urgenza, senza procedure concorsuali con il conferimento delle funzioni anche d'ufficio. Insomma, da quello che vedo la bagarre della Camera è quella che volete introdurre anche al Consiglio superiore della magistratura!
Questa sarebbe una riforma? Questa è una vergogna (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.48 e Consolo 2.49, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 441
Maggioranza 221
Hanno votato sì 153
Hanno votato no 288).
Prendo atto che la deputata Mura ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato sì 155
Hanno votato no 293).
Prendo atto che la deputata Mura ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 291).
Prendo atto che il deputato Ciro Alfano ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lussana 2.54 e Pecorella 2.55.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, l'emendamento in discussione segue la logica con cui ci proponevamo di correggere quanto approvato con la controriforma Mastella.
In realtà, abbiamo denunciato più volte come tutto il sistema dell'accesso alla magistratura e della valutazione professionale dei magistrati sia imperniato di una forte autoreferenzialità, per cui le carriere dei magistrati e il loro avanzamento in carriera saranno legati a valutazioni operate all'interno del CSM, il quale, come abbiamo detto, è fortemente condizionato dal sistema delle correnti politiche.
Con questo emendamento, si intende introdurre nuovamente un elemento di valutazione esterna per quanto riguarda il conferimento delle funzioni di legittimità, che con il provvedimento in esame, anche in questo caso, verrebbe rimesso a una commissione interna del CSM per la copertura del novanta per cento dei posti.
Tale commissione interna, con assoluta discrezionalità, valuterebbe non solo la professionalità, ma anche la capacità scientifica e di analisi delle norme. Quindi, anche qui, non si stabilirebbero criteri oggettivi ma si amplierebbe lo spazio discrezionale e il potere assoluto del CSM sulle carriere dei magistrati.
Il dieci per cento dei posti vacanti, invece, verrebbe attribuito a seguito di procedura valutativa riservata ai magistrati che hanno conseguito la seconda o la terza valutazione di professionalità. Con l'emendamento, noi chiediamo che per il novanta per cento delle funzioni di legittimità sia ripristinato il concorso per titoli ed esami, in modo tale da introdurre, effettivamente, un criterio oggettivo, quale quello del concorso, e non lasciare i magistrati, ancora una volta, in balia di valutazioni discrezionali operate dal CSM.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
Pag. 59
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, intervengo per associarmi anch'io alle considerazioni della collega Lussana, che sono in linea con quanto esposto dall'onorevole Pecorella e dall'onorevole Mazzoni. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi procediamo sulla strada della meritocrazia. Rendere il concorso di accesso alla carriera più serio, più rigoroso, maggiormente orientato alla ricerca di magistrati qualificati non può non costituire un punto di merito e di orgoglio, che dovrebbe essere ben visto e ben accolto anche dalla magistratura.
Non riesco a comprendere cosa vi sia di negativo nel voler fare ciò per coloro che per scelta propria hanno deciso - lo dico con rispetto, non con sarcasmo - di giudicare il proprio prossimo per tutta la vita.
Vedete, noi il prossimo lo rappresentiamo, l'ingegnere gli fa i calcoli strutturali, il medico lo cura, il fioraio gli vende fiori, ognuno sceglie di fare qualcosa per gli altri. C'è una sola categoria di persone che ha scelto, per tutta la vita, di giudicare il proprio prossimo.
Rispettiamo queste persone, sono indispensabili, svolgono una funzione indispensabile che si chiama funzione giurisdizionale. Desideriamo però - vi sembra uno scandalo? - che quanti entrino a far parte di questa categoria un po' particolare - comprenderete, infatti, che chi decide di giudicare il proprio prossimo per tutta la vita ha una forma mentis un po' particolare - siano sottoposti a prove psicoattitudinali e - vengo così al contenuto dell'emendamento - a un concorso più rigoroso. Non mi sembra di chiedere la luna!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lussana 2.54 e Pecorella 2.55, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato sì 170
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.64, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Invito ciascuno a votare solo per sé.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.65 e Consolo 2.66, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Vale l'invito precedente.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 440
Maggioranza 221
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 284).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.56, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 447
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 284).
Passiamo agli identici emendamenti Pecorella 2.57 e Mazzoni 2.100.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, la riforma introduce la possibilità, per chi non abbia un numero di valutazioni ordinarie per meriti speciali, diciamo così, di accedere alle funzioni di legittimità. La questione è la seguente: laddove si acceda alle funzioni di legittimità in modo straordinario, con un concorso straordinario, l'effetto è che dal punto di vista del trattamento giuridico ed economico vi è un trattamento diverso da quello di chi accede invece avendo valutazioni più elevate. È molto semplice: svolgendo lo stesso tipo di lavoro, trovandosi nella stessa situazione, appare molto difficile giustificare un trattamento economico differenziato. Credo che qualunque magistrato che sia arrivato alle funzioni di legittimità attraverso questi concorsi per così dire riservati e particolari, non potrà non...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GAETANO PECORELLA. Non è un intervento a titolo personale. Ho esaurito il tempo?
PRESIDENTE. Sì, comunque - la prego - completi il pensiero.
GAETANO PECORELLA. Mi pare chiaro, lei non può non comprendere come, facendo lo stesso lavoro, avere due retribuzioni diverse non sia giustificabile.
PRESIDENTE. Grazie, anche per la collaborazione.
Avverto che il gruppo Forza Italia ha esaurito i tempi a sua disposizione, compresi quelli aggiuntivi concessi dalla Presidenza in ragione di un terzo rispetto a quelli previsti. Secondo la prassi, concederò la parola ai deputati di tale gruppo che ne facciano richiesta imputandoli al tempo previsto per gli interventi a titolo personale, per non più di un minuto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, desta in me meraviglia come un punto di questo articolo abbia superato il vaglio della Commissione bilancio. Vede, si prevede la possibilità, limitatamente al 10 per cento dei posti, di procedere ad una procedura valutativa riservata ai magistrati (quindi, un 10 per cento di quota riservata). Signor Presidente, ciò la interessa per la sua funzione: come è possibile che il conferimento delle funzioni di legittimità, per effetto di questo comma, non produca alcun effetto sul trattamento giuridico ed economico spettante al magistrato, né sulla collocazione nel ruolo di anzianità o ai fini del conferimento di funzioni di merito. Ma questi magistrati, se li mandate in Cassazione, poi economicamente come li trattate: come un uditore di primo concorso? Ciò, sotto il profilo giuridico, è aberrante e cadrebbe sotto la scure di qualsiasi magistrato che, dimenticando la carica rivestita, dovrebbe in quel caso fare giustizia! L'unica soluzione per risolvere il problema è sopprimere tale stortura, non farla entrare in vigore. Voteremo, pertanto, a favore dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.57 e Mazzoni 2.100, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 61
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 287).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.58, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 444
Maggioranza 223
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 280).
Passiamo all'emendamento Pecorella 2.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, anche con questo emendamento chiediamo che venga prevista, anziché una procedura valutativa riservata, un concorso per titoli ed esami orali riservato, che mi sembrerebbe molto più serio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 289).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 2.316, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 288).
Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 2.308.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, questo emendamento incide su uno degli ambiti nei quali la controriforma Mastella ha azzerato la riforma Castelli. Si tratta della separazione delle funzioni, che noi avevamo introdotto come elemento di garanzia al fine di avere finalmente un giudice terzo ed imparziale: infatti, la terzietà del giudice e l'attuazione dell'articolo 111 della Costituzione sul giustoPag. 62processo si possono avere solo in presenza di una netta e chiara distinzione fra funzione requirente e funzione giudicante. Questa soluzione viene adottata da moltissimi altri Paesi, ma è stata «venduta» da questa maggioranza come un attacco all'indipendenza e all'autonomia dei magistrati.
Potete non condividere nel merito questa soluzione, ma ce ne dovete spiegare i motivi: ci dovete spiegare perché i cittadini non hanno diritto ad un giudice effettivamente terzo. L'attuale interscambiabilità dei ruoli crea infatti interferenze inaccettabili. Dunque, vi prego: non trinceratevi dietro la solita scusa dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura, che con questo caso non ha assolutamente nulla a che vedere.
Chiediamo pertanto che si torni ad una separazione netta delle funzioni, nella speranza che in futuro si possa discutere anche di una separazione delle carriere: solo in questo modo faremmo un servizio vero agli utenti della giustizia, che devono essere il faro principale della nostra azione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 2.308, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 446
Astenuti 2
Maggioranza 224
Hanno votato sì 160
Hanno votato no 286).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.112.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, il comma 4 dell'articolo 2 stabilisce una deroga che attiene alla possibilità di assegnare determinate funzioni a magistrati, che non hanno ancora conseguito la prima valutazione. Con questo emendamento intendiamo escludere da questa deroga anche la possibilità di determinare il passaggio dalla funzione giudicante a quella requirente. Si tratta dunque di un emendamento di buon senso. Non avrebbe, infatti, alcun appiglio nel contesto generale la deroga in questione trattandosi di magistrati che non hanno ancora conseguito la prima valutazione di professionalità. Di conseguenza, è inopportuno che il Consiglio superiore della magistratura, sia pure in virtù della deroga prevista nel testo, possa consentire tali passaggi di funzioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mormino, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, visti i tempi brevi che ci sono assegnati, intendo sottolineare, fin da questo primo punto, quello che considero lo snodo cruciale di questa riforma: il fatto cioè che si è assecondato un abbattimento delle barriere, che la riforma Castelli aveva doverosamente cercato di elevare attraverso la distinzione delle funzioni contro la promiscuità dell'esercizio dell'attività giurisdizionale fra magistrato requirente e magistrato giudicante. Anche se siamo consapevoli dell'impossibilità di ribaltare questo orientamento, abbiamo il dovere di consegnare a questo Parlamento una testimonianza insistente sulla necessità della separazione delle carriere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.112, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 63
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato sì 164
Hanno votato no 290).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.221.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, il mio emendamento 2.221 tende a stabilire, per quanto riguarda i magistrati ordinari che abbiano terminato il tirocinio, l'impossibilità di essere destinati alla funzione giudicante monocratica.
In buona sostanza, se il magistrato che si sia formato dopo il tirocinio vuole essere destinato ad una funzione giudicante, dovrà integrare la composizione di un collegio. Questo è un elemento di garanzia innanzitutto per il magistrato, ma anche, credo, per il cittadino.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.221, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 291).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.114, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato sì 160
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.70, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 296).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Consolo 2.68 e Pecorella 2.69.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, intendo richiamarmi soprattutto all'emendamento precedente, rispetto al quale non sono forse stato sufficientemente tempestivo, anche se credo di aver segnalato in tempo la mia richiesta di intervento.
Voglio sottolineare che si introduce il sistema della rotazione nelle funzioni con una frequenza assolutamente incompatibile con le scelte ideologiche ed ideali dell'esercizio dell'attività professionale del magistrato nella funzione requirente o in quella giudicante. La possibilità di fare «andata e ritorno» da una funzione all'altra quattro volte durante la carriera non consentirà mai al magistrato di radicare, nella sua esperienza professionale, una scelta di competenza che deve essere assolutamente condivisa e sentita. QuestoPag. 64sistema finirà per favorire soltanto le scelte di opportunità e di collocazione logistica, ma non le scelte e le finalità collegate al tipo di esercizio professionale che deve essere espletato nel corso della carriera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitali. Ne ha facoltà.
