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Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (1746-bis) (ore 12,20).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
Ricordo che nella seduta di ieri è stato votato, da ultimo, l'articolo 15.
Avverto che la Presidenza ha effettuato il vaglio di ammissibilità degli emendamenti presentati nella serata di ieri dal Governo, che sono in distribuzione.
La Presidenza non ritiene ammissibile, per estraneità di materia, l'articolo aggiuntivo 142.0500 del Governo riguardante il completamento degli interventi infrastrutturali di cui alla legge 29 dicembre 2003, n. 2376.
Il termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti ammissibili è stato fissato per le ore 22 di oggi.
Avverto che la Commissione ha presentato nuovi emendamenti e alcuni subemendamenti al disegno di legge al nostro esame, che sono sottoposti al vaglio di ammissibilità.
Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato l'articolo aggiuntivo 15.0700, che è in distribuzione e per il quale - secondo quanto risulta alla Presidenza - i gruppi avrebbero rinunciato ai termini per la presentazione dei subemendamenti. In tal caso, si potrebbe procedere già nella mattinata alla votazione di tale proposta emendativa.
Chiedo conferma al relatore e ai rappresentanti dei gruppi di tale volontà di rinunciare ai termini. Prego, onorevole relatore, ha facoltà di parlare.
MICHELE VENTURA, Relatore. Signor Presidente, in Commissione si è raggiunta l'intesa di rinunciare ai termini previsti per la presentazione di subemendamenti all'articolo aggiuntivo 15.0700 della Commissione.
PRESIDENTE. Onorevole relatore, conferma quindi che anche tutti i gruppi sono d'accordo a rinunciare ai termini previsti per la presentazione di subemendamenti riferiti all'articolo aggiuntivo 15.0700 della Commissione?
MICHELE VENTURA, Relatore. Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Comunico che il deputato Laurini ha sottoscritto l'emendamento Ossorio 21.17.
A questo punto, chiedo al presidente della V Commissione, onorevole Duilio, di fornire all'Assemblea indicazioni su come si intenda procedere nei lavori.
LINO DUILIO, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, noi avevamo concordato ieri, come peraltro richiesto dall'Assemblea, che si sarebbe dedicata la seconda parte della mattinata odierna all'approfondimento delle questioni legate al tema dello sviluppo, con particolare riferimento al Mezzogiorno. A questo proposito, era stata richiesta la presenza in aula del ministro Bersani e del viceministro D'Antoni.
Presidente, si potrebbe, quindi, dedicare questa seconda parte della seduta antimeridiana dell'Assemblea, tendenzialmente fino alle 14 - ciò, evidentemente, lo lascio alla valutazione finale della Presidenza - all'approfondimento delle questioni ricordate.
PRESIDENTE. Onorevole Duilio, si tratta di un dibattito piuttosto estemporaneo. Dovremmo ora procedere con l'esame Pag. 17degli articoli; tuttavia, apprendo ora che la sua proposta è già stata concordata. A questo punto, darò quindi la parola al rappresentante del Governo, dopodiché si aprirà un dibattito - sulle dichiarazioni di quest'ultimo - nel quale potrà intervenire un deputato per gruppo. In relazione alla durata dell'intervento del rappresentante del Governo, stabiliremo anche la durata degli interventi degli oratori dei vari gruppi; tuttavia, proporrei sin d'ora di stabilire un tempo massimo di cinque minuti, così da poter concludere il dibattito nella mattinata.
Ha chiesto di parlare il ministro Bersani. Ne ha facoltà.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Vorrei innanzitutto fornire qualche valutazione ed informazione sul tema legge finanziaria e Mezzogiorno, anche per evitare un paradosso: non vorrei che, nel momento di massimo sforzo per le politiche del Mezzogiorno, nascesse una leggenda metropolitana su un Sud tradito. Ciò mi parrebbe veramente esagerato. Noi stiamo, infatti, realizzando operazioni rilevanti, a fronte delle quali chiediamo la collaborazione di tutti. Ringrazio di questo, in particolare per il grande lavoro che si sta facendo, il viceministro D'Antoni e il sottosegretario Bubbico.
Vorrei, fatti e dati alla mano, riferivi il profilo di questa legge finanziaria per il Mezzogiorno, con una premessa di pochi secondi.
Il Mezzogiorno è in stagnazione. Negli anni 2004-2005 ha cominciato ad andare peggio del resto del paese, con un tasso di crescita inferiore.
Dai primi mesi di quest'anno vi sono alcuni segnali positivi. Immaginiamo che il Mezzogiorno possa avere una crescita dell'1 per cento circa; tuttavia, intendo subito avvertire che anche quest'anno esso viaggerà a velocità ridotta rispetto al resto del paese. Dobbiamo assolutamente reagire, altrimenti riprenderà a crescere il dualismo territoriale.
Vogliamo reagire perché, se non vi sarà una reazione seria nel Mezzogiorno, non attiveremo delle risorse potenziali per la crescita generale del paese.
Il DPEF ha indicato risorse aggiuntive per la crescita del Mezzogiorno, per un valore pari allo 0,6 del PIL e si è stabilito che gli investimenti in conto capitale delle pubbliche amministrazioni - per il Mezzogiorno - passino dal 38,6 al 42 per cento. Questa legge finanziaria adempie pienamente a questi impegni e, quando vi si discosta, lo fa non per difetto bensì per eccesso. Questo è il primo punto.
In secondo luogo, l'articolo 105 della legge finanziaria stanzia 63 miliardi di euro, di cui 53 per il Mezzogiorno, che si aggiungeranno alle risorse che sono già assegnate e impegnate (programmazione 2007-2010) per 22 miliardi di euro.
L'articolo 105 introduce poi un'unitarietà di programmazione di fondi nazionali ed europei per la politica regionale e settennalizzazione anche del FAS. Non so se in questa sede qualcuno, che magari ha fatto l'amministratore, sia in grado di valutare il peso di questa decisione. Ciò significa che nei prossimi sette anni, a differenza che nel passato, potremo programmare unitariamente l'insieme delle risorse ed avremo una proiezione delle risorse nazionali impegnabili non più a tre o quattro anni, bensì a sette anni: è una bella differenza!
Il quadro strategico nazionale, che è in corso di definizione, realizza l'architettura di questa nuova programmazione. Per il solo Mezzogiorno (2007-2013) tra FAS e fondi strutturali si arriva a 100 miliardi di euro. Stiamo organizzando queste programmazioni sulle basi di indicazioni e priorità più compatte. Non mi dilungo su questo dato, ma sarebbe interessante discuterne: conoscenza, sicurezza-qualità della vita, filiere produttive e servizi, internazionalizzazione costituiscono i quattro punti cardine su cui organizzare la nuova programmazione.
Non mi piace fare polemiche sulla questione del Mezzogiorno: non possiamo permetterci un eccesso di polemica.
Registriamo con i numeri - fatemelo dire - che, rispetto a quanto programmato nella fase precedente (2000-2006), noi Pag. 18stanziamo più risorse, in una situazione di stretta della finanza pubblica. In quella programmazione le risorse ammontavano a 89,4 miliardi di euro; in quella attuale, ammontano a 100 miliardi di euro. E non aggiungo - lo farò tra poco - che in quella programmazione era compreso il credito di imposta per gli investimenti, mentre in questa è fuori. Nella prospettiva, sono 9 miliardi di euro. Questo, però, non basta.
Con la legge finanziaria abbiamo introdotto altri strumenti e misure idonei a dare una mano ulteriore al Mezzogiorno, anzitutto - lasciatemelo dire - sanando qualche scelta francamente inopportuna: quando si definanzia - come avvenne l'anno scorso - il cofinanziamento delle risorse comunitarie e lo si porta a 204 milioni e a 600 milioni di euro, a fronte di quelli che abbiamo dovuto e voluto stanziare noi, pari a 4.024 e 5.700 milioni di euro, si «mangiano» anche le risorse che arrivano dall'Unione europea. E, quindi, abbiamo ripristinato il cofinanziamento.
Abbiamo poi stabilizzato il credito di imposta - come dicevo - fino al 2013, mettendolo fuori dal FAS. Ci siamo inventati anche qualcosa di nuovo: le zone franche urbane. Le sperimenteremo e vedremo che contributo può venirne. Ricordo anche che il Mezzogiorno partecipa pienamente alle nuove politiche industriali. Quando parliamo di fondi per l'innovazione, quando parliamo di fondi per la finanza impresa, non sono escluse le imprese del Mezzogiorno. E concedetemi di dire che l'operazione sul cuneo fiscale di differenziazione Mezzogiorno, oltre ad un significato economico, ha anche un significato culturale e politico. Veniamo dalla fase nella quale, - lasciatemelo dire -, con legislazioni precedenti che facevano piovere sul bagnato, il sud perdeva relativamente terreno. Mi riferisco ai meccanismi Tremonti-bis. Li chiamo così: Tremonti, Tremonti-bis. Sono stati chiamati così. Non ricordo il numero della legge. Con questo provvedimento noi ripristiniamo un concetto: laddove si fa la politica per le imprese - e questa è la fondamentale politica per le imprese che abbiamo fatto quest'anno -, noi teniamo conto di un differenziale Mezzogiorno.
Vorrei aggiungere un'altra cosa. E lo dico anche alla maggioranza. Ci si è resi conto, per esempio, che con questa legge finanziaria un'opera come la Salerno-Reggio Calabria è stata messa in sicurezza finanziaria? Ci si è resi conto che noi abbiamo trovato una base di finanziamento per la Salerno-Reggio Calabria che parte con 500 milioni di euro e ha la buona possibilità di rimanere stabile e di portare a compimento l'opera, tenendo fuori dal FAS - dov'era - il finanziamento di questa autostrada? Ci si è resi conto di questo piccolo particolare?
Allora, a fronte di tutto ciò che ho detto, queste macro-cifre fanno di questa legge finanziaria - forse paragonabile a quella del 1998 - quella che porta più risorse, oltretutto - e lo dico ai settentrionalisti - con tecniche nuove, con automatismi quali il credito di imposta, e con la pretesa che la programmazione sia fatta in modo unitario e non vi siano 7.000 priorità e 7.000 graduatorie degli interventi.
