Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Nessun chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Fava 1.13, Di Centa 1.204, Giuditta 1.221, Mazzocchi 1.63, nonché sugli identici emendamenti D'Agrò 1.25 e Germontani 1.213.
Il parere è altresì contrario sugli emendamenti Mazzocchi 1.2, Mazzocchi 1.3, mentre è favorevole sull'emendamento Sanga 1.222. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Valducci 1.203, Lazzari 1.205 e 1.30, Giudice 1.20 e 1.21, sugli identici emendamenti Pedica 1.4 e Affronti 1.217, nonché sull'emendamento Greco 1.26, mentre l'emendamento Fava 1.14 di fatto sarebbe assorbito a seguito del parere favorevole che la Commissione esprime sull'emendamento Sanga 1.222.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Affronti 1.220, mentre invita al ritiro dell'emendamento Valducci 1.206.
Il parere è altresì contrario sugli identici emendamenti Mazzocchi 1.5 e Burgio 1.6, nonché sugli emendamenti Fava 1.15 e 1.16, mentre la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Saglia 1.212.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Bernardo 1.207 mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Giudice 1.218, Milanato 1.51 e Fava 1.17.
La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Bonelli 1.223 - in parte, peraltro, sarebbe assorbito a seguito del parere favorevole espresso sull'emendamento Sanga 1.222 - mentre esprime parere contrario sull'emendamento Saglia 1.8.
La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Saglia 1.9, mentre esprime parere contrario sugli identici emendamenti Saglia 1.10 e Franzoso 1.208.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Saglia 1.11, D'agrò 1.56, Saglia 1.150, Giudice 1.219, Lazzari 1.50, D'Agrò 1.27, Valducci 1.209 e 1.210, Giuditta 1.224, Lazzari 1.200, Saglia 1.55, Lazzari 1.201 Giuditta 1.218.
La Commissione invita al ritiro gli identici emendamenti Realacci 1.210, Saglia 1.211, D'Agrò 1.216, e Fava 1.225 anche in considerazione del fatto che esprime parere favorevole sull'emendamento Germontani 1.214, che sostanzialmente, accoglie quanto previsto dai richiamati emendamenti.
La Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo D'Elia 1.01, a condizione che venga riformulato in senso restrittivo.
La Commissione formula un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Tomaselli 1.057 e sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 1.02, Fava 1.05, Mazzocchi 1.053, Valducci 1.0200 e Affronti 1.0204.
La Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Fallica 1.0215 e parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Tomaselli 1.0206.
La Commissione esprime parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi Fava 1.04, Mazzocchi 1.055, Milanato 1.0201 e Affronti 1.0203 nonché sull'articolo aggiuntivo Valducci 1.0202.
La Commissione chiede, inoltre, l'accantonamento dell'esame dell'articolo aggiuntivo Nannicini 1.0205.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore con le seguenti eccezioni. Esprime parere favorevole sull'emendamento Bernardo 1.207 a condizione che venga riformulato; per quanto riguarda, invece, l'articolo aggiuntivo D'Elia 1.01, il Governo si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo che propone una riformulazione dell'emendamento Bernardo 1.207, dovrebbe però esplicitare i termini di tale riformulazione perché se ne possa tenere conto.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il testo che risulterebbe dalla riformulazione dell'emendamento dovrebbe essere il seguente: «Al comma 2, dopo le parole: «tra impianti», aggiungere le seguenti: «e fra impianti ed esercizi».
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 17,55.
La seduta, sospesa alle 17,40, è ripresa alle 17,55.
PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Di Centa 1.204 è stato ritirato dalla presentatrice.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fava 1.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, l'articolo 1 che interviene per eliminare limitazioni allo svolgimento di attività commerciali tra loro complementari in forma integrata (tra cui quella della distribuzione di carburanti) ed il relativo emendamento che la Lega Nord Padania propone, con primo firmatario Fava, servono esclusivamente ad aumentare la possibilità che i commercianti possano sviluppare e vendere altri prodotti. Manteniamo, pertanto, tale emendamento in quanto, a nostro avviso, anche questo rappresenta un buon sistema di legalizzazione.
Abbiamo visto, in questa prima parte dell'esame dell'articolo 1, che la Commissione e il Governo hanno espresso parere favorevole nei confronti di pochissimi emendamenti. Continueremo, pertanto, a mantenere tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1 e successivi, in quanto non ci sembra possibile un'apertura di questa maggioranza verso le proposte concrete che la minoranza sta facendo. Pertanto, su tale emendamento, proposto dalla Lega Nord Padania, che è assolutamente liberale e liberalistico, chiediamo l'appoggio di tutta la maggioranza e della minoranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Raisi. Ne ha facoltà.
ENZO RAISI. Signor Presidente, trovo strano il parere contrario reso sia dal relatore sia dal Governo su tale emendamento che, onestamente, interviene in uno dei settori più monopolizzati del nostro Paese: quello della distribuzione dei giornali, dei quotidiani e dei periodici. È vero che il Governo si accinge a preparare un provvedimento sull'editoria, però ritengo che il disegno di legge in esame avrebbe potuto contenere una scelta di questo tipo, in coerenza, tra l'altro, con quanto già il ministro Bersani fece in un precedente Governo (tentando, a suo tempo, in qualche modo, di riaprire un processo di liberalizzazione in questo settore, consentendo di vendere quotidiani e periodici anche fuori dalle edicole). Quindi, onestamente, ritengo veramente incongruente, non coerente la scelta del Governo di dire "no" all'emendamento; analoga considerazione vale con riferimento al relatore che sicuramente su questo tema avrebbe potuto compiere uno sforzo. Pertanto, dichiaro Pag. 84il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 329
Astenuti 109
Maggioranza 165
Hanno votato sì 86
Hanno votato no 243).
Prendo atto che i deputati Latteri, Dato e Simeone non sono riusciti ad esprimere il voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giuditta 1.221, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 447
Votanti 432
Astenuti 15
Maggioranza 217
Hanno votato sì 90
Hanno votato no 342).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita ad esprimere il voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzocchi 1.63.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, sicuramente, dopo i due provvedimenti Bersani, il relatore avrà un premio per lo slalom perché riesce ad aggirare, di volta in volta, gli ostacoli, talvolta però buttando giù paletti che non dovrebbe buttar giù! Non a caso, interverrò su quattro emendamenti, da me presentati, che sono stati poi accettati dal relatore e fatti suoi nella nuova formulazione del testo del disegno di legge.
Il relatore ha espresso parere contrario sui miei emendamenti 1.63, 1.2, 1.3 e 1.5, ma gli stessi risultano assorbiti dal nuovo testo presentato dalla Commissione.
Signor Presidente, capisco che lei sia impegnato, ma ci tengo che ciò risulti agli atti. Ci troviamo nella situazione per cui il relatore ha espresso parere contrario su quattro miei emendamenti che, invece, sono stati fatti propri dalla Commissione nel nuovo testo. Pertanto, inviterei il relatore a non esprimere parere contrario, bensì a dire che sono stati assorbiti o eventualmente a formulare un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Chiedo al relatore di esprimersi al riguardo.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, non direi che risultano assorbiti! Vi è una certa differenza. Tuttavia, modificando il parere precedentemente espresso, potrei formulare un invito al ritiro degli emendamenti Mazzocchi 1.63, 1.2, 1.3 e 1.5 perché si tratta di emendamenti che, in qualche modo, hanno contribuito a determinare una posizione.
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo si associa al parere espresso dal relatore.
Prendo inoltre atto che gli emendamenti Mazzocchi 1.63, 1.2, 1.3 e 1.5 sono stati ritirati dal presentatore.
Passiamo agli identici emendamenti D'Agrò 1.25 e Germontani 1.213.
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 85LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene.
Deputata Germontani, anche lei intende ritirare il suo emendamento 1.213?
MARIA IDA GERMONTANI. Si, signor Presidente, ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene, gli identici emendamenti D'Agro 1.25 e Germontani 1.213 sono ritirati.
Ricordo che gli emendamenti Mazzocchi 1.2 e 1.3, su sollecitazione della Commissione e del Governo, sono stati ritirati.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sanga 1.222.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, vorrei proporre una riformulazione dell'emendamento Sanga 1.222. Alla fine del testo, dopo la parola: «impianti» si dovrebbero aggiungere le parole: «nonché i criteri per la regolamentazione degli orari».
PRESIDENTE. A cosa si riferisce?