LUIGI VITALI. Signor Presidente, abbiamo cercato, nella scorsa legislatura, di realizzare la separazione delle carriere, che a nostro avviso rimane l'unico obiettivo realisticamente ed opportunamente necessario da raggiungere.
Abbiamo ridimensionato, all'epoca, tale obiettivo introducendo la separazione delle funzioni, mentre oggi, con la controriforma proposta, viene annientato anche questo risultato minimo: il testo che è stato licenziato dal Senato e presentato alla Camera rende possibile il passaggio da una funzione all'altra per quattro volte nell'ambito della carriera del magistrato. Gli emendamenti alla nostra attenzione cercano di seguire il percorso della riduzione del danno e chiedono che tale tipo di passaggio possa avvenire dopo che almeno si siano maturati i primi dieci anni di attività giurisdizionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, d'ora innanzi non intendo utilizzare il tempo assegnato al gruppo, ma solo quello a titolo personale. Quindi, parlerò ogni volta - lo dico ora per non ripetermi - a titolo personale, in modo che il tempo residuo possa essere utilizzato anche da qualche collega di gruppo per illustrare gli emendamenti.
L'emendamento al nostro esame si colloca sempre nell'ottica di limitare i danni di questa controriforma, nel senso che il discorso sul limite delle «quattro volte» nel corso della carriera porta, di fatto, a rendere frequente il passaggio da una funzione all'altra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Come hanno già detto gli altri colleghi, questo è uno dei punti più delicati del disegno di legge, che non è solo una controriforma rispetto alla riforma Castelli, che aveva individuato specificamente una separazione delle funzioni.
Inoltre, è anche un tradimento della maggioranza nei confronti del proprio elettorato, considerato che la stessa, nel proprio programma di Governo, aveva fatto riferimento ad una seria separazione delle funzioni. Alla prova di governo, cari colleghi, state tradendo anche i vostri elettori e non solo l'intera cittadinanza di questo Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per chiarire la bontà dell'emendamento in esame e l'assurdità della disposizione prevista nel decreto-legge... nel disegno di legge. Chiedo scusa. Si tratta di un lapsus freudiano. Giustamente un collega mi riprende, perché si tratta della modifica dell'ordinamento giudiziario. Vi faccio un esempio e porto, a tal riguardo, il caso di una laurea importante, quella in medicina e chirurgia. Voi andreste a farvi operare da un internista, da uno specialista in medicina interna, che abbia fatto per anni solo il medico internista? Voi andreste o portereste da lui i vostri familiari? Sicuramente no! Pensate ad un chirurgo che, ogni tanto, per quattro volte nella carriera, diventa internista e ad un internista che diventa chirurgo. Dove andiamo a finire? La specializzazione è sempre più necessaria; sempre di più in molti emendamenti abbiamo cercato di far capire quanto fosse importante avere dei giudici che si specializzino in branche moderne (mi riferisco, ad esempio, alla falsificazione, alle leggi che regolano il mercato industriale ed economico mondiale).Pag. 65
Pertanto, se ciò vale come buona norma per tutti i cittadini e per tutte le professioni, deve valere anche per i magistrati. Non è possibile che un magistrato per quattro volte nel corso della carriera faccia il ballerino da una parte e dall'altra. Non fa bene né una cosa né l'altra! Quindi, mettiamo a rischio l'incolumità di tutti i nostri cittadini. Si tratta di una bruttissima norma, di un bruttissimo articolo che vi si ritorcerà contro. Spero e vi auguro che non vi capiti di maledire il giorno in cui avete votato tale disegno di legge e contro l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare come la promiscuità delle funzioni requirenti e giudicanti contrasti con il principio del giusto processo, che garantisce la terzietà e l'indipendenza del giudice rispetto alle parti processuali. In questo caso, avremmo una situazione, invece, di confusione e di assenza di specialità delle funzioni. Proprio per tale motivo, sollecito l'Assemblea a valutare la bontà dell'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Consolo 2.68 e Pecorella 2.69, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato sì 166
Hanno votato no 288).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 2.318, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 457
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 167
Hanno votato no 290).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzoni 2.102.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, la ragionevolezza di tale emendamento risiede nella valutazione delle scelte, che possono essere compiute nella libera ed autonoma determinazione del magistrato, tra l'esercizio della funzione requirente e quella giudicante.
Immagino si tratti, come accennavo poco fa, di una scelta ideologica, ideale, di attitudine, di tendenza che può essere esercitata una volta durante la vita professionale, ma non mi pare sia compatibile con un turn over continuo che consenta al magistrato di cambiare ripetutamente funzioni.
Per una volta posso comprendere che, esercitata la funzione requirente o quella giudicante, il magistrato si renda conto che la stessa sia maggiormente compatibile con la sua impostazione, la sua cultura, la sua sensibilità e la sua propensione all'esercizio di un'attività diversa dall'altra. Ciò dovrebbe consentire di consolidarlo nella funzione prescelta, senza consentirgli più di variare la funzione da un momento all'altro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
Pag. 66
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, con gli identici emendamenti al nostro esame cerchiamo di dare una mano al Governo ed al Ministro, perché il testo proposto all'Assemblea tradisce le intenzioni del Governo, rappresentate a più riprese, cioè quelle di rendere, attraverso questa disciplina, più rigide e severe le possibilità di passaggio dall'una all'altra funzione.
In realtà, forse per una svista, il Governo non si è reso conto che, stabilendo un percorso di passaggio quadriennale nell'arco della carriera, si agevola, invece di renderlo più difficile, il passaggio dall'una all'altra funzione rispetto al sistema preesistente.
Con la proposta emendativa in esame intendiamo introdurre un termine minimo più lungo (di almeno dieci anni) dall'avvio del percorso professionale per poter effettuare la prima scelta. Inoltre, introduciamo un vero paletto, rispondendo all'esigenza, rappresentata dal Governo, che il passaggio successivo possa avvenire una sola volta nell'arco della carriera.
In questo modo, realmente, si rende un servizio alla funzione della giustizia, quindi al riequilibrio delle funzioni, senza tuttavia dare alla magistratura il colpo letale che deriverebbe dalla reale introduzione della buona misura, che avevamo previsto con la effettiva separazione delle funzioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, il motivo della sottoscrizione dell'emendamento Pecorella 2.73 è stato più volte espresso: non è mai stata sufficientemente sottolineata la necessità di garantire che il magistrato, prima di passare da una funzione all'altra (le caratteristiche sono diverse anche per far fronte alle esigenze del nostro processo) maturasse un periodo ragionevole di esperienza dal punto di vista della formazione, dal punto di vista culturale e del tipo di approccio al problema che si trova a dover affrontare e risolvere. È evidente che il termine di dieci anni è il più basso che si possa stabilire per far sì che una scelta diversa sia ragionata e non dannosa per il cittadino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per raccontare un piccolo aneddoto. In un tribunale italiano di una grande città lagunare il pubblico ministero è diventato giudice per le indagini preliminari, per poi tornare a diventare pubblico ministero.
Il giudice per le indagini preliminari è diventato pubblico ministero e l'altro giudice per le indagini preliminari è diventato presidente del tribunale che ha giudicato poi coloro contro i quali, come pubblico ministero, aveva sostenuto l'accusa. Le sembra serio, Guardasigilli?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzoni 2.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 453
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 290).
Prendo atto che il deputato Lisi ha segnalato di aver erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che la deputata Dato ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 2.73, Lussana 2.74, Consolo 2.79 e Buemi 2.301.Pag. 67
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, alla base della proposta del Governo e della nostra posizione vi sono due concezioni completamente diverse della separazione delle funzioni. Evidentemente, il Governo ritiene che la separazione delle funzioni sia un problema geografico, nel senso dello spostamento di un magistrato da una sede all'altra.
Noi, invece, riteniamo che la separazione delle funzioni costituisca un problema culturale e di specializzazione, per cui spostare un giudice, che va a svolgere il ruolo di pubblico ministero da Milano a Bologna, non cambia nulla sotto due profili. Il primo attiene al fatto che, comunque, è un pubblico ministero che si è formato come tale e giudicherà con la cultura del pubblico ministero...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GAETANO PECORELLA. Concludo, signor Presidente. Il secondo profilo attiene al fatto che, comunque, sarà considerato dai colleghi come un ex giudice, che svolge il ruolo di pubblico ministero o viceversa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signor Ministro della giustizia, signori del Governo e colleghi della maggioranza, la nostra posizione sull'argomento è nota. Siamo a favore della separazione delle carriere, perché siamo convinti che risponda ad un'esigenza e ad un'aspettativa che non sono soltanto proprie del gruppo della Rosa nel Pugno, ma anche dei cittadini che vogliono un giudice terzo, un pubblico ministero che, dal punto di vista dei poteri, abbia le stesse posizioni della difesa e, infine, un sistema che sia in grado di dare non soltanto sostanza alla terzietà del giudice, ma anche apparenza.
Riteniamo che tale risultato si possa ottenere, come avviene nella stragrande maggioranza dei Paesi europei, con la separazione delle carriere. Sappiamo, tuttavia, che i rapporti di forza in quest'Assemblea e anche lo scontro tra i poteri non consentono l'introduzione della separazione, anche se abbiamo presentato una proposta di legge di modifica costituzionale che lo prevede.
Abbiamo però presentato l'emendamento 2.301 sulla limitazione ad un solo cambiamento dal ruolo di pubblico ministero a quello di giudice, e viceversa, perché riteniamo che non si possa accettare lo slalom che veda, di volta in volta, lo stesso soggetto essere pubblico ministero e giudice. È possibile cambiare. In molte situazioni i funzionari dello Stato cambiano, ma ciò avviene attraverso un percorso molto chiaro e con delle verifiche puntuali.
Quindi, con l'emendamento che limita il cambiamento ad una sola volta, vogliamo stabilire il principio in base al quale certamente il cambiamento della funzione è possibile - ovviamente sotto la responsabilità del Consiglio superiore della magistratura, che assegna le sedi e decide se si è abilitati a svolgere il ruolo di pubblico ministero - ma, al contempo, riteniamo che non si possa mettere una foglia di fico che individua il limite in quattro volte. Quattro sono i cambiamenti che, di norma, avvengono oggi (e forse sono persino troppi!), in assenza del principio della separazione delle funzioni. Ricordo, infine, ai colleghi della maggioranza, che nel programma da voi concordato e sottoscritto - diversamente da noi che non lo abbiamo firmato perché insufficiente - è prevista la puntuale e rigorosa realizzazione di un sistema efficiente di separazione delle funzioni (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo anch'io sugli emendamentiPag. 68in esame, che cercano di porre un minimo rimedio alla decisione assunta dal Ministro Mastella, e da chi lo sostiene all'interno della maggioranza, di snaturare profondamente il principio della separazione delle funzioni, un principio di civiltà che nella passata legislatura era stato realizzato come grande punto di equilibrio e grande elemento di innovazione per il nostro sistema giudiziario. Finalmente, si poteva dire di avere un ordinamento giudiziario più moderno e più conforme alla Costituzione. Invece, con il provvedimento in esame, con un meccanismo farraginoso, complesso e complicato, si cerca di salvare sia l'apparenza sia la sostanza, ma in realtà non si modernizza nulla, perché vi siete chinati supinamente alle richieste della magistratura associata, che nel nostro Paese - non si capisce per quale ragione, se non per la difesa di proprie prerogative e privilegi e non sicuramente nell'interesse dei cittadini - ha condotto una battaglia forte contro la separazione delle funzioni.