Quindi, ci sono meccanismi nuovi; certamente, c'è uno sforzo in termini di risorse. Dentro a tutto questo, sull'articolo 53, in parte, e su una serie di emendamenti del Governo, sono stati messi in gioco, tra l'uno e gli altri, mille 300 milioni di euro, un miliardo 300 milioni di euro, grosso modo, nell'insieme. Vorrei far notare - fatemelo dire - che si tratta, più o meno, della stessa cifra che a luglio 2004 fu tolta dal FAS e «buttata» nel buco di bilancio, e non con emendamenti, su altre materie. Quella cifra è scomparsa. Intendiamoci bene (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, La Rosa nel Pugno e Verdi)!
Quindi, le critiche si accettano quando sono misurabili con la realtà. Dico anche che alcuni di questi emendamenti sono riconducibili comunque ad operazioni che avvengono nel Mezzogiorno: uno per tutti, il tema della sicurezza. Lo ripeto: uno per tutti, il tema della sicurezza. Voglio dirvi, però, perché non vi siano ombre sulla Pag. 19politica che stiamo portando avanti, che già alla Camera, su una parte degli emendamenti, si è voluta fare una strumentalizzazione. A rigor di logica, finanziare su questo in anticipazione la Pontremolese significa che il 15 per cento delle risorse vanno anche al nord (Commenti del deputato Fontana). Ripeto: sia chiaro che il 15 per cento delle risorse va anche al Nord.
CAROLINA LUSSANA. Grazie dell'elemosina!
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Detto questo, perché non vi siano speculazioni o equivoci, finanzieremo diversamente la Pontremolese (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Italia dei Valori e Verdi)...
GUIDO CROSETTO. Quando?
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. ...già alla Camera, finanzieremo diversamente il museo Maxxi.
Voglio anche aggiungere - e lo dico soprattutto agli amministratori regionali ed a chi opererà attorno a tali risorse - che, credo già alla Camera, e comunque nel corso dell'esame della legge finanziaria, le risorse con titolo più legittimo (quelle che confluiranno in emendamenti riferibili al Sud) saranno compensate nelle annualità 2007-2013, in modo da ripristinare l'unitarietà iniziale del FAS e renderlo programmabile per le regioni in chiave unitaria.
Credo, francamente, di avere risposto alle obiezioni. Ho illustrato i punti di correzione che faremo a seguito di un eccesso, a mio avviso, di discussione polemica o, forse, di qualche fraintendimento. Non deve esserci ombra su un punto inequivocabile: una legge finanziaria che rimette nei binari il deficit, fa scendere il debito e recupera due punti di avanzo primario è una finanziaria che compie uno sforzo finanziario per il Mezzogiorno inedito negli ultimi sei anni. Ciò è indiscutibile e non può essere cancellato (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Italia dei Valori, La Rosa nel Pugno, Comunisti Italiani, Verdi e Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fitto. Ne ha facoltà. Ricordo che ogni gruppo ha a disposizione cinque minuti.
FILIPPO MISURACA. Dieci!
PRESIDENTE. Prego, onorevole Fitto.
RAFFAELE FITTO. Signor Presidente, le chiedo una maggiore disponibilità di tempo, visto che gli argomenti toccati dal ministro sono tali e tanti che meritano attenzione ed approfondimento.
Innanzitutto, vorrei fare una premessa politica. Siamo in questa sede a discutere di Mezzogiorno perché nei giorni scorsi i gruppi parlamentari dell'opposizione hanno sollevato con forza la questione di un'azione mirata ad aggredire i fondi per il Mezzogiorno d'Italia. Siamo qui solo per questa ragione, non certamente per una sensibilità da parte del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
Il ministro Bersani oggi ci ha raccontato una serie di cose che non risultano essere assolutamente avere. Caro ministro, le spiegherò nel merito, citando anche gli argomenti legati a questa legge finanziaria, perché lei oggi è venuto a raccontarci cose non vere. Mi auguro che i parlamentari del Mezzogiorno, al di là dello schieramento politico, più che giocare in difesa, prendano atto e consapevolezza del problema che abbiamo di fronte.
Vorrei fare una premessa collegata a questo gioco nord-sud. Noi siamo favorevolissimi alla Pontremolese: io per primo voterei un intervento del genere. Il problema è che si sta andando a raccontare al nord una falsità ed al sud un'altra falsità su una legge finanziaria che scontenta tanto il nord quanto il sud (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Lega Nord Padania).
Fatta questa premessa, vorrei dire che il Fondo per le aree sottoutilizzate (basta Pag. 20vedere la tabella F) lo scorso anno aveva 8.300 milioni di euro, mentre quest'anno è entrato nella legge finanziaria con 5.147 milioni di euro, caro ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)! Dopo il lavoro svolto dalla Commissione bilancio e gli emendamenti presentati in quest'aula oggi, a quest'ora - non mi avventuro a dare soluzioni diverse perché producete una quantità di emendamenti tale che non possiamo in alcun modo dire che siamo arrivati ad un punto finale -, siamo a 4 miliardi di euro.
Avete individuato, infatti, il Fondo per le aree sottoutilizzate con la logica del bancomat, nel senso che diversi emendamenti, pur condivisibili per la finalità, hanno trovato, come una sorta di fondo per gli imprevisti, il punto in cui attingere le risorse nel Fondo per le aree sottoutilizzate: è questo il dato che emerge dalla presente legge finanziaria.
Riguardo alle indicazioni da lei date relativamente alla strategia per il Mezzogiorno, ricordo che voi avete convocato i presidenti delle regioni del sud qualche mese fa, a palazzo Chigi, e avete condiviso con la Confindustria, i sindacati ed i presidenti delle regioni un documento che riportava disposizioni che in questa legge finanziaria non sono presenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia), che in alcuni punti sono solamente accennate. Gliele voglio rapidamente ricordare: si parlava di fiscalità di vantaggio (di cui non abbiamo alcuna notizia), di investimenti per infrastrutture e trasporti, di investimenti per le aree urbane (ci sono solo 100 milioni di euro per la prima annualità) ed anche di investimenti per la società della conoscenza, alla quale lei ha fatto riferimento. Ma sapete a quanto ammontano quegli investimenti? A 10 milioni di euro per tre anni, cioè 30 milioni di euro per l'intero paese, che dovrebbero essere destinati in questa direzione. Allora, di cosa stiamo parlando? Dei 60 miliardi di euro ai quali ha fatto riferimento il ministro Bersani, che sono quelli indicati anche nel DPEF per il periodo dal 2010 al 2015? Vogliamo parlare delle cifre scritte sull'acqua o delle cose reali, che devono essere considerate come risorse da poter utilizzare in concreto per il Mezzogiorno?
Vorrei ricordare che le note e le indicazioni che lei ha poc'anzi fornito non si inseriscono in un Mezzogiorno in difficoltà; emergono elementi di difficoltà dai dati del 2004 e del 2005, ma emerge anche un quadro degli anni che ci lasciamo le spalle che non è la rappresentazione che lei ha poc'anzi fatto, perché non solamente i dati dicono cose differenti!
E intendo ricordarle anche un altro punto. Quando lei parla della riduzione del cuneo fiscale per il Sud, non deve solamente parlare degli aspetti positivi, ma deve leggere questi ultimi contemporaneamente agli aspetti negativi. La riduzione del cuneo fiscale, infatti, e quella della base imponibile IRAP, nonché gli aumenti previsti per i contributi previdenziali a carico dei lavoratori delle imprese (particolarmente gravosi per i lavoratori atipici di cui alla legge Biagi), creano una condizione per la quale il gioco è a somma zero. I maggiori oneri complessivi derivanti dagli aumenti contributivi sono circa 6 miliardi di euro, dei quali 3,5 a carico del costo del lavoro delle imprese, che corrispondono, grosso modo, a quell'ipotetico beneficio che, conseguenzialmente, non ci sarebbe più. Di quale politica per il Mezzogiorno siamo parlando? Stiamo parlando di un intervento che aggiunge al danno la beffa! Abbiamo infatti assistito ad una azione da parte di questo esecutivo che, nel caos generale che ha mosso l'azione del Governo in Commissione e in quest'aula, ha portato alla formulazione di numerosi emendamenti che hanno attinto dal FAS.
Attendiamo, adesso, il maxiemendamento sul quale verrà posta la questione di fiducia, ma non possiamo ascoltare, qui, il ministro che ci illustra le condizioni e le indicazioni che sarebbero positive per il Mezzogiorno; né, mi consenta, signor ministro, possiamo ascoltare che venga qui a raccontarci che le risorse da utilizzare per il programma comunitario 2007-2013 sono risorse aggiuntive per il Mezzogiorno...
PRESIDENTE. Onorevole, la prego di concludere!
RAFFAELE FITTO. ... perché lei, come me e come tutti, sa che si tratta di finalità utilizzate in modo specifico per la crescita del Mezzogiorno, con una destinazione ben precisa alle regioni dell'obiettivo 1.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI, Viceministro dello sviluppo economico. Non c'erano!
RAFFAELE FITTO. Vorrei svolgere, signor Presidente, un'altra osservazione. Segua la discussione nella Conferenza delle regioni, dove quasi tutte le regioni, tranne la Sicilia, sono favorevoli o silenziose rispetto a quello che state cercando di fare. In assenza di risorse - anche qui si aggiunge al danno la beffa -, state cercando di «stressare» le risorse destinate alle regioni per rimpinguare il programma operativo nazionale e mettere a disposizione dei ministeri ulteriori risorse. Ecco le modalità con le quali state trattando il Mezzogiorno d'Italia, caro signor ministro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Vorrei precisare ai colleghi che la durata degli interventi deve essere limitata, purtroppo, a cinque minuti, perché tutti i gruppi parlamentari hanno diritto di intervenire in mattinata, e ve ne sono quattordici. Del resto, il Governo ha dato l'esempio, perché il ministro ha parlato per circa dieci minuti, e non per un'ora.