ANDREA LULLI, Relatore. Mi riferisco alla parte in cui sono elencate le materie demandate alle regioni per la programmazione.
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo si associa alla riformulazione avanzata dal relatore e che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Sanga 1.222.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sanga 1.222, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 389
Astenuti 70
Maggioranza 195
Hanno votato sì 387
Hanno votato no 2).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Valducci 1.203, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 454
Votanti 433
Astenuti 21
Maggioranza 217
Hanno votato sì 185
Hanno votato no 248).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lazzari 1.205.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, l'emendamento in esame potrebbe sembrare quasi provocatorio rispetto alla filosofia complessiva di questo disegno di legge. Mi permetto, invece, di definirlo un emendamento verità. Dico questo in quanto l'articolo 1 sembra quasi in contraddizione con ciò che il Governo di centrosinistra ha fatto nell'altra legislatura. Un analogo provvedimento sulla materia dei distributori di carburanti aveva provocato la chiusura di circa duemila impianti di distribuzione. Pensiamo che questo articolo possa provocare, viceversa, Pag. 86la riapertura di altrettanti distributori di carburante. Pertanto, nasce una contraddizione palese tra ciò che si è fatto prima e ciò che si fa adesso.
Abbiamo motivo di pensare che la ragione profonda che sottende l'articolo 1 non sia tanto quella di consentire una maggiore concorrenza e, di fatto, un abbattimento dei prezzi dei carburanti quanto, invece, quella di far nascere accanto, dentro, vicino alla grande distribuzione commerciale nuovi impianti di distribuzione. Pertanto, abbiamo presentato un emendamento provocatorio - se ci consentite il termine - in cui diciamo ciò che il Governo impudicamente non ha avuto il coraggio di dire. Infatti, invece di parlare di liberalizzazione degli impianti di distribuzione dei carburanti, sarebbe stato meglio parlare di un'apertura di nuovi impianti laddove esiste la grande distribuzione. È stato già espresso parere contrario sull'emendamento in esame, ma lo abbiamo presentato non tanto perché crediamo nel merito di quello che c'è scritto, quanto perché abbiamo voluto evidenziare a chi ci ascolta, all'Assemblea, a tutti i parlamentari il motivo reale per cui l'articolo 1 è stato presentato dal Governo all'interno di questo disegno di legge. Vogliamo fare emergere, per essere ancora più chiari, e chiudo, i reali interessi sottesi all'articolo 1 del provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 1.205, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 455
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 249).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 1.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 460
Votanti 388
Astenuti 72
Maggioranza 195
Hanno votato sì 133
Hanno votato no 255).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Giudice 1.20.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la previsione del comma 1 ha evidenti finalità commerciali. Poiché i servizi pubblici hanno riflessi sulla tutela dei diritti, sulla sicurezza, nonché sull'ordine pubblico, l'emendamento da me presentato, proprio al fine di evitare equivoci e pericolose strumentalizzazioni, nonché rischi per i cittadini e le imprese, circoscrive meglio la portata della previsione unificatrice, escludendo la valenza dei servizi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, vorrei esprimere alcune considerazioni sul mio emendamento 1.30 appena respinto, affinché resti agli atti il significato dello stesso. Abbiamo compreso il disegno complessivo del Governo; avevamo pertanto presentato un emendamento che fosse, in qualche misura, riparatore dei danni che il provvedimento in discussione provocherà ai piccoli distributori. Ad essi avevamo Pag. 87previsto di consentire, almeno a quelli presenti nei piccoli centri, di abbinare alla distribuzione dei carburanti anche una maggiore apertura rispetto alle merci e ai prodotti che possono essere venduti. Comprendo che l'emendamento è stato già respinto - ciò non è in discussione -, ma vorrei che restasse agli atti che ci siamo preoccupati dei piccoli distributori, mentre non credo che il Governo lo abbia fatto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Centa. Ne ha facoltà.
MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, vorrei intervenire sull'emendamento del collega Lazzari per ribadire l'attenzione del gruppo di Forza Italia nei confronti dei piccoli centri abitati, cioè soprattutto delle aree, a volte di grandi dimensioni, con pochi abitanti, in particolare le aree montane o le grandi valli.
Ritenevamo e riteniamo importantissimo porre l'attenzione sul tipo di necessità che, secondo noi, deve soddisfare un impianto nelle zone sopra citate. Quindi, vorrei esporre all'Assemblea la considerazione che, in zone dove gli abitanti sono pochi, l'attenzione deve invece essere maggiore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giudice 1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 459
Votanti 385
Astenuti 74
Maggioranza 193
Hanno votato sì 130
Hanno votato no 255).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Giudice 1.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giudice. Ne ha facoltà.
GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, con questo ulteriore emendamento si provvede ad esplicitare un aspetto che risulterebbe in effetti scontato. Ciò si rende però necessario per sgombrare il campo da fraintendimenti, salvaguardando nel contempo l'affidamento dei fruitori di servizi pubblici e scongiurando commistioni che si possono prestare anche a scopi fraudolenti. Diversamente, non si potrebbero mantenere i criteri di imparzialità ed equidistanza che caratterizzano l'azione erogata dal pubblico, nonché dai privati investiti o incaricati di funzioni amministrative. È dunque importante che questo emendamento venga accolto dall'Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giudice 1.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 388
Astenuti 81
Maggioranza 195
Hanno votato sì 131
Hanno votato no 257).
Prendo atto che l'emendamento Pedica 1.4 è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Affronti 1.217, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 469
Votanti 360
Astenuti 109
Maggioranza 181
Hanno votato sì 104
Hanno votato no 256).
Passiamo all'emendamento Greco 1.26.
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, a nome del presentatore, ritiro anche questo emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque all'emendamento Fava 1.14.
La Commissione ha sostenuto che tale emendamento è assorbito dall'accoglimento dell'emendamento Sanga 1.222. Devo considerare dunque tale posizione come un invito al ritiro?
ANDREA LULLI, Relatore. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Fava 1.14 accedono all'invito al ritiro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Affronti 1.220, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 466
Votanti 390
Astenuti 76
Maggioranza 196
Hanno votato sì 135
Hanno votato no 255).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Valducci 1.206.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, a nome dei presentatori, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, non accettiamo l'invito al ritiro, poiché il senso di questo emendamento dovrebbe essere considerato meglio dalla maggioranza. Noi stiamo assistendo ad una liberalizzazione del sistema della distribuzione dei carburanti, ma non ci poniamo un problema che sta interessando la stampa specializzata americana: quello della concentrazione della grande distribuzione.
Se, infatti, non vi devono essere limiti per l'installazione di un distributore di carburante, a maggior ragione non devono esservi limiti per l'installazione di un impianto di grande distribuzione. Come si è potuto vedere, in America vi è un grande dibattito: la Walmart, il gruppo di distribuzione più forte sul mercato americano, sta tentando di comprimere il mercato stesso e, quindi, di uscire da una vera concorrenza, aprendo impianti e centri di grande distribuzione laddove essa già ne possiede, allo scopo di impedire che altri contender internazionali possano inserirsi in mercati che invece la Walmart vuole mantenere tutti per sé.
In Italia stiamo assistendo allo stesso fenomeno, tant'è che vi sono regioni nelle quali impianti di grande distribuzione commerciale sono sostanzialmente tutti in mano a categorie ben definite e gruppi imprenditoriali specifici. Vorremmo, dunque, che si aprisse anche quel mercato, per creare una vera concorrenza, poiché il risultato che si ha oggi è quello che pochi gruppi gestiscono i territori, impedendo a tutti gli altri di entrarvi per aprire una concorrenza vera e che può essere di beneficio per i consumatori.Pag. 89
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Valducci 1.206, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 251).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mazzocchi 1.5 e Burgio 1.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Burgio. Ne ha facoltà.
ALBERTO BURGIO. Signor Presidente, intervengo per esplicitare un punto di principio che sottende al mio emendamento. Crediamo, infatti, che l'esigenza di promuovere lo sviluppo economico non debba essere assolutizzata e, in particolare, non dovrebbe tradursi in una deregolazione dell'attività commerciale che provocherebbe contraccolpi gravi sul piano ambientale e, in questo caso, sul piano della sicurezza stradale ed antincendio.
