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Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 10,07).
(Problemi occupazionali presso gli stabilimenti della Nuova Magrini Galileo Spa - nn. 3-00266 e 3-00639)
PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Goisis n. 3-00266 e Campa n. 3-00639 concernenti problemi occupazionali presso gli stabilimenti della Nuova Magrini Galileo Spa (Vedi l'allegato A -Pag. 5Interpellanza e interrogazioni sezione 2), vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Alfonso Gianni, ha facoltà di rispondere.
ALFONSO GIANNI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, come ricordano anche gli interroganti, la Nuova Magrini Galileo, società per azioni, ha una lunga tradizione ed opera in un settore rilevante producendo in particolare interruttori ad alta tensione, con patrimonio tecnologico e professionale significativo.
Proprio per queste ragioni, come ho già risposto in questa sede in altra occasione, il Ministero dello sviluppo economico, per tempo e anche su richiesta delle organizzazioni sindacali, fin dal sorgere dei problemi di dismissione da parte della Siemens e quindi dei profili occupazionali connessi - che riguardano però un numero inferiore, per fortuna, di persone rispetto a quello citato dagli interroganti: non superano le 200 unità -, ha aperto un tavolo per cercare di evitare che la Siemens procedesse nella sua decisione.
Dopo varie vicende che ho già riassunto in una precedente risposta che è agli atti della Camera dei deputati e su cui quindi non ritorno, la Siemens ha comunque inderogabilmente deciso di portare le lavorazioni sopra ricordate nei propri stabilimenti tedeschi, malgrado incontri intervenuti in Italia e anche, da ultimo, con le istituzioni locali nelle sedi tedesche della società Siemens.
In considerazione di questo percorso, che - ripeto - ho già descritto, il 21 marzo scorso si è tenuta presso il Ministero dello sviluppo economico una riunione volta a fare il punto sui contenuti essenziali di un protocollo di intesa sottoscritto da tutte le parti coinvolte, ossia Ministero dello sviluppo economico, istituzioni locali, azienda, organizzazioni sindacali nazionali e territoriali e rappresentanze sindacali unitarie.
Preso purtroppo atto del processo di riorganizzazione del gruppo Siemens e della volontà di procedere, per molteplici cause, alla chiusura dei siti di Battaglia Terme e di Bergamo, il Governo, al fine di garantire la continuità produttiva del sito e l'occupazione, ha ritenuto percorribile la trasformazione dell'area in una sorta di parco tecnologico industriale, che ospiti prioritariamente, anche se non solo, iniziative imprenditoriali nel campo della filiera elettrica, dell'efficienza energetica e di altro genere nel settore industriale.
La Siemens, sulla base del citato protocollo di intesa, si è dichiarata disponibile a favorire la reindustrializzazione del sito e i contatti con gli imprenditori di filiera, nonché a definire con la società Demont un primo progetto di reindustrializzazione, che preveda comunque: l'assorbimento dei dieci dipendenti della Nuova Magrini Galileo presso la società del gruppo Demont, LMB, attraverso la creazione di un sito produttivo nelle vicinanze dell'attuale impianto di Battaglia Terme; la costituzione di una nuova società, appartenente sempre al gruppo Demont, che svolgerà soprattutto attività di manutenzione, fornitura di ricambi e assistenza, sempre in relazione ai prodotti realizzati dalla Nuova Magrini, con impiego iniziale di trenta dipendenti; infine, l'assorbimento di circa altri venticinque dipendenti presso attività produttive svolte dal gruppo Demont nell'ambito della regione Veneto.
La Siemens si è inoltre impegnata a subordinare la cessione o l'affitto dell'area alla circostanza che il nuovo imprenditore subentrante si impegni all'assunzione a tempo indeterminato almeno di una parte del personale della Nuova Magrini Galileo; ad utilizzare, come richiesto dai sindacati, la cosiddetta mobilità lunga, derivante dall'articolo 1, comma 1.189, della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007) per trentasei dipendenti e a tal fine Siemens si è già impegnata a sostenere tutti gli oneri economici connessi, qualora la Nuova Magrini non fosse in grado di fare fronte agli stessi, come da verbale di accordo sottoscritto al Ministero del lavoro il 28 febbraio 2007; a revocare la procedura di mobilità e a convertirla con laPag. 6cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione di attività per un anno, salvo proroghe.
