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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Contenuti e gestione dell'accordo tra il Ministero dell'interno e Poste italiane in relazione alle pratiche per il rinnovo dei permessi di soggiorno - n. 2-00335 e n. 2-00336)
PRESIDENTE. Avverto che le interpellanze urgenti Amici n. 2-00335 e Migliore n. 2-00336, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6).
ANTONIO ATTILI. Signor Presidente, si dovrebbero svolgere prima la mia interpellanza e quella dell'onorevole Raiti!
PRESIDENTE. Onorevole Attili, le vostre interpellanze saranno svolte successivamente.
SALVATORE RAITI. Nell'ordine del giorno della seduta sono pubblicate prima delle interpellanze urgenti degli onorevoli Amici e Migliore!
PRESIDENTE. Mi attengo all'impostazione che è stata concordata con il Governo e con gli uffici della Camera. Eventualmente, si potrebbe procedere ad una richiesta rivolta agli onorevoli interpellanti ed al Governo se convenire su una variante rispetto a quanto programmato dalla Camera e dal Governo, considerando ragioni di orario, che peraltro ritengo comuni a tutti. A riprova di quanto ho detto in precedenza, segnalo inoltre che non è presente in aula il sottosegretario competente a rispondere alle vostre interpellanze. Siamo in attesa del suo arrivo. Egli, infatti, contava su un orario diverso. Proseguiamo, dunque, con l'impostazione stabilita, sperando tutti in uno svolgimento conciso delle interpellanze.
L'onorevole Amici ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00335.
SESA AMICI. Signor Presidente, rinuncio ad illustrarla e mi riservo di intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. L'onorevole Frias ha facoltà di illustrare l'interpellanza Migliore n. 2-00336, di cui è cofirmataria.
MERCEDES LOURDES FRIAS. Rinuncio ad illustrarla, signor Presidente, e mi riservo di intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Marcella Lucidi, ha facoltà di rispondere.
MARCELLA LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, cercherò di raccogliere il suo invito alla sintesi, anche se l'interpellanza a prima firma dell'onorevole Migliore è piuttosto complessa e pertanto richiederebbe una risposta altrettanto approfondita.
La legge n. 271 del 12 novembre 2004 ha previsto che l'amministrazione dell'interno in materia di immigrazione, nell'ambito della semplificazione delle procedure amministrative, possa stipulare, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, convenzioni con i concessionari di pubblici servizi o con altri soggetti non pubblici per la raccolta e l'inoltro ai propri competenti uffici delle domande e delle dichiarazioni o atti dei privati e per lo svolgimento di operazioni preliminari all'adozione dei provvedimenti richiesti, nonché per l'eventuale inoltro agli interessati dei provvedimenti conseguentemente rilasciati.
Gli incaricati del pubblico servizio, addetti alle procedure definite dalle convenzioni, possono essere autorizzati a procedere all'identificazione degli interessati, a carico dei quali viene previsto l'importo relativo al servizio. Per lo snellimento delle procedure e per la riduzione dei tempi di rilascio e di rinnovo dei titoli di Pag. 68soggiorno il Ministero dell'interno ha elaborato un progetto che prevede la stipula di intese con l'ANCI e con gli istituti di patronato, nonché una convenzione con Poste italiane al fine di perseguire economie gestionali nello svolgimento dell'attività amministrativa, realizzando un migliore utilizzo delle risorse disponibili.
Con decreto del ministro dell'interno del 12 ottobre 2005, il costo del servizio, a carico del richiedente, è stato stabilito in 30 euro. A tale costo debbono aggiungersi 14,62 euro per la marca da bollo. L'ulteriore costo di 27,50 euro è stato fissato con decreto del 4 aprile 2006, adottato dal ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il ministro dell'interno, per il rilascio del permesso di soggiorno elettronico, in conformità agli obblighi, imposti in sede comunitaria, per l'istituzione di un modello uniforme per i permessi di soggiorno da rilasciare ai cittadini di paesi terzi. Con decreto del ministro dell'interno del 3 agosto 2004 sono state adottate le relative regole tecniche di sicurezza e, all'articolo 6, è stato individuato l'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato quale organo competente alla produzione dei documenti di soggiorno.