In questo senso, esorterei il relatore ed il resto della maggioranza a riconsiderare l'emendamento al nostro esame, perché esso non è contrario ad uno sviluppo del numero dei distributori di carburante, ma semplicemente chiede che l'installazione di nuovi distributori rientri in una regolamentazione di carattere urbanistico-ambientale e di sicurezza da parte delle regioni e degli altri enti locali. Quindi, chiedo che l'emendamento da me presentato venga votato favorevolmente.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, chiederei per il momento l'accantonamento degli identici emendamenti Mazzocchi 1.5 e Burgio 1.6.
PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fava 1.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, l'emendamento in esame è atto a garantire una regolamentazione di ciò che lo stesso articolo 1 deregola, individuando criteri per una liberalizzazione selettiva e non selvaggia della materia interessata dall'articolo stesso. Si tratta di criteri anche di sicurezza (ricordo che non stiamo parlando di panificatori o di barbieri, ma di distributori di benzina): vi è, infatti, il rischio che, effettivamente, con la liberalizzazione selvaggia dei distributori di benzina si abbassi il livello di sicurezza. Il mio emendamento si propone di innalzare i livelli di sicurezza, e ne chiedo, pertanto, l'approvazione.
PRESIDENTE. Deputato Allasia, lei è intervenuto sull'emendamento Fava 1.15. Tuttavia, la Presidenza stava verificando quali conseguenze comportasse l'accantonamento degli identici emendamenti Burgio 1.6 e Mazzocchi 1.5.
Pertanto, avverto che devono conseguentemente intendersi accantonati gli emendamenti Fava 1.15 e 1.16, Saglia 1.212, Bernardo 1.207, Giudice 1.218, Milanato 1.51, Fava 1.17 e Bonelli 1.223. Inoltre, poiché tra gli emendamenti accantonati risulta ricompresa anche la questione della distribuzione di carburanti, dobbiamo procedere ad accantonare fino all'emendamento Franzoso 1.208.
Passiamo all'emendamento Saglia 1.11.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Saglia 1.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 463
Maggioranza 232
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 251).
Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Agrò 1.56
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, non ho bisogno di ricordare al Governo, né tanto meno al relatore, i propositi iniziali fatti in questa legislatura per il contenimento dei costi del carburante per autotrazione. Mi limito a ricordare quanto ebbe a dire il ministro Bersani, non soltanto in dichiarazioni giornalistiche, allorché affermò che uno degli aspetti importanti per ritornare in un alveo di controllo del costo del carburante era quello di sterilizzare le accise.
È trascorso circa un anno, e ciò sarebbe l'unico intervento possibile e utile da parte del Governo per trovare la possibilità di bloccare una vergognosa rincorsa del costo del carburante, che ha toccato livelli impensabili fino ad un anno fa. Il tema diventa estremamente interessante se si riflette sul fatto che una volta ci dicevano che l'aumento era determinato dalla variazione del costo del barile, visto che dovevamo pagare in dollari. Oggi che il valore dell'euro è pari a 1,34 rispetto al dollaro, ci accorgiamo che il costo del barile e il prezzo della benzina alla pompa invece di diminuire continuano ad aumentare.
Mi pare che bloccare le accise sui futuri aumenti, visto il livello al quale siamo arrivati, sarebbe non soltanto un'azione di buonsenso da parte del Governo, ma finalmente un atto concreto in cui lo stesso settore pubblico, la realtà pubblica, si gioca la faccia. Continuare a raccontare che una volta è colpa dei petrolieri, un'altra volta è colpa dei distributori di carburante e quant'altro, evidenzia come non vi sia l'essenziale convinzione di mettere al centro, anche di questo provvedimento, il consumatore.
Il relatore ha sostenuto che ci potrebbero essere dei problemi relativi alla copertura: ciò mi fa sorridere, perché il dato è che le accise prossime venture sono riferibili esclusivamente agli aumenti, quindi in questo momento non vi è la necessità di prevedere una copertura di alcun tipo.
Si tratta di fare in modo che i futuri aumenti non determinino quello che il Governo intende ottenere, vale a dire ulteriori accise. Mi pare ciò risponda a una logica esclusivamente di buonsenso, e non capisco perché questo Governo non accetti quanto aveva proposto all'inizio della legislatura (Applausi dei deputati dei gruppi UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro), Forza Italia e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Armani. Ne ha facoltà.
PIETRO ARMANI. Signor Presidente, intervengo per associarmi alle considerazioni svolte dal collega D'Agrò. Non possiamo pensare, anche dal punto di vista dell'etica del mercato, che lo Stato, attraverso il gettito fiscale, possa arricchirsi in conseguenza di un fenomeno di carattere internazionale, che dipende da come si alza la mattina il ministro saudita del petrolio o il ministro dell'energia russo!
Credo che dal punto di vista dell'etica fiscale di un Governo serio, che è appena stato condannato dalla recente tornata di elezioni amministrative, il modo per poter avere credibilità di fronte ai contribuenti e all'opinione pubblica sia quello di prendere atto che quando cresce il prezzo del petrolio per ragioni internazionali, visto che non possiamo modificare l'IVA perché è un'imposta di carattere comunitario, dobbiamo intervenire almeno sull'accisa, tanto più che il collega D'Agrò propone addirittura un'imposta di bollo in misura fissa elevata da 1,81 a 2,50 euro.
Pertanto, mi sembra si tratti di una misura di comune buon senso. Tra l'altro, Pag. 91vorrei ricordare che quando nella XIII legislatura era al Governo il centrosinistra, il Ministro dell'industria dell'epoca, anzi i Ministri dell'industria dell'epoca, perché sono stati due, sono intervenuti proprio in questo senso: quindi, repetita iuvant. (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, deputato Lulli. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, intervengo per confermare il parere contrario sull'emendamento D'Agrò 1.56, anche perché vorrei far rilevare che per intervenire sulle accise si aumenta l'imposta di bollo in misura fissa. Ciò comporta, di fatto, un aggravio per chi consuma di meno, e magari per le famiglie o per gli anziani. D'altra parte, la volontà della maggioranza è di affrontare tale questione, per cui, modificando il parere precedentemente espresso, annuncio il parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Nannicini 1.0205, che interviene sulle accise. Si tratta di una misura importante, che attribuisce al Governo strumenti per regolare l'intervento sulle accise sulla benzina in relazione all'aumento dell'inflazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere il precedente emendamento che era in esame, anche perché il prezzo dei carburanti non ha nulla a che vedere con il tasso di inflazione. Proprio nei giorni in cui apprendiamo che sono stati perfino «taroccati» i contatori, secondo un'indagine della Guardia di finanza (ci si riferisce al gas, ma le aziende sono le stesse)...
PRESIDENTE. Mi scusi, ma lei può sottoscrivere l'emendamento in esame, non il precedente.
MARCO ZACCHERA. Quello in discussione, perché il relatore ha fatto riferimento anche ad un'altra proposta emendativa.
PRESIDENTE. Le ricordo che è in discussione l'emendamento D'Agrò 1.56.
MARCO ZACCHERA. È ad esso che mi riferisco. Dal momento che il relatore ha citato un successivo articolo aggiuntivo, ritorno sull'emendamento in discussione, che sottoscrivo, per sottolineare che ritengo indispensabile la sua approvazione. È infatti necessario mettere un punto fermo all'incremento del costo del carburante, che non ha nulla a che vedere con il tasso di inflazione. A tal fine stavo citando alcuni esempi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, devo dire la verità: ho molto apprezzato l'intervento del collega Lulli, perché ha centrato il cuore della questione.
L'emendamento D'Agrò 1.56, che nelle sue finalità è assolutamente condivisibile, pone tuttavia delle questioni di disallineamento fiscale, perché saranno poche persone a pagare un vantaggio che andrebbe a tanti, ai consumatori in generale. Mi riferisco alla questione dell'elevazione dell'imposta di bollo da 1,81 a 2,50 euro.
Se si dovesse affrontare l'argomento in maniera seria, come fa l'articolo aggiuntivo Nannicini 1.0205, si introdurrebbe una vera liberalizzazione. Ho letto velocemente tale articolo aggiuntivo; ritengo che vi siano alcuni problemi, ma invito il relatore, dopo aver espresso parere contrario sull'emendamento D'Agrò 1.56, ad accantonare questa vicenda e a compiere un approfondimento sull'articolo aggiuntivo Nannicini 1.0205.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Saglia. Ne ha facoltà.
