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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Misure a favore dei lavoratori per l'assistenza tecnica unificata presso gli uffici giudiziari - n. 2-00503)
PRESIDENTE. L'onorevole Scotto ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00503 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4).
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, il mio intervento sarà breve. Da dodici anni, ogni tre anni, viene rinnovato l'appalto pubblico del contratto di assistenza tecnica unificata, detto ATU, per l'informatizzazione del Ministero della giustizia su quasi l'intero territorio nazionale.
Fino al mese di aprile del 2002 i raggruppamenti temporanei di imprese vincitrici erano stati sostanzialmente gli stessi. Bisogna notare che tale tipo di appalto riguarda mille lavoratori sistemisti esterni che rappresentano, molto spesso, l'unico punto di riferimento per qualsiasi problema di natura informatica dentro la pubblica amministrazione della giustizia.
Nel 2005, in aprile, i raggruppamenti temporanei di imprese OIS.COM e GRUPPO CM&C perdono l'appalto nella gara che vede il suddetto consorzio al terzo posto dopo Getronics e Ibm.Pag. 43
A ciò si aggiunge che, nelle leggi finanziarie per gli anni 2006 e 2007, i tagli ai servizi informatici sono aumentati. I lavoratori ATU presenti nelle sedi giudiziarie nel corso degli ultimi mesi hanno più volte protestato, anche attraverso degli scioperi, contro la prospettiva di un possibile licenziamento e, nel frattempo, la procedura di gara è stata impugnata davanti al tribunale amministrativo del Lazio. La stessa gara è stata annullata nel marzo 2006 per irregolarità nell'aggiudicazione.
A settembre 2006, il Ministero della giustizia ha fatto appello al Consiglio di Stato. A tutt'oggi, siamo in regime di proroga, non essendo possibile dare esecuzione al nuovo contratto. Ci rendiamo perfettamente conto che è necessario considerare il tema dei costi, valutando le modalità più opportune per assicurare alla giustizia, in una fase di difficoltà, una gestione seria e coerente dei costi. Allo stesso tempo, tuttavia, vi è un punto che non va sottovalutato.
In primo luogo, è possibile lasciare nel precariato i lavoratori sistemisti informatici che da sempre maneggiano informazioni importanti del Ministero della giustizia? È immaginabile allo stesso tempo non garantire, come oggi accade, maggiore sicurezza nella gestione di dati sensibili, considerato che attualmente le società garantiscono per il personale (disponendo, nei fatti, di carta bianca verso i tecnici)? È questa la possibile prospettiva. È ormai noto che i lavoratori in mobilità o licenziati rischiano, oltre che il posto, di trovarsi successivamente in una situazione di mancata contrattualizzazione o di contratti estremamente precari, coordinati e continuativi.
Oggi, i tecnici ATU sono nei fatti più legati al pubblico che al privato, in quanto l'esperienza maturata nell'ambito giudiziario ha fornito loro competenze che vanno oltre la stessa conoscenza informatica, poiché applicative di procedure molto delicate ed esclusive per il Ministero della giustizia, dal momento che nessun altro le conosce e le utilizza. Vi ricordiamo, inoltre, che una delle premesse su cui si fondano i contratti ATU è quella che l'amministrazione, allo stato attuale, non ha professionalità sufficienti ad assicurare le indispensabili attività tecniche e sistemistiche. Tuttavia, oggi ci troviamo di fronte ad uno scenario molto pericoloso, quello di una proroga del precariato e, allo stesso tempo, di un affidamento al buio di nuove competenze.