Con tali emendamenti si chiede di evitare, almeno, il balletto della possibilità di passare dalla pubblica accusa alla funzione giudicante e poi, ancora, all'accusa e, ancora, alla funzione giudicante. Si cerca di porre almeno un rimedio che possa andare nella direzione di avere un giudice specializzato. Fare giustizia è una cosa seria e, visto come sono strutturate attualmente le dinamiche per quanto riguarda le nostre norme processuali, la separazione delle funzioni è una garanzia che dobbiamo riconoscere ai cittadini. Non è possibile, infatti, che tale interscambiabilità - come è stato denunciato anche dai colleghi precedentemente - porti a casi in cui chi ha svolto la funzione di pubblica accusa si trovi a dover giudicare gli stessi soggetti. È questo il principio della terzietà e del giudice imparziale, ma riteniamo che in tale modo non lo salvaguardiate, in quanto agite per interessi di casta sicuramente non presenti in aula, ma altrove.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, non le nascondo che anche il gruppo di Alleanza Nazionale sarebbe felice di affrontare un dibattito sulla separazione delle carriere. Ciò che però stiamo registrando è paradossalmente un rovesciamento della lettura dell'articolo 111 della nostra Costituzione, dove si afferma che i giudici sono soggetti soltanto alla legge. Verrebbe voglia di affermare, parafrasando tale articolo, che è il Parlamento ad essere soggetto ai giudici, perché l'emendamento 2.301, che il collega Buemi ha posto all'attenzione dell'Assemblea, è l'emendamento fondamentale, nel senso che il Parlamento avrebbe potuto, pur nel rispetto della posizione assunta dalla maggioranza di centrosinistra, lanciare un segnale preciso ed inequivoco, ovvero che il cambiamento di funzioni è l'eccezione e non la regola. La regola, infatti, è, in base all'articolo 111 della nostra Carta costituzionale - come riformato con il consenso di centrodestra e di centrosinistra - la terzietà del giudice.
Questa è l'occasione perduta, ovvero di poter rimanere nel solco dei principi che volevate in qualche modo rispettare ma rendendovi conto che su questa battaglia e su questa partita si gioca proprio l'autonomia del Parlamento di fronte al ruolo della magistratura. Questa è un'occasione - e concludo - che avete perso, voi di centrosinistra, ad onta di ciò che avete scritto sul programma presentato agli elettori! A fronte della vostra incoerenza vi sarà la nostra coerenza, con la riforma che avevamo delineato nell'interesse non dei magistrati, ma dei cittadini italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, vorrei solo sottolineare che la proposta di riduzione della possibilità di passaggio da quattro volte ad una, guarda caso, ricompare in quattro emendamenti presentati da colleghi di quattro diversiPag. 69partiti, ivi compresa, in particolare, la proposta emendativa Buemi-Villetti.
La ragionevolezza dell'emendamento Buemi 2.301 emerge di fronte alla pervicacia con la quale si continua a sostenere che sia assolutamente possibile e consigliabile che un magistrato possa fare «il pendolo» da una parte all'altra delle funzioni così delicate e importanti nell'andamento e nella dinamica del processo. Non ci stancheremo mai di sottolineare la necessità di limitare la possibilità di passaggio da una funzione all'altra. Inoltre, è veramente gravissimo che ci si ostini a non volere essere ragionevoli e a non voler far sì che la Camera approvi un emendamento volto a ridurre il numero, esorbitante e assurdo, di volte in cui un magistrato può passare da una categoria all'altra. Quindi, è un emendamento che deve essere assolutamente sostenuto e votato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, non esiste nessun altro Paese di democrazia consolidata in cui non soltanto le carriere non siano separate o unite con guarentigie molto diverse tra giudici e pubblici ministeri - e cito la Francia come esempio - ma che non vi sia neanche la separazione delle funzioni.
Cari colleghi, parliamoci chiaro: la separazione delle funzioni non c'è, perché, se si dà a pubblici ministeri e giudici la possibilità di cambiare funzione quattro volte - invece che una, come noi proponiamo - non possiamo sostenere che vi sia separazione di funzioni. È in gioco la terzietà del giudice e l'immagine di questa terzietà che, come ricordava Pertini, è ancora più importante della terzietà stessa; è, altresì, in gioco un principio di corretta separazione tra i poteri: con l'unicità delle carriere e delle funzioni, infatti, «salta» uno dei limiti naturali al potere giudiziario, ossia la passività dello stesso.
PRESIDENTE. Deputato Beltrandi, concluda.
MARCO BELTRANDI. Pertanto, ancora una volta, abbiamo l'occasione di fare un passo avanti nella direzione intrapresa da tutti gli altri Paesi a democrazia consolidata (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, è davvero triste constatare la distanza, ormai incolmabile, fra la posizione del Governo e di quasi tutta la maggioranza e il bisogno estremo di riforme del Paese.
Non credo che oggi stiamo scrivendo una pagina nobile della vita di questo ramo del Parlamento. Sono presenti molti esponenti del Governo: li invito a svolgere una riflessione, perché essi hanno già causato tanti danni al Paese. Questo è l'ennesimo scempio perpetrato ai danni dei cittadini per rispondere ad interessi corporativi, di parte, in totale sfregio della qualità della giustizia.
PRESIDENTE. Deputata Gelmini, deve concludere.
MARIASTELLA GELMINI. Quelli in esame sono emendamenti fondamentali, se vogliamo garantire il rispetto della Costituzione, della quale, in genere, vi vantate di essere difensori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, condivido, ovviamente, le riflessioni fatte sia dai compagni socialisti dello SDI sia dagli amici radicali della Rosa nel Pugno i quali - lo evidenzio - hanno usato termini importanti, come «democrazia consolidata». Voi, cari colleghi, sostenete che, non essendovi separazione di carriere e di funzioni, non vi è democrazia. Ma voi date la fiducia a questo Governo! In aula sono schierati tanti di quei Ministri «giustizialisti»Pag. 70che voi stessi appoggiate e, tra loro, non è seduto nessuno dei vostri! Quei Ministri hanno «cacciato» via, come un plotone di esecuzione, quattro dei vostri senatori, come avete giustamente osservato ieri. Se ciò non fosse avvenuto voi adesso avreste avuto forse qualche Ministro in più e avreste potuto far rispettare la valenza garantista che è presente nel vostro DNA.
Ho voluto richiamare l'attenzione su tale aspetto, perché fino ad ora voi non avete votato emendamenti che dicevano «no» al passaggio di funzioni per quattro volte. Non potete solamente affermarlo, ma dovete comportarvi conseguentemente! Dovete uscire da questo Governo, che non vi appartiene più, altrimenti voi convalidate la mancanza di democrazia in Italia, come emerge dai vostri interventi. Dovete essere conseguenziali! Invito pertanto i colleghi del gruppo della Rosa nel Pugno, che non è rappresentato nei banchi del Governo, ad uscire da questa maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, intervengo per sostenere questo fondamentale emendamento, identico ad altri tre presentati dai gruppi di Forza Italia, della Lega Nord Padania e di Alleanza Nazionale, e del gruppo della Rosa nel Pugno. Si tratta di una proposta emendativa importante.
Ribadisco che solo un'efficace e rigorosa separazione delle funzioni fra magistratura giudicante e requirente può contribuire a realizzare, nel processo penale, un'offerta completa, quale la terzietà del magistrato ed un'effettiva parità tra accusa e difesa.
Il Governo è presente in aula: è importante che l'Assemblea si concentri su tali identici emendamenti, che sono, lo ripeto, fondamentali. La loro approvazione rappresenterebbe un passo avanti per la nostra giustizia.
PRESIDENTE. Avverto che anche i gruppi di Alleanza Nazionale e della Lega Nord Padania hanno esaurito i tempi a loro disposizione, compresi quelli aggiuntivi concessi dalla Presidenza in ragione di un terzo rispetto a quelli previsti.
Anche in questo caso, concederò la parola ai deputati di tali gruppi, che ne facciano richiesta, per non più di un minuto, imputandolo al tempo previsto per gli interventi a titolo personale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, sinora il dibattito su questa materia si è distinto tra chi voleva una separazione delle carriere e chi diceva che al nostro ordinamento basta la separazione delle funzioni tra magistrati giudicanti e requirenti.
Il comma in questione, signori del Governo, pone un'altra scelta: vogliamo una separazione delle funzioni o vogliamo una normativa gattopardesca, che sembra cambiare per non cambiare nulla? Presidente Prodi, lei si è presentato agli elettori italiani dicendo: realizzerò la separazione delle funzioni. Non la state facendo! Mi rivolgo a lei, perché oggi la sua maggioranza è sequestrata e non può votare liberamente. Solo voi, dal Governo, potete dare il via libera affinché non si compia uno scempio anche nei confronti di chi ha votato per il vostro Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, credo che gli emendamenti in discussione ci diano la possibilità di erigere un piccolo argine allo stravolgimento in senso corporativo e antiliberale dell'ordinamento giudiziario italiano.
Avete rifiutato la separazione delle carriere e ora rifiutate anche la separazione delle funzioni. Credo che abbia ragione il collega Barani a richiamare i colleghi della Rosa nel Pugno. Mi rivolgo, in particolare, ai colleghi radicali, che per tradizione ePag. 71storia sono sempre stati, con proposte di legge e referendum, a favore della separazione liberale delle carriere. Il richiamo di Barani è giusto e sacrosanto. Credo che questo sia un elemento di discrimine e che non sia possibile per dei liberali e dei radicali votare a favore di un provvedimento che non accoglie neanche queste proposte emendative, che rappresentano un ultimo argine al dilagare corporativo di una giustizia fatta per i magistrati e non per i cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mellano. Ne ha facoltà.
BRUNO MELLANO. Signor Presidente, Presidente del Consiglio dei ministri, esponenti del Governo, colleghi della maggioranza, colleghi dell'opposizione, tutti i deputati della Rosa nel Pugno hanno presentato e sottoscritto otto emendamenti: solo otto emendamenti! Su tali proposte emendative siamo disponibili a battere il Governo. Collega Della Vedova, colleghi liberali e del centrodestra, se votiamo compatti su questo emendamento, possiamo cambiare la legge.
