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Seguito della discussione delle mozioni Baldelli ed altri n. 1-00137, Lo Presti ed altri n. 1-00148, Sgobio ed altri n. 1-00149, Bonelli ed altri n. 1-00150 e Bellanova ed altri n. 1-00151 sul precariato nelle pubbliche amministrazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Baldelli ed altri n. 1-00137, Lo Presti ed altri n. 1-00148, Sgobio ed altri n. 1-00149, Bonelli ed altri n. 1-00150 e Bellanova ed altri n. 1-00151 sul precariato nelle pubbliche amministrazioni (vedi l'allegato A - Mozioni sezione 1).
Avverto che la mozione Baldelli ed altri n. 1-00137 è stata testé riformulata dai presentatori. Il nuovo testo è in distribuzione.
Avverto altresì che è stata ritirata la mozione Lo Presti ed altri n. 1-00148 e che, contestualmente, i deputati Lo Presti, Buontempo, Filipponio Tatarella, Frassinetti, Germontani, Holzmann, Pedrizzi, Antonio Pepe, Proietti Cosimi, Raisi, Formisano e Bodega hanno sottoscritto la mozione Baldelli ed altri n. 1-00137
(Nuova formulazione).
Avverto inoltre che è stata presentata la mozione Franceschini ed altri n. 1-00152, che risulta altresì sottoscritta dai deputati Migliore, Donadi, Turci, Bonelli, Sgobio, Fabris, Brugger, Bellanova, Pagliarini, Rocchi, Buglio, Rossi Gasparrini, Pedica, Pellegrino e Del Bono, il cui testo è in distribuzione (vedi l'allegato A - Mozioni sezione 1).
Avverto infine che, contestualmente, sono state ritirate le mozioni Sgobio ed altri n. 1-00149, Bonelli ed altri n. 1-00150 e Bellanova ed altri n. 1-00151.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni.
GIAN PIERO SCANU, Sottosegretario di Stato per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Franceschini ed altri n. 1-00152.
Per quanto riguarda la mozione Baldelli ed altri n. 1-00137, se fosse presentata richiesta di votazione per parti separate, il Governo sarebbe disponibile a specificare la propria posizione.
PRESIDENTE. Signor sottosegretario, se lo ritiene, può esprimere fin d'ora il parere con riferimento alle specifiche parti della mozione Baldelli ed altri n. 1-00137 (Nuova formulazione).
GIAN PIERO SCANU, Sottosegretario di Stato per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Per quanto riguarda il primo capoverso del dispositivo, con il quale si impegna il Governo «ad adottare iniziative urgenti volte ad individuare, nel percorso della stabilizzazione delle posizioni contrattuali flessibili nella pubblica amministrazione, che dovrà necessariamente prevedere, secondo il principio della meritocrazia, prove selettive aperte, ove non siano già state svolte, i casi di effettivo precariato, in relazione alla durata e alla natura del rapporto», il Governo esprime parere contrario.
Il Governo esprime invece parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo, che impegna il Governo «ad adottare iniziative urgenti per chiarire che in nessun caso la stabilizzazione potrà riguardare il rapporto di lavoro con gli uffici di diretta collaborazione di incarichi politici (...)» (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
Per quanto riguarda il terzo capoverso del dispositivo, che impegna il Governo «ad adottare iniziative urgenti per garantire che la stabilizzazione dei precari sia comunque finalizzata a coprire le carenze di organico delle amministrazioni e non si risolva nell'ulteriore rigonfiamento» dei ruoli delle amministrazioni, il Governo esprime parere favorevole, così come sul quarto capoverso del dispositivo, che impegna il Governo ad «adottare iniziative urgenti per prevedere anche l'assunzionePag. 64dei vincitori e degli idonei dei concorsi pubblici, con riferimento alle graduatorie ancora in vigore, coniugandola con il processo di stabilizzazione».
Il Governo esprime invece parere contrario sul quinto capoverso del dispositivo, che impegna il Governo «ad adottare iniziative normative urgenti per consentire che, attraverso la mobilità dei dipendenti pubblici, la flessibilità dei turni e degli orari e l'incentivazione degli straordinari, le amministrazioni possano far fronte alle proprie esigenze organizzative mediante il personale di ruolo».