Sulla base del progetto, quindi, il ministro dell'interno ha stipulato il 30 gennaio 2006 una convenzione con Poste italiane, il 9 febbraio 2006 un protocollo di intesa con gli istituti di patronato e il 13 febbraio 2006 un protocollo di intesa con l'ANCI.
La Convenzione con Poste italiane prevede l'esternalizzazione dell'attività di front office precedentemente svolta dagli uffici immigrazione delle questure, l'informatizzazione delle procedure, la tracciabilità delle istanze in ogni fase del procedimento con l'attivazione degli elementi di sicurezza contenuti nella ricevuta di accettazione, l'utilizzo di prassi amministrative uniformi su tutto il territorio nazionale.
L'intenzione dell'accordo era quella di consentire il recupero del personale degli uffici immigrazione, già impegnato nelle attività delegate, il venir meno della necessità di ricorrere a lavoratori interinali, la riduzione dei tempi di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno e l'assenza di oneri a carico del bilancio dell'amministrazione statale.
Gli istituti di patronato e gli uffici comunali hanno, invece, il compito di assistere gli stranieri, informandoli sui documenti necessari e sulle modalità di presentazione. Gli istituti di patronato, inoltre, hanno competenza a supportare gratuitamente i richiedenti nella compilazione delle istanze e nella trasmissione, in via telematica, dei relativi dati. Gli stessi istituti dispongono, altresì, di un canale privilegiato per seguire le pratiche durante il loro iter e conoscerne l'esito per informarne i diretti interessati.
Questa nuova procedura opera nel pieno rispetto delle regole fissate dalla normativa vigente in materia di procedimento amministrativo.
Non esiste, infatti, alcun impedimento alla produzione di documentazione aggiuntiva rispetto a quella prevista dal kit; la questura rimane l'unico soggetto titolare del procedimento amministrativo, poiché l'attività delegata a Poste italiane è quella relativa all'acquisizione delle istanze; la stessa questura, inoltre, può richiedere integrazioni alla documentazione prodotta dal richiedente.
I campi obbligatori della procedura informatica corrispondono a quelli previsti dalla normativa vigente quali requisiti indispensabili per la ricevibilità della domanda. In ogni caso, la questura può intervenire direttamente sull'istanza in formato elettronico, «sbloccandola» qualora ne sussistano i presupposti.
La nuova procedura interviene, dunque, solo sulle modalità di presentazione delle domande, al fine di fornire un miglior servizio agli interessati, in quanto i punti di accesso all'utenza non sono più i 103 uffici immigrazione delle questure, bensì i 5332 uffici postali abilitati all'accettazione delle istanze ed i 14000 uffici postali abilitati alla distribuzione della modulistica.
A seguito delle notizie di un esaurimento dei kit presso gli uffici postali - come da voi ricordato - e del fiorire di Pag. 69una vergognosa compravendita illegale di moduli, il Ministero dell'interno, oltre ad avviare i necessari accertamenti di polizia, ha immediatamente chiesto a Poste italiane di provvedere al sistematico rifornimento degli uffici postali abilitati.
Poste italiane ha comunicato che, alla data odierna, sono stati distribuiti 2 milioni di kit, un quantitativo che, a fronte di una stima del fabbisogno pari a circa 120 mila istanze mensili, potrebbe essere ritenuto sufficiente a soddisfare le richieste di rilascio o di rinnovo per i prossimi diciotto mesi. Resta ferma, in ogni caso, la possibilità per lo straniero di rivolgersi anche ai patronati e ai comuni, come ricordavo prima.
Considerate le rassicurazioni di Poste italiane sulla distribuzione e sulla tempestiva ricostituzione delle scorte dei kit presso gli uffici preposti, il Ministero dell'interno, il 19 gennaio scorso, ha ribadito, come già esposto in una serie di colloqui con l'azienda, che la piena disponibilità dei moduli presso tutti gli uffici è da considerarsi condizione essenziale per il proseguimento della convenzione.
