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Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 8-ter - A.C. 1042)
PRESIDENTE. Invito il ministro Bonino ad esprimere il parere del Governo sugli emendamenti riferiti all'articolo 8-ter.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Signor Presidente, stamattina si è svolta la riunione del Comitato dei nove e, nonostante tutti gli sforzi e gli appelli del Governo, mi pare che non si sia riusciti a trovare un accordo. Il Governo è molto dispiaciuto di questa situazione, che rischia veramente di focalizzare la discussione sulla legge comunitaria, che è un grande provvedimento, su una questione che poco attiene a questa normativa, come il Governo ha spiegato ieri. Essendosi così determinate le cose, il parere del Governo è contrario agli identici emendamenti Bertolini 8-ter.40, Pini 8-ter.41 e Bocchino 8-ter.43. Il parere del Governo è contrario sul subemendamento La Russa 0.8-ter.201.1, mentre sull'emendamento 8-ter.201 della Commissione il Governo si rimette all'Assemblea, sperando che si possa ancora trovare un accordo in aula. Infine, il Governo è contrario agli emendamenti Bocchino 8-ter.44, Pini 8-ter.42 e Bocchino 8-ter.45, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 8-ter.202.
PRESIDENTE. Grazie, ministro.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bertolini 8-ter.40, Pini 8-ter.41 e Bocchino 8-ter. 43. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
FRANCO RUSSO. Signor Presidente, vorrei riprendere, dall'intervento svolto ieri da Boato, le sue parole di sorpresa ma anche di disappunto per le decisioni prese dalla Commissione bilancio. Quest'ultima deve esprimere doverosamente il suo parere sulla copertura finanziaria, ma ha rifiutato le proposte avanzate per il gruppo di Rifondazione comunista, da Andrea Ricci, il quale si è poi astenuto sul voto, perché aveva proposto una diversa soluzione.
Leggo dal Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 19 settembre parte dell'intervento in Commissione bilancio del collega Andrea Ricci: «Al riguardo ritiene che gli oneri derivanti da tale disposizione non dovrebbero essere eccessivi e potrebbero comunque rientrare nel fondo previsto per la copertura delle disposizioni recate dalla legge comunitaria, la cui dotazione consiste in 50 milioni di euro». Richiamo la sua attenzione, Presidente, e, altresì, quella dell'Assemblea, a tale riguardo. A mio avviso, in Commissione bilancio si è svolto un lavoro politico non proprio brillante nel senso che, su una questione di diritti fondamentali, si è fatto ricorso a imprecisate mancanze di copertura per tentare di «allentare» le previsioni comunque imposte dalla direttiva dell'Unione europea sulla questione dei rifugiati politici.
Perciò, onorevole Bonino, pur rispettando il suo impegno sulla legge comunitaria, e anche cercando, giustamente, di giungere ad un voto unitario del Parlamento su un disegno di legge peraltro predisposto dal Governo Berlusconi, ritengo che il recepimento dalla direttiva 2005/85/CE sia particolarmente importante; non a caso, essa è stata inserita nell'allegato B.
Comunque, vorrei ricordare ai colleghi dell'opposizione e all'onorevole La Russa quanto segue; ad una rilettura molto attenta della direttiva, ci si accorgerà che essa non prevede, per quanto riguarda il rapporto tra autorità pubbliche e richiedenti asilo ovvero rifugiati, né la possibilità di arresto né quella della detenzione all'interno dei centri di permanenza temporanea. Al riguardo, invito i colleghi dell'opposizione a rileggere, come ho fatto io stamattina, gli articoli 7, 11 e 18 della direttiva; ci si accorgerà che, se recepita, viene meno la possibilità, sul fondamento,Pag. 5per l'appunto, della direttiva stessa, di intervenire con misure qualsiasi di arresto. Anzi, si prevede il diritto a restare nel paese membro durante l'esame della domanda. Gli obblighi posti dall'articolo 11 con riguardo al richiedente asilo prevedono semplicemente che il richiedente asilo, il rifugiato, debba semplicemente essere rintracciabile - e quindi dare un indirizzo al quale far giungere la posta e le comunicazioni delle autorità pubbliche - e nient'altro.
Ricordo all'Assemblea che l'articolo 18 della direttiva - onorevole La Russa, lo rilegga con attenzione - reca la seguente disposizione: «Gli Stati membri non trattengono in arresto una persona per il solo motivo che si tratta di un richiedente asilo». Dunque, le previsioni recate dai subemendamenti presentati dall'opposizione si collocano completamente al di fuori della direttiva dell'Unione europea. Pertanto, onorevole Bonino, ritengo che inizialmente bene aveva fatto il relatore del parere, l'onorevole Zaccaria, in Commissione affari costituzionali, a definire appunto i diritti del richiedente asilo, non estendendoli ma semplicemente recependo quanto stabilito dalla direttiva CE.
Comunque, la soluzione proposta dalla Commissione - e ora sottoposta al nostro esame e al nostro voto - di fare riferimento, appunto per vincolare la delega legislativa che il Parlamento conferisce al Governo, all'articolo 10 della nostra Costituzione non è qualcosa di pleonastico o di ovvio: si tratta piuttosto di richiamare alla stretta osservanza del principio che, in mancanza di una legge per quanto riguarda i rifugiati ed il diritto d'asilo, è bene aver sempre presente non solo la direttiva CE - che, lo ribadisco, è molto esplicita nell'escludere la possibilità di arresto o di trattenimento della persona che richiede per l'appunto lo status di rifugiato - ma anche l'articolo 10 della Carta. Dunque, giustamente la Commissione fa tale richiamo, anche perché il Parlamento si ricordi che sul diritto d'asilo dovremmo reintervenire, non essendo sufficiente - anzi essendo completamente sbagliato - quanto previsto dalla legge Bossi-Fini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo per segnalare che quanto sinora affermato, sia dalla relatrice sul provvedimento sia dal ministro Bonino, non fa altro che dimostrare quanto questa legge comunitaria sia ostaggio della sinistra radicale, che ha cercato di stravolgerla profondamente con un tentativo subdolo di aggirare la legge Bossi-Fini attraverso l'esercizio della delega legislativa.
Abbiamo cercato in tutti i modi di far capire alla maggioranza - e apprezziamo lo sforzo fatto dal ministro Bonino in Commissione - di evitare un uso strumentale della legge comunitaria, che dovrebbe invece essere condivisa da tutti, essendo oltretutto scritta dal precedente Governo. Ci rammarichiamo quindi per come sia stato veramente impossibile, data la scontata presa di posizione ideologica da parte della sinistra radicale, addivenire ad un voto unanime sulla stessa. Condanniamo tutto ciò fortemente, perché sarebbe stato più opportuno trattare in altre sedi la questione dell'asilo politico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, mi scusi se non intervengo dalla mia postazione, come prescrive formalmente il regolamento, ma stavo tornando al mio posto quando mi ha dato la parola.
Annuncio, conformemente al parere già dato dalla Commissione e dal Governo, il voto contrario dei Verdi sugli identici emendamenti soppressivi presentati dai colleghi Bertolini, Pini e Bocchino. Vorrei però replicare fermamente alle sciocchezze che ho sentito pronunciare poco fa e, proprio per questo motivo, ho chiesto di parlare all'ultimo momento, essendo già intervenuto nel corso della seduta di ieri. Ho sentito un collega, poco fa, parlare di ricatto ideologico della sinistra radicale. Parlando con tutto ilPag. 6rispetto, siamo di fronte, in termini parlamentari, ad una semplice idiozia. Non sta né in cielo né in terra un'affermazione offensiva e sciocca come quella che ho ascoltato poco fa. Se rispettare l'ordinamento comunitario e recepirlo nel nostro ordinamento, se rispettare la Costituzione repubblicana ed attuarla, sia pure parzialmente e con gravissimo ritardo, costituisce un ricatto ideologico, vuol dire che, in quest'aula, ci sono alcuni parlamentari del centrodestra - non tutti, debbo dire - che ritengono sia qualcosa di ultroneo la stessa Costituzione e che ritengono sia patrimonio ideologico della sinistra radicale, cui personalmente non appartengo, l'attuazione nel nostro ordinamento dell'ordinamento comunitario.
Da questo punto di vista, credo che sia stato davvero sconcertante il dibattito, anche se legittimo dal punto di vista parlamentare; chi vuol fare ostruzionismo in quest'aula, lo fa anche su temi di rilevanza costituzionale come questa. Una volta mi è capitato di fare, insieme al ministro Bonino, allora mio capogruppo, un lungo ostruzionismo per difendere i valori repubblicani ed i diritti della persona, ma, in questo caso, invece, siamo di fronte all'ostruzionismo di chi vuole impedire di attuare i valori costituzionali, in particolare i principi contenuti nell'articolo 10 della nostra Carta e le norme minime contenute nella direttiva 2005/85/CE del Consiglio europeo del 1o dicembre 2005.
Il collega Franco Russo ha fatto benissimo questa mattina a mettere in luce nuovamente quanto avevo detto ieri, ovvero l'aspetto sconcertante di un parere della Commissione bilancio che sembra più uno strumento politico in questa materia, che non l'adempimento di un compito istituzionale che la stessa avrebbe dovuto assolvere.
Siamo di fronte a richieste che la stessa Presidenza della Camera ha definito non confacenti con il regolamento. Ieri, per decine di volte, ho sentito parlare di stralcio, quando, in questa fase, non esiste alcuna possibilità regolamentare di stralciare una norma ma la si può solo sopprimere. Trovo, quindi, ridicolo che, per ore, ieri si sia fatto ricorso a questo tipo di terminologia totalmente impropria, perfino da parte di alcuni autorevoli capigruppo dell'opposizione.
Ritengo doveroso seguire, anche se parzialmente, la strada maestra che è stata indicata dalla Commissione con l'emendamento 8-ter 201, dopo l'improvvido parere della Commissione bilancio e, ovviamente, respingere i tre emendamenti soppressivi identici presentati dai gruppi dell'opposizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al regolamento l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, l'onorevole Boato ha fatto ostruzionismo perché in questo momento alla maggioranza manca il numero legale in aula.
A parte questo, signor Presidente, richiamandomi alla sua correttezza, vorrei segnalarle alcune affermazioni dell'onorevole Boato che, probabilmente, lei non ha percepito. Credo che sul piano politico si possano avanzare tutte le critiche possibili, ma ritengo anche che un deputato non possa affermare che altri colleghi hanno detto sciocchezze.
Ebbene, l'onorevole Boato ha affermato di avere sentito poc'anzi un cumulo di sciocchezze. Credo, signor Presidente, che i colleghi non possano pronunciare frasi offensive nei confronti di altri colleghi, a parte il dovere di chi interviene di rivolgersi alla Presidenza. Non è un'opinione: l'intervento di un altro collega può essere deprecabile, non condivisibile o criticabile, ma non si può affermare di avere ascoltato un cumulo di sciocchezze, perché ne va della dignità del Parlamento. Intanto, il parlamentare si rivolga al Presidente, nei suoi interventi; comunque, credo non si possa far passare questo riferimento come se nulla fosse accaduto.
