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Discussione del disegno di legge: Modernizzazione, efficienza delle Amministrazioni pubbliche e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese (A.C. 2161-A ed abbinate).
PRESIDENTE. Avverte che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al calendario dei lavori dell'Assemblea.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.
ORIANO GIOVANELLI (Ulivo), Relatore. Osserva preliminarmente che il disegno di legge in discussione, recante disposizioni volte a modernizzare le amministrazioni pubbliche e a ridurre i costi burocratici per i cittadini e per gli operatori economici, persegue l'obiettivo di dare attuazione ad uno dei punti centrali del programma di Governo, attraverso un intervento di manutenzione del corpo normativo vigente e non di riforma generale di esso; ne illustra quindi gli aspetti salienti, soffermandosi, in particolare, sulle disposizioni che introducono limiti alla durata dei procedimenti amministrativi, anche prevedendo sanzioni a carico delle amministrazioni che non li rispettano, incentivano l'uso delle nuove tecnologie, estendono la disciplina ai gestori di servizi pubblici, ampliano il novero dei soggetti obbligati ad accettare l'autocertificazione. Auspica infine la sollecita approvazione del provvedimento, sulla base di un'idea condivisa di pubblica amministrazione elevata a strumento indispensabile per modernizzare il Paese.
LUIGI NICOLAIS, Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. Nel condividere le considerazioni svolte dal relatore, auspica la sollecita approvazione di un provvedimento volto a rafforzare il ruolo delle pubbliche amministrazioni e a cambiare sostanzialmente il loro rapporto con i cittadini.
RICCARDO MARONE (Ulivo). Al fine di proseguire con coraggio sulla strada della modernizzazione delle pubbliche amministrazioni, ritiene indispensabile fare il punto nel processo avviato con la legge n. 241 procedendo ad un'adeguata riflessione su alcuni aspetti della materia, come l'applicazione delle norme di diritto privato, che non soddisfa le esigenze di imparzialità; in particolare occorre che il Parlamento si riappropri del suo ruolo di guida del processo di trasformazione della pubblica amministrazione. Giudica necessaria,Pag. IVinoltre, una riflessione sull'opportunità di sanzionare il ritardo nei procedimenti che riguardano interessi legittimi.
Invita altresì il Ministro ad intervenire con maggiore decisione sull'istituto della conferenza di servizi.
SILVIO CRAPOLICCHIO (Com.It). Nell'esprimere apprezzamento per il contenuto del disegno di legge in discussione, segnatamente per l'estensione delle garanzie di trasparenza ed imparzialità ai soggetti gestori dei servizi di pubblica utilità e per la soppressione delle norma sulla commissione indipendente per la valutazione della pubblica amministrazione, auspica che le disposizioni concernenti la responsabilizzazione dei dirigenti siano seguite dalle necessarie norme di attuazione e dallo stanziamento di risorse adeguate. Ritiene peraltro che le disposizioni in materia di riconoscimento della personalità giuridica e di adozione internazionale avrebbero dovuto costituire oggetto di autonomi provvedimenti.
SIMONE BALDELLI (FI). Nel ritenere imprescindibile, ai fini della modernizzazione della pubblica amministrazione, la riforma del rapporto di pubblico impiego, nel senso della introduzione di idonei meccanismi di incentivazione della produttività e di valutazione del personale, rileva che la soppressione della norma istitutiva di una commissione indipendente con il compito di valutare il rendimento della pubblica amministrazione rappresenta un pessimo segnale, dovuto alle divisioni e al veto dei sindacati. Preannunzia, pertanto, la presentazione da parte del suo gruppo di emendamenti volti alla reintroduzione nel testo di un organismo analogo, auspicando sul punto un dialogo costruttivo all'interno del Parlamento.
