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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,05).
(Qualità dei servizi offerti dalle Ferrovie dello Stato nell'area dello Stretto di Messina - n. 2-00353)
PRESIDENTE. L'onorevole D'Alia ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00353 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 5).
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, signor sottosegretario, all'indomani della tragedia del mezzo veloce delle Ferrovie dello Stato, il Segesta, nello stretto di Messina, abbiamo assistito alla visita nella città di Messina del ministro per i trasporti, il professor Bianchi. In quella circostanza, forse per cercare di attenuare il dolore delle famiglie e il cordoglio della città rispetto a quella vicenda drammatica, il ministro dichiarò che il Governo avrebbe sostenuto un'azione di rafforzamento della sicurezza nell'area dello Stretto e che avrebbe manifestato concretamente maggiore attenzione ai problemi legati al trasporto delle persone e delle merci in questa area strategica del nostro paese.
La prima risposta concreta che è arrivata dalle Ferrovie dello Stato, in realtà, è di segno totalmente opposto. Infatti, come specifichiamo nell'interpellanza, il 1o febbraio 2007, Rete ferroviaria italiana ha disposto l'applicazione di nuove tabelle d'armamento per due navi, la Riace e l'Enotria, riducendo a sette unità gli equipaggi. La stessa cosa è avvenuta per le navi Budelli e Razzoli (tali navi solcano lo Stretto da tantissimi decenni e meriterebbero di essere non manutenute, ma esposte in un museo delle arti marinare dal momento che costa di più manutenerle che acquistarne delle nuove).
Tale decisione è emblematica del modo, datato nel tempo (mi riferisco almeno all'ultimo decennio), con cui le Ferrovie dello Stato in generale, la società Rete ferroviaria italiana in particolare ed il settore navigazione delle Ferrovie dello Stato, hanno affrontato il problema dell'area integrata dello Stretto e del trasporto in quest'area strategica.
Vorrei citarle qualche altro dato specifico, per conoscere la gravità di ciò che sta avvenendo e del comportamento delle Ferrovie dello Stato che è assolutamente inqualificabile. La società è riuscita a mobilitare non solo le organizzazioni sindacali, che anche oggi occupano gli uffici navigazione delle Ferrovie dello Stato, ma anche tutte le forze politiche regionali di centrodestra e di centrosinistra e - udite udite! - a far sì che il partito dei Comunisti italiani, partito che esprime il ministro dei trasporti, legato alla Calabria, sottoscrivesse un documento contro il suo ministro, proprio per le omissioni nell'attività del Governo rispetto alle Ferrovie dello Stato.
Le vorrei ricordare, ad esempio, che la decisione della Rete ferroviaria italiana determina un'ulteriore riduzione del livello occupazionale di 94 unità. La cosa ancora più grave è che questa decisione avviene nonostante il TAR nel 2005 abbia sospeso, con proprio provvedimento, il tentativo che già in precedenza la Rete ferroviaria italiana aveva fatto di ridurre le tabelle di armamento, con una motivazione che credo debba essere approfondita dal Governo, perché rischia di avere anche un rilievo non solo politico ed amministrativo, ma anche di natura penale.
Infatti, il TAR, in quella decisione, ha ritenuto che il taglio di queste tabelle di armamento e dell'unità degli equipaggi Pag. 75della Rete ferroviaria italiana non avrebbe consentito di rispettare gli standard minimi di sicurezza della navigazione.
Aggiungo, per fornire qualche dato più specifico, che, in questi anni, i livelli occupazionali nel settore della navigazione nello Stretto sono scesi da 1.800 unità a circa 600 unità. Cosa è cresciuto? L'efficienza del servizio? La liberalizzazione di questo servizio o di servizi o la navigazione dello Stretto? Vi è stata la privatizzazione di questo servizio? È cresciuta la tutela del cittadino consumatore che quotidianamente attraversa le due sponde per andare a lavorare? È cresciuta la tutela dei soggetti che operano nel trasporto delle merci? No, è cresciuta solo una cosa: il costo del biglietto di trasporto. In questi anni, il costo del biglietto è cresciuto del 33 per cento, senza che a tutto questo si sia accompagnata una migliore qualità dei servizi.