So che il dibattito di questi giorni è stato complicato e «costretto», che vi sono poteri forti che incidono su questo provvedimento, ma noi intendiamo fare la nostra parte. Questa è una trincea per chi ha condotto la battaglia sulla giustizia giusta, per chi nel nostro Paese ha raccolto milioni di firme, con i socialisti, i liberali, con Enzo Tortora, e sa che questo in esame è un emendamento da approvare. Noi lo voteremo convinti. Votatelo anche voi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.73, Lussana 2.74, Consolo 2.79 e Buemi 2.301, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 485
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 283).
Prendo atto che il deputato Maderloni ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Villetti ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.81.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, il Ministro della giustizia, con il presente testo del provvedimento, è caduto in una palese contraddizione: poiché in Cassazione non si può andare da un'altra parte, allora, secondo quanto prevede il provvedimento, si può passare dallo svolgimento di una funzione all'altra senza alcun limite, se non quello di tempo.
Non parliamo poi dell'idoneità, perché è paradossale che chi fa il giudice sia giudicato idoneo anche come pubblico ministero: o si ha un cattivo giudice o si ha un cattivo pubblico ministero! Prevedere questo passaggio di funzioni all'interno dello stesso palazzo è la negazione del principio della minima separazione delle funzioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, questo passaggio di funzioni rivela proprio la strumentalità delle scelte compiute dal Governo sulla questione, perché una volta scelto il criterio della territorialità per indicare una limitazione da dare al passaggio delle funzioni, ci si è dimenticati che nell'organo supremo della giurisdizione,Pag. 72cioè la Corte suprema di cassazione, che ha sede solamente in Roma, tale criterio non avrebbe potuto essere applicato.
Ci troveremo di fronte, quindi - e dobbiamo saperlo fin d'ora - ad una magistratura di legittimità che potrà scegliere indifferentemente, da un momento all'altro, di passare dalla funzione requirente a quella giudicante nel supremo organo della giurisdizione del nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, vedo con soddisfazione il banco del Governo pullulare di rappresentanti: il suo massimo esponente, il primo Ministro, nonché Ministri e sottosegretari. È un fatto di cortesia verso la magistratura, è un fatto di importanza del provvedimento che stiamo per approvare o dipende invece dal timore di essere battuti su emendamenti presentati da una parte della stessa maggioranza di codesto Governo? Non lo so, fatto sta che si parla di giustizia e i banchi del Governo si riempiono.
Allora votino a favore del presente emendamento, che prevede di bloccare il passaggio da funzioni giudicanti a funzioni requirenti, e viceversa, per le funzioni di legittimità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor Presidente, coloro che ci stanno ascoltando - Radioradicale sta trasmettendo in diretta la seduta - e, in generale, tutti i cittadini, non credo possano comprendere che, persino nel supremo organo del nostro sistema giudiziario, cioè la Corte di cassazione, alla quale tutti guardiamo con grande rispetto, grande attenzione ed enorme fiducia, possa verificarsi il «balletto» del passaggio da una funzione giurisdizionale all'altra. Questa possibilità di passaggio, con grande disinvoltura, da una funzione all'altra, pone il nostro sistema giudiziario in una posizione lontana da quella in cui si trovano tutti i Paesi a democrazia avanzata.
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
GIANCARLO LAURINI. Chiediamo che l'emendamento in esame venga approvato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.81, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato sì 181
Hanno votato no 295).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pecorella 2.82 e Buemi 2.300.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, questo è l'effetto della concezione geografica della separazione delle funzioni: se si tratta di un giudice civile che esercita a Milano, invece di dover andare a Bologna, basterà che vada a Piacenza. Vi rendete conto di quanto è ridicolo tutto ciò? In altre parole: il giudice civile, che va a esercitare le funzioni di pubblico ministero, può arrivare fino a Piacenza, se invece è un giudice penale deve arrivare a Bologna, perché quella città rientra in unPag. 73altro distretto di corte d'appello. Credo che ci stiamo coprendo di ridicolo, valutate voi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo solo per rimarcare questa irragionevole previsione: prima vi era almeno una condizione al passaggio di funzioni, ora si prevede di trasformare la funzione da requirente a giudicante per quanto riguarda la magistratura del lavoro, le sezioni civili e viceversa. È una grossa assurdità, che non ha alcuna giustificazione, ma è l'unica giustificazione per la presenza così massiccia del Governo! Infatti, gli emendamenti in esame, che vedono anche il collega Buemi e il suo gruppo, in prima battuta, spendersi in tale direzione, suscitano timore nel Governo; tra non molto, terminata la discussione sulle funzioni e sul cambiamento di funzioni, penso che quei banchi diventeranno vuoti «alla chetichella», perché la questione che preme non è l'interesse della giustizia e dell'ordinamento giudiziario, ma l'interesse della maggioranza, messa in discussione - come dimostra anche questo caso - dalle divergenze di opinioni che vi sono all'interno della stessa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, si poteva fare un passo in più, un piccolo sforzo per cercare di accreditare questa separazione delle funzioni, che non ci va bene ma che comunque sarebbe stata un passo in avanti.
Sottrarre al principio della separazione delle funzioni un settore importante come quello dei giudici civili e dei giudici del lavoro vuol dire proprio che non si è potuto, e spero proprio che il centrosinistra non abbia potuto recepire tale modifica e tale riforma per i rapporti di forza e non perché non la voglia culturalmente.
Spero che sia così, perché in caso contrario la situazione diventa preoccupante. Tuttavia, accettare almeno l'emendamento in esame avrebbe introdotto un minimo di rigore rispetto a questo principio della separazione delle funzioni. Invece, consentire che i giudici civili e i giudici del lavoro possano essere tranquillamente intercambiabili con il magistrato, francamente fa un po' sorridere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, intervengo per sottolineare l'irrilevanza di questa norma, presentata come un vincolo serio al cambiamento delle funzioni.
L'aspetto strettamente territoriale del divieto oggi non ha alcun valore; dobbiamo renderci conto che la notorietà dell'esercizio della funzione giurisdizionale attraverso i mass media - ne abbiamo l'esempio ogni giorno - abbatte il valore significativo dell'impedimento della collocazione territoriale. Il rimedio che si è cercato di introdurre non risolve sicuramente il male perché si creerà sempre, nell'opinione di tutti i cittadini, l'insopportabilità della promiscuità di funzioni che, in maniera così frenetica e numerosa, può essere esercitata nel corso della carriera del magistrato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laurini. Ne ha facoltà.
GIANCARLO LAURINI. Signor presidente, mi chiedo se nel redigere questa norma che stabilisce una diversità di trattamento tra giudici civili e quelli penali ci si è posto il problema di quanto ciò possa danneggiare ulteriormente la grande ammalata del nostro sistema giudiziario: la giustizia civile.
Questa norma, che consente maggiore facilità di passaggio delle funzioni, può determinare confusione, poca affidabilità ePag. 74incertezza tra organo giudicante e organo requirente e, quindi, può far aggravare il sistema. Si tratta, quindi, di un altro colpo alla giustizia civile anche dal punto di vista del suo buon funzionamento e della sua rapidità.
Sottolineo con forza il fatto che questa esigenza di omogeneità almeno tra civile e penale sia stata avvertita da una parte importante dello schieramento di maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti...
Mi scuso. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà (Commenti).
L'aveva già chiesto, ma non l'avevo visto...
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, devo dire che questo è un Paese abbastanza curioso, perché in cinque anni di Governo mi è capitato di dover subire le ironie della sinistra, allora all'opposizione, perché si diceva che i Ministri erano presenti in aula solo quando si trattava di questioni di giustizia.
Quest'anno non abbiamo mai visto i Ministri così numerosi seduti ai loro banchi: tutto il Governo di centrosinistra è schierato in aula nel momento in cui si parla casualmente di giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Forza Italia). Ma non si tratta solo di questo!
Abbiamo un Presidente del Consiglio, che siede negli stessi banchi con il Ministro Di Pietro che a suo tempo lo interrogò anche in maniera piuttosto brusca ed inurbana, e che poi corse dal Presidente della Repubblica a chiedere protezione nei confronti dell'iniziativa dell'attuale Ministro, allora pubblico ministero.
Abbiamo quel pubblico ministero che, coinvolto in vicende giudiziarie, andò a farsi candidare nel Mugello. E, oggi, leggiamo sui giornali che qualcuno rinfaccia la scarsa gratitudine del Ministro Di Pietro che, salvato nel Mugello avendo occupato un posto da senatore, è poco riconoscente nei confronti di colui che gli ha dato quel posto.
Abbiamo un Ministro della giustizia le cui intercettazioni sono pubblicate sui giornali (mi dispiace per lui, ma ormai da anni subiamo il sistema delle intercettazioni illegali); lo stesso che dispone le ispezioni nelle procure e che ogni giorno litiga furiosamente con il Ministro Di Pietro su questioni di giustizia.
Allora, secondo voi, in quale altro Paese del mondo, nell'ambito di un Governo, ci sono tanti ministri e un Presidente del Consiglio che hanno storie intrecciate tra di loro in maniera così patologica? Forse, oltre che prevedere la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, bisognerebbe separare anche tantissime situazioni che dimostrano perché questo Governo è così interessato ai problemi della giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia, Alleanza Nazionale e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, il testo originario non prevedeva deroghe in materia civile, se non erro, Ministro Mastella. Questa è una di quelle modifiche di cui il Parlamento dovrebbe vergognarsi perché, come è noto, è stata imposta - e sottolineo: imposta! - da un Ministro del vostro Governo contro la volontà degli altri, ma soprattutto imposta alla volontà del Ministro della giustizia. Però, poiché non si poteva fare a meno dei voti del senatore Di Pietro, l'intero Governo e l'intera maggioranza si sono dovuti prostrare ai desiderata del Ministro Di Pietro. Questo vuol dire, mi rivolgo al Presidente del Consiglio sperando che mi ascolti...
GIUSEPPE CONSOLO. Onorevole Santelli, non la sta ascoltando!
JOLE SANTELLI. Non mi ascolterà mai...!
Pag. 75PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Santelli.
JOLE SANTELLI. È sufficiente che qualunque corporazione sequestri due senatori, possibilmente un ministro, ed è in grado di condizionare la volontà del Governo e del Parlamento, nonché di sequestrare la democrazia. Il Presidente del Consiglio evidentemente sta cercando...
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pecorella 2.82 e Buemi 2.300, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 279).
Prendo atto che il deputato Testoni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che anche il gruppo UDC ha esaurito i tempi a sua disposizione [Commenti dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)], compresi quelli aggiuntivi. Anche in questo caso, concederò la parola ai deputati di tale gruppo che ne facciano richiesta imputando i loro interventi al tempo previsto per gli interventi a titolo personale per non più di un minuto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.84.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mormino. Ne ha facoltà.
NINO MORMINO. Signor Presidente, anche la previsione di non sottoporre alla limitazione territoriale i giudici che provengono dall'attività civile o che sono destinati a tale attività si presenta come uno strumento estremamente rischioso. Ricordiamo che in alcuni giudizi civili è prevista la partecipazione del pubblico ministero. Dunque, non si elimineranno le conseguenze che si vorrebbero eliminare o che si vorrebbero ritenere non sussistenti.
