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Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge Ascierto; Zanotti ed altri; Naccarato; Mattarella ed altri; Ascierto, Galante ed altri; Deiana; Fiano; Gasparri ed altri; la Mascia; Boato; Boato; Boato; Scajola ed altri; D'Alia; Maroni ed altri; Cossiga; Cossiga: Sistema di informazione, per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto (A.C. 445-982-1401-1566-1822-1974-1976-1991-1996-2016-2038-2039-2040-2070-2087-2105-2124-2125-A).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 445-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 445 ed abbinate sezione 4).
Avverto che è stato ritirato l'emendamento 5.500 del Governo.
Nessuno chiedendo di parlare sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, nel ricordare che l'emendamento Capotosti 5.61 è stato ritirato, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Buemi 5.60 e formula un invito al ritiro dell'emendamento Galante 5.62; credo peraltro che l'onorevole Licandro, presentatore dell'emendamento in oggetto, manifesti il desiderio di ritirarlo.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Sì, lo ritiro.
PRESIDENTE. Il Governo?
ENRICO MICHELI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Buemi 5.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Signor Presidente, l'emendamento Buemi 5.60 chiede che nel Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri, oltre all'Autorità delegata e ai ministri degli affari esteri, dell'interno e della difesa, siano presenti anche il ministro della giustizia e il ministro dell'economia e delle finanze. Abbiamo discusso a lungo su questa materia in Commissione.
Annuncio il voto favorevole sull'emendamento in oggetto. Credo sia opportuno (non sarebbe stato strettamente necessario; sto parlando di opportunità) che questo Comitato, che da tre ministri passa a cinque, oltre ovviamente al Presidente del Consiglio e all'Autorità delegata, ove istituita, sia composto - lo ripeto - anche dal ministro della giustizia, per le competenze che gli sono proprie (si tratta di una materia delicata, che avrà a che fare anche con le garanzie funzionali di cui discuteremo più avanti) e dal ministro dell'economia e delle finanze, che, oltre ad essere il principale ministro di carattere economico, non l'unico, all'interno del Gabinetto del Governo, è anche, essendo ministro dell'economia e delle finanze, il riferimento istituzionale della stessa Guardia di finanza, come il Ministero della difesa lo è per l'Arma dei carabinieri e per le altre Forze armate ed il Ministero dell'interno per la Polizia di Stato, per una responsabilità generale sulla pubblica sicurezza.
Credo sia opportuno che si preveda questo limitato allargamento nella composizione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica e confermo il voto favorevole dei Verdi sull'emendamento Buemi 5.60.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, noi, viceversa, voteremo contro questo emendamento. In Commissione abbiamo discusso a lungo sulle competenze del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica e, a fronte delle obiezioni che erano state fatte in ordine ai poteri forti che questo Comitato doveva avere, anche sotto il profilo del condizionamento dell'attività di indirizzo politico sull'intelligence del Presidente il Consiglio (infatti, si dice che il CISR ha poteri di definizione dell'attività di indirizzo della politica e della sicurezza), sono stati attribuiti poteri relativi all'approvazione dei bilanci e quindi alla gestione e all'assegnazione delle risorse finanziarie.Pag. 44
Peraltro, sono stati attribuiti legittimi poteri relativi al coordinamento e allo scambio informativo tra i tre Ministeri che - oltre al Presidente del Consiglio ed eventualmente all'Autorità delegata - hanno competenza in materia: mi riferisco ai Ministeri della difesa, dell'interno e degli affari esteri. Tutto ciò compensando l'eliminazione del rapporto diretto e di dipendenza funzionale fra i singoli servizi e il Ministero della difesa, da un lato, e il Ministero dell'interno, dall'altro. Sicché, si è detto che, mentre l'attività operativa, giustamente, è interamente incardinata all'interno del dipartimento delle informazioni per la sicurezza nazionale (DIS) presso la Presidenza del Consiglio, l'attività di indirizzo politico, ancorché spettante in via esclusiva al Presidente del Consiglio, deve essere collegiale, perché questi tre rami dell'amministrazione necessariamente fanno parte del sistema della sicurezza.
Oggi, si è cambiata opinione. Si è detto: attenuiamo questi poteri e allarghiamo i soggetti che necessariamente partecipano ai lavori del CISR. La norma stabilisce che, oltre ai ministri dell'interno, della difesa e degli affari esteri, il CISR possa chiamare a partecipare alle sedute altri ministri che per competenza possano dare un supporto all'attività e alla programmazione delle politiche di intelligence, nonché i vertici delle forze di polizia, delle forze dell'ordine e via dicendo.