Pag. 92STEFANO SAGLIA. Non so se a questo punto il mio intervento è in dissenso dal gruppo, in ogni caso, l'emendamento D'Agrò 1.56 pone una questione vera, vale a dire il fatto che, nel momento in cui ci sono fluttuazioni del prezzo del greggio, non vi sia un'interessenza, un interesse conseguente da parte dello Stato, che vede aumentare le accise, con effetti negativi per i consumatori. Tuttavia, annuncio l'apposizione della mia firma al successivo articolo aggiuntivo Nannicini 1.0205, perché mi sembra che vada nella direzione giusta, e mi riservo di formulare ulteriori considerazioni quando si passerà al suo esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Condividiamo, nella sua forma e nella sua semplicità, l'emendamento D'Agro 1.56, ma siamo assolutamente contrari all'aumento dell'imposta di bollo. Pertanto, ci asterremo nella votazione su di esso, mentre appoggeremo sicuramente, anche se lo riteniamo troppo arzigogolato e complicato, l'articolo aggiuntivo Nannicini 1.0205, anche perché, con la stessa semplicità dell'emendamento D'Agrò 1.56, fornisce un'indicazione ben precisa. Non vorremmo, tuttavia, che l'articolo aggiuntivo Nannicini 1.0205 dicesse tanto e poi non dicesse nulla e, soprattutto, non risolvesse il problema dell'accisa, di cui il gruppo della Lega Nord chiede da quindici anni l'eliminazione totale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
LUIGI D'AGRÒ. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Lei è già intervenuto sull'emendamento in esame.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Agrò 1.56, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 432
Astenuti 26
Maggioranza 217
Hanno votato sì 41
Hanno votato no 391).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Saglia 1.150, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 249).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giudice 1.219, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 456
Maggioranza 229
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 250).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lazzari 1.50.Pag. 93
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, è strano che sull'emendamento in esame sia il relatore sia il Governo esprimano un parere negativo. L'intento è realmente costruttivo. Se, infatti, si vuole incidere sulla dinamica dei prezzi dei carburanti, l'emendamento mira al cuore del problema, abolendo l'esclusiva che alcune aziende erogatrici di carburante hanno sui distributori, consentendo così agli stessi di avere più prodotti di diversi marchi nello stesso esercizio commerciale.
Deve, infatti, essere chiaro un principio. È vero che se ci sarà l'apertura di distributori nella grande distribuzione è immaginabile che, in quelle rivendite, il prezzo dei carburanti possa essere più basso, perché il potere di acquisto della grande distribuzione e dei grandi distributori sarà sicuramente tale da poter acquisire carburanti a prezzi bassi e da poter far arrivare al consumatore un prezzo sicuramente più basso. Con l'emendamento in esame proponiamo qualcosa di analogo. Se, infatti, aboliamo il vincolo di esclusiva che alcune aziende hanno sui distributori, consentiamo anche ai piccoli rivenditori di accedere al mercato libero, restituiamo libertà di acquisto e, probabilmente, i piccoli uniti potrebbero costituire nuovi soggetti capaci di accedere all'acquisizione dei carburanti a prezzi ragionevolmente più bassi.
Con l'emendamento in esame intendiamo liberare i piccoli distributori, in modo da consentire loro di diventare grandi soggetti e di poter accedere a prezzi all'ingrosso molto più vantaggiosi. Chi beneficerà di ciò sarà il consumatore finale, che vedrà scendere il prezzo dei carburanti. Questo è lo spirito della proposta: ci chiediamo perché la maggioranza, il relatore e il Governo la respingano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, intendo aggiungere un'ulteriore considerazione a quelle svolte dal collega Lazzari. Ho la sensazione che i gestori di carburante siano, in qualche modo, «taglieggiati» - utilizzo un termine forse brutale - dalle grandi compagnie, proprio perché non è loro data la possibilità, fino in fondo, di poter essere liberi nel mercato di scegliere diverse marche. Se così fosse, ci troveremmo nelle condizioni in cui, probabilmente, il prezzo alla pompa diminuirebbe. Altrimenti, invece, il cartello che, in qualche misura, è già stato evidenziato dalle authority, continuerà.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 1.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 456
Votanti 455
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 256).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Agrò 1.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato sì 206
Hanno votato no 254).
Prendo atto che il deputato Volontè non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Valducci 1.209.Pag. 94
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lazzari. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame dimostriamo quali siano le reali intenzioni del Governo e della maggioranza, perché proponiamo di introdurre un principio che, sul piano degli effetti, avrebbe sicuramente una conseguenza straordinaria dal punto di vista della concorrenza dei prezzi, soprattutto per quanto riguarda le merci che entrano nella grande distribuzione.
Comprendiamo che stiamo toccando un argomento tabù per la maggioranza, che ogni qual volta si parla di grande distribuzione arma le saracinesche sulle quali non ci è mai consentito di dialogare e di costruire qualcosa di buono, ma avanziamo ugualmente le nostre proposte, che poi boccerete, assumendovene la responsabilità, e andremo avanti ugualmente.
Proponiamo, in sostanza, una misura piuttosto importante: in qualsiasi provincia d'Italia - questo è il senso dell'emendamento in esame - le superfici di vendita della grande distribuzione, anche in franchising, non possono superare per nessun marchio il 50 per cento della superficie occupata dal complesso delle medesime strutture. Perché proponiamo ciò? Osservate la realtà, andate a chiedere in giro, come abbiamo fatto noi, e vi renderete conto che ci sono province all'interno delle quali i prezzi della grande distribuzione, di fatto, sono monopolistici e non incidono minimamente sul risparmio delle famiglie, e basta spostarsi di 50 o di 100 chilometri ed entrare in un'altra regione o in un'altra provincia per trovare che la concorrenza tra i marchi produce l'abbattimento dei prezzi e un guadagno per i consumatori. Siccome mi pare che la filosofia di fondo di questo disegno di legge dovrebbe essere - dico «dovrebbe» a tutti i colleghi della sinistra - quella di favorire i consumatori finali, ci chiediamo e vi chiediamo perché mai un emendamento di questo tipo viene immediatamente cancellato, respinto, non discusso, non approfondito: forse perché tocchiamo uno dei «santuari» su cui a noi non è mai consentito di discutere. Proponiamo che nessun marchio, in ambito provinciale, superi il 50 per cento della superficie della grande distribuzione consentita.
Ovviamente chiediamo anche che ci sia un rientro nelle situazioni in cui la quota del 50 per cento è stata superata o persino abbondantemente superata. Vorremmo avere il conforto di una risposta da parte di qualche esponente della maggioranza in quanto capiamo di toccare interessi straordinariamente vivi. Siccome voi, però, avete sempre detto che i conflitti di interesse stanno tutti da questo lato, se qualcuno ci spiega la situazione, siamo pronti ad ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazzocchi. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottoscrivere l'emendamento in esame che ancora una volta dimostra come, a parole, la sinistra sia contro la grande distribuzione, ma poi nei fatti, come giustamente diceva il collega, difenda la grande distribuzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gianfranco Conte. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Signor Presidente, anche per questo emendamento naturalmente vale il ragionamento che avevo fatto poc'anzi sulla concentrazione della grande distribuzione.
È necessario considerare che in questi giorni si parla molto, per esempio, della concentrazione degli sportelli bancari a seguito delle fusioni. Anche a tal riguardo si pone il problema dei consumatori, ovvero coloro che si trovano ad operare in un settore o in una zona in cui sono presenti solo alcuni istituti bancari.
Con la grande distribuzione ci comportiamo ugualmente. Nel momento in cui si ha una concentrazione di un marchio, i Pag. 95prodotti tendono ad assumere la stessa linea di costo e quindi non si ha vera concorrenza.
L'emendamento proposto dai colleghi Valducci e Lazzari è assolutamente ragionevole, quindi non capiamo perché questa maggioranza non voglia aderire all'emendamento, che garantirebbe una vera concorrenza sui territori.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, il parere contrario, che confermo, ha un fondamento, perché l'emendamento interviene in materie che sono di competenza delle regioni e in materie che sono di competenza dell'Antitrust. Se vi è un marchio che, ovviamente, egemonizza un mercato, l'intervento è nelle mani dell'authority. Naturalmente le regioni possono poi regolamentare come hanno fatto e come stanno facendo.
Quindi, a mio modesto avviso, la ratio dell'emendamento non è accoglibile perché lesiva delle competenze regionali e di quelle dell'authority.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, è molto strano che si parli di azioni lesive dell'azione dell'authority quando sappiamo perfettamente che nel provvedimento precedente, ovvero nel cosiddetto primo decreto-legge Bersani, operazioni che potevano essere in qualche modo governate direttamente per atto amministrativo dell'authority hanno visto l'intervento del Governo in termini normativi.