Per favorire l'informazione corretta degli immigrati sulle procedure, e soprattutto sulla gratuità dei kit, nonché sulla opportunità di ricevere assistenza qualificata e gratuita dai patronati e dai comuni coinvolti, è in fase di realizzazione una campagna informativa che si affianca a quella già attivata dallo scorso 11 dicembre attraverso il Portale immigrazione e un numero verde gratuito, che corrisponde ad un call center multilingue, sviluppato e gestito in collaborazione con l'ANCI.
In ogni caso, la problematica segnalata riguarda unicamente le procedure di rinnovo del permesso di soggiorno. Infatti, nei casi di primo rilascio del permesso di soggiorno per lavoro subordinato e ricongiungimento familiare, che sono la prevalenza, per la presentazione dell'istanza non viene utilizzato il kit distribuito dalle poste, bensì un apposito modello predisposto e compilato dagli sportelli unici per l'immigrazione attraverso il proprio sistema informatico, che l'interessato consegna, poi, dentro una apposita busta, agli uffici postali.
Allo scopo di semplificare e rendere più agevole la presentazione e la gestione delle richieste di nulla osta per l'assunzione di lavoratori stagionali relative all'emanando decreto flussi per l'anno 2007, sono in corso di definizione procedure volte a favorire in via prioritaria la compilazione e l'inoltro delle domande via Internet, qualora ci si avvalga delle associazioni di categoria, senza escludere la possibilità di utilizzare direttamente apposita modulistica rinvenibile in Internet.
Le iniziative finora descritte sono oggetto di un attento monitoraggio del Ministero dell'interno, che, in coerenza con le politiche per l'immigrazione che il Governo intende attuare, ha ben chiaro il proprio dovere di garantire la dignità personale degli immigrati anche attraverso l'offerta di servizi che agevolino il loro rapporto con la pubblica amministrazione. A questo stesso impegno sono stati richiamati e sono continuamente sollecitati tutti i soggetti coinvolti nelle procedure descritte. È certamente parte di questo impegno l'attività di prevenzione e di controllo che ciascuno, per la sua competenza, soprattutto le forze di polizia, è chiamato a svolgere perché non si innestino nelle procedure situazioni di strumentalizzazione e sfruttamento delle condizioni di vulnerabilità che molti immigrati vivono.
Proprio con questo spirito, e in linea con l'impegno programmatico assunto dal Governo con gli elettori, il Ministero dell'interno ha inteso, da subito, sostenere come proprio obiettivo il trasferimento agli enti locali delle competenze per il rinnovo dei permessi di soggiorno. A questo scopo, in data 20 novembre 2006, lo stesso ministero ha sottoscritto, insieme ad ANCI e a Poste italiane, un accordo attuativo dei rapporti convenzionali esistenti, che ha dato avvio ad una fase triennale di definizione e di sperimentazione, con il coinvolgimento di alcune amministrazioni locali, di nuovi modelli Pag. 70organizzativi e procedurali da estendere, successivamente, a tutto il territorio nazionale.
Ovviamente, anche questo obiettivo dovrà e potrà trovare una migliore definizione, anche normativa, in un disegno complessivo di riforma delle disposizioni relative all'ingresso e al soggiorno degli immigrati, che agevoli i percorsi legali di inserimento lavorativo e sociale.
Su questo, come sapete, il Governo sta alacremente lavorando.
PRESIDENTE. L'onorevole Amici ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-00335.
SESA AMICI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario, che si è trovata di fronte a due interrogazioni concernenti il rinnovo dei permessi di soggiorno: la prima, molto più circoscritta, faceva riferimento a notizie di stampa che riguardavano l'assoluta mancanza presso la società Poste italiane del kit per il rinnovo dei permessi, mancanza che ha prodotto un vero e proprio mercato nero, come in genere accade quando ci si trova di fronte a soggetti deboli; l'altra, di cui è cofirmataria la collega Frias, molto più articolata e contenente altre questioni di merito, su cui il sottosegretario molto si è impegnato nella risposta.