Tra l'altro, questa affermazione è stata pronunciata nei confronti di un collega appartenente ad un altro gruppo parlamentare; in ogni caso, ritengo che ciascunPag. 7parlamentare, di maggioranza o di minoranza, debba tutelare la dignità della Camera cui appartiene.
PRESIDENTE. Prendo atto delle sue dichiarazioni, onorevole Buontempo, e invito sicuramente i colleghi ad attenersi ad un linguaggio e ad un comportamento rispettosi della dignità degli altri colleghi parlamentari.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, intervengo brevemente per lasciare traccia, nel dibattito parlamentare, di alcune inesattezze che sono state portate dalla maggioranza a giustificazione dell'articolo in esame, anche nella formulazione predisposta dalla Commissione. Oggi, la maggioranza ed il Governo stanno cercando di modificare la legge Bossi-Fini. Infatti, il testo introduce una delega al Governo, il quale la eserciterà mediante decreto legislativo, senza che in essa siano posti i cosiddetti «paletti». Nella formulazione dell'emendamento, infatti, è stato inserito soltanto un riferimento generico alla Costituzione. Ciò vuol dire che il Governo, nella scelta tra le diverse opzioni, potrà non soltanto attuare la direttiva ma anche compiere alcune scelte - è tutto da vedere se nel rispetto della direttiva stessa - che tendono a smantellare la legge Bossi-Fini. Anche nella formulazione della Commissione, cioè, il Governo, con decreto legislativo, potrà fare quello che già ha manifestato di voler fare con la predisposizione dell'originario emendamento. In altri termini, potrà lasciare in libertà, liberi di circolare, tutti coloro che avranno richiesto il diritto di asilo sino al termine di un procedimento giurisdizionale che non si sa quando terminerà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, credo che l'onorevole Boato debba chiedere scusa al Governo e non ai colleghi. Se consultate il resoconto integrale della seduta di ieri, noterete che il ministro Bonino - la quale, giustamente, ha detto che su questo emendamento si rimette all'Assemblea - in riferimento al richiamo all'articolo 10 della Costituzione ha affermato: «Quello che è avvenuto è un tentativo di risolvere le questioni del diritto d'asilo in questa sede, che è ultronea e non adeguata». Lo ripeto: il Governo ha affermato che la sede dell'esame del disegno di legge comunitaria è ultronea e non adeguata e ha anche aggiunto che il riferimento all'articolo 10 della Costituzione è pleonastico! Ho consultato un vocabolario e ho constatato che l'aggettivo «pleonastico» sta per «puntualizzazione superflua». Quindi, è stato il Governo a dire che il richiamo è pleonastico e ultroneo e che la sede non è adeguata.
Onorevole Boato, il fatto che sia pleonastico vuol dire che il riferimento all'articolo 10 è come se non ci fosse!
Quindi, questa norma è stata aggiunta - come riportato dallo stenografico, che reca il dibattito sulla legge comunitaria - durante l'esame in Commissione dove sono stati introdotti due nuovi articoli sul diritto d'asilo che il Governo non aveva presentato; la Commissione bilancio ha respinto l'articolo; l'escamotage adesso è di attribuire una delega in bianco al Governo prevedendo quale unico riferimento l'articolo 10 della Costituzione e il ministro afferma che questo riferimento all'articolo 10 è pleonastico, ultroneo e fuori sede, in quanto non vuol dire nulla. Il regolamento europeo che dobbiamo recepire prevede che ogni Stato membro può regolare il problema dell'impugnativa del denegato diritto d'asilo o trattenendo l'immigrato, o rimandandolo a casa, o sospendendo. Pertanto, il Parlamento deve compiere una grande scelta politica; tuttavia, questo Parlamento non fa la scelta politica e propone di attribuire una delega al Governo per risolvere il problema sulla base dell'articolo 10 della Costituzione (quell'articolo che a parere del Governo è ultroneo e non fornisce alcun riferimento, prevedendo che l'Italia riconosce il diritto d'asilo, ma chePag. 8tale diritto deve essere disciplinato da una legge ordinaria). Quindi, è lo stesso Governo a sostenere che questa norma sta alla legge comunitaria come i cavoli a merenda! Infatti, tale disposizione è stata inserita all'ultimo momento, è stata respinta dalla Commissione bilancio e fa un riferimento generico ad una delega in bianco che, a mio avviso, è anche impugnabile.
Allora, vi prego, eliminiamo questa norma, eliminiamo il riferimento all'articolo 10 della Costituzione! O dobbiamo attendere il passaggio al Senato, dove sappiamo che l'Italia dei Valori - come il nostro gruppo - ha dichiarato la propria contrarietà ad una delega in bianco? Vogliamo veramente che sulla legge comunitaria il Parlamento si spacchi, con una maggioranza favorevole e un'opposizione costretta ad essere contraria? Tutto per questo tentativo di inserire in maniera surrettizia un argomento così importante!
Noi dell'UDC intendiamo disciplinare il diritto d'asilo, ma non vogliamo farlo con la fretta né delegare qualcuno a farlo, in quanto crediamo nel sistema parlamentare e crediamo che tutti i senatori e i deputati possano definire con serietà regole giuste per il nostro paese, senza delegare nessuno a farlo (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, sono meravigliato delle dichiarazioni rese dall'onorevole Boato, in quanto - come ricordava l'onorevole Giovanardi - su tale problematica sussistono diversi profili di incostituzionalità.
Il primo riguarda la circostanza che non esiste una delega, cioè non esiste un principio, un criterio direttivo, al quale il Governo deve attenersi nello svolgimento dell'attività normativa in questa materia.
Il secondo - proprio con riferimento all'articolo 10 della Costituzione - deriva dal fatto che, visto che la legge sul diritto d'asilo garantisce diritti fondamentali assicurati dalla prima parte della Costituzione, non credo che tali diritti possano essere garantiti attraverso una delega al Governo, ma che debba intervenire una legge ordinaria.
Il terzo concerne il fatto che, se questo emendamento dovesse essere approvato e se si dovesse introdurre questa normativa sul diritto d'asilo, verrebbe resa monca la normativa sull'immigrazione perché cambierebbe anche il sistema amministrativo di attuazione di tale norma.
Pregherei dunque i colleghi - a cominciare dall'onorevole Boato, che è una persona di buonsenso - a ripensarci e a ridiscutere l'argomento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.
DARIO RIVOLTA. Signor Presidente, vorrei esaminare assieme al ministro Bonino ed ai colleghi proprio l'articolo 10 della Costituzione, ripreso nell'emendamento 8-ter.201 della Commissione.
Vorrei leggere, in modo particolare, il terzo comma del citato articolo 10: «Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica (...)»; dopo è riportata una frase che leggerò successivamente.
Attenendoci strettamente a tale concetto - vale a dire, che qualsiasi straniero proveniente da uno Stato in cui non siano garantiti tutti i diritti tutelati dalla nostra Costituzione ha diritto d'asilo nel territorio italiano -, saremmo tenuti, se ci fermassimo qui, a concedere automaticamente l'asilo a qualsiasi cittadino dell'Asia e dell'Africa, nonché a numerosi cittadini del Sudamerica che ne facessero richiesta. Vorrei osservare, tuttavia, che il citato terzo comma dell'articolo 10 della nostra Carta termina recitando «(...) secondo le condizioni stabilite dalla legge», presumendo che la legge fisserà limiti più stringenti rispetto all'ampia disponibilità precedentemente enunciata.Pag. 9
Ricordo che, nella scorsa legislatura, il Parlamento ha già esaminato, in sede di Commissione, diversi progetti di legge, presentati da tutte le parti politiche, sullo stesso argomento. Le Camere hanno dimostrato con le numerose proposte avanzate, nonché con tutte le discussioni svolte sulla materia, di nutrire un particolare interesse e di ritenere eccezionalmente rilevante tale questione.
Il Parlamento, dunque, vuole affrontare la tematica del diritto di asilo; tuttavia, il problema è esattamente quale contenuto dare concretamente alla parte finale del terzo comma dell'articolo 10 della Costituzione, il quale, come già ricordato, recita: «(...) secondo le condizioni stabilite dalla legge».
Nel momento in cui il Parlamento ha manifestato (e manifesta tuttora, con il dibattito in corso) la volontà di affrontare tale tema, allora, sottrarre alle Camere la possibilità di decidere su tale materia rappresenta un atto di protervia e di prepotenza. La signora ministro Bonino sa benissimo, essendo notoriamente un'ammiratrice della grande democrazia americana, che il potere esecutivo statunitense è più forte del nostro; lei, tuttavia, sa benissimo anche che, negli Stati Uniti, il potere esecutivo trova contrappesi tali da rendere la democrazia strettamente funzionante.
Vorrei rilevare che il nostro ordinamento sta scivolando, senza che noi ce ne accorgiamo, verso un rafforzamento fortissimo dei poteri dell'Esecutivo, ma non ha adeguatamente risposto a tale tendenza predisponendo gli adeguati contrappesi. Ebbene, sottrarre alla discussione parlamentare un argomento così delicato, che il Parlamento stesso vuole affrontare, significa rafforzare la tendenza al potenziamento dell'Esecutivo senza stabilire i necessari ed adeguati contrappesi tra poteri.
La signora ministro ha affermato che, nell'adozione dei decreti legislativi per il recepimento delle direttive di cui all'allegato B al disegno di legge comunitaria in esame, il Parlamento sarà informato e verrà chiamato ad esprimere un parere su tali atti normativi del Governo. Lo sappiamo, signora ministro; tuttavia, sappiamo anche che si tratta di un parere formalmente non vincolante, espresso in sede di Commissione: il decreto legislativo relativo a tale questione, dunque, non sarà esaminato dall'Assemblea.
La invito pertanto, signora ministro, in nome del rispetto nei confronti del Parlamento, a non favorire lo scivolamento del nostro ordinamento verso il rafforzamento dell'Esecutivo senza prevedere i dovuti contrappesi. Piuttosto, paradossalmente, preferirei si ricorresse all'adozione di un decreto-legge, perché almeno potrà essere esaminato dal Parlamento in sede di Assemblea, e non ad un decreto legislativo, rispetto al quale è prevista solo l'espressione di un parere in sede di Commissione.
Affermo ciò forse neanche troppo paradossalmente, tuttavia vorrei rilevare che chi ha a cuore il funzionamento del sistema democratico, e crede che un sistema del genere debba basarsi almeno sull'esistenza di contrappesi tra il potere esecutivo e quello legislativo, non può oggettivamente conferire al Governo, come hanno già sottolineato diversi colleghi, una delega in bianco su un argomento che i parlamentari hanno manifestato di voler considerare una propria stretta competenza.