GLORIA BUFFO (SDpSE). Sottolineata la rilevanza del provvedimento in discussione, condivide la scelta di escludere dal testo le disposizioni istitutive di una commissione di garanzia della qualità dei servizi pubblici presso il CNEL. Auspica, quindi, che si proceda ad una ulteriore semplificazione degli oneri burocratici che gravano su cittadini ed imprese.
MARIA FORTUNA INCOSTANTE (Ulivo). Rilevato che il disegno di legge in discussione, del quale richiama gli aspetti salienti, reca misure finalizzate a garantire l'efficienza delle amministrazioni pubbliche e a ridurre gli oneri burocratici per i cittadini e le imprese, condivide l'opportunità di estendere la prospettata disciplina al personale impiegato presso aziende che gestiscono pubblici servizi; giudicata, peraltro, inopportuna la soppressione dell'articolo 11, ricorda che il decreto legislativo n. 286 del 1999 prevede già il monitoraggio dei risultati dell'attività amministrativa. Auspica, infine, una maggiore valorizzazione professionale dei dipendenti pubblici.
AUGUSTO ROCCHI (RC-SE). Evidenziato che l'attuale organizzazione della pubblica amministrazione non garantisce un'effettiva valorizzazione del personale pubblico, ritiene che la materia disciplinata dell'ex articolo 11 debba formare oggetto di specifica contrattazione con le organizzazioni sindacali; giudica infatti opportuna l'istituzione di organismi autonomi, in cui siano rappresentati tutti i soggetti interessati, ai quali attribuire il compito di valutare compiutamente l'efficienza e l'efficacia dell'azione della pubblica amministrazione.
STEFANO PEDICA (IdV). Nel richiamare il contenuto della sua proposta di legge n. 1505, volta a modificare la legge n. 241 del 1990 nel senso di superare l'istituto del silenzio-rigetto, in particolare in materia di accesso agli atti amministrativi, sottolinea che il provvedimento in discussione è opportunamente volto a semplificare la vita dei cittadini, al cui servizio l'azione della sua parte politica si è sempre ispirata. Auspica, quindi, che sullo stesso si registri un ampio consenso.
GIACOMO STUCCHI (LNP). Pur rilevando che il disegno di legge in discussionePag. Vpersegue obiettivi condivisibili, riterrebbe necessario addivenire ad una complessiva riforma della pubblica amministrazione, anche al fine di superare i profili di inefficienza che caratterizzano il suo funzionamento e di incentivare gli investimenti in tale settore. Dichiara, inoltre, di non condividere la soppressione dell'articolo 11, che, a suo avviso, costituiva una norma innovativa; preannunzia, altresì, la presentazione di proposte emendative volte a conferire maggiore autonomia alle amministrazioni locali.
GIORGIO LA MALFA (Misto-RLR). Osservato preliminarmente che la materia del pubblico impiego è stata oggetto di interventi frammentari e non di un organico disegno di riforma, rileva che il provvedimento in discussione non affronta le questioni di fondo dalla cui soluzione dipende l'effettiva modernizzazione della pubblica amministrazione. In particolare, individuati nel sistema dello spoil system e nella sostanziale attribuzione ai sindacati di ogni potere di valutazione dell'attività amministrativa gli ostacoli ad una maggiore efficienza della pubblica amministrazione, ritiene, a nome della sua componente politica, che la soppressione dell'articolo 11 denoti l'incapacità del Governo di affrontare in maniera idonea la questione dell'efficienza dell'azione amministrativa.
SANDRA CIOFFI (Pop-Udeur). Nel preannunziare l'orientamento favorevole del suo gruppo sul provvedimento in discussione, esprime viva soddisfazione per le misure in esso contenute, che giudica fondamentali nell'ottica del miglioramento del rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione.
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
ORIANO GIOVANELLI (Ulivo), Relatore. Giudica riduttive talune considerazioni svolte nel corso della discussione in riferimento all'articolo 11, espunto dal testo del provvedimento, che tuttavia rappresentava, a suo giudizio, un punto di mediazione molto avanzato.
PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo rinunzia alla replica e rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.