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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Condizioni tariffarie per l'approvvigionamento di energia elettrica a favore delle imprese del Sulcis Iglesiente - n. 2-00466)
PRESIDENTE. L'onorevole Mereu ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00466 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 1).
ANTONIO MEREU. Signor Presidente, è già la terza volta che trattiamo il problema in quest'aula con il Governo, e non possiamo che essere ancora oggi preoccupati, nonostante due mesi fa lo stesso viceministro D'Antoni ci avesse tranquillizzato e ci avesse fatto ben sperare per il futuro. Come ho già ricordato altre volte, quello delle tariffe elettriche agevolate per il territorio del Sulcis Iglesiente è un problema importantissimo e reale. Tutte le forze politiche ne sono ormai convinte ed anche il Governo precedente, il Governo Berlusconi, aveva adottato un apposito provvedimento fin dal 2005. In tale provvedimento erano contenute, negli articoli 11, 12, 13 e 14, tutte quelle disposizioni volte ad approntare una soluzione per il nostro territorio. Vorrei ricordare che il viceministro nell'ultima occasione si esprimeva in senso positivo e in particolare ricordava che il Governo si stava muovendo in conformità alle disposizioni contenute nella legge n. 80 del 2005. Ciò vuol dire che si richiamava e dava continuità alla politica promossa dal Governo di centrodestra.
Il viceministro aveva anche comunicato che il ministro Bersani, personalmente, aveva incontrato il commissario Kroes e che il Governo in carica aveva tra l'altro ricevuto una lettera da parte della Commissione europea nella quale si comunicava che la Sardegna, in effetti, versava in una situazione di chiara difficoltà, per cui questi aiuti potevano essere riconosciuti. E quindi, avendo ricevuto questa risposta dalla Commissione europea, riteneva che il provvedimento sarebbe andato in porto nel breve tempo e di aver pertanto risposto positivamente alla mia interpellanza.
Vorrei ricordare che sino ad allora, purtroppo, non è successo assolutamente nulla e che - cosa non di poco conto - in quei territori, dove sono siti i nostri stabilimenti, fino a ieri abbiamo avuto, ad esempio a Portoscuso, un sindaco di sinistra; così come nel territorio in cui si trova la miniera per la quale aspettiamo di avere finalmente risposte positive per la produzione del carbone, vi è un sindaco di sinistra; i sindaci dei territori di Carbonia-Iglesias, che sono interessati direttamente allo sviluppo del nostro territorio, sono anch'essi sindaci di sinistra; così come di sinistra sono la nuova provincia del Sulcis Iglesiente, la regione sarda, ed anche questo Governo.
Credo quindi che rispetto ad una situazione così consolidata non possa essere neanche sostenuta dall'attuale Governo l'esistenza di differenze comportamentali. Tuttavia, nel frattempo, si sono purtroppo registrate anche delle novità negative, perché non solo non si è realizzato quanto il viceministro D'Antoni ci aveva detto, ma recentemente c'è stata una marcia del lavoro che ha visto soprattutto impegnato un partito di Governo come Rifondazione Comunista, che reclamava quello che noi oggi stiamo chiedendo con questa interpellanza.Pag. 39
A Cagliari è stato organizzato un convegno da Legambiente, patrocinato anche dal ministro Pecoraro Scanio, in cui si gridava allo scandalo perché la Sardegna, per poter risolvere i suoi problemi, voleva di fatto ripartire con una miniera di carbone, per la quale ci stiamo battendo.
Alla fine è da poco che il consorzio industriale si deve attivare per adeguare le strutture a quelle che saranno - noi speriamo e continuiamo a sperarlo ed a chiederlo - le soluzioni del caso; quindi, deve adeguare le proprie strutture affinché in quel porto possano approdare navi che scarichino carbone anche dall'estero, giacché così è previsto. Il ministro Pecoraro Scanio ha dichiarato che non si può eseguire alcun lavoro nel porto se prima non viene bloccato tutto ciò che può costituire inquinamento dalla terra verso il mare, installando praticamente delle dighe a cinquanta metri di profondità. Assistiamo cioè ad una involuzione del problema, e quindi siamo preoccupati ed imbarazzati.
