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Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative urgenti per la revisione degli studi di settore, con particolare riferimento al periodo di imposta 2006 - n. 3-01010)
PRESIDENTE. Il deputato Leo ha facoltà di illustrare l'interrogazione La Russa n. 3-01010 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 13), di cui è cofirmatario.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, le parole che abbiamo ascoltato dal Presidente Prodi generano sicuro sconforto, perché sembra di assistere ad affermazioni che non hanno il minimo fondamento sulla base delle cognizioni basilari del diritto tributario.
Innanzitutto, come si sa, i contribuenti - imprese artigiane, commerciali e di servizi - stanno vivendo momenti di angoscia perché non sanno come pagare le imposte. Come è stato già detto in una precedente interrogazione, molti contribuenti stanno chiedendo ai propri professionisti come comportarsi e nessuno sa dare delle risposte; addirittura le associazioni di categoria hanno denunciato che l'accordo sottoscritto il 14 dicembre non è stato rispettato.
Di fronte a tale situazione noi assistiamo al completo distacco da parte del Governo, che non si dà carico di ciò che sta avvenendo, e, inoltre, non si ascoltano neppure le categorie professionali (mi riferisco ai dottori commercialisti e ai ragionieri) che hanno minacciato di dar corso a manifestazioni di «disobbedienza fiscale», che consisterà addirittura nel non trasmettere i modelli per gli studi di settore. Chiediamo, quindi, al Governo di chiarire quali iniziative assumerà rispetto ai cosiddetti indicatori di normalità economica per il 2006, e chiediamo, inoltre, la sospensione della loro applicazione.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha facoltà di rispondere.
ROMANO PRODI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, anche in questo caso la domanda è una prosecuzione dell'interrogazione precedente, e, dunque, ripeto che noi abbiamo dato tutte le garanzie ai contribuenti circa il fatto che lo studio di settore non costituisce una minimum tax; è un punto di partenza per un confronto fra l'amministrazione e ilPag. 44contribuente. È chiaro, quindi, che questo non viola assolutamente l'impegno ad una concertazione, impegno che rinnovo in questa sede e che spero le categorie siano pronte ad accogliere. Ribadisco che ciò s'inserisce nell'ambito di una politica fiscale nei confronti delle imprese particolarmente dedicata ad alleviarne i costi ed a facilitarne, quindi, l'innovazione e la dinamica.
Ricordo ancora che dal 1o luglio le imprese potranno contare su una significativa riduzione del carico fiscale; si è parlato tanto del problema delle imposte e, a tal proposito, vi sarà una riduzione per oltre 5 miliardi a regime, e di 2,5 miliardi quest'anno, in questo secondo semestre. Ciò significa che abbiamo ridotto la base imponibile IRAP di circa 5 mila euro per ogni lavoratore a tempo indeterminato del centro-nord, e di circa 10 mila euro per ogni lavoratore a tempo indeterminato del Mezzogiorno.
Stiamo chiudendo con le parti sociali l'accordo che prevede incentivi di carattere fiscale e contributivo alla contrattazione legata ad aumenti di produttività, ossia salario di risultati e straordinari. Stiamo concertando la sostanziale riduzione degli oltre 6 miliardi di incentivi che oggi affluiscono al sistema delle imprese e si sta lavorando per una loro sostituzione con minori aliquote fiscali IRES o IRAP. A questo sforzo si affianca il lavoro per favorire un miglior funzionamento dei mercati, attraverso le liberalizzazioni e lo snellimento delle procedure.
Il mio Governo ha posto al centro della propria azione il sostegno alla crescita economica e all'occupazione; i dati di maggio relativi all'occupazione dimostrano come il clima di fiducia stia aumentando e come la crescita degli ordinativi e della produzione sia estremamente forte. L'azione di sostegno si realizzerà non soltanto grazie a incentivi e aiuti alla produzione, ma anche grazie a un sensibile alleggerimento del peso fiscale che dai prossimi giorni scatterà per le grandi imprese e per tutti gli operatori economici del Paese.
PRESIDENTE. Il deputato Leo ha facoltà di replicare.
MAURIZIO LEO. Signor Presidente, la risposta del Presidente del Consiglio è assolutamente insoddisfacente e, tra l'altro, la ritengo anche offensiva nei confronti dei contribuenti che adempiono correttamente il loro obbligo tributario (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Offensiva almeno pari a quella fornita ieri dal Viceministro Visco, che ha auspicato che questi signori comincino a comportarsi in modo statisticamente equivalente agli altri, aggiungendo che, a questi contribuenti, viene chiesto di versare solo tra 100 e 200 euro al mese.
Ormai, Presidente, non si pagano più le imposte sulla base di quanto si guadagna, ma di quanto statisticamente è giusto guadagnare: è la teoria del pollo di Trilussa.
Le sue parole dimostrano, Presidente Prodi, che, con la sua politica fiscale, lei ha fatto dell'Italia un paradiso per il sommerso e un inferno per l'emerso. Lei sa bene che i nuovi studi di settore introducono nell'ordinamento una nuova minimum tax in quanto, salvo casi eccezionali, non è possibile fornire la prova contraria.
Sarebbe interessante vedere il Ministro dell'economia Padoa Schioppa e il Viceministro Visco andare presso gli uffici a sostenere un contraddittorio per il contribuente e dimostrare che non si applicano gli studi di settore: per disapplicarli, infatti, dovrebbero dimostrare che il contribuente è deceduto.
L'ipocrisia del Governo raggiunge un tale livello che, nella stessa relazione tecnica che accompagna il disegno di legge finanziaria, sono stati «cifrati» 2 miliardi 700 milioni da recupero di indicatori di normalità economica. La vicenda degli studi di settore, dunque, è un grande inganno.
Presidente Prodi, mi consenta di ricordarle le parole di Abramo Lincoln: «Si può ingannare tutti a volte, qualcuno sempre, ma non è possibile ingannare tuttiPag. 45tutte le volte». Voi, invece, questo avete fatto e continuate a fare con la vostra politica fiscale.
Presidente, ciò che lascia più perplessi è che il suo Governo è insensibile ai numerosi ed accorati appelli che provengono dalle categorie economiche e professionali e non intende ravvedersi nonostante le specifiche istanze che giungono.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MAURIZIO LEO. Il suo atteggiamento è arrogante, Presidente Prodi! Il suo atteggiamento è la dimostrazione che, laddove l'autorità politica non è ragionevole, c'è tirannia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Nazionale e UDC (Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17 con immediate votazioni.
La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17.