Accanto a ciò, vi è la richiesta (che nel corso degli ultimi anni è andata avanti ed ha visto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e della stessa Associazione Nazionale Magistrati) di soddisfare la necessità di procedere progressivamente ad una internalizzazione di tali competenze. Vi sono diverse analisi dei costi e molte dimostrano che, probabilmente, un processo di internalizzazione garantirebbe minori spese, minori oneri a carico dello Stato, piuttosto che proseguire sulla strada dei call center o delle esternalizzazioni. Pertanto, la richiesta, indicata anche nell'interpellanza urgente, che, insieme ad altri colleghi di tutti i gruppi del centrosinistra (Sinistra Democratica per il Socialismo europeo, L'Ulivo, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Verdi), abbiamo avanzato, è che venga in qualche modo garantito il superamento della controversa logica della esternalizzazione. Tutto ciò, al fine di garantire a mille giovani lavoratori precari la possibilità di una stabilizzazione e, allo stesso tempo, di una prospettiva che superi la condizione sistematica di precarietà, perseguendo l'obiettivo dell'integrazione nell'amministrazione giudiziaria dei sistemisti per l'assistenza tecnica unificata delle ditte appaltatrici. Questi lavoratori, nel corso degli ultimi anni, hanno maturato una preziosa esperienza e professionalità. È necessario prevedere nei concorsi pubblici, considerata l'esperienza maturata in questi anni, almeno un riconoscimento dell'attività prestata (è una richiesta che proviene anche dalle organizzazioni sindacali).
Chiediamo, inoltre, che, allo stesso tempo, venga operato un controllo rigoroso sulla regolarità dei rapporti contrattuali tra sistemisti e le società aggiudicatrici dell'ultima gara pubblica e sul rispetto di corrette relazioni sindacali.Pag. 44
Infine, vi è un tema di fondo che attraversa una scelta politica che la coalizione del centrosinistra ha assunto negli ultimi mesi, presente, peraltro, anche nel programma elettorale dell'Unione. Si tratta della questione del superamento del precariato nel pubblico impiego ed in tutti i gangli della pubblica amministrazione, compreso il settore delicatissimo dell'amministrazione della giustizia. La permanenza del precariato rischia di mettere in crisi, o profondamente in discussione, il principio della terzietà della pubblica amministrazione, soprattutto in un settore delicatissimo dove tanti di questi lavoratori hanno la possibilità di venire a contatto con una mole di informazioni molto delicate.
Noi chiediamo una risposta molto chiara e netta da parte del Governo e del Ministero della giustizia, per restituire la speranza ai tanti lavoratori che rischiano di non avere più una certa continuità contrattuale, andando incontro al licenziamento o alla messa in mobilità, e, allo stesso tempo, per fare in modo che il settore della giustizia abbia a disposizione competenze di livello, come quelle garantite nel corso degli ultimi anni ai lavoratori ATU.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, presidente Luigi Scotti, ha facoltà di rispondere.
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, l'interpellanza si riferisce all'appalto pubblico del contratto di assistenza tecnica unificata per l'informatizzazione del Ministero della giustizia. Gli interpellanti rappresentano che, fino al mese di aprile del 2002, vincitore di tale appalto è stato un raggruppamento di imprese che è stato per anni il punto di riferimento per la soluzione di ogni problema di natura informatica negli uffici giudiziari di tutta Italia, acquisendo in tal modo una notevole esperienza sul piano tecnico-funzionale in ambito giudiziario. Posso aggiungere che ne sono a conoscenza anche per esperienza personale nel tribunale di Roma.
Nell'aprile del 2005, la gara di appalto per il rinnovo del contratto è stata vinta dalla società Getronics, anche se i servizi informatici sono ancora gestiti in regime di proroga dal R.T.I., in attesa che il Consiglio di Stato definisca la controversia sull'aggiudicazione, a seguito di impugnativa al TAR.
La preoccupazione espressa dagli interpellanti riguarda, da un lato, la sorte lavorativa dei dipendenti della società che non si è aggiudicato l'appalto, dall'altro le disfunzioni che, sul piano operativo, potrebbero venirsi a creare con il subentro della Getronics, società - si sottolinea - non esperta nell'ambito dei sistemi applicativi del Ministero della giustizia.
