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Si riprende la discussione.
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 445-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3, accantonato nella seduta di ieri, e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A - A.C. 445 ed abbinate sezione 2).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Buemi 3.61 e 3.60 ed esprime invece parere favorevole sull'emendamento Gasparri 3.11.
PRESIDENTE. Il Governo?
PAOLO NACCARATO, Sottosegretario per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Buemi 3.61.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, l'articolo 3 è un altro degli elementi fondamentali iscritti nel dispositivo di questo progetto di legge, perché esso vede la chiarificazione di ciò che diventa nel testo di legge l'autorità delegata dal Presidente del Consiglio il quale, ove lo ritenga opportuno - come recita l'articolo - può delegare le funzioni, che non sono ad esso attribuite in via esclusiva. Infatti, il testo di legge chiarisce ciò che è esclusivamente di competenza del Presidente del Consiglio. E voglio ricordare, signor Presidente, che in via esclusiva l'articolo 1 attribuisce al Presidente del Consiglio l'alta direzione e la responsabilità generale; l'apposizione e la tutela del segreto di Stato; la conferma dell'opposizione del segreto di Stato; la nomina o la revoca dei direttori e dei vicedirettori del DIS; la stessa funzione di nomina e revoca dei direttori e dei vicedirettori dei servizi di sicurezza e la determinazione dell'ammontare annuo delle risorse finanziarie dei medesimi servizi.
In questo senso, tutto ciò che non è in via esclusiva delegato alla funzione generale del Presidente del Consiglio può essere attribuito o ad un ministro senza portafoglio o ad un sottosegretario di Stato. Questo aspetto - voglio ricordarlo ai colleghi - è stato un elemento di discussione politica sia nel Comitato di Pag. 3controllo parlamentare, sia nel dialogo che si è aperto tra la Commissione e il Governo, sia all'interno della Commissione stessa, con il risultato che poi si è avuto in Commissione affari costituzionali, presieduta dal presidente Violante. Penso si sia raggiunto un punto di mediazione tra le diverse opzioni culturali e politiche che si erano presentate circa la possibilità di delega del Presidente del Consiglio, tra chi voleva che tale delega fosse certamente attribuita ad un ministro senza portafoglio e chi voleva che si traducesse nell'attribuzione di poteri delegati ad un sottosegretario. Abbiamo confermato l'impostazione generale del progetto di riforma, lasciando che sia il Presidente del Consiglio a scegliere quale opzione, nell'articolazione generale del Governo, sia la migliore, la più utile, la più efficiente per la gestione dei problemi di cui deve occuparsi.
Credo quindi che la configurazione che abbiamo ottenuto nel testo di legge sia quella necessaria. Pertanto, ci esprimeremo favorevolmente nella votazione complessiva del testo.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non entro nel merito del provvedimento. Le vorrei chiedere, anche alla luce di quanto accaduto ieri, se fosse possibile verificare, prima di procedere alla votazione, che tutte le Commissioni siano effettivamente sconvocate. Essendoci l'esigenza di mantenere il numero legale, Presidente, la pregherei soltanto di verificare, prima di procedere al voto, che tutte le Commissioni siano sconvocate.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, le assicuro che sono in corso le opportune verifiche.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto onorevole Mascia. Ne ha facoltà.
GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, vorrei tornare su un punto molto importante indicato nell'articolo 3 del provvedimento al nostro esame, ovvero il riferimento all'autorità delegata. Come abbiamo cercato di sottolineare sin dall'inizio dell'esame, l'impianto di questo testo presuppone un ruolo ed una responsabilità molto precisi e rigorosi di ognuno dei soggetti protagonisti. L'equilibrio raggiunto è proprio quello che consente di stabilire le responsabilità di tutti gli organi costituzionali coinvolti, in una sempre leale collaborazione tra gli stessi, ma anche in un rigoroso rispetto della diversità dei ruoli.
Una delle vere novità prevista in questo provvedimento è la responsabilità politica in capo al Presidente del Consiglio, proprio in funzione della determinazione rigorosa di compiti, ruoli e responsabilità. Infatti, avrà la responsabilità politica e l'alta direzione di tutta la materia che riguarda i servizi informativi, mentre condividerà, in termini collettivi, all'interno del comitato interministeriale, le responsabilità attinenti le strategie e le scelte operative, compresa la determinazione dei budget legati a tali scelte. Il concetto di autorità delegata attiene a determinate competenze assegnate dal Presidente del Consiglio, in base alla precisazione indicata all'articolo 3, con riferimento alla legge n. 400 del 1988, che decide quali deleghe dare ed eventualmente revocare, rimanendo, comunque, in capo ad esso la responsabilità politica. Fatte salve alcune competenze, come la questione che attiene l'apposizione e l'opposizione del segreto di Stato, che rimangono di sua esclusiva competenza, tutte le altre competenze possono essere delegate ad un'autorità delegata.