Con questo emendamento la composizione del CISR si allarga anche al Ministero della giustizia e al Ministero dell'economia e delle finanze: noi la riteniamo una scelta immotivata.
Intanto, come è noto, il ministro della giustizia non ha alcun potere nel rapporto con la sua amministrazione; quindi, non è nelle condizioni di poter interferire con un'attività che, per Costituzione, è indipendente e autonoma.
Il ministro dell'economia e delle finanze, per altro verso, è competente limitatamente alla sola gestione preliminare delle risorse. Sarebbe stata più coerente la scelta di inserire un riferimento al ministro per lo sviluppo economico che, invece, ha una competenza specifica relativa allo spionaggio industriale.
Credo che, in qualche modo, la soluzione che è stata trovata - che rispetto, ma che non condivido - attenui quel principio forte che abbiamo tenuto saldo nell'organizzazione del DIS e che avremmo dovuto tenere altrettanto fermo nell'organizzazione dell'organo che specularmente si muove con il DIS, perché ne rappresenta, per così dire, la parte più squisitamente politica e di indirizzo del Governo.
Questo allargamento - che per le ragioni esposte riteniamo ingiustificato - non ci sembra funzionale né utile. Non siamo abituati a fare analisi dietrologiche sul motivo per cui viene inserita tale disposizione: non spetta a noi dirlo. Siamo ancorati a quella visione rispetto alla quale originariamente in Commissione - come il presidente Violante sa - nutrivamo una serie di perplessità, ma che poi abbiamo condiviso.
Oggi, ci troviamo di fronte ad un'altra formulazione che contraddice quella originaria e che, comunque, per le ragioni che ho illustrato, non ci trova consenzienti.
Per queste ragioni, esprimeremo un voto contrario sull'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buemi. Ne ha facoltà.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, intanto esprimo il mio dispiacere per il fatto che i colleghi dell'UDC - in particolare il collega D'Alia, che stimiamo - non abbiano condiviso l'emendamento in esame, che ha l'obiettivo di inserire nel Comitato due responsabilità politiche di grandissima importanza proprio in funzione delle attività dei servizi di informazione e sicurezza. Mi riferisco al ministro della giustizia, come titolare di una branca essenziale dello Stato, dove la tutela della legalità, attraverso le sue molteplici istituzioni, è elemento fondamentale. Senza dimenticare che il ministro della giustizia Pag. 45è anche il responsabile politico delle carceri, che in materia di informazione e sicurezza hanno una rilevanza notevole.
La seconda figura politica è quella del ministro dell'economia, e qui non si tratta tanto di introdurre tale presenza perché è responsabile della Guardia di finanza - anche! - ma perché noi riteniamo che anche la tutela dell'economia generale del paese debba essere tra le attività di informazione e di sicurezza. Non è irrilevante, in relazione a questa presenza, la definizione di strategie che, come ben sappiamo, possono avere una forte rilevanza sugli andamenti economici del paese.
Si tratta, dunque, di due presenze essenziali per dare al Comitato quell'equilibrio e quella responsabilità piena, che certamente è rappresentata dalla presenza del Presidente del Consiglio, titolare della direzione politica dei servizi di informazione e di sicurezza; ma i punti di vista di quella responsabilità sono utili e, noi diciamo, indispensabili per un buon lavoro dei servizi di informazione e di sicurezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. L'emendamento in esame francamente non ci convince, perché è vero, come è stato ricordato poco fa dal collega D'Alia, che si è discusso a lungo in Commissione in ordine alla costituzione del Comitato di cui stiamo parlando, è vero che esso ha perso progressivamente gran parte dei suoi poteri, ma lo è anche il fatto che comunque dovrebbe trattarsi di un organismo assolutamente snello.
Non sfuggirà ai colleghi il fatto che la composizione originaria è proprio quella di persone che sono all'interno del Comitato perché competenti: il Presidente del Consiglio lo è perché autorità politica responsabile in materia di servizi; l'Autorità delegata è il sottosegretario eventualmente delegato; il ministro degli affari esteri è competente perché una parte dell'attività dei nostri servizi si svolge all'estero; il ministro dell'interno lo è perché responsabile politico all'interno e in ordine alla sicurezza, così come è competente, per quanto riguarda le operazioni all'estero borderline con quelle di carattere militare, il ministro della difesa.