Vorrei aggiungere, signor sottosegretario, che tutto ciò si inserisce in un contesto in cui il precedente Governo, con decisione molto saggia, aveva avviato la realizzazione degli approdi nella città di Messina fuori del centro abitato, i cosiddetti approdi di Tremestieri. Tutto ciò avrebbe dovuto comportare un adeguamento non solo da parte dei privati che operano nello Stretto, ma soprattutto da parte di Ferrovie dello Stato, della flotta e dell'organizzazione del servizio. Tutto ciò non solo non è avvenuto, ma abbiamo assistito, in questo arco di tempo, ad una riduzione da parte delle Ferrovie dello Stato delle corse relative al trasporto dei veicoli su gomma, con un «taglio» del personale sulle zattere che passa da 5 a 4 unità. Tutto ciò, ad esempio, porta anche a vicende di natura esilarante: i cittadini ed i colleghi parlamentari ricorderanno lo scandalo delle carrozze delle Ferrovie dello Stato sporche, delle zecche ed altro. In seguito a tale vicenda, prese avvio una grande operazione di immagine di Ferrovie dello Stato, denominata «operazione decoro». Quest'operazione serviva, ad esempio, ad affrontare la grave crisi delle pulizie dei treni. Cos'è successo in tale circostanza,? Le Ferrovie dello Stato hanno tolto dalla circolazione una serie di vetture per bonificarle e pulirle. Benissimo, l'unico risultato che è stato prodotto in Sicilia da questa operazione «indecoro», come la chiamerei io, è stata la soppressione di una serie di treni siciliani. Quindi, se volessimo prenderla a ridere, potremmo chiamarla un'operazione radicale: poiché le vetture sono sporche le togliamo di mezzo e non se ne parla più!
Le ho voluto fare questi esempi, signor sottosegretario, solo per comprendere in quale stato ed a quale livello di gravità ci troviamo nell'area dello Stretto ed anche perché ci si renda conto che l'arroganza con la quale il settore navigazione delle Ferrovie dello Stato e della Rete ferroviaria italiana si muovono, non tanto nelle relazioni sindacali - perché ciò fa parte delle legittime regole del gioco - ma nei confronti degli utenti, dei cittadini siciliani, messinesi e calabresi, offrendo loro un servizio sempre più scadente e costringendoli a rivolgersi ai privati, con costi e tariffe di gran lunga superiori, sono, sotto il profilo politico, un comportamento ed una politica assolutamente criminale per l'area dello Stretto, non più sopportabile.
Onorevoli colleghi, considerate, infatti, che il livello delle tensioni sociali sta crescendo anche nella città di Messina. È di oggi, giorno della festa della donna, ad esempio, la notizia di una lavoratrice, signora Antonia Giacobello, madre di due figli, di 3 e 9 anni, che ha iniziato lo sciopero della fame, perché l'assenza di risposte, l'atteggiamento supponente, insipiente, arrogante ed ignorante di questi signori sta determinando una crescita dello stato di insofferenza che giustamente verrà scaricato sul Governo nazionale, perché le Ferrovie dello Stato, è noto, ancorché si parli di società privata, con rimborsi e ripiani dei deficit a pie' di lista da parte dello Stato, è sempre un'articolazione della nostra beneamata nazione, del nostro Stato. Su questo punto vorrei aggiungere che vi è un'altra circostanza di una gravità estrema e credo che di quest'ultima debba occuparsi, oltre che la procura della Repubblica competente, anche l'antitrust: sull'approdo di Tremestieri, Pag. 76è notizia anch'essa di oggi, la Rete ferroviaria italiana ed i vettori privati che operano, nell'area dello Stretto, hanno stabilito in tale settore di costituire una società per la gestione a terra degli approdi e del servizio. Stiamo parlando di soggetti privati, o presunti tali, che dovrebbero operare in concorrenza sul mercato della navigazione nello Stretto e che, tuttavia, costituiscono insieme un'unica società per gestire i sistemi degli approdi a terra.