La verità, signor Presidente, è che anche questo è un prezzo che il Governo ha pagato alla magistratura.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Mormino.
NINO MORMINO. Invito il Governo a riflettere sul fatto che non credo che i magistrati saranno disposti a compensarlo con la stessa moneta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, egregi colleghi, qui si continua a svolgere un'analisi delle norme in esame, dimenticando il problema di fondo. Riteniamo che siano stati travalicati tutti i confini di una serena discussione quando si è deciso di portarla avanti senza valutare le buone ragioni dell'opposizione.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Boscetto.
GABRIELE BOSCETTO. Abbiamo chiesto questa mattina al Ministro Mastella di attivarsi affinché il provvedimento venga rinviato in Commissione e affinché venga adottato un decreto-legge che proroghi il termine del 31 luglio.
Su questo termine del 31 luglio nessuno vuole adoperarsi!
PRESIDENTE. La prego, deve concludere.
NINO MORMINO. Non è possibile che si utilizzi la Camera come una mera aula parlamentare, che non ha niente da dire!
Pag. 76
PRESIDENTE. La prego, ha concluso il suo intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, con questo emendamento si vuole evitare una situazione paradossale e cioè, ad esempio, che il presidente della Cassazione diventi procuratore generale della Corte di cassazione. Potete immaginare quale autorità possa avere in udienza il procuratore generale che, fino a qualche giorno prima, era presidente della Cassazione: questo è il meccanismo che è stato introdotto!
Il Ministro, ieri, ha affermato di aver reso più rigorosa la separazione delle funzioni, ma se il presidente della Cassazione va a fare il procuratore generale in Cassazione e viceversa, quale separazione è questa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.84, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 286).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto, per un minuto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, avrei diritto a cinque minuti!
PRESIDENTE. Lei ha diritto ad un minuto.
GABRIELE BOSCETTO. Allora rinuncio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato sì 188
Hanno votato no 283).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.85.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto, per un minuto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, mi domando per quale ragione sia qui presente tutto il Governo, quando non vengono ascoltate le nostre sollecitazioni. Noi chiediamo che il provvedimento in esame venga rinviato in Commissione e ci si permetta - come ha affermato il nostro amico stimatissimo, onorevole Bianco - di migliorarlo, perché voi poi lo cambierete, come vi suggeriranno i magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)! Cambiatelo come vi suggeriamo noi, perché questo è giusto! Noi cerchiamo di portare del buonsenso in questa Assemblea! Voi avete approvato questo provvedimento al Senato...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GABRIELE BOSCETTO. ...e non volete discuterlo alla Camera dei deputati! Seicentotrenta deputati zitti...
Pag. 77PRESIDENTE. Deve concludere.
GABRIELE BOSCETTO. ...che non hanno la possibilità di intervenire (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, non ripropongo le riflessioni che sono già state sviluppate ampiamente dai colleghi. Il tema è quello della separazione delle funzioni legato alla contraddittorietà con la quale lo interpreta questo Governo, alla confusione, alla scarsa trasparenza degli atteggiamenti, a norme che non si possono leggere in logica sequenziale perché sono l'una diversa dall'altra e, quindi, al marasma nel quale andiamo a gettare la giustizia, peggiorando la situazione nella quale già versa.
Mi rivolgo al Ministro Mastella: il suo capogruppo, oggi, ha dichiarato che questa alleanza non ha futuro, che questa alleanza...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ERMINIA MAZZONI. ...così com'è, va cambiata. Allora, le dico: per aiutare il sistema della giustizia ed i cittadini italiani...
PRESIDENTE. Deve concludere.
ERMINIA MAZZONI. ... faccia una riflessione, prima che sia troppo tardi, salvaguardando l'ordinamento e, riportandolo, quindi ad una riflessione democratica da parte di questo Parlamento!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, quanto sto per affermare riguarda anche colui che sembra un estraneo, e che, invece, è un «intraneo», cioè il nostro Primo Ministro, il quale, ai sensi dell'articolo 95 della Costituzione dovrebbe essere responsabile della politica del Governo.
Sappia, signor Primo Ministro, che dovremmo approvare una norma che prevede che l'anzianità di servizio per il passaggio delle funzioni - altro che rigida separazione, come è scritto nel vostro programma! - sia valutata unitamente alle attitudini specifiche; il che significa che neanche quel periodo temporale deve essere rispettato, perché tale anzianità viene valutata unitamente alle attitudini specifiche desunte dalla valutazione di professionalità periodica; ce n'è di che vergognarsi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Mario Pepe. Ne ha facoltà.
MARIO PEPE. Signor Ministro, si lasci guidare dalla storia, non si lasci trascinare dalla storia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)! Abbia uno scatto di orgoglio! Non pieghi la testa di fronte al volere dell'associazione magistrati!
Onorevole Pollastrini, lei sa che presso il suo Ministero vi sono otto magistrati imboscati e questo ordinamento, non sancendo l'incompatibilità, consente che molti giudici vengano distolti dalle loro funzioni, con un carico di processi pendenti che sono una vera e propria emergenza nazionale! Ma che riforma è questa (Vivi applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.85, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 286).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.223.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, mi compiaccio che il Ministro Mastella sia ancora tra noi, come abbiamo realizzato questa mattina (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Popolari-Udeur); tuttavia, non capisco come mezzo Governo sia presente in quest'aula, quando non si vuole, in alcun modo, andare incontro alle ragioni dell'opposizione.
Il Ministro Chiti ha detto che non porrà la questione di fiducia perché abbiamo avuto un largo spazio di dibattito; noi non abbiamo avuto alcuno spazio di dibattito, né in Commissione (Commenti)...
PRESIDENTE. Per favore.
GABRIELE BOSCETTO. ...pur nell'onestà intellettuale del presidente Pisicchio, e neanche oggi. Questa è una sfottitura!
PRESIDENTE. Deve concludere, prego.
GABRIELE BOSCETTO. La Camera dei deputati non riesce mai a pronunciarsi seriamente su alcun provvedimento (Commenti del deputato Pignataro)...
PRESIDENTE. Per favore, il tempo viene regolato.
GABRIELE BOSCETTO. Lei, signor Presidente, deve mettere un freno a questa situazione negativa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Deputato Boscetto, lei ha concluso il suo tempo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.223, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato sì 187
Hanno votato no 280).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitali 2.210.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Egregio Presidente, vorrei premettere che (Commenti)...
PRESIDENTE. Vi prego, vi prego, il deputato Boscetto si avvale di una sua facoltà e, quindi, rimaniamo ad ascoltarlo. Ha un minuto di tempo, prego.
GABRIELE BOSCETTO. ...stiamo scrivendo una riforma costituzionale sulla base della quale ampliamo il termine di conversione dei decreti-legge, portandolo a 90 giorni, perché non possiamo sopportare che, tutte le volte che un provvedimento arriva alla Camera, si dica che non ci sono più i tempi per discuterlo! Noi vogliamo che 630 deputati possano discutere i provvedimenti fondamentali per la nostra Repubblica (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo)!
Insisto, Presidente Bertinotti, perché questo provvedimento venga rinviato in Commissione e il termine del 31 luglio venga prorogato con decreto-legge...
PRESIDENTE. Deve concludere il suo intervento.
GABRIELE BOSCETTO. ...e si discuta serenamente sui miglioramenti!
Pag. 79PRESIDENTE. Deputato Boscetto, deve concludere il suo intervento.
GABRIELE BOSCETTO. Senta quello che ha detto il presidente Bianco (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani)...
PRESIDENTE. Per favore, invito l'Assemblea a non rumoreggiare. Deputato Boscetto, concluda il suo intervento.
GABRIELE BOSCETTO. ...finiamola con questo numero enorme di ministri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)...
PRESIDENTE. Deputato Boscetto, il suo intervento è concluso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitali. Ne ha facoltà (Vivi Commenti).
LUIGI VITALI. Signor Presidente (Vivi Commenti)... proporrei di sospendere la seduta per dare la possibilità al Presidente Prodi, a cui di questo dibattito non gliene frega proprio niente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi del centrosinistra), di continuare il lavoro nel quale è impegnato e che, probabilmente, avrebbe fatto meglio a espletare a palazzo Chigi, invece di venire in quest'aula.
Noi stiamo cercando di svolgere un lavoro serio e non di perdere tempo, come invece avete fatto e ci state facendo fare voi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Commenti dei deputati dei gruppi del centrosinistra)! E di questo bisognerebbe che qualcuno se ne vergognasse!
PRESIDENTE. Invito l'Assemblea a proseguire i lavori, come è accaduto fino a poco fa, in un clima rispettoso delle persone e dell'argomento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, nel rispetto della sua Presidenza, di noi parlamentari e del Governo, vedo molti ministri che, forse non interessati alla materia, stanno ascoltando con attenzione o almeno formalmente fingono di ascoltare.
Ministro Chiti, come avrà notato, il dibattito è totalmente «strozzato», lei già lo sa bene. Si sta parlando politicamente con educazione. Non vi sono insulti, non stiamo travalicando il limite politico. Oggettivamente, formalmente e istituzionalmente è «insultante» che il Presidente del Consiglio, anche quando ci si rivolge direttamente a lui, non alzi il capo dai propri fogli (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo). No, colleghi, non stiamo insultando, stiamo parlando, stiamo discutendo...
PRESIDENTE. Deputata, la prego, lei deve concludere il suo intervento. I tempi sono regolamentati.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, credo di essere stata abbastanza chiara e chiederei al Presidente del Consiglio...
PRESIDENTE. Appunto.
JOLE SANTELLI. Vorrei chiedere al Presidente del Consiglio un minimo...
PRESIDENTE. Per favore non rumoreggiate (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo). Aspetti un momento, si fermi un momento, deputata Santelli. Come loro sanno sono stati aumentati i tempi contingentati (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)). No, è inutile, non possono contestarlo perché è così. È così anche per quelli a titolo personale che sono stati concessi. Quindi, si sta svolgendo un dibattito regolare.
Invito anche a non considerare i comportamenti fisici dei diversi membri presenti in quest'Assemblea, perché ognuno ha facoltà di ascolto. Deputata Santelli, la prego, concluda il suo intervento.
JOLE SANTELLI. Sono d'accordo. Sono consapevole di quello che si può o non si può fare. Contesto l'opportunità politica e credo che almeno un minimo di ascolto renderebbe i rapporti, anche in questa sede difficile, più utili in una legittima reciprocità di confronto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Signor Presidente, è piuttosto disarmante discutere, argomentare ed evidenziare le nostre ragioni e proposte emendative, senza aver alcun riscontro da parte della maggioranza, salvo il voto contrario continuo.
Ci piacerebbe che il Governo evidenziasse le motivazioni per cui le nostre proposte vengono considerate non idonee a correggere il provvedimento e vorremmo capire dal relatore le ragioni dei suoi pareri contrari. Questo è il sale della democrazia e della discussione. Ci vuole un dibattito, un «botta e risposta». A quel punto, probabilmente, accetteremmo anche il voto dell'Assemblea, con grande serenità. È chiaro che un dibattito a senso unico non porta a nessun risultato, neppure per il bene della normativa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Barani. Ne ha facoltà (Commenti di deputati del gruppo L'Ulivo). No, scusate, è inammissibile che venga contestato un deputato prima che prenda la parola.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, fra l'altro si tratta dell'unico gruppo che ha ancora tempo a disposizione. Vorrei sottoscrivere l'emendamento in esame e rivolgermi ovviamente ai colleghi di minoranza. Credo che quello che stiamo dicendo sia giusto e sia condiviso anche dalla maggioranza.