Il ministro dell'economia, Presidente, è stato inserito per mascherare la vera operazione politica, che è stata quella di inserire il ministro della giustizia, perché tale richiesta politica arrivava dal ministro della giustizia stesso, che è anche a capo di un partito, e quindi perché, evidentemente, vi era un braccio di ferro all'interno della maggioranza. A tale proposito, se andiamo a guardare la storia degli emendamenti che sono stati presentati, troviamo che in questo senso sono stati presentati emendamenti proprio dal gruppo dell'UDEUR.
È evidente che la composizione del Comitato di cui all'articolo 5 risulta strumentale a logiche di potere e alla necessità di creare pesi e contrappesi all'interno della maggioranza e non è certo rispondente alla funzionalità del Comitato e alle esigenze di trasparenza e di efficienza dei nostri servizi di informazione.
È per questo motivo che noi voteremo contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gasparri. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GASPARRI. Vorrei invitare il relatore a rivalutare l'ipotesi di cui stiamo parlando e a non modificare il testo in esame. Quindi, noi siamo contrari all'emendamento che allarga la composizione del Comitato in questione. Voglio sottolineare pertanto le motivazioni che anche i colleghi hanno qui esposto.
La sua composizione ristretta, infatti, è volta a rafforzarne l'autorevolezza. Non vorremmo che tale «allungamento della lista» dei componenti risponda, più che alle esigenze delle istituzioni rappresentate, a quelle dei politici o dei partiti: in altri termini, alla composizione di tale organo si aggiungerebbe il ministro della giustizia in quanto si deve dare «ospitalità» all'attuale ministro, nonché al gruppo Pag. 46che rappresenta. Non vorrei si trattasse, insomma, di una norma ad personam.
Vorrei dire al relatore che tale situazione potrebbe essere comunque risolvibile, poiché il comma 5 dell'articolo al nostro esame prevede che, in ogni caso, il Presidente del Consiglio possa chiamare a partecipare alle sedute del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica anche altri ministri ove sussistano situazioni che ne consiglino - pur in un ambito così ristretto, autorevole e riservato - il coinvolgimento. In tal senso, il relatore dovrebbe ricordare la discussione svolta in sede di Commissione, rammentata dai colleghi che mi hanno preceduto.
Si tratta, dunque, di una norma aperta, la quale ratifica il ruolo specifico e particolare (come è ovvio che sia) dei ministri degli affari esteri, dell'interno e della difesa, ma mantiene comunque la possibilità di coinvolgere altri componenti del Consiglio dei ministri. Quindi, se esiste il problema di coinvolgere non il Ministero della giustizia, ma il ministro della giustizia (qualora rimanesse in carica l'attuale), potreste assumere tra di voi l'impegno politico di convocarlo per le riunioni del citato Comitato. Personalmente, non stravolgerei la disposizione in questione; poiché, al di là delle battute, mi sembra che sia questa l'esigenza preminente!
Inviterei pertanto il relatore a tornare al percorso iniziale; in caso contrario, è chiaro che il nostro gruppo voterà conto l'emendamento Buemi 5.60. Vorrei comunque rilevare che la nostra riflessione è ispirata al modo responsabile con cui si sta varando una legge molto delicata.
A nostro avviso, non bisogna aggiungere strapuntini: è prevista la possibilità di incrementare il numero dei componenti l'organo in oggetto, e quindi invito a non stravolgerne l'essenziale e ristretta composizione originariamente prevista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mascia. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, vorrei approfittare dell'occasione per sottolineare, anche a beneficio dei colleghi che non hanno seguito l'iter del provvedimento, che, dopo l'articolo precedente (con cui si stabilivano nuovi poteri di coordinamento per il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), con quello in esame si conferiscono nuovi poteri al Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. Ritengo si tratti di un elemento da evidenziare, perché constateremo che, nell'impianto complessivo del progetto di legge, tutto «si tiene», nell'ambito di un equilibrio di responsabilità e controlli.
Credo che ciò costituisca un elemento positivo. In questo caso, infatti, al Presidente del consiglio dei ministri compete non solo la responsabilità politica, ma anche l'alta direzione dell'intera politica informativa per la sicurezza. Il Comitato interministeriale in oggetto definisce, assieme al Presidente del consiglio, le strategie, nonché i bilanci ed i rendiconti economici. Si tratta, nell'ambito di una materia come quella in esame, di questioni a nostro avviso essenziali.
