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Si riprende la discussione.
(Esame dell'articolo 13 - A.C. 15-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 15 sezione 14).
Nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.
MASSIMO VANNUCCI, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, innanzitutto volevo segnalare l'importanza del fondo per gli incentivi fiscali in favore dei piccoli comuni. Il provvedimento in esame è stato presentato con una previsione di spesa solo per l'anno 2009, perché non si trovavano altre risorse; nel corso dei lavori siamo riusciti a reperire risorse anche per gli anni 2007 e 2008. Voglio altresì far presente ai colleghi che con l'emendamento che contiene tale previsione poniamo il provvedimento nella famosa tabella C della legge finanziaria, affinchè ogni anno vi possa essere il finanziamento automatico e magari anche l'integrazione dei fondi stessi.
Per quanto riguarda il parere, le Commissioni accettano l'emendamento Garavaglia 13.50, purché riformulato nel seguente modo: al comma 2, lettera a), dopo le parole: «dei trasferimenti», aggiungere le seguenti: «o delle compartecipazioni a tributi». Le Commissioni raccomandano l'approvazione del proprio emendamento 13.100, che assorbe gli emendamenti Franci 13.54 e 13.55; esprimono parere favorevole sull'emendamento Piro 13.7; sugli emendamenti Garavaglia 13.51 e Buontempo 13.57, purché riformulati, il primo, nel senso di aggiungere alla fine le parole: «e tributarie», e il secondo nel modo seguente: «da misure agevolative a favore della persona fisica o giuridica che rilevi immobili abbandonati, impegnandosi al loro recupero e al loro utilizzo per almeno un decennio»; esprimono infine parere favorevole sull'emendamento Ceccuzzi 13.53 ed accettano, ovviamente, l'emendamento 13.200 del Governo.
Le Commissioni formulano infine un invito al ritiro di tutti gli altri emendamenti.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
Pag. 94PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Osvaldo Napoli 13.2 formulato dal relatore.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, prendo spunto dall'invito al ritiro del mio emendamento 13.2, ma il mio intervento intende riferirsi a quello precedente del collega Acerbo. Egli ha pronunciato un intervento estremamente politico e, quindi, diventa difficile non poter rispondere da parte nostra. Con il battimani che Rifondazione Comunista e la sua componente hanno fatto alla fine del suo intervento, mi chiedo - lo dico ai colleghi del centrosinistra - come ci possa sentire ancora oggi una maggioranza estremamente chiara: non è nient'altro che il no alla TAV, il no alle pensioni, il no alla politica estera, i Dico e così via. Ripeto ai colleghi del centrosinistra che l'onorevole Acerbo ha usato duramente questi termini: «retorica da parte del Governo, programma non attuato, non attenzione nei confronti dei piccoli comuni e di tutti i comuni italiani, si espropria la volontà dei comuni e di chi usa l'acqua».
Queste sono le parole che ha pronunciato il collega Acerbo - e vedo che conferma -, ma io aggiungo che ha usato parole fortemente negative nei confronti del ministro Lanzillotta, affermando che non si è fatto nulla per quanto riguarda i servizi pubblici locali. Questo non l'ho detto io - è sufficiente andare a vedere il resoconto stenografico - ed ha ragione, perché in quest'aula abbiamo parlato di liberalizzazioni, ma non c'è alcuno che abbia parlato ancora per quanto riguarda la modifica dei servizi pubblici locali.
Signor Presidente, alla luce dell'intervento così duro dell'onorevole Acerbo, chiedo che il ministro Pecoraro Scanio venga in aula a spiegarci le intenzioni del Governo rispetto alla politica ambientale e sulle risorse idriche. Il collega Acerbo ha affermato che questo Governo non vuole fare nulla (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)!
Allora, o ha ragione l'onorevole Acerbo che ha ottenuto il battimani della sinistra estremista oppure il ministro Pecoraro Scanio deve dirci cosa fa all'interno di questo Governo! Se il programma del Governo, ad oggi, non risulta attuato, non è certamente colpa nostra: ciò è imputabile ad una rottura al vostro interno che non siete capaci di risolvere. Si venga in Parlamento a dichiarare le vostre intenzioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia)!
PRESIDENTE. Onorevole Osvaldo Napoli, accede all'invito al ritiro del suo emendamento 13.2?