Mi sembra una cosa anomala, una cosa che le Ferrovie dello Stato non possono consentire, ma se mi consente, signor sottosegretario, anche per la stima che ho nei suoi confronti, che questo Governo non può consentire, soprattutto perché, dopo la scelta di non considerare più una priorità il ponte sullo Stretto, non può più essere consentito - e lei sa meglio di me ciò a cui mi riferisco - alle Ferrovie dello Stato di dire che non intende investire risorse nell'area dello Stretto né sotto il profilo delle navi e degli armamenti né sotto il profilo dell'ammodernamento delle infrastrutture né sotto quello dell'investimento sui mezzi siciliani e calabresi, perché non vi è più l'attrattiva del Ponte sullo Stretto.
Io credo che tutte queste circostanze messe assieme debbano far focalizzare l'attenzione del Governo su provvedimenti drastici, decisi, perché altrimenti il rischio è la protesta dei cittadini messinesi e calabresi nei confronti delle Ferrovie dello Stato, oltre a quella legittima dei lavoratori del settore. Ormai i precari in questo settore sono diventati il 15 per cento con scoperture di organico allucinanti, e però il Governo assume precari nella pubblica amministrazione. Mentre qui parliamo di persone che fanno il loro mestiere, che hanno una specializzazione e che costituiscono una risorsa umana e lavorativa specializzata, quelli no, quelli invece li teniamo a cottimo, facendoli magari assumere sotto banco, al nero, dagli imprenditori privati: è questo un modo indecente che non può più essere sopportato e sul quale mi auguro vi sia una risposta chiara da parte del Governo.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i trasporti, Raffaele Gentile, ha facoltà di rispondere.
RAFFAELE GENTILE, Sottosegretario di Stato per i trasporti. Penso che sia necessaria una premessa, se mi è consentito. Relativamente all'interpellanza, si dà una risposta in merito alle situazioni di fatto, così come vengono descritte. Resta aperta la problematica che attiene all'area dello Stretto, che richiede risposte politiche e istituzionali di più ampio respiro e che devono essere anche accompagnate da un'ampia consultazione, da un grado elevato di ascolto delle esigenze del territorio.
Le informazioni che darò - lo ripeto - sono quindi attinenti alle domande poste nell'interpellanza, ma rimane il problema politico, rispetto al quale il Governo e la maggioranza, con il concorso di tutte le forze politiche, sono sicuramente chiamati a dare una risposta, perché obiettivamente il crescere delle tensioni è esattamente commisurato al crescere dei problemi che nell'area si stanno evidenziando e di cui il Governo è assolutamente consapevole.
La risposta all'interpellanza urgente si basa sulle informazioni assunte attraverso Rete Ferroviaria Italiana Spa. L'interpellanza è incentrata, infatti, su problematiche relative al settore della navigazione di Rete Ferroviaria Italiana Spa, con particolare riferimento alla riduzione del servizio, alla riduzione degli equipaggi e alla necessità di un servizio rispondente alle esigenze dell'utenza.
L'intera flotta di Rete Ferroviaria Italiana risponde a requisiti tecnici previsti dalla normativa vigente. Infatti, ogni nave, sottoposta al controllo del RINA e delle autorità marittime, possiede la necessaria certificazione che ne attesta l'idoneità e la navigabilità.
In particolare, sia la flotta sia l'organizzazione aziendale sono certificate Safety Management System (SMS).
Tutte le navi ciclicamente effettuano lavori di manutenzione tali da garantire la conferma in classe delle unità e da soddisfare Pag. 77le esigenze tecnico-commerciali richieste per le rispettive tipologie di trasporto.