Pertanto la invito, signora ministro, ad esprimere parere favorevole sugli emendamenti soppressivi dell'articolo 8-ter e, se lo crede (in tal caso, riceverà anche il mio appoggio), far sì che, se il Governo ha una propria opinione su tale materia, la manifesti attraverso l'adozione di un decreto-legge, in modo tale che il Parlamento possa svolgere su di essa un adeguato dibattito (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, colleghi, sono state estremamente appropriate le parole del collega Rivolta e di coloro che sono intervenuti prima diPag. 10me. Bisogna partire dalla logica normativa di questi testi: nel testo base, la lettera a) dell'articolo 8-ter prevedeva che durante il ricorso giurisdizionale il richiedente asilo potesse rimanere nel territorio dello Stato. Tale norma, discutibilissima per tutte le ragioni che abbiamo visto, è stata sostituita con un'altra norma proveniente dalla Commissione bilancio, che non dice nulla sui ricorsi giurisdizionali e sulla permanenza o meno del richiedente asilo nel territorio dello Stato, ma stabilisce di lasciare al Governo la possibilità di interpretare l'articolo 10. Così dicendo non si afferma nulla, ma si viola l'articolo 76 della Costituzione, che è bene rileggere per me stesso e per qualcuno che non lo ricorda nella sua proprietà completa: «L'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti». In questo caso al Governo si dice soltanto...
PRESIDENTE. Onorevole Boscetto, il suo tempo è scaduto; dovrebbe concludere...
GABRIELE BOSCETTO... di leggersi l'articolo 10 e poi di fare quello che vuole. Non gli si dà un principio direttivo come, invece, rende necessario l'articolo 76 della Costituzione.
In sostanza, se il Governo dovrà affrontare la problematica del rimanere o meno da parte dell'asilante nel territorio dello Stato in attesa della definizione del ricorso giurisdizionale, farà una scelta discrezionale, perché sappiamo...
PRESIDENTE. Onorevole Boscetto, sono costretta ad interromperla perché il suo tempo è ampiamente scaduto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, sono stato, nella Commissione affari costituzionali, l'estensore delle norme che hanno poi portato alla lunga discussione di ieri, che ho ascoltato con attenzione, ma che nasconde alcuni equivoci che mi pare debbano essere chiariti.
Innanzitutto, vorrei ricordare che la mancata attuazione dell'articolo 10 della Costituzione è un problema antico: adottare disposizioni attuative di quel principio di libertà è una responsabilità che il Parlamento ha da molti anni. Ricordo che nella scorsa legislatura ed in quella precedente si è cercato con legge di dare attuazione a tale principio. Lo stesso Governo di centrodestra, in Commissione, aveva avallato l'ipotesi di dare una disciplina legislativa, ma anche nella scorsa legislatura non si è riusciti ad arrivare ad un risultato.
Per effetto di questo atteggiamento, ci siamo trovati in mora rispetto all'Europa (lo sottolineo anche a Giovanardi). Quando abbiamo affrontato in Commissione la legge comunitaria, secondo lo schema presentato da Berlusconi, ci siamo trovati anche la direttiva europea riguardante i rifugiati e l'asilo, che chiede agli Stati di assicurare nei loro ordinamenti determinate garanzie minime. Voi dunque avevate scelto di intervenire su tale materia con una delega attribuita confinata nei poteri esclusivi del Governo. Noi - come ha qui detto il ministro - l'abbiamo spostata nell'allegato B che consente al Parlamento di intervenire e di dialogare su tale argomento.
In secondo luogo, vorrei ricordare che noi stiamo applicando la legge n. 11 della scorsa legislatura, che porta la firma dell'onorevole Stucchi, che riconosce al Parlamento un suo ruolo preciso nella fase di attuazione delle direttive comunitarie. I criteri direttivi contenuti nella legge comunitaria - lo dico anche all'onorevole Boscetto, che ha parlato ora - sono molto generali. Visto che non abbiamo mai attuato il diritto d'asilo, visto che l'Europa ce lo chiede con una direttiva e visto che con la comunitaria dobbiamo attuarlo, dobbiamo dare una delega in bianco al Governo oppure, come Parlamento, vogliamo porre di un minimo di principi direttivi? È ciò che chiedete voi con la legge Stucchi, ossia dare un ruolo al Parlamento nella fase di attuazione.Pag. 11
In Commissione qualcuno ha detto che, piuttosto che dividerci ora, sarebbe stato meglio dare una delega in bianco al Governo. Questo è quasi paradossale! Abbiamo accettato una posizione mediana, prudente. La mia preferenza iniziale era quella contenuta nell'articolo 8-ter, lettera a). Successivamente, come mediazione, è intervenuto l'emendamento sostitutivo della Commissione. Voi non potete chiederci di sopprimere un principio direttivo specifico, che ci chiede l'Europa e che noi vogliamo attuare come Parlamento italiano. Non ci potete chiedere di dare al Governo il ruolo di fare un decreto senza un minimo di criteri direttivi. Capisco che il ministro dica che il Governo farà le cose nel modo migliore. Lo capisco ma noi rappresentiamo il Parlamento e dobbiamo rivendicare il nostro ruolo. Ci sono quarant'anni di dottrina costituzionalista che chiede che il Parlamento intervenga almeno nella fase discendente!
Abbiamo ridotto al minimo possibile il nostro intervento: certo, non potevamo indicare nella delega al Governo il solo rispetto dell'articolo 10 della Costituzione. Abbiamo detto che, tra le opzioni che la direttiva ha dato ai paesi europei si debbano scegliere quelle più conformi all'articolo 10. L'ha detto bene l'onorevole Russo: leggete la direttiva per tranquillizzarvi (Commenti del deputato Giovanardi). Lo so che lei l'ha letta, onorevole Giovanardi, ma parlavo in generale. Nell'articolo 11 ci sono una serie di garanzie per evitare che questo diritto degeneri in abuso e c'è una serie di meccanismi di controllo. La direttiva è il più sicuro elemento di garanzia.
Vorrei dire che abbiamo davanti due strade. Comunque il Governo interverrà su questa materia.
PRESIDENTE. Onorevole Zaccaria...
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, questo aspetto mi pare importante, perché dobbiamo trovare una soluzione.
Il Governo interverrà comunque su questa materia: o interviene secondo lo schema attuale, senza alcun principio o criterio direttivo, oppure dovrà tenere conto di quanto oggi possiamo dire.
Signora ministro, non è ultroneo parlare in questa sede di questo argomento. È ultroneo, in qualche modo, averne parlato nella Bossi-Fini dell'asilo, perché il diritto d'asilo non c'entra con la legge Bossi-Fini, mentre questa è la sede propria per intervenire sulla materia, perché ce lo chiede l'Europa.
Quindi, se voi chiedete di eliminare questo principio minimo, fate una cosa che va contro il Parlamento.
Un'ultima notazione. Noi non stiamo approvando una legge normale, onorevole Giovanardi, ma parliamo di una legge delega. Questa legge non metterà in libertà irragionevole centinaia di persone che chiedono asilo. Questa disposizione entrerà in vigore solo nel momento in cui il Governo farà il decreto. Questo decreto, prima di entrare in vigore, passerà in Parlamento per l'espressione del parere. Quindi, avete tutte le garanzie di questo mondo. Vorrei che fosse chiaro che è stato fatto tutto il possibile per trovare una soluzione equilibrata (Applausi dei deputati del gruppo de L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Migliori. Ne ha facoltà.
RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, potrebbe farmi la cortesia di dirmi, preventivamente, quanti minuti ho a disposizione?
PRESIDENTE. Onorevole Migliori, il suo intervento è a titolo personale e, quindi, ha a disposizione un solo minuto di tempo. Ricordo che il tempo a disposizione del gruppo di Alleanza Nazionale è esaurito.
RICCARDO MIGLIORI. La ringrazio della ferale notizia... Vorrei rivolgermi al ministro Bonino, che nell'intervento che ebbe a svolgere in sede di discussione sulle linee generali sottolineò giustamente l'esigenza di un coinvolgimento, su questa materia estremamente delicata, anche ePag. 12soprattutto di chi ha una responsabilità essenziale per quanto riguarda la politica complessiva dell'immigrazione (mi riferisco espressamente al ministro dell'interno). Da qui, il nostro sconcerto di carattere metodologico.
Invece, sul piano sostanziale, vorrei dire ai colleghi intervenuti nel dibattito di questa mattina non con finalità propagandistiche, bensì concettuali (mi riferisco agli onorevoli Franco Russo e Zaccaria), che vi è una contraddizione nel loro ragionamento. Proprio il fatto che nella XIII e nella XIV legislatura - e concludo - questo Parlamento, sia in sede di Commissione affari costituzionali sia in Assemblea, non sia riuscito ad affrontare la normativa quadro di applicazione dell'articolo 10 della Costituzione sul diritto di asilo testimonia quanto sia delicata questa materia e quanto necessiti non di una delega in bianco, o quasi, ma di un grande confronto parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buontempo. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, l'onorevole Zaccaria, questa volta, non è stato né chiaro né convincente.
Vorrei fare riferimento all'emendamento 8-ter.201 della Commissione, che tra poco sarà posto in votazione e che prevede di tener conto, nella scelta delle opzioni che la direttiva prevede, di quelle più aderenti al disposto dell'articolo 10 della Costituzione. Tuttavia, mi pare ovvio che, rispetto a qualunque materia che non sia regolamentata, si richiamino i principi generali previsti dalla Costituzione. Questa forzatura la riteniamo un grande errore.
Avremmo voluto per il passato e vorremmo per il futuro che sia il Parlamento a predisporre una legge che con puntualità possa rispecchiare la sua volontà su questa materia. Nel momento in cui fosse il Governo ad adottare un provvedimento in materia, automaticamente il Parlamento si troverebbe condizionato, perché non ci sarebbe più quella libertà di espressione che si riscontra nella stesura di un testo che nasce dalla Commissione. Quindi, il Parlamento si troverebbe bloccato da un vincolo di maggioranza su una materia che, invece, è strettamente parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.
GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, credo che, oltre ad una questione di merito, vi sia anche una questione di metodo. Ricordo i cinque anni passati alla presidenza della Commissione per le politiche dell'Unione europea: cinque anni di leggi comunitarie approvate, sostanzialmente, all'unanimità in questa Assemblea; cinque anni in cui abbiamo evitato di inserire norme o, comunque, modifiche che potevano creare problemi ai fini di una larga approvazione del testo finale della legge comunitaria da parte di questa Assemblea.
Oggi, però, ci troviamo in una situazione diversa: i discorsi che ci venivano rivolti, relativi al fatto di non dover dare l'immagine negativa di un'Italia spaccata sul problema del recepimento delle direttive, e che venivano condivisi dall'allora maggioranza, oggi vengono smentiti. Infatti, si insiste in modo pervicace sul mantenimento di determinate disposizioni che, per la prima volta, porteranno questa Assemblea ad una netta spaccatura nell'approvazione della legge comunitaria. Immagino cosa accadrà al Senato, signor ministro: dovrete mettere la fiducia anche sulla legge comunitaria! Bella immagine che diamo in Europa (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
Ricordo all'onorevole Pili che per il suo gruppo ha già parlato l'onorevole Rivolta.
