Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Iniziative in relazione all'insolvenza del Ministero della giustizia con riguardo alla fornitura di servizi e alla locazione di strutture - n. 3-01103)
PRESIDENTE. Il deputato Buemi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01103, concernente iniziative in relazione all'insolvenza del Ministero della giustizia con riguardo alla fornitura di servizi e alla locazione di strutture (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata sezione 6 ).
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, signor Ministro, nei giorni scorsi il giornale La Stampa di Torino evidenziava la situazione gravissima del carcere Le Vallette: il direttore manifestava grande preoccupazione per il fatto che da ben tre anni il Ministero della giustizia non riusciva a pagare le bollette dell'acqua alla società concessionaria del servizio. L'arretrato nel pagamento delle bollette superava di gran lunga il milione di euro e ciò provocava una grande situazione di incertezza.
Lei conosce, signor Ministro, i problemi di questo tipo, e non sono tutti imputabili al suo anno di gestione del Ministero, ma una buona parte deriva dal passato. È però altrettanto evidente che i bilanci di previsione devono avere la capacità di sostenere le spese obbligatorie. In questo senso insisto per avere da lei delle risposte puntuali, e richiamo la sua attenzione sugli atti di sindacato ispettivo che ho già presentato al riguardo.
PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha facoltà di rispondere.
CLEMENTE MASTELLA, Ministro della giustizia. Signor Presidente, proverò a rispondere all'onorevole Buemi, premettendo che dal 2002 al 2006 le risorse per la gestione del servizio giustizia sono diminuite del 51,22 per cento. Ha ragione lei, quindi, quando afferma che non appartiene alla mia gestione la diminuzione che è avvenuta. Gli stanziamenti destinati ai capitoli di spesa dei consumi intermediPag. 79sono passati dai 343 milioni di euro del 2002 ai 168 milioni di euro del 2006. La diminuzione delle risorse assegnate ha aumentato il debito del mio Ministero e di conseguenza l'esposizione debitoria del capitolo di spesa 1761, su cui gravano anche i consumi idrici della casa circondariale delle Vallette di Torino.
Con la legge finanziaria per il 2007 è stato istituito un fondo per il funzionamento del Ministero della giustizia, con una dotazione annuale di 200 milioni di euro per il 2007, il 2008 e il 2009, e una quota di tale fondo, pari a circa 71 milioni di euro, è stata destinata all'amministrazione penitenziaria, e di essa circa 47 milioni sono stati destinati proprio al ripianamento del capitolo di spesa 1761. Nonostante ciò, devo dirle che solo il 30 per cento dei debiti è stato estinto.
Per quanto riguarda le sedi della prefettura, della questura e della caserma Bergia di Torino, il Ministro dell'interno ha comunicato che la provincia è la proprietaria degli immobili e che il canone di locazione della sede della prefettura risulta regolarmente pagato. Quanto alla caserma Bergia, per la quale è in corso la stipula del contratto di locazione, sono state corrisposte le indennità di occupazione extracontrattuale maturate fino al 31 dicembre 2006 e sono stati accreditati gli importi relativi al 2007. Lo stesso è avvenuto per quanto riguarda la questura.
Per quanto concerne i profili di carattere generale di stretta pertinenza della mia amministrazione, faccio presente che sono i comuni - come lei sa - ad essere tenuti, a norma di legge, al pagamento dei costi relativi alle pigioni, alla manutenzione, all'illuminazione, al riscaldamento ed alla custodia di locali adibiti ad uso di giustizia. Le spese affrontate annualmente per tale causale sono parzialmente rimborsate attraverso un contributo economico dell'amministrazione statale. Negli ultimi due anni il contributo per il rendiconto 2002-2003 ha coperto il 95 per cento delle spese effettivamente affrontate dal comune. Tale contributo è spesso corrisposto in ritardo per ragioni fisiologiche. Proprio per porre rimedio alle difficoltà dei comuni nei pagamenti, è stata prevista nel 1998 la corresponsione del contributo in due rate: la prima, pari al 70 per cento dell'ultimo contributo erogato, viene pagata in acconto all'inizio di ciascun esercizio finanziario; la seconda, a saldo, è corrisposta entro il 30 settembre di ciascun anno. Tale strumento, anche se non ha risolto definitivamente il problema dei ritardi nel calcolo e nella corresponsione dei contributi, ha tuttavia ridotto notevolmente l'esposizione dei comuni, consentendo di anticipare il pagamento della maggior parte delle somme da loro dovute.
In conclusione posso garantire che mi adopererò - se anche il Parlamento contribuirà al riguardo - per ottenere lo stanziamento di nuovi fondi rispetto a quelli già assegnati al Ministero della giustizia dalla legge finanziaria per il 2007, in modo tale da permettere un più puntuale pagamento delle spese, così come è auspicato anche dal collega Buemi.
PRESIDENTE. Il deputato Buemi ha facoltà di replicare.
ENRICO BUEMI. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio per la puntuale risposta, e devo dire che ho presentato l'interrogazione in esame certamente per avere le risposte che lei mi ha dato, ma anche per porre, con un minimo di preavviso, i problemi che affronteremo nella stesura del bilancio di previsione per il 2008.
È evidente, infatti, che in quella sede dovremo tutti insieme fare uno sforzo per correggere le storture. Intendo inoltre far riferimento, per completare il quadro di questa situazione critica, all'audizione, che si è svolta ieri presso la I Commissione, del comandante generale dell'Arma dei carabinieri, il quale ha rilevato che la criticità relativa ai conti del Viminale riguarda in particolare le missioni di polizia giudiziaria, l'energia elettrica ed il riscaldamento. In materia di spese obbligatorie - i contratti di fornitura rappresentano spese obbligatorie, come quelle relative al personale - non vi è la facoltà di non prevedere: è obbligatorio prevedere il pagamentoPag. 80delle forniture, in quanto non si tratta di spese facoltative.
Pertanto - lo dico non al Ministro Mastella, ma al Ministro della giustizia - il Ministero della giustizia, ovvero l'organizzazione che sovraintende alla giustizia nel nostro Paese, non può essere credibile nei confronti dei cittadini chiamati in tribunale, oppure nei confronti di quelli cui viene tolta l'erogazione di un servizio se non pagano le bollette, se i primi a non pagare sono il Ministero della giustizia o dell'interno, o ancora altri ministeri, i quali spesso dimenticano che hanno degli obblighi nei confronti degli altri enti locali, delle aziende fornitrici di servizi, pubbliche o private, o dei privati cittadini fornitori.
Credo che dobbiamo ripristinare la legalità non soltanto in materia penale, signor Ministro, ma anche in materia civile, perché vi sono obblighi contrattuali che dobbiamo rispettare prima di tutto noi, che siamo lo Stato.