Con interventi di cinque minuti per gruppo, riusciranno a parlare, nella mattinata, tutti i gruppi. Quindi, chiedo la collaborazione di tutti. Del resto, si potrà intervenire sulla materia anche quando saranno esaminati gli specifici articoli riguardanti il Mezzogiorno, nonché in occasione delle dichiarazioni di voto finale. Quindi, vi saranno altre occasioni.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bono. Ne ha facoltà.
NICOLA BONO. Signor Presidente, onorevole ministro, del suo intervento ho apprezzato soprattutto il tono: sembrava convinto delle cose che diceva; invece, ha fatto affermazioni assolutamente fuori dalla realtà! Le ha fatte all'interno di un disegno di natura propagandistica e strumentale, che ha visto tutti i componenti del Governo, ed i rappresentanti della maggioranza, andare a diffondere - voi sì! - una leggenda metropolitana secondo la quale il disegno di legge finanziaria in esame sarebbe il primo, dopo anni, a farsi carico dei problemi del Mezzogiorno.
Non soltanto non è vero, ma non ho alcuna difficoltà ad affermare che quello al nostro esame è il disegno di legge finanziaria che, nella storia della Repubblica, ha penalizzato in massima misura proprio le aree sottoutilizzate. Considerato il breve tempo a mia disposizione, spiegherò immediatamente i termini della questione.
Lei, signor ministro, ha parlato di 63 miliardi di euro e di una programmazione che, fino al 2013, assorbe un settennio per consentire il cofinanziamento con i fondi dell'Unione europea. Ebbene, le ricordo sommessamente, signor ministro, che la legge finanziaria prevede una programmazione triennale, non settennale. Conseguentemente, tutte le somme che sono previste dopo il 2009, dal 2010 in poi, sono assolutamente virtuali! Non soltanto si tratta di somme virtuali, ma sono anche somme la cui utilizzazione può essere rinviata sine die, anno dopo anno, avvalendosi della possibilità di rimodulazione, strumentazione alla quale questo Governo ha fatto ricorso, come dimostrerò tra breve, in maniera massiccia (è esattamente quello che avete fatto lei, signor ministro, ed il suo Governo).
Se andiamo a verificare la programmazione dei fondi FAS, non può sfuggire ad alcuno che il Governo di centrodestra, che, secondo la sinistra, era per definizione contro il Mezzogiorno, aveva stanziato 6 miliardi 434 milioni di euro per il 2007. Ebbene, di colpo, e prima ancora che cominciasse l'iter del disegno di legge finanziaria, avete rimodulato quella somma, Pag. 22alla quale avete sottratto 1 miliardo 334 milioni (che avete rinviato al 2010), in tal modo lasciando, per il 2007, soltanto 5 miliardi 100 milioni.
Quindi, somme spendibili immediatamente, il 1o gennaio 2007, sono state rimodulate e rinviate di quattro anni, senza dare in cambio alcunché! Questo doveva chiarire al Parlamento, signor ministro, evitando di raccontare fole in ordine a miliardi programmati nei settenni o nei decenni: non dobbiamo decidere somme virtuali e propagandistiche, ma somme di programmazione contabile e finanziaria!
Ma non è finita. Oltre che degli emendamenti presentati dal Governo, bisogna tenere conto, signor ministro, anche di quelli già approvati dalla Commissione: ci sono anche questi all'interno della programmazione che abbiamo davanti! Alle somme stanziate per il 2007 (e tralascio ogni considerazione relativa agli anni 2008 del 2009, perché non ho tempo sufficiente) sono stati sottratti, per i bisogni dei piccoli comuni, 195 milioni. Quindi, ai predetti 5 miliardi 100 milioni vanno detratti altri 195 milioni.
Poi abbiamo 506 milioni di euro sottratti attraverso gli emendamenti presentati alla manovra, tra cui quelli da lei ricordati: la progettazione della Parma-La Spezia, la Pontremolese e così via. Tra l'altro, cosa vuol dire che ricorrerete ad altra copertura? Come fa un Governo a presentare emendamenti che ieri, dalla voce del sottosegretario Letta, sono stati definiti emendamenti con copertura provvisoria?
PRESIDENTE. Onorevole Bono...
NICOLA BONO. Signor Presidente, mi faccia almeno completare.
Non esistono coperture provvisorie nell'ambito delle leggi dello Stato.
Infine, abbiamo un grosso problema e questo, signor Presidente, me lo deve consentire. Signor ministro, avrei bisogno della sua attenzione per ciò che concerne un passaggio che lei non ha toccato, uno dei punti dirimenti della questione. L'articolo 53 del disegno di legge finanziaria colpisce anch'esso la risorsa del Fondo per le aree sottoutilizzate e la riduce ulteriormente di 408 milioni di euro; per cui, la somma finale a disposizione del FAS è costituita da 3 miliardi 990 milioni, ben 2 miliardi 444 milioni in meno della somma stabilita nella legge finanziaria del Governo Berlusconi.
PRESIDENTE, Grazie, onorevole Bono.
NICOLA BONO. Questa è la dimostrazione...
PRESIDENTE. Grazie!
NICOLA BONO. Ho finito, signor Presidente.
PRESIDENTE. Certo, ha finito, ha già abbondantemente superato il tempo a sua disposizione!
NICOLA BONO. Mi faccia fare una dichiarazione di chiusura.
PRESIDENTE. È mio dovere tutelare anche quelli che debbono ancora intervenire; lei ha già completato il suo discorso.
NICOLA BONO. Le chiedo solo la possibilità di chiudere.
PRESIDENTE. Allora chiuda; è da un po' che la stavo invitando a farlo.
NICOLA BONO. Dicevo che questa è la dimostrazione di come il Governo non solo non ha a cuore gli interessi del Sud del paese, ma sta fondando gran parte della sua scalcinata manovra proprio sulla pelle del Mezzogiorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, l'onorevole Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, cercherò di toccare la sensibilità di chi oggi si trova a governare. Se vi è un Pag. 23dibattito politico nel bel mezzo della finanziaria, riguardante la questione del Mezzogiorno, significa che ancora oggi vi è una questione meridionale, nuova ma, per certi versi, ancora più vecchia, più grave di quella con cui abbiamo avuto a che fare fino ad ora.
Questo Governo, attraverso la sua disattenzione strategica, fa diventare la questione suddetta ancora più grave nel momento in cui, senza un minimo di responsabilità, tocca alcune corde sensibili di questo Paese, non prevedendone le conseguenze.
Lo dico perché più volte, nel corso dell'esame del provvedimento in oggetto, sono stati toccati elementi riguardanti, ad esempio, il federalismo fiscale. Ebbene, questa legge finanziaria ha introdotto alcune norme che fanno strame di quel federalismo fiscale già previsto negli statuti di alcune regioni autonome come, ad esempio, quello della Sicilia.
Sono convinto che il Paese potrà riprendere il suo ruolo a livello internazionale soltanto se si farà carico dell'intera questione meridionale. In quest'ottica, se rivolgiamo lo sguardo alle misure introdotte dalla finanziaria riguardanti il Mezzogiorno dobbiamo sollevare alcune doverose riflessioni. Ad esempio, l'intervento sul cuneo fiscale, tanto reclamizzato da questo Governo, sarebbe stato realmente produttivo di effetti se vi fosse stata una reale diversificazione dell'abbattimento dell'imposta IRAP, più marcatamente a favore delle regioni del Mezzogiorno. Questo, al fine di un alleggerimento complessivo del costo del lavoro nelle nostre regioni meridionali e di una spinta al consolidarsi dell'occupazione a tempo indeterminato.
Rispetto al rilancio del credito d'imposta sui nuovi investimenti produttivi ci saremmo aspettati anche una riedizione del cosiddetto credito d'imposta sull'occupazione, con maggiori sgravi per le aree svantaggiate ed una norma di compensazione.
Voglio ricordare che, per quelle regioni che hanno capacità impositiva diretta, cioè che esigono dai cittadini le imposte che affluiscono all'erario regionale, il credito di imposta si manifesta come la firma di un assegno sul conto corrente delle regioni autonome a statuto speciale.
Queste misure, apprezzabili in linea teorica, una volta estese su tutto il territorio diventano poco produttive degli effetti sperati e non sono economicamente sostenibili.
Erano stati promessi 12 miliardi di riduzione del cuneo fiscale, mentre oggi le imprese, a fronte dello «scippo» del TFR, ricevono sgravi per 2,8 miliardi. Ciò mentre l'alta velocità arranca; e sappiamo come è andata a finire rispetto al ponte sullo stretto! Si è detto: non serve il ponte, potenzieremo le autostrade del mare, finanzieremo i porti. Ma sono previsti soltanto 100 milioni di euro per cinque porti e, tra essi, non c'è un solo porto siciliano! Anzi, si vuole chiudere il porto di Augusta, con il pretesto della bonifica, per evitare che i traffici più importanti passino da questa terra (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
È stata, poi, riservata un'attenzione particolare alla Sicilia: inopinatamente, con l'introduzione dell'articolo 101, si punisce una regione che dovrebbe compartecipare fino al 50 per cento alla spesa sanitaria nazionale. Siamo passati dal 19 per cento del 1993 al 42,5 per cento del 1998. Adesso, si vuole portare tale quota al 50 per cento!
Bene, cari amici, perché questo articolo e questa compartecipazione dedicati a tale regione? Potrei anche avere qualche sospetto. Ma non è così che si fa il bene del Paese! Toccate le corde della speranza e della pazienza: non so fino a quando i siciliani saranno disposti a mostrare pazienza nei confronti un Governo che si dimostra nemico di quella terra e nemico dei siciliani stessi (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) e Alleanza Nazionale)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Cristofaro. Ne ha facoltà.
