Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Misure per garantire l'ordine pubblico a Milano e per diffondere una cultura della legalità - n. 3-00868)
PRESIDENTE. L'onorevole Bodega ha facoltà di illustrare l'interrogazione Maroni ed altri n. 3-00868 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 9), di cui è cofirmatario.
LORENZO BODEGA. Signor Presidente, signor Ministro Amato, due sono le questioni oggetto dell'interpellanza in esame. La prima riguarda le scritte apparse nella cosiddetta Chinatown milanese - via Paolo Sarpi - nei confronti della Lega Nord e, in modo particolare, del consigliere comunale di Milano, nonché segretario provinciale del nostro movimento, Matteo Salvini.
La seconda questione è relativa invece ad alcune dichiarazioni rilasciate, stando ad articoli di stampa, dal sindaco di Venezia, Cacciari, in merito all'inaugurazione di un nuovo centro sociale e di un nuovo spazio culturale, in cui testualmente diceva: se i comuni non vi danno retta fate bene ad occupare, anche un capannone nel centro storico, poi in qualche maniera ci si mette d'accordo.
Chiediamo al Governo quali iniziative intenda adottare per garantire l'ordine e la democrazia a Milano, in merito ai fatti accaduti, e cosa intenda fare per rendere più efficace la cultura della legalità a fronte delle dichiarazioni negative di alcuni esponenti istituzionali.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Giuliano Amato, ha facoltà di rispondere.
GIULIANO AMATO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, è vero, ci sono state quelle scritte e coloro che le avevano tracciate e che avevano affisso anche manifesti minacciosi nei confronti del segretario provinciale della Lega, Matteo Salvini, sono stati identificati come appartenenti al centro sociale «Il cantiere» e sono stati deferiti all'autorità giudiziaria per minacce aggravate. I fatti risalivano, in realtà, alla notte tra il 4 e il 5 maggio; le scritte poi vennero viste il 7 maggio e per questa ragione la sua interrogazione fa riferimento a tale ultima data.
L'episodio è brutto ed inquietante proprio perché, in primo luogo, identifica una singola persona, in quanto tale, come Pag. 52bersaglio di quelle che sono autentiche minacce, in un momento nel quale questa sola circostanza ci induce ad una particolare attenzione, tant'è vero che è stata disposta una misura di vigilanza, seppure mobile, sull'abitazione del capogruppo in consiglio della Lega.
Si tratta di una vicenda che si inserisce in un contesto di problemi di sicurezza a Milano, legati proprio alle minacce nei confronti dei singoli, che desta in noi particolare preoccupazione e quindi particolare attenzione. Il patto per la sicurezza al quale stiamo lavorando per la città di Milano ha un capitolo specialmente attento a questo profilo.
Sulla questione di Venezia, che aveva incuriosito anche me, mi è giunta una lettera del sindaco che asserisce di non avere mai incitato chicchesia a occupazioni o a comportamenti comunque illegali e afferma che nel suo breve intervento al centro sociale ha sottolineato il valore di iniziative di aggregazione culturale e sociale in una sede che era stata restaurata a spese dei suoi attuali occupanti, che hanno vinto una regolare gara.
Il sindaco Cacciari, pertanto, ci tiene a sottolineare - credo che in questo abbia ragione - che non tutti i centri sono eguali tra loro e che questo è un luogo di civilissima aggregazione. Tanto è vero che la lettera (mi permetto di dirlo perché lo si trova nel testo della stessa) si conclude invitando gli onorevoli interroganti a recarsi a Venezia per visitare quel centro.
PRESIDENTE. L'onorevole Bodega ha facoltà di replicare.
LORENZO BODEGA. Signor Presidente, ringrazio il ministro Amato per la risposta, che non ci soddisfa in modo particolare. La prima questione, quella della cosiddetta chinatown milanese, è degenerata da fenomeno sociale ad uno di tipo criminale. Negli stessi giorni, nella mia città, Lecco, come in tante altre, la comunità cinese è venuta allo scoperto per presentare le proprie attività e la propria identità.
Nelle piccole città, dove la questione sicurezza è diventata cruciale, è pur sempre controllabile attraverso uomini e mezzi, ad esempio le telecamere, ma nelle metropoli, grazie anche all'omertà e alle dimensioni di queste città che favoriscono la possibilità di camuffarsi, assistiamo ad intollerabili episodi di violenza, di intimidazione (è il caso di Matteo Salvini e della Lega) e di autentica criminalità. Se non ci fossero l'accortezza e il buonsenso dei nostri concittadini, avremmo ogni giorno feriti e morti. Esprimo, quindi, da parte dei deputati della Lega Nord, piena solidarietà al bravo Matteo Salvini.
Per quanto riguarda la seconda questione, è deprecabile l'atteggiamento di un sindaco - di qualsiasi parte politica esso sia e chiunque sia - che, con l'autorevolezza della carica e il peso delle parole, rischia di provocare una deriva qualunquista e violenta.
Sappiamo bene infatti come l'occupazione dei centri, degli spazi pubblici, parta da presupposti non violenti per approdare, con l'alibi della rivendicazione di diritti, a forme di abusivismo e di arroganza nelle pretese.
PRESIDENTE. Deve concludere.
LORENZO BODEGA. Il sindaco non è un pedagogo, ma ha il dovere di educare al senso civico: la «lezione» del professor Cacciari è irricevibile per tutti coloro, sindaci in testa, che ogni giorno devono battersi con prefetture, questure e carabinieri per garantire la convivenza civile e pacifica (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).