Occorre precisare che l'equilibrio è stato raggiunto partendo da opinioni diverse, ma concordando tutti sull'importanza di avere un'autorità delegata, che possa intervenire e seguire direttamente l'esplicitarsi delle direttive emanate dal Presidente del Consiglio, nei momenti operativi dei servizi. Tale funzione potrà essere ricoperta o da un ministro senza portafoglio o da un viceministro o da un sottosegretario. Ciò può consentire effettivamente Pag. 4che, in nome di un'autorità politica che, comunque, rimane, ci sia un controllo ed una responsabilità effettivi nel lavoro quotidiano e nelle operazioni dei servizi. Molti di noi avrebbero preferito la figura di un ministro, proprio per l'autorevolezza che tale figura, pur essendo senza portafoglio, avrebbe dovuto e dovrebbe avere nell'ambito della Presidenza del Consiglio, essendo, peraltro, una delle novità previste nel testo il fatto che il ministro della difesa e quello dell'interno rientrano nel comitato interministeriale insieme agli altri ministri e non mantengono più poteri funzionali o diretti sui servizi.
PRESIDENTE. Colleghi, vi invito a fare silenzio...
GRAZIELLA MASCIA. Per questa ragione, credo che quello che abbiamo raggiunto sia un buon equilibrio, perché, pur essendo il risultato di una mediazione necessaria tra opinioni diverse, risponde alla necessità di avere un'autorità politica che, finalmente, assuma la direzione effettiva e strategica di una partita così delicata, come quella dei servizi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angelo Piazza. Ne ha facoltà.
ANGELO PIAZZA. Grazie, Presidente. Alla luce del dibattito che si è svolto, ritengo di chiarire quale obiettivo aveva il nostro emendamento, vale a dire rendere più flessibile la delega da parte del Presidente del Consiglio. Infatti, un conto è la delega ad un ministro e l'eventuale sua modifica o revoca, altro conto è la delega ad un sottosegretario che renderebbe più semplice un eventuale provvedimento successivo ed un ripensamento da parte del Presidente. In questo caso, minore sarebbe l'impatto politico. Questa era la ragione del nostro emendamento, che, tuttavia, alla luce dello svolgimento del dibattito e delle argomentazioni dei colleghi, ritengo possa essere ritirato, aderendo all'invito in questo senso.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Buemi 3.61 lo ritirano.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gasparri 3.11.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparri 3.11, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
SEVERINO GALANTE. Avevo chiesto di parlare!
PRESIDENTE. Onorevole Galante, essendo stato ritirato l'emendamento, sembrava che non fosse necessario un ulteriore intervento.
Revoco l'indizione della votazione. Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto l'onorevole Galante.
SEVERINO GALANTE. La ringrazio, Presidente. Già ieri era successo che avevo chiesto più volte di parlare e, evidentemente, l'angolatura da questa parte non consente di leggere con chiarezza queste richieste. Vorrei intervenire sull'articolo in esame, sulla scia degli interventi finora svolti.
Questo di cui stiamo discutendo è l'articolo forse più rilevante...
PRESIDENTE. Onorevole Galante, mi perdoni. Non credo che sia un caso di asimmetria informativa o ottica. Lei su che cosa intende intervenire? Sull'emendamento che è stato ritirato o sull'emendamento Gasparri 3.11?
SEVERINO GALANTE. Sull'articolo, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ma sull'articolo avrebbe dovuto parlare prima!
SEVERINO GALANTE. Se preferisce, intervengo sull'emendamento Gasparri Pag. 53.11. Andiamo alla sostanza: vorrei intervenire in merito a ciò che stiamo discutendo, l'articolo 3 di questa proposta di legge. Posso?
PRESIDENTE. Prego. Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto.
SEVERINO GALANTE. Stavo dicendo che si tratta di uno degli articoli più rilevanti e più delicati di questo importante provvedimento. È l'articolo che istituisce l'Autorità delegata, attraverso la formula iniziale: «Il Presidente del Consiglio dei ministri, ove lo ritenga opportuno, può delegare le funzioni che non sono ad esso attribuite in via esclusiva (...)». L'inciso «ove lo ritenga opportuno», come sa la Commissione, appartiene alla retorica legislativa, perché nei fatti il Presidente del Consiglio, con le competenze che ha, non può seguire sistematicamente un terreno così delicato e rilevante come quello della sicurezza. Dunque, è obbligato a delegare.
Assunta questa premessa, il Presidente del Consiglio deve liberarsi di una serie di competenze. Quelle attribuitegli in via esclusiva sono già state citate e sono indicate all'articolo 1, ai punti b) e c). Rimane tutto il resto, vale a dire le norme che istituiscono l'Autorità nazionale per la sicurezza.
Ora, vorrei ricordare qual è l'origine di questa Autorità, coincidente in larghissima misura con quella che sarà l'Autorità delegata.