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PEPPE DE CRISTOFARO. Signor Presidente, vorrei dire ai colleghi della destra che trovo davvero singolari le critiche mosse questa mattina, nonché quelle sollevate in questi giorni. Non vedo, davvero, come possano dimenticare che il Governo di cui sono stati protagonisti negli ultimi cinque anni ha lasciato il Mezzogiorno d'Italia in uno stato di autentico abbandono. Chiedete ai comuni del sud cosa hanno significato, nel corso di questi cinque anni, le politiche del Governo Berlusconi; chiedetelo al comune di Napoli! Domandate a coloro che hanno provato a mettere in campo misure, sia pure insoddisfacenti, come, ad esempio, il reddito minimo di inserimento, ed alle famiglie che non ne hanno più potuto usufruire cosa ha significato abolire una misura di sostegno al reddito e di contrasto alla povertà.
Allora, ritengo che, quando si parla del sud, lo si debba fare in maniera seria e si debba, in qualche modo, prendere atto di una situazione di difficoltà. Occorre prendere atto, ad esempio, del peggioramento complessivo della qualità della vita, di una situazione strutturale di difficoltà, della perdita dei posti di lavoro, dell'insufficienza delle politiche di contrasto alla povertà, che sono state portate avanti nel corso di questi anni. E bisogna prendere atto anche del fatto che lo stesso dibattito sulla sicurezza, che si è svolto in queste settimane a seguito di quanto sta accadendo a Napoli, è profondamente viziato da questo elemento.
Mi rivolgo anche al ministro Bersani: credo che dobbiamo partire da un presupposto, che ci serve come terreno di riflessione, per aprire un nuovo dibattito culturale su ciò che è cambiato al sud nel corso di questi anni. Se qualcuno, oggi, pensa ancora che il sud sia semplicemente un luogo di arretratezza e di sottosviluppo, probabilmente non ha capito quali sono i veri termini della questione. Anch'io penso che siamo in presenza di una nuova questione meridionale, e credo che le stesse forze della sinistra debbano svolgere un'analisi più compiuta su questo tema.
Oggi il Mezzogiorno è un terreno avanzatissimo di sperimentazione, è un vero e proprio laboratorio avanzato della modernità, il luogo dove più di qualunque altro settore si sperimentano le politiche più selvagge della globalizzazione. Questo è il cambiamento profondo che è intercorso in questi anni.
Cari colleghi, se il punto è questo, allora sarà facile capire che non basta semplicemente adottare provvedimenti occasionali o tampone, che non basta rincorrere le emergenze: il Mezzogiorno oggi ha bisogno di veri e propri interventi strutturali, di rimettere in campo un'idea nuova di modello sociale di sviluppo, di capire che non basta semplicemente il turismo per poter dire che il PIL e lo sviluppo possano ripartire e che il motore economico possa rimettersi in piedi. Credo che di questo dovremmo riflettere nel corso dei prossimi mesi. Certo, ritengo che le affermazioni rese dal ministro Bersani nell'introduzione della sua relazione possano rappresentare un punto di partenza; quanto è stato da lui sostenuto sul cuneo fiscale, sui crediti di imposta, sui fondi per l'innovazione, è sicuramente un punto di partenza positivo, però credo che noi dovremmo considerarle proprio come un punto di partenza, non come la risoluzione di un grande problema aggravato dalla crisi profonda degli ultimi cinque anni.
Invece dovremmo cominciare fin dalla discussione sulla finanziaria, ma anche nei mesi che verranno, ad immaginare un vero e proprio piano di intervento strutturale. Ministro, lavoriamo insieme per costruire un pacchetto sociale per il Sud, un pacchetto sociale che prenda le mosse dalla necessità di un nuovo motore di sviluppo, di nuove forme di sostegno alla povertà, che metta profondamente a tema la questione - tanto per dirne una - del reddito di cittadinanza, che dia insomma la possibilità di immaginare anche di poter trasformare questo assurdo dibattito sulla sicurezza e sulla criminalità. Al Sud non c'è sicurezza che non sia innanzitutto sicurezza sociale! Dobbiamo su questi elementi tentare di costruire politiche nuove Pag. 25e innovative. Penso che le norme contenute in finanziaria siano un punto di partenza, attorno a cui si può definire una politica...
PRESIDENTE. La prego di concludere...
PEPPE DE CRISTOFARO. Ho finito, Presidente. Ritengo davvero che dovremo mettere in campo un intervento strutturale. Se faremo questo, faremo ripartire il Sud e il nostro paese potrà ripartire solo se ripartirà il Sud (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferdinando Benito Pignataro.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Signor Presidente, signor ministro, colleghi deputati, finalmente un po' di chiarezza rispetto a questa vicenda del Mezzogiorno! Già ieri il gruppo parlamentare dei Comunisti italiani aveva espresso una propria opinione e un appello al Governo perché fossero mantenuti intatti e anzi potessero essere aumentati i fondi per le aree sottoutilizzate.
Occorre che la legge finanziaria sia conforme a quanto deciso nel DPEF, anche per tentare di dare una risposta chiara e netta, per fare chiarezza, dopo un tentativo di grande strumentalità che abbiamo visto concretizzarsi in quest'aula nelle passate ore e nei giorni scorsi, da parte di chi riteniamo abbia derubricato il Mezzogiorno dalle azioni di Governo. Basti pensare solamente ad alcune voci, quali la diminuzione dei finanziamenti per le aree sottoutilizzate e il dimezzamento dei fondi per il cofinanziamento degli interventi comunitari. Questo è gravissimo perché i fondi comunitari per molte aree del Mezzogiorno sono diventati investimenti sostitutivi, non aggiuntivi, delle politiche ordinarie del Governo, dunque si è verificata una diminuzione forte di quelli che avrebbero potuto essere fondi per investimento. Basti pensare ancora all'abbandono a se stesso di tutto quanto il sistema delle attività produttive nel Mezzogiorno; all'assenza assoluta di politiche sociali, per affrontare le grandi aree di povertà che ci sono, soprattutto nelle grandi metropoli ed nelle aree urbane del Mezzogiorno; all'abolizione del reddito minimo di inserimento.
Pensiamo inoltre alla soppressione del credito di imposta, che oggi viene ripristinato, perché ci rendiamo tutti quanti conto - lo conferma del resto la maggior parte degli imprenditori del nostro paese - di come l'automatismo di questa procedura di investimento abbia prodotto effetti positivi, più di tutte le altre leggi degli ultimi decenni sul sistema delle imprese. Vi sono state poi l'abolizione del prestito d'onore, che dava respiro ai nuovi investimenti riguardanti i giovani, nonché degli strumenti della programmazione negoziata. Dal Governo precedente era stata decisa la regionalizzazione dei patti territoriali, ma questo è avvenuto senza investimenti, per cui questi sono praticamente falliti! Ed ancora, vi è stata l'assoluta assenza di politiche di sviluppo.
Ecco, amici del centrodestra, il vostro Governo ha portato il paese al declino e il Mezzogiorno ad una situazione di recessione difficilmente recuperabile ed ora venite ad operare questa strumentalizzazione, quando la situazione del Mezzogiorno negli ultimi due anni - basta guardare tutti gli indicatori macroeconomici, per rendersene conto - si è aggravata, come del resto sosteneva il ministro. Tutti gli indicatori sono in peggioramento e continuerebbe così, se non vi fossero attuati interventi strutturali e politiche di sviluppo che puntino fortemente sulla qualità.
Negli interventi degli esponenti del centrodestra, rispetto alle dichiarazioni chiare, precise e in qualche modo ineluttabili pronunciate dal ministro, ho visto un balbettio ed un tentativo di buttarla sulla propaganda. Il centrodestra, è vero, ha abbandonato il Mezzogiorno e oggi si arrampica sugli specchi! C'è un'inversione di tendenza vera. La finanziaria non può risolvere un problema strutturale, atavico, fortemente aggravato dalla situazione della Pag. 26criminalità organizzata, tuttavia non c'è dubbio che oggi c'è unitarietà della programmazione, attraverso il fondo per la competitività; c'è una maggiorazione del fondo per le aree sottoutilizzate, in modo strutturale, con interventi settennali ad esso è stato depurato di interventi impropri, come quelli citati dal ministro, cioè gli interventi infrastrutturali sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Fino a poco tempo fa c'erano sulla Salerno-Reggio Calabria tanti cantieri fermi, interrotti e senza maestranze. Andate oggi sulla Salerno-Reggio Calabria: sono ripresi i lavori in tutti i cantieri che erano fermi!
MARIO TASSONE. Non è vero!
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Questa è la risposta di fatto! Valli a vedere anche tu! Io sto venendo proprio da lì.
MARIO TASSONE. Non è vero!
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Come, non è vero? Vai a vedere! Sono aperti tutti i cantieri della Salerno-Reggio Calabria. Tutti quelli, i cui lavori erano stati bloccati (Commenti del deputato Angela Napoli)!
MARIO TASSONE. Non è vero! Non avete fatto nulla!
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di lasciar terminare l'onorevole Pignataro, al quale peraltro ricordo che ha esaurito il tempo a sua disposizione e che pertanto deve concludere.
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. Concludo, Presidente, affermando che è stato ripristinato il cofinanziamento della spesa e degli investimenti comunitari. Finalmente le politiche industriali non guardano più soltanto ad una parte del paese. Infine, a differenza della Tremonti-bis, il cuneo fiscale e il credito di imposta sono strumenti selettivi, che guardano al Mezzogiorno con un approccio di differenziazione.
Infine, e concludo davvero, c'è il recupero e la piena disponibilità dei fondi che erano previsti per il ponte sullo stretto di Messina, in modo che per la Calabria e per la Sicilia ci possano essere interventi forti sul sistema infrastrutturale, al fine di superare l'isolamento territoriale ed economico di queste regioni (Applausi dei deputati dei gruppi Comunisti Italiani e L'Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Forse il ministro non è stato informato esattamente delle ragioni per le quali la Camera ha chiesto urgentemente la sua presenza qui in aula o forse è stato informato di due diverse ragioni della Camera. C'era sicuramente, signor ministro, un malessere dei suoi deputati della maggioranza provenienti dal Mezzogiorno e può darsi che il suo sermone li abbia - vedremo - rassicurati.
