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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,05).
(Sperimentazione in campo aperto di organismi geneticamente modificati - n. 2-00345)
PRESIDENTE. L'onorevole Marinello ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00345 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 15).
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, nella interpellanza a mia firma, sottoscritta anche da numerosi colleghi del mio gruppo politico, si pone una questione fondamentale per la ricerca scientifica, ma anche per l'avvenire economico dell'agricoltura italiana, ossia la questione relativa alla ricerca in campo aperto di organismi geneticamente modificati. Parliamo ovviamente di ricerca, sia essa pubblica o privata, e in particolare ci riferiamo all'ottemperanza da parte dello Stato italiano rispetto a quanto previsto dalla direttiva comunitaria n. 18 del 2001.
Devo dire a tal proposito che dal 1999 al 2006, i rilasci in campo aperto di piante geneticamente modificate nel nostro paese si sono sensibilmente ridotti: si è passati da 256 casi documentati a soltanto due casi.
Questa è una esigenza oggi veramente avvertita, è avvertita dal mondo della ricerca: ben 120 scienziati provenienti da 125 paesi hanno sottoscritto uno specifico appello alla Commissione europea affinché intervenga presso l'Italia. Ci sono decine di società scientifiche italiane che sono intervenute sulla questione; vi è anche una lettera del gruppo «Galileo 2001», datata 1o agosto 2006, mandata alle autorità comunitarie, ma anche al ministro Bonino, al ministro De Castro, al ministro Pecoraro Scanio e al ministro Turco. Tutti trattano in maniera esaustiva l'intera questione.
L'intera questione, a nostro avviso, è centrale per l'avvenire del sistema produttivo agricolo italiano ed è centrale anche per la ricerca scientifica. Di fatto cosa sta accadendo?
Il nostro paese, da questo punto di vista, è in una stasi assoluta, si rischia un'arretratezza culturale e scientifica, che domani diventerà anche arretratezza del sistema produttivo, quindi arretratezza economica, in un campo a nostro avviso fondamentale per il nostro paese.
Ancora una volta segniamo il passo rispetto a quanto avviene nel resto d'Europa, segniamo il passo rispetto a quanto avviene nel resto del mondo.
Non si può essere europeisti in alcuni casi e poi, riguardo a situazioni così importanti, fare assolutamente finta di nulla!
Non nascondo che si sono registrati ritardi anche sotto la passata gestione del ministro Alemanno. Tra l'altro, vorrei osservare che si tratta di un tema specifico, riguardo al quale anche nel gruppo politico in cui milito le divergenze rispetto al ministro Alemanno erano assolutamente sostanziali. Devo tuttavia riconoscere che, nella passata legislatura, si giunse alla fine all'approvazione di un provvedimento, il decreto legislativo n. 224 del 2003, che, pur prevedendo una serie di restrizioni, sembrava comunque aprire la strada a questa sperimentazione.
Oggi noi, a circa dieci mesi di distanza dall'insediamento del nuovo Governo, vogliamo sapere quali siano le posizioni dell'Esecutivo su tale questione e quali Pag. 115siano gli atti e gli adempimenti che sono stati compiuti, perché ritengo necessario dare al più presto una risposta a questo importante settore, nonché al mondo scientifico ed universitario italiano.
Credo occorra dare una risposta chiara soprattutto al sistema delle imprese, il quale sta aspettando con ansia (a dire il vero, da alcuni anni) che il nostro paese affronti, in maniera seria e con un atteggiamento assolutamente laico, questo tema.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Boco, ha facoltà di rispondere.
STEFANO BOCO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, ringrazio innanzitutto l'onorevole interpellante. Ovviamente, mi atterrò ai quesiti specificatamente posti dall'atto di sindacato ispettivo in oggetto, invitando il collega Marinello a partecipare all'importante discussione che dovremo successivamente svolgere, più in generale, circa il modo in cui comportarci nel trattare tale questione. Come egli ha ricordato, infatti, nel nostro paese esistono storie ed esperienze che dividono (lo dico con rispetto) sia l'attuale maggioranza, sia le attuali opposizioni.
Credo non si tratti solo di un'importantissima discussione scientifica, poiché dobbiamo offrire anche una prospettiva al paese. In tal senso, le posso dire, onorevole Marinello, che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali sarà presente, efficiente e puntuale nell'affrontare, ogni volta che ne avrà possibilità - soprattutto, assieme al Parlamento -, il dibattito su tale tema.
Premesso ciò, torno alla risposta all'interpellanza urgente presentata dall'onorevole Marinello e da altri deputati. Con riferimento alla predisposizione dei protocolli tecnici di specie geneticamente modificate, ai sensi del decreto ministeriale del 19 gennaio 2005 (Gazzetta Ufficiale n. 72 del 29 marzo 2005), in applicazione dell'articolo 8, comma 6, del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224, si fa presente che il comitato tecnico di coordinamento, di cui all'articolo 4 del citato decreto del 19 gennaio 2005, si è insediato nel marzo 2006 e, considerata la delicatezza dell'argomento trattato, ha provveduto ad operare, durante questi mesi, secondo il principio di massima precauzione. Ho ricordato, dunque, la normativa vigente in tale materia.