In particolare, si chiede, in primo luogo, l'inserimento nei bandi pubblici di una «clausola di salvaguardia» che preveda per il personale in servizio la continuità del rapporto di lavoro, anche in ipotesi di mutamento della società aggiudicatrice dell'appalto; in secondo luogo, un controllo sulla regolarità dei rapporti contrattuali dei sistemisti con le società aggiudicatrici; in terzo luogo, il perseguimento dell'obiettivo dell'integrazione nell'amministrazione giudiziaria dei sistemisti che cessano la propria attività, o quanto meno la previsione che l'attività prestata all'amministrazione possa costituire titolo preferenziale nei concorsi pubblici.
Debbo sottolineare che il dicastero non è insensibile alle problematiche e alle rivendicazioni del personale ATU che, infatti, sono state oggetto di incontri con i rappresentanti dei lavoratori (incontri abbastanza dolorosi, a seguito dei quali, però, non si è giunti ad un punto fermo).
Quindi, sul piano umano, è più che comprensibile la preoccupazione per la sorte della propria attività lavorativa e per la prospettiva di una precarietà che, probabilmente, non avrà una soluzione positiva.
L'inserimento nei bandi di appalto di una clausola di salvaguardia, che preveda la prosecuzione con la nuova società del rapporto di lavoro del personale già in servizio, è senz'altro praticabile, sia pure nel rispetto dell'autonomia privata. Ovviamente,Pag. 45si tratta di un tema praticabile per il futuro: non è possibile per una gara già espletata, perché ciò significherebbe obbligare l'imprenditore, ad appalto concluso - salvo, ovviamente, quello che deciderà il Consiglio di Stato - ad avvalersi di personale estraneo alla propria sfera organizzativa, imponendogli di fatto la stabilizzazione dei relativi rapporti con una clausola da inserirsi ex post nel rapporto già concluso. Voglio dire, cioè, che, se il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del TAR e si riprenderà daccapo il rapporto con il nuovo contratto, sarà possibile prevedere, tra le clausole dell'appalto stesso, la conferma di coloro che hanno già lavorato per società eventualmente uscenti dal rapporto. Se il Consiglio di Stato, invece, respingerà il ricorso, annullando la prima decisione, allora quel contratto riprenderà piena vitalità e, di conseguenza, non si potrà inserire ex post una clausola non prevista in sede di bando di concorso.
Per quanto concerne il secondo punto, la vigente disciplina sugli appalti prevede che non possono stipulare contratti di appalto di lavori, forniture e servizi quelle imprese nei cui confronti siano state accertate gravi infrazioni alle norme in materia di sicurezza o ad ogni altro obbligo derivante dai rapporti di lavoro, elementi risultanti dai dati in possesso dell'Osservatorio dei contratti pubblici, oppure - e questa è la situazione più grave - quando abbiano commesso violazioni, definitivamente accertate, alle norme in materia di contributi previdenziali e assistenziali o altri fatti rilevanti circa la legittimità dell'appalto stesso.
Posso assicurare che i contratti stipulati da questa amministrazione sono già sottoposti ad un controllo, perché l'amministrazione richiede ogni volta dati sintomatici e interessanti all'apposito Osservatorio dei contratti pubblici e tiene conto, ovviamente, di eventuali decisioni negative per le imprese che concorrono.
Sarà cura dell'amministrazione stessa, anche in seguito agli stimoli derivanti dall'interpellanza - per la quale il Ministero ringrazia tutti i firmatari - utilizzare controlli ancora più penetranti e una vigilanza estremamente rigorosa con riferimento a tutti gli aspetti sottolineati.
Quanto all'obiettivo dell'assorbimento nell'amministrazione di giustizia del personale già utilizzato in precedenti rapporti - che costituisce il terzo punto dell'interpellanza - esso trova, purtroppo, un ostacolo primario nel principio costituzionale dell'assunzione mediante concorso e, allo stato, trova un ulteriore ostacolo nei limiti alle assunzioni di nuovo personale posti dalle esigenze di contenimento della spesa pubblica.