Per quanto riguarda l'argomento principale dell'interpellanza, cioè le tabelle di armamento delle unità navali, che costituiscono il documento ufficiale e definitivo emanato dallo Stato di bandiera, in applicazione di quanto previsto dalla Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare, risulta che esse sono in linea con le normative.
Come è noto, si tratta di un documento riconosciuto a livello internazionale, con il quale l'amministrazione marittima certifica che la composizione minima di sicurezza della nave, determinata in base alle caratteristiche tecnico-operative ed alla tipologia del servizio svolto, è conforme alle disposizioni previste in ambito internazionale.
Il Ministero dei trasporti, in considerazione della molteplicità degli aspetti previsti nelle norme, ha ritenuto necessario avviare un processo di standardizzazione del procedimento tecnico-amministrativo al fine di ottenere una omogeneizzazione delle tabelle di armamento per tipologie di unità similari.
Nel dettaglio, per quanto riguarda le tabelle di armamento delle unità navali di Rete Ferroviaria Italiana Spa, le unità denominate Riace ed Enotria hanno tabelle minime definite, approvate dal Ministero dei trasporti nel dicembre 2004, che prevedono una composizione di equipaggio pari a 10 persone per un trasporto di passeggeri sino ad un massimo di 300 persone.
Sulla base delle necessità evidenziate - l'omogeneizzazione delle tabelle di armamento delle unità che operano nello stretto di Messina - e tenuto conto dell'attivazione del terminal di Tremestieri, l'autorità marittima ha avviato la procedura di consultazione con i soggetti interessati, prevista dal codice della navigazione.
Le proposte di tabelle di armamento e di tutti i traghetti operanti nell'area sono, attualmente, in corso di valutazione ai fini del rilascio della certificazione definitiva.
A tale riguardo, è opportuno evidenziare che, per quanto riguarda la composizione numerica, le tabelle provvisorie proposte per le unità Riace ed Enotria e Budelli e Razzoli, di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana Spa, sono similari ed omogenee alle tabelle proposte per le unità traghetto con caratteristiche similari delle altre società private che operano nell'area.
Inoltre, la composizione numerica individuata è da intendersi riferita e valida esclusivamente alle condizioni operative di navigazione tra i porti di Villa San Giovanni e Messina per il servizio di trasporto veicoli gommati e di passeggeri fino ad un numero massimo di 40 persone per ogni turno di otto ore di lavoro.
Allo stato attuale, il servizio di traghettamento del settore navigazione di Rete Ferroviaria Italiana Spa nello stretto di Messina copre tre tipologie di trasporto. La prima è il traghettamento di materiale ferroviario, comprendente carrozze viaggiatori e carri merci, assicurato con cinque unità navali denominate navi a quattro binari, delle quali tre sono in esercizio e le rimanenti ferme per manutenzione o per riserva. Tre di queste unità sono state costruite negli anni Settanta e presentano segni di obsolescenza, ancorché in perfette condizioni manutentive ed in classe per il tipo di navigazione effettuata. In risposta a quanto richiesto si prevede (capisco che la risposta è generica ma non è stato possibile avere risultati più definitivi) la sostituzione di queste ultime entro i prossimi anni. Rete Ferroviaria Italiana Spa assicura, inoltre, il trasporto di ferrocisterne con due navi bidirezionali, che possono essere adibite anche al trasporto di mezzi gommati.
La seconda tipologia è il traghettamento di mezzi gommati, comprendente autovetture ed automezzi commerciali, che è effettuato con cinque navi bidirezionali, due delle quali - come già detto - utilizzate anche per il trasporto di ferrocisterne. Il servizio di trasporto gommato usualmente viene effettuato da tre navi e le rimanenti sono ferme per manutenzione o per riserva. Si sottolinea che tale segmento Pag. 78è effettuato a rischio di impresa e non usufruisce di contributi economici.