Tuttavia, queste modifiche alle norme sull'ordinamento giudiziario non sono state scritte dal Governo, ma dall'Associazione nazionale magistrati. Il Governo avrà dei buoni motivi per ubbidire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia): si vede che è «sotto scacco» e che in Italia vi è la terza Camera che comanda e legifera più delle altre due.
Inoltre, vorrei svolgere un'ultima considerazione, ovviamente personale, nei confronti del Ministro Mastella. Ho notato che quando il collega Boscetto ha rivolto alcuni anatemi, si è «toccato». Signor Ministro, leggendo il provvedimento che ci fa approvare, deve cambiare oggetto contro la sfiga, perché con questa proposta lei dimostra di non averle, quindi non se le deve toccare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, ci consentirà di uscire un po' dal merito degli emendamenti che ha finora contraddistinto la discussione dell'opposizione, che non ha mai svolto interventi ostruzionistici, ma puntuali, che riteniamo utili al dibattito. Constato la presenza del Ministro Chiti: stamattina ho letto una sua dichiarazione in un lancio di agenzia Ansa, signor Ministro, in cui lei affermava che non avrebbe posto la questione di fiducia perché il dibattito era stato ampio. Le chiedo almeno di rettificare tale dichiarazione, signor Ministro, perché come può constatare il dibattito non è ampio, parlano solo esponenti dell'opposizione: abbiamo ascoltato soltanto qualche battitore libero, come Gerardo Bianco, che stamattina ha parlato di una maggioranza schiava delle correnti della magistratura...
PRESIDENTE. Deputata Lussana, concluda.
CAROLINA LUSSANA. ...di un potere legislativo condizionato da quello giudiziario; abbiamo ascoltato i colleghi del gruppo de La Rosa nel Pugno, che però non hanno il coraggio di andare oltre qualche timido intervento...
Pag. 81PRESIDENTE. Deputata Lussana, deve concludere.
CAROLINA LUSSANA. Tenga conto, signor Ministro, che non abbiamo più tempo per intervenire, quindi non credo si possa parlare di dibattito ampio, pertanto quantomeno rettifichi la sua dichiarazione!
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, lei sa quanto io in prima persona, ma anche i colleghi, siamo rispettosi di questa istituzione e di chi la rappresenta nella massima espressione, ossia lei. Non può, però, continuare a rinfacciare all'opposizione il fatto che ha concesso un terzo dei tempi in più per un provvedimento, che lei stesso ha definito di rilevanza politica enorme. Lei stesso ha ammesso che gli interventi che sono stati svolti finora sono stati puntuali e precisi nel merito e non strumentali e lei stesso ha indicato i tempi di discussione di questo provvedimento, magari riducendoli un po' per poi farsi «bello» e concederci ancora un terzo di tempo in più, quando in altre circostanze - non parlo solo della sua Presidenza, ma anche di quelle precedenti questa legislatura - è stato concesso il 50 per cento dei tempi in più o sono stati raddoppiati i tempi stessi quando c'era la possibilità e la necessità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)! Non dobbiamo ringraziarla, signor Presidente, non ci deve costringere a sottostare ad una concessione, che lei ci fa solo perché per un provvedimento come questo ci ha dato un terzo in più dei tempi che sono già ristretti, anzi ristrettissimi.
Signor Presidente, noi glielo chiediamo formalmente: considerato che lei è convinto che il provvedimento sia di un certo rilievo e che finora il dibattito è stato tra i più pacati ed è stato puntuale e preciso - almeno fino a quando è arrivato il Presidente Prodi, che se ne infischia del dibattito, provocando così le reazioni da parte dei colleghi che mi hanno preceduto - deve concedere un tempo maggiore perché questo provvedimento ha bisogno di tempo. È una richiesta formale; si assuma lei la responsabilità: ci dica che non possiamo parlare più (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Vorrei far notare al deputato Leone, per quanto riguarda l'ordine dei lavori, che il contingentamento scelto per questo provvedimento è del tutto conforme ai precedenti, anche a quelli della scorsa legislatura. Potrei - se non dovessi utilizzare inutilmente del tempo - leggere diffusamente tali precedenti senza tema di smentita. (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)... Vi prego...
Non ho rivendicato l'ampliamento dei tempi come una concessione, ma semplicemente come una misura efficace per dare la possibilità di proseguire questo dibattito, sennonché anche questi tempi - lei lo sa, deputato Leone - si sono esauriti. Pertanto, in totale coerenza con la consuetudine e la tradizione - come tutti loro sanno - posso semplicemente avvertire che, poiché anche i tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale sono esauriti, al fine di consentire comunque ai gruppi di esprimere la loro posizione, la Presidenza ne concede l'ampliamento in ragione di un terzo del tempo originariamente previsto (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo) e invita tutti i gruppi che hanno esaurito i tempi a loro disposizione a limitare tuttavia gli interventi per dichiarazione di voto ad uno solo per ciascun emendamento. Devo avvertire sin d'ora che dal momento in cui anche tali tempi aggiuntivi saranno esauriti - ripeto, come in tutti i casi precedenti - la Presidenza si vedrà costretta a limitare la durata degli interventi a titolo personale a 30 secondi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantini. Ne ha facoltà.
PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, rispondo alle molte osservazioni illustrate dai colleghi dell'opposizione sulPag. 82tema della separazione delle carriere e della distinzione delle funzioni, richiamando gli argomenti che abbiamo svolto in più e più occasioni nel dibattito in Senato, nella precedente legislatura, nelle motivazioni del disegno del Governo e nel dibattito in Commissione. Abbiamo scelto il modello della netta separazione delle funzioni con limiti di carattere professionale, di carattere temporale e anche con limiti piuttosto rigidi e severi di carattere territoriale, che hanno dato luogo a proteste da parte dell'ANM, con minacce di sciopero. Si tratta di limiti che possono essere sufficienti o meno - i giudizi sono tutti legittimi - ma che tendono esattamente a distinguere con nettezza la funzione requirente e giudicante e ad evitare commistioni e conflitti di interessi. Questa è anche la strada che ci indica la Carta costituzionale con l'articolo 107, che ci ricorda, come tutti sappiamo, che i magistrati si distinguono solo per funzioni e che il pubblico ministero gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dall'ordinamento giudiziario. D'altronde, questa era anche la strada scelta dalla cosiddetta riforma Castelli, perché anche voi vi siete arrestati sulle soglie di una distinzione delle funzioni, per quanto delineata in modo assai poco condivisibile e pericoloso.
Vi è un secondo argomento su cui vale la pena soffermarsi: voi dite che il pubblico ministero deve essere caratterizzato da una cultura più dell'investigazione che della giurisdizione. Noi non neghiamo affatto questo aspetto, anzi la Scuola superiore della magistratura dovrà servire esattamente per affinare le tecniche e i diversi profili formativi. Nel nostro ordinamento vi è però un principio, che riteniamo ancora utile, anzi da rafforzare anche sul piano legislativo: il pubblico ministero deve ricercare non solo le ragioni della colpevolezza, ma anche quelle della non colpevolezza. Talvolta non lo fa! Ebbene, pensiamo ai rimedi, anche sul piano legislativo, in termini di responsabilità (ne abbiamo parlato nel dibattito di stamattina), ma questo è un principio prezioso per una giustizia giusta e efficiente.
Vi è poi un'ulteriore considerazione che merita rispetto: il pubblico ministero, oggi, ha molti più mezzi della difesa a propria disposizione, perché dirige la polizia giudiziaria, ha a disposizione i mezzi per avere periti, consulenti tecnici ed altro. Se il pubblico ministero fosse trasformato solo in un avvocato dell'accusa, la disparità tra le parti sarebbe sicuramente garantita. Si è fatto di ciò una battaglia forte, ma di che tipo? È una battaglia, ancora una volta, per le garanzie. Siamo sicuri che il vero problema del processo penale sia quello dell'assenza delle garanzie? Un processo penale che nel 70-80 per cento dei casi si conclude con le prescrizioni? Siamo sicuri che non sia tempo di una riflessione matura sul fatto che il processo penale italiano è il più garantista al mondo? Esso, infatti, somma le garanzie del rito accusatorio con quelle del rito inquisitorio: i tre gradi di processo, l'obbligo di motivazione della sentenza ed altro. Questa è la riflessione che dobbiamo fare insieme, perché la battaglia che ci attende per una giustizia giusta ed efficiente dobbiamo svolgerla e vincerla insieme (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Neri. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, non si è capito: stava dando la parola a me?
PRESIDENTE. Al deputato Neri, sì.
SEBASTIANO NERI. Non avevo sentito. Non si è percepita la pronunzia del cognome, quindi ero in oggettiva...
PRESIDENTE. Mi scusi, è colpa della mia erre...
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, non c'è alcun problema.
Signor Presidente, colleghi, a me sembra che l'utilizzazione del tempo a nostra disposizione per cercare di fare di questa discussione la parvenza di un dibattito suPag. 83un provvedimento importante, sia un tentativo malriuscito. Questa seduta, al pari di molte altre di questa Camera, assume un valore surreale. Chi interviene è convinto di svolgere la sua funzione parlamentare, per dare un contributo alla migliore formulazione di un provvedimento che deve entrare nel nostro ordinamento giuridico, e quello in discussione è uno dei più importanti dei quale ci siamo fin ora occupati. Viceversa, questa Camera - è stato già detto, ma giova ripeterlo - è stata chiamata (Commenti)...
Signor Presidente, sto cercando di proseguire il mio intervento, ma...
PRESIDENTE. Lei ha ragione. Invito, per favore, l'aula ad una presenza più composta, che consenta a chi deve parlare di svolgere il suo intervento e agli altri di ascoltarlo. Prego, deputato Neri, può proseguire.
SEBASTIANO NERI. Non pretendo l'attenzione dei colleghi, mi augurerei soltanto di poter parlare a me stesso in tranquillità.
Stavo dicendo che abbiamo la pervicace volontà di occuparci del provvedimento in esame, che, stando a quanto abbiamo letto sui giornali, dovrebbe essere importante; forse, come dicevo poc'anzi, uno dei più importanti dei quali ci siamo occupati in questa legislatura. Tuttavia, com'è accaduto in altre circostanze, la Camera dei deputati è stata ridotta al rango di Camera di ratifica di ciò che con fatica si è riusciti a fare approvare dal Senato. Come ci si può impegnare nell'adozione di un provvedimento di questa rilevanza, senza alcuna possibilità di cambiare financo i segni di punteggiatura? Infatti, andando oltre ciò che potrebbe costituire soltanto un problema di coordinamento formale del testo, bisognerebbe tornare al Senato, nel quale - lo comprendiamo perfettamente - questa maggioranza il terrore di andarsi a confrontare, specie su provvedimenti importanti.