OSVALDO NAPOLI. Lo ritiro, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DOMENICO BENEDETTI VALENTINI. Signor Presidente, di fronte a questa raffica di ritiri diventa difficile trovare logisticamente una nicchia per intervenire. L'intervento dell'onorevole Acerbo ha sollevato un problema politico all'interno della maggioranza di centrosinistra che naturalmente ci interessa e ci appassiona. Tuttavia, per quanto mi riguarda, esso non tocca affatto tutte le questioni sostanziali. È chiaro che, gridando contro la privatizzazione, egli a sinistra riscuota applausi.
Tuttavia, signor Presidente, onorevoli colleghi delle Commissioni competenti, vorrei sollevare un'altra questione: ci stiamo occupando di un provvedimento volto a favorire la sorte dei piccoli comuni. Ciò che si è verificato concretamente sui territori per chi li frequenta e li segue amministrativamente è la seguente situazione: prima i piccoli comuni, soprattutto quelli montani ricchi di risorse, si trovavano in una determinata situazione economica. Gli utenti, che dovevano pagare le bollette con un sistema a forfait piuttosto Pag. 95che a contatore, spendevano pochissimo o comunque risparmiavano molto sul consumo di questo bene fondamentale. Adesso, all'interno di questi ambiti territoriali, li abbiamo costretti a prendere il servizio da società che sono apparentemente società per azioni, ma che in realtà sono di proprietà dei comuni più grandi, che governano questi ambiti territoriali.
La morale della favola è che i comuni più grandi, che non hanno e non avevano le risorse, amministrano e dettano legge anche sul piano tariffario per i comuni più piccini. In particolare, i comuni più grandi hanno reti di distribuzione idriche che in molti casi sono pessime o danno luogo a dispersioni e a diseconomie fondamentali. Di fronte a tutto ciò, gli utenti dei comuni più piccoli pagano un prezzo pesantissimo in termini tariffari.
Quindi, non è tanto una questione di privatizzazione o meno, tema che pure è appassionante. Mentre ci occupiamo di una legge sui piccoli comuni, lungi dal favorire questi ultimi, appesantiamo ulteriormente le tariffe a carico dei cittadini.
Il fatto che si ritirino gli emendamenti e che si rinvii tutto ad un futuro provvedimento organico rientra in un balletto al quale possiamo anche far finta di rassegnarci; ma i cittadini dei comuni minori, in particolare quelli collinari e montani, non si rassegnano affatto a questo balletto!
Mi rincresce che i presentatori abbiano ritirato i loro emendamenti perché non ho fiducia in una positiva soluzione da parte del Governo di questo problema concernente l'equità tra i cittadini dei nostri territori.
Ho voluto sottolineare questo aspetto per dire che, mentre si vara un provvedimento a favore dei piccoli comuni, bisognerebbe essere coerenti nell'affrontare un problema che, invece, li pone alla mercé delle false società pubbliche create per l'utenza dei servizi dai comuni più grandi che li fagocitano e li penalizzano.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.101 delle Commissioni.
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO COLONNELLA, Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie locali. Signor Presidente, non vorrei appesantire i nostri lavori ed intervengo solo per dire che il disegno di legge n. 772 sulla riforma dei servizi pubblici locali sta per completare il proprio iter nella I Commissione affari costituzionali del Senato e presto verrà sottoposto all'esame dell'Assemblea. È in via di predisposizione una normativa sul tema dell'acqua che presto verrà sottoposta al Parlamento.
Quindi, penso che il cosiddetto disegno di legge Lanzillotta-Bersani possa al più presto essere utilmente posto all'attenzione di questo ramo del Parlamento anche con riferimento alla problematica relativa al tema dell'acqua.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.101 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato sì 412
Hanno votato no 1).
Passiamo all'emendamento Garavaglia 13.50.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione proposta dal relatore.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, accetto la riformulazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
Pag. 96PRESIDENTE. Ne ha facoltà
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, accettiamo la riformulazione per come ci è stata proposta, nel senso che, prevedendosi, a normativa vigente, i trasferimenti a tali enti territoriali, è opportuno mantenere la formulazione che fa riferimento agli incentivi ai comuni dati sotto forma di «trasferimenti o di compartecipazioni». Il senso del nostro emendamento è chiaramente quello di incentivare e approfondire una volta per tutte e definitivamente il discorso sul federalismo fiscale: dobbiamo abituarci a ragionare in termini di sola compartecipazione.