Il Governo, con lo stesso protocollo di intesa, si è impegnato a porre in essere tutti gli strumenti che, ove consentito, sono nella propria disponibilità, favorendo l'utilizzo di ammortizzatori sociali e promuovendo, d'intesa con le istituzioni ed amministrazioni locali, gli incontri necessari al fine di avviare il processo di reindustrializzazione.
Le istituzioni locali sono state disponibili a sostenere percorsi di formazione e riqualificazione, nonché a semplificare e velocizzare le attività amministrative necessarie per l'insediamento di attività; in particolare, la provincia di Padova avrà un ruolo primario nell'attività di monitoraggio e di ricerca di nuovi imprenditori. Il Ministero dello sviluppo economico, d'intesa con le istituzioni locali, verificherà l'attuazione del programma di reindustrializzazione.
Si evidenzia che il 15 maggio scorso è stato sottoscritto presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale un ulteriore verbale d'accordo con cui la società ha confermato la revoca della procedura di mobilità avviata il 15 febbraio per 145 dipendenti - 11 occupati presso l'unità di Bergamo e 134 presso quella di Battaglia Terme - e revocato la procedura di esame congiunto per la richiesta di cassa integrazione straordinaria, come da decreto del Presidente della Repubblica n. 218 del 2000, riservandosi di attuare invece una nuova procedura per l'intervento di cassa integrazione straordinaria, dopo verifica più approfondita degli strumenti di gestione non traumatica degli esuberi.
Infine, il Ministero del lavoro e della previdenza sociale ha comunicato che in data 11 luglio prossimo venturo è stata fissata una riunione cui parteciperanno i rappresentanti della società e delle organizzazioni sindacali, al fine di esperire la consultazione sindacale ai sensi del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 218 del 2000, che concerne il trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria e l'integrazione salariale a seguito di stipula di contratti di solidarietà.
Contemporaneamente, questo Ministero sta intensificando, ad ogni livello, i rapporti con potenziali nuovi imprenditori. Un'ipotesi che avevamo aperto, purtroppo, non è andata in porto per ragioni commerciali internazionali, ma io stesso incontrerò la signora sindaco di Battaglia Terme oggi pomeriggio al Ministero e convocherò una nuova riunione del tavolo della trattativa immediatamente dopo la riunione, che avrà luogo, come ho già detto, l'11 luglio presso il Ministero del lavoro e che dovrà affrontare il problema della garanzia del reddito per i lavoratori, mentre compete al nostro dicastero il problema di una prospettiva per l'occupazione e per il lavoro nel sito produttivo di Battaglia Terme.
PRESIDENTE. L'onorevole Goisis ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00266.
PAOLA GOISIS. Signor Presidente, la mia risposta sarà la stessa che ho già dato in quest'Assemblea a novembre, in occasione dello svolgimento di un'interpellanza urgente rivolta al medesimo sottosegretario in merito a tale vicenda: una risposta, cioè, di estrema, massima insoddisfazione.
Mi ritengo insoddisfatta perché, purtroppo, ho sentito tante parole e tanti sogni; ma sono parole per le quali i lavoratori della Nuova Magrini Galileo, che sono all'ascolto, dovrebbero esultare di gioia, dal momento che, stando ad esse, il problema sarebbe risolto.
D'altra parte, il sottosegretario ha appena detto che in qualche modo si è parlato di possibilità di reintegro o, comunque, di lavoro per 134 lavoratori a Battaglia Terme; poi, di una ricollocazione di altri trenta lavoratori ad opera della Demont; infine, di ulteriori dieci da destinare alle lavorazioni ad altre attività sempre nella zona di Battaglia Terme e di altri trenta lavoratori, che dovrebbero essere collocati, sempre dalla Demont, nel Veneto in generale. Operando una rapidissimaPag. 7somma, ne viene fuori una cifra di 204 lavoratori: avremmo cioè, addirittura, quattro lavoratori impiegati e ricollocati in più.