MAURO PILI. Onorevole Presidente, vorrei un attimo soffermarmi sulle parole dell'onorevole Zaccaria, che ha sostanzialmente dichiarato nel suo intervento laPag. 13sfiducia al Governo, il quale, di fatto, ha proposto di spostare la norma in questione nell'allegato B, consentendo al Parlamento di pronunciarsi sul decreto legislativo.
ROBERTO ZACCARIA. L'abbiamo chiesto noi in Commissione!
MAURO PILI. L'avete chiesto voi per condizionare con il potere di ricatto il Governo stesso. Infatti, nel momento in cui si introduce una norma che è assolutamente inopportuna, così come lo stesso ministro ha dichiarato, è evidente che volete esprimere un condizionamento fortissimo su questo tema.
È per questa ragione che noi non abbiamo accettato alcuna mediazione, ma siamo d'accordo con la proposta del ministro di stralciare l'emendamento presentato dalla Commissione affari costituzionali, prima, e fatto proprio dalla Commissione di merito. Non possiamo accettare che il Governo venga su questa partita condizionato, perché riteniamo che il dibattito debba avvenire sulla direttiva, una volta trasformata in decreto legislativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Presidente, il solo minuto che mi è concesso per parlare a titolo personale non mi consente di sviluppare un ragionamento, ma io mi permetto di porre una domanda all'Assemblea: per quale motivo, facendosi scudo di una norma costituzionale, si vuole espropriare il Parlamento dei suoi poteri proprio su una materia del genere, quando l'articolo 10 della Costituzione prevede appunto che sia una legge ordinaria a regolare questa materia?
Allora, a questo punto, mi chiedo: ma perché, visto che politicamente c'è stata un'espressione di voto da parte del centrodestra - le considerazioni dell'onorevole Giovanardi sono assolutamente condivisibili -, si vuole rischiare di approvare in questo ramo del Parlamento questa norma, per poi farla modificare al Senato e dare, a livello comunitario, l'impressione che il Parlamento è diviso su una materia così delicata? Di questo non riesco a rendermi conto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bertolini 8-ter.40, Pini 8-ter.41 e Bocchino 8-ter.43, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato sì 202
Hanno votato no 220).
Prendo atto che il deputato Rampelli non è riuscito a votare.
Prendo atto altresì che il deputato Buontempo non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione del subemendamento La Russa 0. 8-ter. 201.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Presidente, per quanto può servire il dialogo - e serve -, credo che con l'onorevole Zaccaria ci siamo capiti, nel senso che io confermo tutto quello che ho detto nei precedenti interventi e aggiungo che anche noi siamo favorevoli a che nell'ordinamento italiano si stabiliscano i modi in cui deve funzionare il diritto d'asilo.
L'Europa, all'articolo 39, punti a) e b), ci dice che ogni Stato nazionale può scegliere, una volta che la commissione ha negato l'asilo, durante l'impugnazione del provvedimento, se l'emigrato debba stare in Italia o aspettare l'esito nel suo paese; questa è una grande scelta politica! NoiPag. 14vogliamo che questa scelta politica la faccia il Parlamento. Il Governo presenti un disegno di legge, anche con carattere d'urgenza, lo discutiamo in Commissione alla Camera e al Senato e lo approviamo. Viceversa, con questo sistema, noi deleghiamo il Governo a scegliere in conformità all'articolo 10 della Costituzione, ma a scegliere cosa? Che l'immigrato stia in Italia o che invece aspetti in Francia o in Germania o nel suo paese l'esito del ricorso? E, se è in Italia, in quali strutture rimane? A seguito di 10 mila, 20 mila, 50 mila ricorsi, dove vanno questi richiedenti l'asilo? Forse nei CPT, che la sinistra - una certa sinistra - vuole chiudere? Nei centri d'accoglienza, che non ci sono, o a ingrossare le fila della criminalità organizzata?
Quindi, quando il ministro dice «mi sembra ultroneo, aggiuntivo, fuori sede, togliamo questa norma», c'è la piena disponibilità nostra ad un'iniziativa governativa che, per venire incontro alle richieste dell'Europa, appronti un disegno di legge per organizzare una disciplina del diritto d'asilo. Si usino anche le procedure d'urgenza parlamentare; in questo caso, però, onorevoli colleghi, sarà stato il Parlamento, saremo stati noi a sciogliere i nodi che l'Europa ci chiede di sciogliere nella legislazione nazionale, non sarà stato il Governo a stabilire, non si sa sulla base di quali orientamenti, come debba essere organizzata la materia!
Quindi, rinnovo ancora una volta l'appello, che mi sembra condiviso anche dal ministro, a rimuovere questa disposizione, che è stata aggiunta all'ultimo momento, per discuterne anche con urgenza, però nella sede parlamentare.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giovanardi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, non risponderò alle offese gratuite dell'onorevole Boato, che lasciano il tempo che trovano.
Onestamente, qui si tratta di rimarcare che tanti interventi svolti in quest'aula non tengono conto del lavoro svolto in Commissione, sede in cui lo stesso Governo ha più volte smentito il tentativo della maggioranza, illustrato anche dall'onorevole Zaccaria, di forzare pesantemente il disegno di legge comunitaria e di usarlo strumentalmente per attaccare, alla fin fine, una legge fondamentale per il contrasto all'immigrazione clandestina: la legge Bossi-Fini. Non solo il Governo ha smentito più volte la stessa maggioranza, ma anche stamani ha chiesto alla propria maggioranza il ritiro della lettera a), a dimostrazione di quanto sia inopportuno, oltre che pleonastico, operare un richiamo inutile.
Onorevole Zaccaria, la soppressione della lettera a) non pregiudica assolutamente il recepimento della direttiva. Ben altre sarebbero state le occasioni per un confronto, magari più sereno, avente ad oggetto il diritto d'asilo: si sarebbe evitato di tenere in ostaggio il disegno di legge comunitaria!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, neanche io ritengo di soffermarmi sulla questione delle cosiddette offese, relativamente alla quale desidero soltanto segnalare alla Presidenza che, quando un deputato accusa una parte della maggioranza di esercitare un ricatto ideologico in materia di attuazione dell'ordinamento comunitario e di rispetto della Costituzione, questa è l'offesa più grave che si possa fare in quest'aula. Quindi, forse, è bene che chi ha parlato poco fa misuri le parole quando è in corso un legittimo dibattito politico (Commenti dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania).
Per quanto riguarda, invece, il merito, signor Presidente, poiché si sta sviluppando un dialogo in quest'aula, nonostante tutto, mi richiamo all'intervento svolto sul precedente emendamento dal collega Zaccaria, che condivido pienamente. Con spirito di dialogo, perché stiamo cercando,Pag. 15anche polemicamente, di confrontarci, vorrei far riflettere il collega Giovanardi, intervenuto poco fa, circa una questione di carattere politico e legislativo che ci attraversa da dieci e, ora, undici anni.
È vero che il Parlamento è stato inadempiente (come hanno già rilevato, oltre a me, i colleghi Zaccaria e Russo); ma perché è stato inadempiente? Io ed altri colleghi abbiamo un po' di memoria storica. Nel corso della legislatura 1996-2001, quella in cui ha governato il centrosinistra, si tentò di approvare una legge organica in materia di diritto d'asilo, ma non si riuscì a farlo per il permanente ostruzionismo non di tutta - devo darne atto - ma di una consistente parte dell'opposizione di centrodestra. Nella scorsa legislatura, a maggioranza di centrodestra, della Casa delle libertà, si è nuovamente tentato - collega Giovanardi, lei era ministro e lo ricorda - di esaminare e di approvare una legge organica, parlamentare quindi, in materia di diritto d'asilo. Siamo arrivati al punto che il relatore di allora, il collega Soda, che oggi non è più in quest'aula ma è sempre attivo intellettualmente e politicamente, ha dovuto rinunciare al proprio mandato, che aveva ricevuto - se non ricordo male - dal presidente Bruno, ancora una volta perché, questa volta in un Parlamento a maggioranza di centrodestra, una parte solo - devo riconoscerlo - del centrodestra (nella quale, ad esempio, non vi è il gruppo cui appartiene Giovanardi), ma consistente, ha fatto un continuo ostruzionismo verso la possibilità di approvare nell'arco di cinque anni, dopo che non si era riusciti a farlo nei cinque anni precedenti, una legge organica in materia di diritto d'asilo.
Al collega Boscetto, persona sempre garbatissima nell'intervenire, che però è da poco arrivato alla Camera, essendo prima al Senato, e non ha potuto neppure iniziare l'esame al Senato di questa materia, voglio ricordare che per dieci anni abbiamo cercato di esercitare pienamente la rivendicazione del ruolo del Parlamento, e per dieci anni una parte del centrodestra, sia quando era all'opposizione sia quando era maggioranza, ha impedito che il Parlamento esaminasse ed approvasse una legge a tale proposito.
Collega Giovanardi, quindi, si guardi attorno, alla sua sinistra e alla sua destra, nell'ambito del centrodestra!
LUCA VOLONTÈ. Ma di cosa stai parlando?
MARCO BOATO. Si guardi attorno e veda quale attenzione, sensibilità e volontà vi sarebbe per approvare una legge organica in questa materia! Noi siamo comunque - e lo ripeto - pienamente disponibili. In questa sede dobbiamo recepire norme minime, introdotte da una direttiva comunitaria del 1o dicembre 2005.
Ciò non esclude il fondamentale ruolo del Parlamento, in prima battuta nell'esprimere un parere motivato e articolato sullo schema di un decreto legislativo del Governo, e al tempo stesso nell'intervenire in modo organico con una propria proposta di legge (una delle quali è a mia prima firma, ma ve ne sono altre sulla stessa materia): non si può però, ipocritamente, bloccare il Parlamento quando esercita il potere legislativo ed al tempo stesso rimandare il potere legislativo al Parlamento quando devono essere recepite norme minime introdotte nell'ordinamento comunitario.
È questo il motivo per cui voteremo contro il subemendamento in esame (Applausi dei deputati dei gruppi dei Verdi e de La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. L'onorevole Boato, ancora una volta, ha dato dimostrazione che sarebbe molto meglio se certi interventi se non si facessero. A volte il silenzio è d'oro (Commenti del deputato Boato)! Boato, il silenzio è d'oro quando si dicono sciocchezze! E ti dico qual è la sciocchezza che hai appena detto. Hai presunto di sapere quale è l'atteggiamento alla destra o alla sinistra di Giovanardi sulla legge organica sul diritto d'asiloPag. 16(Commenti del deputato Boato)... Ma stai un po' zitto, stai! Stai zitto, stai! Impara a tacere! Impara a tacere!