Essa è stata definita finora da norme regolamentari riservate che discendono direttamente da accordi internazionali in ambito NATO. Questi accordi risalgono al 1955, quando il Consiglio atlantico ha fissato l'obbligo (e vorrei sottolineare questa espressione), per ogni paese del Patto atlantico - quindi, anche per l'Italia -, di dotarsi di un alto funzionario che fosse responsabile dei rapporti con i suoi omologhi NATO e delle strutture amministrative incaricate di determinare e tutelare il segreto di Stato. Questo è stato fino al 1991.
Questo alto funzionario, fino ad allora, è stato sempre il direttore del servizio segreto militare. Dal 1991, per scelta dell'allora Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, le funzioni dell'Autorità nazionale per la sicurezza sono ostate delegate al segretario generale del CESIS che è, lo ricordo, alla diretta dipendenza (la legge parla di «dipendenza») del Presidente del Consiglio.
PRESIDENTE. Onorevole Galante...
SEVERINO GALANTE. Con questo provvedimento si propone che questa delega, assai impegnativa, come ho cercato di ricordare, venga assegnata o ad un ministro senza portafoglio oppure ad un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
I colleghi che sono intervenuti non hanno spiegato quale sia il senso dell'alternativa, il rilievo dell'una o dell'altra opzione. Condivido l'esigenza di accorciare la distanza tra la Presidenza del Consiglio, che deve dirigere e controllare, e gli organi operativi.
Visto che il Presidente del Consiglio...
PRESIDENTE. Onorevole Galante, la prego...
SEVERINO GALANTE. ... al quale, astrattamente, si attribuisce ogni responsabilità politica, di fatto non la può esercitare, è indispensabile che egli lo faccia tramite un soggetto di sua assoluta fiducia e da lui revocabile in qualsiasi momento.
A me pare che, in quest'ottica, la figura più idonea sia quella del sottosegretario, ossia di un soggetto che non può trasformarsi in un superpotere...
PRESIDENTE. Onorevole Galante, si sta rifacendo della presunta disattenzione...
SEVERINO GALANTE. Sì, Presidente...
PRESIDENTE. Però, le segnalo che il tempo a sua disposizione è già trascorso.
SEVERINO GALANTE. Allora, concludo rapidamente. Mi dia ancora un minuto a titolo di «risarcimento».Pag. 6
Dunque, la figura più idonea è quella del sottosegretario - ossia di un soggetto che non può trasformarsi in un superpotere autonomo -, virtualmente contraltare del Presidente del Consiglio e con una sorta di diretta investitura da parte della NATO.
Se si persegue un'altra ottica, quella di un potere distinto da quello del Presidente del Consiglio, al di là delle affermazioni che qui vengono fatte, lo si deve esplicitare ed argomentare. Ciò che è inaccettabile, dal mio punto di vista, è restare nell'ambiguità e nell'equivoco.
GERARDO BIANCO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GERARDO BIANCO. Signor Presidente, prendo atto del suo spirito democratico, ma credo che, in questo caso, dobbiamo attenerci strettamente al regolamento.
Vorrei osservare che, quando una votazione è stata indetta, non si può annullare per consentire ai parlamentari di intervenire, anche perché gli interventi servono per orientare i singoli parlamentari.
I parlamentari hanno già espresso il proprio voto. Quindi, vorrei che ci si attenesse strettamente all'articolo 57 del regolamento, che prevede l'annullamento ove vi siano delle irregolarità.
Presidente, credo sia interesse di tutti rispettare rigorosamente il regolamento e non affidarsi a prassi che si sono succedute nel tempo e che ci allontanano sempre di più dal rispetto delle norme regolamentari che garantiscono tutti quanti noi (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Onorevole Bianco, mi permetto di segnalarle che non è stata annullata la votazione, ma è stata revocata prima che fosse conclusa.
In ogni caso, mi permetto di evidenziare che è nelle funzioni della Presidenza amministrare il dibattito. Tengo conto di quello che ha detto, ma mi sembra francamente un eccesso di drammatizzazione.
Se non vi sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparri 3.11, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 450
Votanti 445
Astenuti 5
Maggioranza 223
Hanno votato sì 445).
Prendo atto che il deputato Tenaglia non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Buemi 3.60.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Buemi 3.60 formulato dal relatore.
ANGELO PIAZZA. Sì, signor Presidente, lo ritiriamo.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 446
Astenuti 5
Maggioranza 224
Hanno votato sì 446).
Prendo atto che il deputato Tenaglia non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
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Segnalo che assistono ai nostri lavori due classi: una della scuola media «Santa Giovanna Elisabetta» di Roma e una dell'Istituto comprensivo «Martiri della libertà» di Sesto San Giovanni. La Presidenza e l'Assemblea vi salutano (Applausi).
Avverto che sono stati ritirati gli emendamenti Galante 18.68, Licandro 18.73 e Galante 19.62, 19.66 e 20.60.
Chiedo al relatore, presidente Violante, di indicare in che modo la Commissione intenda procedere nei lavori.
LUCIANO VIOLANTE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione ritiene che i lavori possano proseguire con l'esame dell'articolo 17.
PRESIDENTE. Sta bene.