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Costituzione della Giunta delle elezioni provvisoria (ore 10,20).
PRESIDENTE. Dobbiamo ora dare corso alla costituzione della Giunta delle elezioni provvisoria, che dovrà accertare, ai fini della proclamazione, i deputati subentranti e i deputati optanti eletti in più circoscrizioni. A norma dell'articolo 3, comma 2, del regolamento, la Giunta delle elezioni provvisoria è formata da deputati membri della Giunta delle elezioni della precedente legislatura presenti alla prima seduta in numero non inferiore a dodici.
Tali deputati sono in numero di dieci e sono i seguenti: Berruti, Bertolini, Bruno, Gregorio Fontana, Franceschini, Nespoli, Antonio Pepe, Piscitello, Soro e Volontè.
Ai sensi della citata disposizione regolamentare, occorre pertanto integrare di due componenti il collegio, mediante sorteggio, per raggiungere il numero di dodici.
Procedo, pertanto, al sorteggio.
(Segue il sorteggio).
Comunico che sono stati sorteggiati i deputati Chiti e Minniti (Commenti)... C'è un certo orientamento della mano, di cui mi scuso...
Ricordo che la Giunta delle elezioni provvisoria ha il compito di svolgere, in occasione della prima seduta della legislatura, gli accertamenti finalizzati alla proclamazione dei deputati subentranti da parte del Presidente provvisorio sulla base dei dati comunicati dagli uffici elettorali.
Poiché l'onorevole Elio Vito ha chiesto di intervenire, prima di dargli la parola, ricordo che per prassi assolutamente costante, come la Presidenza della Camera ha avuto modo di precisare in numerose precedenti occasioni, non sono ammissibili in questa sede dichiarazioni di voto, interventi volti a proporre candidature o, comunque, interventi di ordine regolamentare che non abbiano carattere strettamente attinente alla costituzione del seggio e alla regolarità della votazione.
Ha facoltà di parlare, onorevole Vito.
ELIO VITO. La ringrazio, signor Presidente. Mi atterrò scrupolosamente a quanto prevede il regolamento. Onorevoli colleghi, siamo qui da autentici democratici perché siamo rispettosi delle istituzioni e del risultato elettorale di cui abbiamo preso atto.
Tale risultato elettorale, però, assegna al centrosinistra la maggioranza solo da un punto di vista formale e non certo anche da un punto di vista politico. Tuttavia, proprio per il rispetto delle istituzioni, poiché sono state riscontrate gravi irregolarità, omissioni, anomalie come l'errato conteggio dei voti di una lista presente in una sola circoscrizione, il mancato corretto e completo raffronto da parte degli uffici circoscrizionali delle tabelle di scrutinio e dei verbali, le macroscopiche irregolarità commesse nelle proclamazioni da parte dell'ufficio circoscrizionale per gli italiani all'estero (Commenti), ci rivolgiamo alla Giunta delle elezioni di questa Camera per una verifica puntuale e scrupolosa dei voti espressi, delle schede bianche, delle schede nulle, dei verbali e delle tabelle di scrutinio. Ci auguriamo che, per rispetto delle istituzioni e nell'interesse di tutto il paese, si possa accertare e compiere nel modo più rapido possibile tale verifica (Applausi).
ENRICO BOSELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BOSELLI. Signor Presidente, colleghi deputati, stiamo per avviare questaPag. 5legislatura e penso sia necessario sottolineare che esistono, a nostro avviso, due problemi: uno politico ed un altro, molto più grave, che investe il Senato, e quindi il Parlamento nel suo complesso.
Il problema politico è che circa un milione di voti, espressi per la lista che rappresento (la Rosa nel Pugno), sono rimasti senza rappresentanza al Senato della Repubblica, nel quale, sino a questo momento, alla nostra lista non sono stati attributi seggi. Il problema di legalità è costituito dal fatto che questo paradosso politico non è imposto dalla legge, e quindi, inevitabilmente, è da accettare: esso nasce, al contrario, da una clamorosa violazione della legge stessa.
Se si applicasse, infatti, il testo della legge elettorale, chiaro ed inequivocabile, la Rosa nel Pugno otterrebbe 4 seggi al Senato ed altre liste si vedrebbero assegnato un maggior numero di seggi. La legge in questione, invece, non è stata applicata; per non applicarla, si sono avanzate interpretazioni sistemiche, deduttive ed analogiche.
