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TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO MARCO LION SULLA MOZIONE MARINELLO ED ALTRI N. 1-00154.
MARCO LION. La mozione di cui sono firmatario espone in sintesi quale sia il quadro di riferimento in cui oggi si muove il nostro settore della pesca.
Si tratta di rimettere al centro delle priorità nazionali il consolidamento ed il rilancio del settore della pesca e di dedicargli una politica di sviluppo e di tutela più aggiornata rispetto alle esigenze che il contesto internazionale ci richiede. Faccio riferimento, in particolare, al bisogno di assicurare una maggiore competitività alle nostre strutture di pesca e alla necessità di utilizzare in maniera sostenibile le risorse ittiche dei nostri mari che sempre più sono minacciate da operazioni di sfruttamento irrazionali e da attacchi ambientali che mettono a rischio la qualità e la prosperità delle acque marine.
Per l'Italia la pesca è un settore fondamentale che bisogna preservare e sostenere. Pesca e acquacoltura rappresentano attività importanti non soltanto per l'economia del Paese nel suo complesso, ma soprattutto per molte aree, in particolare delle regioni meridionali, in quanto fonte di occupazione in zone spesso prive di valide alternative.
Al tempo stesso occorre avere ben presenti le gravi minacce di natura ecologica che rischiano di compromettere le risorse del mare e la stessa attività della pesca. Per questo alle politiche di sviluppo del settore devono affiancarsi interventi efficaci di protezione degli ecosistemi marini.
Un problema molto serio attualmente è rappresentato dalla qualità del pesce pescato. Un rapporto sullo stato del Mediterraneo, basato sul piano di azione per il Mediterraneo del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente denuncia che le industrie rivierasche riversano annualmente in mare 85 mila tonnellate di metalli pesanti, 200 mila tonnellate di azoto, 900 mila tonnellate di fosforo e 47 mila tonnellate di policiclici aromatici.
Questi inquinanti, oltre a sterminare le risorse ecologiche e vitali dei nostri mari, rendono improduttive le acque, provocano la sparizione dei pesci e ne rendono pericoloso per la salute umana il consumo.
È doveroso, in tali circostanze, svolgere una capillare e trasparente attività di informazione verso i consumatori, soprattutto per renderli consapevoli del fatto che bisogna sempre verificare la provenienza del pesce che acquistano. Il rischio maggiore è connesso al pesce importato, perché proviene da acque di cui non si conosce lo stato qualitativo, né si sa con quali metodologie è stato catturato, o se è stato conservato in maniera idonea.
Sotto il profilo dell'equilibrio ecologico e della tutela del patrimonio ittico, occorre altresì considerare con attenzione le attività di acquacoltura. Anche in relazione ai prossimi programmi per lo sviluppo dell'acquacoltura nazionale, occorre tener presente che, come emerge da un rapporto della FAO quasi la metà del pesce consumato proviene da allevamenti.
Il rapporto stima che solo per mantenere gli attuali livelli di consumo, nel 2030 saranno necessari ulteriori 40 milioni di tonnellate di pesce. Secondo il WWF, più di un terzo del pesce pescato nei mari e negli oceani di tutto il mondo serve per produrre olio e farina di pesce, che in gran parte serve per l'acquacoltura. Se continua questo eccessivo squilibrio, gli stock selvatici rischiano di scomparire in breve tempo e ad ogni modo di scendere sotto i limiti biologici di sicurezza.
Per questo occorre, innanzitutto da parte del Governo, una politica attenta e cauta nei confronti dell'acquacoltura, che definisca in modo equilibrato le regole e anche gli incentivi per il comparto, in modo da assicurare un'opportunità di reddito per i nostri operatori e, al tempo stesso, evitare scompensi nocivi per gli ecosistemi acquatici, nonché garantire che Pag. 104il pesce allevato risponda ai necessari requisiti sotto il profilo della sicurezza alimentare.
Per quando riguarda in modo più specifico i contenuti della mozione, evidenzio che bisognerebbe attivare misure efficaci per promuovere l'ammodernamento del comparto della pesca, incentivando il ricambio generazionale e l'ingresso di operatori giovani nel settore alieutico. L'ingresso di nuovi imprenditori potrebbe essere favorito da misure che agevolino l'acquisto di imbarcazioni da parte dei giovani o di operatori che intendano dedicarsi alla pesca costiera. Allo stesso modo, per le ragioni che ho brevemente indicate, una più attenta politica di sostegno e di sviluppo, a condizione che risulti compatibile con l'ambiente e il benessere animale, dovrebbe essere riservata all'acquacoltura, settore che presenta ancora interessanti margini di espansione e ottime opportunità economiche per le imprese alieutiche e per il bilancio nazionale di settore.
Al fine di salvaguardare l'occupazione nelle aree costiere, e per prevenire la concorrenza delle imbarcazioni più grandi, si dovrebbero adeguare i nuovi programmi strutturali alla esigenze della piccola flotta costiera ed alle strutture che garantiscono sistemi di pesca più selettivi, capaci di limitare i rilasci e di preservare gli stock a rischio di deperimento.
Un maggiore sostegno, inoltre, andrebbe riservato al settore della trasformazione e della commercializzazione, comparto economico in cui il nostro Paese presenta gravi ritardi, con conseguenze pesanti in termini di dipendenza dall'estero. Importanti conseguenze positive potrebbero altresì derivare dall'istituzione di marchi di qualità ecologica. Da un diverso e più attento orientamento alla certificazione della qualità, la pesca italiana trarrebbe sicuri vantaggi in quanto si determinerebbe un miglioramento dell'informazione dei consumatori, un incremento della loro fiducia verso gli alimenti provenienti dal mare ed infine un forte incentivo al progresso delle attuali pratiche della pesca.
In conclusione, ribadisco la mia piena condivisione dei contenuti della mozione, che ho anche sottoscritto. Al tempo stesso, nel mio intervento mi sono soffermato su alcuni aspetti che reputo essenziali per una politica della pesca in grado di tener conto in modo adeguato di tutti gli aspetti coinvolti (il profilo economico, quello sociale e culturale, quello ambientale, quello relativo all'interesse del consumatore), per questo, alcuni degli elementi che ho evidenziato, sono stati inseriti nel dispositivo finale della mozione in discussione.
In ogni caso, quello che chiediamo al Governo è un'azione di ampio respiro in favore della pesca e dell'acquacoltura, in specie quella biologica, con misure specifiche atte ad assicurare un uso compatibile delle risorse acquatiche vive, alla conservazione e alla limitazione dell'impatto della pesca sull'ambiente, in particolare per proteggere le risorse ittiche, regolamentando le quantità di pesce catturato in mare e garantendo la riproduzione del novellame secondo le norme allo scopo applicabili, anche al fine di un migliore raggiungimento dell'equilibrio fra lo sforzo di pesca e le risorse ittiche disponibili, a salvaguardare la sicurezza alimentare e, al tempo stesso, con interventi idonei a garantire condizioni economiche, ambientali e sociali di esercizio della pesca sostenibili, in modo da assicurare un livello di vita dignitoso a tutti coloro che operano nel settore.
Per i motivi sopraelencati annuncio il voto favorevole del gruppo dei Verdi alla mozione unificata Marinello, Franci, Lion ed altri.