Il Governo esprime, inoltre, parere contrario sul sesto capoverso del dispositivo, che impegna il Governo «ad adottare iniziative normative urgenti volte innanzitutto ad impedire il formarsi di nuove sacche di precariato nella pubblica amministrazione, prevedendo, in particolare, un regime di responsabilità amministrativa contabile per il dirigente pubblico che stipuli un contratto di lavoro flessibile, al di fuori delle condizioni e dei termini previsti in via generale per tale tipologia di contratto».
Il parere invece è favorevole sui capoversi settimo ed ottavo del dispositivo, che impegnano il Governo, rispettivamente, «ad assumere le iniziative volte a permettere al lavoratore, che presta la propria attività lavorativa presso la pubblica amministrazione con un contratto flessibile, di poter spendere sul mercato, in maniera proficua, questa esperienza lavorativa, senza che si ingeneri l'aspettativa di una sicura assunzione a tempo indeterminato nell'ambito dell'apparato amministrativo dello Stato»; e «ad adottare iniziative normative al fine di predisporre un sistema di valutazione dell'efficienza e del rendimento degli impiegati pubblici che promuova il ruolo dei dirigenti» (Applausi del deputato Baldelli).
PRESIDENTE. La invito ad esprimere il parere del Governo anche sulla premessa della mozione. La ringrazio.
GIAN PIERO SCANU, Sottosegretario di Stato per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Signor Presidente, il parere sulla premessa è contrario.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Formisano. Ne ha facoltà.
ANNA TERESA FORMISANO. Grazie, Presidente. Intervengo innanzitutto per esprimere parole di apprezzamento al collega Baldelli che è primo firmatario di questa mozione, che anch'io ho firmato, e per fare alcune considerazioni che ritengo importanti. E mi farebbe piacere se anche il rappresentante le Governo potesse ascoltarmi. In questo modo, successivamente, potremmo avere un ulteriore parere, ove possibile.
Secondo l'ultimo rapporto Censis, in relazione all'occupazione dei lavoratori atipici, le chances verso altre mobilità di impiego più stabili sono estremamente limitate.
Di fronte ad una situazione in cui solo il 12,3 per cento dei precari ha ottenuto nel 2005 un'assunzione a tempo indeterminato, è chiaro che ogni iniziativa volta ad una diversa tendenza del mercato del lavoro appare quanto meno condivisibile. Ma, se l'intenzione è buona, oltre che - per l'appunto - condivisibile, non altrettanto può dirsi per gli strumenti ed i tempi con i quali si vuole attuare questa stabilizzazione, tanto per usare un eufemismo.
Come già detto, noi voteremo la mozione presentata dai colleghi di Forza Italia perché alcuni processi e passaggi di questo provvedimento non sono molto chiari e lasciano spesso dubbi di non poco conto. Che ci fosse qualcosa di poco chiaro era già evidente all'indomani della legge finanziaria; in particolare vi era una sorta di zona grigia che in poco tempo sarebbe diventata più chiara. La sanatoria che il Governo aveva promesso a centinaia di migliaia di dipendenti pubblici senza regolare contratto, infatti, sta ora rivelandoPag. 65le magagne di cui era portatore in nuce. Innanzitutto, non si conosce ancora la platea dei destinatari di questa stabilizzazione. Neanche la Ragioneria dello Stato è in possesso di numeri attendibili.
Due persone con contratto di sei mesi, infatti, valgono come un'unità di lavorativa. Non si è fatto mai un censimento dei contratti «co.co.co» e in molti non possono dirsi precari perché hanno realmente un rapporto di lavoro saltuario e non subordinato. A queste difficoltà, poi, occorre aggiungere una serie di rischi reali. Il primo è quello che il Governo, con l'avvicinarsi delle elezioni amministrative, sia fortemente tentato di procedere ad una stabilizzazione generalizzata che farebbe saltare il banco, ovviamente dal punto di vista economico.