Oltretutto, vorrei fare osservare ai relatori che la rubrica dell'articolo parla, per l'appunto, di «incentivi fiscali» per cui, a mio avviso, era già accettabile la formulazione iniziale del testo; tuttavia, conveniamo sulla modifica proposta. L'importante è che 'passi' il messaggio secondo il quale, d'ora in poi, quando si conferiranno risorse ai comuni, lo si farà sotto forma di compartecipazione, e non di aumenti dei trasferimenti; altrimenti, si continuerà a redistribuire le risorse senza più capire a vantaggio di chi.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 13.50, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 410
Astenuti 2
Maggioranza 206
Hanno votato sì 410).
Ricordo che il relatore ha annunciato che il contenuto dell'emendamento Franci 13.54 verrebbe assorbito dall'approvazione del successivo emendamento 13.100 delle Commissioni.
Ciò premesso, chiedo dunque al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Franci 13.54, formulato dal relatore.
CLAUDIO FRANCI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro formulato dal relatore con riferimento agli emendamenti a mia prima firma 13.54 e 13.55.
Colgo l'occasione, se mi consente, Presidente, per apprezzare il lavoro compiuto dai relatori nella predisposizione del testo del provvedimento; peraltro, non mi riferisco solo alla ricordata proposta - che pure riguarda, a mio avviso, un contributo importante per la riqualificazione e la manutenzione dei territori montani, anzitutto dal punto di vista ambientale e dell'assetto idrogeologico - ma anche alla capacità di esprimere il lavoro svolto con attenzione dalle Commissioni.
Quindi, mi sento di esprimere tale apprezzamento anche da parte della Commissione agricoltura tutta, la quale mi ha visto impegnato in qualità di relatore nel proporre osservazioni alle Commissioni; osservazioni che, per la stragrande maggioranza, se non proprio tutte, sono state accolte dalle Commissioni.
È stato un lavoro importante; ritengo si sia trattato di una risposta significativa per i piccoli comuni.
Ho ascoltato con qualche amarezza gli ultimi interventi, svolti dagli onorevoli Osvaldo Napoli, Campa e da altri. Vedete, oggi avverto la presenza in questa Assemblea di una grande sensibilità sui piccoli comuni e sulla necessità di mantenere i servizi postali e scolastici, il segnale radiotelevisivo e via dicendo. Mi fa piacere si guardi ai banchi del centrosinistra perché tali servizi vengano mantenuti; altri, infatti, se ne erano dimenticati negli anni scorsi: consentitemi di osservarlo. Peraltro, era stato azzerato, con una passata legge finanziaria, il fondo relativo alla legge sulla montagna, ripristinato dopo una lunga battaglia dei piccoli comuni e dei comuni montani.Pag. 97
Con questo provvedimento compiamo un passo in avanti; auspico pertanto che, dopo la lettura della Camera, velocemente il Senato pervenga all'approvazione definitiva del testo (Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo).
PRESIDENTE. Sta bene. Sono stati dunque testé ritirati gli emendamenti Franci 13.54 e 13.55.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.100 delle Commissioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, sarò velocissimo; non posso non rispondere al collega che mi ha preceduto (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord Padania)... Scusate, colleghi, ma ha parlato di amarezza con riferimento al mio intervento e a quello dell'onorevole Campa: io pensavo che parlasse dell'amarezza dell'intervento di Acerbo! Aggiungo che, per quanto riguarda il problema dell'acqua, rivolga le sue osservazioni alla cosiddetta legge Galli, che risale a venti anni fa. Certamente non è il centrodestra di oggi ad averla varata (Commenti dei deputati del gruppo L'Ulivo)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, anche se voterò a favore dell'emendamento 13.100 delle Commissioni, desidero segnalare, con una certa amarezza, che, avendo riguardo alla formulazione degli emendamenti Franci 13.54 e 13.55, mancano parti importanti. In particolare, risulta incomprensibile la motivazione per la quale, nella nuova formulazione della norma, l'intervento sarà limitato ai fondi che hanno un'estensione non superiore a tre ettari. Peraltro, nella formulazione originaria dei predetti emendamenti era contenuta una disposizione molto importante che, di fatto, garantiva dai fenomeni speculativi per almeno dieci anni. A mio avviso, considerato che la nuova formulazione non comprende una disposizione analoga, bisognerà trovare comunque, eventualmente in sede di decretazione, un sistema per evitare che le norme possano essere utilizzate a fini speculativi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 416
Astenuti 3
Maggioranza 209
Hanno votato sì 416).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piro 13.7, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 412
Astenuti 7
Maggioranza 207
Hanno votato sì 366
Hanno votato no 46).