Dalle cose da lei dette, sottosegretario, mi sembra emergano due questioni. In primo luogo, va ricordata una convenzione con Poste italiane, fatta nel 2005 e ratificata nel 2006, che rientrava in quello strano meccanismo, molto ossessivo nella ricerca di una regola formale di fronte ad un flusso di cittadini non comunitari, introdotto dalla legge Bossi Fini, con la quale l'allora Governo di centrodestra, attraverso un decreto-legge, stabilì una accelerazione nella definizione dei permessi. Ricordo che da questi banchi - eravamo opposizione - fui proprio io ad intervenire su quell'argomento, perché eravamo di fronte ad uno spettacolo indecoroso e non degno di un paese civile: ricordo le centinaia e migliaia di persone che si recavano per il rinnovo del permesso di soggiorno davanti alle questure. Ritenevamo già allora che Poste italiane non fosse in grado di assolvere ad un compito così impegnativo e che occorrevano altre formulazioni, compreso un rapporto più diretto ed incisivo delle realtà locali, ad iniziare dai comuni. È pur vero che nella sua risposta, sottosegretario, lei ha parlato della data del 19 gennaio, data nella quale Poste italiane ha confermato di avere fornito tutti gli sportelli d'Italia di nuove scorte. L'interrogazione che abbiamo presentato il 30 gennaio testimonia invece che da quella data alla risposta di oggi sono passati parecchi giorni senza che sia intervenuto un cambiamento della situazione; evidentemente, anche nella distribuzione fatta da Poste italiane continuano a permanere alcuni disagi.
Apprezzo lo sforzo che, nel suo intervento, lei ha fatto, rassicurando rispetto al totale complessivo dei kit, che sono due milioni, e rispetto alle domande quantificate dal ministero per il rilascio del permesso di soggiorno.
Le questioni poste mi fanno auspicare che il lavoro svolto dal ministero, del quale lei rappresenta una parte importante in qualità di sottosegretario, giunga al più presto ad una definizione complessiva delle norme di quella legge che occorre modificare.
Si tratta di cittadini, non italiani, ma certamente degni di rispetto, anche nell'ambito delle procedure amministrative. Per tale motivo, ritengo sarebbe opportuno che il Parlamento si occupasse di tale questione nella sua complessità e nei suoi obiettivi strategici.
PRESIDENTE. L'onorevole Frias ha facoltà di replicare per l'interpellanza Migliore n. 2-00336, di cui è cofirmataria.
MERCEDES LOURDES FRIAS. Signor Presidente, signor sottosegretario, non le dirò se sono soddisfatta o meno, ma svolgerò un ragionamento sulla base della risposta che lei si è sforzata di fornire alle nostre interpellanze.
Da cittadina immigrata - infatti, anche se ho la cittadinanza italiana, sono pur Pag. 71sempre un'immigrata -, che spesso ha dovuto affrontare le code di fronte alla questura, sono soddisfatta di aver constatato la diminuzione di tali code. Si trattava, infatti, di uno spettacolo indecoroso sia per chi si trovava lì, sia per chi doveva assistere a tale situazione.
Pertanto considero questo accordo positivo, nel senso che restituisce dignità al momento della presentazione della richiesta di rinnovo di un documento dal quale dipende tutta la vita di un cittadino o di una cittadina straniera in questo paese.
Preso atto di questo dato positivo, occorre tuttavia sottolineare l'esistenza di alcuni elementi di criticità. In primis, vi è la questione dell'obbligo di presentare la richiesta attraverso le poste. Ciò comporta una riscrittura della normativa vigente, secondo la quale la domanda può essere fatta alle poste o alla questura. Tuttavia, essendo gli uffici postali semplici sportelli per inoltrare la domanda, le situazioni che presentano difficoltà e che hanno necessità di assistenza non possono trovare risposte presso tali uffici. Ovviamente vi sono anche i patronati o l'ANCI, ma ciò aumenta i passaggi necessari per ottenere il permesso di soggiorno.
Inoltre, si registra una certa difficoltà nella compilazione dei kit, nonché delle schede e delle sottoschede, tanto che a volte basta non appoggiare forte la mano perché la pratica si blocchi, perché il lettore ottico non riesca a leggere. Anche questo comporta un allungamento dei tempi, con la conseguenza che una persona può rimanere senza permesso di soggiorno.
Al di là di queste piccoli aspetti pratici, vi sono altre questioni che occorre sottolineare. Una di queste è costituita dagli oneri.
Capisco che non vi devono essere oneri aggiuntivi per lo Stato; tuttavia ritengo ci si debba interrogare anche sull'enorme profitto che queste pratiche stanno determinando per qualcuno, sulla pelle degli immigrati.
