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Si riprende la discussione (ore 15,20).
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2201-A)
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati approvati, da ultimo, gli identici emendamenti La Loggia 10.202 e Meta 10.203.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso l'ulteriore prescritto parere
(Vedi l'allegato A - A.C. 2201 sezione 5).
Passiamo ora all'emendamento Raisi 10.86 sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo. Ricordo che anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sanga. Ne ha facoltà.
GIOVANNI SANGA. Signor Presidente, questo emendamento andrebbe ad irrigidire ulteriormente la situazione di fatto oggi in essere, mentre noi, invece, stiamo operando da tempo - da quando l'attuale Governo si è insediato - per liberalizzare, quindi, per liberare il cittadino dai tanti vincoli burocratici, dai tanti lacci e lacciuoli inutili e dispendiosi, e per consentire alle imprese, ai nostri operatori economici più in generale, di operare in regime di trasparenza e di concorrenza.Pag. 28
Prendiamo il caso delle autoscuole, di cui stiamo qui discutendo. Il nostro obiettivo non è quello di rendere l'attività delle autoscuole meno assoggettata a controlli, ma semmai di rendere più agevoli e più snelle le procedure. Certamente i controlli non verranno meno: è previsto infatti che tutte le verifiche relative ai requisiti professionali, alla capacità finanziaria, agli standard tecnici e organizzativi possano essere effettuate dagli enti competenti. Quindi, non verranno meno queste funzioni, che dovranno sempre essere riconosciute da chi è preposto ai controlli; ma, soprattutto, non verrà meno la vigilanza che dovrà essere attivata dalle amministrazioni provinciali.
In questo senso abbiamo spostato i compiti della vigilanza tecnica dal Ministero dei trasporti alle amministrazioni provinciali, a cui già competeva la vigilanza amministrativa, introducendo una correlazione tra le attività di impresa, le attività legate allo svolgimento di esercizio commerciale e l'attività svolta dagli enti locali. Anche questa è una piccola forma di federalismo su cui noi ci stiamo incamminando da tempo.
Signor Presidente, non ci può essere chiesto di tornare indietro; noi dobbiamo proseguire su questa strada, dobbiamo procedere sulla strada della semplificazione delle procedure e, quindi, dei procedimenti. Anche la stessa vicenda riferita alla dichiarazione di inizio attività, che dovrebbe sostituire l'autorizzazione che l'amministrazione provinciale doveva rilasciare, non fa venire meno i compiti degli enti preposti al controllo, ma semmai si riconduce anche ad un altro punto di questo decreto-legge, esattamente il comma 9 dell'articolo 9, con cui abbiamo semplificato al massimo le procedure per la costituzione e l'avvio di una attività economica e commerciale. Abbiamo previsto che immediatamente, presso il registro delle imprese, venga rilasciato il codice fiscale ed il numero di partita IVA; in poche parole, concentrandola presso il registro delle imprese, abbiamo evitato tutta la trafila che gli operatori economici dovevano sostenere presso gli uffici dell'INPS, dell'INAIL, presso l'Albo artigiani e la Camera di commercio.
Vi è quindi una linea di continuità all'interno di questo provvedimento, che del resto si riconduce all'altro provvedimento che abbiamo già approvato nel mese di luglio dello scorso anno, con il disegno di legge che il Governo ha presentato e che mi auguro possa essere oggetto di discussione al più presto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Presidente, riprendo le considerazioni svolte nel mio intervento a titolo personale, che ha caratterizzato la chiusura dei lavori antimeridiani, per ribadire un principio che ci è particolarmente caro: quello della qualità dei soggetti che esercitano una funzione sociale, vale a dire quella di istruttore di scuola guida.
Noi crediamo che nel contesto che stiamo affrontando vadano meglio precisate e circostanziate le caratteristiche tecniche ed il livello di preparazione dei soggetti ai quali andremo ad affidare l'istruzione e l'idoneità dei nostri figli. Non so se sia cosa nota alla Presidenza o al relatore, ma oggi gran parte dei soggetti che frequentano le nostre scuole guida provengono da paesi dove il livello minimo di conoscenza delle norme del codice della strada è molto basso, quantomeno per differenze storiche, culturali e geografiche. È chiaro che da no un immigrato mediamente stenta o fatica a comprendere quali sono i meccanismi effettivi della circolazione del nostro complicatissimo codice della strada. Noi temiamo che con la sostanziale deregolamentazione contenuta in questo decreto-legge si possano innescare meccanismi in grado di facilitare in maniera estrema la possibilità da parte di questi soggetti di rivolgersi a quelle agenzie che dovessero nascere garantendo un percorso formativo semplificato e più snello, per usare un eufemismo.