Abbiamo ragionato a lungo, naturalmente, circa la composizione di tale Comitato, perché, come è facile immaginare, molte potrebbero essere le competenze, più o meno impegnative, dei singoli ministeri: abbiamo deciso, dunque, di restringere la presenza in tale organo ai ministri più direttamente coinvolti. Crediamo comunque che allargare la composizione dell'organo, prevedendo la partecipazione del ministro dell'economia e delle finanze (il quale era tra quelli più rilevanti) e quello della giustizia, rappresenti un buon equilibrio. Tale equilibrio, infatti, non snatura la composizione - e quindi la funzione - del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, stante i nuovi compiti che gli vengono assegnati. In ogni modo, vorrei osservare che un numero così limitato di componenti consente di mantenere l'equilibrio che avevamo stabilito. Pertanto, preannunzio il voto favorevole del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea sull'emendamento Buemi 5.60.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, vorrei far rilevare ai colleghi espressione delle forze di minoranza che ho sentito opporsi all'approvazione dell'emendamento in esame - in particolare, a coloro che, come l'onorevole D'Alia, hanno elaborato il testo base nell'ambito del Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato - che forse, nell'esaminare una modifica del testo unificato originariamente licenziato dalla I Commissione, stiamo esagerando in una contrapposizione che trovo - vorrei dirlo con molto rispetto - ingiustificata.
Vorrei innanzitutto ricordare che, all'interno della proposta elaborata dal Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato, l'ampliamento della composizione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica era già previsto. Infatti, abbiamo presentato di comune accordo un testo, recante anche la mia firma e quella del collega D'Alia, che già contemplava questo allargamento. Lo dico rispettando le opinioni di tutti: poi ciascuno di noi, nello sviluppo del dibattito, può modificare il proprio avviso!
GIANPIERO D'ALIA. Devi dire che non lo condividevamo neanche allora!
EMANUELE FIANO. Ricordo, poi, che noi abbiamo una legge vigente - la n. 801 del 1977 -, la quale disciplina il funzionamento del precedente Comitato. All'articolo 2, quel Comitato è descritto come presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri e composto dal ministro degli affari esteri, dal ministro dell'interno, dal ministro di grazia e giustizia, dal ministro della difesa e dai ministri dell'industria e delle finanze. Non mi risulta che in questi anni, tra le tanti situazioni difficili di cui il Parlamento si è occupato e che riguardavano il funzionamento dei servizi di sicurezza, sia mai stata sollevata da alcuno una polemica o una critica circa la composizione o l'ampiezza del Comitato che affiancava il Presidente del Consiglio.
Colleghi, io penso che la parte fondamentale dell'articolo che noi stiamo per votare - naturalmente, dopo esserci espressi anche su questo emendamento - rimanga; la sostanza è che noi abbiamo assegnato ulteriori poteri a questo Comitato: mi riferisco ai poteri deliberativi, poiché il Comitato elabora gli indirizzi generali e gli obiettivi fondamentali da perseguire nel quadro della politica di informazione per la sicurezza, delibera sulla ripartizione delle risorse finanziarie tra il DIS e i servizi di sicurezza e sui relativi bilanci preventivi e consultivi. Il progetto di riforma che abbiamo elaborato assieme stabilisce dei poteri nuovi e sostanziali di indirizzo e consente di deliberare su una parte fondamentale caratterizzata dall'aspetto economico e finanziario.
La partecipazione al processo decisionale di ministri fondamentali per la gestione dei sistemi di informazione da parte del Governo - mi riferisco al ministro della difesa, al ministro della giustizia e al ministro dell'economia e delle finanze -, a me non pare uno sconvolgimento del principio che abbiamo voluto introdurre aumentando i poteri di indirizzo e di deliberazione del CISR.
Annunzio pertanto il sostegno del gruppo dell'Ulivo a questo emendamento poiché credo che l'allargamento dei componenti del CISR non vanifichi affatto i nuovi poteri di indirizzo e deliberativi, anzi sono del parere che possa esaltarli. Invito, quindi, a ragionare sull'effettiva portata della modifica proposta dall'emendamento in esame che, di fatto, non stravolge il senso del lavoro del CISR.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ulizia. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ULIZIA. Signor Presidente, intervengo per testimoniare l'adesione del gruppo Italia dei Valori all'emendamento Buemi 5.60 e per spiegarne le relative motivazioni.Pag. 48
Il Ministero dell'economia e delle finanze è dotato di un corpo importantissimo, la Guardia di finanza; e tutti i poteri dello Stato debbono, in qualche modo, sentirsi coordinati ed interessati alla sicurezza nazionale. In particolare, il coinvolgimento del Ministero dell'economia e delle finanze è volto a non lasciare sbavature, vuoti di potere e di intervento e, soprattutto, a consentir una visione complessiva e uniforme della questione relativa alla sicurezza interna ed esterna.