È chiaro, tuttavia, che l'amministrazione, ben conoscendo l'apporto che questi lavoratori hanno recato alla macchina giudiziaria, acquisendo negli anni professionalità e peculiare specializzazione, è interessata a valutare spazi operativi in ordine al riconoscimento di un titolo preferenziale nell'ambito di eventuali concorsi, per future assunzioni di personale, che potranno essere banditi fra poco.
Proprio il Ministro, in sede di risposta ad un'interrogazione a risposta immediata di qualche ora fa, ha annunziato un disegno di legge sull'Ufficio del procedimento, che prevede, fra l'altro, bandi di concorso per 2.800 unità nelle varie categorie dell'amministrazione della giustizia: in quelle sedi, pertanto, si potrà considerare, tra i criteri preferenziali, l'attività già svolta in settori così delicati per l'amministrazione della giustizia.
PRESIDENTE. L'onorevole Lomaglio, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. Signor Presidente, credo che le dichiarazioni del rappresentante del Governo, in maniera particolare nell'ultimo passaggio, segnino un impegno e anche un riconoscimento. Mi pare evidente, e ne prendiamo atto, che anche il Governo sia consapevole della professionalità che tali operatori tecnici hanno dimostrato in lunghi anni, in cui hanno garantito qualità di servizio e di prestazione, nonché affidabilità rispetto alla mole di informazioni,Pag. 46anche particolari e specialistiche, di cui sono venuti a conoscenza.
Anche alla luce della novità contenuta nel disegno di legge presentato dal Governo sulla riforma dell'ufficio del procedimento e sulla riorganizzazione del personale giudiziario, che riguarda anche, e in maniera particolare, i servizi informatici del Ministero della giustizia, noi prendiamo atto dell'impegno, che seguiremo con molta attenzione, di inserire titoli preferenziali nei concorsi che verranno banditi e dell'impegno, se ho compreso bene, del rappresentante del Governo in merito alle specializzazioni in questione.
Credo che, però, oltre all'impegno riferito ad assunzioni significative, sia importante che il Governo faccia fino in fondo la sua parte, anche nel caso in cui il gruppo Getronix dovesse essere confermato dal contenzioso giudiziario in atto, in maniera particolare dalla sentenza che si attende, credo dal TAR ...
LUIGI SCOTTI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Dal Consiglio di Stato: è in secondo grado.
ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO. ...dal Consiglio di Stato, chiedo scusa, dal TAR Lazio prima e dal Consiglio di Stato poi. A questo punto, credo sia importante che il Ministero della giustizia svolga, in ogni caso, un ruolo consapevole nell'attivare anche una mediazione nei confronti delle aziende.
Penso che il Governo e, in particolare, il Ministero della giustizia debbano attivarsi affinché, come accade in tante vertenze di lavoro, venga comunque garantita la continuità del lavoro per tanti operatori che hanno servito le proprie imprese, ma anche lo Stato in maniera indiretta, con lealtà e con competenza. In questo senso, credo che gli interpellanti possano dichiararsi soddisfatti con riserva, poiché insieme alle organizzazioni sindacali vogliamo continuare a seguire la vicenda. Riteniamo opportuno, infatti, verificare gli ulteriori passaggi della vicenda che riguarda, vogliamo sempre ricordarlo, almeno mille operatori e sistemisti esterni.
Da questo punto di vista, credo che, nel caso di affidamento alla società Getronix, vi sia la necessità di una verifica, mentre nel caso in cui fosse confermato l'affidamento all'azienda che finora ha avuto in gestione questo tipo di servizi, non vi siano assolutamente problemi.
Per quanto riguarda, invece, la proposta che è stata presentata da parte del Ministro Mastella, credo che grande attenzione debba essere posta, nell'ambito della riorganizzazione dei servizi giudiziari, anche a questo di tipo di personale, in base agli indirizzi e ai riferimenti che anche il sottosegretario ha riconfermato in quest'aula.
Da questo punto di vista, quindi, seguiremo insieme al Governo gli ulteriori passaggi di questa vicenda, sapendo, ovviamente, che la mobilitazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali non si fermerà.