Il timore c'è. Le cronache di tutti i giorni ci hanno abituato a riconoscere la Pag. 29serietà del tema che affrontiamo. Il livello di sicurezza sulle strade è spesso minato dal basso livello qualitativo dei soggetti che le frequentano.
Non possiamo pensare che agli istruttori di guida che svolgeranno questa importantissima missione non sia affidato, quantomeno, un compito che discende dalla precisa conoscenza delle norme stesse e da una qualificata preparazione in termini di professionalità. Infatti, nell'intervento precedente avevamo sostenuto e sottoscritto un emendamento analogo, proprio in questa logica. Non crediamo che tale impostazione possa minare un provvedimento che ha in sé, nella propria premessa, una logica liberalizzatrice.
Non siamo convinti del fatto che esista un automatismo per cui, se si pongono limiti in termini di qualità, di conoscenza, di preparazione tecnica specifica dei soggetti che dovranno svolgere tale attività, se ne limiti la libertà. È una questione di professionalità. Per quale motivo non dovremmo usare lo stesso atteggiamento nei confronti dei consulenti che popolano il nostro paese, commercialisti piuttosto che avvocati? Per quale motivo vi deve essere una qualifica professionale per alcuni soggetti e non deve esservi per qualcuno che, oggi, esercita un ruolo che, per noi, ha una funzione sociale?
Insistiamo su questo aspetto che - ahinoi - non ha trovato alcuna rispondenza e disponibilità da parte della maggioranza. Da giorni, affermiamo che avremmo preferito maggiore disponibilità e flessibilità, ma registriamo un nulla di fatto. Riteniamo importante che si prenda atto che stiamo giocando con la pelle dei cittadini. Stiamo parlando di persone che si troveranno ad affrontare le nostre strade pericolose con norme del codice della strada abbastanza rigide con un difetto di fondo: il limite di non poter essere stati preparati in modo adeguato, perché gli istruttori delle scuole guide che usciranno dall'approvazione del decreto-legge in esame non avranno la preparazione opportuna.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raisi 10.86, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la Commissione V (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 416
Maggioranza 209
Hanno votato sì 173
Hanno votato no 243).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.450 della Commissione.
Qual è il parere del Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo lo accetta.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.450 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato sì 418
Hanno votato no 5).
Prendo atto i deputati Delfino e Volontè non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti La Loggia 10.151 e Greco Pag. 3010.230, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare...
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 426
Maggioranza 214
Hanno votato sì 424
Hanno votato no 2).
Mi dispiace, onorevole Formisano, ma avevo già indetto la votazione.
Prendo atto che i deputati Delfino, Formisano e Volontè non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Meta 10.147 e Giudice 10.148, sui quali vi è un invito al ritiro da parte della Commissione.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Meta 10.147, mentre l'onorevole Giudice insiste per la votazione del suo emendamento 10.148.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, volevo ringraziare il presidente Meta che, con molta puntualità ha presentato alcuni emendamenti, come quello che è appena stato ritirato, identico all'emendamento Giudice 10.148.
Per la verità il relatore ha accolto parzialmente il testo di successivi emendamenti. Noi, per spirito di coerenza, voteremo a favore dell'emendamento Giudice 10.148. Ringraziamo quindi il collega Meta per aver presentato un identico emendamento e ci dispiace che successivamente lo abbia ritirato. Tuttavia, forse il suo ritiro ha indotto il relatore ad esprimere un successivamente un parere parzialmente favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, intervengo per ribadire l'importanza di prevedere sanzioni per chi esercita abusivamente l'attività di autoscuola. Al di là di tutto, si tratta di un servizio importante per il quale abbiamo la presenza di lavoratori che, giustamente, devono essere tutelati, a fronte di una potenziale concorrenza sleale da parte di nuovi esercizi che nascono con la possibilità di avere facilitazioni. Le abbiamo ricordate stamattina e ribadiamo adesso alcune questioni, quali la capacità finanziaria ed i controlli che valgono solo per la sede principale e non anche per tutte le altre sedi o il fatto che non viene previsto un esame per stabilire se vi siano delle capacità gestionali minime da parte dei titolari di questi esercizi.
