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Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1003 - Senatori Rossa ed altri: Istituzione del «Giorno della memoria» dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice (Approvata dalla I Commissione permanente del Senato) (A.C. 2489); e delle abbinate proposte di legge Ascierto; Angela Napoli; Zanella ed altri; Zanotti ed altri (A.C. 1071-1361-1995-2007) (ore 17,15).
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2489 ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2489 ed abbinate sezione 1).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere sull'unico emendamento riferito all'articolo 1.
ANGELO PIAZZA, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Cota 1.1.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIAMPAOLO VITTORIO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.
ROBERTO COTA. Signor Presidente, volevo spiegare brevemente perché il gruppo di della Lega ha presentato questo emendamento.Pag. 68
La discussione in Commissione ha riguardato interamente l'individuazione del giorno simbolo per commemorare le vittime del terrorismo e delle stragi di matrice terroristica, e alla fine si è giunti alla scelta del 9 maggio, cioè il giorno dell'uccisione dell'onorevole Moro.
Nel corso della discussione in Commissione, sia alla Camera sia al Senato, sono state prospettate anche altre soluzioni, per esempio l'11 settembre oppure il giorno dell'attentato di Nassiriya. Si è scelto di individuare il 9 maggio perché le altre date ricordavano eventi che si erano verificati al di fuori del nostro territorio.
Se occorre scegliere una data simbolo per un atto terroristico che si è verificato all'interno del nostro territorio, una volta identificata la matrice brigatista degli atti terroristici che si vogliono stigmatizzare (come simbolo, anche per il futuro, poiché il terrorismo va condannato da ogni punto di vista), per quanto ci riguarda pensiamo che il giorno simbolo debba essere il 26 marzo 1971, anniversario dell'uccisione di Alessandro Floris, a Genova. Alessandro Floris era il guardiano dell'Istituto autonomo case popolari, barbaramente ucciso in occasione di uno dei primi atti a sfondo terroristico (una rapina organizzata dal gruppo «22 ottobre»), precursore degli altri atti terroristici delle Brigate Rosse. Questo è il primo atto terroristico, la prima vittima del terrorismo e in più, aggiungiamo, si tratta di una persona comune. Aldo Moro, con tutto il rispetto, è un uomo politico. Oggi ci accingiamo ad approvare un provvedimento, identificando come giorno simbolo quello dell'uccisione di un uomo politico.
Identifichiamo, invece, come giorno simbolo quello dell'uccisione di un uomo comune, di un cittadino comune, anche per porre l'accento su un fatto: non esistono vittime di «serie A», magari perché sono più conosciute, e vittime di «serie B»: tutti sono uguali. Spesso, inevitabilmente, si creano vittime di «serie A» e vittime di «serie B»: bisognerebbe evitarlo.
Troppe vittime del terrorismo sono dimenticate: penso anche alle molte vittime dei reati violenti, che tuttora non hanno alcuna forma di tutela all'interno del nostro ordinamento giuridico.
Oggi approveremo un provvedimento, però non approveremo un atto concreto a tutela delle vittime del terrorismo. Questa è una norma manifesto, che non è negativa - per carità, quando si tratta di dare un segnale contro il terrorismo va sempre bene - però non ha alcun rilievo pratico, non ha alcun effetto pratico nei confronti delle vittime degli atti di terrorismo.
Cominciamo pertanto a dare un segnale individuando come data simbolo quella dell'uccisione di un uomo comune. Questo può anche essere il modo per tutelare tutte le vittime del terrorismo e non creare - ripeto - vittime di «serie A» e vittime di «serie B».
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Acerbo. Ne ha facoltà.
MAURIZIO ACERBO. Presidente, voglio semplicemente esprimere una forte perplessità in merito allo stabilire una gerarchia delle vittime e delle date. Credo che l'unico criterio valido nell'affrontare le tematiche della strategia della tensione e del terrorismo sia quello di ricordare che in Italia la strategia della tensione è cominciata con la bomba del 12 dicembre a piazza Fontana e che, a seguito di quell'evento, si è prodotto nel contesto della nostra democrazia un fenomeno storico che ha generato anche il terrorismo di sinistra. Dimenticare ciò credo significhi fare violenza sia agli orientamenti di gran parte della storiografia più autorevole che ha affrontato il fenomeno, sia alla memoria storica del nostro Paese.
ROBERTO SALERNO. Compagni che sbagliano... Vergogna!
MAURIZIO ACERBO. La condanna di tutti i fenomeni di terrorismo è unanime tra le forze politiche, ma non bisogna far finta di dimenticarsi che nel nostro Paese l'esercizio della violenza politica e della strage ha una data di inizio, che è quella Pag. 69del 12 dicembre, a cui segue tutto il resto con i comportamenti dei servizi segreti deviati, dell'estremismo di destra e di sinistra, degli apparati dello Stato e quant'altro. Credo che su ciò dovrebbe esserci un'unanime consapevolezza in quest'Assemblea, in questa Camera. È, quindi, davvero stucchevole fare una classifica delle vittime; possiamo, invece, esprimere con serenità un giudizio storico, vale a dire che nel nostro Paese la violenza politica ha fatto il suo ingresso in forma patologica a partire dalla risposta che fu data con la bomba fatta scoppiare nella banca dell'agricoltura, fino al grande ciclo dei movimenti operai e studenteschi che intendevano portare più avanti la democrazia italiana.
Credo che ciò vada ricordato per onestà intellettuale e per rispetto di tutte le vittime. Gran parte degli studi effettuati, anche rispetto al fenomeno della lotta armata di sinistra, tengono a precisare che quelle tendenze si consolidarono...
ROBERTO SALERNO. Compagni che sbagliano...!
MAURIZIO ACERBO. ...nel momento in cui con la strage di piazza Fontana si fece forte un'impostazione militarista e si svolse un dibattito intorno ai pericoli di colpo di Stato. La storia non può essere - io credo - violentata e strumentalizzata. La memoria storica deve servire per non ripetere gli errori del passato e per far sì che in una moderna democrazia il conflitto sociale e la dialettica democratica si svolgano senza degenerare nella violenza, nell'omicidio e nelle stragi.
Per tale motivo credo che più che soffermarsi su questo emendamento e su questa classifica delle date, sarebbe bene sapere se per il Parlamento la strategia della tensione è cominciata il 12 dicembre a piazza Fontana (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cota 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 451
Astenuti 9
Maggioranza 226
Hanno votato sì 35
Hanno votato no 416).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 465
Votanti 420
Astenuti 45
Maggioranza 211
Hanno votato sì 419
Hanno votato no 1).