Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative per realizzare condizioni di lavoro più flessibili al fine di conciliare il lavoro con la cura e l'educazione dei figli - n. 3-00580)
PRESIDENTE. L'onorevole Formisano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Volontè n. 3-00580 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 10), di cui è cofirmataria.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor ministro, abbiamo presentato questa interrogazione perché preoccupati della situazione che si sta registrando in Italia. Il problema, come specificato nell'interrogazione, è conciliare la cura e l'educazione dei figli con i tempi del lavoro.
Il Parlamento tedesco ha promosso una forte azione di politica familiare, tanto da titolare una legge «Soldi per i genitori». Allora, crediamo che sia inutile dire che in Italia abbiamo una basso tasso di natalità, che vogliamo un ricambio generazionale e dovremo riflettere sul fatto che - come risulta da un'indagine dell'Istat - le donne italiane vorrebbero avere un secondo figlio, ma sono terrorizzate da alcuni fattori. Tra questi, la carenza di servizi e di risorse economiche per le famiglie.
Spesso, avere un figlio oggi non è più una gioia, ma addirittura un problema. Allora - e concludo Presidente - se è vero che il 2007 è l'anno europeo delle pari opportunità per tutti, spesso queste ultime vengono associate alla questione di parità tra uomo e donna. Al di là delle false strumentalizzazioni che non ci appassionano, chiediamo al Governo di mettere in atto azioni e risorse concrete. Su questo non ci tireremo indietro e saremo pronti a dare il nostro fattivo contributo.
PRESIDENTE. Il ministro del lavoro e della previdenza sociale, Cesare Damiano, ha facoltà di rispondere.
CESARE DAMIANO, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Signor Presidente, la tematica posta alla nostra attenzione è stata oggetto di una particolare considerazione da parte del Governo. Siamo convinti anche noi che solo rendendo compatibili le esigenze del lavoro con quelle della vita quotidiana si potrà influire in modo determinante sulla crescita economica e sociale del paese.
Ciò in particolare consentirà di concorrere all'incremento del tasso di occupazione femminile, oltre che, naturalmente, a corrispondere a quelle finalità segnalate dall'onorevole interrogante. Naturalmente, alle predette finalità sono chiamati a concorrere una molteplicità di fattori: il Governo nelle sue amministrazioni competenti, le autonomie locali e le parti sociali.
Il contributo delle aziende - come è evidente - risulta fondamentale. Alcune di queste hanno del resto già sperimentato Pag. 52modelli organizzativi familyfriendly, basati sulla necessità di porre le donne e la famiglia a fondamento di modelli nuovi. Gli interventi previsti con la legge finanziaria 2007 vanno tutti in questa direzione e costituiscono solo la prima fase di una disegno organico, volto a favorire la cosiddetta «propensione alla genitorialità».
Ricordo, dunque, le iniziative già adottate con la legge finanziaria: il congedo parentale esteso ai lavoratori iscritti alla gestione separata del lavoro autonomo nella misura massima di tre mesi, entro il primo anno di vita del bambino ed il primo anno dall'ingresso in famiglia, in caso di adozione. Più in particolare, dal 1o gennaio 2007, ai lavoratori a progetto e alle categorie assimilate iscritti alla gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, è riconosciuto il trattamento economico per congedo parentale nei limiti temporali di cui sopra. La misura di tale trattamento è pari al 30 per cento del reddito preso a riferimento per la corresponsione dell'indennità di maternità in quanto spettante.
Inoltre, è il caso di evidenziare che la legge finanziaria ha apportato una modifica recante misure a sostegno della flessibilità dell'orario a vantaggio della lavoratrice madre o del lavoratore padre. La legge finanziaria, infatti, all'articolo 1, comma 1254, espressamente prevede che, al fine di promuovere ed incentivare azioni volte a conciliare i tempi di vita ed i tempi di lavoro nell'ambito del fondo per le politiche della famiglia, sia destinata attualmente una quota individuata con decreto del ministro delle politiche per la famiglia, al fine di erogare contributi, di cui almeno il 50 per cento destinati ad imprese fino a 50 dipendenti in favore di aziende, aziende sanitarie locali e aziende ospedaliere, che applichino accordi contrattuali che prevedano azioni positive per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. In particolare, si tratta di azioni positive per progetti articolati, al fine di consentire alla lavoratrice madre o al lavoratore padre, anche quando uno dei due sia lavoratore autonomo ovvero quando abbiano in affidamento e in adozione un minore, di usufruire di particolare forme di flessibilità degli orari e dell'organizzazione del lavoro tra cui il part-time.
PRESIDENTE. L'onorevole Formisano ha facoltà di replicare.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, signor ministro, ovviamente ci riteniamo assolutamente insoddisfatti, perché quello che lei ha enunciato in quest'aula è una parte di ciò che noi riteniamo essere la globalità delle azioni per le politiche della famiglia.
Non ci basta sapere che vi sono aziende che magari metteranno in campo, anche se utili, asili aziendali. Parliamo di altro, vale a dire di un fondo da attribuire alle famiglie, ma non in maniera generica. Noi ci riferiamo alle famiglie numerose. Non può essere che in Italia vi sia lo stesso tipo di politica per una famiglia che ha un figlio e per quella che ha tre figli, magari con lo stesso reddito! Questo per noi significa avere un'azione forte di sostegno alla famiglia. Parliamo tanto di bassa natalità, ma quale giovane coppia oggi può decidere di avere il secondo figlio? Già avere il primo è una scommessa ed avere il secondo diventa un rischio.
Per noi questa non è politica per la famiglia!
Siamo, pertanto, pronti ad offrire il nostro contributo, se vedremo da parte del Governo una seria azione di sostegno alla famiglia, ma non in senso generico o fumoso. Non ci interessano gli slogan e nemmeno - per usare un termine che va di moda in questi giorni - le «lenzuolate» per la famiglia. Ci interessa la politica vera, quella di sostegno concreto a chi vuole fare della famiglia un'azione politica quotidiana per la tutela, il sostegno e la cura dei propri figli, senza dover trascurare per questo la professione o il resto [Applausi dei deputati del gruppo UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro)]!