Ho capito che ci sono sempre due pesi e due misure: quando fa comodo si invoca l'authority, quando bisogna fare degli spot l'authority è superata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Valducci 1.209, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 458
Votanti 453
Astenuti 5
Maggioranza 227
Hanno votato sì 203
Hanno votato no 250).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Valducci 1.210, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 454
Votanti 452
Astenuti 2
Maggioranza 227
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 245).
Prendo atto che la deputata Dato non è riuscita a votare.
Avverto che l'emendamento Giuditta 1.224 è precluso dall'approvazione dell'emendamento Sanga 1.222.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 1.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato sì 211
Hanno votato no 249).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Saglia 1.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato sì 207
Hanno votato no 246).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 1.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 458
Maggioranza 230
Hanno votato sì 209
Hanno votato no 249).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giuditta 1.218, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato sì 212
Hanno votato no 254).
Avverto che a seguito dell'accantonamento degli identici emendamenti Mazzocchi 1.5 e Burgio 1.6 debbono conseguentemente essere accantonati anche l'emendamento Lazzari 1.202, gli identici emendamenti Realacci 1.210, Saglia 1.211, D'Agrò 1.216 e Fava 1.225 e l'emendamento Germontani 1.214. Dunque non possiamo procedere alla votazione dell'articolo 1.
Passiamo allora alla votazione dell'articolo aggiuntivo D'Elia 1.01, su cui ricordo che il Governo si rimette all'Assemblea. Chiedo al relatore di precisare la riformulazione proposta.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, propongo la riformulazione dell'articolo aggiuntivo D'Elia 1.01 nel senso di sostituire al comma 3 le parole «lettere a), b) e c)» con le seguenti: «lettera c)».
PRESIDENTE. Chiedo al deputato D'Elia se accetti la riformulazione proposta dal relatore.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, accetto la formulazione, anche se essa limita moltissimo l'effetto di liberalizzazione che l'articolo aggiuntivo avrebbe prodotto nella vendita dei farmaci, anche nei luoghi non necessariamente convenzionati, le cosiddette farmacie convenzionate con lo Stato. Semmai interverrò successivamente, in sede di dichiarazione di voto, ma intanto confermo l'accettazione della riformulazione.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo se, a fronte della riformulazione, confermi di rimettersi all'Assemblea.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, confermo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ulivi. Ne ha facoltà. Invito i colleghi situati davanti al deputato Ulivi a consentirci di ascoltare il suo intervento.
ROBERTO ULIVI. Signor Presidente, vorrei chiedere al relatore, prima di esprimere Pag. 97un voto, cosa intenda con il richiamo alla sola lettera c), perché, se si elimina la possibilità che i farmaci non convenzionati con il Servizio sanitario nazionale siano vendibili in alcuni tipi di negozi, in modo particolare i supermercati o la grande distribuzione, ciò ha un significato. Il discorso delle eventuali distanze ne può avere un altro. Non ho seguito bene: è colpa mia e me ne scuso. Chiedo al relatore Lulli di precisare quali farmaci possano essere venduti, secondo la riformulazione proposta dell'emendamento in esame, nella grande distribuzione. La ringrazio e mi riservo di intervenire eventualmente in un secondo momento.
PRESIDENTE. Il relatore ha qualcosa da aggiungere?
ANDREA LULLI, Relatore. Non si fa riferimento tanto alla grande distribuzione, quanto alle cosiddette parafarmacie, alle quali si consente la vendita dei farmaci che non sono convenzionati con il Servizio sanitario nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Moroni. Ne ha facoltà.
CHIARA MORONI. Presidente, le faccio presente che con l'articolo aggiuntivo in esame si è avverato esattamente quello che noi avevamo previsto con il primo decreto Bersani, nel quale, come avevamo affermato, si prevede lo spostamento dei farmaci da banco presso la grande distribuzione. Infatti, di grande distribuzione si tratta, in particolare di coop, diciamolo chiaramente anche in quest'aula; si tratta di spostare gradualmente tutti i farmaci fuori dal canale delle farmacie dentro la grande distribuzione.
Certamente, è una posizione legittima, ma bisogna dire esattamente di cosa stiamo parlando, perché gradualmente vengono spostati nella grande distribuzione, e quindi ovviamente fuori dal canale delle farmacie, che è comunque una garanzia di tutela della salute pubblica, non solo i farmaci da banco, che sono di libero accesso, ma anche i farmaci di fascia C, che certamente sono farmaci non convenzionati con il Servizio sanitario nazionale e non a prezzo contrattato, ma che richiedono la ricetta medica.
Si realizza, quindi, gradualmente lo spostamento dei farmaci al di fuori della farmacia, senza dichiararne l'intento, e la modifica completa della distribuzione del farmaco nel nostro Paese. Possiamo discutere se sia un bene o un male, ma il centrosinistra dovrebbe almeno assumersi la responsabilità di dire esattamente qual è la vera intenzione, anziché spostare gradualmente, e di fatto di mettere in discussione, un canale di distribuzione, senza peraltro offrire un'alternativa credibile dal punto di vista della tutela della salute pubblica, ma semplicemente regalando i farmaci alle coop (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Hanno chiesto di parlare per dichiarazione di voto i deputati Ulivi e D'Elia. Come loro sanno, si può intervenire una sola volta nella discussione, ma siccome il deputato Ulivi ha soltanto avanzato una richiesta di chiarimento e il deputato D'Elia si è semplicemente pronunciato per l'accettazione della riformulazione del suo articolo aggiuntivo, darò la parola ad entrambi per dichiarazione di voto e vorrei che tenessero conto dell'eccezionalità.
Prego, deputato Ulivi, ha facoltà di parlare.
ROBERTO ULIVI. La ringrazio, signor Presidente, anche della sua comprensione, perché questo è un problema veramente importante.
Come ha giustamente affermato la collega che mi ha preceduto, i farmaci di fascia C comprendono anche i farmaci non coperti dal Servizio sanitario nazionale, il che vuol dire, come è stato già rilevato, che ci sono farmaci molto importanti erogati solo dietro presentazione di ricetta medica. La ricetta medica, tra l'altro, va anche trattenuta per un dato periodo, per cui questi diventerebbero effettivamente farmaci di fascia E.Pag. 98
Mi limito a ricordare che, quando abbiamo discusso la norma che ha consentito alla grande distribuzione, ma non solo a questa, la vendita dei farmaci cosiddetti da banco, ma in realtà di fascia C, come si diceva prima, il Ministro Bersani e il Ministro Turco in questa sede avevano assicurato che tali punti vendita non sarebbero mai diventati farmacie.
Credo che l'articolo aggiuntivo in esame sia un escamotage per trasformarli in farmacia, per cui riconfermo il giudizio espresso allora, cioè che si trattava solo di pagare cambiali alle grande distribuzione e, in modo particolare, alle coop. Evidentemente, il mio voto è contrario (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Elia. Ne ha facoltà.
SERGIO D'ELIA. Signor Presidente, vorrei dire alla collega Moroni che l'articolo aggiuntivo in esame non trasferisce dalle farmacie alla grande distribuzione, o persino - che scandalo - anche alle coop, la possibilità di vendere farmaci, purtroppo ora sono quelli della cosiddetta fascia C. Nell'articolo aggiuntivo a mia firma, ho proposto una liberalizzazione ancora più forte, relativa cioè anche ai farmaci trattati dal Servizio sanitario nazionale.
Con questo articolo aggiuntivo, si vuole semplicemente legare la vendita del farmaco non al luogo fisico della sua distribuzione, ma alla persona, al professionista laureato, abilitato in farmacia, che la legge autorizza a dispensare il farmaco.
In Italia abbiamo 70.000 farmacisti. Ebbene, di questi 70.000 solo 16.000 sono proprietari di farmacie. Questi 16.000 operano in una situazione di monopolio.
Collega Moroni, un minimo di solidarietà (Commenti del deputato Moroni), un minimo di simpatia nei confronti dei colleghi di questi 16.000 farmacisti proprietari, che invece non sono «nobilitati» - dalla laurea che hanno ricevuto, dall'abilitazione, eccetera - per cui a loro non è consentito dispensare il farmaco.
Non vi sono soltanto i supermercati, può trattarsi anche di piccoli esercizi, le cosiddette «parafarmacie» che si stanno aprendo.