Prendo atto che il deputato Misiti non è riuscito a votare ed avrebbe voluto esprimere un voto favorevole.
Chiedo all'onorevole Garavaglia se accetti la riformulazione del suo emendamento 13.51.
MASSIMO GARAVAGLIA. Signor Presidente, sinteticamente, si tratta di far passare un principio: il cosiddetto premio di insediamento era destinato a residenti e ad aziende; anche in questo caso, facciamo passare il principio secondo il quale il premio consiste non in provvidenze, ma in agevolazioni fiscali.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Garavaglia accetta dunque la riformulazione del suo emendamento 13.51.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavaglia 13.51, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato sì 420).
Prendo atto che i deputati Buontempo e Realacci non sono riusciti a votare.
Chiedo all'onorevole Garavaglia se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 13.52.
MASSIMO GARAVAGLIA. Sì, signor Presidente, ritiro il mio emendamento 13.52.
PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo all'onorevole Buontempo se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 13.56.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, i miei emendamenti 13.56, 13.57 e 13.58 sono sostanzialmente collegati l'uno all'altro. In sostanza, cosa si chiede? Che i fondi agricoli o gli immobili abbandonati, qualora sia riattivata l'attività agricola o siano recuperati o ripristinati gli immobili, senza che intervengano trasferimenti o abbandoni per dieci anni, come propongono le Commissioni, godano di agevolazioni fiscali. Ringrazio le Commissioni, perché - se si vuole, posso anche illustrare meglio il concetto - si tratta di un grande salto in avanti: il problema dei piccoli comuni è, innanzitutto, quello di non farli «morire», con le loro potenzialità.
Nel dichiarare fin d'ora che accetto la riformulazione del mio successivo emendamento 13.57, desidero proporre una riflessione che riguarda un diverso problema. Nei piccoli comuni, specialmente in quelli con popolazione pari o inferiore a duemila abitanti, accade che l'importo dell'imposta di registro ipotecaria e catastale da corrispondere per il trasferimento di proprietà sia superiore al valore degli immobili da trasferire. Oggi, in Abruzzo, in Lucania o in Basilicata, nei comuni con popolazione pari o inferiore a duemila abitanti, una casa realizzata cielo-terra, composta da stalla, cucina e camera da letto, costa mediamente 15 mila euro (o, al massimo, 17 o 18 mila euro). Il passaggio di proprietà, invece, tra spese notarili ed imposte, costa più del valore dell'immobile.
Quindi, cosa accade nei piccoli comuni? Che gli immobili in parola vengono abbandonati, i tetti cadono e tutto rimane in stato di fatiscenza perché, magari, i proprietari sono all'estero. D'altra parte, nessuno va a comprarsi un immobile che non ha un valore commerciale (per il semplice fatto che non è rivendibile il giorno dopo). A maggior ragione, il crollo dell'agricoltura in queste terre dipende dal fatto che si tratta di piccoli appezzamenti di terreno ereditati da famiglie che spesso vivono all'estero e, in ogni caso, quei terreni non costituiscono una risorsa sufficiente con la quale poter vivere.
Mentre preannuncio il ritiro del mio emendamento 13.58, perché esistono leggi regionali, seppur farraginose e difficili, con l'emendamento 13.56, relativo al passaggio di proprietà, l'erario non ci rimette, ma ci guadagna, perché se vengono ricostruite centocase e rifatti cento tetti significa che cento famiglie, magari, vi si recano per Pag. 99dieci giorni l'anno, determinando un indotto di turismo, di attività e di presenze.
