Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Progetto di raddoppio del tracciato ferroviario Parma-La Spezia in relazione alla salvaguardia del castello di Malnido sito nel comune di Villafranca in Lunigiana (Massa Carrara) - n. 3-00768).
PRESIDENTE. Il deputato Barani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Del Bue n. 3-00768 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 1), di cui è cofirmatario.
LUCIO BARANI. Signor Presidente, si tratta del raddoppio della linea ferroviaria Parma-La Spezia, la cosiddetta «Pontremolese» che sta ora attraversando il comune e la città di Villafranca, dopo avere già danneggiato il castello di Malnido; un castello nobile, declamato da Dante, il quale ne fu ospite.
Danni al castello sono già stati cagionati in conseguenza del passaggio dei convogli in questi 120 anni; passaggio che, ovviamente, ha provocato frane e diverse lesioni al maniero. Ovviamente, la questione è che il raddoppio della linea ferroviaria non deve più essere effettuato passando all'interno della città di Villafranca e, soprattutto, che Rete ferroviaria italiana spa, anziché chiedere ai cittadini di pagare i danni cagionati, deve riparare essa stessa il castello che ha danneggiato.
PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ANTONIO DI PIETRO, Ministro delle infrastrutture. Signor Presidente, il castello di Malnido è di proprietà privata e dunque, i sensi dell'articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica n. 753 del 1980, i fabbricati e le opere di qualunque genere esistenti lungo le ferrovie debbono essere mantenuti in condizioni tali da non compromettere la sicurezza dell'esercizio ferroviario.Pag. 52
In relazione a ciò, Rete ferroviaria italiana ha presentato ricorso al TAR della Toscana avverso l'ordinanza del sindaco di Villafranca che aveva, per l'appunto, disposto, a carico di RFI, dapprima la chiusura del tratto di linea interessato e poi l'obbligo di limitare a 30 chilometri orari la velocità dei convogli. Il TAR della Toscana ha quindi disposto, alla fine, un rallentamento. Successivamente, RFI ha diffidato il proprietario a provvedere alla sistemazione di questo castello abbandonato e in disfacimento; si discute se lo stato del castello dipenda dal passaggio della linea ferroviaria ovvero dall'incuria nella quale viene lasciato.
Ciò detto, il progetto di raddoppio della linea «Pontremolese» - che effettivamente attraversa l'abitato di Villafranca - è stato approvato dalle regioni Toscana ed Emilia Romagna: si tratta, quindi, di una linea che deve essere mantenuta, potenziata e ammodernata.
In questo senso, condividendo le preoccupazioni del sindaco di Villafranca e di tutta la collettività locale, ho dato incarico al mio Ministero - e ringrazio l'interrogante per la sollecitazione che ha voluto porre con questa sua interrogazione - di aprire, nei prossimi giorni, un tavolo di concertazione con le parti interessate al fine di addivenire ad una soluzione che sia il più possibile condivisa e soddisfacente.
Al di là dell'individuazione tecnica di quale sia stata la causa del decadimento del castello - se la linea che vi passa accanto o l'incuria -, è ovvio che, così come hanno rilevato i vigili del fuoco nella loro relazione del 19 dicembre del 2006, diventa pericoloso lasciare la struttura nelle attuali condizioni. È questa la ragione che mi ha indotto quindi - e concludo - ad accogliere con attenzione e rispetto la sollecitazione contenuta in questa interrogazione e ad avviare le procedure che porteranno già nei prossimi giorni all'apertura da parte del Ministero del tavolo di concertazione con tutte le parti interessate.
PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di replicare.
LUCIO BARANI. In effetti, se Dio vuole, vi è stato un sindaco responsabile, che ha finalmente emanato un'ordinanza. Secondo RFI, bisognava invece mettere a rischio la vita stessa dei passeggeri; c'è voluto un sindaco che dicesse a Rete ferroviaria italiana che doveva essere limitata la velocità dei convogli e che c'era pericolo per la vita dei passeggeri e della comunità locale.
Dopo che il TAR ha dato ragione al sindaco di Villafranca, ecco che in maniera arrogante e autoritaria la società Rete ferroviaria italiana se la prende con gli ignari cittadini eredi di un simbolo di cultura di tutta la Lunigiana, di tutta la Toscana e della famiglia Malaspina che ha ospitato Dante Alighieri, il più grande poeta italiano ed europeo di tutti i tempi.
Allora, perché bisogna prendersela con i cittadini? Perché le Ferrovie non intervengono per riparare il danno che hanno fatto? Ricordo che i vigili del fuoco hanno affermato che proprio i microsismi dovuti al passaggio del treno e il vento sono state le cause del danno. Dunque, perché RFI si arroga un'autorità diffidando i cittadini a riparare un castello abbandonato da sessant'anni e a spendere sei o sette milioni di euro? Perché odiate così i cittadini, tra l'altro a scapito della sicurezza?
Pertanto, signor ministro, condivido le sue affermazioni - e ciò è tutto dire detto da me, che sa perfettamente chi sono - e ritengo che abbia l'obbligo e il dovere morale di far pagare ad RFI i danni che sta perpetrando, facendo spostare una linea ferroviaria che non può continuare a danneggiare i cittadini e la cultura di un centro storico così importante.