Non le avevamo chiesto di venire a fare una sorta di cortese comizio elettorale su questo. Ci siamo sollevati, l'altro giorno, quando abbiamo scoperto che, in base agli emendamenti che il Governo rovescia sulla Camera a getto continuo, una serie di opere pubbliche e di spese correnti, né le une, né le altre relative al Mezzogiorno, saranno finanziate con il fondo per le aree sottoutilizzate. Uno degli esempi tipici di questo è la realizzazione della tratta La Spezia-Pontremoli, ma non è il solo, perché ci sono anche le assunzioni al Ministero del lavoro e così via.
Questo ci era stato segnalato anche da molti esponenti della sua maggioranza. Allora, ci siamo chiesti quale tipo di politica fosse quella che utilizza i fondi per il Mezzogiorno a copertura di altre spese. Il sottosegretario Letta ha affermato, signor ministro, che si trattava di qualcosa di casuale, che avete dovuto fare per la fretta. Egli ha aggiunto che alcuni passaggi hanno implicato scelte immediate, che il Governo non tentennerà sul mantenimento di tutti gli impegni e che tutto ciò sarebbe stato verificato facilmente - su questo lei è venuto meno, Pag. 27ministro Bersani - nei giorni successivi, nei successivi passaggi emendativi o nel passaggio al Senato dove, fissati i saldi, avreste rimesso tutto a posto.
Nel frattempo, questa mattina il Governo ha presentato un altro emendamento che non mette affatto tutto a posto, ma sottrae altri 150 milioni di euro al fondo per le aree sottoutilizzate. Perciò, il sottosegretario Letta ha reso una affermazione e, il giorno dopo, ha fatto esattamente il contrario. Stamattina, lo ripeto, sono stati tagliati altri 150 milioni di euro al fondo per le aree sottoutilizzate! Signor ministro, lei avrebbe dovuto dirci in che modo intendete rimediare, altrimenti il disegno di legge finanziaria è una burla! Se ci chiedete di votare il provvedimento, ci dovete anche spiegare a chi toglierete denaro per restituire i fondi al FAS. Questo è il compito che lei avrebbe dovuto svolgere questa mattina, ma che non ha potuto o non ha saputo eseguire. Questo è un problema vostro, però noi restiamo ancor più insoddisfatti di come eravamo, perché in questo modo si inganna il Parlamento! Con i vostri emendamenti avete tolto denaro al Mezzogiorno! Vi siete impegnati, con le parole del sottosegretario Letta, a restituirlo, nei prossimi giorni. Lei ha affermato che lo farete tra il 2007 e il 2013. Auguri a chi ci crede (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro))!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Satta. Ne ha facoltà.
ANTONIO SATTA. Signor Presidente, credo che si parlino lingue incomprensibili. In questa Assemblea siede una classe politica, che credo abbia esperienza amministrativa e conoscenza della realtà dei problemi e che, quotidianamente, fa i conti con gli accadimenti e il percorso degli impegni che il Governo assume di volta in volta. Nel 2001, signor Presidente, il centrodestra ha ottenuto la sua vittoria elettorale proprio grazie al voto del sud Italia, perché ha suscitato la speranza di un grande rilancio della politica del Mezzogiorno, di nuove opportunità e di nuovo sviluppo. Nel 2006, proprio il voto del sud ha fatto cadere il centrodestra, perché si è registrato il fallimento degli impegni a suo tempo assunti, dei proclami, degli annunci della realizzazione di opere, per miliardi e miliardi di euro, che non sono mai state iniziate e delle quali è stata celebrata soltanto l'inaugurazione, in certe circostanze anche per due o tre volte. Credo che il ministro Bersani, venendo in Parlamento quest'oggi, abbia dato una spiegazione molto seria e abbia assunto un impegno forte. Il Mezzogiorno, amici parlamentari, è un impegno prioritario di questo Governo, che ruota, come afferma il signor ministro, intorno a progetti di sviluppo. Siamo convinti che senza un recupero forte dello sviluppo del Mezzogiorno non ci può essere uno sviluppo autenticamente serio, ordinato ed equilibrato del nostro paese.
È inutile prendersi in giro! Le regioni del Mezzogiorno hanno reagito con forza ed hanno mandato a casa le giunte del centrodestra. Oggi - non me ne voglia l'amico Fitto - quello della Puglia è uno dei presidenti regionali più popolari, perché ha saputo cogliere davvero i problemi che devono stare alla base di un progetto complessivo di sviluppo. La Calabria, intanto, dovrà andare incontro al suo appuntamento elettorale, al momento opportuno si confronterà con gli elettori; ora, prendiamo atto di ciò che sta avvenendo. Colleghi, basti pensare poi alla Sardegna, alle infrastrutture, ai grandi annunci e ai grandi proclami, ma non c'è neanche una lira e ci accorgiamo ora che non ci sono i fondi!
Oggi, il ministro fornisce delle cifre, degli impegni seri e forti. Infatti, è un impegno forte quello del Governo intorno a questo grande progetto. Ne sono convinti deputati del gruppo Popolari-UDEUR, che nel programma hanno voluto più di tutti, anche se insieme con gli altri, che il Mezzogiorno fosse il primo problema da affrontare. Questo è un impegno forte e noi staremo attenti affinché il Mezzogiorno, così come ricordato oggi dal ministro Pag. 28Bersani, possa compiere un percorso che lo porti al livello di tutte le altre regioni del nostro paese. Credo che fare politica significhi questo. Non vogliamo, fra cinque anni, avere la grande sorpresa che il centrodestra ha avuto nel 2006 proprio nelle regioni meridionali.
Il Mezzogiorno e le tematiche ad esso connesse non sono nella cultura politica del centrodestra. Bene hanno ricordato i colleghi del centrosinistra che mi hanno preceduto. Vi è un impegno, che porteremo avanti con forza e con convinzione, ma soprattutto fornendo risposte ai problemi veri, che sono quotidianamente all'attenzione delle nostre popolazioni.
Ringrazio quindi l'esecutivo e il ministro Bersani per le parole di grande serietà e per l'impegno forte assunto a nome del Governo dinanzi al Parlamento e al paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, ministro Bersani, sgombriamo immediatamente il campo da ogni equivoco: a noi le misure per la Parma-La Spezia vanno benissimo, tant'è che abbiamo presentato un emendamento (primo firmatario è il collega Fava) che le richiede espressamente; siamo contenti che siano state accolte.
GIOVANNI FAVA. Grazie, ministro!
MASSIMO GARAVAGLIA. Consideriamo anche positivamente il fatto che, anziché reperire la copertura con il Fondo per le aree sottoutilizzate, si ricorra ad altre risorse. Non è un problema dell'opposizione ragionare sulle coperture che utilizza il Governo. E ci va anche bene, come giustamente è stato affermato, che il 15 per cento del Fondo per le aree sottoutilizzate sia destinato alle regioni del Nord. Le aree sottosviluppate si trovano in tutto il paese, anche al Nord. I problemi sono altri: a noi non interessa una contrapposizione nord-sud, ma piuttosto che le cose vengano realizzate bene, correttamente e in tutto paese.
Detto ciò, notiamo che sta cambiando l'aria. Stamane, a Palazzo Chigi, era previsto un incontro con i governatori del nord, non solo di Lombardia e Veneto (che tirano la carretta, intesa come spinta sulle infrastrutture), ma anche di altre regioni governate dal centrosinistra. Erano presenti anche assessori dei trasporti, in funzione di un impegno certo sulle infrastrutture. E questo è un segnale.
Vi sono due aspetti in questa manovra finanziaria, che la Lega Nord non accetta. Anzitutto, vi è una penalizzazione del settore produttivo - in particolare, delle piccole e medie imprese - e la demonizzazione del settore commerciale e artigianale. Questo non va bene e, giustamente, è stato considerato molto negativamente dal settore produttivo. Il costo del lavoro, sostanzialmente, aumenta per le micro imprese - è un dato di fatto - tanto che per quelle che hanno meno di 10 dipendenti vi è un aumento del costo del lavoro pari allo 0,9 per cento. Questo non ci va giù; è un problema serio.
Ma ancora più serio è lo stop sulle infrastrutture. Al di là delle buone intenzioni, notiamo una cosa molto semplice: i lavori sono bloccati. Sono bloccati i lavori della TAV. Sono bloccati i lavori dell'ANAS. Molti cantieri sono in stand-by aspettando buone nuove. Ebbene, la Lega, in questo contesto, avanza richieste molto semplici, come siamo abituati a fare. Si tratta di richieste semplici, concrete, pragmatiche. Abbiamo segnalato un'unica proposta sulle infrastrutture; si tratta di un unico emendamento, con 12 semplici richieste concrete. Ne elenco le più semplici e le più necessarie. Ricordo il corridoio plurimodale, la Tirreno-Brennero; il rifinanziamento della Torino Milano (per i lavori della TAV, purtroppo, mancano 100 milioni di euro riguardanti la tratta lombarda).
Ricordo poi la Brescia-Milano, la Pedemontana lombarda (il cui finanziamento, abbiamo visto, è stato accolto, anche se la richiesta di risorse era maggiore: Pag. 29mezzo miliardo di euro invece di un miliardo è comunque già qualcosa), la Pedemontana veneta (il finanziamento di quest'opera, invece, deve arrivare), il passante di Mestre ed altre piccole semplici richieste. L'atteggiamento della Lega è pertanto sempre ed unicamente lo stesso: concreto. Vogliamo che le cose si facciano e che si facciano bene.