Si registrano, poi, situazioni differenziate a livello locale dove, a fronte di una posizione più ragionevole delle regioni e delle province, favorevoli sì alla stabilizzazione, ma con paletti ben precisi, si trova la posizione dell'ANCI che, con una circolare inviata ai suoi associati, appare intenzionata ad allargare le maglie degli aventi diritto, dando il via libera all'assunzione di collaboratori diretti dei sindaci; e non è un caso che con il decreto mille proroghe sia caduto anche il blocco delle assunzioni per i comuni non in regola con il patto di stabilità del 2006. Tutto ciò fa prefigurare l'adozione di una sanatoria di massa che si ripercuoterebbe in modo drammatico sulle casse dello Stato.
Quando parliamo di «buona intenzione» (ma di rischi altissimi), parliamo quindi con cognizione di causa: ci riferiamo proprio al fatto che nella sanatoria si possano inserire anche precari fasulli e che ne vengano esclusi, quindi, coloro che ne avrebbero veramente diritto. Il fatto che il Governo sia corso ai ripari con un decreto che dovrebbe sciogliere dubbi sulle disposizioni contenute nella legge finanziaria non dovrebbe esimerci dal richiedere controlli di legittimità sull'intera operazione.
Innanzitutto, la stabilizzazione non prende in considerazione alcuni comparti del settore pubblico, quali ad esempio quello delle università per cui non si sa che fine faranno i contratti dei ricercatori che sono, come si suol dire, border line nella tipologia dei contratti a tempo determinato.
Vi è poi il «piccolo» problema dei circa 35 mila LSU, per i quali le risorse stanziate dalla legge finanziaria sarebbero sufficienti ad assumerne meno del 10 per cento. Vi è, inoltre, il problema dei contratti co.co.co., usati per assumere personale dipendente che può aspirare solo ad un'assunzione a tempo determinato.
Vorrei, Presidente, fare anche un esempio: che fine faranno i co.co.co. che per cinque anni, o più, hanno lavorato presso una pubblica amministrazione non è dato ancora saperlo, atteso che - a nostro avviso - queste persone avranno sicuramente acquisito una professionalità e fornito un contributo, lavorando per più di cinque anni presso la pubblica amministrazione! Ma, soprattutto, c'è il diritto vantato dai vincitori di concorsi e da tutti gli idonei che hanno partecipato ad un regolare concorso, in ossequio all'articolo 97 della Costituzione, e che vedono scavalcarsi da chi ha sostenuto non meglio precisate prove selettive di natura concorsuale: immaginiamo già la marea di ricorsi che la Consulta potrebbe accogliere giudicando incostituzionale questo blocco di assunzioni!
Infine, consentitemi di rivolgere un pensiero ad una tipologia di precari dimenticata da questo Governo: mi riferisco a quei 30 mila giovani delle forze armate classificati con sigle VFP1 e VFP4. Si tratta di giovani volontari - molti dei quali hanno già passato concorsi interni - che non verranno stabilizzati, creando un vuoto nelle forze armate, le quali si vedranno private di elementi giovani e costrette a mantenere personale anziano. È chiaro che la coalizione che regge questo Governo, probabilmente, è animata da un sentimento leggermente ostile verso le «stellette» e non è certamente favorevole ad aumentare le potenzialità delle nostre forze armate.Pag. 66
A nostro giudizio, però, non è serio quel Governo che, da una parte, pubblicizza l'arruolamento dei giovani anche sulle spiagge e poi, dall'altra, li abbandona, tenuto conto, altresì, che chi si arruola proviene essenzialmente dal Sud, dove le possibilità di trovare un impiego sono minori.
Concludo, annunciando il voto favorevole del gruppo dell'UDC nella speranza che questo Governo faccia meno campagna pubblicitaria e, viste le prossime scadenze, forse anche meno campagna elettorale sulla pelle dei lavoratori, occupandosi più del merito e meno delle pressioni sindacali, o peggio delle clientele.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Turci. Ne ha facoltà.
LANFRANCO TURCI. Onorevoli colleghi, naturalmente, voteremo la mozione di cui siamo firmatari e guarderemo con attenzione, attraverso il voto per parti separate, anche alla mozione di cui è primo firmatario il collega Baldelli, poiché ci sembra che molti di quei punti - come ha affermato anche il sottosegretario - coincidano con gli orientamenti della nostra mozione e, comunque, con i problemi che, di fatto, abbiamo di fronte.
