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Sull'ordine dei lavori (ore 15,06).
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, la ringrazio dell'attenzione, che spero di poter avere anche da parte dei gruppi di maggioranza. Il mio intervento concerne una vicenda nota: il Senato ci ha appena trasmesso, sul finire della settimana scorsa, il provvedimento sull'ordinamento giudiziario e stamani ne è iniziato l'esame in Commissione giustizia. Ora, sul punto, non pongo questioni politiche né di merito poiché so bene che, rispetto ad esse, né lei né la Conferenza dei presidenti di gruppo avrebbe titolo per intervenire, né del resto desidererei sollecitare un intervento del genere.
Come lei sa, la Conferenza dei presidenti di gruppo ha previsto l'ipotesi di iscrizione in calendario del provvedimento ove ne sia stato concluso l'esame dalla Commissione. A norma di Regolamento, la Commissione avrebbe due mesi di tempo per l'esame; qualora fosse dichiarata la procedura d'urgenza, questo tempo si ridurrebbe ad un mese. Ora, Presidente, tutti sappiamo che vi è un termine - il 31 luglio - fissato per legge, superato il quale, se non si approva la riforma dell'ordinamento giudiziario, non è che si determini un vuoto, ma entra in vigore un'altra riforma. Comprendo anche la volontà della maggioranza di impedire che entri in vigore la riforma voluta dal centrodestra, ma credo anche che la maggioranza comprenderà la legittima volontà del centrodestra quanto meno di approfondire le norme e le modifiche approvate dal Senato.
Le chiedo dunque, Presidente, considerato che oggi è il 17 luglio e l'esame è appena iniziato, se, pur rispettando i tempi e le modalità del Senato, le pare congruo che la Camera, fra Commissione ed Assemblea, abbia a disposizione meno di due settimane per l'esame di una riformaPag. 33così importante. Ritengo che oggettivamente a nessuno di noi ciò possa apparire congruo.
Credo pertanto che occorra difendere il ruolo di questa Camera - del principale (per numero e per composizione) ramo del Parlamento - e consentire ad essa di affrontare l'esame di una riforma così importante senza le «forche caudine» costituite da una scadenza che peraltro, Presidente, lo dicevo poco fa, non è neppure la scadenza di un termine di legge che comporta una decadenza. A mio giudizio, vi sono soluzioni possibili e mi auguro che si possa riscontrare la buona volontà dei gruppi di maggioranza e, per quanto di competenza, signor Presidente, anche sua. Si tratta infatti semplicemente di trovare una soluzione che consenta alla maggioranza di star certa che dal 1o agosto non entrerà in vigore la riforma approvata dal centrodestra nella scorsa legislatura e al centrodestra di poter «guadagnare» all'esame della Camera il tempo dovuto per esaminare le modifiche approvate dal Senato, tempo dovuto che sicuramente non può consistere di soli quindici giorni.
Sto proponendo, quindi, Presidente, quanto già proposto questa mattina in Commissione giustizia dall'onorevole Pecorella, ovvero di valutare la possibilità di affidare alla volontà del Governo - o, qualora il Governo non fosse disponibile, a quella di tutti i gruppi - la deliberazione di un'ipotesi legislativa per fare in modo che il termine del 31 luglio possa concordemente essere spostato quanto meno in autunno, ma non voglio parlare ora di questioni di merito! Credo, Presidente, che questa soluzione corrisponderebbe all'interesse istituzionale della Camera, consentirebbe a tutte le parti politiche di non dichiarare vittoria, eviterebbe inutili tensioni ed inutili conflitti di qui al 31 luglio, e - lo ripeto - darebbe modo soprattutto (ed è quanto più ci sta a cuore) a questo ramo del Parlamento di avere il giusto tempo per esaminare la riforma.
Signor Presidente, non tocca a me suggerire le strade legislative per giungere a questo risultato. Da domani, ad esempio, discuteremo il decreto-legge sul cosiddetto «tesoretto»; scopriamo, però, che il «tesoretto», in quel provvedimento, non c'è, e vi sono invece norme che vanno in tutte le direzioni, comprese finanche alcune proroghe inserite nel decreto e nel testo di conversione.
Abbiamo precedenti di vario genere alla Camera e nelle passate legislature; è, quindi, un problema di volontà politica, signor Presidente. Per quanto ci riguarda, sollecitiamo tale volontà politica e ci affidiamo anche alla sua comprensione, alla sua intelligenza e alla sua capacità di rappresentanza del ruolo della Camera, per fare in modo che il modesto suggerimento che mi sono permesso di avanzare in maniera così trasparente possa trovare il consenso di tutti i gruppi e del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia).
PRESIDENTE. Come lei ha ricordato, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato inserito all'ordine del giorno di lunedì 23 luglio l'esame del provvedimento recante «Modifiche alle norme sull'ordinamento giudiziario», ove trasmesso dal Senato ed ove concluso dalla Commissione. La prima delle due condizioni, ossia la trasmissione dal Senato, si è realizzata ed è pertanto in corso l'esame in Commissione.
Le argomentazioni che lei ha sollevato chiedono un approfondimento, da parte della Presidenza, che mi riservo di fare. Del resto, lei ha avanzato una proposta e svolto un ragionamento che mi pare opportuno vengano esaminati da tutti i gruppi. Da parte mia, condurrò tale approfondimento in modo da poter valutare la questione in occasione della prossima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.