Esiste un principio in finanza aziendale secondo cui le macchine per fare i soldi non esistono, ma in questo caso siamo alla dimostrazione contraria di tale principio: infatti, mentre la realizzazione di queste dodici richieste mirate costerebbe un miliardo e mezzo, studi compiuti da Confindustria sostengono che le stesse porterebbero alla creazione di 200 miliardi di PIL. Si tratta, pertanto, di un caso in cui la macchina per fare i soldi realmente esiste: si tratta semplicemente di realizzare le infrastrutture e di farlo in base alle priorità. Infatti, se si realizzano le infrastrutture al Nord e si creano 200 miliardi di PIL, ce n'è per tutti. Se va bene il Nord, va bene tutto il paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, vorrei ringraziare il Governo, il ministro Bersani e il sottosegretario che ha la delega al Mezzogiorno perché hanno avuto la sensibilità e l'onestà di venire in aula per discutere dei problemi sollevati dai parlamentari del centrodestra. Non c'era bisogno né di questa sollecitazione, né di rivolgere un appello ai parlamentari del Mezzogiorno di questa legislatura. I parlamentari del Mezzogiorno e del centrosinistra hanno sistematicamente posto all'attenzione del precedente Governo i problemi del Mezzogiorno e del suo sviluppo, tanto è vero che nella scorsa legislatura fu approvato dal Governo stesso una mozione, firmata da tutti i parlamentari del Mezzogiorno, che prevedeva che ogni anno, a febbraio, il ministro ed il Governo rispondessero in aula dello sviluppo e di tutti gli interventi adottati per il Mezzogiorno d'Italia a febbraio del 2006 stavamo ancora aspettando quelle informazioni.
Vorrei ricordare ai colleghi del centrodestra, in particolare quelli che in questo momento stanno discutendo dei problemi del Mezzogiorno, mettendo in evidenza le iniziative che l'attuale Governo non avrebbe inserito nel progetto di legge finanziaria, le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dell'amministrazione delegato delle ferrovie, che ha chiaramente, ammesso come le stesse ferrovie dello stato rischino di portare i libri in tribunale. Ebbene, chi ha ridotto i finanziamenti alle ferrovie dello Stato? Chi ha fatto in modo che lo sviluppo infrastrutturale delle aree del Mezzogiorno d'Italia, soprattutto per le ferrovie, non sia stato realizzato? Guardate il Mezzogiorno d'Italia, le situazioni che esso vive, le difficoltà che vive l'ANAS, le infrastrutture che non sono state realizzate ma semplicemente annunciate! Chi ha invece reinserito i fondi per le ferrovie e per l'ANAS, se non l'attuale Governo? In tal modo quelle aziende che stavano fallendo hanno oggi la possibilità di poter riprendere i lavori, di dare una risposta alle esigenze infrastrutturali necessarie per il rilancio dello sviluppo in quelle aree.
Non dimentichiamo - come giustamente sottolineato dal ministro - che il Mezzogiorno d'Italia ha vissuto la grande difficoltà, che il paese negli ultimi ha subito per effetto delle politiche economiche e finanziarie di Berlusconi e dello stesso Tremonti.
Il Mezzogiorno non è cresciuto; anzi, ha subito un gap ancora maggiore e si è accentuata la differenziazione tra il Sud e il Nord. Il Mezzogiorno d'Italia non ha avuto sviluppo, il rapporto con il PIL è stato inferiore.
Onorevole Fitto, lei ricorda benissimo che negli anni passati soprattutto la Puglia ha perso dal punto di vista del PIL e della ricerca! Sto dicendo quello che lei dovrebbe sapere!
RAFFAELE FITTO. Dai un numero!
Pag. 30LELLO DI GIOIA. Ha perso lo 0,8 per cento e lei lo sa! Anche per questo motivo lei ha perso...
RAFFAELE FITTO. Tra un minuto ti darò il dato statistico!
PRESIDENTE. Onorevole Di Gioia, cerchi di concludere. Non accetti le interruzioni e le provocazioni.
LELLO DI GIOIA. Stiamo tentando di risolvere i gravi problemi della povertà che, negli ultimi anni, si sono accentuati nel Mezzogiorno d'Italia. Basta osservare gli indici ISTAT per capire quali siano state le politiche del Governo Berlusconi per il Mezzogiorno, che sono diverse dai disegnini fatti da Vespa!
Noi non vogliamo i disegnini, ma le certezze che questo Governo assicurerà per lo sviluppo, per il Mezzogiorno e per il recupero del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi La Rosa nel Pugno, L'Ulivo e Verdi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, in questo dualismo tra centrodestra e centrosinistra, parliamo da socialisti riformisti, credendo di dover fornire un contributo in quest'aula in ordine al futuro di tutte le aree sottoutilizzate.
L'applauso che ho sentito provenire dai banchi della maggioranza, quando il ministro affermava che il dualismo tra nord e sud con questa finanziaria non ci sarà più, mi ha sorpreso. È vero, il dualismo non ci sarà più, perché ci sarà stagnazione in tutto il paese, dunque anche il Centro-Nord sarà come Sud!
Ministro Bersani, ha letto questa finanziaria? Dico questo perché, se si esamina il contenuto del DPEF, si comprende facilmente che questa finanziaria è fuori tema. Ciò è dimostrato anche dal fatto che, dopo aver presentato il testo originario della finanziaria, lo stesso Governo ha prodotto centinaia di emendamenti. E ora stiamo aspettando la presentazione del maxiemendamento per la posizione della questione di fiducia, sul quale non siete ancora pronti perché vi è una lotta tra i diversi ministri che cercano di tirare l'acqua al proprio mulino! In tal modo si sta perdendo qualsiasi filosofia iniziale, andate avanti navigando a vista!
Molti colleghi hanno dato la colpa della situazione ai Governi precedenti. Vorrei far presente che per realizzare un'opera pubblica occorrono 10-15 anni, dunque più leggi finanziarie! Poc'anzi, un collega di Rifondazione Comunista ha affermato che i lavori sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria sono ripresi. Ma se i lavori sono ripresi, ciò vuol dire che i finanziamenti qualcuno li aveva destinati a quello scopo; non è certamente questa legge finanziaria, che entrerà in vigore il 1o gennaio 2007, che ha fatto ripartire i lavori sulla Salerno-Reggio Calabria. Inoltre, se le Ferrovie dello Stato versano in una condizione stagnante e vi è pericolo che falliscano, ciò è dovuto al fatto che, in quel settore, dal 1995 non si effettuano investimenti.
In questo paese manca la cultura e vi sono un mucchio di dilettanti allo sbaraglio, e in tutto ciò voi avete una grande responsabilità. Quando si parla del Sud, si deve prendere a modello la Campania, Napoli e Bassolino, e la vicenda dei rifiuti, che adesso si vogliono portare in Sicilia in un'area sottoutilizzata e destinata a raccoglierli. Ma non vi vergognate a non dire queste cose? Si tratta di problematiche per le quali non si può dare la colpa ad altri Governi ma che comunque vanno risolte.
Con questa legge finanziaria, impregnata di assistenzialismo e di elemosine, non si va certo avanti con lo stato sociale, con lo sviluppo, con il risanamento e con l'equità. Qui vi sono dei dilettanti allo sbaraglio, ed ognuno di essi cerca di fare politica pro domo sua. E di ciò si ha dimostrazione sia con il ministro Di Pietro, che si interessa della Salerno-Reggio Calabria, sia con il ministro Mastella, il quale, a sua volta, si interessa di cose diverse da quelle che gli competono.
In conclusione, è necessario valutare il paese nel suo insieme. A tale proposito, il Pag. 31collega della Lega Nord poc'anzi faceva riferimento alla Brennero-Tirrenica, un'opera necessaria anche per il Sud del paese. Ancora, per la Pontremolese, che passa in aree sottoutilizzate della Lunigiana, dal 1979 sono iniziati i lavori per il raddoppio ma ancora oggi alcuni tratti di quest'opera sono fermi a livello di progetto esecutivo. Si dovrebbe collegare, inoltre, il Nord Europa ricco con il Nord Italia, con il Tirreno e con il Sud. Bisogna pensare anche alla Rosignano Solvay-Civitavecchia, al fine di rendere possibile il collegamento tirrenico.
È, questa delineata, una visione concreta e corretta della situazione. Ma solo dei Governi e dei ministri capaci riescono ad averla, non certo quelli affetti da miopia congenita, se non proprio da cecità assoluta, i quali, magari, danno troppo ascolto a certe forme massimaliste, presenti al loro interno, a cui non va bene mai nulla (faccio riferimento soprattutto ai Verdi).
Emblematico della situazione che vive il Sud è il viceministro D'Antoni, oggi presente in aula, il quale ha sempre uno volto sorridente, che evoca la vicenda del Titanic, a bordo del quale, nonostante l'imminente affondamento, si continuava a suonare; allo stesso modo, il Sud sta affondando e lui continua a sorridere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Reina. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, noi del Movimento per l'Autonomia non possiamo che giudicare insufficiente e largamente propagandistica la comunicazione resa oggi dal Governo.
Siamo in presenza di un esecutivo che da un giorno all'altro si dissocia all'interno di se stesso. Faccio riferimento, in particolare, al sottosegretario Letta, il quale aveva dichiarato, tra il nostro stupore, che quelle che prevedevano il ricorso ai fondi destinati al FAS erano coperture finanziarie. Inoltre - e risulta dai resoconti -, alla fine - e ciò ci ha lasciati stupiti e fortemente amareggiati -, ha dichiarato: cosa volete, questa finanziaria non fa peggio della precedente!
Ciò detto, non comprendiamo l'aria ed il tono che si è dato oggi il ministro Bersani, che invitiamo a raccordarsi con la sua struttura di Governo per fare capire agli altri come il Governo stesso si ponga di fronte al tema del Mezzogiorno. Certo, non come il Parlamento in questo momento, giacchè se dalla presenza che i parlamentari assicurano a questo dibattito, considerata l'attenzione che si dovrebbe prestare ai problemi del Mezzogiorno, dovessimo giudicare la capacità complessiva del Governo (il quale, in modo disattento segue lo svolgersi della discussione), dovremmo trarne la considerazione che nulla è cambiato. Noi non abbiamo mai detto che il Governo precedente aveva fatto meglio. Quelli del MpA non lo hanno mai detto!
