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Sull'ordine dei lavori (ore 11,30).
ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente, vorrei rappresentare al Presidente Bertinotti, tramite lei, ciò che sta accadendo nelle Commissioni riunite bilancio e finanze, impegnate nell'esame del decreto-legge in materia fiscale: una cosa che oserei dire allucinante.
Le Commissioni sono riunite dalle 16,30 di lunedì per discutere e votare gli emendamenti presentati al provvedimento, al fine di dare mandato al relatore di riferire in aula in vista della discussione sulle linee generali dello stesso prevista per domani mattina; tuttavia, dalle 16,30 di lunedì sino a questa mattina, mezz'ora fa circa, è stato espresso un solo voto su un solo emendamento! L'intenzione è quella di riprendere i lavori al termine della seduta antimeridiana dell'aula e proseguire questa sera, dopo la seduta pomeridiana, ad oltranza per consentire che si giunga alla discussione sulle linee generali domani mattina. Ma quando verranno fissati i termini per la presentazione degli emendamenti in Assemblea? Quando si darà mandato al relatore? Dopo aver votato, così come lo stesso presidente della Commissione bilancio ha dichiarato in quella sede, tutti gli emendamenti segnalati dai gruppi?
Ritengo sia il caso di pensare ad uno slittamento della discussione sulle linee generali del provvedimento in Assemblea, perché ciò comporta, tra l'altro, una serie di conseguenze per il disegno di legge finanziaria.
Vorrei ricordare a lei, Presidente, ma anche a tutta l'Assemblea che il termine di presentazione degli emendamenti al disegno di legge finanziaria scade esattamente domani mattina alle 12, in concomitanza con i lavori delle Commissioni riunite bilancio e finanze su quel decreto, pilastro importante del disegno di legge finanziaria, su cui ancora non si è fatto nulla!
Ho omesso di dire che tutto ciò che è accaduto nelle Commissioni bilancio e finanze non è legato ad una presa di posizione delle opposizioni, ma ad una serie di «beghe», di contrasti e di litigi tra i due presidenti delle Commissioni bilancio e finanze, addirittura sull'ammissibilità di alcuni emendamenti! Di questo passo, il decreto-legge potrà arrivare in aula tranquillamente tra Natale e Capodanno!
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, vorrei riferire all'Assemblea una vicenda avvenuta questa mattina in Commissione bilancio, che richiede l'attenzione della Presidenza.
Quando è stato posto in votazione un emendamento della Commissione, io, che rappresento il gruppo Misto nella Commissione bilancio, non ero presente. Il presidente del gruppo Misto, l'onorevole Brugger, si è presentato, affermando di volermi sostituire. Naturalmente, considerato il suo orientamento politico, mi ha sostituito, votando in maniera difforme daPag. 16come avrebbe votato il rappresentante del gruppo Misto nella Commissione bilancio.
Vorrei sollevare il problema al Presidente della Camera, per capire quali siano le regole che vincolano il gruppo Misto e se il presidente dello stesso sia autorizzato a modificare, a sua scelta, l'orientamento politico dei membri del gruppo Misto che partecipano ai lavori di una determinata Commissione.
Faccio presente alla Presidenza che, in sede di elezione del presidente della Commissione finanze del Senato, un senatore a vita, membro del gruppo Misto, non ha partecipato alla riunione ed è stato sostituito da un deputato dell'Ulivo, con la motivazione che non poteva essere modificato l'orientamento che quel senatore aveva espresso nel voto di fiducia.
Non so se questa sia la sede per sollevare tale questione, ma è necessario che la Presidenza fornisca un chiarimento fermo sull'intera vicenda.
GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, mi permetto di sollevare una questione assai seria che, in concomitanza con la riunione della II Commissione (Giustizia), ho posto ieri in aula e sulla quale, data la brevità dei termini concessi, non ho ricevuto una spiegazione esaustiva.
Presidente, lei, che è anche uomo di diritto, oltre che Presidente di quest'Assemblea, può capire quanto sia rilevante la questione per i nostri lavori.
Mi permetto di porle la seguente domanda: il regolamento della Camera dei deputati vige ancora o è superato da una prassi che lo contrasta? Vengo al dunque.
L'articolo 30, comma 5, del regolamento prevede che, salvo autorizzazione espressa del Presidente della Camera, le Commissioni non possano riunirsi nelle stesse ore nelle quali vi è seduta dell'Assemblea (vorrei ribadire i termini «autorizzazione espressa»).
In base all'interpretazione della Giunta per il regolamento, fornita il 4 ottobre, tale autorizzazione viene concessa in via generale dal Presidente della Camera. Questo contrasta palesemente con la previsione del regolamento che, lo ripeto, prevede un'autorizzazione espressa. Che l'autorizzazione conferita in via generale non sia un'autorizzazione espressa, mi sembra talmente evidente che evito di commentarlo. Ma vi è di più.