Vorrei solo sottolineare che, trattando il tema della pubblica amministrazione dal lato dei precari, non lo si affronta dalla porta principale, mentre corriamo il rischio di caricare la pubblica amministrazione di un problema sociale che sicuramente esiste e va risolto, ma che non è la soluzione dei problemi della stessa.
Mi auguro che il dibattito avviato nella I Commissione di questo ramo del Parlamento - a partire dal disegno di legge Nicolais e dalle altre proposte abbinate, compresa quella in materia di Authority per la valutazione dell'efficienza e del rendimento della pubblica amministrazione di cui il sottoscritto è primo firmatario -, possa davvero condurre ad una riforma incisiva della pubblica amministrazione. Mi auguro, inoltre, che, dopo il memorandum, avviandosi la fase dei contratti con i sindacati (ma mi rivolgo al Governo, poiché Parlamento si rivolge all'Esecutivo, non certo ai sindacati), il Governo sappia inserire finalmente nei contratti della pubblica amministrazione criteri che premino il merito e l'impegno della grande maggioranza dei dipendenti pubblici che fanno il loro lavoro, premiandoli anche dal punto di vista contrattuale e salariale.
In questo contesto, si pone anche il problema dei precari; ma, attenzione, prima di tutto la pubblica amministrazione soffre di rigidità, di mancanza di flessibilità, dell'abitudine, quando nasce un problema, di aggiungerne altri (senza cercare di risolverlo rimescolando e riutilizzando le risorse esistenti), di scarsa utilizzazione delle nuove tecnologie che potrebbero semplificare i rapporti tra ufficio e ufficio, tra i vari livelli dello Stato e, soprattutto, tra gli uffici ed i cittadini. Soffre, ulteriormente - non dimentichiamolo -, di clientelismo e di assunzioni clientelari ispirate a logiche politiche di potere e di sottopotere. Purtroppo, temo che nel capitolo dei precari ci sia anche un qualche paragrafo che porta questa sigla, questa cifra di lettura: ciò non significa qualificare di per sé il tema dei precari come un tema di clientelismo, ma sapere che, attraverso il ricorso al precariato, si è fatto ai vari livelli della pubblica amministrazione, a cominciare dai livelli più bassi, un uso improprio del denaro pubblico e della modalità di ingresso trasparente dei cittadini nella pubblica amministrazione.
Da questo punto di vista, mi fa piacere che il sottosegretario abbia dato parere favorevole a quel passaggio della mozione Baldelli in cui si ribadisce che la sanatoria non può riguardare le persone entrate nella pubblica amministrazione con motivazioni e funzioni strettamente politiche, quali quelle di collaboratore di ministri, sottosegretari, parlamentari, sindaci, presidenti di regione e via dicendo.
Si tratta, infatti, di incarichi per loro natura provvisori che devono cessare col rapporto fiduciario tra l'eletto e i suoi collaboratori. Altrimenti, come già vistoPag. 67nel passato, si ripeterebbe un ulteriore modo di sanare clientelismi e di agevolare l'ingresso degli amici nella pubblica amministrazione (Applausi del deputato Baldelli).
La pubblica amministrazione soffre soprattutto della mancanza della prassi della valutazione dei risultati e del confronto degli stessi con i cittadini, ossia con le categorie degli utenti interessati.
Mi auguro, dunque, che, affrontando il tema dei precari, non perdiamo di vista questo scenario più importante, che, qualora irrisolto, ci farebbe trovare di nuovo nella situazione odierna. Attenzione, la lezione da trarre dal tema dei precari è che si è ricorsi al precariato per aggirare il blocco delle assunzioni, almeno nella grande generalità dei casi (Applausi del deputato Baldelli). L'esperienza dimostra che i conti pubblici non si sanano con il blocco delle assunzioni, ma con il federalismo fiscale, responsabilizzando gli enti locali, le province, i comuni e le regioni sui loro livelli di politica delle entrate e delle spese. Il personale, la sua ricerca e la sua utilizzazione devono rientrare nei criteri del federalismo fiscale, altrimenti non usciremo mai dal «cerino» che passa ripetutamente di mano tra il centro e la periferia e viceversa.
