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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Operatività delle misure di sostegno alla famiglia previste dalla legge finanziaria 2007 - n. 3-00663)
PRESIDENTE. L'onorevole Galletti l'ha facoltà di illustrare l'interrogazione Volontè n. 3-00663 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario.
GIAN LUCA GALLETTI. Signor ministro, lei ha combinato un pasticcio. Per tutta la discussione sulla legge finanziaria ha sostenuto che dalla riforma delle aliquote fiscali avrebbero avuto un vantaggio i redditi più bassi e in particolare quelli delle famiglie con figli. Noi abbiamo provato a spiegare in quella sede che così non sarebbe stato, in quanto si sarebbero scaricati gran parte degli oneri sugli enti locali. Di conseguenza, le addizionali IRPEF degli enti locali avrebbero necessariamente stravolto il sistema. La situazione oggi è che, prendendo a riferimento undici capoluoghi di provincia su venti, tutti pagano di più - e sottolineo tutti -, ma chi paga un po' di più è la famiglia con due figli rispetto a quella che ha un figlio solo e così crescendo.
Non solo, ma se aggiungiamo a questo gli assegni familiari, la questione non cambia: si alza la soglia di guadagno (in alcuni capoluoghi arriva a 30 mila euro, mentre Pag. 72in altri a 35 mila) ma comunque le famiglie con più figli ci rimettono rispetto alle altre.
La domanda è molto semplice: come si intende ovviare a questo pasticcio che abbiamo combinato e, soprattutto, quali sono le ragioni che ci hanno spinto su questa strada?
PRESIDENTE. Il ministro per le politiche per la famiglia, Rosy Bindi, ha facoltà di rispondere.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Galletti che con l'interrogazione in oggetto mi consente di chiarire l'equivoco nel quale è caduto, probabilmente insieme a molti altri lettori de il Sole 24 Ore di due giorni fa. Si tratta di un equivoco così grande che lo stesso quotidiano è stato costretto per ben due giorni a smentire in proposito.
Infatti, il suo ragionamento, onorevole Galletti, sarebbe corretto se ci fermassimo alla trasformazione operata nella legge finanziaria, passando dalle cosiddette deduzioni fiscali alle detrazioni fiscali. Tutti sanno che con le detrazioni fiscali si diminuisce ciò che il contribuente deve pagare, mentre con le deduzioni si diminuisce l'imponibile. Noi abbiamo compiuto tale operazione perché è chiaro che essa va a vantaggio di tutti i redditi medio-bassi. Infatti, per quanto si possa diminuire l'imponibile a chi guadagna poco, sempre pochi vantaggi gli si danno. Si tratta infatti di una misura che va a vantaggio dei redditi medio-alti.
Il ragionamento dei redattori de il Sole 24 Ore, che abbiamo dimostrato essere sbagliato grazie agli interventi del ministero delle finanze e dell'ANCI, assume il fatto che, se non si diminuisce l'imponibile, le aliquote delle addizionali comunali e regionali IRPEF incidono maggiormente di quanto non avrebbero fatto se vi fossero state le deduzioni al posto delle detrazioni.
Fin qui il ragionamento potrebbe anche essere valido. Peccato che non si sia tenuto conto del fatto che, accanto alle detrazioni, vi sono gli assegni familiari. Ciò che è stato attribuito alle famiglie italiane con figli e reddito lordo fino a 40 mila euro all'anno ci porta a dire (con tabelle alla mano che le consegno, onorevole Galletti; purtroppo non posso leggerle integralmente in quanto sono molto numerose ed allora le consegnerò perché rimangano agli atti) con chiarezza che guadagna il 65 per cento delle famiglie italiane con un figlio minore, il 67 per cento di quelle con due figli minori ed il 76 per cento di quelle con più di due figli minori. Tutto ciò avviene al netto delle addizionali; al lordo, la percentuale relativa alle famiglie con due figli arriva all'80 per cento.
Voglio far notare che attualmente solo il 7 per cento delle regioni e dei comuni italiani ha aumentato le addizionali IRPEF. Pertanto, tale misura non è generalizzata. Tuttavia, anche laddove tale circostanza si è verificata, ben il 76 per cento delle famiglie con più di due figli trae vantaggi dalla legge finanziaria, il 67 per cento di quelle con due figli ed il 65 per cento di quelle con un solo figlio.
PRESIDENTE. Ministro Bindi, la prego di concludere.
ROSY BINDI, Ministro per le politiche per la famiglia. Come vede non abbiamo combinato pasticci, ma abbiamo dato vantaggi al 70 per cento delle famiglie italiane con figli (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di replicare.
LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, signor ministro per le politiche per la famiglia, lei sa che quello che sta dicendo con imbarazzo è frutto probabilmente delle tabelle prodotte per l'ennesima volta dal Ministero del tesoro e su cui abbiamo discusso durante il dibattito relativo alla legge finanziaria. Tali tabelle l'hanno indotta a dire il 28 dicembre scorso che il 2007 sarebbe stato l'anno di svolta per la famiglia, grazie a Prodi ed alla sua legge finanziaria, e che l'hanno indotta a dire il 17 gennaio che, grazie alle detrazioni fiscali Pag. 73ed agli assegni familiari, le famiglie avrebbero risparmiato fino a 772 euro. Come si evince anche dalla lettera odierna scritta dal ministero a il Sole 24 ore, i fatti purtroppo sono del tutto diversi. Non lo dice un quotidiano nazionale, ma anche altre persone, tra cui - per citarne una - il fratello di Ciriaco De Mita, suo compagno di partito, che ha dimostrato come questa manovra finanziaria non solo peggiori la condizione delle famiglie con figli, ma sia anche al limite della incostituzionalità.
Ciò perché introduce il criterio - caro a lei, e proposto anche attraverso i Pacs - per cui il principio di uguaglianza non vale: infatti, condizioni uguali sono trattate in maniera diversa!
Allora, onorevole ministro per le politiche per la famiglia, la invito a non «incaponirsi» su una realtà che grida vendetta, perché si può sbagliare nella vita! Noi glielo avevamo detto: le famiglie italiane stanno facendo i loro conti, e chi ha più figli a carico paga di più! È esattamente l'opposto di ciò che si voleva fare! La invito, quindi, a prendere atto della realtà con umiltà, poiché deve rendersi conto che bisogna modificare radicalmente quella riforma del sistema fiscale che avete varato.
Non sono l'UDC, il Vaticano o il forum delle famiglie a dirlo: lo affermano economisti, esperti italiani ed internazionali di diritto amministrativo ed un commercialista qualunque, il quale dimostra che la realtà è diversa dalla sua fantasia!
Onorevole ministro Bindi, capisco anche, ed ho concluso...
PRESIDENTE. Onorevole Volontè, concluda.
LUCA VOLONTÈ. ...la confusione di queste ore e, probabilmente, dei prossimi giorni. Tale confusione, però, non può arrecare nocumento alla realtà delle famiglie italiane. Le famiglie, per colpa non sua, ma di questo Governo, il quale è il primo a prevedere un ministero per la famiglia...
PRESIDENTE. La prego di concludere...!
LUCA VOLONTÈ. ...con la vostra riforma fiscale, anziché guadagnarci, ci perdono!