Capisco bene che D'Antoni possa anche ricordare che ci siamo visti solo due mesi fa e che già torniamo a discutere della questione, ma questo rappresenta l'unico modo; ritengo, infatti, che l'Assemblea sia il luogo nel quale debbano essere fornite risposte concrete. Spesso e volentieri, chi rilascia dichiarazioni sui giornali - mi riferisco soprattutto alla regione sarda ed alla provincia - sostiene che sono in atto soluzioni contrarie a quanto afferma il Governo. Ritengo, quindi, che ciò sia stato irriguardoso, non solo nei confronti di colui che sta svolgendo l'interpellanza in questo momento, ma soprattutto del Governo, perché riteniamo che chi interviene in questa sede è persona che merita il nostro rispetto.
Guai a pensare che quanto si dice qui non ha alcun valore. Siamo preoccupati per il fatto che questa soluzione, determinante per lo sviluppo del territorio, tardi ad essere adottata, essendo ormai trascorsi cinque anni. Non dimentichiamo che uno studente liceale in quel tempo si laurea e che al termine della laurea, se non trova lavoro, deve andarsene via. Cinque anni sono una vita nel nostro tempo e nelle condizioni in cui siamo abituati a lavorare oggi; sappiamo bene che oggi il tempo non solo è denaro, come si diceva una volta, ma scorre effettivamente veloce.
Ricordo dunque al Governo che questo è un problema rispetto al quale tutti ci dobbiamo impegnare: ci dica dunque se quanto sta facendo procede nella direzione di una soluzione o se invece qualcuno nutra alcuni dubbi al riguardo (ma noi siamo aperti a tutto, come ho sempre sostenuto). Il punto non è mettere in difficoltà il Governo, anzi, sono venuto qui per sollecitare una soluzione perché, se una soluzione c'è, daremo atto anche al Governo di aver contribuito alla realizzazione della stessa.
PRESIDENTE. Il viceministro dello sviluppo economico, Sergio Antonio D'Antoni, ha facoltà di rispondere.
SERGIO ANTONIO D'ANTONI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, la ricostruzione che l'onorevole Mereu ha qui tracciato della vicenda corrisponde alla realtà, nel senso che già in febbraio fummo interpellati su questa stessa materia, e il Governo, attraverso la mia persona, puntualizzò come stavano le cose.
Dunque, ripeto oggi quello che dissi allora, e cioè che il Governo è per il rispetto della legge 14 maggio 2005 n. 80, nel senso cioè che essa possa venire applicata.
A tale ultimo proposito è però necessaria l'autorizzazione della Comunità europea, perché, come l'onorevole Mereu e come tutti noi sappiamo, questi interventi vengono classificati dalla Commissione europea come aiuti di Stato e, in quanto tali, devono essere autorizzati.
Per questa ragione, in data 1 febbraio 2007, citai proprio in questa sede - lo ricordava l'onorevole Mereu - una lettera che il direttore generale della Direzione aiuti di Stato della Commissione europea, Drabbe, aveva inviato, nella quale si sottolineava il fatto che non potevano essere autorizzati aiuti, salvo circostanze davveroPag. 40eccezionali. Al riguardo, il caso della Sardegna - ed in particolare dell'attuale situazione infrastrutturale - rappresentava un'ipotesi di eccezionalità.
Quindi la Commissione riconosceva, attraverso la suddetta lettera, l'eccezionalità.
Per questa ragione, in quella occasione dissi che la nostra previsione era che sulla base di questa lettera ritenevamo che a breve la questione sarebbe stata risolta.
Purtroppo i tempi della Comunità non sono quelli italiani e non sono veloci come auspicheremmo, nel senso che, a seguito di quella lettera, ci saremmo aspettati una autorizzazione successiva che ci consentisse di procedere. Questa autorizzazione, invece, non è ancora arrivata, perché da parte della Comunità europea è stato sottolineato che c'era bisogno di ulteriori interventi tecnici di approfondimento, pur avendo salvaguardato il principio e avendo considerata la Sardegna, come ho citato, una situazione davvero eccezionale.