Quindi, cosa si chiede con questo emendamento? Che nei comuni che hanno avuto un crollo demografico e in cui esistono una casa o un terreno abbandonati, l'atto di compravendita non sia soggetto all'imposta di registro, perché, rimettendo a posto quella casa, quel comune riprende a vivere.
Ciò è già avvenuto nel Sud della Francia negli ultimi venti anni, dove sono stati riattivati tantissimi piccoli paesi sconosciuti, e si deve verificare anche in Italia. Infatti, con la facilità di trasporto di oggi, si arriva in Abruzzo, si atterra a Pescara e, con un quarto d'ora, ci si reca in montagna.
Ci sono decine e decine di famiglie inglesi e tedesche che stanno acquistando queste abitazioni. Guardiamo agli emigranti, che vogliono rimettere a posto la casa del padre, che però è di proprietà dello zio. Addirittura, ci sono proprietà che non sono mai state trasferite nel corso di cinquanta, settanta o cento anni.
Se vogliamo far pagare le tasse a chi, magari, ha dieci eredi sparsi per il mondo, che devono vendere la loro parte, facciamo morire questi comuni. Laddove vi sia il crollo demografico e con il vincolo per cui, se si mette apposto l'immobile, non si possa vendere, né affittare (quindi, senza natura speculativa), chiedo di dare la possibilità di accorpare gli appezzamenti di terreno senza dover pagare l'imposta e, allo stesso tempo, di fare in modo che chi rimette in piedi una casa sia premiato e non punito.
PRESIDENTE. Dunque, l'onorevole Buontempo insiste per la votazione del suo emendamento 13.56, accetta la riformulazione dell'emendamento 13.57 e ritira l'emendamento 13.58.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Salerno. Ne ha facoltà.
ROBERTO SALERNO. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'emendamento Buontempo 13.56 e vorrei chiedere al rappresentante del Governo, qui presente, qual è il motivo per cui non accetta questo emendamento, visto che non comporta una spesa a carico dell'erario. Infatti, questi immobili ad oggi non verrebbero trasferiti e non ci sarebbe, a fronte di nessun trasferimento, nessuna entrata, mentre, con l'imposta di registro ipotecaria e catastale in misura fissa, vi sarebbero delle entrate.
Vorrei capire il motivo per cui questo emendamento non potrebbe essere approvato.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EGIDIO ENRICO PEDRINI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento Buontempo 13.56.
CARLA CASTELLANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma agli emendamenti Buontempo 13.56 e 13.57, nel testo riformulato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanetta. Ne ha facoltà.
VALTER ZANETTA. Signor Presidente, ritengo importante l'iniziativa dell'onorevole Buontempo, perché credo che, per chi conosce la realtà dei piccoli comuni, sicuramente questo emendamento vada considerato e, se possibile, approvato. Infatti, in tal modo si risolvono alcune situazioni che, diversamente, sarebbero di totale abbandono.
Ritengo che se intendiamo affrontare problemi concreti anziché approvare una legge di «possono», di indicazioni e di manifesti, occorra accogliere l'emendamento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 100
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 13.56, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 363
Astenuti 49
Maggioranza 182
Hanno votato sì 148
Hanno votato no 215).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buontempo 13.57, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 401
Astenuti 4
Maggioranza 201
Hanno votato sì 396
Hanno votato no 5).
L'emendamento Buontempo 13.58 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ceccuzzi 13.53, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 408
Votanti 388
Astenuti 20
Maggioranza 195
Hanno votato sì 386
Hanno votato no 2).
L'emendamento Osvaldo Napoli 13.11 è stato ritirato.
Prendo atto che l'onorevole Pedrini non accede all'invito al ritiro dell'emendamento a sua firma 13.12 formulato dalle Commissioni.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pedrini 13.12, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 419
Votanti 375
Astenuti 44
Maggioranza 188
Hanno votato sì 162
Hanno votato no 213).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.200 del Governo, accettato dalle Commissioni.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 417
Votanti 388
Astenuti 29
Maggioranza 195
Hanno votato sì 383
Hanno votato no 5).
L'emendamento Zanetta 13.59 è precluso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 420
Votanti 415
Astenuti 5
Maggioranza 208
Hanno votato sì 414
Hanno votato no 1).