In ogni situazione di vendita, anche con l'approvazione di questo articolo aggiuntivo, sarà sempre un farmacista a dispensare il farmaco. Non si verificherà che nei supermercati o nelle coop saranno addette a tali vendite le commesse: titolare della dispensazione di un farmaco rimane sempre il farmacista, che è laureato e abilitato - lui soltanto - a farlo. Quindi è questo il senso dell'articolo aggiuntivo. Avrei voluto che si andasse oltre, più avanti, che il Governo accettasse - e il relatore anche - la possibilità di liberalizzare la vendita dei farmaci della fascia A e B, ma è un segnale, comunque, che va nella direzione giusta e in questa direzione noi opereremo.
Un'ultima considerazione, Presidente: è dimostrato che quanto più aumentano i luoghi di vendita di farmaci, tanto più diminuisce la spesa sanitaria nazionale (Commenti dei deputati dei gruppi di opposizione).
PRESIDENTE. La invito a concludere.
SERGIO D'ELIA. Questo è dimostrato, quindi siamo al di sotto di una media accettabile per quanto riguarda il rapporto abitanti-farmacie. Forse con questo articolo aggiuntivo si possono aprire più esercizi, che io considero anche delle farmacie (Applausi dei deputati del gruppo La Rosa nel Pugno).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marinello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Presidente, si sta facendo la solita confusione. Il provvedimento in esame riguarda misure per il cittadino consumatore. Qui si sta paragonando un fatto etico - perché il farmaco è un prodotto etico - a un prodotto di largo consumo; quindi, stiamo bene attenti. Tra l'altro, il presente disegno di legge non è Pag. 99firmato, non è sottoscritto dal Ministro della salute: ciò non è cosa da poco.
Credo che il collega D'Elia, al di là delle sue intenzioni, condivisibili o meno, stia trascurando un fatto importantissimo.
Per concludere, visto che il tempo è veramente poco essendo un intervento a titolo personale: è dimostrato, in tutte le statistiche dell'Organizzazione mondiale della sanità, che allorquando si allarga la rete di accesso al farmaco, aumentano le malattie iatrogene.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Aumenta la patologia da farmaco.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. È un fatto fondamentale. Questo Parlamento e questa maggioranza e anche l'onorevole D'Elia, con le sue argomentazioni, creano le premesse per le malattie da farmaco.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Elia 1.01, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 448
Astenuti 5
Maggioranza 225
Hanno votato sì 247
Hanno votato no 201).
Prendo atto che i deputati Minasso, Raisi e Martinelli hanno erroneamente espresso un voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimerne uno contrario.
Prendo atto che il presentatore dell'articolo aggiuntivo Tomaselli 1.057 accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Chiedo ai rispettivi presentatori se accedano all'invito al ritiro degli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 1.02, Fava 1.05, Mazzocchi 1.053, Valducci 1.0200 e Affronti 1.0204 formulato dal relatore.
LUIGI LAZZARI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI LAZZARI. Signor Presidente, intervengo per chiedere al relatore di rivedere il suo giudizio perché ha espresso un parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Tomaselli 1.0206, che non è molto differente dal punto di vista dei contenuti, per cui, tutto al più, ci dovrebbe rivolgere un invito al ritiro perché di fatto gli articoli aggiuntivi verrebbero assorbiti.
Chiederei invece al relatore di esprimere parere favorevole su uno dei richiamati quattro articoli aggiuntivi, qualsiasi esso sia, perché mi sembra che siano più dettagliati. Anche sul piano squisitamente formale, mentre nell'articolo aggiuntivo Tomaselli 1.0206 si dice che «non può essere vietata» - e non mi pare una formulazione corretta sul piano giuridico - gli altri stabiliscono che «è consentita» l'attività di vendita, ed è una formulazione sicuramente più corretta. Inoltre, gli articoli aggiuntivi in esame apprestano anche le garanzie di ordine igienico-sanitario utili nel momento in cui si tratta di consentire la vendita diretta delle produzioni e anche dei prodotti trasformati. Chiedo pertanto al relatore se può riconsiderare il proprio avviso, esprimendo parere favorevole su uno qualsiasi di tali articoli aggiuntivi, dal momento che sono identici.
LUIGI D'AGRÒ. Anch'io, Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 100
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, il collega Lazzari ha fatto una valutazione di ordine comparativo con l'articolo aggiuntivo Tomaselli 1.0206. Mi fermo con il mio intervento alla sostanza dell'articolo aggiuntivo; per quanto riguarda la ratio, si tratta soltanto di estendere coerentemente la facoltà prevista da una identica norma recata dal decreto-legge n. 223 del 2006, convertito nella legge n. 248 del 2006, con riferimento alla panificazione e ad altri prodotti agroalimentari anche a situazioni di piccola e media azienda artigiana che in qualche modo attengono ad aspetti di trasformazione e produzione alimentare.
Non so quale sia il migliore degli articoli aggiuntivi ma ritengo che la ratio sottostante sia la stessa: l'articolo aggiuntivo Tomaselli fa un riferimento tecnico forse puntuale ma non fortemente dichiarativo, quello invece a firma Fava, il nostro e quelli a firma Mazzocchi e Valducci sono più descrittivi e quindi più consoni a quanto ho detto con riguardo alla ratio del provvedimento.
ANTONIO MAZZOCCHI. Anch'io, Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, qui nessuno ha il coraggio di dire che innanzitutto il Parlamento dovrebbe prima o poi varare una riforma sulle lobby. Vede, non mi meraviglio che qualche lobby faccia pressione su questo o quell'emendamento. D'altra parte quarantasei anni fa circa, quaranta deputati che rappresentavano l'agricoltura in questo nostro Paese dettero vita a una delle più grosse riforme del settore; quindi, è anche positivo talvolta aderire ad una lobby.
Questa volta vorrei rivolgere la seguente considerazione al collega Lazzari, che poco fa parlava di grande distribuzione: caro collega Lazzari, questo articolo aggiuntivo viene respinto soltanto per un motivo, perché attraverso questa proposta si dà la possibilità a dei poveri cittadini che non riescono ad arrivare alla fine del mese, anziché di andare a comprare presso la grande distribuzione, di andare direttamente da un artigiano che fa produzione agroalimentare, per comprare al 30 per cento in meno i prodotti. La sinistra sappia queste cose! La sinistra che spesso dice che vuol difendere i consumatori! Mentre approvate la proposta emendativa sui panificatori che possono vendere il pane giustamente in loco, create una disparità. Dei piccoli artigiani che producono formaggio, salame ed altro, non possono non solo farlo consumare - come i panettieri ed altri possono invece fare consumare in loco i propri prodotti - ma neppure vendere a privati cittadini quei prodotti.
E perché? Perché è chiaro - collega Lazzari - che si vuole difendere la grande distribuzione.
Allora se si respingono questi articoli aggiuntivi, chi vota contro gli stessi sappia che vota contro quei cittadini che oggi non riescono ad arrivare alla quarta settimana del mese, ma soprattutto vota a favore della grande distribuzione.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, stimo sinceramente i colleghi che sono intervenuti, e devo dire che non posso accettare tali affermazioni, perché in realtà il relatore aveva espresso un parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Tomaselli 1.0206, il quale non è identico agli articoli aggiuntivi in esame ma ne recepisce la sostanza. Tuttavia, siccome non vorrei che ci fosse l'idea di un pregiudizio nei confronti delle proposte che vengono dall'opposizione, modifico il parere dianzi reso ed esprimo parere favorevole sugli identici articoli aggiuntivi in esame, ovviamente intendendo assorbiti i successivi due (compreso quello sul quale avevo già dato parere favorevole) che trattano lo stesso argomento.
PRESIDENTE. Il Governo...? Vorrei l'attenzione del Governo, per favore! Il Pag. 101Governo deve ascoltare, per favore! Il Governo deve ascoltare (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia e Alleanza Nazionale)! Il Governo deve ascoltare! (Commenti)... Scusate, per favore, basta uno, non c'è bisogno...
Il relatore ha modificato il proprio avviso e invece dell'invito al ritiro ha espresso parere favorevole sugli articoli aggiuntivi in esame, considerando assorbibili i due successivi. Chiedo al Governo di chiarire la propria posizione al riguardo.