Noi abbiamo sostenuto una battaglia diversa, dicendo che la differenza nel paese stava non sta tra centrodestra e centrosinistra bensì tra Centro-Nord e Centro-Sud, senza rivendicare un ruolo per il quale il Sud dovesse soverchiare il Nord. Abbiamo solo voluto ribadire che occorreva una compensazione tra Nord e Sud, ma lei - questo Governo - come ci ha risposto? La Sicilia, che geograficamente è una naturale piattaforma logistica e integrata, viene spezzata con l'annullamento dei fondi per la realizzazione del ponte, ed è tale la protervia di questo Governo che avete fatto ciò direttamente nell'ambito del decreto fiscale collegato alla finanziaria. Un collega dell'UDC, poc'anzi, lamentava la mancanza di interventi sui porti siciliani: ma quali interventi sui porti e sulle altre infrastrutture! Abbiamo detto che non ci sarebbero stati e non ci potranno essere perché si nega in nuce la capacità di far ripartire, non solo il Sud ma l'intero paese, dalla Sicilia e dalla realizzazione del ponte.
Anche per la fiscalità di vantaggio farete lo stesso! Non arriveremo a discutere gli emendamenti all'articolo 19. Farete lo stesso anche per la fiscalità di vantaggio e anche per il costo dei carburanti, con riferimento al quale le nostre terre pagano il prezzo più elevato in termini di degrado ambientale. Io non so come facciano ministri Pag. 32e rappresentanti dei siciliani e dei meridionali a non vergognarsi di stare in questo Governo! Non vedo come...
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Nell'accingermi ad offrire il contributo del gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori al dibattito in corso, rilevo anzitutto che noi abbiamo ereditato una situazione catastrofica. Dobbiamo vedere da dove siamo partiti: oltre 300 miliardi di nuovo debito pubblico, un avanzo primario pressoché azzerato, una serie di cartolarizzazioni che hanno depresso, ancora di più, la finanza pubblica e l'economia, crescita zero, un'occupazione garantita esclusivamente grazie al ruolo anticiclico esercitato dalle imprese cooperative.
Per quanto riguarda il milione e mezzo di posti di lavoro, si tratta solo di regolarizzazioni di lavoro irregolare, oltre ai 500 mila nuovi posti di lavoro creati dalle imprese cooperative. Questi sono i dati ufficiali, e questa deve essere la chiave di lettura.
Nel 1996-2000 siamo cresciuti. Il Mezzogiorno aveva, in alcuni comparti, un PIL addirittura superiore alla media nazionale europea; l'occupazione era in recupero; c'era una nuova fiducia per lo sviluppo nel Mezzogiorno. Nel 2001-2005 - epoca del centrodestra e di Berlusconi - c'è stato un crollo del PIL nel Mezzogiorno, un'inversione del trend occupazionale - dati ufficiali alla mano -, una mancanza assoluta - lo ricordo al collega La Malfa, che era ministro per gli affari comunitari - di cofinanziamento.
In quel quinquennio noi abbiamo perso, ministro Bersani, tutti i finanziamenti dell'Unione Europea perché lo Stato italiano non aveva le risorse ai fini del cofinanziamento. Quindi, abbiamo dato agli altri paesi dell'Unione europea le opportunità che erano dell'Italia.
Ora, il ministro Bersani, il Governo, ci dicono che stanno rimediando a tutto questo, vale a dire a cinque anni di ritardi, a cinque anni di mancanza di attenzione verso il Mezzogiorno. Il Mezzogiorno non è una questione separata: è una questione complessiva della nostra economia, della nostra società, del nostro essere Stato unitario e comunitario. Quindi, le due cose non vanno slegate.
Noi, quindi, diciamo che le misure che qui sono state annunciate - e che in parte conoscevamo - sono misure idonee alla ripresa dello sviluppo complessivo e alla ripresa dello sviluppo del Mezzogiorno. Occorre però tenere conto che il Mezzogiorno è, in particolare, fatto da persone, da uomini, da donne che hanno un diverso sentire, che si devono confrontare con una problematica più articolata e complessa. Non sto qui ad aggiungere il tema dell'ordine pubblico. Non sto qui a ricordare tutte le questioni che abbiamo sempre discusso e dibattuto.
Dunque, sullo sviluppo probabilmente dobbiamo fare una rettifica. Bisogna dirlo: il contenimento del debito - rimanendo entro la soglia del 3 per cento - è un obiettivo che stiamo raggiungendo. Quanto a risanamento, solidarietà, equità, è un obiettivo che stiamo raggiungendo, perché abbiamo rettificato, di fatto, alcune sperequazioni che erano presenti nel primo disegno di legge finanziaria.
Quanto alla terza gamba - vale a dire allo sviluppo -, signor ministro, non ci possiamo accontentare dell'1,3 o dell'1,5 per cento. In primo luogo, tale soglia è sperequata rispetto agli obiettivi europei, per non parlare poi rispetto agli obiettivi mondiali, che vedono una crescita dell'economia tre volte superiore a quella che noi abbiamo preconizzato. Ecco, qui dobbiamo dare un aiuto. Ad esempio, il movimento cooperativo è disponibile a dare una grossa mano, come ha già fatto nel quinquennio precedente, svolgendo una funzione anticiclica ed evitando che il paese andasse in recessione. Quindi, l'Italia dei Valori gradirebbe che la questione cooperativa fosse maggiormente valutata nelle sue capacità anticicliche e di ripresa.
PRESIDENTE. Onorevole D'Ulizia...
Pag. 33LUCIANO D'ULIZIA. Presidente Castagnetti, mi conceda due minuti in più. Mi «taglia» sempre...
PRESIDENTE. Non «taglio»... Lei ha superato già i cinque minuti a sua disposizione. Le concedo qualche secondo in più, come ho fatto con gli altri, ma non due minuti in più!
GIOVANNI FAVA. Basta!
LUCIANO D'ULIZIA. Quindi, riteniamo, signor ministro, che occorra in qualche modo rivedere la «terza gamba» del tavolo, vale a dire il tema dello sviluppo. E come si fa? Non sono soltanto gli investimenti di natura neocapitalistica a muovere l'economia, ma soprattutto gli investimenti in nuove capacità di lavoro, in nuove intelligenze del lavoro, in nuovi apporti di lavoro. Su questo aspetto, credo che potremmo riprendere e rilanciare la questione meridionale in un quadro d'insieme, che è quello italiano-europeo, attraverso la valorizzazione della componente del lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà
TINO IANNUZZI. Presidente, vorrei iniziare con una premessa molto chiara, per sgombrare il campo da una ricostruzione fuorviante, strumentale, caratterizzata da una gigantesca alterazione dei dati della realtà: nel contesto difficile - obiettivamente difficile - in cui cade questa manovra finanziaria, non c'è dubbio che il Mezzogiorno ritorna al centro dell'agenda del Governo e del Parlamento. E questo accade, cari colleghi, dopo una stagione durata cinque anni in cui per il Mezzogiorno ci sono stati tagli di finanziamenti, rinvii continui nell'assegnazione di risorse, tanti silenzi, tante mortificazioni.
Abbiamo dimenticato, colleghi parlamentari, quello che è accaduto dal 2001 al 2006? Il Governo di allora ha ritenuto che gli strumenti per il Mezzogiorno messi in campo in precedenza non fossero adeguati. Qual è stata la soluzione? Quella di indebolire e, progressivamente, paralizzare gli istituti della programmazione negoziata, i finanziamenti della legge n. 488 del 1992, lo strumento virtuoso e positivo del credito d'imposta, gli incentivi per l'imprenditorialità giovanile.
Si parla di investimenti infrastrutturali, ma, nel luglio scorso, l'allegato infrastrutture del DPEF ci ha indicato con chiarezza che negli scorsi cinque anni gli investimenti infrastrutturali sono andati per il 77 per cento al Nord, per il 13 per cento al Centro ed appena per il 10 per cento al Mezzogiorno. Colleghi dell'opposizione di oggi e della maggioranza di ieri, nel DPEF del 2001 avevate detto che nel 2005 avreste inaugurato e concluso l'intera autostrada Salerno-Reggio Calabria. Se non avessimo, a luglio, rifinanziato i cantieri ANAS, avremmo avuto - altro che l'inaugurazione - la paralisi totale dei lavori!
Ebbene, noi invece ripartiamo per il Mezzogiorno, e ripartiamo con il DPEF del luglio scorso, in cui è indicato il grande obiettivo di legislatura: portare la massa complessiva degli investimenti per il Sud nella spesa pubblica dalla percentuale del 38 per cento a quella del 42 per cento. Ripartiamo con una serie di fatti obiettivi già scritti in questa legge finanziaria, grazie all'impegno di tutto il Governo, grazie allo sforzo del ministro Bersani, del viceministro D'Antoni e grazie all'azione convinta ed intensa dei parlamentari meridionali dell'Ulivo.
Cari amici, vogliamo dire con franchezza quali sono gli interventi che già parlano di per sé per il Mezzogiorno. Si è parlato della dotazione finanziaria del Fondo per le aree sottoutilizzate, il FAS. Il ministro Bersani ci ha indicato due cifre inequivocabili: tra il 2000 e il 2006, la dotazione complessiva era di 89 miliardi di euro; tra il 2007 e 2013, la dotazione passa a 100 miliardi di euro, con la garanzia, finalmente, della copertura integrale per un arco temporale di sette anni. Abbiamo finalmente la possibilità di realizzare un impiego virtuoso ed unitario di fondi dello Stato e di fondi dell'Unione europea. Finalmente, garantiamo il cofinanziamento da parte dello Stato dei fondi europei per Pag. 34un grande salto di qualità delle politiche per il Mezzogiorno, per realizzare un coordinamento forte e vero delle politiche per il sud nei settori strategici richiamati dal ministro stamattina: la sicurezza, l'innovazione, la ricerca, le filiere produttive, i servizi.
Prendiamo atto con soddisfazione della volontà espressa dal Governo, anche stamattina, di ripristinare, nel corso dell'esame parlamentare della finanziaria, le risorse assegnate al FAS conservando tutti i finanziamenti ad esso attribuiti con il disegno di legge finanziaria. Vogliamo anche dire ai colleghi dell'opposizione che, al di fuori dei fondi FAS, con ulteriori fondi individuati da questo Governo e da questa maggioranza, stabilizziamo - altro che distruggere, come avete fatto voi! - l'istituto del credito d'imposta, con una proiezione nei sette anni di circa 9 miliardi di euro.