Il provvedimento che stiamo esaminando prende le mosse da una riforma organica varata nella scorsa legislatura, nel merito della quale, a questo punto, è quasi superfluo entrare, ma che cercava di risolvere l'annoso e devastante problema che in questi giorni esponenti autorevoli della maggioranza stanno sperimentando sulla loro pelle. Mi riferisco al rapporto che le istituzioni democratiche debbono avere nel nostro Paese, al rapporto che ci deve essere tra un ordine, quello giudiziario, e un potere, quello politico; al corretto svolgimento di tale rapporto, nel reciproco rispetto delle funzioni e delle prerogative costituzionali. Le scelte operate nella scorsa legislatura rispondevano ad una filosofia, ossia dell'armonizzazione dell'ordinamento giudiziario italiano con quelli degli altri Paesi a democrazia avanzata e comunque col resto dell'Europa. Tale filosofia rispondeva alla logica di assicurare una effettiva terzietà del giudice, perché troppo spesso - mi si vorrà concedere la conoscenza di ciò che dico, considerato che anch'io provengo dai ranghi della magistratura, e non è escluso che ci possa un giorno ritornare - si parla con troppa insistenza di indipendenza della magistratura dimenticando che tale indipendenza è finalizzata ad assicurare la terzietà del giudice nell'amministrazione della giustizia, in relazione alla quale...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SEBASTIANO NERI. Signor Presidente, noi non abbiamo utilizzato per nulla il tempo a nostra disposizione.
PRESIDENTE. Si stanno esaurendo i cinque minuti a sua disposizione. Potrà intervenire successivamente, ma la durata del suo intervento è stabilita in cinque minuti.
SEBASTIANO NERI. Concludo, signor Presidente. Credo quindi che, anche nel caso dell'emendamento in esame, il voto a favore si imponga per le ragioni esposte e per quelle che svilupperò in un successivo intervento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Goisis. Ne ha facoltà.
Pag. 84PAOLA GOISIS. Signor Presidente, ci troviamo di fronte ad un emendamento estremamente importante, che dovrebbe essere votato. Mi sembra però che in quest'aula vi sia poco interesse, nonostante la presenza di così tanti membri del Governo e dello stesso Presidente del Consiglio, che da quando è entrato non fa altro che scrivere, anziché ascoltare i deputati, manifestando così un grande disprezzo nei confronti di coloro che sono stati eletti dai cittadini. Voglio inoltre sottolineare un aspetto: mi chiedo quale sia la ragione di questa presenza così massiccia; mi chiedo cioè se per caso essa non serva a godersi maggiormente il regalo che il Governo e la maggioranza stanno oggi facendo alla magistratura. Vi è forse qualcosa da farsi perdonare? A buon intenditor, poche parole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, intervengo al fine di ripristinare la verità storica, poiché credo sia utile ricordare alla Camera dei deputati, e per il suo tramite di essa all'opinione pubblica, come le polemiche che l'allora opposizione faceva nei nostri confronti fossero infondate e come anzi, rispetto al nostro comportamento, il vostro sia indecente. Mi dispiace utilizzare questo termine, ma ne dimostrerà la giustezza. L'opinione pubblica se ne sta accorgendo. Per la riforma dell'ordinamento giudiziario, nella scorsa legislatura, quella maggioranza e quel Governo - così repressivi! - avviarono l'iter del provvedimento il 12 giugno 2002: il testo fu approvato dal Senato, poi giunse in prima lettura alla Camera fra il 3 febbraio 2004 e il 12 maggio 2004, poi tornò al Senato, poi di nuovo alla Camera, di nuovo al Senato, di nuovo alla Camera. Vi furono in totale sei letture, per tre anni di impegno del Parlamento!
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
CARLO GIOVANARDI. In questo caso, invece, l'approvazione si effettua in 15 giorni!
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
CARLO GIOVANARDI. Ciò dimostra la differenza fra chi crede nella democrazia e nella partecipazione e chi ad essa crede a parole ma poi utilizza il Parlamento in maniera tanto strumentale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitali 2.210, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato sì 171
Hanno votato no 290).
Prendo atto che il deputato Allasia ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 2.88.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, non si capisce per quale ragione in Commissione moltissimi membri della maggioranza hanno criticato questa proposta di legge, mentre oggi tutti sono in quest'aula silenziosi ad approvarla. È arrivato perfino il Presidente del Consiglio, al quale va tutto il nostro rispetto, per sostenere l'approvazione di una legge sbagliata, contestata in Commissione e in aula da membri della maggioranza. Sospendiamo questa situazione: rimandiamo ilPag. 85testo della proposta in Commissione; facciamo un decreto-legge questa sera stessa, per rinviare a ottobre l'entrata in vigore della riforma precedente.
PRESIDENTE. Deve concludere, la prego.
GABRIELE BOSCETTO. Non approviamo una proposta sbagliata, scritta male dall'Associazione nazionale magistrati!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 2.88, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 469
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 289).
Prendo atto che la deputata Balducci ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario. Prendo altresì atto che il deputato Iacomino ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 2.89, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 180
Hanno votato no 285).
Prendo atto che le deputate Suppa e Gelmini hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.92.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, intervengo per dire al signor Ministro che le richieste avanzate dal deputato Boscetto mi paiono serie: non dico che abbiamo il diritto, ma, perlomeno, chiediamo al Ministro la cortesia di una risposta per sapere come mai, su un testo che presenta così tante difficoltà e che richiederebbe un approfondimento, non vi sia la possibilità di farlo ragionevolmente in tempi, che non incidano in alcun modo sulle possibili modifiche dell'ordinamento giudiziario da parte di questa maggioranza. Chiediamo veramente una responsabilità istituzionale nel risponderci.
GABRIELE BOSCETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputato Boscetto, come lei ha sentito prima, ho invitato un deputato per ciascun gruppo a svolgere le dichiarazioni di voto. Per il gruppo di Forza Italia l'ha già svolta il deputato Pecorella.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.92, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 468Pag. 86
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato sì 177
Hanno votato no 291).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.93.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Egregio signor Presidente, il 31 luglio era una data ben precisa e conosciuta.
Bisognerebbe chiedere al Ministro Mastella - al quale va tutta la nostra stima, anzi io spesso lo invito a «venire con noi» per diverse ragioni politiche - per quale ragione ci siamo ridotti così in ritardo, con la conseguenza che la Camera dei deputati non può affrontare l'esame di questo provvedimento (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Bisognava arrivare prima al Senato, poi alla Camera, poi di nuovo al Senato, rendere giustizia a coloro che oggi la richiedono! Vi siete seduti sul testo dell'Associazione nazionale magistrati: ciò non porterà risultati positivi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.93, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 291).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.95, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato sì 174
Hanno votato no 286).
Prendo atto che i deputati Vichi e Vico hanno segnalato che non sono riusciti a votare e avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 2.96.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto (Commenti dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Comunisti Italiani). Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente della Camera, ho tanto rispetto e affetto per lei, ma mi domando per quale ragione il Presidente del Consiglio, che è giunto in quest'aula, non intervenga in questo dibattito!
ANDREA GIBELLI. No, meglio di no!
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. È sotto ricatto!
GABRIELE BOSCETTO. Noi vogliamo sentire dal Presidente Prodi se si debba andare avanti così, in questo modo negativo, «spaccando» tutto in materia di giustizia, o se egli abbia qualche ragione da esprimere: Presidente del Consiglio usi la parola, ci dica qualcosa! Forse noi sbagliamo, ma lei ce lo dimostri (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania)!
ENRICO COSTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputati, colleghi, per cortesia, come ho già detto cerchiamo di rendere questi lavori almeno ordinati. Deputato Costa, è intervenuto il deputato Boscetto per il suo gruppo. Abbiamo invitato prima (Commenti). .. i tempi sono terminati.
Pag. 87ANTONIO LEONE. Il suo invito può anche non essere raccolto!
PRESIDENTE. Perfetto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA. Grazie, signor Presidente, vorrei evidenziare che, in materia di giustizia, è la quarta volta che accade che un provvedimento, licenziato dal Senato, venga trasmesso alla Camera, senza che vi sia la possibilità di modificarlo: è accaduto sulla sospensiva della riforma Castelli, in materia di consigli giudiziari, di intercettazioni illegali ed accade oggi in materia, questa volta molto importante, di riforma dell'ordinamento giudiziario. Sembra che vi sia una sorta di monocameralismo imperfetto, nel quale il Senato decide, modifica, argomenta e discute, mentre la Camera ratifica in modo notarile.
Mi pare che sia un sistema da correggere. Mi affido al Presidente della Camera, perché raccolga tali considerazioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.96, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 292).
Prendo atto che il deputato Laratta ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Consolo 2.99.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, anche con riferimento a tale emendamento, continuiamo a non capire il motivo per cui vi sia un tale afflusso di membri del Governo (il numero dei suoi rappresentati è rilevantissimo), senza che nessuno si pronunci! Sono uomini del peso del Presidente del Consiglio coloro che sono seduti nei banchi del Governo, tante persone, che rispettiamo fortemente, ma che vengono in questa sede senza dire niente! Devono spiegare il perché! Certamente non hanno bisogno di venire in questa sede per votare, perché vi sono 100 voti in più della maggioranza. Allora, qualcuno si alzi! Si alzi il Ministro Parisi! Si alzi il Ministro Chiti! Si alzi qualcuno degli altri Ministri e ci dica per quale ragione stiamo sbagliando! Se lo dicesse il Ministro Mastella, sarebbe benvenuto fra noi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, pacatamente, ho dimostrato prima che sono stati necessari sei letture del provvedimento, tre anni e una grande dialettica parlamentare per licenziarlo. Rispondo al collega Boscetto, ma lo dico anche al Presidente della Camera. Il problema è che il provvedimento in esame non è stato scritto in questa sede, ma è stato dettato al di fuori, dall'Associazione nazionale magistrati [Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Lega Nord Padania], che - lo ricordo - ha minacciato uno sciopero e lo ha revocato solo quando la maggioranza ha ricevuto soddisfazione per ciò che chiedeva.
Signor Presidente, si tratta di un grande problema democratico, a causa dell'esproprio del Parlamento da parte di una corporazione esterna [Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Alleanza Nazionale].
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, nel raccomandare l'approvazione dell'emendamento in esame, mi permetto di sottolineare - lei, signor Presidente, lo avrà notato - che tutto andava bene, salvo il silenzio assordante in questa aula da parte dei banchi della maggioranza. Ditelo colleghi: siete obbligati ad approvare tale norma. Almeno ammettetelo e ce ne facciamo una ragione, anche se tale fatto è ormai scritto sui muri. Poi è arrivato il Presidente del Consiglio, il quale - lo ricordo a me stesso, perché l'ho detto prima ma non ha raccolto l'intervento - ai sensi dell'articolo 95 della Costituzione è il responsabile della politica del Governo anche posta in essere da tutti i suoi Ministri. Il Ministro Mastella - ubi maior, minor cessat - non parla; probabilmente, conosce la norma di cui all'articolo 95 della Costituzione e, quindi, vuole lasciare al Primo ministro il compito di dare spiegazioni. Ma vi sembra una spiegazione inutile quella che l'opposizione richiede? Stiamo parlando della riforma dell'ordinamento giudiziario. Dateci risposte! Presidente Prodi, la prego!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consolo 2.99, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 291).