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, per cortesia, si rivolga alla Presidenza! Onorevole Boato, dovrebbe evitare di parlare mentre intervengono i colleghi! La ringrazio.
IGNAZIO LA RUSSA. Un bel tacere non fu mai scritto! Devi imparare a tacere, Boato, quando parlano gli altri! Non è il portinaio di questo palazzo, non ha le chiavi del Parlamento, non è colui che decide chi è buono, chi è cattivo, chi merita un «6» o un «5»! Maestrino con la matita rossa, basta (Commenti di deputati dei gruppi dei Verdi e de La Rosa nel Pugno)!
Allora, l'onorevole Boato deve imparare a sapere (ho creato un neologismo!) che...
PRESIDENTE. Onorevole La Russa, il tempo a sua disposizione sta per finire!
IGNAZIO LA RUSSA. ... sul diritto d'asilo - ho quasi concluso - avremmo votato, sicuramente in maniera molto più avanzata e più intelligente della sua.
Riguardo all'emendamento in questione, abbiamo cercato in tutti i modi (me ne darà atto il presidente della Commissione) di trovare un'intesa che garantisca almeno che, nelle more del ricorso - Alleanza Nazionale non si scandalizza, anzi mi meraviglio che qualche gruppo della maggioranza invece lo faccia - avverso una decisione contraria all'accoglimento dell'istanza di asilo, se l'asilante, colui che chiede asilo, rimane...
PRESIDENTE. Onorevole, dovrebbe concludere!
ANGELA LOMBARDI. Tempo!
IGNAZIO LA RUSSA. ...in una struttura che ne consenta, ove vi fosse il diniego, l'espulsione, noi avremmo votato a favore di questo provvedimento. Mi rendo conto che vi sono delle posizioni estreme nella maggioranza che vogliono aprire indiscriminatamente le porte...
PRESIDENTE. Onorevole, la ringrazio!
IGNAZIO LA RUSSA. Ho concluso. Dunque, non voteremo a favore del provvedimento in esame, mentre voteremo a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. La ringrazio, Presidente.
Ci sarebbero state diverse ragioni per votare a favore della legge comunitaria.
L'allegato A prevedeva il recepimento della direttiva che stiamo discutendo in questo momento, cioè prevedeva che il Governo recepisse in totale autonomia la direttiva stessa, in tutte le sue opzioni possibili. Il Governo ha recepito un'indicazione che è venuta anche dalla Commissione parlamentare, spostando questa previsione nell'allegato B, che consente al Parlamento di esprimere un parere sul testo che il Governo stesso proporrà alla Camera.
L'onorevole Zaccaria, in un lapsus o confermando la sua reale intenzione, ha fatto una domanda a quest'Assemblea: possiamo dare una delega in bianco al Governo su questa materia? L'onorevole Zaccaria ha risposto di no. Non c'è una delega in bianco al Governo, e non c'è una delega in bianco al ministro Bonino. Egli ha anche detto, scoprendo le carte e calando la maschera, che negli articoli 8-bis e 8-ter, proposti in Commissione affari costituzionali, bisognava applicare la direttiva nella peggiore delle condizioni, cioè che coloro che chiedono asilo possono permanere nel nostro paese a prescindere dal giudizio che verrà dato sulla loro domanda.
È evidente, colleghi, il significato di quanto detto dall'onorevole Zaccaria, il quale è stato quello che ha operato un condizionamento in questi due mesi con il suo emendamento, facendo sponda all'estremaPag. 17sinistra della vostra maggioranza. Sappiamo infatti che gran parte della vostra coalizione era contraria e voleva essere dalla parte del ministro, che molto responsabilmente ha detto che non si può introdurre in una legge comunitaria un testo particolareggiato che riguarda una singola direttiva. Saremmo dovuti, a questo punto, entrare nel merito di tutte le direttive che vengono esaminate da questo Parlamento, ma così non è.
Avete tentato una forzatura che sa di condizionamento e di ricatto verso il Governo stesso e, passatemi il termine, colleghi, di un messaggio in codice per quella che sarà la discussione anche del decreto legislativo in quest'aula: il Governo è preavvertito. Guai se non consentisse all'estrema sinistra di ottenere il massimo da questa direttiva, che è in linea con tutto quello che state sostenendo in questi tempi sulla partita dell'asilo e dell'immigrazione, con le porte aperte del nostro paese. Noi quella delega in bianco la vogliamo dare al Governo. Vogliamo che porti in Parlamento un decreto legislativo che rispetti le norme vigenti. In Italia su questo tema, sino a prova contraria, c'è un'unica legge, che è la legge Bossi-Fini, che noi chiediamo di rispettare e di non mettere in alcun modo in discussione.
Colleghi, credo che siamo di fronte ad una forzatura inaccettabile. Rifondazione Comunista, in Commissione, ha detto con estrema chiarezza che si chiede di introdurre questo emendamento perché si vuole radicalmente cambiare la legislazione vigente. Noi questo non lo vogliamo consentire. Con il nostro voto contrario sull'emendamento della Commissione, vogliamo sottolineare la totale contrarietà a qualsiasi varco ulteriore che voi volete aprire in maniera surrettizia su un tema così delicato e che l'opinione pubblica italiana vuole condannare in tutti i modi. Questo è un paese che ha necessità di serenità. Voi con questo atto state creando un allarmismo nella nostra opinione pubblica che sicuramente vi si ritorcerà contro (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega Nord Padania)!
ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA GIBELLI. Ho atteso con pazienza le scuse da parte dell'onorevole Marco Boato, dopo le parole dette dall'onorevole Pini, che ha usato un'espressione tipica di quest'Assemblea - non ci citi tutti i precedenti, perché lo sappiamo che ha fatto tante legislature e abbiamo tante cose da imparare da lei, onorevole Marco Boato! -, riferendo semplicemente che le mediazioni e le possibilità di migliorare un testo relativo alla legge comunitaria (cosa che, come ha riferito l'ex presidente della Commissione XIV, Giacomo Stucchi, è sempre avvenuta nell'interesse dell'Assemblea) sono mancate per il ricatto ideologico della sinistra radicale.
Che giudizio politico volete che sia? Diverso da tutte le cose che abbiamo sentito, dai linciaggi mediatici televisivi, giornalistici e politici in quest'Assemblea, fatti da Marco Boato negli ultimi cinque anni (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Forza Italia)? Questa è la storia di quanto avvenuto nella passata legislatura!
Però, se dobbiamo prendere lezioni dal sottile giurista Marco Boato, la Lega Nord Padania usa la parola e la politica in Assemblea, ma non ha niente a che fare con il passato imbarazzante di Marco Boato, ex militante di Lotta continua; egli non ha nulla da insegnare ad alcuno in quest'aula (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ritengo che l'eventuale prosieguo della discussione per fatto personale, debba essere rinviato alla fine di questa seduta, poiché vorrei riportare il dibattito sul provvedimento che stiamo esaminando.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, vorrei tentare di riprendere il ragionamentoPag. 18svolto ieri dal presidente Violante. Egli ha sostenuto una tesi condivisibile sul piano del merito, affermando che vi sono due posizioni «estreme»: vi è chi ritiene che la pendenza del ricorso giurisdizionale avverso il provvedimento negativo del diritto d'asilo non debba comportare alcuna forma di restrizione della libertà personale dell'asilante. Stiamo parlando della tesi descritta nel testo licenziato dalla Commissione. Poi vi è l'emendamento presentato dai colleghi di Alleanza Nazionale, i quali sostengono la tesi secondo cui, in pendenza del ricorso giurisdizionale, gli asilanti debbono essere - come dire - ospitati nei centri di identificazione che, come è noto, sono diversi dai centri di permanenza temporanea, poiché nei primi non vi sono le restrizioni della libertà personale previste per i CPT.
PRESIDENTE. Onorevole D'Alia, si avvii a concludere.
GIANPIERO D'ALIA. Altri trenta secondi, signor Presidente.
La soluzione che ieri il presidente Violante aveva prospettato prendeva coscienza di questo emendamento, ma rimandava la decisione al Governo. È evidente che si trattava di una soluzione utile solo a cercare - lo dico in termini diversi, in forma diversa, per non turbare il collega Boato -, a trovare all'interno della maggioranza una sintesi rispetto a posizioni oggettivamente diverse.
Il presidente Violante - e concludo - ha pure immaginato una terza ipotesi, anche se non l'ha menzionata. Ora, perché non lavoriamo su questo emendamento presentato dai colleghi di Alleanza Nazionale ipotizzando che la permanenza nei centri di identificazione duri fino al termine assegnato per la decisione giurisdizionale? Potrebbe trattarsi di una soluzione di buon senso, ma credo che neanche su questo riusciremo a trovare un'intesa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, mi pare che la posizione dell'onorevole Giovanardi - ora per me più chiara - contempli una richiesta che si può sintetizzare così: visto che la direttiva sull'asilo è particolarmente importante, dice Giovanardi, bisognerebbe che il Governo l'attuasse con un separato provvedimento legislativo. Debbo dire al collega Giovanardi, che negli interventi di Alleanza nazionale si continua invece a parlare di «decreto legislativo» - cioè si continua a ragionare seguendo la logica della direttiva comunitaria, che prevede delega, principi direttivi e decreto delegato.
Vorrei chiarire una cosa: in questo momento, ci stiamo riferendo formalmente al testo dell'articolo 8-ter che contempla la lettera a). Rispetto ad esso, vi sono emendamenti soppressivi che abbiamo respinto ed emendamenti sostitutivi che stiamo discutendo in questo momento, e poi ve ne sarà uno della Commissione. Quindi, voglio dire a Giovanardi che non è possibile percorrere la strada che egli propone perché abbiamo già votato, nella giornata di ieri, le parti della legge comunitaria che conferiscono al Governo la delega ad approvare tutta una serie di direttive secondo lo schema dell'allegato A e dell'allegato B.
Quindi, quella strada è oggi preclusa perché, formalmente, ne abbiamo scelta una diversa. Vorrei che fosse chiaro - perché, naturalmente, nella concitazione questo concetto può sfuggire - che tra l'articolo 8-ter, lettera a), proposto in Commissione affari costituzionali, e il testo, del quale parleremo tra poco, che propone la Commissione, c'è già un punto di equilibrio molto rilevante perché non si va nel dettaglio, ma si detta un principio molto generale. Questo può essere considerato anche il punto di incontro tra il Governo e il Parlamento: il Parlamento dà un'indicazione generale e il Governo ha la possibilità di fare il suo decreto nell'ambito di questa griglia generale.