Ciò detto - e concludo - vorrei sottolineare che, oltre alla mozione che abbiamo firmato e sulla quale conveniamo, condividiamo i passaggi che il sottosegretario ha evidenziato nella mozione della minoranza. In particolare, vorrei richiamare un passaggio: il sottosegretario ha espresso un parere contrario su uno dei dispositivi della mozione di minoranza in cui si impegna il Governo «ad adottare iniziative normative urgenti volte innanzitutto ad impedire il formarsi di nuove sacche di precariato». Prendo atto che, alla domanda da me posta, il sottosegretario ha risposto e precisato che questo parere negativo discende dal fatto che già il Governo ha adottato un provvedimento a questo fine. Quindi, ci riserviamo di vedere gli esiti di questo provvedimento, salvo eventualmente intervenire nuovamente con misure ulteriori. Da questo punto di vista, anche noi esprimeremo un voto contrario, solo perché riteniamo che il tema esista, ma sia stato già risolto con misure adottate dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno e di deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lo Presti. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, ovviamente apprezziamo lo sforzo che il sottosegretario ha compiuto nel valutare la mozione unica del centrodestra. Abbiamo preferito convergere tutti su un unico documento pur essendo le mozioni presentate dai gruppi della Casa delle libertà identiche nello spirito, nelle motivazioni e nelle conclusioni. Abbiamo preferito presentare un documento congiunto proprio per dimostrare l'unità reale e politica del nostro schieramento su un tema così delicato e che per la prima volta affrontiamo in modo sufficientemente organico e chiaro in questa sede. Abbiamo apprezzato lo sforzo del Governo, che ha espresso cinque pareri favorevoli e tre contrari sui punti salienti della nostra mozione. Tuttavia, per quanto mi riguarda, pur condividendo evidentemente nello svolgimento del dibattito le decisioni che, come gruppo della Casa delle libertà, assumeremo nell'articolazione del voto, non posso non evidenziare la delusione riguardo alla mancata accettazione di alcuni punti qualificanti della mozione Baldelli n. 1-00137
(Nuova formulazione).
Comincerò però, per la verità, nel dichiararmi veramente soddisfatto con riguardo ad alcune questioni poste dalla Casa delle libertà, che il Governo ha ritenuto - bontà sua - di accogliere. In particolare, mi riferisco alla vicenda relativa alla temuta regolarizzazione dei cosiddetti portaborse. Sarebbe stato scandaloso e non vorrei aggiungere altro. Apprezzo moltissimo anche lo sforzo fatto nell'accogliere la parte della mozione che riguarda i vincitori di concorso; anche questo era un punto saliente della nostra denunzia con riguardo alla stabilizzazionePag. 68dei precari della pubblica amministrazione: la mancata attenzione ai vincitori dei concorsi e, soprattutto, l'apertura della pubblica amministrazione nei confronti di coloro i quali da anni, pur essendo legittimati da procedure concorsuali approvate e definitivamente chiuse con le graduatorie dei vincitori, vedevano precluse le porte dell'accesso al pubblico impiego, del tanto agognato posto di lavoro. In questo modo, speriamo si possa risolvere quello che ho chiamato in Commissione il cosiddetto «corto circuito» generazionale, laddove ovviamente la proliferazione del precariato sta di fatto impedendo a migliaia e migliaia di giovani del nostro paese di accedere alla pubblica amministrazione. Questo corto circuito generazionale crea tensioni sociali e soprattutto disagio nelle giovani generazioni che, al pari dei precari nella pubblica amministrazione, hanno il sacrosanto diritto di poter sperare in un posto di lavoro.
Abbiamo apprezzato ed apprezziamo gli altri «sì», con riguardo evidentemente e soprattutto alla possibilità che la cosiddetta flessibilità nella pubblica amministrazione sia un tesoro di professionalità da spendere anche al di fuori della pubblica amministrazione; quindi apprezziamo il «sì» dato alla nostra richiesta di favorire nel libero mercato l'accesso a coloro i quali nella pubblica amministrazione abbiano maturato una professionalità derivante dal cosiddetto lavoro flessibile. Ovviamente, rimaniamo un po' delusi con riguardo ai «no» che avete voluto esprimere, soprattutto con riguardo agli organici della pubblica amministrazione e alla responsabilità dei dirigenti della pubblica amministrazione, che devono in qualche modo rispondere degli eccessi, che molto spesso abbiamo potuto constatare, compiuti nel momento in cui sono stati firmati contratti a tempo determinato senza che vi fossero delle esigenze produttive sufficienti.
