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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative normative a favore delle piccole e medie imprese fornitrici di grandi aziende di distribuzione - n. 3-00707)
PRESIDENTE. L'onorevole Ciccioli ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-00707 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.
CARLO CICCIOLI. Com'è noto, negli ultimi decenni è in corso un processo molto profondo di ristrutturazione del Pag. 62commercio e della distribuzione. Si è passati dalla piccola distribuzione diffusa alla grande distribuzione, con un conseguente vantaggio significativo per i consumatori, il risparmio e le possibilità di scelta.
Tuttavia, vi è un altro aspetto - che sta passando sotto traccia, che viene ignorato - caratterizzato dal fatto che tutta la politica di distribuzione passa attraverso nove o dieci catene - nella maggioranza di proprietà di stranieri - che praticano una politica di concorrenza tra loro schiacciando l'«esercito» dei fornitori. Mi riferisco alle piccole e medie imprese italiane - si tratta soprattutto di produttori agroalimentari - che, operando in un sostanziale regime di monopolio delle catene di distribuzione, vengono costrette a regole insopportabili, che ne determinano spesso il dissesto economico e il fallimento.
PRESIDENTE. Deve concludere...
CARLO CICCIOLI. Ebbene, presentai un'interrogazione nell'estate dello scorso anno, cui non ha fatto seguito alcun provvedimento del Governo.
Chiedo pertanto al Governo cosa intenda fare per correggere tale anomala situazione.
PRESIDENTE. Il ministro dello sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha facoltà di rispondere.
PIER LUIGI BERSANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, il problema sussiste e negli ultimi anni non si è certo risolto, anzi, si è aggravato. Vorrei, quindi, far presente agli interroganti che soluzioni facili non esistono.
In premessa dirò dell'attenzione che stiamo dedicando al sistema delle piccole e medie imprese, che cerchiamo di rafforzare comunque attraverso specifici provvedimenti, tra i quali voglio ricordare il cuneo fiscale, il credito di imposta per la ricerca e l'innovazione - plafonato per garantire una riserva alle piccole e medie imprese - il credito di imposta per i nuovi investimenti nel Mezzogiorno, il fondo per la finanza d'impresa dedicato alle piccole e medie imprese e, in particolare, l'allestimento della figura giuridica della «rete di impresa» che dovrebbe, favorendo l'aggregazione dei piccoli soggetti, renderli più attivi e più forti anche nei confronti dei grandi, a cominciare da quelli della distribuzione.
Per quanto riguarda il merito dell'interrogazione, ritengo di dover sottolineare che esistono - in particolare, ad esempio, proprio nel settore alimentare - alcune normative che possono colpire le patologie più evidenti a proposito dei mancati pagamenti o dei tempi lunghi dei pagamenti delle aziende di distruzione nei confronti delle piccole e medie imprese.
Condivido tuttavia con gli interroganti l'esigenza di rafforzare le forme di conciliazione stragiudiziali delle controversie, peraltro già previste da leggi speciali.
Quanto alle nostre iniziative in proposito, faccio presente che, attraverso un tavolo che abbiamo aperto con l'Unioncamere per una rivisitazione dell'attività delle Camere di commercio, intenderemmo rendere più forti queste procedure di conciliazione. Naturalmente il problema è delicato, perché all'interno di un sistema concorrenziale aperto le normative possono spingersi solo fino ad un certo punto.
L'interrogazione mi dà tuttavia l'occasione di ricordare che, laddove siano riscontrati comportamenti diretti a far valere in modo improprio posizioni di forza nei rapporti contrattuali, si potrebbe configurare l'ipotesi di comportamenti restrittivi della concorrenza e quindi sussisterebbero, a mio avviso, i presupposti per un intervento delle competenti autorità per la concorrenza per sanzionare, se del caso, situazioni di abuso di posizione dominante.
A mio avviso per il futuro l'adozione di una tale prospettiva potrebbe aiutarci ad inviare segnali atti a favorire il ravvedimento da certi comportamenti, che spesso sono effettivamente censurabili.
PRESIDENTE. L'onorevole Ciccioli ha facoltà di replicare, per due minuti.
CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione l'intervento Pag. 63del ministro, che ringrazio per la presenza fisica in Assemblea; sono tuttavia insoddisfatto della risposta perché i provvedimenti citati riguardano soprattutto altri settori dell'economia.
Nel caso in esame, ci troviamo in un ambito molto particolare e tuttavia importante per l'economia della nostra nazione.
Vorrei ricordare - dal momento che il significato della mia interrogazione è anche quello di una denuncia pubblica - i meccanismi di dominio posti in essere da queste catene (in genere, francesi ed olandesi) e dalle stesse cooperative.
Esse obbligano i fornitori a partecipare alle campagne pubblicitarie ed a cedere sottocosto, in occasione del lancio di determinati prodotti, generi non solo alimentari; pagano a centottanta giorni a tasso zero (sostanzialmente, fanno da banca alla catena); se una parte della merce rimane invenduta, la restituiscono con il pretesto che non è regolare (quindi, il rischio di impresa ritorna a carico del fornitore); in un caso particolare hanno addirittura fatturato ad alcuni fornitori il costo sostenuto per l'accentramento del magazzino (che la catena distributiva aveva in un centro del nord) asserendo che, poiché i fornitori realizzavano un risparmio per effetto dell'accentramento medesimo, erano tenuti a contribuire ai costi sostenuti per l'apertura.
Siamo di fronte non soltanto ad un dominio, ma anche a comportamenti molto gravi: in particolare, se il fornitore rifiuta o mette in discussione alcune delle menzionate regole, la catena stabilisce che a partire dall'indomani non è più tra i suoi fornitori. Ciò comporta che, essendo il mercato molto limitato, il fornitore non ha più l'interlocutore, non ha più il cliente.
In conclusione, il caso non può essere affrontato né con l'ordinario strumento costituito dalla presentazione di una domanda giudiziale al tribunale civile, né ricorrendo alle camere arbitrali istituite presso le Camere di commercio (anche tale strumento, infatti, è inidoneo).
Rivolgo un appello al Governo affinché in materia approvi un provvedimento, che ponga regole precise e rimuova questa situazione di concorrenza sleale, di dominio, di vero e proprio monopolio.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ciccioli.
È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,40 con il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di missioni umanitarie e internazionali.
La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 16,40.