Si poteva fare un riferimento specifico all'articolo 11 della direttiva - l'abbiamo detto anche in Commissione -, che si faPag. 19carico di tutte queste preoccupazioni con obblighi dei richiedenti asilo. Voi pensate che in tutta Europa questa preoccupazione non ci sia? Sussiste la preoccupazione che, nelle more della decisione del giudice, ci sia una possibilità di controllare il soggetto richiedente asilo attraverso una serie dettagliata di interventi. Questo era già indicato, questo si potrebbe ancora prevedere. Vorrei in ogni caso che fosse chiaro un concetto che sfugge sovente quando parliamo di diritto, non è possibile che il provvedimento negativo sia emesso da un'autorità amministrativa, non sarebbe un diritto; se è un diritto, deve esserci un giudice. Naturalmente, il Governo deciderà i tempi, anche brevissimi, dell'intervento del giudice (una settimana, quindici giorni) e come attuare l'articolo 11. Diciamolo chiaramente: il Governo farà questo decreto e lo porterà in Parlamento. Onorevole Giovanardi, mi faccio carico che su questo punto la discussione sia la più ampia possibile e che possiamo discutere in sede di espressione dei pareri tutti questi profili. Dobbiamo anche chiarire che per effetto della legge che stiamo per votare, la posizione soggettiva degli asilanti non potrà mutare immediatamente.
Quindi, dovremo aspettare il Governo, il suo decreto, il dibattito parlamentare, e solo dopo che il Governo ci avrà detto quali garanzie adotterà, questa posizione potrà mutare. Ho ascoltato l'onorevole D'Alia con attenzione, ma, a questo punto, la sede è il decreto, che il Parlamento esaminerà presto. L'articolo 11 della direttiva va incontro a tutte le vostre preoccupazioni.
PRESIDENTE. Avverto che anche il tempo per gli interventi a titolo personale è esaurito. Data l'importanza dell'argomento, autorizzerò ancora alcuni interventi a tale titolo per non più di un minuto, ma, ovviamente, invito i gruppi a contenere i tempi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti Valentini. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, gli interventi dei colleghi hanno già chiarito che si rischia un atto di violenza costituzionale e legislativa, ma voglio fare una sottolineatura rapidissima che non è da giurista, onorevole Zaccaria ed altri onorevoli colleghi.
Tutti ci richiamiamo ad un'ottemperanza, a quello che è il principio della democrazia: il principio fondamentale è quello di fare ciò che la stragrande maggioranza dei cittadini chiederebbe di fare. Alla luce del nostro modestissimo ma significativo emendamento, se interpellassimo i primi cento cittadini italiani che passano per la strada, quanti sarebbero favorevoli al principio espresso dallo stesso? Io sono ottimista e dico il 90 per cento. Si tratta soltanto di stabilire un equo equilibrio tra i diritti di colui che chiede asilo, e deve essere trattato civilmente, e le ragioni della sicurezza in questo periodo, fino a che viene emesso il provvedimento giurisdizionale. Dunque, una civilissima regola ed una misura di contenimento degli eccessi e di rispetto dei diritti.
L'atto democratico che dobbiamo compiere è rispettare il buonsenso e il senso civico della stragrande maggioranza dei cittadini, se solo fossimo nella condizione di interpellarli.
Si deve dunque approvare senz'altro questo emendamento, e lo dovreste approvare anche voi della maggioranza, se volete normare per forza questo aspetto, seppure in una sede non opportuna.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCA BIMBI, Presidente della XIV Commissione. Come presidente di Commissione e senza venir meno al mio ruolo, devo precisare che il «no» della Commissione al subemendamento La Russa 0.8-ter.201.1 è determinato dal fatto che esso contrasta con l'articolo 18, comma 1, della direttiva, che prevede che non possa esserciPag. 20alcun tipo di restrizione alla libertà personale legata alla richiesta di asilo; e questo mi pare importante.
L'altra cosa che devo testimoniare come presidente di Commissione è che, avendo partecipato alla riunione del Comitato dei nove sia ieri sera che questa mattina, abbiamo verificato che l'opposizione non ha trovato una posizione unitaria, che non fosse quella della eliminazione dell'articolo, senza prevedere alcun tipo di sostituzione o di integrazione del comma 1, lettera a). Viceversa, la maggioranza è stata compatta, e quindi richiamo l'onorevole Pini, in particolare, a valutare che ciò che egli ha sottolineato, ossia che stiamo parlando, più che dell'articolo 8-ter, dell'approvazione della legge comunitaria nel cinquantesimo anniversario del Trattato di Roma. Mi sembra che questo ci debba rendere cauti almeno nel considerare il tipo di percorso che ha fatto la Commissione, che ha cercato la massima convergenza. Ribadisco che l'accordo non si è raggiunto stamattina proprio per via dell'opposizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Grazie, signor Presidente.
A me sembra che ieri l'onorevole Violante abbia svolto un intervento molto preciso su questa materia, che ci divide profondamente da molti anni. Sono d'accordo con lui, lo diceva prima il collega D'Alia, che bisognerebbe trovare una soluzione intermedia tra le due posizioni estreme, ossia tra quella che richiede che colui che presenta domanda di asilo, nelle more di questa decisione, debba essere detenuto, mentre il testo dell'articolo 8-ter stabilisce che chi presenta richiesta di asilo può essere libero di fare ciò che vuole, e quindi anche di scomparire. Le due posizioni sono tra di loro estreme, mentre la terza posizione, fatta presente dall'onorevole Violante, stabilisce che, nelle more della richiesta di asilo, tale persona debba essere sotto il controllo delle autorità di Governo.
Ciò che chiede l'opposizione non è di stabilire un'equazione tra centro di permanenza provvisorio in vista dell'espulsione e domanda di asilo, ma di prevedere una terza soluzione rispetto a due posizioni estreme. Non comprendo per quale ragione, onorevole Zaccaria, non si possa arrivare a questa soluzione. La proposta della Commissione è sicuramente un tentativo di risolvere il problema, ma tale tentativo contraddice il principio della delega legislativa, perché non possiamo delegare al Governo il compito di scrivere un testo il più possibile aderente alla Costituzione italiana, in quanto questo non può essere un principio di delega.
Un principio di delega deve contenere un'indicazione, e l'originaria formulazione dell'articolo 8-ter conteneva un principio di delega, che la Commissione sembra non seguire; ma occorre comunque sostituire a quel principio un altro principio, in base al quale, in attesa dell'esame della richiesta di asilo, lo straniero deve essere identificabile. Chiederei un ulteriore sforzo alla Commissione per trovare un punto di intesa, che secondo me è possibile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.
MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, vorrei sottoporre all'Assemblea una questione relativa alla violazione dell'articolo 81 della Carta costituzionale.
Come è noto, la Commissione bilancio ha espresso parere contrario sulla stesura originaria della norma, tradottosi in emendamento soppressivo. Ciò ha fatto perché, sulla base di una nota del ministero di merito, la previsione dell'emendamento, comportando l'automatismo della permanenza sul territorio nazionale a seguito della presentazione del ricorso, amplia il numero dei beneficiari dell'accoglienza, e quindi comporta maggiori oneri rispetto a quelli previsti dal decreto legislativo. Mi riferisco al decreto del Governo di centrodestra che, dando attuazione alla direttiva comunitaria, prevede le spese per il vitto e per l'alloggio dei richiedenti asilo che rimangono sul territorio nazionale.
PRESIDENTE. Onorevole...
MANLIO CONTENTO. Ora, l'escamotage utilizzato è stato di rinviare all'articolo 10 della Carta costituzionale, ma è evidente - e questo sarà il problema che il Governo avrà in sede di stesura del decreto legislativo - che, qualora adottasse le stesse soluzioni, violerebbe l'articolo 81 della Costituzione.
Quindi, approvando tale disposizione, voi impedite, in assenza di altre modifiche normative di copertura finanziaria, il raggiungimento degli obiettivi che vi siete prefissi. Quindi, per dirla con Flaiano, la vicenda «è grave, ma non è seria».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boscetto. Ne ha facoltà.
GABRIELE BOSCETTO. Signor Presidente, intervengo solo per rispondere al collega Zaccaria; forse, non ci siamo intesi bene.
Ci troviamo dinanzi ad una norma scaturita dall'esame della Commissione bilancio; norma che impone di «tenere conto, nella scelta delle opzioni che la direttiva prevede, di quelle più aderenti al disposto dell'articolo 10 della Costituzione». Poiché la direttiva prevede che ogni Stato possa o meno stabilire se l'atto di impugnazione comporti un effetto sospensivo sulla decisione di allontanamento, noi dovremmo dare, come Parlamento, un indirizzo al Governo su una opzione o sull'altra. Il richiamo all'articolo 10 non precisa alcunché, perché si riferisce soltanto alla filosofia del diritto d'asilo. Non mi ha convinto, e me ne duole, la ricostruzione che ha tentato di fare il ministro quando ha parlato di legge ordinaria vigente, e via dicendo.
PRESIDENTE. Onorevole...
GABRIELE BOSCETTO. Noi conferiamo al Governo una delega in bianco ed il Governo deciderà per conto proprio se questo effetto sospensivo collegato al ricorso giurisdizionale vi sarà o meno. Tutto ciò, in violazione dell'articolo 76 della Costituzione.
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere...
GABRIELE BOSCETTO. Quando il Governo adotterà un decreto legislativo che stabilirà la permanenza dei richiedenti asilo in pendenza di ricorso, il Parlamento, per così dire, metterà un timbro e si sorvolerà sui nostri diritti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.
RENZO TONDO. Signor Presidente, intervengo brevemente; la questione è molto semplice. Ci troviamo dinanzi ad una legge elaborata durante la scorsa legislatura che, giunta al nostro esame, avrebbe potuto, signor ministro, essere approvata all'unanimità in quest'Assemblea. Vi è stata una forzatura, una forzatura di carattere politico - che la maggioranza non è stata in grado di gestire; è evidente infatti la difficoltà che la maggioranza di centrosinistra ha al proprio interno - e che si è tradotta, essenzialmente, in una considerazione diversa rispetto al segnale iniziale.
Ho in questo senso dato atto alla presidente Bimbi di avere cercato, all'interno della Commissione, di unire le posizioni; però, la pregiudiziale verteva proprio sull'articolo 8-ter, perché sin dall'inizio noi abbiamo chiesto l'eliminazione di tale previsione. Questa è la verità; la mediazione possibile era su ciò.
Dunque, il tema è di carattere politico: voi tentate surrettiziamente di modificare la legge Bossi-Fini. Avete tutto il diritto di farlo: sul piano politico, avete il diritto di farlo; se ritenete ciò giusto, avete anche il dovere di farlo. Ma fatelo in maniera chiara: venite al Senato, venite alla Camera, venite davanti al paese e chiedete di modificare la legge Bossi-Fini. Altrimenti, noi denunciamo il fatto che tentate di introdurre una modifica di detto provvedimento all'interno della legge comunitaria, che avrebbe potuto ricevere il consenso di tutto il Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Anche io, come l'onorevole La Malfa, nel mio intervento di ieri avevo fatto appello al presidente Violante perché procedesse, con il suo buon senso, verso una composizione di quello che mi pareva un contrasto più ideologico che pratico e, quindi, necessariamente da superare. Prendo atto che non è così e che si vuole procedere, anche su questa materia, con una contrapposizione che mi sembra, tutto sommato, fittizia, anche perché - come ha già sottolineato ieri il ministro Bonino - il testo legislativo non muta il testo della vecchia legge Bossi-Fini. Potremmo, quindi, arrivare al paradosso che coloro che propongono emendamenti al testo su questa materia finiscono per mutare il tessuto della vecchia legge Bossi-Fini che, invece, si intende difendere ad oltranza.