Comunque, è chiaro che il nostro giudizio complessivo sulla proiezione futura del Governo, con riguardo a questo problema, non può che essere negativo. Almeno per quanto riguarda Alleanza nazionale, noi speriamo che quanto prima nel mondo del lavoro, soprattutto nella pubblica amministrazione, possano trovare soddisfazione le esigenze delle migliaia di precari che sono stati creati negli anni da una politica sbagliata, che ha voluto puntare sul precariato e non, piuttosto, sulla flessibilità. Più specificamente, cari colleghi della maggioranza e del Governo, nel lavoro privato i fatti ci stanno dando ragione: proprio le audizioni che stiamo svolgendo in queste settimane in Commissione lavoro dimostrano che, nel mondo del lavoro privato, la riforma del mercato del lavoro, la cosiddetta legge Biagi, e la nuova concezione di forme di contratto flessibile stanno producendo non tanto precariato, anzi quasi nulla, ma stabilità e stabilizzazione, se è vero come è vero che tutte le fonti che abbiamo ascoltato, in particolare coloro i quali sono i primi soggetti che sul territorio possono verificare l'andamento dell'applicazione della nuova legge, hanno confermato che molti dei contratti di lavoro flessibile si stanno tramutando in lavoro stabile, in contratti a tempo indeterminato.
Allora, noi speriamo che il Governo voglia imboccare la strada che noi abbiamo scelto quattro anni fa, allorquando imponemmo la legge Biagi nel lavoro privato e indicammo che il futuro e la ricerca di un nuovo modello di sviluppo non potevano non passare attraverso l'affermazione di nuove forme di lavoro flessibile che in qualche modo venissero incontro alle esigenze del mercato.
Sulla base di queste considerazioni, evidentemente, voteremo a favore della mozione unica della Casa delle Libertà su questa materia e ci riserviamo di concordare con gli altri gruppi della coalizione l'atteggiamento da tenere con riferimento alla mozione Franceschini n. 1-00152.
PRESIDENTE. Avverto che dalla mozione Franceschini ed altri n. 1-00152, nell'ultimo capoverso del dispositivo, debbono intendersi espunte le parole «come meglio descritto in premessa», che figurano nel testo per un mero refuso di stampa.Pag. 69
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morrone. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE MORRONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quello del precariato è un problema reale che coinvolge milioni di lavoratori pubblici e privati, per i quali quella della precarietà è la condizione materiale con la quale si confrontano e scontrano quotidianamente.
Sono bastati pochi anni per rivoluzionare il mercato del lavoro; quelli passati dal varo, prima, del cosiddetto pacchetto Treu e, poi, della cosiddetta legge Biagi. Quasi all'improvviso ciò che per i genitori dei ventenni di oggi era la regola è diventato l'eccezione e viceversa.
Se il Novecento è stato il secolo del lavoro, gli anni Duemila sono stati definiti quelli della flessibilità, anche se io parlerei più che altro di precarietà; in realtà, e forse nelle intenzioni del legislatore, alla parola flessibilità avrebbe dovuto accompagnarsi la parola mobilità ed entrambe avrebbero dovuto avere un comune ombrello: la sicurezza sociale. Ma la flessibilità senza tutela di oggi ha partorito una generazione senza certezze, senza garanzie, e questo non ha riguardato l'impiego privato ma, sull'onda dell'enfasi della privatizzazione del pubblico impiego, la flessibilità si è propagata anche alla pubblica amministrazione. Si è sempre parlato di una pubblica amministrazione che ha tanti, forse troppi dipendenti e perciò armati di forbici si è colpito qua e là, spesso senza criterio, senza riuscire a capire quali situazioni critiche avrebbero comportato tali tagli e arrivando alla determinazione di bloccare le nuove assunzioni sine die, senza considerare quelle che sarebbero state le reali necessità del funzionamento dei vari apparati amministrativi dello Stato.
