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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 17,16).
(Opere infrastrutturali da realizzare in Sicilia con le risorse originariamente destinate alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina - n. 2-00568)
PRESIDENTE. Il deputato La Loggia ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00568, concernente opere infrastrutturali da realizzare in Sicilia con le risorse originariamente destinate alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 9).
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, l'argomento è molto noto non solo a tutta l'Assemblea, ma credo anche a tutti i cittadini siciliani e calabresi e a gran parte dell'opinione pubblica nazionale.
Il Governo ha deciso in maniera, secondo noi, errata di accantonare la realizzazione del ponte sullo stretto di MessinaPag. 82dopo che già erano state ultimate tutte le procedure propedeutiche, compreso l'affidamento dell'opera.
In quell'occasione il Governo affermò che avrebbe destinato le somme previste per la realizzazione del ponte ad altre infrastrutture situate, in particolare, in Sicilia e in Calabria. Appare pertanto doveroso, a distanza di quasi sette mesi, chiedere a quanto ammontano esattamente le somme accantonate, in quale parte nel bilancio dello Stato sono iscritte, quali opere infrastrutturali sono previste e quali sono i tempi di realizzazione.
Saremmo veramente grati di una risposta esauriente su questo argomento.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Antonangelo Casula, ha facoltà di rispondere.
ANTONANGELO CASULA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, con l'interpellanza urgente n. 2-00568, gli onorevoli La Loggia e Leone pongono alcuni quesiti in ordine alle infrastrutture compensative del ponte sullo stretto di Messina.
Al riguardo si fa presente che l'articolo 2, comma 91, della legge 24 novembre 2006, n. 286, che ha convertito in legge il decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262 (collegato fiscale), ha previsto, tra l'altro, l'abrogazione del precedente vincolo normativo che imponeva all'IRI, ora alla Fintecna, di detenere almeno il 51 per cento del capitale sociale della società Stretto di Messina Spa.
Il comma 92, conformemente alla decisione del Governo di non ritenere la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina un'opera prioritaria, stabilisce che «le risorse finanziarie inerenti agli impegni assunti da Fintecna Spa nei confronti di Stretto di Messina Spa, al fine della realizzazione del collegamento stabile viario e ferroviario fra la Sicilia e il continente, una volta trasferite ad altra società controllata dallo Stato le azioni di Stretto di Messina Spa possedute da Fintecna Spa, sono attribuite al Ministero dell'economia e delle finanze ed iscritte, previo versamento in entrata, in due distinti capitoli di spesa del Ministero delle infrastrutture e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare».
Il comma 93 ha disposto, inoltre, che le risorse di cui al comma 92, nel rispetto del principio di addizionalità, siano assegnate per il 90 per cento alla realizzazione di opere infrastrutturali e per il 10 per cento ad interventi a tutela dell'ambiente e della difesa del suolo e che le stesse vengano destinate, per il 70 per cento, ad interventi nella regione Sicilia e, per la restante parte, ad interventi nella regione Calabria.
In attuazione di quanto sancito dalle predette disposizioni legislative, le modalità di utilizzo delle predette risorse dovranno essere stabilite, per la parte relativa agli interventi infrastrutturali, con decreto del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa con le regioni Sicilia e Calabria, e, per la parte relativa agli interventi in materia ambientale, con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa con le regioni Sicilia e Calabria.
In data 5 giugno 2007, i consigli di amministrazione di Fintecna Spa e ANAS Spa hanno deliberato il progetto di scissione del ramo di azienda Fintecna costituito dalla partecipazione in Stretto di Messina Spa, con conferimento dello stesso ad ANAS Spa.
Secondo le stime di Fintecna Spa, il ramo d'azienda da scindere sarà costituito dal valore di carico della partecipazione della citata società in Stretto di Messina Spa, dall'attribuzione di mezzi propri di pari importo e dalle altre poste patrimoniali connesse al ramo d'azienda.
