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Si riprende lo svolgimento di interpellanze urgenti (ore 14,33).
(Avvio del piano di investimenti della società Sviluppo Italia turismo, in relazione all'impegno di risorse finanziarie pubbliche - n. 2-00433)
PRESIDENTE. L'onorevole Galati ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00433 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6).
GIUSEPPE GALATI. Signor Presidente, interverrò brevemente cercando di affrontare la sostanza del problema. L'interpellanza che ho presentato insieme ai colleghi chiede al Governo e al viceministro D'Antoni presente in aula informazioni sul contratto di programma stipulato con la società Sviluppo Italia turismo il 20 dicembre 2004, poi rimodulato il 23 gennaio 2006. Questo contratto - riguardante la Pag. 57realizzazione di poli turistici integrati nelle regioni Calabria, Sicilia e Puglia - prevedeva, in una prima fase, l'occupazione di 1.449 unità lavorative, per un investimento complessivo di circa 319 milioni di euro. Successivamente, il contratto è stato modificato, prevedendo l'occupazione di 1.203 unità lavorative.
Secondo notizie diffuse nei giorni scorsi questo contratto di programma dovrebbe essere rimodulato ancora una volta sulla base di un presupposto: un presunto parere negativo da parte della sovrintendenza per i beni ambientali rispetto ad una delle località oggetto del contratto - mi riferisco a Gizzeria - con la conseguente cancellazione di una parte del programma previsto, nonostante dapprima fosse stato espresso da parte della stessa soprintendenza un parere positivo.
Se il contratto fosse rimodulato in questi termini, non ci troveremmo più di fronte a un contratto di programma, bensì di fronte ad una semplice procedura prevista dalla legge n. 488 del 1992, che consente di ristrutturare le proprietà già messe a disposizione della società Sviluppo Italia turismo.
In attesa della risposta del viceministro, chiediamo al Governo di verificare presso i propri uffici centrali e periferici se questo contratto di programma abbia perso i propri connotati, così da configurare non tanto una rimodulazione, bensì addirittura un definanziamento del piano di investimenti.
PRESIDENTE. Il viceministro dello sviluppo economico, Sergio Antonio D'Antoni, ha facoltà di rispondere.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, vorrei brevemente ricostruire la vicenda che è stata appena illustrata. Purtroppo, essa rispecchia l'andamento di altri contratti di programma, che finiscono sempre per determinare incertezze.
Nella sostanza siamo in presenza di un primo contratto di programma approvato dal CIPE nel 2004 riguardante tre regioni. Questo contratto è stato in parte rimodulato rispetto a profili di scarsa importanza. Successivamente, nell'ottobre 2006, la società Sviluppo Italia turismo ha comunicato che uno dei tre investimenti previsti nel contratto di programma - quello cui ha fatto riferimento l'onorevole Galati, riguardante il polo turistico sito in Calabria, località Gizzeria - non poteva essere più realizzato sia per una valutazione di mercato che successivamente l'azienda rendeva nota sia perché la sovrintendenza, in data 23 febbraio 2007, aveva espresso un parere negativo. In sostanza, era stata anticipata la presunzione concernente l'impossibilità di effettuare l'investimento per cui il contratto veniva rimodulato e l'investimento veniva ridotto per un importo pari a circa 92 milioni di euro, di cui il contributo pubblico era pari a circa 45 milioni.
A questo punto, gli uffici e il CIPE valuteranno tale problema nelle prossime settimane, per vedere se rimangono i presupposti della validità del contratto, cosa che, invece, mette in discussione l'intero impianto del contratto stesso. In ogni caso, siccome nel frattempo era intervenuta un'ordinanza alla Presidenza del Consiglio che destinava 45 milioni per l'intervento a Vibo Valentia, a causa dell'alluvione che tale città aveva subito, la suddetta cifra verrà presa - almeno questa è la proposta che il Ministero dello sviluppo economico porterà al CIPE - dalla parte calabrese del contratto e destinata alle opere di Vibo Valentia. Questo non al fine di risolvere il primo problema, ma per una questione di rapporto equo nei confronti della regione Calabria, perché in questo modo la stessa non perderà le risorse che le erano state destinate.
Dopodiché, esiste il tema dei presupposti del contratto stesso. Noi siamo in una fase di riordino complessivo di Sviluppo Italia e di riesame di tutti i suoi interventi, compresi quelli di Italia turismo. Quindi, svolgeremo un approfondimento molto serio e, in base a ciò, assumeremo delle decisioni da portare al CIPE (che, alla luce delle decisioni prese dalla Pag. 58società, riteniamo meritino da parte nostra un'attenta valutazione) e, poi, delle conclusioni conseguenti.
PRESIDENTE. L'onorevole Galati ha facoltà di replicare.
GIUSEPPE GALATI. Signor Presidente, siamo in una situazione nella quale non possiamo dichiararci né soddisfatti né insoddisfatti, perché il tema centrale l'ha evidenziato il viceministro D'Antoni quando ha detto che gli uffici dovranno valutare se questo contratto mantiene ancora proprio i suoi caratteri.
Allora, viceministro D'Antoni, mi permetto di formulare alcune osservazioni che devono servire a questa valutazione. Innanzitutto, il Governo deve verificare quali siano gli investimenti da mettere a contributo e quali siano i contributi che devono essere elargiti per investimenti ancora non precisati; ma soprattutto, signor viceministro, visto che lei ha anche la responsabilità per quanto riguarda la società Sviluppo Italia, credo che occorra verificare, anche in base al suo lavoro sul cambiamento di mission di Sviluppo Italia, come mantenere la presenza di tale società e, soprattutto, qual sia il quadro generale dei rapporti interni alla società sulla base dei patti parasociali esistenti e delle possibili intese che regolano il diritto di call e put delle due componenti principali.
Signor viceministro, quello che sarà importante valutare per il Governo è se questa proposta di rifinanziamento non sia in qualche modo un percorso obbligato dall'esistenza di patti parasociali, che, se venisse meno il sostegno della contribuzione pubblica, potrebbero generare ulteriori e maggiori oneri a carico della stessa finanza pubblica, sulla base di accordi esistenti tra Sviluppo Italia e partner privati. Inoltre, se così fosse, vorremmo sapere di chi siano le responsabilità di tali oneri e quali siano le implicazioni, perché, signor viceministro, in quel caso, probabilmente, il contratto non sarebbe di interesse del Ministero dello sviluppo economico, ma di altre istituzioni dello Stato, e noi non vorremmo che fosse così.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.