Ci troviamo in piena sessione di bilancio. Il comma 6 dell'articolo 119 del regolamento (e su tale questione, ieri, non ho ricevuto risposte) prevede che la programmazione dei lavori dell'Assemblea e delle Commissioni nel corso della sessione di bilancio sia finalizzata a consentire la conclusione dell'esame dei disegni di legge, evitando - Presidente, ci troviamo nella sessione di bilancio - la contemporaneità tra sedute delle Commissioni e sedute dell'Assemblea.
Vorrei sapere se il regolamento viga ancora (forse, si tratta di una domanda ultronea, ma i fatti sembrano dimostrare che il regolamento non sia vigente). Inoltre, riallacciandomi agli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, mi chiedo come sia possibile che la prassi, secondo l'interpretazione della Giunta per il regolamento del 4 ottobre ultimo scorso, possa superare la specifica previsione regolamentare. Non mi si dica che l'autorizzazione viene conferita in via generale, perché il regolamento prevede un'autorizzazione espressa.
La prego, signor Presidente, di esaminare la norma regolamentare richiamata e - lo dico con profondo rispetto - di non limitarsi a ribadire ciò che ha stabilito la Giunta del regolamento, perché neanche la stessa può dare un'interpretazione contraria al regolamento!
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, vorrei interloquire sull'aspetto sollevato dal collega Consolo, il quale richiede chePag. 17la Presidenza dia una risposta conforme alla sua interpretazione. È legittimo che ciascuno di noi intervenga sostenendo le proprie posizioni. Per mia memoria (se non ricordo male, nella passata legislatura il collega Consolo era al Senato), e con il massimo rispetto nei suoi confronti, ricordo, sia in legislature a maggioranza di centrosinistra sia in quelle a maggioranza di centrodestra, un'interpretazione costante ed univoca, secondo la quale le Commissioni si possono riunire, quando in Assemblea non sono previste votazioni, ma soltanto discussioni generali.
GIUSEPPE CONSOLO. Presidente, siamo in sessione di bilancio!
MARCO BOATO. È raro che il martedì vi siano discussioni generali, che di solito si svolgono il lunedì. Ma è stata la Conferenza dei presidenti di gruppo, compreso il presidente del gruppo di Alleanza nazionale, cui appartiene il collega Consolo, ad organizzare i nostri lavori, prevedendo per la giornata di ieri soltanto discussioni generali e votazioni a partire dalla mattina di oggi. Ritengo, perciò, assolutamente corretta l'interpretazione data dell'autorizzazione concessa alle Commissioni di riunirsi anche in pendenza di una discussione generale in Assemblea.
Si potrebbero anche immaginare - vedo che il collega Consolo ha stabilito una «trattativa privata» con la Presidenza - circostanze particolari in cui la Conferenza dei presidenti di gruppo ritenesse di particolare importanza la discussione generale di un determinato provvedimento, tale da sospendere anche le sedute delle Commissioni, ma ciò dovrebbe essere deliberato da questo organismo.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CASTAGNETTI (ore 11,40)
MARCO BOATO. Il fatto che vi sia una prassi univoca e costante, con qualunque Presidenza della Camera e qualunque maggioranza politica, toglie ogni dubbio sulla correttezza con cui si è proceduto nella giornata di ieri, permettendo alle Commissioni di lavorare.
LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, sottopongo anche a lei, dopo il cambio di Presidenza, la vicenda verificatasi in Commissione bilancio questa mattina. Mi aspettavo, e mi aspetto ancora, una riflessione sugli avvenimenti, non solo poco «cavallereschi», ma anche poco «usati» da qualunque maggioranza, anche nelle passate legislature. Mi sarei aspettato che il presidente Boato, che presiede il gruppo Misto...
MARCO BOATO. No, presiedevo.
LUCA VOLONTÈ. Sì, ha ragione, ma è ancora persona autorevolissima del gruppo Misto tanto da venire ancora in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.
Ebbene, mi sarei aspettato che l'onorevole Boato avesse qualcosa da aggiungere su quanto avvenuto all'onorevole La Malfa nella circostanza odierna. Immagino che lei, signor Presidente, intenda dire qualcosa all'Assemblea, anche per il prosieguo dei lavori in Commissione bilancio e per come organizzare i lavori nelle prossime legislature.
FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, mi richiamo all'intervento sull'ordine dei lavori dell'onorevole Consolo, ricordando che si tratta di un tema da lui sollevato ieri in Commissione giustizia, quando era in discussione il provvedimento relativo all'ordinamento giudiziario di cui sono relatore. Sono stupito che il collega Consolo, persona di competenza giuridica, che si richiama solitamente all'obiettivitàPag. 18e chiede agli altri colleghi di richiamarsi a questo criterio, abbia sollevato tale questione. Non si possono avere differenti interpretazioni sul regolamento e sulla prassi applicativa, a seconda della convenienza di ciascuno. Ieri sera, in Commissione giustizia, è stato ricordato che questa prassi è stata solitamente utilizzata anche nella precedente legislatura, in cui il centrodestra era in maggioranza.