Ancora, in questa direzione - e sono fatti -, per il Sud è previsto un cuneo fiscale differenziato, con la riduzione del costo del lavoro raddoppiata nel Mezzogiorno rispetto al resto del paese. Ci sono anche gli incentivi per l'occupazione femminile e l'istituzione sperimentale delle zone franche urbane. Inoltre, per le infrastrutture al sud, con un'operazione di governo seria e riformista, abbiamo conservato i fondi Fintecna del ponte sullo Stretto per le infrastrutture davvero prioritarie della Calabria e della Sicilia, per opere prioritarie che partiranno subito.
Da ultimo, signor Presidente, vi è la grande operazione per completare la Salerno-Reggio Calabria con il fondo di garanzia, che ha una dotazione di 500 milioni di euro, ma che si autoalimenterà e garantirà davvero la copertura di tutto il finanziamento ed il completamento in questa legislatura dell'infrastruttura simbolo del Mezzogiorno.
Continueremo a spingere in questa direzione anche sollecitando ed incalzando il Governo, ma convinti che per il Mezzogiorno sia già iniziata una nuova stagione. Abbiamo veramente voltato pagina e possiamo scrivere tutti assieme una stagione di vera crescita e di vero sviluppo per il Mezzogiorno, dopo cinque anni di silenzio, di oblio, di mortificazioni, di tagli. Questa è la ricostruzione della verità: su questo terreno procederemo con grande determinazione e forza, sostenendo l'azione del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
TOMMASO PELLEGRINO. Presidente, onorevoli colleghi, non possiamo non partire dalla situazione che, dopo cinque anni di Governo di centrodestra, abbiamo purtroppo ereditato, e subito. Ci siamo trovati di fronte a una situazione economica ed occupazionale drammatica.
Ha ragione qualche collega del centrodestra quando dice che devono parlare i numeri: ebbene, noi parliamo con i numeri, con l'aumento dell'indice della disoccupazione, ma soprattutto con quello di un precariato imperante. Questa situazione e queste condizioni si ripercuotono inevitabilmente sul Meridione, sui giovani meridionali e sui tanti cittadini meridionali. Non possiamo non parlare chiaramente anche dell'indice di povertà, che soprattutto il Meridione ha sentito su di sé ed ha subito notevolmente.
L'onorevole Barani parlava del ruolo dei Verdi in questa maggioranza. Ebbene, noi con grande orgoglio rivendichiamo il nostro ruolo in questa maggioranza, perché per la prima volta, finalmente, vi sono fondi per la tutela ambientale e per la mobilità sostenibile, per la prima volta vi è un articolo specifico della legge finanziaria che si occupa del mare, risorsa importantissima del nostro territorio dal punto di vista turistico e di sviluppo, che per cinque anni è stato completamente dimenticato dal Governo di centrodestra.
Non possiamo certamente dimenticare, anzi lo ricordiamo ai colleghi del centrodestra, come in passato siano state programmate nelle precedenti leggi finanziarie una serie di opere pubbliche per le quali, però - lo abbiamo scoperto -, non vi era copertura. Penso che sia un atto di grande irresponsabilità nei confronti del Pag. 35paese! Anche su questo rivendichiamo con orgoglio che, rispetto alle grandi opere faraoniche inutili, onorevole Barani, diremo sempre «no», poiché riteniamo che le risorse vadano destinate, così come abbiamo fatto in questa legge finanziaria e come questo Governo ha fatto, per le opere utili per i cittadini, per i servizi quotidiani: per noi il trasporto pubblico è una necessità ed una esigenza importante per i cittadini.
Per la prima volta, finalmente, abbiamo aumentato il Fondo per le politiche giovanili. I giovani per cinque anni sono stati dimenticati nel nostro paese, mentre noi possiamo dire con orgoglio non solo che abbiamo istituito il Ministero delle politiche giovanili, ma che finalmente si pensa alla politica per i giovani. Sappiamo quanto i giovani meridionali, in modo particolare, sentano l'esigenza di essere sostenuti nelle loro attività e nella ricerca del lavoro.
Sono d'accordo, però, anche con chi diceva - e oggi ne abbiamo dato un grande esempio, come parlamentari meridionali, soprattutto del centrosinistra - che non ci poniamo e non ci siamo posti nel modo più assoluto in contrapposizione rispetto al Nord, ma anzi, dobbiamo trovare la giusta sinergia tra Nord e Sud, con la consapevolezza che oggi occorre investire nel meridione, cercando di risolvere i tanti problemi che vi sono. Purtroppo, lo dobbiamo fare ed è necessario per il nostro paese, per rilanciare realmente l'Italia, per rimetterla in piedi e darle una dignità importante, al pari degli altri paesi europei.
Non possiamo non fare tali osservazioni, così come non si può non ricordare che in questi giorni viviamo una grave emergenza, legata alla sicurezza e alla legalità in alcuni territori del Meridione. E anche su questo voglio ricordare che la responsabilità della sicurezza dei nostri territori è una prerogativa del Governo e del Parlamento nazionale. Certo, le istituzioni locali hanno le loro responsabilità, cui non possono sottrarsi, ma dobbiamo ricordare le condizioni nelle quali sono stati messi ad operare gli enti e le istituzioni locali negli anni precedenti.
Ecco perché noi, come Verdi, abbiamo sostenuto questo Governo e continuiamo a dire che gli enti locali rappresentano una risorsa importante per il nostro paese, perché sono più vicini ai territori; e gli sprechi che abbiamo cominciato a combattere con questa finanziaria li combatteremo fino in fondo, ma dovremo eliminare anche le tante consulenze inutili, i tanti consigli di amministrazione, mettendo altresì dei tetti per arginare gli sprechi cui abbiamo assistito in questi anni.
È questo il modo di eliminare e di ridurre gli sprechi nel nostro paese, non certo penalizzando gli enti locali.
Allora, rispetto a tutto ciò, noi siamo convinti che, se non avessimo rimediato in qualche modo mediante il disegno di legge finanziaria in esame, nonostante le tante difficoltà economiche, nonostante il disastro economico, avremmo corso il grave rischio di finire fuori dall'Europa. Questo cammino lo abbiamo intrapreso. Ringraziamo il Governo per aver colto la sensibilità e le esigenze che i cittadini del meridione ci hanno tante volte chiesto di soddisfare.
Il nostro ruolo istituzionale è quello di dare risposte...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
TOMMASO PELLEGRINO. ...ai cittadini: con questa finanziaria le stiamo dando, con i numeri (Applausi dei deputati del gruppo Verdi)!
PRESIDENTE. Sospendo...
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, in breve, vorrei che rimanesse agli atti la Pag. 36risposta alla critica secondo la quale noi staremmo realizzando un'operazione che sposta le somme più in là nel tempo, verso anni nei quali i soldi diventano promesse, per non impiegarli subito. Anche questo è un ribaltamento della realtà: per il 2007, tra FAS e cofinanziamento, noi troviamo 5 miliardi, mentre, adesso, i miliardi sono diventati 9! E non si venga a dire che bisogna tenere distinte le due cifre, perché qualsiasi amministratore (compreso il presidente Fitto, al quale ho già detto le stesse cose in via breve) sa che le due cifre vanno considerate insieme. In più, partono immediatamente il credito di imposta, la Salerno-Reggio Calabria, e via dicendo.
Non snobbiamo, peraltro, il tema programmazione e governance di tali risorse. Anzi, mi piacerebbe che vi fossero le condizioni per un dibattito parlamentare approfondito sul «come», perché avremo, approssimativamente, 130 miliardi di euro in sette anni. Ciò premesso, i soldi possono fare bene - e va benissimo -, possono fare nulla, perché scivolano come acqua sul marmo, o possono fare male: bisogna che responsabilmente lo sappiamo.
Mi piacerebbe molto che vi fosse la possibilità di discutere, una volta completato il quadro nazionale e discusso con le regioni, sul «come» si spendono i soldi, perché il miliardo in più o in meno, nonostante questi dibattiti, non cambia affatto l'universo del problema! Bisogna vedere come vengono spesi i soldi: questo è il punto principale da considerare. Ebbene, spero che avremo l'occasione di discutere di quello che è il punto principale della questione (Applausi dei deputati dei gruppi L'Ulivo e Verdi).
ROBERTO SALERNO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, brevemente, desidero richiamare la sua attenzione e quella dell'Assemblea sulla manifestazione che si sta svolgendo, in queste ore, in questi minuti, fuori da palazzo Montecitorio.
La manifestazione è organizzata da tutte le sigle sindacali della Polizia penitenziaria italiana (UGL, CGIL, OSAP, SAP, e via dicendo), le quali denunciano il collasso in cui versano le carceri italiane ed il dramma che quotidianamente devono vivere (Commenti di deputati del gruppo L'Ulivo) gli agenti di polizia penitenziaria, in una situazione di emergenza e di carenza strutturale (Commenti di deputati del gruppo L'Ulivo), di carenza di mezzi, di carenze di ogni tipo.
La invito, Presidente, a chiedere al Governo, oggi, di chiarire se nel disegno di legge finanziaria sia previsto un intervento a favore di un comparto estremamente delicato, che riguarda la sicurezza e la dignità di migliaia di lavoratori e, soprattutto, quella che si può definire la sicurezza vera, cioè la detenzione e le modalità di conduzione delle carceri italiane.
Noi sappiamo che agli agenti di polizia penitenziaria dobbiamo esprimere non soltanto solidarietà, ma anche gratitudine per come svolgono il loro lavoro, nella segnalata situazione di carenza organica di mezzi e strumenti, per come continuano a svolgerlo con grande spirito di sacrificio, se non addirittura di abnegazione.
I segretari Beneduci e Moretti mi hanno rappresentato queste istanze, che io trasmetto a lei, signor Presidente. Chiedo quindi al Governo di chiarire se nel disegno di legge finanziaria vi sia un intervento per tale comparto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. La Presidenza prende atto della sua richiesta. Il Governo era presente e l'ha ascoltata; vedremo nel seguito del dibattito quali risposte riterrà di dare.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16.
La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 16,15.
Pag. 37PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIA MELONI