Lei ha analizzato le singole voci che compongono il costo complessivo della procedura per ottenere il rinnovo o il rilascio di un permesso di soggiorno; seguirò dunque tale sua indicazione. Ebbene, 14 euro si devono alle marche da bollo mentre oltre 27 corrispondono al costo della carta elettronica; tuttavia, quanto noi vorremmo venisse spiegato è il motivo per il quale 30 euro per ogni richiesta devono essere dati alle Poste. Come si può giustificare ciò? Nell'ipotesi di una famiglia con cinque persone, occorreranno cinque kit, cinque pacchi di schede da compilare: pensate all'aggravio in termini di tempo e, soprattutto, in termini di oneri! Considerando il reddito di una famiglia di immigrati (ma anche, in ipotesi, quello di una famiglia di operai), la spesa relativa equivale a mezzo stipendio! Constatiamo, dunque, in questo caso, come, sull'immigrazione, vi sia sempre qualcuno che, in qualche modo, deve speculare.
In sostanza, con l'interpellanza presentata vogliamo conoscere i tempi della procedura e chiedere la sospensione dell'accordo con Poste italiane.
Conveniamo su quanto da lei riferito circa lo sforzo che sta compiendo il Ministero dell'interno per delegare tutte le pratiche relative al rinnovo ed al primo rilascio del permesso di soggiorno agli enti pubblici locali; ciò corrisponde al programma con il quale ci siamo presentati agli elettori. Lei ci porta dunque una buona notizia; avremmo però bisogno dell'indicazione dei tempi per l'attuazione di tale intervento. Dal punto di vista culturale e politico, si realizzerebbe, peraltro, uno spostamento della mentalità dominante e, dall'immigrazione vista come un problema di ordine pubblico, si passerebbe ad una concezione della stessa come un fenomeno sociale dai risvolti a doppio senso.
Ciò rappresenterebbe un salto di qualità, ma abbiamo bisogno di sapere quando succederà e, nel frattempo, abbiamo altresì urgentemente bisogno che venga assolutamente sospesa - uso una parola forte, ma non saprei trovarne un'altra - questa «rapina» contro gli immigrati. Mi riferisco ai citati 30 euro a persona che devono essere dati alle Poste; Pag. 72è un problema molto sentito da chi lo vive ma anche da parte di chi, per motivi di lavoro, si occupa di tali questioni.
Lei parla di un nuovo modello organizzativo; voglio ribadire che l'accordo era stato firmato dal precedente Governo. Al riguardo, devo insistere, non ritengo che esso sia un fatto in sé negativo. Però, andava forse sperimentato meglio e occorreva più tempo. Sappiamo che è stato attuato soltanto per 2 mila casi e, di questi, solo 800 hanno avuto esito positivo. Dunque, forse avevamo bisogno di più tempo per tutelare maggiormente tutte queste migliaia di persone, specie in considerazione del fatto che vi è sempre qualcuno che vuole lucrare sulla loro condizione. Si è aperto, infatti, un mercato, come ha osservato poc'anzi la collega Amici, per chi si è messo a vendere i kit; ciò è avvenuto analogamente a quanto succede nei consolati dei paesi di provenienza. Con tutta la burocrazia e tutta l'enorme massa di documenti che bisogna produrre, vi è sempre qualcuno, qualche intermediario che su ciò specula; tutti poi facciamo un po' finta di non vedere tali vicende. Anche questo fa parte della condizione di vulnerabilità in cui vivono gli immigrati.
Abbiamo bisogno di tempi certi per questo salto di qualità e di non continuare a modificare la situazione esistente se non siamo certi e sicuri di quanto vogliamo realizzare. Altrimenti, succederà che, come sempre, saranno gli ultimi, gli immigrati, a pagare le conseguenze.
PRESIDENTE. Prima di passare alla successiva interpellanza urgente, l'occasione mi è gradita per informare l'Assemblea che è presente nelle tribune ed assiste ai nostri lavori una classe dell'Istituto comprensivo di Castelcivita (Salerno); la Presidenza e l'Assemblea rivolgono ad essa un saluto (Applausi).