Si soggiunge che il giorno 28 giugno 2007 le assemblee di Fintecna Spa e ANAS Spa hanno approvato il progetto di scissione del ramo d'azienda deliberato dai rispettivi consigli d'amministrazione. Dopo il trasferimento delle azioni Fintecna Spa in Stretto di Messina Spa ad ANAS Spa, ai sensi delle citate disposizioni,Pag. 83si procederà al versamento delle risorse finanziarie, impegnate da Fintecna per la realizzazione del progetto, al bilancio dello Stato.
Per quanto concerne, infine, il quesito relativo alle specifiche opere infrastrutturali che si intendono finanziare e realizzare con tali risorse in Sicilia, il Ministero delle infrastrutture ha comunicato di aver avviato un approfondimento istruttorio con le regioni interessate al fine di identificare gli interventi prioritari che potranno essere realizzati con le risorse in questione.
Il confronto istruttorio ai fini della predisposizione degli schemi di accordo preliminare con le regioni Sicilia e Calabria è attualmente in fase conclusiva.
PRESIDENTE. Il deputato La Loggia ha facoltà di replicare.
ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, oserei dire che sono molto più che insoddisfatto, perché apprendiamo alcune notizie interessanti, sicuramente, ma tutte negative.
Il sottosegretario mi consentirà di affermare - non gliene voglio fare una colpa, ma d'altro canto ha sostanzialmente riferito quello che gli risulta - che ciò che egli ha detto non risponde minimamente alle domande che io gli ho posto.
Ancora alla data di oggi - siamo al 5 luglio -, quanto mai è stato opportuno il rinvio della risposta a questa interpellanza nelle ultime settimane! Abbiamo così potuto apprendere che, proprio in questi ultimi giorni di giugno, vi è stata una serie di trasferimenti di azioni da una società all'altra, da Fintecna all'ANAS e via di seguito. Con riferimento, signor sottosegretario, a che cosa?
La prima domanda è la seguente: a quanto ammontano queste somme? Lei ci ha detto che sono state trasferite delle azioni da qui a lì, ma non ci ha detto per quale valore.
Ci ha detto che queste somme sarebbero state appostate in due specifici capitoli del bilancio dello Stato, ma non ci ha specificato quali; sicché non è possibile sapere a quanto ammonti la somma destinata a tali eventuali opere infrastrutturali. Sono passati più di sei mesi, direi quasi sette, e lei oggi ci ripete che ancora non si è fatto lo studio relativo alla individuazione di quali opere devono essere realizzate con queste somme, il cui ammontare peraltro non si conosce. D'altronde, come si fa a individuare delle opere da realizzare se non si sa su quante disponibilità finanziarie si può contare per poterle realizzare?
Tutto ciò ovviamente avverrà d'intesa - ce ne compiacciamo molto - tra il Governo della Repubblica e quello della regione siciliana, ma io ricordo bene, come penso chiunque potrà ricordare (basta leggere anche i resoconti parlamentari), che si fece riferimento ad alcune specifiche opere, viarie e ferroviarie, quando si parlò dell'accantonamento della realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina in quanto, a giudizio di questo Governo, esso non era più da considerare un'opera prioritaria.
Si svolse un amplissimo dibattito, al quale parteciparono eminenti esponenti, al massimo livello dei partiti dell'attuale maggioranza; ricordo i ministri Rutelli, Pecoraro Scanio, Di Pietro, lo stesso Padoa Schioppa, diversi autorevolissimi rappresentanti i quali criticavano l'impostazione del precedente Governo, affermando: «Come è possibile realizzare il ponte di Messina se prima, o quanto meno contestualmente, non vengono realizzate opere strutturali essenziali per poter rendere ancora più utile il collegamento viario e ferroviario tra la Sicilia e il Continente?».
Le opere erano dunque in qualche modo definite, perché le avevamo definite noi, col precedente Governo e le avremmo realizzate esattamente contestualmente alla realizzazione del ponte. Pertanto, la giustificazione che si sarebbe realizzato il ponte senza avere preventivamente o contestualmente realizzato le opere essenziali affinché esso potesse essere utilizzato al massimo della sua potenzialità era già prima un'accusa falsa. Oggi diventa sconvolgente apprendere che ancora si sta studiando quali siano le opere che debbono essere realizzate: erano quelle giàPag. 84individuate! E fu confermato, peraltro, all'interno di quel dibattito, al quale, come ho ricordato, avevano partecipato esponenti di particolare rilievo dell'attuale maggioranza, dell'attuale Governo.
