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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Danni all'agricoltura prodotti dall'inquinamento nell'area circostante il polo petrolchimico di Gela - n. 3-00661)
PRESIDENTE. L'onorevole Reina ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliva n. 3-00661 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 7), di cui è cofirmatario.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, signor ministro dell'agricoltura, le acque pure del fiume Dirillo, che sono raccolte in un invaso nel territorio di Licodia Eubea, in provincia di Catania, per la loro grandissima parte sono straordinariamente utilizzate dall'impianto petrolchimico di Gela e, si badi bene, precipuamente per il raffreddamento delle caldaie. Quindi, oltre ad essere in qualche modo degradati sul piano della coscienza e del danno ambientale che viene determinato ogni giorno a Gela e nel territorio circostante, gli agricoltori siciliani di tutta quell'area vengono anche rapinati materialmente della possibilità di utilizzare acque pure e valide. Noi chiediamo...
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PRESIDENTE. Grazie, onorevole Reina.
Il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, ha facoltà di rispondere.
PAOLO DE CASTRO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, l'interrogazione pone l'accento sul grave stato di degrado ambientale in cui versa l'area di Gela, con gravi ripercussioni sul settore agricolo. La tematica è all'attenzione del Governo.
Quanto alla rilevata criticità sanitaria e ambientale si fa presente che il territorio di Gela, oltre che sito di bonifica di interesse nazionale, ai sensi della legge n. 426 del 1998, è dichiarato area ad elevato rischio di crisi ambientale. Pertanto, il Ministero dell'ambiente ha svolto l'attività istruttoria sui progetti di messa in sicurezza e di emergenza sul piano di indagine dello stato di contaminazione dei suoli, delle falde e sui progetti di bonifica. Per l'istruttoria degli elaborati progettuali già dal gennaio 2006 sono state condotte, ai sensi della legge n. 241 del 1999, numerose conferenze di servizi, istruttorie e decisorie, oltre che molteplici riunioni a cui hanno preso parte tutti gli enti e gli istituti scientifici di livello nazionale.
Sulla base delle informazioni acquisite è emersa la necessità di attivare incisivi interventi volti alla messa in sicurezza, alla bonifica e al ripristino del sito, la cui realizzazione consentirà il rilancio e il consolidamento delle principali attività economiche, ivi compresa l'agricoltura. Si fa presente altresì che, in materia di bonifica e risanamento ambientale dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinanti, lo stato di emergenza, in vigore nella regione siciliana sin dal 31 gennaio 2007, è stato prorogato al 31 gennaio 2008 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 febbraio ultimo scorso. Occorre poi sottolineare che, nell'ottica di una soluzione collaborativa e condivisa dell'emergenza in atto, è stato predisposto un piano di azione che ha coinvolto, oltre all'amministrazione regionale siciliana, anche tutte le amministrazioni a diverso titolo competenti.
PRESIDENTE. L'onorevole Reina ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signor Presidente, la maschera che per pochi istanti io, i colleghi del Movimento per l'Autonomia ed altri qui accanto a me abbiamo indossato ed indossiamo (I deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia e deputati del gruppo Democrazia Cristiana-Partito Socialista indossano mascherine bianche) non riesce a proteggerci sul piano della coscienza dai miasmi mefitici, che si procurano a Gela attraverso l'attività dell'impianto petrolchimico.
PRESIDENTE. Invito i colleghi a togliersi la maschera per rispetto del Parlamento, altrimenti sarò costretto nuovamente ad un richiamo all'ordine.
Onorevole Lo Monte, la richiamo all'ordine.
Prosegua il suo intervento, onorevole Reina.
GIUSEPPE MARIA REINA. Una maschera non ha mai procurato grandi danni: ben altre manifestazioni sono state intentate in quest'aula!
PRESIDENTE. Chiedo agli onorevoli Rao, Neri e Oliva di rimuovere la maschera. Li richiamo tutti e tre all'ordine. Al secondo richiamo sarò costretto ad espellerli dall'aula.
GIUSEPPE MARIA REINA. Signori rappresentanti del Governo, volete continuare ad ignorare lo sciopero della fame che il leader degli autonomisti siciliani, Raffaele Lombardo, ha iniziato seriamente - e non per scherzo - a partire da domenica 18 febbraio?
Si tratta di uno sciopero che intende porre l'attenzione sui grandi temi che riguardano le devastazioni procurate dagli impianti petrolchimici in Sicilia (a Gela, a Priolo, a Milazzo). Devastazioni che hanno conseguenze anche su tutte le altre attività dell'uomo, in primo luogo su quelle agricole.Pag. 70
Credo che la risposta fornita dal Governo sia insoddisfacente. Siamo di fronte ad un esecutivo che risulta assente, latitante e incapace di esprimere una politica seria.