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Sull'ordine dei lavori (10,25).
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, intervengo per richiamare l'attenzione dell'aula su una questione che è già stata sollevata ieri da altri colleghi, in particolare dal collega Vito, capogruppo di Forza Italia. Il quotidiano Il Tempo ha pubblicato ieri il testo di una circolare ministeriale, emanata dal Presidente del Consiglio, onorevole Prodi, e indirizzata ai ministri, inerente l'esercizio dell'attività legislativa e i suoi limiti, a cui il Governo intende attenersi. Questa circolare solleva molti interrogativi, signor Presidente, onorevoli colleghi, perché in essa si indica la necessità di limitare al massimo la produzione legislativa.
Ora, questo è un indirizzo che tutti i Governi negli ultimi anni hanno perseguito e, quindi, non vi sarebbe necessità di una circolare per indicare l'esigenza obiettiva di ridurre la quantità della legislazione e di utilizzare, ove possibile, le leggi delega e via elencando.
Naturalmente, la ragione per la quale questa circolare sorprende - e bene hanno fatto il quotidiano Il Tempo a pubblicarla e i colleghi, a cui mi associo, a chiedere un intervento del Governo - consiste nel fatto che questa richiesta del Presidente del Consiglio, questa circolare può voler dire soltanto due cose: o che il suo Governo e i suoi ministri si rifiutano di aderire ad una linea di buonsenso oppure - e sarebbe molto più preoccupante - che si teme il confronto con il Parlamento. È questa la ragione per la quale la sollecitiamo, signor Presidente, a chiedere al Governo di riferire in modo chiaro e netto sul significato e le ragioni che hanno indotto ad emanare questa circolare (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Repubblicani, Liberali, Riformatori e Forza Italia).
PRESIDENTE. Sottoporrò naturalmente al Governo la sua richiesta. Vorrei tuttavia ricordare che la determinazione degli indirizzi di politica legislativa dell'Esecutivo, che include la scelta degli strumenti normativi ritenuta più idonea,Pag. 19attiene ad aspetti che rientrano nella sua autonomia e nella sua auto-organizzazione interna.
È evidente che qualsiasi determinazione del Governo in ordine all'uso di strumenti normativi non può in alcun modo alterare il rapporto tra le fonti e, dunque, la necessità di utilizzare lo strumento legislativo per modificare, se del caso, disposizioni di tale rango. Il Governo, tuttavia, il 28 novembre scorso, nell'ambito del Comitato per la legislazione, per il tramite del ministro Chiti, ha enunciato gli indirizzi in materia di produzione normativa, anche con riferimento alla normazione secondaria. Tuttavia, come ho detto, sottoporrò la sua richiesta al Governo.