La terza e ultima tipologia di trasporto riguarda il traghettamento passeggeri con mezzi veloci, effettuato, prima dell'incidente della Segesta, con tre navi: due di esercizio ed una di riserva o in manutenzione. Al pari del segmento gommato, anche questa tipologia di trasporto viene svolta a rischio di impresa, quindi senza contributi economici.
Negli ultimi tre anni, il segmento gommato ha avuto un incremento complessivo pari a circa il 43 per cento. Il risultato economico raggiunto da Ferrovie dello Stato Spa in questi anni è stato ottenuto in concomitanza con lo sviluppo delle nuove linee marittime - le autostrade del mare - che di fatto hanno rappresentato una non irrilevante presenza concorrenziale. L'accennato andamento positivo lascia peraltro intravedere a breve-medio termine un sostanziale pareggio dei conti economici del segmento.
Il segmento passeggeri, invece, da svariati anni, presenta consistenti perdite e un pareggio del conto economico non è ipotizzabile con le normali leve commerciali. L'unica soluzione possibile - riferita dalla società ferroviaria - per confermare il servizio consisterebbe in un ripianamento del disavanzo mediante contributi economici da parte delle amministrazioni pubbliche interessate. In tal senso, già da diverso tempo la società ha presentato alcune proposte alle regioni interessate. Va precisato che, in assenza di una definizione della questione, Rete Ferroviaria Italiana Spa potrebbe essere costretta a chiudere il servizio.
Nell'interpellanza, viene anche posta la questione del progressivo taglio dei servizi ferroviari da e per la Sicilia, conseguenza del programma di riqualificazione del parco rotabili del servizio notturno. Su tale punto, si evidenzia che le risorse destinate agli obblighi di servizio pubblico per il trasporto passeggeri a media e lunga percorrenza, peraltro invariate tra la fine degli anni Novanta e il 2005, sono drasticamente diminuite nell'ultimo biennio. Dai 157,9 milioni di euro del 2005 sono state ridotte a 121,5 milioni di euro nel 2006.
Per il 2007, gli importi disponibili non sono ancora quantificati, poiché essi dipenderanno dall'effetto netto di due disposizioni della legge finanziaria per il 2007 che, rispettivamente, diminuiscono ed aumentano le risorse stanziate per le imprese pubbliche.
Si potrà pervenire alla quantificazione solo dopo un processo di riassetto della nuova normativa sul TFR (i cui effetti saranno noti solo dopo la fine del giugno prossimo) e in base all'andamento delle entrate.
L'ammontare definitivo per il 2007 sarà, quindi, ripartito con decreto del ministro dell'economia e delle finanze tra i vari capitoli di pertinenza di Rete Ferroviaria Italiana Spa e di Trenitalia. Per quanto di competenza del ministero dei trasporti, oltre al capitolo destinato al trasporto notturno ne sono previsti due ulteriori riferiti al trasporto nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome ed agli obblighi di servizio per il trasporto merci.
La redistribuzione delle risorse, come ho appena illustrato, ha determinato la necessità di rimodulare progressivamente i treni inclusi in contratto di servizio pubblico; la proposta in tal senso è stata presentata lo scorso 30 gennaio al Ministero dell'economia e delle finanze: ad essa corrisponde un ammontare di servizi, in diminuzione rispetto agli anni precedenti, per gli espressi notturni, ma soprattutto per il trasporto di merci.