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Le chiedo scusa, Presidente. Il parere del Governo è conforme a quello modificato dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi D'Agrò 1.02, Fava 1.05, Mazzocchi 1.053, Valducci 1.0200 e Affronti 1.0204, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato sì 441
Hanno votato no 4).
Prendo atto che la deputata Balducci non è riuscita a votare.
Avverto che i successivi articoli aggiuntivi Fallica 1.0215 e Tomaselli 1.0206 sono assorbiti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Fava 1.04, Mazzocchi 1.055, Milanato 1.0201 e Affronti 1.0203, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato sì 204
Hanno votato no 246).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Valducci 1.0202.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, richiamo l'attenzione dei colleghi sull'articolo aggiuntivo in esame che, a tutti gli effetti, comporta la liberalizzazione della vendita di prodotti editoriali, compresi i giornali e le riviste nell'ambito degli esercizi commerciali.
Si fa più volte riferimento agli altri Paesi europei, e peraltro tale articolo aggiuntivo và incontro a ripetuti richiami dell'Autorità antitrust. Si tratta di un provvedimento che renderebbe più disponibile, ovunque, quotidiani e riviste e quindi non riesco a comprendere, onorevole Lulli, il parere negativo da parte del relatore e tanto meno da parte del Governo.
Quindi invito i colleghi a considerare che l'articolo in esame comporterebbe la liberalizzazione della vendita dei giornali e riviste, rendendoli accessibili il più possibile al pubblico, considerato che, tra l'altro, l'Italia è un Paese in cui si legge molto poco e si vendono pochi quotidiani.
È incomprensibile l'idea invece di mantenere il monopolio sostanziale delle edicole nella vendita dei quotidiani o di aprire solo alle grandissime superfici; qui si tratta di consentire anche alle medie e piccole superfici di vendere quotidiani e riviste. Per questo invito tutti i colleghi a votare a favore di questa misura di liberalizzazione, come si è soliti dire, nell'interesse dei consumatori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 102
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Valducci 1.0202, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 457
Votanti 454
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato sì 208
Hanno votato no 246).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Nannicini 1.0205.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, poiché sono stati rivolti degli inviti anche da parte dei colleghi dell'opposizione, confermando il mio parere favorevole, e poiché vi è una valutazione negativa da parte della Commissione bilancio, chiederei a tale Commissione di riconsiderare il parere, perché, a mio modesto avviso, l'articolo aggiuntivo, così com'è congegnato, non genera oneri a carico della pubblica amministrazione, in quanto vi è un meccanismo che in qualche modo cerca di ottemperare da una parte al rispetto delle normative europee e, dall'altra, al rispetto del gettito IVA, offrendo inoltre al Governo la possibilità, entro certi limiti di aumento del costo della vita, di moderare l'entità delle accise. Quindi, in questo modo, si può ipotizzare, ovviamente, una frenata dell'indicizzazione fiscale a carico dei carburanti che tuttavia non comporterebbe una eliminazione di risorse a carico del bilancio dello Stato. Naturalmente, non sono un tecnico, non sono un'economista; però ritengo che su queste valutazioni si debba maggiormente riflettere perché ritengo fondamentale questo emendamento per dare un segnale importante al Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Agrò. Ne ha facoltà.
LUIGI D'AGRÒ. Signor Presidente, riprendo il dibattito che avevamo cominciato....
PRESIDENTE. Non può intervenire sul merito perché il relatore ha proposto l'accantonamento.
LUIGI D'AGRÒ. Perfetto, allora sentiamo qual è il risultato della Commissione...
PRESIDENTE. Sta bene. Non essendoci obiezioni, l'articolo aggiuntivo Nannicini 1.0205 deve intendersi quindi accantonato.
GIANFRANCO CONTE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo?
GIANFRANCO CONTE. Sull'accantonamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO CONTE. Naturalmente le ragioni che avevo espresso prima a favore della proposta emendativa Nannicini e l'idea di chiederne l'accantonamento era anche determinata dalle perplessità che aveva espresso la Commissione bilancio. Però, Presidente, approfitterei anche dell'occasione per capire se il Governo ha lo stesso orientamento del relatore.
PRESIDENTE. Non avendo mosso obiezioni, si è stabilito l'accantonamento.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 103ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, ho chiesto il riesame alla Commissione bilancio...
PRESIDENTE. Certo, abbiamo sentito bene, per tale motivo si è proceduto all'accantonamento.
ROLANDO NANNICINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Non è possibile in quanto la proposta emendativa è stata accantonata; quando tornerà in discussione avrà la parola.
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa soppressiva ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 4).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Fava 2.200.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Avverto che, trattandosi di una proposta interamente soppressiva dell'articolo, porrò in votazione il mantenimento dello stesso.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, per quanto riguarda l'articolo 2, chiediamo la soppressione totale dell'obbligo dell'apertura domenicale dei panettieri, in quanto ci sembra troppo elusivo ed anche in contraddizione con la bocciatura di varie proposte emendative riferite all'articolo 1, presentate dalla Lega Nord Padania, relative all'ampliamento di orari e giornate lavorative. In una situazione analoga, viene fatta una richiesta ben specifica su un'attività come i panificatori.
Non vorremmo mai che il Governo introducesse l'obbligo per i lavoratori di lavorare anche la domenica o qualsiasi altro giorno della settimana. Non vorremmo che si tirasse il collo agli artigiani - quella parte produttiva del Paese che manda avanti, come si suol dire, la baracca! - anche perché, realisticamente, se i suddetti soggetti si dovessero fermare, ciò sarebbe gravoso per lo stesso Governo. Vorremmo evitare, pertanto, che il Governo tirasse il collo e cercasse il suicidio di questi poveri artigiani che si vuole quasi obbligare a lavorare la domenica.
Anche se riconosciamo che, vivendo in un'area molto produttiva come la Padania, questi stessi artigiani (come i panificatori) lavorano sette giorni su sette, tuttavia riteniamo che imporre un obbligo sulla gestione dei tempi liberi e dei tempi lavorativi sia una proposta un po' aberrante. Chiediamo, pertanto, la soppressione dell'articolo in questione, che appare in evidente contraddizione con tutte le proposte emendative che la Lega Nord Padania ha presentato all'articolo 1 e che sia il Governo, sia la Commissione, hanno bocciato sistematicamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fava. Ne ha facoltà.
GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, non so quanti parlamentari presenti in aula abbiano la minima percezione di quella che è l'attività di panificazione nel nostro Paese. Non so quanti abbiano cognizione di quali siano gli orari ai quali viene, normalmente, obbligato un panettiere nella sua vita e quale sia il livello di usura. Quello del panettiere è un lavoro usurante a pieno titolo! Si tratta di gente che, nella maggior parte dei casi, si alza alle due o alle tre di mattina per produrre il pane, senza avere tempo libero a disposizione né durante la settimana, né durante Pag. 104la giornata! Mi chiedo con quale logica si debba imporre un principio per il quale anche la domenica debba diventare un giorno in cui questi signori debbano assoggettarsi agli stessi ritmi. Nella maggior parte dei casi, ripeto, si tratta di artigiani...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
GIOVANNI FAVA. Concludo, Presidente. Credo che sia una questione anche di diritti del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, per amor di verità, vorrei dire che non si tratta di obbligo al lavoro domenicale, ma dell'eliminazione dei vincoli alla chiusura domenicale che, ovviamente, diventa facoltativa. Si tratta, peraltro, di una richiesta che proviene da quel mondo, perché - come tutti sappiamo - la grande distribuzione può vendere il pane anche nei giorni festivi (anche se si tratta di pane precotto) e, quindi diamo l'opportunità, a chi vuole usufruirne, di lavorare anche la domenica.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 2.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 431
Astenuti 7
Maggioranza 216
Hanno votato sì 294
Hanno votato no 137).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis sezione 5).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
Avverto, altresì che gli articoli aggiuntivi Merloni 4.0200 e 4.0201, vertendo su materia concernente le imprese di spedizione, debbono intendersi ricollocati all'articolo 3 e, precisamente, a pagina 23 del fascicolo degli emendamenti. Le predette proposte emendative sono quindi rinumerate, rispettivamente, come 3.0201 e 3.0202, e saranno poste in votazione dopo l'articolo aggiuntivo Galante 3.0200. Chiedo pertanto al relatore e, poi, al Governo di pronunciarsi anche su tali articoli aggiuntivi.
