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Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge Ascierto; Zanotti ed altri; Naccarato; Mattarella ed altri; Ascierto; Galante ed altri; Deiana; Fiano; Gasparri ed altri; Mascia; Boato; Boato; Boato; Scajola ed altri; D'Alia; Maroni ed altri; Cossiga; Cossiga: Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto (A.C. 445-982-1401-1566-1822-1974-1976-1991-1996-2016-2038-2039-2040-2070-2087-2105-2124-2125-A) (ore 9,35).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge di iniziativa dei deputati Ascierto; Zanotti ed altri; Naccarato; Mattarella ed altri; Ascierto; Galante ed altri; Deiana; Fiano; Gasparri ed altri; Mascia; Boato; Boato; Boato; Scajola ed altri; D'Alia; Maroni ed altri; Cossiga; Cossiga: Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto.
Ricordo che nella seduta di ieri sono stati, da ultimo, esaminati gli ordini del giorno.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 445-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente come gruppo voteremo a favore dell'istituzione del nuovo sistema di sicurezza nazionale, anche se nel dibattito di ieri abbiamo sollevato alcune questioni, insieme ad altri gruppi. In particolare, una delle critiche da noi mosse e che sicuramente dovrà essere tenuta in considerazione, come sostenuto dal presidente della Commissione, attraverso future leggi, riguarda il seguente aspetto: i giornalisti, nel momento in cui vengono a conoscenza di notizie coperte da segreto e le diffondono, possono essere puniti con la reclusione fino a tre anni. Noi, come altri gruppi, siamo di ispirazione riformista e riteniamo che la stampa debba svolgere un'opera di conoscenza nei confronti dei cittadini in ordine a questioni di loro interesse.
Avevamo criticato anche il fatto che spesso e volentieri i segreti di ufficio e di Pag. 2Stato comportano notevoli problematiche, dando luogo, per così dire, a situazioni borderline tra il segreto e ciò che viene a conoscenza della libera stampa. Vorremmo al riguardo fare una considerazione, tenendo presente la nostra carta costituzionale, in particolare l'articolo 24, secondo il quale tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi, come evidenziato ieri da qualche collega. Se i fatti per cui si è portati in giudizio riguardano il segreto di Stato e se gli elementi coperti dal segreto di Stato, che non potrà essere violato, possono essere l'elemento dirimente per l'assoluzione, ebbene l'articolo 24 non viene rispettato, come non viene rispettato l'articolo 21 della Costituzione che, al secondo comma, recita: «La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
I due articoli della Costituzione citati vengono a cozzare con il testo di legge che abbiamo predisposto, che comunque - come ho già preannunciato - avrà il nostro voto favorevole, in quanto, pur essendo il provvedimento sicuramente perfettibile, con esso tuttavia si è fatto un grande passo in avanti per normare una materia molto difficile. La Commissione, con il suo presidente - lo voglio dire pubblicamente -, ha ben lavorato e si molto è impegnata. A parte qualche critica legittima da parte di vari gruppi, arriviamo ad un voto unanime proprio per il lavoro svolto dalla Commissione e dal suo presidente, che ha lavorato per far sì che questa materia fosse normata, e lo fosse con il più ampio consenso dei deputati. Per esempio, è stata attribuita per legge la presidenza del Copaco alla minoranza, per evitare che il Governo, il Presidente del Consiglio, controlli se stesso e per far sì che esista un organismo parlamentare in mano all'opposizione, consentendo al Parlamento di avere effettivamente il controllo.
Quindi, nel riconfermare il nostro voto favorevole, riteniamo necessario, con futuri provvedimenti, evitare - e lo sottolineiamo nuovamente - che la libera stampa e i giornalisti siano gli unici a pagare se diffondono e pubblicano notizie sulle quali ignorano sia stato apposto il segreto di Stato.
Vorrei sottolineare un'altra considerazione: gli interessi nazionali devono essere tutelati anche in campo internazionale, ma non in maniera fine a se stessa. Deve essere veramente in gioco l'interesse nazionale. Non deve trattarsi della solita misura fatta per i «furbetti del quartierino».
Queste sono le critiche che, come gruppo, muoviamo ad un testo di legge sul quale esprimeremo comunque voto favorevole e che riconosciamo essere frutto di un lavoro serio e competente svolto dal presidente e dalla Commissione. Abbiamo mosso queste critiche per portare un contributo costruttivo, affinché con provvedimenti successivi si possano tutelare anche i giornalisti, facendo in modo che il segreto di Stato sia apposto solo per questioni di mero interesse nazionale, tali che il segreto favorisca gli interessi del paese.
Con queste considerazioni, confermo il voto favorevole della Democrazia cristiana-Partito socialista e Nuovo PSI su questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Licandro. Ne ha facoltà.
ORAZIO ANTONIO LICANDRO. Signor Presidente, questa riforma giunge al voto finale dopo un cammino piuttosto lungo, dopo lavori serrati in Commissione, dopo un confronto abbastanza intenso tra maggioranza e opposizione ma anche all'interno degli stessi schieramenti.
Certo, ciò avviene non senza alcune asprezze, pur nella civiltà del confronto politico e democratico.
Si tratta di una riforma che appare, nel suo approdo, profondamente cambiata rispetto al testo iniziale. Essa mostra, nel suo impianto, la novità dell'individuazione di un centro politico unico di responsabilità nel Presidente del Consiglio.
Avremmo voluto ulteriormente migliorare il