In considerazione di ciò, sono state impartite le necessarie indicazioni all'impresa ferroviaria per ridimensionare i servizi per l'anno in corso. Infine, per quanto riguarda il programma di riqualificazione del parco rotabili adibito al trasporto notturno, si evidenzia che esso è stato attivato nell'ottobre 2005. L'intervento ha interessato circa 1.000 carrozze, di cui 504 assegnate ai treni in contratto di servizio (397 vetture posti a sedere e 107 cuccette) e una parte di queste è stata anche sottoposta a revisione per la sicurezza dell'esercizio.Pag. 79
Tale programma si è concluso nel corso del 2006. Considerata l'ampiezza del parco rotabili interessato, il servizio erogato ha subito uno scostamento negativo rispetto a quanto già programmato. Per fronteggiare tale situazione è stato attuato un pieno sostegno dell'offerta ferroviaria con collegamenti di rinforzo effettuati tramite autobus sulle relazioni a più alta frequentazione, soprattutto nei periodi di picco.
Infine, per quanto concerne il nuovo orario ferroviario di giugno 2007, poiché la programmazione è ancora in fase di studio, non è possibile avanzare alcuna ipotesi. Comunque, la società ferroviaria assicura che, come per gli anni precedenti, il volume complessivo dell'offerta da e per la Sicilia, specificamente quello dell'offerta per i collegamenti effettuati dai treni «espressi notte» (che comprende la maggior parte dei collegamenti ferroviari Sicilia-continente), sarà adeguato alle risorse disponibili nell'ambito del contratto di servizio.
PRESIDENTE. L'onorevole D'Alia ha facoltà di replicare.
GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, uso il termine insoddisfatto perché quelli che mi vengono in mente non sono assolutamente consoni né al galateo parlamentare, né alle prescrizioni del nostro regolamento. Indignato potrebbe esser un sinonimo abbastanza vicino alla realtà. Lo sono, signor sottosegretario - ne sono convinto -, tanto quanto lei dopo aver letto la rispostina di questi signori delle Ferrovie dello Stato. Infatti, questa risposta - anch'essa supponente - conferma la tesi e i dati contenuti nella nostra interpellanza: si è liquidato un problema enorme sotto il profilo economico-sociale e dello sviluppo dell'area integrata dello stretto.
In particolar modo, io credo che la circostanza che si dica che le tabelle di armamento rispondono ai requisiti, benché vi sia anche una pronuncia di un giudice amministrativo che dice l'esatto opposto, e che la giustezza di tutto questo nasca dalla circostanza che le tabelle di armamento sono uguali a quelle delle altre società private, conferma - anzi è la prova provata - che il taglio delle tabelle di armamento è stato fatto per favorire gli imprenditori privati che operano nell'area dello stretto e non per garantire gli standard di sicurezza. Inoltre, ciò conferma che il settore della navigazione di Ferrovie dello Stato opera come soggetto che favorisce il consolidamento del monopolio dell'imprenditoria privata nell'area dello stretto, scaricando i costi di tutto ciò sull'aumento delle tariffe, sui cittadini e sugli operatori commerciali che utilizzano il gommato per il trasporto delle merci. E conferma altresì che tali soggetti non sanno cosa sia il rischio d'impresa.
Per quanto riguarda il rischio di impresa, infatti, non è che lo Stato mette i soldi e loro li scialacquano! Inoltre, l'abolizione del collegamento per i passeggeri è una circostanza gravissima, perché stiamo parlando di servizi che hanno anche un costo sociale, di milioni di cittadini che, nel corso dell'anno, si muovono tra le due sponde dello stretto per andare a lavorare e saranno costretti ad utilizzare il vettore privato, il quale, operando in una situazione di monopolio, potrà imporre, nell'assenza e nell'insipienza degli organi di controllo e delle cosiddette autorità indipendenti, costi per il transito nello stretto che non sono dovuti.
Signor sottosegretario, ciò conferma che l'eufemismo con cui Ferrovie dello Stato parla della soppressione dei treni in Sicilia è offensivo per la Sicilia stessa, per il Governo che lei rappresenta e per questo Parlamento! Si parla di scostamenti negativi cui si supplisce con il ricorso ad un sistema pseudointegrato di tram, autobus e via seguitando.