Prego, relatore, ha facoltà di esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, il parere è favorevole sugli identici emendamenti D'Agrò 3.202 e Merloni 3.203, mentre è contrario sugli identici emendamenti Mazzocchi 3.1 e La loggia 3.7; il parere è contrario sugli emendamenti Pedrini 3.200, Mazzocchi 3.4, Fava 3.204, Campa 3.206, mentre la Commissione invita a ritirare l'emendamento Affronti 3.9. Esprimo, inoltre, parere contrario sugli emendamenti Mazzocchi 3.3, Fava 3.205 ed invito al ritiro dell'emendamento Fava 3.207. Esprimo, altresì, parere contrario sull'emendamento Fava 3.208, mentre invito a ritirare l'emendamento Fava 3.209; il parere è favorevole sugli identici emendamenti Saglia 3.50, Lazzari 3.8 e D'agrò 3.201. Infine, esprimo parere contrario sugli emendamenti Mazzocchi 3.5 e sull'articolo aggiuntivo Galante 3.0200; esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Merloni 3.0201, mentre la Commissione invita al ritiro dell'articolo aggiuntivo Merloni 3.0202, in quanto vi è il parere contrario della Commissione bilancio.
Pag. 105PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sugli identici emendamenti D'Agrò 3.202 e Merloni 3.203, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 443
Astenuti 1
Maggioranza 222
Hanno votato sì 443).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mazzocchi 3.1 e La loggia 3.7, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 251).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pedrini 3.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 251).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzocchi 3.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 450
Votanti 449
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 253).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 3.204, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 447
Votanti 445
Astenuti 2
Maggioranza 223
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 251).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Campa 3.206, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato sì 198
Hanno votato no 255).
Passiamo all'emendamento Affronti 3.9.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.
DANTE D'ELPIDIO. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.
PRESIDENTE. Sta bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzocchi 3.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 252).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 3.205, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 441
Astenuti 1
Maggioranza 221
Hanno votato sì 192
Hanno votato no 249).
Passiamo all'emendamento Fava 3.207. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro, perché tutti gli emendamenti proposti dalla Lega Nord, dei quali è primo firmatario l'onorevole Fava, erano volti esclusivamente a migliorare il testo, eliminando alcuni obblighi, come la presentazione di documentazione per l'iscrizione a ruolo e disciplinando la richiesta di registrazione negli albi. Pertanto, il gruppo della Lega Nord Padania assume una posizione decisamente contraria sull'articolato in esame e, pertanto, ne auspica una modifica esclusivamente a favore degli intermediatori.
Manteniamo perciò gli emendamenti presentati e la nostra posizione su tutto l'articolato in esame. Le proposte presentate sono in contraddizione con quanto realmente il Paese richiede in merito agli agenti e, pertanto, intendono modificare l'articolo stesso. Coerentemente con la politica che la Lega sta portando avanti da sempre sul tema in questione, continuiamo a mantenere la nostra posizione favorevole sugli emendamenti presentati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 3.207, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 447
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato sì 195
Hanno votato no 252).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 3.208, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato sì 199
Hanno votato no 254).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fava 3.209.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
STEFANO ALLASIA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente ci pare evidente che sia relatore, sia il Governo continuino a fare orecchie da mercante sulle proposte della Lega Nord di modifica dell'articolo che, come i successivi articoli dell'intero provvedimento, sono volti esclusivamente a favorire, non tanto la grande distribuzione, ma i sistemi cooperativistici. Tali sistemi non sono assolutamente della stessa natura di quelli della Casa della Libertà o della Lega; sono piuttosto più vicini a voi e potranno agevolare la vostra politica e la vostra economia che è molto labile, nell'ultimo periodo, considerati i risultati elettorali dell'ultimo weekend.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 3.209, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 256).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Saglia 3.50, Lazzari 3.8 e D'Agrò 3.201, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato sì 446
Hanno votato no 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzocchi 3.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 445
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato sì 196
Hanno votato no 249).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 453
Votanti 446
Astenuti 7
Maggioranza 224
Hanno votato sì 394
Hanno votato no 52).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Galante 3.0200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 454
Votanti 432
Astenuti 22
Maggioranza 217
Hanno votato sì 38
Hanno votato no 394).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Merloni 3.0201, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 356
Astenuti 92
Maggioranza 179
Hanno votato sì 354
Hanno votato no 2).
Passiamo all'articolo aggiuntivo Merloni 3.0202.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore, poiché la V Commissione ha espresso parere contrario.
MARIA PAOLA MERLONI. Si, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2272-bis-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2272-bis-A sezione 6).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Antonio Pepe 4.200...
PRESIDENTE. Avverto che il presentatore ha ritirato l'emendamento Antonio Pepe 4.200.
ANDREA LULLI, Relatore. Il parere è, inoltre, contrario sugli emendamenti Valducci 4.205 e 4.203, mentre è favorevole sull'emendamento Pellegrino 4.201.
La Commissione formula, inoltre, un invito al ritiro sugli emendamenti Pellegrino 4.204 e Ulivi 4.202.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Valducci 4.205, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 444
Maggioranza 223
Hanno votato sì 194
Hanno votato no 250).Pag. 109
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Valducci 4.203, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 443
Astenuti 3
Maggioranza 222
Hanno votato sì 191
Hanno votato no 252).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 4.201, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 432
Astenuti 12
Maggioranza 217
Hanno votato sì 425
Hanno votato no 7).
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Pellegrino 4.204 accedono all'invito al ritiro.
Passiamo all'emendamento Ulivi 4.202.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
ROBERTO ULIVI. Signor Presidente, con questo emendamento si vuole sostituire, al dodicesimo comma dell'articolo 12 della legge n. 475 del 1968 e successive modificazioni, le parole «un anno» con le parole «due anni». Il citato comma 12 prevede che gli eredi possano gestire per un anno la farmacia ereditata: tale termine risulta, tuttavia, in contrasto con il termine di due anni per la gestione ereditaria delle farmacie che è stato previsto dalla legge Bersani (cioè dall'articolo 5 della legge n. 248 del 2006). Non capisco, dunque, la motivazione per la quale il relatore non ha ritenuto opportuno di accogliere questo emendamento, che a me parrebbe ovvio, anche perché si potrebbe altrimenti creare un contenzioso notevole.
PRESIDENTE. Il relatore?
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, comprendo le ragioni esposte dall'onorevole Ulivi. Pertanto, modificando il parere precedentemente espresso, esprimo parere favorevole sull'emendamento Ulivi 4.202.
PRESIDENTE. Il Governo?
FILIPPO BUBBICO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ulivi 4.202, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 439
Votanti 435
Astenuti 4
Maggioranza 218
Hanno votato sì 435).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 441
Votanti 428
Astenuti 13
Maggioranza 215
Hanno votato sì 422
Hanno votato no 6).
Dovremmo ora passare all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate.
ANDREA LULLI, Relatore. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, formulerei la richiesta di accantonare l'articolo 5.
Inoltre, per quanto riguarda l'articolo 6, dal momento che è stato presentato un articolo aggiuntivo della Commissione, cui è stata data la possibilità di presentare subemendamenti, non so se possiamo procedere all'esame di tale articolo.
PRESIDENTE. Lei chiede dunque l'accantonamento dell'esame dell'articolo 5?
ANDREA LULLI, Relatore. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. L'esame dell'articolo 5 deve pertanto intendersi accantonato. Quanto all'articolo 6, il Comitato dei nove si è pronunciato?
ANDREA LULLI, Relatore. No, signor Presidente.
PRESIDENTE. È dunque necessario che il Comitato dei nove si riunisca, altrimenti non possiamo procedere.
ANDREA LULLI, Relatore. Il Comitato dei nove può anche riunirsi, ma poiché vi è un articolo aggiuntivo della Commissione all'articolo 6 sui servizi idrici, chiedo se si possa procedere.
PRESIDENTE. Scusate, mi pare che questa sia la situazione: siamo arrivati con i lavori del Comitato dei nove fino all'articolo 5; quanto all'articolo 6, il Comitato non si è ancora pronunciato, neanche dunque sull'articolo aggiuntivo della Commissione.
Pertanto, a questo punto, possiamo soltanto sospendere la seduta e consentire al Comitato dei nove di riunirsi, oppure rinviare il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta di domani.
ANDREA LULLI, Relatore. Signor Presidente, ritengo opportuno rinviare il seguito dell'esame alla seduta di domani.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è dunque rinviato alla seduta di domani.
Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle 20.
La seduta, sospesa alle 19,40, è ripresa alle 20.