Quindi, non siamo stati fermi, perché il ministro Bersani ha incontrato di nuovo il commissario Kroes, il quale ha sottolineato nuovamente la necessità di sbloccare questa vicenda. Il tema è stato oggetto anche di un esame da parte del Consiglio europeo, dove si è parlato della questione energetica legata al problema climatico, sottolineando l'importanza di un intervento che venga incontro ai costi, soprattutto nei settori ad alta intensità energetica. Quindi, anche in quella occasione, il Governo italiano si è fatto portatore di questa esigenza.
Ultimamente, in data 13 aprile, il ministero ha inviato un'ulteriore lettera al capo della Direzione aiuti di Stato della Commissione Europea, Drabbe, nella quale è stato chiesto in modo formale - era già stato detto, ma non in modo puntuale e formale - di autorizzare le misure tariffarie di cui trattasi, perché non si configurano come aiuti di Stato.
Sulla base di questa lettera ci aspettiamo che la risposta arrivi in tempi brevi e ci stiamo battendo, come emerge da questa ricostruzione dei fatti, affinché ciò avvenga, perché ci rendiamo conto che la questione posta nell'interpellanza e, complessivamente, il problema di questi territori hanno bisogno di una risposta positiva.
Quindi, stiamo lavorando intensamente affinché arrivi finalmente l'autorizzazione da parte della Commissione Europea e possa essere attuata la legge n. 80 del 2005.
PRESIDENTE. L'onorevole Mereu ha facoltà di replicare.
ANTONIO MEREU. Signor Presidente, vorrei ringraziare il ministro D'Antoni, che ancora una volta è stato chiaro ed ha espresso ciò che desideravamo sentire, anche se sappiamo tutti che i tempi sono frutto del lavoro che verrà svolto d'ora in poi. Ringrazio il ministro D'Antoni anche perché sapevo che era impegnato, ma è venuto ugualmente in aula sapendo quanto noi tenessimo alla sua risposta.
Mi ritengo parzialmente soddisfatto e uso questo termine non tanto perché io non sia soddisfatto della risposta del Governo, quanto perché, per dichiararsi soddisfatti, è necessario che il problema sia risolto completamente. Però, ritengo si stia andando nella direzione giusta e inviterei il ministro a prendere contatti con la regione Sardegna perché - magari domani mattina - si appresterà immediatamente a smentire, come ha fatto con il suo assessore in una precedente interrogazione, dicendo che quanto qui affermato non corrisponde a verità. Infatti, come tutti possiamo immaginare, creiamo del terrorismo - non è una mia frase -, ma di fatto è così, perché in quel territorio, in questo momento, l'unico sviluppo si può ottenere con questo tipo di soluzione, non con altre.
Faccio presente, inoltre, che ho avuto un'esperienza importante, per la quale ringrazio il Presidente Bertinotti, che mi ha dato l'opportunità di recarmi a Washington per parlare dei cambiamenti climatici. Da lì ho tratto un insegnamento: quando parliamo di ambiente e di necessità di un intervento, non dimentichiamo che, in riferimento alla qualità della vita, si deve partire dal presupposto che la vitaPag. 41sia condotta in maniera rispettabile. È difficile far capire ai sudafricani - in quell'occasione qualcuno ha protestato in tal senso - che non hanno energia elettrica nel 50 per cento del paese, che non possono usare il carbone, perché si deve usare chissà quale alta tecnologia. Ciò vale in tutte le realtà, magari piccole, che anche in Italia esistono.
Quindi, se si devono trovare delle soluzioni sotto questo aspetto, è compito del Governo e del Parlamento fare in modo che si trovino là dove sia possibile una maggiore riduzione, ma non si può obbligare tutti ad un medesimo comportamento, perché non tutti hanno la qualità della vita che noi ci aspettiamo. Noi siamo in un territorio in cui la qualità della vita è ancora di là da venire.
Concludo, ribadendo che seguiremo la vicenda - e non vorremmo trovarci di nuovo qui tra due mesi - soprattutto perché siamo preoccupati non tanto della difficoltà del problema e della sua mancata soluzione, quanto che altre componenti di quei partiti che compongono il Governo diffondano nel territorio informazioni inesistenti. Diamo comunque atto al ministro di quanto riferito a nome del Governo in quest'aula.