Ciò conferma la circostanza che la società Terminal Tremestieri (le fornisco un'indicazione precisa per una sua successiva, me lo auguro, valutazione), composta da RFI, Tourist & Caronte e Meridano Lines (soggetti privati che operano nel trasporto dello stretto), ancorché nata transitoriamente, opera in violazione delle regole di mercato.Pag. 80
Credo che il Governo e l'Antitrust debbano intervenire, perché non è possibile che i soggetti che dovrebbero operare in concorrenza nel mercato della navigazione nello stretto costituiscano un cartello con una società che gestisce gli approdi a terra e determina le linee, le tariffe, l'organizzazione e gli orari del servizio. Non è più sopportabile! È una situazione indecente che provocherà proteste ulteriori, più forti ed eclatanti, da parte dei cittadini messinesi e calabresi.
Signor sottosegretario, ciò conferma che non vi è alcuna intenzione di investire e di fare impresa da parte di Ferrovie dello Stato!
È vero che le autostrade del mare rappresentano una realtà ed un'alternativa al trasporto del gommato ed è altrettanto vero che chi decide di investire in questo settore ha margini di remuneratività e di reddito importanti, perché vi sono varie linee brillantemente predisposte anche da società private messinesi (per Salerno, Napoli e così via) che offrono un servizio efficiente alle comunità e agli autotrasportatori a costi contenuti e con margini remunerativi e di profitto equi.
Ma Rete Ferroviaria Italiana Navigazione non investe! Ferrovie dello Stato non investe in questo settore. E qual è la logica? Non si deve fare concorrenza e disturbare il privato! Devono solo chiedere soldi allo Stato e alla comunità europea per riammodernare le infrastrutture e ripianare non solo i costi sociali - è giusto che sia così -, ma anche le perdite ingenti che, ogni anno, il management di Ferrovie dello Stato registra a danno dei cittadini italiani. Lo Stato, in ogni legge finanziaria, ivi compresa l'ultima, è costretto a ripianare tali costi per evitare le «minaccette» di questi signori che minacciano appunto di chiudere il servizio.
Cacciate il responsabile del settore navigazione di Ferrovie dello Stato! Cacciate questi pseudomanager sindacalisti burocrati che stanno distruggendo il trasporto pubblico collettivo su rotaia nel nostro paese e creando una situazione oltremodo critica sotto il profilo economico, sociale e infrastrutturale nell'area dello stretto!
Questa è l'unica risposta che mi sento di fornirle e mi scuso per il tono. Non è rivolto ovviamente a lei, che stimo ed apprezzo per il lavoro che svolge.
Vorrei, inoltre, esprimere un'ulteriore considerazione: io capisco la difficoltà, da siciliano come me, e capisco anche la circostanza che è difficile recarsi in questa sede in vece di un ministro che è stato rettore dell'Università di Reggio Calabria e, pertanto, conosce molto bene la situazione dell'area dello stretto, anche perché l'ha affrontata accademicamente e professionalmente più volte e con particolare dedizione a questo settore specifico.
Tuttavia, non ho ricevuto alcuna risposta rispetto alla richiesta che abbiamo sollecitato di un'inchiesta amministrativa da parte del ministero sull'operato di Ferrovie dello Stato e di RFI per quanto riguarda il settore della navigazione nell'area dello stretto.
Ci aspettiamo che almeno lei si faccia carico di spiegare al professor Bianchi che è necessario monitorare, accertare cosa Ferrovie dello Stato ha fatto in quest'area da dieci anni a questa parte. Guardi che il problema non riguarda solo questo Governo, ma anche le responsabilità dei Governi precedenti che hanno consentito a questi lobbisti del management, come io li chiamo, di restare dove sono e di continuare a perpetrare danni nei confronti del sistema ferroviario, in particolar modo nell'area dello stretto di Messina.
PRESIDENTE. Segnalo che assiste ai nostri lavori una classe del liceo scientifico Pio X di Treviso: la Presidenza e l'Assemblea vi salutano (Applausi).