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Svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative per favorire l'impiego di manodopera occasionale in occasione delle vendemmie - n. 2-00501)
PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00501 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 7).
ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, ripresento, quale interpellanza urgente, un atto di sindacato ispettivo già presentato dieci mesi fa in forma ordinaria. Esso riguarda un settore molto delicato e un'attività che si avvicina temporalmente, vale a dire la vendemmia. Signor sottosegretario, spero che lei possa dare risposta alla mia richiesta, visto che dieci mesi fa non ho ricevuto alcun riscontro ed è già passata una vendemmia. L'interpellanza riguarda il lavoro accessorio, al quale va ricondotta anche la manodopera occasionale, che tocca da vicino i vendemmiatori, ma potrebbe riguardare anche altri soggetti.
Nel 2003 e nel 2005 sono stati varati alcuni decreti-legge, poi convertiti in legge, che introducevano una sperimentazione in una parte del Paese, iniziando proprio dalla provincia di Treviso e individuando poi un'altra zona più vasta, per consentire che la manodopera occasionale, attraverso i voucher, potesse occupare pensionati, studenti e persone momentaneamente senza lavoro.
Dopodiché si è fermato tutto, non si è continuato, ma è rimasta in vigore la legge con l'individuazione delle zone. Chiedo dunque al Governo se intenda darvi attuazione in tempi brevi, anche perché quest'anno, a causa dei considerevoli mutamenti del clima, si prevede che la vendemmia sia addirittura anticipata di un mese. Pertanto ritengo sussista effettivamente l'urgenza di capire come si devono comportare i viticoltori per far fronte alla necessità di manodopera.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale, Rosa Rinaldi, ha facoltà di rispondere.
ROSA RINALDI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale. Signor Presidente, l'interpellanza in esame è relativa all'attuazione del contratto di lavoro accessorio. Si tratta di una nuova fattispecie contrattuale introdotta dagli articoli 70, 71 e 72 del decreto legislativo n. 276 del 2003, vale a dire il decreto di attuazione della legge n. 30 del 2003. Tale fattispecie contrattuale è stata ritenuta idonea a soddisfare anche le esigenze del settore agricolo ed è pertanto applicabile al personale utilizzato per la vendemmia di breve durata e a carattere saltuario.
Vista la peculiarità del contratto, la normativa prevede una particolare procedura per il pagamento del corrispettivo al personale utilizzato. I lavoratori dovranno infatti essere retribuiti attraverso la consegna di buoni lavoro dal valore nominale fissato con decreto del Ministro del lavoro, acquistabili dai datori di lavoro presso le rivendite autorizzate. I buoni ricevuti dal lavoratore quale compenso per il lavoro prestato dovranno essere presentati ai centri autorizzati i quali, rispetto al valore nominale del buono, tratterranno una percentuale, fissata sempre dal decreto ministeriale, a titolo di rimborso spese del servizio prestato, verseranno i contributi all'INPS e all'INAIL e pagheranno la differenza al lavoratore come compenso netto. A tale proposito la normativa dispone non soltanto che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con proprio decreto, individui le aree ed il concessionario del servizio attraverso cui avviare una prima fase di sperimentazione delle prestazioni di lavoro accessorio, ma anche che si provveda alla regolamentazione dei criteri e modalità per il versamento dei contributi di cui al comma 3 dell'articolo 72 del decreto legislativo n. 276 del 2003 e delle correlative coperture assicurative e previdenziali.
Faccio presente che le aree interessate da una prima fase di sperimentazione sono state individuate con decreto del Ministro del lavoro del 30 settembre 2005 e sono Verbania, Milano, Varese, Treviso, Bolzano, Udine, Venezia, Lucca, Latina, Bari e Catania, ma che, successivamente al decreto, sono sorti problemi in ordine alle procedure da seguire per rendere operativa la fattispecie. Pertanto, al fine di rendere operativo l'istituto, è stato recentemente costituito un tavolo tecnico con i rappresentanti delle parti sociali ed anche dell'INPS, dell'INAIL e di Italia Lavoro, per affrontare le problematiche inerenti allo stesso, con particolare riguardo alle causali ed ai settori merceologici di riferimento.
Il 22 maggio scorso si è svolto un primo incontro presso il Ministero del lavoro, tenuto direttamente dal capo della segreteria tecnica del Ministro, onorevole Battafarano, che ha avuto come scopo principale l'avvio di un tavolo di lavoro finalizzato all'attuazione degli articoli citati. In quella sede sono stati esaminati la portata e limiti di questo istituto al fine di ricondurlo alla sua esatta portata ed è stata presa in esame la possibilità di una sperimentazione, anche in diversi settori, come per esempio quello del lavoro domestico. È stato quindi, sulla base di questo primo incontro, richiesto alle parti sociali di far pervenire, nel più breve tempo possibile, osservazioni e contributi finalizzati, appunto, a individuare eventuali correttivi al progetto da avviarsi in via sperimentale.
Tali contributi saranno oggetto di analisi da parte del tavolo tecnico. Questo per dire che si tratta di un lavoro che abbiamo avviato e che riteniamo - speriamo - di concludere al più presto, anche sulla base di quello che le parti sociali dovranno poi dirci, essendo comunque materia di confronto e di concertazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di replicare.
