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Saluto del Presidente provvisorio (ore 10,10).
PRESIDENTE. (Si leva in piedi). Onorevoli colleghi, con altro animo avrei voluto dire un «benritrovati» ai deputati che hanno già rappresentato il popolo italiano in precedenti legislature e che tornano in questa ed un «benvenuto» ai deputati di prima elezione.
La giornata è di lutto, ma sento il dovere, dopo che la Camera tutta si è fermata in memoria delle vittime dell'attentato di Nassiriya, di pronunciare poche parole: parole, innanzitutto, di saluto e di augurio di buon lavoro a tutti.
Sono sicuro di interpretare il sentimento di quest'aula rivolgendo per prima cosa un pensiero deferente e riconoscente al Presidente della Repubblica, Carlo AzeglioPag. 2Ciampi (L'Assemblea si leva in piedi - Generali applausi). Egli, celebrando il 25 aprile, ha voluto inviarci un messaggio forte quando, in particolare, ha detto: «Il cuore di una nazione libera batte nel Parlamento, l'istituzione punto d'arrivo della storia della civiltà europea».
So che il Presidente ha seguito in questi anni con accuratezza i lavori parlamentari e sono sicuro che in questo momento ci sta ascoltando. Caro Presidente, lei non solo rappresenta l'unità della patria: lei è diventato sempre più un saldo riferimento per tutti i cittadini italiani e per i loro rappresentanti nelle istituzioni e oggi, nella seduta inaugurale della XV legislatura, la Camera dei deputati le rende un corale omaggio.
Permettete, poi, a questo Presidente provvisorio di rivolgere un personale, particolare augurio al Presidente della Camera della XIV legislatura, Pier Ferdinando Casini (Generali applausi). Caro Pier, abbiamo lavorato insieme per cinque anni, a riprova che donne e uomini di diversa fede politica possono ben cooperare al funzionamento delle istituzioni democratiche, che non appartengono a nessuno, ma solo alla nazione e alla civiltà umana che le ha conquistate, non in tutto il mondo, dopo una lunga storia di lotta al privilegio, al potere di casta, all'assolutismo, alla dittatura.
Ci si può contrastare sul piano politico, anche severamente, senza spezzare il filo d'oro della lealtà e del rispetto reciproco, quel rispetto, per esempio, che è mancato tre giorni fa da parte di gruppi di ingiustificabili in piazza, a Milano, per una persona, Letizia Moratti (Applausi), e per un simbolo prezioso, la bandiera d'Israele (Applausi).
Questa è la XV legislatura dall'inizio della Repubblica: lo stesso numero ci dà il senso di una continuità e di una profondità storica. Ricorrono i sessant'anni dal referendum «Monarchia o Repubblica», dall'elezione dell'Assemblea costituente: non sono stati tutti anni facili, ma il principio democratico ha messo radici profondissime ed è nostro dovere alimentarlo e spingerlo a nuovi traguardi. Bisogna mantenere aperto il ponte della memoria tra passato e presente per far vincere sempre il principio democratico nelle esperienze e nelle speranze delle nuove generazioni!
Sessant'anni fa votavano per la prima volta le donne, anzi, sessantuno anni fa: nel 1945, alle prime elezioni amministrative! Ma quanta strada, cari colleghi e care colleghe, c'è ancora da fare! Mi pare che il numero delle elette in questa legislatura sia un po' aumentato, ed è una buona notizia. Resta però ancora da attuare pienamente l'articolo 51 della Costituzione, che dice: «Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza (...)». Nella scorsa legislatura mi piace ricordare che votammo a larghissima maggioranza una integrazione: «A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini». È una norma programmatica la cui importanza spero non sfugga per il prossimo futuro nell'esercizio dei poteri costituzionali.
Infine, veniamo da un confronto elettorale e politico non privo di asprezze. La democrazia è conflitto di valori, di idee e di programmi. Questo non ci deve spaventare perché la democrazia è esattamente quel sistema che dà una forma al conflitto, che lo disciplina e lo regola, che può trasformarlo in energia che fa muovere le cose. Le istituzioni parlamentari, alle quali sono ugualmente essenziali maggioranza e opposizione, sono la macchina che si alimenta di questa buona energia. Quando funzionano bene, esse producono rappresentanza e decisione, producono nuovo diritto, cioè civiltà e avanzamento di un popolo e di un paese. Salvaguardiamole! Sono convinto che sentiamo tutti questa responsabilità, in un mondo che mette l'Italia alla prova di grandi, inedite sfide. Buon lavoro, dunque, e auguri a tutti, di cuore!
Con questo, dichiaro aperti i lavori della XV legislatura (Generali applausi).