È chiaro che questa non è la realtà. Il sottosegretario già a novembre aveva risposto che il numero dei lavoratori interessati non era quello da noi indicato, ossia 350, ma bisogna considerare all'interno di tale cifra non solo i singoli lavoratori della Nuova Magrini Galileo, ma l'indotto complessivo. Dobbiamo sapere, infatti, che la Nuova Magrini Galileo ha dato lavoro, per quarant'anni, non solo a Battaglia Terme, ma a tutta la zona circostante, la cosiddetta Bassa padovana. A me sembra che per tale zona non vi sia assolutamente alcun interesse da parte del Governo né, devo dire, da parte dei sindacati, i quali per quarant'anni non hanno fatto altro che illudere i lavoratori, preoccupandosi purtroppo solamente, come è loro abitudine, di mantenere acceso il fuoco delle difficoltà e delle ribellioni, allo scopo di poter mantenere tanto il sindacato quanto i lavoratori del sindacato.
D'altra parte, proprio nel corso della trattativa ho avuto modo di constatare come spesso, quando facevo osservare che le cose non stavano così come venivano da loro rappresentate - allora, ad ottobre-novembre, sembrava che il problema fosse stato risolto - la risposta che mi veniva data era che, anche se così non fosse stato, essi avrebbero comunque continuato con la loro lotta (ciò solo per dire quanto anche i sindacati non siano interessati veramente alle questioni dei lavoratori).
Analogo problema è sorto per un'altra situazione che investe ancora una volta la nostra zona (la Bassa padovana): la Saiace di Monselice, che si trova a 10 chilometri di distanza. Naturalmente, a breve, presenteremo un atto di sindacato ispettivo anche in merito a tale vicenda.
Tornando alle soluzioni proposte, mi sembra evidente che vi sia - voglio essere molto moderata nei termini, ma non ne trovo uno migliore - un po' di ipocrisia, perché, se veramente vi fosse la volontà di risolvere il problema, il sottosegretario avrebbe parlato della ditta Orca Solar, azienda tedesca di pannelli fotovoltaici, che sino ad una settimana fa sembrava dovesse prendere in mano la situazione, quindi ricollocare gli operai e i lavoratori della Magrini Galileo.
Il sottosegretario non ha detto che, invece, nel giro di due o tre giorni è stata fatta una...
ALFONSO GIANNI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. L'ho detto, onorevole Goisis! Senza nominare la Orca Solar - non è il caso - ma l'ho detto!
PAOLA GOISIS. Invece è il caso!
PRESIDENTE. Onorevole Gianni, lasci completare l'intervento all'onorevole Goisis.
PAOLA GOISIS. È il caso di nominarla perché i lavoratori devono sapere in che mani sono, devono sapere che tante parole e tanti discorsi che vengono fatti sono vuoti, che non si ha alcuna intenzione di risolvere il problema dei lavoratori. Sono così accesa in modo particolare per i lavoratori del Nord, i quali sono abituati a lavorare e non a chiedere assistenzialismo.
PRESIDENTE. Onorevole Goisis, concluda.
PAOLA GOISIS. Essi vogliono che sia riconosciuta e rispettata la loro dignità. Ciò non si ottiene attraverso gli ammortizzatori sociali, ma dando la possibilità di lavorare, di mantenere le proprie famiglie, di poter girare a testa alta, perché da noi non si è abituati a chiedere le pensioni di falsa invalidità o, per l'appunto, gli ammortizzatori sociali.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Goisis.
PAOLA GOISIS. Concludo, signor Presidente. I nostri lavoratori chiedono di lavorare, ed è questa la risposta che vogliono, anche se, purtroppo, so che domani dovranno venire a chiedere - spero che laPag. 8promessa sia mantenuta - almeno due anni di cassa integrazione per poter accedere alla pensione.
PRESIDENTE. L'onorevole Campa ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00639.
CESARE CAMPA. Signor Presidente, al di là della simpatia nei confronti del collega Gianni e dell'impegno che ha personalmente profuso sulla questione, non possiamo assolutamente dichiararci soddisfatti.
Complessivamente il Governo non si è mosso nella direzione giusta, attraverso la quale avrebbe potuto consentire all'azienda di permanere, magari anche con soluzioni alternative. La collega Goisis ha fatto riferimento all'energia alternativa ed all'Orca Solar. Collega sottosegretario, sulla questione, purtroppo, si è continuato con protocolli, intese, incontri e con una serie di perdite di tempo promosse dai sindacati (e non solo) per dare l'impressione che si stava facendo qualcosa, senza esaminare i motivi della situazione e senza compiere una riflessione.