La verità è che al Senato, durante il dibattito sulla riforma elettorale (come è riportato in tutti gli atti parlamentari), risultò chiarissimo che il testo della legge non prevede soglie di sbarramento nelle regioni dove venga assegnato il premio di maggioranza. Qualcuno avrebbe voluto introdurle, ma la legge non fu corretta, perché la maggioranza di allora considerò di non averne il tempo e temette il rinvio del provvedimento a questa Camera. Tale legge non fu corretta, ed ora va applicata così come è.
Il Senato è nato, in questa legislatura, sotto una cattiva stella, con una maggioranza ristretta ed il rischio di una difficile governabilità, e non può nascere anche sotto la stella della illegalità. Ciò perché, quando un'Assemblea parlamentare è costituita violando, in modo clamoroso, le norme, di illegalità si tratta.
La illegalità di un ramo del Parlamento compromette l'intera legislatura ed investe, indirettamente ed inevitabilmente, anche l'altro ramo. Chiediamo pertanto alla Camera dei deputati - e lo chiederemo anche al futuro Presidente - di non sottovalutare il gravissimo problema che poniamo, poiché lo solleviamo, innanzitutto, nell'interesse delle istituzioni.
MARCO BOATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, innanzitutto mi associo a lei, ovviamente, nel rivolgere il benvenuto cordiale a tutti i colleghi che sono tornati, oppure che sono entrati per la prima volta in questa Assemblea; tuttavia, desidero intervenire brevemente sulla questione testé posta dai colleghi Elio Vito, da una parte, e Boselli, dall'altra.
Per quanto riguarda le considerazioni svolte dal collega Boselli, anch'io vorrei associarmi ad esse, anche se sono ben consapevole, signor Presidente, che si tratta di tematiche che attengono tutte al sistema della rappresentanza complessiva del Parlamento, articolato in due Camere. Dal punto di vista procedurale, osservo che tali questioni andranno inevitabilmente sollevate presso l'altro ramo del Parlamento, anche se le motivazioni poc'anzi addotte dal collega Boselli sono da me pienamente condivise.
Vorrei aggiungere, inoltre, una considerazione su quanto ha affermato il collega Elio Vito (magari se riesco a farmi anche ascoltare da lui, visto che è precedentemente intervenuto). Non credo che in questa Assemblea si possa distinguere, perfino nel primo giorno di insediamento del nuovo Parlamento, una vittoria formale da una vittoria politica. Gli aspetti politici sono quelli che - mi auguro per cinque anni - ci terranno occupati in quest'aula: avremo, infatti, mille occasioni per discutere, e la prima sarà l'attribuzione della fiducia, da parte del Parlamento, al nuovo Governo Prodi che si insedierà tra qualche giorno, o quando sarà deciso dal Presidente della Repubblica, nella sua piena autonomia.
Quella è l'occasione per un confronto politico; tuttavia, per quanto riguarda il risultato elettorale, come tutti sanno - ePag. 6devo riconoscere che il collega Elio Vito ha affermato, lealmente, di averne preso atto -, è stato proclamato solennemente dall'ufficio centrale nazionale presso la suprema Corte di cassazione, ed ad esso tutti noi dobbiamo attenerci. Gli ulteriori accertamenti che dovrà compiere la Giunta delle elezioni - credo sarà opportuno che lei lo chiarisca esplicitamente, signor Presidente -, cui è stato fatto riferimento, riguarderanno la Giunta delle elezioni che si insedierà dopo la costituzione dell'Ufficio di presidenza, nonché degli altri organi parlamentari.
La Giunta delle elezioni, da lei, Presidente, poc'anzi costituita, è organo che, ai sensi dell'articolo 3, primo e secondo comma, del regolamento, ha compiti meramente ricognitivi, di accertamento dei risultati, delle opzioni e delle dimissioni da lei poc'anzi annunziate - insieme, purtroppo, alla morte di un collega -, nonché dei diversi subentri che seguiranno nei vari passaggi.