Dobbiamo fare tutti uno sforzo per arrivare ad una composizione del contrasto, che mi pare più strumentale e propagandistico che pratico e politico, anche perché non credo che qui, in Parlamento, dobbiamo semplicemente «cavalcare la tigre» delle insoddisfazioni rispetto al tema dell'ingresso dei clandestini applicandolo alla discussione di questa legge, che c'entra poco o nulla con questo delicatissimo problema.
Non ritengo poi che, come legislatori, possiamo sposare la tesi secondo la quale hanno ragione sempre le maggioranze. Se applicassimo alla Germania del 1933 il concetto per il quale i sentimenti delle maggioranze determinano un diritto, dovremmo arrivare alla conclusione che era giusto il sentimento antiebraico che scaturiva dal popolo tedesco. Non credo che il diritto sia la conseguenza di una sorta di referendum imposto dall'emozione o dall'opinione di una maggioranza.
Da questo punto di vista, ci tengo a sottolineare come, per tradizione, spirito politico e adesione ai principi di libertà e di tolleranza, ma anche nel pieno rispetto del sentimento della sicurezza, che deve animare ed anima la popolazione italiana, dobbiamo sollecitare l'esistenza - cosa che non è stata fatta nel passato, come ha ricordato l'onorevole Boato (con giudizi soggettivi e per questo certamente condivisibili solo in parte) - della legge sul diritto di asilo; una legge che, mi auguro, non sia un decreto o una legge delega al Governo, ma possa rappresentare uno sforzo congiunto di tutte le parti politiche di questo Parlamento, scevre da ogni spirito di intolleranza e di strumentalità rispetto alle posizioni che vengono assunte.
ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare per un richiamo al regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, in premessa, lei ha detto che avrebbe dato ancora la parola a titolo personale ad alcuni deputati. Ora, a parte il fatto che il tempo previsto per gli interventi a titolo personale é di un minuto e tutti lo hanno ampiamente superato, può chiarire cosa la Presidenza intenda con il termine «alcuni», visto che hanno già parlato dieci colleghi?
PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, anzitutto l'onorevole Del Bue non parlava a titolo personale, ma a nome del suo gruppo, ed aveva quindi cinque minuti a disposizione, come accade per tutti gli altri rappresentanti dei gruppi.
Per quanto attiene agli interventi a titolo personale, le faccio presente che avevo già consentito una serie di interventi prima che mi fosse comunicato che erano esauriti anche i relativi tempi ma, data l'importanza della discussione, non mi sono sentita di impedire di parlare a chi l'avesse già richiesto. Di contro, però, mi consenta anche di ribadire ai gruppi parlamentari, dato che questa Presidenza sta cercando di dare spazio a tutti gli interventi, l'esigenza di tentare di contingentare questi interventi. Sarò, altrimenti, costretta, sulla base dei precedenti della scorsa legislatura, a ridurre il tempo perPag. 23gli interventi a titolo personale a trenta secondi. Chiedo, quindi, cortesemente a tutti i gruppi parlamentari di agevolare i lavori di quest'aula.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Gamba. Ne ha facoltà.
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. Signor Presidente, la presidente della XIV Commissione, Bimbi, nel ribadire che la medesima Commissione non accetta il nostro subemendamento, ha fatto un riferimento alla direttiva sostenendo che la nostra proposta emendativa non sarebbe compatibile con essa. In realtà, quanto la presidente Bimbi ha affermato si riferisce, eventualmente, all'impossibilità dell'arresto, e non del trattenimento, nelle more della decisione sulla domanda di asilo. Certamente - come correttamente ricordato dal collega Boscetto - non attiene alle more della decisione giurisdizionale sull'impugnazione, a cui fa riferimento, invece, il nostro subemendamento che, quindi, è assolutamente compatibile con la direttiva.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 11,35)
PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA. La realtà è che una possibilità di accordo ancora esiste e la maggioranza stessa si era dimostrata, nei fatti, sostanzialmente favorevole anche a stralciare questa parte o, comunque, a trovare una proposta alternativa, come bene ha riassunto l'onorevole D'Alia. Credo che se questa possibilità certamente ancora c'è, evidentemente deve emergere da una proposta della maggioranza, che noi attendiamo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento La Russa 0.8-ter.201.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 440
Astenuti 2
Maggioranza 221
Hanno votato sì 141
Hanno votato no 299).
Prendo atto che l'onorevole Buontempo non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 8-ter.201 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi. Ne ha facoltà.
CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, vorrei brevemente sottolineare e confermare che questa iniziativa non è del Governo, il quale mi pare abbia ribadito tutta la eccentricità della procedura. Devo evidenziare la nostra grandissima preoccupazione, anche alla luce della reiezione del subemendamento La Russa 0.8-ter.201.1 e delle parole pronunciate dalla presidente Bimbi. Noi stiamo costruendo, infatti, un sistema tale per cui l'immigrato, appena arrivato in Italia - in qualsiasi situazione, anche con i barconi - chiederà asilo politico; stiamo costruendo un sistema tale per cui, se la commissione preposta riconoscerà che non sussistono le condizioni per concedere l'asilo politico, l'immigrato presenterà ricorso giurisdizionale, nelle more del quale sarà assolutamente libero perché - come affermato dalla presidente Bimbi - non si adotterà alcuna cautela per evitare che entri in clandestinità; infine, anche ove l'autorità giudiziaria respinga il ricorso, e sempre che sia rintracciato, è sufficiente che l'immigrato dichiari di non avere risorse perché possa rimanere nel territorio del nostro paese.
PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi...
CARLO GIOVANARDI. Quindi, stiamo costruendo un sistema micidiale.
Pag. 24PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa... Prego i colleghi di anticiparmi le richieste di intervento.
IGNAZIO LA RUSSA. Non le sto rivolgendo alcuna critica, signor Presidente, ho soltanto alzato la mano. Chiedo scusa.
Il mio intervento sarà molto breve. Noi esprimeremo voto contrario sull'emendamento 8-ter.201 della Commissione. Ci rammarichiamo ancora perché questa maggioranza e la stessa Commissione non abbiano voluto trovare un punto d'intesa. Concordo pienamente sulla durissima critica rivolta dall'onorevole Giovanardi. Per noi la conseguenza sarà sicuramente decisiva, sarà quella di esprimere voto contrario anche sul provvedimento. Mi auguro che tutti i gruppi parlamentari che, adesso, stanno dichiarando di voler esprimere un voto contrario su questo emendamento, e che si sono dichiarati contrari ad ogni ipotesi di mediazione che sia al di sotto di un certo livello, effettuino, poi, una valutazione analoga alla nostra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, esprimerò un voto favorevole sull'emendamento in esame in quanto, se tale proposta emendativa fosse respinta, tornerebbe in vigore il testo dell'articolo 8-ter, trasformando l'importante tematica relativa al diritto d'asilo in una scappatoia rispetto all'immigrazione clandestina.
Quindi, è assolutamente indispensabile che l'Assemblea respinga l'articolo 8-ter nell'attuale formulazione, nonostante la sussistenza di diversi limiti nell'emendamento della Commissione rispetto alla Costituzione e rispetto al problema sostanziale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, la Lega, dopo aver cercato un punto di incontro affinché la legge comunitaria non fosse ostaggio di ricatto ideologico - lo ribadisco, nonostante le offese dell'onorevole Boato, per le quali lo stesso non ha ancora fatto le sue scuse -, esprimerà un voto contrario, in quanto questo provvedimento, con la previsione della delega legislativa, sarà devastante per il paese, aprendo nuovamente le porte ad una massiccia immigrazione che creerà enormi problemi.
Vogliamo proprio vedere come gestirete le decine di migliaia di persone che, sfruttando le pieghe di un provvedimento assolutamente fumoso...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole del mio gruppo sull'emendamento in esame, in quanto riteniamo che costituisca il male minore.
Ovviamente, ci auguriamo che quest'Assemblea possa approvare una legge vera per risolvere alla radice un problema che sta preoccupando tutti.
Esprimeremo dunque un voto favorevole anche sul provvedimento nel suo complesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, esprimeremo un voto contrario sull'emendamento in esame, in quanto non vogliamo essere in alcun modo complici di ciò che il Parlamento sta per approvare.
Anche modificare una parola, rispetto alle intenzioni dichiarate con riferimento al testo originario dall'onorevole Zaccaria in I Commissione, significa rendersi complici di un varco che viene aperto nella legislazione vigente, consentendo di venir meno a quelle indicazioni rigide che la legge Bossi- Fini ha introdotto e provocando un ingresso indiscriminato di immigrati clandestini.Pag. 25
Sulla base delle disposizioni richiamate - basta osservare la direttiva - anche terzi possono governare l'ingresso di cittadini extracomunitari che chiedono l'asilo. Quindi, quel traffico di cui molto spesso si è parlato, oggi potrebbe essere legittimato rispetto alle vostre stesse indicazioni.
In questa direzione il gruppo di Forza Italia, al fine di garantire chiarezza e responsabilità delle posizioni, esprimerà un voto contrario sul presente provvedimento.
EMMA BONINO, Ministro del commercio internazionale e per le politiche europee. Ma se lo avevate approvato voi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e dell'UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)). Vorrei informare l'Assemblea che il gruppo a cui appartiene l'onorevole Boato è tra i pochi che ancora non hanno esaurito il tempo a propria disposizione.
Prego, onorevole Boato.
MARCO BOATO. Signor Presidente, intendo solo annunciare il nostro voto favorevole sull'emendamento in esame, richiamandomi alla saggezza dimostrata dall'onorevole La Malfa nel suo intervento. Una volta si diceva che era il «tanto peggio», tanto meglio e poco fa abbiamo sentito un esponente di Forza Italia teorizzare il «tanto meglio, tanto peggio». Buon per loro, se ciò fa loro piacere!
Si è trovato un compromesso - contenuto nel testo approvato dalla Commissione - e sussiste un impegno parlamentare per affrontare con serietà e rigore, ma anche con tempestività, questa materia.
Mi auguro che tutti noi, nel prossimo immediato futuro, rispetteremo tale impegno parlamentare, di cui l'onorevole Violante, presidente della I Commissione, terrà buona nota.
Per questo motivo, preannunzio il voto favorevole del gruppo dei Verdi all'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo dei Verdi).
