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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Scelte aziendali delle Poste italiane Spa in relazione all'utilizzo di lavoratori precari - n. 3-00576)
PRESIDENTE. L'onorevole Zipponi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00576 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
MAURIZIO ZIPPONI. Signor Presidente, signor ministro, le Poste italiane Spa hanno assunto nell'arco di otto anni 30 mila giovani precari a tempo determinato per coprire posti di lavoro vacanti.
L'esasperato ricorso a forme di lavoro precario ha provocato decine di migliaia di ricorsi alla magistratura e ingentissime spese legali e risarcitorie a carico dell'azienda.
La Corte dei conti, nella sua relazione del dicembre 2006, ha rilevato e censurato questo incredibile «sperpero» di denaro pubblico.
In risposta a 13 mila di questi ricorsi, la Corte di cassazione ha espresso sentenze favorevoli alle trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato.
Chiediamo di sapere quali iniziative urgenti il ministro interrogato intenda promuovere per salvaguardare il diritto ad un lavoro stabile per tutti i 30 mila precari.
PRESIDENTE. Il ministro delle comunicazioni, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere.
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PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro delle comunicazioni. Signor Presidente, come è certamente noto anche agli onorevoli Zipponi e Burgio, a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di intervenire nella gestione aziendale, che rientra nella competenza specifica degli organi statutari della società.
Naturalmente, per rispondere all'interrogazione noi abbiamo acquisito alcuni elementi della posizione di Poste italiane; rappresenteremo poi l'opinione del Governo da un punto di vista politico-generale, anche se il Governo, per l'appunto, non dispone di strumenti di intervento sulla gestione aziendale diretta.
In merito al tema dei lavoratori a tempo determinato, assunti nel corso degli anni a partire dal 1997, nonché della gestione delle vertenze che ne sono scaturite, le Poste italiane precisano che tali questioni vanno collegate alla politica delle assunzioni seguita negli anni compresi tra il 1997 e il 2002; anni in cui la scelta del ricorso ad assunzioni a tempo determinato fu concepita al fine di perseguire l'obiettivo della trasformazione da ente pubblico economico in società per azioni e per fronteggiare, in conformità con gli obiettivi di risanamento imposti dal primo piano di impresa, il processo di ristrutturazione e di riorganizzazione. L'attuazione di tale processo doveva comunque tenere conto dello squilibrio nella collocazione delle risorse umane presenti in azienda e dell'impossibilità di raggiungere intese a livello sindacale sul tema della redistribuzione del personale sul territorio.
La questione si sta sviluppando sia sul piano giudiziario sia su quello sindacale.
Sul piano giudiziario, le Poste italiane sostengono che sta proseguendo nella gestione del contenzioso residuo, con particolare riferimento all'andamento delle controversie dinanzi alla suprema Corte di cassazione. Ad avviso delle Poste italiane, la Corte di cassazione, oggi, sarebbe intervenuta su circa cento ricorsi in tema di contratti a termine e avrebbe prevalentemente pronunciato sentenze con rinvio, enunciando principi di diritto sostanzialmente favorevoli, in molti casi, alle tesi aziendali - così, appunto, dichiarano le Poste italiane -, specie in tema di «causali» esigenze eccezionali connesse alla ristrutturazione e riorganizzazione aziendale.
Sul piano gestionale, la società ha riferito invece di avere progressivamente ridotto, a far data dal 2003, il ricorso alle assunzioni con contratto a tempo determinato e di avere ricercato il raggiungimento di un assetto occupazionale caratterizzato da maggiore stabilità, anche in ragione della necessità di elevare il livello qualitativo degli addetti.
Infine, le Poste italiane richiamano l'accordo sindacale raggiunto nel gennaio 2006. Stando a quanto comunicano le Poste italiane, l'accordo in questione determina una modalità di consolidamento del rapporto di lavoro mediante la sottoscrizione libera e volontaria di un verbale di accordo individuale che contiene la rinuncia al contenzioso e garantisce all'azienda l'effettivo recupero degli importi economici liquidati per i periodi non lavorati.
PRESIDENTE. Deve concludere...
PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro delle comunicazioni. Concludo, Presidente.
L'accordo ha, inoltre, individuato la modalità di costituzione di un sistema di graduatorie allo scopo di creare un canale di reperimento di risorse che hanno già prestato attività lavorativa per le Poste italiane nel periodo tra il 1997 ed il 2005.
Un'ultima considerazione, signor Presidente, se mi è consentita, è la seguente. Naturalmente, il Governo, da un punto di vista generale, è molto sensibile alla questione dell'assorbimento del lavoro precario, come dimostra anche la recente legge finanziaria, e pertanto non mancherà di seguire con attenzione l'evolversi della situazione e di ....
PRESIDENTE. Signor ministro, la Presidenza è molto sensibile al tempo...
PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro delle comunicazioni. ...esercitare i suoi poteri Pag. 46di indirizzo al fine della stabilizzazione dei contratti a tempo determinato.
PRESIDENTE. L'onorevole Zipponi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO ZIPPONI. Signor Presidente, ringrazio il ministro soprattutto per l'ultima parte, in cui considera importante l'azione del Governo anche nei confronti di aziende che non prevedono ovviamente un intervento diretto nella gestione. Pertanto, l'attenzione posta alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato per attività continue e costanti credo rappresenti un indirizzo che l'Esecutivo debba seguire con una pressante azione esercitata sulle Poste italiane.
Tuttavia, chiedo al ministro di verificare quanto affermato dalle Poste italiane. Infatti, a noi risulta che tale azienda abbia perso cause contro 13 mila lavoratori, trovandosi costretta a pagare avvocati, penali ed arretrati e generando un danno dieci volte superiore al risparmio che l'azienda ha ottenuto con l'assunzione di lavoratori a tempo determinato. Chiediamo di aprire un'inchiesta su questo oneroso dispendio economico, anche in relazione al costo del servizio universale a carico della finanza pubblica. Chiediamo, altresì, di accertare le motivazioni di tale dissennato comportamento dell'azienda e di valutare se vi siano responsabilità dirette ed oggettive da sanzionare. Chiediamo, infine, che tutte le lavoratrici ed i lavoratori giovani e precari seguano un percorso di stabilizzazione dal proprio posto di lavoro.
Signor ministro, con lei vorremmo continuare il confronto a partire dalla risoluzione presentata dal gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea presso la IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni) che affronta l'insieme dei problemi relativi alle Poste Italiane, a partire dai processi di privatizzazione e liberalizzazione che rischiano di mettere in ulteriore allarme i lavoratori dell'azienda.