A tal fine, il comitato ha convocato gli esperti estensori della specifica coltura oggetto del protocollo per le prescrizioni previste nell'allegato al decreto ministeriale in oggetto. Detto comitato, in base alle priorità della sperimentazione e nell'ambito dell'organizzazione dei lavori, ha diviso i protocolli in due gruppi.
Il primo gruppo è composto dalle specie attualmente in sperimentazione pluriennale o per le quali è stata presentata notifica di sperimentazione all'autorità competente nazionale. Elenco tali specie: actinidia, agrumi, ciliegio dolce, fragola, mais, melanzana, olivo, pomodoro e vite.
Il secondo gruppo è costituito, invece, da specie già sperimentate in Italia fin dall'anno 1998: barbabietola, cicoria, colza, frumento, melo, ornamentali, patata, pioppo, riso, soia, susino e tabacco.
Tra i protocolli del primo gruppo, si segnala la presenza di quello «agrumi», in ottemperanza alla richiesta di sperimentazione per il rilascio in campo di una varietà di limone GM, presentata dall'università di Catania (come è stato ricordato dall'onorevole interpellante). Tale richiesta, allo stato, è in attesa di autorizzazione da parte della competente commissione per le biotecnologie, costituita presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
A tale riguardo, nel far presente che la regione siciliana, allo stato, non ha ancora autorizzato nel proprio territorio il sito pubblico ove effettuare la sperimentazione, si evidenzia che gli unici siti autorizzati in Italia sono ubicati nella regione Marche (Università di Ancona) e nella regione Toscana (centro di Saggio di Cesa ad Arezzo, gestito dall'ARSIA).Pag. 116
Il comitato, pertanto, ha sostanzialmente completato i propri lavori relativamente ai protocolli tecnici operativi delle specie vegetali del primo gruppo e, allo stato, l'amministrazione per completare l'iter previsto dal decreto ministeriale del 19 gennaio 2005 sta operando per inviare la bozza di decreto con i protocolli allegati al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per il parere preventivo. Spero che la mia risposta sia stata esaustiva rispetto ai quesiti posti dall'interpellante, e lo ringrazio.
PRESIDENTE. L'onorevole Marinello ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, non posso che ritenermi parzialmente soddisfatto: infatti, il sottosegretario ha risposto compiutamente ad alcune questioni da me poste nell'interpellanza, ma non ha affrontato il tema di fondo che riguarda l'atteggiamento di chi attualmente guida le politiche agricole del nostro paese e anche degli altri ministri interessati alla questione. A mio avviso, dalla risposta fornita dal sottosegretario, che è molto tecnica e poco politica, non si evince assolutamente nulla.
Al di là di questa considerazione, devo tornare a sottolineare che si tratta di un problema importantissimo che dobbiamo affrontare oggi e con il quale domani ci confronteremo ancor più e ancor meglio. È un problema di interesse mondiale e il nostro paese non può correre il rischio dell'arretratezza dal punto di vista della ricerca scientifica in questo campo. Ciò è fondamentale per le nostre produzioni agricole, per l'intera filiera del settore agroalimentare, nonché per l'interesse dei cittadini. Siamo convinti, infatti, che una saggia ricerca scientifica possa portare a produzioni migliori non soltanto dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. Rispetto ad intere filiere agroalimentari, occorre creare le premesse affinché si arrivi a produrre alimenti più salubri. Sono convinto che queste rappresentino le frontiere del domani.
Tra l'altro, siamo in un mondo sempre più caratterizzato da fasce di popolazioni in condizioni alimentari pessime e sempre più interessato da queste necessità, un mondo che oggi guarda alle produzioni agricole anche dal punto di vista energetico (basti pensare alle bioenergie e al bioetanolo). Il fatto di investire sulla ricerca scientifica proprio in questo settore rappresenta sicuramente non soltanto un segno di innovazione e un segnale di modernità, ma soprattutto una speranza per un domani migliore. Non comprendere ciò, può far correre al nostro paese un gravissimo pericolo: quello dell'arretratezza e di un atteggiamento, per certi versi, medievale.
Sono convinto che le persone che si occupano in maniera seria e compiuta di queste tematiche non possono assolutamente volere questo.
Noi, dai banchi dell'opposizione, continueremo a trattare questi temi: li affronteremo in Parlamento, nelle Commissioni competenti e nel paese. Porteremo avanti la nostra azione parlamentare e la svilupperemo cercando di conseguire al più presto gli obiettivi che ci prefiggiamo.