Allora, non c'è niente di vero? Da cittadino e parlamentare siciliano ho il dovere di riferire ai siciliani che non solo non sarà realizzato il ponte, come purtroppo sanno - almeno sino a quando sarà in vita questo Governo, speriamo per poco: certo, se torniamo al Governo noi realizzeremo il ponte, questo è fuori discussione - ma non si hanno neanche certezze su quale sia l'ammontare delle somme disponibili e, soprattutto, su che cosa fare. È francamente sconvolgente apprendere, dopo sette mesi, che siamo non al punto di partenza, ma ancora prima del punto di partenza, anzi peggio. È vero infatti che vi erano delle somme appostate presso le società Fintecna e Ponte di Messina, ma, per ciò che risulta e come peraltro fu molto ben chiarito proprio in quel dibattito in cui noi insistevamo molto perché il Governo, cambiando opinione, si impegnasse nella realizzazione del ponte di Messina (il Governo sa benissimo questo, perché non sono notizie riservate, ma pubbliche: in particolare, lo sanno benissimo il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e tutti quelli interessati alla realizzazione di queste opere), i fondi erano in parte disponibili e in parte avrebbero dovuto essere reperiti sul mercato per la realizzazione di quell'obiettivo.
Non è che tali fondi uscivano dal cassetto di Fintecna ed entravano in quello del Ministero dell'economia e delle finanze per essere immediatamente disponibili per la realizzazione di qualunque opera!
Purtroppo, credo proprio che la situazione sia questa: le sue parole me lo confermano, poiché - lo ripeto ancora una volta e concludo - lei non indica dove sono questi fondi, ma si limita a citare semplicemente taluni capitoli, peraltro non indicando neppure i numeri. Per carità, vi sono bellissime intenzioni. Il 90 per cento dei fondi sarà destinato alle opere e il 10 alla tutela dell'ambiente: proposito ammirevole! Il 70 per cento andrà alla Sicilia e il 30 alla Calabria: ne siamo tutti contenti. Certo, forse sarebbe stato più corretto l'80 e il 20, ma va bene anche così, perché il 70 per cento di zero è zero e il 30 per cento di zero continua ad essere zero. Dunque, considerato che non vi sono fondi, saremo felici e contenti di avere una più ampia percentuale di disponibilità, ma di cosa? Di nulla: poiché, a quanto pare, di disponibile non c'è proprio nulla.
Lei non ci dice nulla neppure per quanto riguarda l'individuazione delle opere da realizzare. La ragione si comprende bene. L'ho già detto e lo ripeto: come si fa ad individuare opere che hanno un costo definito o definibile senza avere le risorse per poterle realizzare?
Signor sottosegretario, la ringrazio molto: lei mi ha fornito spunti notevoli per poter far conoscere ai miei concittadini siciliani e calabresi (ma mi auguro anche a una parte quanto maggiore possibile dell'opinione pubblica nazionale) come - per utilizzare una locuzione che in Parlamento può essere adoperata, anche se fuori sarei sicuramente più esplicito ed utilizzerei forse un'espressione gergale - non si stia facendo altro che prendere in giro i siciliani, i calabresi e il resto dei cittadini italiani.
In proposito, mi lasci dire che forse avreste potuto adoperare un minimo di accortezza in più, anche nell'interesse della vostra maggioranza e del vostro Governo, nel trattare una materia che sapete essere particolarmente sensibile per l'opinione pubblica siciliana, calabrese e dell'intero Mezzogiorno. Avreste potuto mostrare un atteggiamento un poco più serio e consono all'importanza dell'argomento in discussione.
In conclusione, dunque, la ringrazio molto, poiché mi ha dato modo di conoscere ulteriormente sino a qual punto si pretende di prendere in giro il popolo italiano e, in particolare, il popolo siciliano e quello calabrese.