Pertanto, da un lato abbiamo il contrasto dell'abusivismo e del lavoro nero; dall'altro lato, vi sono attività che non rispettano i requisiti e gli standard minimi di servizio. Per questo riteniamo sia importante prevedere anche una sanzione. In caso contrario, come al solito, si rischia di dettare regole generiche. Infatti, a quanto pare andremo ad approvare un emendamento che invita il Governo ad emanare delle direttive e quindi a dare delle regole. Però, si tratta di un intervento non immediato e con una certa discrezionalità. A fronte di queste regole, inoltre, sappiamo che se non vi è una sanzione, ognuno si comporta come gli pare. Quindi, riteniamo opportuno far passare con chiarezza il principio che vi sono significative sanzioni al mancato rispetto della norma.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giudice 10.148, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 433
Votanti 357
Astenuti 76
Maggioranza 179
Hanno votato sì 108
Hanno votato no 249).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Giudice 10.149 e D'Agrò 10.231.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Presidente, intervengo per precisare la riformulazione che abbiamo proposto degli identici emendamenti Giudice 10.149 e D'Agrò 10.231. Come avevamo già detto, noi accogliamo il principio della lotta all'abusivismo e le sanzioni previste. Inoltre, inseriamo due modifiche, una delle quali, di carattere sostanziale, è volta ad aggiungere, dopo le parole «L'istruzione o la formazione dei conducenti impartita», le seguenti: «in forma professionale o comunque a fine di lucro». Ciò eviterebbe di penalizzare i casi in cui siano la madre o il padre ad impartire qualche lezione di guida al proprio figlio. Inoltre, alla fine dell'emendamento, la riformulazione prevede l'aggiunta, dopo le parole: «il disposto del comma 9-bis», delle seguenti: «del presente articolo», dal momento che si fa riferimento all'articolo 10 dove sono previste altresì le sanzioni.
Così riformulati, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti che consentono una più efficace azione contro l'abusivismo.
PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Giudice e D'Agrò accettano la riformulazione proposta dal relatore dei loro identici emendamenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per chiedere di apporre la mia firma all'emendamento D'Agro 10.231, nel testo riformulato. Inoltre, vorrei ringraziare il relatore per aver accolto le nostre indicazioni, anche se con riformulazione. Ciò dimostra, ancora una volta, lo spirito costruttivo che noi stiamo portando avanti sul provvedimento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Giudice 10.149 e D'Agrò 10.231, nel testo riformulato, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato sì 425).
Prendo atto che la deputata Zanella non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Raisi 10.89 e Campa 10.157.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campa. Ne ha facoltà.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, il relatore, esprimendo parere favorevole sugli identici emendamenti Giudice 10.149 e D'Agrò 10.231, ha accolto la nostra impostazione. Per la verità, ha introdotto nel testo degli stessi una riformulazione, prevedendo di non considerare abusivo chiunque eserciti l'attività di autoscuola senza scopo di lucro.
Si tratta di una formulazione che non ci trova pienamente consenzienti: infatti, si Pag. 32fa riferimento ai padri di famiglia, tuttavia vorrei osservare che potrebbero esserci anche padri che impartiscono lezioni di guida non ai propri figlioli, ma a quelli degli altri! Risulta sempre molto difficile, inoltre, stabilire se essi esercitino tale attività a titolo gratuito.
Credo che se, dopo avere approvato i precedenti emendamenti, anche se riformulati dal relatore, potessimo approvare gli identici emendamenti Raisi 10.89 e Campa 10.157, avremmo dato una risposta sicuramente positiva a chi non desidera forme di abusivismo in tale ambito. Voglio ribadire che il padre che insegna a guidare al proprio figliolo non è considerato un abusivo; tuttavia, si deve trattare del proprio figlio, e non si deve consentire che un padre di famiglia possa impartire lezioni di guida ai figli di tutti gli abitanti del comune di Venezia!
Voglio sottolineare, in conclusione, l'importanza di approvare gli identici emendamenti Raisi 10.89 e Campa 10.157, pur riconoscendo al relatore che, in occasione dell'esame dei precedenti identici emendamenti, ha parzialmente accettato la nostra impostazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Raisi 10.89 e Campa 10.157, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato sì 189
Hanno votato no 257).
Prendo atto che il deputato Realacci ha espresso erroneamente un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.