Per queste ragioni, i deputati del gruppo Italia dei Valori aggiungono la loro firma all'emendamento Buemi 5.60.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, come ricordavano i colleghi, ci siamo confrontati a lungo su questa parte del testo: sostanzialmente erano due le filosofie che si contrapponevano. Ricordo ancora che, effettivamente - come ricordava l'onorevole Fiano -, il testo è arrivato al nostro esame con un CISR abbastanza allargato ad un numero di ministri che andava anche oltre l'attuale composizione oggi all'esame dell'Assemblea.
Il Governo aveva predisposto uno specifico emendamento prevedendo un consiglio di gabinetto che, in qualche modo, circoscrivesse poi un organismo più snello con i ministri competenti, per coadiuvare realmente il Presidente del Consiglio.
A questo punto, la Commissione avrebbe potuto scegliere due opzioni: la prima era mantenere una composizione allargata del CISR, come previsto dalla normativa in vigore; la seconda era trasformare lo stesso CISR in un reale strumento di coordinamento tra i dicasteri precedentemente competenti sui servizi - interno, difesa ed esteri, per attinenza di materia - ed il Presidente del Consiglio. Non faccio velo che Forza Italia ritenesse preferibile questa seconda ipotesi.
Debbo dire che, nel corso della discussione in Commissione, si è comunque arrivati ad una mediazione, nel senso che si sarebbe potuto ampliare il numero dei componenti del CISR purché si limitassero i poteri deliberativi dello stesso organo, e ciò è stato deciso oggi, in Commissione. Sulla base di questa mediazione, che riteniamo riporti a coerenza il sistema, preannunziamo il nostro voto di astensione. Avremmo preferito, come detto, che si fosse scelta la prima opzione, ma riteniamo la scelta effettuata comunque confacente al testo predisposto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buemi 5.60, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 379
Astenuti 64
Maggioranza 190
Hanno votato sì 253
Hanno votato no 126).
Prendo atto che il deputato Poletti non è riuscito ad esprimere il proprio voto. Prendo atto altresì che la deputata Dato avrebbe voluto esprimere un voto favorevole mentre si è erroneamente astenuta.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alia. Ne ha facoltà.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, intervengo solo per preannunziare il voto di astensione del mio gruppo sull'articolo 5, considerato che è cambiata la natura di tale articolo. Il CISR che scaturisce dalle modifiche apportate non è niente di più e niente di meno - anzi, è di meno - rispetto all'assetto dei poteri definito nell'attuale Pag. 49comitato interministeriale. A mio avviso, inoltre, detto organo non potrà neanche, in questa sua composizione, effettuare quello scambio informativo riservato che è tipico dei tre ministeri che avevamo scelto per le loro competenze specifiche ed operative. Inoltre, esso non ha più i poteri relativi alla gestione delle risorse e non costituisce nemmeno più - al contrario di quanto era stato detto in precedenza, ed a me spiegato in Commissione - una forma di controllo dell'attività politica più generale nel settore dell'informazione e della sicurezza, a garanzia che il Presidente del Consiglio non faccia tutto da solo. Credo che questo sia un risultato in contraddizione con il lavoro svolto. Non lo condivido e per tali ragioni ripeto che il mio gruppo si asterrà sull'articolo 5.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, preannunzio il voto di astensione del gruppo della Lega Nord Padania sull'articolo 5, in considerazione dell'approvazione dell'emendamento Buemi 5.60, su cui abbiamo espresso voto contrario, che ha, in parte considerevole, snaturato la portata, originariamente positiva, di questo articolo. Inoltre, secondo la logica che ha presieduto all'allargamento del Comitato in questione, segnalo la mancata previsione della partecipazione del ministro per le infrastrutture. È infatti vero che quest'ultimo non c'entra nulla, dal punto di vista della competenza, ma a causa dei rapporti con il ministro Mastella, egli avrebbe dovuto entrare a pieno titolo nel suddetto Comitato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 472
Votanti 384
Astenuti 88
Maggioranza 193
Hanno votato sì 382
Hanno votato no 2).