ANGELO COMPAGNON. Signor sottosegretario, in parte mi aspettavo una risposta di questo tipo, che evidentemente mi lascia insoddisfatto per il semplice motivo che non emerge la reale volontà diPag. 54arrivare in fondo in tempi brevi, almeno per una parte, all'applicazione di quanto già sperimentato e previsto; peraltro, come è stato sottolineato anche da lei, si tratta di un'esperienza ritenuta valida come esperimento e come iniziativa.
È altrettanto interessante cercare di capire che la procedura per il pagamento mette il datore di lavoro nella condizione di non avvalersi di lavoro nero e di lavoratori «scoperti» - chiamiamoli così - da qualsiasi tipo di assicurazione.
Mi pare che il fatto che le parti sociali abbiano approfondito, in questo tavolo tecnico, la possibilità di andare oltre il settore vitivinicolo è altrettanto interessante e sono perfettamente d'accordo. Ritengo che sia un principio da estendere a tutti i settori, laddove vi sia un'occupazione temporanea stagionale (o anche non necessariamente stagionale).
La mia preoccupazione e l'insoddisfazione sta nel fatto che non trovo in questa risposta un impegno in favore di una conclusione immediata. Anche le parti sociali, che sono state coinvolte in questo tavolo, se hanno veramente a cuore l'interesse del lavoro, della diminuzione della precarietà e di tutte le questioni delle quali, anche qui dentro, si parla sempre, dovrebbero cercare di stringere i tempi.
Lo dico perché oggi pomeriggio, in un'audizione nell'XI Commissione con il Ministro Damiano, ho accennato a questo fatto e mi è parso di cogliere - ne sono molto contento - una sua disponibilità di massima e una sua convinzione nell'attuazione di una parte di quanto sperimentato; però, come sempre accade ultimamente, ha posto il problema di verificare cosa ne pensano le parti sociali.
Ecco, credo che qui la volontà politica - se c'è - può andare oltre le parti sociali, nel senso che, una volta coinvolte, si deve far capire loro che sono guai se non si fa subito almeno un passo in questo senso. Avere aperto ad altri settori, come dicevo prima, è positivo; fermare tutto per capire se altri settori possano essere compresi, però, mi pare estremamente negativo.
Il primo esperimento è stato fatto nel settore vitivinicolo dei vendemmiatori: si è dimostrato positivo, è stata individuata una parte importante delle zone, almeno su quelle andiamo avanti, perché se pensiamo alle difficoltà - ne parliamo qui ogni giorno - che hanno i pensionati o gli studenti, al problema delle tante persone senza lavoro o degli immigrati per i quali ci parliamo addosso quasi ogni giorno, evidentemente tutto ciò pone in evidenza il problema del lavoro e della sicurezza, oltre che delle difficoltà che le nostre famiglie incontrano.
Quindi, in un periodo come questo, permettere a più persone di entrare regolarmente nel mondo del lavoro, seppure per un periodo limitato, tramite i voucher o i «buoni lavoro» - come li ha chiamati lei - sebbene non sia la soluzione dei problemi, certo è la soluzione di una parte di essi, che, messa vicino ad altri, potrebbe costituire qualcosa di più di quella che può sembrare una goccia in un mare difficile, quale è il nostro Paese in termini di lavoro e sicurezza.
Non attuare ciò o venir meno per mancanza di coraggio rispetto al tavolo tecnico o ad alcune componenti di esso significa, purtroppo - devo dirlo - istigare al lavoro nero, istigare all'evasione, perché a ciò gli imprenditori saranno costretti.
Negli ultimi anni, l'anno scorso in modo particolare, abbiamo assistito, nel periodo delle vendemmie, in generale (non è una questione provinciale o che riguarda la difesa di una zona piuttosto che di un'altra), ad una serie di controlli da parte della Guardia di finanza: addirittura con gli elicotteri, con le macchine andavano nei vigneti e fermavano i lavoratori. Sono dati di fatto, dimostrati, che appartengono alla cronaca.
Indubbiamente la Guardia di finanza fa il proprio lavoro e deve controllare. Nessuno, però, può giustificare che si possano creare condizioni favorevoli per il lavoro in nero. I datori di lavoro, con forza - ci sono appelli rivolti al Ministro Damiano da parte delle organizzazioni di categoria - chiedono di essere messi nella condizione di poter attuare un buon lavoro.
Credo, signor sottosegretario, che ci siano tutte le condizioni. Dopo averePag. 55ascoltato oggi il Ministro, credo che anch'egli sia d'accordo. I tempi ci sono ancora, ci sono tutti, perché l'interpellanza urgente è stata presentata alcuni mesi prima del periodo della vendemmia. Ripeto, e lo sottolineo, che è importante avere aperto il tavolo a tutte le altre categorie ed è giusto provare ad individuare una strada che le ricomprenda tutte però, momentaneamente, dato che esistono le condizioni, almeno per una volta cerchiamo di ottenere dei risultati concreti.
Mi auguro che lei, signor sottosegretario, insista affinché il Governo, almeno in questi tre mesi, chiuda la vicenda rispetto al problema dei vendemmiatori. Daremmo una mano piccola, piccolissima, al nostro Paese, che in questo momento è in grande difficoltà per la carenza di lavoro e per la precarietà, con i pensionati che non arrivano a fine mese, con le famiglie monoreddito che comprendono degli studenti e sono in difficoltà a poterli mantenere, i quali, viceversa, potrebbero invece aiutarle col loro lavoro. Credo che anche ciò sia, possa essere o potrà essere in futuro un segnale che va oltre il problema dei vendemmiatori, della categoria, e che va incontro alle difficoltà vere del nostro Paese in questo momento.