Vorrei dire che le questioni regolamentari non debbono essere strumentalizzate a seconda dell'interesse del momento. Perciò, ritengo che l'interpretazione della Giunta per il regolamento debba valere sempre anche perché, altrimenti, si bloccherebbero i lavori dell'Assemblea.
ROBERTO MENIA. Presidente...!
PRESIDENTE. Altri colleghi, appartenenti a gruppi già intervenuti sull'ordine dei lavori, hanno chiesto di intervenire; chiederei loro la cortesia di soprassedere...
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, chiedo di parlare su un'altra questione.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Menia.
ROBERTO MENIA. Signor Presidente, la questione che le pongo è diversa e si riferisce sempre a fatti accaduti oggi in Commissione bilancio. Quindi, raccomandandole di approfondire la questione posta dall'onorevole La Malfa, le vorrei fare presente quest'altro problema.
Io non faccio parte della Commissione bilancio e mi sono presentato per sostituire un collega quando la seduta era ampiamente iniziata. Il presidente (in Commissione) del mio gruppo parlamentare ha proceduto a formalizzare la sostituzione alla presidenza, ma il presidente ha ritenuto di non tenere conto del mio voto adducendo il principio secondo cui, se la sostituzione non è comunicata ad inizio seduta, è da ritenersi invalida.
La cosa non sta scritta da nessuna parte poiché mi sono riletto l'articolo 19, comma 4, del regolamento, il quale testualmente recita: «Un deputato che non possa intervenire ad una seduta della propria Commissione può essere sostituito, per l'intero corso della seduta, da un collega del suo stesso gruppo, appartenente ad altra Commissione ovvero facente parte del Governo in carica. La sostituzione deve essere preceduta da una comunicazione del deputato interessato o, in mancanza, del gruppo di appartenenza, diretta al presidente della Commissione». La comunicazione era stata fatta in precedenza, come dice il regolamento, e da nessuna parte è scritto che questa debba essere rilasciata in principio di seduta. Ritengo quindi che l'interpretazione data dal presidente sia stata lesiva nei miei confronti e, posto che si trattava di un voto, fa il paio con quanto accaduto all'onorevole La Malfa.
Le chiederei, signor Presidente, un intervento autorevole in questo senso poiché ritengo vi siano tutte le condizioni per invalidare il risultato di quella votazione.
PRESIDENTE. Riguardo alle questioni poste dagli onorevoli La Malfa e Menia - sono distinte, ma la risposta è la stessa - ricordo che la gestione dei lavori delle Commissioni è di competenza dei rispettivi presidenti e il Presidente di turno dell'Assemblea, ovviamente, non può interferire. Peraltro, mi riservo di rappresentare le questioni sollevate - preso anche atto delle sollecitazioni in tal senso - al Presidente della Camera poiché, tra l'altro, altre risposte non possono essere date per evidenti ragioni: infatti, il regolamento, sotto questo profilo, non è diversamente interpretabile.
Passiamo, ora, alla questione posta questa mattina dall'onorevole Consolo, che in parte ne richiama una analoga sollevata ieri pomeriggio in una fase in cui ero io a presiedere la seduta. Onorevole Consolo, riconoscerà che da parte mia deve esservi coerenza rispetto alle cose che le ho detto ieri pomeriggio (mi sento infatti di doverle replicare); peraltro, in particolare, lei questa mattina si è soffermato sulla questione relativa all'articolo 119 del regolamento. Mi limito a comunicarle la risposta già predisposta dall'onorevole Tremonti - ePag. 19da me, ovviamente, condivisa - che ha presieduto i lavori dell'Assemblea prima di me. Tale previsione, comunque solamente tendenziale - il regolamento afferma che questa non coincidenza deve aver luogo solo di norma -, è assorbita da quella di carattere generale dell'articolo 30 che, come le è stato ricordato ieri, va interpretata nel senso che la prassi consolidata è tutta uniforme nel ritenere che, quando per l'Assemblea non vi sono previsioni di voto, le riunioni delle Commissioni possono avere luogo.
Quanto poi ai lavori della Commissione giustizia, cui ha fatto riferimento, le faccio osservare che ieri è stato esaurito l'esame dei documenti di bilancio e, quindi, tale previsione, comunque, non si applica.
Ritengo di avere risposto alle questioni sollevate dai colleghi in ordine ai lavori della nostra Assemblea. Passiamo quindi al successivo punto all'ordine del giorno.