Ci sono state delle deroghe e alcune volte hanno riguardato le Forze armate e le forze di polizia, ma senza che ciò determinasse un reale venire incontro alle necessità incombenti. Altre amministrazioni, per svolgere attività ordinaria, hanno fatto ricorso a forme atipiche, per superare le situazioni stagionali oppure situazioni straordinarie; ma in Italia il passaggio fra lo straordinario e l'ordinario non è un passaggio impervio, per cui, attraverso queste forme atipiche, superando il blocco del turn over, molte amministrazioni hanno coperto i buchi dell'organico effettivo, carente per impossibilità di assumere con pubblico concorso. Questo ha generato un vero e proprio esercito di precari che lavorano al servizio della collettività; tale è per grandi linee il problema di cui oggi ci troviamo in questa Assemblea a discutere, forse perché per la prima volta si cerca di trovare una soluzione.
Ad oggi, anche se i numeri sono un po' incerti, vi sono circa 350 mila precari nella pubblica amministrazione, costituiti da LSU, LPU, lavoratori ex articolo 12 del decreto legislativo n. 468 del 1997, personale assunto a tempo determinato, co.co.co e co.co.pro. I problemi di chi ha lavoro precario sono noti: sono i problemi di chi fa i conti con il vivere in una costante condizione di instabilità che preclude la possibilità di costruirsi un futuro. La precarietà avvilisce la dignità e la professionalità dei lavoratori.
Questo intervento a nostro avviso deve essere visto come un primo passo verso una più organica riforma del mercato del lavoro. Si tratta non di buttare croci addosso a qualcuno ma di un'occasione per sederci intorno a un tavolo per determinare opportune modifiche alla legislazione vigente, per far tornare i contratti di lavoro atipici ad essere quello strumento per cui erano stati concepiti, ossia uno strumento per l'inserimento nel mondo del lavoro, necessario alle imprese per cogliere le opportunità di mercato, non strumenti per pagare meno i dipendenti e poterli lasciare a casa a piacimento.
Il problema è urgente e al paese serve una scossa; altrimenti, l'Italia non si riprenderà mai stabilmente. Bisogna adoperarsi non solo per stabilizzare il lavoratore, ma anche per trasformare i contratti atipici da portatori di precarietà, come loPag. 70sono stati finora nella maggioranza dei casi, a strumenti di buona flessibilità attraverso un nuovo sistema di tutele.
Ritornando agli atti in esame oggi in Assemblea, vorrei esprimere il mio plauso alle numerose iniziative assunte con questa mozione da parte del collega Baldelli. Ma mi chiedo: sarebbe stato meglio continuare a ignorare queste migliaia di precari, come avete fatto nel vostro quinquennio di governo, o sarebbe stato meglio mandarli a casa? Forse le molte voci di questo Governo hanno contribuito a creare una certa confusione sulle modalità di realizzazione, ma di certo non abbiamo mai perso di vista l'obiettivo finale: dare certezze a chi certezze fino ad oggi non ne ha mai avute, allo scopo preciso di far sì che al lavoro nella pubblica amministrazione si torni ad accedere esclusivamente mediante concorso pubblico, come sancisce la nostra Costituzione, così sottraendo migliaia di individui a quella condizione di precarietà inconcepibile, se si considera l'impossibilità di molte di queste persone di trovare la giusta collocazione nell'ambito dell'impiego.
Se, come è avvenuto, si manifesta la volontà di prorogare la durata delle graduatorie dei concorsi pubblici già espletati, nel contempo ci sembra giusto andare ad attingere anzitutto alle stesse, per cui apprezziamo la dichiarazione del Governo circa l'intenzione di attingere alle graduatorie degli idonei chiedendo che tale scelta sia conforme alla legge e non serva a fare favori a qualcuno, perché per noi Popolari-Udeur la meritocrazia viene prima di qualsiasi volontà politica di sopperire a mancanze del sistema.
In conclusione, esprimo un auspicio: non si cerchi di strumentalizzare la posizione di migliaia di persone per portare attacchi faziosi al Governo, abbiamo tutti la volontà di trovare soluzioni che siano condivisibili per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Popolari-Udeur).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossi Gasparrini. Ne ha facoltà.
