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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative normative volte alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica delle autovetture - n. 3-00865)
PRESIDENTE. L'onorevole Camillo Piazza ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00865 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6).
CAMILLO PIAZZA. Signor Presidente, signor Ministro, la mia interrogazione ha lo scopo di sostenere misure volte ad aiutare il nostro pianeta. A nostro avviso, non è sufficiente chiudere i centri urbani le domeniche o tartassare i consumatori, ma occorre chiedere all'industria dell'auto di impegnarsi di più sul versante dell'innovazione tecnologica. L'accordo volontario tra Unione europea e costruttori di automobili, purtroppo, non sta ottenendo la riduzione della percentuale di CO2 emessa nell'aria con l'inquinamento.
I dati del 2005 indicano che i progressi conseguiti, se comparati a quelli del 2004, non superano l'uno per cento. Le emissioni medie del parco delle auto vendute nel 2005 sono rimaste pari a 162 grammi per chilometro quadrato. A questo punto, chiedo al ministro e al Governo se possano intervenire, anche in sede comunitaria, per fissare il limite previsto a 120 g/km, al fine di poter ridurre sensibilmente l'inquinamento atmosferico.
PRESIDENTE. Il Ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. Signor Presidente, faccio presente, anzitutto, che le argomentazioni addotte nell'interrogazione sono di tale complessità ed ampiezza che mi riesce difficile, ovviamente, rispondere in poco tempo; ho ritenuto opportuno, pertanto, portare un rapporto sulla questione trasporti Pag. 47e cambiamenti climatici, che consegnerò poi alla Presidenza. Rispondo invece concisamente su due aspetti, uno riguardante il quadro comunitario europeo con riferimento alla questione, l'altro riguardante il quadro nazionale.
Per quanto riguarda il quadro europeo, dai dati resi noti dalla Commissione europea si evince che, in relazione alla riduzione delle emissioni di CO2 di autovetture e veicoli commerciali leggeri, la Commissione sta predisponendo un quadro legislativo finalizzato a ridurre, entro il 2012, le emissioni di CO2 alla quantità di 120 grammi per chilometro quadrato. Tale limite sarà corredato da un'indicazione circa gli indirizzi che gli Stati membri dovranno fornire alle case automobilistiche per uniformarsi a questi obiettivi. Essendo compito precipuo del Ministero dei trasporti negoziare le normative concernenti i veicoli a motore e, quindi, anche quella in questione, ci stiamo impegnando in tale contesto per contribuire alla definizione di tale norma di carattere europeo.
Per quanto riguarda il quadro nazionale, stiamo discutendo congiuntamente con il Ministero dell'ambiente, anzitutto per attuare le misure di riduzione delle emissioni inquinanti previste in base ad alcuni articoli della legge finanziaria per il 2007. La programmazione degli interventi per il fondo di mobilità sostenibile, con riferimento alla quale, nei giorni scorsi, ho apposto la firma di concerto con il Ministro dell'ambiente, prevede uno stanziamento di novanta milioni di euro annui nel periodo 2007-2009, al fine di migliorare la qualità dell'aria nelle aree urbane e potenziare il trasporto urbano. A tale fine, ribadisco, è stato già firmato il relativo decreto.
Con quello stesso decreto è stata rifinanziata la sperimentazione dell'autostrada ferroviaria Aiton-Orbassano, in un accordo congiunto con il Ministro dei trasporti francese. Richiamo l'attenzione, infine, sul fatto che il piano generale della mobilità, che fin dall'inizio dell'insediamento nel Ministero è stato considerato uno strumento indispensabile nel settore dei trasporti, è ormai in via di presentazione; al riguardo, ritengo che su tale base si debba sviluppare la discussione anche con riferimento a tali aspetti, visto che è fondamentale il requisito della mobilità sostenibile fondata sull'intermodalità, che in quel piano viene evocata.
Sottolineo, infine, due aspetti fondamentali della questione che ho già riferito ieri sera nell'ambito di un'audizione in Commissione congiunta trasporti e ambiente della Camera. Anzitutto, da tutti i dati emerge che il tipo di trasporto a più basso impatto ambientale è, per diversi ordini di grandezze in meno, quello ferroviario e quindi bisogna porre in essere ogni sforzo per trasferire il maggior numero possibile di passeggeri, e soprattutto di merci, su questa modalità.
PRESIDENTE. Signor Ministro, la prego di concludere.
ALESSANDRO BIANCHI, Ministro dei trasporti. In secondo luogo, il processo di innovazione tecnologica, che sicuramente è in corso e permette di avere veicoli sempre meno inquinanti, è del tutto vanificato dall'aumento più che proporzionale del parco dei veicoli circolanti. Ciò ci conforta ancor più nel sostenere che l'ipotesi di lavoro sulla quale muoversi è decisamente quella del trasferimento modale.
PRESIDENTE. L'onorevole Camillo Piazza ha facoltà di replicare.
CAMILLO PIAZZA. Signor Presidente, mi dichiaro completamente d'accordo con le indicazioni che il ministro dà sull'impostazione complessiva della mobilità urbana. Credo che spostare il traffico delle persone dalla macchina al treno sia veramente la soluzione migliore da adottare. È del tutto evidente che sulle politiche dell'innovazione tecnologica serva molto chiedere alle imprese di fare il proprio dovere. Non a caso, quando nell'interrogazione abbiamo indicato la quantità di 120 grammi per chilometro, lo abbiamo fatto perché sappiamo che soprattutto imprese Pag. 48italiane come la FIAT sono in grado di produrre un simile risultato. Il Governo deve far sì che chi ha svolto questa azione di innovazione possa trovare ausilio da parte della Comunità europea, che, purtroppo, ci vede molto assenti sul piano dell'accettazione delle nostre indicazioni.
Per tale motivo, chiedo al Governo di fare in modo che negli atti governativi sia inserito un vincolo forte e concreto, affinché si stabilisca che l'innovazione tecnologica è la cosa migliore da portare avanti e che il limite fissato, anche da parecchi anni, dagli studi condotti da molte strutture ambientaliste, di 120 grammi per chilometro, debba essere rispettato in maniera vincolante da parte degli altri produttori. Ciò perché, da una parte, è giusto riconoscere alle nostre imprese un valore aggiunto, ma, dall'altra parte, dobbiamo chiedere alle imprese del mondo europeo e asiatico di agire allo stesso modo. Non basta, infatti, vietare le domeniche l'uso degli autoveicoli, ma occorre veramente far sì che tutte le persone e le industrie che si occupano di questo argomento facciano la loro parte.