Peraltro, se si vorrà evitare, per la prossima legislatura, gran parte di questo lavoro, basterà ripristinare la vigenza della disposizione che stabiliva un massimo di tre candidature nelle circoscrizioni; disposizione la cui soppressione, dopo sessant'anni di vigenza nel nostro paese, ha prodotto lo scandalo per cui, in quest'aula, 221 deputati attendono, fuori, di essere proclamati grazie alle successive opzioni. Questo, sì, è uno scandalo politico ed istituzionale; ma dovremo affrontarlo nel corso della legislatura.
Buon lavoro, Presidente! Grazie.
PRESIDENTE. Prendo atto delle considerazioni svolte, che potranno essere oggetto, ovviamente, di adeguato approfondimento in sede di verifica dei poteri.
Voglio ricordare, però, che si è in sede di costituzione della Camera e che, in tale ambito, la Presidenza provvisoria non può che confermare la piena legittimità dell'Assemblea nella sua composizione, quale risultante all'esito del procedimento elettorale, e, in particolare, delle conclusioni cui sono pervenuti, sulla base delle norme vigenti in materia, i competenti uffici elettorali.
Ricordo, altresì, che la proclamazione dei deputati eletti è stata regolarmente effettuata dagli uffici elettorali circoscrizionali, ai sensi dell'articolo 84, commi 1 e 5, della legge elettorale n. 361 del 1957, come da ultimo modificata. Tale normativa attribuisce a tali uffici siffatto potere sulla base del numero di seggi attribuito a ciascuna lista dall'ufficio centrale nazionale.
Ai medesimi uffici compete, poi, comunicare alla Camera l'avvenuta proclamazione dei deputati eletti; le proclamazioni sono, quindi, regolarmente pervenute alla Camera tra il 19 ed il 24 aprile 2006 e la Presidenza provvisoria, alla luce della disciplina costituzionale e ordinaria regolarmente vigente, non può che prenderne atto.
L'articolo 1 del nostro regolamento prevede, al riguardo, che i deputati entrano nel pieno esercizio delle loro funzioni all'atto della proclamazione. Pertanto, tutti i candidati che sono stati proclamati deputati dagli uffici centrali circoscrizionali sono, allo stato, membri di questa Camera a tutti gli effetti.
Quanto ai rilievi ed alle contestazioni sullo svolgimento del procedimento elettorale, certamente, in base all'articolo 66 della Costituzione, spetta a ciascuna Camera, a garanzia dell'autonomia e dell'indipendenza degli organi depositari della sovranità popolare, il giudizio sui titoli di ammissione dei suoi componenti.
La legge elettorale, all'articolo 87, prevede che, alla Camera, in sede di verifica dei poteri, competa ogni «giudizio definitivo sulle contestazioni, le proteste e, in generale, su tutti i reclami presentati», vietando espressamente, all'articolo 79, comma 2, all'ufficio centrale circoscrizionale «di deliberare, o anche di discutere, sulla valutazione dei voti, sui reclami, le proteste e gli incidenti avvenuti nelle sezioni, di variare i risultati dei verbali (...)».
La verifica dei poteri costituisce, peraltro, come già ricordato, un adempimento necessariamente successivo rispetto allaPag. 7costituzione della Camera, che ha luogo nella prima seduta. Tale verifica, infatti, compete all'Assemblea su proposta di un apposito organo, la Giunta delle elezioni, che, nominata dal Presidente della Camera - e non da quello provvisorio - non appena costituiti i gruppi parlamentari, agisce in base alle specifiche procedure e garanzie previste dal regolamento della Camera e dal regolamento della stessa Giunta.
Sarà dunque la Giunta delle elezioni definitiva, una volta costituita, a ricevere ed esaminare ogni contestazione e richiesta di verifica.
Le questioni poste, al di là del loro significato politico, non possono quindi essere oggetto di dibattito in questa sede sotto il profilo giuridico-costituzionale.
Avverto, a questo punto, che le operazioni di voto per l'elezione del Presidente della Camera non avranno comunque luogo prima delle ore 13; l'ora di inizio del primo scrutinio dipenderà, ovviamente, dall'ora di conclusione dei lavori della Giunta delle elezioni provvisoria.
È importante che i colleghi siano avvertiti, comunque, che, dopo le ore 13, si potrebbe votare in ogni momento.
Sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 10,35, è ripresa alle 11,50.