FEDERICA ROSSI GASPARRINI. Signor Presidente, il gruppo dei Popolari-Udeur esprime il proprio appoggio alla mozione Franceschini ed altri n. 1-00152. La legge finanziaria per il 2007 già contiene disposizioni in materia di stabilizzazione del personale precario nella pubblica amministrazione, al fine di garantire che le professionalità e le esperienze non si disperdano, ma siano utili al servizio della collettività. La stessa legge finanziaria ha, altresì, definito strumenti e percorsi di stabilizzazione dei rapporti di lavoro precario nelle pubbliche amministrazioni istituendo, fra l'altro, un fondo per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubblico.
Apprezziamo l'orientamento del Governo, che formalmente ha dichiarato che nell'azione di stabilizzazione si attingerà alle graduatorie degli idonei, ritenendo tale scelta giuridicamente corretta.
Sono convinta che i precari, che legittimamente aspirano alla stabilizzazione e che vedranno soddisfatte le loro aspettative, sappiano essere al servizio degli utenti con rispetto e professionalità, nella consapevolezza che questi ultimi sono i loro datori di lavoro. È, quindi, necessaria una stabilizzazione che riguarda il diritto dei cittadini, non solo una stabilizzazione per quietare alcune rimostranze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocchi. Ne ha facoltà.
AUGUSTO ROCCHI. Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghi e colleghe, ho chiesto di intervenire per esprimere il voto favorevole del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea alla mozione unitaria dell'Unione, Franceschini ed altri n. 1-00152, di cui sono cofirmatario. Riteniamo che la scelta di presentare questa mozione e i suoi contenuti sia un fatto positivo ed importante nel percorso di lotta alla precarizzazione nel rapporto di lavoro, a partire dalla pubblica amministrazione.
Crediamo che con la legge finanziaria sia stato compiuto un passaggio importante.Pag. 71Si tratta ora di compiere scelte che vadano nella direzione dell'ulteriore rafforzamento e sviluppo di questa linea di stabilizzazione del lavoro precario sia nella pubblica amministrazione che sul piano più generale. Per quanto riguarda, in particolare, la pubblica amministrazione sottolineiamo come con il blocco delle assunzioni in questi anni, il ricorso a forme di precarietà sia stato uno strumento fondamentale per molte istituzioni per rendere servizi ai cittadini. Vi è stato un lavoro spesso encomiabile di lavoratrici e lavoratori che, pur nell'incertezza del loro rapporto lavorativo, hanno prestato con impegno e dedizione la loro azione per servizi fondamentali per il bene collettivo.
Ciò è noto a numerosi amministratori locali. Il tentativo di strumentalizzare questo tema è servito solo a rendere chiaro come nel dibattito generale si misurino due impostazioni diametralmente opposte: quasi un'esaltazione della precarizzazione del rapporto di lavoro, da una parte, e dall'altra il tentativo di porre l'inefficienza interamente a carico dei lavoratori e delle lavoratrici del pubblico impiego.
Nel ribadire il nostro voto a favore della mozione Franceschini ed altri n. 1-00152, esprimo perplessità sul parere favorevole preannunciato dal sottosegretario sull'ultimo capoverso del dispositivo della mozione dell'onorevole Baldelli: i concetti contenuti in quest'ultima - mi rivolgo anche all'onorevole Baldelli - avrebbero potuto essere espressi in modo più chiaro e più esplicito.
Il testo contiene una frase ambigua. Ambigua perché le «iniziative normative al fine di predisporre un sistema di valutazione dell'efficienza e del rendimento» sono oggetto di regolamentazione contrattuale fra le parti. Se quel che si vuole dire è che il ruolo dei dirigenti e il modello organizzativo devono essere modificati per permettere una capacità riorganizzativa che renda più efficiente la pubblica amministrazione, siamo d'accordo. Così come il testo è scritto, però, sembra che il problema dell'inefficienza sia tutto a carico dei lavoratori e delle lavoratrici, e non già in capo alla capacità riorganizzativa della pubblica amministrazione a partire dallo stesso ruolo dei dirigenti.
Questo aspetto andrebbe forse chiarito meglio, per evitare di prestarsi ad una interpretazione tipica di una campagna che vede nelle condizioni dei lavoratori della pubblica amministrazione le cause dell'inefficienza della stessa: il che non è vero. Affermiamo ciò proprio perché miriamo a rilanciare e riqualificare il ruolo pubblico, ed abbiamo dunque a cuore più di altri il buon funzionamento, l'efficienza e la capacità organizzativa della pubblica amministrazione.