Prendo atto che il deputato Mellano ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.104.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, non riusciamo a comprendere il motivo per cui non si danno le risposte che chiediamo. Si è posto in essere un meccanismo tale che si sono agglomerate intorno ad alcuni concetti le logiche di fondo dell'ordinamento giudiziario. Abbiamo chiesto spiegazioni. Il Ministro Mastella ha svolto un grande lavoro, tentando di mettere d'accordo magistrati, avvocati e parlamentari. Il risultato finale non è però accettabile! Rivolgo un ringraziamento al Ministro Mastella per il lavoro che ha svolto, ma rinviamo il testo in Commissione, perché tale disegno di legge non va bene! È un provvedimento per i magistrati e contro i cittadini!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.104, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 286).
Prendo atto che i deputati Mellano e Delfino hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.105, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 89
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 289).
Prendo atto che i deputati Mellano e Delfino hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.108.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, Ministro Mastella, questo è veramente il «pasticciaccio brutto di via Arenula» perché nel testo sono presenti errori molto gravi e sono semplicemente due.
Il primo è che si fa riferimento, a proposito dell'articolo 51, alla progressione per classi, le quali, tuttavia, sono sparite, perché le avete abrogate voi! Mi domando come sarà possibile, un domani, parlare di classi quando le suddette non esistono più.
Il secondo errore è che si parla di somme che saranno indicate in un'altra legge, ma non si fa alcun riferimento a quale legge. Si tratta di errori di natura tecnica; non si parla di politica o di diritto, bensì di un errore tecnico che renderà impossibile applicare questa norma. Volete andare avanti o ha ragione l'onorevole Boscetto quando invita a correggere almeno gli errori tecnici?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.108, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato sì 197
Hanno votato no 289).
Prendo atto che i deputati Vichi e Vico hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto contrario.
ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, mi rivolgo ai membri del Governo nella speranza che vi sia una sensibilità, che finora non è stata dimostrata, su un tema di grande attualità e di grande emergenza che ha impressionato il Paese.
Presidente Prodi, sono tre giorni che in quest'aula... Presidente! Presidente Prodi! Sono tre giorni che in quest'aula chiediamo che il Governo venga a riferire sulla drammatica emergenza degli incendi che hanno provocato alcuni morti in Puglia (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo), nonché devastazioni e terrore in intere regioni del centro-sud.
Ci è stata data una generica disponibilità del Governo, credo nella persona del sottosegretario Rosato, a venire a riferire alla Camera, dopo tre giorni che lo chiediamo, su questa drammatica emergenza che impressiona il Paese e credo che, alla vigilia del mese di agosto, che speriamo non comporti altri eventi del genere, sia un atto dovuto da parte del Governo.
Ciò che però non è accettabile e che noi non intendiamo accettare, a proposito di baratti, ricatti e di un certo modo di intendere la politica, è il fatto che ci è stato comunicato che questa doverosa informativa del Governo sull'emergenza incendi, sulle misure che intende mettere in atto - e magari sulle quali l'opposizione può anche convergere per intervenire inPag. 90termini di uomini, di mezzi e di fondi - sarà svolta al termine dei voti. È come se il Governo ci dicesse che verrà a riferire sull'emergenza incendi se facciamo i bravi e i buoni e finiamo rapidamente di votare o altrimenti alle 21 o alle 22 o alle 23 di questa sera.
Credo che vi sia una dignità del Parlamento che qualcuno dovrebbe pur tutelare. Pertanto, prevedere che ad un'ora certa, per un'ora, un'ora e venti, un'ora e mezza o quello che sarà, il Parlamento venga doverosamente informato dal Governo e dibatta sull'emergenza incendi è, per l'appunto, una cosa che rientra nella tutela della dignità del Parlamento.
Chiediamo questa disponibilità al Presidente della Camera e al Governo. Si è parlato, sino ad ora, di un Parlamento che ha perso la sua sovranità e di un provvedimento che è stato scritto sotto dettatura. Io credo che sarebbe uno scatto d'orgoglio, forse anche di intelligenza, evitare a tutti noi l'umiliazione che l'informativa del Governo venga resa a voti compiuti, a notte fonda e ad aula deserta [Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e DCA-Democrazia Cristiana per le Autonomie-Partito Socialista-Nuovo PSI]!
PRESIDENTE. Deputato Vito, le faccio notare, tuttavia, che la priorità dell'argomento del quale stiamo discutendo, è stata definita e confermata dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. Lo svolgimento dell'informativa al termine delle votazioni non lede alcuna dignità perché i parlamentari, di fronte ad un argomento così importante, hanno tutte le ragioni per assistere alla comunicazione del Governo, in una condizione che rende l'argomento da lei sollevato assolutamente degno di interesse (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pecorella 2.109. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, credo che sovrapporre all'ordinamento giudiziario militare queste nuove forme, che ancora devono trovare applicazione e con riferimento alle quali dovremo valutare cosa funzionerà e cosa non funzionerà, sia un altro errore e costituisca un rischio enorme che non vedo per quale motivo dobbiamo affrontare. Prima valutiamole come forme ordinarie della magistratura e poi, eventualmente, le estenderemo all'ordinamento militare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Boscetto.
Invito nuovamente il deputato Boscetto a tenere conto che, prima di lui, è intervenuto il deputato Pecorella. Io continuo in questa direzione, ma, come loro sanno, anche questa fase si esaurirà e poi sarò costretto a concedere solo trenta secondi. Prego, deputato Boscetto, ha facoltà di parlare.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, mi perdoni, ho perso la voce, quindi sarò brevissimo (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo). Anche nella logica della sovrapposizione fra ordinamento militare e ordinamento normale, noi troviamo qualcosa che non funziona. Ma perché non ci è consentito di migliorare il disegno di legge in esame? Perché dovete concluderne l'esame entro il 31 luglio? Per evitare l'entrata in vigore della riforma Castelli è sufficiente un decreto-legge che rinvii quel termine e permetta alla Camera di discutere un provvedimento fondamentale che andrà a incidere sulla vita dei cittadini...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GABRIELE BOSCETTO. Abbiamo alcune ore a disposizione, c'è il Presidente del Consiglio...
PRESIDENTE. Deve concludere il suo intervento, la prego!
Pag. 91GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente del Consiglio, riunisca il Consiglio dei ministri e rinvii il termine del 31 luglio che è sbagliato e folle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pecorella 2.109, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 296).
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Indico...
MANLIO CONTENTO. Presidente! Presidente, chiedo di parlare!
PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Contento, lei ha chiesto la parola ma io non l'ho vista.
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, Alleanza Nazionale voterà contro l'articolo 2 del disegno di legge in discussione, perché in esso emergono i pasticci di cui è responsabile principalmente, in termini politici, il Ministro Mastella. Se è vero che questo testo è stato scritto sotto dettatura, è stato scritto così male a dimostrazione che nemmeno sotto dettatura il Ministro riesce a scrivere un provvedimento in termini accettabili. Ma, soprattutto, vogliamo rimarcare un altro aspetto; il disegno di legge rappresenta l'occasione persa per ribadire definitivamente la centralità del Parlamento per quanto concerne l'applicazione della legge sull'ordinamento giudiziario. Questa responsabilità politica è ascrivibile in prima persona al Ministro, perché non soltanto è stato spettatore della sottrazione del dibattito alla Camera, ma ne è stato anche complice, dal momento che, dopo aver presentato il provvedimento alla Camera, lo ha ritirato per presentarlo al Senato...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MANLIO CONTENTO. ... quindi, non può venire in Assemblea a far finta di niente! Queste sono le ragioni per cui voteremo contro l'articolo 2 (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pecorella. Ne ha facoltà.
GAETANO PECORELLA. Signor Presidente, noi ovviamente voteremo contro l'articolo 2, perché rappresenta la fine di due principi fondamentali per la magistratura. Il primo è quello, in base al quale la funzione giudicante è diversa da quella di pubblico ministero, ed in ordine a tale questione dieci milioni di italiani votarono, a suo tempo, al referendum per la separazione delle carriere.
Il secondo è costituito dal fatto che il magistrato è sottoposto ad una valutazione discrezionale di altri magistrati che fanno parte di correnti di maggioranza e di minoranza e, dunque, la sua libertà di coscienza è in pericolo.
Concludo notando che certamente stiamo facendo una fatica come quella di Sisifo. Non ci aspettiamo dei risultati ma, signor Presidente, sa qual era la differenza tra Sisifo e il sasso? Che Sisifo pensava, il sasso no (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, chiaramente voteremo contro l'articolo 2Pag. 92che cancella, di fatto, la riforma Castelli, in quanto l'azzera in uno dei suoi aspetti fondamentali, così corrispondendo alla filosofia prevalsa nel Governo e, comunque, anche nelle aule parlamentari, ovvero di chinare supinamente il capo rispetto alle richieste e alle ingerenze indebite avanzate dalla magistratura associata, che ha condizionato tutti i nostri lavori e che ha completamente riscritto questa controriforma.
Il realtà non potete andare in giro nel Paese, signor Ministro Mastella, affermando che è stata deposta l'ascia di guerra...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CAROLINA LUSSANA. ...tra politica e magistratura. In tale modo inchinate il Parlamento, e il potere legislativo che dovrebbe emanare le leggi, ai diktat dei magistrati!
PRESIDENTE. Deve concludere.
CAROLINA LUSSANA. È stato un errore enorme cancellare il principio della separazione delle funzioni, così come - concludo Presidente - sottoporre la carriera e la valutazione dei magistrati all'assoluta padronia del Consiglio superiore della magistratura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzoni. Ne ha facoltà.
ERMINIA MAZZONI. Signor Presidente, anche il gruppo dell'UDC esprimerà un voto contrario sull'articolo 2, il quale è l'emblema del modo di procedere del Governo. È l'espressione della politica fatta solo della negazione dell'altro: con questo articolato non si fa altro che cancellare la riforma Castelli. In questo modo si nega tutto quello che è stato realizzato in cinque anni di Governo e si effettua un passo indietro anche rispetto al precedente ordinamento.
La democrazia, signor Ministro, non si costruisce in questo modo. Lei si è appellato più volte alla democrazia, ma non è con questo monologo...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ERMINIA MAZZONI. ...e con l'indifferenza nei confronti dell'opposizione, né attraverso la contrapposizione estrema...
PRESIDENTE. Deve concludere.
ERMINIA MAZZONI. Il Governo, anche con questo articolo, non dimostra la capacità di esprimere una proposta e di essere affermativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il deputato Osvaldo Napoli a cui faccio notare, tuttavia, che ha già parlato per il suo gruppo il deputato Pecorella.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 486
Votanti 474
Astenuti 12
Maggioranza 238
Hanno votato sì 288
Hanno votato no 186).