IGNAZIO LA RUSSA. Violante, prendi nota!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8-ter.201 della Commissione, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 467
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 259
Hanno votato no 208).
Avverto che il successivo emendamento Bocchino 8-ter.44 è precluso dalla precedente deliberazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 8-ter.42, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 471
Votanti 468
Astenuti 3
Maggioranza 235
Hanno votato sì 217
Hanno votato no 251).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bocchino 8-ter.45, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 26
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 463
Votanti 459
Astenuti 4
Maggioranza 230
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 247).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 8-ter.202 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guadagno Luxuria. Ne ha facoltà.
WLADIMIRO GUADAGNO detto VLADIMIR LUXURIA. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, ritengo l'emendamento in esame molto importante e desidero aggiungervi la mia firma. Credo sia utile anche leggere la sua formulazione: «La domanda di asilo è dichiarata infondata, salvo che siano invocati gravi motivi per non ritenere sicuro quel paese nelle circostanze specifiche in cui si trova il richiedente».
Ritengo che tra i gravi motivi rientri anche la pena di morte. A tale riguardo, vorrei ricordare che, in numerosi paesi, la pena di morte è inflitta alle donne accusate di adulterio, è comminata a causa delle opinioni politiche, è decretata a causa dell'appartenenza religiosa ed è inflitta, infine, a causa dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere.
In molte nazioni - troppe, secondo quanto ha denunciato anche Amnesty International - una persona viene condannata alla pena di morte semplicemente perché non è eterosessuale: è quanto accade in Afghanistan (nonostante il conflitto in corso, non è cambiato assolutamente nulla); è quanto avviene nella ricca Arabia Saudita (molto spesso, nelle relazioni commerciali, si dimentica di ricordare che, in quel paese, viene applicata la pena di morte); è quanto accade in Iran, dove, lo scorso anno, due giovani persone sono state pubblicamente impiccate a causa della propria omosessualità; è quanto avviene in Mauritania, nello Yemen ed in Sudan. Per non parlare, poi, delle pene detentive, che vanno da alcuni giorni in Etiopia fino ad alcuni anni, o perfino alla reclusione a vita, a Singapore.
In Italia si sono manifestati già alcuni segnali in direzione della concessione del diritto d'asilo per tali motivi: mi riferisco, ad esempio, alla sentenza emessa dal giudice di pace Giuliana Bologna in ordine al caso di Mohamed, un giovane gay senegalese che è riuscito ad ottenere il diritto d'asilo in Italia e a poter stare con il suo compagno.
Credo sia civile, da parte di questo Governo, non richiedere il rispetto della vita di tanti gay, lesbiche e transessuali che vivono in questi paesi, ma almeno il diritto alla vita per essi (Applausi dei deputati dei gruppi di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, de L'Ulivo, de La Rosa nel Pugno, dei Comunisti Italiani e dei Verdi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo per ricordare (qualora ve ne fosse ancora bisogno) che pensavamo che la disposizione in esame fosse stata studiata ad arte, per creare un caso politico, visto che paesi terzi sicuri sono, ad esempio, anche gli Stati Uniti, una nazione molto invisa alla sinistra radicale; scopriamo, invece, che dietro vi sono ben altre motivazioni.
Ribadiamo nuovamente, quindi, che il disegno di legge comunitaria in esame è diventato veramente una «arlecchinata», se mi consentite il termine, grazie a proposte emendative come quella in esame.
Un provvedimento che deve dimostrare quanto sia importante l'adesione dell'Italia al processo di Unione europea in realtà sta diventando uno strumento politico in mano alla sinistra radicale, ed anche alla Margherita, visto che la maggior parte degli emendamenti proviene dall'onorevole Zaccaria. Questo è veramente uno svilimento del principio generale dell'approvazione della legge comunitaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo brevemente per dire che voteremo a favore dell'emendamento proposto dal Governo, che ci sembra responsabile rispetto al testo proposto dalla Commissione.
Per semplificare, visto che ho pochissimo tempo, fino ad oggi la domanda di asilo, se proveniente da un soggetto di un paese ritenuto sicuro non veniva neanche istruita. Obiettivamente, il concetto di paese sicuro oggi, al di là del caso citato dagli Stati Uniti, è un po' vago e dai confini tutti da definire. Evidentemente, si poteva porre il problema della garanzia di tale diritto fondamentale. Il testo approvato in Commissione appare esagerato poiché, invertendo l'ordine dei fattori, ritiene che la circostanza che il soggetto provenga da un paese sicuro sia di per sé inidonea a poter chiudere l'istruttoria. Il testo proposto dal Governo, invece, trova una soluzione mediana ed equilibrata che noi condividiamo perché ritiene sicuro il paese ma dà la possibilità di aprire l'istruttoria.
ROBERTO ZACCARIA. Bravo, D'Alia!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Bue. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BUE. Signor Presidente, condivido l'idea che dobbiamo tutelare i diritti di tutti, anche i diritti dei diversi, ma questo ci distingue dai paesi totalitari che esistono tuttora in modo assai copioso nel mondo. Onorevole Luxuria ed onorevoli della sinistra radicale, questo ci distingue, ad esempio, dai paesi islamici e dai paesi comunisti, compresi Cuba e quella Cina nella quale ella, ministro Bonino, si è recentemente recata anche per portare una parola sul tema dei diritti. Sottolineo, a proposito di esecuzioni capitali, che la Cina è il paese che ne conta di più, come ci ha ricordato nei mesi scorsi con una mozione l'onorevole D'Elia in quest'aula.
Mi è venuto spontaneo parlare su questo argomento perché vorrei che la sensibilità verso i diritti di tutti, che io ed il mio gruppo avvertiamo assieme ad altri anche sul problema dell'asilo e del rifugiato politico, fosse una discriminante per giudicare i paesi del mondo e non soltanto un elemento strumentale da porre al centro del dibattito in occasione della legge comunitaria. Sul tema dei diritti e delle libertà si gioca il presente e il futuro del nostro paese e dei paesi dell'Europa, in questi mesi, in questi anni, nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Un dibattito come questo, al di là della strumentalità a cui necessariamente è ispirato dalle diverse parti politiche, può essere anche molto importante se ispirato ai temi che devono caratterizzare il percorso legislativo del nostro paese e degli altri paesi del mondo sulla tutela dei diritti, sulla tutela del principio della libertà e della diversità. Sono necessari un'autonomia con la quale il nostro paese deve giudicare, alla luce della tutela dei suddetti diritti, gli altri paesi del mondo ed un criterio con cui stabilire relazioni nel mondo.
Non si può, ministro Bonino, dichiararsi soddisfatti, come ha fatto il Presidente Prodi, del viaggio in Cina semplicemente perché gli è stato detto che prenderanno atto delle nostre critiche e dei nostri rilievi in materia di diritti civili, al di là dei vantaggi economici che un viaggio in Cina può procurare. Faccio, dunque, un appello alla coerenza: quando si parla di asilo politico e di rifugiati politici siamo coerenti. Quando si parla di pena di morte e di rifugiati politici che provengono da paesi in cui i suddetti diritti non sono tutelati siamo coerenti, altrimenti rischiamo di non essere credibili (Applausi dei deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.
MAURO PILI. Signor Presidente, nella direttiva comunitaria che riguarda lo status di asilante e di rifugiato è richiamata,Pag. 28in maniera puntuale, la Convenzione di Ginevra, alla quale la direttiva si deve riferire per tutti i casi specifici relativi all'accoglimento dell'asilo.
È evidente - l'intervento dell'onorevole Guadagno è qui a testimoniarlo - che il Governo ha proposto un emendamento, accogliendo preventivamente il parere di una parte politica, che lo ha fatto passare attraverso la voce dell'Esecutivo per nascondere il vero progetto, che, ancora una volta, attraverso questo emendamento, si vuole perseguire. Non è un emendamento del Governo, ma è un emendamento dell'estrema sinistra, che utilizza il Governo per fare delle battaglie, che chiama politiche, ma che noi chiamiamo di grande demagogia, certamente non accettabili, perché nascoste.
Nella Convenzione di Ginevra, che è del 1951, e nella direttiva 2004/83/CE della Commissione europea è citata tutta la casistica, che contempla anche che ciò che oggi viene qui richiamato. Quindi, si tratta di un emendamento «civetta», che serve soltanto alla rappresentanza politica dell'estrema sinistra e per questo noi voteremo assolutamente contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frigato. Ne ha facoltà.
GABRIELE FRIGATO. Signor Presidente, so che i tempi sono limitati e che stiamo andando di corsa, però vorrei sottolineare il disagio che provo quando sento alcuni colleghi che, a nome di alcune forze politiche, definiscono questi temi delle «arlecchinate» e o della semplice demagogia.
Stiamo parlando dei diritti della persona, dei processi della democrazia e di libertà. Io, come componente del gruppo dell'Ulivo con grande serenità mi accingo a votare favorevolmente questo emendamento e mi pare importante che il Governo accolga dei frammenti - perché mi devo limitare a questo -, comunque importanti, che vanno nel senso della civiltà e che fanno il nostro paese attento, sempre e comunque, ai diritti della persona (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo e di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.
CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, è chiaro che noi siamo sensibili, come forza politica, al rispetto dei diritti fondamentali della persona e alle sue libertà fondamentali. Però, vorrei dire all'onorevole Guadagno che bisogna fare una forte azione politica - lo dico anche al ministro Bonino - affinché in quei paesi di origine siano rispettati tali diritti.
Il nostro paese troppe volte è assente, è silente, e, magari, intreccia rapporti commerciali con quei paesi, lamentandosi poi del mancato rispetto dei diritti umani. Vi è il problema dei paesi islamici, ma anche quello della Cina. Ci si dimentica che in Cina migliaia di bambini vengono sfruttati (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania)!
Allora, chiudiamo le porte commerciali a quei paesi e non introduciamo, invece, scappatoie che possano consentire di eludere la nostra normativa in materia di immigrazione con una finestra aperta e molta discrezionalità, perché qui entra in gioco la giurisprudenza.
PRESIDENTE. Onorevole Lussana...
CAROLINA LUSSANA. Un'ultima cosa: preoccupiamoci anche delle libertà e dei diritti fondamentali delle donne nel nostro paese, perché, qui in Italia, la giovane Hina è stata uccisa da una pena di morte, che non è in vigore, ma che ancora fa parte della tradizione della sua comunità (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Padania e di Forza Italia).
PRESIDENTE. Onorevole Lussana, ha ampiamente esaurito il suo tempo. La ringrazio.
Passiamo ai voti.Pag. 29
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8-ter.202 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 461
Votanti 459
Astenuti 2
Maggioranza 230
Hanno votato sì 285
Hanno votato no 174).
Prendo atto che il deputato Viola non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8-ter, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 464
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 206).
Prendo atto che i deputati Viola e Buontempo non sono riusciti ad esprimere il proprio voto e che i deputati Buffo e Nicchi avrebbero voluto esprimere voto favorevole.