Moltissime imprese stanno abbandonando il Nord est, per cui forse vi è qualcosa che non funziona nel nostro Paese. Le condizioni, prima ottimali, oggi non lo sono più. Lei scuote la testa onorevole sottosegretario - ed ha ragione di farlo - così come la scuotiamo noi rispetto alle politiche fiscali del Governo, che, per quanto riguarda queste imprese, non danno assolutamente la possibilità di fornire incentivi.
L'area interessata, quella della Bassa padovana, al confine con Rovigo, un tempo dichiarata disagiata, se non depressa, oggi è una zona di obiettivo. Dovremmo compiere, tutti insieme degli sforzi per far permanere queste imprese, ed invece creiamo lacci, lacciuoli e difficoltà (non ultima, vi è la questione fiscale) che fanno sì che queste aziende dicano: «Caro onorevole Gianni, lei sarà anche bravissimo, ma noi andiamo altrove, dove possiamo lavorare meglio e abbiamo maggiori possibilità!».
Tenendo conto anche dei trasporti e delle opere pubbliche, mai realizzate, creiamo ogni giorno all'imprenditoria del Nord lacci e lacciuoli, invitando le aziende ad abbandonare il campo. Siamo noi, sono le forze politiche che chiedono a questi imprenditori di abbandonare il campo! Vi sono, peraltro, imprenditori stranieri che si guardano intorno, valutando dove sia più facile e più conveniente operare, ma levano le tende, lasciando in braghe di tela i nostri lavoratori.
Avremmo voluto un maggiore impegno da parte del Governo: non intendo rivolgere un addebito solo a lei, signor sottosegretario, che so con quanta energia ha seguito la vicenda; tuttavia ritengo che complessivamente il Governo non abbia svolto adeguatamente la sua parte.
Infatti, al di là di incontri e contro-incontri, non si è sfruttata la possibilità di favorire l'inserimento di energie alternative, come quella prodotta dai pannelli fotovoltaici realizzati dalla Orca Solar, le quali avrebbero potuto mettere il nostro Paese in una condizione di avanguardia, utilizzando quella manodopera specializzata e quel patrimonio tecnologico e professionale esistente all'interno della Magrini Galileo, come lei stesso ha riconosciuto.
Resta il fatto che oggi, di tutti questi protocolli, di tutte queste illusioni, siamo alla tornata finale. Infatti, domani verrà convocato da parte del Ministro per lo sviluppo economico un nuovo incontro, in cui non si parlerà più di rilancio e di salvaguardia dei posti di lavoro, ma si affronterà solamente la questione di consentire la cassa integrazione per due anni, per assicurare quanto meno il prepensionamento di alcuni lavoratori.
Noi non siamo contrari (ci mancherebbe altro!): se non c'è niente altro da fare, è giusto il prepensionamento. Ma perché non abbiamo percorso altre strade? Perché, in questo Veneto operoso, il sindacato non ha proposto una serie di iniziative di autoplacement per ricollocare questi lavoratori, i quali, come lei prima ha ricordato, costituiscono un patrimonio tecnologico e professionale di grande qualità?Pag. 9Da 225 dipendenti siamo arrivati a 126 tute blu che rimangono senza lavoro, per le quali domani sarete chiamati a deliberare, giustamente, una cassa integrazione, che però nulla produce rispetto ad un necessario impegno per i livelli occupazionali.
Abbiamo saputo, come ha ricordato la collega Goisis, che trenta dipendenti lavoreranno nel reparto service e altri venticinque faranno riferimento alla vicina Demont. Tuttavia, tutto ciò non toglie che ci sono altri settanta dipendenti, dei quali non sappiamo assolutamente quale fine faranno. Siamo certamente favorevoli alla cassa integrazione. Mi auguro che domani il Governo prenda finalmente atto del suo fallimento e conceda la cassa integrazione per due anni, per garantire questi lavoratori, ma subito dopo si metta in moto un meccanismo serio di coinvolgimento dei sindacati, dei datori di lavoro e degli enti locali, a partire dalle regioni, con un'operazione di autoplacement.
PRESIDENTE. Onorevole Campa, la prego di concludere.
CESARE CAMPA. Concludo, signor Presidente. In tal modo si potrebbe offrire una prospettiva reale, non assistenziale, e dignitosa per questi lavoratori. Tuttavia è necessario che il Governo assuma con forza questa iniziativa. Signor sottosegretario, mi consenta di dire che il suo Governo finora questa forza non l'ha dimostrata.