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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative a tutela delle risorse idriche e delle riserve, per il mantenimento della loro gestione in mano pubblica - n. 3-00790)
PRESIDENTE. L'onorevole Francescato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00790 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9).
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente, signor ministro, l'acqua sta diventando la risorsa più preziosa del pianeta e, non a caso, viene chiamata «oro blu». Tuttavia, è sempre più scarsa ed inquinata. Già oggi un miliardo di persone ha «la gola secca». Domani potrebbero essere tre miliardi i soggetti che non hanno l'accesso a questa risorsa vitale.
Anche in Italia le prospettive non sono rosee. Siamo un paese ricco di acqua, ma sprecone: ognuno di noi consuma 250 litri di acqua al giorno; gli acquedotti ne perdono dal 30 al 70 per cento; il cambiamento del clima provoca un'impennata di eventi estremi, ossia periodi di siccità che si alternano a piogge spesso devastanti; la quasi scomparsa delle nevi in questo inverno (un inverno desaparecido) e la scarsa, finora, piovosità già ci hanno spinto a decretare l'emergenza idrica.
È dunque una priorità assoluta tutelare il ciclo delle risorse idriche ab ovo, cioè dalle falde, dalle sorgenti e dalle zone umide.
Vorremmo sapere, quindi, cosa il Governo intenda fare in questa direzione e come intenda adoperarsi affinché l'acqua resti un bene comune, come è scritto peraltro nel programma dell'Unione, e non diventi una merce in mano ai privati.
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Alfonso Pecoraro Scanio, ha facoltà di rispondere.
ALFONSO PECORARO SCANIO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, ringrazio anche in questo caso gli interroganti perché offrono l'occasione per ribadire l'impegno forte del Governo sulla tutela dell'acqua come bene fondamentale e come bene comune, come è previsto anche nel programma dell'Unione. Noi riteniamo che l'acqua sia indispensabile alla vita, come anche la comunità mondiale Pag. 61ritiene, e si sta lavorando, in concerto con gli altri ministeri, ad una iniziativa che consenta una sospensione dei processi di privatizzazione in atto, in modo da consentire una riorganizzazione adeguata del settore. Questa è almeno l'azione che sta sicuramente svolgendo il ministro dell'ambiente.
Per quanto riguarda i problemi idrici, stiamo lavorando alla riscrittura del decreto legislativo n. 152 del 2006, proprio per ridefinire in modo adeguato i distretti idrografici nazionali, ricordando che, attraverso il coordinamento delle autorità di bacino, il Ministero dell'ambiente sta lavorando anche a realizzare quell'obbligo di predisporre il bilancio idrico di bacino, che anticipa anche alcune normative comunitarie.
Peraltro, già dal mese di giugno scorso avevo lanciato personalmente un appello, insieme al Ministero delle politiche agricole, per una valutazione comune del risparmio soprattutto nel settore dell'agricoltura, nel quale è ancora molto frequente l'irrigazione a pioggia, e anche nel settore industriale. Infatti, è necessario procedere in modo massiccio al riuso delle acque, evitando di sacrificare acque potabili preziose per un uso industriale, come spesso avviene anche a scapito del flusso minimo vitale per i fiumi. Ciò è necessario per mantenere un adeguato livello di tutela dei bacini idrici del nostro paese.
Infine, un ruolo centrale sarà svolto anche dal ricostituito comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche che, oltre a promuovere studi e approfondimenti scientifici, si occuperà del coordinamento delle attività relative alla costruzione del quadro delle criticità a livello nazionale e della definizione di una strategia idonea ad affrontare efficacemente l'emergenza idrica nel nostro paese. Ho ritenuto di chiamare a presiedere tale comitato il professor Passino, già magistrato del Po, e di indicare a farne parte anche il professor Riccardo Petrella, noto nel mondo per aver lavorato al Contratto mondiale sull'acqua e al rilancio di una cultura del rispetto delle fonti idriche.
Credo che, da questo punto di vista, si potrà lavorare in una maniera positiva. Peraltro, il predetto comitato, facendo seguito alla circolare diramata il 5 marzo 2007 dal Presidente del Consiglio dei ministri, recante indicazioni operative per fronteggiare eventuali crisi idriche, ha già inviato, in data 30 marzo 2007, una nota a tutte le 91 Autorità di ambito territoriale, ottimale per ragionare e per chiedere che ciascuna di esse, entro il 15 aprile prossimo venturo, fornisca un quadro conoscitivo relativo alla disponibilità delle risorse, ai fabbisogni e a quello che occorre fare anche in prospettiva della stagione estiva.
Del resto, a seguito dell'inverno appena trascorso che, come lei ha ricordato, onorevole Francescato, è stato un inverno «senza cappotto» o, comunque, un inverno «senza inverno», noi dobbiamo prevedere, da subito, forme di consistente risparmio e di tutela delle risorse idriche, nell'interesse di tutti i cittadini.
PRESIDENTE. L'onorevole Francescato ha facoltà di replicare, per due minuti.
GRAZIA FRANCESCATO. Signor Presidente, abbiamo ascoltato con sollievo le rassicurazioni del signor ministro, soprattutto per quel che riguarda la vigilanza sul bilancio idrico e il risparmio idrico complessivo. C'è una tendenza, che ci preoccupa un po', a discutere o, persino, a litigare sulle competenze e sulla distribuzione della fette della torta: un tanto per i consumi domestici, un tanto per la produzione di energia elettrica e un tanto all'agricoltura. Si tende a dimenticare, però, che prima di tutto deve essere difesa la torta stessa, cioè la risorsa idrica allo stato naturale, vale a dire le falde, le sorgenti e le aree umide, garantendo anche ai fiumi un minimo di flusso vitale. Spesso, ciò non avviene in Italia. Basti l'esempio del Tagliamento, catturato alle origini; attualmente tutti i comitati e i rappresentanti dei paesi di quel bacino stanno lottando per riportare almeno un po' d'acqua in quel fiume che, altrimenti, non potrà essere più considerato tale. Pag. 62Questa è, a mio avviso, una delle vere grandi opere di cui ha bisogno il nostro paese: la difesa delle acque fin dall'inizio del ciclo. Ad essa, ovviamente, si deve aggiungere la lotta agli sprechi, l'adeguamento degli impianti e l'uso razionale e lungimirante della risorsa.
Tuttavia, c'è un'altra tendenza che ci preoccupa e alla quale lei ha accennato, vale a dire l'aggressione che potrebbe venire e che già sta provenendo dal mercato. È in corso il tentativo di trasformare l'acqua in merce. Non a caso, l'inserto finanziario di Le Monde di qualche giorno fa, di lunedì 2 aprile, informava che il settore privato serve già il 9 per cento della popolazione mondiale. Questa percentuale potrebbe salire al 16 per cento nel 2015, costituendo un mercato potenziale di ben 260 miliardi di dollari con una crescita annua del 6 per cento. Nell'Unione europea già si stanno accumulando oltre 70 proposte di privatizzazione, che la Commissione ha messo in programma e che Petrella, con il comitato che dirige, sta cercando di neutralizzare.
Anche il nostro paese non è esente dalla tentazione, come ben sappiamo. Già sono in corso appalti ai privati e sono state bandite le gare, anche se ora si sta facendo marcia indietro per onorare il programma dell'Unione che, lo ripetiamo, al riguardo è chiarissimo: l'acqua deve restare un bene comune, un servizio e non una merce, un diritto inalienabile di ogni cittadino. Su questo continueremo a mantenere altissima la vigilanza (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e Italia dei Valori).